Harry Jackson e i Pirati dell'Anello

di Marytod
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il protagonista standard ***
Capitolo 2: *** In fila per l'Unica Mostra ***
Capitolo 3: *** L'Unica Mostra ***



Capitolo 1
*** Il protagonista standard ***


Harry Jackson si guardava allo specchio. Era figlio di Zeus e di una strega di origini babbane, chiamata Lily, e ne portava chiari i segni: sulla fronte aveva una saetta, retaggio del padre, che sfigurava lievemente il viso preso della madre, eccezione fatta per gli occhi.
Per essere un mago e un semidio, la vita di Harry Jackson non era molto eccitante, né il suo aspetto dei più affascinanti. Capelli neri scarmigliati, occhi azzurro cielo, fisico non esattamente mascolino… per lo meno non portava né occhiali né apparecchio.
Sistemò al meglio la camicia nera e strinse di un altro bottone la cintura scura, che reggeva i jeans neri. Per tentare di rompere la monotonia di quella vita troppo spesso sopra le righe, aveva deciso di iscriversi a un corso di addestramento a mani libere e con armi.
Uscì di casa, diretto verso la palestra in cui si sarebbe tenuta la lezione di prova. In quel momento sentì vibrare la sua Smarthstone, la pietra con le rune naniche che la maggior parte delle creature magiche dei tempi moderni, quantomeno quelle più alla moda, utilizzavano per comunicare. Avevano scoperto che sistemi di comunicazione sicuri e a distanza impedivano la maggior parte delle spiacevoli vicende in cui si ritrovavano il 90% degli eroi del passato. Era un messaggio di Samvise, il suo migliore amico.
“Harryson, oggi c’è l’apertura della mostra dell’Anello del Potere! Dobbiamo andare!”
Harry Jackson non sopportava quando lo chiamava fondendo i suoi nomi, ma ignorò la cosa. Si era invece completamente dimenticato che gli aveva promesso di accompagnarlo.
“Sam mi raggiungi tra un’ora al centro sportivo “L’Istituto”? Ho una lezione di prova col gruppo sportivo I Figli di Raziel”
“Ok!!!”
Harry Jackson sorrise sollevato. L’amico era troppo eccitato per prendersela per quel piccolo ritardo.
Arrivò al complesso con la palestra, una vecchia basilica ristrutturata, ed entrò. Aveva pensato, partendo da casa, che camicia e jeans non fossero gli abiti migliori per andare lì, ma erano le uniche cose completamente nere, come richiesto dal regolamento, che avesse, esclusa la tunica da mago. La quale gli era sembrata una scelta ancora peggiore. Vide dalle porte a vetri dell’entrata quei ragazzi saltare, far capriole e combattere come se fossero nel bel mezzo di una battaglia e decretò che, decisamente, aveva sbagliato abbigliamento. E pure posto. Lui non era fatto per tutto quel movimento!
Lui era bacchetta e fulmini, attacchi a distanza e sempre protetto dagli amici!
Sospirò e stava per farsi coraggio per entrare quando vide due gruppetti affrontarsi. Ad occhio e croce, l’età andava dagli undici ai diciotto anni. Ma fu il loro modo di fare e come si fronteggiavano che lasciò intuire a Harry che dovevano essere due delle dodici gang, chiamate Distretti. C’era pure chi sosteneva ne esistesse una tredicesima, ma fino ad allora, se esisteva, era l’unica che non aveva lasciato i suoi segni territoriali in giro.
Prima di rischiare di rimanerne coinvolto, bastava anche solo uno sguardo di troppo, Harry Jackson si affrettò ad entrare nella palestra.
Finalmente, sebbene ancora non lo sapesse, la sua regolare vita da superuomo lo stava avviando verso il destino dell’eroe.


*** ***
NOTICINE DELL'AUTRICE
E' un capitolo breve, un esperimento che mi allettava e mi divertiva. Sono possibili delle incorrettezze (come già nella prima frase) rispetto alle storie e ai personaggi, anche se tenterò di evitarle: ma devo unirle in qualche modo! Eheh!
Logicamente NON DETENGO nessun diritto su questi personaggi e i mondi che ne uso.
Il prossimo capitolo... boh, arriverà. :D

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Capitolo 2
*** In fila per l'Unica Mostra ***


Quando Samvise raggiunse Harry Jackson alla palestra, quest’ultimo lo benedisse in ogni lingua che sapeva, dall’elfico al serpentese. I maestri, in particolare un certo Jace, l’avevano distrutto. Stava seriamente pensando di non tornarci mai più: chi glielo faceva fare? Lui era nato per essere lodato senza fatica, combattendo il minimo necessario da dietro le quinte!
Si abbracciarono e il nostro protagonista si stava già preparando a raccontare la sua esperienza con dovizia di particolari e aggiunte improvvisate, però diversamente dal solito l’amico non gli chiese nulla. Era troppo concentrato sulla mostra per pensare a qualsiasi altra cosa, tanto che si avviò in direzione del museo quasi senza assicurarsi che Harry Jackson lo stesse seguendo.
“Pensa, Harryson, non c’è solo l’Unico Anello, ma anche l’elmo del re dei Nazgul! E la pergamena originale di Isildur, dove vi è scritta la frase dell’Anello. Sono così emozionato, il volantino recitava che ci sarebbe stato molto altro ancora! Non riesco a crederci che il costo del biglietto d’ingresso siano solo 10 dollari”
Potresti pagare anche il mio allora, pensò infastidito Harry. Oltre ad aver usato per l’ennesima volta quell’orribile soprannome, Sam non lo stava degnando a sufficienza. Che storia era quella? Doveva sempre essere lui al centro dell’attenzione! Si sa che la spalla destra non deve emergere mai, se non nel finale della storia.
Un brivido percorse la schiena di Harry Jackson: non era possibile che la sua avventura nemmeno cominciata fosse già in procinto di terminare. No, sicuramente Samvise stava uscendo da ogni schema.
Ancora stava riflettendo su come rimettere il migliore amico al suo posto, senza ascoltare mezza parola in più dell’ininterrotto discorso che egli gli aveva fatto a partire dalla palestra, quando arrivarono a destinazione. La fila era già notevole, ma nulla di preoccupante.
“Harry Jackson! Anche tu qui?”
Il ragazzo si sentì avvampare e si girò solo parzialmente verso la conosciuta voce femminile alle sue spalle. Katniss Everdeen lo osservava, la treccia che le cadeva sulla spalla, abbozzando un sorriso. Era una delle sue coetanee più famose e, per di più, tra le più belle, nonostante la sua famiglia fosse invischiata con i Distretti. Lui era convinto che tra di loro avrebbe potuto esserci un relazione da prima pagina… se solo fosse riuscito ad articolare qualche frase di senso compiuto in sua presenza. Fece per aprire bocca, ma anziché salutarla si interruppe nel notare il suo abbigliamento da cacciatrice. Erano soliti vederla vestita così nel reality show al quale partecipava, ma in coda per una mostra sembrava fuori luogo.
“Come ti sei conciata?”
Lei fissò seria verso l’entrata, solenne e concentrata. Com’era bella quando si metteva in quella posa!
“Spero ci sia qualcosa di Legolas. È il mio idolo!»
Il mondo crollò addosso a Harry Jackson: un elfo incarnava l’esatto opposto di quello che lui era. Ma Samvise non si fece scappare l’occasione.
“Credo invece ci saranno solo oggetti appartenenti a Sauron, Saruman e scagnozzi”
“Da indiscrezioni ho sentito dire che la mostra sarà molto più ampia del previsto… Vi saranno anche elementi maligni di altra provenienza, come la maschera di Darth Vader!”
Al nostro protagonista, da lì alla biglietteria, non rimase altro da fare se non rimuginare e decidere chi sopprimere per primo tra i due. Quella fila di poco più di cinque minuti gli parve eterna: lui di quegli altri vip non conosceva così tanto. E già si preparava ad una distruttiva gita culturale.
Ancora non sapeva quanto avesse ragione, ma anche su quanto si sbagliasse.

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Capitolo 3
*** L'Unica Mostra ***


Una volta nella hall, finalmente, Samvise e Katniss ammutolirono. Harry Jackson respirò a fondo, sollevato. Nonostante il gran numero di persone, ci si poteva spostare con una certa tranquillità e il volume generale era tenuto moderato. Se fosse rimasto in silenzio anche lì dentro non sarebbe apparso come uno stupido, ma solo rispettoso.
Entrarono nella prima sala e fu all’istante chiaro che avesse ragione la ragazza: la mostra iniziava con una serie di gigantografie di malvagi di diversi film, tra cui anche Joker, Davy Jones e Loki. Ogni foto riportava in didascalia il nome e una frase celebre.
Il nostro protagonista li osservava e i pensieri sul suo futuro tornarono a fargli visita. Un grande eroe ha un grande nemico. Ma un nemico non lo assumi, arriva. Ti vede come una minaccia oppure sei riuscito a mettergli i bastoni tra le ruote. Harry Jackson si passò una mano tra i capelli. La strada era sempre più impervia: le sue abilità non arrivavano a molto da sole, figurarsi se doveva farsi prendere di mira da qualcuno. Magari poteva diventare lui un supercattivo, erano comunque molto amati…
Avevano appena abbandonato la sala delle reliquie, i cui pezzi forti erano un braccio di Anakin Skywalker e il naso del giovane Tom Riddle, e attraversato la zona con gli oggetti di scena principali utilizzati dai protagonisti del Signore degli Anelli, quando i suoi pensieri vennero spazzati via. Lì, al centro del museo, l’Unico Anello si ergeva solitario e nel suo pieno splendore. Le sue scritte erano vive ed infuocate e il suo potere si percepiva chiaramente.
Eccola, la sua occasione. Harry Jackson si guardò attorno con nervoso interesse. Logicamente tutti gli sguardi degli astanti erano puntati sull’Anello e c’erano le migliori tecnologie in fatto di antifurto. L’avrebbero fermato prima ancora che muovesse mezzo muscolo, se avessero solo sospettato il suo intento. Però forse, se avesse istigato i presenti, il caos sarebbe stato totale e le sue probabilità di riuscita sarebbero aumentate a dismisura. Non sembrava nemmeno così difficile, le espressioni di tutti parevano cedere a quella potenza oscura…
Tutte le congetture furono bruscamente interrotte dal rimbombo di colpi di cannone, seguiti da una musica allegra e trionfale. Nella confusione e nel panico improvviso, emerse da una parete abbattuta la Perla Nera su ruote, con Jack Sparrow retto sulla prua. Harry Jackson ebbe la fortuna di essere dal lato opposto della sala, oltre comunque dover ringraziare il tempismo di Samvise che lo aveva riparato con il suo stesso corpo da qualche piccolo calcinaccio.
Il ragazzo era talmente allibito che fissò incredulo l’amico, ma ancora più spaesato la nave. Le sirene d’allarme avevano iniziato a suonare e strillare, lo stesso verso dei Nazgul, ma Jack Sparrow scese con un atletico balzo concluso con un ruzzolone. Harry Jackson lo vide rialzarsi in pochi secondi e avviarsi deciso alla mezza colonna su cui l’Anello era stato adagiato. Scattò senza rendersene conto, urlando: quel gioiello sarebbe stato solo suo!
Il ragazzo e il nuovo arrivato si osservarono, il pirata schivando il pugno del mago semidio. Si sentì sbuffare e ridacchiare cinicamente, tanto che alzarono entrambi gli occhi verso la nave, dove Barbossa li osservava. La sua scimmietta vi era appena tornata e già stringeva nel pugnetto l’Anello. Come se fosse risuonato un segnale, la Perla Nera invertì la rotta, uscendo da dov’era arrivata a velocità sostenuta. Jack Sparrow inseguì la nave, impallidendo e sbraitando qualcosa circa a un ennesimo ammutinamento.
Harry Jackson rimase immobile, impietrito per la delusione e stordito per il potere dell’Unico che svaniva. In pochi istanti, Samvise e Katniss gli furono attorno, eccitati.
«Harryson, sei stato un grande! Hai cercato di fermali, che coraggio! Andiamo, andiamo a recuperare l’Anello!»
«Sì Harry, hai il mio arco! Inseguiamoli, non possono passarla liscia!»
Lui li osservò entrambi. Non gli sembrava il caso di contraddirli, specificando che in verità voleva rubarlo lui. Però il piano poteva non essere del tutto abbandonato… Una volta fermati quei pirati dell’Anello, l’avrebbe tenuto per sé.
Annuì e dopo aver controllato di avere la bacchetta e la sua penna magica, che diventava una spada, corse verso il muro spezzato assieme agli altri due.

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