Solo un attimo

di ORUL82
(/viewuser.php?uid=647607)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte prima ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***



Capitolo 1
*** Parte prima ***


Questa fanfiction è tradotta da una in lingua inglese. L'ho adorata.
Io e le mie amiche pensavamo di scrivere un sequel di questo MV (che abbiamo tutte amato) (se non sapete di che MV si tratti guardate qui). Non è la mia prima traduzione, ma è la prima volta che ne posto una.

Non sono una beta reader, quindi se trovate errori di battitura, e/o di spelling (soprattutto in alcuni nomi che, maledetti trattini) fatemelo notare!

DISCLAIMER: IO NON SONO L'AUTRICE DELLA STORIA. 
Ho chiesto il permesso alla ragazza per tradurla.
Questo è il suo profilo su asianfanfics, BabySweeTorture .
e la storia. Buona lettura!


Una delle tante definizioni, sinonimi di crudeltà, era amore, e per Inguk è proprio così. Perché ha dovuto innamorarsi di una persona già presa da qualcun altro? Sua sorella, poi. Si stava comportando in modo davvero infantile. Era irritato a causa di sua sorella, succedeva sempre così facilmente, piangendo per amore, piangendo per la perdita di qualcuno, per la mancanza.
Dopo il loro matrimonio, piangeva ancora. Anche se non vi era alcun beneficio, e ciò non avrebbe riportato Jaehyun al proprio fianco, ciò non aiutava; ma cercava comunque di coprire in un certo modo la tristezza e la grande gelosia.

Dopo il matrimonio di Dasom e Jaehyun, i giorni successivi furono freddi e solitari, anche se erano proprio quei giorni roventi di metà estate. Inguk restava a casa, lavorare era l’ultimo pensiero, e non pensava neanche minimamente di andare a trovare la nuova coppietta, i novelli sposi. E parlando del diavolo, qualcuno bussò alla porta proprio in quel momento e Inguk assonnato faticosamente andò verso la porta, in pigiama. Chi era a quell’ora?
Le nove di mattina, per essere esatti.
Ruotò la maniglia della porta, scoprendo dietro questa la propria sorella e Jaehyun. Fanculo.
«Oppa, per caso potresti ospitare qui Jaehyun per tutto il giorno? Ho promesso ai miei amici che avremmo fatto una passeggiata, potrà farti compagnia!».  Jaehyun sorrise allegramente, circondando le spalle di Inguk con il proprio braccio, il che portò Inguk a sentire una disordinata massa di farfalle nel proprio stomaco. Una linguaccia da parte di Dasom prima di salutare entrambi, per poi chiudersi la porta alle spalle.
Inguk spinse via da sé Jaehyun. Tutto stava succedendo troppo velocemente. Tutto ciò era inaspettato. Come poteva sopravvivere un giorno intero, quando i suoi sentimenti ancora lo schiacciavano, e l’oggetto della propria depressione e del proprio affetto erano sotto il suo stesso tetto? Era un sogno, preferibilmente non un incubo.
Inguk cercò di ignorare la presenza dell’altro, camminando verso la cucina, per prendere ad entrambi un bicchiere di acqua. Jaehyun lo seguì, sedendosi al bancone giocherellando con le mani, chiedendosi se dovesse dire qualcosa per rompere quel freddo silenzio. Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Solitamente Inguk lo avrebbe accolto con un gran sorriso, perché ora era così? I suoi pensieri furono interrotti quando Inguk posò il bicchiere d’acqua davanti a lui, sul bancone, bevendo il proprio bicchiere. Sospirando, Inguk poi sorrise lievemente, « vado a farmi una doccia. Fai come se fosse casa tua ». Poco prima che Inguk fuggisse, per modo di dire, Jaehyun afferrò però il suo polso. «Non scappare. Che succede?», la preoccupazione era evidente sia nel suo viso, che nella sua voce. Inguk quasi si congelò sul posto. Era così facile da capire, da leggere?
«Mostri chiaramente che sono un peso per te». Inguk scosse il capo, negando le sue parole , restando in silenzio per paura si scoppiare proprio lì, davanti a lui.

Jaehyun aggrottò le sopracciglia. Era raro che il proprio migliore amico gli tenesse dei segreti. Inguk cercò di strattonare il proprio braccio, così da liberarlo dalla presa dolorosa di Jaehyun, ma fallì poiché l’altro era più forte di quanto lui non fosse. Vicino alle lacrime, Inguk lo pregò. « Lasciami, Jaehyun ». Non farmi ancora più male, voleva dire. Sicuramente lui non avrebbe capito il perché, cosa significasse per davvero. 
Jaehyun strinse testardamente ancora di più la presa, e Inguk si ritrasse. Il dolore che Inguk stava provando, sia fisicamente che emotivamente, era così ben espresso sul suo viso, così facile da leggere come un libro aperto.

Jaehyun si alzò, e lasciò il braccio dell’altro solo per poterlo abbracciare, sorprendendo Inguk, e quel movimento improvviso lo fece semplicemente scoppiare in lacrime. Jaehyun sorpreso da quel pianto liberatorio (***), si spostò verso il divano, insieme con lui.
Dopo aver posato un Inguk in lacrime sul divano, il più grande cercò di consolarlo, sistemandosi accanto a lui. Jaehyun passò con gentilezza la propria mano sulla sua spalla, salendo per spostare i capelli del minore dal viso. «Ehi, ehi, vuoi un bacio? Staresti meglio?». Per Jaehyun era ovviamente uno scherzo, proprio come facevano in passato, al liceo. Ma questa volta Inguk sbottò. Asciugò le proprie lacrime con le maniche del pigiama, lanciando un’occhiataccia all’altro, «smettila di scherzare! Se doveva essere divertente, non lo è!» urlò Inguk, e alla fine della frase digrignò i denti, mormorando la parola “bastardo”.

Jaehyun cercò di afferrare ancora l’altro, ma il più giovane fu più veloce correndo su in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle, a chiave. Jaehyun si lamentò, frustrato, salendo le scale verso la camera dell’altro, bussando con i pugni alla porta. «Inguk, che hai?».
Dall’altra parte , Inguk era poggiato alla porta, lasciando scivolare le proprie lacrime lungo le guance, ascoltando le continue richieste di Jaehyun, che gli chiedeva di aprire la porta. «Perché non ci arrivi?...», Inguk finalmente parlò, sicuro che Jaehyun potesse ascoltarlo. «Perché non ci arrivi? Perché non capisci?» balbettò, percependo allo stesso tempo che Jaehyun aveva smesso di bussare. Forse si era arreso.
«Ti amo. Cazzo. Perché tu, poi? Ho fatto del mio meglio per essere felice del tuo matrimonio con mia sorella. Ma tutto questo, invece, mi ha distrutto. Mi fai impazzire, mi fai così tanto male.. tutto perché ti amo!», urlò Inguk, specialmente le sue ultime parole, accasciandosi lentamente alla porta. Provava un mix di sollievo e di colpa. Finalmente aveva lasciato tutto uscire, senza controllo.

Per il successivo minuto, ci fu solo un pressante silenzio. Inguk sospirò.

«Lo ripeti?». Gli occhi si spalancarono dalla sorpresa, nel momento in cui Inguk comprese che il proprio migliore amico aveva ascoltato ogni singola parola che aveva detto. Il suo cuore cominciò a battere, forte, nel proprio petto. Lo stato mentale in cui si trovava ora non poteva essere assolutamente spiegato, così tante paure lo stavano bombardando, torturando, anche se era sollevato per aver rivelato tutto. Emozioni contradditorie allo stesso tempo.
Il silenzio però cominciò ad essere spiacevole.

«Se sei disgustato puoi and-».
«Apri la porta, Inguk».
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Parte seconda ***


Esitante Inguk girò la maniglia e si nascose dietro la porta, che si aprì. Non voleva che Jaehyun lo vedesse in quello stato, era imbarazzante per un uomo arrossire, specialmente se la causa era un altro uomo.  Jaehyun sbatté la porta dietro di sé, passandosi una mano tra i capelli e sospirando. Aveva sicuramente bisogno di un qualche tipo di spiegazione prima di saltare a conclusioni affrettate, anche se si sarebbero comunque rivelate vere, alla fine. In altre parole, Jaehyun era ancora confuso.
Inguk rimase fermo, non osando alcun movimento per non urtare la pazienza di Jaehyun. Lui stesso era ancora disorientato, per essersi involontariamente confessato al proprio amico, tutto a causa della frustrazione. Non avrebbe dovuto, probabilmente ora Jaehyun ne era disgustato. Inguk voleva scappare da lì, lontano da Jaehyun, lontano dalla Corea, lontano dalla Terra stessa.
I suoi pensieri furono però interrotti quando Jaehyun sbatté la mano sul muro, a un centimetro dalla propria testa. Lo sguardo negli occhi di Jaehyun non rifletteva rabbia, e neanche tristezza. Ma sicuramente Inguk ne fu spaventato. Fu infatti intimidito da quel gesto.
«Da quando? ». Inguk alzò un sopracciglio, non era mai andato a fondo di quella questione, mai aveva pensato a quando fosse cominciato tutto quello, farsi piacere il proprio amico con cui era sempre stato insieme. Il tempo passato insieme, infatti, era così esteso che non riusciva a capire quando quel sentimento fosse nato.
«Nono lo so…», la risposta venne fuori come un balbettio sussurrato, evitando il contatto diretto con lo sguardo di Jaehyun. Inguk era davvero spaventato, il proprio amico non l’aveva mai guardato in quel modo intimidatorio, e un brivido percorse la sua schiena. Questa volta, fu il turno di Jaehyun per sospirare, «mi dispiace di non avertelo detto prima..», disse. E a quel punto Inguk inclinò il capo, che cosa voleva dire? Stava pentendosi di aver sposato Dasom? Non voleva però sperare disperatamente, in quel modo. Non dopo tutti quei sentimenti, distrutti.
L’espressione di Jaehyun mutò, in una più dolce, imbarazzata. Abbassò la testa guardando il pavimento, le mani premute a entrambi i lati del capo di Inguk, al muro.
«Mi piacevi, Inguk».
«C-cosa?»
Jaehyun alzò gli occhi verso Inguk, così da fargli leggere l’ovvietà di quell’affermazione, e le guance che lentamente si coloravano di un rosso scarlatto. Il più giovane, poi, si lamentò quando Jaehyun lo strinse in un abbraccio. Così caldo, così adatto, così come doveva essere. Inguk piagnucolò ancora, disperatamente aggrappato alla camicia del maggiore.
«Tua sorella mi ricorda tanto te. Ho pensato di non avere alcuna possibilità con te, essendo entrambi dello stesso sesso», Jaehyun inspirò ed espirò con calma. «..e così ho deciso di andare avanti, e di arrivare a dove sono ora. Tuttavia, non riesco a dimenticarti. Dasom non è te, non mi sento allo stesso modo con lei».
Inguk spinse l’altro via, alzando la mano che si scontrò con la sua guancia. Tremava, e la rabbia era riflessa nei suoi occhi gonfi. Inguk strinse i pugni, e digrignò i denti, un sospiro di frustrazione riempì il silenzio. «Come fai a essere così egoista?», urlò Inguk, «farmi male non era sufficiente, ora vuoi anche ferire mia sorella?». Jaehyun rimase immobile, in preda al rimorso. «Mia sorella è una sostituta?», afferrò il colletto di Jaehyun, «cosa sei, un vigliacco?».
«Si sono un vigliacco. A causa tua», Jaehyun strinse il polso di Inguk, allontanandolo dal proprio collo, e piantando la stessa mano del ragazzo, al muro. «Avevo paura che la nostra amicizia potesse finire», sussurrò vicino al suo orecchio, e ciò fece rabbrividire l’altro, «e ti avrei perso, completamente». Inguk rimase sconvolto quando Jaehyun premette le labbra contro le sue. Impegnati in un bacio intimo, Inguk afferrò disperatamente la camicia di Jaehyun, la volontà di volerlo spingere via, ma anche di continuare, combattuto nel cuore, nella mente e nell’anima.
«Jaehyun, non possiamo farlo..», balbettò Inguk non appena le loro labbra si separarono. Jaehyun si limitò a sorridere, portando rapidamente l’altro sul letto, sovrastandolo. «Perché no?», il pollice accarezzò la guancia umida di Inguk, e a quel contatto, lui cercò di scostare il capo da suo tocco. «Sai chiaramente il perché», disse Inguk, con finta freddezza, mentre il suo cuore gridava l’opposto.
Jaehyun continuò a ignorare i rifiuti di Inguk. Le sue labbra si trascinarono in basso, così da mordicchiare e succhiare il collo dell’altro, avvolgendo tutta la pelle esposta con le proprie labbra. «Finché ti amo, cos’altro importa?», Jaehyun concluse la frase con un morso sulla pelle perfetta di Inguk, che in tutta risposta si morse le labbra, ansimando mentre la parte inferiore del proprio busto stringeva nei pantaloni.
Jaehyun fece volare i bottoni della parte superiore del pigiama di Inguk, le sue mani viaggiarono sul petto e sull’addome  dell’altro, e le labbra tornarono sulle sue, in un bacio casto. Inguk tirò via la camicia del ragazzo, volendo che tutto succedesse il prima possibile, facendolo ridere. Una parte di Inguk era ancora titubante e non voleva concedersi a lui, ma la sua mente controllava le proprie azioni e prima che lui se ne rendesse conto, stava già portando avanti quelle azioni da traditore. Semplici pugnalate alle spalle di sua sorella, il che significava senso di colpa per tutta la vita. L’amore è crudele, si, lo è.

-
«Nhh.. J-Jaehyun!», gemette Inguk sentendo la lingua di Jaehyun passare per il primo anello muscolare, proprio lì, e il suo membro tornò nuovamente in vita, pronto per il secondo orgasmo. Intanto Jaehyun scavava ancora più a fondo con la propria lingua nel calore dell’altro, che la circondava, mentre si girava e infilava in ogni modo possibile. Inguk gemette quando sentì quella lingua, che quasi si muoveva come la punta di un pennello, contro la prostrata, causando nel proprio sesso trascurato al momento, lievi contrazioni.
Poi un gemito di disappunto, deluso, quando la lingua dell’altro lasciò la propria intimità. «Che indecente, eh?», afferrò il membro di Inguk, stringendone dolorosamente la punta. Inguk piagnucolò, e gettò la testa da un lato, quella particolare parte di lui era così sensibile. Ed era una delle cose che Jaehyun aveva scoperto quando aveva cominciato a esplorarsi per la prima volta, e così Jaehyun non diede un momento di riposo a quella parte.
«Prendimi…», ansimò Inguk disperatamente,  allungando le proprie stesse mani verso il proprio fondoschiena divaricandone le natiche. Jaehyun deglutì alla vista, sentendo la propria lunghezza pulsare ancora di più. Guardare le intimità di Inguk in quel modo era troppo, e non aiutava. Un velo di sudore coprì la sua pelle che brillava sotto la fioca luce della camera, e la lingua strisciò lentamente oltre le labbra mostrandone la punta.  Jaehyun si chinò leggermente su di lui, mordicchiando la cartilagine del suo orecchio sussurrandogli «ti amo».
Inguk potè solo commuoversi in quel momento. Il suo cuore scoppiò nel petto. Tutto ciò su cui aveva potuto fantasticare era invece lì, davanti ai propri occhi, reale. Era un sogno? Fu la domanda che si chiese, alle parole di Jaehyun. Ma i suoi pensieri furono interrotti dalla spinta di Jehyun, che lo penetrò in un colpo solo. «Bastardo!», Inguk affondò le unghie nelle lenzuola, stringendo i denti per il dolore. Fu lacerato, ma comunque il sogno non svanì. Tutto era solido e reale.
Inguk sentì le lacrime di dolore bruciare sui suoi occhi, nascondendosi il volto con le mani. «Cazzo, sei così stretto..», Jaehyun si trattenne dal penetrare il ragazzo fino a togliergli i sensi, e invece, gentilmente spostò le mani di Inguk dal viso, intrecciando le dita con le sue. Le labbra intanto baciavano i suoi occhi. «Mi dispiace. Dimmi se fa male, mi fermerò», Jaehyun rassicurò dolcemente l’altro, calmando i singhiozzi di Inguk istantaneamente.
Inguk poteva sentire il sesso dell’altro pulsare contro le proprie pareti, e si rilassò, assieme al proprio respiro. «Vai p-piano», strinse la presa sulle mani. Jaehyun annuì, e lentamente uscì da lui e rientrò, con dolcezza, trattenendo i gemiti a causa dell’attrito che opprimeva il suo sesso. La gola di Inguk fu costretta a lasciare uscire un gemito quando il membro del ragazzo quasi sfiorò la prostata. Jaehyun mantenne una velocità costante, però andando infondo sempre più, così da spingere Inguk al limite. Il più giovane pronunciò una sfilza di imprecazioni quando il suo amante spinse volutamente contro la prostata. Jaehyun ridacchiò. «Più veloce..», Inguk cominciò a muovere i propri fianchi, con piacere.
Con queste parole, Jaehyun martellò senza pietà nell’altro, colpendo il suo punto sensibile a ogni spinta, mentre dalla bocca di Inguk si liberavano gemiti di piacere. Gettò la testa da un lato mentre cercava di resistere a quell’improvviso scoppio di velocità, aggrappandosi alle braccia di Jaehyun, mentre il letto cigolava avanti e indietro. Una sensazione familiare sgorgò nel suo stomaco, segnalando che stava per raggiungere presto il limite.
«Jaehyun .. nh .. ci sono quasi..», Jaehyun si leccò le labbra, spingendosi di più, mentre cominciò a sfregare la mano su e giù per l’asta dell’altro. Inguk urlò alla contrazione del proprio sesso, rilasciando il liquido bianco che cadde sul suo stomaco e sul petto. Anche Jaehyun venne subito dopo, quando i muscoli della cavità dell’altro si strinsero a causa dell’orgasmo e del piacere. «Cazzo, Inguk.. ». Entrambi ansanti, ed entrambi i loro cuori che battevano all’unisono. Si guardarono sorridendo, mentre Inguk gemette quando l’altro uscì da lui.
E si abbandonò ai ricordi di ciò che era successo, baci, corpi che si scontravano, gemiti, il profumo di sesso. Lui stesso strinse il corpo di Jaehyun e prese un respiro profondo. L’altro tolse i capelli dal viso del più giovane. «Cosa c’è che non va?», Inguk infantilmente aggrottò le sopracciglia. «Ho paura che quando mi sveglierò, non ci sarai».
«Non lo farò, perché ti amo».

Ci volle un attimo per trovarsi, un attimo per realizzarlo, e un altro per confermarlo. Tuttavia, una vita per durare. L’amore, così come un dolce tradimento.



Ed eccoci alla fine.
E' stata breve, breve ma intensa (...). 
Personalmente non avrei mai immaginato in Inguk passivo, però la cosa mi aggrada molto, eheh. Dopotutto la faccia da malandrino Jaehyun ce l'ha.
In ogni modo, ricordo che la fanfiction non l'ho scritta io, ma  BabySweeTorture  e qui quella originale. Detto questo, grazie per aver letto una mia traduzione, e grazie alle future ( ? ) recensioni! Alla prossima!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2519695