La mia anima vibra a ritmo del tuo respiro

di Rose2393
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


A te che riesci a rendermi una persona migliore. 

Ricordo alla perfezione il nostro primo incontro … ogni minimo dettaglio, ogni minima sfumatura perché quell’istante, quel giorno e quegli occhi sono riusciti a sconvolgermi l’esistenza.
 
Ero seduta in disparte, come mia abitudine, a leggere il copione della prossima scena da registrare, leggevo attentamente, provavo a cogliere il significato profondo di ogni parola e di ogni azione, tenevo tanto al mio personaggio e volevo la perfezione. Ecco, proprio il voler raggiungere sempre la perfezione era una delle mie pecche, riuscivo a rinchiudermi in casa per giorni a staccare il telefono e ad allontanarmi dal mondo pur di poter essere sempre pronta e perfetta ma… quando non riuscivo ad essere ciò che volevo, era crisi profonda. Non avevo un carattere facile e mai nessuno era riuscito a capirmi.
Persa nella lettura, improvvisamente udii una voce che pronunciava il mio nome “Sara?”. Alzai per un istante gli occhi dal foglio e di fronte a me trovai una creatura perfetta, due occhi azzurro cielo mi fissavano scintillanti e un sorriso meraviglioso , magico , mi penetrò nell’anima. Rimasi a fissarla per qualche secondo e lei ripeté di nuovo il mio nome con aria interrogativa: “Sara Ramirez?”. Balzai in piedi annuendo e lasciando cadere per terra il copione che si sparse in mille fogli sul pavimento. Con aria impacciata mi chinai per raccoglierli: “Scusami, ti ho spaventata , non volevo… aspetta, ti aiuto!”.
Non riuscii a controbattere e ad impedirle di aiutarmi.. in realtà non so cosa  mi fosse preso ma non riuscivo a parlare, ero come incantata eppure non conoscevo quella donna.
Mentre provavamo a mettere in ordine i fogli lei mi guardò di nuovo e mi sorrise.. Il mio cuore sussultò.
Decisi che era il momento di parlare perché  con tutto quello che avevo combinato fino a quel momento avevo solo fatto una pessima figura.
Presi un lungo respiro.
“Perdonami sono davvero impacciata, ero presa dalla lettura e non ti ho vista arrivare, che figura! Davvero, non so come scusarmi! Piacere, Sara!”.
L’angelica creatura sorrise di nuovo :“Non devi scusarti, ti ho spaventata. Anche a me capita di estraniarmi dal mondo quando sono intenta a leggere il copione. Piacere, Jessica!”.
Mi strinse calorosamente la mano ed io avvertì come una scossa che mi attraversò il corpo per poi portare una scarica di energia dritta nel cuore che cominciò a battere ad una velocità impressionante come mai aveva fatto prima… non sapevo cosa mi stesse succedendo, avevo solo una certezza, ero completamente persa nel suo sguardo dolce.
Non riuscivo a rispondere e lei proseguì :”Se vuoi,  puoi chiamarmi anche Jess … anche se forse mi chiamerai Arizona!”.
Sgranai gli occhi, non riuscivo a capire, ero confusa, probabilmente quella mattina il mio cervello aveva deciso di fondere, ero totalmente in balia della bellezza di quella donna e a stento riuscivo a parlare:”I..Io non capisco. C…Come dovrei chiamarti?”.  
Jessica sorrise di nuovo ed appoggiò la  mano sulla mia spalla, come per confortarmi, forse dovevo avere un aria spaventata ma proprio in quel momento quando la sue dita poggiarono sulla maglia una sensazione di calore e benessere mi travolse… Chiusi gli occhi per un istante :”Beh hai ragione , ti sto confondendo, sai, adoro scherzare. Non prenderla a male, sono fatta così ma fidati che ti farò divertire e quando serve, sarò molto seria”.  
Conoscevo Jessica da pochi minuti eppure già mi risultava simpatica, il suo atteggiamento dolce unito ad un carattere solare e raggiante, erano un mix perfetto.
Tirai un sospiro di sollievo… pensai che era una fortuna non avere specchi  in quella stanza, altrimenti avrei dovuto vedere il mio viso rosso di vergogna.
“Ora sarò seria e ti spiegherò tutto”.
Ci accomodammo sul divano sul quale ero seduta prima del suo arrivo e , dopo averle offerto qualcosa da bere, iniziammo a conversare :”Il mio vero nome è Jessica Capshaw, su questo non ti prendo in giro. Sono un’attrice e mi unirò al cast. Ho passato i provini circa due settimane fa ed oggi Shonda mi ha convocata qui per parlarmi del personaggio che dovrò interpretare e della storia. Al termine del nostro colloquio mi ha detto di venire a cercarti”.
Ero confusa, tutto ciò che faceva o decideva Shonda mi preoccupava, era brillante ma riusciva a stravolgere la storia inserendo colpi di scena che mi coglievano alla sprovvista, spiazzandomi… Eppure annotai mentalmente che avrei dovuto ringraziarla per aver scelto un’attrice così tanto bella e soprattutto per averla mandata da me.  
Proseguì :” Interpreterò Arizona Robbins un chirurgo pediatrico giovane ed intraprendente …”.  Mentre Jessica raccontava del suo personaggio, la osservavo attentamente. La pelle era candida e priva di imperfezioni, le labbra rosee ed occhi azzurri incorniciati da boccoli biondi che le cadevano sulle spalle.
Indossava un paio di Jeans chiari che avvolgevano due gambe straordinariamente perfette lasciando intravedere le caviglie sottili ed una camicetta di una sfumatura particolare di rosa… quel colore mi ricordava tanto una delle sfumature che prende il cielo al tramonto… Adoravo osservare il tramonto ed in quel momento adoravo osservare lei.
Notai che il suo abbigliamento era particolarmente semplice eppure in quella stanza c’erano almeno venti persone ma nessuna esisteva, per me era come se fossero andati via tutti … vedevo solo lei …
Continuavo a guardarla incantata, la sua voce melodiosa riusciva ad accarezzarmi l’anima,  non sapevo bene cosa mi stesse accadendo, sapevo solo che avrei voluto continuare a sentirla parlare e ad osservarla per tutto il giorno :”Ed insomma sarò la tua fidanzata! O meglio, la fidanzata di Calliope!”.
Quelle parole mi riportarono nel mondo reale e con voce stridula come se mi fossi appena destata da una lunga dormita dissi :”Cosa?”.
Mi schiarii la voce: “La mia fidanzata? Shonda non mi ha detto nulla”.
Cominciai a respirare affannosamente, il cuore sembrava stesse per uscire dal petto, quella notizia mi lasciò senza parole.
“Ha voluto fosse una sorpresa! Dai sono certa che ci divertiremo, sarà una bellissima esperienza, sono felice di lavorare insieme ad un’attrice del tuo calibro!”.
Arrossì: “Dai, non esagerare, non sono così brava”.
“Non esagero affatto, ho visto tutte le puntate che hai girato e poi ti ho trovata qui intenta a studiare il copione, come attrice sei perfetta!”.. Arrossì di nuovo, non sapevo cosa rispondere.
Jessica guardò l’orologio, aveva un piccolo cinturino nero ed il quadrante anch’esso nero, con le lancette rosse… non so per quale motivo ma pensai che doveva essere una donna forte e determinata, sorrisi a quel pensiero.
Si alzò, con movimenti lenti ed armoniosi :”Oh… chiacchierando il tempo è volato! Perdonami ma devo tornare a casa, ho tantissimi impegni, essere mamma e donna in carriera è difficile ogni tanto. Non vedo l’ora di cominciare a lavorare insieme! A presto Sara”.
“A presto…” Le parole rimasero in gola… per tutta la durata dell’incontro non avevo fatto altro che guardarla… la vidi allontanarsi e dirigersi verso l’uscita, notai che aveva un corpo perfetto. Chiusi gli occhi ed immaginai di poterla baciare.. poggiare le mie labbra sulle sue e stringerla a me..
Aprì gli occhi di colpo, spaventata, scrollai la testa e corsi in bagno.
Mi guardai allo specchio speranzosa di trovare risposte a quei pensieri assurdi, al comportamento che avevo avuto con Jessica,  e alle sensazioni che avevo provato... sensazioni meravigliose.
 Mille dubbi e mille domande giravano vorticosamente nella mia mente … volevo capire, avevo bisogno di capire, non avevo mai provato una sensazione del genere, non avevo mai ammirato nessuno in quel modo, non avevo mai guardato una donna con quegli occhi e mai l’avevo desiderata, ero decisamente spaventata eppure.. avevo tanta voglia di rivederla … Rivolgendomi alla mia immagine riflessa allo specchio, sussurrai con voce tremante :”Cosa ti succede Sara?”.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Le luci forti della sala costumi non erano molto gradite ai miei occhi sensibili, sarei potuta uscire ad aspettare il mio turno di prova ma non volevo farlo perché per quanto soffrissero… i miei occhi non smettevano di guardarla. Realizzai che erano trascorsi circa tre anni dal nostro primo incontro eppure le sensazioni che avevo provato quel giorno non erano cambiate… cuore che batteva all’impazzata, scarsa salivazione, voglia di guardarla e baciarla… Io e Jess eravamo diventate buone amiche, anche se forse amiche non era il termine adatto da utilizzare, noi eravamo qualcosa di più, c’era un legame molto forte che ci legava, qualcosa di non spiegabile con parole umane perché nemmeno noi riuscivamo a capire cosa fosse.. Sapevamo solo di essere collegate, le nostre anime riuscivano a fondersi l’una nell’altra diventando una sola. La sintonia che ci legava era invidiabile, riuscivamo a comprenderci con uno sguardo e a volte riuscivamo a capirci meglio di quanto lo facessero i nostri partner. Adoravo il nostro rapporto ed adoravo lei … per me era speciale … per me non era un’amica, lei era … non sapevo spiegare con precisione cosa provassi per lei ma di una cosa ero certa, per lei avrei fatto di tutto, per lei avrei sacrificato la mia stessa vita. Jessica era a pochi passi da me, di fronte ad uno specchio, la costumista dava gli ultimi ritocchi al camice di scena… Lei non aveva solo un corpo perfetto ed un volto meraviglioso, lei aveva un potere speciale, riusciva a donare il sorriso, riusciva a tirar su di morale le persone che la circondavano con i suoi modi dolci e quel carattere spumeggiante e tanto sensibile. Incrociando il suo sguardo riuscivi a star meglio …Involontariamente morsi il labbro inferiore. “La nostra Sara è sempre persa nei suoi pensieri! Mi chiedo cosa mai potrà pensare con quel dolce faccino!”. Sobbalzai alle parole di Jessica. “Nulla, pensavo alle riprese”. “Non mi convinci sai?”. Disse con tono di sfida. “E perché mai dovrei mentirti?”. Tentai di essere convincente. “Beh sono certa che stai pensando a quanto sia sexy la dottoressa Robbins con questo camice!”. Sorrise dolcemente facendomi l’occhiolino. Sgranai gli occhi, ogni tanto mi spaventava, sembrava riuscisse a leggermi nella mente, come se per lei fossi un libro aperto. Dissimulai:” Certo che riesci sempre a comprendermi Jess!”. Assunsi un’aria divertita. Ero una brava attrice, o meglio, da tutti i registi con i quali avevo lavorato avevo sempre ricevuto complimenti eppure, quando volevo provare a nascondere qualcosa a Jessica… non ci riuscivo… ci provavo con tutta me stessa, mi impegnavo ma nulla. Jess si avvicinò guardandomi con i suoi meravigliosi occhioni blu, aveva compreso che le stavo mentendo e mi sussurrò in un orecchio:”Sai che per te ci sarò sempre?”. Mi accarezzò delicatamente i capelli … il mio cuore sobbalzò:”Si…”. Le sue labbra si posarono dolcemente sulla mia guancia. Chiusi gli occhi. Restai per qualche secondo ferma, poggiata al muro con gli occhi chiusi … non riuscivo a placare l’emozione che provavo, il cuore batteva sempre più forte … Aprii gli occhi, Jessica era andata via, la costumista mi guardava preoccupata. ------ “Tesoro, stasera non torno a casa, dovrò star via per un po’. Prometto che al rientro mi farò perdonare…. Ti amo R.” Lessi il messaggio del mio fidanzato velocemente senza dare importanza a ciò che c’era scritto. Ero abituata a stare sola, il suo lavoro spesso lo portava via, lontano anche per settimane. Da un bel po’ avevo smesso di restar male ogni volta che partiva ma quella volta provavo una sensazione diversa, questa volta sapevo di non aver vincoli, non aver doveri … ero libera, felice. Alzai gli occhi dal telefono e corsi nel camerino di Jess. Speravo con tutta me stessa di trovarla li. Bussai. “Avanti” udii la sua voce melodiosa da dietro la porta. Entrai un po’ imbarazzata, ogni volta che la vedevo era come la prima volta, come il primo incontro, mi stupii che dopo anni quelle sensazioni non cessavano, dopo anni il mio cuore non smetteva di battere a velocità impressionante ogni volta che i suoi occhi incontravano i miei. Jess sorrise:”Sara, che bella sorpresa, pensavo fossi andata via.” “Ho cambiato idea, avevo bisogno di te”. “C’è qualcosa che non va?” Chiese con aria preoccupata. “Si, cioè… non lo so credo di star bene”. Pochi attimi di pausa, il volto di Jess si incupì. Proseguii:”Ti piace il mare?”. Le parole uscirono di getto dalla mia bocca, non pensavo a ciò che dicevo. Jess assunse un’espressione sorpresa ma allo stesso tempo incredula:”Ho un po’ paura del mare .. “. Restai a fissarla imbarazzata, avevo fatto una pessima figura, continuavo a chiedermi perché le avessi posto quella domanda, volevo fuggire ma non ci riuscii. “Come mai questa domanda?”. “I.. io volevo solo sapere”. Cominciai ad agitarmi, il respiro divenne affannoso, provai a restar calma il più possibile. Uno strano silenzio imbarazzante cadde nella stanza era come se entrambe fossimo a disagio, sapevo che Jess si era accorta che qualcosa in me non andava eppure non parlava, mi guardava attenta, sperando che prendessi la parola. Decisi di trovare il coraggio, volevo stare un po’ con lei. Sentivo il bisogno di averla per me, anche per un’ora o due … di essere noi due sole e nessun’altro, sapevo che non era una richiesta assurda la mia … eppure … avevo come una sorta di paura … avevo paura di rubarle del tempo … mi sentivo come un esserino insignificante che non era degno del suo tempo, non era degno nemmeno di cinque minuti del suo prezioso tempo. Jess era spesso impegnata, tra la famiglia, il lavoro e gli amici, una donna che non si fermava mai, sempre in giro e sempre disponibile con le persone a cui teneva. Io mi consideravo come un impiccio, era da un po’ di tempo che mi sentivo come in secondo piano… Eppure credevo di essere importante per lei. In quell’istante avevo trovato il coraggio di affrontarla, ero rimasta nell’ombra per un po’ senza disturbarla, ora era giunto il momento di chiederle attenzioni… erano quelle che cercavo da lei. Non volevo solo trascorrere tempo con lei al lavoro perché io non volevo Arizona, io volevo Jessica … Presi fiato :“Vuoi venire in un posto con me?”. “Dove vuoi andare?”. Chiese sorpresa, con gli occhi che le scintillavano. “Non posso dirtelo ma nulla di spaventoso!”. Sorrisi fingendo di essere divertita. “Dammi il tempo di chiamare Chris, è dai suoi genitori per qualche giorno, con i bambini”. A quelle parole mi irrigidì, provavo una strana sensazione mai provata prima, non sapevo cosa fosse. “Ci vediamo alla macchina?”. “Si … alla macchina …” risposi chiudendo la porta alle mie spalle. ------ “Adoro guardarti guidare, hai un’aria attenta ed estremamente sexy” Scoppiai in una fragorosa risata arrossendo :”Smettila di ammaliarmi, tanto non saprai dove siamo dirette”. “Speravo di poterti estorcere qualcosa! Proverò a frenare la mia curiosità”. “Brava, ottima idea!” Dissi sorridendo e facendole la linguaccia. Ci fu un momento di assoluto silenzio, Jess iniziò a guardare il paesaggio come incantata, eppure sapevo che c’era qualcosa che non andava perché il suo viso assunse un’espressione imbronciata. Non sapevo quale fosse la cosa giusta da dire ne sapevo cosa fare, perciò, come sempre avevo fatto nella mia vita, preferii il silenzio. “Hai mai avuto la sensazione che la vita che stai vivendo non fosse quella che sognavi?” Jess interruppe il silenzio e pronunciò queste parole con voce forte e ferma, guardando nel vuoto. Restai sorpresa e decisi di rispondere con sincerità:” Beh non credo sia possibile vivere la stessa vita che abbiamo sognato Jess. Con il tempo le cose cambiano, dobbiamo fare delle scelte, prendere impegni seri, lavorare…” Continuavo ad esporre i miei pensieri quando Jessica mi interruppe:”E se improvvisamente ti rendessi conto di aver preso strade sbagliate? Decisioni non volute?”. Cominciai a preoccuparmi, esitai:”Jess, cos’hai?”. “Non chiedermi nulla, rispondimi e basta. Ho bisogno di risposte, ho bisogno di punti di vista diversi dal mio, ho bisogno di uscire dal mio nucleo familiare, ho bisogno di parlare con te… per favore, rispondimi!” Cominciò ad agitarsi, decisi che era meglio fermare l’auto. Accostai, spensi il motore e mi voltai verso di lei:”Non agitarti , sono qui e voglio aiutarti”. La guardai negli occhi e le presi le mani … erano fredde … le strinsi forte tra le mie per riscaldarle :“Jess nella vita può capitare di prendere strade sbagliate oppure strade che credevi fossero giuste perché ti sembravano quelle più semplici, poi d’improvviso ti accorgi che non sono quelle giuste per te…”. “Perché scegliamo le vie più semplici?”. “Perché abbiamo paura… abbiamo paura di affrontare il mondo Jess. Siamo sempre sotto pressione, abbiamo mille occhi puntati su di noi. Sentiamo la pressione delle nostre famiglie, la pressione degli amici … E ci sentiamo soli ed impauriti, sembra di non poter far nulla e ci lasciamo condizionare … e con il tempo ci convinciamo che le scelte che abbiamo preso sono quelle giuste…”. Jessica mi guardava impaurita, strinse le mie mani fra le sue :”Si può tornare indietro?”. “Ci vuole coraggio Jess…”. Lentamente mi si avvicinò, i nostri volti erano a pochi centimetri di distanza, riuscivo a sentire il suo respiro caldo sulla mia pelle … non sapevo se allontanarmi oppure restare in quella posizione. Mi irrigidì, il cuore sembrava stesse per uscire dal petto … “Tu hai coraggio Sara?” Quelle parole mi colpirono nel profondo… era come se la mia anima fosse stata percorsa da una scossa elettrica… Sono una persona coraggiosa? Queste parole echeggiavano nella mia mente le sentivo a ripetizione, sembrava che Jess non avesse mai smesso di ripeterle… Non credevo di essere coraggiosa ma forse avrei potuto esserlo… Avrei potuto esserlo in quel momento… sapevo che quello era il momento adatto…forse… Presi un lungo respiro. “Non lo so…”. Come sempre avevo fatto nella mia vita, non ebbi coraggio e decisi di nascondermi. Mi nascondevo dietro tutto e tutti, avevo paura… Jessica mi guardò… gli occhi erano pieni di lacrime:”Portami a casa Sara… per favore portami a casa…”.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Le parole di Jessica risuonavano nella mia mente :“Hai mai avuto la sensazione che la vita che stai vivendo non fosse quella che sognavi?”… Entrai in casa e chiusi la porta alle mie spalle, corsi in direzione del divano, avevo bisogno di stendermi, sentivo che le gambe stavano per venirmi meno e il mio corpo sembrava intorpidito … una sensazione di ansia crescente mi assalì.. le parole di Jessica rimbombavano ancora più forte nella mente… “Io sono coraggiosa!!” … Il mio urlo improvviso risuonò nella stanza. Per qualche secondo rimasi immobile a fissare il soffitto, provai una sensazione di pace … compresi che quell’urlo era stato liberatorio. Presi a riflettere sulla mia vita, volevo capire cosa mi fosse preso, volevo capire cosa significasse quella sensazione di ansia che non mi abbandonava, quel peso sullo stomaco che non mi permetteva di respirare. Mi alzai di scatto dirigendomi verso la cucina, presi un foglio di carta ed una penna… cominciai a scrivere di getto tutto ciò che mi passava per la mente… Trascorsero circa dieci minuti quando la mia mano scrisse sul foglio una frase che mi colpì :“Io amo Jessica, non Ryan”… La penna mi cadde dalla mano, restai a fissare il foglio senza sbattere le palpebre , l’ansia era sparita, compresi che avevo capito fino in fondo quello che provavo. Finalmente lo avevo ammesso a me stessa, finalmente avevo ammesso di amarla… di amare Jessica, dal primo momento che l’avevo vista. Le lacrime scendevano copiose sul mio volto, cominciai a singhiozzare, la vista si annebbiò, caddi dalla sedia e mi trascinai in un angolo della cucina … mi rannicchiai e piansi .. quando smisi di piangere era l’alba … Ero stravolta ed assonnata, in soli dieci minuti, scrivendo su un semplice foglio bianco avevo compreso quale fosse il mio tormento , avevo compreso che la vita che avevo vissuto fino a quel momento non era la mia… non era ciò che volevo, non mi rispecchiava nel profondo. Decisi di fare una doccia rilassante, ero ancora sola a casa e Ryan non sarebbe tornato prima di sera, avevo tutto il tempo per riflettere e decidere della mia vita. Nulla era chiaro nella mia mente, cominciai a chiedermi se fosse troppo tardi per cambiare … se il cambiamento fosse la scelta giusta … forse mi sarei dovuta rassegnare a quella vita e decidere di invecchiare affianco ad un uomo che non amavo ma a cui volevo solo bene … Troppe domande, chiusi gli occhi e lasciai che l’acqua bollente mi cadesse sul volto… forse era un modo inconscio per far cader via tutte le domande, tutti i dubbi … Mi avvolsi nell’accappatoio e mi distesi sul letto, guardai l’orologio, erano le 8 del mattino, avevo trascorso a notte a piangere e disperarmi, a pensare alla mia vita, senza chiudere occhio eppure non percepivo la stanchezza sapevo solo una cosa… che quel giorno sarebbe stato decisivo per la mia vita, dovevo decidere quale strada percorrere… “Sara ora tocca a te … preferisci la strada semplice ed indolore oppure quella tortuosa, piena di ostacoli?”. Chiusi gli occhi e piombai in un sonno profondo... Mi svegliai ancora in accappatoio, il buio aveva invaso la camera, strizzai gli occhi per rendermi conto di che ora fosse, era sera, avevo dormito un bel po’. Sentii un fischiettio provenire dalla cucina , compresi che Ryan era rientrato, mi rivestii rapidamente e scesi al piano inferiore, pronta ad affrontare la mia vita. “Buonasera tesoro, ti ho trovata profondamente addormentata e non ho voluto svegliarti … ti ho preparato la cena” Osservai la tavola imbandita… le candele, l’atmosfera romantica… mi si sciolse il cuore di fronte a quello spettacolo. “Prego, siediti, questo è tutto per te. Voglio farmi perdonare per averti lasciata sola per un po’” “Ci sono abituata, non preoccuparti” Sorrisi mentre mi accomodai al mio posto. Ryan si sedette e mi prese la mano “Sara io ti amo … “. “Ryan io…” Sapevo cosa dovevo dire.. Presi coraggio e decisi di prendere una direzione :”Ryan io non ti amo… mi sono resa conto di non averti mai amato… all’inizio la nostra storia era davvero molto coinvolgente e romantica ma con il tempo ci si accorge se coloro che ci sono affianco sono le nostre anime gemelle e tu… tu non sei la mia anima gemella. Non voglio continuare una relazione nella quale non mi sento dentro… Non giudicarmi male, voglio solo essere sincera”. Le lacrime scendevano sul volto di Ryan, era sempre così, ogni volta che avevamo una discussione lui cominciava a piangere era così tanto sensibile e riusciva sempre ad intenerirmi… “Per favore, non fare così… se avessi deciso di continuare , ti avrei fatto soffrire ancora di più… non sono felice Ryan” Tra i singhiozzi riuscii a percepire queste parole.. : “Chiedimi qualsiasi cosa ed io la farò, voglio renderti felice… per favore…” “Finiamola qui …”. Lasciai la presa della sua mano e andai via. Corsi verso il bagno e mi ci chiusi dentro. Ryan mi venne a cercare, sbatteva i pugni contro la porta, singhiozzava ed io rannicchiata in un angolo piangevo… quella era la decisione più difficile ma l’unica che poteva rendermi felice ed era irrevocabile… Tra urla, pugni contro la porta e lacrime , Ryan andò via … Restai chiusa in casa per un paio di giorni… Furono due giorni di riflessione, due giorni di pianto e di astinenza dal cibo, ero diventata come un’eremita, non avevo contatti con nessuno, nemmeno con Jessica, non l’avevo sentita dal nostro ultimo incontro… Decisi che avevo bisogno di riprendermi, avevo bisogno di riprendere in mano le redini della mia vita e condurla verso una direzione migliore, la direzione che volevo. Ricevetti un messaggio da Sandra , quella sera, alcuni colleghi si riunivano in un locale poco fuori città, un locale in cui si poteva ascoltare buona musica dal vivo e bere qualcosa in compagnia degli amici... Decisi di unirmi a loro, avevo bisogno di uscire e magari conoscere nuove persone. Dopo una doccia calda e rilassante mi posizionai davanti l'armadio per decidere cosa indossare, non avevo voglia di mettere abiti appariscenti ... Jeans , camicia rossa, tacchi neri... Mi guardai allo specchio e dissi:" É un nuovo inizio...." Ero pronta, avevo solo bisogno di fare una cosa... Presi il telefono e scrissi :"Non é mai troppo tardi per cambiare la propria strada...per prendere nuove direzioni". Destinatario: Jess. Le luci erano soffuse, si sentiva una donna cantare in sottofondo, il locale era accogliente, una pista da ballo era contornata da divani bianchi posti vicino le pareti.... Scorsi i miei colleghi e mi diressi verso di loro sorridente. :"Sara, finalmente ti unisci a noi!!" Sorrisi imbarazzata a quelle parole, arrossendo mi accomodai sul divano accanto a Sandra. Justin mi venne incontro abbracciandomi, avevamo legato molto sul set, lo trovavo un ragazzo fantastico, così tanto buono e dolce e sempre pronto a ad ascoltare, eravamo diventati ottimi amici nel corso degli anni... Lo guardai e pensai che avevo bisogno di parlare con qualcuno, avevo bisogno di confidarmi, avevo sconvolto la mia vita in una settimana, tutto era cambiato ed io avevo bisogno di qualcuno che sapeva ascoltarmi... Mentre pensavo queste cose, Sandra mi passò una birra.. Mentre bevevo mi guardavo intorno ispezionando il locale ... Notai che una donna mi osservava, appena incrociai il suo sguardo mi sorrise... Sorrisi anche io. "É tutta la sera che ti osserva... Sembra davvero che tu abbia fatto colpo" sussurrò Justin al mio orecchio... Non feci caso a quelle parole, pensai che quella donna mi avesse solo riconosciuto ed aveva voglia di comprendere come si comportasse un gruppo di attori nella vita "reale".... Mentre ero persa nei miei pensieri, fissando il vuoto, trovai la donna in piedi di fronte a me :"Non vorrei importunarti ma vorrei sapere se ti va di ballare con me ..." Sgranai gli occhi, non mi aspettavo una richiesta del genere, non avevo mai avuto una richiesta da una donna, non sapevo se accettare, ne come comportarmi... "Davvero non volevo spaventarti, ti chiedo scusa, é che sono stata colpita dal tuo meraviglioso sorriso e mi chiedevo se magari potessi rubarti per un po'.." Un sorriso malizioso le si stampò sulle labbra... Sembrava che fosse convinta di una mia risposta positiva... Mi infastidii :" Non valgono i complimenti per potermi rubare per un po'..." "E cosa devo fare per poter ballare un lento con te?" "Beh magari potresti cominciare con il dirmi il tuo nome.." Dissi con tono impertinente. Sorrise dolcemente "Piacere Alex.. E mi é concesso sapere il tuo nome?" Mi resi conto di non averla osservata per bene... Aveva la carnagione molto chiara , un volto incorniciato da un paio d'occhi scuri e labbra morbide e carnose, i lunghi capelli neri le scendevano sulle spalle... Indossava un paio di jeans stretti e chiari ed un tshirt scura, con strani disegni sopra.... Non riuscivo bene a capire cosa fossero ma a me sembravano tanti atomi, le cui orbite si incrociavano l'una con l'altra... Mi prese la mano :"Anche se non vuoi rivelarmi il tuo nome...vieni con me?", Mi colse di sorpresa ed io annuii. Mi lasciai condurre verso la pista da ballo , lasciai che le sue braccia si stringessero attorno alla mia schiena e mi lasciai trascinare dai suoi movimenti lenti e sinuosi... Poggiai la testa sulla sua spalla.. "Il mio nome é Sara.." "Hai un nome molto bello..." Restammo avvinghiate per tutta la serata, continuando ad ondeggiare a ritmo della musica lenta.. Tra balli, sorrisi e parole il tempo trascorse velocemente… “Beh per me si è fatto molto tardi, dovrei andare… domani ho il lavoro.. mi aspetta una levataccia” Dissi imbarazzata fissando il pavimento, sembrava volessi giustificarmi, non volevo andare via, sarei rimasta tutta la sera a conversare e ballare con lei ma purtroppo non potevo… “Tranquilla, non devi scusarti e soprattutto … puoi anche guardarmi negli occhi, non credo che il pavimento sia così interessante” Sorrise ed io arrossìì. “Posso accompagnarti alla macchina?” Un sorrisino da stolta mi si dipinse sul viso, non rispondevo alla domanda, la osservavo con aria imbambolata.. “Va bene , lo prendo per un si..” Ci avvicinammo alla macchina, non sapevo cosa dire, ero imbarazzata :”E’ stata una serata meravigliosa, mi sono divertita tanto .. spero si possa ripetere una serata del genere.. cosa ne pensi?” “Io… beh… credo che si possa ripetere…” Alex si avvicinava sempre più… in pochi secondi i nostri volti si ritrovarono molto vicini… e divenivano sempre più vicini… fino a che… Le nostre labbra si sfiorarono delicatamente… il bacio durò qualche secondo ma nella mia testa erano trascorsi anni… “Scusami… Ho esagerato”. Alex tentava di giustificarsi ma io non volevo lo facesse, non c’era bisogno… Avevo desiderato quel bacio tutta la serata. Per la prima volta, nella vita reale le mie labbra avevano sfiorato quelle di una donna, le sensazioni che provavo erano molteplici, non sapevo con precisione cosa avessi ma sentivo che … la mia anima era in subbuglio, era come se stesse festeggiando… Sentivo di aver trovato la strada… finalmente avevo trovato il coraggio di percorrere una strada che avevo sempre aggirato per troppa paura… la paura era andata via. “Non scusarti… non ho desiderato altro tutta la serata...”. Finalmente cominciai a vivere…

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