She and a Wolf

di MarsBlame
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 - IL MIO POTERE ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 - I LICANTROPI ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 - DOV’E’ LA PISTOLA? ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 - NON VOGLIO CHE LO SCOPRA ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 - UN’ERRANTE IN CAMERA ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 - DA SOLI [short] ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 - IL POTERE DEL ‘BIO’ ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 - TERRORISTA ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 - ‘HO VISSUTO’ ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 - “STUDIAVA I GIALLI...” ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 - TU SEI MOLTO DI PIU’ ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 - DEI PEZZI IN MENO ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 - ACQUA E FUOCO ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 - E TU? ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15 - ABBRACCIATI E BASTA ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 - MORENDO ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 - X. ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18 - RESTA CON ME. ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19 - BLAME. ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20 - DON’T RUN AWAY FROM ME ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 - IL MIO POTERE ***


Sedici anni. Bionda cenere. Occhi verde chiaro. Bassa e snella. Probabilmente non c’è modo più squallido di presentarsi, ma per me non c’è modo più naturale.
-Layla Sarah Cross- Rimbombò nella sala. E’ il mio nome. Mi alzo spedita e attraverso il lungo corridoio bianco. Oggi è il giorno di sostenere i test attitudinali per scoprire le mie potenzialità.
Vivo a Boomworld. E’ un mondo magico. Arrivati ad un certo periodo della propria vita, che può essere prima o dopo la maggior età, bisogna sostenere dei test puntati sull’istinto e sull’azione. I ragazzi li affrontano verso i diciotto, mentre le ragazze verso i sedici. Beh, oggi è il mio giorno.
-Siediti pure.- Dice distrattamente l’uomo in camice bianco, indicando la poltrona nera di pelle di fronte alla sua scrivania.
-Ora ti spiego come funzionano le cose...- Mi dice spostando lo sguardo dalle numerose scartoffie a me e gesticolando.
-So come funziona.- Dico sprofondando distrattamente sulla poltrona.
-Ah. Bene. Spiegami, allora, cos’hai capito.- Bofonchia mentre firma un paio di documenti.
-Adesso mi porterà in una stanza in cui si presenteranno diverse occasioni e io dovrò agire d’istinto, dimostrandole il mio potere...- 
 -...principale e....- 
 -...tutto il resto. Iniziamo?-
Annuisce.
***
Entro in una infinita stanza di vetro bianco.  Sento un fruscio...come dell’acqua che scorre. Aguzzo la vista e vedo arrivare un gigantesco, soffocante, getto d’acqua. O reagisco o morirò affogata. Mi sforzo di pensare velocemente. Sono nel panico...ma...è solo una simulazione. Il getto d’acqua e a pochi metri di distanza dal mio naso. Getto d’istinto il braccio destro in avanti e apro la mano. Il getto si ferma come paralizzato nell’aria. Muovo le dita e diversi ciuffi d’acqua seguono, fluttuando, la direzione che indico. Respingo l’acqua contro il vuoto.
Primo ostacolo superato.
Sento le guance divampare. Guardo in alto. Lo stesso getto d’acqua scende adesso dal soffitto sottoforma di fuoco. Cerco di pensare in fretta, ma qui non si tratta di logica, ma d’istinto...ed il mio istinto reagisce solo sotto pressione. Getto le braccia davanti il viso per pararmi, ma la lava diventa acqua. Ne assumo facilmente e consapevolmente il controllo e la lancio verso destra.
Sento un tonfo e subito dopo un fischio.
-Simulazione finita. Esca Cross.-
****
-Sono lieto di annunciarle che lei è una creatura d’acqua. Una watesky, per esattezza...- Inizia il dottore facendomi accomodare su uno sgabello e posizionandosi davanti alla mia sagoma. -...sono creature molto rare. Assumono il controllo dell’acqua, ed essendo formato principalmente da acqua, il nostro regno è sempre stato soggetto a sottomissioni da parte di queste creature.- Continua quasi sussurrando.
-Cattiva amministrazione?- Chiedo alzando un sopraciglio.
 -No, no. Per carità. Ottime regine, ma i firecreations non ne erano contenti...- Risponde.
-P-perché noi li possiamo controllare...giusto?- Dico sostenendo lo sguardo del Dottore.
-Diciamo che potete annientare facilmente una buona metà di loro.- Afferma.
 -E lei?- Chiedo -Di che fanda fa parte?- Lo guardo.
-Io sono un cyberstory- Risponde nascondendo un mezzo sorriso.
 -La fanda dei tecnologici...- Osservo. 
 -Signorina.- Dice poi guardandomi. -Deve andare via.-
  -D...Dallo studio?- Chiedo un po’ inquietata.
 -Dalla fazione.-
***
Cosa significa? La mia falda non è accettata per uno stupido stereotipo? Probabilmente non so neanche controllare una goccia di sudore fuori la simulazione. Non è giusto.
-Che succede, tesoro?- Chiede mia madre appena rientro.
-Nulla, mamma.- Dico trascinandomi accanto a lei e schioccandole un bacio.
-Layla...- Dice smettendo di stendere l’impasto e fissandomi negli occhi. -Cosa c’è che non va?-
-Il risultato del test.- Dico distogliendo lo sguardo dal suo.
-Non risulti compatibile con la fazione o cosa?- Mi chiede continuando a guardarmi.
- ‘Cosa’...- Dico cercando di allontanarmi.
-Spiega.- Impone.
-Sul serio, Mà. Non...-
-Spiega!- m’interrompe.
-Sono una watesky.- dico obbedendo.
-Non dovrai partire, vero?- Mi chiede.
-Puoi scommetterci se devo...- Rispondo riprendendo il suo sguardo. Giurerei  di averla sentita imprecare subito dopo il suo sospiro, ma credo sia troppo bassa la sua voce in questo momento per capire su quale santo ha bestemmiato o roba simile.
-Potresti rifugiarti nel mondo fatato...- Osserva mamma.
-...Le fate sono snob...-
-O nel rifugio degli informatici!-
-...non sono troppo tecnologica...-
-In quello acquatico?-
-...cazzo, non starò solo in acqua per colpa di...quelli.-
-Non imprecare!-Mi riprende.
-Non c’è momento migliore per imprecare, Mà.- Rispondo scocciata.
-Non mi rispondere, Layla!- Si scalda mentre scorro il dito sulla mappa alla ricerca di una fazione.
-Il mondo dei Lupi!- Esclamo ignorandola.
-Cosa?-
-Il rifugio dei Licantropi. La fazione dei Lupis Lunaris.-
-...sono pericolosi...-
-Controllo la mente umana, mamma...- Dico roteando gli occhi.
-Non quella della fazione dei tecnologici.-
-I Licantropi sono molto diversi dai Cyberstory.-
-...quindi da ora sarai una cittadina di...Licantropich?
-Se così si chiama, si.-
Ma madre ammutolì.
***
-Stai attenta a tutti quei lupi, bambina.- Si raccomanda mia madre vedendo il treno arrivare.
-Mamma, non sono cappuccetto rosso.- Dico con molto poco tatto. Diciamo che il tatto non è mai stato il mio forte, fin da bambina.
-Ma sei la mia piccola.-
-Mamma, sono una quasi-fata che controlla l’acqua e la mente della gente...e poi non mi sono mai piaciute le smancerie. Lo sai.-
-Si, lo so. Ma capiscimi. La mia bambina parte per un mondo popolato da perfidi lupi. Starò in pensiero.-
-Anche io per te, mamma.-
-Sta arrivando.-
-Cosa?-
-Il treno. Sta arrivando il tuo espresso, bimba.-
-Mi mancherai, mamma.-Dico stringendola il più forte possibile.
-Torna appena puoi.- Dice lei con la voce rotta.
-Per te, mamma.-

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 - I LICANTROPI ***


C’è una signora in lacrime seduta al mio fianco.
-Non mi guardi!- Dice asciugandosi il naso e guardandomi con aria superiore.
-Scusi...è che non riesco a dormire...- Le dico ricambiando lo sguardo.
-Cambi poltrona se ha così fastidio.-
-Sono tutte occupate.-
-Non usi quel tono con me, saputellina!-
Cosa? Quale tono?
-Lasci perdere.- Dico sbuffando e girando la testa.
“I clienti dell’espresso sono pregati di recarsi nell’area ristoro.”
Annunciano attraverso gli altoparlanti. Mi alzo e provo a dirigermi verso l’area ristoro, quando un folto gruppo di persone inizia a correre verso la stanza strepitando cose come ‘La preda è in tavola!’.
Arrivata alla sala cerco un tavolo libero, ma sono disgustosamente sorpresa quando vedo le persone brandire coltelli e forchette nei loro tavoli. C’è solo un tavolo, composto da ragazzini più o meno della mia età, che non ha assunto quel comportamento. Parlano distrattamente, terrorizzati da ciò che li circonda: vecchi e giovani affamati, che brandiscono posate a destra e a manca ululando e strepitando per un po’ di carne. Decido di auto-invitarmi al loro tavolo.
-Ciao. Sono Layla.- Mi presento appoggiandomi ad una sedia, in mezzo a due ragazzine dalla pelle scura e gli occhi chiari. Portano entrambe una treccia, una posata sulla spalla destra e una sulla sinistra.
-Ciao Layla!- Sorride la prima. -Io sono Clare. Lei, invece- indica la ragazza alla mia sinistra -è mia sorella Stephanie.-
-Io sono ‘go.- Dice un ragazzo slanciato, bruno, con la pelle olivastra e gli occhi marroni che siede di fronte a me.
-‘Go?- Ripeto stranita. Non ho mai sentito un nome del genere...
-E’ uno strano tentativo di sviare il suo nome.- Risponde la ragazza al suo fianco.
-Che sarebbe?- Chiedo riferendomi al nome del ragazzo.
-Ugo.- Dice Clare. Ha uno strano ottimismo mentre parla.
-Ma non azzardarti a chiamarmi così.- Dice.
-Non azzardarti, eh.- Gli fa eco la ragazza al suo fianco ridicolizzandolo un po’ e soffocando una risata.
-Tu, invece, chi sei?- Le chiedo-
-Io sono Alex.- Risponde riprendendo la serietà.
-Alex non è un nome da maschio?- Le chiedo.
-Alex è il diminutivo di Alexandra- Risponde -e siediti velocemente, prima che una di queste bestie ti adocchi.- dice indicando la sedia che ho scostato.
-‘key.- Dico buttandomici distrattamente sopra.
-Quindi questi sarebbero tutti lupi?-
-Licantropi.-Puntualizza Alex. Ci ha attentamente spiegato che tutti queste persone brandenti coltelli e forchette sono gli abitanti di Licantropich.
-Merda, io ci devo andare ad abitare in quel posto...- Osserva Ugo inquietato.
-Anche noi.- Rispondono in coro Steph e Clare.-
-E suppongo anche tu, vero Là?- Chiede Alex.
-Perché, tu no?- Le dico.
-Di che falde fate parte?- Svia lei.
-Io sono un Firecreations.- Dice Ugo. Merda.
-Io una Goldnesgod.- Dice Clear.
-Anche io- Risponde Stephanie.
-Io sono una Cyberstory- dice Alex -e tu, Layla?-
-Io?-
-Si, tu.- Fa eco Ugo.
-I-io sono...una GoodOfZero.- Dico ricordandomi la lezione di due settimane fa che ci fece il professore di sostegno.
-Cioè?- Chiede Ugo.
-Dea dell’universo.- Risponde Alex guardandomi negli occhi. Dev’essere molto intelligente per appartenere a quella falda, ma non credo abbia capito che è solo una copertura. Sono sempre stata brava a mentire.
-Sentite, questi...lupi m’inquietano.-Cerco di cambiare discorso.
-Anche a me. Sono...affamati...- Dice Clear.  Ci sono riuscita.
-Troppo.- Le fa eco ‘Go.
***
-ehm...vogliamo restare insieme la...-
-Sì, ‘Go. Restiamo tutti insieme. Fanno paura anche a me questi mostri.- Interrompo.
-Non perché ho paura...-
-No. Certo.-
-No. Seriamente.-
-Mh...va bene.-
-Ragazzi...- Ci interrompe Alex.
-Si, Al?
-Prima ho visto un posticino appartato nell’ultima carrozza, senza Licantropi. Se ci avviamo adesso magari riusciamo ad occuparla prima che...-
-Che aspetti? Corri ad occuparla!- Urla ‘Go.
***
-Buongiorno ragazzi.- Ci sveglia dolcemente Clear.
-Buongiorno Cly.- Le risponde Steph.
-‘Giorno.- Saluta ‘Go.
-Heilà- Dico io.
-Buondì- Conclude Alex.
-Chi ha fame?- Chiede ‘Go.
C:-Io un bel po’...-
S:-Anche io.-
Io:-Idem.-
A:-Mh.-
-Chi esce a prendere il cibo?- Osseva ‘Go.
S:-Io non ho fame.-
A:-Mi è passata.-
S:-Io sto dormendo, fate come se non ci fossi.-
-Io sono sincera: mi cago addosso. Non uscirò da qui.- Rispondo io, stendendomi nuovamente e tirando la coperta fin sopra le orecchie.
-Eh no. Qualcuno mi dovrà pur accompagnare- Dice ‘Go, avvicinandosi a me e tirando via la coperta -e tu mi sembri la più brava a mirare.- continua caricando una pistola e porgendomela.
-Non è il caso di sparare.-
-E se ci aggredissero? E’ solo per le emergenze. Tieni e seguimi.- Mi fredda.
-Va bene.- Dico seccata alzandomi.
***
-Ascoltami: non urlare, non correre, non spingere, non manipolare alcun tipo di fuoco o situazione, ma soprattutto non sparare.- Dico a Ugo mentre percorriamo il lungo corridoio rosso.
-Non sono un bambino. Lo so. Nascondi la pistola sotto la maglia, ora.
***
-NON DIRMI CIO’ CHE DEVO FARE. MAI PIU’.- Urlò ‘Go mentre entriamo in camera.
-E tu non provare a provocare un Licantropo affamato. Mai più.-
-Cosa te ne fotte se spingo un po’ un cane un po’ cresciuto?-
-Non farlo in mia presenza. Ok?-
-Ma vaf...-
-Ugo, cosa ci avete portato?- C’interrompe Alex.
-Guarda nella scatola.- Rispondo io seccata, sfilandomi la pistola da sotto la maglia, scaricandola e poggiandola sulla scrivania.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 - DOV’E’ LA PISTOLA? ***


-Ragazzi, siamo quasi arrivati. Svegliatevi.- Ci scuote Alex.
-Allora poi proseguiremo il viaggio ognuno per conto proprio?- Chiedo.
-Se non volete, potremmo continuare a stare assieme.- Propone Alex.
-Sarebbe una bella idea.- Osserva ‘Go.
-Ok, ma preparatevi a saltare- Avverto guardando il treno che perde velocità -e attenti ai lupi.-
***
-Dio, ma è meravigliosa!- Esclama Clear saltellando ed emettendo gridolini di gioia.
-Chissà se lo è altrettanto la notte...- Sussurro.
-Adesso andiamo allo stabilimento.- Ci ordina Alex sfilando una cartina dallo zaino.
-Dovrebbe essere a nord.- Informo.
-Seguitemi.- Dice Alex iniziando a camminare velocemente -Presto farà buio.
***
E’ uno stabilimento enorme, con centinaia di stanze. Pareti, pavimenti, scale e soffitti sono ricoperti da legno. C’è una sala mensa davvero gigantesca con vari tavoli per varie falde. Il cibo è suddiviso in sezioni: la prima parte per i waterksys, poi per i goldnesgods, cyberstorys,  godofzeros e firecreations.
-La cosa più bella è che non possono entrare i Licantropi!- Esclama Steph ad un certo punto.
-Si sbaglia, signorina. Uno dei nostri più bravi professori è un Luporum Mannaris.- La corregge la nostra guida.
-Ma la falda dei Lupis Mannaris non può entrare...è nel regolamento.- Osserva Alex.
-Un eccezione che conferma la regola, allora.-
***
-Ciao. Sono Will.- Si presenta un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi nocciola e le labbra un po’ sporgenti.
-Piacere, Layla.- Dico.
-William Alfred, venga immediatamente qui. La lezione non è ancora terminata.- Urla un uomo autorevole dai capelli bianchi e i baffi lunghi e folti.
-Devo andare, scusa.- Dice poi dileguandosi velocemente.
Cosa cazz....
***
-Mi pare ovvio, signorina.-
-E a me no!-
-Non urli, per piacere.-
-Ascolta il signore, Layla. Per piacere.- Cerca di placarmi ‘Go  -Non usciamo di qui almeno questi primi giorni. Soprattutto quando sta per calare la notte.-
-Ugo. Zitto.-
-Layla!-
-Me ne vado.- Urlo alzando le mani e girandomi.
-Ferma!- Urla ‘Go -Non abbiamo finito il discorso!.-
Continuo a camminare ignorandolo.
***
-Dove cazzo è?- Sussurravo tra me e me rovistando nel borsone rosso di ‘Go .
Cerco la pistola. Voglio uscire. Non riesco a stare chiusa in casa per volere altrui. Non riesco a dormire e di solito esco a prendere un po’ d’aria e fare una passeggiata.
-Merda!- Impreco. ‘Go si gira di lato, ma fortunatamente  è ancora addormentato.
Non c’è. La pistola  non c’è.
-‘Go- Gli sussurro -dov’è la pistola?- cerco di essere il più convincente e dolce possibile.
-Nel comò.- Dice con la voce impastata -Dove vai?-
-...la prendo per precauzione. Tu dormi.-
-Attenta.-
-Si. Sh.-
***
-No, per favore. Fermo.- Sussurro mentre le gambe cedono.
In risposta ricevo solo un grottesco ruggito.
-S-sono armata!- Urlo tirando fuori la pistola e alzandola, chiudendo gli occhi e voltando la faccia.
Altro ruggito.
-P-premo il grilletto!- Avverto.
Ruggito.
Sparo.
***UGO’S POV***
-Layla, ci ho ripensato. Ridammi la pistola.- Sussurro con gli occhi chiusi.
-Layla, non fare la testarda.-
-...Layla?-
-Là, su, è anche scarica.-
-Layla!- Urlo mettendomi di scatto a sedere.
Layla non è nel suo letto. Mi alzo, infilo le pantofole, la vestaglia e corro a perlustrare l’edificio.
Non è in mensa, nel bagno delle ragazze, nell’ hall, nella biblioteca o nelle aule. E tutte le porte delle camere da letto sono tutte chiuse e buie. E’ uscita. Merda.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 - NON VOGLIO CHE LO SCOPRA ***


-Merda. Grazie.- Sussurro. Mi sono svegliata da poco. Avevo perso i sensi quando l’enorme bestione mi aveva quasi morso la gamba.
-Non dovresti uscire di sera.- Afferma in modo apprensivo.
-Lo so. Ma...me lo avevano proibito e...-
-Si, lo so. Anche io uscivo spesso la notte, da cucciolo.- Dice porgendomi una cioccolata calda.
-Cucciolo?- Domando mettendomi a sedere, scostando la coperta e prendendo la cioccolata.
-Si, sono un licantropo.- Risponde sedendosi accanto a me e coprendosi con il lembo di coperta che ho lasciato libero.
-E non...ma...cosa?- Sono confusa.
-Merda, ho allontanato quel licantropo di livello 12 da te mentre eri svenuta e ancora non avevi capito? Lenta la ragazza...- Mi sfotte Will.
-Livello dodici?- Sono molto confusa.
- Hai presente la stazza del bestione, no?-
-Ovvio. Mi era praticamente addosso.-
-Bene. La stazza cresce in proporzione al tuo grado di aggressività e forza...-
-E...?..
-...e ci sono quindici livelli. Io sono di livello cinque.-
-Un novellino.-
-...non proprio un nov...-
-Deboluccio il ragazzo.- Lo sfotto rivendicandomi.
-Ah si? Vediamo quanto è deboluccio il ragazzo!- Dice mostrando i denti, assumendo una posizione simile alla bestia che ho incontrato e saltandomi addosso.
-Ma dai, non vale, io non sono addestrata!- Dico io, cercando di non farmi fare il solletico.
-Di che falda sei?- Si ferma.
-...Ehm...- Cazzo. Non ricordo cosa ho detto al gruppo.
Inizia a fiutare. Mentre io penso, lui mi inizia ad annusare il collo. Sono un sacco confusa.
-Watesky?-
-Cos? Ah? No, no, no....-
-Si, sei una watesky.-
-Will...-
-Non lo dirò in giro. Non preoccuparti.-
-Oh, Dio. Non dovresti saperlo neanche tu.- Mi metto a sedere, trascinandomi anche lui, per la troppa vicinanza.
-Qualche tuo amico controlla il fuoco?-
-Si, ‘Go.-
-Ugo De Malfois. Lo conosco. Fa parte della Grande Contea Francese ad ovest della Grande Piantagione.-
-De Malfois?-  Faccio eco.
-Cazzo, Layla, un po’ di pronuncia!- Mi riprende.
-Comunque, che intendi con “la Grande Contea Francese”?- Chiedo. immagino di avere un sopracciglio alzato, perché mi sento il viso tirare, ma è spontaneo, quindi lo ignoro.
-Non lontano da qui, circa tre o quattro piattaforme di distanza, c’è una Contea, con gente molto a modo, non fraintendermi, ma di una bastardaggine....- Mi spiega.
Cosa? Piattaforme?
-Cosa sarebbero le piattaforme?- Dopo mi dovrà spiegare anche cos’hanno fatto i De Malfois, sia chiaro.
-Le piattaforme sarebbero...ehm...come le città da voi. Ad esempio, adesso, ci troviamo ella Piattaforma Del Fiore, proprio perché non lontano si trova la Grande Piantagione.-
-Ma...-
-La Grande Piantagione è un territorio ad est del territorio che vent’anni fa ha affrontato la guerra dei De Malfois. Infatti il campo è stato in gran parte distrutto da questa guerra, nata perché i De Malfois volevano sterminare tutti i licantropi- iniziò a spiegare con fare da professore -Perché “i Licantropi sono bestie pericolose, mica persone. Non hanno bisogno di case in cui vivere. Dareste mai ai vostri cani un villaggio in cui scorrazzare liberi provocando solo guai? No, quindi queste feroci bestie dovranno essere sterminare.” - falsò la voce, citando il discorso della Contessa De Malfois.
***
-Devo andare a casa.- Annuncio.
-Si, l’ho notato. Potrebbero preoccuparsi.- Dice Will.
-Però non mi sento molto bene.- Ripenso mentre avverto un giramento di testa.
-Cosa ti senti?- Mi chiede venendomi vicino e prendendomi un braccio per non farmi cadere.
-Vedo...molte macchie...-Dico mentre mi si annebbia la vista. E tutto si dipinge di nero. Will è nero. Il camino è nero. Il tappeto e il parquet sono neri, finché non distinguo più gli oggetti e tutto si mescola in un nero generale.
-Bene.- Sento l’ultima cosa uscire dalle labbra di Will.
***ALEX’S POV***
-Ugo, non puoi uscire a cercarla a quest’ora.- Dico a ‘Go seguendolo avanti ed indietro per la stanza mentre prende la giacca, il cappello, le scarpe...
-Certo che posso. Non posso permettere che si avvicini ad un lupo mannaro a la Grande Contea.- Mi urla, continuando a camminare.
-No, Ugo. Non puoi, ma non puoi neanche esporti, rischiando di farti mangiare vivo da uno di quei cosi- solo da me si faceva chiamare Ugo. In fondo ci conosciamo da tanto -e poi è troppo lontana, perché possa raggiungere la Grande Contea.-
-No. Non lo è.- Inizia ad urlare ancora di più. Non voglio che le sorelle si sveglino.
-Zitto. Poi che fa se lo scopre?- Cerco di placarlo.
-Non voglio che Layla capisca che sono qui per allearmi con forze armate segrete per sterminare i Licantropi oltre il livello otto.- Sussurra.
-E’ per il bene di tutti.-
-Non capirebbe che questi sono solo cani.-
-So che lo fai solo perché devi.-
-Non rendere le cose sdolcinate. Vado.- Chiude il discorso e apre la porta.
-Aspetta- gli urlo, lanciandogli una pistola -ti puoi servire.-
-Grazie Ally-
-Prego Ugo-
Ci scambiamo un saluto, ed esce.
***UGO’S POV***
Non so cosa stia succedendo, so solo che la ragazza più sfrontata di questo mondo è nei guai. Ne sono sicuro. e io devo salvarla da questi cani troppo cresciuti.
Spero solo non mi accada nulla.
 
 
MERDA.
 
 
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------      Bella, ragazzi. E’ la prima volta che vi scrivo direttamente sotto un capitolo, volevo solo chiedervi di, se vi va, scrivermi le vostre impressioni sui personaggi sul mio twitter (https://twitter.com/nuvoladiricordi) o semplicemente qui sopra. Baci.
-May.

 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 - UN’ERRANTE IN CAMERA ***


-Non sparire più così, cogliona.- Mi aggredisce Alex.
-Dov’è Will?- Mi sono appena svegliata e Will è sparito. L’ultima cosa che ricordo sono le macchie nere sul viso di Will.
-Chi?- Alex sembra confusa.
-Chiamami ‘Go.- Non ho tempo di spiegare ad Alex chi è Will. Devo capire sta storia della Conte Francese che sterminava lupi o roba simile.
-E’ uscito a cercarti.-
-Ma io sono qui!-
-Ora, sei qui.-
-Chiamalo.-
-Ha il cellulare qui.-
-E cos’ha dietro?-
-Una pistola con un paio di colpi.-
-Cos..? Devo trovarlo.-
-Non puoi muoverti. Sei debole.-
-Non possiamo lasciarlo lì da solo!-
-Ha una pistola, Layla. Mi muoverei io ma devo tenerti d’occhio.-
-Tu non capisci. Ho avuto uno di quei carri armati addosso e un paio di colpi provenienti da una pistoletta non bastano a tirar giù dei bestioni del genere.-
-No?- Leggevo nei suoi occhi una strana forma di terrore. Non terrore puro. Qualcosa misto ad una forte paura.          
***
-Quando lo trovo vi faccio uno squillo.- Dice Steph prendendo il cellulare, ficcandolo nella tasca posteriore e di seguito aggiustandosi la borsetta contenente le armi e i rispettivi proiettili calibrati.
-Steph- la ferma la sorella e lei si gira di scatto -attenta.
Steph annuisce, apre la porta, esce, lancia un ultimo sguardo alla sorella ed esce.
 
***UGO POV’S***
-Attenta. Sono pericolosi. Ti restano due calibri pesanti. Ringrazia il cielo di averne fatti fuori due.- Dico a Steph mentre camminiamo, a tratti illuminati da qualche lampione e a tratti invisibili al mondo.
-Ringrazia il cielo che mi sia offerta mentre tutti erano impegnati con Layla.- Mi fa eco con un tono acido e stufo.
-Perché? Cosa le è successo?-
-Si è capito che ti piace, ma contegno, Malfois.-
-No. Non mi piace.-
-Cammina và.-
-Aspetta...- intravedo una sagoma d’uomo nel buio. E’ zoppicante, ma potrebbe aiutarci -chi è?
-Sembra un possibile aiuto del Signore!- E’ entusiasta. Non è abituata a stare sola tutto questo tempo al buio senza sua sorella. -Buon uomo! Buon uomo! Ci aiuti!- Gli corre incontro.
-Attenta!- Le urlo. Non si sa mai...
***
-No. Parlami. Steph, parlami! Dici qualcosa. Anche che sono un vigliacco. Steph!- Urlo. E’ distesa per terra. Insieme allo zombie che avevamo intravisto. Cosa cazzo è? La città degl’incubi? Ho buttato giù la creatura con un paio di colpi leggeri, ma lei era già stata assalita. Non ho una mira perfetta, ma ho beccato il tipo due volte su tre. Urlo il suo nome un altro paio di volte e poi mi sfogo un po’ piangendo. Dopo non lo potrò fare. Maledico quel maledetto posto, poi prendo in grembo Steph e la trascino verso casa. Penso sia carino fare una cerimonia per seppellire il corpo. Penso sia carino per sua sorella, non per me. Io penso sia orribile seppellire i morti.
***
-Cazzo Ugo!- Urla Layla dal letto.
-Erano qui per andare a trovare il padre morto, come pensi sarà per Cleare andare a trovare il padre per seppellire la sorella?- Sbotta Alex.
-Pensavo fosse carina una cerimonia nei confronti di Clear.- Dico. Penso che andrò in balcone a prendere una boccata d’aria.
-Aspetta- mi blocca Layla -si...si sta muovendo.-
-Chi?-
-S-steph.-
-Non dire cazzate. E’ morta.-
-Guarda.- Indica il corpo per terra.
Si. Si sta muovendo davvero.
Layla urla.
Alex urla.
Clear arriva.
Merda.
Cosa gli dico? Ciao. Tua sorella è morta per portarmi a casa salvo, è stata aggredita da uno zombie ed ora è semimovente, ma io ‘ti vi bi’ uguale.
NO!
-Ugo fai qualcosa!- Urla Layla.
Intanto Steph prova ad alzarsi.
Ha la pelle tutta marcia, gli arti scomposti e le sue bellissime iridi verdi adesso sono scomparse.
-Se l’organismo umano viene infettato da un ibrido, un lupo mannaro, un errante o qualsiasi cosa voi intendiate per ‘organismo non scientificamente riconosciuto’, una volta morto o ucciso dallo stesso organismo riprende vita. E’ colpa di un virus che attacca il cervello. Questo assorbe delle strane spore emesse dalla pelle dell’errante e diventa in grado di riprodursi una volta spento, solo che in versione ‘’cattiva’’.- Ci spiega Alex.
-Dobbiamo spaccarle la testa!- Sintetizza Layla urlando e passandomi una mazza da baseball.
-No! Non toccate mia sorella! E’ l’unica cosa che mi rimane! C’è una soluzione! Per forza.- Ulra in lacrime Clare.
-No! Non c’è! E noi siamo chiusi in camera con uno zombie! Tua sorella non è lì dentro. E’ in un posto migliore. Con tuo padre. una sorta di paradiso! Spacca Ugo!- Urla Alex.
Non posso uccidere Steph. Non di nuovo.
-Non vi lascierò spaccare in due mia sorella!-
-Devi!- Urla Alex.
Sento Layla urlare.
Steph l’ha raggiunta.
-Decidete!- Urlo.
-Non c’è scelta!- Urla Alex.
-Tocca mia sorella e ti ammazzo!- Urla Clare.
Decido io. Non voglio ammazzare la sorella di Clare, di nuovo. Dev’esserci un altro sistema. Anche se è molto vicina a Layla. Insomma...conosco Clare e Steph sin da piccole!

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 - DA SOLI [short] ***


SBAM! Colpo secco. Ugo colpisce e spacca la testa di Steph provocando un’esplosione di pezzi di cranio putrefatto per la stanza. Clear si accascia a piangere per poi aggredire Ugo.
- Era già morta!- Urlo. Ho poca voce, ma mi ascolta e torna a piangere per terra.
Sono distrutta nel vederla così. E’ terribile. Non posso fare nulla. Io ho contribuito alla morte di sua sorella...o quello che ne restava...
-Siete dei mostri.-  Riesce a scandire tra un singhiozzo ed un altro.
-Era per il tuo bene...- Le sussurra ‘Go accasciandosi vicino a lei.
-Non toccarmi, vai via!- Urla dimenandosi.
-Ti prego, Clear...- inizio avanzando verso di lei -non è colpa di nessuno. E’ morta in un modo dignitoso. Ha salvato un suo amico. Ugo De Malfois...-
-Come sai il mio nome?- Si gira di scatto verso di me.
-...che probabilmente meriterebbe di più morire, per quello che ha fatto e che farà ai lupi...- mi dirigo piano verso di lui.
-Non capisci, sono creature di Satana!-
-Tu non capisci! Will non è una creatura di Satana! Vuoi uccidere anche lui? I lupi si ribellano a voi e a noi per...-
-...per la loro natura.-
-No. Perché li volete sterminare, e se loro sterminano per primi voi, voi non potrete sterminare loro.-
-Sono solo dei cani.-
-No. Sono persone. E hanno dei sentimenti. Will, ad esempio, non avrebbe lasciato una sua amica vagare per delle strade in cerca di erranti.-
-Avevamo bisogno di aiuto.-
-Da uno zombie?-
-Se non vuoi capire vattene a ‘faculo.-
-Certo che me ne vado. - Dico voltandogli le spalle e riempiendo la mia borsa -Tieni, Clare.- Gli dico lanciandogli il suo borsone pieno -Seguimi.-
Non se lo fa ripetere due volte: prende il borsone, fa finta di barcollare per dare uno spintone a Ugo, lancia un’occhiata ad Alex, la stessa che sua sorella lanciò a lei prima di uscire per sempre da questa porta, e poi con la coda dell’occhio controlla il corpo della sorella. Ha ancora la catenina di riconoscimento della famiglia VanFeder. Con un sospiro esce dalla porta. Io faccio uno scatto e, senza guardare, ‘depredo’ Steph. Voglio qualcosa che la ricordi. Sia per me che per Clear. Esco.
***
-Sei un tesoro!- Gli butto le braccia al collo.
-Dormite nella mia camera, io sarò qui in salotto. E ricordati, piccola ribelle, di non uscire dalle 2 alle 6.- Dice Will.
-Perché?- Chiedo.
-Gli erranti vagano dalle tre alle cinque, i licantropi dalle due alle 3 e dalle cinque alle sei.-
-Temono anche loro gli erranti?- Chiede Clear con gli occhi gonfi.
-Si...-Dice Will. Continua a blaterare su non so cosa, ma sono troppo presa dal pensare ad Alex e Ugo. Li abbiamo lasciati soli. Noi abbiamo un licantropo a proteggerci, ma loro? Non so se li abbiamo lasciati a marcire o se se la caveranno meglio. Spero una via di mezzo, del resto sto ancora maledicendo Ugo.
 Ma credo che per oggi basti pensare.
Tiro su le coperte e lascio che sia il sonno a fare la sua parte, ora. Ho paura di cosa potrò incontrare nei miei sogni: una versione storpiata di Stephanie, un’immagine di un Ugo spietato che cecchina assieme ad Alex ogni lupo troppo grosso da affrontare corpo a corpo, Clear distrutta esteriormente da tutto ciò o Will morto sotto l’imponente figura di Ugo.
Mi lascio cullare dal suono della chitarra di Will. Si sta esercitando in salotto, ma la musica arriva fin qui.                                                   Spengo la luce, chiudo gli occhi ed abbraccio Clare.    

 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 - IL POTERE DEL ‘BIO’ ***


-Credo sia ora che voi conosciate un po’ di gente.- Dice Will mentre finisce di sciacquare anche l’ultima tazza da colazione.
-Si, lo penso anche io. No, Clare?- Non so se lei abbia voglia di conoscere qualcuno dopo...quello che è successo. Ma le farà bene.
-Ho un qualche brutto presentimento...- Dice lei -ho sentito che in città sono scesi anche i BioEvils.- 
-Cosa cazzo sarebbero?- Sono nuovamente confusa.
-Noi li chiamiamo Bio Terroristi. Si dice siano demoni scesi in terra per disseminare caos. Hanno i poteri della natura: fulmini, fuoco, acqua e vento. Ma non solo. Possiedono anche Neon, cemento, video. Il loro gruppo s’infoltisce sempre di più perché hanno il “dono” ti trasmettere il Bio Terrorismo a componenti di altre falde. Ma non a tutti i componenti. Solo alcuni. Quelli speciali. Quelli che nel sangue possiedono tracce di più poteri, anche in minima parte. Ma nei loro piani non va sempre tutto bene, infatti i BioTraslati possono scegliere di essere BioAngels. Gli angeli della natura. I suoi protettori. Gli unici a poter andare contro i BioEvils perché forti quanto loro o addirittura creati da loro. Ma questi iniziano a scarseggiare, dato che una volta Bio le falde non ti accettano più e, insomma, le persone preferiscono far finta di essere ‘normali’ piuttosto che dover affrontare a forza i ‘demoni’.- Spiega Will.
-Scesero già in passato a Licatropich, una notte di Agosto di vent’anni fa. Non c’erano pattuglie o telecamere in strada e nessuno diede l’allarme. Morirono centinaia di famiglie e migliaia di queste furono dimezzate. Questi s’impossessarono anche di alcuni giovani lupi non completi. Ci fu caos per lungo tempo e da allora tutti temono i Bio Terroristi. Questo è uno dei motivi per cui i Licantropi girano per le strade anche nella notte, quando non ci sono erranti. Questa volta, però, ci sono anche i Demons. I veri e propri demoni.- Chiarisce Clear.
-Veri e propri Demoni. Persone crudeli morte che non contente dei loro atti di Bio Terrorismo in vita tornano sulla terra e aiutano i BioEvils.- Continua Will.
-In pratica Bio Terroristi morti che possono stare sulla terra per un pò?- Chiedo.
-Esatto- mi rispondono all’unisono.
-Ma figurati se deve accadere qualcosa proprio oggi, dai!- Dico andando ad aprire la finestra. Oggi è una bella giornata di sole, se non usciamo almeno godiamoci il sole da casa.
-Cosa mangiamo a pran...- non finisco la frase che un fascio di fulmini mi colpisce alla testa.
I  Bio Terroristi.
***
Mentre stavo svenendo riuscivo, in qualche modo, a “sentire” le voci dei moribondi. Sono rimasti sotto gli edifici in crollo o arsi vivi degli incendi. Clear ha perso sua sorella, e per poco anche me. Will è sempre stato sicuro che mi sarei svegliata mentre fuori la città cadeva a pezzi. Si diffuse un’epidemia, seguita da tumulti, furti, stupri...il suicidio di una civiltà. Nel presunto tentativo di “contenere la minaccia biologica”, il Governo Federale ha chiuso tutti i possibili accessi alla città. Bloccandoci in una gabbia con degli psicopatici. Non si vedono poliziotti per le strade. Sono morti o troppo impauriti per affrontare le bande che imperversano ovunque. Fuori le cose andavano male ma dentro, dentro di me...qualcosa stava...iniziando. All’inizio avevo paura, capivo che non c’era nessuno con cui parlare, con cui confrontarmi ma con il tempo sto imparando a controllarlo, a usarlo. Spero solo che non sia tardi.


***
-Un altro mese di tragedie. Morte altre tre famiglie e crollati due edifici, nonostante i provvedimenti del Governo Federale.- Annunciano al telegiornale. Mi sono svegliata due giorni fa. Ho avuto modo di alzarmi, pensare e provare se i miei poteri ci fossero ancora. Adesso ho voglia di alzarmi e girare, parlare, intervenire.
-Guarda chi si è svegliata!- Entra Will nella camera blindata mentre sono concentrata a far saltare l’acqua dal mio bicchiere.  Mi ha portato del cibo.
-Le strutture sono sta rafforzate.- Gli dico, più in tono di domanda che di affermazione, però.
-Notato, eh? Ora tutte le strutture sono in Cemento armato ricoperto di materiali forti che assomigliano al ferro. - Mi spiega. -Ah, e ti è venuto a trovare Ugo...anche Alex, ma dice di non volerti vedere in queste condizioni. E’ restata a parlare con Clare.-
-Fallo entrare.- Mi raddrizzo nel letto e mi metto seduta.
Passano alcuni minuti prima di vederlo spuntare.
-Ciao.- Ha un tono timido, e si ferma sulla porta.
-Hey.- Sono più amichevole, e gli faccio cenno con la mano di sedersi accanto a me.
-Come va?- Chiede accettando il mio invito.
-Meglio.- Gli faccio posto.
-Hai sempre la solita fortuna, eh?- Ironizza.
Cazzo, nessuno ha pensato che con una scarica elettrica addosso sarei potuta morire. Solo perché la scagliarono degli umani.
-Li affronterò.-
-Cosa?- S’irriggidisce.
-Affronterò quei cosi là fuori.-
-No.- Mi guarda severamente.
-Ovvio che sì.-
-No.-
-Si.-
-No.-
-Si.-
-No. Sei meno potente di loro, sei una Watesky. E lo so perché lo ha notato Alex, altrimenti starei ancora annegando nella tua bugia.-
-Se ti avessi detto la verità mi avresti ucciso. E potresti ancora farlo.-
-Non mi hai controllato la mente fin’ora, quando avresti voluto più di tutti, figurati se non mi fido di te.-
-Allora lasciami andare.-
-Sei troppo debole contro di loro.-
-Sono una Bio Terrorista!-
 -Cosa?-
-Ho avuto modo di provare i miei poteri. Li ho tutti. Ed in più posso lanciare granate composte da grandine, vento, fasci di elettricità sotto forma di fulmini, corro più veloce grazie al neon e lancio proiettili formati da questo, ho il potere video di sparire per alcuni minuti, ho richiamato ‘per sbaglio’ un esercito di angeli e...-
-E..?-
-E ho anche il tuo potere.-
-Il fuoco?-
-Loro lo chiamano Fumo.-
-Cazzo.-
-Cosa c’è?-
-E’ Bio Terrorismo allo stato puro. Di solito ce ne mette per svilupparsi del tutto...ma tu hai persino il potere video...-
-Ugo...-
-Dimmi.-
-Mi proteggerai?-
-Ovvio.-
Mi chiude in un abbraccio protettivo.  

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 - TERRORISTA ***


-Perché è arrivata tutta questa gente? I peggiori mostri riuniti qui. E per cosa? Non c’è mai stata una così grande affluenza di forze oscure provenienti dall’Inframondo!- Sono distrutta. Piango spesso in questo ultimo mese. Le unghie delle mie mani sanguinano spesso per colpa del mio acuto rosicchiamento. I lunghi capelli castani sono tutti secchi e spezzati, la mia voce anche: sempre spezzata. Sei mai stato chiamato terrorista? Di quel giorno ricordo che stavo andando a lavorare, ne avevo trovato uno semplice semplice per racimolare spiccioli in tempo di guerra. Camminavo in una delle vie sotterranee. Ormai la città si è riformata nel sottosuolo. Poi ricordo che scappavo per salvarmi. Ma quel video...come ho avuto quel pacco. Perché avrei dovuto portare una bomba? Per chi? In ogni caso le conseguenze erano ovunque. Qualunque cosa ci fosse tra me e Will è sparita. Non ha detto nulla, nessuna emozione, e solo andato via. Da allora la gente ha iniziato ad additarmi, a trattarmi male, anche Alex e Clear mi guardavano con sospetto. Io, con Ugo, e loro dobbiamo incontrarci su Stampton Bridge e fuggire dalla città...Spero si facciano vive, perché ora...sono un po’ a corto di amici.
-E’ per te. Sei pericolosa. Per questo si stanno concentrando tutte le forze peggiori. Prima non era così.- Certo che Ugo ha sempre molto tatto...
-Io non sono una Bio Terrorista cattiva come loro. Io voglio salvare tutti! Se solo sapessi come farlo...-
-Ok, sorpresa saltata. Vieni.- Si alza. E mi guida.
-Dove andiamo?- Lo seguo.
-Per affrontare tutti quei teppistelli dovrai pure imparare i trucchi del mestiere, no?-
-...chiamali teppistelli...-
-Il punto non è questo. Dovrai interfacciarti con un Bio Terrorista in grado di insegnarti come sfruttare al meglio i poteri, e non intendo gli scatti o le planate grazie al fumo ed al neon, neanche i muri di cemento e le schegge nel sottopelle. Io intendo Morse Elettriche, Potenziamenti, Biodrenaggi...- Mentre ne parla ha gli occhi pieni di luce.
-Come fai a sapere tutte queste cose?-
-...ho geni da Bio Terrorista. Insomma, non lo sono definitivamente, ma mio padre lo era dalla nascita. Certo, se mi colpissero non mi trasformerei, ma qualcosa la riesco a fare.-
-Cioè puoi usare il potere Bio? Ma non puoi trasformarti in BioEvil o BioAngel?
-Esatto.-
-E che gran inculata però! Non si fa così! Io mi metto nella merda e mi faccio chiamare terrorista e tu da bravo FireCreation te ne vai in giro a dire ‘hey, io ho una falda!’-
-Che volgarità!- Ironizza.
-Parla il santo.-Ribatto.
-Comunque non ti far ingannare, anche gli erranti, i Bio Terroristi o i Demoni sono falde.-
-Ah si? Quindi BioTraslati, BioEvils, BioAngels, Demons black, Demons White e?-
-Gli erranti sarebbero gli Zomblack.-
-Ah.-
-Comunque i Demons black sono i cattivi e i White i buoni, ma sappi che sono entrambi di colore rosso e trasparenti.-
-Ah quindi...-
-Certo sciocca. Ora entra e preparati a ore di duro allenamento.-
***
Imparai a risucchiare letteralmente l’energia delle persone con il Biodrenaggio, ad aiutarle con l’Impulso Vitale, a lanciare Morse Elettriche e spiccare in volo grazie al Salto Tonante. La mia istruttrice si chiamava Lynnae, ed ora è la stessa persona che, due settimane dopo, ci sta accompagnando a Stampton Bridge, da Clear e Alex.
All’inizio non le vedo e cado nella depressione più totale, in realtà sono solo immerse nella folla di gente che si sta recando tranquillamente dalle loro famiglie per l’ora di cena. Non sa cosa sta per succedere.
-Allora, devi decidere, Cross. O trasciniamo via dalla città i demoni, salvando le persone oppure scappiamo semplicemente attraverso il portale dell’Inframondo, lasciandoli tutti nella merda.- Lynnae è molto schietta e dura negli atteggiamenti. Ma è un sergente. Deve. Ora sta a me decidere. Fare una scelta da Infame o da Eroe? Farmi strada verso i BioEvils o i BioAngels? Salvarmi il culo o salvarlo agli altri? In più oltre la porta c’è del cibo appena arrivato dalla città. Dovrei dividerlo con i cittadini? Dovrei portarne via due casse solo per noi? I miei amici mi conoscono. Sanno cosa sceglierò.
O Almeno sono convinti di saperlo.
C’è molto cibo.
Staremo a posto per settimane, forse di più.
Se friggessi uno a caso tra la folla gli altri fuggirebbero.
Il cibo sarebbe tutto nostro, ma loro potrebbero morire di fame...
-Veloce Cross!- Urla Lynnae.
Mi girò di scatto, punto il braccio e BAM! Un passante sbatte a terra colpito dalla mia Morsa Elettrica. Adesso devo fuggire prima che arrivino gli sbirri.
Inizio a correre velocemente urlando a Ugo, Clear e Alex di seguirmi. Afferro poi una cassa urlando al sergente Decay di trasportare l’altra.
-Sissignore!- Obbedisce imperterrita Lynnae. E’ un sergente. E’ abituata...a differenza degli altri tre, che corrono con la bocca spalancata, gli occhi sgranati e la faccia pallida. Ok. Può essere una cosa macabra friggere un’innocente per arraffarsi un po’ di cibo e non farsi notare, ma sono le regole della sopravvivenza.
-Ma che ti prende? La gente ha fame e tu ti prendi tutto il cibo che hanno?- Alex si affatica per starmi dietro e recitarmi una delle sue solite ramanzine.
-L’ho fatto per noi, per poter stare tranquilli.- Dico rallentando. Non avevo pensato che la squadra non avrebbe retto al mio scatto al neon.
-A volte non ti capisco.- Torna dietro.
Intanto però viene avanti Clear.
-Che hai fatto i capelli?- Chiede nel tono più gentile che riesce a tirar fuori. Forse avrà capito cosa ho passato dal mio aspetto e gli atteggiamenti: gli occhi vuoti e fissi nel nulla, le unghie mangiucchiate, i vestiti larghi e grigi, ma soprattutto i capelli tagliati a maschietto.
-Li ho tagliati. Si erano...rovinati.
-Li hai tinti. Di nero.-
-Già. Volevo farli rossi ma...-
-...già.-
Voglio far finire qui la conversazione. Non ho voglia di parlare. Ancor di meno del mio aspetto. Perciò accelero col neon.
***
Fu la prima volta che li vidi. Un’altra falda. I Mietitori.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 - ‘HO VISSUTO’ ***


E’ la prima volta che li vedo. I Mietitori. Prima dell’esplosione erano un branco di tossici e spacciatori, ora controllano il Neon District. Prendono ciò che vogliono. Oggi è diverso.
-Tutti giù!- Urlo prima che uno di quei cosi ci frigga.
Mi stanno a sentire tutti.
-Ugo- Urlo -cosa cazzo sono?-
Ci siamo accucciati dietro delle casse, per cui per rispondermi si scaglia verso la nostra cassa. Mia e di Lyannae, intendo. E per poco un raggio di qualcosa non lo colpisce. Ma lui è veloce e scaltro. lo è sempre stato. Come sarebbe sfuggito dal errante, altrimenti?
-Non ne ho mai sentito parlare, prima. Credo sia l’evoluzione di una falda.- Mi risponde osservandoli da dietro una cassa. Sembra molto colpito. Ha il luccichio negli occhi che aveva mio fratello quando studiava il mondo marino. Lo osservavo sempre quando studiava. Poi è partito con mio padre. E se ne sono andati. E non sono più tornati. E mi mancano da morire. E non li ho mai più visti. E non ricordo neanche il loro viso. Ma non è il caso pensarci. Almeno non adesso. Non mi vedranno piangere.
-Da quando le falde si evolvono?-
-Succede quando si uniscono due tipi diversi. Penso che questi siano...-
-Sono demoni in sembianze umane! Guardateli!- Urla Clare.
-Correte!- Ci ordina il sergente Decay mentre si scaglia in una pericolosa corsa a slalom tra i mostri.
Ci scagliamo anche noi in una folle corsa, inizialmente in gruppo, per poi dividerci e confondere i Mietitori. Sono Mietitori. Mietitori di vita e se mi prendessero credo che non esiterebbero più di un attimo a mietere anche la mia, di vita.
-Attenta, dietro di te!- Urla Ugo.
In un battito di ciglia un Mietitore mi prende per la vita. Ma che merda. Perché quando penso le cose accadono? L’ho notato solo io?
-Ciao, mortale.- Dice con un tono davvero poco accattivante, accentuando l’ultima parola e stampandosi un sorrisetto beffardo sulla faccia. Quasi ad accentuare il fatto che io posso morire uccisa da lui e lui no. Perché lui è immortale. Se non la smette da solo, quel sorriso glielo tolgo io a forza di pugni.
-Dimmi, com’è svegliarsi il giorno dopo? Sei sempre la persona che si è addormentata il giorno prima?- Dice. Credo abbia notato il mio sguardo stranito, perché si affretta a darmi delle spiegazioni. A quanto pare e’ sempre stato solo un’anima cattiva. Non ha mai vissuto veramente. Non è mai andato a dormire con qualcuno nella testa e non ha mai sognato la persona amata. Non si è mai svegliato con un messaggio tenero e neanche sperando di incontrare qualcuno di importante a scuola. Non ha mai vissuto. Lui non ha mai vissuto. E io si. Lui non ha mai vissuto, perciò non può essere ucciso. Io si. Ho vissuto. Ho vissuto le emozioni. Ho vissuto gli SMS. Ho vissuto gli sguardi. Ho vissuto i miei amori. I miei primi amori. Ho vissuto Peete. Ho vissuto Lord. Ho vissuto Sean. Ho vissuto anche Will. E ho vissuto...Ugo. Si. L’ho ammesso a me stessa. Ho vissuto Ugo. E vivo tutt’ora Ugo. Ma ho vissuto anche mio padre e mio fratello. Ho vissuto le mie migliori amiche. Ho vissuto Steph. Sto vivendo Clear, Alex. Anche Lyannae. Ho vissuto mia madre. Ho vissuto Amanda, Sonny, Shine, Lare. Ho vissuto tante cose. E sto vivendo anche lui. Sto vivendo la sua paura. Gliela vedo negli occhi. Questo fottutissimo demone ha paura di me. O del mio sguardo sicuro. Sicuro della morte o della vita. Non so. Non so cosa mi sta andando incontro, ma non ho paura. Non ho paura perché ho vissuto tutto ciò che ho potuto. E lui. Lui non ha vissuto. Non ha mai vissuto veramente.
-Aah!- Urla mentre Ugo gli sferra un pugno sulla mascella. Si affretta ad afferrarmi, mettermi sulle sue spalle e correre. Correre più veloce di quanto possa correre. O di quanto l’abbia mai visto correre. E solo per mettermi in salvo. Perché lui non ha paura di morire. Ha paura di tante cose, ma non di morire. Ed infondo neanche io.
-Io cambierò tutto!- Urla il demone mentre noi scappiamo. -E vi avrò!- Le sue grida sono come unghie su una lavagna.
***
-Ugo, afferra la ragazza!- Urlo mentre corriamo sui binari. I Mietitori hanno intrappolato centinaia di persone di tre diverse gabbie. Più tardi torneranno a friggerle o torturale in chissà quale modo.
...Che poi, come sono entrati a Downtown? Nel sottosuolo?
-Clare, la chiave!- Clare mi lancia la chiave delle gabbie.
-Decay, mi aiuti!- Lynnae mi offre una spalla su cui salire per raggiungere le gabbie.
-Alex, sorveglia!- Ma Alex già stava sorvegliando. E’ sveglia. Sa sempre cosa fare. E come fare. Ho una specie di segreta adorazione per lei.
***
La folla fu sorpresa di vedere “la terrorista” comparire a liberare i loro cari. Ma non bastava ancora. Rischio la vita per salvare le loro famiglie e loro voglio lapidarmi, in cambio. Ingrati bastardi. Decisi di friggerne uno per far capire che non mi si doveva contraddire. Una lezione che non scorderanno.
***
Finalmente un po’ a zonzo per la parte scoperta della città. A passeggiare sui tetti. Ci siamo meritati questa pausa.
Da quando ho capito che quello che mi accade dentro è per Ugo sono un po’ scossa. Insomma, non pensavo.
Ma sono pur sempre io e devo affrontare le situazioni come al solito. Quindi la solita me, solo con i capelli più corti e più scuri e con le felpe larghe e grigie, ne parlerà con Ugo.
Magari ora.
Magari prima che accada qualcos’altro.
Magari anche prima di morire per chissà quale bestia volante.
-Hey, devo...parlarti.- gli faccio cenno di raggiungermi. Sono distaccata dal gruppo, su di un tetto diverso.
E devo dire che sono sorpresa quando si alza in volo e plana verso di me usando il Fumo.
-Mi dica, principessa del neon.- Mi stuzzica.
-Ma dai, non ne ho usate neanche un po’ oggi!- Gli do una gomitata scherzosa.
-Senti...- inizio, per poi non continuare, visto l’apparizione, dal nulla, del Mietitore di ieri.
No. Davvero?! Cosa? Due minuti chiedo. Ma dai! La granata in testa, il Bio Terrorismo, il tipo stronzo che mi attacca ieri e che si ripresenta oggi, lo zombie. Cosa? Seriamente? Una cosa alla volta no? E’ troppo complicato per quelli con più di un potere venire uno per volta? Devono ammassarsi tutti insieme? Massì! Energia negativa! La vendiamo noi signori. Un barattolo per 25cent. E se ne comprate due, uno zombie in omaggio! Scherziamo? Mavaffanculo.
-Fermo!- Gli urlo senza neanche guardarlo. Voglio solo finire il discorso, poi può anche uccidermi, perforarmi, scaraventarmi giù o torturarmi.
-Col cazzo!- Mi urla di rimando.
Si lancia su di me. Le sue dita mi scavano la testa. Prima non c’è niente...poi inizia a mostrarmi cose. Cose orribili, indescrivibili. E in quella frazione di secondo ho capito. Mi stava mostrando il futuro. Morte e distruzione erano estese in ogni luogo. Quando mi ha lasciato sapevo che era lui il responsabile di tutto. Che avrebbe aperto il vaso di Pandora e che non si sarebbe più chiuso. Poi è sparito. E con lui, Alex.
Dov’era finita?

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 - “STUDIAVA I GIALLI...” ***


-Cosa dovevi dirmi?
-Aehm, ciao Ugo...-
-Ciao Lyla. Cosa dovevi dirmi?-
-Mi sarei aspettata un ‘buongiorno’...-
-Quando troveremo Alex avrai tutti i ‘buongiorno’ che vuoi.-
-Si, hai ragione...-
-Cosa dovevi dirmi?-
-Nulla d’importante, Ugo.-
-Invece si che lo è. Lo sento.-
-Seriamente. Fa nulla.
-No. Fa tutto.-
-Prima troviamo Alex. E’ la cosa più importante. Và a cambiarti che iniziamo la perlustrazione.-
-Poi ne riparleremo.-
-Si, si.- Chiudo il discorso assecondandolo. Non era né il caso di dichiararmi il mio amore in pigiama né di farlo mentre Alex era a morire da qualche parte. Quindi mi giro e mi dirigo verso l’ala bar dell’appartamento per versarmi un enorme ciotola di cereali.
-Dai Lì!- Mi chiama.
-Non chiamarmi così, Ugo.-
-Su, su, su, suuu!- Mi rincorre e si piazza davanti a me. E’ troppo imponente, non posso scostarlo con la forza. Devo escogitare qualcosa per passare. Mi scosto una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro e mi lancio verso il divano bianco al lato della stanza.
Mi placca.
-Ugo levati.- Urlo mentre mi dimeno.
Voglio trovare Alex.
-No. Dimmi.-
C’è un bicchiere d’acqua sul bancone. Manovro l’acqua all’interno e la faccio finire su Ugo, che si ritrae spaventato e mi lascia la possibilità di scappare. Afferro i cereali e scatto in camera grazie al Neon.
***
Allora, devo preparami. Cosa posso mettere per perlustrare tra i demoni? Qualcosa di mimetizzante...
Ficco qualche cereale in bocca e inizio a cacciare qualche pantalone comodo, poi qualche canotta ed infine un paio di scarponcini comodi. Adesso devo solo selezionare un paio di pantaloni ed una sola canotta.
***
-Basta con quei cereali!- Urla Ugo.
Me ne ficco un’ultima grande manciata in bocca e poi ubbidisco.
-Andiamo Clare?-
-Lei resta qui di guardia.- M’informa Ugo.
-Cos..?
-Mi va bene così. Anzi, lo preferisco. Non me la caverei lì fuori.-
-Allora...a dopo.-
-A dopo.-
Ugo esce senza neanche salutarla.
-Che cazzo ti ha fatto?- Urlo appena la porta si chiude dietro di me.
-Nulla.-
-Ugo, non sparare cazzate. So che ti ha fatto qualcosa.-
-E’ una merda! Ok? E le merde non perlustrano!- Ricomincia a urlare.
-Ti farai sentire da tutti.- Dico in tono cauto. Magari si calma.
-Si. Scusa.- Và avanti.
***
-Cazzo, dove può essere?- Ugo è disperato.
-Non lo so. ma la troveremo.- Lo so pure io che abbiamo più possibilità di trovare un ufo che lei.
-Layla, i demoni hanno i capelli?- Mi chiede d’un tratto.
Distolgo lo sguardo dalla fogna che stavo osservando e mi giro verso di lui.
-Perché?- Chiedo.
-Qui c’è una ciocca di capelli biondi.-
-Pensi siano di...-
-No. Ma può essere.-
-In un vicolo del genere buio e stretto come pensi ci possa essere una ciocca di capelli di Alex?
-Sapevano che saremmo passati.-
-Non dire stron...-
-Alex i demoni prevedono il futuro.-
-Ugo?-
-Si?-
-Non sono Alex.-
-Oh, si. Scusa Layla.-
-Già...- No. Non è un semplice errore. Vedo la pazzia nei suoi occhi. E’ perso senza lei -continuiamo.-
***
-Certo. Ormai qui siamo solo noi pazzi. Dobbiamo aiutarci a vicenda.-
-Con ‘aiutarci’ intendi senza contanti, vero? Perché non ho un solo dollaro.-
-Si. Intendo senza contanti.-
-Oddio grazie mille Drew!-
-Non preoccuparti. Eravamo amici alle medie. E le amicizie così restano. Anche dopo sette anni di Nulla.-
-Non sapevo fossi diventato un investigatore privato...-
-E’ sempre stato il mio sogno, no?-
-Già. Ricordo.-
-E...avevo anche uno studio, prima di tutto questo.-
-Merda.-
-Tu?-
-Io...avevo una famiglia.-
-E poi?-
-E poi mio padre è partito con mio fratello, mia madre è rimasta abbandonata a casa, il mio quasi-fidanzato mi ha mollato appena ho scelto chi essere realmente, una delle mie migliori amiche è morta infettata ed un’altra è stata rapita.-
-Cazzo.-
-Ma ora ci sei tu.-
-E resterò stavolta, lo sai?-
-Per sempre?-
-Sempre.-
-E se non ci sarà più niente intorno a noi? Neanche un riparo o abbastanza provviste?-
-Layla...-
-Si?-
Si alza, mi viene accanto e mi abbraccia. E’ uno di quegli abbracci che ci davamo a tredici anni. Quelli che ti scaldano il cuore, che ti fanno sentire a casa pure in culo al mondo.
-Ci basteremo.- Mi sussurra.
E’ il mio migliore amico. Lo è sempre stato. Lo sarà sempre.
Sapevo ci sarebbe ancora stato.
Sapevo lo avrei rincontrato.
Sapevo che non lo avrei dimenticato.
Non si dimentica ti ha tirato fuori da un buco nero.
***
-Chi è?-
-Il mio migliore amico.-
-E’ un investigatore?-
-Si.-
-Come si fa a diventare investigatori? Cioè...non c’è una laurea.-
-No. Ma era popolare come investigatore. Lo ha sempre voluto fare, l’investigatore. Studiava i gialli come fossero libri scolastici. E ne leggeva uno dietro l’altro. Una volta gli regalai uno scatolone pieno di libri di Sherlock Holmes. Mi ringraziò per settimane intere. Smise solo quando riuscì a trovare il più raro libro di Shakespeare per regalarmelo.-
-Sai che ti brillano gli occhi quando ne parli?-
-E’ il fratello che non ho mai avuto.-
-Ma tu hai detto di avercelo un fratello...-
-Avevo un pezzo di merda in camera, non un fratello. Lui si può definire fratello.
-Lo ami?
-Cosa?- Ugo aveva davvero chiesto se lo amavo?
-Ti ho chiesto se lo ami.-
-Io........................................
 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 - TU SEI MOLTO DI PIU’ ***


-Io non lo amo!-
-Seriamente?-
-Certo che no, stronzo! Io amo te. Mettitelo bene in testa!-
-Davvero?-
-Zitto e andiamo.-
***
-Hey, hai messo un fiore nei capelli?-
-..si. E’ una margherita. L’ho trovata a casa di Drew è me l’ha regalata in memoria dei vecchi tempi.-
-Carina.-
-Già..-
***
-Sai una cosa?-
-No. Dimmi.-
-Quelle lentiggini rossicce che hai sul naso mi hanno sempre fatto fare un sacco di seghe mentali...-
-Perché?-
-Le hai prese da tuo padre o da tua madre?-
-Da mio fratello.-
-Ohw. Carine.-
-...grazie.-
***
-Mi piace la tua spilla....-
-Q-quando l’hai notata?-
-La prima volta che ci siamo visti in treno. Assieme alle lentiggini e la lunga treccia bionda che avevi.-
-Ah...si.-
-E’ carina la foglia argentata in mezzo alle altre dorate più grandi. Rappresenta qualcosa?-
-...la foglia diversa sono  io.-
-Ti rappresenta bene.-
***
-Tu eri bionda naturale?-
-Perché?-
-Sai, hai un po’ di ricrescita rossiccia...-
-E’ poca...-
-Lo so.-
-Come l’hai notata in mezzo a tutti questi capelli neri?-
-Allora? Eri rossa?-
-Non ricordo. Papà voleva fossi bionda e mi schiariva i capelli con gli oli ogni settimana, ma ricordo che mamma diceva che ero la sua “coniglietta Peldicarota”.-
-E tuo fratello?-
-Anche lui era chiamato così.-
-Era biondo?-
-No. Aveva i capelli neri.-
***
-Perché non vi accettava com’eravate?-
-Chi?-
-Tuo padre.-
-...-
-Si nota da come ne parli. Dai tuoi occhi.-
-Sai una cosa?-
-Cosa?-
-Ti amo ogni giorno di più.- Si. Dopo cinque giorni avevo ripreso l’argomento. Mi sentivo pronta.
-Io?-
-Si.-
-Sul serio?-
-E’ che a me piacciono i ragazzi che fanno attenzione alle piccole cose. Anche una virgola o un punto in una frase, la grammatica curata. Un abbraccio all’improvviso, un bacio sulla fronte, un bacio sul naso. Non m’interessano tutti quei cuori nei messaggi, non mi interessa la mia foto come sfondo del cellulare e tutte le miriadi di frasi fatte dette e ridette. Non m’interessano le cose superficiali. Io voglio essere più di questo.-
-Tu sei molto più di questo.-
***
Avevamo trovato un treno fermo sulla ferrovia.
-So come farlo partire.- C’informa Drew tirando fuori un paio di occhialetti neri e affacciandosi sul pannello degli ingranaggi.
-Di cosa hai bisogno?- Non so se c’è abbastanza materiale per far partire un bestione così...
-Solo dei tuoi poteri.- Ah...
-Al vostro servizio, Lord.- Faccio uno scherzoso inchino e mi avvicino al pannello.
-Un po’ d’effetto Fumo qui sopra, poi una scarica al Neon qua sopra e magari anche qualche onda Video da queste parti.- Dice esperto indicando le varie parti del pannello.
***
-Credo sia pronto. Chi vuole testarlo?- Chiede Drew. E’ entusiasta come un bambino.
-Io!- Però io sono più entusiasta! Voglio far partire quest’ancora di salvezza! Metteremo sotto chiunque provi a mettersi sulla ferrovia!
***
-La porta ora è scassinata. Prego.- Mi incita Drew con il grimaldello ancora chiuso nelle nocche. Penso lo voglia usare come arma, d’ora in poi.
Faccio un balzo per arrivare al primo scalino e salgo gli altri tre senza difficoltà. Appoggio la mano sullo sportello lentamente e poi spingo tutto d’un tratto.
-Layla!- Urla Ugo.
Si butta verso di me e cerca di afferrarmi, ma la ringhiera è troppo alta. Drew è come pietrificato, invece. Riesce solo a emettere uno strano ronzio.
Intanto uno zombie è piombato su di me. Mi dimeno, lo allontano, si riavvicina e sta per mangiarmi un pezzo di ventre.
Ugo urla.
Drew si sblocca e urla.
Io...

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 - DEI PEZZI IN MENO ***


Io mi dimeno e lo zombie si sbilancia. Finisce sulla mia gamba e l’addenta prima che possa tirargli un calcio.
Dolore acuto.
Non vedo più nulla. Ora è tutto rosso. Sento solo il profumo di Clare e un rumore di cranio spaccato.
E’ arrivata sin qui da casa.
Forse troppo tardi.
Forse no.
Poteva mangiarmi del tutto quello stronzo.
Ho le orecchie tappate ma riesco a sentire un lieve -Prendetela in braccio coglioni! Cosa cazzo aspettate? L’aiuto divino?-
E poi svengo del tutto.
***
Non so se sono morta. So solo che mi pare di sentire la voce di Steph. La soave e un po’ acuta voce della più piccola del gruppo. O quello che ne resta, perché appena apro gli occhi vedo solo il suo corpo. Senza testa. Non so da dove provenga la sua voce. So solo che la sento. E mi dice cose.
Non so cosa. E’ arabo.
D’altronde lei è di origini arabe.
Era un’umana prima di arrivare a BoomWorld. E poi a Licantropich. E poi qui. In questa sorta di paradiso.
***
-Oddio! E’ sveglia! Drew! Corri a prendere dell’acqua!-
Allora era solo la mia mente...
Davvero ho una visione così distorta del paradiso nella mia mente?
Mi hanno fasciato la gamba mozza in modo da fermare il sangue.
Però il dolore c’è.
Eccome.
***
Siamo in viaggio da non so quanto tempo.
Non so che giorno è.
So solo che sono rimasta senza sensi per tre giorni.
Con Ugo a farmi da guardia.
E so che ogni tanto mi dava un bacio sulla guancia.
Lo sentivo.
E pregava anche.
Per me.
Siamo in partenza da quando sono svenuta.
O morta.
Non lo so esattamente.
-Noi avevamo litigato...- Dico con un filo di voce.
E’ più una domanda che un affermazione. Mi sente.
-Un poco.- Dice. Mi ricordo che mi aveva fatto una scenata di gelosia in privato perché stavo sempre attaccata a Drew. Mi ero arrabbiata. Gli avevo detto “Non sono la tua ragazza. Decido io cosa fare. Adesso stai zitto e cerca di aiutare.”
-E perché adesso non lo siamo più?- Sembro una bimba.
arrabbiati, intendi?- Ha il tono che si usa con i bambini piccoli. E mi piace.
-Si.-
-Beh...Perchè io e te siamo come quel nodo non stretto abbastanza forte da tenersi...-
-Eppure?-
-Eppure troviamo sempre il modo di formarne un altro.- Si. Ha ragione. Mi ricordo di avergli detto “Non parlarmi mai più.” e che per tuta risposta lui mi aveva detto “Preferirei non vederti mai più.”
***
-Problema in vista!- Urla Clare dal vagone di comando.
-Cosa...- Non riesco a finire la frase che i vagoni iniziano a fare movimenti strani.
Merda.
Ho capito.
 

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 - ACQUA E FUOCO ***


-Siamo in acqua!- Urlo.
-Aprite le finestre e uscite!- Ordina Clare.
-Ugo...- Mi alzo in piedi -non so nuotare...- gli intimo.
-Attaccati alle mie spalle e non mollarti neanche per sbaglio!- Si abbassa, mi fa annodare le mani al suo petto e poi apre la finestra imprecando per il getto d’acqua.
“Siamo come quel nodo non stretto abbastanza forte da tenersi...”
Lega una corda intorno alle mie mani annodate intorno a lui,  in modo da non lasciarmi indietro e continua a battere i piedi.
Forse aveva notato che ero troppo poco forte per tenermi.
“Eppure troviamo sempre il modo di formarne un altro.”
***
-Siete tutti vivi vero?- Si accerta Clare.
-Si.- Mi affretto a dire, nonostante stia sputando acqua. Però sono viva. E’ una cosa buona.
-Dove siamo?- Chiede Drew.
-A IslaTuensa.- Risponde ‘Go. -Ho un amico che vive da queste parti. E’ più o meno bravo con l’elettronica e la magia.-
-E cosa dovremmo farcene, esattamente?- Chiedo io.
-Ehm, farti costruire un sostegno per la gamba mozza o cercare qualche incantesimo che faccia la stessa cosa?- dice come se la cosa fosse ovvia.
E, in effetti, lo è...
***
Per tutto il tragitto Ugo mi tiene sulle spalle e nessuno proferisce parola finché Drew:
-Allora? Siamo arrivati?
All’inizio Ugo non sembra neanche sentire Drew, ma poi dice di si.
-Promettimi che ti farai sedare.- Mi intima Ugo.
-Ho una soglia di dolore abbastanza alta. Non preoccuparti.- Lo rassicuro.
-No. Devi sedarti.- Dice in tono duro, che scema poi in un languido -Ti prego.-
-Non mi fido di aghi e sostanze strane...-
-E se ti sedassi io?-
-Prego.- Lascio cadere il piede per terra e incurvò il collo.
Se qualcuno deve avvelenarmi, voglio che sia lui.
***
 Mi sveglio in una stanza buia.
Sono stesa su di un letto estremamente duro.
Ma non sono avvelenata.
Dovrei fidarmi di più degli aghi.
Certe volte ti evitano dolori inutili.
Provo a muovermi, ma non mi sento nessuna parte del corpo. Apparte la testa, quella è pesantissima e mi gira un sacco.
Nel tentativo di dimenarmi mi accorgo che accanto a me c’è qualcuno che mi tiene la mano. Credo sia Ugo.
-Ugo.- dico con un filo di voce.
Se sta dormendo non voglio svegliarlo.
-Dormi?- Suppongo di si. Insomma, ha la testa stesa sul mio addome...
***
-Svegliati, piccola.- Mi scuote Ugo.
-Tu prima stavi dormendo...- Gli dico con la voce impastata dal sonno.
-Era l’una di notte, Ly.-
-Ah...-
-Scendi.- Dice mettendo un mio braccio intorno alla sua spalla e tenendomi per la schiena.
-Non mi sento il corpo.-
-E’ un effetto collaterale, passa dopo un po’ che sei in piedi.-
-Ah.-
***
-E’ mezz’ora che camminiamo per la strada e le mie gambe le sento già da dieci minuti buoni. Torniamo indietro? Potremmo perderci...Non è il caso. Insomma...-
-Ti stai un po’ zitta?- Mi rimprovera ridacchiando.
E’ la risatina più dolce che abbia mai sentito, probabilmente.
-Scavalca qui. Ti aiuto.-
-Provo da sola, aspetta...- Dico lasciando la sua presa e tenendomi al muretto.
Ho scoperto di avere entrambe le gambe appena ho messo i piedi per terra.
Non è una gamba artificiale.
...almeno sembra.
Anzi, ne sono sicura.
Nonostante sia di polverina magica sembra quasi carne.
La magia fa miracoli.
...e credo sia anche giusto così.
Ad ogni modo, con un po’ di fatica riesco a scavalcare il muretto.
-Stai prendendo confidenza con la nuova gamba!-
-Hey, due arti sono meglio di uno!- Gli do una gomitata scherzosa sullo stomaco.
-Seguimi.- Mi prende la mano e si assicura che riesca a camminare su questo nuovo terreno.
Siamo arrivati in spiaggia.
***
Si ferma. Siamo sul bagnasciuga.
-Non buttarmi in mare, eh!- Scherzo.
Lui non reagisce e mi prende le mani.
-Cross...- Ha usato il mio cognome...mi infastidisce quando usano l’appellativo che ha anche mio padre...-io ti amo.-
Apro la bocca per dire qualcosa, ma la richiudo subito, accorgendomi di non avere nulla da dire.
-O almeno, penso. Non ho mai provato qualcosa del genere per qualcuno. Deduco quindi che sia amore...-
Lo fisso.
-Ecco...adesso mi aspetterei una dichiarazione, ma...so come sei fatta. Quindi ti chiedo di annuire o rifiutare...-
Mi scappa una risatina.
-Vuoi essere la mia ragazza?-
Annuisco.
Lui sorride.
Solo ora mi accorgo di aver tenuto la bocca aperta tutto questo tempo.
La chiudo.
E’...un po secca.
Lo vedo avvicinarsi a me.
Poi si blocca.
Okay. Magari non sono la ragazza più romantica del mondo certe volte, ma un bacio lo voglio!
E adesso!
Prendo io l’iniziativa e vengo accolta piacevolmente dalle sue braccia e dalle sue labbra calde.
Poi ci abbracciamo.
-Ti amo anch’io.- Sottolineo sussurrando.
Mi stringe ancora più forte.
Poi mi alza da terra e mi butta in acqua.
-Lo sapevo!- Urlo ridendo e scostando i capelli bagnati dagli occhi.
Gli prendo un braccio e lui si lascia tirare in acqua.
-Ti amo, ti amo, ti amo.- Continua a ripetere mantenendosi con le braccia sulla sabbia per non cadermi addosso.
-Anch’io, anch’io, anch’io.- Lo bacio.
***
-Layla, vieni. E’ ora di cena.
Non m’ero accorta di esser stata qui cosi allungo.
Il mare m’ipnotizza.
Adoro restare con i piedi in acqua, a fissare le onde che s’infrangono sulla riva.
-Arrivo.
***
A cena si presenta anche l’amico di Ugo. Credo ci sia un flirt tra lui e Clare, ma non m’interessa più di tanto.
Si allunga per prendere un pezzo di pane e scorge i miei jeans bagnati.
-Sei andata a mare?
-Si.
Gli parlo distaccatamente. Sapendo  che lui è il mio ‘medico’ lo vedo un po’ come una persona superiore...
-E ti piace?
Ricomincia a parlare, dopo aver ingurgitato un’intera fetta di pane. L’ha fatto Clare. E’ il pane più buono che abbia mai assaggiato.
-Il mare, intendi?
-Si, il mare. Ti piace?
-Si, molto...
Rispondo abbassando gli occhi e avvampando. Non mi piace far sapere di me. M’imbarazza.
*** -Buonanotte piccola.
Mi saluta Ugo, girandosi dal lato opposto del letto.
-Buonanotte.
Gli schiocco un bacio sulla tempia.
Non dormirò. Ne sono sicura. Non so cosa, ma qualcosa mi tormenta.
Mi alzo e apro la finestra.
Sento il rumore del mare.
Sento l’odore del mare.
Sento la brezza del mare.
Scavalco la finestra ed esco.
Spero che Ugo non si svegli. Non voglio che si preoccupi, però ho bisogno del mare.
***
Immergo i piedi nell’acqua e inizio a fissare l’orizzonte.
Non si vede nulla, oltre i riflessi del mare.
Mi piace restare da sola, a volte, per analizzare i miei problemi.
Penso di essere in colpa per aver preso questa strada.
Ho usato troppo i poteri da BioTerrorista.
Dovevo salvare il mondo!
Domani partirò.
Voglio ritornare in città.
Voglio ritrovare Alex.
Magari morirò, ma morirò facendo del bene. Non del BioTerrorismo.
E’ ora di tornare in camera, Ugo potrebbe preoccuparsi.
***
Sto per uscire dalla spiaggia, quando vedo due sagome.
Una è Clare, l’altro...
...Ugo.
Cosa stanno facendo?
Ugo si avvicina a Clare, si abbracciano.
Ugo e Clare...
Ugo...
...mi sta tradendo?!

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 - E TU? ***


-Dov’eri?- chiede Ugo rientrando nella stanza.
-E tu?- Rigiro la domanda.
-Ti cercavo.- Certo. Mi cercava.
-Ah si?-
-Certo. Mi ero preoccupato! Devi avvisarmi.-
-Mi cercavi?-
-Ho detto di si!- Mi guarda insistentemente.
-Mi cercavi dove?-
Sta per rispondere, mi rispondo da sola -Nelle braccia di Clare.-
-Cosa?- Sgrana gli occhi.
-Si. Nelle braccia di Clare. Ti ho visto. Ero in spiaggia.- Sputo.
Spalanca la bocca.
-Ugo non me lo aspettavo  da te! Sei schifoso! Pensavo potessi essere davvero...-
-Zitta.- Sussurra.
Cosa? No. Non mi dice cosa fare.
-Ugo...-
Mi tappa la bocca con due dita.
-Mi ascolti?-
-No. So cosa ho visto. E non è bello,
-Non sto con Clare.-
-Per favore, ‘sta zitto tu.-
-Davvero! Non sto con Clare.- Mi fa paura quando si arrabbia. Inizia a sibilare. Io mi altero, lui sussurra.
Mi alzo. Non riesco a sopportare questa situazione.
Sbatto la porta e scendo le scale.
-Dove vai?- Drew è dietro di me.
-Drew...- Mi giro. -in spiaggia.-
-Ti accompagno.- Mi prende il braccio.
E’ sempre stato gentile con me.
***
-Davvero?- E’ stupito.
-Anch’io pensavo che fosse meglio.-
-E’...un codardo.-
-Si, lo è.- Mi si spezza la voce. Non voglio piangere per Ugo. Non ora, almeno.
Drew mi abbraccia. So che posso fidarmi di lui.
-Io...iniziava a piacermi davvero.- Mi sfogo.
-Lo sa?-
-Non lo so, se lo sa. Lo so io. Che è peggio.-
Mi stringe. E’ sempre stato così. Sto male e Drew mi stringe. Il mio posto è sempre stato l’incavo del suo collo. E’ davvero l’unico posto in cui sto bene.
-Visto che siamo in tema di confessioni...- inizia -sai che...voglio dire...- è imbarazzato.
-Drew, su, dimmi.- Lo incito.
-Insomma...ho, ecco...un debole per te, immagino.- E’ rosso.
Lo stringo di più. Mi ha sempre fatta sentire speciale. Anche adesso. Forse  anch’io ho sempre provato qualcosa per lui. E’ fantastico e, insomma, non tradirebbe mai nessuno.
-Tu...- Fa quasi tenerezza per quanto è impacciato con me.
-Si?- So che ha una grande esperienza con le ragazze.
Non dice niente, si limita a fissarmi.
-Sei adorabile, sai?- Ridacchia.
Apre la bocca per dire qualcosa, ma una scossa lo ferma.
-Cos’è stato?
-Non lo so...controlliamo.- Si alza e mi prende la mano.
***
-Che ci fai qui?- Urlo.
-Ti cercavo!- Dejà vu...
-E...l’albero?- Ha fatto cadere un’albero. Cosa diamine faceva?
-Ero arrabbiato...-
-E hai incendiato un’albero?!-
-No, non ho controllato i poteri...-
Mi giro e faccio per andarmene. Non voglio urlargli di nuovo contro.
-Layla.-
Continuo imperterrita.
-Layla!- Mi prende un braccio.
-Lasciami stare.- Sibilo.
-Dai, parliamone...-
-Zitto.- Lo strattono per liberarmi dalla presa.
-Sei la mia ragazza, non...-
-Cosa?- Pensa davvero che lo sia? Dopo questo?
-No?-
-Il mio ragazzo non mi tradirebbe. Per questo adesso sto con Drew.- Lascio tutti sconcertati. Me compresa.
Ho improvvisato. Insomma, lo faccio sempre. Questa volta, però, mi è uscito meglio delle altre.
Drew si avvicina e mi cinge la vita.
Manda un’occhiata di sfida a Ugo.
-Oh.- Si limita a dire. Poi si gira e sparisce nelle fratte.
Drew mi guarda.
Io guardo Drew.
-Adesso non puoi tirarti indietro.- Sorride.
-Da cosa?-
Non mi risponde. Odio chi non mi risponde, prenderei a sprangate sulle gengive chi non risponde alle domande. Però mi bacia. E diciamo che questa volta posso fare un eccezione.
***
Abbiamo appena finito la colazione, e prima di passare in perlustrazione io e Drew facciamo una passeggiata. Oggi ho dormito sul divano. Non avrei mai condiviso la stanza con Ugo.
-Allora, ti va di raccontarmi o sfogarti un po’...-
-Ugo.- Adoro quando mi fa sfogare.
-Dimmi, piccola.- Adoro quando mi chiama piccola.
-E’ uno stronzo. Tutte le notti passate insieme a leggere, o abbracciarci o guardare la TV,  o film o semplicemente a parlare. Gli ho detto tutto di me. Adesso sa tutto di me. Non mi piace. La gente non deve sapere nulla di me. E poi questa cazzo di ricrescita. Sto diventando di nuovo bionda...-
-Mi piaci di più bionda. Insomma, sei bellissima e t’illumina il viso, e sta benissimo con la tua carnagione...- Adoro quando mi lusinga.
-Drew, ci sarai sempre per me? Sempre, sempre?- Mi sento una stupida a ripeterglielo sempre. Però lui mi risponde sempre. Adoro come mi asseconda.
-Sempre.- E mi stringe.
Continuiamo la passeggiata mano nella mano. E poi arriva il mio turno di perlustrazione.
***
E’ stata una lunga giornata. Odio la perlustrazione del martedì. Dura dalle undici del mattino alle otto di sera e il pranzo al sacco che mi prepara Clare diventa sempre di plastica perché troppo freddo.
-A che pensi?- Mi viene incontro Drew.
-Dovrei andare a cercare Alex.
-Prima o poi ti accompagnerò, ma è da poco che siete qui, due settimane circa, e dovete prima stabilizzarvi e rifocillarmi bene, prima.- Ha ragione.
***
-Stasera dormi da me?-
-Da te?- Mi ha colta di sorpresa.
-Si, non voglio che dormi di nuovo sul divano. Ho un letto abbastanza grande.- E’ vero. Drew ha un letto a due piazze.
-Va bene.- Sorrido. E’ davvero dolcissimo.
-Ti aiuto a trasferire le cose.- L’ha davvero detto?
-Che?-
-Pensavo potessimo dividere la stanza. Voglio dire, stiamo insieme e potremmo dormire...-
-Oh, si. Si va benissimo per me. Assolutamente si.- Gli stampo un bacio e lo guido fino nella camera di Ugo.
E’ sul letto a leggere uno dei fumetti che gli ho regalato al compleanno. Ci lanciata un occhiata veloce e assente, per poi ritornare alla sua lettura.
-Allora, lì ci sono i miei vestiti.- Dico indicando la mia anta dell’armadio. -Io penso alle scarpe e al beauty.-
Annuisce e segue le mie direzione.
Stiamo per uscire carichi dalla stanza quando Ugo ci ferma.
-I tuoi libri?- Sussurra.
Drew non lo sente. Io si.
Mi giro, lo guardo negli occhi e apro la bocca, ma la richiudo subito quando inizia a fissarmi anche lui.
Ha gli occhi spenti. Mi manca da morire il vecchio Ugo. Ma adesso ho Drew, e io adoro Drew.
-Layla!- Mi chiama Drew.
-Si, vengo.- E mi dimentico dei libri.

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 15 - ABBRACCIATI E BASTA ***


Le prime notti dormiamo a distanza, io e Drew. Siamo ancora un po’ impacciati tra noi.
Dopo la colazione decidiamo di non perlustrare, e andiamo al lago. Mangiamo, giochiamo e scherziamo fino a cena. Il tempo passa velocissimo con Drew. Però non mi rimane impresso nulla.
Era diverso con Ugo. Ad esempio, una volta non avevamo sonno. Allora ci abbracciamo e basta. Rimanemo sul letto così. Per tutta la notte. Sveglia, ma senza dire nulla. Quello mi è rimasto più impresso di questa giornata. Da colazione fino a cena non abbiamo fatto altro che scherzare o baciarci, ma nulla d’importante. Però io adoro Drew, e basta questo.
***
-Dove siete stati?- Ci chiede Clare.
-Oh, al lago.- Rispondo. Clare ci chiede dove siamo stati o che abbiamo fatto. Dovrei odiare anche lei? Non ci riesco. So che è ingiusto, ma proprio non riesco a non prendermela con lei.
Ugo sta ancora leggendo il suo fumetto. Mangia qualche cereale e sporca un po’ la tovaglia, per il resto è inappetente.
-Stanotte che ti va di fare?- Mi chiede Drew mentre ci alziamo la tavola.
-Non lo so.- Gli sorrido.
Mi sorride anche lui. Con un sorriso sbilenco, però.
***
Oggi non penso che dormiremo lontani. Drew si avvicina a me e attacca il suo petto alla mia schiena. Inizia a mordermi il lobo e quando mi giro per parlargli dei libri che ho dimenticato in camera mi salta addosso. Non sono abituata a questo tipo di rapporto. Cerco di spingerlo via, ma reagisce solo quando mugolo il uso nome.
-Che c’è?- Mi dice.
-So che oggi è una giornata speciale, dieci anni fa ci siamo conosciuti e stiamo insieme da una settimana, ma...- M’interrompe, guardandomi male.  Ci rinuncio e dico che va bene. Infondo è il mio ragazzo.
Mi obbligo a pomiciare con lui, nonostante il sonno, e poi m’infila una mano nei leggins. Sobbalzo.
Mi guarda strano.
-Non potremmo solo...tenerci abbracciati e basta?- Lo supplico quasi.
-Si, si. Va bene,- Dice scocciato.
-Se ti annoia...-
-No, non preoccuparti. E’ solo che...hai mai avuto un rapporto...-
-Si.- Lo interrompo prima che finisca. -Una volta, con un ragazzo. Ma non abbiamo fatto sesso.-
Ridacchia.
-Non prendermi in giro, Drew.- Roteo gli occhi.
-Oh, non ti sto prendendo in giro, scusa.- E mi abbraccia.
Anch’io lo abbraccio. E dopo un po’ lui si addormenta. A me, invece, il sonno è passato. Non è poi un granché restare abbracciati e basta con Drew. Annoia.
Io starnutisco e Drew si sveglia. Ha il sonno leggero...
-Scusa.- Sussurro.
-Fa nulla.- Mi stringe un altro po’. - Non hai sonno?-
-No.-
-Potremmo...parlare un po’?- Cerca di distrarmi.
-Va bene.-
Inizia a raccontarmi di quando ha capito che gli piacevo e di cosa sentiva. E poi io capisco di non amarlo davvero. La mia è più una ripicca nei confronti di Ugo. Io adoro Drew. Ed è proprio questo il problema. Io adoro Drew, e amo Ugo.
-E tu mi ami?- Mi riporta alla realtà.
E adesso? Scelgo di mentire. Magari col tempo inizierò ad amarlo davvero.
-Certo che ti amo, Ugo.-
Mi guarda.
Lo guardo.
Sgrana gli occhi.
Continuo a fissarlo.
Spalanca la bocca e capisce che non so cosa non va.
-Sono Drew.- Scatta.
-Si, sei Drew.- Faccio eco io, confusa.
-Hai detto ‘Ugo’.-
E me ne rendo conto. Continuo a mentire.
-Drew, amore, ti stai facendo castelli in aria per la gelosia, è cosi? Ho detto Drew, ho detto che ti amo.-  E gli stampo un bacio.
Poi inizio a pensare ad altro per distrarmi da tutto quel noioso abbracciarsi e da Ugo e dovrei proprio andare a prendere  i miei libri. Guardo verso la porta, per vedere se la stanza di Ugo è aperta.
E si. Lo è.
E Ugo e sulla porta.
E Ugo ci fissa inappetente.
E io adesso ho paura per Ugo.

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16 - MORENDO ***


-Scusa se oggi ti ho evitato.- Mi stampa un bacio.
-Non ti preoccupare Drew, ho notato che sei di cattivo umore.- Sorrido. Sono in grande imbarazzo ultimamente con Drew, ma lui sembra non accorgersi di nulla.
Per farsi perdonare mi prende e mi stringe a se, per poi sigillare il tutto con un bacio. Sarebbe tutto molto romantico se anch’io lo amassi e se in quel momento non fosse passato Ugo, distraendomi da Drew e portando con le se le sue enormi occhiaie e la sua pelle sempre più appesa. Ho paura che non mangi più.
Mi scuso con Drew e lo inseguo.
-‘Go!- Urlo.
Continua a camminare.
-‘Go!- Penso che adesso mi abbiano sentito tutti. Compreso lui. Si ferma e aspetta.
Lo raggiungo di corsa.
-Che cazzo stai combinando?- Gli urlo contro.
Non capisce.
-Le occhiaie, la perdita di peso improvvisa, il giornalino che continui a leggere e rileggere...- Urlo quasi.
-Me l’hai regalato tu.- Si limita a dire. E io lo guardo inorridita. In realtà non sono inorridita, per nulla. Non so perché ho questa espressione.
-E tutto il resto? Stai morendo dentro.- Lui lo sa, che lo amo ancora?
-E’ colpa sua.- Sua?
-Di chi?- Domando.
-Di Ugo.-
-Sei tu Ugo...- Cosa sta esattamente succedendo?
-No. Io non ho mai tradito Layla.- Dice ridacchiando.
-Tu sei completamente andato.- Gli dico. Lo prendo per un braccio e lo strattono fino in camera sua.
-I tuoi libri sono ancora qui.- Indica la libreria. Noto subito che manca la biografia di mio padre.
-Dov’è ‘L’orgoglio non mi basta’?- Sono in panico.
-Oh.- Dice. Mi da le spalle e inizia a frugare nel suo comò. -Non volevo agitarti. E’ qui. Lo leggo la sera. Volevo solo leggere qualcosa su di te.-
Papà aveva dedicato alcuni capitoli su di me. E mi fa sentire davvero pessima l’immagine di Ugo che legge interi capitoli su me da piccola o adolescente, sui miei sbalzi d’umore o su come una volta ruppi un vaso importante solo perché non volevano portarmi a vedere il fratellone a basket.
Però adesso papà e andato, il fratellone pure e ho paura che anche ‘Go non ci sia più.
-Cos’hai?-
-Eh?-
-Che ti prende?- Ripete.
-Oh, nulla. Malinconia.- Rispondo con lo sguardo basso.
-Lo ami?-
-Cosa?- Di nuovo?
-Ami Drew? Quanto amavi me?-
-Ugo...-
-State insieme da due settimane. Devo saperlo.- Si siede.
Non rispondo. Come potrei? No Ugo, non lo amo, ma come faccio a stare con te dopo averti detto di tutto. Un Tutto che probabilmente non è manco vero. Che ho visto? Un’abbraccio? E poi basta. Ero sparita. Era angosciato. Che ne so io.
-Mi hai davvero tradito?- Devo davvero saperlo. Davvero, davvero, davvero.
-Prenderò la risposta alla mia domanda come un Si.-
-Ugo, non rendere tutto più difficile.-
E mette il broncio.
-No. Non lo amo quanto amavo te. Non lo amo affatto in realtà e te non ti amavo, ma ti amo. E mi sento male a pensare a ciò che ti ho fatto senza che tu facessi nulla per ripicca. Ma basta. Non vivo più! Fatti una vita senza di me, ok? Devo pensare ad innamorarmi di Drew, adesso. Lui saprà prendersi cura di me.  E tu non mi hai mai neanche cercato in due settimane. Ti ho respinto ed è finita lì non hai lottato. Ti sei limitato a deprimerti più e più volte e passarmi davanti con aria depressa come solo un vero depresso può fare. E non dire che era l’orgoglio a non farti lottare per me. Non è mica l’orgoglio che impedisce di fare qualcosa, di chiamare qualcuno, di amare le persone. Questo non è orgoglio, è mancanza di palle, questo è non sapersi comportare. L’orgoglio è una altra cosa. Sei orgoglioso se credi in quello che fai, dei voti a scuola, della persona che sei, non per un buongiorno mancato o un atteggiamento menefreghista. Ma fai pure e riempiti pure la bocca di parole tipo ‘coscienza pulita’, ‘ho ragione’, ‘mi hai mandato via’, ‘dovevi cercarmi tu’ se vuoi e poi vattene a ‘fanculo.- Dico tutto d’un fiato. Mi serviva.
-Hai fatto tutto da sola.- Dice, ora sprezzante. -TU hai pensato che ti tradissi, TU mi hai visto depresso, IO non ti ho mai detto nulla riguardo l’orgoglio e non mi sono mai giustificato. Posso decidere di non vivere più quando voglio. E ho deciso di smetterla. Non puoi decidere circa la mia inappetenza.-
-Tu sei inappetente riguardo tutto, mica solo riguardo me. Ho il diritto di preoccuparmi.-
-Potevi preoccuparti quando stavo davvero morendo dentro.-
-Non hai mai smesso di farlo.-
-Davvero? Pensi di saperlo meglio di me?- Sta davvero reagendo.
Mi butto su di lui. Lo stringo come non ho mai fatto. Non ho mai stretto neanche Will così, e Will per me ha fatto tantissimo...prima di andarsene.
-Cos...- Mi guarda con aria dura e non ricambia l’abbraccio. Lo stringo più forte e chiudo gli occhi. Mi sto perdendo in un abbraccio mai iniziato.
Cede. Inizia a singhiozzare e mi stringe ancora più forte.
Siamo due piagnoni. Siamo davvero fatti per amarci.
E così si conclude la mia giornata. In un bagnatissimo abbraccio infinito.
Dormo da Ugo. In realtà non dormiamo davvero. Continuiamo a singhiozzare e non fare nulla oltre che rimanere abbracciati e stesi nel buio. Non ricordavo come fosse bello non far nulla senza annoiarsi. E’ davvero l’unico da cui io possa dipendere. E questo mi spaventa.
 

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 17 - X. ***


‘Sono più vicina di quanto tu possa credere. Io direi meno bugie. Io mi guarderei le spalle. Io posso spiarti.  X.’
Esaminiamo le diverse lettere. Una per ognuno.
‘Sono più vicina di quanto tu possa credere. Attento alle trappole. Sono pericolose. E’ subdole. Io posso spiarti.  X.’
Sono tutte firmate ‘X’.
‘Sono più vicina di quanto tu possa credere. Non fare la santarellina. So che architetti qualcosa. Io posso spiarti.  X.’
Non c’è il destinatario. Sono solo pezzi di carta.
‘Sono più vicina di quanto tu possa credere. Stai fuori dalle storie altrui. Tu sei mio. Io posso spiarti.  X.’
E mettono tutte una terribile ansia. Tutti osservano il banco e prendono il foglio che più si addice a quello che hanno fatto. Ugo e Drew scelgono subito. Prendono rispettivamente l’ultimo ed il secondo. I foglietti che rimangono sono i peggiori, ma so qual è per me. Prendo il primo e vado via anch’io.
***
A cena non parliamo quasi. Ci limitiamo a mandarci occhiate. Drew è seduto accanto a me, dall’altro lato ho Ugo. Ci stringiamo la mano sotto il tavolo. Ha deciso di essere protettivo con me. Ne abbiamo parlato. Vuole esserci sempre ed io ho annullato la parte del discorso in cui lo sminuivo e gli dicevo di sparire. Adesso finge di essere inappetente per Drew e Clare. Ogni tanto dormo con lui con la scusa di leggere i miei libri. Quando non dormo da lui Drew quasi mi costringe a ‘rapportarmi’ con lui. Non mi piace dormire con Drew. Ride della mia inesperienza e mi fa vittima. Non gli piace restare a parlare, o guardare un film e basta. Deve succedere sempre qualcosa per cui mi ritrovo la sua mano nei leggins o su per la maglia. “Io gli spacco il muso un giorno di questi.” mi assicura Ugo. E nel profondo spero lo faccia davvero, ma mi limito a ridere e schiaffeggiarmi mentalmente.
***
-Andiamo a dormire?- Sogghigna Drew mentre ci alziamo da tavola.
-In realtà mi rimane un ultimo capitolo da leggere, e sono troppo curiosa per non finirlo. Domani?- Mento.
-Aspetterò.- Mi sussurra prima di mordermi il lobo e sparire nella camera.
Aspetto di essere sicura che non uscirà di nuovo fuori rinfacciandomi che anche ieri ho letto tutta la notte e che un pisolino pomeridiano non basta e poi entro in camera con Ugo. Mi cambio. Mi fa sempre trovare un cambio pulito quando ho avuto una giornata pesante e sa che resterò da lui. Ci stendiamo sotto le coperte e ci abbracciamo. Siamo un nodo quando ci addormentiamo.
***
Mi sveglio e non trovo Ugo intrecciato a me.
-Ug..- sussurrò. Sono troppo assonnata per finire il suo nome, nonostante questo mi ha sentito.
-Qui, piccola.- E’ dietro di me.
Mi giro e lo guardo. E’ così bello appena sveglio. E’ cambiato da quando siamo arrivati sull’isola.
Ha quei suoi capelli castani un po’ più lunghi e lisci, che gli coprono lo spazio tra le sopracciglia. E quegli occhi verdi penetranti. E quella bocca sottile. Ha smesso di dimagrire a vista d’occhio. Adesso è muscoloso come prima. Il viso è di nuovo liscio e senza occhiaie. Il fumetto è tornato nel cassetto. Il pigiama lo indossa solo per dormire.
-Hey.- Sussurra, ed esco dalla mia trance.
-Hey!- Faccio eco.
-Tu...- si acciglia.
-Dimmi.-
-Con Drew...- mi sta chiedendo se ho scopato con Drew?
-Sono ancora vergine, ‘Go.- sussurro ancora più piano.
Ritorna sereno come prima. La mia prima volta dev’essere nostra. Lo sa.
***
‘Sono più vicina di quanto tu possa credere. Li ho visti. Stai in guardia. Io posso spiarli.  X.’
Una lettura e già sappiamo che si riferisce a noi. Qualcuno ci sta spiando e sta mettendo in guardia Drew.
Passo un’occhiata veloce a Ugo ed è preoccupato come me. Non mi sbaglio allora. Qualcuno spia me e Ugo quando stiamo insieme, mentre invece dovremmo cercare Alexandra.
Cazzo.
***
-Quel biglietto a chi si riferiva, secondo te?- Mi chiede Drew, raggiungendomi e mettendomi una mano dietro la schiena.
-Non lo so, potrebbe riferirsi a chiunque, persino a me.- Dico mentendo e alludendo a Clare e Ugo.
-Si, hai ragione, non so perché io abbia dubitato di te.- E mi schiocca un bacio sulla guancia.
-Tra un’ora ho perlustrazione.- Gli dico. Spero mi accompagni.
-Vuoi che venga con te?- Sorrido e annuisco.
Mi giro. Ugo.
Ci osserva. Gli mando un bacio mentre Drew non guarda.
Lui sorride e riprende la sua conversazione con il suo amico.
***
-Allora stanotte dormiamo insieme.- Dice Ugo  mentre torniamo alla base.
Ultimamente ho sempre più bisogno di Ugo, di abbracciarlo e di sentirlo accanto a me. Non posso.
Non ora. Non voglio lasciare Drew. E’ complicato ma credo che un filo tra tutti noi si romperebbe. Tra me e Drew, Drew e Ugo, Ugo e Clare, Clare e me. Lo so e basta. Ugo era così disperato per me che sembrerei pessima a riprendermelo ora che sta meglio.
-Oh.- Esclamo.
Mi fissa.
Lo fisso.
-Certo!- Fingo un sorriso.
Ghigna, si pone davanti a me e mi stringe.
Poi inizia a baciarmi.
Non voglio.
Devo, a forza.
Poi abbassa la mano.
Lo schiaffeggio e mi guarda male.
Ho paura di quello sguardo. Non ero mai stata la sua ragazza, solo la sua migliore amica. Mi raccontava che non le piaceva l’atteggiamento che avevano nei suoi confronti e pensavo fossero loro le irrispettose.
Beh, mi sbagliavo.
-Che ti prende?- Scatta.
-Boh.- Mi limito a dire, facendo spallucce.
-Come ‘boh’! Ti sottrai al tuo ragazzo e non sai neanche il perché?- Alza la voce.
-Non esagerare, Drew.- Mi accorgo che non mi piace quando mi urlano contro. Preferisco Ugo. Inquieta di più, ma non sembra che ti manchi di rispetto.
Drew mi guarda severo, poi lascia la presa e riprende a camminare, lasciandomi indietro.
Lo rincorro e gli prendo un braccio.
-Dai, Drew. Stanotte dormo con te. Non è bello?- Cerco di convincerlo a non tenere il broncio. Mi fa paura con quell’espressione dura e possessiva.
-Si. Si, hai ragione.- Si rilassa un po’.
-Dai, vieni qui.- E lo abbraccio.
Non mi piace in realtà questa nuova versione di Drew.
E se lo lasciassi? Che mi farebbe?

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 18 - RESTA CON ME. ***


Dopo cena resto un po’ nella camera di Ugo prima di tornare nella mia. In realtà faccio fatica ad appellarla come mia. Questa è la mia stanza, non quella.
-No. E’ diverso dal vecchio Drew.- Continuo a spiegare a Ugo.
-Il tempo cambia tutti.- Mi abbraccia.
Da quanto non ricevo un suo bacio. Mi mancano.
Mi alzo e mi dirigo veloce verso la porta.
-Già vai via?- Colgo un pizzico di delusione nella voce di Ugo.
-No, no.- Dico girando la chiave nella serratura.
Poi mi ributto sul letto.
Sorride. E poi allarga le braccia.
Mi immergo in un abbraccio che sembra infinito. E mi piace.
Poi abbassa il viso, e lascia una scia di baci dalla fronte, sino ad arrivare alle mie labbra.
Non finisce mai.
Uno dei baci più lunghi che ci siamo dati.
Sta recuperando tutti quelli persi.
Poi la maniglia si gira bruscamente.
E poi un pugno sulla porta.
-Layla, sei lì?- Urla duro Drew, da fuori.
-Nasconditi.- Mi sussurra Ugo. So che è più allarmato di me, ma non lo da a vedere.
-Ti amo.- E mi nascondo nel bagno, che chiudo a chiave, prima di rintanarmi nella vasca.
-Non è qui.- Sento tutto ovattato, ma riconosco che è Ugo.
-Sicuro?- Drew. Sento tutte le ante aprirsi e richiudersi, prima di chiedere se può controllare il bagno.
Ugo farfuglia qualcosa sulla fiducia, e poi apre la porta con la sua chiave.
Cazzo.
-Va bene?- Sbotta Ugo, impaziente.
-Già...scusa amico.- Una pacca sulla spalla e va via.
Aspetto di sentirlo scendere le scale, poi esco dalla doccia, schiocco un bacio a Ugo e mi fiondo in camera.
Sento Ugo sussurrare qualcosa.
***
-Dov’eri?- Scatta Drew appena entra in camera.
-Ho il diritto di pisciare?- Ironizzo.
Ridacchia e si siede accanto a me.
Mi fa stendere. E’ su di me. Si mantiene con le braccia e mi schiocca dei baci sulle labbra.
Iniziavo a vedere quella maledetta scintilla che gli cresce negli occhi quando sta per diventare il Drew che odio, ma mi salva il cellulare.
-Chi cazzo messaggia a quest’ora?- Sbraita e prende il mio telefono.
C’è scritto ‘UGO’ a grandi lettere.
Gli strappo il cellulare dalle mani prima che apra la chat.
-Perchè ti ha scritto?- Scatta.
-Mi vorrà chiedere qualcosa riguardo i biglietti che ci stanno arrivando...volevamo investigare.- Mento. Volevamo davvero investigare, ma il messaggio riguarda ciò che mi ha sussurrato prima che io uscissi dalla stanza.
-Sono un investigatore, posso aiutarvi, su, fai vedere.- Mi strappa il cellulare dalle mani.
Diventa rosso, serra la mascella e mi rivolge uno sguardo duro.
Gira lo schermo verso di me e compare in grassetto il messaggio.
Resta con me.
POV. UGO
Sento un rumore secco provenire dalla stanza accanto.
E poi un altro ancora.
Sto davvero cercando di ignorarli, ma ho paura che Drew stia portando via un momento che dovrebbe essere mio e di Layla.
Devo intervenire.
Sarà imbarazzante.
Forse troppo...
Però devo.
Metto il fumetto al suo posto, so che Layla controlla sempre se continuo a leggerlo e rileggerlo.
Un altro colpo.
Mi fiondo alla porta di Drew, busso.
Nulla.
Busso di nuovo, più deciso.
Ancora niente.
Irrompo.
Nulla di quello che avevo immaginato.
Il cellulare di Layla è per terra, distrutto.
La lampada che prima troneggiava sul comò anche.
E’ c’è un’ammaccatura nel muro.
Urlo per far notare la mia presenza, e Drew si gira a fissarmi.
Poi Layla.
La guardo anch’io e annuisco.
Sgattaiola via dalla sua posizione rannicchiata e si viene a rifugiare nella mia felpa.
Ho paura anch’io di Drew, ma devo farmi forza.
Per Layla.
 

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 19 - BLAME. ***


 
L’altra sera Drew ha dato di matto. Ha dato un pugno a Ugo in pieno viso. Con me si è contenuto. Si è limitato ad urlarmi in faccia quanto gli facessi schifo e che sapeva che non doveva fidarsi quando dicevo di andare a leggere, che probabilmente scopavo ogni sera con Ugo invece di leggere.
Ho silenziosamente pregato Ugo di non ribattere, ma oggi mi sono svegliata e Ugo non è qui.
Spero sia semplicemente andato a colazione, ma ho un brutto presentimento.
Non voglio iniziare male la giornata.
Decido di dormire un’altra mezz’ora e poi andare a vedere che succede.
***
Vengo svegliata dall’eco di un colpo.
Mi fiondo fuori dalla camera, ma mi accorgo di non essere davvero pronta quando vedo Ugo steso per terra ed il pugno di Drew sanguinante.
Di nuovo.
***
-Layla?- E’ Drew? Mi sembra Drew.
-Si?-
-Riesci ad aprire gli occhi?- Sto tipo dormendo?
-Sei svenuta.- Risponde ai miei pensieri. -E hai sbattuto violentemente la testa sul marmo.- Ahia.
-Ugo?- Mi esce involontariamente e mi tappo immediatamente la bocca. Troppo tardi.
-E’ in camera vostra.- E’ infastidito, ma sorprendentemente calmo.
-Posso vedere come sta?- sanguinava un po’ ma niente di grave, voglio più vedere come sta emotivamente.
Mi accompagna cautamente in camera, tenendomi, nel caso mi sentissi nuovamente male.
E lui è lì, steso sul letto, che guarda il soffitto.
Ha una fasciatura intorno al naso, è brutto vederlo così, ma sarebbe ancora più brutto vedere la sua ferita aperta.
-Ugo?- Mi avvicino, lasciando la sicurezza di Drew per avvicinarmi a lui.
Si gira verso di me. Non dice nulla.
-Come va?- Devo parlare solo io?
Lancia un’occhiata a Drew, che decide di girare i tacchi e lasciare la tensione a noi due. Grande.
-Una merda!- Urla, dopo che Drew ha chiuso la porta.
Devo sembrare confusa, perché dopo aver visto la mia espressione inizia  a spiegare: -Sapevo che non dovevamo fare tutto di nascosto. Sembrava mi stessi nascondendo, o avessi paura che Drew smettesse di amarti! Ti piace, vero, tenere tutti sotto il tuo pugno? Beh, indovina, per gli altri non è altrettanto bello! Alex. Alex ci ha scoperto! Ho fatto delle indagini ieri notte. Ho perlustrato, ho controllato la calligrafia. E’ lei! Lo so per certo! E adesso non si fida più di me! Per colpa tua. E il mio naso. E’ sempre colpa tua! Mi stai rovinando! Il fumetto è quasi consumato! Le pagine si stanno strappando, e potresti anche regalarmene un altro. O qualcosa che mi possa ricordare te quando non staremo più insieme. In realtà non stiamo insieme neanche adesso! Tu stai con Drew, ufficialmente. Nulla ti nega di andartene con lui e dimenticarti di tutta questa faccenda della città invasa da demoni! Sei diventata una di loro! Layla, sei cambiata. Non fai che ferire persone tutto il tempo! -
Lo urla. Come se lo stesse tenendo dentro da troppo tempo.
E il fumetto? Davvero lo legge ancora e continua a pensare a quando gliel’ho regalato?
Quindi pensa di andare via?
Con Alex?
So che sono amici da un sacco di tempo, e avevo anche intuito che ad Alex potesse piacere Ugo, ma adesso che so che c’è la possibilità che scappino via assieme...pensare ad Alex che tocca il mio Ugo mi fa rabbrividire.
E star male.
E’ davvero tutta colpa mia?
Non è colpa mia.
E’ colpa della notte...

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 20 - DON’T RUN AWAY FROM ME ***


-Non scappare via da me...- Gli sussurro. E’ notte, non sa che sono qui. Dormiva quando sono entrata, ma avevo bisogno di dormire con lui, così mi sono stesa accanto a lui ugualmente.
Una canzone che cantavamo sempre assieme recitava ‘Don’t run way from me, I can be your lifeline.
Mugola quando gli sfioro la guancia con il pollice.
Non voglio che vada via da me.
Posso essere la sua salvezza.
E fargli dimenticare quello che stiamo passando.
Non voglio perderlo.
***
-Buongiorno.- Scende anche lui in cucina per fare colazione.
Scosta la sedia di fronte a Drew e si siede con un largo sorriso. Oggi ha una strana luce negli occhi, nonostante ieri mi sia addormentata prima di poter tornare nella stanza di Drew. Ma non ha detto nulla.
In realtà non era neanche presente quando mi sono svegliata.
Chris, il mio dottore, m’interrompe dai miei pensieri per chiedermi di porgergli il piatto vuoto.
Non avevo neanche notato che la colazione era finita e che Drew avesse una mano sul mio ginocchio.
Mi conforta, in un certo senso. Nonostante tutto è qui per me e lo ringrazio per questo.
Mi scuote per farmi segno di smetterla di guardare Ugo.
Mi do un pugno mentalmente, prima di distogliere lo sguardo e posarlo su Drew.
Annuisce, segno che ha capito come sto.
Poi mi prende la mano e mi trascina al piano superiore, lasciando Ugo al tavolo con il suo stupidissimo sorriso stampato in faccia.
***
-Non lo so, è come se avessi perso una parte di me!- Piagnucolo nella sua spalla. -E ho qualcosa dentro. Un misto tra rabbia e delusione, che mi divora. Lo odio. Mi si è formato uno strettissimo nodo nello stomaco e la testa mi sbatte troppo. Vorrei sentire un’emozione alla volta, ma non è mai come voglio. Mai. Però sono forte abbastanza da non farlo notare e sorridere mentre combatto. Posso farlo. In fondo non dipendo da Ugo.-
Mi stringe più forte.
-La realtà è che tutti dipendiamo da qualcuno.- Sussurra tra i miei capelli. - Dipendiamo da qualcuno e da noi stessi. Non possiamo evitare di dipendere dalle persone. Mai. Solo quando noi e la nostra tossica dipendenza ci uniamo, per un momento, non dipendiamo più da nessuno. Dipendiamo costantemente e non possiamo imporci.-
***
Entro nella sua stanza e noto troppo velocemente che mancano alcune cose.
Ho girato la maniglia dorata, sbirciato dietro la porta bianca e poi sono entrata.
Ed è quasi completamente vuota.
Mancano le sue palline di vetro con dentro tutti i posti che ha visitato. Quelle con cui è letteralmente in fissa e che non fa toccare a nessuno. Quelle che lucida ogni Martedì e che chiude in una scatola di polistirolo ogni volta che dobbiamo partire.
Manca la metà dei romanzi che prima troneggiavano sulle mensole di legno della libreria.
Manca il suo lumino da notte. Il lumino che usava quando dormivo con lui, per non alimentare la mia paura del buio.
Mancano i fumetti che gli avevo regalato.
E, aprendo l’armadio, con mio orrore ho notato che mancano anche le sue camicie.
No.
Non può avermi abbandonato.
-Ugo.- Lo chiamo.
-Ugo.- Stavolta lo urlo.
Quando urlo il suo nome per la quinta volta sono in ginocchio sul pavimento.
Non mi ha davvero abbandonata.
Non può.
-Lyla!- Entra allarmato nella stanza.
-Dov’eri?- La mia voce è quasi impercettibile.
-Preparavo la mia valigia.- Si siede per terra, davanti a me.
-Mi vuoi abbandonare davvero, quindi.- Confermo, più a me stessa che a lui.
-Non voglio abbandonarti. Ma devo andarmene. Devo ritrovare Alex e ho bisogno di pace per farlo.- Mi afferra i polsi, e li abbassa dal mio viso.
-Tu vuoi scappare con lei. Mi vuoi avidamente abbandonare per scappare con lei.- Sputo.
-Lyla, non ti voglio abbandonare, ma...-
-E allora non farlo!- Urlo, ancora più forte.
Probabilmente stiamo dando scena a Drew, Chris e Clare, ma cosa importa?
Sto perdendo l’uomo della mia vita. Non me ne fotte di cosa ne potrebbero pensare.
-Come? Come potrei non andarmene per cercare la mia migliore amica? Come potrei restare qui con te, che mi hai danneggiato senza preoccupartene tutto questo tempo?- Si alza e fa per andarsene, ma lo blocco con le parole.
-Sei dannatamente egoista, Ugo De Malfois. Dovevo ascoltare Will. Lo sapevo.- Dico, alzandomi a mia volta. -Sai benissimo che ti ho nascosto a Drew per proteggerti. Mi mettevo in pericolo, dormendo da te. E non solo tu sei stato male per la reazione di Drew quando ci ha scoperti.- Esco dalla camera prima che possa rispondere.
Stronzo.
Non pensa a quello che ho passato io per lui in precedenza, quando mi piaceva e non potevo dirglielo.
Vaffanculo Ugo. Parti pure e dimenticati di me. Io lo farò di certo.
***
Sono cinque giorni che Ugo è andato via. Sentii la porta sbattere, quella sera, e mi affacciai dalla finestra che Drew aveva lasciato aperta. Ugo si girò verso la mia finestra e, guardando in alto, mimò con le labbra la nostra canzone. ‘Don’t run way from me, I can be your lifeline’. Ammetto che per un momento ho pensato di seguirlo. Ho pensato di aprire la finestra e scendere dal cornicione, lasciando tutto qui. L’unica cosa di cui avrei avuto bisogno era Ugo.
Poi ci ho ripensato. Mi sarei ricostruita la vita. E infatti ogni giorno che passa il macigno che porto sul petto si rimpicciolisce, e arriverà quel giorno in cui sarà solo sabbiolina. E la sabbiolina dà fastidio, si scaccia via facilmente.
***
Ero in perlustrazione da sola quando, due giorni fa, vidi un volto famigliare passarmi accanto tra i cespugli. La chioma bionda mi solleticò il naso e i piedi nudi inciamparono nelle cinghie del mio impermeabile. “Layla?” aveva sussurrato rialzandosi. “Will!” avevo constatato guardandolo meglio. Mi strinse e mi disse che non aveva più nulla. I De Malfois aveva sfrattato o ucciso tutti i Lupi. Decisi di portarlo a casa con me. Sarebbe rientrato a far parte della mia vita. Non penso di aver mai smesso di provare qualcosa per lui, semplicemente il fatto che fosse sparito senza dire nulla mi aveva fatto pensar male di lui. Non potevo pensare che mentre Will mi lasciava sola per scappare dalla famiglia di Ugo, lui mi stringesse per confortarmi.
Pezzo di merda.
Lo sapeva sin dall’inizio.

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