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di Life_is_a_fight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 Capitolo 1:
Quanto è difficile non cadere nell'oblio a sedici anni, penso sia impossibile, ogni adolescente attraversa un periodo buio nella propria vita ed io da brava ragazza ci sono appena entrata dentro come un aeroplano che si ritrova nel bel mezzo dell'occhio del ciclone. È quasi come stare sulle montagne russe con tutti i tuoi amici a bordo; sì, è vero ci sono continui alti e bassi ma nonostante la nausea vai avanti perché al primo posto del vagone, proprio accanto a te c'è lei, l'unica persona a cui affideresti tutta la tua vita a quest'età, la tua migliore amica. 
Ma immaginate per un solo momento che quel posto sia vuoto e ad ogni curva non c'è più una mano da stringere... Beh, io così sono caduta nell'oblio!
Gli adulti non lo capiscono, non capiscono come l'assenza di una persona che conosci da 10 anni possa cambiarti la vita ma la verità è che lei non era solo la mia migliore amica, era mia sorella, la mia persona, il mio ossigeno; era semplicemente NINA.
Io invece sono io... Mi chiamo Caterina e ho compiuto sedici anni qualche mese fa, quando tutto ancora andava bene.
Sono una ragazza davvero bassa, con i capelli molto mossi biondi ramati e gli occhi azzurri; le mie "altre amiche" dicono che sono magrissima con un fisico da modella, ma credetemi quando vi dico che non capisco proprio di cosa parlano! Come la maggior parte delle adolescenti vedo il mio corpo come una massa informe che voglio coprire...
Cinque mesi fa, invece, sotto Natale mi hanno diagnosticato un difetto al cuore... Ho un'arteria troppo stretta che permette il passaggio a troppo poco sangue e questo mi affatica, probabilmente molto presto dovrò operarmi. È stato proprio un bel regalo per le feste come per dire " congratulazioni! Sei una Ferrari con il motore di una 500, praticamente sei inutilizzabile..."
Questa notizia non l'ho mai data a Nina, forse perché so quanto si preoccuperebbe e mi comincerebbe a trattare come una malata terminale, cosa che non sono. Così dato che non l'ho detto a lei, nessun altro è degno di saperlo...
Tornando a gennaio...
Si avvicinava il mio compleanno ma io ero intenta a non festeggiare, almeno non dopo quello che avevo scoperto durante le feste, così il 17 gennaio, il giorno del mio compleanno, nonostante ci fosse il compito di greco, sono andata a scuola.
Arrivata in aula ho subito scaraventato a terra lo zaino e sono corsa ad abbracciare Nina; lei non sta nella mia classe, non le è mai piaciuta l'idea di fare il classico così ha scelto lo scientifico.
Appena l'avevo vista lì seduta sul mio banco avevo intuito qualcosa. 
Immaginatela alta quanto me, castana liscia e gli occhi castana, semplice insomma ! Eppure riusciva a catturare l'attenzione di qualsiasi ragazzo.
Sul mio banco, l'ultimo della fila laterale a destra, aveva messo un palloncino azzurro ( IL MIO COLORE PREFERITO ) attaccato alla scatola di una gioielleria, una pazza! Aveva speso un patrimonio solo per me... Era una collana stupenda, con dei diamantini color cielo... MAGNIFICA!
- ma sei fuori di testa ? Ti sarà costato tantissimo!
- niente è mai abbastanza per te ! Ora però voglio proprio vedere quel pulciaro di Nico che ti ha regalato eh !
- per me neanche se ne è ricordato... Oggi in autobus non mi ha detto nulla.
- ma è coglione ? Come può dimenticarsi il compleanno della sua migliore amica!
- che ti devo dire, sarà stato troppo impegnato a baciarsi con Viola! Ieri hanno fatto 6 mesi insieme...
- ecco  un motivo in più per entrare in terzo scientifico e strangolarlo, quel deficiente !
- ma se non lo conosci neanche !
- mi basta sapere che ti fa soffrire continuamente.
Come potete vedere tutto era perfetto, esattamente come 10 anni fa ma da questo momento in poi è cambiata, fumo, alcool e Dio sa solo che altro, certo era sempre stata una persona curiosa ma non pensavo fino a questo punto...
Aveva anche smesso di chiedermi come stavo, più lei si allontanava più io mi avvicinavo ad altre persone come ad esempio Giada, Federica e Marta, alcune mie compagna di classe. 
Io sentivo che potevo dire tutto a loro, avevano dei punti di contatto,come ad esempio la lettura, che ci univano indissolubilmente e così è nato un legame speciale!
Io però avevo legato un po' di più con Giada e Federica con Marta, ma nessuno si potava sbagliare: noi quattro stavamo sempre insieme!
Per quanto volessi bene a tutte loro, non potevano sostituire Nina, infatti non me ne ero mai andata via da lei, perché restava sempre la mia "sorellina" o almeno fino ad oggi...

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Tutto cambia nella vita, nulla può rimanere statico. Lo dicevano i Greci al tempo di Socrate e Platone, lo dico anch'io. Le cose cambiano, le persona cambiano ma se lo sappiamo così bene perché rimaniamo sempre esterrefatti davanti ad un cambiamento ?
Forse è perché conosco Nina da dieci anni e averla vista così mi ha sconvolta, buttata lì in un bar circondata da ragazzi mentre fumava chissà cosa e beveva alcool. Che sia ben chiaro non è che io sia proprio una santa, insomma bevo anch'io e fumo qualche volta una sigaretta con gli amici ma lei ha davvero esagerato l'altra sera! Urlarle contro non era mia intenzione, le voglio bene ed è proprio per questo che mi sono arrabbiata, sta degenerando e i suoi genitori se esistono o no, non fa differenza quindi tocca a me proteggerla ma ormai l'ho persa... 
Dopo averle urlato " ti stai comportando come una deficiente " è normale che non mi voglia parlare ma insomma baciarsi con addirittura 3 ragazzi contemporaneamente no. Assolutamente.
Come se non bastasse questa mattina potrei anche vederla a scuola. 
Scendo dal letto in modo MOLTO svogliato. Odio il mercoledì, è il giorno della settimana che proprio non sopporto... Due ore di compito o di latino o di greco e come se non bastasse un' ora di matematica. 
Arrivata in bagno alzo lo sguardo e lo dirigo verso lo specchio, lì vedo la mia immagine riflessa: orribile. Occhi rossi, trucco colato e capelli sfatti. Mi lavo il viso e mi strucco ma non ho la forza di fare altro, riesco solo a pensare a Nina. In realtà non mi preoccupa vederla a scuola perché non ho proprio intenzione di parlare, non ne ho voglia. Sono mesi che le faccio da mamma e che penso solo a lei, sono stanca, chi diamine pensa a me ? 
Resto un po' ferma a guardare il mio riflesso poi trovo la forza di volontà per vestirmi. Sono una ragazza abbastanza attenta a come si veste, non metto mai nulla a caso infatti anche oggi ho abbinato i miei jeans preferiti con una maglietta bianca che mi ha regalato Nina e degli stivali neri. Dimenticavo che oggi è il gran giorno ! Il giorno che io e le mie amiche aspettavamo da mesi: oggi esce Divergent al cinema, un film tratto da una delle nostre saghe preferite ovviamente stasera andremo a vederlo. 
Dopo aver fatto colazione con lo stomaco chiuso ed essermi truccata con una semplice linea di eye-liner nero e un po' di mascara, esco di casa e mi dirigo verso la fermata dell'autobus.
Proprio lì, seduto sulla panchina vedo Nico. Corro alle sue spalle per spaventarlo ma lui si gira prima che io possa fare qualcosa.
- uffa... Non vale che ti sei girato - dico io con la voce cantilenante da bambina.
Lui mi da una lungo bacio sulla guancia, decisamente non un bacio che si da ad una migliore amica ed io chiudendo gli occhi mi abbandono alla morbidezza delle sue labbra sulle mie guance e al calore delle sue dita che mi contornano il viso. Vorrei restare così per sempre.
La cosa più brutta del mondo ? Innamorarsi del proprio migliore amico, soprattutto se lui non ricambia ed è già fidanzato. È una sofferenza vederlo sempre insieme a Viola sapendo che lei non proverà mai quello che prova lui...
Sento il rumore dell'autobus che si mette in moto così apro gli occhi e Nico mi tira per farmi salire a bordo.
Ci sediamo agli ultimi posti come ogni mattina ed io tiro fuori il telefono mentre lui le cuffiette. Un auricolare per uno e lascio abbandonare la mia testa sulla sua spalla mentre ascoltiamo " tu sei lei " di Luciano Ligabue. Questo è un rituale ormai, lo facciamo da quando lui mi ha dedicato questa canzone davanti a tutti il giorno del mio compleanno. In effetti è stata una cosa piuttosto imbarazzante, tutti hanno pensato che stavamo insieme e invece...
Poi, d'un tratto gli sfilo una cuffietta dall'orecchio. Pochi giorni prima gli avevo raccontato del mio problema al cuore.
- Nico due giorni fa ho fatto la visita dal cardiologo per controllare come stavo...- dico io con voce sommessa.
- E ? Allora ? Non tenermi sulle spine !-  controbatte lui con tono ansioso.
- Dice che sono troppo stressata e che se non mi calmo dovrò operarmi prima dell'estate - rispondo io con la testa bassa e le lacrime agli occhi.
Non sono una tipo che piange, ma in questi casi penso sia normale. Avere paura di morire. 
Lui mi abbraccia dolcemente poggiandomi le labbra sulla fronte.
- Ei ! Non piangere perché non può andare male. Sei troppo una bella persona per morire e io poi come fare senza di te ? Insomma se Dio ti vuole dovrà prendersi anche me e non credo che Gli convenga - dice lui con tono scherzoso per coprire le lacrime.
Tiro fuori un sorriso e mi stringo al suo petto. Adoro il suo odore, mi rassicura, mi fa sentire protetta. Potrei restare tra le sue braccia per sempre peccato che queste braccia non appartengono a me ma a Viola. Al sol pensiero mi si stringe il cuore e mi viene da piangere perché so che potrei dare a Nico trecento mila volte di più di quanto gli da " quel fiore appassito " come la chiamavo con Nina.
Verso la sesta fermata vedo salire Viola. Strano ! Lei prende sempre l'autobus dopo al nostro perché le piace dormire di più...
Si avvicina con aria irritata, e non la biasiamo insomma sono abbracciata al suo ragazzo in una posizione anche abbastanza compromettente. Mi tolgo subito e mi alzo per cambiare posto.
Nico mi afferma per il braccio.
- Oh ! Ma dove vai ? Fa niente se c'è Viola possiamo stare tutte e tre insieme.- dice lui
- Nico sai vero che un giorno a me e lei questa situazione non andrà più bene e tu dovrai fare una fottutissima scelta! Non puoi avere il meglio di entrambe. - dico io con aria sprezzante mentre mi alzo per sedermi tre sedili più avanti accanto ad una ragazza dai capelli rosa schiapparelli.
Mentre sto camminando per andare a scuola incontro Giada che mi viene verso di me. Ecco probabilmente se non ci fosse lei nella mia vita a quest'ora sarei persa ! 
Lei ascolta sempre le mie lamentele notturne, mi sopporta sempre... E onestamente non ho idea di come faccia, a volte non mi sopporto neanche io.
- Cate! Ei ... Pronta per Divergent ? Mamma mia io non vedo l'ora. - esulta lei con aria tutta esaltata.
- Si ! A proposito stasera alle 20.45 davanti al cinema vero ? - rispondo io in modo abbastanza apatico.
- Si poi lo scriviamo anche a Federica e Marta sul gruppo di whatsapp. Ma che cos'hai ? Ti vedo strana. - dice lei con aria triste.
- Niente, è un po' tutto... Nina, Nico...- neanche riesco a finire la frase. - ma chi se ne frega giusto ? Oggi è il divergent day, godiamoci questa giornata e basta ! - continuo io accennando appena un sorriso forzato.
- Giusto ! - risponde lei quasi urlando per l'esaltazione.
***
Sono le 20 e comincio a prepararmi per la serata. Stamattina durante la ricreazione mi sono messa d'accordo con le altre per vestirci da intrepide ( dei personaggi di Divergent ) e quindi mi infilo un paio di pantaloni neri, una maglietta scollata rossa, gli stivaletti neri di stamattina e un giacchetta di pelle nera. È Aprile quindi fa abbastanza caldo per uscire così. Ovviamente non poteva mancare la coda e il finto tatuaggio con tre corvi sulla spalla come Tris, la protagonista di Divergent. 
Sì, io è le mie amiche siamo un po' tanto fissate ma cosa ci possiamo fare ? Noi ci appassioniamo ai nostri personaggi! 
Dopo che mio padre mi ha messo pressione per paura di trovare traffico saliamo in macchina e in meno di 10 minuti mi trovo davanti al cinema. 
Appena ci vediamo ci abbracciamo tutte e corriamo dentro per prendere i biglietti.
La fila è lunghissima così mentre aspettiamo cominciamo a parlare della saga cacciando di tanto in tanto urli striduli, ma stavolta non ci sentiamo sole come a scuola. Qui è pieno di adolescenti che tirano fuori urletti come noi è questo ci tranquillizza, almeno sappiamo che non siamo le uniche pazze malate di una saga, difatti ci sono almeno altre 30 ragazze vestite come Tris!
Federica tira fuori una delle sue battute e mentre scoppio a ridere mi giro verso la porta d'ingresso del cinema e lì lo vedo. Nico. Con Viola...
Niente peggio di questo ! Forse si... Incontrare Nina.
Mi giro subito dall'altro lato e le mie amiche capiscono al volo la mia reazione. Marta tira fuori uno dei suoi sorrisetti ebeti.
- Vedi è destino che lo incontri- dice lei.
- No, è il destino che mi dice che lui sta con Viola ed io non speranze- controbatto io con tono scontroso.
- Ma lascialo stare a lui ! Ora pensa che stiamo per entrare in sala e vedremo il nostro Quattro! - dice Federica dandomi uno spintone amichevole sulla spalla sinsitra.
- Sì, peccato che Quattro è solo il personaggio di un libro e non è reale...- dico io con tono affranto.
Faccio finta di nulla finché non arriviamo allo sportello per prendere i biglietti poi sento una stretta dietro ai fianchi e qualcuno che mi da un bacio sulla guancia.
Riconosco questo tocco, queste labbra. Nico.
Mi giro e lui mi abbraccia.
- Io e Viola abbiamo litigato, posso entrare in sala con te? - dice lui in modo piagnucolante.
- Chi è causa del suo ma pianga se stesso ! - sbotta Federica ed io la fulmino con lo sguardo.
Cosa devo fare ? Mi sento uno zerbino, la seconda scelta, l'ultima ruota del carro. Io non voglio essere questo, vorrei essere al primo posto sul podio ma no, è Viola quella al primo posto...
Mi sottraggo dall'abbraccio di Nico, lo guardo negli occhi e...
- Certo che puoi ! - dico cacciando dentro la lacrima che stava per uscire e stampandomi sulle labbra un sorriso falsissimo.
Prendiamo un quinto biglietto anche per Nico ed entriamo in sala. 
Il film comincia e lui mi afferra la mano, mi sento avvampare. E così che si sentirà anche Viola ? 
Alla mia sinistra ho Federica, Giada e Marta che mi guardano con aria di rimprovero e hanno ragione ma come potevo dirgli di no ? Lui è il mio migliore amico ed è l'unico che riesce a non farmi pensare a Nina, il che è un bene.
Durante tutto il primo tempo io e le altre ci scambiamo occhiatine di intesa prima di ogni scena clue. Poi le luci si riaccendono e sullo schermo leggiamo " fine primo tempo ". Le ragazze vanno in bagno e lasciano me e Nico da soli, prima di allontanarsi Giada mi fa l'occhiolino, appena lo noto arrossisco e abbasso la testa.
Poi faccio per alzarmi e raggiungere le altre, invece lui mi prende il braccio e mi riabbassa dolcemente sulla poltrona mi facendomi girare verso di sé. Non ho idea di che intenzioni abbia ma lo voglio, lo voglio con tutta me stessa. Sarà questo l'amore di cui si parla nei libri ? 
Mi avvolge il viso con le sue mani e lo tira verso di sé, preme le sue labbra lentamente verso le mie ed io comincio ad avvampare. Non credevo sarebbe mai successo, insomma migliori amici e basta e invece...
Ci baciamo per un po' finché non sentiamo un colpo di tosse proveniente dalla nostra destra e vediamo le altre tornare dal bagni con un sorrisetto ebete sulla faccia.
Alla fine del film mio padre è venuto a prendermi e dato che Nico abita a 300 metri da casa mia, viene in macchina con me. 
I miei genitori lo adorano, e da quando siamo così amici mi dicono sempre di mettermi con lui. Chissà se mio padre la penserebbe ancora così se sapesse quello che è successo dentro al cinema....
*** 
Rientrata a casa, mi metto il pigiama e mi butto nel letto. 
Prendo il telefono in mano e vedo 24 notifiche di whatsapp tutte dal gruppo con Giada, Federica e Marta ovviamente che ancora parlano del film. A proposito: film epico! 
Mentre rispondo ai loro messaggi me ne arriva un altro e leggo il nome: Nico. 
Lo apro subito:
" Sai una cosa ? È da un po' che ti penso, e credo che forse ho fatto una cavolta a mettermi con Viola. Magari ho avuto la ragazza giusta sotto le mani per tutto questo tempo e non me ne sono mai accorto. 
Buonanotte "migliore amica" a domani mattina e grazie per il bacio. "
Dopo questo chiudo gli occhi che mi pesano e mi addormento con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Apro gli occhi al suono di “What you wanted” dei One Republic, la mia band preferita. Il giovedì non è un giorno particolarmente pesante a scuola, ho solo un’ora di greco, due di religione, una di educazione fisica e l’ultima di inglese. Mi alzo euforica e mi preparo in molto meno tempo confronto al solito. Ho un aria particolarmente allegra quando entro in cucina per fare colazione.

  • Che bel sorriso che hai stamattina Cat – dice mia madre con aria sorpresa. In effetti non ha tutti i torti, la mattina sono scontrosa con ogni persona che mi osa rivolgere la parola.

  • Si, in effetti mi sento bene ! Mi passi il latte con i cereali, per favore – rispondo in modo esaltato e mio fratello di 11 anni, Francesco mi passa tutto il necessario per la colazione con uno sguardo assente, probabilmente è ancora mezzo addormento.

Finisco di fare colazione in fretta e furia e subito dopo corro via di casa verso la ferma dell’autobus. Sarà già arrivato ? Il pensiero mi distrugge, voglio vederlo, vorrei che fosse qui a camminare con me mano nella mano. Affretto il passo appena mi trovo a pochi metri dalla nostra panchina ma lui non c’è. Non sono delusa, è solo che voglio parlarci, abbracciarlo… baciarlo.
Salgo sull’autobus in partenza e lui ancora non si vede. Arriviamo in poco più di 5 minuti alla fermata di Viola e proprio lì vedo salire Nico, con lei…
Non ci posso credere, come ha potuto. Eccomi qui signori ! In faccia ho un cartello con su scritto “Seconda scelta, prego usatemi e poi buttatemi via !”
Davvero non ho parole, a questa vista mi viene da piangere. Non voglio salutarlo, non voglio che lui mi veda… Fortunatamente, oggi avendo educazione fisica, ho indosso una felpa blu; alzo il cappuccio della felpa per coprirmi, metto gli occhiali e gli auricolari nelle orecchi e mi addosso al finestrino, ascoltando canzoni depresse e piangendo…
Per fortuna non mi ha riconosciuta, ha tirato dritto e si è seduto con “quel fiore appassito” al nostro posto.
Ero un rimpiazzo, una da baciare solo per riconquistarsi Viola; alla faccia del migliore amico…
Arrivati alla fermata corro giù dall’autobus molto velocemente, colpendo con la borsa qualche persona e sento urlare il mio nome.

  • Cat ! Fermati, aspetta ! Dove vai ? Dobbiamo parlare… - dice la voce di Nico correndomi dietro.

Io neanche rispondo, semplicemente corro più forte che posso dall’altra parte della strada e lo semino.
Mi devo fermare, non respiro. Il mio cuore batte fortissimo e i miei polmoni non ce la fanno davvero più. Mi appoggio in modo molto sgraziato al muro e mi reggo il petto con una mano; sento come un fuoco che aumenta nelle mie vie aree, fa malissimo. È tremendo, davvero !
Alzo la testa di scatto perché sento una mano che mi si poggia sulla spalla.

  • Ei ? Tutto bene  ?- dice una voce profonda con un tipico accento del nord.

Lo vedo. Un ragazzo alto, sicuramente molto più di me, moro con la sfumatura e due occhi castani che con un solo sguardo mi penetrano nel profondo dell’anima. Arrossisco, anche se non so esattamente il vero motivo.

  • Si, ora sto meglio, grazie – rispondo io, ancora ansimante.

  • Come ti chiami ? – dice lui mostrandomi il sorriso con i denti più bianchi che abbia mai visto.

  • Caterina, per gli amici Cat… - rispondo staccandomi completamente dal muro.

  • Beh… Cat, sai che hai degli occhi bellissimi ?- controbatte lui con aria ammiccante.

  • Che fai, ci provi con me neanche dopo cinque minuti ?- dico io accennando un piccolo sorriso per cercare di districare quel nodo di situazioni imbarazzanti venutosi a formare.

  • No, dico solo quello che vedo.- risponde lui in tono serio, di colpo il suo volto si è incupito e il sorriso è sparito, quasi come se volesse sgridarmi.

  • O mio Dio ma è tardissimo, farò tardi a scuola !- dico io gridando per la preoccupazione.

Riprendo la borsa sulla spalla per andare via quando lui mi afferra il braccio.

  • Aspetta a che scuola vai ? – dice.

  • Al Giulio Cesare, è qui vicino ma alla prima ora ho religione e segna anche due minuti di ritardo…- rispondo io con tono insicuro e la voce tremolante.

  • Ma che coincidenza, anch’io vado a scuola lì. O meglio, oggi è il mio primo giorno, non so se si sente ma non sono di Roma.- controbatte lui facendo seguire una risata.

  • Andiamo insieme allora ? – rispondo io frettolosamente.

Lui fa un cenno con la testa per dire di sì.
Camminiamo fino a scuola e parliamo tantissimo. Ho già scoperto molto di lui, ha diciotto anni, è di Trieste e si è trasferito a Roma per il lavoro del padre.
Abbiamo passato così poco tempo insieme eppure mi piace parlare con lui, mi rilassa. Arrivati davanti scuola vedo Nina, insieme alla suo gruppetto composto da soli maschi.
Lei si avvicina, inizialmente mi illudo che sia per parlare con me e poi capisco; questo ragazzo accanto a me è carne fresca a scuola e ovviamente lei deve marcare il territorio… Ora che ci penso so tante cose di lui ma non gli ho chiesto il suo nome !

  • Ciao, tu devi essere quello nuovo. Io mi chiamo Nina, se ti serve qualcosa fammi sapere, sono a tua completa disposizione-  dice Nina ammiccando e lasciandogli un foglietto con il suo numero.

Incredibile, ha fatto finta che io non esistessi. È possibile che mi senta così sola in questo momento ? Insomma, sì, intorno a me è pieno di ragazzi che devono entrare a scuola ma lei… lei non c’è; la mia migliore amica non è tra queste persone perché non esiste più, almeno la Nina che conosco io non esiste… Ora c’è la nuova Nina, in versione egocentrica, egoista e non continuo la descrizione perché potrei diventare anche volgare…
Entro in classe dopo aver salutato il Triestino, lo chiamo così in attesa di scoprire il suo nome…
Le prime due ore di religione, vanno bene; sono state due ore pallosissime a vedere un film su un santo… rientriamo in classe dall’aula multimediale e mi aspetta un ora di greco. Odio il greco e ancora mi chiedo perché ho scelto il liceo classico.
Entra in classe la professoressa, noi la chiamiamo cowgirl perché indossa sempre camice a quadri come se fosse nel far west ma il suo vero nome è Daniela Giudice, o meglio la Giudice. L’incubo di tutte le classe del biennio, tortura gli alunni da circa 20 anni di insegnamento e oggi la tortura è toccata a me.

  • Caterina Pellegrini e Giada De Gregori venite qui alla cattedra. Interrogate. – dice la prof con una voce che incute così tanto timore.

Io e Giada ci avviciniamo alla cattedra con il libro di testo in mano, pronte a tradurre la versione che c’era per casa quando entra il vice-preside, o meglio “cucciolo” come lo chiamiamo noi, è il professore più buono di tutto l’istituto.

  • Ragazzi scusate, mi servirebbe in prestito la vostra professoressa per quest’ora, ci sono dei genitore per parlare con lei. La sostituisco io. – dice cucciolo con aria serena.

  • Bene ragazze, a posto… continueremo la vostra interrogazione domani. – aggiunge la Giudice con aria scocciata.

E ovviamente l’ora con il vice-preside è stata un’ ora di dibattito su questioni di politica che io assolutamente non ho ascoltato.
Per tutta l’ora mi viene una sola cosa in mente, il Triestino; vorrei tanto sapere come si chiama. È possibile pensare così tanto ad una persona dopo avergli parlato solo pochi minuti ?
Ad un certo punto tutta la classe si alza in giro e fa quello che vuole ma io rimango seduta al mio posto con la testa sul banco a vagare tra i miei pensieri… Nina, Nico e il senza nome.
D’un tratto Giada, Federica e Marta mi piombano  addosso chiedendomi di Nico… e che dovrei rispondergli ? Ehm…. Stamattina stava con Viola, a ricreazione potrebbe tornare con me dipende da come gli gira… Non mi pare il caso.
Faccio un semplice gesto di negazione con la testa e loro senza dire niente capiscono e mi abbracciano. Cosa farei senza di loro ? Probabilmente morirei.
Finalmente suona la campanella, tutte e quattro ci dirigiamo verso il bar. Mentre scendiamo le scale sento gridare il mio nome e vedo un ragazzo che scende a tutta velocità verso di me. Mi raggiunge in un batter d’occhio .

  • Senti dato che sono nuovo e non conosco nessuno, potresti passare la ricreazione con me ?- mi domanda lui usando uno sguardo tremendamente affascinante e al quale non riesco a resistere.

Guardo le mie amiche che mi sorridono e si allontanano velocemente.

  • Certo nessuno problema, senti solo una cosa: stamattina abbiamo parlato così tanto però in tutto ciò non so il tuo nome…- dico io sorridendo.

  • Davide, mi chiamo Davide-  risponde ammiccando.

Per un momento mi ha ricordato Nina stamattina e il fatto che mi sento sola…
Arriviamo nel cortile e mi racconta della sua famiglia e del suo trasferimento poi si interrompe.

  • Aspetta, parlami un po’ di te… - aggiunge con aria curiosa.

  • Io ? ehm … non c’è molto da dire, ho sedici anni sono di Roma e basta.- dico io apaticamente

  • Ma non questo Cat ! Raccontami i tuoi segreti… - controbatte Davide sorridendo.

  • I miei segreti ? Neanche ci conosciamo da un giorno e già vuoi sapere i miei segreti ? Mi sembra un po’ prematuro, “Triestino”- rispondo io, enfatizzando molto su quest’ultima parola.

  • E allora ? I segreti sono fatti per essere svelati e come potrò mai diventare il tuo ragazzo se abbiamo dei segreti- dice lui in modo del tutto disinvolto come se non ci fosse niente di strano.

Un attimo, vuole diventare il mio ragazzo ? Non può essere… è troppo bello per me. Troppo muscoloso, troppo alto; sfigurerei accanto a lui o forse lui sfigurerebbe accanto ad una come me…

  • Scusa ma nemmeno mi conosci… - dico io con una voce più acuta del solito, segno di nervosismo.

  • Ti conosco più di quanto pensi Cat. Arrossisci se ti guardo dritta negli occhi, nascondi sempre le mani nelle manica della felpa probabilmente perché ti innervosisco e abbassi la testa quando ti dico cose che non vorresti che io sapessi come in questo preciso istante-  risponde lui guardandomi negli occhi.

Come ha fatto ? Sono io, questa sono davvero io… Ha colto la mia essenza in meno tempo di me.

  • Forse davvero mi conosci…- rispondo mettendomi una ciocca di capelli dietro le orecchie.

  • Cat ! Ti devo parlare- questo però non è Davide, è Nico.

  • Vattene! Non ti voglio vedere…- Urlo io, cacciando dentro le lacrime.

  • Ma… ti prego.- Controbatte lui.

  • Non l’hai sentita ? Non ti vuole parlare! Sparisci…- Interviene Davide bruscamente.

  • Scusa ma tu chi sei oh !- dice Nico spintonando Davide.

Davide non risponde neanche alla provocazione, mi mette un braccio intorno alle spalle e mi porta via.
Torniamo in corridoio e lì mi abbraccia, probabilmente ha notato che sono un po’ scossa.

  • Senti, ti va di uscire una sera di queste ? magari mi fai conoscere Roma… - dice lui ma stavolta con un tono insicuro ed è la prima volta che glielo sento usare.

  • Vedremo, intanto ti do il mio numero così ci sentiamo… - rispondo io facendomi un po’ desiderare.

Poi gli sfilo il telefono dalla tasca dei jeans e gli salvo il mio numero, mi alzo in punta di piedi e gli do un velocissimo bacio sulla guancia prima di entrare in classe.
Ma chi è ? Chi sarà mai questo ragazzo misterioso che mi fa sentire così speciale ? Ha anche tenuto testa a Nico… Magari è uno stronzo come tutti gli altri però mi ha capita in tre secondi… è perfetto…Basta pensarci. Non devo illudermi, devo essere una roccia, non voglio soffrire ancora e se non sarò la sua prima scelta allora sparisse da qui, non intendo più essere la numero due.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4:
Il week-end è finalmente arrivato. Amo il week-end, sono gli unici due giorni in cui i miei genitori mi lasciano fare quello che voglio.
Ma questo venerdì non mi sono organizzata, sono stata talmente tanto impegnata nello studio e nel pensare a Nina che proprio non mi è passato neanche per la mente decidere che fare il venerdì sera.
Scelgo di sdraiarmi sul divano e vedere qualche episodio di America’ s next top model quando sento il mio iphone vibrare, lo prendo e leggo un messaggio:
“Ciao romana, ti va di uscire un po’ ? Non puoi dirmi di no dai ! Se no mi costringi a svelare i tuoi segreti …. Allora ?     Davide.”
Tremendo. Non so perché ma quando leggo queste parole mi si apre un sorriso sul volto, non so se andare sinceramente; in fondo non lo conosco, però è stato così carino con me.
“Ciao triestino, via tuscolana 134,   c’è un pub dove vado sempre. Ore 21.30. Puntuale !   Caterina.”
***
Sono già con 10 minuti di ritardo, esco velocemente dalla metro e corro verso il locale. Sono nervosa, ho paura che lui non sia all’altezza delle mie aspettative, non che le mie aspettative siano alte solo che… La verità è che a me serve uno come Nico. Ma mi serve davvero ? Forse mi sto fissando troppo, forse è destino che lui stia con Viola… Da oggi in poi me lo devo togliere dalla testa, migliori amici e basta.
D’un tratto lo vedo, è lì, seduto su una sedia fuori dal pub e mi sta aspettando. Ha un’aria più affascinante del solito, con quella camicia blu che gli evidenzia i bicipiti e la giacchetta nera è davvero bellissimo; non come me che invece ho un semplice paio di jeans a vita alta, delle ballerine rosse, una camicetta bianca a fiori rosa e una giacca rossa.
Mi viene incontro, e mi saluta con due baci sulla guancia. Appena i nostri zigomi si toccano vado in fiamme, è vero! Ma è diverso… diverso da come mi tocca Nico. Ecco ci risiamo, di nuovo a pensare a lui… Basta!
Appena ci sediamo al tavolo ordiniamo, io una birra e lui un cocktail dal nome strano che non so neanche pronunciare. Parliamo per un po’ di lui, di me, della scuola e costantemente tengo una postura rigida e uso un linguaggio poco dialettale; questa cosa mi snerva, non sono me stessa così, insomma con Nico parlo liberamente, dico e faccio delle cose tremende senza vergognarmi e senza aver paura di essere giudicata come una pazza.
Si nota la differenza di età tra me e Davide. Mentre parla, lui pensa già al futuro, a quello che vuole fare tra due anni mentre io… io non sono neanche sicura di cosa mangerò domani mattina a colazione !
Lui avvicina la sua sedia alla mia e mi posa una mano sul ginocchio, faccio finta di niente e continuo ad ascoltarlo mentre parla della fotografia. Ama fare le foto, si è appassionato a questo hobby quando aveva solo 9 anni perché la mamma è una fotografa, ma chissà perché, se provo a fargli delle domande su di lei lui cambia subito discorso.
Sento squillarmi il telefono e leggo sul display: Step.
Step sta per Stefano, il migliore amico di Nico. Loro due si conoscono da quando hanno più o meno 3 anni e da allora non si sono mai più separati, stanno sempre insieme e devo ammettere che della comitiva di Nico è l’unico che mi sta realmente simpatico.
Rispondo e sento la sua voce preoccupata.

  • Cat, ti prego corri qui, abbiamo fatto un casino… Nico sta ridotto malissimo. Ti prego, non so che fare –

  • Step dove siete ? Vi raggiungo subito.-  dico io ansimando.

  • Stiamo a Villa Lazzaroni, sbrigati ti prego ! – dice lui riattaccando velocemente.

Chiudo il telefono e mi alzo in piedi. Nico sta male, è in pericolo, ha bisogno di me. Non lo posso abbandonare, ne ora ne mai ! Lo amo… perché lo amo così tanto da non resistergli, da dare la vita per lui pur di vederlo felice e contento. La verità ?
È che sono una stupida perché so di non essere ricambiata eppure senza neanche accorgermene sto correndo verso la metro per raggiungerlo.
Corro con tutta la forza che ho in corpo, ma il mio fisico non ce la fa… Il mio cuore non ce la fa, sento già una leggera tachicardia. Mi fermo per qualche secondo per riprendere fiato ma lui ha bisogno di me, non mi interessa di star male… Devo raggiungerlo.
Dietro di me in metro appena prima che si chiudano le porte dei vagoni entra Davide. Mi ero quasi dimenticata di lui, non avevo riflettuto quando mi sono alzata dal tavolo lasciandolo da solo senza una spiegazione.

  • Cat tutto bene ? – mi dice avvicinandosi.

  • Nico… è successo qualcosa a Nico – rispondo balbettando.

  • Tranquilla, ora lo raggiungiamo e sistemiamo tutto okay ? –

Sistemiamo tutto, questo dovrebbe includere anche lui ? Non capisco, perché gli interessa tanto di Nico… Insomma da quanto ho visto l’altro giorno a ricreazione non si stanno proprio simpatici.
Mi stringe forte tra le sue braccia per tutto il tragitto in metro e mi sento sicura, protetta come se con lui non mi potesse accadere niente di brutto però non riesco a smettere di pensare a Nico e a cosa gli sarà successo.
Non appena giungiamo a destinazione mi catapulto fuori dalla metro, dietro di me Davide. Sento un forte calore che mi pervade tutto il corpo, mi ha appena stretto la mano. Mi giro verso di lui e mi sorride, io ricambio diventando tutta rossa in viso. Non è il momento adatto per pensare a queste cose. Stringo ancora di più la sua mano e lo tiro per accelerare il passo e lui mi segue.
All’entrata di villa Lazzaroni vedo un gruppo di ragazzi intorno ad una panchina e corro verso di loro.
Lo vedo. La faccia e la maglietta piena di sangue, mi faccio spazio tra gli amici di Nico e scoppio in lacrime. Che diamine sarà successo ? Tiro fuori un po’ di fazzoletti dalla borsetta e li bagno nella fontana vicina per ripulirlo un po’ dal sangue secco che ha su tutti gli zigomi.

  • Cat, noi non volevamo chiamarti ma lui non faceva altro che urlare il tuo nome prima… -  sbotta  Step.

Non dico nulla, l’unico pensiero che mi viene in mente è che ha gridato il mio nome e questo mi fa sentire davvero soddisfatta.

  • Mi spiegate che è successo ! – dico io nervosamente.

  • Erano 7 ragazzi del quarto, sono venuti qui per rompere, erano ubriachi e hanno cominciato a parlare di… - Step non finisce la frase.

  • A parlare di ? Finisci ‘sta frase ! – rispondo urlando

  • Di te… Stavano parlando di te per provocarmi e mi sono buttato su Andrea Lombardi che diceva di volerci provare con te… - interviene Nico.

Ero io ? La causa di questa rissa ero io ? Insomma perché gli dava tanto fastidio se parlavano di me, infondo io potevo essere sua ma lui ha preferito Viola cosa vuole ora ?
Per la rabbia gli do uno schiaffo sulla testa, poi lo guardo e lo abbraccio scoppiando in lacrime.

  • Sei un vero cretino lo sai ? Ho sempre detto che hai un solo neurone funzionante e mi sbagliavo non funziona neanche quello ! – dico io tra un singhiozzo e l’altro.

  • Forse è il caso di portarlo a casa, io abito qui vicino prendo la macchina e vi accompagno io – interviene improvvisamente Davide.

Alzo gli occhi per guardarlo ma non faccio in tempo, lui si è già voltato per andare… Lui è sempre stato qui, a vedere… cavolo !
 
Dopo all’incirca mezz’ora sento suonare il clacson di una macchina, mi volto verso la strada e vedo Davide dentro una punto bianca. Mi faccio aiutare da Step per portare Nico in macchina; come se non bastasse ora mi tocca un viaggio insieme a Nico e Davide, non che mi imbarazzi ma date le circostanze non mi sembra una delle cose migliori…
Allo  stereo parte Tu sei lei di Ligabue. Non ci credo, anche qui ! Nico si gira verso di me e mi sorride mostrando i denti ancora sporchi di sangue. Divento tutta rossa in volto e giro la testa verso il finestrino per non guardarlo. Mi fa male ascoltare questa canzone e quasi mi viene da piangere ma non voglio dargli questa soddisfazione quindi trattengo le lacrime e tiro fuori la faccia con l’aria più sostenuta che riesco a fare, cercando di essere il più credibile possibile !
***
Finalmente siamo arrivati a casa di Nico. Prendo il suo giacchetto e cerco le chiavi del cancelletto per entrare nel suo giardino così possiamo parcheggiare dentro facendogli fare meno strada possibile…
Sono io la prima ad entrare in casa e Monica, la mamma di Nico ancora non sa nulla dell’accaduto…
Sento qualcuno scendere dal piano di sopra. Nico ha una casa bellissima: su tre livelli con giardino e piscina… Meravigliosa !

  • O mio Dio ma che ti è successo tesoro ?-  chiede preoccupatissima Monica.

  • Il deficiente ha fatto a botte con uno del quarto due volte più grande di lui ! – intervengo io

  • Cosa ? E perché scusa ? – risponde lei.

Nico mi guarda ma rimaniamo tutti in silenzio. Quello sguardo mi ha detto tutto… I suoi occhi mi dicevano  ero geloso di te okay ? e i mie rispondevano okay.
 Lo portiamo nel salone e gli medichiamo le ferite. Ora sta bene, è al sicuro ma non voglio comunque lasciarlo. Voglio restare con lui.
Ora è sdraiato sul divano con del ghiaccio sulla faccia mentre la mamma, che è infermiera, gli prepara la crema da mettere sulle contusioni; io invece sono inginocchiata per terra accanto a lui e gli stringo la mano, poggio la testa sul suo braccio e sento la stanchezza che mi entra dentro mentre l’adrenalina se ne va… Cado nel sonno.
***
Una mano si poggia e mi alzo di scatto, mi giro e vedo la mamma di Nico.

  • Tesoro ora puoi tornare a casa, grazie per quello che hai fatto e ringrazia anche il tuo amico okay ? Ah …. E tranquilla, ho avvertito io i tuoi che stavi qui, gli ho detto che appena avevamo sistemato tutto tornavi a casa. Salutameli – dice Monica sorridendo, quasi come non fosse successo nulla, ma infondo chissà quanti ragazzi così avrà medicato.

  • Aspetta, Davide è ancora qui ? –

  • Si, è fuori in giardino… Ti sta aspettando, vai ! E buonanotte Cate –

Mi ha davvero aspettata ? Okay… Sono due le opzioni: o è uno stolker o è il ragazzo perfetto ed io non lo merito…
Mi avvicino a lui.

  • Ehy, la mamma di Nico ti ringrazia tantissimo e… anch’io. Grazie di essere rimasto, non eri tenuto a farlo-

  • Volevo farlo, non sono il tipo che si tira indietro davanti alle difficoltà- risponde lui con un’aria davvero molto seria.

  • Mmm… Scusa, sono molto stanca. Torno a casa…- dico io sbadigliando.

  • Aspetta…-  dice afferrandomi un braccio. – Abiti qui vicino giusto ? Ti accompagno io a piedi, non mi va che vai da sola –

Sento che sto diventando tutta rossa in volto, sorrido e annuisco con la testa.
Per tutto il tragitto non parliamo, ogni tano mi butta un’occhiata ed io altrettanto.
Arrivati sotto casa mia, mi sorride e dice:

  • Beh, non era proprio la serata che mi aspettavo però va bene così-

  • Mi dispiace di come sia andata, mi dispiace di non essere stata molto con te ma… -

  • Ehy, tranquilla. Facciamo che mi devi un’altra uscita e siamo pari che ne dici ? –

  • Dico che mi sembra giusto – concludo io sorridendo.

Allora sento le sue mani sui mie fianchi e mi avvicina a sé per darmi un bacio sulla fronte. Restiamo così per un po’, poi lui si allontana dicendo che è ora di andare ma io rimango ad occhi chiusi… Quando li riapro vedo che sta già in cammino per allontanarsi da me.

  • Buonanotte, romana – dice infine, mentre se ne va.

***
Mi butto nel letto, prendo il telefono in mano per chiamare Ni… Ah giusto, non posso chiamare Nina e raccontarle, non più ormai. Ecco che di nuovo un senso di solitudine mi pervade e mi fa scoppiare in lacrime… Mi manca, mi manca tantissimo…

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