Behind the story II- Crilin e C18

di laulaury
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I: Inconti speciali ***
Capitolo 2: *** Capitolo II: Una nuova casa ***
Capitolo 3: *** Capitolo III: La notte porta consiglio ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV: Buon San Valentino Crilin ***
Capitolo 5: *** Capitolo V: Che ti succede Crilin? ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI: Ancora dubbi ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII: E vissero felici e contenti ***



Capitolo 1
*** Capitolo I: Inconti speciali ***


Capitolo I

Da qualche settimana alla città dell'ovest era stata ristabilita la pace. Cell era ormai soltanto un brutto ricordo e tutti erano tornati a condurre una vita tranquilla. Il centro della città era piuttosto affollato nonostante il cielo minacciasse pioggia con grossi nuvoloni grigi. Tra le persone che passeggiavano spensierate ve n'era una che tanto sollevata non pareva. Crilin passeggiava tra le vie principali e intorno a sé non vedeva altro che coppiette e innamorati felici. Era contento, ovviamente, di esser sopravvissuto alla distruzione perpetuata da tutti i cyborg apparsi sulla Terra nell'ultimo periodo. Sarebbe stato meglio, però, passare quel tempo di pace in dolce compagnia. Anche le vetrine dei negozi sembravano prendersi gioco del povero ragazzo. Da lì a poco sarebbe stato San Valentino e in ogni dove erano appesi cuori e fiori per gli innamorati. Davanti ad una vetrina piena di scatole di cioccolatini Crilin osservava le persone felici all'interno che compravano doni dolciari destinati ai loro innamorati. Aveva visto riflessa la sua immagine: sola.

Il cielo aveva cominciato a tuonare improvvisamente e rumorosamente. Immediatamente dopo, dalle nubi aveva cominciato a scendere una pioggia pesante e tagliente. La strada pian piano si era svuotata, ma Crilin era ancora fermo davanti a quel negozio. Una goccia gigantesca di pioggia era caduta sulla sua fronte, così il ragazzo aveva distolto lo sguardo. Asciugandosi e stropicciandosi un occhio, la sua attenzione era stata attratta da una figura scura che stava in piedi appoggiata al muro del negozio, nascosta nel buio del vicoletto. Della sagoma misteriosa si potevano vedere chiaramente solo le gambe. A Crilin, però, era bastata anche quella piccola porzione di corpo per comprendere immediatamente chi fosse: gambe lunghe e slanciate coperte da jeans che le coprivano fino alle caviglie, calzini arancio e ballerine con laccetto nere. Altri non poteva essere che C18! Crilin ne era sicuro. Difatti le si era immediatamente avvicinato pronunciando il suo nome con grande gioia. Non era certo un segreto che Crilin avesse un debole per quella ragazza. La figura invece di rispondere e mostrarsi, si era ancora più addentrata nella penombra. "Ehy C18 sono Crilin. Ti ricordi di me? Che fine avevi fatto?" aveva incalzato il ragazzo avvicinandosi più decisamente alla giovane. Ormai rassegnata ad essere stata riconosciuta, la ragazza si era palesata alla luce:" Ciao Crilin.." diceva con voce bassa mentre portava un ciuffo di capelli biondissimi dietro l'orecchio destro. Vedendola, il giovane amico di Goku non aveva potuto fare a meno di sentirsi travolgere da forti emnozioni e calore interno: C18 era davvero bellissima! Crilin però aveva notato che la ragazza era già bagnata fradicia così aveva aperto l'ombrello e l'aveva invitata a condividerlo. Con un po' di esitazione la giovane cyborg si era, però, convinta ad accettare l'invito e i due avevano cominciato a camminare senza meta. "Ehm... Allora... Che mi racconti di bello?" aveva timidamente chiesto Crilin, nel tentativo di interrompere un silenzio veramente agghiacciante. "Che vuoi che ti dica? Sono senza amici, senza casa e non so dove sia andato a finire mio fratello. Contento?" aveva bruscamente replicato la biondina. Crilin aveva abbassato la testa rattristato. Si era sentito veramente in colpa. In effetti non era stata una domanda appropriata. “Beh ora non sei più senza amici! A me farebbe piacere che lo fossimo noi due" aveva balbettato Crilin cercando di consolarla. Forse riuscendoci poiché aveva strappato un piccolo, quasi impercettibile, sorrisino. Il giovane amico di Goku, dopo aver percorso qualche altro metro, aveva invitato la ragazza ad entrare in un caffè per riscaldarsi un po'. Forse lei era insensibile al freddo, ma lui un po' iniziava ad avvertirlo e così ne aveva approfittato anche per sembrare un gentlemen. Erano passati molti anni da quando C18 si era seduta ad un bar in compagnia di qualcuno. Tutti quegli anni tenuta sottochiave dal dottor Gelo. Per non parlare, poi, della sua trasformazione in una macchina senza pietà.

La tensione era un po' calata e la biondina si era persuasa ad abbassare la guardia ed essere più gentile. In fondo Crilin aveva fatto così tanto lei: aveva distrutto il dispositivo per la disattivazione, aveva cercato in tutti i modi di proteggerla da Cell e, alla fine, aveva anche espresso un desiderio al Drago Sharron in favore di lei e suo fratello C17 in modo che avessero potuto condurre una vita normale. Come poteva, però, essere normale la vita per lei. Dopo tutto quello che aveva fatto. Perché questo sciocco si era preso tanta cura di lei? Questi quesiti non erano nuovi alla sua mente; spesso erano talmente martellanti che le impedivano di poter pensare a qualsiasi altra cosa. Vedendo lo sguardo vuoto della ragazza, Crilin le aveva domandato se ancora brutti pensieri la turbassero. " Crilin tu sei molto buono, inspiegabilmente troppo buono. Ma una volta che ci saremo salutati io tornerò a vagare per strada. Sono condannata a vagabondare, sola, senza meta." aveva confessato la bionda. " Già hai ragione. Dobbiamo trovare una soluzione...... Ehy! Trovata!". A Crilin erano bastati pochi secondi di riflessione e un'ottima idea si era materializzata nei suoi pensieri. Come non averci pensato prima: era così ovvia! C18 aveva un'espressione alquanto perplessa nel vedere l'euforia del nuovo amico, ma il ragazzo non aveva voluto svelarle niente. Aveva pagato il conto e, frettolosamente, l'aveva riportata per le vie del centro. Fortunatamente aveva smesso di piovere e Crilin era rimasto estasiato nel vedere il riflesso di un pallido sole prendere vigore nel celeste acceso degli occhi di lei. " Ecco questo fa al caso nostro!" aveva comunicato il ragazzo mentre trascinava l'amica in un negozio. La faccenda si faceva sempre più sospetta: era un negozio di biancheria intima e costumi da bagno!
" Che razza di idee ti frullano per la testa?!?" esclamava la biondina mentre il suo amico, troppo determinato per provar imbarazzo per la merce esposta nel negozio, si era rivolto ad una commessa in cerca di un costume da donna. " Fidati C18, ho un'idea grandiosa!” aveva rassicurato Crilin. C18 aveva deciso di ascoltarlo senza fare domande. In fondo, almeno un po' di fiducia gliela doveva.

Nel momento in cui la bionda era sparita nel camerino, Crilin aveva messo a fuoco lo spazio intorno a lui. Non poteva far a meno che abbassare la testa un po' intimidito e imbarazzato, fisso a guardarsi piedi. " A-a-allora... Come ti stanno?" domandava Crilin ancora fermo impalato a guardarsi i piedi. " Io opterei per questo, ma odio che me lo debba pagare tu! Vuoi vedere come mi sta?". Alla domanda di C18 il giovane non aveva saputo fare altro che balbettare.
A rendere il momento ancora più delicato ci aveva pensato una vocina stridula che chiamava a gran voce Crilin. Alzando gli occhi il ragazzo aveva subito riconosciuto la figura che gli correva incontro salutandolo: era Marion, la sua ex ragazza. "Oh Crilin, che bello vederti! Che ci fai qui?” squittiva stampando un bacio sulla guancia dell'ex fidanzato.


[Angolo dell'autrice: Cari lettori, questa volta ho voluto provare a parlarvi di Crilin e C18. Questa coppia mi piace tantissimo e ho sempre provato molta simpatia per Crilin, e non solo perché da pelato pensavo fosse la sesta sfera del drago. Insomma, quest'accoppiata dimostra che sì, a noi donne piace il cattivo della situazione (vedi Vegeta), ma ci lasciamo conquistare anche dalla dolcezza. Spero che questo primo capitolo sia accattivante e che vi invogli a continuare la lettura. Se ve la sentite commentate pure. Ogni appunto è ben gradito. A presto!]

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Capitolo 2
*** Capitolo II: Una nuova casa ***


Capitolo II


La giovane dai capelli turchini continuava ad incalzare domande al povero Crilin il quale faticava a rispondere. Il nostro eroe non aveva problemi a buttarsi in battaglia contro qualsiasi cattivo, anche il più feroce, ma quando si trattava di donne egli perdeva ogni sua sicurezza e spesso non rispondeva che a monosillabi balbettati. "Beh se non stai facendo niente di importante puoi offrirmi una cena..." alludeva la ragazza prendendolo sotto braccio. In soccorso del nostro eroe C18 si era catapultata fuori dalla sua cabina di prova con ancora indosso il costume che le aveva consegnato la commessa: " Ehy mocciosetta, guarda che Crilin é  impegnato con me!". Marion, con espressione svanita, aveva ignorato la bionda, rivolgendosi a Crilin:" Ah scusa non sapevo che ti fossi fidanzato con una donna così più vecchia di te! Beh quando vuoi che ci vediamo basta che mi fai sapere". Mente povero Crilin scuoteva le mani e la testa tentando si spiegare la situazione, C18 aveva alzato il pugno verso Marion e con fare minaccioso ripeteva a denti stretti:" Vecchia a chi! Te la faccio pagare!". Per evitare guai Crilin aveva prontamente afferrato la giovane cyborg per trattenerla. Fortunatamente Marion aveva convenuto che fosse meglio cambiare aria ed era sparita senza nemmeno salutare. Passato il momento critico il ragazzo aveva mollato la presa sulla biondina la quale, come se niente fosse, gli aveva chiesto:" Questo può andare allora?". C18 aveva indossato un costume intero nero: era aperto sui fianchi in modo che solo una strisciolina di tessuto collegasse nella parte anteriore il reggiseno agli slip e aveva i laccetti che partivano dal centro del seno e si legavano dietro al collo. Crilin avrebbe voluto avere il coraggio di dirle ciò che pensava veramente: era stupenda. Il ragazzo era solo stato in grado di deglutire a fatica e fare un cenno con la testa. Usciti dal negozio il giovane aveva spiegato all'amica che si sarebbero allontanati dal centro città per non attirare troppo l'attenzione e, in seguito, avrebbe dovuto seguirlo in volo.

Nei primi attimi di volo Crilin aveva ripensato all'incontro avvenuto poco prima con Marion. Aveva sempre creduto che se l'avesse rivista il suo cuore avrebbe sussultato e che si sarebbe di nuovo sentito innamorato perso. Questo, però, non era successo. La presenza di C18 aveva cambiato tutto. Ora che si era concesso qualche attimo per riflettere si era accorto di come la ragazza era corsa in suo soccorso e di come non si fosse arrabbiata per essere stata scambiata per la sua fidanzata. A tal pensiero il viso di Crilin era avvampato. Il momento di riflessione era durato poco. La giovane bionda, infatti, non sopportava più di non conoscere i piani a proposito del suo destino. Crilin, rassicurante, aveva risposto:" Non preoccuparti. Tra poco saremo arrivati e ti spiegherò tutto.". Aveva un fare così calmo e dolce il ragazzo che C18 si sentiva sempre disarmata, serena, senza più rabbia e voglia di discutere. Era una bella sensazione.

D'improvviso all'orizzonte si cominciava ad intravedere un'isoletta sperduta nell'oceano. Sembrava avere sulla sua superficie solo una piccola casetta, forse di colore rosa. C18 era già stata in quel posto. La scritta "Kame House" sulla parete frontale, appena sotto  tetto, aveva dato certezza al vago ricordo della giovane. I due erano atterrati e dalla porta era uscito immediatamente il Genio delle Tartarughe:" Crilin che bella sorpresa! Ma... Ma.. Quella é C18!” escalamava terrorizzato “Crilin sei sicuro che sia innocua???". Il ragazzo aveva fatto risuonare una fragorosa risata per tutta l'isola:" Genio tranquillo. Ora é mia amica. A tal proposito, dovrei chiederti un favore: non é che daresti asilo a C18? Povera, non sa dove andare."
. Nell'udire la richiesta dell'ex discepolo il Genio aveva cominciato a scuotere la testa:" Crilin credo proprio che non sia possibile. Scusa, ma io non mi fido e non posso certo offrire vitto e alloggio a chiunque!". Crilin fingeva un'espressione delusa e, facendo l'occhiolino alla biondina, aveva aggiunto:" Ti capisco Genio. Ok, niente alloggio. Ci riposiamo solo un po', facciamo un bagnetto e poi ce ne andiamo.".
Nel frattempo la ragazza era entrata in casa e si era cambiata d'abito. Mentre Crilin si sbottonava la camicia in riva al mare, la ragazza lo stava raggiungendo indossando il costume comprato quel pomeriggio. Genio si era intanto steso su di una sdraio sfogliando una rivista di intimo femminile. Sentita la giovane uscire, l'anziano aveva abbassato la rivista e aveva scrutato ogni curva di lei estasiato. Il vecchio delle tartarughe non era l'unico che aveva l'impressione che il tempo si fosse fermato e si era sentito mancare il respiro. Il sole lucente dopo il temporale sfiorava delicato la candida pelle di lei; le illuminava il viso e le faceva brillare gli occhi. La biondina aveva ormai capito il piano dell'amico, così, lentamente e ondeggiando i fianchi si era sdraiata sulla riva in modo che l'acqua le accarezzasse appena le gambe ad ogni onda. Il Genio non era riuscito a contenersi e il suo naso aveva cominciato a gocciolare sangue dall' eccitazione. Per Crilin non era stato facile dissimulare i sentimenti che avrebbero voluto sgorgare da ogni suo poro come un fiume in piena di fronte a quella situazione. Tornato alla realtà e toltosi i pantaloni, il ragazzo si era chinato di fianco alla bionda e le aveva fatto l'occhiolino. "Ma cosa mi é saltato in mente?! Io che non aiuto una povera ragazza abbandonata. Cara C18 puoi rimanere qui finché vuoi. Fai come se fossi a casa tua!" diceva Genio avvicinandosi furtivo e alla giovane. L'anziano aveva poggiato le mani sulle spalle della biondina e pian piano le aveva fatte scivolare fino al seno. Prontamente C18 aveva sfoderato un pugno spaventoso dritto in faccia al povero vecchio. Crilin era sobbalzato preoccupato. Fortunatamente Genio sembrava aver sopportato abbastanza bene il pugno, se non per un piccolo stordimento. "Cara potresti anche essere un po' più gentile..." balbettava dolorante l'anziano.
Tutti i presenti erano, poi, scoppiati in una sonora risata: tutti, anche C18. Era così piacevole per Crilin vedere la ragazza finalmente sorridere, vederla così in sintonia, così rilassata.

Il sole calava e l'ora di cena era ormai arrivata. Crilin era stato invitato a rimanere per la notte e, se avesse voluto, anche a prendersi una vacanza sull'isola finché avesse avuto voglia. Il ragazzo aveva subito accettato. Una vacanza lo avrebbe distratto dai suoi pensieri e avrebbe fatto bene anche a C18 avere un amico che la preservasse dalle morbose attenzioni di Genio.


[Angolo dell'autrice: Pubblicato anche il secondo capitolo. Innanzitutto vorrei ringraziare di cuore quelli che hanno letto e commentato il primo capitolo conferendomi la voglia di continuare a scrivere di questa coppia un po' dimenticata. Spero vivamente che questo nuovo pezzo sia carino da leggere anche perché è solo l'inizio! Auspicando che abbiate voglia di continuare vi saluto cordialmente. A presto ;)]
P.S.: Essendo particolarmente affezionata alla versione televisiva di Dragon Ball mi è venuto spontaneo utilizzare nella storia i nomi tratti dalla serie animata . Pensate che sia meglio cambiarli (es. Genio delle Tartarughe in Maestro Muten e credo che anche il maialino Oscar abbia un altro nome nel manga) o non è un problema grave? Attendo indicazioni. A presto :)

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Capitolo 3
*** Capitolo III: La notte porta consiglio ***


Capitolo III


"C18 tu sai cucinare?" aveva chiesto Genio. La ragazza aveva abbassato la testa, il che valeva come un no. Allora Crilin era intervenuto:" Non preoccuparti: Oscar é bravissimo! Ci penserà lui a preparare da mangiare. Se lo desideri ti può insegnare! Nel frattempo, se vuoi sentirti utile, puoi fare la spesa. Voli così veloce che per te arrivare in città non é che un viaggetto.". C18 aveva tirato un’occhiataccia veloce ma penetrante al nuovo amico:” Non sono certo qui per fare la serva. Se lo credono, preferisco tornare per strada” pensava lei. Oscar era intervenuto prepotentemente affermando di non aver bisogno di alcun aiuto.

La cena era stata deliziosa. Genio, Tartaruga e Oscar stavano crollando dal sonno a causa della pancia piena e si erano, perciò, ritirati presto dal convivio. I due giovani si erano ritrovati nuovamente soli. Crilin tentava di interrompere l'imbarazzante silenzio:" Scusa C18 per l'espediente poco elegante, ma é il punto debole di Genio e sapevo sarebbe ceduto.". La ragazza aveva fatto spallucce ed era uscita di casa. Si era accovacciata in riva al mare respirando profondamente aria di libertà, di vita vera. Teneva alto lo sguardo verso la luna e si disperdeva nei suoi pensieri. Crilin l'aveva seguita silenziosamente e le si era seduto di fianco. Il ragazzo aveva notato una lacrima correre per la guancia della biondina. Intenerito, le aveva porto un fazzolettino. Lei aveva rifiutato l'invito dando uno schiaffetto alla mano di lui che aveva fatto cadere il fazzoletto. Entrambi avevano osservato l'oggetto scaraventato a terra. Crilin era buono e comprensivo, non si sarebbe mai arrabbiato per così poco: comprendeva i turbamenti della giovane cyborg. Lei, invece, odiava oscillare tra momenti di gioia e momenti di spiacevolezza, ma non poteva farne a meno. Era difficile cancellare la sua natura spietata.

C18 si era alzata e si era diretta nella camera da letto che Genio le aveva fatto preparare. Crilin, avvilito, aveva preferito rimanere sulle sponde dell'isola; non aveva sonno e la brezza delicata che si era levata gli dava un intenso senso di leggerezza. C18 si era stesa un po' a letto cercando di prender sonno: impresa non riuscita a pieno. Aveva solo sonnecchiato per poche ore per poi girarsi e rigirarsi nelle lenzuola senza successo. Si era, allora, alzata e  affacciata alla grande finestra della camera che apriva sulla notte serena e l'oceano blu.

La luna era alta e splendente, quasi illuminava le rive a giorno. Le onde si infrangevano ritmicamente e violente contro la sabbia. Un rumore in mezzo all'acqua rompeva la musica creata dalla natura. C18 cercava con lo sguardo il disturbatore di quell'armonia. Nel blu profondo spuntava la testa pelata di Crilin: come rifletteva la luce della luna! La ragazza sosteneva il capo con la mano e poggiava il gomito sul davanzale mentre lo osservava. Nemmeno lei avrebbe saputo spiegare perché era rimasta ad osservarlo. Lo guardava senza pensare a niente, aveva la mente completamente sgombra come se galleggiasse. Il ragazzo non aveva trovato sonno nella notte perciò si era concesso una nuotata rinfrescante all'ombra della luna. Respirava l'aria salina a pieni polmoni e dava bracciate ampie e lente. Lentamente si avvicinava sempre più a riva e l'acqua a poco a poco lasciava scoperto il corpo del ragazzo. Era bassetto e non era di certo un Sayan, ma in quanto a corporatura aveva poco da invidiare ai suoi compagni d'avventura. Più il ragazzo si avvicinava e più C18 poteva scorgere il suo fisico. Non era poi così male restare a guardare le sue spalle possenti far capolino dalle acque; i pettorali accarezzarti dalle goccioline e gli addominali scolpiti.

Quando il ragazzo era ormai arrivato a riva, C18 era balzata dritta con la schiena e aveva distolto lo sguardo un tantino imbarazzata. Essendo tarda notte e ignaro di essere osservato, Crilin non si era preoccupato di procurarsi un costume. Era, quindi, completamente nudo. I riflessi, seppur ottimi, di C18 non le avevano impedito di esaminare la nudità di lui illuminata dai raggi biancastri della testimone celeste della scena. Seppur impassibile, si poteva scorgere un accenno di malizia negli occhi di lei. Così, persa in chissà quali pensieri, si era distesa nuovamente nel letto; stavolta dormendo e sognando.
Il giorno successivo l'ultimo a raggingere i compagni per la colazione era Crilin. Tornato tardi dalla nuotatina rigenerante si era poi addormentato sul divano. Al tavolo era rimasto Genio che beveva del thè e guardava un programma di aerobica femminile alla televisione. Il telefono aveva cominciato a squillare e l'anziano aveva dovuto interrompere la visione del suo programma preferito. "Ciao Bulma, che bella sorpresa! Una festa? Perché no? Crilin é qui con me, glielo chiederò io. Va bene, a stasera!" aveva risposto Genio. Riattaccato il telefono, l'anziano aveva esteso l'invito al suo ex allievo. Per non creare problemi Crilin pensava non fosse una buona idea portare a casa di Bulma anche C18 e non voleva nemmeno lasciarla a casa da sola. Aveva, così, deciso che non si sarebbe recato dall'amica per festeggiare.

Verso sera Bulma era atterrata sull'isola per prelevare Genio, Oscar e Tartaruga. La ragazza aveva cercato di convincere Crilin ad unirsi alla festa o, per lo meno, pretendeva una spiegazione eloquente del suo rifiuto. Mentre il povero ragazzo si grattava la testa e ridendo nervosamente cercava le parole migliori per spiegare le sue motivazioni, dalla porta di casa era spuntata C18 la quale si era appoggiata all'uscio in ascolto. Bulma sorrideva ammiccante asserendo:" Ora ho capito Crilin. É tutto ok, sarà per la prossima! Magari la vigilia di S. Valentino ti porterà fortuna" ed era partita facendo l'occhiolino all'amico.
"Crilin, penso che sia ora di preparare la cena." affermava la giovane bionda ancora poggiata sullo stipite della porta. Il ragazzo, entrando, affermava:" Tranquilla, penso io a tutto. Vai pure a prepararti. Ti chiamo quando è pronto.".



[Angolo dell'autrice: Eccomi tornata ed ecco un nuovo capitolo! Vorrei tanto sapere cosa ne pensate. Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno letto e commentato la storia, non lo ripetero mai abbastanza: grazie, grazie, grazie! In quanto ai commenti scusate se non ho risposto a a tutti ma non l'ho fatto di proposito e vedrò di rimediare ;). Ho accolto di buon grado il commento sul personaggio un po' troppo sorridente e benevolo di C18 che non convinceva nemmeno me. Spero di averla resa un po' più in linea con il personaggio della saga! A presto :)]

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Capitolo 4
*** Capitolo IV: Buon San Valentino Crilin ***


Capitolo IV: Buon San Valentino Crilin

"C'é prontooo!" aveva gridato Crilin. La ragazza aveva sceso lentamente le scale chidendosi, un tantino seccata, che diavolo stesse succedendo. In cucina la luce era soffusa. Il tavolo pieno di leccornie e una candelina nel mezzo della tavola creava un'atmosfera calda e accogliente. C18 si era seduta in silenzio, senza proferire alcuna parola durante tutto il pasto. La ragazza lanciava, però, occhiate lunge e penetranti al compagno di convivio. Lui riusciva a malapena a sostenere quello sguardo perciò, per la maggior parte del tempo, aveva mangiato con la testa china.

Finito il pasto il ragazzo aveva rotto il silenzio:" Allora, ti é piaciuta la cena?". La ragazza, sprezzante, aveva detto di tutta risposta:" Non capisco perché tu ti sia dato tanto da fare. Non avresti dovuto.". Crilin sperava davvero di fare colpo su C18. Dal giorno in cui lei gli si era avvicinata e gli aveva schioccato un bacio sulla guancia, lui non  era stato in grado di togliersela dalla mente.  Crilin si era più che mai convinto di aver visto attraverso gli occhi di lei un'anima una volta dolce e gentile e voleva a tutti i costi far riaffiorare quel lato delicato della giovane. Non era più tempo di lasciare che certe domande rimbombassero nella testa: era giunto il giorno di aprir bocca. "C18 avrei una cosa da chiederti: perché  quel giorno mi hai risparmiato? E poi... Beh ecco... Perché mi hai baciato?" aveva timorosamente chiesto il giovane. La ragazza, spazientita dalle domande si era alzata dalla tavola spostando rumorosamente la sedia:" Perché ci pensi ancora?  Lascia perdere!" ed era salita in camera sbattendo i piedi.
Perché quello sciocco si era fissato su quell'episodio? C18 lo detestava; eppure anche lo apprezzava. Dal momento in cui l'aveva incontrato lui si era dato tanta pena per lei; l’aveva fatta sentire in qualche modo protetta. La parte di circuiti, la stessa più spietata, non poteva però lasciare che C18 si crogiolasse in tali pensieri.

Per alleviare le sue sofferenze Crilin credeva che una nuotata rinfrescante gli sarebbe stata d'aiuto.Oramai si era abituato ad essere tenuto sveglio dai mille turbamenti, tanto valeva aprofittare del calmo e fresco oceano. Il ragazzo stava immerso nei suoi dubbi tenendosi a galla nell'acqua profonda fino all'altezza della bocca.  Doveva essere già passata la mezzanotte:" Tanti auguri di buon San Valentino Crilin!" gli sussurrava sarcasticamente una voce nella testa.
D'un tratto una figura sinuosa si muoveva dalla porta dell'ingresso fino a riva. Era C18 con indosso solo una t-shirt che le arrivava appena sopra le natiche, lasciando intravedere la biancheria. " E ora cosa vuole?" aveva mormorato Crilin tra sé e sé. Velocemente, con grande stupore e sorpresa del ragazzo, la biondina si era sfilata la maglietta restando solo con le mutandine. Presto anche quelle avevano fatto compagnia alla maglietta sulla sponda del mare. C18 entrava in acqua lasciandosi carezzare sensualmente dalle onde. Crilin era incredulo e, ricordatosi di essere anche lui completamente nudo, aveva cercato di allontanarsi respingendola. Non ci era riuscito. Raggiunto, C18 gli aveva afferrato saldamente il volto e l'aveva baciato.

Che fare? Ricambiare il bacio con la possibilità che di lì a poco lei sarebbe stata in grado di ritrattare tutto o respingerla per proteggersi. La coscienza di Crilin era stata chiara: valeva la pena rischiare di dannarsi di pene amorose un'intera vita anche solo per una notte passata con lei. Così il giovane aveva ricambiato con un bacio ancor più appassionato. Aveva afferrato le gambe della ragazza e sollevandola l'aveva portata ed adagiata sulla riva. Ora lei si trovava stesa a fissare gli occhi di lui che le stava sopra a cavalcioni. Si erano guardati per molti, interminabili secondi per poi ritornare bocca contro bocca. Un rumore in lontananza li aveva, però, distolti. Pareva un rumore di elicottero. Poteva essere Bulma che riportava a casa Genio e compagni dopo la festa. I due si erano scambiati una fulminea occhiata telepatica: era meglio non farsi trovare in quelle condizioni. Fortunatamente Bulma era atterrata sul lato opposto dell'isola permettendo,così , ai ragazzi di rendersi minimamente presentabili e di entrare in casa. C18 era stata svelta ed era riuscita a raggiungere il primo piano.
Quando Genio era entrato aveva trovato Crilin in boxer, con i vestiti tenuti in mano, completamente coperto di sabbia e ancora un po' bagnato che camminava in punta di piedi. " Crilin che bella festa ti sei perso! Ma cosa ci fai lì così? Come é andata la serata? Dov'é C18?" il vecchietto aveva tempestato di domande il povero ex allievo che tentava di divincolarsi da quella situazione:" Ehm... Bene bene. Credo che sia a letto. Anzi ci stavo andando anche io che sono un po' stanco. Ciao!" ed era filato su per le scale. Arrivato al piano superiore  aveva potuto tirare un sospiro di sollievo.
Si sentiva lo scrosciare della doccia. Probabilmente C18 si stava preparando per andare a dormire. Una doccetta avrebbe fatto bene anche a Crilin, ma giusto in quel momento il rubinetto era stato chiuso.

[Angolo dell'autrice: Cari lettori spero che questo capitolo vi sia piaciuto nonostante non sia molto lungo. Ora cosa succederà? Crilin tornerà nella sua camera e dormirà sopra a quanto è successo preferendo affrontarlo il giorno dopo o il coraggio che c'è in lui farà capolino e raggiungerà C18 per terminare quello che avevano iniziato? Spero vivamente che possiate essere invogliati a proseguire il racconto! Ora, prima di chiudere, ci tengo a ringraziare tutte le anime buone che seguono la storia o che la commentano: ogni vostra parola mi riempie di gioia!! A presto :) ]

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Capitolo 5
*** Capitolo V: Che ti succede Crilin? ***


Capitolo V: Che ti succede Crilin?


C18 era già entrata nella sua stanza. Un asciugamano la cingeva partendo da appena sotto le clavicole fino a coprire una piccola porzione di cosce; i capelli erano sciolti ma ancora umidi e di tanto in tanto una goccia d'acqua cadeva dalle punte. Sentiva il peso di uno sguardo sulle sue spalle. Girandosi la ragazza aveva seguito l'ombra che si estendeva fino ai suoi piedi. Alla fine ci aveva trovato Crilin. Era in piedi sull'uscio della porta. La biondina avrebbe voluto chiedergli:" Che stai cercando qui?" ma non aveva fatto in tempo. Il giovane le era corso incontro e l'aveva ammutolita con un bacio. Era chiaro che ciò che stava cercando era proprio lei. Delicatamente le aveva sfilato l'asciugamano e, poggiandole la mano sul petto, l'aveva fatta chinare supina sul letto. La pelle di lei era così fresca e profumava di frutti di bosco. Crilin la baciava avidamente sulla pancia. Il piacere di lei era salito vertiginosamente quando il ragazzo aveva cominciato a baciarle i seni morbidi ed accarezzarla con la punta delle dita tra le cosce. Salitole a cavalcioni per  incontrare le sue labbra, la ragazza gli aveva abbassato i boxer, senza levarli, ma abbastanza da lasciare scoperto il membro eccitato. Lui le schiudeva le gambe delicatamente e si era infilato tra le sue grazie. I due si muovevano sinuosamente come fossero un corpo solo. Finito l'amplesso erano rimasti abbracciati. Crilin stringeva poderosamente la carne di lei tra le dita come volesse assicurarsi che non fosse un sogno, che lei fosse veramente lì in carne ed ossa... e circuiti. Lei teneva la testa appoggiata al petto di lui e, tra le sue carezze, si era addormentata.


Il sole era alto nel cielo ed entrava prepotente dalla finestra portando con sé anche un calore ustionante. Aveva colpito in pieno le palpebre della giovane biondina che dormiva. C18 aveva portato le mani agli occhi per coprirseli. Ormai era sveglia, tanto valeva alzarsi. Con la vista ancora appannata si era chiesta che ore fossero. Tutto sommato non appena la vista si era fatta più chiara a quella domanda se n'era sostituita una più importante: dov'era Crilin? La ragazza si era infilata la biancheria ed una maglietta oversize che le lasciava scoperta una spalla e le gambe. Al tavolo della cucina Genio, Oscar e Tartaruga avevano appena finito di pranzare. " Ah buongiorno cara! Vuoi qualcosa da mangiare?" l'aveva salutata l'anziano maestro. C18 aveva completamente ignorato la domanda e si era seduta sul divano con aria seria e le braccia conserte. Come se le avesse letto nella mente la sua preoccupazione Genio l'aveva informata:" Se cerchi Crilin se n'è andato via stamattina presto. Non sappiamo altro se non che ha preso con sé tutta la sua roba.". La ragazza si era alzata di scatto:" Credi che me ne importi qualcosa?" aveva ribattuto e visibilmente seccata era tornata al primo piano. Una volta salite le scale i suoi occhi erano caduti proprio sulla porta della stanza di Crilin che era aperta. Entrando, la giovane aveva potuto constatare con i suoi occhi che Genio non mentiva: la stanza era completamente sgombra. Una furia incontenibile le stava nascendo dal profondo e cresceva sempre più. La ragazza aveva sfoderato un'aura potentissima che aveva creato un violento terremoto sull'isola. Si era trattenuta dal distruggere tutto solo perché quella era l'unica casa in cui poteva sperare di vivere. Perché aveva creduto alla falsa cordialità di quel ragazzo. Come aveva potuto mostrarsi debole. Avrebbe dovuto eliminare quel moscerino subito, la prima volta che lo aveva incontrato.

La biondina era scesa in spiaggia. Si era seduta a terra con le gambe raccolte tra le braccia e il mento appoggiato alle ginocchia. Di tanto in tanto affondava una mano nella sabbia; ne prendeva una manciata e, facendola scivolare tra le dita, la lasciava ricadere al suolo. Era un'attività che la placava un poco. Era rimasta in quella posizione per tutto il pomeriggio. Ormai il sole stava tramontando. Genio le si era avvicinato e le aveva chiesto se avesse voglia di aiutare Oscar con la preparazione della cena. La ragazza aveva continuato a tormentare la sabbia senza dar risposta all'anziano. "C18 vedrai che Crilin torna. Magari é andato a prenderti un regalo di San Valentino! Se non fosse così posso sempre consolarti io!" Genio aveva pronunciato queste parole avvicinandosi alla ragazza che per tutta risposta gli aveva sferrato un pugno fortissimo sulla testa tanto da farlo cadere sul mento. " Almeno l'ha fatta muovere." aveva scherzato Oscar mentre osservava la scena.
Tenedosi dritta sulle gambe la ragazza si era fatta tenebrosa in volto. Non poteva starsene lì ferma a disperarsi. Doveva trovare il piccoletto e vendicarsi.

Ed ecco che, senza avvertire nessuno circa la sua destinazione, C18 prendeva il volo a gran velocità. La biondina aveva pensato di dirigersi verso la città dell’Ovest con la speranza di trovare Crilin a passeggio tra le vie principali. Avendo scrutato ogni vicolo e ogni angolo invano. D'un tratto si era ricordata di un particolare molto importante. Aveva, così,  optato per un altro piano. C18 non sapeva dove abitasse Crilin, ma conosceva la casa del suo migliore amico: Goku.
La ragazza volava a velocità impressionante con il fuoco negli occhi. Arrivata alla casetta della famiglia di Goku non aveva trovato il padrone di casa, poiché era ancora nell’aldilà. Vi erano, però, l’indisponente moglie e il figlio Gohan. “Non preoccupatevi, non vi farò del male se mi direte dove posso trovare Crilin!” chiedeva la giovane cyborg. Notando l’espressione seria di lei Gohan aveva replicato:” Non te lo dirò se prima non mi spieghi perché lo stai cercando.”.
“Devo dargli una lezione. Dai, dimmi dove abita! Non ho tempo da perdere!” aveva ribattuto minacciosa la ragazza.

In quel momento un punto luminoso si stava avvicinando ad alta velocità. Avvicinatosi era stato facile riconoscere la sagoma di Crilin. Insoddava dei pantaloni bianchi e una camicia rossa che svolazzava al vento. Era atterrato di fretta e furia. Il ragazzo si stava avvicinando a C18, ma non aveva fatto in tempo a proferir parola che lei gli era corsa incontro aggressiva urlando:” Hai fatto male a venire qui!”.
Stava per colpirlo con tutta la sua forza quando Gohan era intervenuto a favore dell’amico. “Gohan no!” aveva urlato Crilin ma non era servito.
Il calcio del ragazzino era stato talmente potente che aveva scaraventato la biondina lontano facendola sbattere contro di una roccia. Mentre la vista di lei si annebbiava, i suoni si facevano sempre più lontani e ovattati e tutto diventava nero, C18 vedeva Crilin soccorrerla e sollevarla sulle braccia. E poi il buio.


[Angolo dell'autrice: Lo so, lo so, anche questo capitolo è un po' breve. Almeno spero che sia apprezzato il fatto di avervi fatto attendere poco per il seguito XD. A parte gli scherzi, mi auguro che la storia vi intrighi e vi piaccia tanto da voler proseguire nella lettura. Ringrazio nuovamente le buone anime che commentano sempre, i lettori che hanno inserito questa storia tra le preferite/seguite e un grazie anche ai lettori di nicchia che preferiscono rimanere nell'ombra. Sono sempre molto ripetitiva nei commenti finali, giuro che nei prossimi inserirò qualcosa di più originale. A presto ;-) ]

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Capitolo 6
*** Capitolo VI: Ancora dubbi ***


Capitolo VI: Ancora dubbi

Che male alla testa sentiva la giovane cyborg. Ricordandosi improvvisamente i fatti appena accaduti, come se un flash incandescente le avesse attraversato la mente, C18 aveva aperto gli occhi di scatto. Guardava attorno a sé ma non riconosceva nulla di famigliare.
“Oh ti sei svegliata!” esclamava una voce maschile. Al fianco della ragazza adagiata sul letto, c’era Crilin che vegliava. “Sei tu! Te la farò pagare!” urlava la gioane cyborg lanciandosi giù dal letto. Non essendosi ancora ripresa a pieno dalla botta ricevuta la ragazza aveva perso l’equilibrio e aveva rischiato di cadere. Crilin le era corso vicino sussurrando:” Perché sei tanto arrabbiata? Dai fatti aiutare.”. C18 si era sganciata dalla presa del ragazzo e spazientita aveva pronunciato:” Perché? Mi chiedi anche perché? Hai una bella faccia tosta! Sono stufa, non ho bisogno del tuo aiuto, me ne vado per sempre! Non mi vedrai...” finché, tentando di dirigersi verso l’uscita, era passata attraverso la cucina di quella piccola casa.

C’era pieno di candele, un tavolo apparecchiato per due e un mazzo di fiori su di una sedia. “Per la dolce C18” si leggeva dal biglietto posto sopra a quel bellissimo bouquet. Confusa, la giovane aveva rivolto lo sguardo verso il compagno. Lui, con voce tremolante, spiegava:” Ti volevo preparare una sorpresa. Scusa se non ti ho detto niente ma pensavo che ci avrei impiegato poco tempo a preparare, ed invece... È per questo che eri così arrabbiata?”. In quel preciso momento le era sembrato che il cuore si fosse fermato per qualche secondo. Una fitta al petto emanava un calore ustionante quasi da farle provare dolore fisico. Se non l’avessero fermata sarebbe stata anche in grado di uccidere Crilin. Il povero Crilin che per lei farebbe qualsiasi cosa. Ora non sapeva che fare; che dire. Era ancora furiosa. In realtà cominciava a sospettare che la rabbia non era veramente rivolta al ragazzo che si era rivelato sincero, ma a lei stessa. Non poteva permettersi di cadere in sentimentalismi. Non era ammissibile provare pietà per umano alcuno. Tanto meno affetto! Anche se quel calore che sentiva ancora nelle viscere significava certo qualcosa. Forse rimorso per la sua ira sfrenata.
 
C18 sbraitava:” Sei uno sciocco!” dritto in faccia al ragazzo. Nonostante questo gesto aggressivo, Crilin aveva intuito di averla placata un poco. Non era il caso di dare peso a quelle parole. Indicando il tavolo aveva completamente cambiato il tono al discorso:” So che l’ora della cena è ormai passata, ma perché sprecare tutto questo. Mangiamo, ti va?”. La ragazza non sembrava convinta ma era tutto il giorno che non toccava cibo. Avrebbe potuto assaggiare giusto qualcosina per placare i morsi della fame.
Si preannunciava una cena silenziosa. E così era stata. C18 si era messa a sedere scaraventando il mazzo di fiori a lei dedicato sul sofà non molto distante senza curarsi che fosse appoggiato per bene o che non si fosse disfatto durante il lancio. Nonostante stesse per cenare con la ragazza che adora, Crilin non era certo al settimo cielo. Lei era così dura e a tratti crudele con lui. Per nulla al mondo, però, avrebbe mollato; sapeva che era una strada in salita, ma il traguardo valeva la fatica.

Alla fine della cena i due non si erano ancora scambiati parola finché Crilin non le aveva offerto ospitalità:” Ascolta C18, io non ti obbligo a rimanere, ma avrai notato anche tu che non hai recuperato a pieno le tue forze. Puoi restare qui stanotte a riposare, se ti va. Quando ti sarai rimessa sei libera di fare ciò che preferisci. Ti lascio il mio letto per stanotte.”.
La biondina sapeva che Crilin aveva ragione. Non era ancora in grado di reggersi saldamente sulle gambe né tanto meno di volare. Restare almeno una notte era la soluzione più semplice. “Preferisco rimanere sul divano se non ti spiace.” aveva risposto C18 con parole che sembravano vuote di emozioni. Non vi era rabbia, ma nemmeno cortesia o tenerezza. Erano piatte. Crilin, ormai del tutto convinto che non avrebbe mai sormontato quell’ardua salita, aveva fatto cenno di sì con la testa e si era ritirato in camera. La ragazza si era alzata dalla sedia e aveva spento le luci rimanendo avvolta dal bagliore fioco di qualche piccola candela accesa qua e là. Alla fine si era seduta sul divano: immobile e silenziosa.

Nella camera da letto, intanto, Crilin non era riuscito a prender sonno. Restava fermo ad osservare il soffitto pensieroso. Si chiedeva da quanto tempo era in quella posizione e cosa stesse facendo nel frattempo C18. Non riusciva più a stare sdraiato a fissare il vuoto. Le gambe fremevano. Aveva deciso, allora, di alzarsi per bere un bicchiere d’acqua. In tal modo avrebbe dato anche un’occhiata alla ragazza. Dalla porta da cui Crilin si affacciava era visibile la zona soggiorno, nonostante il divano fosse collocato in modo da dare le spalle alla stanza da letto. Questo non impediva al ragazzo di scorgere i biondi capelli della cyborg. Aveva in capo appoggiato al bracciolo del divano. Probabilmente era sopita. Il giovane, silenziosissimo nei movimenti, le si era avvicinato. C18 dormiva beatamente. Dopo aver soffermato a lungo lo sguardo sul delicato viso di lei, Crilin aveva notato un particolare che gli aveva riscaldato il cuore. La ragazza stringeva tra le braccia il mazzo di fiori che Crilin le aveva regalato. Intenerito dalla scena, aveva preso una coperta per tenere al caldo l’amica.

Appena finito di rimboccargliela Crilin aveva alzato lo sguardo e aveva trovato i due occhi vitrei che lo fissavano. La cosa lo aveva inquietato e l’aveva fatto sobbalzare all’indietro un poco. Senza aver tempo di riprendersi dallo spavento, C18 aveva alzato il busto abbastanza da raggiungere il ragazzo. Era rimasta a fissarlo dritto negli occhi a meno di un palmo dal naso. Impprovvisamente, poi, lo aveva baciato. Il povero amico di Goku era più confuso che mai. Aveva, però, deciso di non farsi inibire  dalla sua coscienza e cedere.
Quella notte la passione si era accesa proprio su quel divano. I baci pieni di passione; i movimenti naturali, come se fossero guidati dall’istinto e non dalla mente. I due corpi nudi erano accarezzati dalla luce delle candele che davano al momento un effetto sfocato, quasi fosse un sogno. Crilin aveva continuato a muoversi poderosamente sopra di lei finché il piacere di entrambi non era esploso irruento. Lui ora stava accasciato sopra di lei privo di forze. C18 lo stringeva forte tra le braccia: questa volta non l’avrebbe lasciato scappare. Così si erano addormentati.
 
Giunto il giorno, il primo ad aprire gli occhi era stato Crilin. Dopo i primi minuti di stordimento aveva cercato freneticamente con lo sguardo l’orologio: com’era tardi! Aveva un sacco di cose da fare. C18 domiva ancora ma il ragazzo aveva ben pensato che questa volta sarebbe stato meglio svegliarla per avvertirla della sua uscita. Aveva sussurrato dolcemente il nome di lei e le aveva dato un bacio sulla guancia. Pian piano due occhi celesti si erano schiusi di fronte al ragazzo. “Scusa se ti ho svegliata. Volevo solo avvertirti che devo uscire. Devo fare un sacco di commissioni e devo dare lezioni di arti marziali tutto il pomeriggio. Mi dispiace lasciarti sola. Vuoi che ti accomapgni da Genio?” aveva chiesto preoccupato il giovane. La biondina aveva risposto solo squotendo la testa in segno di no. “Puoi restare qui senza problemi. Fai come se fossi a casa tua. Puoi fare anche due passi tra il verde qui vicino a casa o, se preferisci, il centro città non è lontano. Te la ricordi la strada?” e la ragazza aveva fatto segno di sì col capo. Crilin si era alzato dal divano, aveva fatto la doccia e si stava vestendo. Nel mentre C18 si era portata dinanzi al frigorifero e stava valutando cosa mangiare per colazione. “Beh allora io vado. Ci vediamo stasera.” affermava con voce tremolante il giovane. La ragazza si era scostata dal congelatore e i due si erano guardati in silenzio per qualche lunghissimo secondo. Dopo un po’ di indecisione, Crilin si era avvicinato a C18 e le aveva dato un bacio sulla guancia ed era, poi, uscito di fretta e furia.
 
C18 era rimasta sola in quella casa sconosciuta. Senza troppe preoccupazioni aveva fatto colazione e poi si era messa a gironzolare per la dimora. Magari avrebbe trovato qualcosa che le avrebbe permesso di conoscere meglio Crilin. La casa era piuttosto spoglia e sembrava anche poco sfruttata. Doveva passarci veramente poco tempo all’interno. Scrutando le mensole del salotto aveva trovato un album di fotografie. Alcune ritraevano Crilin e Goku da piccoli insieme al Genio delle Tartarughe. Crilin era così tenerello e buffo da piccolo. Le altre foto scandivano altri momenti impotanti della vita del ragazzo. Nelle foto aveva riconosciuto alcuni dei guerrieri con la quale si era scontrata. Nessun’altra persona però appariva: un fratello, un genitore. C18 aveva compreso che anche Crilin doveva essere un’anima piuttosto sola, proprio come lei. “Allora” si chiedeva “Come fa a vivere così serenamente?”. La ragazza ancora non poteva comprendere il forte legame che Crilin aveva con i suoi amici: per lui quella era la sua famiglia.
Chiuso l’album gli occhi della ragazza erano caduti sulla porta della camera da letto e immaediatamente un’immagine era riaffiorata nei suoi ricordi. L’immagine di quella camera completamente vuota della Kame House in cui doveva stare Crilin. La ragazza aveva cominciato a dubitare nuovamente della sincerità del giovane. Se le stava solamente preparando una cena romantica a sorpresa, che bisogno c’era di portare via tutti i suoi vestiti. I pensieri si facevano più martellanti. In fondo lei non sapeva per quanto tempo era rimasta svenuta a causa del calcio di Gohan; Crilin avrebbe potuto creare quella messa in scena per non finire ammazzato.
 
Era sera e la porta d’ingresso si era aperta. A tenere la maniglia era Crilin che faceva il suo ingresso in casa. Non c’era bisogno di annunciare il suo arrivo poiché la giovane cyborg stava seduta su di una sedia del tavolo da pranzo fissando la porta. “Ciao C18, che fai lì?” aveva chiesto innocentemente il giovane ragazzo. Lei si era alzata in piedi e avvicinata con fare serio e minaccioso. Crilin pensava preoccupato e intimidito:” Cosa ho fatto questa volta?”.
“Dimmi Crilin” aveva incominciato la ragazza “C’è una cosa che non mi torna: perchè hai lasciato la tua stanza della Kame House completamente vuota? Mi hai detto che eri venuto a prepararmi una sorpresa ma sembra piuttosto che cercassi di scappare. Mi dici che succede?”.
Il giovane si era trovato disarmato da quella domanda. Sapeva che sarebbe saltata fuori prima o poi, ma non era così che l’aveva programmato. Niente era andato secondo i piani. Con voce tremula cercando di dissimulare il ragazzo cercava di rispondere:” Ecco... Vedi... Ho portato i vestiti via con me per lavarli.”.
La risposta era risultata poco credibile. C18 lo fissava con occhi di ghiaccio e con voce ferma ed impositiva affermava:” Dimmi la verità Crilin!”.


[Angolo dell'autrice: Cari lettori perdonatemi per il ritardo ma sono stati giorni lunghi e pieni. Tornando alla storia: cosa nasconde il nostro amico Crilin? Quante insidie deve ancora affrontare questa coppia? Mi auguro che anche questo capitolo sia stato di vosto gradimento e che questi ultimi interrogativi vi spingano a continuare a seguire la storia. A presto ;) ]

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Capitolo 7
*** Capitolo VII: E vissero felici e contenti ***


Capitolo VII: E vissero felici e contenti


“Ecco io...” Crilin aveva cominciato a confessare:” Io avrei voluto chiederti di venire a vivere con me!” gridava il giovane ragazzo tenendo chiusi gli occhi. C18 era incredula.
Crilin aveva riaperto le palpebre e aveva cominciato a passeggiare nervosamente davanti alla ragazza gesticolando eccessivamente per l’agitazione:” Avrebbe dovuto esser tutto così romantico: la cena, i fiori... Infine ti avrei invitato a vivere con me. Invece è andato tutto storto!”.
“Ebbene, supponiamo che ti creda, perchè hai portato con te tutta la tua roba?”.
“Se tu avessi detto di no, questo sarebbe stato il segno che avrei dovuto lasciarti andare, che tra noi non avrebbe mai potuto nascere nulla. Inoltre sarebbe stato troppo doloroso continuare ad incrociarti per l’isola del Genio. “.
Le parole del ragazzo avevano lasciato C18 disarmata e ammutolita. Che dire: la biondina non sapeva se per lui provava dei sentimenti. Sentimenti? Come poteva lei conoscere cosa fossero in realtà. Crilin era in piedi di fronte a lei e la guardava con occhi sinceri di chi ha appena aperto il suo cuore e si aspettava una risposta. C18, però, aveva solamente aggiunto: “Su avanti, siediti che ceniamo.”.Crilin, sconsolato, aveva ubbidito.
I due mangiavano taciturni. Finito il pasto C18 si era alzata per poggiare i piatti sporchi nel lavandino mentre il ragazzo si era portato al lavello pronto per aiutarla. Mentre i due lavavano e asciugavano i piatti coordinati come una perfetta catena di montaggio, la giovane cyborg aveva finalmente proferito parola: “ Sai, forse qui ci rimango.”.
Con questa semplice frase Crilin aveva ritrovato il sorriso e persino i suoi occhi sprizzavano gioia.
 
Nei giorni successivi i due giovani ragazzi sperimentavano la novità della convivenza. Con sorpresa di entrambi la vita procedeva serena. Crilin era sempre premuroso e dolce con lei e C18, a modo suo, mostrava affetto: non aveva più avuto attacchi di ira nei confronti del ragazzo e sembrava più tranquilla.
 

Da alcuni giorni C18 non era in forma. Spesso stava male, si sentiva stanca ed era facilmente irritabile. Come era possibile che un androide programmato per distruggere ogni essere che capitava sul suo cammino, avesse potuto ammalarsi di qualche patetico virus.
Tra tutto quel malessere, una mattina in cui C18 si sentiva meglio, Bulma aveva chiamato l’amico Crilin per invitarlo ad una rimpatriata alla Capsule Corporation e il ragazzo aveva pensato che fosse ora di dichiarare la sua situazione sentimentale agli amici, così aveva accettato l’invito.

La giovane coppia era arrivata puntuale per pranzo alla dimora di Bulma. La padrona di casa aveva sfoderato un sorrisetto malizioso alla vista della compagna dell’amico. Ricevuto un caloroso benvenuto, i due erano stati accompagnati nel giardino interno dell'abitazione in cui gli ospiti precedentemente arrivati si intrattenevano. Quando C18 aveva fatto capolino tutti si erano ammutoliti. La ragazza si sentiva scrutata e, spostando una ciocca di capelli che le copriva il viso, aveva guardato i presenti con aria di sfida.
“Tutto o.k. ragazzi, lei è con me.” era, così, intervenuto Crilin.
“Eh bravo Crilin!” aveva esclamato Yamko cingendo con il braccio le spalle del giovane amico. Quest’ultimo era arrossito e, invano, aveva tentato di distogliere l’attenzione dalla sua accompagnatrice. In quel momento era stato provvidenziale l’intervento di Bulma per ripristinare la calma:” Sù, sù C18, lasciamo gli uomini alle loro faccende. Vieni in cucina con me ad aiutare Chi-chi!” esclamava la donna dai capelli turchini trascinando la cyborg per un braccio.
La cucina era piena di leccornie. Bulma si era affrettata a raggiungere l’indaffarata Chi-chi per aiutarla. C18 stava per avvicinarsi al cibo, ma un sentore di nausea improvvisa l’aveva fatta indietreggiare e sedere a debita distanza dalle altre donne. “Ehi C18, che ti succede?” aveva domandato la moglie di Goku. La giovane bionda era restia a comunicare i propri affari agli sconosciuti, ma aveva comunque risposto:” Questi giorni non mi sento tanto bene.”.
Bulma e Chi-chi avevano lanciato un’occhiata curiosa alla biondina e, ridacchiando, avevano cominciato ad incalzare domande del tipo:” Hai spesso nausea? Ti senti sempre stanca? Nonostante ciò hai sempre voglia di mangiare?”. C18 era confusa, sembravano proprio i sintomi che nell’ultimo mese la stavano tormentando. L’espressione della cyborg lasciava trapelare i suoi pensieri e così le due amiche erano scoppiate a ridere:” C18 forse hai bisogno di una visitina dal medico perchè.. sei incinta!”.
Per poco la biondina non cascava dalla sedia! Come era possibile? D’altronde solo il cervello era stato sostituito da circuiti, per il resto era una donna in carne ed ossa a tutti gli effetti.
Immediatamente dopo la ragazza era stata colpita da un grosso dilemma:” Come dirlo a Crilin?”. La prima reazione era stata, perciò, quella di far promettere alle altre due donne di non rivelare nulla. La promessa era stata fatta e Bulma e Chi-chi non l’avrebbero infranta, ma si sa, certe cose vengono a galla.
Mentre le tre donne discutevano di questa faccenda, c’era una persona che si stava recando in cucina e si era fermata dietro la porta ad origliare.
 
Finita la piacevole festa Crilin e C18 erano tornati a casa. Entrambi parevano pensierosi e non era volata una mosca finché i due non si erano ritrovati nel letto, seduti fianco a fianco.
“C18 per caso devi dirmi qualcosa di importante?” aveva domandato sospettoso il ragazzo.
La biondina era rimasta muta per qualche secondo, pensando bene a cosa rispondere.
” Forse...” aveva pronunciato cercando, così, di prender tempo. Lo sguardo del giovane compagno era, però, troppo serio per sottrarsi dalla conversazione. Dalla bocca di lei erano uscite le parole: “Credo che saresti più carino se non ti rasassi i capelli.” senza controllo, come se fosse davvero quello il segreto che la giovane celava.
Crilin era rimasto disarmato da tale notizia: era preparato a qualcosa di più grosso, ma certo un’ affermazione del genere non se la sarebbe mai aspettata.
“Ah.. dici?” seguiva, poi, un piccolo attimo di pausa:” Ascolta, non era a questo che alludevo. Oggi stavo entrando in cucina quando ti ho sentita parlare con le altre...”
“Tu stavi origliando?!” aveva esclamato furiosa C18. Crilin era tempestivamente intervenuto per calmarla spiegandole che non vi era nulla da nascondere e che potevano discuterne insieme. Crilin non era arrabbiato, tutt’altro: era felicissimo! Non poteva credere in quanto poco tempo fosse riuscito a trovare una compagna di vita ed ora la possibilità di un figlio lo esaltava.
C18 sembrava più preoccupata e distaccata, ma il giovane ragazzo sapeva che era solo questione di tempo prima che anche la bella cyborg si innamorasse del loro piccolo miracolo.
 
Alla fine C18 aveva dato alla luce una bella bimba biondissima, con gli stessi grandi occhi del padre. La coppia aveva deciso di trasferirsi sull’isola del Genio delle tartarughe per avere più spazio per la piccola Marron e, poi, Genio sentiva così vuota quell’isola senza Crilin che gironzolava spesso per la Kame House.
E così il “piccolo” e giovane Crilin aveva ragione: aveva visto in quella spietata cyborg un cuore più umano. Così si era dimostrata un’affezionata compagna e un’amorevole mamma.


[Angolo dell'autrice: Cari amici lettori PERDONATEMI PER IL RITARDO! Sono desolata per non aver scritto in tutti questi mesi, ma ho avuto grossi impedimenti. Spero che il mio ritorno con questo ultimo capitolo della storia d'amore tra Crilin e C18 sia stato un "ritorno col botto"! Voglio ringraziare tutte quelle buone anime che hanno letto e commentato la mia storiella rendendomi davvero felicissima :) Spero di continuare a regalarvi piacevoli momenti con altre mie storie presto in arrivo! Un abbraccio.]
 

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