Io mi prenderò cura di te

di Scarl_Bloom 94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un cuore di cristallo ***
Capitolo 2: *** Una notte insonne ***
Capitolo 3: *** Un battito nuovo ***
Capitolo 4: *** Brutta bestia la gelosia ***
Capitolo 5: *** Incompresioni d'amore ***
Capitolo 6: *** L'amore è complicato ***
Capitolo 7: *** Paura di amare ***
Capitolo 8: *** L'amore per me sei tu ***
Capitolo 9: *** Non posso fare a meno di te ***
Capitolo 10: *** Un sogno che si avvera ***
Capitolo 11: *** Non riesco a immaginare un mondo senza di te ***
Capitolo 12: *** Non riesco a immaginare un mondo senza di te - 2 Parte ***



Capitolo 1
*** Un cuore di cristallo ***


                   IO MI PRENDERO' CURA DI TE



                               
 
Capitolo 1 -  Un cuore di cristallo

 
Forse ho esagerato ieri notte, non avrei mai dovuto bere così tanto. Sono andata in cortocircuito e il mio cuore non ha retto. Non dovevo andarci a quella dannata festa. E tutto questo solo per fare colpo su Rob. Mi ero ridotta in quello stato per colpa di uno stupido ragazzo che nemmeno mi considerava poi così tanto.  Ero stata una stupida a mettere a rischio la mia salute, ma volevo divertirmi almeno una volta come facevano tutti i ragazzi della mia età. A 18 anni credo sia normale voler divertirsi un po’ insieme ai propri amici. Invece io non potevo permettermi questo lusso. Non potevo perché non avevo un cuore forte, come quello degli altri ragazzi, no il mio cuore sembrava essere fatto di cristallo.
E così eccomi qua, su questo letto d’ospedale. Ho fatto prendere un bel colpo ai miei. Della sera precedente non ricordo un granchè, solo di aver bevuto e ballato come mai avevo fatto in vita mia. E credo di aver capito da qualche parola scambiata tra un dottore e i miei genitori che quella piccola cazzata che avevo fatto non era proprio una cazzata. L’avevo fatta grossa stavolta.
“ Angel, come ti senti? “  mi domanda preoccupata mia madre.   “ Bene, mamma, sto bene, smettila di piangere per l’amor del cielo! “ rispondo io sbuffando. Era troppo melodrammatica per i miei gusti.
“ Mi hai fatto prendere un bello spavento! Lo sai che il tuo cuore è fragile, non puoi permetterti di.. “ la fermo, non ho voglia di sentir dire sempre le stesse cose “ di divertirmi?” .  Lei non dice niente, si limita a guardarmi sofferente.
Okay, si, lo so che per la mia salute non sto male soltanto io, ma anche i miei genitori, ma io voglio vivere e in questa gabbia in cui mi tengono rinchiusa mi sento soffocare.
Per fortuna, in quel momento, arriva il dottore e interrompe la nostra imbarazzante e monotona chiacchierata.
“ Come ci sentiamo, Angel? “ mi chiede mettendo su un sorriso smagliante.  “ Tutto apposto” rispondo io ricambiando di malavoglia il sorriso.  “ Quando potrò andarmene a casa?” non vedo l’ora di andarmene da questo postaccio.  “ Ecco, vedi, purtroppo, non potrai andartene così presto, quello che è successo ieri notte ha aggravato in modo serio la tua salute” continua il dottore lasciando me a bocca aperta. “ Quanto dovrò restare?” , “ Vedremo, dobbiamo tenere sotto controllo il tuo cuore “ detto questo, apre la porta e se ne va, sorridendo come era entrato.
Alla grande. Sicuramente dovevo passare l’intero mese di dicembre in ospedale. Quanto sono stupida. Proprio nel momento in cui il Dottore esce dalla mia stanza mi accorgo di avere un aggeggio attaccato vicino al cuore.  Sono attaccata ad una macchina. Stupido cuore di cristallo!
 
Nel pomeriggio vengono a trovarmi le mie due migliori amiche : Kat e Vale. Si sono spaventate a morte ieri notte, quando mi hanno vista cadere a terra.
“ Ehi, come stai? Quando torni a scuola? “ mi domanda subito Vale. “ Devo stare qui per un bel pezzo” rispondo seccata. “ Beh l’importante è che stai bene “ dice Kat ancora pallida in viso .  “ Bene per modo di dire “ borbotto mentre alzo lo sguardo verso il soffitto. “ Rob ha chiesto di te “ dice Vale rompendo il silenzio che si era creato.  “ Si?? E che ha detto?” chiedo euforica al massimo. “ Era molto preoccupato per te, ho visto  un certo interesse verso i tuoi confronti “ dice ironica Kat.
Finalmente una buona notizia. Rob si interessa a me, wow! E’ da due anni che gli vado dietro, non ci posso credere. E’ il ragazzo più figo della scuola, non è possibile che si interessi a me, è da non credere.
“ Ha anche detto che verrà a trovarti” continua a dire Vale portando il mio umore alle stelle.
Sono così felice, cazzo. Viene a trovarmi, lui, il mio Rob. No, questo deve essere sicuramente un sogno, non ci sono spiegazioni logiche. Ok, devo calmarmi, dopotutto è solo un ragazzo, fichissimo si, ma pur sempre un ragazzo.
Kat e Vale dopo la breve chiacchierata vanno via, lasciandomi da sola nella mia stanzetta d’ospedale. Che tristezza e desolazione.
Decido di alzarmi, non ce la faccio più a stare distesa su quel letto come un vegetale. Non sono ancora morta dopotutto. Stacco il macchinario e scendo dal letto. Si ok, sto facendo l’ennesima cazzata della mia vita, ma è più forte di me.
Gironzolo come se niente fosse per i corridoi. Questa camicia da notte è davvero orribile, e anche scomoda. E pensare che devo tenerla addosso ancora per chissà quanto tempo. Scendo al piano di sotto, che tristezza che c’è in quest’edificio.
Rido ancora pensando a Rob. Mi sono presa una bella cotta per quell’idiota. Svolto l’angolo del corridoio e mi scontro con qualcuno. Per fortuna non stava andando di corsa altrimenti sarei finita a terra.
“ scusa, ti sei fatta male?” mi chiede prontamente.  “ No, non.. “ alzo gli occhi per incontrare i suoi. Non l’avessi mai fatto. Ha degli occhi meravigliosi, profondi e dolci. Ha il camice, deve essere sicuramente un Dottore, anche se non l’ho mai visto . Resto imbambolata a fissarlo, è bellissimo. Alto, bruno, viso d’angelo, sorriso perfetto, ma chi è?
“ tutto bene?” mi richiede vista la mia piccola catalessi. Non riesco a rispondere. Di colpo sento una fitta tremenda al cuore. Mi porto la mano in quel punto e cerco di trattenere un urlo di dolore. Mi accascio a terra mentre l’uomo continua a chiedermi di dirgli cosa mi succede. Non riesco a dirglielo, il dolore è troppo forte. In una frazione di secondi, mi sento prendere in braccio. Sento il suo dolce profumo, il suo calore.
“ Cerca di calmarti! “ mi dice mentre corre in cerca di qualche infermiera per aiutarlo.
Mi porta in una stanza e mi fa coricare su di un lettino. L’infermiera arriva con in mano dell’apparecchiatura di non so quale genere. Non riesco a respirare, mi sento morire.
Vedo l’uomo guardarmi intensamente. Scansa via l’infermiera e mettendo una mano sul mio cuore, si accascia lentamente su di me.
“ Su, piccolo angelo, calmati, ci sono io qui conte, calmati “ mi sussurra dolcemente come una ninna nanna.
Mi abbraccia e continua a massaggiarmi il punto dove mi fa male. Mi sussurra ancora dolci parole. Piano,piano il dolore passa e riesco a calmarmi.
Vedendo quell’uomo che mi abbraccia forte e con la mano sul mio petto, arrossisco tremendamente. Lui se ne accorge e sorride. Non vuole imbarazzarmi ancora e si ricompone.
 
“ Dottore, sta bene adesso?” gli chiede l’infermiera preoccupata.  “ Si, direi di si” risponde l’uomo senza togliere il suo sguardo da me.
Non riesco a non guardare quei suoi occhi stupendi. Ma che mi prende? Perché mi sento così attratta da quest’uomo? È anche molto più grande di me, avrà sicuramente una trentina d’anni. E mentre penso a tutte queste cose ridicole ecco entrare il Dottore di stamattina.
 
“ Eccoti finalmente, non fare più uno scherzo del genere, siamo intesi?” mi raccomanda severo. Annuisco silenziosamente, sono ancora spaventata e imbarazzata per prima.
“ Vedo che hai conosciuto il Dottor Bloom, lui si prenderà cura del tuo caso” mi dice subito dopo. Sono stupita e… felice? Quell’uomo si prenderà cura di me, accidenti, mi trovo proprio in un bel pasticcio, visto che mi piace da impazzire.
“ Tranquilla “ prende a parlare l’altro con quel suo sorriso meraviglioso “ Io mi prenderò cura di te “.



Angolo "autrice"

Salve. Eccomi con un'altra storia xD !
So che ci siete e vorrei rianimare questa sezione di Orlando Bloom! Perchè lui se lo merita! Ecco! U.u'
Quindi, continuerò questa storia solo se vi farete sentire!
Mi raccomando, dite la vostra! :)
spero vi piaccia :)
A presto

Scarl.

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Capitolo 2
*** Una notte insonne ***


Io mi prenderò cura di te






Capitolo 2 -  Una notte insonne
 

 
Quella notte non riuscivo proprio a chiudere occhio. Avevo gli occhi di quel Dottore impressi nella testa. Era bello, eccome se lo era. Ma era grande, troppo grande per me.  Sorrido all’improvviso perché mi viene in mente il modo in cui era riuscito a calmarmi. Col suo tocco, con le sue dolci parole. Che dire, più che un dottore a me pare un angelo.  
*Basta, Angel, ma che vai a pensare?! E’ un uomo, accidenti! E tu sei una diciottenne con seri problemi al cuore! Non è ne il luogo, ne il momento e ne l’uomo adatto per questo tipo di cose! ….*
 
Non riesco proprio a dormire e quindi decido di alzarmi, stavolta però penso bene a non staccarmi quell’affare che mi tiene sotto controllo il cuore. L’ospedale questa sera è pienissimo, ci sono molti bambini ammalati, e questo mi rintristisce molto. Vedere quei visini così dolci e costretti a restare inchiodati a letto è un qualcosa di orribile da assistere.
Mentre passeggio per il lungo corridoio intravedo una bambina che cerca di alzarsi dal proprio letto, ma invano, non ce la fa poverina, è troppo debole. La madre l’abbraccia forte e poi scoppia in un pianto disperato. Mi porto una mano al cuore, è una cosa straziante vedere quella scena.
 
“ Angel, che ci fai qui? “ mi sento chiedere d’improvviso.   Mi volto di scatto, impaurita e davanti a me trovo lui, quel dottore tanto bello .   “ Non, non riuscivo a dormire “ , rispondo io abbassando immediatamente lo sguardo.  Cala il silenzio, nessuno dei due parla, poi d’un tratto sento la sua mano sotto al mio viso.  “ Non avere paura, non ti farò del male, promesso “ dice lui sollevandomi il mento per far si che i suoi occhi si incontrino con i suoi. Mi sento rabbrividire. Ha degli occhi così belli, così luminosi, sto tremando, ma non devo assolutamente farglielo notare, non posso spararmi una figura così pessima.
“ Hai freddo? “ mi chiede dopo un po’ .  Ecco, niente da fare, beccata!    “ No, sto bene” , dico ingenuamente arrossendo all’impazzata.  Il Dottore mi sorride, anche se non ne capisco il motivo, ma ha un sorriso così bello che non do tanta importanza a tutto il resto.
Senza nemmeno rendermene conto porto la mia mano sulla sua che sta ancora sotto il mio mento. Appena le nostre mani si toccano, ho un sussulto. Ritiro la mano imbarazzata mentre lui stupito continua a sorridere.
“ Perché sei diventata tutta rossa?” mi chiede con quel suo sorriso meraviglioso .   Comincio a balbettare qualcosa, non so nemmeno io cosa sto dicendo, levo la sua mano dal mio viso e cerco di ricompormi. Il Dottore mi guarda ancora intensamente, non capisce  il mio comportamento ma allo stesso comportamento ne è divertito.
“ Vieni, ti accompagno nella tua stanza” continua lui vedendo che da me non otterrà più alcuna parola. Mi stavo maledicendo ripetutamente per quanto fossi idiota e cretina. Quell’uomo mi toglie il fiato, sento dei brividi percorrermi la schiena e tutto il corpo, ma cosa mi sta succedendo?  Accidenti a lui, non potevano affidarmi a un Dottore vecchio e orrendo?
Lo guardo per un attimo, poi lui mi porge la sua mano, ovviamente non la prendo per paura che mi venisse qualche attacco. Camminiamo fianco a fianco lungo il corridoio, non alzo gli occhi, non ce la faccio, non ne ho la forza,  Mi gira la testa, non so il motivo, ma comincio a barcollare. Il Dottore se ne accorge e immediatamente mi afferra.
“  Sei stanca, Angel, devi riposare” , mi rassicura quello tenendomi forte.  “ Credo, credo di si”, riesco a dire meravigliandomi di me stessa.
Mi sento morire, sono appoggiata al suo corpo e lui mi tiene con le sue braccia. Che buon profumo che ha. Mi sto prendendo una bella cotta, meglio smetterla.
Lungo il corridoio incontriamo alcune infermiere che corrono trascinando qualcuno su di una barella. Deve essere sicuramente un caso grave.
“ Dottore, quest’uomo è in serio pericolo di vita! “ , urlò una di quelle infermiere agitata al massimo.  “ Vai nella tu stanza, Angel, io devo occuparmi di quell’uomo”, mi dice immediatamente. Lo vedo lasciare la presa su di me e correre verso la barella. Rimango lì, in palata, non riesco a muovermi.
“ Presto, in sala operatoria! “ , urla il Dottore dopo aver constatato la gravità della situazione.  La barella mi passa davanti, vedo del sangue, tantissimo sangue. Quell’uomo è stato sicuramente ferito con un’arma da fuoco. Mi tremano le gambe, non resisto alla vista del sangue. Mi appoggio piano,piano alla parete e quando la barella entra nella sala operatoria chiudo gli occhi e mi concentro cercando di respirare lentamente per calmarmi.
“ E’ tutto apposto, Angi, su, è solo sangue, non fare la bambina”, cerco di ripetermi.
 
Sono troppo curiosa, e invece di andarmene nella mia stanza, come mi aveva ordinato di fare il Dottore, decido di andare a vedere se erano riusciti a salvare quel povero uomo. Cerco un appoggio con la parete e lentamente mi avvicino alla sala operatoria.  Penso di stare per fare l’ennesima cazzata di quel giorno, ma non mi importa di niente, voglio sapere se quell’uomo vivrà oppure no.
Appena arrivo lì davanti, guardo dallo specchietto sulla porta. Il Dottore stava facendo di tutto per rianimarlo, c’era sangue dappertutto. Le mie gambe cominciano di nuovo a tremare, poi all’improvviso vedo il Dottore fermarsi. Cinque secondi dopo un’infermiera ricopre con un lenzuolo l’uomo ferito. E’…. è morto… Non ho mai assistito alla morte di qualcuno, mi sento gli occhi bruciare, credo di stare piangendo. Il Dottore si lava le mani e prima di uscire dice qualcosa all’infermiera. Non riesco a muovermi da lì, piango come ad una deficiente, non dovevo assistere a quella scena, adesso mi sento ancora più male. Il Dottore si volta per caso verso la porta e intravede il mio viso. I nostri occhi si incontrano e immediatamente abbandona la conversazione con l’infermiera e corre da me.
“ Ti avevo detto di andartene nella tua stanza! “ , mi dice arrabbiato.   “ Lo so, ma io…” continuo a piangere e mi copro il viso con le mani.   “ Non piangere”, continua a dirmi tornando calmo.   “ Ah, piccola, deve essere stato orribile per te, scusami “, detto questo mi prende d’improvviso e mi abbraccia.
*Va bene, vuole solo consolarti, però non sa quello che sta scatenando in te, non doveva farlo. Oh accidenti!*
 
Il Dottore, senza smettere di tenermi abbracciata, mi riporta nella mia stanza.  Continuo a piangere mentre mi tengo stretta a lui.
Mi fa stendere delicatamente sul letto e mi copre amorevolmente. Mi sento talmente stupida e in imbarazzo che continuo a piagnucolare anche per questo motivo. Cerco di frenare il flusso di lacrime quando lo vedo sedersi sulla sedia vicina al mio letto.
“ Stai bene, adesso?”, mi chiede premuroso.   “ Si, grazie “ , singhiozzo abbozzando un mezzo sorriso.
“ Resterò qui finchè non ti addormenterai “, mi dice lui sorridendo.  
 
*Ehm, abbiamo un problema. Se tu mi guardi, mio bel dottorino, non credo che io riuscirò mai a prendere sonno!!!*
 
“ Sei così buono con me, non lo merito “, prendo a parlare dopo qualche minuto.   “ Come posso non esserlo con un angioletto come te? “ , risponde lui sarcastico e scoppiando a ridere.  La sua risata contagia anche me, e per la prima volta, quel giorno, scoppio a ridere. Poi però mi ricordo di quel povero uomo appena morto e divento cupa di nuovo.
“ Puoi andare, non c’è bisogno che resti qui con me “, continuo io rassicurandolo che non c’è motivo per cui debba restare.   “ Va bene, ci vediamo domani, allora “ , si alza e si avvicina a me. Non capisco cosa vuole fare, poi d’improvviso si china e mi da un bacio sulla fronte :   “ Sogni d’oro, piccolo angelo” .
 
Sento un brivido attraversarmi il cuore. Non ho mai provato una sensazione del genere in vita mia. Resto a guardarlo incantata mentre esce dalla stanza. Prima di varcare la soglia si volta nuovamente verso di me sorridendomi per poi andare via.
L’ho conosciuto quella mattina stessa e in un solo giorno è riuscito a farmi perdere completamente la testa. Dovevo stare attenta, se non volevo perdere anche il cuore….




Angolo " autrice"
Ecco il secondo capitolo :)
Ringrazio 
sonia0787 per aver detto la sua nel precedente capitolo!
E invito a voi altre di intervenire ^.^
Grazie :)
A presto
Scarl...

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Capitolo 3
*** Un battito nuovo ***


IO MI PRENDERO' CURA DI TE




Capitolo  3   -   Un battito nuovo
 
 
I giorni successivi passarono velocemente. Il Dottor Bloom veniva costantemente a visitarmi. E devo ammettere che non mi dispiaceva affatto vederlo in continuazione. Mia madre e le mie sorelle avevano fatto non pochi commenti su di lui. Era bello anche agli occhi degli altri, questa cosa mi rallegra molto, non posso definirmi di essere pazza quindi. Le sue attenzioni sono state sempre dolci e gentili. In quei giorni non mancavano di certo i suoi sorrisi meravigliosi.  Avevamo parlato di tante cose durante le sue visite. Mi piaceva un sacco la sua compagnia, era davvero simpatico e divertente. Il problema era quando i nostri sguardi si incontravano, io mi bloccavo, e diciamo che lui anche, ma dopo qualche secondo riusciva a rompere quell’imbarazzo.
E’ così premuroso nei miei confronti, chissà se lo è anche con gli altri pazienti…
 
Non so se mi sto innamorando o meno, quello che so è che quando lui non c’è sono triste, e invece quando arriva il mio viso e i miei occhi si illuminano d’improvviso. Va bene, mi sto prendendo una bella cotta, non ci sono dubbi.
Dopo due settimane in ospedale oramai mi sono abituata a stare qui dentro. E devo ammettere anche che la scuola e Robert non mi mancano poi così tanto. Ah, già dimenticavo, Robert. Non è venuto a trovarmi, ma chissà perché la cosa non mi sfiora nemmeno. Dovrei essere delusa, affranta, e invece , niente di tutto questo. Sono felice e allegra, attaccata a un macchinario, beh non sto affatto bene.
 
“ Ehi angioletto, come va oggi? “  
Mi è quasi venuto un colpo. Mi giro e vedo quel sorriso spettacolare. Subito gli sorrido.
 
“ Benissimo, Dottor Bloom. E lei come sta? “   , piano piano sto prendendo confidenza con lui.
 
“ Benone, sai, stai migliorando ogni giorno sempre di più, sono felice per te “   Mi dice raggiante avvicinandosi.
 
“Oh “ , quasi resto male   “ Bello! “ mi correggo subito per evitare di apparire davanti ai suoi occhi come un emerita deficiente. Mi aveva detto che stavo facendo dei passi da gigante e mi mostravo triste, mah, ho dei seri problemi.
Il Dottor Bloom mi guarda per molto tempo. Nessuno dei due dice niente. Io abbasso lo sguardo sulle mie mani. Quella situazione è talmente imbarazzante. Poi d’un tratto si decide a parlare, ringraziando il cielo.
 
“ Ti andrebbe di fare una passeggiata qua fuori?  “   mi chiede serio.
 
“ Sarebbe stupendo!  E’ da non so quanto che non respiro un po’ d’aria fresca! “ rispondo tutta allegra.
 
E così mi aiuta ad alzarmi dal letto. Entrare a contatto col suo corpo mi fa sempre rabbrividire. Mi porge il suo braccio e io titubante lo afferro. Mi sorride, non fa che sorridermi. Quel suo comportamento mi confonde, non capisco, è così tenero con me. Appena usciamo fuori non posso credere a ciò che vedo. Il sole! Il cielo! Wow!  Finalmente potevo uscire da quella stanza tristissima. Mi stacco dal suo braccio e faccio qualche passo in avanti. Apro le braccia e le alzo verso il cielo chiudendo gli occhi.
 
“ Ahhh esiste una sensazione più bella dei raggi del sole sulla propria pelle?! “  dico rilassandomi.
 
Dopo qualche secondo mi accorgo di essere osservata. Mi giro e vedo il Dottor Bloom fissarmi con una luce particolare negli occhi. Sorride e si avvicina a me. Mi prende le mani e a quel contatto mi sento morire.
 
*Per quale diavolaccio di motivo mi deve sempre prendere le mani e stringerle nelle sue???!!!*
 
“  Hai un bel sorriso “   mi dice spezzando quel silenzio imbarazzante che si era creato.
 
Non so che dire, mi ha lasciato di sasso. Tutto mi sarei immaginata tranne che dicesse “hai un bel sorriso”. Perché cazzo, tu hai un bel sorriso, meraviglioso, stupendo, spettacolare !  E non di certo io!  Arrossisco violentemente e abbasso lo sguardo. Non riesco nemmeno a dirgli un semplice  “ grazie”. Il Dottore porta la sua mano al mio viso e comincia a farmi carezze. E a quel punto tremo, non riesco a evitarlo. Lo sento ridere dolcemente.
“ Sei adorabile quando arrossisci “   continua a dirmi facendomi arrossire e tremare sempre di più.
 
E a quel punto che tremo è visibile. Alzo di poco lo sguardo e capisco che lui si è accorto che sto tremando come una foglia. Il cuore mi martella nel petto. Ho paura. Inaspettatamente mi avvicina a se e mi abbraccia. Spalanco gli occhi per lo stupore. Vorrei restare così per il resto della mia vita. Nei giorni prima non aveva mai osato fare o dirmi delle cose del genere. Si era limitato a sorridermi a farmi qualche carezza ogni tanto, ma niente di tutto questo. E’ cambiato qualcosa in lui, ma non riesco a capire i suoi comportamenti.
 
“ Scusa “  mi dice sciogliendo l’abbraccio   “ non so cosa mi sia preso”.
 
“ No, non fa niente “  , lo tranquillizzo cercando di riprendermi, ma è impossibile.
 
“  ci sediamo sulla panchina? “  .
 
“ Si certo”.
 
 
E così ci avviciniamo per sederci. Sono sempre più confusa. Mi ha chiesto scusa, ma per cosa? Era solo uno stupido e insignificante abbraccio, va beh per me non lo era, ma se mi ha chiesto scusa vuol dire che anche per lui non era tanto uno stupido e insignificante abbraccio. Va bene, basta farsi mille film come sempre.
 
“ Dimmi qualcosa di te “   gli dico dopo che ci siamo seduti   “ Io ti ho raccontato tutta la mia vita, adesso tocca a te” continuo ironica.
 
“ Non c’è molto da dire “   risponde secco.   “ Cioè, la mia vita non è molto interessante”.
 
“  Sei sposato? “    gli chiedo chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo .
 
“ No “   scoppia a ridere. 
 
*Ohhhhh benedetto sia tu Oh Signoree!!*
 
“ Sei fidanzato? “   continuo a domandargli ricambiando la risata.
 
“ …. Si “  mi risponde stavolta.
 
M blocco d’improvviso. Non riesco a continuare a parlare, e se non faccio qualcosa se ne renderà conto. Di nuovo il fastidioso silenzio che si insinua fra noi due.
 
“ Tu sei fidanzata? “   mi chiede poco dopo voltandosi verso di me. Non ride è serio come poco fa. Mi perdo in quei suoi occhi nocciola e non riesco a trovare la forza per rispondere. Mi sono incantata e lui non mi è di alcuno aiuto, visto che continua a fissarmi a sua volta.
 
“ Non rispondi? “   riesce a dire infine.
 
Sbatto gli occhi ripetutamente come per uscire da un incantesimo   “   Si, no, cioè no, non sono fidanzata “ rispondo ancora più confusa    “ Sono innamorata di un…. Ragazzo… o almeno credo “.
 
“ Credi? “   replica lui sorridendo.
 
“  Si, credo !”   continuo io facendolo scoppiare in una super risata.   “ ma cosa ridi? Cioè ho 18 anni cosa vuoi che ne sappia io dell’amore?!” 
 
Non so nemmeno io come ho trovato il coraggio di dirgli quelle cose. E l’avevo fatto anche guardandolo dritto negli occhi. Non ero arrabbiata, e neppure irritata, ma volevo giustificare la mia risposta.
 
“ Non credo di saperne molto nemmeno io “   , dice lui tornando serio di botto.
 
Com’è bello, accidenti. Devo fare qualcosa. Non voglio che si accorga che mi sto prendendo una cotta per lui. Non riesco a smettere di arrossire e di tremare, così se ne renderà conto molto presto, che cavolo!
 
“ come si chiama…. Il… ragazzo? “   mi chiede non smettendo di guardarmi negli occhi.
 
“ Robert”   rispondo abbassando lo sguardo sul prato.
 
“ E … lui ricambia? “    chiede ancora  curioso.
 
“ .. Non credo “     e a quel punto sorride. Capisce che lo sto guardando e ridiventa serio per smascherare quel suo sorrisetto.
 
*Ma è matto??!*
 
“ E la tua … ragazza? “   tocca a me tartassarlo di domande  “ come si chiama?”
 
“ Miranda “   e adesso è lui ad abbassare lo sguardo.
 
“ e.. la ami? “    so benissimo che questa domanda era da evitare, ma sono deficiente, quindi!
 
Il Dottor Bloom si volta nuovamente verso di me.  Ho sbagliato a porgli quella domanda, sono stata troppo invadente. Oh che diamine, non dice niente, mi uccide solo col suo sguardo!
 
“ perché questa domanda? “   mi chiede sorridendo.
 
*Ma che risposta è???? No, e a desso??? Oh Dio, ma sei davvero uno stronzo, allora!! Oh accidenti,  e che gli dico ora??!  *
 
E in quel momento il suo sguardo passa dai miei occhi giù, verso la mia bocca.  Sto per morire, è ufficiale. Li rialza e il nostro sguardo e il mio si incontrano nuovamente. Poi li risposta sulle mie labbra. Insomma sono stordita alla grande, non capisco più un accidenti, vedo solo i suoi occhi abbassarsi e rialzarsi in continuazione.
Si avvicina, e sono pronta a scommettere che nemmeno lui si sta rendendo conto di quello che sta facendo.
 
“ Io credo di amarla “   riesce a dire continuando ad avvicinarsi inconsciamente.
 
“ credi? “   ironizzo. No cioè in una situazione come quella riesco a trovare la forza di ironizzare, da non credere.
 
“  No “  , risponde  subito     “  Ne sono sicuro “  . E a quel punto affonda di nuovo i suoi occhi dritti nei miei. Che diavolaccio stava dicendo non ne ho la più pallida idea. Siamo molto confusi entrambi, non c’è che dire.
 
Lo vedo scuotere la testa e chiudere gli occhi. Forse si sta rendendo conto che quello che dice non ha senso. Ma non si allontana, resta a pochi centimetri dal mio viso. Io da parte mia resto imbambolata a fissarlo. Sento un vortice di emozioni dentro di me. Dal cuore che mi scoppia nel petto, alle gambe che tremano, e a qualcosa di strano nello stomaco.
 
“ Dottor Bloom!! “    Sentiamo urlare tutto d’un tratto.
 
Ci svegliamo dalla nostra trans e cerchiamo di ricomporci.  Era l’infermiera che si stava dirigendo verso di noi correndo come una matta.
 
“ Che.. che… che c’è? “  , le chiede lui imbarazzato come mai lo avevo visto.
 
La poveretta si ferma per riprendere fiato   “ Sono passata dalla stanza della signorina Angel e non vedendola nel suo letto mi sono preoccupata a morte! “   dice tutto d’un fiato.
 
“  E’ qui con me “   ,  risponde il Dottore ancora abbastanza confuso.
 
“ Si, lo vedo “  ,  l’infermiera ci guarda sospettosa.
 
“  Adesso può andare Kathrine “   , le dice lui sorridendole    “ E’ tutto apposto”.
 
Io annuisco sorridendole a mia volta. Kathrine non sembrava tanto sicura che fosse tutto apposto, ma alla fine se ne andò abbandonando ogni suo sospetto.
 
*E se l’infermiera non fosse arrivata??? Ohhh per ndindirindina poteva farsi i fattacci suoii!*
 
Appena Kathrine svolta l’angolo, il Dottor Bloom si volta verso di me, continuando a sorridere.
 
“ C’è mancato poco “  , dice guardandomi.
 
Subito però capisce che non doveva dire quello che aveva appena detto.   C’è mancato poco per cosa?  Lo vedo diventare rosso come un pomodoro, comincia a balbettare cose senza senso, è in un imbarazzo totale.
Possibile che voleva veramente darmi un bacio?
 
 
 
 
 
 
Angolo “ autrice”
 


Ehi ciao ^^
Tutto bene?  Spero di si :D
 
Allora parto col ringraziare  
Tonksie   e    sonia0787   per aver recensito il precedente capitolo ^^ !
 
Grazie mille anche a chi ha solamente letto! :) e vi invito, come sempre, a dire anche voi la vostra!
Mi farebbe tanto piacere!

 
Okay, detto questo, vi saluto!
A presto
 
Scarl.

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Capitolo 4
*** Brutta bestia la gelosia ***


IO MI PRENDERO’ CURA DI TE
 



 
Capitolo 4  -   Brutta bestia la gelosia
 
 
Il Dottor Bloom non sa che dire. Non posso crederci che voleva riferirsi proprio a un possibile bacio. Arrossisco violentemente mentre lui si gratta la nuca. E’ impacciato e tremendamente in imbarazzo. Poi alla fine riesce a dire qualcosa di sensato.   “ Volevo dire, c’è mancato poco che le prendesse un colpo visto che non ti ha trovata nel letto” .  Non so perché ma sono delusa. Stavo già facendo tremiliardi di film. Ma sarà vero quello che dice? Oppure è solo una scusa inventata all’ultimo minuto? Bah, non lo capisco proprio.
“Andiamo dentro, comincia a fare freddo”.  Mi tende una mano per aiutarmi ad alzarmi dalla panchina. Non ho nessuna intenzione di afferrarla, già ho le guancie un fuoco, figuriamoci se gli tocco la mano. Gli dico che non c’è bisogno della sua mano e mi alzo da sola. Dopotutto mica sono completamente invalida, ho ancora abbastanza forza per reggermi in piedi.
Camminiamo fianco a fianco e come sempre del resto mi accompagna fino alla mia stanza. Tutta quella gentilezza non può essere normale, penso che ci sia qualcosa sotto. *No, non farti film come sempre, per favore Angel, sii ragionevole, è un uomo, e tu una ragazzina con problemi al cuore, lui è un dottore e il suo compito è quello di prendersi cura di te, è ovvio che con te è sempre gentile e premuroso, è il suo lavoro d’altronde. Comunque ciò non toglie che ti sei presa una grossissima e dico GROSSISSIMA cotta per questo Dottore*  Mi perdo nel flusso dei miei pensieri, tanto che non mi accorgo che il Dottor Bloom dice qualcosa rivolgendosi a me. Sono tipo incantata e lui mi sventola la mano davanti al viso. Appena ritorno in me vedo Il Dottore davanti a me a pochi centimetri dalla mia bocca guardarmi intensamente. Spalanco gli occhi tipo per dire *ma che caaaazz?* 
“ Finalmente! Sei tornata fra noi!”.  Mi dice scherzoso e sorridente.
“ Scusami, mi ero persa nei miei pensieri “   .  E adesso mi sono persa nei tuoi occhi, o Cristoooo!
“  Riposa adesso, più tardi verrò a trovarti”  .  Mi da un bacio sulla fronte che mi lascia di stucco. Quel bacio dura più del normale. Sento il suo calore, sento il suo profumo. Poi se ne va lasciandomi il suo odore addosso.
*Se non vedo di darmi una calmata qui finisce male!!*
 
Durante il pomeriggio vengono a trovarmi le mie sorelle insieme a mia madre. Cecyl e Margareth sono più grandi di me e odio il fatto che quando il Dottor Bloom entra a visitarmi e ci sono anche loro fanno tutte le gatte morte. Non le reggo. E quel giorno, com’era prevedibile, fecero altrettanto.
“ Oh Dottore, lei è così premuroso con nostra sorella, le siamo tanto grati per tutto quello che fa per lei”  . Questa è Margareth, odiosa.
“  Si figuri, signorina”  . Risponde il mio Dottore sorridendole.
Quel sorriso fatto a mia sorella mi fa irritare parecchio.  Fortunatamente se ne vanno così posso restare da sola con lui. Non nego però che il suo comportamento mi rende irascibile, credo di essere gelosa, no anzi, lo sono, è questo il problema.
“  Ti piace mia sorella?”   Gli dico a brucia pelo con un espressione tra l’arrabbiata e…. l’arrabbiata appunto!
“ Cosa?”  mi chiede lui stupito, poi si mette a ridere   “  Ma che vai a pensare”.
“ Allora perché le hai sorriso?”   Domando ancora consapevole che stavo facendo una scenata di gelosia completamente senza senso.
“  Perché volevo essere gentile, tutto qui”   Risponde avvicinandosi sospettoso  “ Ma che ti prende?”
“  Niente, non mi prende niente” .   E’ una situazione imbarazzante che io stessa ho creato con la mia stupidità. Adesso non so come sfuggire da tutto ciò.
“ Non sarai mica… “   Continua lui sorridendo e sedendosi sul letto   “ gelosa?”
 
Spalanco gli occhi. No. Non è possibile che abbia capito! Oh accidenti e adesso? No, non posso spararmi una figura così da idiota, devo fare qualcosa, qualsiasi cosa per cacciarmi da quel grosso pasticcio.
Non so come, ma all’improvviso afferro il cuscino da dietro di me e glielo scaravento addosso.
“ Vattene via e non dire più una cosa del genere!! “ Urlo come un’ossessa  “ Hai capito??”
 
Il Dottore si alza scioccato e dopo avermi guardato per un po’ scoppia a ridere. Se ne va continuando a ridere come a un imbecille.
Ha capito tutto, cavoli! No, non doveva saperlo, sicuramente sa anche della mia cotta per lui. No,no,no,no, e che diamine! Voglio eclissare nelle oscurità della terra. Voglio morire. Voglio soffocarmi con questo cuscino, ecco si, proprio così. Oh dannazione, non ne faccio una giusta!
 
Verso sera tardi il Dottore ritorna. Bussa piano, piano alla porta. Mi giro con uno sguardo assassino verso di lui. Ha ancora quel sorrisetto stampato sul volto. Mi sta cominciando ad infastidire e parecchio anche.
“ Si può? “   Dice ironico sulla porta   “ Non è che mi butti di nuovo il cuscino addosso?”
“ Che vuoi?!”  Sono ancora incazzata con lui   “  Ti avevo detto di lasciarmi in pace!”
“ Sono il tuo medico, non posso lasciarti in pace “   dice ironico.
“ Vattene!”  gli lancio la prima cosa che mi trovo a tiro. Scoppia a ridere ancora dopodiché mi saluta dolcemente alzando la mano e se ne va via.
*E’ proprio insopportabile!!*
 
Nei giorni seguenti continuai a non parlargli. Lui si limita ad entrare a controllarmi il cuore, ride ogni volta che entra nella mia stanza, cerca di farmi riuscire a dire qualcosa, ma niente, ce l’ho a morte con lui. E il comportamento che aveva deciso di usare nei miei confronti non aiutava di certo la cosa. Insopportabile.
“ Uhm, questo angioletto non vuole parlarmi nemmeno oggi”  dice mentre mi controlla i battiti sul monitor.
Io guardo dall’altra parte della stanza, faccio finta di non vederlo. Lui continua a fissarmi e a sorridere. E’ una situazione irritante e insopportabile ormai.
“ Ma che le avrò mai detto di male?” continua a dire ironico   “  Infondo ho detto solo la verità “ .
Comincio ad irritarmi ancora di più. Stringo i pugni e mi irrigidisco. Il ritmo dei battiti sul monitor aumentano. Accidenti, proprio oggi doveva attaccarmi a quel coso??
“  La gelosia è una brutta bestia “    dice infine ridendo di gusto mentre osserva divertito il monitor.
Alzo lo sguardo verso di lui. Il Dottore si gira verso di me e mi sorprende a fissarlo a braccia conserte. Restiamo così per un bel po’. Stranamente non ride è serio.
“ E dillo che sei gelosa”   si mette a braccia conserte e mette su un sorrisetto da prepotente.
“  Perché dovrei esserlo? “  mi decido a domandargli una volte per tutte.
Il Dottore mi guarda, quella domanda lo spiazza. Rido compiaciuta abbassando lo sguardo per poi rialzandolo ancora su di lui.
“ Non saprei “  dice dopo qualche secondo   “ Sai, credo che il camice abbia un certo fascino sulle donne”.
Ecco, voleva alludere proprio a quello. E’ stronzo, stronzo fino al midollo. Non oso alzare lo sguardo su di lui. Divento rossa, come un pomodoro. Mi ha messo in trappola. Si avvicina lentamente a me. Sto tremando come non mai. Si siede sul letto e porta una mano a sollevarmi il mento.
“ Non è così?”  mi chiede divertito puntando i suoi occhi dritti nei miei.
 
In quel momento a salvarmi da quella situazione ci pensa Kathrine, l’infermiera.  “  C’è una visita per te, Angel” .  Il Dottore leva la mano dal mio viso, ma resta comunque seduto ad osservarmi. Io sposto lo sguardo sull’infermiera, ma non mi sento per niente a mio agio sentendo il suo sguardo addosso.
All’improvviso nella stanza entra lui : Robert!
“ Robert!!!”  urlo dalla contentezza.
Il ragazzo si avvicina e mi abbraccia sotto agli occhi attoniti e stupiti del Dottore. Mentre abbraccio Robert guardo attentamente l’espressione del mio Dottore. Deglutisce, stringe i denti, i suoi occhi sono indecifrabili.
“ Scusa se non sono venuto prima, ma ho avuto da fare “   mi dice Robert sciogliendo l’abbraccio caloroso.
“ Ah non preoccuparti, l’importante è che alla fine sei venuto!”  rispondo io tutta allegra prendendogli la mano.
Il Dottore continua a fissarci senza dire una parola. E’ come rimasto bloccato, ha perso la lingua secondo me. Beh, ben gli sta a quel cafone che non è altro.
“ Se non le dispiace, potrebbe lasciarci soli?”   dico ironica *muuhahhah vendetta!!*
“  Da qua…quando..mi dai del lei?!”   Mi chiede lui scocciato dalla situazione.
“ Da adesso, vada pure Dottore, non ho bisogno di lei per il momento”   continuo a dirgli vendicativa.
 
Vedo il Dottore alzarsi titubante. Osserva me poi Robert. Esce dalla stanza con una lentezza unica. E’ infastidito, si vede benissimo. Ma comunque non credo sia geloso, andiamo, non può essere. E’ un uomo, non può tenere a me.
Adesso che ero sola con Robert, capisco che infondo quel ragazzo non mi piace più. E pensare che gli ero andata dietro per quasi 2 anni di fila. Sono talmente confusa. Perché adesso che è entrato quel dottore da strapazzo nella mia vita è tutto così dannatamente confuso. Quando sono con lui il mio cuore parte, le mani sudano, le gambe tremano, mi sento morire in pratica.
 
“ Volevo chiederti, se a capodanno verrai al party organizzato dalla scuola”   mi dice Robert tra una chiacchierata e l’altra.
“ Si, per quella data dovrebbero dimettermi, quindi ci sarò di sicuro!”   rispondo sorridendogli.
“ E verresti con me?”   E a questo punto non so che pesci pigliare.
Fosse stato qualche settimana fa sarei stata super felice di quella proposta. Ma adesso? Adesso no, non mi diceva più niente Robert. Il mio cuore e la mia testa erano interamente occupati da… quell’antipatico.
“ Ci vengo volentieri con te “    Rispondo dopo qualche secondo. Si, lo so, sono masochista, ma che ci volete fare?
“ Fine della visita! “   sentiamo dire d’improvviso.
E’ l’antipatico appunto. Aveva origliato per caso? E’ apparso dal nulla.  Robert se ne va, dandomi un bacio sulla guancia. L’uomo si irritò nuovamente, tanto da prenderlo da dietro e portarlo di peso fuori dalla stanza. Resto scioccata a vedere il tutto. Chiude la porta e restiamo noi due da soli.
 
“ E’ lui? “ mi chiede avvicinandosi   “ il ragazzo di cui mi hai parlato?”
“ Si “   dico pronta  “ E’ lui”.
“ Non mi piace, non fa per te “   continua a dirmi serio.
“ Cosa?”  scoppio a ridere   “ ma se nemmeno lo conosci”
“ Non mi importa, non mi piace!”   si avvicina ancora e si siede sul letto.
“ Non deve piacere a te, infatti”   torno seria e lo guardo con sfida.
Affonda i suoi occhi dritti nei miei. Non sa cosa dire, si limita a guardarmi intensamente. Poi ride nervoso.
“ Sei vendicativa, e brava”   dice ancora agitato.
“  Oh avanti, che ti prende?”   continuo ironica  “ sei geloso?”
Ridiventa serio di colpo. Abbassa lo sguardo nervoso. Poi lo rialza e vede me sorridergli compiaciuta. Mi stavo divertendo parecchio a giocare quel gioco.
Si avvicina e a poco, a poco, la distanza fra me e lui scompare.
 “ E se ti dicessi di si?”   dice spiazzandomi.
 
Mi perdo in quei suoi occhi meravigliosi. E’ geloso….non ci credo…. Prova qualcosa per me…. Non può essere… Credevo di lasciare lui senza parole, ma alla fine quella che aveva perso la lingua.. ero io.



Spazio "autrice"

Ringrazio Anna Love e sonia0787 Per aver recensito il precedente capitolo ^^
E invito a tutti voi a dire la vostra :D
A presto
Scarl.

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Capitolo 5
*** Incompresioni d'amore ***


IO MI PRENDERO' CURA DI TE



Capitolo 5  -  Incomprensioni d’amore
 
 
Resto a guardare il dottor Bloom incredula. E’ talmente vicino al mio viso che potrei perdere il controllo di me stessa da un momento all’altro. E in quel momento sento l’irrefrenabile voglia di baciarlo, come non ho mai desiderato in vita mia. Tra l’altro, non ho mai dato il mio primo bacio, diciamo, sono rimasta ad aspettare che Robert si decidesse una buona volta a fare il primo passo. Ho aspettato per anni un bacio di quel ragazzo, e adesso che forse si era deciso a me non importava più niente di lui. Ora nella mia vita c’era il dottor Orlando Bloom.  Orlando, non ho mai pensato al suo nome. E’ così bello.
 
“ Non.. non sai cosa stai dicendo, sei ubriaco forse?”  mi decido una buona volta a parlare.
 
“ Non sono ubriaco, e ho detto la verità “    continua a dire quello, avvicinandosi ancora di più.
 
“  Non giocare con me, non giocare!”  mi allontano abbassando lo sguardo ferita.
 
“  E chi ti dice che sto giocando?”   mi tocca il viso con la sua mano per farmi girare verso di lui  “  Non ti farei mai del male, non ne sarei capace”.
 
“ Tu sei un uomo “   lo guardo fisso negli occhi mentre sento bruciare i miei  “ non puoi provare quello… che .. hai appena detto… di provare… per me”.
 
“ Perché? Sono geloso, non posso nasconderlo… è quello che provo “   mi accarezza il viso lentamente.
 
“ Va via “  riabbasso il capo trattenendo a stento le lacrime.
 
“ Dobbiamo parlare, Angel “  continua a dire portandosi le mani a spettinarsi i capelli.   “ sono così confuso”.
 
“ ti prego, vattene, sono stanca, ho bisogno di riposare”  gli dico ancora stringendo i pugni sulle lenzuola del letto.
 
“ va bene, ma dobbiamo comunque parlare e risolvere questa situazione”  dice infine alzandosi e mettendosi a guardarmi per un sacco di tempo.
Io ho la testa abbassata, guardo il letto. Non voglio alzare il viso, non voglio, non devo e non posso. Qualcosa me lo impedisce. Comincio a pregare affinchè si decida a volarsi per andarsene e quando finalmente lo fa tiro un respiro di sollievo.
Ma ecco che torna indietro, arriva da me e si china per darmi un bacio sulla guancia. Spalanco gli occhi dall’incredulità.  Sono terrorizzata, non doveva farlo. Adesso se n’è sicuramente accorto.
 
“ Hai il viso bagnato”  mi sussurra spostando di poco la sua bocca dalla mia guancia  “ perché stai piangendo?”
 
“ Non guardarmi, vattene!”  urlo per poi sferrargli uno schiaffo.
 
Me ne pento subito. Vedo il Dottore allontanarsi da me mentre si ricopre con la mano il viso. Mi alzo senza ragionare, senza riflettere e comincio a chiedergli scusa. Piango ancora come una bambina, ma infondo lo sono.
 
“ Ti prego perdonami, non l’ho fatto apposta, non so cosa mi sia preso “  continuo a dirgli mettendo la mia mano sopra la sua.
 
Il Dottore toglie la sua mano dal viso e io ne approfitto per appoggiare la mia sulla sua guancia. Non so perché lo sto facendo, non  capisco. Lui mi guarda intensamente. Sento il cuore battere all’impazzata. Ho paura che mi scoppi nel petto.
 
“ Non fa niente, sta tranquilla “  mi dice poco dopo, sorridendomi.  “ Ho osato troppo è colpa mia”.
 
Tolgo la mano lentamente dal suo viso. Non capisco perché lo sento tremare. Faccio scivolare le mie dita lungo il suo profilo, fino ad arrivare a sfiorargli la bocca. Lo vedo irrigidirsi e il mio cuore continua a battere ancora più forte. Tremo come non mai.
 
“ Adesso sei tu a osare troppo, piccolo angelo”  mi dice con quel sorrisetto beffardo.
 
Mi allontano subito senza dire niente. Sono troppo presa da lui per poter replicare. Mi manca il respiro. Per fortuna le lacrime si sono fermate. Il Dottore sorride compiaciuto. Ha capito, ha capito che muoio per lui. Lo odio con tutta me stessa. E’ uno stronzo, si sta prendendo gioco dei miei sentimenti. Prima che potessi dire qualcosa lo vedo girarsi e uscire dalla porta. 
Mi siedo sul letto e cerco di calmarmi. Sto male. Sento le gambe tremare, lo stomaco sottosopra,le mani sudate. Che diamine mi sta succedendo??
 
Durante la notte non riesco a chiudere occhio. E’ tutto così confuso. Mi aveva detto che era geloso, ma questo cosa significava? Che prova qualcosa per me? O che è soltanto geloso visto che io sono una sua paziente? Oh che diamine di caos che ho nella testa! Tutto per quell’uomo odioso! Sento la testa scoppiarmi e in quel momento mi accorgo che scotto. Devo aver la febbre. Andiamo bene!
 
Il mattino dopo l’infermiera mi visita e conferma le mie ipotesi, si ho la febbre e alta anche. Mi comincio a sentire davvero male. Voglio il mio Dottore. La sera prima l’avrei ammazzato volentieri di botte, ma in quel momento avevo bisogno di lui.
 
“ Kathrine, dov’è il Dottor Bloom?” le chiedo affaticata.
 
“ Starà per arrivare, sta tranquilla, anzi sai che ti dico? Adesso lo chiamo e gli dico di muoversi perché la sua paziente preferita sta molto male, va bene?”  mi dice per calmarmi.
 
“ Grazie”   poverina, lei nemmeno immagina.
 
Passano appena un 5 minuti dalla telefonata di Kathrine ed ecco che arriva il mio Dottore. E’ agitato, preoccupato, tutto questo per … me. Appena entra gli sorrido.
 
“ Kathrine puoi andare, me ne occupo io adesso”   dice subito all’infermiera che esegue gli ordini e se ne va.
 
Appena la porta si chiude dietro alle sue spalle, l’uomo si precipita immediatamente da me.
 
“ ci sono io con te, andrà tutto bene, capito? “  mi accarezza dolcemente la fronte.
 
“ sei.. uno .. “  sono stanca non riesco nemmeno a parlare   “ stronzo”.
 
Lo sento ridere. Sorrido. Glielo dovevo dire che era stronzo. Lo vedo allontanarsi per prendere qualcosa. Il termometro. Si avvicina di nuovo a me. Si siede lentamente sul letto. Mi dice di mettermi seduta. Mi sforzo ma deve aiutarmi. Sono fra le sue braccia, mi sento ancora più male.
 
“ abbassa la spallina “   mi dice serio.
 
“ No”  rispondo imbarazzata   “ con te davanti no”.
 
“ Angel, sono un Dottore, avanti non fare la bambina”  continua divertito.
 
A quella sua provocazione cedo e mi decido ad abbassarmi la spallina. Divento ancora più rossa di quando di già non lo sia a causa della febbre. Mette il termometro sotto il mio braccio. Tremo sempre di più. Fatto ciò mi avvolge fra le sue braccia e mi stringe a se. E’ stato gentile, sa che non ho un briciolo di forza per stringere bene il braccio. E’ così dolce e… stronzo allo stesso tempo.
 
“ sono un deficiente “  dice d’un tratto ridendo  “ uso una scusa come questa per abbracciare una bella ragazza”.
 
Spalanco gli occhi. Cos’era quello? Un complimento,forse? Lo uccido, lo voglio uccidere.
 
“ Lo farai con tutte allora”   rispondo io cercando di non perdere il controllo come ieri.
 
“ No, solo con te “  continua quello sempre più divertito.
 
“ Non ti sopporto!”  gli dico alzando il viso fino a scontrarmi col suo.
 
No. Siamo pericolosamente troppo vicini. Sento il suo respiro sulla mia bocca. Sento il suo profumo, il suo calore. Sto impazzendo. Non capisco più niente. Forse è la febbre. Forse è lui. Mi stai facendo impazzire, ho un assoluto bisogno di baciarti. Non resisto, non sono più lucida, non ragiono più.
Ma è lui ad avvicinarsi. Chiudo gli occhi e mi lascio andare. Le nostre bocche si sfiorano. Ci allontaniamo e le avviciniamo di nuovo. Sento un fuoco bruciarmi dentro. Quello sfiorarsi di labbra mi sta facendo ulteriormente impazzire. Devo baciarlo, devo poggiare le mie labbra sulle sue.
 
“ Dottor Bloom!”  sentiamo d’improvviso sussultando dalla paura.
 
Apro gli occhi e mi allontano. Davanti a noi c’è Kathrine. Ha visto? Non ha visto? Non lo so.  Ma dall’espressione del suo volto credo proprio di capire che… ha visto e ha capito tutto.
 
“ Dottor Bloom, può uscire un attimo?”   gli chiede seria.
 
L’uomo annuisce e prima di andarsene mi regala uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Appena esce fuori fiondo giù dal letto, barcollando, per sentire quello che si dicono.
 
“ Cosa significa quello?” gli chiede l’infermiera arrabbiata.
 
“ Quello cosa?”  ripete lui facendo il finto tonto.
 
“  Stava per baciare quella ragazza! Se non fossi entrata io vi sareste baciati!”   dice l’infermiera una volte per tutte assicurandosi che non ci fosse nessuno in giro per ascoltare.
 
Il Dottore non dice niente. O meglio, non sa cosa dire. Negare davanti all’evidenza? Che casino assurdo.
 
“ Lo so, può sembrare questo, ma ti giuro che non lo è! La ragazza si è presa una cotta per me, ha la febbre alta, stava delirando e si è avvicinata un po’ troppo, tutto qui “ cerca di spiegargli lui mentre io dalla stanza resto con la bocca aperta  “ secondo te posso innamorarmi di una ragazzina? Andiamo!” continua a dire ironico.
 
Sono allibita. Una rabbia inimmaginabile mi sale dentro. Trattengo le lacrime sugli occhi. Stringo i denti e i pugni. Deglutisco. Ho il cuore in mille pezzi. Sento come se fossi finita in un baratro senza via d’uscita.  Mi ha presa in giro, ha giocato con i miei sentimenti. Non si doveva permettere di farlo. Lo odiavo, lo odiavo con tutta me stessa!!
 
Quel giorno stesso parlai col direttore dell’ospedale. Gli dissi che volevo avere un altro Dottore. Non voglio più rivedere quello stronzo, quel bastardo, quel miserabile per il resto della mia vita!!
 
“ Ma è sicura signorina Angel? Il Dottor Bloom è uno dei migliori!”  mi continua a dire il direttore.
 
“ A me non è sembrato, voglio un Dottore più competente!”  gli dissi ancora e alla fine acconsentì alla mia richiesta.
 
Nessuno può prendersi gioco di me in questo modo. Neanche chi ha rubato il mio cuore.
 
 
 


Ehi come va?? Spero bene :D
Ringrazio tutte coloro che leggono questa storia
E un grazie in particolare a :  SONIA0787    ANNA LOVE    TONSKIE   E  LELELOL    per aver detto la vostra!! Graziee!
 
E invito tutte voi a recensire ^^
Alla prossima!!!

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Capitolo 6
*** L'amore è complicato ***


IO MI PRENDERO' CURA DI TE




Capitolo 6 -   L'amore è complicato
 
 

Non so se ho fatto una cazzata oppure no, ho agito come il cuore mi suggeriva di fare. Mi ha usata, umiliata, mi ha spezzato questo mio cuore, già di per sé abbastanza fragile per conto suo. Gli avevo detto di non permettersi di giocare con me, gliel’avevo detto. Sono stata una stupida a credergli, a fidarmi di lui. Si sa che degli uomini non bisogna mai e dico MAI fidarsi. Una ragione in più quando sono anche belli e sanno di esserlo. Lo odio, lo odio con tutta me stessa.
Ma perché allora mi viene sempre in mente lui? E quel momento in cui le nostre labbra si sono sfiorate? Perché accidentaccio deve battermi il cuore in questo modo?
E’ chiaro, è semplice purtroppo : mi sono innamorata di quello stronzo!
Non ho mai provato in vita mia questa sensazione. La mia cotta per Robert era soltanto una di quelle infatuazioni adolescenziali, ma questo che sto provando adesso no, non lo è. Non so spiegarlo nemmeno a me stessa, ma è un qualcosa di diverso, di profondo e di dolce anche. Non so se sia amore o chissà cosa, ma io provo un sentimento così forte da non voler più vederlo per paura di scoppiargli a piangere davanti.
L’amore. Cos’è l’amore? A 18 anni ammetto di non saperne niente, ma questa cosa che sento può essere amore? Questo sentirmi lo stomaco sottosopra, questo tremare continuo di gambe, questo sudare di mani, questo cuore che batte all’impazzata e che non vuole sentir ragione di fermarsi…. può essere amore?
Sento qualcosa di veramente profondo dentro di me. Quando cerco di controllarlo, di limitarlo mi distrugge, quando cerco di rinchiuderlo mi rende schiava e quando tento in tutti i modi di capirlo, mi lascia confusa  e persa.
Orlando. Solo Orlando. Il Dottor Orlando Bloom. Diamine, che nome perfetto che ha. Non voglio mentire a me stessa. A me piace, a me piace tutto di lui. Quel suo sguardo quasi ipnotico e penetrante, quel suo sorriso che cambia le mie giornate, da buie e tristi diventano felici e allegre, e per non parlare di quella sua bocca, di quelle sue labbra, quelle labbra che tanto desideravo avere sulle mie. Solo al ricordo di quel momento sento le maledette farfalle darsi alla pazza gioia nel mio stomaco.
Basta! Devo capire che si è preso gioco dei miei sentimenti e che si è comportato malissimo nei miei confronti! Ancora quella sua frase riecheggia nella mia mente “ Secondo te posso innamorarmi di una ragazzina?”, e sento le lacrime punzecchiarmi sugli occhi, ma le trattengo, non voglio piangere.  Fa troppo male quello che ha detto a Kathrine. Per di più dopo quello che è successo tra di noi. E adesso che ci penso bene io non ho fatto proprio niente, è stato lui ad avvicinarsi sempre di più a me. E’ stata la sua bocca a sfiorare ripetutamente la mia. Io ero immobile, pur volendo non sarei riuscita a fare niente. 
Per fortuna la febbre è calata, ma non posso dire lo stesso della mia incazzatura. Non voglio rivederlo, non voglio guardarlo, non voglio più sentire le sue stupide giustificazioni. Adesso avrò un nuovo Dottore, e sono sicura che saprà prendersi cura di me, ne sono certa, riuscirà a fare ciò che l’altro non è riuscito a fare.
E’ una notte eterna, possibile che non passi? Non riesco nemmeno a dormire con tutti i pensieri che mi passano per la testa. Sono successe troppe cose, troppe emozioni e delusioni allo stesso tempo. Ho bisogno di riposare, di non pensare a niente, e specialmente di non pensare a lui, al male che mi ha fatto e che continua a farmi. Si, perché nonostante tutto io non riesco a odiarlo.
Ufficialmente però lo odio, che si sappia.
 
Il mattino dopo mi sveglio decisamente tardi. Ho preso sonno verso la mattinata, quindi dovevo recuperare. Appena apro gli occhi vedo mia madre parlare in lontananza con un signore. Lentamente la scena si fa sempre più chiara. I due si accorgono che li sto guardando e si precipitano da me, sorridenti.
E mo chi è questo?
 
“ Angi, tesoro! Questo è il nuovo Dottore che si prenderà cura di te, sei contenta? “ , mi dice tutta sorridente. “Mi hanno riferito che il Dottor Bloom ha dovuto lasciare questo impegno perché gli hanno assegnato altri pazienti con patologie più gravi della tua, mi dispiace tantissimo, mi stava molto simpatico, ma il tuo nuovo Dottore non è da meno”, continua a dirmi senza smettere un secondo di parlare e inconsapevole del fatto che non la sto nemmeno a sentire.
 
“ Buon giorno, signorina. Ben svegliata. Credo che io e lei lavoreremo bene insieme”, mi dice poco dopo quel Signore paffuto, pelato e basso, che si trovava vicino a mia madre.
 

E va bene, me lo meritavo, suvvia. Avevo a disposizione una specie di sex symbol di Hollywood e l’avevo cacciato via, e adesso ovviamente mi avevano mandato l’esatto opposto. Beh, almeno non rischio di innamorarmi di lui, anche perché è abbastanza avanti con l’età, sulla cinquantina più o meno.
Cerco di sorridergli e lo saluto cortesemente. Sembra simpatico il signore, beh sempre meglio di quello stronzo dopotutto. Uhm, adesso che ci penso, non si era fatto più vivo, mi sarei aspettata che volesse delle spiegazioni da me, ma niente, non era nemmeno passato per vedere come stavo. Zero assoluto. Non dico che ci sono rimasta ulteriormente male, anzi sono sollevata da un certo punto di vista perché almeno non devo affrontarlo e lottare con tutta me stessa contro le mie lacrime e con la mia rabbia/furia omicida. Però una parte di me vuole rivederlo ancora una volta. Anche solo per dirgli che è uno stronzo. Ma forse non ne ho nemmeno il coraggio di dirglielo. Anzi, se fosse per quell’altra “parte” di me, gli sarei corsa contro e l’avrei abbracciato forte forte a me. Quindi meglio evitare.
Dopo aver parlato ancora di cose che non ho nemmeno ascoltato, il Dottore esce dalla mia stanza lasciandomi sola con mia madre. Quest’ultima si rende conto che in me c’è qualcosa che non va. E va beh, voglio dire, non posso di certo mettere un sorriso a trentadue denti e fare finta che io non sono innamorata del bel Dottore da strapatto o che lui mi ha presa letteralmente in giro, prendendosi gioco dei miei sentimenti. Ovvio che potevo fingere, ma fino a un certo punto.

 
“ Che c’è, piccola mia? Qualcosa non va?”, mi chiede guardandomi seria.
“ No, tutto bene, mamma. E’ che ho dormito poco stanotte”, le rispondo senza guardarla in faccia altrimenti capirebbe che le sto mentendo.

 
“ Sai, trovo piuttosto strano il fatto che il Dottor Bloom ti abbia abbandonata così, come se niente fosse. Sembrava essere deciso a prendersi cura di te fino alla fine”, dice poco dopo con un tono alquanto sospettoso.

 
“  Non so cosa dirti. L’hai detto tu poco fa, gli hanno assegnato dei pazienti più problematici di me”.

 
Per fortuna mia madre la finisce lì e non fa più domande inopportune. Anche se capisco perfettamente che non se l’è affatto bevuta.  Poco importa, i suoi sospetti è l’ultimo dei miei problemi.

 
Passa una settimana e… indovinate?... Mi manca. Quello stupido mi manca. E non s’è fatto vedere neanche una volta. Questo mi fa male, eccome se fa male. Fra un po’ di giorni esco finalmente da quest’inferno e festeggio il Natale insieme alla mia famiglia. E il 31 c’è la festa a scuola e ci andò insieme a Robert. Cosa voglio di più dalla vita? Orlando, ecco cosa voglio. Quell’uomo stupido e irritante.
Decido di alzarmi per andare un po’ in giro per l’ospedale e per sgranchirmi anche un po’ le gambe. Non ce la facevo più a stare su quel dannato letto. Lungo i corridoi incontro una bambina. Corre così veloce che non fa in tempo a fermarsi e mi viene addosso. Fortunatamente riesco a prenderla in tempo.

 
“ Ehi, bambina, stai bene? Non ti sei fatta male,vero?”, le chiedo preoccupata.

 
“ No, no. Mi sono persa”, risponde la piccola con le lacrime sugli occhi.

 
Mi fa una gran tenerezza. Poverina, si è persa. E vorrei ben vedere, quest’ospedale è immenso e per di più i corridoi e le stanze sono tutte uguali, non si capisce niente, ci manca poco che mi perdo anch’io, figuriamoci una bambina. Le sorrido e mi offro di accompagnarla alla ricerca di qualche suo familiare. Per fortuna la bambina si calma e riesco anche a farmi dire il suo nome : Speranza.

 
“ Hai davvero un bellissimo nome, complimenti”, le dico sincera.  “ Speranza, vorrei averne io in questo momento”, borbotto stando a tenta a non farmi sentire dalla piccola.

 
“ Sei davvero gentile a riaccompagnarmi, meno male che ti ho incontrata”, mi dice poco dopo stringendo forte la sua mano nella mia.

 
“ E dimmi, come mai sei in un postaccio come questo?”, le chiedo sorridente.

 
“ Per la mia mamma”, il suo tono si fa sempre più triste. “ Sta male”.

 
“ Oh, mi dispiace”, mannaggia a me e alla mia linguaccia “ E dimmi, quanti anni hai, piccoletta?”, cerco di cambiare discorso.

 
“ Ho sei anni”, risponde tornando allegra e mostrandomi il numero sei con le dita della sua mano.

 
Quanta dolcezza in un corpicino così piccolo. Quando male invece in questo mondo. Spero con tutto il cuore che la sua mamma non abbia niente di grave, non voglio che questa bambina così dolce soffra. Non se lo merita.
Dopo un lungo girovagare finalmente Speranza si ricorda di qualcosa. Vicino alla stanza della sua mamma c’era attaccato sul muro un quadro. La vedo sorridere raggiante e insieme entriamo dentro la stanza.
Qualcosa di inaspettato e di… sconvolgente mi appare davanti. Resto di sasso mentre la bambina lascia la mia mano per correre ad abbracciare la sua mamma. I miei occhi si incontrano con quelli di lui, con quelli del Dottor Bloom.
No, dannazione. Non può essere. Perché dovevo incontrare proprio lui?! Ah quando ci si mette la sfiga.
Faccio subito per andarmene, ma la bambina si volta verso di me e mi ferma.

 
“ Lei è Angel, mamma. Mi ha aiutata a trovarti, è stata davvero gentile”, dice la bambina piena di gioia.

 
“ Grazie, Angel, non so come ringraziarti”, continua la Signora sorridendomi e continuando ad abbracciare la figlia.
 

“ Oh, si..si figuri”, cerco di restare calma. Lui è lì. Mi sta fissando, ma io non oso alzare lo sguardo.
 

La piccola continua ancora a parlare, a raccontare alla madre la nostra ricerca, poi però all’improvviso un piccolo rumore fermò il racconto della bambina. C’è un aggeggio per terra. Gli era caduto al Dottore. Alzo d’impulso lo sguardo su di lui. Lo vedo deglutire mentre impacciato si accinge a recuperare quello che gli è caduto.  Lo guardo immobile. Il cuore mi martella incessante nel petto. Il Dottore è agitato, lo si vede benissimo.
Si alza e passa di fianco a me per prendere qualcosa. Siamo vicini, troppo vicini. Il mio respiro e irregolare, come anche il suo. Lo sento. Ci mette un po’ troppo a prendere quello che deve prendere.  Poi torna dalla Signora.
 

“ Dottore, Dottore! Non trova anche lei che la signorina Angel è stata davvero gentile con me?”, gli dice la bambina saltellando di qua e di là intorno a me.
 

Silenzio.  Temo che si sentano i battiti del mio cuore.
 

“ Lo è stata”, risponde abbozzando una specie di sorriso e continuando a fare quello che stava facendo.  “ Con chi vuole è sempre gentile, premurosa, e tutto quello che vuoi tu, piccola. Ma attenta che a volte l’apparenza inganna”.
 

Il mio cuore si ferma. Spalanco gli occhi incredula. Quel bastardo, quel deficiente, è stato in grado di dire quello che ho appena sentito??! E’ senza ritegno, un completo stronzo. Stavolta però non gliela do vinta a lui. Lascio perdere il cuore che batte forte per lui, le farfalle dentro lo stomaco, le gambe tremare e in un lampo arrivo vicino al caro Dottore, lo afferro dal braccio e lo faccio voltare violentemente verso di me. E’ sorpreso. Non se l’aspettava.
 

“ Dopo che hai detto tutte quelle belle parole all’infermiera, credevi che t’avrei accolto a braccia aperte?! Eh?! Ma con chi credi d’avere a che fare? Con una bambina, forse? Non dovevi prenderti gioco di me, non dovevi permetterti di farlo!”, dico tutto questo senza versare nemmeno una lacrima e spintonandolo di continuo.
 

“ Smettila, ci sono dei pazienti”, dice a bassa voce facendomi irritare ancora di più.
 

“ Non mi importa, voglio che tutti sappiano che razza di persona sei realmente!”, continuo a spingerlo fino a quando non si ritrova con le spalle al muro. “ E voglio anche che tutti sappiano che…ti odio, io che non ho mai odiato nessuno in vita mia, ti odio!”, urlo infine e lui chiude gli occhi d’impulso. Quasi come se potesse sentire tutto l’odio che provavo nei suoi confronti.
 
I nostri occhi si incontrano e come per magia, ogni mio risentimento scompare. Ha degli occhi così belli, dannazione. Mi calmo improvvisamente e decido di staccarmi da quel suo sguardo ipnotico. Mi giro verso la donna e la sua bambina. Stanno osservando la scena con curiosità e stupore. Sono stata troppo avventata, accidenti. Mi giro e faccio per andarmene, rossa dalla vergogna.
 

“ E sentiamo…” , sento dire d’un tratto. “ Cosa avrei dovuto dirle? La verità, forse? Così sarebbe subito andata a dirlo al direttore e nel giro di 24 ore sarei stato spedito in chissà quale altro ospedale?!”.
 

Mi giro confusa. Non mi aspettavo che si decidesse a parlare. Ma cosa vuole dire?
 

“ Lontano da qui”, continua guardandomi. “ Lontano da..  te”.
 

Deglutisco mentre comincio a tremare. Cosa sta dicendo questo stupido? Si sta ancora prendendo gioco di me?
 

“ Di quale verità stai parlando? Non ti capisco”, dico con la voce che mi trema.
 

“  Devi capire invece”, risponde avvicinandosi.  “ Devi capire che non potevo di certo dirle  “Si,è vero. Mi sono innamorato di lei, di quella ragazzina”.
 

Sorride imbarazzato mentre io non so che fare. Guardo lui, poi volgo lo sguardo verso la bambina e sua madre. Loro sorridono raggianti. E’ chiaro che attendono tutti una mia risposta. Ma io non so cosa dire, non so cosa fare. Sto male.
Lo guardo per l’ultima volta, dopodiché mi giro e scappo via. E non posso evitare di farlo, scoppio irrimediabilmente a piangere.
E chi se lo sarebbe mai aspettato che dicesse di essersi innamorato di me. Io no di certo….
 

Intanto nella stanza in cui c’erano la signora, la bambina e il Dottor Bloom…
 
“ Perché non corre da lei?”, gli chiede la piccola.
 
“ Perché ho paura di farla soffrire ancora”, le risponde rassegnato. 
 
“ Ma siete entrambi innamorati!”, continua la piccola inorridita da tutto quello che stava succedendo.
 
“ Speranza, non essere invadente”, la riprende subito la madre.
 
Il Dottore la guarda e le fa un piccolo sorriso, “ L’amore è complicato,  capirai quando sarai più grande”.
 
D’un tratto il sorriso sul suo volto scompare. Tira sù un profondo sospiro e chiude gli occhi. Dopodichè riprende a fare il suo lavoro…. stavolta però… il cuore da curare era il suo.

 
 
 
 
 
Saaaaaaaalve.
Scusate per il ritardo, ma eccomi qua xD!
 
Vorrei ringraziare :
LELELOL – SONIA0787 – MICIAA  e  LAURETTA_03     
Per aver recensito il precedente capitolo! Grazie mille!!!
E grazie anche a tutti quelli che leggono solamente! E vi invito, come sempre, a dire la vostra!
A presto
Scarl.

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Capitolo 7
*** Paura di amare ***


IO MI PRENDERO' CURA DI TE




Capitolo 7 -  Paura di amare
 
 
Corro senza neanche sapere dove andare. Le lacrime appannano la mia vista. Sento solo un grande dolore ingigantirsi sempre di più. Quell’uomo è riuscito a farmi piangere di nuovo. Ha detto di essere innamorato di me, ma chi mi assicura che non mi stava prendendo in giro? Come posso fidarmi di lui dopo quello che è successo?
I suoi occhi, quei suoi occhi meravigliosi erano sinceri.  Ho paura, tanta paura di soffrire ancora. Non doveva dirmi quelle cose in quel modo, ha sbagliato comportandosi così.  Se uno è innamorato di una persona dovrebbe dirglielo in privato e non in mezzo ad altra gente.  Quella scena mi ha imbarazzata parecchio e per questo l’unica idea che mi è venuta in mente è stata quella di darmela a gambe levate. E cosa si aspettava? Che gli avrei risposto che anch’io sono innamorata di lui? Poteva scordarselo. In cuor mio so perfettamente di amarlo, come mai ho amato in vita mia, ma da qui a dichiararlo ce ne vuole.
Cerco di ricompormi, ma non posso fare nulla per le mie guancie arrossate. Fortunatamente riesco a fermare le lacrime. Devo smetterla di piagnucolare ed essere forte.  Sarò pure una ragazzina di 18 anni, ma non permetto a nessuno di farmi star male in questo modo. Il Dottor Bloom non fa per me, devo capirlo una volta per tutte. Dovrei concentrarmi su Rob piuttosto. Lui si che è un ragazzino carino e gentile. E a capodanno andrò a quella dannata festa e mi divertirò come mai ho fatto in vita mia.
 
“ Si sente bene, signorina Angel?”,  sento chiedermi d’un tratto.
 
Mi giro presa di soprassalto e vedo il nuovo Dottore sulla porta, “ Si, grazie”.
 
“ Bene, adesso le controllo il suo piccolo cuoricino e dopo la lascio riposare”, continua quello sorridendomi gentilmente.
 

Almeno è simpatico questo signore. Non posso di certo dire che l’altro Dottore non mi manca, perché direi una stupidaggine enorme. E se quello che mi ha detto fosse vero, allora l’avevo giudicato troppo in fretta. Per quanto riguarda le parole che ha detto a Kathrine, non posso di certo dargli torto. Se avrebbe detto una cosa del genere, e cioè che si è innamorato di me, sarebbe scoppiato un putiferio e l’avrebbero di sicuro mandato via. Può anche essere quindi che abbia detto la verità. Anche se… non so, non riesco a fidarmi del tutto.
Ah meglio non farsi troppe domande. Devo solo aspettare cinque giorni e poi potrò finalmente uscire da questo inferno. E spero vivamente di non doverci ritornare. Starò attenta al mio cuore, farò di tutto pur di non tornare qui e per non incontrare di nuovo quel Dottore che mi sta facendo soffrire. Da non credere. Oggi è un mese che sono rinchiusa in questo postaccio.
 
“ Tutto apposto”, sento dire nuovamente dal Dottore, “ A domani, signorina”.
 
Prima di andarsene mi rivolge un sorriso di cortesia. Non poteva essere così anche quel deficiente di Bloom?  Accidenti, sto sempre a pensare a lui. Devo smetterla assolutamente.
 
 
Il giorno dopo ricevo una visita inaspettata. La piccola che ho aiutato ieri a ritrovare la mamma, è venuta a trovarmi. Sembra un po’ imbronciata.
 
“ Ehi, Speranza, che ti prende?, le chiedo curiosa.
 
“  Ieri hai trattato male il Dottore”, risponde la bambina guardandomi arrabbiata.
 
Resto a bocca aperta. Ah no, adesso anche la piccola Speranza ci si mette? Quel deficiente non si merita proprio di essere difeso da questo angioletto.
 
“ Lui si è comportato malissimo nei miei confronti”, le dico stringendo i pugni nel lenzuolo, “ Non è quello che sembra, fidati.”
 
“ Ma ha detto di essere innamorato di te! “ , continua la bambina imperterrita, “ E so che anche tu lo sei, non negarlo. Ho visto bene come lo guardavi. Quel Dottore ti toglie letteralmente il fiato!”.
 
Questa bambina è davvero molto perspicace. Mi ha fatto restare senza parole. Ha ragione lei, ha tutte le ragioni del mondo, ma forse i bambini vedono le cose troppo facili, non conoscono ostacoli e problemi.  La guardo stupita senza sapere cosa dire. Speranza si addolcisce di colpo.
 
“ Scusami, non volevo essere invadente. Però trovo ingiusto tutto questo”, abbassa lo sguardo dispiaciuta.
 
 “ Cosa trovi ingiusto?”, le chiedo confusa.
 
“ Che vi amate così tanto, ma non avete il coraggio di stare insieme”, ammette la bambina, guardandomi con gli occhi lucidi.
 
Quelle parole arrivano dritte al mio cuore.  Ha dannatamente ragione. Su tutto. Mi sento così stupida. Sono stata ripresa da una bambina, non ci posso credere.  Mi alzo di scatto, non so nemmeno io quello che voglio fare realmente. Speranza mi guarda confusa. Io le sorrido e lei ricambia raggiante. Forse ha capito, lei sa cosa ho in mente di fare. E credo di saperlo anch’io.
 
“  So dov’è “ , mi dice la piccola afferrando la mia mano e trascinandomi fuori dalla stanza.
 
Mentre camminiamo velocemente per il corridoio dell’ospedale mi prendo di panico. E cosa gli dico? Oh no, dovevo prima pensare bene a un discorso da fargli e non volare da lui così, come se niente fosse, e per di più senza sapere cosa devo dirgli. Cerco di calmarmi mentre la bambina non smette di camminare.
Respira, Angel, respira. E bada bene di non svenire quando te lo troverai davanti.
 
“ Eccolo! Eccolo!”, sento urlare da Speranza dopo non molto.
 
Lo vedo anch’io. E’ lì, appoggiato al muro. Sembra pensieroso, preoccupato. E’ il momento giusto, devo andargli a parlare, devo andare da lui. Si, ma sono completamente bloccata, non riesco a muovere un muscolo. Il cuore non smette di martellarmi nel petto. Temo mi possa scoppiare da un momento all’altro. Vedo il Dottor Bloom sospirare. Oh Dio, è bellissimo.
 
“ Ehi, Dottor Bloom!”, urla d’improvviso la piccola Speranza per farci notare dal lui.
 
L’uomo si gira di scatto verso di noi. E’ stupito nel vedermi lì, a pochi metri. Capisco dal suo sguardo che è molto confuso.  Cerco di sorridere, e fortunatamente riesco a farlo. Vedo che anche lui ricambia il sorriso, anche se un po’ confuso. Speranza mi ripete in continuazione di muovermi, di andare da lui, ma non ci riesco. Sto ferma lì ad ammirare  quel sorriso meraviglioso. Sento un calore nel petto, lo stomaco sottosopra e ho fortemente paura che le mie gambe cedano.
Come fai a farmi questo? A farmi perdere ogni controllo di me stessa? A farmi impazzire con un tuo solo sguardo?  
Ti prego, fa qualcosa. Vieni verso di me, perché io non ne ho la forza.  Ho paura che questo sia un sogno troppo bello per essere vero.  Ho paura di soffrire ancora. 
Sono innamorata persa di te, caro Dottore. Non potrei sopportare un’altra tua presa in giro.  Il mio cuore non potrebbe reggere.
 
Ed ecco che finalmente si decide a venirmi incontro. Il cuore riparte a battere ancora più forte.
 
“ Orlando, tesoro!”, una ragazza lo afferra da un braccio facendolo voltare verso di sé.
 
Chi è quella donna? Una sua amica,forse?
 
E in quel preciso istante non capisco più niente. Lui è lì che guarda quella donna stupido nel vederla. Non se l’aspettava, è chiaro dalla sua espressione. Io resto con gli occhi spalancati a guardare l’intera scena. Non riesco a capire cosa diavolo sta succedendo. Il Dottore stava venendo verso di me, per parlare, per chiarirci, per dichiarare i nostri sentimenti. E invece…
 
“ Mi.. Miranda..” , pronuncia il suo nome incredulo.
 
Miranda? No, non può essere proprio quella Miranda? La sua… fidanzata? Mi ricordo che mi aveva detto una cosa del genere quella volta della nostra chiacchierata in giardino, ma l’avevo proprio rimosso.
 
“ Non sei contento di vedermi, amore?”, continua lei portandogli le braccia al collo.
 
Sento di star per morire. Mi gira la testa. La vista comincia ad appannarsi. Sento Speranza chiamarmi, ma la sua voce è lontana, non riesco a risponderle.
 
La donna si avvicina al viso del mio Dottore e gli da un bacio sulle labbra.
 
Un enorme senso di vuoto si fa largo dentro di me. Non sento più niente, non vedo più niente. E un dolore atroce al petto mi tortura. Cado a terra, non avendo più alcuna forza per reggermi in piedi. Tengo le mani strette sul petto mentre cerco di continuare a respirare. Sento un male immenso, mai provato prima. Le forze mi stanno abbandonando.
Ai miei occhi tutto si presenta in maniera confusa e sfocata. Credo di vedere la piccola Speranza in lacrime mentre si dispera per me. Ad un certo punto qualcuno la scosta via e un infermiera l’abbraccia forte.

“ Angel, Angel! “ , qualcuno mi sta chiamando, “ Sono io, Angel, ti prego reagisci, reagisci!”.

 
E’ lui, è il Dottor Bloom. E’ accasciato a terra vicino a me. Ho le sue mani sul mio petto. Lo vedo avvicinarsi sempre di più mentre continua a dirmi di calmarmi. Sento il suo calore, il suo profumo, il suo essere così meraviglioso. La sua mano si muove dolcemente sul mio cuore compiendo una specie di massaggio. La sua bocca è vicina al mio orecchio.
 
“ Non lasciarmi, ti prego”, mi sussurra piano.
 
Inaspettatamente il mio respiro si sta lentamente regolarizzando. Il dolore al petto si fa sempre più lontano. E il mio Dottore sorride felice. I suoi occhi brillano. Stava per mettersi a piangere. Istintivamente porto la mia mano ad accarezzargli il viso. Volevo toccarlo, ne avevo l’assoluto bisogno.
 
“ Perché…devi….esssere….così..”, cerco di dirgli qualcosa, ma il mio respiro non si è del tutto regolarizzato.
 
“ Così?”, mi chiede in un sussurro, sorridendo.
 
“ così, dannatamente… bello”, dico alla fine per poi chiudere gli occhi, sopraffatta dalla stanchezza.
 
 
 
Al mio risveglio mi ritrovo nella mia stanza d’ospedale. Provo a muovere la mano, ma qualcosa me lo impedisce. Sposto di poco lo sguardo e mi ritrovo il Dottor Bloom appisolato sulla sedia, con la testa sul letto e la mano stretta alla mia.
Cerco di ricordare quello che era successo. Ah, si.. ecco. Quando ho visto quella donna baciarlo mi sono sentita male. Un altro attacco. E lui mi ha salvata ancora una volta. Ma non dovrebbe essere qui, a tenermi stretta la mano, lui ha una fidanzata, e sfortunatamente non sono io.
Cerco di muovere la mano e nel farlo lo sveglio. Lo ammiro mentre lentamente apre quei suoi occhi meravigliosi. Dopo qualche secondo un sorriso si dipinge sul suo volto. E sento un tuffo al cuore.
 
“ Mi hai fatto spaventare a morte”, mi dice portando la mia mano alla sua bocca per baciarla.
 
“ Si, mi sono spaventata a morte anch’io”, rispondo cercando di non fargli notare la mia agitazione di quel suo gesto.
 
“ E’ stata tutta colpa mia”, ammette, avvolgendo la mia mano in entrambe le sue e stringendola forte, “ ti prego di perdonarmi. Io non sapevo che lei sarebbe venuta. E’ da molto che non ci vediamo”.
 
Non so cosa dire.
 
“ Dimmi perché sei venuta da me, per favore”, continua a dirmi, “ Volevi dirmi qualcosa di importante, vero?”.
 
“No, niente di importante in verità”, rispondo senza voltarmi a guardarlo.
 
“ Angel, per favore, non  mentirmi”, porta la sua mano al mio viso, costringendomi a voltarmi verso di lui, “ Io sto male, non riesco a smettere di pensarti e.. oggi non mi sarei mai perdonato se ti fosse successo qualcosa”.
 
“ Tu hai una fidanzata”, gli dico fredda, “ E’ con lei che dovresti stare in questo momento”.
 
“  Ma io voglio stare qui, con te”, si avvicina ancora di più, “ vuoi capirlo una buona volta?”.
 
I suoi occhi imprigionano i miei. Non riesco a non morirgli davanti. Sono troppo innamorata di quest’uomo per poter fingere indifferenza nei suoi confronti. Avvicina il suo viso al mio, e piano piano le distanze fra me e lui svaniscono. Sento il suo respiro sulla mia bocca. Mi fa perdere la testa ogni volta che si avvicina in quel modo. Il suo sguardo passa lentamente dai miei occhi alla mia bocca. Sospira profondamente e sento il sapore entrarmi dentro. Lo voglio, adesso. Voglio quelle labbra, quella bocca. Non resisto, non ce la faccio più. Dal primo momento in cui l’ho visto non ho desiderato altro che avere le sue labbra sulle mie. Voglio sentire la sua lingua muoversi insieme alla mia in una specie di danza. Voglio baciarlo fino a perdere il respiro.
Ma non posso, e non devo. Lui appartiene ad un’altra. Mi allontano dal suo viso provocandogli un sorriso divertito.
 
“ Voglio baciarti, Angel”, mi sussurra, strofinando la sua fronte sulla mia guancia, “ Desidero da morire baciarti”.
 
A sentire quelle parole mi sento mancare. Mi stordisce, non so come, ma ci riesce. Non riesco più ad allontanarmi da lui e nel frattempo ha già ripristinato la vicinanza di prima. Sento le sue labbra sulla mia guancia. Deposita sulla mia pelle dei piccoli e continui baci provocandomi un’emozione indescrivibile.
Mi bacia con sempre più desiderio, evitando la mia bocca. Tremo come una bambina. Ho paura e lui lo sa bene.
 
“ Non tremare, piccola, non aver paura di me”, mi sussurra all’angolo della bocca, “ lasciati andare, per favore, lasciati baciare. Muoio dalla voglia di farlo. Impazzirò se non porterò le mie labbra sulle tue, se non sentirò il tuo sapore nella mia bocca.”
 
Percepisco tutto il suo desiderio. Sta tremando anche lui, non ci credo. E alla fine lo faccio, mi lascio andare, mi lascio baciare.
Prima ci sfioriamo lentamente per un attimo infinito. E poi finalmente le nostre bocche si uniscono… per mezzo secondo, per poi ritirarsi nuovamente e ritrovarsi ancora e ancora.
 

 

 
 
Ehilà!
E’ mezza notte spaccata, ma io dovevo mettere questo capitolo U_u’
Come state? Bene spero!
Vorrei ringraziare tutte coloro che hanno recensito il precedente capitolo :
  LELELOL, SONIA0787, KYRAPOTTEREDIRECTIONER, MICIAA, TONKSIE  e  LAURETTA_03 !
GRAZIE MILLE! VI AMO VI AMISSIMOOOO!

E GRAZIE ANCHE A COLORO CHE LEGGONO SILENZIOSAMENTE E RINNOVO,COME SEMPRE, L’INVITO A DIRE LA VOSTRA ^^

COSA VI E’ PIACIUTO DI PIU’ DI QUESTO CAPITOLO? VOI COSA AVRESTE FATTO AL POSTO DI ANGEL?
CHI E’ STATO IL PERSONAGGIO CHE AVETE PREFERITO DI PIU’ IN QUESTO CAPITOLO?

 
A PRESTO, SPERO XD
SCARL.

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Capitolo 8
*** L'amore per me sei tu ***


IO MI PRENDERO' CURA DI TE




Capitolo 8 -   L’amore per me sei tu



 
 
Le nostre bocche si toccano, si sfiorano per brevi secondi e poi si allontanano. Non è un vero bacio. Ho timore di lasciarmi andare, di baciarlo una volta per tutte. Questa situazione sta durando pure troppo. Mi allontano in modo che capisca che non voglio continuare. Per fortuna se ne rende conto. Sorride passandosi una mano tra i capelli. Sospira ridendo e scuote la testa. Ho paura a guardarlo negli occhi.
 
“ mi stai facendo impazzire”, dice più a se stesso che a me, “ Non vuoi che ti baci?”.
 
Lo guardo sconvolta. Cioè, sto tremando come una foglia, mi sudano le mani, ho il cuore che sembra una bomba pronta ad esplodere, il mio viso è rossissimo… quali altre motivazioni vuoi di più per farti capire che sto letteralmente morendo per te??!   Ah uomini!  Cerco di calmarmi, respiro lentamente.
 
“ Ho provato delle sensazioni indescrivibili”, continua a dirmi sorridendo, “ Ti prego, Angel, permettimi di baciarti”.
 
Si avvicina di nuovo appoggiando la fronte sulla mia. Sento il suo fiato addosso, i suoi occhi che mi scrutano sorridenti e desiderosi. E la sua bocca è così invitante, non posso resistergli. Ci guardiamo ancora negli occhi ed io mi perdo completamente nei suoi. Ha uno sguardo così bello, così penetrante. Sento che il mio respiro accelera. Il dottore se ne accorge e sorride compiaciuto. Porta lentamente la sua mano sopra al mio cuore. Voglio dirgli di togliere subito quella sua manaccia da lì, ma non riesco a dire niente.  Gli sto permettendo di toccarmi, da non credere, sono completamente in balia di quest’uomo.
 
“ Ehi, Ehi, calma questo tuo cuoricino”, mi sussurra sulla bocca, “ non mi dirai che batte così forte per…  me?”.
 
Spalanco gli occhi stupefatta. Ma che vuole? Si sta ancora burlando dei miei sentimenti? Adesso lo strozzo, aspetta un secondo che riacquisto le mie facoltà cognitive, linguistiche e motorie, e poi vedi che ti faccio. Lo vedo sorridere ancora mentre ha ancora la mano sul mio petto. La deve togliere, accidenti. Se continua a lasciarla lì i miei battiti accelereranno sempre di più. Lo odio, lo odio, lo… amo!
 
“  Ti prego, togli la mano”, riesco a dire a un certo punto volgendo lo sguardo da un’altra parte, “ e non osare toccarmi mai più!”.
 
Spero con tutta me stessa che si decida a togliere la mano da lì, ma anche dopo averglielo ordinato, indugia a lasciarla in quella posizione. Scuote la testa come per dire “no”, sorridendomi. E va bene, vorrà dire che ti ucciderò adesso. Sto pensando a come fare per togliermelo di dosso. Alla fine mi viene in mente un’idea.
Metto su un sorrisetto falso, mi avvicino alla sua bocca come per invitarlo a baciarmi. Lui sorride stupito e non si lascia scappare l’occasione. Appena apre la bocca per baciarmi, ecco che gli mordo brutalmente il labbro. Il dottore si alza portandosi la mano sulla bocca. Sta ridendo l’imbecille. Beh almeno me lo sono tolto di sopra.
 
“  Sei veramente cattiva, lo sai?”, mi dice guardandomi divertito, “ E mi fai impazzire ancora di più quando ti comporti così”.
 
“ Te ne vuoi andare?”, mi rivolgo a lui seccata dalla situazione, “ E non provare a riavvicinarti a me, hai capito? Non ti voglio intorno, non voglio le tue mani sopra al mio corpo, non voglio le tue labbra sulle mie e non voglio la tua lingua nella mia bocca, siamo intesi??!”
 
Non so perché gli ho detto tutte quelle cose. A dire il vero volevo tutto quello. E sento anche che non sono stata per niente convincente. Infatti il dottor Bloom mi guarda con un mezzo sorisetto sulla bocca, a braccia conserte. Ha capito tutto il contrario di quello che gli ho detto e cioè la verità.
 
“ Vorresti dire che non ti piaccio?”, mi chiede ridendo sicuro di sé, “ Non puoi dire un’assurdità del genere!”.
 
“ Ma chi ti da tutte queste certezze?”, contrattacco io furiosa.
 
“  Ho capito di piacerti quel giorno in cui mi hai fatto quella specie di scenata di gelosia”, si avvicina a me piano piano, “ E ammetto che mi ero gasato un po’, mi piaceva il fatto di piacerti. E non ho minimamente pensato che anche io provavo qualcosa per te. Poi è arrivato quel Robert…e “, si ferma di colpo.
 
Quella sua dichiarazione mi ha lasciata di sasso. L’ha capito solo quel giorno che mi piaceva? E’ dalla prima volta in cui l’ho visto che non faccio che pensare a lui, stupidi uomini senza cervello. Lo guardo curiosa, voglio che continui con quello che ha da dire.
 
“  E’ arrivato Robert.. e??”, gli chiedo mettendo su un sorriso sfottente.
 
“ E ho capito che… provo qualcosa per te. Ero geloso”, ammette infine,  “ E forse ho sempre provato qualcosa per te, solo che non mi rendevo conto”.
 
“  Intanto però ti tenevi l’altra”, dico ironica, “ Oh ma dai, questa cosa è ridicola! Io sono una ragazzina e tu.. un uomo!”.
 
“ Sei una donna, non vedo che male ci sia se.. sento un’irrefrenabile voglia di baciarti, di toccarti, di sentirti mia”, mi prende la mano e la stringe forte guardandomi negli occhi, “ di fare l’amore con te. “
 
No. Fermi. Stop. Cosa cazzo sta dicendo questo deficiente?? Il fatto che il mio cuore sta accelerando come mai aveva fatto in vita sua, non c’entra niente. Ma come si permette a dire certe cose?? Ma sensibilità zero??  Ecco cosa vuole fare, vuole solo portarmi a letto, ovvio. Ma bello mio qui caschi male.
 
“ Non dire più una cosa del genere davanti a me!!”, prendo il lenzuolo e mi copro d’impulso il viso.
 
Non voglio scoprirmi, non voglio guardarlo, sto morendo dalla vergogna. Io non ho nemmeno dato un bacio ad un ragazzo e lui già mi parla di altre cose, ma è matto?! E va bene che è un uomo però, e che cazzo. Sto morendo dall’imbarazzo. All’improvviso lo sento avvicinarsi, afferra il lenzuolo e lentamente mi scopre il viso. Lo voglio uccidere.
 
“ Non devi imbarazzarti, scusa, non volevo”, mi sussurra dolcemente, “ Non ho intenzione di spaventarti, mi sono lasciato sopraffare da quello che sento, scusami ancora, piccola”.
 
Ahhh ma perché è così, così,così dolce??
Si siede sul letto e mi afferra sempre con delicatezza. Mi abbraccia, sono inerme, non ho la forza di fermarlo. Mi bacia delicatamente la guancia e mi accarezza i capelli. Mi sento morire. Oggi non è proprio giornata, ho capito.
 
“ Io voglio prendermi cura di te, ti prego, lasciamelo fare”, mi stringe ancora di più facendomi sussultare.
 
“ Io non sono pronta a questo. Per favore, lasciami andare, ti scongiuro. Voglio uscire da questo ospedale e andare alla festa di capodanno insieme ai miei amici, insieme a Robert”, dico, scoppiando in un pianto disperato, “ Mi fai star male ancora di più se ti comporti così!”.
 
Di colpo sento la presa su di me allentarsi sempre di più. Accidenti, voglio sentire ancora il suo calore, il suo profumo. No, ti prego, non te ne andare, non dare ascolto alle parole di una stupida ragazzina deficiente che ha paura solo di lasciarsi andare, di ammettere di essere super innamorata e di morire dalla voglia di baciarti, di sentire il tuo sapore nella bocca, di esplorarla, di sentire la tua lingua, di toccarti, di abbracciarti, di non lasciarti mai.
Ma ovviamente tutto questo non riuscirò mai a dirtelo.
 
“ E’ quello che vuoi?”, mi chiede restando seduto accanto a me.
 
“ Si”, rispondo dopo qualche secondo di incertezza, “ E’ quello che voglio”.
 
Mi volto per guardarlo in faccia. I suoi occhi sono feriti, delusi, tristi. Dai miei occhi non fanno che sgorgare lacrime all’impazzata. Allunga la sua mano al mio viso. Raccoglie una lacrima e si avvicina a darmi un bacio all’angolo della bocca. Lo sento indugiare troppo.
 
“  Va… va bene”, dice alzandosi d’improvviso.
 
Lo vedo camminare verso l’uscita della stanza. Voglio fermarlo, ma non ho il coraggio.  Prima di varcare la soglia, si gira per l’ultima volta verso di me. Mi giro dall’altra parte, e lui si accorge che lo stavo fissando.
 
“ Addio”, conclude per poi uscire definitivamente da quella porta.
 
 
Ho voglia di piangere, di insultarmi, di picchiarmi, ho voglia di scendere da questo letto e correre dietro di lui, ma non posso, non è giusto. Lui deve vivere la sua vita ed io la mia.  Non potrebbe mai funzionare tra noi due. Sono certa di stare facendo la scelta giusta, ma il mio cuore non è della stessa opinione. Sono distrutta. Spero solo che questi ultimi giorni passino in fretta, così non dovrò più vederlo. Mai più.
 

La piccola Speranza è tornata nei giorni successivi. Non capiva il fatto che io e il dottor Bloom non eravamo riusciti a chiarirci. Le avevo gentilmente chiesto di non parlare più di lui perché mi faceva tanto male. Sarei uscita dall’ospedale il 24 dicembre all’ora di pranzo. Mancavano solo due giorni.
 
“ Hai sentito la splendida notizia?”, domanda mia madre entrando d’improvviso nella mia stanza.
 
“ No, sentiamo”, rispondo fredda.
 
“ Al dottor Bloom è stato proposto di andare a lavorare in uno degli ospedali più importanti del mondo! E’ stato promosso a vice direttore! Non è fantastico?! “ , mi rivela la notizia come niente fosse.
 
“ Tutto qui?”, fingo di esserne indifferente.
 
“ No. Fra due giorni ci sarà una piccola festa in suo onore. Il 24 mattina! Possiamo partecipare anche noi!”, mi comunica ancora.
 
“ Cosa? No, no, non se ne parla”, mi oppongo immediatamente.
 
“ Angel, è stato il tuo medico , è dovere tuo partecipare alla sua premiazione!”, mi riprende subito mia madre.
 
“ Ma, mamma…”, cerco di oppormi, ma invano.
 
“ Ma mamma niente! Andremo anche noi, è deciso!”.
 
Li odio tutti. Più cerco di stargli alla larga e di non incontrarlo e più mi costringono a farlo. E adesso che ci penso, accidenti, se ne andrà via, lontano da qui… lontano da me. Oh per la miseria, non volevo saperlo, non volevo!  E quindi sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei visto. L’ultima. Posso anche fare lo sforzo di rivederlo, almeno per un’ ultima volta.
 
Speranza torna triste da me quel giorno. Sa bene che fra poco me ne andrò e non ci vedremo più. Non resisto di vederla così e cerco di rassicurarla.
 
“ Ti prometto che verrò a trovarti ogni giorno, va bene?”, le dico dolcemente.
 
“ Davvero?? Ohhh che bello!”, esclama per poi abbracciarmi forte.
 
Sarei venuta a trovarla ogni giorno, anche perché il dottor Bloom non ci sarebbe più stato, quindi potevo venire in ospedale tranquillamente. Ma sono pronta a dirgli addio per sempre? In fondo è solo da uno stupido e insignificante mese che lo conosco! Non può essermi entrato dentro in questo modo, dannazione!
 
Il 24 dicembre arriva in un batter d’occhio. Quella mattina, viene a salutarmi il direttore dell’ospedale. Le mie cose sono pronte, devo solo sopravvivere a quella dannata festa e poi potrò tornarmene a casa.
 
Mia madre e le mie sorelle mi trascinano di peso nella sala. Loro sono così felici e contente, soprattutto le mie sorelle. Non vedono l’ora di rivedere il dottor Bloom. E mi sale l’omicidio. Sono gelosa, ok? Si, sono gelosissima. Voglio andarmene, cavolo, non voglio vederlo, non ce la faccio. E’ troppo difficile.
Ed ecco che spunta da non so dove, con il suo immancabile sorriso da togliere il fiato. Appena mi vede resta un po’ stupito e si blocca un attimo. Mia madre gli si fionda addosso assieme alle altre due.
 
“ Dottore, che bello rivederla!”, gli dice raggiante.
 
“ Signora,  come sta?”, le chiede lui non togliendo lo sguardo da sopra di me.
 
Sono agitata, cacchio, non la smette di fissarmi. E lo sto fissando anche io e va bene, lo ammetto. Non sento nemmeno più quello che dicono mia madre e le mie sorelle. Sono stordita dal suo sguardo, dalla sua presenza, dal suo essere così meraviglioso.
Poi d’improvviso vedo un braccio attaccarsi a quello suo. Metto a fuoco la scena e al suo fianco c’è.. Miranda, la sua…ehm.. fidanzata. Di nuovo un colpo al cuore. Voglio morire.
Lei si avvicina per dargli un bacio, ma inaspettatamente lui si scansa. Continua a guardarmi. Dio, per favore, dammi la forza di sopravvivere a questa tortura, ti prego.
Decido di muovere le mie gambe e andare a rifugiarmi in qualche angolo di quella sala immensa. Per fortuna incontro la piccola Speranza. Capisce subito dal mio stato d’animo che io e il dottor Bloom ci siamo incontrati.
 
“ Ah, quanto siete stupidi voi grandi!”, sbuffa arrabbiata.
 
“ Perché stupidi?”, mi stupisce sempre questa bambina.
 
“ Accidenti, Angie, sei innamorata persa di quel dottore così bello, e lui è innamorato pazzo di te, perché non volete ammetterlo una volta per tutte??!”, urla la bambina mettendomi in una brutta situazione.
 
Mi guardo intorno sperando con tutto il cuore che nessuno abbia sentito. Dietro di me, chi c’è? E chi ci deve essere? Quel dottore deficiente ! ecco chi c’è.
 
“ Tua madre non ti trovava”, dice avvicinandosi.
 
“ Ah”, riesco a dire.
 
“ Sai, credo proprio che questa bambina abbia perfettamente ragione”, è vicino a me.
 
“ Ed era oraaa!”, esclama la bambina alzando le braccia al cielo.
 
“ Speranza, per favore”, le lancio un’occhiataccia.
 
“ Guardami, Angel”, continua il dottore, portando la sua mano al mio viso, “ Sei innamorata persa di me?”.
 
Oh Dio. Leva quella mano da lì che c’è un sacco di gente! Accidenti, accidenti, accidenti… Sto male, il cuore mi martella nel petto. No, fermati, fermati.  Le sue dita scivolano lungo il mio profilo, fino ad arrivare alla mia bocca.
 
“ Ti prego, abbassa la mano”, lo supplico a bassa voce.
 
“ Sono pazzo d’amore per te, lo capisci?”, rivela d’improvviso avvicinandosi e continuando a sfiorarmi la bocca con le sue dita.
 
Sono stordita. Non capisco più niente. E’ pazzo d’amore per me? Oh, Signore. No, perché rende le cose così difficili? Perché?
 
“ Non..sai.. quello.. che dici”, chiudo gli occhi e sospiro mentre tremo al suo tocco.
 
“ Vuoi che te lo dimostro?”, mi chiede ancora, “ lo farò subito”.
 
E’ un attimo. Lascia il mio viso e si allontana da me. Non so che diavolo ha in mente. Oh Dio, che vuole fare? Spero non sia un’altra cazzata perché il mio cuore non potrebbe reggere.
Sale sul palchetto. Ha il microfono in mano. Oh Dio. Fermalo, fermatelo per l’amor del cielo.
 
“ Signori e signore, vorrei un attimo della vostra attenzione”, annuncia al microfono, stizzendo tutti di colpo.
 
Speranza mi prende per mano. Fa bene perché sto per morire.
 
“ Voglio solo ringraziare tutti voi per essere venuti qui. Questa promozione è stata davvero inaspettata per me ed è qualcosa di grandioso, qualcosa che accade una sola volta nella vita. E’ un’opportunità veramente importante, e ogni medico sogna di avere un’opportunità del genere.”
 
Ma dove vuole andare a parare? Mi sta spaventando. Segue un lungo applauso. Il dottore alza la mano come per chiedere ancora un minuto di silenzio perché non ha finito.
 
“ E nonostante tutto io rifiuto l’offerta”.
 
Restano tutti di sasso. Vedo il direttore dell’ospedale con gli occhi spalancati, insieme agli altri dottori e infermieri. Sono tutti allibiti da quella sua affermazione.
 
“Rifiuto per amore”, dice poco dopo sorridendo come un ebete,  “  Ecco, appunto, spesso ci chiediamo “cos’è l’amore?” Alla mia età, credo di non sapere perfettamente cosa sia, ma credo che deve essere qualcosa che ti rende forte e pazzo . Tanto forte da farti affrontare prove dure  e superarle tutte, tanto pazzo da farti fare cose che solo a pensarci vorresti farti ricoverare in un ospedale psichiatrico”.  Scoppia a ridere e insieme a lui anche tutti gli altri.
 
“  Io non so cos’è l’amore, ma so che quando la penso sto bene, quando lei non c’è sto male, quando vorrei vederla e non posso sono triste, quando non la capisco mi arrabbio con me stesso, quando aspetto di rivederla, per ore e ore, conto i secondi e per ogni secondo associo un immagine di lei.”
 
Mi sta guardando. Oh Signore speriamo che non se ne accorge nessuno. Oh no, Miranda mi sta fissando, oh Dio. Meglio rimettermi a guardare il mio Dottore.
 
“ Io non so cos’è l’amore, ma so che quando i nostri corpi si toccano provo sensazioni indescrivibili che non ho mai conosciuto. E’ un qualcosa di travolgente e dolcissimo, come sei tu ogni volta che ti stringo fra le mie braccia. So che quando sono qui e aspetto di vederti, anche mezze giornate, non mi sento stupido ma tanto innamorato da attenderti.”
 
E’ la più bella dichiarazione d’amore che io abbia mai sentito. Le mie gambe stanno cedendo, lo sento. Ho le lacrime agli occhi. Tutti credono che si stia riferendo a Miranda. Provo un pizzico di fastidio, ma meglio che non faccia il mio nome. Accidenti se non sono innamorata di quest’uomo!!
 
“ Io non so cos’è l’amore, ma se vivo tutto ciò che ti ho detto e altre cose che vorrei dirti, allora è qualcosa di speciale, qualcosa che mi rende migliore, che mi fa star bene, qualcosa che mi trasporta oltre mio limite ed oltre tante difficoltà”.
 
Respira, Angel, respira. Sto stritolando la mano della piccola Speranza. La bambina è felice. Io sto piangendo come una deficiente. Nessuno si sta accorgendo di niente per fortuna. Gli occhi del mio Dottore sono puntati su di me. Mi vede piangere e lo sento parlare con una punta di commozione. Sta per concludere il discorso.
 
“ E se qualcuno mi chiederà “cos’è l’amore?”, io risponderò “ l’amore per me sei tu, Angel”.
 
 
Cazzo. L’ha detto. Ha detto il mio nome. No. No. No.
 
Spalanco gli occhi scioccata. Tutti mi stanno fissando increduli. Mia madre è allibita, per non parlare delle mie sorelle.  Miranda mi guarda con sdegno. Inaspettatamente le persone applaudiscono. Non devono aver capito sicuramente.  Vedo il direttore guardare malamente il mio dottore. Lo cacceranno, accidenti a lui! Ma che è andato a dire??!
 
“ Angel, cos’è questa storia?”, sento chiedermi da mia madre.
 
“ Ah e così te la facevi col bel dottorino”, aggiunge mia sorella.
 
Non ho la forza per rispondere alle loro cazzate. Sto piangendo e non riesco a fermarmi. Orlando scende dal palco e si dirige verso di me. No, ho tutti gli occhi addosso. E’ un incubo.
Senza pensare, senza riflettere, comincio a muovere le mie gambe. Sto correndo via. Devo uscire da questo inferno.
Arrivata fuori mi accorgo che sta piovendo. Mi fermo qualche istante per vedere cosa fare. All’improvviso qualcuno afferra il mio braccio.
 
“ Angel, aspetta!”, è il dottor Bloom.
 
“ lasciami, accidenti!”, urlo disperata.
 
Il dottore mi attira a se, con tutta la sua forza, e mi abbraccia forte. Mi stringo al suo petto e continuo a piangere ancora.
 
“ shhh”, mi accarezza lentamente i capelli, “ tranquilla, piccola, ci sono io con te”.
 
Alzo lo sguardo per incontrare il suo. Siamo incredibilmente vicini. Troppo vicini. Lui mi ha dichiarato il suo amore, sa che lo ricambio da morire, e adesso?
Non parliamo. Ci guardiamo negli occhi per un istante indescrivibile e infinito. Poi piano piano avvicina il suo viso al mio, le nostre bocche si sfiorano. Lo voglio, voglio baciarlo.
Le nostre labbra di cercano, s sfiorano, si toccano e alla fine si incontrano. Sento la sua lingua entrare prepotentemente nella mia bocca. Lo lascio fare, perché lo voglio anch’io. Un bacio dapprima lento e dolce si trasforma in un bacio pieno di desiderio. Le sue mani sono sui miei capelli mentre le mie sono sul suo viso. Lo tocco per capire che non sto affatto sognando. Continuiamo a baciarci sotto la pioggia. Lui mi stringe ancora di più a se. Porto le mie mani lungo il suo petto, sul suo cuore. Batte forte proprio come il mio. Le nostre lingue si cercano, si sfidano, danzano insieme. Sento il suo sapore nella mia bocca, è un qualcosa di meraviglioso, di sublime, di indescrivibile. Lo voglio sentire ancora più dentro di me. Nell’esplosione di quell’amore fin troppo a lungo trattenuto, perdiamo il controllo di quel bacio, e adesso mi bacia la guancia leccandomela, poi il collo, e alla fine ritorna alla mia bocca.
 
Mai stata più felice in tutta la mia vita.
 
 
 
 
 
Saaaaaaaaaaaaaalve.
Scusate il ritardo.
Comunque veniamo a noi. Ringrazio come sempre le lettrice che recensiscono :
Miciaa, Lauretta_03, KiraPotteredirectioner, e una nuova arrivata : Serena85
 
Grazie anche a chi ha solo letto e rinnovo l’invito a dire tutti la vostra ^^
Bene,giovedì ho un esame T.T AIUTO!  Quindi fino a quel giorno non pubblicherò nuuulla, devo studiaaare xD
Molto probabilmente aggiornerò venerdì o sabato prossimo!
Goodbye
Scarl.

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Capitolo 9
*** Non posso fare a meno di te ***


Capitolo 9  - Non posso fare a meno di te
 
 

Continuiamo a baciarci sotto la pioggia. Non riusciamo a staccarci. La sua lingua non ha intenzione di lasciare la mia bocca. La sua mano è ferma sul mio viso, mi accarezza dolcemente.
 
“ Potrei stare qui a baciarti all’infinito”, mi sussurra piano piano, “ Che bella bocca che hai”.
 
Ho lo stomaco sottosopra, le sue parole, il suo sorriso malizioso, il suo sapore, le sue labbra, mi stanno mandando in cortocircuito. Restiamo un attimo in quella posizione, fronte contro fronte. Il mio Dottore è leggermente piegato su di me, a causa della differenza d’altezza. Mi stringe fra le sue braccia, sento il suo cuore battere allo stesso ritmo del mio. Gli do un altro bacio sulle labbra, lui non fa niente, mi lascia fare. Continuo a dargli piccoli e dolci baci sulla bocca. Lo sento tremare, gemere, sospirare. D’un tratto tira fuori la lingua e lambisce le mie labbra. Sorrido a quel suo dolce tocco. Sento un fuoco bruciarmi dentro, sento qualcosa che non ho mai provato in vita mia. Le nostre bocche tornano a sfiorarsi, ma per poco.
 
“ Angel! “, mia madre ci interrompe bruscamente, “ Avanti, vieni! Andiamo a casa!!”.
 
Io e Orlando ci scostiamo lentamente, ma restiamo a fissarci e ad accarezzarci. No, accidenti, non voglio lasciarlo proprio adesso.  Non riesco a togliere gli occhi dal quel suo sguardo meraviglioso. Mia madre continua a chiamarmi mentre le mie sorelle ci guardano con un pizzico di invidia. Non mi importa nulla di loro, voglio solo stare ancora a baciare il mio bel dottore.
 
“ Va, adesso”, mi sussurra dolcemente.
 
“ No, non voglio”, rispondo subito accarezzando il suo viso, “ voglio stare con te”.
 
“ Ci vedremo presto, te lo prometto”, continua a dirmi senza togliermi gli occhi di dosso, “ Adesso però devi andare, piccola”.
 
Si avvicina e mi da un piccolo bacio sulla guancia dopodiché scioglie il nostro abbraccio. Mia madre afferra subito il mio braccio e mi trascina via. Lo guardo ancora mentre vengo portata via da lui. Chissà cosa sarebbe successo adesso. Non voglio che lo caccino via dall’ospedale, non voglio che lo trasferiscano chissà dove, lontano da me. E per di più dall’espressione che ha mia madre capisco perfettamente che a casa me ne dirà di tutti i colori. Ma che mi importa? Possono dire quello che vogliono. Io sono innamorata del dottore, io voglio stare con lui, io voglio lui, solo lui e nessun altro. Ha promesso che ci saremmo rivisti ed io avrei contato  le ore, i minuti e i secondi. Non lo vedo da appena cinque minuti e già mi manca da morire.
 
Appena arriviamo a casa subito mi prendo una bella ramanzina da mia madre. E c’era d’aspettarselo d’altronde.
 
“ Ma si può sapere cosa ti passa per la testa?! Quell’uomo era il tuo dottore! E’ molto più grande di te per giunta, e tu che cosa stavi facendo? Lo stavi baciando così spudoratamente senza nemmeno preoccuparti se c’era qualcuno a guardarvi??!”, era leggermente incazzata.
 
La sto ad ascoltare senza rispondere. Lei non capisce, e non avrebbe mai capito. Nessuno avrebbe mai capito. Soltanto la dolce Speranza capisce quello che sentiamo l’un l’altro, solo lei ha capito prima di noi che eravamo entrambi innamorati come dei pazzi. Non mi aspetto che mia madre o mio padre oppure le mie sorelle capiscano o mi giustifichino, ma io sono innamorata di lui e devono accettarlo. Non rinuncerò mai al mio dottore, non rinuncerò a questo amore che cresce giorno dopo giorno facendosi sempre più grande e dolce. Perché io non voglio rinunciare ad essere felice.
 
“ Mi stai ascoltando??!”, mi chiede furiosa dopo poco.
 
“ Io sono innamorata, mamma”, rispondo con un filo di voce, “ sono innamorata del dottore, è così difficile da capire?”.
 
“ Beh, a dire il vero no”, interviene mia sorella, “ per essere sincera la cosa strana è che lui sia innamorato di te”.
 
Invidiosa. Non merita nemmeno di avere una mia risposta. La dichiarazione che mi ha fatto il mio Orlando era stata meravigliosa, così bella da aver suscitato invidia in molte donne presenti alla festa. Se ancora ripenso a quelle sue dolci parole mi tremano le gambe. E’ innamorato di me, non posso crederci neanche io. L’ha dimostrato davanti a tutti. E’ stato un po’ deficiente a dire il mio nome così come se niente fosse, ma dopo quella dichiarazione non potevo non perdonarlo. E’ stato così dolce.
 
“ Angel, lui non fa per te. E’ un uomo e tu sei una ragazzina di 18 anni”, mia madre riprende il suo discorso, “ E’ normale che ti sia presa una cotta per lui, è bello, farà girare la testa a molte donne là dentro, ma da questo a parlare di amore, ce ne vuole!”.
 
“ Conosco la differenza da una semplice cotta all’amore, mamma”, dico, quasi sdegnata dalle parole che aveva pronunciato, “ E se io ti dico che sono innamorata di lui, vuol dire che so per certo di esserlo, hai capito bene?”.
 
“ Tu non lo rivedrai più, mettitelo bene in testa!”, urla contro di me.
 
“ Ma perché??!”, le chiedo disperata.
 
“ Perché no e basta! Non cercare di opporti! Tu devi fare quello che ti dico io, va bene?!”, conclude per poi sbattere la porta della cucina e rinchiudersi lì dentro.
 
Resto seduta sul divano con una rabbia tremenda che mi sale dentro. Perché non vuole capire che io senza di lui non posso vivere? Senza il suo sorriso, i suoi occhi, le sue labbra, e il suo stupido sarcasmo. Ha detto che non me lo farà più rivedere e per questo ho molta paura. So bene che quando mia madre dice una cosa bisogna prenderla in parola. Spero con tutto il cuore che capisca al più presto, perché io ho un bisogno immenso di rivederlo.
 
Passano due giorni e del mio dottore non ho nessuna notizia. Mia madre non mi permette di uscire, sa bene che voglio andare in ospedale da lui. Ma io devo sapere cos’è successo, se l’hanno cacciato, se l’hanno trasferito. E’ insopportabile questa sensazione di angoscia. Non sapere niente di lui è talmente doloroso. E per di più a casa non vuole parlare nessuno con me. Mia madre non mi guarda neanche, le mie sorelle non fanno che lanciarmi occhiatacce provocanti, e mio padre vorrebbe picchiare il mio Orlando.
Li odio. Non pensavo mai di arrivare a dire questo, ma li odio. Mi stanno facendo soffrire, mi stanno tenendo lontana da lui. Perché mi chiedo?
Ho passato il Natale più brutto di tutta la mia vita. Chiusa in questa gabbia, in questa prigione senza vie di fuga. Vorrei correre da lui, vorrei andare a cercarlo, ma me lo impediscono. E come se non bastasse Orlando non si fa sentire. Mi aveva promesso che ci saremmo rivisti. I giorni però passano e di lui neanche l’ombra.
 
Il giorno di capodanno mia madre si precipita nella mia stanza. Non capisco questa sua improvvisa visita. Ma ecco che tutto si spiega : è il giorno della festa a scuola. Avevo promesso a Rob di andarci insieme. Ma adesso non ho nessuna voglia di uscire e per di più di andare ad una festa. Se lo possono scordare.
 
“ Angel, alzati!”, mi implora mia madre, “ L’hai promesso a Robert, devi mantenere la tua parola!”.
 
“ Vattene, mamma!”, le urlo con le lacrime agli occhi, “ Non sei ancora soddisfatta del male che mi stai facendo??!”.
 
Mia madre mi guarda per un lasso di tempo. E’ rimasta a bocca aperta. Dopo qualche minuto si siede sul letto, accanto a me.
 
“ Angel, io non ti sto facendo alcun male, sto agendo solo ed esclusivamente per il tuo bene. Dimmi, per caso questo dottore si è fatto vivo in questi giorni? Eh? “.
 
“ No”, rispondo titubante, guardandola confusa.
 
“ Visto? Se lui ci teneva davvero a te, a quest’ora sarebbe già venuto qui, non trovi?”, continua a dirmi facendomi confondere sempre di più, “ Devi capire che io, tuo padre e le tue sorelle, stiamo solo cercando di proteggerti. Quell’uomo ti farà del male, piccola mia”.
 
Rifletto sulle parole che mi ha appena detto. Sul fatto che non si è più fatto vivo le do ragione. Erano passati dei giorni e lui non si era fatto sentire. Ma sarebbe stato capace di farmi del male? No, questo no, lei si sbagliava. Quel giorno in cui ci siamo baciati potevo sentire l’amore che provava per me come lui sentiva l’amore che provavo nei suoi confronti. E’ stato un bacio esplosivo, un mix di amore e di desiderio. Ci vogliamo entrambi, ci desideriamo disperatamente.
 
“ Ti prego, Angel, fammi questo piccolo regalo. Esci con i tuoi amici stasera,divertiti e non pensare a nient’altro. “
 
Guardo mia madre per un po’. Mi vuole bene è sincera, lo vedo nei suoi occhi. Non so cosa fare, non so cosa risponderle. A me manca da morire quell’uomo, non riuscirei a divertirmi, sarei di peso per gli altri. Dopo molto insistere alla fine riesce a convincermi. L’ho promesso a Rob, devo rispettare una promessa fatta.
 
Il momento della festa arriva in un batter d’occhio. Indosso il mio abito lungo e aspetto che Robert venga a prendermi. Desidero con tutta me stessa che a suonare a quella porta non sia Rob, ma Orlando. Vorrei tanto andare a quella dannata festa insieme a lui e ballare per l’intera serata abbracciata al mio dottore. Questo però è solo un sogno.
Il campanello suona e a malincuore dalla porta vedo entrare Rob. Mi sforzo a sorridergli, ma so bene di essere una pessima attrice. Il ragazzo se ne accorge, ma fa finta di niente. Usciamo da casa e Rob mi accompagna fino alla sua macchina. E’ così gentile e carino con me, davvero un bravo ragazzo. Se solo tutto questo fosse accaduto un paio di mesi fa, sarei stata felicissima di andare ad una festa insieme a lui. Ma adesso proprio no, adesso nel mio cuore c’è posto solo per Orlando.
Appena arriviamo alla festa vengo subito assalita dalle mie amiche. Sono super contente di vedermi e anch’io sono felice di riabbracciarle. Dopo delle vacanze sarei tornata insieme a loro fra i banchi di scuola e avremmo affrontato insieme quell’ultimo anno. Cerco di sorridere a tutte, ma sento un male insopportabile dentro. Ho l’assoluto bisogno di vedere il mio dottore, devo rivederlo. In mezzo a tutto quel caos, un paio di ragazzi mi passano accanto, per un attimo credo di vedere il mio Orlando, ma scopro a malincuore che si tratta solo di un illusione. Ovunque mi volto vedo sempre lui. Tutto ormai mi riporta a Orlando.  E comincio a pensare che forse ha davvero ragione mia madre. Non si è fatto vivo, non gli importa di me. Le sue erano soltanto parole e nient’altro. Non posso credere che ci sono cascata di nuovo. Non posso credere che si sia preso gioco dei miei sentimenti un’altra volta.
Mi scoppia la testa. Vedo il suo viso da tutte le parti. Faccio per uscire dalla sala, ma Rob mi afferra dal braccio e senza darmi la possibilità di replicare, mi trascina verso la pista da ballo. Oh Dio, mi gira tutto. Per fortuna Rob mi tiene ben stretta così non rischio di cadere. Ma le mie gambe stanno per cedere. Sto male, ho bisogno del mio dottore. Necessito della sua presenza. Non so come, ma riesco a svincolarmi dall’abbraccio di Rob e con una scusa mi incammino verso l’uscita della sala. Per fortuna le mie gambe funzionano ancora bene.
Esco dall’edificio, non so nemmeno io dove voglio andare. Come varco la soglia però un paio di ragazzi ubriachi mi avvistano. Cerco di mantenere la calma e cammino sperando di essermi sbagliata. Ma ecco che uno di loro mi si para davanti, bloccandomi.
 
“ Ehi, bambola, dove credi di andare?”, dice il ragazzo con un sorriso agghiacciante sulle labbra.
 
“ Ti prego, potresti lasciarmi passare?”, gli chiedo continuando a restare calma.
 
“ E dai, vogliamo solo divertirci un po’”, interviene l’altro ragazzo dietro di me.
 
Respira, Angie, respira. Non ti faranno niente. Adesso gli richiedi di lasciarti passare e vedrai che ti lasceranno stare.
Come non detto, uno di loro comincia a mettermi le mani addosso. Subito emetto un urlo. Il ragazzo però tappa immediatamente la mia bocca con la sua mano. Cerco di dimenarmi, di togliermelo di dosso, ma l’altro mi tiene ferma.
Ho paura.
Il mio respiro si fa sempre più irregolare.
Le forze mi stanno lasciando.
Il ragazzo cerca di alzarmi il vestito. No, non posso lasciarglielo fare, devo difendermi, devo impedirglielo.  Dimeno le mie gambe, con le poche energie che mi restano. Riesco a dargli un calcio, ma il ragazzo non demorde. Mi strappa il vestito. Mi sento morire. Dovevo stare lì dentro, non dovevo uscire, non dovevo farlo. Non ce la faccio a scappare, sono in trappola.  Sto per essere violentata. All’improvviso inizio a piangere. Mi sento come un insetto che sta per essere calpestato. Le lacrime bagnano le mie guancie e ricadono sulla mano del ragazzo senza cuore che sta ancora cercando di mettere le mani sulla mia intimità. Chiudo gli occhi.
Voglio morire.
 
All’improvviso sento la sua mano uscire da sotto il mio vestito. Il ragazzo cade a terra. Apro gli occhi e vedo qualcuno prendere il ragazzo e alzarlo in aria. L’altro suo amico è scappato via. Focalizzo meglio la scena e davanti a me si presenta il mio eroe…. Il mio dottore… il mio Orlando.
 
“ Orlando, per favore, lascialo andare!!”, lo supplico per paura che possa ucciderlo di quante gliene sta dando.
 
Per fortuna il mio dottore si ferma permettendo al ragazzo di darsela a gambe. Lo vedo cercare di calmarsi, stringe i denti e i pugni. Vedo nei suoi occhi una rabbia immensa. Avrebbe voluto ucciderlo. Si volta verso di me e prima che potessi rendermene conto me lo ritrovo davanti.
 
“ Stai bene, piccola? Non ti hanno fatto niente, vero? Sono arrivato in tempo”, mi dice dolcemente accarezzando il mio viso.
 
“ Credo… credo.. di stare bene… un po’ spaventata forse… ma.. sto bene”, rispondo cercando di dimenticare il terribile episodio di prima.
 
“ Oh sia ringraziato il cielo”, mi attira a se e mi abbraccia forte forte, “ quel verme! Quella persona ignobile! Lui e il suo amico! Non sono degni nemmeno di vivere!”.
 
“ Calmati, Orlando, è tutto passato, davvero”, lo tranquillizzo accarezzando piano il suo viso.
 
“ Mi fa piacere sentirmi chiamato per nome da te”, sorride finalmente, “ Non sai quanto mi sei mancata”.
 
“ Perché non ti sei fatto vivo in questi giorni?”, gli chiedo spostando lo sguardo.
 
“ Sono venuto tutti i giorni davanti a casa tua, ma i tuoi mi dicevano che tu non volevi saperne niente di me”, mi rivela dispiaciuto, “ ma ho capito che non era vero, volevano solo allontanarmi da te.”
 
“ Li odio!”, alzo la voce,” non ci posso credere! E meno male che lo facevano per il mio bene! Sono imperdonabili!”.
 
“ Non pensare a loro adesso”, mi tranquillizza Orlando, “ non posso fare a meno di te, dovranno accettarlo prima o poi”.
 
“ Neanche io posso fare a meno di te”, sorrido e mi lascio baciare dal mio bel dottore.
 
“ Vieni con me, questa notte sarà tutta nostra”, dice porgendomi la mano.
 
Una notte da passare insieme? Io e lui, da soli? Guardo la sua mano titubante. Non desidero nient’altro che passare tutta la vita insieme a lui, ma sarò pronta a fare quel genere di passo? Dove mi vorrà portare? Oh Dio, mi tremano le gambe, il mio cuore sta scoppiando.
 
“ Tranquilla,non ti costringerò di fare niente che tu non voglia fare”, mi rassicura baciando dolcemente le mie labbra e lambire la mia bocca con la sua lingua.
 
Sorrido e senza farmelo ripetere una seconda volta afferro la sua mano, lasciandomi trascinare non so dove. Ma con Orlando al mio fianco mi sento al sicuro, protetta e amata.
Niente e nessuno poteva farmi del male se c’era lui a difendermi.





Spazio "autrice".

Scusate il ritardo!!! Chiedo umilmente perdono!!

Ringrazio tutte coloro che hanno recensito il precedente capitolo e invito a tutti voi di dire la vostra su questo che ho appena pubblicato! ^^


Quale è la parte che avete preferito di più?

A presto

Scarl.

Scusate per gli errori, ma non ho avuto il tempo di rileggere!!

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Capitolo 10
*** Un sogno che si avvera ***


ATTENZIONE :  questo capitolo contiene descrizioni di scene di *lalalala* (spero capiate xD) . Detto questo buona lettura xD
 

 
Capitolo 10 –  Un sogno che si avvera
 
 
Orlando mi porta verso la sua macchina. Le nostre mani sono unite ed io mi lascio guidare da lui. Com’è bello tenerlo per mano. D’improvviso si gira verso di me sorridendomi dolcemente e mi fa l’occhiolino. Arrossisco violentemente e abbasso lo sguardo per la vergogna. Quanto posso essere deficiente. Ma non è colpa mia dopotutto se quest’uomo mi fa quest’effetto. Mi apre lo sportello della macchina come un perfetto gentil’uomo e dopodiché entra anche lui. Si mette a guardarmi per qualche secondo mentre io tengo gli occhi sul parabrezza per paura di incontrare il suo sguardo. Mi tremano le mani e non so che accidenti dire o fare. Forse lui adesso si aspetta di fare qualcosa, ma io non so se sono pronta a fare una cosa del genere per non parlare poi dell’immensa paura che ho. Sento ancora il suo sguardo addosso e comincio ad agitarmi sempre di più.
 
“ Sei bellissima, Angel”, si decide a rompere il ghiaccio, “ Lo sei sempre, ma stasera vuoi davvero vedermi morto”, ride appoggiando un braccio sul manubrio della macchina.
 
“ Mi fai arrossire, dai”, riesco a dire sorridendo timidamente e coprendomi il viso con una mano.
 
Lo sento ridere. Che stupido, si sta prendendo gioco di me. Lo picchierei volentieri, ma non ne ho la forza. D’improvviso afferra la mia mano con la sua. La porta lentamente alla sua bocca e inizia a baciarla. Chiudo gli occhi per assaporare ogni attimo di quel dolce momento che mi sta regalando. Le sue labbra sono così calde e calorose.  Inizio a tremare mentre Orlando sale a baciarmi il braccio per poi arrivare alla mia spalla. Prima che me ne potessi accorgere me lo ritrovo di sopra. Mi sorride dolcemente spostando una ciocca dei miei capelli che copriva i miei occhi. Cerca di tenersi a qualcosa per non far ricadere completamente il suo peso su di me. Continua a fissarmi come incantato. Quei suoi occhi meravigliosi non fanno che brillare.  Sento addosso il suo fiato, il suo calore. D’improvviso apre la bocca, ma non per parlare bensì per baciarmi appassionatamente. Le sue mani sono dietro la mia nuca. Mi spinge sempre di più a sé. E’ molto focoso, non ha esitato un solo minuto a infilarmi la lingua in bocca. Dopo poco riesco a riprendermi e inizio a baciarlo anch’io. Sento un misto di emozioni, un sentimento grande anche troppo per me.  Ci baciamo ancora per non so quanto tempo finchè non perdiamo il fiato. Ci stacchiamo respirando affannosamente e continuando a sorriderci.
 
“  Ti voglio, Angel”, mi sussurra sulla bocca, “ Ti desidero come non ho mai desiderato in vita mia”.
 
E a quelle parole inizio inevitabilmente a tremare. Mi desidera, mi vuole sua, ma io non sono ancora pronta. Come faccio? Io ho paura.  Non che non lo desideri anch’io, ma non so come comportarmi, temo di fare una pessima figura davanti a lui e tra l’altro mi vergogno tremendamente.  Orlando si accorge del mio disagio e porta una mano al mio viso per tranquillizzarmi. Mi da piccoli bacetti intorno alla bocca per poi tornare a baciarmi con lo stesso ardore di prima. Mi abbandono alla passione anch’io e porto le mie braccia a circondargli il collo. Comincia a muoversi sopra di me in un ritmo sempre più veloce. Mi sento strana, viva, elettrizzata.  Quello sfregamento disperato e incontrollabile non fa che aumentare sempre di più il nostro desiderio. E nel mentre lo bacio sento qualcosa spingere sul mio ventre. Abbasso leggermente lo sguardo senza interrompere il bacio e vedo un rigonfiamento evidentissimo nei suoi pantaloni. Mi fermo mentre lui continua a muoversi perdendo sempre di più il controllo accingendosi ad aprirmi il vestito.
 
“ Orlando, ti prego, fermati!”, lo supplico senza alzare troppo il tono di voce.
 
Per fortuna comprende il mio stato di disagio e si ferma. Mi guarda per un po’ per provare a capire il perché di quella mia decisione. Io da parte mia mi sento abbastanza stupida e abbasso lo sguardo.  Orlando resta a fissarmi portandosi una mano a scompigliarsi i capelli. Sospira impacciato e fa per tornare nel posto di guida, ma lo fermo afferrandolo dal braccio.
 
“ No, aspetta. Non voglio che te ne vada”, gli dico in tempo. “ Non fraintendermi, io ti voglio, ma..”.
 
“ Hai paura, lo so”, mi sorride dolcemente. “ L’ho capito, stai tranquilla. Non voglio costringerti, succederà quando sarai pronta”.
 
“ Mi.. mi dispiace”, continuo a dire abbassando lo sguardo mortificata, “ Sono una stupida ragazzina”.
 
“ Ehi, non dire così, non sei stupida, è normale avere paura”, mi tranquillizza.
 
Orlando mi abbraccia forte e inizia a coccolarmi, come solo lui sa fare. Mi bacia il collo sensualmente per poi tornare alle mie labbra.
 
“ Dimmi cosa vuoi, Angel”, mi sussurra sulla bocca, “ voglio esaudire ogni tuo desiderio”.
 
“ Non ne ho, l’unica cosa che voglio sei tu”, gli rispondo immediatamente assaporando tutte quelle coccole che mi stava regalando.
 
“ Ah dai, ce l’avrai pure un sogno che ti porti dietro da sempre”, insiste lui sorridendo e continuando ad accarezzarmi.
 
Provo a pensarci un po’ su e poi mi viene in mente un sogno stupido che avevo da quando ero piccola, “ Si, qualcosa c’è. Sognavo di andare ad un ballo e ballare insieme al ragazzo che amavo, ma è solo uno stupido sogno infantile”.
 
Orlando mi guarda intensamente negli occhi. Sorride d’improvviso dopodiché apre lo sportello della macchina. Scende per primo e dopo mi tende la mano per aiutarmi. Non capisco che intenzioni ha. Scendo dalla macchina super confusa.  Richiude lo sportello e mi guarda per un lasso di tempo.
 
“ Dove vuoi andare?”, gli chiedo curiosa.
 
“ Al ballo, principessa”, risponde Orlando con quel suo sorriso meraviglioso.
 
Prima che potessi replicare mi sento trascinare verso la scuola. Vorrei fermarlo, dirgli che era una pazzia che non potevamo farlo, ma non feci niente. Stavo per svenire, pensavo a tutti che ci puntavano gli occhi addosso. No, non posso sopportare tutti quegli sguardi curiosi.
 
“ Orlando, accidenti. Fermati, non possiamo!”
 
“ Ma che ti prende?”, si volta sorpreso, “ non vuoi farti vedere con me?”.
 
“ Ma no! Che dici? E’ che ci guarderanno tutti”.
 
“ Non mi importa di quello che diranno gli altri. Voglio ballare con te”.
 
“ Uffa. Perché sei così cocciuto?”
 
“ Perché sono innamorato di te”, sorride e mi attira a sé per baciarmi.
 
Appena ci stacchiamo riprende la mia mano e mi trascina verso la scuola. E va bene, che sarà mai dopotutto. Ci siamo già svergognati davanti a un bel po’ di gente, cos’era in confronto un intero corpo studentesco?
Entriamo mano nella mano.  Chiudo per un attimo gli occhi e respiro profondamente. Ce la posso fare, forza.
Ed ecco che gli occhi di tutti sono puntati su di noi. Orlando mi guarda sorridendo. Per lui non è un problema, tutti quegli sguardi curiosi non gli fanno paura. E dovrebbe essere lo stesso per me. Mi scontro con l’incredulità delle mie amiche di scuola, con Rob. Soprattutto lui, è quello più stupito di tutti. Sono andata al ballo insieme a lui e adesso mi presento mano nella mano con un altro. Non è bello da parte mia, ma io sono innamorata di Orlando e non posso fare niente per evitarlo.
 
“ Posso avere l’onore di ballare con lei, signorina?”, mi domanda ironicamente facendomi sorridere.
 
“ E ci mancherebbe pure!”, esclamo super felice.
 
E così balliamo come una vera coppia. Fra le sue braccia mi sento al sicuro. Non ci posso credere che ha esaudito questo mio desiderio . E’ davvero un uomo fantastico. E non mi interessano più gli occhi curiosi della gente. Siamo io e lui, abbracciati a ballare sulle note di questa canzone stupenda. E nessun altro.
 
“ Ti amo, Angel”, mi sussurra improvvisamente.
 
La sua mano mi stringe ancora di più a lui. Non mi sarei mai aspettata che mi dicesse una cosa del genere. Ti amo. Oh Dio, non me l’aveva mai detto nessuno. Mi ha presa in contropiede. Non riesco ad articolare nessuna parola. Per la miseria, e adesso?
Orlando mi sorride e mi bacia sulla bocca. Quel suo gesto avrebbe ingigantito lo stupore di tutti, ne sono certa. Ma chi se ne frega, dopotutto.  Lo bacio dimenticando tutto e tutti.
 
“ Che dici? Ce ne andiamo?”, mi chiede divertito non appena la canzone finisce.
 
“ Si per favore, andiamocene ”, rispondo all’istante afferrando la sua mano e correndo verso l’uscita.
 
Ecco però che sul mio cammino si presentano le mie amiche e Rob insieme ad altri ragazzi. Mi guardano curiosi e …. curiosi, appunto. Cosa vogliono,adesso? Che glielo presenti? Ma se lo possono scordare!
“ Angie caraaa!”, ecco ho parlato troppo presto, “ E non ci fai conoscere il tuo.. amico?”
 
Guardo Orlando, lui sorride, sembra essere divertito da tutto ciò. E va bene, presentiamolo così poi possiamo darcela a gambe. E’ difficoltosa la cosa per me, ma posso farcela, suvvia.
 
“ Ragazze, lui è Orlando, è il mio…”, ecco cos’è?
 
“ Ragazzo”, si intromette lui stesso sfoderando il suo irresistibile sorriso.
 
Restano tutte di merda. Eh si ragazze, quest’uomo spettacolare sta proprio con me. Non mi chiedete  come, quando o perché, non risponderò a nessuna vostra curiosa e insistente domanda di qualsiasi genere. Poi il mo sguardo si incontra con quello di Robert. Accidenti, mi dispiace.
 
“ Rob, ti chiedo scusa”, gli dico avvicinandomi di qualche passo.
 
Il ragazzo non risponde. Guarda me per un attimo e poi sposta lo sguardo su Orlando. Anche lui lo sta guardando e questo non promette bene per niente. Stringo più forte la mano del mio uomo per farlo calmare. So che è geloso, ma non ha motivo di esserlo.
 
“ Andiamo, Orlando”.
 
“ Come vuoi tu, piccola”.
 
Fortunatamente usciamo dalla scuola senza litigi vari. So che Robert c’è rimasto male e per questo mi sento in colpa. Come so anche che Orlando si è infastidito e trovo molto buffa la cosa. Scoppio a ridere suscitando curiosità in lui.
 
“ Che c’è da ridere,scusa?”
 
“ Sei geloso”.
 
“ Si, esatto, sono geloso”, mi afferra dalla vita e mi sbatte contro il suo corpo. “ Tu sei mia, mia e di nessun’altro”.
 
“ Sai essere così convincente a volte”.
 
Inutile dire che ci baciamo ancora e ancora. Non riesco proprio a staccarmi da quelle sue labbra perfette. Ritorniamo in macchina e questa volta gli chiedo un piccolo favore. Non ho rispettato la promessa fatta alla piccola Speranza. Le avevo detto che sarei andata a trovarla tutti i giorni all’ospedale,ma purtroppo ero impossibilitata ad uscire da quella prigione.
 
“ Vuoi andare all’ospedale? Ho capito bene?”.
 
“ Si, che c’è? Ti hanno licenziato per caso? Non mi hai ancora detto niente a riguardo”.
 
“ No, non mi hanno licenziato. Il direttore ha capito che i miei sentimenti sono puri e che l’amore non può essere una colpa”.
 
“ Oh, non me l’aspettavo. E’ davvero un tipo intelligente, devo ammetterlo”.
 
“ Si, ed è un mio caro amico. Credo che sia questo il motivo principale per cui non mi ha licenziato”.
 
“ E allora, mi ci potresti portare? Vorrei vedere Speranza”.
 
“ Certo che ti ci porto. Questa notte esaudirò ogni tuo desiderio, piccola”.
 
Mi fa di nuovo l’occhiolino. No, basta, adesso gli salto addosso e addio moralità. E’ troppo bello quest’uomo.  E il modo in cui sta guidando è in oltremodo perfetto. Non riesco a smettere di guardarlo. Rifletto sulle parole che mi ha detto durante il nostro ballo. Mi ama, com’è possibile? E soprattutto per quale accidenti di motivo non  sono riuscita a rispondere? E va bene, sono parole abbastanza forti e importanti, ma sento di amarlo anch’io. Sono stata davvero una stupida a restare imbambolata a fissarlo per tutto il tempo senza aprir bocca. Spero tanto che abbia capito il mio stato d’animo. Ho paura che abbia frainteso.  E mentre lo sto ancora fissando lui se ne accorge e si gira leggermente verso di me. Mi sorride e si passa la lingua sulle labbra, come al suo solito. Quel suo gesto mi fa ulteriormente impazzire.
 
“ La smetti di fissarmi?”, mi dice ironico, “ non riesco a guidare se continui”.
 
“ E come posso smettere?”, rispondo stando al suo gioco, “ Sei così…”.
 
Sono impacciata. E va bene potevo anche evitare di fargli complimenti sulla sua bellezza, tanto lo sa già di essere una creatura meravigliosa. E inoltre mi imbarazza tremendamente dirgli certe cose. Sono una deficiente, punto.
 
“ bravo a farlo”, mi salvo in calcio d’angolo.
 
“ Credevo mi dicessi che sono così bello da togliere il fiato, ma va bene, mi accontento anche di un complimento sul mio modo di guidare”, ride prendendosi gioco di me.
 
“ Stupido”.
 
Orlando continua a ridere. Sembra un bambino, lo adoro quando fa così.  Arriviamo in poco tempo davanti all’ospedale. Appena scende dalla macchina corre come un fulmine per venire ad aprire il mio sportello. Resto per qualche secondo scioccata da questo suo gesto fulmineo. E’ proprio un uomo perfetto.
Entriamo dentro l’ospedale e per un momento mi blocco. E’ dal giorno della dichiarazione di Orlando che non vedo tutti loro. Chissà che voci giravano. E soprattutto vedendomi quella sera lì con lui chissà quante ne avrebbero dette ancora.
Per fortuna Orlando mi diede forza con un sorriso, mi afferrò dalla mano e proseguimmo verso la stanza in cui si trovava la madre di Speranza. Nei corridoi incontriamo infermiere e medici. Ci guardano curiosi. Orlando stringe con più forza la mia mano. Deve essere un tantino agitato anche lui. Prima abbiamo affrontato il mio ambiente, e cioè quello della scuola e  adesso affrontiamo il suo posto di lavoro. Niente e nessuno c’avrebbe ostacolato.
Per fortuna arriviamo a destinazione senza difficoltà. Appena la piccola Speranza mi vede subito corre ad abbracciarmi. La stringo forte a me. Questa bambina mi è mancata davvero tanto.
 
“ Sei venuta finalmente!”, esclama la piccola felice di rivedermi, “ pensavo non ti avrei rivista mai più”.
 
“ E come potevo abbandonarti, eh?”, le dico sorridendole, “ Sei la mia unica vera amica, dolce Speranza”.
 
“ Non sai com’era il dottore in questi giorni”, continua a dire volgendo lo sguardo su di Orlando, “ Gli mancavi così tanto. Stava giornate intere a sospirare, meno male che c’ero io a consolarlo. Abbiamo parlato per tutto il tempo di te”.
 
“ Ah si?”, sono abbastanza stupida, ma voglio sapere dell’altro, “ e cosa ti diceva di preciso?”.
 
“ Ehm, sono cose private queste”, interviene Orlando decisamente imbarazzato.
 
“ Lei è la mia amica, devo dirle tutto quello che so”, lo riprende la piccola prendendolo in giro.
 
“ Se hai detto qualcosa di brutto su di me, ti giuro che ti prendo a schiaffi!”
 
“ Angel, non ha fatto altro che dire quanto sei bella, quanto sei dolce, quanto gli mancavi, quanto avrebbe voluto baciarti e.. a questo punto l’ho fermato, non volevo sentire altro”, dire ridendo la bambina.
 
“ Oh”, riesco a dire sorpresa.
 
“Okay, basta, avrete modo di parlare delle mie affermazioni domani. E’ ora di andare, è quasi mezzanotte”, ci interrompe Orlando passandosi nervosamente la mano tra i capelli.
 
Saluto la piccola dandole un bacio e lei ricambia abbracciandomi ancora. Le prometto che sarei andata l’indomani stesso a trovarla. Non avrebbero più potuto impedirmi di uscire. Adesso no, non più. Avrei fatto di tutto per fargli cambiare idea, per fargli capire quanto fosse importante per me Orlando e quanto lo amassi. Torniamo a camminare nei corridoi dell’ospedale e qui incontriamo Kathrine, l’infermiera, parlare con il direttore. Ho un attimo di imbarazzo totale. Loro sono quelli che conosco di più lì dentro. Appena ci intravedono e soprattutto intravedono le nostre mani congiunte, hanno un secondo di stupore. Io e Orlando ci fermiamo e io non posso non aggrapparmi al suo braccio e semi nascondermi dietro di lui.
Kathrine sorride leggermente. Non posso dire che sia felice nel vederci, ma almeno sta sorridendo. Per quanto riguarda il direttore lo vedo sospirare e abbassare lo sguardo. Quella situazione mi fa un male tremendo. Sono tutti pieni di pregiudizi nei nostri confronti. Mi giro verso Orlando e vedo che è dispiaciuto quanto me. Quando i nostri sguardi si incontrano però sorridiamo tutti e due e proseguiamo verso la nostra strada.  Non mi importa di loro. Se non vogliono accettarci non è un problema. L’importante è che io amo Orlando e che lui ami me. Tutto il resto conta poco.
Stiamo per uscire dall’ospedale quando all’improvviso Orlando mi ferma di colpo.
 
“ Lo sai che l’ultimo piano di questo edificio è abbandonato?”, mi dice guardando verso il soffitto.
 
“ Davvero?”.
 
“ Si e da lì c’è un bel panorama. Potremmo vedere i fuochi da lassù se per non te non è un problema”.
 
“ E come facciamo? Non ci vedranno?”.
 
“ No, tranquilla. Conosco quest’ospedale come le mie tasche. Non ci vedrà nessuno”.
 
 
E così in men che non si dica ci ritroviamo a salire scale dopo scale per arrivare all’ultimo piano dell’edificio. Orlando ha detto che è meglio evitare di prendere l’ascensore perché a quell’ora il personale medico rifiuta categoricamente di salire o scendere scale, a causa della troppa stanchezza. E di fatti non incontriamo anima viva.
Una volta saliti vedo un sacco di cose ammucchiate di qua e di là. Ci sono dei materassi vecchi, delle sedie, scrivanie e quanto ancora. Sembra una specie di stazione di oggetti perduti. Orlando mi porta fino al terrazzo. E’ immenso.
 
“ Grazie per tutto quello che hai fatto per me stasera”, gli dico appoggiandomi a lui.
 
“ Non ho fatto niente di eccezionale. Ho solo voluto dimostrarti l’amore che provo per te.”
 
“ Mi hai riempita di regali, non dovevi”.
 
“ E non è ancora finita qui”.
 
Rimango stupita nel vedere quel sorrisetto malizioso sulla sua bocca. D’un tratto dalla tasca tira fuori una scatoletta. Rimango di sasso e guardo l’intera scena senza spiccicare una parola. Orlando mi porge la scatola, ma non riesco a muovere un muscolo. Lui sorride compiaciuto e opta nell’aprirla di sua iniziativa.
 
E’ una collana di diamanti bellissima con al centro la scritta “Ti amo”. Mi tremano le mani, è troppo per me. Sento le lacrime pungermi sugli occhi. Devo cercare di non piangere. Non in questo momento e non davanti a lui. Orlando me la mette al collo dopodiché mi osserva per qualche secondo.
 
“ Sei bellissima”.
 
“ E finiscila, stupido”, gli dico con le lacrime agli occhi. “ Tu sei bellissimo”.
 
E a quel punto siamo interrotti dal forte rumore dei fuochi d’artificio. Sussulto dallo spavento e mi aggrappo immediatamente ad Orlando. Lui sorride e mi stringe forte a sé mentre insieme guardiamo incantati i fuochi ergersi nel cielo. Sono davvero stupendi.
Quando finiscono torniamo dentro, anche perché su quel terrazzo si gelava dal freddo. Orlando mi attira a sé e inizia a baciarmi. Non riusciamo proprio a resistere nel non farlo. I suoi baci mi mandano in un altro mondo. E quando tocco la sua lingua con la mia mi sento quasi svenire.
 
“ Ti riporto a casa, adesso”, mi sussurra interrompendo il bacio.
 
“ Come? No”, rispondo dispiaciuta, “ Voglio stare ancora con te.”
 
“ Se restiamo ancora da soli succederà qualcosa che tu non vuoi ancora fare e non voglio metterti fretta”.
 
“ Orlando, oggi è il mio compleanno”.
 
“ Ah davvero? “, dice fingendosi stupito, “ credo di averlo visto nella tua cartella clinica”.
 
“ Scemo, per questo mi hai fatto tutti questi regali?”.
 
“ Anche, ma te l’ho già detto, volevo dimostrarti quanto ti amo”.
 
Lo guardo per un po’ con il broncio. Accarezzo lentamente i suoi pettorali attraverso la camicia. Orlando sospira e chiude gli occhi lasciandosi andare alle mie carezze.
 
“ Non fare la bambina, sei una donna ormai”.
 
“ Non ancora”.
 
Orlando riapre gli occhi confuso. Porto le mie mani sul suo viso accarezzandolo dolcemente. Quando arrivo sulla sua bocca lo sento irrigidirsi. Respira profondamente, sta cercando di auto controllarsi. Abbassando lo sguardo però noto che non ci sta riuscendo tanto bene.
 
“ Angel, che intenzioni hai?”
 
“ Non lo so. Mi fai perdere il controllo, non mi fai capire più niente. So solo che ti voglio, Orlando”.
 
Lo bacio disperatamente sulla bocca. Cerco la sua lingua e appena la trovo anche lui perde il controllo della situazione e mi attira a sé baciandomi come mai aveva fatto. Mi solleva leggermente dal terreno e dopo aver fatto qualche passo mi ritrovo con le spalle al muro. Mi bacia ancora con decisione e io non ho nessuna voglia di interrompere quell’esplosione di desiderio. Sento le sue mani sul mio corpo, dappertutto. Inizio a gemere mentre lui con la bocca scende a baciarmi il collo e con la mano a stringermi la coscia. Decido di darmi da fare e porto le mani a slacciare i bottoni della sua camicia. Sento la sua erezione premere con forza contro il mio corpo. Una volta tolta la camicia torna a baciarmi in bocca. Orlando cerca disperatamente di sollevare il mio vestito. E una volta riuscito nell’intento sento le sue mani compiere una specie di massaggio sui mie glutei. Gli levo via anche la maglia che ha di sotto e resto incantata a vedere il suo petto nudo.  Un attimo e prendo a baciarlo lungo il suo torace. Nel mentre lui geme di piacere lascio una scia sul suo corpo con la mia lingua. Non ce la fa più e mi chiede disperato di aiutarlo a togliermi il vestito. 
Resto in biancheria intima davanti a lui. Sto morendo dalla vergogna e inizio irrimediabilmente a tremare. Orlando mi guarda incantato per qualche secondo dopodiché inizia a cospargere il mio corpo di piccoli baci ardenti. Affondo le mie mani nei suoi capelli mentre mi bacia l’incavo del seno. Dopodichè slaccia il reggiseno facendolo cadere a terra. Il mio imbarazzo aumenta a dismisura e cerco di coprirmi con le braccia mentre lui continua ad osservarmi. Sposta lo sguardo da un’altra parte della stanza. Non capisco che diavolo gli prende. Lo vedo andare a prendere qualcosa. Ha in mano una coperta. La apre e la distende su di un letto. Torna da me afferrandomi dal braccio e facendomi sbattere violentemente contro il suo corpo. Quel tipo di contatto mi manda in subbuglio. Orlando mi bacia ancora  mentre le sue mani sui miei fianchi salgono lungo il corpo fino ad arrivare al seno. E al suo tocco mi sento morire. Li sfiora, li accarezza, stuzzicandomi senza farmi male i capezzoli. Mi aggrappo a lui mentre cerco di non urlare dal piacere. D’un tratto mi prende in braccio e mi porta sul letto.
Una volta essermi distesa si mette a cavalcioni addosso a me. Continua a fissare il mio corpo nudo mentre io porto le mia mani ai suoi pantaloni. Gli slaccio la cintura e la lancio via. Nel mentre Orlando continua a baciarmi il collo. Mi aiuta nel fargli togliere i pantaloni e li buttiamo insieme per terra. La sua erezione è ben visibile e in quel momento ricomincio a tremare più di prima.  Prende ad accarezzarmi dolcemente. Continua a riempire il mio corpo di baci e ritorna a stuzzicare il mio seno. Sento la sua lingua sui miei capezzoli e non riesco ad evitare di emettere un gridolino. Orlando nel frattempo comincia a far scendere l’elastico dei miei slip. Nemmeno me ne accorgo, sono troppo concentrata nella “tortura” che mi sta facendo.  Sono completamente nuda, adesso.
 
“ Spogliami del tutto”, mi dice quasi come se mi stesse implorando.
 
Porto le mie mani sui suoi fianchi. Tremo nel farlo. Orlando lo capisce e porta le sue mani sulle mie accompagnandomi nell’intento di togliergli i boxer. In un batter d’occhio scivolano via e posso ammirarlo in tutta la sua bellezza.  Non ho mai visto il sesso maschile prima di quel momento.  Orlando è in ginocchio su di me. Allungo inconsciamente la mano per toccare il suo sesso. Appena lo sfioro il mio uomo si irrigidisce subito.  Ritraggo la mano e cerco di smetterla di tremare.
 
“ Se senti dolore, dimmelo”, mi sussurra col fiatone, “ non importa dove sarò arrivato e quanta voglia avrò di continuare”.
 
“ Va…va…bene”.
 
“ Non voglio farti del male, piccola”.
 
“ Io mi fido di te”.
 
Orlando mi sorride, afferra i miei fianchi e si fa largo fra le mie gambe. Lo sento entrare dentro di me lentamente. Un dolore mai provato prima mi attraversa il bacino. Mi aggrappo al suo collo stringendomi di più a lui. Col tempo il ritmo delle spinte aumenta sempre di più.  Orlando mi bacia dappertutto mentre io assecondo il ritmo spingendomi contro di lui. Sento le molle del letto muoversi. Quel rumore non fa che aumentare sempre di più la mia eccitazione e sicuramente anche quella di Orlando, il quale muove il suo bacino contro il mio con  sempre più voglia. Cerchiamo le nostre bocche disperatamente, ci sfioriamo, ci tocchiamo, ansimiamo. Sono avvicina al limite. Orlando lo capisce e mi afferra con forza dai fianchi. Un’ultima spinta profonda e raggiungiamo il piacere insieme. Sento la sua essenza dentro di me.  Orlando affannato cerca di mantenersi coi gomiti sul materasso. Lo guardo estasiata e porto la mia mano al suo petto sudato. Lo accarezzo lentamente mentre lui mi osserva senza pronunciare parola. Sorride e mi crolla addosso. Scoppio a ridere sentendo i suoi baci sul mio petto. Accarezzo la sua schiena e lo avvolgo nel mio abbraccio.
 
“ Non voglio perderti”, mi sussurra alzando appena lo sguardo, “ sei tutto per me”.
 
“ Grazie per avermi regalato la notte più bella di tutta la mia vita”.
 
“Dovrei essere io a ringraziarti, piccolo angelo”.
 
 
Orlando con un’abile mossa inverte i ruoli. Adesso io sono fra le sue braccia e lui mi coccola con tenerezza. Vorrei stare così per sempre, ma se non torno a casa i miei chiameranno la polizia di sicuro. Mi rannicchio accanto a lui mentre mi stringe forte. Dopo una decina di minuti decidiamo di alzarci. E’ stato un bel sogno, ma dobbiamo tornare alla realtà. Cerco di vestirmi in fretta perché sono imbarazzata a morte. Orlando dal canto suo non mi toglie gli occhi di dosso nemmeno per un istante. L’ha capito che muoio di vergogna e lo fa apposta a fissarmi in quel modo.  Porto una mano sul mio cuore per accertarmi che sia tutto apposto. Non ha smesso di battermi all’impazzata per tutto il tempo. Sono innamorata persa di quest’uomo. Lo amo come non ho mai amato nessuno in vita mia. E per di più non sono ancora riuscita a dirglielo. Aspetto l’occasione giusta. Poteva essere quel momento in cui eravamo a letto il momento ideale, ma non c’ero riuscita.
Quando finiamo di vestirci entrambi Orlando mi attira a sé per darmi qualche altro bacetto. Non si accontenta mai.
Scendiamo cautamente e notiamo per fortuna che l’ospedale è quasi deserto. Ci sono si e no qualche infermiera e uno o due dottori di turno. Riusciamo ad uscire senza incontrare molte difficoltà. E in un lampo siamo di nuovo in macchina. Appena chiudo lo sportello inizio a ridere. Orlando mi guarda sorridendo.
 
“ Perché ridi?”.
 
“ Sono felice!”, urlo senza controllo, “ Non sono stata così felice in tutta la mia vita!!”.
 
Orlando scoppia a ridere a sua volta, “ Okay, okay, ma calmati o sveglierai tutti”.
 
Il mio dottore mette in moto e ci avviamo verso casa mia. Voglio stare ancora con lui, ma non si può purtroppo. Sono già l’una e mezza passate, dovevo tornare a casa prima. Vabbè avrei inventato qualche altra scusa. In fondo sono soltanto in ritardo di un’ora.
Lungo il tragitto ci imbattiamo in due macchine che corrono a tutta velocità. Orlando sbanda leggermente, ma fortunatamente riesce a mantenere il controllo della macchina. Mi porto le mani al cuore sconvolta. Per fortuna non è successo niente di grave.
Ma ecco che in lontananza rivediamo una delle macchine sfrecciare verso di noi a tutta forza. Sembra ovvio che si sposti, ma fino a pochi metri da noi non lo fa e Orlando cerca di evitarla sterzando. Riusciamo ringraziando Dio a evitare un incidente, ma proprio nel momento in cui sembra esser tutto finito la seconda macchina ci viene addosso.
Vedo una luce immensa illuminarmi. Un botto. Un fracasso enorme.  
 
E poi non vedo più niente.
 
Ombre, solo ombre.
 
E sangue.
 
 
 

 
 
Spazio “autrice”
 
Rieccomi .
Scusate il ritardo, spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Ringrazio tutte coloro che hanno recensito il chapter precedente!!

Recensite, mi raccomando!! Riattiviamo questa sezione di Orlando!! Su, ragazze! Lo so che ci siete!
 
Bye
Scarl.
 

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Capitolo 11
*** Non riesco a immaginare un mondo senza di te ***


Capitolo 11 – Non riesco a immaginare un mondo senza di te

-         1 Parte

 

 

Apro gli occhi e davanti a me vedo tutto bianco. Ci metto un po’ a capire che si tratta di un soffitto e precisamente quello di una stanza d’ospedale. Provo a muovermi e sento dolore. E’ come se avessi tutte le ossa rotte. Sposto lo sguardo  da una parte all’altra della stanza. Vedo tutto sfocato. Non riesco a capire se si tratta di un sogno oppure se è la realtà. E’ un attimo e tutto prende forma nella mia testa. L’incidente. Chiudo gli occhi e scuoto la testa mentre rivivo quel tragico momento. Una macchina ci è venuta addosso. L’ultima cosa che ricordo è una luce. Una luce immensa farsi sempre più grande. Stringo forte il lenzuolo fra le mie mani e torno a guardarmi intorno. Non lo vedo. Dov’è? Perché non è qui con me?  Le lacrime iniziano a punzecchiarmi sugli occhi. Non può avermi lasciata. Cerco di alzarmi dal maledetto letto stringendo i denti per combattere il dolore. D’improvviso vedo mia madre spuntare dalla porta. Subito corre verso di me e mi abbraccia forte. La sento piangere di gioia mentre io non riesco a non pensare a Orlando. Devo sapere come sta, devo vederlo. Perché io so che lui è vivo. Non se n’è andato via, lo so. Ha promesso che si sarebbe preso cura di me e continuerà a farlo. Io mi fido di lui e so che non mi lascerebbe mai.

 

“ mamma, mamma! “ le dico ripetutamente “ dov’è Orlando?! Dove l’hanno messo?! Come sta?!”.

 

“ Oh Angel, non posso crederci!”, mi prende il viso tra le mani “ sei viva, figlia mia! Sei viva!”.

 

“ Voglio sapere dov’è lui, mamma! Ti prego!”, le urlo esasperata e sul punto di scoppiare in lacrime.

 

Mia madre mi fissa per un lungo momento. Questo silenzio mi sta facendo impazzire. Devo assolutamente sapere. Non mi importa di aver le ossa rotte, di stare male, io ho bisogno di lui, devo vederlo.

 

“ Angel, adesso riposa”, continua a dirmi “ non sei ancora nel pieno delle tue forze.”

 

“ Mamma!!!”, le urlo contro portandomi le mani alla testa “ Dimmi dov’è Orlando, cazzo!!”.

 

Le mie urla arrivano alle orecchie di infermieri e dottori che stavano lì vicino. Subito questi si precipitano nella mia stanza e cercano di calmarmi. Cerco di alzarmi dal letto, di liberarmi di loro per correre da lui, ma non me lo permettono. Scoppio a piangere e li imploro di dirmi dove si trova Orlando. L’infermiera mette una mano sulla spalla di mia madre e le sussurra di dirmi la verità. Le guardo pensando al peggio. No, non può essere.

 

“ E’ in coma “, mi dice alla fine, “ ha picchiato forte la testa e non ha ancora ripreso conoscenza. “

 

“ Lo voglio vedere!”, faccio per scendere dal letto, ma qualcuno mi ferma.

 

“ No, devi riposare”, mia madre afferra il mio braccio, “ non ti sei ancora ripresa”.

 

“ Lasciami andare, mamma “ , la supplico “ Devo vederlo, ne ho l’assoluto bisogno”.

 

L’infermiera toglie la mano di mia madre dal mio braccio. Mi sorride appena e mi aiuta a scendere dal letto. Dovrei ringraziarla, ma non riesco a dire niente. Voglio solo andare da lui.

A piccoli passi ci avviamo verso la sua stanza. Sento del dolore, ma non gli do peso. Fortunatamente il tragitto da percorrere non è molto. Appena entriamo nella stanza lo vedo giacere su di un letto, attaccato ad un macchinario. Sembra che stia dormendo beato. Man mano che mi avvicino vedo dei graffi sul suo viso e una spacca sulla fronte. Sto per mettermi a piangere di nuovo e l’infermiera cerca di darmi forza. Mi fa sedere davanti al letto e lì posso osservarlo meglio. Allungo la mano per toccare la sua. Fa troppo male vederlo ridotto in quel modo.

 

  Si rimetterà,vero?”, chiedo all’infermiera.

 

“ Non posso dirtelo con certezza”, risponde la donna, “ la sua situazione è critica e anche se i dottori sono riusciti a salvarlo, non sappiamo se mai si risveglierà”.

 

“ Ma com’è possibile che quello ridotto in questo stato sia lui?!”, le chiedo ancora disperata, “ la macchina veniva verso di me, è me che ha colpito!”.

 

“ Calmati, piccola”, mi abbraccia per tranquillizzarmi “ il Dottor Bloom ha praticamente…usato il suo corpo come scudo per.. proteggerti”.

 

Mi porto la mano alla testa disperata. E’ stato uno stupido, un imbecille, un idiota. Come ha potuto fare una cosa del genere? Mettersi davanti a me e farsi colpire per poi finire in questo stato? Dopo quella notte bellissima che abbiamo passato non è giusto che tutto finisca così. Non posso pensare che per dei deficienti ubriachi io debba perdere l’amore della mia vita. Non accetterò mai una cosa del genere. Mai.

 

“ Mi lasci da sola, per favore”, prendo a dirle poco dopo, “ voglio stare da sola con lui.”

 

L’infermiera annuisce e in pochi secondi esce dalla stanza.  Respiro profondamente e resto per molto tempo in silenzio ad osservarlo. Qualcuno una volta mi ha detto che se si parla alle persone in coma, queste possono sentire anche se sembra che stiano dormendo. Sembra assurdo perché lo guardo e non credo che possa realmente ascoltarmi, ma decido di parargli lo stesso.

 

“ Ehi.. “ prendo a dirgli, “ Lo sai che sei davvero un coglione?”, porto la mia mano sulla bocca per trattenere il mio dolore, “ metterti davanti a me, ma che ti salta in mente?”.

 

Afferro la sua mano e la stringo forte nella mia. Appoggio la testa sul letto e piano ancora.

 

“ Devi svegliarti, hai capito? Non puoi andartene così un attimo dopo  aver fatto l’amore con me”, rido mentre le lacrime scendono ancora incessantemente, “ Se ti svegli lo facciamo ancora. Tutte le volte che vorrai. Non mi sono mai sentita come ieri notte in vita mia. E non sono nemmeno riuscita a dirti che Ti amo. E te lo dico adesso. Forse nemmeno mi stai ascoltando, ma te lo dico lo stesso. Ti amo, hai capito, stupido? Renditi conto che sei la prima persona a cui lo dico e di sicuro anche l’unica al mondo.  Ti giuro che se ti svegli, la prima cosa che faccio è mandare a fanculo tutti e tutto e scappare insieme a te!”

 

Mi avvicino al suo viso e gli bacio la bocca. Resto un po’ in quella posizione. Ho bisogno di sentire le sue labbra sulle mie. Magari potesse aprire la bocca e baciarmi come lui sa fare. Ma purtroppo non succederà. Tocco con le mie dita il suo viso. E’ così bello, non può morire.  Ricordo come se fosse ieri la prima volta che l’ho incontrato. Quando i suoi occhi e i miei si sono incrociati non ho capito più niente. Ho sentito un colpo al cuore e poco dopo sono svenuta. Non capisco ancora come ci sia riuscito, ma col solo tocco della sua mano sul mio petto e con le sue dolci parole,è riuscito a salvarmi più di una volta. Ho bisogno di lui per vivere, di questo ormai ne sono sicura.

E’ il mio cuore. Si può vivere senza cuore?

 

 

Nella stanza entra qualcuno. Sento dei passi dietro di me, ma non mi giro a vedere di chi si tratta. D’improvviso questo qualcuno mette la sua mano sulla mia spalla. E a quel punto alzo lo sguardo per guardarlo in viso. E’ il direttore dell’ospedale. Ha un’espressione triste anche se cerca di sorridermi. So bene che si può fingere, ma fino a un certo punto. Il dolore prima o poi prende il sopravvento su tutti e non puoi tentare di nasconderlo dietro un sorriso falso. Perché quel sorriso cadrà, non avrai più voglia di sorridere. E’ inevitabile.

 

“ Mi dispiace, Angel”, mi sussurra appena “ Siamo stati tutti degli stupidi, io soprattutto. “

 

“ Non… non capisco. Cosa intende dire?”.

 

“ Vi abbiamo giudicato male e adesso che Orlando si trova in questo stato mi sento un verme. Chi sono io per giudicare il vostro amore? Eh? Non sono nessuno.”

 

“ Non si preoccupi”, lo rassicuro “ a noi della gente importa ben poco. Anche se credo che a lui facevano molto male i vostri sguardi freddi e distaccati.”

 

“ Lo conosco da una vita”, mi rivela “ Dovevo sostenerlo, capirlo e non giudicarlo. Infondo siete un uomo e una donna che si sono innamorati l’un l’altro, cosa c’è di tanto sbagliato? Siamo stati ciechi e sciocchi.”

 

Il direttore mi stringe forte la mano nella sua. Capisco che è veramente pentito e dispiaciuto. Le sue parole arrivano dritte al mio cuore e spero anche al cuore di Orlando. Nonostante tutto credo fortemente che lui stia ascoltando tutto quanto. Deve ascoltare per forza.

 

“ Credo che quello che mi ha fatto arrabbiare di più sia stato il fatto che un medico si sia innamorato di una sua paziente”, prosegue l’uomo “ questo non dovrebbe mai accadere. Ma si vede che era destino.  Vi amate così tanto, è impossibile non capirlo. Il modo in cui lui guarda te e tu guardi lui. La dichiarazione che ti ha fatto davanti a tutti quanti, quel giorno, è stata inaspettata e toccante al tempo stesso. Anche se siamo rimasti tutti alquanto stupiti in quello che ha detto, non posso negare che le sue parole non siano state belle e toccanti. Ha dimostrato tutto l’amore che prova per te davanti a tanta gente, senza doversene vergognare e questo gli fa onore. E io che ho fatto? Invece di congratularmi con lui per aver incontrato una persona come te, gli ho detto delle parole tremende. Quasi lo licenziavo.”

 

“ Non si disperi, signore”, lo fermo d’un tratto “ tutti possono sbagliare. Forse la nostra storia d’amore ha stupito un po’ molti. Certo lui è più grande di me e io sono solo una ragazzina, ma come ha detto lei poco fa, siamo un uomo e una donna che si sono innamorati perdutamente. Cosa c’è di più semplice al mondo? Io lo amo e non posso farci niente. Mi sono innamorata di lui appena ho incontrato quei suoi occhi bellissimi. E piano piano, giorno dopo giorno, quel sentimento è cresciuto sempre di più e si è trasformato in amore. E inspiegabilmente anche lui provava lo stesso per me. Ho cercato di rifiutare questo sentimento, di pensare ad altro, ma non ci sono riuscita. E fino al giorno della dichiarazione non c’eravamo nemmeno baciati. Solo piccoli gesti, sfioravamo i nostri corpi e solo questo bastava per far accelerare i battiti del mio cuore.  Non so perché le sto raccontando tutto questo, ma è quello che sento e devo dirlo a qualcuno altrimenti mi scoppierà il cuore!”.

 

Il direttore mi abbraccia forte e mi abbandono subito a quel piccolo gesto. Ho bisogno di conforto, di essere capita, di piangere il mio dolore con qualcuno. Il mio dottore è grave, non ci sono molte speranze. Io però non posso smettere di sperare, perché se lo faccio sarà la mia fine.

 

Resto giorno e notte in quella stanza in attesa del suo risveglio. Forse non accadrà mai, ma non voglio pensarci. Speranza viene a trovarmi tutti i giorni. Anche lei sta molto male per Orlando. In più si aggiunge anche l’aggravarsi della malattia di sua madre. Le cose non vanno per il meglio per nessuno in quel dannato ospedale. Orlando non da alcun segno di miglioramento e i giorni passano. Se non succederà qualcosa passerà il resto della sua “vita” attaccato a quella maledetta macchina. Muoio dentro solo a pensarci. Comunque andranno le cose io non lo lascerò mai, starò sempre in quella stanza a stringere forte la sua mano nella mia e a parlargli. Gli parlerò finché non gli verrà la nausea, finché non si stancherà così tanto da svegliarsi e implorarmi di smetterla.

Sono venuti a trovarci anche le mie compagne di scuola e persino Robert. Tutti ci stavano vicino e allora mi sono chiesta per quale diavolo di motivo hanno dovuto capire il nostro amore solo adesso? Perché non c’hanno accettati quando eravamo entrambi felici e innamorati?

L’unica che ancora non capisce è mia madre. Non la sopporto più e la mia pazienza sta raggiungendo il limite. Tutti hanno capito quanto è forte il nostro amore e lei si ostina ancora a non accettarlo.

Passano cinque giorni e io continuo a non voler staccarmi dalla sua stanza. Mia madre è esasperata, vuole che io riposi nel mio letto per un po’. Non ce la faccio più a sentire le sue sciocchezze.

 

“ Ma lo vuoi capire una volta per tutte che io lo amo?!”, le urlo con tutte le mie forze.

 

“ Angel, non urlare, per favore”.

 

“ No, io urlo quanto voglio! Tutti qui dentro mi stanno accanto, mi capiscono, invece tu no! Perché?!”.

 

“ Ma ti rendi conto quello che ti è accaduto? Potevi morire! E tutto per quest’uomo!”

 

“ Io ho iniziato a vivere grazie a lui! Ho imparato cosa significa amare, per la prima volta il mio cuore ha iniziato a battere all’impazzata per qualcuno, sorridevo quando pensavo a lui!

 

Mia madre mi da le spalle ed esce dalla stanza. Non può finire così. La seguo e l’afferro per il braccio. Deve ascoltarmi.

 

“ Mi ha salvato la vita, vuoi capirlo? E non solo una volta, ma un’infinità di volte. Mi salvava ogni volta che mi guardava, che mi sorrideva, che mi accarezzava e ogni volta che mi toccava”.

 

“ smettila, Angel, ci sono persone.”

 

“ No, mamma, finché tu non capirai io non la smetterò. Io ho fatto l’amore con lui quella maledetta notte! Ed è stata la cosa più bella di tutta la mia vita! Ho provato la felicità, l’ho provata sulla mia pelle e un attimo dopo me la sono vista scivolare dalle mani! E non sono stata in grado nemmeno di dirgli che l’amavo, nonostante lui me l’avesse detto e ridetto. Ti amo, due semplici parole ma che ti fanno tremare il cuore se dette da qualcuno che ami con tutta te stessa. Ed è così che mi sono sentita appena me le ha dette. Tremavo, mamma. Tremavo come non mai. Non mi importa più di niente, adesso. Se tu vorrai capire o meno. Lui non si risveglierà  e io non potrò più essere felice. Non potrò dirgli quelle due parole e questo rimpianto me lo porterò dietro per tutta la vita.”

 

Nemmeno me ne sono accorta. Sto piangendo, le lacrime scivolano sul mio viso. Attorno a noi ci sono tante persone. Non ci posso credere di aver urlato quelle parole davanti a tutti. Ma infondo che importanza ha? Mia madre avanza lentamente verso di me e inaspettatamente mi abbraccia e mi stringe forte a se. Ricambio subito e mi lascio andare a un pianto disperato. Sento anche lei piangere insieme a me.

 

“Scusami piccola mia. Lo so che lo ami, lo so”, mi dice singhiozzando “ l’ho sempre saputo. Solo che avevo paura che potessi soffrire perché lui è più grande di te e tu sei così piccola ancora. Perdonami, perdonami”.

 

Ci stringiamo forte ed entrambe ci abbandoniamo al nostro dolore.

Dopo poco mi accompagna nella mia stanza per farmi risposare un po’. Le dico non lasciarmi dormire per molto perché non voglio lasciarlo per troppo tempo da solo. Mia madre annuisce e capisco dal modo in cui mi guarda che esaudirà questo mio volere.  Mi addormento pochi secondi dopo essendo stanca e provata dal pianto e dalla sofferenza.

 

Sento un allarme nel sonno. Infermieri e dottori che corrono nel corridoio trascinando una barella. “codice rosso, codice rosso”, urlano. Apro gli occhi e capisco di non stare affatto sognando. Subito balzo dal letto ed esco dalla stanza. Vedo infermieri uscire ed entrare dalla sala operatoria. Mi metto le mani ai capelli. Cerco di chiedere a un’infermiera di passaggio cosa sia successo. Quest’ultima mi dice che si è sentito male qualcuno delle stanze accanto. Non dice nient’altro e scappa via. Oh Dio, è Orlando, è Orlando! Corro verso la sala operatoria e dalla piccola finestra sulla porta vedo un dottore ricoprire con il lenzuolo colui che si trovava su quel letto. Le infermiere scuotono la testa mortificate e una di loro scoppia a piangere. Sento di star per morire.  Cado a terra mentre urlo disperata.

Non dovevi lasciarmi. Non dovevi farlo. Voglio vederti ancora, voglio vedere quel tuo sorriso meraviglioso, voglio sentire i tuoi baci, il tuo sapore. E adesso tutto questo non sarà più possibile.

Continuo a piangere e ad urlare disperata mentre sento qualcuno abbracciarmi da dietro le spalle.

 

 

 

 

 

Saaaaaaaalve

Chiedo perdono mille volte per l’enorme ritardo! Ma ho avuto da fare xD

 

Spero che questo capitolo vi abbia fatto deprimere tanto tanto xD scherzo ovviamente !

 

E… vi annuncio che il prossimo sarà l’ultimo :)

 

A presto

 

Scarl.

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Capitolo 12
*** Non riesco a immaginare un mondo senza di te - 2 Parte ***


Capitolo 12 - Non riesco a immaginare un mondo senza di te

- 2 parte

 

 

Continuo a piangere e ad urlare disperata mentre sento qualcuno abbracciarmi da dietro le spalle. Mi volto lentamente e vedo la piccola Speranza in lacrime. La bambina mi abbraccia forte e si lascia andare a un pianto disperato. La tengo stretta stretta a me. Quindi è tutto vero. Orlando è morto.

 

“ Angel, Angel!”, urla la piccola stringendosi a me, “ la mamma, la mamma”, continua la bambina aggrappandosi al mio collo, “ è.. morta!”.

 

Spalanco gli occhi inorridita. Le lacrime scivolano lungo le mie guancie. Prendo in braccio la piccola e mi avvicino alla sala operatoria. Di lì esce un infermiera e subito la fermo per chiederle informazioni.

 

“ Mi scusi, ma … lì dentro.. chi… c’è?”, le chiedo titubante.

 

L’infermiera mi guarda mortificata, “ La madre della piccola”.

 

Chiudo gli occhi e sospiro mentre stringo la bambina fra le mie braccia. Così piccola ed è già rimasta orfana, tutto questo è ingiusto. Non posso nemmeno provare un briciolo di felicità perché non si trattava di Orlando. Il dolore è sempre grande. Quella signora è stata molto buona e gentile con me. Dio si porta via sempre le persone migliori. E pensare che anche il padre di Speranza è morto anni fa, lei non l’ha nemmeno potuto conoscere. Questa piccola è rimasta orfana. E’ rimasta sola. Senza nessuno. A soli 6 anni. Perché? Non è giusto farla soffrire così tanto. I suoi genitori sono volati via lasciandola da sola. E a quest’età una bambina non dovrebbe sopportare tutto questo dolore. E’ un qualcosa di disumano. La porto in camera mia per vedere se posso calmarla un po’, ma come posso alleviare il suo dolore? E’ impossibile. Deve piangere, deve sfogare la sua rabbia e soprattutto deve capire che sua madre non ci sarà più. E’ troppo piccola per accettare qualcosa del genere. Troppo piccola per accettare la morte. Potrei ritrovarmi anch’io in questo stato. A piangere disperata per Orlando. I giorni passano e non ne vuole di che saperne di svegliarsi. Col tempo le speranze si stanno dissolvendo. Più lo guardo e più mi convinco che prima o poi aprirà quei suoi occhi meravigliosi. Devo avere speranza, perché.. come dice sempre Viggo Mortensen ne “Il signore degli Anelli”, “ c’è sempre speranza”.

“ Speranza, basta piangere, su, piccola. Non piangere più”, le dico abbracciandola forte, “ Tua madre non è andata via, è come se fosse qui, con noi, con te, solo che adesso è.. invisibile”, continuo a dirle, “ Tu non sei sola, la speranza rinascerà sempre nel tuo cuore perché si nutre del suo amore”, le asciugo le lacrime dal viso, “ e anche se tua madre ha lasciato questa terra, lei veglierà sempre su di te”.

 

“ Una volta mia madre mi ha detto una cosa… riguardo a quando.. se ne sarebbe andata ”, mi rivela tra un singhiozzo e l’altro.

 

“ Davvero?”, le dico sorridendo leggermente, “ e cosa ti ha detto?”

 

Speranza sospirò profondamente prima di raccontarmi cosa le aveva detto sua madre prima di andare via.

 

“ Figlia mia, la morte non esiste. Le persone muoiono solo quando vengono dimenticate – mi spiegò mia madre”, vedo qualche lacrimuccia scendere lungo il suo viso e la raccolgo, “ Se mi ricorderai, sarò sempre con te-  e allora io le risposi che la ricorderò per sempre”.

 

“ Giusto, finché il suo ricordo rimarrà vivo nel tuo cuore, lei non se ne andrà mai”, le dico infine per poi riabbracciarla ancora.

 

Non l’abbandonerò. Rimarrò sempre con lei. Qualsiasi cosa accada, nessuno potrà separarci. Questa piccola è troppo importante per me. E’ riuscita ad entrare nel mio cuore, così come Orlando. Non posso più vivere senza di loro. In quest’ospedale se c’è stato qualcosa di positivo è proprio il mio incontro con loro due. Mi hanno cambiato la vita, chi in un modo e chi in un altro.  Credo che infondo devo ringraziare la mia malattia al cuore. Se non fosse stato per lei non sarei mai venuta qui e non avrei mai incontrato né Orlando e tantomeno Speranza. Questo vuol dire solo che non tutti i mali vengono per nuocere.  E devo aver fiducia in Orlando. La prima volta che ci siamo incontrati mi ha promesso che si sarebbe preso cura di me. Non era proprio una promessa ma il tono che ha usato nel dirlo suonava come una promessa. E io gli ho donato il mio cuore, l’ho affidato alle sue cure. C’è voluto tempo per capire che non potevo vivere senza di lui, ma alla fine eravamo riusciti a trovarci. E come in ogni cosa, c’è sempre l’ostacolo che impedisce alle persone di vivere felici. Proprio quando avevo scoperto cos’era la vera gioia, la vera felicità e soprattutto il vero amore.

Qualche giorno dopo la terribile scomparsa della madre di Speranza, ricevo la notizia che posso lasciare l’ospedale. In verità non ne ho nessuna voglia e non me ne andrò. Non lascerò Orlando da solo, in quel letto d’ospedale. Quando si sveglierà voglio essere lì presente, voglio essere la prima persona che vedrà. E soprattutto voglio che sappia che non l’ho mai lasciato per nessuna ragione al mondo. Mia madre non è della stessa opinione, come sempre d’altronde.

 

“ Ma Angel, devi andare a scuola”, mi dice contrariata, “ Hai fatto tantissime assenze e quest’anno hai anche gli esami da fare”.

 

“ Mamma, io non voglio lasciare Orlando”, le dico disperata, “ non voglio abbandonarlo qui”.

 

“ Non lo stai abbandonando, figlia mia. Ma devi capire che devi riprendere la scuola. Ti prometto che passerai il resto della giornata qui in ospedale.”

 

“ Mi lascerai stare anche di notte?”, le chiedo supplichevole.

 

“ E va bene, anche di notte”, cede per fortuna alla mia richiesta, “ se te lo permetteranno.”

 

“ Oh certo che me lo permetteranno”.

 

So perfettamente che il direttore non mi negherebbe mai una cosa del genere. Dopo la bella chiacchierata che avevamo avuto non si sarebbe opposto di certo. Aveva capito di aver sbagliato comportandosi in quel modo e adesso avrebbe fatto di tutto per rimediare. Sarei andata a scuola e non appena sarei uscita da quel posto infernale sarei volata in ospedale, dal mio Orlando. Speranza sarebbe rimasta lì ancora per poco. Mi aveva detto che presto l’avrebbero portata in un orfanotrofio. Il brutto è che io non posso fare niente per impedirlo. L’unica cosa che posso fare è rapirla e portarla via, ma non avremmo risolto niente.  Va tutto così male, accidenti.

Il giorno della mia uscita dall’ospedale Speranza scoppia nuovamente in lacrime. L’abbraccio forte e le prometto che andrò a visitarla quel pomeriggio stesso, dopo esser uscita dalla scuola. Per fortuna riesco a farle sorridere di nuovo. In più le chiedo di badare a Orlando e lei accetta con piacere. Le do un ultimo bacio e poi esco dall’ospedale.

A scuola ho dovuto affrontare tutti i miei compagni. Mi hanno chiesto di Orlando e quasi scoppio a piangere. Non voglio parlare con nessuno di questa storia. Non capiscono che mi fa male vederlo in quel letto, con gli occhi chiusi e credere che non si sveglierà mai mi provoca un dolore ancora più immenso.  Darei tutto per riaverlo di nuovo.  Non vedo l’ora di uscire da qui e tornare da lui. Con mio grande stupore Robert si siede accanto a me. Ho la mano appoggiata sul banco e lui la ricopre con la sua.

 

“ Mi dispiace, Angel”, mi dice sincero, “ vedrai che si risveglierà”.

 

“ Grazie, Rob”.

 

“ Dimmi la verità. Tu sei mai stata innamorata di me?”, mi chiede dopo qualche secondo, “ No, perché, per un momento ho avuto questa impressione”.

 

“ Mi sono presa una cotta per te”, gli rivelo, “ ti sono venuta dietro per due anni”, proseguo sorridendo, “ poi però nella mia vita è apparso Orlando e … ho capito che non ero mai stata innamorata sul serio di qualcuno. Quella per te era solo una cotta adolescenziale, invece per Orlando io provo amore, amore vero. Io lo amo”.

 

“ Ed io amo te”, dichiara improvvisamente, “ ti ho sempre amata, solo che sono stato talmente cieco che.. non ho avuto mai il coraggio di confessartelo e di questo me ne pento tutt’ora.”

 

Lo guardo stupita dalle parole che mi ha appena detto, “ perché non me l’hai mai confessato?”, gli chiedo curiosa.

 

“ Ma perché.. non capivo se fossi innamorata di me o no, non ne avevo la certezza e quindi non mi sono mai fatto avanti”, prosegue nella sua confessione, “ forse se te l’avessi detto prima tutto questo non sarebbe mai accaduto e io a te adesso saremmo stati insieme”.

 

“ No, non dire questo. Io ho capito cosa vuol dire amare grazie a Orlando. Anche tu sei stato importante per me, ma capiscimi.. lui è l’amore vero, quello che arriva una sola volta nella vita e quell’amore che non dimentichi mai, forte più dell’acciaio, inossidabile, succeda quel che succeda senti questo amore dentro di te e sai che non potrai mai smettere di amare quella persone con tutto te stesso”.

 

“ Lo ami davvero, allora”, abbassa il capo e intravedo nel suo tono un po’ di tristezza, “ beh, è un uomo fortunato”.

 

“ Si, lo amo”, sorrido nel dirlo, “ e sono sicura che anche tu incontrerai qualcuna che ti amerà come io amo lui”.

 

“ Non credo”, punta i suoi occhi tristi dritti nei miei, “ io amerò solo a te, e mi merito di soffrire”.

 

“ Non dire così. Sei solo un ragazzo. Hai tutta la vita per innamorarti, per amare. Non fermarti davanti a un rifiuto. Io ti vorrò bene per sempre, e ti sarò sempre grato per avermi fatta sognare per quei due anni. Ricordo che una volta ho pure pianto per te”, scoppio a ridere ripensando a quel momento, “ e quella volta in cui mi regalasti una rosa non ho smesso di sorridere per tre giorni di fila. Avevo paura di avere una paralisi facciale.”

 

Robert scoppia a ridere dopodiché ci sorridiamo avvicenda. Lui per me sarà sempre importante, sempre. La mia prima cotta, il mio primo pianto, resterà impresso nei miei ricordi. E amerà di nuovo. Amerà una ragazza che lo amerà a sua volta. Troverà il vero amore così come io ho trovato il mio. E spero con tutto il cuore che non gli succeda quello che è successo a me. Spero abbia un amore sereno e tranquillo. Anch’io avrei voluto che fosse così tra me e Orlando. Un amore senza problemi e ostacoli. Purtroppo non è andata così. Il nostro destino c’aveva riservato una triste sorte.

Una volta uscita da scuola mi avvio felice verso l’ospedale. Per tutte le cinque ore non ho fatto altro che pensare  a questo momento. Non riesco a stare lontana da lui, mi è impossibile. Quella sera sarei rimasta in ospedale. Mia madre non sarebbe stata lì a rompermi e quindi sarei stata tutta la notte nella stanza di Orlando a parlargli e a fargli carezze.  E Speranza m’avrebbe fatto compagnia.

Appena entro nella sua stanza d’ospedale ho un tuffo al cuore. La sua bellezza non è mutata di un solo giorno. E’ stupendo come sempre. Resterei a contemplarlo per giorni e notti di fila senza mai stancarmi. Il ricordo di quell’ultima notte passata insieme mi fa tribolare lo stomaco. Quando l’ho sentito dentro di me. Quando ho sentito le sue mani lungo tutto il mio corpo. Quell’immensa gioia che ho provato nel momento in cui ci siamo uniti diventando un tutt’uno.  Vorrei tanto rifarlo di nuovo, forse sarebbe stato ancora più bello ed emozionante.

 

“ Angel, secondo te si sveglierà?”, mi chiede triste la piccola, “ non voglio che muoia anche lui”.

 

“ Neanche io, Speranza”, le dico col cuore in mano, “ Ti ricordi quella volta in cui abbiamo litigato davanti a tutti?”, le ricordo sorridendo.

 

“ Si, devo dire, Angel, che in quell’occasione l’hai trattato veramente male”, mi riprende la piccola, “ non sai che faccia triste e da cucciolo che aveva! Volevo venire a prenderti a schiaffi”.

 

“ E infatti dopo sei venuta a sgridarmi”, rido sempre più forte, “ e hai fatto bene!”.

 

“ Perché tu forse non ricordi ogni volta che dicevi che tu non provavi niente per lui che la vostra storia non poteva esistere e bla bla bla bla. Non sai quanto eri noiosa”.

 

E a quell’ultima affermazione scoppio ulteriormente in una risata rumorosa. La piccola mi segue a ruota. Più lei mi ricorda vecchi aneddoti buffi e più ridiamo. Mi fa male lo stomaco dal tanto ridere.

 

“ Poi quando finalmente ha avuto il coraggio di dichiararsi ero al settimo cielo”, continua la piccola, “ mi sono detta : finalmente quel cavolo di uomo ha tirato fuori le p…”.

 

Le metto in tempo una mano sopra la bocca. Rido e non riesco a smetterla. Devo ammettere che eravamo proprio da ricovero io e Orlando. Ci amavamo alla follia e continuavamo con le nostre stupide incomprensioni.

 

“ TI PREGO. NON SMETTERE DI RIDERE. PERCHE’ E’ PER LA TUA RISATA CHE IO SONO ANCORA VIVO”.

 

Il mio cuore si ferma d’improvviso. Speranza si ammutolisce di colpo. Ci giriamo entrambe verso Orlando. Ha gli occhi chiusi e.. un sorriso perfettamente visibile sulle labbra. Lentamente vediamo i suoi occhi aprirsi. Il cuore mi sta scoppiando nel petto. Le lacrime mi punzecchiano gli occhi. Respiro affannosamente e porto una mano sul mio cuore. Quando finalmente riapre quei suoi occhi meravigliosi lancio un urlo colmo di gioia e senza esitare un attimo gli salto addosso e lo abbraccio forte. Scoppio a piangere disperata. Infermieri e dottori entrano nella stanza impauriti per aver sentito quelle urla.  Appena assistono alla scena sorridono con le lacrime agli occhi.

 

“ Stupido, scemo, cretino, deficiente!!” gli urlo contro, “ mi hai fatto spaventare a morte! Credevo che non ti risvegliassi mai più!”

 

Orlando tappa la mia bocca con un tenero bacio ed io non posso fare a meno di sciogliermi. Sento gli applausi di tutti intorno a noi. La piccola Speranza è al settimo cielo.

 

“ Scusa, non lo faccio più”, mi dice ironico staccandosi dalla mia bocca, “ Ti amo anch’io”.

 

“ Come ? vuoi dire che… quando te l’ho detto.. tu.. mi stavi ascoltando?”, ero inorridita.

 

“ Si, ho ascoltato tutto, ogni singola parola che mi hai detto. Solo che non potevo risponderti, amore mio”.

 

“ Oh, Orlando, non sai quanto ho sofferto!”, lo abbraccio ancora, “ Ti amo, ti amo, ti amo!!”.

 

Orlando scoppia a ridere mentre mi riempie di baci, “ Ehi, non avevi di che preoccuparti. Non ti avevo per caso promesso che mi sarei preso cura di te?”, sorride e mi da un altro bacio sulla bocca.

 

“ Si, ricordo, come potrei dimenticarlo?”, gli sussurro ricambiando il bacio, “ e adesso promettimi un’altra cosa : che non mi lascerai mai più”.

 

“ Te lo prometto, piccola”.

 

 

 

E così Orlando dopo aver fatto gli accertamenti dovuti, fu rimesso dall’ospedale per la felicità di tutti quanti. Venne a cenare anche a casa mia e con mio grande stupore scoprì che mia madre era pazza di lui. Lo viziava perennemente. Uscivamo insieme tutti i pomeriggi e ho perso il conto di quante volte abbiamo rifatto l’amore. E ogni volta era stata più stupenda dell’altra. Non faceva che riempirmi di regali, di ogni genere e il nostro amore cresceva ogni giorno sempre di più.

 

A giugno, alla fine della scuola, mentre esco da quest’ultima, vedo la macchina di Orlando davanti al cancello. Sono con le mie amiche e all’improvviso vedo il mio uomo scendere dalla macchina e venire verso di me. Mi stupisco da questa sua improvvisa sorpresa. Faccio qualche passo per avvicinarmi a lui e allontanarmi un po’ dalle altre. Appena mi raggiunge mi da un bacio davanti a tutti. Sono tremendamente imbarazzata, ma i suoi baci sono irresistibili.

 

“ Come mai questa sorpresa?”, gli chiedo arrossendo.

 

“ Speranza non andrà.. in nessun orfanotrofio”, mi rivela un po’ impacciato, anche se non ne capisco il motivo.

 

“ Wow!! E’ .. è .. stupendo!”, lo abbraccio dimenticando di avere gli occhi di tutti addosso, “ e come mai ?”.

 

“ Ecco… perché… l’adottiamo … noi”, dice sempre più imbarazzato, “ noi due”.

 

“ ma… ma… non possiamo, Orlando… noi non siamo…”

 

Nemmeno finisco a dire quello che stavo per dire che vedo il mio amore inginocchiarsi davanti a me. Mi porto una mano sul cuore per calmarmi. D’improvviso vedo scendere Speranza dalla macchina di Orlando. La piccola mi sorride e corre verso di noi raggiante.

 

“ Angel… non so.. come dirtelo… oh Dio.. non sono stato così impacciato in tutta .. la mia vita”, lo vedo arrossire tremendamente, “ ma…. Vuoi sposarmi?”.

 

In quel momento vedo tutte le persone intorno a noi guardarmi incitandomi a dire di si. La piccola Speranza è a pochi passi da noi e mi sta implorando con le mani congiunte di rispondere. Sorrido e alla fine do la mia risposta.

 

“ Ti sposerei anche adesso, anche qui”, gli dico raggiante.

 

Orlando si alza, mi afferra dalla vita e tappa la mia bocca con un bacio appassionato. Speranza si mette a saltellare felice, mentre tutti gli altri applaudiscono. Sento una felicità immensa pervadermi completamente. Orlando mi solleva leggermente da terra e mi fa svolazzare da una parte all’altra. Scoppio a ridere mentre lui urla un TI AMO colmo d’amore. Appena mi rimette giù dico a Speranza di venirci ad abbracciare. La piccola scoppia a piangere e corre verso di noi. Tutti e tre ci abbracciamo felici, come una famiglia.

 

“ Vi voglio bene”, ci dice tra una lacrima e l’altra.

 

Entrambi le diamo un bacio sulle sue guancie e la piccola arrossisce. Io e Orlando la teniamo stretta nel nostro abbraccio e contemporaneamente ci guardiamo fissi negli occhi. E ci scambiamo un altro “ti amo” solo con lo sguardo.

 

Non rimpiangerò mai di aver abusato dell’alcool quella famosa sera. Non lo rimpiangerò mai perché è grazie a quella serata che io finì in ospedale. Ed è grazie a quell’ospedale che io conobbi Orlando. Tutto per il mio cuore di cristallo. Quel cuore che mi aveva tormentato per tutta la vita. Ed era grazie al quel cuore malato che.. avevo vinto tutto.

 

 

 

 

 

Salve! T.T Odio i finali… ma dovevo concluderla per forza!

Comunque, colgo l’occasione per ringraziare tutte coloro che hanno recensito la storia :) grazie di cuore!!

Ringrazio anche chi ha messo questa storia nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite! GRAZIE!

 

E volevo dirvi anche che… sto scrivendo un’altra storia su Orlando, ma che per il momento non pubblicherò. Voglio prepararmi un po’ di capitoli prima di pubblicarla :D vi dico solo che… non tarderò a farvela leggere !

Nel frattempo continuerò ad aggiornare le mie altre due storie : “ La figlia della Foresta” e “This Crazy Love”.

 

E… prossimamente… arriverà…. “Innamorarsi a Hollywood”  ecco, vi ho anticipato il titolo :3

 

Goodbye

 

Scarl.

 

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