Never Alone

di Hila92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Together forever ***
Capitolo 2: *** A Dream ***



Capitolo 1
*** Together forever ***


** FLASHBACK**

Duncan avanzò in direzione di Lee. Il ragazzo, guardando lo sguardo supplichevole dell’amico, capì all’istante che stava per fargli una richiesta.

  • Lee, ti prego… puoi prestarmi il tuo cd autografato di Marvin Gaye??? Ti prego!!!
  • Dunk… sai bene quanto io ci tenga a quel cd…
  • Guarda, ti giuro che non gli accadrà niente! Devo solo farlo vedere ad Anna…
  • Anna?!?
  • L’ho conosciuta oggi… e gli piace molto Marvin Gaye…

Inutile dire che, nonostante Duncan avesse appena lasciato con la sua ragazza Anya, era già ripartito all’attacco. Infondo era un ragazzo di 24 anni… e se non ci si diverte a quell’età…

  • va bene… ma riportamelo salvo e senza danni!
  • Grazie Lee!!! Ti amo!!!!

Il ragazzo rise.

  • Anna potrebbe essere gelosa…
  • Ah -ah… molto divertente! Va bè, ci vediamo sta sera, ciao!!!

E così Dunk uscì di corsa dall’appartamento di Lee. Il ragazzo rimesto si mise una mano nei capelli biondi… sapeva che non aveva lasciato il cd in buoni mani…

Lee teneva in mano i frammenti del cd autografato da Marvin Gaye in persona. Scosse la testa

  • come cazzo è successo?
  • Bè… lei si ci è seduta sopra e…
  • Lo sapevo, Dunk… Ogni volta così! La mia camicia sporca di vino, i miei occhiali rotti… ogni cosa che ti presto finisce male!

Duncan strinse gli occhi.

- ehi, ehi, vacci piano amico…

  • non chiamarmi amico! Noi non siamo amici… stiamo soltanto nella stessa fottutissima band, e io non so se continuerò a starci!

Dunk stava iniziando a surriscaldarsi

  • tu… non avrai mica intenzione di lasciare i Blue?
  • Si, proprio così! Mi sono rotto. Tutti che mi dicono cosa devo fare, quando lo devo fare e dove lo devo fare… basta!

E così, Lee uscì velocemente dalla stanza.

  • Lee! Aspetta! Non puoi lasciarci così!

Ma Lee era troppo lontano per sentire le parole di Duncan… E mentre delle lacrime amare miste di pioggia attraversavano il suo viso, pensò… quanti bei momenti avevano passato insieme… ma ormai era troppo tardi…

Forse aveva commesso l’errore più grande della sua vita… forse Duncan era il ragazzo più idiota del mondo… o forse Lee aveva un orgoglio così grande e presuntuoso da mettere un cd rotto davanti al suo migliore amico…

 

 

 

**Fine Flashback**

 

Una ragazzina correva nel buio della notte. Era coperta da un grande cappotto con il cappuccio. Stava piovendo e lei era completamente inzuppata. Saltava da pozzanghera a pozzanghera. Gli stivali luridi e inzuppati le bagnavano i piedi facendole avvertire spiacevoli brividi di freddo lungo la schiena. Aveva il fiatone ma non le importava molto. Orribili immagini le riempivano la mente, mentre cercava di scacciarle. Arrivo ansimando ad una porta… TUM TUM TUM… un ragazzo dai capelli biondi la aprì. Era piuttosto mingherlino e basso per i suoi presunti 18 anni ma aveva una faccia molto carina e due celesti occhi da angelo.

  • Alex…

La ragazza irruppe in un singhiozzo.

  • Laura! Entra dai- Alex sembrava piuttosto esasperato.

Laura entro in fretta, si tolse il cappuccio. Era molto carina, capelli biondi scuri, grandi occhi verdi anche se in quel momento li aveva gremiti di lacrime.

Alex non sopportava che la sua migliore amica piangesse…

  • ancora lui?
  • S- sì

Annuì tristemente Laura. Alex l’abbraccio.

  • non può finire così… io gliela faccio pagare a quel bastardo!
  • Alex, no! Lo sai, è più grande e più forte di te…
  • Ma io no n sopporto che ti faccia del male!

Gli occhi del ragazzo, prima azzurri, ora sembrava che avessero preso sfumature rosse… come di fuoco…

  • Bè… ma…
  • Laura… seriamente… tu non vorresti che quell’uomo smettesse di farti quello che ti sta facendo?
  • Alex, sai benissimo che è il mio più grande desiderio…
  • E allora facciamolo finire.

Il biondino si recò in cucina, aprì un cassetto e prese un grosso coltello da cucina.

  • Alex, non avrai mica intenzione di…
  • Sì! –rispose con coraggio- ho proprio intenzione!
  • Alex, ma…

Il ragazzo rifletté un minuto

  • Lalla, la decisione ovviamente spetta a te…

Il ragazzo parlava, ma lei non lo ascoltava… immagini presero forma nella sua testa… un uomo barbuto e piuttosto mal ridotto, sulla quarantina circa, aveva appena aperto la porta di casa ed essendo ubriaco, barcollava.

Arrivò una donna più giovane e meglio curata, iniziò ad urlare al marito che era un fannullone e che sapeva solo sperperare i suoi soldi in gioco d’azzardo e birra, la sua migliore amica. L’uomo avanzò in direzione della moglie e le tirò uno schiaffo, facendola finire contro la credenza di legno situata contro al muro.

Laura si sentì mancare. Tutt’a un tratto vide Alex annebbiarsi e scurirsi. Si buttò sul letto e prese ad ansimare. Sì portò una mano alla fronte sudata. Il ragazzi, smise di parlare e si sporse verso di lei, preoccupato.

  • Laura, tutto ok? Stai male?
  • Io…

Ma il quello stesso momento il colorito della ragazza divenne da rosa a giallo – verdognolo.

  • Oh, mio dio…

La ragazza corse in bagno. Alex la sentì vomitare e vomitare. Una gran rabbia crebbe dentro di lui. Perché doveva soffrire così… perché i genitori dovevano essere così?

La prima volta che era successo, si ricordava il ragazzo, era quando la sua amica aveva 9 anni. Ancora veniva in America poco… sua madre era appena morta. Quello per lei era stato un momento terrificante e aveva sofferto come un cane. Alex aveva cercato di tirarla su, fino a quando lei, un giorno, non entrò nella sua stanza piangendo. Lui aveva pensato subito che si trattasse una della sue solite crisi avute dopo la morte della madre… ma la verità subentrò poco dopo… il padre l’aveva violentata… E tutt’ora continuava, anche se un po’ di rado e a distanza di 7 anni… sette lunghi anni e praticamente ogni mese subiva quell’atroce tortura che non sarebbe mai cessata… E ogni volta Laura soffriva sempre di più e il padre le faceva sempre più male, tanto che una volta aveva tentato di ucciderla.

Il ragazzo non aspettò la sua amica, ma si catapultò fuori casa.

Laura tirò lo sciacuone.

  • scusa Alex… non avevo intenzione di…

appena vide che Alex mancava, un ondata di panico la avvolse.

Si fiondò in strada, e correndo più veloce che poteva, ignorando il conato di vomito che la stava assalendo, cercò di raggiungere in meno tempo possibile casa sua.

Notò con terrore che l’uscio era aperto. Entrò affaticata e ansimante. Dalla piccola cucina disastrata e sporca venivano continui tonfi. Si sporse verso la porta: Alex stava lottando con un uomo alto e forte il doppio di lui. Il ragazzo aveva in mano un coltello. Intanto, l’uomo, stava facendo contorcere il viso angelico dell’amico di Laura in una smorfia di dolore: gli stava cercando di girare il polso, e forse gliel’aveva già rotto.

  • papà!!! Papà, basta ti prego- disse Laura sull’orlo delle lacrime mettendosi in mezzo tra lui e Alex- lui è Alex, non ricordi? Il mio amico!

L’uomo la guardò storta.

  • questo piccolo stronzetto a cercato di farmi fuori…
  • papà, ti prego… fammi tutto quello che vuoi… ma non toccare lui- disse la ragazza riferendosi all’amico
  • no! Non l’ascolti, io combatterò fino alla nausea.

L’uomo fece una risatina sarcastica.

  • Tu? Ma se non sei nemmeno in grado di stare in piedi?

E così, senza mollare il polso di Alex prese una sedia e condusse il ragazzo e la figlia nella stanza da letto. Lì prese una corda, fece sedere in malo modo il ragazzo e lo immobilizzò sulla sedia, nonostante lui si dimenasse come un pazzo.

  • ecco fatto! E adesso tocca a te!

Guardò con sguardo mieloso la figlia.

Un espressione di terrore si dipinse sul volto della ragazza

  • no…!- sibilò- ti prego, papà, non adesso, non davanti a lui…

l’uomo annuì. E iniziò ad avanzare verso di lei. Laura indietreggio e prese a correre per lo stretto corridoio della lurida casa dove aveva passato i momenti più brutti della sua vita. Il padre si butto su di lei e la bloccò prendendola per le caviglie, poi la trascinò di peso in camera sua.

  • PUTTANIERE! BRUTTO BASTARDO, LASCIALA ANDARE, NON TOCCARLA!
  • Zitto ragazzino!

Sibilò il papà, se così si può chiamare, di Laura.

Le tolse la maglietta e le slacciò i pantaloni.

  • papà –Laura odiava pronunciare quella parola- ti prego, lasciami stare, non adesso, papà…

E mentre lo diceva, piangeva…

Alex guardava la scena come in coma, non riusciva a crederci, non poteva finire così!

Il mostro prese la ragazza per le braccia e iniziò a torturarla.

  • no, papà ti prego, mi fai male!
  • LASCIALA PEZZO DI MERDA!!!

Alex si dimenava sulla sua sedia, incapace di liberarsi dalla morsa delle corde.

Laura intanto fissava il vuoto. Non poteva fare altrimenti, mentre fiotti di lacrime le rigavano il viso. Se ci fosse stata sua madre, tutto sarebbe stato diverso.

Il mostro prese a leccarle le parti intime. Laura strinse i denti, doveva resistere, non dargli la soddisfazione di lamentarsi, era quello che voleva… pervertito…

Poi tutto cessò. Il signor Rich si rivestì e usci di casa. Senza dire una parola, come se nulla fosse successo.

Alex osservava la scena.

  • Laura…

Iniziò lui, ma la ragazza corse in bagno. Probabilmente vomitò, ma Alex non era sicuro.

Quando tornò, dopo dieci abbondanti minuti, si avvicinò al ragazzo.

  • Alex, scusa, io… non volevo…
  • Ma che cazzo dici? Non è stata colpa tua… è quel figlio di puttana, quel bastardo, stronzo, pezzo di merda… ecco di chi è la colpa!

Laura iniziò a slacciare Alex. In pochi minuti fu libero.

  • tutto questo finirà! Deve finire!

La ragazza annuì.

  • Lo spero…
  • Laura, io non sarei mai arrivato a questo… ma… Mi hai detto che la Betta è in Inghilterra, vero?

Annuì.

  • va da lei…
  • COSA???
  • Fa come ti dico. SCAPPA! È la tua unica scelta.
  • Alex, ma… io non posso… non ho i soldi e…
  • Oh –la interruppe il ragazzo- a quelli ci penso io!
  • Io non voglio lasciarti solo…

Laura era sul punto di scoppiare a piangere.

.- ma tu non mi lasci solo! Noi saremo sempre insieme… ci scriveremo, io verrò a trovare te e la Betta li… scommetto che ha una gran voglia di vederti!

La ragazza annuì.

  • forse…
  • fallo!
  • Va bene…

Laura prese una valigia e sorrise.

  • Alex… ti voglio troppo bene…
  • Anche io…

 

Come vi è sembrato questo primo capitolo??? Un po’ forte??? A voi il seguito… COMMENTATEEEEEEE!!!!

UN bacius, Hila*ò*

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Capitolo 2
*** A Dream ***


ciao ragazzi! Come state? Io tutto bene... cioe, non proprio tutto. Ho litigato con Dunk. Non ce la faccio piu a stare in questa band... mi sono veramente rotto... cosi ho deciso di lasciarvi una volta per tutte. Sono sicuro senza di me saprete arrangiarvi. Io intanto qualcosa trovero.

Peace & love,

Lee...

p.s.= lo so, che cosi ho rovinato per sempre la nostra amicizia, ma io non potevo continuare, vi prego, cercate di comprendermi...

 

Simon lesse sconcertato la lettera che gli aveva lasciato Lee. Cosa cazzo era successo?

Tenendo stretta la lettera in pugno, afferrò la sua giacca, aprì la porta di casa e si catapultò in strada. Inforcò la moto e a tutta velocità raggiunse la casa di Dunk. Non ci capiva più niente.

Arrivò al portone e premette il campanello. Nessuna risposta. Lo premette di nuovo. Niente. Stava per andarsene, quando una voce sommessa dal citofono chiese:

  • chi è?
  • Dunk, sono io, Simon.
  • Sy, non è il momento adatto…
  • E invece è proprio il momento. Apri la porta! È urgente!
  • Sali…

E dopo poco si avvertì un piccolo "click". Simon spinse il portone e prese l’ascensore. L’appartamento di Duncan era all’attico.

Arrivato vide la porta aperta. Entrò velocemente.

Dunk era seduto sul divano, con una bottiglia di birra e un pezzo di pizza davanti alla televisione che trasmetteva una partita dell’Arsenal.

Il ragazzo di colore butto addosso al biondino la lettera ,tutta stropicciata e bagnata per via della pioggia, di Lee.

  • cos’è?

Chiese il ragazzo con aria di sufficienza.

  • una lettera di Lee…

Duncan la prese in mano e la lesse. La lesse e la rilesse più volte. Poi il suo voto s’incupì.

  • sai… all’inizio pensavo che scherzasse…- la sua voce si incrinò leggermente
  • cosa stai cercando di dire?
  • Ci ha lasciati… se n’è andato… e non tornerà…

Two yars after

guarda Lalla!!! Dio mio… quanto è bello!!!

  • Vero….
  • Ma voi ragazze pensate solo a quello???
  • Sì…
  • Sì!

Scena tipica di ogni giorno a Londra, che si ripeteva da circa due anni! Laura ed Elisabetta adocchiavano un ragazzo e non gli risparmiavano nessun tipo di commento, anche se vicino a loro c’era Charles che di sicuro non era un difensore dell’altra sponda!

  • io me ne vado!

Esclamò lui d’un tratto.

  • Charles… si scherzava! Tutti sanno che io amo solo te!

Scherzò Laura. Ovviamente non era vero nemmeno un po’. Erano stati insieme tre mesi, ma poi si erano lasciati… diciamo che Laura aveva un pensiero fisso… Lee… e Charles non la sopportava più!

  • raga, io vado in quel bar, volete qualcosa?
  • No, grazie!
  • Niente, grazie comunque Charles.

Il ragazzo si allontanò in direzione del bar ed Elisabetta si avvicinò all’amica.

  • ti va, se dopo andiamo a prenderci un po’ di sushi?

Laura alzò le spalle

  • okay! Però prima dobbiamo aspettare Charles!

Il ragazzo non tardò ad arrivare. Bisogna dire che non era malaccio… era alto un metro e novanta, i capelli marroni, occhi scuri, sguardo misterioso… proprio niente male!!!

  • charles, si pensava di andare a mangiare sushi, che ne dici?
  • Dico che è una grande idea!

Elisabetta sorrise,

  • andiamo!

Il ristorante cinese non distava molto da dove si trovavano i ragazzi e arrivarono dopo pochissimo. Stavano per entrare quando un ragazzo con i capelli biondi inciampò nel gradino del marciapiede andando a finire dritto su Laura.

L’individuo si alzò.

  • ehi, scusa, sono inciampato, va tutto bene?

E mentre gli diceva tutto questo, porse la mano a Laura, che afferrò prontamente.

Fu un attimo.

Laura incrociò gli occhi del ragazzo e sentì una terribile fitta allo stomaco. Diventò pallida e sentì la sua mano, ancora dentro a quella del ragazzo, diventare sempre più bagnata.

  • ma… ma…

il ragazzo sorrise

  • che c’è?

Elisabetta si mise a ridere e dopo poco anche Charles. Laura intanto stava cercando di capire se quella che stava vivendo era realtà o un bellissimo sogno.

Lì, davanti a lei, si trovava l’oggetto dei suoi desideri, il ragazzo che aveva incontrato in sogno infinite volte… non aveva ceduto ai maltrattamenti del padre solo ed esclusivamente per incontrarlo… per magari soltanto vederlo di sfuggita… e adesso lui era li davanti a lei, mano nella mano, e le stava chiedendo scusa.

  • ti sei mangiata la lingua? –scherzò il ragazzo

Laura si svegliò come per magia dalla trance in cui era caduta.

  • io… io… cioè… tu sei Lee!!
  • Lo so –rispose il ragazzo sorridendo- e ancora non so come farmi perdonare per averti fatto cadere…
  • Oh… oh… niente… cioè…

Elisabetta prese la parola.

  • ciao… senti, tu –disse riferendosi a Lee- sei "il desiderio segreto" della mia amica… scusala se è diventata una specie di ragazza di ghiaccio, ma è come se avesse visto Dio…

Laura sorrise.

  • me lo fai un autografo?
  • Certo! –rispose contento Lee- non sapevo che avessi ancora fan dopo quello che ho fatto ai Blue.
  • Forse non e avrai tante… ma io di sicuro ne compenso molte!
  • già, sia in bellezza che in simpatia…

Lee si mise a ridere vedendo la faccia della ragazza che diventava sempre più rossa, mentre firmava un fogliettino.

  • Senti, mi sembra che stavate andando al Chinese’s Food, no? Che ne dite se vi offro il pranzo?

Gli occhi i Laura si illuminarono

  • davvero??? Cioè… tu ce lo offriresti davvero???
  • Certo! Per farmi sdebitare…

Il sorriso della ragazza si fece ancora più raggiante.

  • io direi di sì… e voi ragazzi?

Chiese rivolta ad Elisabetta e Charles che avevano preferito non interferire nella discussione.

  • Io direi che va be…

Elisabetta tirò un calcio negli stinchi di Charles.

  • penso proprio che io Charles andremo a prendere un gelato, VERO CHARLES?

Il ragazzo annuì di mala voglia e Laura non poté non pensare che quelli fossero i migliori amici che si potessero trovare…

CONTINUA…

Allora, vi piace??? Devo dire ke… a me si ^^ (soprattutto xkè c’è lee) cmq, raga, siamo solo al prologo…

COMMENTATE!!!

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