Music can say more than one milion of words

di hideyourface
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The past, part 1 - my guitar demon ***
Capitolo 2: *** flipper ***
Capitolo 3: *** Hurt me when I’m want your love ***
Capitolo 4: *** 4 - the past, part 2 - Give me a beer ***
Capitolo 5: *** Doubt ***
Capitolo 6: *** Rain ***
Capitolo 7: *** Pain of Love ***
Capitolo 8: *** Fear of the true ***



Capitolo 1
*** The past, part 1 - my guitar demon ***


Buonaseraaa!
Posto qui la mia prima fanfiction sugli X japan, nonchè la mia prima, ovviamente, hidexyoshiki...so che può sembrare strano, ma con questa fanfic spero anche in parte di eliminare quell'alone malinonico che c'è sempre attorno a hide, quella cosa che fa dire a tutte le persone, quando parlo di lui, cose tipo
"oh, hide ç_ç" oppure
"oh, si, peccato per la sua morte"
Voglio chiedervi, per favore, di non pensare solo alla sua morte quando pensate a lui, ma di pensare soprattutto alla persona che è stata prima, alla vita che ha donato a tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui, dai membri del suo gruppo a chiunque abbia amato la sua musica.
E' questo che cerco di fare con questa fanfiction, oltre ovviamente esternare uno sclero mentale di questa povera pazza che stravede per lo yaoi, spece se applicato a due esepmlari di esser jrockosi, che spero che voi gradirete!

DISCLAIMER
: i personaggi di questo testo non mi appartengono in quanto appartengono a loro stessi, e con questo scritto non intendo ne danneggiarli ne tantomeno avere guadagni personali, si tratta semplicemente di un racconto nato dalla pura fantasia, ogni fatto e persona citati non sono realmente accaduti (anche se io spero di si XD.)
Vi lascio alla fanfic!


Estate 1995

 

 

Sono passati ben tredici anni da quando io e Toshimitsu abbiamo dato luce agli X Japan. Il sogno di tredici anni fa.

Ma in realtà sono solo sette anni che è diventato realtà.

Sette è considerato da molti un numero perfetto.

Io non credo in queste cose futili, è da sciocchi superstiziosi.

Però sette anni fa ti conobbi.

 

 

Autunno 1986

In un locale live dove Toshi si era rifiutato categoricamente di entrare. E come dargli torto?

Sembrava uscito da un film poliziesco americano, uno di quei locali dove persino le forze dell’ordine si rifiutano di entrare se non in gruppi numerosi, molto numerosi. E non si poteva dar torto neanche a loro.

La puzza di fumo -non saprei dire se di sigarette o altro- arrivava fin da fuori, accompagnata dal frastuono indistinto di molte voci riunite in un unico punto mixate a una musica ad alto volume.

Mi avevano detto che non  frequentava  buone compagnie, ma avevo sperato fossero solo impressioni un po’ pessimistiche.

Mentre mi apprestavo ad entrare, venni appena urtato da un armadio a quattro ante travestito da quella che potrebbe essere la parodia di un metallaro americano.

E così, già capisco come mai era lì. Quelli come noi, così diversi dalla massa, così fuori dagli schemi e dalle regole, non sono i benvenuti in una società rigida. Specie in quella del Giappone degli anni ottanta, ancora così isolato rispetto al resto del mondo, spaccato fra le persone normali, sane di mente, rispettabili e “giuste”, e chi prova, dimenandosi, a dare libertà a ciò che è, a ciò che sente.

E’ in quell’istante che capisco che lui era  adatto.

Entro nella sala live e subito dopo mi blocco nuovamente. Il frastuono è molto, la temperatura scaldata da una moltitudine di corpi -non uno di loro che non abbia un alcolico o una sigaretta in mano-, ammassati verso il palco.

Ed è sul palco che il mio sguardo si posa subito. Eccoli li, i Saver tiger.

Suonano, e neanche troppo bene. Non è difficile scorgere le diverse  lattine appoggiare agli amplificatori. Un gruppo che ha il coraggio di ubriacarsi durante un live. Una cosa insolita e sconcertante.

Ed era questo che rovinava la qualità della musica.
I membri, che magari sapevano suonare anche bene, erano tutti completamente fuori tempo, al batterista cadevano le bacchette di continuo, al secondo chitarrista scivolavano le mani sulla tastiera della chitarra. Ma non importava a nessuno, in quel posto scadente, alle persone interessava solamente che ci fosse casino a sufficienza.

Non avevano bassista. Chissà che fine aveva fatto.

Una sola persona sembrava fare ciò che doveva seriamente, ed era per quella persona, che quella sera mi ero spinto fin là (eh, povero angelo che si sporca le manine fra i comuni mortali <__< ndA).

Aveva dei capelli lunghi, cotonati verso l’alto, sbiondati e in parte ritinti di rosso. Non passava certo inosservato.

Tra palco e pubblico non c’era alcuna separazione, le braccia del pubblico più vicino potevano tranquillamente afferrare le gambe di qualche artista che si fosse avvicinato troppo.

Mi guadagnai a gomitate un posto davanti a lui. Posto che dovetti comunque continuare a difendere da una coppietta punk che minacciava di uccidermi.

-Ragazzino, levati dalle p*lle! Come osi metterti davanti ad Hideto?- mi strillò lei nelle orecchie, prendendomi a pugni con una mano stretta da un guanto borchiato.

-E piantala! Non mi fai sentire niente!- strillai, ma il frastuono era così forte che sentii a malapena la mia voce.

-Ridacci il posto!- continuarono, tempestandomi la schiena di pugni.

-Zitti!- fu la risposta, mentre cercavo di liberarmi di quei due.

-Se non ti sposti ti brucio!- mi minacciò allora lui brandendo una sigaretta accesa.

Successe tutto in un attimo

Li vidi ripararsi il viso con le mani, le sigarette spegnersi. Mi voltai, trovandomi di fronte due anfibi neri. Alzai lo sguardo e scoppiai a ridere.

Ma cos’era, un anarchico? Faceva solo ciò che voleva, quando voleva?

Hideto che aveva smesso di suonare e stava versando tutto il contenuto di una birra addosso ai malcapitati. Hideto che rideva come se fosse la cosa più divertente del mondo.

-Non si minacciano i bei ragazzi, idioti!- Gridò lui gettando in faccia al ragazzo la lattina vuota.

Parlava un giapponese molto veloce, appena strascicato nelle vocali finali. Si mangiava un po’ le parole.

Fu la prima volta che lo sentii parlare.

Mi era venuto in aiuto come, anche se ancora non lo sapevamo, avrebbe fatto molte volte negli anni futuri.

Il suo intervento tempestivo parve risolvere la questione. A quanto pareva, il chitarrista godeva di un certo carisma e rispetto anche fra quella gentaglia, cosa che non sapevo se dovesse farmi preoccupare o no.

Suonava meravigliosamente. Mi incantai a guardare la sua chitarra, le sue dita che vi scorrevano sopra con naturalezza e velocità, quasi fosse nato con la chitarra in mano, come un dio del rock. E lui lo era, come lo è adesso, un dio del rock. Le sue note gridavano di cose mai sentite prima, e, se si trovava la forza di guardarlo in faccia, era anche peggio.

Un demone, un demone della musica. E capii subito che lui, come me, era innamorato fortemente della musica stessa. I suoi occhi erano di fuoco, il suo corpo era in continuo movimento, si agitava, scuoteva la testa nel turbinio dei suoi lunghi capelli, si avvicinava al pubblico, e poi si allontanava dispettosamente, negandosi dopo essersi offerto, saltava, si avvicinava al cantante, in un disperato tentativo di mostrare al mondo la sua energia. E poi ogni tanto si fermava, mi guardava con i suoi occhi scuri e mi sorrideva, divertito all’espressione -probabilmente beota e ammirata-, che gli volgevo, del tutto incurante che la ragazza punk di prima, per vendicarsi, appena Hideto si girava mi mollava un calcio o un pugno.

Sarei tornato a casa pieno di lividi, ma ne era valsa la pena.

Ricordo ancora quella canzone, che tu cantasti quando il tuo vocalist, sotto preda dell’alcool, si addormentò sul palco.

Si chiamava Dead angle. La cantasti e la suonasti con la tua chitarra, solo sul palco assieme ad un batterista non più in grado di darti tempo, l’attenzione di tutta quella gente scalmanata solo su di te. E in quel momento desiderai ardentemente di essere il tuo ritmo per la prima volta.



Ecco il primo capitolo. COme avrete capito il POV era di Yoshiki. Si tratta sostanzialmente di un flashback...voglio solamente dirvi una cosa: i Saber tiger non sono come li ho dipinti, almeno credo, ma visto che è risaputo che hidechan frequentava delle persone discutibili, mi veniva utile tracciarli così! XD
ad ogni modo a me piacciono e li consiglio. Fra l'altro, la canzone che ho citato, dead angle, esiste davvero ed è davvero una loro canzone che loro fecero live nel 1986, lo so per certo perchè ce l'ho XD
Spero vi vada di commentare, mi fareste felice!

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Capitolo 2
*** flipper ***


Capitolo 2: Flipper

Capitolo 2: Flipper

 

---hide---

 

Credo che sarà l’estate più calda di tutta la mia vita. E siamo solamente a giugno. Fa così caldo che neanche i capelli vogliono saperne di stare su, in una piega decente. Sembra che si sciolgano pure loro. Proprio come me.

La Sevenstars che sto fumando pigramente, si consuma lentamente tra le mie dita, e quella piccola brace rossa mi sembra la cosa più interessante della terra. A tanto è giunto il mio livello di noia.

-Attento a non consumarti anche tu, hide-chan.- Una sensazione di fresco sulla guancia mi riporta nel mondo dei viventi.

-Yo…certo che non mi consumo, mica divento vecchio come te…- rispondo, pigramente, arraffando la bibita che mi offre prima di sedersi accanto a me.

In questo dannato studio di registrazione non mi fanno fumare, dentro.
Yoshiki mi toglie di mano la bottiglietta e ne beve qualche sorso anche lui.

-Non sono tuo nonno, scemo.- borbotta poco dopo.

-Eppure un po’ lo sembri…un nonnino isterico e bisbetico che non vuole accettare il fatto di essere invecchiato precocemente.- lo prendo in giro.

E’ più forte di me, mi piace vedere quando fa il puntiglioso, imbronciandosi. Anche se lo sa che sto scherzando. In fondo ci conosciamo da parecchio tempo, anche se non al livello di lui e toshi.

-Spiritoso.- risponde sarcastico lui, infilandosi i suoi soliti occhiali da sole neri. Adesso sembra davvero un boss mafioso.

-Chi sta registrando ora?- domando, così, tanto per parlare di qualcosa.

- Toshi.- risponde lui. Rigiro una sigaretta fra le mani, per poi portarla alla bocca e aspirare. Il fumo caldo mi scende fin nei polmoni, bruciandomi anche dentro. Fa davvero caldo.

- Allora ne avremo per un po’.- commento. Sbuffo annoiato. Mi viene in mente un’idea.

-Potremmo andare a berci qualcosa di decente al bar qui vicino.-

-Potremmo, ma non lo faremo.- ehh? E perché no? Avevo così voglia di una birra fresca che mi spegnesse la caluria…perché viviamo in Giappone? Voglio un deumidificatore gigante, in modo da asciugare tutto il mare.

Così, anche per andare oltremare potremmo prendere l’auto o il treno, e Toshimitsu non diventerebbe isterico come una ragazzina alla sua prima volta. Non gli piacciono gli aerei. E tutta questa umidità non ci sarebbe.

-Ti ricordo che stiamo lavorando, hide-chan.- risponde lui. -Anche se a stare vicino a te, non si direbbe mai.-

- No, veramente è Toshi che sta lavorando.- preciso io. Non vedo perché dovremmo star qui ad aspettare quella checca isterica. Può cantare anche da solo. E Art of life non è proprio una canzone corta, da registrare. Maledetto Yoshiki, lui e le sue manie, mettersi a comporre una canzone di quasi trenta minuti.

-Siamo un gruppo, si sta assieme…andremo al bar dopo.- risponde lui, il tono che non ammette repliche.

-Ma Yo-chan…- tento l’ultima carta, speranzoso, buttando lontano la sigaretta ormai finita e mettendo il broncio.

-Niente ma. Non fare il bambino, hide-chan.- la discussione era chiusa. In fondo, ha ragione lui. Non è giusto, se siamo un gruppo unito, dovremmo andare a festeggiare assieme.

Sarà più divertente andare a bere tutti assieme, proprio perché saremo tutti insieme. Come uno di quei gruppi che fanno tutte le cose uniti, che non si perdono mai di vista, che non si sciolgono mai.

O forse Yoshiki dice così solo perché sa che a Toshi darebbe fastidio esser lasciato li da solo.

Si conoscono da così tanti anni, che mi chiedo come abbiano fatto a sopportarsi fino ad adesso, due tizi come loro.

Ad ogni modo, non mi resta che aspettare ancora. Almeno, dentro c’è l’aria condizionata.

Appena entriamo, infatti, sento un fresco ristoratore invadermi fin nelle ossa, e mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo, socchiudendo gli occhi.

E nell’istante in cui li riapro, vedo che si è fermato, e mi guarda con un’espressione totalmente ebete. Come la prima volta che l’ho visto, ma forse, se possibile, anche più ebete.

-ehi…sono hide-chan, presente? Ti è venuta meno la memoria, nonnino?- domando, sventolandogli una mano sul viso.

-Smettila, hide-chan…poi si arrabbia e se la prende con noi.- Pata. Quest’uomo è un gatto anche nei movimenti. Non l’avevo sentito arrivare.

-Ziettooo!- esclamo, abbracciandolo. Lui non fa una piega. Con l’arrivo dell’estate, sembra ancora più pigro di prima. Un gatto sornione. E se è il mio zietto, forse sono una sottospecie di gatto anche io. Un gatto delle nevi forse, o un cucciolo giocherellone.

-Tu dopo ci vieni con noi a bere, vero, Patty?- domando, allegramente. Lui annuisce appena.

-Ovviamente si, che domande assurde, hide-chan.-  e figurarsi. Se nel gruppo c’è qualcuno più ubriacone di me, anche se non sembra, è Pata. Per questo andiamo sempre a bere assieme.

-Bravo, Tomoaki, lo sapevo che si poteva fare affidamento su di te.-

-Allora io chiedo anche a Heath.- conclude Yoshiki.

-Aspetta, ti devo parlare.- gli dice Tomoaki liberandosi del mio abbraccio e seguendo il Leader.

-Siete cattivi, mi lasciate qui ad aspettare!- Mi lamento, urlandogli dietro, ma hanno già girato l’angolo del corridoio.

Per conto mio mi dirigo nella saletta, dove mi accorgo subito che c’è Hiroshi che sta dormendo.

Potrei fare uno scherzo al piccolo Heath, così, per passare il tempo.

Sorrido divertito, perché no? Non è giusto che lui dorma mentre io mi annoio.

Mi avvicino a lui, la bottiglietta della bibita aperta…

 

 

 

---yoshiki---

 

Tomoaki mi guida verso il bagno.

-Ehi, che c’è, vuoi che ti tengo la manina mentre fai pipì?- domando ironico.

-Non fare finta di non intendere. Guarda che ho capito tutto.-  ……..ah.

-Sai, forse dovrei cominciare a chiamarti zietto anche io.-

-Solo se poi io posso chiamarti nonno.- sorrido mestamente.

-Allora meglio di no.- cala un attimo di silenzio imbarazzato. Credo che Tomoaki stia aspettando una mia reazione. Così gli faccio la domanda che mi frulla per la testa da quando mi ha detto che se n’è accorto.

-Come l’hai capito?- Domando, tenendomi sul vago. Potrei anche aver frainteso, dopotutto.

-Da come lo guardi, da come lo tratti. Bastava vederti prima, ti eri imbambolato li a guardarlo come se ti fossi trovato davanti un essere sovrannaturale. E sinceramente, Yoshiki…non credo che tu abbia molte possibilità.- Bhè, non c’era bisogno che me lo dicesse lui. Lo sapevo già.

-Me ne sono accorto, sai, di essere un uomo.- specificai per lui.

-Già. E a hide piacciono le donne. Direi che si vede anche fin troppo bene.- continuò lui. No, non avevo frainteso. Aveva capito tutto per bene. E bravo Pata.

-Gli altri lo sanno?- domandai, teso. Se anche gli altri lo sapevano…non avrebbe avuto la forza di guardarli in faccia con tanta semplicità.

-Non credo. Ma Toshi sospetta qualcosa, anche se sembra ancora abbastanza convinto che tu  possa andare dietro a degli uomini…ti conosce da molto, lo sai bene. Forse dovresti dirglielo.-

Come no, dirlo a Toshi. Con che faccia potrei farlo? Mi vergogno già abbastanza per ciò che provo nei confronti di Hideto, figurarsi parlarne al mio migliore amico, conoscendolo mi potrebbe anche togliere il saluto per settimane.

Tomoaki sembra leggere nei miei occhi tutti i miei pensieri, e sospira.

-Tranquillo, ci penso io a coprirti. E’ la prima volta con un…-

-uomo?- lo interrompo io.

-Si, è la prima volta che mi capita. Sono confuso, sconcertato e preoccupato per me stesso.- Sento la sua mano poggiarsi tranquillamente sulla mia spalla.

-Stai calmo…potrebbe anche solo essere una fase passeggera…sei confuso, ultimamente abbiamo lavorato così tanto che di tempo da dedicare al cuore ne abbiamo avuto poco. Vedrai che passerà. E se nel frattempo hai bisogno di parlare, bhè, potrò adempiere ai miei doveri di zio Pata.- mi sorride gentilmente. E’ un vero amico, Pata. Sembra così chiuso, silenzioso e introverso, ma in realtà è solo un timido osservatore e un amico leale.

-Più che uno zio, sembri un vecchio saggio eremita.-

Sorrido calorosamente, per convincerlo che magari ha ragione lui.

Non ho il coraggio di dirgli che è da quasi cinque anni che sono perso. Perso dietro a hide, al mio piccolo hide-chan.

 

 

-E così questo sarebbe un Flipper? Non ne avevo mai visto uno- mi dice il rosso, dopo avermi trascinato a vedere “quella strana macchinetta all’angolo del bar”, come l’ha chiamata lui.

-Stai delirando, non ci credo che tu non sappia cos’è un flipper.- gli rispondo, ma so già che tanto è impossibile farlo ragionare. E meno male che aveva promesso che avrebbe bevuto poco.

Promesse da marinaio, tipiche di hide. Eppure mi sembra di esser  l’unico ancora sobrio qui.

Pata ha preso una chitarra appesa al muro e si è messo a suonare canzoni countrie americane, Toshimitsu ride come una ragazzina, Hiroshi si è messo a provarci con delle ragazze, che sicuramente lo molleranno li solo come un cane prima delle dieci di sera, e manca solamente una ventina di minuti all’ora X.

E questo qui viene a dirmi che non ha mai visto un flipper in vita sua.

-Mi fai fare una partita?- Mi chiede, il che vuol dire una sola cosa: prestami le monete per giocare.
Sospiro rassegnato. Quando gli prende la sbornia infantile, chi lo ferma più questo qui.

-Tò.- gli lascio una moneta da cento yen in mano, e quello, gioendo felice, dopo un paio di tentativi riesce a infilarla nell’apposita apertura.

Il giochino si attiva con un rumorino metallico mentre hide, con aria assorta, si appresta a giocare.

Lancia la prima pallina e, senza muovere un solo dito, la lascia cadere.

Si crea un attimo di silenzio. Lui si volta lentamente verso di me, che lo guardo un po’ sconcertato. Non ha fatto neanche mezzo punto.

-E’ tutto qui?...che gioco noioso…- mi commenta poi, facendomi scoppiare a ridere.

Gli devo anche spiegare come funziona.

E nonostante l’effetto dell’alcool, devo dire che se la cava piuttosto bene -una volta capito il funzionamento del flipper, intendo-. Io non sarei capace di mantenere così a lungo una sola pallina.

Ma quello in cui mi perdo ora è quel suo sguardo impegnato, come stesse affrontando un momento cruciale della sua vita. E’ il bello di quando è ubriaco, poterlo guardare quanto voglio senza farmi problemi.

Mi sento un poco come quella pallina, sbattuta da lui a destra e sinistra, che cerca invano di raggiungere un meta sicura, senza però che lui mi lasci stare un solo secondo, tormentandomi, rilanciandomi lontano.

Quando si parla di hide, non mi sembra di essere me stesso. Tutto il mio carattere forte svanisce e divento un gioco nelle sue mani, un semplice gioco di cui si scorderà una volta che avrà trovato una ragazza con cui uscire, e che verrà relegato nella soffitta dei ricordi più belli. Rilanciato lontano, insomma.

Proprio come quel flipper che dice di non aver mai visto fino ad ora.

 

 

Continue….

 

 

 

NOTA DELL’AUTRICE:

 

Ecco qui il secondo capitolo. E’ un po’ più lungo e sostanzioso del primo, e sinceramente non mi dispiace. E’ la prima volta che mi immedesimo in hide per una fan fiction, ed è venuto fuori forse un po’ infantile, ma vi assicuro che è solo una parte dell’hide che voglio raccontarvi, e forse si capisce dal cambiamento di carattere che ha avuto rispetto al primo capitolo, perché penso che il suo modo di essere, così come quello di tutti, vari a seconda delle situazioni e cambi col tempo…così come è solo una parte quel nonno Yoshiki un po’ malinconico che vi ho mostrato ora XD…

Da questo capitolo si iniziano ad intravedere alcuni caratteri che voglio dare a questa fan fiction.

Il fatto che Pata dica a Yoshiki di avere poche possibilità, in quanto uomo, per esemio: ho notato che in moltissime fan fiction yaoi, accade una cosa decisamente irreale, ovvero che uno si innamora dell’altro, l’altro ricambia, e vissero tutti felici e contenti. Credo che nella realtà non sia sempre così…ci si tormenta, ci si chiede se si prova davvero ciò che si prova, passa del tempo prima di accettarsi, o almeno, io la vedo così…vorrei che questi miei personaggi maturassero lungo il corso della mia fic, anche perché in fondo si tratta ancora di ragazzi, di giovani adulti.

Ancora un paio di precisazioni direi che ve le devo.

Forse quelli più attenti di voi l’avranno già capito, quando hide ha detto che stanno registrando Art of life. Si tratta del quarto album degli X Japan, composto da un’unica canzone, Art of life, appunto, che dura all’incirca trenta minuti.

L’album esce il primo luglio del 1993, un periodo in cui gli  X japan hanno ancora una parte visiva abbastanza visual kei. Taiji ha lasciato il gruppo da circa un anno e al suo posto è arrivato Heath. Non so se Taiji comparirà in questa storia, ma una credo di si, almeno nella parte riguardante il passato.

Voglio inoltre scrivere i veri nomi dei membri, in modo che non facciate confusione quando li uso:

-Yoshiki: Yoshiki Hayashi

-hide: Hideto Matsumoto

-Toshi: Toshimitsu Deyama

-Pata: Tomoaki Ishizuka (un cognome quanto più adatto a lui, in quanto Shizuka vuol dire tranquillo XD un giorno magari vi spiegherò anche come mai Tomoaki ha assunto il nomignolo di Pata.)

-Heath: Hiroshi Morie

-Taiji: Taiji Sawada

 

Infine, voglio anche rispondere al commento di AintAfraidToDie: lo so che fa male, ma credo che, come disse lo stesso Yoshiki a suo tempo, sia necessario accettare ciò che è successo, andare avanti pensando a ciò che è stato e vegliare con serenità su questo suo sonno eterno…XD come sono poetica oggi, mamma mia… ._.

Ad ogni modo, grazie del complimento, spero tu abbia apprezzato anche questo secondo capitolo!!

Ecco, finalmente ho finito questa luuunga nota…spero di non avervi annoiato…mi piacerebbe, magari non in tutti i capitoli, o forse si, raccontarvi curiosità che saltano fuori durante la storia, o spiegarvi il perché di certe scelte che faccio nello scriverla…voi potete anche picchiarmi  se volete XD

Al prossimo capitolo che, vi dico già, vi mostrerà una nuova parte di hide che molti tendono a far finta che non sia mai esistita XD

Ringrazio anche hizumichan, che ha commentato a sua volta ^_^

Spero che questo capitolo vi piaccia ancora, e se altra gente vuole commentare, è la benvenuta!

 

 

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Capitolo 3
*** Hurt me when I’m want your love ***


Capitolo 3: Hurt by you

Capitolo 3: Hurt me when I’m want your love

 

Eccomi qua con il terzo capitolo! A quanto pare, anche se non mi aspettavo certo questo, mi riesce meglio identificarmi in Yoshiki piuttosto che in hide-sama…sarà che venero troppo il chitarrista? XD Ad ogni modo, anche questa volta il nostro batterista racconterà la sua parte di storia.

Vi lascio alla lettura…enjoy!!

 

---hide---

 

La giostra ha ripreso a girare! E’ un turbinio di emozioni che non si ferma, quel miscuglio di colori che tanto mi piace, colori che i comuni occhi umani sono soliti non vedere, tanto più che la mattina dopo non ti ricordi come siano fatti, ma solamente di quanto siano belli, e già non vedi l’ora di provare nuovamente a cercarli.

In questo momento, tutto ciò che vedo è distorto da un colore così simile all’oro.

Sento che sto ridendo. C’è qualcuno che ride con me. Dopo un più attento esame mi rendo conto che sono anche i miei compagni i gruppo. Oh, quanto gli voglio bene…se non ci fossero stati loro ora sarei a controllare il funzionamento della tinta schiarente per qualche signora di mezza età che si crede un’adolescente.

Ah, quando bevo persino il mio cervello diventa logorroico.

-Ragazzi, voglio brindare a tutti voi…datemi un altro di quei cosi li, quelli buoni..-

-Non hai bevuto abbastanza, hide?- mi domanda uno di loro.

-Non dire sciocchezze, Toshi.- scuoto la testa violentemente e quel semplice gesto mi porta a mescolare tutti i mobili della stanza.

-Sono Yoshiki, hide-chan.- ah, già. Bhè, dettagli.

-Andiamo, ti porto a casa..- eeeeh? Ma perché, qui ci stiamo divertendo…

-No, io non voglio, ti prego, restiamo ancora un pochino…- lo supplico, ma lui mi sta già sorreggendo fino all’uscita. Le sue mani calde sui miei fianchi mi guidano così dolcemente…è sempre stato così dolce, ma solo con ciò che voleva lui…la sua batteria, i membri del suo gruppo, il pianoforte…piano…forte…che nome buffo…

-Ma non aspettiamo gli altri?- domando inarcando un sopracciglio. E poi perché dobbiamo andare via? Ci stiamo divertendo, ci sono anche delle ragazze…

-No no, andiamo ora, che ti accompagno a casa.-

-Posso tornare anche da solo..- è sempre stato così dolce…ma a suo odo anche opprimente…

-No, non puoi…- perché ha questo tono così freddo? Mi fa innervosire quando fa così.

-ok…- il mondo attorno a me ha abbandonato lo scintillio dorato e comincia a tingersi di un rosso acceso. Lentamente, così lentamente…l’uomo dorato mi abbandona con facilità sorprendente…

Il viaggio in macchina dura poco e tanto allo stesso tempo, e quando guardo l’orologio sul cruscotto nero, mi accorgo che l’ora è molto più tarda di quanto credessi. Ecco il perché di quel bagliore rosato all’orizzonte. Quasi non mi ricordavo che esistesse…

-Guarda, Yo, l’alba.- canticchio sommessamente qualche parola di una canzone che in realtà non conosco.

-Già…è tardi. Domani sembreremo tutti degli zombie.- risponde lui, frenando nel parcheggio sotto casa mia. La sua voce secca è dannatamente irritante. Non capisco perché fa così, è una persona strana.

-Si può sapere che hai?- domando, e dalla smorfia della sua faccia intuisco vagamente di aver parlato a voce molto alta. La giostra gira più velocemente mentre saliamo le scale. Pensa forse che non possa fare neanche quelle, da solo? Non si fida di  me? O è solo premuroso?

Premuroso, che brava persona…

-Io ti voglio bene, Yo-chan…- e, per dargliene prova, lo abbraccio stretto, schioccandogli un bacio sulla guancia, o almeno credo, più o meno l’ho centrata.

-Non mi piace quando bevi così tanto, baka. Dove hai le chiavi?- parla velocemente, sembra che lo faccia apposta per mandarmi in confusione. Quando realizzo finalmente cosa mi ha chiesto, e dove effettivamente abbia le chiavi, le tiro fuori dalla tasca.

Lui me le strappa di mano, infilandole nella serratura che scatta con un rumore metallico.

-E staccati. Non fare il bambino.- ma perché? E io che dimostro alle persone il mio affetto…

-Non sono un bambino, so quello che faccio.- rispondo, secco, entrando in casa. Tutto gira così velocemente che il suo sguardo sarcastico mi raggiunge alla velocità della luce, trapassandomi da parte a parte, e la mano si fa stretta nel giro di un secondo. Lo guardo con odio, ho una voglia matta di prenderlo e sbatterlo al muro, con tutta la forza di cui sono capace, per dimostrargli che non è bene non accettare il mio affetto..

Quello stupido, insensibile.

Un istante dopo tutto è rosso, vivo, pulsante.

Il rumore della porta chiusa mi trapana le orecchie. Dovrei comprare una porta più silenziosa, proprio si, e un tavolo che non si rompa al solo guardarlo. E poi guarda, non sapevo che questo corridoio si muovesse. 

E’ solo quando raggiungo il letto che tutto il rosso svanisce.

Al suo posto, un deprimente viola prugna che mi culla a destra e sinistra, dolcemente. Solo la mano destra rimane un poco rossa e formicolante, assieme un qualcosa dentro di me che si chiede se c’è qualcosa di sbagliato, e al mal di testa che inizia a montare furiosamente e non svanisce con le lacrime.

 

---yoshiki---

 

 

-AAAAAAAAAH!- La…la mia faccia…il mio bel visino….

-Io lo ammazzerò un giorno di questi!- Esclamo, guardandomi allo specchio con orrore. Una brutta macchia violacea che circonda il mio occhio sinistro, facendomi somigliare a qualcosa di simile ad un panda scolorito.

-Io lo uccido! Lo trito, lo mangio vivo! Mi ha fatto l’occhio nero!- provo a muovere la palpebra e un dolore piuttosto forte mi colpisce l’occhio. Eppure so già che non potrei mai desiderare di ucciderlo.

Anche se mi prende a pugni. Dopo tutto, è quella parte imprevedibile di hide-chan che la prima volta che lo vidi era così libera ed evidente. Anche se ora in un certo senso è più posato, non ha mai abbandonato quella parte di se così movimentata, imprevedibile e, a quanto è facile vedere, anche violenta.

Eppure non è che una piccola parte di lui. 

Anche oggi fa davvero caldo. Ed è ora di uscire perché dovrò andare a svegliarlo e portarlo nuovamente in studio. Ieri la sua macchina è rimasta là.

Mi tocca pure fargli da autista, insomma. Mi guardo allo specchio.

Mi sento così tremendamente idiota. Forse dovrei smetterla di rifiutare le donne. Una cotta è permanente solo se una persona lo vuole, ma nel mio caso, è inutile andare avanti così. Come dice Tomoaki, non ho speranze di uscirne bene.

 

Suono il campanello diverse volte, prima che lui venga ad aprirmi.

-Smettila, ti prego, mi stai uccidendo!- esclama, spalancando la porta. Non si è cambiato, da ieri sera. Il viso è assonnato, i lunghi capelli tutti scompigliati, ma gli abiti sono gli stessi di ieri. Sospiro.

-Hide, non ti sei cambiato…- scuoto la testa, rassegnato.

-Parla piano, ho un mal di testa atroce…- si lagna lui, facendomi strada verso la cucina.

-Lo vedo e l’avevo immaginato. Per questo, pensando alla tua immensa stupidità, nella mia gentilezza ti ho portato un analgesico.- Sventolo la bustina davanti al suo volto e lui mi guarda pieno di riconoscenza…e poi sconcertato.

-Ma Yo…che hai fatto all’occhio?- e poi, senza darmi il tempo di rispondere:

-Sono stato io, vero?- domanda, pieno di preoccupazione e senso di colpa.

-Si ma non fa così tanto male, hide…- cerco di calmarlo. Mi siedo su una sedia di fronte al tavolo della cucina, cercando di ignorare il fatto che gli manchi una gamba e che lui non sembra essersene ancora accorto.

-Me lo fai un caffè?-

-Yo…io…mi spiace, non mi ricordo nulla di ieri sera…ti ho fatto altro male?- fa così tutte le volte. Beve, e poi il giorno dopo viene a cercarmi, chiedendomi se mi ha fatto qualcosa mentre non era in se, scusandosi. Ed è una delle cose che preferisco di lui, questa sua presa di coscienza.

Un hide così diverso da quello sotto l’effetto dell’alcool che quasi si potrebbe pensare che ne esistano due.

-Non ti preoccupare, mi hai conciato meno peggio di altre volte.-

-Non dire così…mi dispiace davvero…-

-Allora fammi questo caffè per farti perdonare, razza di chitarrista alcolizzato che non sei altro.-

-Dev’essere un requisito dei tuoi chitarristi, leader…-

-Si vede che mi piace avere problemi…-

-O che da bravo nonno ti preoccupi per la famiglia.-

-Smettila, o mi sentirò vecchio davvero. Dovresti portarmi più rispetto, sono più grande e sono il leader. E poi io non spacco le gambe del tavolo, a casa mia- indico con gli occhi la fonte del problema e lui segue il mio sguardo, per poi restare a bocca aperta.

-Forse  avrò bisogno di un nuovo tavolo.- mormora raccogliendo il pezzo di gamba che chissà come ieri sera è riuscito a spaccare.

-Credo anche io.- sospira a sua volta, il petto che si alza e poi si abbassa, e torna a versare caffè nella macchinetta.

-Ah, Yo?-

-Dimmi…-

-Io quel tipo di rispetto lo lascio per le persone a cui non tengo, leader.-

Oh hide, quanto ti sto odiando. Quando mi dici queste cose, ti odio, profondamente. Quasi ti preferisco da violento, perché così, non riesco mai a rassegnarmi. Non mi basta, il tuo affetto.

Vorrei potermi rassegnare davvero, e rinunciare a te una volta per tutte…

Si, è davvero il caso che smetta di rifiutare le donne.

 

continue…..

 

 

 

 

NdA: eccomi qua col terzo capitolo…a dir la verità era già pronto da un pochetto, ma solo ora sono riuscita a rifinirlo per benino…che riferimenti e cose devo dire a riguardo?

Bhè, che è stato complicato cercare di rendere hide ubriaco, e non credo di esserci davvero riuscita benissimo XD

E che piano piano voglio cercare di rendere questi personaggi sempre più umani e sempre meno “idoli”, spero di riuscirci per bene XD

Comunque, il fatto che hide-sama diventasse violento da ubriaco, ma che poi venisse a chiedergli scusa, è un fatto raccontato dallo stesso Yoshiki durante un’intervista, ed in fondo, ce lo vedo parecchio XD

Infine ringrazio chi ha commentato:

 

AintAfraidToDie: io voglio il tuo contatto msn, magnifica creatura OwO prima di tutto perché hai commentato questa, ma soprattutto perché hai avuto il coraggio di amare quella one shot su Kyo che ho scritto l’altro giorno!

E le tue aspettative non saranno deluse, perché stò per iniziare una nuova fic a due mani sui dir en grey…con la stessa ragazza con cui scrivo quella sui malice…anche se sarà la prima volta che mi sperimenterò davvero su di loro e forse non li conosco ancora a dovere, credo sarà una cosa abbastanza intrecciata tra i membri, anche se ancora dobbiamo stabilire bene tutto XD Spero che la leggerai *_* Ad ogni modo, non credo di abbandonare questa tanto presto XD

 

Ah, a proposito dei malice…domani posterò il nuovo capitolo della manaxkozi, e sono molto stimolata anche con quella dopo aver saputo che si sono rivisti, ma questo non ha nulla a che fare con questa fic, e magari ne parlerò proprio in quella XD

 

Quindi, a partire da domani, credo che saranno in arrivo aggiornamenti e novità da parte mia, anche perché ho in mente qualche one shot su membri di x japan, spread beaver, malice mizer e altri!

 

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Capitolo 4
*** 4 - the past, part 2 - Give me a beer ***


Capitolo quattro: the past, part 2 - Give me a beer

Eccomi quà!

Siete pronti per un altro sguardo al passato di queste meravigliose creature?

Ebbene si, anche questo capitolo, come il primo, è un flashback!

Ringrazio tanto Saru_chan che ha commentato e rispondo:  sono felice che ti piacciano le fic sugli X japan, anche se qui nemmeno c’è la sezione su di loro ç_ç

Ad ogni modo so che Yoshiki non è il più vecchio, il fatto che hide lo chiami nonno è puramente scherzoso, così come il fatto che chiami Pata “zio”. In fondo, hide sarà pure il più vecchio ma  non lo dimostra proprio XD E’ curioso, fra l’altro, che tu abbia precisato questa cosa, perché sarebbe saltata fuori proprio in questo capitolo!

Spero che tu voglia continuare a leggere XD

Ringrazio anche AintAfraidToDie per il sostegno **

 

Capitolo quattro: the past, part 2 - Give me a beer

 

---yoshiki---

 

-E tu sei un povero pazzo.- Toshi ce l’aveva sempre con me. Tra noi due era lui quello più posato e tranquillo, il bravo ragazzo, lo studente modello.

Diceva sempre di voler fare il medico,da adulto.

Anche adesso, mi stava facendo la ramanzina, cercando di mantenere la voce ad un livello il più naturale possibile.

-Ti dico che era un qualcosa di speciale.- risposi, convinto. Eravamo seduti ad un tavolo del solito bar vicino a casa sua,il pomeriggio seguente al concerto in quel tugurio. Si trattava di un bel bar dai colori caldi, le pareti dipinte di un giallo tenue, i tavoli e le sedie d’un rosso vivace

Ci andavamo sempre, fin da quando avevamo iniziato a frequentare lo stesso doposcuola, li vicino.

Io ci andavo perché ero costretto, al doposcuola, ma Toshimitsu ci andava volentieri, ed fu proprio grazie a questo contrasto nell’amore per lo studio, che eravamo diventati amici.

-E’ un teppista, che suona in un gruppo di teppisti, in un locale per teppisti.-

-oh, andiamo,non era poi così..-

-Yo, ti sei fatto menare da due punk, almeno non dirlo. Non dire che non era così male.- mi guardava fisso negli occhi, cercando di convincermi che ciò che pensava lui fosse l’unica soluzione plausibile. Sorrisi, compiaciuto. Un’abitudine che non avrebbe mai perso, quella di guardare le persone in quel modo.

-Te ne accorgerai con i tuoi occhi.- asserii, sorseggiando tranquillamente dal mio bicchiere.

-Che intendi dire?- domandò, guardandomi di sbieco.

-Che l’ho invitato qui.- gli andò un sorso d’acqua di traverso.

-Stai scherzando, Yo?- domandò, guardandomi preoccupato.

-no.- risposi tranquillo, indicando l’ingresso del bar: l’avevo appena visto entrare.

Indossava dei pantaloni neri molto attillati, e una camicia rossa di parecchie taglie più grande, che gli donava più l’aspetto di un poveraccio che di un promettente chitarrista. A completare il tutto, la chitarra, chiusa nella custodia, che sbucava appena dietro la sua spalla sinistra.

I lunghi capelli biondo-rossi, non più voluminosi come la sera prima, erano legati in una lunga coda di cavallo e ricadevano lisci sulla schiena.

Lo vidi guardarsi appena attorno prima di individuarmi. Sorrise, avvicinandosi a passi larghi.

-Salve.- disse, fermandosi al nostro tavolo. Non aggiunse nient’altro.

Toshi si era fatto piccolo piccolo, come se sperasse di non esser visto dall’altro, o di poter sparire nel nulla.

Calò un silenzio improvviso e imbarazzato.

-Il tuo amico è sordo, Yo?- Mi domandò, indicando Toshi con l’indice.

-No, non lo sono!- sbottò l’altro imbarazzato, mentre soffocavo una risata divertita. Chiunque riuscisse a far andare in palla Toshi, acquistava punti nei miei confronti.

-Oh, ma allora mi senti!.- esclamo Hideto sedendosi in parte al mio migliore amico, che sembrava tutt’altro che felice di questo.

-Si…ecco…piacere, Toshimitsu Deyama…-cercò di riprendersi  Toshi.

-Hideto Matsumoto.- rispose l’altro stringendo velocemente la mano che il mio migliore amico gli porgeva.

-Vuole ordinare, signora?- domandò una cameriera riluttante.

-Una birra!- fu la pronta risposta. Toshi lo guardava sconvolto, per poi guardare me. Potevo leggergli quasi nel pensiero. “Una birra! Nel primo pomeriggio! E contini a dire che non è un individuo discutibile?” sembrava volermi dire.

-Tanto, una birra me la devi no?- esclamò voltandosi verso di me. I capelli gli si agitarono pigri dietro le spalle.

-Io?- domandai, perplesso.

-Certo, la birra che ho usato ieri per te, non mi hai invitato qui per questo?- era davvero serio. Credeva davvero che l’avessi invitato per offrirgli una birra perché lui ne avevi sprecata una per me.

A Toshi sfuggì una risatina.

-Oh, ma allora anche tu ridi!- esclamò lui, stupito.

-Scusa la domanda, Matsumoto-san, ma tu quanti anni hai?- domandò Toshi al diretto interessato. Nella sua voce potevo chiaramente togliere quella nota di freddezza che riservava a tutti gli sconosciuti.

-Non chiamarmi col cognome, ti prego! Hide va più che bene! Ad ogni modo, quasi ventidue anni…- era già maggiorenne, era anche più grande me e Toshi…ancora una volta mi trovai a leggere nella testa di Toshi come un libro aperto. Non se lo aspettava minimamente.

-Capisco.- rispose Toshi, sempre più imbarazzato.

-Ad ogni modo non credo proprio che Yoshiki ti abbia chiamato per…pagarti una birra.- sentii gli occhi di entrambi addosso, in quel momento. Toshi nervoso, mi scrutava in attesa della mia prossima mossa, mentre l’altro era per lo più curioso e esaminava la mia espressione coi suoi occhi grandi, sorseggiando la sua birra.

-Volevo…ecco…ieri ti ho visto suonare.-

-Non che sia stato uno dei nostri live migliori…- fu la risposta, e non gli si poteva dare torto. Evitai comunque di fargli notare questo particolare.

-Devi sapere che io e il mio amico vogliamo mettere su un gruppo…di quelli seri, diciamo. Per sfondare, se possibile.-

-Vi auguro tanta fortuna.- Toshi guardava fuori dalla finestra. Percepivo il suo intenso desiderio di esser in un qualsiasi altro posto sulla faccia della terra. Nessuno dei due riusciva a capire in che modo pensava il chitarrista.

-Tu sei un bravo chitarrista, ti vorremmo con noi.- riuscii infine a dirgli.

Alzò lo sguardo puntando i suoi occhi nei miei.

-Oh…capisco. Ma io ho già un altro gruppo.- disse solamente.

Da quella semplice frase, avevo già capito.

Non voleva accettare.

 

 

Ecco la fine del quarto capitolino!!!

Come vi è sembrato? MI spiace doverlo postare di fretta. Se ci troverete errori è perché ho avuto poco tempo per riguardarlo…purtroppo domani parto per la sardegna dove mi aspettano i miei parenti e non so se potrò aggiornare, quindi, fino al 24 agosto…mi spiace darvi questa notizia, ma spero che aspetterete con pazienza XD

Vi avviso però che nel prossimo capitolo ci sarà una svolta nella tramaXD

 

 

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Capitolo 5
*** Doubt ***


Capitolo 5: Doubt

Note: Perdono, perdono davverooooo! >___<

So di essere in ritardo mostruoso e mi potrete picchiare quanto vorrete…ma sapete, questa settimana  è iniziata la scuola e tra compiti, chitarra, basso, gruppo e amici non ho avuto veramente tempo!!!

Cercherò di postare con più frequenza!!!

Passo ai ringraziamenti!

Grazie ad Aint che commenta sempre!

E a Saru_chan, alla quale dico che lasciare sconvolto il signor deya è cosa buona e giusta!! **

Vi lascio al capitolo, tutto su hide e che porta infatti il titolo di una delle sue prime canzoni da solista!!

In questo capitolo avrà un ruolo un po’ più importante anche Heath!

Buona lettura!!!

 

 

Capitolo 5: Doubt

 

-hide-

 

A volte vorrei essere un robot.

Un robot tutto giallo limone, con la testa rosso sangue e le mani rosa shocking, giusto perché dovrei essere comunque me stesso..ma pur sempre un robot, una piccola macchina senza capacità di pensare a ciò per cui non è programmato.

Un robot che suona. Una specie di menestrello futuristico, si può dire?

Una cosa creata per la musica al fine di fare musica stessa, una macchina melodica.

E la musica stessa dovrebbe essere il mio carburante, dovrebbe permettermi di andare avanti in eterno senza interruzioni.

Quando dissi queste cose a mia nonna, lei sorrise e mi rispose che era una cosa triste, che lei non mi aveva regalato quella gibson usata perché io diventassi una macchina che fa musica, ma una persona che trasforma in musica ciò che è. Che le persone erano capaci di fare cose straordinarie e di donare tanta felicità semplicemente esistendo. Che se io fossi stato semplicemente uno stupido marchingegno simile ad un carillon, la mia musica non sarebbe stata altrettanto bella.

E io pensai che in fondo non aveva tutti i torti. Perché gli esseri umani non donano solo immense gioie, ma anche strazianti dolori.

Quando presi coscienza di questo, decisi che la mia musica non sarebbe servita semplicemente per far gioire qualcuno, ma anche per lenire le sofferenze di chi stava male dentro, come era successo a me da bambino.

In fondo, era grazie a quello che avevo desiderato di suonare per la prima volta. Perché quando ero con la musica, tutti i dolori del mondo sbiadivano.

Nonostante tutto, continuo a fare del male a chi mi sta attorno. E’ la stupidità tipica degli esseri umani, e io sono per  nulla un campione di intelligenza.

Non so cosa Yo-chan abbia fatto o detto, ma di certo non si meritava quell’occhio nero.
Quante volte siamo andati a bere e abbiamo finito col fare a botte?

Scusarmi non basta, lo so, ma è l’unica cosa che posso fare.

Vorrei non essere così violento, vorrei potermi prendere cura delle persone che mi stanno accanto…mi chiedo come possa rendere gioia a tutte queste persone quando faccio del male anche al mio migliore amico.

Eppure lui non si arrabbia mai. Non mi dice mai niente. Anche adesso, potrebbe rinfacciarmi quello che gli ho fatto, e si limita a starmi seduto affianco e guidare l’auto verso lo studio.

Fa ancora più caldo di ieri.

-Yo-chan.-

-dimmi.- sospira.

-Niente.- sorride, divertito.

-Perché mi chiami allora?-

-Perché fa caldo.- rispondo accendendo una sigaretta e portandomela alla bocca.

-Non posso farci niente, lo sai. E’ estate.- Aspiro, avido di tabacco e nicotina, osservando la brace rossa che vibra e sobbalza seguendo i movimenti dell’auto.

-Perché mi sopporti?- sobbalza appena quando gli faccio questa domanda. Si imbarazza sempre quando faccio queste uscite. E’ più vergognoso di quanto si possa pensare, lui.

-Che domande fai, scusa…perché sei tu.-

-E quindi?-

-Io non ti capisco proprio. Forse sei ancora ubriaco. Forse il tuo cervello è in uno stato di ubriacatura perenne, hide-chan!- cerca di scherzare, e sorrido con lui, aspirando ancora dalla Seven Stars per poi lasciar uscire dal mio corpo il fumo che presto svanisce nel caldo torrido di questo giovedì di giugno. Dopo questo singolo, mi piacerebbe una vacanzina. Magari in America. Ora che i soldi non sono più un problema, mi piacerebbe tanto andare a Los Angeles.

Ma non mi è sfuggito che non ha risposto alla mia ultima domanda.

Parcheggia di fianco alla mia auto, scendiamo ed entriamo.

Dio benedica l’aria condizionata. Credo di aver detto qualcosa di simile anche ieri su questa splendida invenzione.

Troppo tardi per pensarci, è ora di lavorare.

C’è gente che non voglio deludere, per niente al mondo.

 

-Hide-kun.-

-Basta hide, hiro- (si riferisce a heath, vi ricordo che il suo vero nome è hiroshi ndA)

-Hide..posso chiederti una cosa?-

-Dimmi.- Siamo soli, noi due, nella sala ristoro.

-Ecco…io sono nel gruppo da poco tempo, e vi conosco da molto meno di quanto voi vi conosciate fra di voi… potrei sbagliarmi..-  sta cercando di dirmi qualcosa di serio? Eppure non posso fare a meno di pensare a ìi tempi in cui al suo posto c’era Taiji, quella specie di teppista che avrebbe potuto diventare uno dei più grandi bassisti della storia… e con lui si che avevo menato davvero le mani, certe volte.

-C’è qualche problema? Se è per gli scherzi, mi dispiace…- se creassi qualche problema al gruppo…non vorrei mai che la storia si ripetesse ancora. L’abbandono di Taiji è stato abbastanza doloroso.

-No, non sei tu…è che..ecco..io sono anche più giovane di voi e magari faccio degli strani pensieri ma…-

Oh insomma, perché si imbarazza adesso? Se ne sta li, seduto su quella sedia tormentandosi le mani.

-Sta calmo, non ti giudico per quello che pensi, qualsiasi cosa sia. Siamo amici, siamo colleghi.-

Sembra che quello che dico riesca a calmarlo un po’.

-Va bene. Grazie, hide.- Si, prego, ma ora parla! Mi agitano queste situazioni.

-Su, dimmi cosa ti preoccupa.-

-Volevo farti una domanda. Su Yoshiki-kun.- e che diamine c’entra Yo, adesso?

Annuisco per dargli ad intendere ancora una volta che si, lo ascolto.

-A lui...piacciono le donne?-

Silenzio. Imbarazzatissimo silenzio. Devo avere una faccia poco piacevole. Sto ancora assimilando il significato delle sue parole. Tutto mi aspettavo, meno che questo.

Alla fine, scoppio a ridere.

-Certo che gli piacciono le donne!- Non che l’abbia visto con qualcuna di recente, ma osserva le ragazze dalle belle forme esattamente come le osservano tutti gli altri uomini!

-Perché questa domanda? Non dirmi che ti interessa!- Heath scuote la testa velocemente, alzandosi in piedi. Forse sono stato troppo brusco e si è offeso?

-Non pensarci neanche. Sai bene che sono felicemente fidanzato.- Chiarisce. E si sente anche in vena di specificare che la sua metà è di sesso femminile.

-E allora perché questa domanda?-

-Perché….bhè…a volte, mentre suoniamo, o siamo assieme…ecco…ti guarda in un modo diverso…così ho pensato..che ci fosse qualcosa di strano…-

Di nuovo silenzio. La macchinetta del caffè fa uno strano ronzio continuo, che disturba l’aria che si respira nella stanza. Imbarazzata, tesa. Devo avere una faccia ancora peggiore di quella che ho fatto prima. Forse è questo che spaventa il mio amico.

-Ma…magari è solo un’impressione sbagliata…non vorrei mai che lo giudicassi male per questo!-

-In che senso, strano?- Se potesse, credo che scomparirebbe da questo luogo all’istante.

Sa bene anche lui che ormai non può più tirarsi indietro.

-Con desiderio, direi. Come guardo io la mia ragazza, per esempio, o come tu guardavi quella ragazza, ieri sera.- Non che mi ricordi della ragazza di ieri sera, ma questa informazione sul mio amico batterista mi preoccupa alquanto.

-Ad ogni modo, non credo che lui abbia certe tendenze. Forse hai scambiato queste….occhiate di desiderio…con sguardi d’amicizia, d’affetto. Non preoccuparti, comunque. In tanti anni che lo conosco, non l’ho mai visto guardare un uomo con desiderio.- sorrido, rassicurandolo.

E poi, chi mai sarebbe così scemo da guardare con desiderio uno come me? (IO! *_* NdA)

Non so cosa l’abbia spinto a trovare il coraggio di farmi questa domanda.

Forse la paura di fare qualche figuraccia con Yo, che è molto più irascibile e permaloso di me.

Sorrido, mentre uno dello staff viene a chiamarlo, lasciandomi solo con i miei pensieri.

Yoshiki…con un uomo. Mi viene difficile anche solo immaginarmelo.

Soprattutto se quell’uomo sono io.

A quel punto diventa proprio impossibile.

Se anche le strane idee di Hiroshi fossero fondate, cosa che reputo alquanto difficile, Yoshiki rimarrebbe fortemente deluso.

Lo sa benissimo, che per queste cose non ho mai avuto interesse.

Ad ogni modo, maledetto Heath, adesso mi ha instillato il dubbio. So già cosa fare. Se di queste cose se ne è accorto Heath, sempre che esistano davvero, c’è una persona che sicuramente ha già un’idea chiara in proposito. Sia che quelle del bassista siano semplici impressioni o no.

Devo vederci chiaro il prima possibile, in questa faccenda.

Se io, che dedico la mia stessa musica alle persone nella speranza di farle sorridere, facessi soffrire il mio migliore amico, che razza di ipocrita sarei?

 

 

 

Continua….

 

 

Note: ecco qua! Che ve ne pare? Secondo voi da chi andrà il nostro Hiduccio a chiedere consiglio?XDDD

Ad ogni modo, vi dico che non so se heath ha la ragazza o meno, me lo sono puramente inventato e non credo che comparirà mai nella storia XDD

Per questa volta non credo di aver particolari note da aggiungere!

A presto!!!

 

 

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Capitolo 6
*** Rain ***


Ola ola

Ola ola!

Sono stata abbastanza rapida no?

Questo capitolo è un capitolo intermedio e mi odierete per la suspence che probabilmente vi lascerà…

Devo avvertirvi fra l’altro che in questo capitolo compaiono due personaggi nuovi e devo spiegarvi il perché:

uno ha un nome, ed è Taiji. Io devo ammettere che non pensavo di inserirlo in questo modo, ma se non do un minimo di svolta alla storia quelli arrivano al capitolo 40 e ancora non è cambiato nulla XDDD Quindi credo proprio di aver fatto la scelta giusta a metterlo così. Probabilmente in seguito qualcuno lo odierà, ma io non vorrei perché ci tengo a Taiji, è uno dei membri che preferisco XDD

L’altro personaggio, ebbene si, è una donna…ma vi lascio a dopo la lettura questa spiegazione…o forse ai prossimi capitoli XDD

Ora ne avrete piene le scatole di stare a sentire me quindi vi lascio alla storia! Buona lettura!

 

 

 

Capitolo 6: Rain

 

--yoshiki--

 

Luglio ci ha raggiunti, e qualcosa che potrebbe essere dio ha avuto pietà di noi: sta piovendo da due giorni.

Ad ogni modo la lunghissima registrazione di Art of Life è finita, e abbiamo meno lavoro da fare. A parte qualche riunione e qualche intervista, fino all’uscita dell’album siamo praticamente liberi. Poi inizierà il tour, e quello sarà un altro paio di maniche.

Sarebbe bello se, per una volta che abbiamo vacanza, non piovesse a dirotto. Diciamo pure che c’è un vero tifone, una tromba d’aria in atto.

Così non mi resta che starmene rintanato in casa.

Tutto il rumore delle intemperie sta coprendo i gemiti.

Hide invece era tutto felice perché così il caldo sarebbe calato. Illuso. Appena tornerà il sole sarà ancora peggio di prima, sono sicuro.

E tornerà a lamentarsi incessantemente, come fa sempre. Fosse una qualsiasi altra persona lo avrei mandato in quel posto già da tempo, ne sono sicuro.

Non capisco perché devo pensare a lui proprio adesso.

Con gli altri sono così irascibile…già, con gli altri.

Lui è così…diverso. Non credo proprio che affidarmi alle mani delle donne risolverà il mio problema.

Ma allora io…ora…che diavolo sto facendo?

 

-hide-

 

Decisamente una grande cazzata. Questa è stata decisamente una grande cazzata.

Eppure, quando Pata non ha risposto al cellulare mi sono così innervosito che ho apprezzato molto l’idea di un amico di uscire a bere qualcosa. E dire che avrei tanto voluto chiarire di una certa questione il prima possibile. Dannato ghiro-Patty.

“DOVE SEI DI PRECISO SCUSA?” urlo. Dal cellulare sento un rumore gracchiante senza sosta.

“IL CANE DI SHIBUYA, HIDE! CI SONO DAVANTI!” Bella roba… anche oggi che piove qui c’è una folla da stadio. Un punto di ritrovo più solitario no, eh? Se un colpo di vento mi fa volare via il cappello sono fritto. Già sono fradicio, se poi si aggiungesse una qualche fan incallita…

Finalmente intravedo una figura che, proprio come me, è al cellulare.

“HAI UN CAPPOTTO DI PELLE?” domando. Lo vedo muoversi e premere il cellulare all’orecchio.

“EH???” domanda, mentre decido di chiudere la comunicazione e avvicinarmi. Mi sorride quando mi vede e finalmente corriamo via verso un posto sicuro.

“Solo quando finalmente entriamo in un bar, riusciamo a parlare utilizzando un tono di voce umano.

Tai, hai ancora i capelli lunghi…”

“Parli tu, cosa sono queste treccine rosse?” mi domanda, afferrandone una e tirandola appena.

Era molto tempo che non vedevo Taiji…dal giorno in cui se ne è andato dopo il litigio con Yo…e non penso proprio che ci sia niente di male nel rivederci. Andavamo d’accordo, io e lui. Riusciva sempre a risvegliare il mio lato teppista.

Non avrei comunque mai pensato che sarebbe stato lui a rompere il muro e invitarmi ha bere qualcosa. Ha solamente scelto il giorno d’inizio del secondo diluvio universale, ma non importa.

Ci sediamo ad un tavolo parlando del più e del meno. Quando infine la cameriera si avvicina, la sua voce trema.

“Scusa, tu…” mi guarda con sospetto e curiosità, e io mi irrigidisco. Che fine ha fatto il mio cappello??? Noooo, era il mio preferito!!

Ignorando lo stato di disperazione interiore che ho appena subito per la perdita di uno dei miei capi d’abbigliamento favoriti, la cameriera si avvicina e, a voce più bassa che può, mi domanda se sono Hide-sama.

In un qualche modo gli eventi successivi avvengono con una rapidità tale da sconvolgermi.

La cameriera tutta agitata che, dandomi addirittura del lei, mi domanda un autografo e che chi trascina entrambi nella stanza del personale muniti di asciugamano e phon perché “un artista come lei non può ammalarsi!”. Mi mostra perfino la piccola X che ha tatuato su una spalla, tutta agitata.

La ringrazio e, quando ci abbandona, scoppio a ridere.

“Non ti ha neanche riconosciuto!” esclamo, piegato in due dal ridere.

“Sei diventato molto più famoso, hide-chan. Mi blocco di colpo, quando mi accorgo che Taiji mi ha buttato in faccia l’asciugamano cominciando ad asciugarmi i capelli.

Non mi aveva mai chiamato hide-chan.

“E tu sei diventato uno sdolcinato, Tai..rispondo, cercando di prendere possesso dell’asciugamano per asciugarmi i capelli da solo. Mi lascia fare, sedendosi sulla panchina dello spogliatoio e guardandomi torvo, i capelli che gli gocciolano sul viso.

“Ti da così tanto fastidio? A me sei mancato molto. Domanda dopo qualche istante, alzandosi in piedi di nuovo.

“Non capisco che diamine ti prenda. Cos’è, in questi mesi hai preso troppe botte?” Domando, scherzoso. Capisco solo dopo la pesantezza della situazione. Come vorrei essere meno stupido.

 

 

-Yoshiki-

 

Una volta non era così. Mi piaceva molto farlo con le donne, e non avrei mai preso in considerazione una strada diversa. Mi innervosisce questa cosa.

Non che sia spiacevole.

Il mio corpo apprezza decisamente la ragazza che ci naviga sopra il tocco con la sua pelle bianca e i lunghi capelli neri.

Sento le mie mani sfiorare quel seno non troppo grosso, scivolare calde più avanti lungo i suoi fianchi ben disegnati, alla ricerca del punto più intimo delle donne.

Non sono altro che un animale eccitato. Per uno come me non è difficile neanche trovare una preda, si buttano da sole nella mia tana.

Gemo. Sono eccitato e desideroso di una cosa che lei non tarda a darmi, lasciandoci in balia di quelle scosse di eccitazione che hanno il potere di rendere tutto più frenetico e veloce.

Ma non è ciò che desidero.

Io nel buio della stanza, vedo solo dei bei capelli rossi e scarmigliati che ricadono lunghi, e non c’è seno da accarezzare.

Mi detesto per questo, nei miei momenti di lucidità fra un brivido di passione e l’altro.

Non ci vuole un genio per capire che con le donne non è più come un tempo.

Mi detesto per questo, per la povera ragazza che crede in qualcosa di sentimentale, anche se sa benissimo che le speranze sono scarse.

E mi detesto perché, mentre sono con una donna, cerco di auto convincermi che la ragazza in questione sia in realtà la prima chitarra del mio gruppo.

E non si assomigliano neanche lontanamente.

L’orgasmo più triste e insignificante della mia vita è ormai alle porte.

 

-continua….-

 

Note: Ecco, adesso potete uccidermi se volete. In un certo senso il fatto che voi diciate che hide doveva andare da Pata è un po’ sconvolto da questo capitolo, ma come ho detto è stata una decisione abbastanza recente…XD credo che comunque Pata prima o poi arriverà, non mi perdo il gusto delle sue sermonate XD O meglio, io so già, ma non ve lo dico XP

Secondo voi cosa succederà ora? Voglio sapere i vostri pareri!

 

Ringrazio Saru_chan, che se vuole fornirmi il suo contatto msn per parlare di quanto siamo sceme a guardare hide con desidero, lo accetterò volentieri <3

Per quanto riguarda Aintafraidtodie….bhè non che sia proprio una scena hot, ma mi è venuto particolarmente difficile immaginare yoyo con una donna, perdonoXD

Sono felice che la fanfiction vi piaccia anche se a quanto pare solo a voi visto che non la legge nessuno ma non importa XDXD

 

 

 

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Capitolo 7
*** Pain of Love ***


-eccomi qua con il capitolo sette…wow, sono già sette

-eccomi qua con il capitolo sette…wow, sono già sette?

E’ difficile che io arrivi tanto lontano in una fan fiction scritta da sola XDDD Bene bene! V_V

Ho dovuto attendere un po’ proprio perché sono arrivata così lontano! Mi sono riletta tutti i capitoli che ho già scritto, segnandomene alcuni punti per cercare di non entrare in contraddizione in futuro! >_< visto la svolta che ho dato nello scorso capitolo XD e poi mi sono anche raffreddata T_T

Allora, a proposito dello scorso capitolo…mi son dimenticata poi di parlarvi della “donna” di Yoshiki

Vediamo…devo dire che probabilmente non avrà mai neanche un nome. Non posso assicurare che non tornerà mai più, però rimarrà probabilmente un personaggio marginale di cui nessuno saprà mai nulla, me per prima…XD
E’ un problema, quando si tratta di inserire le donne in una fanfiction Yaoispecialmente quando tratta personaggi reali! Ad esempio, ho dovuto (e dovrò) praticamente eliminare la presenza della compagna di hide, ma non perché la detesti (anche se ammetto che invidio la fortuna che ha avutoXD), anzi, penso che una persona che ha avuto l’amore di hide-sama meriterebbe molta considerazione in più…e a volte mi chiedo che fine abbia poi fatto questa Emi Takahashi e cosa stia facendo adesso…Ed  è anche per rispetto verso di lei che ho deciso di non inserirla nella storia relegandola magari a semplice amica o collega…è una scelta che faccio io, tutto qua XD

Magari in una ipotetica e futura fanfiction non sarà così, chi può dirlo…

Lo stesso vale anche per una ipotetica fidanzata/compagna/moglie di Yoshiki…non ho idea se ne abbia una o meno, e quindi è ancora più facile fingere che non ci sia!

E anche la morosa di heath, citata nel capitolo 5, è puramente un frutto della mia fantasia, non ho idea del suo stato relazionale!

Però penso che anche se è uno Yaoi le donne sulla terra ci siano comunque, ed è giusto inserirle.

Ecco…visto che ho già blaterato a sufficienza, lascio i ringraziamenti  e le varie eventuali a fine capitolo, che se siete arrivate vive fin qui è già un miracolo!

 

Ah, c’è un’altra cosa che devo dire! XD

L’uscita di Art of Life in realtà fu il primo luglio del 1993…ho preferito immaginare che invece uscisse verso l’agosto dello stesso anno, un mese dopo circa, per ambientarne la registrazione circa attorno ai primi di giugno…XD Vi sarà utile saperlo!

 

Buona lettura ^_^””

 

-Yoshiki-

 

Gli X japan hanno un lungo periodo di vacanza ora. Si tornerà al lavoro solo ad agosto, quando uscirà il nostro album.

Hide invece non si ferma mai. Voleva andare in vacanza, a Los Angeles magari, e io l’avrei accompagnato più che volentieri.

Invece, fra pochi giorni comincerà a lavorare alla sua carriera solista.

Mi sarebbe piaciuto passare con lui almeno qualche ora di questo fine settimana. Invece, quando lui mi ha detto di avere da fare, mi sono intristito e, cercando di consolarmi, mi sono infilato in un mezzo casino.

Che diamine gli racconto ora a questa?

E’ li sulla porta e mi sta salutando. Piove a dirotto. Si ma io ho la macchina, non preoccuparti. Guida piano. Sei gentile. Allora, ciao. Ciao.

Si, gentile. A casa mia quelli così io non li chiamo proprio gentili. Ma in fondo è anche colpa sua che si ostina a credere che io sia il principe azzurro venuto a prenderla.

Un lampo illumina le scale in modo sinistro, e il rumore della porta d’ingresso che si chiude è soffocato dal tuono.
Sono ancora a petto nudo, ma non sento freddo. In un certo senso ci sono anche abituato. Sia ad essere a petto nudo, che a sentire freddo.

Mi sento così ridicolo, depresso come una bambina che ha appena scoperto cosa vuol dire la parola amore e non può sperimentarlo.

No, molto peggio.

 

E così, mi piacciono gli uomini. Sono seduto al tavolo della cucina, mangiando qualcosa di vagamente simile ad un panino imbottito.

Non riesco a capacitarmi di questa cosa. Io sono Yoshiki, dannazione! So bene chi sono e mi chiedo come tutto ciò che sono stato mi abbia potuto portare a QUESTO.

E così, mi piacciono gli uomini. Abituato com’ero a essere io a rifiutare quelle assurde proposte…non volevo esser visto come la creatura effeminata che ero, e avevo allontanato da me tutte le persone che avevano ceduto a questo mio lato principalmente estetico, che tanto mi fa sentire debole.

Rifiutati con sdegno, orrore…o allontanati dolorosamente.

Cercavo di non pensare mai a queste persone. Talvolta era stato anche più difficile che allontanare le donne.

Non mi ci vedo con un uomo. Ogni volta che cerco di immaginarmi fra le braccia di qualcuno, quel qualcuno  si trasforma istantaneamente in una figura femminile dai lunghi capelli morbidi, e le forme gentili. E qualche volta quella figura cambia a sua volta, i bei capelli diventavano rossi e scompigliati, le spalle più robuste e….basta. Devo finirla.

Hide non era una donna. Hide non è una donna.

E io neanche. E il fatto che ora io sia diventato quel tipo di persona, non implica che lo diventi anche lui.

Solo, ora capivo ciò che avevano provato coloro che avevo allontanato. Uno di loro in particolare.

E così, mi piacciono gli uomini. Se me ne fossi reso conto un poco prima e avessi saputo accettarlo, forse avrei condotto gli X verso un destino diverso. Odio fare queste supposizioni, io che ho sempre cercato di tenere amore e lavoro ben distanti e che ora sono in questa dolorosa situazione assurda.

Mi odio per aver trasformato quella profonda ammirazione in un desiderio irrealizzabile.

Hide è riuscito a cambiarmi ancora di più, nel corso del tempo.

Riesce a deteriorarmi, consumando totalmente quella parte di me decisa, e egocentrica, e altezzosa e testarda e sicura di se…e non posso permetterglielo.

Anzi non posso permettere a me stesso che la mia idea di lui mi mandasse allo sfacelo. A me erano legate troppe persone. Cosa sarebbero gli X senza di me? Che direbbe Toshi, che a tanto ha rinunciato per seguirmi? Mi avrebbe deriso e odiato.

E il nostro Heath a cui ho appena concesso di sognare, come potrei distruggere le sue aspettative così?

E Tomoaki che dedica da sempre alla musica tutto se stesso? Che persino ora che possiamo permetterci chi ci porta gli strumenti, insiste per viaggiare con la sua chitarra al fianco?

E io senza gli X, che scuse avrei mai avuto per vederlo, rivolgergli la parola, e proteggerlo da quella macchina distruttrice che hide stesso era?

Stare con lui mi consuma dentro, ma abbandonarlo è totalmente fuori discussione, non se ne parla neanche. Non è in grado di reggersi con le sue sole forze, lui così altruista e dolce, pieno di disprezzo nei confronti di se stesso. Odio che chi non lo conosce bene può scambiare per modestia, perché mai si permetterebbe di sfogare fuori di se i suoi pensieri, se non con qualcuno cui affiderebbe la sua stessa vita.
Devo esser fiero di essere una di quelle poche persone che possono conoscere il vero Hideto Matsumoto, e farmi bastare questo senza volere nulla di più.

Mi alzo da quel tavolo e cerco di sfogare tutto me stesso sulla batteria. Un po’ di allenamento mi avrebbe certo giovato.

Suono forte come poche volte, cercando di coprire i rumori del maltempo che non accenna a diminuire d’intensità, talvolta urlando con quanto fiato ho in gola, come un invasato. Non sento il telefonino squillare nella stanza attigua, troppo preso dal ritmo complesso che cercavo di tenere.

Accade all’improvviso. Un crack che mi blocca all’istante, un dolore forte che mi fa cadere dallo sgabello, a pancia in giù sul pavimento, boccheggiante.

Una forte fitta al collo che mi immobilizza per parecchi secondi.

Rimango fermo sul pavimento parecchi minuti.

Tremo appena, spaventato. Le mani mi sudano, le sento contro il pavimento freddo. Non mi era mai successo prima. Stringo convulsamente una bacchetta nella mano sinistra, mentre la destra si porta tremante al collo. Il dolore va scemando…

Vado a premere con due dita dietro il collo. Nessuna fitta ne dolore. Provo a muovere lentamente il collo. Niente, solo quel fastidio che andava scemando, come se avessi preso un colpo urtando qualcosa.

Mi alzai in piedi, risedendomi contro lo sgabello. Mi sono spaventato troppo?

Forse non fa bene suonare troppo forte. Devo stare attento.

Ad ogni modo, il dolore sembra scomparso lasciandomi appena un poco indolenzito.

Sospirando, penso di passare al piano. Basta batteria, per oggi.

Ogni mio proposito viene interrotto dalla suoneria del cellulare. Sbuffo. Piccolo aggeggio rompiscatole.

Raggiungo di mala voglia la stanza da letto (quelle coperte disfatte e ancora tiepide hanno solo l’effetto di irritarmi ancora di più), e agguanto quel dannato rompiscatole a batterie.

E per poco non mi cade di mano quando vedo sul display un numero che io ho cancellato dalla memoria del telefonino, ma che è ancora vivo nella mia memoria umana.

Era ironico che, proprio il giorno che avevo accettato di apprezzare gli uomini, Taiji si facesse risentire.

Avevo poca voglia di parlare con lui, ma non ero nelle posizioni di rifiutargli anche questo. Non lo sentivo più da quandobhè, l’avevo mandato via.

Sospiro, premendo il piccolo tasto verde.

 

 

-continua….-

 

 

Nda:

eccomi qua! XD

Non vi aspettavate un capitolo tutto Yoshiki, eh? Dispetto!!!! XP

Che dire…credo che uno dei due prossimi capitoli riprenderà in mano il passatoXD

Poi c’è da dire che è vero che Pata si porta dietro da se la sua chitarra…ci tiene tanto, che carino <3

Se in questo capitolo trovate un po’ di confusione coi verbi, perdonatemi, io li ho particolarmente sudati in questo pezzo e anche se ho ricontrollato forse qualcuno me n’è sfuggito >_<

Scusate ma mi ero accorta di star trascurando un po’ le menate psicologiche di questo povero batterista incompreso, e come avrete capito, ho messo in campo anche i suoi problemi fisici da nonnetto decrepito <3 anche se non so bene che tipo di problemi abbia a quel suo dannato collo, quindi li interpreto un po’ a modo mioXD

 

 

I ringraziamenti….

AintAfraidToDie, come al solito! “Che dire, mi hai lasciato un altro punto di domanda in sospeso: non è che anche Taiji è innamorato di Hideuccio(come biasimarloxD)?” cosa pensi dopo questo settimo capitolo?XD

Spero commenterai anche questa settima parte XDD

 

E poi Eje: Ti dirò che la prima ad aver faticato a scrivere una fanfiction su hide sono stata proprio io! E’ stato molto difficile e ancora adesso è un’esperienza diversa rispetto a tutte le altre, ed è faticoso immedesimarsi in questi due geni musicali senza sminuirli o portarli fuori dal loro carattere! Ma forse anche per questo è una delle fanfiction che mi appagano di più, e a cui dedico più attenzioni per renderla più verosimile possibile! Spero che continuerai a leggerla ed esserne soddisfatta! ^_^

 

Detto questo…alla prossima! <3

 

 

 

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Capitolo 8
*** Fear of the true ***


Hello

Hello!!!come state???

*riceve fucilate*

Ok, lo so che ci ho messo tanto, chiedo scusa ç_ç

Non credo che mi amerete ancora così tanto dopo lo scorso capitolo tutto a seghe mentali di Yoshiki..:T_T mamma mia, ho creato un mostro!

Ad ogni modo ho appena finito di guardare la fulgida bellezza di Pata con la giacca con le fiamme…e ho scoperto che gioca a tennis (°_°) e che probabilmente ha una figlia…°_° e che se ce l’ha, facendo 2 conti non dovrebbe essere tanto più grande/piccola di me…mi preoccupa sta cosa XD XD E ho proprio pensato a questo capitolo in cui il nostro Patty fa ritorno con le sue pillole da saggia creatura XD

 

Eje: nonostante debba ammettere di non vedere particolarmente hide con Yoshiki,” Io invece ce li vedo abbastanza bene *_* sono due sbandatelli XD

“Poi sono d’accordissimo con Yoshiki: essere una di quelle poche persone a conoscere il vero Hideto Mastumoto deve rendere tremendamente fieri....e invidiati!” Concordo, dev’essere una fortuna mostruosa..:XDDD

 

AintAfraidToDie: Poor Yoshi, mi fa pena. Finalmente però è riuscito ad "accettarsi", e questo è già un passo avanti*______*. Ti credo, ha fatto pena pure a me scriverlo, figurati XD

Saru-chan: la parte sopra sul patty l’ho scritta per una tua reazione, donna XDD

“PAAATAAA!!! <3 *immagina Pata che dormicchia sul treno con la chitarra in braccio* OOOOOOOOOH!!! >///<”


Quindi vi lascio alla vostra lettura, che mi odierete già tantoXD Ma dopo questo mi ucciderete, se non mi impicco da sola io çOç

 

Capitolo 8:

 

-hide-

 

Corro fuori dal locale, ignorando la cameriera gentile di prima, che cerca di fermarmi, e di porgermi un ombrello, probabilmente il suo.

Sento subito la pioggia fredda sulla testa, gocciolare dentro il collo della giacca dandomi i brividi lungo tutta la schiena.

Ansimo mentre metto più distanza possibile fra me e il mio ex-bassista. Mi ha detto un sacco di stronzate, quell’idiota. E quando non gli ho creduto, si è pure arrabbiato.

Tipico di Taiji, dopotutto.

Dovrei essere io ad arrabbiarmi. Cos’è questa diamine di storia, un’associazione dei bassisti giapponesi per farmi impazzire?

Cos’ho fatto di male?

Non è certo colpa mia se loro litigavano anche sul tenere alzata o abbassata la tavoletta del cesso! Litigavano anche da prima che ci fossi io…non voglio essere additato come la causa di tutto.

Ecco, adesso sono bagnato e ansimante. Ci manca una polmonite a Luglio, solo uno scemo come me potrebbe prendersela.

Così riderebbero pure di me, che con tutto il lavoro che ho da fare, ho trovato tempo da spendere con un amico che mi prende in giro e con una broncopolmonite fulminante. E tanti saluti all’inizio del progetto solista entro la fine dell’anno.

Facevo meglio a restarmene in casa. O ad andare a Los Angeles.

Li si che sicuramente ci sarebbe stato sole. E anche se fosse piovuto, sarebbe stata una pioggia sicuramente meno sadica di questa, che non sembra darsi pace fino a che non ti ha impregnato come una spugna, fino al midollo, nelle ossa.

Ecco, sto di nuovo pensando cose  a vanvera.

Sono tanto fuori di me da non capire più neanche io cosa penso…so solo che ho appena perso qualcosa –o qualcuno- di importante, che probabilmente non vedrò mai più le cose come prima…

E Come al solito…

Come al solito è tutta dannatamente colpa mia…altro che rendere felice la gente come un menestrello robotico…. Ho rovinato davvero tante cose e neanche lo sapevo…senza avere idea di cosa stessi facendo…

Quanto sono idiota…il vero stupido sono io…che non mi accorgo di niente, neanche di ciò che provano le persone che più mi stanno accanto…e quando me le dicono in faccia, le mollo da sole in un bar autoconvincendomi di una bugia.

Da quando ho paura della verità? Una volta non ero così, credo. O forse ne ho sempre avuto paura, si da quando avevo sei anni e cercavo di convincermi che non ero poi così grasso.

Raggiungo finalmente la mia diavolo di macchina, e, non so come, riesco a guidare senza ammazzare nessuno: un vero miracolo, dato il maltempo e il mio stato d’animo.

Sono più concentrato a ripetermi che sul mio volto c’è solo pioggia, che non mi agito al punto di piangere per così poco, piuttosto che sulla strada e le sue insidie.

E invece mi agito eccome, perché ultimamente sembra che tutto il mio universo mi stia rimbalzando  addosso con la forza di un cannone.

E poi, non è affatto “per così poco”.

Non dovevo aspettare tanto, dovevo parlarne non appena lo avevo saputo da Heath. Non voglio rovinare altre cose…non voglio essere una tale disgrazia. Per questo avevo paura delle risposte che avrei potuto ricevere.

Mi avrebbero certamente rassicurato dicendomi di smetterla di farmi mille pare mentali, con quel suo tono da addormentato cronico, pacato e tranquillizzante.

Ma con che faccia potrei andare da Yoshiki a chiedere la verità?

Busso alla porta di una casa familiare, senza aver una minima cognizione del tempo che è passato da quando ero in quel bar…ma deve essere stato molto, a giudicare dal fatto che ora sono in tutt’altro quartiere.

Ho i vestiti bagnati come se mi avessero buttato di peso in una fontana, e credo che mi odierà per questo.

Busso ancora, senza realizzare che la tecnologia umana ha da tempo dato alla luce un meraviglioso marchingegno chiamato citofono. Pochi istanti dopo apre la porta.

I soliti capelli spettinati e crespi, e l’espressione da –che-c’è-stavo-dormendo che, al vedermi così ridotto, subito si vela di preoccupazione: il nostro Pata è davvero prevedibile.

“che diamine…” dice soltanto lui. Avrà creduto che sono ubriaco…e in effetti un poco sto sbandando, non è così difficile da credere.

“Tomo..:” mormoro, mentre lui mi fa entrare in casa –quasi inciampo in uno dei suoi gatti- e mi spinge in bagno. Non mi sfugge lo sguardo alla scia d’acqua che gli lascio lungo il corridoio.

“Che diamine è successo, questa volta?” domanda lui, cortese.

Mi porge un asciugamano che prendo e ancora una volta mi asciugo un poco il viso e  i capelli, proprio come poche ore prima.

“Ho rivisto Taiji.” Spiego. Rimane in silenzio. Non devo aver una faccia da “ehy, mi son trovato con un vecchio amico per parlare dei bei tempi andati”…sembra piuttosto una faccia alla “ci siamo incontrati ad un funerale.

Forse Taiji non voleva aggredirmi in quel modo, forse avrebbe solo voluto passare un pomeriggio libero con un amico, a parlare davvero dei tempi andati…eppure, come avevo potuto non notare tutta la sofferenza che si portava dentro?

La frase che mi ha lanciato dietro mentre mi allontanavo da lui, da una persona con cui avevo condiviso la mia vita per anni, con cui avevo fatto musica, scritto canzoni.

“E’ tutta colpa tua, Hide…”

Mi siedo sul bordo della vasca. Devo aver mezzo Mar del Giappone nelle scarpe, e ho i piedi gelati.

Se ne accorge, e mi costringe praticamente ad indossare un paio di suoi vestiti, lasciandomi parecchio tempo solo per sistemarmi un po’.

Mi vesto come un automa, e inorridisco quando mi guardo allo specchio, e infine lo raggiungo in cucina. Noto subito che si è già premurato di pulire il corridoio.

“Come fai a girare con addosso queste cose?” domando poi, alzando il braccio, la manica del maglione a margherite che supera di qualche centimetro la mia mano.

“E’ vero look questo…tu non puoi capire.” Risponde. So che sta aspettando lo scoppio della bomba. E’ tranquillo come al solito, ma più cauto.

“Devo raccontarti alcune cose…ho bisogno della tua opinione sincera” sospiro infine.

Senza neanche attendere risposta, mi svuoto completamente, parlandogli del discorso fra me e Heath, e della versione dei fatti di Taiji che tanto mi ha sconvolto.

“Adesso, ti prego, dimmi che è tutta una balla. Mormoro infine, stringendomi in quei vestiti caldi.

Ho paura.

“Ascolta, hide…forse…se ne erano accorti tutti tranne te…e  sono sicuro che Yoshiki si è impegnato più che poteva per non far sapere a te e Toshi di questa faccenda… perché è palesemente attratto…si, insomma, da te.”

Credo di aver sbagliato a chiedere queste cose a Tomoaki. Lo sto mettendo a disagio, e mi dispiace.

Che altro avrei potuto fare?

“Ti chiedo…insomma…non credo tu sia in grado di ricambiare questi suoi…sentimenti. Continua lui.

“Insomma…credo che sarebbe meglio se ti sforzassi quindi…di far finta di non sapere niente.

Forse ha ragione lui. Con che faccia potrei andare dal mio migliore amico, dirgli che so quanto mi vuole bene, e poi rifiutarlo?

Non voglio provocare altre sofferenze a Yoshiki.

“e così Taiji se ne è andato per questo…altro che divergenze…non me lo sarei mai aspettato da lui.

Hide, ho come l’impressione che tu ti chiuda davanti a questo genere di cose. Sono certo che tu ti sia accorto benissimo di che situazione c’era fra loro.

“No, io sono insensibile, non ho un minimo di empatia, ne di tatto.”

“Se tu fossi insensibile, non saresti qui, così, ora. Risponde subito lui.

Prendo la testa fra le mani, ancora sconvolto.

“perché Yoshiki vuole me ma lui l’ha rifiutato?” Insomma…Taiji non era proprio il perfetto sconosciuto…hanno perfino vissuto assieme da quel che so…anche se proprio non ce li vedo, a convivere…Yoshiki è così maniacalmente perfettino

A dir la verità non ce li vedo neanche a stare con degli uomini… forse non ho mai conosciuto davvero Yoshiki.

Hide, ragiona. Tu ti metteresti con una donna che non vuoi? E’ la stessa cosa…forse anche più complicata.

Tomo ha la pazienza di un santo.

“E Toshi?” domando poi. So bene che lui è abbastanza restrittivo su questo genere di cose.

“Credo che non si sia accorto di nulla. Non ha mai fatto domande, almeno questo è certo.

Si alza, facendo grattare la sedia contro il pavimento.

“Suppongo che adesso sarai un pochino sconvolto, hide-chan.

“Tu non lo saresti?” rispondo, quasi isterico.

“Ti aiuterò io…ad abituarti…per un primo periodo so che sarà difficile…”

Tomoaki…grazie..sei troppo gentile con me.”

Si volta, mi sorride.
“Che tu ci creda o no, te lo meriti. E poi, diciamocela tutta, sono meno altruista di quanto pensi tu.

Lo faccio anche per gli X, perché li amo.

Non è vero. Io penso davvero che l’amicizia vera si scopra in questi casi. Che lui faccia il timido o il modesto, so bene quanto è grande il suo cuore.

Ma nonostante tutto, ho ancora paura del domani che mi aspetta.

 

 

-continua….-

 

NdA: Ok, è stato un parto lungo e difficile XD Soprattutto l’ultima parte, che è quasi tutto dialogo. Cercherò di riprendere bene con i prossimi capitoli e non lasciar troppo sfilacciare la storia…XD

Ad ogni modo, abbiamo notato un’altra faccia di hide-chan…dopo il bambino, il rocker e il suo lato “brillo”, sono arrivata a dover descrivere il suo lato più triste e in un certo senso quello in cui più si nota ciò che pensa di se e degli altri…mi sono accorta che lo sto rendendo sempre più umano, partendo dal primo capitolo in cui era così spavaldo, ad adesso, bloccato dalla paura…Mi chiedo quanti altri hide vorrano venir fuori prima della fine XD

La faccenda hide-yoshiki-taiji verrà ovviamente chiarita bene col tempo, non abbiate paura! ^_^

Per quanto riguarda Patabhè, ditemi voi che ne pensate!!

A presto! (spero)

 

 

 

 

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