Staremo insieme, per sempre

di Fonissa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri, confessioni e incubi ***
Capitolo 2: *** Quella bambina dagli occhi color rubino ***
Capitolo 3: *** La rosa è la sua anima ***
Capitolo 4: *** Mi confesso con Ib ***
Capitolo 5: *** Garry ***
Capitolo 6: *** Una nuova compagna. ***
Capitolo 7: *** Piccoli segreti di Ib ***
Capitolo 8: *** A me non è mai piaciuta ***
Capitolo 9: *** Lei&Lei ***
Capitolo 10: *** Viola ***
Capitolo 11: *** La casa della strega ***
Capitolo 12: *** flash back ***
Capitolo 13: *** Suoni e Monnalise ***
Capitolo 14: *** Avanziamo nel buio. ***
Capitolo 15: *** Giardini interni ***
Capitolo 16: *** Viola e Ellen. ***
Capitolo 17: *** Il risveglio. ***



Capitolo 1
*** Pensieri, confessioni e incubi ***


Aya, veloce! Corri!” mi urla Maria, mentre scappo da quella che era la mia casa con Snowball in braccio. Quando raggiungiamo un posto abbastanza lontano, ci fermiamo a riposare. Sono stanca, addolorata, ma più che altro sono confusa. Penso ancora a quel ragazzo biondo con un solo occhio, mi sembra che si chiamasse Dio. Mi ha aiutata molto, anche se non lo conoscevo affatto. Ma perché? E poi, perché prima di dar fuoco alla casa, mi ha baciata? Non ha senso.
Stai bene, Aya?
La voce di Maria interrompe i miei pensieri.
Si, sto bene” rispondo dolcemente. “E quindi è tutto andato via… distrutto
Non vederla come una fine Aya, ma vedila come un nuovo inizio. Ora muoviamoci, dobbiamo cercare un posto dove stare
La tranquillità di Maria mi stupisce, ma non faccio obbiezioni. In fondo ho davvero bisogno di dormire in un posto tranquillo. Ci incamminiamo verso la città. Camminiamo per circa due ore e finalmente arriviamo in una città chiamate “Larish”. Una città molto grande, con tanto di alberghi, negozi, ristoranti e un grande museo. Arriviamo nell’albergo più vicino. Entriamo e veniamo accolti da una grande sala con le pareti ricche di quadri e al centro una grande rampa di scale. Da una parte, invece, c’è la reception.
"Scusi, c'è una camera libera?", chiede Maria alla signorina della reception.
“Ma certo. Per quante persone?” chiede questa.
Per due persone
“Va bene. Ecco a lei” dice la signorina porgendoci una chiave con sopra il numero 105.”
Bene, ecco i soldi” dice Maria mentre caccia dei soldi da una tasca.
Io la guardo con aria interrogativa, ma si limita a dire “Ti spiegherò tutto in camera”. Arriviamo davanti alla porta numero 105 e quando l’apriamo una visione magnifica si innalza davanti ai nostri occhi. La camera è meravigliosa: due letti a baldacchino ricoperti di seta e con cuscini pieni di piume. Mobili in legno con rilegatura in oro e le pareti di un giallo chiaro. Io vado nel bagno a farmi una doccia lasciando Snowball su uno dei letti. Finito mi metto un morbido accappatoio e avvolgo un asciugamano intorno ai capelli. Poi esco e trovo Maria seduta su una poltrona, con uno sguardo triste e vuoto. Mi siedo sul bracciolo della poltrona e le chiedo:
Allora, cosa mi dovevi spiegare?
Vedi Aya, già da un po’ di giorni stavano succedendo cose strane. Parti di corpi che sparivano…oggetti che si muovevano da soli…e in più avevo una strana sensazione, come su qualcosa di anormale dovesse succedere da un momento all’altro. Così ho iniziato a mettere da parte un po’ di cose per una probabile fuga. Purtroppo è successo tutto troppo in fretta e così sono riuscita a prendere solo un  po’ di soldi e medicine
Rimango a bocca aperta a quelle parole, quasi non riesco a parlare, ma in qualche modo trovo il coraggio: ”Ma perché papà non mi ha detto niente?
Beh, vedi, il dottore non voleva che ti preoccupassi, credeva che tutto si sarebbe risolto, ma evidentemente…
Evidentemente si sbagliava…
Già
Già
Dopo questo breve discorso, andiamo entrambe a dormire senza dire una parola. Mi infilo sotto le coperte mentre Snowball si accomoda ai piedi del letto. Mi addormento tra la seta, ma durante la notte sono tormentata dagli incubi: vedo i vari fantasmi delle vittime di mio padre, quello strano signore in nero, mia madre uccisa da mio padre, Maria a terra quasi dissanguata e poi vedo lui, Dio, e a quella visione mi rilasso un po’.
La mattina mi sveglio ancora più stanca, ma vedendo Maria già in piedi mi alzo anche io. Ordiniamo qualcosa per la colazione, mangiamo tutto e ci vestiamo. Poi usciamo.
“Dove andiamo?
Vedi Aya, per riprenderti dagli…ehm… ‘avvenimenti’ di ieri, oggi ti porto al grande museo che c’è in questa città. Contenta?
Tanto! Forza, muoviamoci!” dico, inizziando a correre per la strada.
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
Allora, questo è il primo capitolo della mia storia. Non è molto intenso, ma d'altronde serve solo per introdurre. Naturalmente avete già capito chi incontrerà al museo eh eh eh.
Spero che vi piaccia e che continuiate a seguire la storia :)

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Capitolo 2
*** Quella bambina dagli occhi color rubino ***


Arrivate al museo, scopriamo che c’è una mostra interamente dedicata a un solo artista, Guartena. Entriamo e Maria paga due biglietti, poi inizio a visitare il museo liberamente. Subito mi accorgo che questo pittore doveva essere un po’ strano. Molti quadri sembrano fatti da un bambino di quattro anni e non capisco cosa dovrebbero significare dei manichini senza testa. Dopo un  po’ di girovagare a caso, mi imbatto in un grande quadro chiamato “Guartena’s world”. Questo attira la mia attenzione. Non so il perché, ma ne rimango estasiata. Resto a fissarlo per almeno dieci minuti buoni, quando all’improvviso le luci si spengono e sento una forza che mi risucchia verso la parete.
Maria! Maria!” urlo, ma non risponde nessuno.  Può essere mio padre questa forza sconosciuta? Oppure mia madre? L’unica cosa che so è che svengo. Mi risveglio in un posto molto simile al museo ma più tetro e scuro. Mi alzo tremante, incapace di camminare, quindi mi appoggio al muro cercando di capire dove sono. Dopo qualche minuto ci rinuncio a capirci qualcosa e lentamente inizio a camminare. Quando vedo qualcosa che si muove mi spavento. Ma penso a tutto quello che ho già passato, quindi mi faccio forza e vado a controllare. Rimango seriamente terrorizzata quando mi accorgo che la cosa che si muove è uno dei manichini senza testa. Inizio a correre verso la parte opposta, ma dopo circa un paio di minuti sento qualcosa che si avvicina a me. Ha capito che c’è qualcuno. Inizio a correre più velocemente, ma inciampo su qualcosa. Quando mi rialzo vedo che quel qualcosa è una testa di manichino. Ripenso alle mie esperienze e con molta forza e coraggio prendo la testa e vado verso il manichino. Quando gli porgo la testa questo mi fa un cenno con la mano, come per dirmi di seguirlo. Con molta riluttanza, decido di seguirlo. Mi porta in una stanza scura, dove c’è solo una rosa dentro un vaso. Quella rosa non mi convince, non so il perché, ma ha qualcosa di sospetto. Decido di non prenderla e il manichino mi applaude. Come se quella fosse stata una prova. All’improvviso altri manichini iniziano a venire verso di me, accompagnati da quelle che sembrano delle bambole. All’inizio mi spavento, ma poi mi accorgo che non hanno cattive intenzioni. Li lascio avvicinare e loro mi fanno visitare questo strano posto. Ci sono molte stanze strane e diverse tra loro, molte di queste si aprono con chiavi nascoste, ma c’è una cosa che le accomuna tra loro: in ognuna ci sono dei quadri. Dopo un po’ di girovagare, vedo da lontano una bambina di un paio di anni più piccola di me. Quello che più mi colpisce in questa bambina sono i suoi occhi. Rossi. Ma non di un rosso sangue come quelli di quel signore in nero, ma di un bel rosso rubino. Appena i manichini e le bambola la vedono la bambina le vanno incontro. Penso che vogliano sottoporla alla prova della rosa, ma non appena mi accorgo che la rosa ce la in mano mi spavento e caccio la mia piccola motosega.
Si, ho ancora la mia motosega con me, non so il perché ma avevo l’impressione che mi sarebbe servita prima o poi.
E infatti taglio a fettine ogni bambola o manichino mi si pari davanti. Appena raggiungo la bambina le raccomando di mettersi dietro di me e lei segue i miei ordini. Continuo a tagliare ogni cosa che ho davanti e solo quando ho finito mi accorgo che dai manichini e dalle bambole invece di uscire la stoffa esce del sangue. Molto sangue. In quel momento mi sembra di sentire le parole di mio padre che mi dice: “Mi assomigli molto, sai Aya?”. Scaccio dalla testa questi brutti pensieri e mi volto verso la bambina.
Stai bene?” le chiedo.
Si, grazie” mi risponde.
Io mi chiamo Aya, tu?
Io sono Ib
 
*ANGOLO AUTRICE*
Ed ecco l’incontro tra due delle protagoniste, Aya e Ib! Scusatemi se questo capitolo è corto, mi rifarò negli altri. Spero che vi piaccia e che continuiate a seguire la storia :D

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Capitolo 3
*** La rosa è la sua anima ***


Ib è molto simpatica e sveglia. Penso che se ci aiuteremo a vicenda riusciremo ad uscire di qui. Comunque, procediamo per il corridoio e ci imbattiamo in una porta blu. Chiusa.
Aspetta, ho qui una chiave”, Così infila la chiave nella serratura e la porta si apre. Entriamo in una stanza piena di dipinti di insetti. Per poco non calpestiamo una formica. E non me ne importaterebbe più di tanto, se non fosse che questa formica parla: “Io sono una formica e mi piacciono i quadri. Il mio quadro è molto speciale.”
Non ho idea di quel che significhi ma continuiamo a camminare. Stiamo attraversando tranquillamente il corridoio, quando all’improvviso spuntano delle braccia dalle pareti che staccano i petali della rosa fino a che non ne rimane uno solo. “Aya, non mi sento molto bene...” mi dice Ib. E a quel punto capisco. In qualche modo la vita di Ib è collegata alla rosa. Se la rosa perde tutti i petali, Ib muore.
Non ti preoccupare, ti aiuto io” detto questo le metto una mano sulla spalla e la aiuto a camminare. Trovo una porta verde, ma è chiusa. Di fronte a noi c’è il quadro di una formica. Ripensando alle parole dell’insetto, stacco il quadro dal muro e lo tengo con l’altra mano. Poi riattraversiamo il corridoio facendo attenzione alle mani e ci dirigiamo su una strada a sinistra. Per colpa di un grosso buco per terra per poco non cadevo giù. “Come attraversiamo ora?
I-io ho un'idea. M-metti il quadro della formica sul buco, come un ponte
Ib, sei un genio!” e detto questo faccio come mi ha detto Ib. Così attraversiamo il buco, ma quando mi giro noto con orrore che la formica sul quadro è ormai spiaccicata e che da essa esce della tempera rossa. No. Non è tempera, è sangue. Spaventata attraverso la porta verde che sta di fronte a me. Mi spavento di più quando vedo uno dei manichini senza testa, ma non ci insegue. Se ne sta li, fermo. Dopo un po’ mi accorgo di una chiave verde a terra, così la raccolgo. Ma subito dopo sento Ib gridare. Mi giro verso di lei e per poco non urlo pure io. Il manichino l’aveva afferrata. Estraggo la motosega, gli taglio il braccio e cominciamo a correre, ma quello ci segue. Ri-attraversiamo la porta verde e il quadro-ponte e con mio gran sollievo il quadro si rompe sotto il peso del manichino, facendolo cadere giù. Ci ritroviamo nella stanza con i quadri degli insetti e arriviamo fino alla porta verde chiusa e inserisco la chiave. Entriamo in una stanza che assomiglia tanto a un gatto. Ci sono due strade, una a destra e una a sinistra. Imbuchiamo quella a sinistra  e troviamo una stanza con vari quadri nascosti da alcuni teli. Su una parete c’è un omino nero. “Giochiamo a nascondino?” ci chiede e subito dopo appaiono dei pulsanti sotto i quadri.
C-che dobbiamo fare?
secondo me lo dobbiamo trovare tra i vari quadri
E s-se sbagliamo?
Non lo so, ma dobbiamo provare lo stesso
Mi dirigo verso uno dei quadri e con grande paura premo il pulsante. Il telo si alza, scoprendo un quadro con sopra disegnata una luna. All’improvviso tutto diventa più scuro.
‘Oh perfetto’ penso e vado verso un altro quadro. Stessa procedura di prima, solo che questa volta sul quadro c’è l’omino nero. “Brave, avrete un premio” dice e noto a terra un oggetto. Lo raccolgo e noto che è una testa di pesce di legno.
Ma che ci dobbiamo fare?
N-non lo so. Ma prendila, potrebbe tornarci utile
Così la metto in tasca e esco da quella stanza. Sbuco nella stanza di prima e questa volta prendo la via di destra. Mi ritrovo in una stanza piena di manichini e di teste di marmo. Una di queste ha gli occhi rossi, e proprio questa inizia a seguirci. Ma dopo un paio di minuti cade e si rompe. All’interno ci trovo una coda di pesce di legno.
D-dammi la coda e la testa”. Gliele porgo e lei le unisce, formando un pesce di legno. Ritorniamo nella sala precedente e noto una cosa che non avevo notato prima: una fessura a forma di pesce.
Ib! Guarda li!
Uhm...f-forse...” così inserisce il pesce di legno nella fessura e gli occhi del gatto diventano rossi. Subito dopo si apre un’altra via proprio davanti a noi.
*ANGOLO AUTRICE*
Ecco il nuovo capitolo! Scusate l’enorme ritardo, ma ho fatto dei lavori a casa. Comunque spero che questo capitolo vi piaccia. Lasciate tante recensioni eh!

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Capitolo 4
*** Mi confesso con Ib ***


Proseguiamo e ci ritroviamo di fronte a tre strade diverse. Alla mia sinistra c’è un quadro tutto bianco e alla mia destra e di fronte a me due corridoio più lunghi. Decidiamo di andare dritto e ci ritroviamo davanti a altre due strade, una a destra e una a sinistra.
U-uscirò pazza con tutte q-queste strade.
Annuisco e prendo la strada di destra. Questa è piena di bambole impiccate per le gambe. Sobbalzo quando ne cade una a terra. Mi avvicino e vedo che su di essa c’è scritto un numero: ‘18’.
Cosa vorrà mai dire?
N-non lo so, ma sarà m-meglio ricordarcelo.
Ritorniamo indietro e prendiamo l’altra via, quella di sinistra. Varchiamo una porta gialla e ci ritroviamo davanti dei quadri raffiguranti delle signore vestite con vari colori. Sotto ognuno ci sono delle scritte. Ci avviciniamo a uno e leggiamo: ‘Quello in bianco dice la verità’.
Così andiamo da quello bianco e leggiamo: ‘Davanti la statua a destra per due passi, poi a sud per due passi. Questa è la verità’
Proseguiamo per un’altra porta gialla e ci ritroviamo in una sala fatta di mattonelle, con al centro una statua. Seguiamo le indicazioni del quadro e troviamo una mattonella allentata. La alziamo e un fumo verde si alza dal pavimento. Io e Ib ci buttiamo dall’altra parte della stanza e usciamo di corsa.
Il quadro ci ha mentito!” dico col fiatone.
P-potevamo morire!
Che novità...
Ci avviciniamo a un altro quadro, quello marrone, e leggiamo: ‘Davanti alla statua a destra per quattro passi, poi a nord per due passi. Questa è la risposta.’
Dobbaimo provare.
M-ma potremmo farci male! O p-peggio!
Preferisci rimanere qui per sempre?"
No...
Allora muoviamoci.
Ritorniamo nella stanza fatta di mattonelle e seguiamo le indicazioni del quadro marrone. Troviamo un’altra mattonella allentata. Io e Ib ci guardiamo e dopo un respiro profondo la togliamo. Ma niente, niente fumo o altro. Solo un numero: ‘4’.
C-che significheranno tutti questi n-numeri?
Non lo...
Non faccio in tempo a finire di parlare che sentiamo dei rumori molto forti provenire dalla stanza precedente. Corriamo fuori e vediamo tutti i quadri sporchi di sangue, tranne quello marrone, quello è completamente distrutto.
H-hanno ucciso il quadro c-che ci ha aiutate...
Si, dobbiamo uscire di qui.
Usciamo di corsa e ritorniamo all’inizio. Prendiamo la strada a destra e troviamo delle labbra sul muro. “Ho fame, datemi del cibo” dice e cerca di addentarmi, ma Ib mi spinge via in tempo. Corriamo indietro e guardo meglio il quadro tutto bianco. Sopra c’è un altro numero: ‘9’
D-diciotto, quattordici e nove. C-cosa vorranno mai dire?
Non ci resta che scoprirlo.
Ritorniamo sulla via delle bambole impiccate, e nel frattempo Ib mi chiede: “A-Aya, prima, quando dovevamo ritornare nella stanza delle m-mattonelle, mi sei sembrata molto c-coraggiosa. Come hai f-fatto?
"Bhe, vedi Ib, io ho già vissuto un'esperienza simile.
D-dici davvero?!
Si.padre faceva strani esperimenti sugli umani e uccise anche mia madre. Una notte mia madre risvegliò i cadaveri. Scappai dallea morte molte volte, e aiutai anche qualche cadavere, tutto per aiutare mio padre. Ma alla fine scoprii che voleva fare degli esperimenti pure su di me. Io e maria, la sua assistente, scappamo e uno dei cadaveri diede fuoco alla casa...
Mi costringo a ricacciare le lacrime dentro pensando a Dio. Poi guardo Ib. E’ sbalordita e indietreggia. Come mi è saltato in mente di raccontarle tutte queste cose?! Ora mi abbandonerà di sicuro. Rimarrò sola, di nuovo.
Ti prego, non lasciarmi sola solo per quello che ti ho detto. Ti prego. Io non assomiglio per niente ai miei genitori.
Cado sulle ginocchia in lacrime. Vedo già Ib uscire da sola di qui lasciandomi indietro, per sempre. E invece fa una cosa che non mi sarei mai aspettata: mi abbraccia.
N-non ti abbandonerò, s-stai tranquilla.
Mi asciugo le lacrime e mi rialzo. Guardo Ib e la prendo per sotto un braccio. “Non stai ancora bene, lascia che ti aiuti” le dico. Lei annuisce e proseguiamo per la strada. Troviamo un’altra porta, chiusa. Sopra c’è scritto qualcosa: ‘X x X + X=???’
"Ci sono! Dobbiamo fare questa operazione con i numeri che abbiamo trovato!” Svolta l’operazione, la porta si apre. Entriamo e ci ritroviamo in una stanza piena di alberi. Su uno di questi c’è una mela, così la raccolgo.
N-non vorrei sbagliarmi, m-ma penso che dobbiamo darla alle l-labbra che volevano mangiarti.
Faccio segno di si con la testa e ritorniamo dalle labbra. “Ho fame, dammi del cibo” dicono di nuovo queste. Così le do la mela. “E’ gustosa, ti lascierò passare adesso, attraverso la mia bocca.” Dicono e si allargano quanto basta per far passare me e Ib. Ci guardiamo, facciamo un respiro profondo e ci addentriamo nella bocca, non sapendo quel che ci aspetta.
 
*ANGOLO AUTRICE*
Ed ecco un nuovo capitolo :D Niente da dire, se non che mentre scrivevo la parte in cui Aya parla di lei a Ib ero un po’ triste L Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia e che continuiate a seguire la storia :*

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Capitolo 5
*** Garry ***


*ANGOLO AUTRICE*
Allora, vi avverto che d’ora in poi i capitoli saranno più lunghi, e ora vi spiego il perché: visto che non mi ricordo tutto il gioco a memoria, guardo dei gameplay e poi scrivo il capitolo. Solo che mi sono accorto che sono al sesto capitolo e ho appena iniziato il secondo video, e visto che non voglio che per ogni…ehm… “avventura” servano 20 capitoli, ho deciso di farli più lunghi, magari anche un po’ più lunchi di questo. Fatemi sapere che ne pensate ;)

Dopo aver attraversato la bocca ci ritroviamo in un corridoio dopo ci sono quadri raffiguranti la ghigliottina. Rassicurante insomma. Arrivate alla fine del corridoio sento qualcosa scendere su di noi. Alzo la testa e vedo che è una grossa lama. Io e Ib ci buttiamo a terra in tempo per schivarla, poi scendiamo velocemente le scale mentre la lama risale. Ci ritroviamo in un altro corridoio, ma questo è completamente rosso. Facciamo qualche passo e mi sembra di vedere qualcosa muoversi. Tremo e  guardo Ib. Pare che non abbia visto nulla, quindi decido di non dirle niente per non spaventarla di più. Svoltiamo a destra e sbuchiamo in una stanza piena di dipinti e sculture. Mi avvicino a un quadro raffigurante una giovane donna vestita di rosso che si chiama “La ragazza in rosso”. Perché qui è tutto rosso? Faccio appena in tempo a formulare questo pensiero che il quadro si stacca dal muro e la ragazza ne esce fuori per metà. Inizia a strisciare con le mani inseguendoci. E’ anche molto veloce. Scappiamo cercando una via di fuga. Troviamo una porta, ma è chiusa, come sempre del resto. Ricominciamo a scappare quando noto una cosa luccicare a terra nel punto in cui è caduto il quadro. La prendo a volo e scopro che è una chiave. Ritorno alla porta trascinandomi dietro Ib ormai esausta. La apro e ci buttiamo dentro. Troviamo una stanza piena di librerie.  In fondo c’è un’altra porta, ovviamente chiusa. Ci avviciniamo alle librerie e notiamo che alcuni libri luccicano, così li leggiamo. Sono storie brevi, e non molto felici. Quando finiamo di leggere l’ultimo libro, si sente un rumore provenire dalla porta. Provo ad aprirla e questa si apre. Proseguiamo per il corridoio di sinistra e vediamo a terra una scia di petali blu. La seguiamo e troviamo una targhetta con su scritto ‘La ragazza in blu’, ma non c’è nessun quadro.
D-dove è la r-ragazza in blu?
Non ne ho idea, faremmo meglio a stare più attente
Ritorniamo indietro e prendiamo il corridoio di destra. Camminiamo per qualche minuto, finchè non troviamo steso a terra un ragazzo dai capelli viola. Mi chino vicino a lui e gli metto una mano sul petto. E’ ancora vivo. Ib si china vicino a me e prende qualcosa dalla sua mano. E’ una chiave. Me la da e si avvicina di più al ragazzo, poi si mette a massaggiargli le spalle.
F-fa male…” esclama questo, poi non parla più. Aiuto Ib ad alzarsi e ci rimettiamo in marcia. Troviamo un manichino senza testa immobile proprio davanti alla porta.
“Riportatemi la testa e vi lascerò passare” dice.
Non sapendo che fare torniamo indietro.
M-mi sembrava di aver visto una porta nel c-corridoio di sinistra…”, così ritorniamo li. E infatti troviamo una porta affianco a una finestra. Entriamo usando la piccola chiave e subito notiamo la testa del manichino, ma proprio affianco a questa c’è il quadro della Ragazza in blu che con le mani toglie i petali a una rosa blu.
Ib, tu sei troppo debole, rimani qui, me ne occupo io.” E detto questo con uno scatto afferro la testa e corro verso Ib mentre il quadro mi insegue trascinandosi sulle mani. Acchiappo la ragazzina per il polso e scappiamo via chiudendo la porta alle nostre spalle. Stiamo per fermarci per riprendere fiato, quando sentiamo un rumore di vetri rotti. Ci giriamo e vediamo che la Ragazza in blu ha rotto la finestra e ci sta inseguendo. Riprendiamo a correre, ma noto che il quadro ha lasciato cadere qualcosa. Non so come riesco a prenderla e anche a scappare. E’ una rosa blu, ma con pochissimi petali. Stiamo per ritornare nel corridoio di destra, quando noto un vaso pieno d’acqua. Faccio per mettere la rosa di Ib, ma questa mi blocca.
M-metti quella blu..
Ma Ib…
T-ti prego Aya, metti quella b-blu
Così metto la rosa blu nel vaso, e questa magicamente si riprende.
Sei molto generosa Ib.” E detto questo riprendiamo il corridoio di destra. Il ragazzo dai capelli viola è ancora li, ma sembra più sano. E infatti appena ci avviciniamo si rialza.
Cosa è questo? Il dolore è sparito…” dice. Poi guarda me e Ib.
Non è che siete qualcuno della galleria? Si lo siete! Oh meno male, c’è qualcuno qui oltre a me!
Così gli raccontiamo quello che ci è successo. Beh, tralasciando il dettaglio della mia piccola motosega.
Ah capisco, quindi nemmeno voi sapete come siete finite qui…Siamo in situazioni simili, devo dire. Credevo di essere spacciato, grazie di avermela riportata!” dice indicando la rosa blu, così gliela do.
Comunque, faremo meglio a ritrovare una via d’uscita! Io sono Garry, e voi?
Ib
Aya
Non posso lasciare che due ragazzine come voi girino da sole in un posto come questo! Verrò con voi, ok? Andiamo!
La sua allegria mi stava dando su i nervi. Come si può essere felici in una situazione come questa?! E poi, ‘Due ragazzine come voi’, ma chi si crede di essere?! Comunque non faccio obbiezioni e camminiamo fino alla porta bloccata dal manichino.
Che brutto posto per una cosa come questa, state indietro ragazze!” e detto questo spinge la statua più in la. Stavo per ribattere dicendo che avevamo la testa, ma Ib mi fece segno di stare zitta. Così senza farmi vedere getto la testa a terra e attraversiamo la porta. Ci ritroviamo in una stanza molto particolare. Di fronte a noi c’è un corridoio, a sinistra la statua di una mano con il dipinto di una sposa, a destra una statua uguale con il dipinto di uno sposo. Attraversiamo il corridoio e ci ritroviamo in uno spazio pieno di stanze e strade. Poco distante da noi c’è una porta grigia, così l’apriamo. Ci ritroviamo in un labirinto. Ci mancava solo il labirinto. Iniziamo a camminare e noto che ogni tanto ci sono delle macchie rosse a terra. Dopo circa un paio di minuti troviamo un altro vaso pieno d’acqua. Senza pensarci su, ci metto la rosa rossa. Ib ci riprende subito.
Ora si che sto meglio! Finalmente!”. In quel momento, appare un manichino che ci insegue. Scappiamo per il labirinto e riusciamo a seminarlo. Trovo un quadro con su scritto: ‘Guarda a sud della vernice rossa’.
Mmm…la prossima volta che vediamo una macchia a terra, dobbiamo guardare a sud
Ma dai? Sul serio? Non ci avrei mai pensato!” dico sarcastica, e Ib mi lancia un’occhiata torva. Così ci rimettiamo in marcia e dopo un po’ troviamo una macchia rossa. Guardiamo verso sud e noto un interruttore appeso a muro. Ci avviciniamo, lo attiviamo e sentiamo un rumore provenire da fuori.
“Ora dobbiamo solo uscire” annuisco e faccio per ritornare indietro, ma tre manichini mi bloccano la strada. Subito estraggo la mia motosega e li taglio in tanti pezzettini, sotto gli occhi increduli di Garry.
Tu sai usare quella cosa? Una bambina piccola e docile come te usa una motosega?
Si, e se mi chiami ancora bambina piccola e docile sarai il prossimo a provarla” rispondo con tono arrabbiato.
Così poi ci dirigiamo verso l’uscita, senza dire più una parola.
*ANGOLO AUTRICE PT.2*
Allora, che dire, Garry sempre allegro mi fa morire dal ridere, mentre Aya io me la immagino un po’ più dura e acida dopo tutto quello che ha passato fino e ora, soprattutto se consideriamo il finale di Mad Father…
Come al solito spero che vi piaccia e che lasciate tante recensioni :D

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Capitolo 6
*** Una nuova compagna. ***


*ANGOLO AUTRICE*
Vi informo che domani parto e vado in vacanza. Ritornerò tra dieci giorni, ma non vi preoccupate, nel frattempo scriverò altri due-tre capitoli :3

 
Usciamo dal labirinto e prendiamo la strada a destra. Non appena faccio un passo si aprono delle fessure sul pavimento da cui escono degli occhi.
Bleah, cos’è questo? Che schifo! Perché ci sono OCCHI per TERRA…?!
Lo ignoro e procedo facendo attenzione a non pestare gli occhi, fino a quando non ne vedo uno completamente rosso, come se fosse infiammato o qualcosa del genere.
Q…questo occhietto ha un problema di congestione?
Capitan ovvio…” lo schernisco, prima di continuare a camminare. Procediamo a destra, dove vedo un quado di un serpente con un buco al posto dell’occhio. Non ci faccio troppo caso e prendo un corridoio che scende giù. Entriamo in una stanza piena di tavolini e dipinti. Su un tavolino in fondo si vede una cosa luccicare.
Lasciate fare a me!” dice Garry, poi inizia a spostare i tavolini come in un gioco.  Dopo cinque minuti è incastrato tra due dipinti e non sa più come procedere.
Non sai fare niente di buono!” dico, poi inizio a scavalcare i tavolini fino a raggiungere quella cosa che luccica, che scopro essere delle gocce per occhi. Raggiungo Ib.
“Gocce per occhi… ma certo, per quell’occhio!
Giusto! Ora possiamo andare…
Aya, aiuta Garry!”. Sbuffo e riscavalco i tavolini, poi prendo la mano di Garry e lo tiro fuori ritornando da Ib. Ritorniamo dall’occhio infiammato e gli mettiamo le gocce. Dopo averlo curato, questo si muove, attaccandosi al muro e fissandolo intensamente.
C’è un passaggio segreto!” e detto questo Ib entra, ritornando dopo qualche secondo con una palla di vetro rossa.
Una palla di vetro! Mm… forse…ma certo! Dobbiamo metterla nel quadro del serpente!” porto Ib e Garry vicino al quadro del serpente, poi prendo la sfera di vetro e la metto al posto del buco. In quel momento il quadro affianco cade a terra.
C’è una scritta dietro… ‘dietro il grande albero’, cosa vorrà dire?
Non ne ho idea.
Riprendiamo a camminare e troviamo un’altra stanza sotto quella in cui abbiamo trovato le gocce. Questa è piccolina, ma al suo interno ha quattro sculture, una di queste è a forma di albero.
Dietro il grande albero…” dice Ib avvicinandosi alla scultura a forma di albero.
Ho trovato un anello! Sembra una fede nuziale! Credo che la dovremmo portare all’inizio, dove c’erano i quadri degli sposi.
Ib è molto intelligente, e ora che sta meglio si nota ancora di più. Facciamo quel che ci ha detto, poi Ib si avvicina alla mano della sposa mettendo la fede all’anulare. Dal soffitto cade un boquet, che prendo al volo.
Che dobbiamo farci?
Non lo so, ma portiamocelo.
Ritorniamo dove eravamo prima, quando notiamo un quadro che fissa la rosa di Ib.
“Eh eh eh, i fiori sono belli…-dice- mi dai il tuo fiorellino?”
Senza pensarci due volte lancio il boquet al quadro, che lo mangia subito. Finito di mangiare, si apre come una porta. Entriamo e ci ritroviamo in un corridoio pieno di teste di manichino, dove ai muri sono appesi dei quadri raffiguranti una specie di vampiro alquanto terrificante. Attraversiamo il corridoio e ci troviamo in uno spazio molto grande pieno di manichini e quadri raffiguranti delle ragazze vestite in vario colore. Non appena passo davanti al quadro dove è disegnata una ragazza in rosso, questa si stacca dal muro iniziando a inseguirci. Scappiamo provando ad aprire qualche porta, ma sono tutte chiuse. Alla fine ci ritroviamo davanti a una porta dove bisogna inserire il numero di quadri che ci sono nella stanza.
Metti un numero a caso! E fai presto!
Ci provo!” Ib inserisce il numero 14. La porta si apre e noi ci buttiamo dentro la stanza chiudendocela alle spalle,
CHE FORTUNA!
Già, siamo state molte fortunate…
Dopo esserci tranquillizzate usciamo, ispezionando la porta accanto. Sopra c’è scritto ‘Inserisci codice” con una specie di lucchetto a quattro cifre.
Questo non lo indoviniamo…” Riprendiamo a gironzolare per la stanza.
Guardate, quel quadro è diverso…” dice Ib indicandoci un quadro che raffigura un uomo appeso.
Perché proprio questo?...Ma ci sono disegnati dei numeri sulla maglia del tizio!” e infatti ci sono quattro numeri:5629.
E’ il codice! Il codice da inserire per far aprire la porta!
Ehy, hai avuto un’idea intelligente, questa si che è una novità!
Ib mi guarda arrabbiata, poi ritorniamo alla porta di prima, facendo attenzione ai quadri e ai manichini che hanno iniziato a inseguirci. Per sicurezza tengo la mia motosega in mano finchè Ib non inserisce il codice. Entramo e troviamo una stanza con solo un tavolino con un vaso e un quadro che lo raffigura. Mi guardo intorno, finchè non noto 4 segni a terra. Sposto il tavolino fino a far combaciare i piedi con i segni a terra, e in quel momento si sente un rumore provenire da fuori. Cerchiamo la porta che abbiamo sbloccato, finchè non la troviamo vicino al quadro dell’uomo appeso. Entriamo e troviamo una stanza completamente vuota, con solo uno specchio. Non potendo fare altro, ci specchiamo: i miei capelli sono completamente  in disordine e i vestiti sono macchiati di sangue e vernice rossa.
Mm…ai vestiti macchiati di sangue ci sono abituata, ma non so come togliere la vernice. Te pensi che Maria lo sa?” dico con tono divertito verso Ib, suscitandole una risata mentre Garry ci guarda interrogativo.
Che intendi dire?
Niente, lascia perdere.
Quando ci riguardiamo allo specchio, vediamo dietro di noi la testa di un manichino. Subito ci giriamo e Garry per lo spavento cade a terra, prima di tirarle un calcio.
Chiudete gli occhi!” facciamo come ci dice e quando li riapriamo vediamo che la testa è in mille pezzi.
hmph…vedete, solo un manichino.”
Non siamo noi quelle cadute a terra per la paura.
Garry fa uno sguardo rammaricato, poi usciamo da quella stanza. Notiamo che un’altra donna ancora ha iniziato a inseguirci, lasciando cadere una chiave grigia. La raccolgo facendo attenzione a non essere presa e scappiamo, ma i quadri si muovono veloci e siamo costretti a rifugiarci nella stanza che ci chiedeva il numero dei quadri delle donne. Questa non è più vuota, ma c’è una testa di manichino impiccata piena di sangue. Affianco si trova un cartello. Garry lo legge a bassa voce, poi ci raggiunge.
Ib, Aya, meglio che usciamo da qui.” Dice e, insicura, lo seguo. Troviamo una porta chiusa sotto la stanza del manichino impiccato, così la apro con la chiave. Questa contiene  un divano  alcune librerie, e ci sono anche un grande quadro e una finestra.
Quella finestra mi sembra fragile, meglio spostare la libreria davanti.
Garry, ci pensi tu?
Ma certo!” Garry fa come ho detto. Non succede niente per due minuti, così Ib cerca di aprire la porta, ma questa rimane chiusa.
La porta non si apre!
Cosa?! Ma prima era aperta!
In quel momento si sentono dei forti rumori provenire da fuori. Cerchiamo di accostarci al muro, ma in quel momento un quadro di una donna gialla un po’ più grande delle altre sfonda il muro. Garry ci spinge via in tempo e usciamo dal buco sul muro. Appena usciti notiamo che tutti i manichini e i quadri hanno iniziato a inseguirci, così iniziamo a correre. Corriamo per molto, fino a quando non troviamo un’altra porta e ci buttiamo dentro, chiudendocela in fretta alle spalle. Ma dopo qualche passo, Ib cade a terra priva di sensi. La scuoto per farla svegliare, ma niente.
Ib! IB!
Garry la prende in braccio e la porta nella prima stanza che troviamo, che fortunatamente è alla fine del corridoio. La stendiamo a terra e Garry le mette il suo cappotto addosso per coprirla. Ib si risveglia dopo una decina di minuti.
Buongiorno Ib! Come ti senti?
Ho avuto un incubo…
Si, mi sembra normale…
Ehy Ib, guarda nella tasca del mio cappotto!
Ib fa come ha detto Garry, e ne caccia una caramella.
Puoi mangiarla se vuoi!
Vedo Ib con la coda dell’occhio mettersi in tasca la caramella, prima di prendere il cappotto e porgerlo a Garry. Usciamo dalla stanza e scendiamo una rampa di scale. Troviamo una specie di labirinto fatto con paletti di legno e corda e al suo interno ci sono dei manichini immobili, ma uno si muove. Entriamo e subito dopo spunta un paletto che ci blocca l’entrata, intrappolandoci. Solo allora noto che che ci sono tre pulsanti sul muro. Premiamo quello blu facendo attenzione a non farci prendere e un paio di paletti spariscono permettendoci di passare. Fortunatamente si richiude in modo da non far passare il manichino. Troviamo una stanza con alcune librerie e un quadro abbastanza inquietante.
Che quadro scoraggiante…” in quel momento si spengono le luci.
C-cosa?! Le luci?! E’ troppo buio, non vedo niente…!
Oh ma davvero?
Aya. Ib, tu ci sei?
Si ci sono!
Meno male. Resta qui, ok? Ma questo è un problema. Ah giusto, ho qui un accendino!” dopo un paio di minuti un accendino fa luce nella stanza. Ci sono delle scritte che prima non c’erano: ‘No’ ‘Basta' ‘Non uccidermi'. Sono scritte giganti, fatte con quel che sembra un pennarello. Usciamo velocemente da quella stanza e troviamo dei passi fatti con la vernice rossa che conducono in un’apertura sul muro che prima non c’era. Entriamo e andiamo a sbattere contro una bambina di circa l’età di Ib. Ha dei lunghi capelli biondi e mossi e gli occhi grandi e azzurri. La bambina cade a terra.
Stai bene?
“Si” risponde questa.
Ehy aspetta, che ci facevi qui?
“Stavo andando in giro per vedere se c’era qualcun altro, volevo uscire…”
Ah lo sapevo! Vorresti venire con noi? Usciremo insieme!
Spero tanto che quella bambina non accetti. Ha qualcosa di strano, me lo sento, ma Ib e Garry sembrano non averlo notato. Forse perché solo io ho già vissuto un’esperienza simile.
“Si che vengo!”
Oh, che gioia…
Allora è deciso, come ti chiami?
“Mary.”
*ANGOLO AUTRICE PT2*
Vi avevo avvertito riguardo ai capitoli più lunghi!
Ib dimostra la sua intelligenza, mentre Garry si dimostra un’idiota, ma gentile. Aya come sempre non prova molta simpatia per Garry. E poi c’è Mary, che, beh… chi conosce il videogioco Ib, lo sa. Aya già ha capito qualcosa, ma scoprirete il resto nel prossimo capitolo. Baci Baci :*

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Capitolo 7
*** Piccoli segreti di Ib ***


Dopo qualche passo troviamo un vaso pieno d’acqua, e Garry ne approfitta per rifocillare la sua rosa blu che aveva subito qualche danno.
Mary, io e Ib abbiamo una rosa, ce l’hai anche tu?
“Si! Io ho una rosa gialla!” risponde Mary.
Ma se tipo staccassi tutti i petali di quella rosa gialla? No, la devo smettere con questi pensieri, è quello che penserebbe mio padre, e io non sono come lui…
Aya! Aya, mi ascolti?
Oh? Oh scusa, stavo riflettendo su una cosa…
Ehm..ok. Stavo dicendo che è meglio continuare a camminare.
Si, sono d’accordo.
Riprendiamo a camminare finchè non troviamo una stanza piena di…coniglietti finti. E sono anche carini. Mi ricordano Palla di Neve. Sul muro c’è un quadro gigantesco di un coniglietto rosa. Ci avviciniamo al quadro.
Questo quadro, questa stanza… E’ tutto così terrificante!
“Ah davvero? Io penso che siano carini! Ib, tu che ne dici?” chiede la bionda sorridendo.
Per me ha ragione Garry.” Risponde sorridendo verso il ragazzo. Dovrò parlare con Ib. Mi avvicino a una libreria e inizio a sfogliare un libro senza prestarci molta attenzione. Quando lo richiudo, un ornamento a forma di coniglietto cade a terra rompendosi. Ib si avvicina e ne estrae una chiave viola.
Servirà ad aprire la porta affianco…
Si. Ma ora usciamo da questo posto terrificante. Mi sento come se qualcuno ci stesse osservando.” Usciamo e cerchiamo di dirigerci verso la porta affianco, ma sentiamo dei rumori provenire da un quadro.
“Questo suono sembra vicino…” osserva Mary, e infatti dopo un po’ il quadro si squarcia e dal pavimento spuntano delle radici appuntite. Ci buttiamo a terra giusto in tempo, ma quando mi rialzo noto che le radici sono cresciute fino al soffitto, e Garry è rimasto dall’altra parte, non che questo sia un vero male, ovvio.
Garry!
Ib! Ti sei fatta male?
No, sto bene.
Meno male. Ma non posso passare. Voi dovrete procedere da quella parte, mentre io cercherò un modo per uscire di qua…
Ma…
Ib, starò bene. Non ti preoccupare e stai attenta.”  Vedo Ib annuire poco convinta, prima di rivolgere un’occhiata speranzosa a me e Mary.
“Dobbiamo andare nell’altra stanza. Forse troveremo qualcosa per tagliare questi rampicanti –dice Mary- Staremo bene. Vero Ib?”
Non lo so…
Ib, non c’è altra soluzione. Vai.” Poco convinte ci incamminiamo e usiamo le chiave per aprire l’altra porta. Entriamo in una stanza piena di scatole, che lasciano giusto lo spazio per passare. Vedo la Ib cercare in una scatola qualcosa di utile, così io e Mary la imitiamo fino a che, qualche minuto dopo, Mary non trova una spatola.
“Possiamo tagliare le radici con questa?” dice.
Non penso…
“Mm.. hai ragione. Ma prendiamola lo stesso, non si sa mai.”
Riprendiamo a controllare le scatole, ma all’improvviso c’è un calo di corrente, Quando si riaccende la luce, un manichino rosso blocca l’entrata.
Quando si è mosso? Questa faccenda non mi piace…
Proviamo a spingerlo! Dobbiamo ritornare da Garry!
Okay, decisamente, devo parlare con Ib.
Proviamo muovere il manichino, ma come sospettavo, non si muove nemmeno di un centimetro. Poi noto una porta marroncina che prima non avevamo visto.
Non ci resta altra scelta che proseguire.
Varchiamo la porta e ci ritroviamo ad affrontare delle rampe di scale mentre la luce va e viene. Approfitto di un calo di corrente per lasciare Mary un po’ indietro, in modo che non senta me e Ib.
Ib, ti devo chiedere una cosa…
Cosa?
Ti piace Garry?” dico tutto d’un fiato.
Oh…ehm…io…beh, vedi…
Non tergiversare.
Si. Mi piace. Ma dai, a te non piace nessuno?
Sto per dire di no, ma poi penso a una persona: Dio. Decido comunque di non dirlo. Insomma, sarebbe una cosa tipo ‘Oh si, mi piace un ragazzo morto con un occhio solo che ha bruciato la mia casa. Ah, e poi non conosco nemmeno il suo vero nome, ma so che si fa chiamare Dio.’ Suonerebbe strano, anche più strano del solito.
No, nessuno… Ma dai, insomma, Garry!
Pff… Non glielo dirai, vero?
Certo che no!
Ci sorridiamo e in quel momento raggiungiamo un quadro che assomiglia a un pagliaccio. Giusto il tempo di analizzarlo che compaiono delle scritte gialle: ‘Ib, voglio che ti diverta’ ‘Vieni a divertirti in un mondo senza adulti’ ‘Staremo insieme per sempre’ ‘Tu, me e i nostri amici’
Queste scritte sono inquietanti…
Di sicuro non vorrei vivere in un mondo come questo.” Dice guardandosi intorno.
Con la coda dell’occhio vedo Mary rattristirsi un po’.
Che hai?” le domando.
“Oh, niente, stavo solo pensando a una cosa…”
Le lancio uno sguardo sospettoso prima di attraversare un’altra porta. Al centro c’è un buco gigantesco che non ci permette di passare.
Chissà cosa starà facendo Garry…
Appena Ib smette di parlare, un quadro cala lentamente sul buco, come un ponte.
“Ora possiamo attraversare!”. Attraversiamo il ponte-quadro e ci ritroviamo dall’altra parte della stanza. Noto un oggetto a forma di piramide fatto di vetro.
“Non lo toccare!-esclama Mary, poi si calma- cioè mi sembra pericoloso…”
Mm..già,sembra anche a me, meglio spingerlo di sotto.
Con non poco sforzo io e Ib buttiamo quella strana piramide giù.
“NO!...cioè, volevo dire, come volete…”
Squadro Mary da capo a piedi, ma lei non sembra darci importanza. Proseguiamo in silenzio per un corridoio molto stretto, fino a che Mary non decide di rompere il silenzio.
“Hey, Ib… Ti posso chiedere qualcosa? Garry è… tuo padre?”
Cerco di non scoppiare a ridere e guardo Ib. Ha la faccia completamente rossa.
No.” Risponde seccamente.
“Oh, quindi tuo padre è qualcun altro… Ma dimmi, tua madre è buona?”
Si.
“Oh, questo è buono… ma ascolta, se solo tre di noi potessero uscire da qui, tu che faresti?”
Mm…non lo so, penso che mi sacrificherei io…
Ma poi non potresti più vedere i tuoi genitori, io invece… beh, mi sacrificherei io al posto tuo.”
Scambio un occhiata di intesa con Ib. Lei ricorda ancora la mia storia.
“Non dite queste cose! Usciremo insieme, promesso!” esclama Mary più rivolta verso Ib che verso me. Finito il corridoio, ci ritroviamo in un altro posto formato da stanze e quadri. Ci avviciniamo a una delle stanze, ma la porta non vuole aprirsi.
Mm… ci chiede il nome del quadro rappresentato in figura…
Guardo la figura. Il quadro rappresenta una montagna e un cielo stellato.
Mi sembra di ricordarlo.. mi pare.. Ah certo! ‘Marvelous Night’!
Inseriamo il nome e la porta si apre. Ci ritroviamo in un posto pieno di librerie. Ripensando alle altre volte in cui ho incontrato delle librerie, apro un libro a caso e inizio a leggere ad alta voce.
“’L’ultimo giorno della ragazza: Tanto tempo fa, c’era una piccola ragazza. La ragazza andò con i suoi genitori a una galleria d’arte, ma dopo un po’ la ragazza realizzò che si era persa. Lei girò per la galleria, ma non trovò ne i genitori ne l’uscita. Spaventata, le serviva aiuto, sola, affamata e assetata, lei si fece del male da sola, mettendo il suo corpo quasi al limite’
Questa storia non mi è nuova… ma guardate! Ho trovato un libro che spiega alcune creazioni di Guartena… dice che ‘La ragazza in rosso’ era una donna tanto amata da Guertana, che ‘il giocoliere’ è basato su un giocoliere che vide al circo quando era bambino e che un altro quadro, il cui nome del titolo è rovinato, manda una varietà di emozioni alle persone…
“Oh, è molto interessante, ma ora usciamo da qui, okay?”  e detto questo Mary prende me e Ib e ci trascina fuori. Troviamo un’altra porta aperta, la attraversiamo e ci troviamo in una stanza senza colori. Mi guardo intorno e noto che anche noi tre abbiamo perso i nostri colori.
Cosa è questo posto?
Che fine hanno fatto i nostri colori?
Noto un quadro che rappresenta un arcobaleno, ma anche questo è senza colori. E’ molto triste a dirla tutta. Mi sento invadere dai pensieri negativi.
Dobbiamo uscire di qui, o andremo in depressione!
Ha ragione. E’ questo lo scopo di questa stanza. Usciamo velocemente e cerchiamo un’altra via. Troviamo una rientranza nel muro che ci porta in una stanza con tre teste di manichino e un quadro intitolato “La ragazza senza il suo ombrello.” Mi avvicino a una delle teste.
“Stai attenta. Sembrano pericolose!” mi avverte Mary, come se già non lo sapessi.
Ho trovato una chiave! Che strano…è a forma di albero…
Che strana… vabbè, credo che qui non ci sia altro da fare.
Usciamo e proprio in quel momento Ib sembra accorgersi di qualcosa. Ci fa segno di seguirla e noi ubbidiamo. Ci riporta nella stanza con le librerie e inserisce la chiave a forma di albero dentro una serratura sul muro.
E ora che dovrebbe succedere?
Non ne sono sicura, ma credo che sarà utile a Garry.
“E tu come lo sai?!” esclama Mary più sorpresa del dovuto.
Non lo so, me lo sento.”  E detto questo, ritorniamo fuori. Solo allora noto un quadro chiamato “Pescatore”, solo che li non c’è nessun pescatore.
Questo quadro si chiama ‘Pescatore’, eppure non c’è nessuno…
Mmm…strano. Io direi di ritornare nella stanza con le tre teste di manichino. Non credo che servisse solo per tenere una chiave.
Ritorniamo li e vedo Ib che si avvicina alla testa di un manichino e fa per spingerla giù.
“Sei sicura?- le chiede Mary- sembra pericolosa..”
Si, sono sicura.
“Ok, allora non ti fermerò.” E così Ib spinge giù la testa di manichino, che si rompe. Dopo qualche secondo ne fuoriesce una melma rossa che sembra nociva e spingo via Ib giusto in tempo.
“Io l’avevo detto che sembrava pericolosa! Usciamo fuori!”
Corriamo fuori e noto un’altra cosa molto strana: ora c’è un signore con una lenza da pesca nel quadro ‘Pescatore’.
Ehy guardate, è tornato il pescatore!
Wow che cosa strana, ma anche affascinante…
Appena finiamo di parlare, il pescatore alza la lenza e  scopriamo che un ombrello è appeso all’amo.
“Guardate! Un ombrello!” dice la bionda. Poi il pescatore lancia l’ombrello in mano a Ib.
Un ombrello? Ma certo! ‘La ragazza senza il suo ombrello’!
Che intendi?
Nella stanza con le tre teste di manichino c’è un quadro che rappresenta una ragazza sola che si intitola ‘La ragazza senza il suo ombrello’.
Glielo dobbiamo ridare! Ma non voglio ritornare li.
Dai Ib, ce la puoi fare!” prendo Ib per mano e ritorniamo ancora in quella stanza, poi diamo l’ombrello alla ragazza del quadro che lo prende felice. In quel momento succede una delle cose più strane di sempre: si mette a piovere nella stanza.
“Cosa?! Sta piovendo nella stanza?!”
Credevo che niente mi avrebbe più sorpreso dopo quella esperienza a casa mia, ma a quanto pare mi sbagliavo.
*ANGOLO AUTRICE*
QUALCUNO HA DETTO CHE VOLEVA DEI MOMENTI IB-GARRY??? (Si Rocker, parlo di te :3).
Comunque, eccomi di nuovo qui! Qui per voi! Credo che domani o dopodomani posterò un altro capitolo e forse, e dico forse, sarà quello in cui finalmente usciranno dal mondo di Guartena (ma non vi dico chi uscirà u.u)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, a presto :*

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Capitolo 8
*** A me non è mai piaciuta ***


Scappiamo via prima di bagnarci e ci fermiamo a riprendere fiato, proprio allora notiamo che Mary ha una strana espressione.
Mary? C’è qualcosa di strano?
“….oh no…nessuna cosa…strana –risponde con aria perplessa, poi la vedo fare una faccia strana, quasi malvagia-….aha. Cosa è strano? Cosa è strano? Ahahhahahaa, ohohohohohoh. Lui non mi piace ohohohoho.”  Poi scappa via e sparisce prima che possiamo vedere dove vada.
Dobbiamo seguirla!
No Ib, non mi fido di lei!
Ma…
Ib, sei molto intelligente, ma hai troppa fiducia nelle persone. Lasciala perdere.
Va bene. Se tu non ti fidi, ti darò ascolto.
Non sapendo che fare, ritorniamo nella stanza grigia. Solo che ora non è più grigia, ma è piena di colori e c’è un ponte dei colori dell’arcobaleno che ci porta in un’altra parte della stanza che prima non avevamo notato. Troviamo una chiave marrone su un tavolino, così la prendiamo e riattraversiamo il ponto per poi uscirne.
Quel ponte era carino, non credi?
Si si! Ma guarda, c’è una porta chiusa.” Dico indicando una porta marrone. Così Ib usa la chiave per aprirla. Troviamo semplicemente una rampa di scale, così facciamo per scenderla, ma veniamo fermate da un rumore. Ci giriamo e notiamo con sorpresa che è Mary.
“Dove stai andando Ib? Non ci tieni a te stessa? Avevi promesso che saremmo state insieme per sempre…vero?” dice. Ha uno sguardo minaccioso e in mano uno strano oggetto. Cerchiamo di indietreggiare, ma riusciamo solo a chiuderci in un angolo.
“Perché indietreggi?”
IB! Aya!
GARRY!
e in quel momento Garry spunta dalle scale e si mette tra noi e Mary, bloccandole le braccia.
Che stai facendo, Mary?!
“Stai zitto! Ho aspettato per troppo tempo!”
Io so il tuo segreto! Tu sei…
“Togliti!”
E Garry da un calcio a Mary facendola cadere a terra a facendole cadere la rosa gialla dalle mani.
Aya, Ib, state bene? Scusatemi per…” Viene interrotto da Ib che lo abbraccia con le lacrime agli occhi.
…Ib? Scusa, devi aver avuto tanta paura, ma è tutto okay ora.” Rimangono così per un po’, e io mi sento il terzo incomodo, così rimango a guardarli senza dire niente. Lo devo ammettere, sarebbero una bella coppia. Quando si staccano, Garry assume un’espressione seria.
Potreste non credermi, ma Mary…lei non è umana. E’ un’opera di Guartena, come quelle donne che ci inseguivano. Anche la sua rosa è finta.
Io ho sempre sospettato che in lei c’era qualcosa che non andava!
Già. Ma sarà meglio andarcene, no?” Facciamo per scendere le scale, ma Garry ci blocca con espressione terrorizzata e preoccupata allo stesso tempo.
Non c’è niente laggiù! Venite, cerchiamo un’altra via!
Lo guardo incuriosita, ma lui non ci fa caso e ci porta nel posto di prima. Noto una porta nascosta che prima non c’era, l’attraversiamo e ci ritroviamo in una stanza con una piccola rampa di scale bloccata da un manichino.
Ci penso! State indietro!” osservo Garry spostare la statua con non poca fatica.
Woah, quante statue ho spostato oggi?” ridiamo e iniziamo a scendere la rampa di scale. Dopo un po’ questa diventa rosa e intorno a noi tutto diventa come un cielo stellato. Passano anche un paio di stelle cadenti. Scendiamo felici questa lunga scala e quando arriviamo giù notiamo che nel cielo sono comparsi alcuni disegni fatti con il gesso che sembrano fatti da un bambino. Anche la strada dove ci ritroviamo è disegnata di gesso.
Ma come è possibile tutto questo?
Siamo in un quadro, ricordi?” Continuiamo a camminare. L’atmosfera è molto felice e noi ridiamo e scherziamo per tutto il tempo. Forse stiamo per uscire da qui. Ma proprio quando formulo questo pensiero, ci ritroviamo in una parte sempre colorata col gesso, ma più cupa.
Cosa? Ora è cambiata l’atmosfera…
Diventiamo u po’ più seri, poi proseguiamo e troviamo una casa fatta di gesso. Ci entriamo. Scopriamo che è formata da una sola stanza completamente disegnata col gesso, che ha un tavolo, una libreria e un orologio. Ma niente di questo sembra vero. Non sapendo che fare, usciamo. Prendiamo una via in alto e poi una a sinistra. Troviamo una casetta rosa, chiusa. Sopra c’è una scritta.
’La chiave è nelle cesta dei giocattoli’ –legge Garry-Dobbiamo trovarla! Andiamo!
Okay, la sua allegria inizia a darmi di nuovo sui nervi, ma sto zitta per non far arrabbiare Ib. Prendiamo una strada che va giù e quello che troviamo mi spaventa molto: una bambola di Ib appesa a una mano.
Ma cosa…Perché?” Ib sembra terrorizzata.
Ib stai tranquilla, noi ti proteggeremo.” Ib annuisce non molto convinta e andiamo lontani da quella bambola. Prendiamo una via che porta sopra e troviamo una casa disegnata con la porta aperta. Ci entriamo e l’esploriamo un po’. Troviamo dei strani frutti rossi e un cestino dietro a un muro, che prendiamo. Stiamo per uscire, quando sentiamo dei rumori, così ci nascondiamo dietro al muro. E’ qui che entra Mary.
“Ib, Garry, Aya, dove siete?” esclama, e poi noto cosa ha in mano: una spatola, quella che prese nella stanza degli scatoloni. Si guarda intorno e cerca anche sotto il tavolo. Noi rimaniamo immobili, senza nemmeno respirare fino a che non se ne va.
Non ditemi che quella era…
Si, Mary.
Infondo questo è il suo mondo, no?
Già.
Ci affrettiamo ad uscire prima che ritorni. Poi noto un lago disegnato.
Ehy Ib, magari devi riempire il cesto con l’acqua!
A quale scopo?
Non lo so, ma penso che ci sarà utile.
Riempiamo il secchio e in quel momento spunta un fiore disegnato, ma non è schiuso.
Uh, questo fiorellino non è aperto…Ma certo! Annaffialo!
Subito!” Ib annaffia il fiore, e questo si schiude scoprendo al suo interno una chiave.
Una chiave! Ma sembra più grande delle altre…
mmm…prima ho visto una grande casa! Venite!” Ib rende per mano entrambi e ci porta davanti a una casa più grande. Usa la chiave per aprirla ed entriamo. Quello che trovo mi sconvolge. I muri sono disegnati col pennarello e i disegni rappresentano me, Ib e Garry con le loro rose, Mary e una bambolo piuttosto brutta con la rosa gialla. Al centro c’è una scatola. L’apriamo e dei disegni strani escono fuori andandosi a disperdere. Sul fondo troviamo un piccolo specchio. Usciamo e continuiamo a girovagare, nel frattempo Garry prende a parlare con Ib.
Sai Ib, quando usciremo da questo posto, potremmo andare qualche volta al parco, noi due…
Le guance di Ib diventano più rosse dei suoi occhi, che fissano Garry increduli. Le do un colpetto per riportarla sulla terra.
Oh si certo, come vuoi…” Si sorridono e noi raggiungiamo una casetta che ha la porta congelata. Affianco c’è disegnato un sole. Vedo Ib pensare a una soluzione, quasi posso vedere il suo cervello che lavora. Poi le si illumina il viso. Posiziona lo specchio a terra e i raggi del sole vengono riflessi in modo che vadano sulla porta, che si scioglie.
IB SEI UN GENIO!
Grazie! Ma ora entriamo!
Entriamo e troviamo una specie di mappa del luogo in cui ci troviamo, con dei pulsanti su tutti i luoghi. Sopra ci sono i simboli usciti dalla cesta messi in fila.
Mmm… penso che dobbiamo premere in ordine i pulsanti. Ma mi sa che non abbiamo molto tempo, però non li so tutti!
Una volta siamo stati fortunati, prova di nuovo.
Ib preme i pulsanti un po’ insicura. Quando ha finito, una chiave cade al centro.
Ib! Ce l’hai fatta!
Si!
C’è una casa qua affianco! Venite!
Troviamo proprio  affianco una casa chiusa. Usiamo la chiava e ci ritroviamo in una stanza completamente vuota, a parte per una grossa e profonda scatola.
La scatola dei giochi!” ci avviciniamo per cercare la chiave della  casa, ma la scatola è troppo scura.
Come mai è così buia?” sto per dire che non lo so, quando mi seno spinta all’interno della scatola. L’ultima cosa che vedo prima di cadere, sono un paio di occhi azzurri. Mary. Sento il mio corpo sbattere contro il pavimento e per il dolore svengo. Quando mi sveglio mi accorgo di trovarmi in un posto scuro pieno zeppo di manichini, teste di manichino e bambole inquietanti, che per fortuna non si muovono. Mi rialzo e noto stupita che affianco a me c’è la rosa di Ib, ma ha un solo petalo. La prendo tenendola con cura e inizio a cercare Ib e Garry. Fortunatamente dopo poco trovo Ib che sembra star molto male, ma fortunatamente è viva. Le ridò la rosa e la faccio appoggiare su di me aiutandola a camminare. Sembra ridotta peggio dell’ultima volta, forse per via della caduta.
H-ho una chiave rosa… ma dove è Garry?!
Non lo so, sarà meglio cercarlo.” Girovaghiamo tra manichini e bambole, fino a quando non troviamo Garry steso a terra. Ib gli si avvicina e gli accarezza la fronte. Lui apre gli occhi e si rialza.
Ib! Aya! Siete vive… ma come state?
Bene.
B-bene
Mh? Ib? Sei sicura di stare bene? Vieni qui.” Detto questo Garry prende Ib in braccio.
Ti porterò io, ok?
Ehm…si.
L’avete vista anche voi? E’ stata Mary a spingerci qui!
Già! Appena l troveremo dovremo distruggerla se vogliamo uscire da qui!” Appena Garry smette di parlare, tutte le bambole, manichini e teste di manichino iniziano a inseguirci. Corriamo cercando una via d’uscita e io caccio la mia motosega facendo a pezzi ogni oggetto che si avvicina troppo. Scappiamo per molto, e nel frattempo Garry tiene sempre in braccio Ib. Finalmente troviamo una rampa di scale e saliamo velocemente, per poi ritrovarci in una piccola stanza con delle scale bloccate da radici verdi. Garry mette giù Ib per riprendere fiato e io mi appoggio a muro per lo stesso motivo. Quando ci siamo ripresi, Garry riprende in braccio Ib e si avvicina alle radici.
Mm..aspettate, io ho un accendino!”. Prende l’accendino e da fuoco agli arbusti, che ci lasciano la via libera. Saliamo e troviamo una stanza lunga e stretta, con un quadro appeso in fondo.
Mi sembra di aver già visto quel quadro. Andiamo a vedere.” Iniziamo a camminare ma dopo solo qualche passo sento qualcuno dietro di noi. Ci voltiamo e scopriamo che è Mary.
“Chi è qui?!-esclama- …Ib, Garry, Aya… state tutti bene?”
E lo chiedi pure?! Sei una STRONZA!
“Come siete entrati in questa stanza?”
Mary, tu…
“Andatevene! ORA!” Pesta un piede a terra e si creano delle crepe sul pavimento, poi inizia a inseguirci con in mano la spatola. Fortunatamente era già di qualche passo indietro a noi, così arriviamo vicino al quadro prima di lei.
“Allontanatevi!” ci urla.
Guardo meglio il quadro. Sulla targhetta c’è scritto ‘Mary’.
E’ il suo quadro!
G-garry, brucialo! F-fai presto!
Molto velocemente Garry estrae l’accendino e da vita alla fiamma. Poi lo avvicina al quadro, che inizia a bruciare piano piano, poi velocemente.
“IB! Per favore, fermati!” esclama Mary mentre pian piano inizia a incenerirsi. I vetri del quadro cadono e mi proteggo la faccia con le mani. Quando riapro gli occhi, al posto di Mary c’è un mucchietto di cenere.
Uuuff, devo dire che le ragazze posso essere spaventose…
Che vorresti dire?!” dico brandendo in aria la motosega.
Chi?! Io?! Proprio niente, giuro!” scoppiamo tutti e tre in una fragorosa risata. Finalmente, è tutto finito.
Oh? Garry, sei ferito alla mano.
Hm? La mia mano? Oh, mi sarò tagliato con i vetri.
T-tieni questo” dice legandogli un fazzoletto intorno alla ferita.
Grazie. Ma ora usciamo da qui.
Usciamo ancora molto scossi dall’accaduto e prendiamo una strada che porta giù. Sulla nostra destra troviamo un vaso, così Ib rimette in sesto la sua rosa.
Ora mi sento meglio! Mmm…guardate, la casa rosa! E io finalmente ho la chiave!” Apriamo la casa e troviamo una rampa di scale non più disegnata a gesso, ma normale. La scendiamo e ci ritroviamo all’entrata del museo, ma è scura e vuota. Non siamo ancora usciti. Andiamo nella stanza dove trovai quel grande dipinto che mi trascinò qui.
Dovremmo tipo saltarci dentro, ma come?” All’improvviso c’è una luce accecante che mi costringe a chiudere gli occhi. Quando li riapro, la cornice non c’è più.
Ib! Aya! Guardate, la cornice! Abbiamo una possibilità!
Garry salta dentro il quadro. Quasi viene inghiottito dai colori, ma rimane sul bordo e prende la mano di Ib aiutandola a saltare. Tende la mano anche a me, ma una voce che grida il mio nome mi porta a fermarmi un attimo. Quando mi giro vedo un ragazzino di un paio d’anni in più a me, con i capelli biondi e un’occhio completamente fasciato. Dio.
“Aya!-mi dice- Ti ho cercato a lungo, ma non sapevo dove fossi! Dai, vieni con me, resteremo insieme!”
Aya! Che fai?
Dai, vieni qui! Prendi la mia mano!
“Aya, vieni con me, staremo qui insieme, per sempre.” Lo guardo stupita. Non mi sarei mai aspettata di rivederlo. Sto per seguirlo, quando mi accorgo di una cosa. ‘Staremo qui insieme, per sempre’. E’ la stessa frase che diceva Mary. Guardo meglio Dio. No, non è lui, è un’allucinazione. Senza pensarci due volte afferro la mano di Garry e mi lancio nel quadro. C’è una luce più accecante di quella di prima, così chiudo gli occhi. Quando li riapro sono nella galleria, quella vera.
Ib!
Mh? Aya? Che..che stavamo facendo?
Non ti ricordi niente?!
No…
Forse è meglio così. Non avrà incubi e brutti ricordi. Mi guardo intorno e osservo che Garry non c’è. Molto probabilmente anche lui non ricorderà niente, ma sarà meglio cercarlo. Quando ci allontaniamo dal quadro, mi guardo alle spalle e noto che non c’è più, ma al suo posto ci sono altri due quadretti. Che liberazione.
Troviamo Garry al piano di sotto ad osservare la scultura di una rosa gigante .
Hm? Cosa c’è, bambine?
Cosa stai guardando?
Hm, una scultura di una rosa… quando la guardo, mi sento ferito, non so perché. Ah, scusa se ho detto qualcosa che ti ha ferito, Ib.
L’ha detto. Ha detto il suo nome.
Aspetta, cosa? Chi è Ib?
Sono io Ib!
Cosa? Sei tu? Il tuo nome è davvero Ib? Che strana cosa…io non ti conosco. Magari ti ho incontrato da qualche parte? … Ma guardami, ti sto dicendo un sacco di cose strane. Non importa quello che ho detto. Bene, ciao.
Fa per andarsene, ma poi si blocca  all’improvviso a pochi passi da noi e prende qualcosa dalla sua tasca.
Hm? Cosa è questo? Un fazzoletto?... ‘Ib’… C’è il tuo nome sopra, è tuo? Ma come ci è finito nella mia tasca? Ma c’è del sangue sopra…” All’improvviso Garry fa una faccia stupita, come se dei flash back gli passassero davanti agli occhi. Si sta ricordando. Guardo Ib, ha la stessa espressione. Anche lei sta ricordando.
Io ero…ferito…alla mano…e una ragazza… una ragazza mi ha dato il suo fazzoletto! Si! Era un regalo! Era un regalo…da Ib! Ib, Aya, ora mi ricordo!
Anche io! Eravamo bloccati in quella strana galleria, con le statue che ci inseguivano, e anche Mary!
Ma siamo tornati sani e salvi! E’ questo l’importante!
Ci stringiamo tutti e tre in un grande e lungo abbraccio. Quando ci stacchiamo, Garry si china un po’ e Ib si mette in punta di piedi, così gli da un bacio sulla guancia. E poi succede. Garry gira la testa di scatto e fa combaciare le sue labbra con quelle di Ib. E si baciano. Io resto a guardare intenerita la scena. Il loro è un bel bacio ricco di amore. Lei mette le braccia intorno al collo di lui e lui la prende in braccio. E restano così per minuti interi.
 
*ANGOLO AUTRICE*
BUONSALVE! Allora, che dire, finalmente sono usciti dal mondo di Guartena, Mary ha avuto quello che si meritava e il finale è ultra dolcioso :3
Ci vediamo domani o dopodomani con il prossimo capitolo ;)

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Capitolo 9
*** Lei&Lei ***


-5 giorni dopo-
Sono nella mia camera d’albergo spazzolando Palla di Neve. Sono passati cinque giorni da quando sono uscita dal mondo di Guartena e da allora ho sentito Ib solo per telefono, ma oggi usciamo un po’ per la città. Penso che mi chiederà di andare a casa di Garry. Ormai loro stanno insieme, anche se hanno deciso di non dire ancora niente vista la differenza d’età.
Sento suonare il campanello e Maria va ad aprire.
Ciao, tu devi essere Ib –dice sorridendo- io sono Maria. Ma prego, entra pure.
Ib mi raggiunge sul letto su cui sono seduta.
Ehy Aya! Allora, sei pronta?
Si, fammi prendere solo una cosa…” faccio per alzarmi ma lei mi blocca prendendomi per i polsi.
Tu non porterai la tua piccola motosega, chiaro?
Ma…
Aya, no.
Va bene, come vuoi tu.” Dico rassegnata. Saluto Maria e usciamo. Per prima cosa prendiamo un gelato in una gelateria li vicino.
Mmm…Aya, che ne dici di andare a trovare Garry?” dice speranzosa.
Lo sapevo che me lo avresti chiesto. Forza, andiamo a trovare l’imbecille, devo ammettere che un po’ mi è mancato.
Ib mi sorride e poi ci incamminiamo parlando di cosa ci è successo in questi cinque giorni.
Dimmi un po’, Maria alla fine ha saputo togliere le macchie di vernice?
Fortunatamente si. Hai avuto qualche incubo?
Qualcuno, ma niente di troppo spavent…” si blocca all’improvviso e fissa un punto in fondo alla strada. Guardo nella stessa direzione e noto una ragazza di quattordici anni che piange disperata. Ha i capelli biondi legati in una cosa di cavallo, la pelle chiara e gli occhi azzurri. E’ inginocchiata di fronte a un palazzo.
Ci avviciniamo a lei e l’aiutiamo ad alzarsi.
L-la mia amica –dice singhiozzando- s-si è chiusa in camera s-sua da mesi…” e scoppia di nuovo a piangere. Cerco di immaginarmi il motivo per cui una ragazza dovrebbe chiudersi in casa per così tanto tempo, ma non mi viene in mente niente.
Sai il perché?
F-forse…vi prego, aiutatemi!” scambio un’occhiata con Ib, poi ritorno a parlare con la ragazza.
Ti aiuteremo. Come ti chiami?
M-mi chiamo Poniko.
Bene Poniko. Io sono Ib e lei è Aya. Dove abita questa tua amica?
A-al decimo piano…” dice indicando il palazzo di fronte. L’aiutiamo a calmarsi e quando non trema più entriamo e prendiamo l’ascensore fino all’ultimo piano, ovvero il decimo. Appena le porte dell’ascensore si aprono Poniko si getta contro l’unica porta di questo piano iniziando a piangere di nuovo e suonando il campanello. Quando vede che non risponde nessuno, inizia a tirare calci e pugni contro la porta. L’afferro per le mani mentre Ib la prende per la vita e la tiriamo più in la.
Calmati, ok?
Con chi abita questa tua amica?
L-lei abita d-da sola…
Questo è un problema. Come faremmo ad entrare?
Se tu mi avessi permesso di portare la mia motosega…
Potevo mai immaginare una cosa del genere?! Ci sono! Sfondiamo la porta!
Ci prendiamo per mano e prendiamo la rincorsa per poi buttarci sulla porta. Per fortuna non è molto robusta e si rompe. Vedo Poniko correre verso una porta infondo al corridoio e la raggiungiamo.
Madotsuki! Madotsuki! Sono io! Aprimi!
Uboa?! –esclama una voce proveniente da dietro la porta. Sembra assonnata- Uboa… Poniko! Ti ho detto che non voglio vederti più! Vattene via!
Madotsuki! Tu non devi aver paura di quel che sei! Di quel che siamo!
Tu non capisci! Non è solo quello!
Di cosa state parlando?
Chi c’è li con te?! Hai portato altre persone! Ti odio!
Ti prego! Loro mi hanno aiutato! Ti prego! Apri!
NO!
Se non apri sfondo la porta!
Non permetterti!
Stai indietro!” Poniko carica e butta giù la porta con tutta la forza che ha. Ci ritroviamo una stanza con le pareti rosa, una scrivania, un letto e una tv. La ragazza al centro della stanza ha gli stessi anni di Poniko,
 la pelle un po’ scura, i capelli marrone scuro legati in un treccine e gli occhi neri e profondi come un pozzo. In mano ha un coltello.
Madotsuki!
Poniko! Ti ho dett…” ma viene interrotta da Poniko che le prende le mani e la bacia. Io e Ib all’inizio rimaniamo stupite, ma poi le guardiamo meglio. Il loro è un bacio casto, niente di eccessivo, ma si può vedere tutto l’amore che c’è. Madotsuki all’inizio si irrigidisce, ma poi si scioglie ricambiando il bacio. Quando si staccano, tutte e due hanno il volto rigato dalle lacrime. Era questo che Poniko intendeva quando diceva che non doveva aver paura di quel che era. Ma non credo che questo sia il motivo per cui si è chiusa in camera.
Vedo Madotsuki guardarci e poi nascondersi dietro Poniko.
C-chi sono queste?
Loro sono Aya e Ib, mi hanno aiutato.
Oh ehm… piacere, io mi chiamo Madotsuki.
Si, l’avevamo intuito.” Decido di non chiedere perché si era chiusa in camera sua, forse non è ancora pronta a parlarne.
Ehm…Madotsuki, credo che dovrai fare un paio di riparazioni in casa…
Mmm…Già. V-vogliamo, ehm, u-uscire un po’?” dice come se le costasse tanto dire quelle parole. Guardo con la coda dell’occhio Ib.
Mmm…Quindi potremmo…
Oh no…Ib, credevo te ne fossi dimenticata…
ANDARE A CASA DI GARRY!
Chi è Garry?
E’ il mio fidanzato. Stavamo andando da lui quando abbiamo incontrato Poniko.
Mmm..si ok!
Intravedo Madotsuki mettersi il coltello in tasca. A quanto pare, non sono l’unica che gira armata.
***********
Bussiamo ma nessuno ci apre.
Ib, sei sicura che è in casa?
Sicurissima!
La porta è aperta…” Ha ragione. La porta è solo socchiusa. Ci spiamo dentro e vediamo la casa completamente buia, a parte per una luce che proviene da una stanza. Ci guardiamo l’un l’altra ed entriamo. Pian piano entriamo ed arriviamo in quella stanza illuminata. Quello che vedo mi sorprende non poco: Garry è steso a terra a pancia in giù ed è pieno di sangue e pallido. In piedi affianco a lui c’è una bambina con i capelli biondi e gli occhi azzurri con in mano una specie di spatola.
Mary…Tu…tu…” e cade in ginocchio. Io fisso entrambe le bambine incredula.
“Ora possiamo essere amiche Ib! – dice Mary sorridendo- dai, vieni qui!” e allarga le braccia per abbracciarla. Ib si alza e le va incontro. Per un attimo ho paura che possa ricambiare l’abbraccio, ma poi vedo le mani di Ib chiudersi intorno al collo di Mary.
TU! NON POTREMMO MAI ESSERE AMICHE, LO CAPISCI?! MUORI, STRONZA!
Il volto della bionda diventa sempre più pallido, poi quasi viola, fino a che non cade a terra esanime trasformandosi in una macchia di vernice.
**********
L’ambulanza arriva poco dopo. Garry è vivo, fortunatamente, ma resterà in ospedale pe un po’. Ib è ancora scossa da quel che è successo, mentre Madotsuki e Poniko non hanno ancora proferito parola.
Quando tutti se ne vanno, restiamo a parlare.
Hai ucciso Mary…con le tue stesse mani..
Se lo meritava…
Potete spiegarci che è successo?
Non ci credereste…
Io crederei a qualunque cosa, stai tranquilla…
Cinque giorni fa, sono andata a una mostra al museo. All’improvviso mi sono ritrovata in un altro mondo, un mondo fatto dallo stesso pittore. Trovai una rosa rossa che si attaccò alla mia anima. Girai un po’ ed incontrai Aya. Superammo insieme molte prove. Poi incontrammo Garry, anche la sua vita era attaccata a una rosa. Alla fine incontrammo Mary. Diceva di essersi persa, e invece era una delle opere di quel pittore… Credevamo di averla uccisa poco prima di ritornare qui, e invece…
E invece non era così…
Capisco…
Ora penserete che siamo pazze…
No, vi crediamo. Abbiamo visto con i nostri occhi quella bambina trasformarsi in una macchia di vernice.
Grazie… Madotsuki, perché ti eri chiusa in camera tua?
La sensibilità di Ib mi sorprende.
I-io facevo…faccio … dei sogni strani. C’erano dodici porte, ognuna di queste portava a un mondo infinito, strano, pieno di creature strambe, mondi dove potevi perderti. Devo collezionare ventiquattro effetti, alcuni utili, altri no… Ho visitato tutti i mondi, ma ho trovato solo cinque effetti. Quei sogni sono così reali, così vivi, che a volte confondo la realtà con la fantasia.
Oh…
Non troviamo altro da aggiungere, così restiamo ferme, a guardarci e a pensare.
 
*ANGOLO AUTRICE*
Si lo so, questo capitolo è corto, ma succedono tante cose, no?
Allora, Ib e Aya incontrano Madotsuki e Poniko. Ammettetelo che eravate curiosi di sapere quale era la coppia yuri OuO.
A ogni modo, Ib caccia la sua forza e fa fuori Mary, definitivamente. (E ora partono le urla di approvazione).
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Alla prossima :*

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Capitolo 10
*** Viola ***


-2 giorni dopo-
Sono passati due giorni da quando Garry è stato ferito da Mary. Lo siamo andate a trovare e devo dire che non mi è sembrato tanto malridotto, ma non potrà uscire ancora per un po’. Ora sono in campagna con Ib, Madotsuki e Poniko per una gita. La città mi piace, ma preferirò sempre la natura.
E’ bello uscire un po’ dalla città, no?
Già, è bello uscire…
Dai Madotsuki, sorridi un po’. Sei così bella quando sorridi…” Si scambiano un sorriso timido mentre arrossiscono.
In questi giorni ho capito più o meno i loro caratteri. Poniko è sempre sorridente e allegra, ma sa affrontare le situazioni serie. Madotsuki invece ha sempre un’aria assonnata, è molto timida e penso si vergogni un po’ di se stessa.
Sto riflettendo su queste cose, quando sento un rumore alle nostre spalle. Mi giro e noto che un alto e voluminoso cespuglio di rose è cresciuto all’improvviso, lasciando Poniko, che era qualche passo dietro di noi, dall’altra parte. Madotsuki si butta contro il cespuglio.
Poniko! Poniko, stai bene?
Si! Io sto bene, voi?
Stiamo bene
Non avvicinatevi al cespuglio! E’ pieno di rose rosse!” urla con aria preoccupata.
Ib…
Scusatemi. E’ passata una settimana, dovrei aver capito che non siamo più nel mondo di Guartena…”  Ib abbassa lo sguardo con occhi tristi. Mi avvicino a lei e le avvolgo le spalle con un braccio.
Dai, stai tranquilla Ib, è normale dopo tutto quello che hai passato. Ma ora dobbiamo trovare un’altra via per ritornare in città
Ma Poniko…
Madotsuki, non ti preoccupare, io starò bene. Ora vai” Dopo qualche secondo Madotsuki si convince e continuiamo a camminare per il sentiero, cercando un’altra via o qualcuno che ci aiuti. Dopo mezz’ora di cammino, ancora non si vede niente.
Non c’è ancora nessuno…
Io sono stanca…
Ragazze, non scoraggiamoci, dobbiamo trovare qualcuno…” ci rimettiamo in cammino e dopo dieci minuti notiamo una grossa villa grigia con un portone in legno.
Li! Forse c’è qualcuno!” con un ultimo sforzo arriviamo alla casa e bussiamo, ma non ci apre nessuno.
La porta è aperta. Entriamo
Ma Aya, non si entra a casa degli altri senza permesso…
Preferisci camminare ancora?” Ib scuote la testa poco convinta, ma entriamo lo stesso. La casa sembra uno di quei antichi castelli con molte stanze. Mi ricorda casa mia.
C’è…c’è qualcuno?!” chiede ad alta voce Madotsuki. Proprio in quel momento, la porta alle nostre spalle si chiude con un tonfo. Proviamo ad aprirla, ma niente. Così iniziamo a camminare. Di fronte a noi c’è una porta, così l’apriamo. Ci troviamo in una stanza piccola, con al centro una macchia di sangue al cui interno luccia qualcosa, mentre sulla parete opposta c’è un foglio.
Non pestate il sangue, non mi convince.” Passiamo al di fianco del sangue e leggiamo il biglietto. ‘Vieni nella mia camera’ dice. Appena lo finiamo di leggere, si riduce in cenere. Sbalordite usciamo e notiamo che la casa è cambiata. La porta di ingresso ora è bloccata da un muro e la porta della camera precedente è sparita.
Q-questo posto mi fa paura…” All’improvviso una strana sensazione si abbatte su di me. Sento come se avessi già vissuto un’esperienza simile. Guarda Ib. Dalla sua faccia, si direbbe che ha la stessa sensazione, ma che è meno forte.
No…no… non di nuovo. No…” riesco a dire solo questo.
Che intendi dire?
Ci risiamo. Siamo di nuovo in un’altra ‘avventura’ molto pericolosa. Come la galleria di Guartena…
O come la mia casa…” Madotsuki ci guarda preoccupate.
Io…io… non voglio morire…
Sono già uscita da un paio di situazioni simile, ce la faremo di nuovo.”
Si… ma ora credo che dovremmo cercare una via…
Li –dice Madotsuki indicandoci una porta a destra- proviamo per di la.” Io e Ib annuiamo e apriamo la porta. Troviamo un lungo e stretto corridoio che porta in su. Lo attraversiamo e in fondo troviamo un orologio a pendolo di fianco a un’altra porta. Quando l’attraversiamo, rimango molto sorpresa da ciò che trovo. Una ragazzina di circa tredici anni, con i capelli biondo chiaro legati in due trecce più grandi di quelle di Madotsuki e con gli occhi azzurri, quasi trasparenti, sta leggendo un diario che si trova su una scrivania al centro della stanza. In mano ha un orsacchiotto. All’inizio sembra non si accorge di noi, ma quando smette di leggere ci guarda stupita.
C-chi siete?!” ci domanda spaventata.
Non ti preoccupare! Non siamo qui per farti del male!”
Noi vogliamo solo uscire di qui! Ma la porta è bloccata da un muro!
Anche voi volete uscire?
Si…anche tu?” la ragazza bionda annuisce.
…vuoi venire con noi? Più siamo, più facile sarà!” All’inizio la ragazzina sembra un po’ dubbiosa, ma alla fine accetta.
Come ti chiami?
Io sono Viola
Piacere Viola, io sono Madotsuki.
Io sono Ib
E io mi chiamo Aya
Piacere di conoscervi” Viola ci fa segno di seguirla e ci conduce a dove eravamo prima, dove era sparita la porta. Poi ci indica un’altra via da quell’altra parte. La seguiamo e troviamo una scrivania con delle forbici incatenate sopra. Viola si avvicina alle forbici e taglia le braccia dell’orso, da cui esce del sangue.
Ma cosa…
Fidatevi di me. Ci servirà.
Un pupazzo da cui esce del sangue. Stai pensando alla stessa cosa che penso io, Ib?
Penso proprio di si.” Viola ci guarda con aria interrogativa, ma la ignoriamo. Subito dopo ci riporta dove c’era il corridoio stretto e lungo, ma invece di prendere il corridoio ci fa attraversare una stanza di fronte. Troviamo un cesto con dentro un grande orso di peluche. Una targa sul muro recita:’Orsi nel cesto’. La bionda mette l’orso tagliato nel cestino e si sente un rumore provenire da qualche parte.
Sapete…sono qui da un po’ più di tempo.” Noi annuiamo.
Dove stavano le forbici… ci stava una porta. Forse si è sbloccata quella.
Ritorniamo nella stanza con le forbici e notiamo una porta semi-aperta. Stiamo per aprirla completamente, quando qualcosa cade dal soffitto. Ci avviciniamo e noto che sono le braccia dell’orsacchiotto, piene di sangue. Viola le raccoglie e se le mette in tasca.
Che cosa macabra…
Già.” Finalmente apriamo la porta e ci ritroviamo in una sala da pranzo con un grande tavolo imbandito. Sopra c’è un teschio pieno di un liquido verdognolo e affianco un foglio con su scritto ‘assaggia la pozione’.
Qualcosa mi dice che sarà meglio stare lontani da quella cosa.” Troviamo un’altra via che ci porta in quella che sembra una cucina. In fondo a tutto un coltello sta tagliando del cibo. Ma si sta sollevando da solo. Cerco di toccarlo, ma vado  a sbattere contro qualcosa di invisibile.
Qualcuno di invisibile sta usando il coltello…” dico più per convincere me stessa che per informare le altre.
E’ impossibile…
Ma è così.
Guardate! Qui c’è un libro. Si chiama ‘La cena degli aristocratici’. Dice che…” si blocca sbalordita.
…dice che per la ricetta c’è bisogno di  una mano…come…ingrediente…
Ma che schifo… aspettate…” Viola improvvisamente si avvicina alla persona invisibile e gli offe le mani dell’orsacchiotto.
“Oh grazie-dice una voce- avevo bisogno di una mano, o due. Lascia che ti mostri il mio apprezzamento.” E detto questo vedo volare una chiave di argento nelle mani di Viola. Stiamo per uscire dalla cucina, quando notiamo una porta nera. Proviamo a usare la chiave, ma evidentemente non è quella giusta. Usciamo e vediamo Viola dirigersi verso la pozione.
Viola, che fai?” lei si gira e nel frattempo la chiave le cade dalle mani cadendo nel liquido verdognolo. In quel momento si sente un suono.
Forse senza volerlo abbiamo sbloccato qualcosa!
Già, che fortuna.”
Forse è la porta nera nella cucina. Andiamo a controllare.” Ritorniamo nella cucina e scopriamo che Madotsuki aveva ragione: la porta non è più chiusa. L’attraversiamo e notiamo due rampe di scale. Mnetre le scendiamo, Madotsuki si blocca all’improvviso.
M-mi è sembrato di vedere qualcuno…” io e Ib la guardiamo allarmate, ma Viola sembra più tranquilla.
T-te lo sarai immaginato…
Si può darsi…
Beh, non sarebbe la prima volta che sogni qualcosa…
Ah-ah- Davvero spiritosa.” Ridiamo e finiamo di scendere le scale. Ci ritroviamo in un largo corridoio che va a destra. Mentre lo attraversiamo, Viola si ferma studiando una statua decorativa di un gatto nero.
Viola, è solo una statua, sbrigati” le dico. Le alza lo sguardo verso di me e ci raggiunge. Alla fine ci raggiunge. Mentre camminiamo per il corridoio, penso a un paio di cose: uno, Viola è strana, ma sembra in gamba. Due, questa casa non è normale, e penso che ci riserverà molti trucchetti.
 
*ANGOLO AUTRICE*
ED ECCOMI DI NUOVO QUI! Ammettetelo che vi sono mancata u.u
Cooooooomunque, Aya, Ib e Madotsuki hanno incontrato Viola, che a quanto pare è strana. (chi ha giocato a The witch’s house, capirà).Beh che dire, alla prossima :*
(Mi raccomando, lasciate tante recensioni u.u)

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Capitolo 11
*** La casa della strega ***


Stiamo camminando nel corridoio quando vediamo una porta aperta. Entriamo e ci accorgiamo che è piena di librerie, nelle quali alcuni libri luccicano. Ne prendo uno in mano e inizio a leggere: ”’La casa della strega 1’ Le chiavi non aprono le porte nella casa della strega. Qualcos’altro però è utile come chiave. Ma che significa?!”
Non lo so, ma senti qui: ‘La casa della strega 2’ La forma della casa cambia in base ai poteri della strega. Mmm…
Ehy! Qui c’è un libro intitolato ‘una storia felice’. C’era una volta un uomo che trasportava un carrello pieno di tesori. Questo carro si ruppe nel bosco, ma un cacciatore e il suo cane stavano passando per li. L’uomo chiese al cacciatore di custodire il suo carro e l’uomo accossentì. Scese la notte, e il cacciatore, preoccupato per la sua mamma che era a casa, disse al cane di custodire il carro. Quando l’uomo tornò vide che il cane custodiva il carro e gli diede una moneta come premio. Il cane tornò felice dal suo padrone, ma questo lo accusò di aver rubato dal carrello e lo uccise.” Appena Viola finisce di leggere, una sedia si mosse producendo un suono simile a una risata.
L-la sedia ha riso…oddio…” dice Madotsuki visibilmente spaventata. Poi prende l’ultimo libro che brillava e inizia a leggerlo a bassa voce. Quando ebbe finito, alzò la testa su di noi. “Parla di una casa e due corpi, uno di una donna e uno di un uomo, trovati bruciati in circostanze misteriose. La coppia aveva una figlia che non è mai stata ritrovata. E’ firmato dalla polizia…” Ci guardiamo preoccupate l’un l’altra. Se è firmato dalla polizia vuol dire che è vero. Mentre le altre si guardano ancora preoccupate, io noto una cosa strana: vicino a un mucchio di libri c’è un’ombra che però non corrisponde a nessuna di noi. Appena mi avvicino, si sente una voce che dice:”Oh quanti libri. Se solo ci fosse qualcosa per legarli…” Un’altra persona invisibile, penso. Non vedendo come possiamo aiutarlo, usciamo per poi dirigerci in un’altra stanza. Questa è completamente ricoperta di polvere, con ragnatele e barili ovunque. Mentre l’attraversiamo, notiamo una grossa ragnatela dove al centro è incastrata una farfalla ancora viva.
Non toccatela! Ai ragni non piace quando si toccano le prede. E immaginatevi quanto può essere grande il ragno che ha fatto questa ragnatela…”  Rabbrividiamo tutte al sol pensiero del mostro che potrebbe aver costruito questa ragnatela.
Ehy! In questo barile c’è qualcosa! Ma non riesco a romperlo…” dice Viola indicando uno dei barili.
Eh? Barile? Non c’è problema!” dico cacciando la mia piccola motosega. Il barile si rompe e ne esce una corda.
AYA DREVIS! Hai portato la tua motosega! Ti avevo detto di non prenderla più!
Ma ci serve ora!
Ehm…Ib…io ho portato il mio coltello…” dice Madotsuki cacciando il coltello da una tasca della gonna. Ib alza gli occhi al cielo sbuffando. Viola ci guarda stranita e confusa.
Stai tranquilla –la rassicura Ib- è tutto normale… credo” Usciamo da quella sporca stanza ridendo. Ah, le risate, la felicità… ogni volta che credo di aver finalmente raggiunto la felicità, mi ritrovo catapultata in una nuova “avventura” da cui forse non uscirò viva. Beh, almeno ho le mie amiche. E’ a questo che penso mentre rientriamo nella libreria. La corda servirà a quella persona invisibile per legare i libri, no?
Gli porgo la corda. Quello la prende e dice: “Ah! Grazie! Tieni questo in cambio!”  Mi porge un libro chiamato ‘Il libro della morte’.
Mmm..che libro strano… sarà meglio lasciarlo stare…
Si, ma portiamocelo, non si sa mai.” Usciamo e notiamo una porta che prima non abbiamo visto. Entriamo e ci ritroviamo in una stanza piena di teche di vetro. L’attraversiamo e prendiamo un corridoio. Quando questo finisce, troviamo una libreria strapiena, solo che su uno scaffale c’è ancora uno spazio.
Ci manca un libro… ma certo! Mettici il libro della morte!” Metto con cura il libro sullo scaffale, e quando ho finito di posizionarlo si sente un rumore di vetri rotti. Facciamo per ritornare di la, ma appena rimettiamo piede nel corridoio un grosso teschio sanguinante inizia a rincorrerci. Iniziamo a scappare ritornando alla libreria, ci giriamo intorno e attraversiamo tutto il corridoio. Giriamo intorno alle teche di vetro e alla fine usciamo fuori da quella maledetta stanza. Metto le mani sulle ginocchia e mi accovaccio per riprendere fiato. Madotsuki fa come me, mentre Ib e Viola si appoggiano al muro.
Un teschio ci stava inseguendo!
Oddio, credo che morirò d’infarto…
Dai, non siamo morte fino ad adesso, vuoi morire ora d’infarto?” Per un attimo guardiamo stranite Viola, ma poi scoppiamo a ridere tutte e quattro insieme. Guardo le altre ragazze di fronte a me. Ib è molto intelligente ed è quasi riuscita a superare il trauma della galleria, Madotsuki ha quel suo coltello, e quell’aria da addormentata fa sembrare che non abbia paura di niente, Viola è entrata tutta sola in questa casa senza farsi nemmeno un graffio e io, infine, ho la mia motosega, e ho affrontato cose peggiori di una casa un po’ sporca. La strega non sa contro chi si è messa.
 
*ANGOLO AUTRICE*
SONO IMPERDONABILE, LO SO!
Sparisco all’improvviso, senza una buona ragione, e ritorno conun capitolo corto, scusatemi >.<
Spero solo che continuiate a seguire lo stesso la storia…. Sciao :*

P.S.=ho cambiatoil colore di Viola, ora mi sembra più leggibile ^-^

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Capitolo 12
*** flash back ***


Dopo aver smesso di ridere ci ricomponiamo e guardiamo la porta da cui siamo appena uscite.
Io sono sicura che la dentro c’è qualcosa che ci serve
Si, ne sono convinta anche io
Ci guardiamo tra di noi annuendo, prima di aprire molto lentamente la porta di qualche centimetro.
Qualche teschio in vista?
No, nessuno” Prendiamo coraggio e entriamo.  Solo ora noto che c’è una crepa su una delle vetrine. Ci avviciniamo e ne estraiamo una farfalla di vetro.
Cosa dovremmo farcene?
Io so che i ragni non distinguono i colori…” Viola non aggiunge altro, ma tutte ci capiamo. Prendiamo la farfalla di vetro e ci dirigiamo di nuovo verso la sala del ragno. Apriamo molto lentamente la porta, e con altrettanta lentezza attraversiamo il corridoio fino alla ragnatela. Con un movimento veloce, scambio la farfalla intrappolata con una di vetro. Ci stringiamo e ci guardiamo intorno aspettandoci qualche orribile mostro, ma niente. Così cautamente usciamo, tirando un sospiro di sollievo non appena chiudiamo la porta.
Ci siamo riuscite…
D’ora in poi odierò i ragni. Non che prima mi piacessero, eh” Mi lascio scappare un sorriso, e proprio in quel momento la farfalla scappa via dalle mie mani, volando chissà dove.
Guardandoci intorno e facendo attenzione, arriviamo a una porta. Questa ci conduce in una piccola stanza di pietra, con solo un candelabro da cui sgocciola del sangue.
Da qui in poi, siamo nei sotterranei della casa
Se prima era pericoloso, ora lo è ancor di più”  Prendiamo un grande respiro e continuiamo. Ci ritroviamo in un lungo corridoio completamente rosso con delle candele alle pareti. Sembra un posto tranquillo, nonostante pensi che quel rosso non sembra proprio pittura. Evidentemente mi sbagliavo, perché dopo qualche passo sento Madotsuki gridare.
ATTENTE!
Mentre mi butto da un lato spinta da Ib, vedo con la coda dell’occhio un coltello arrivare verso di me. Fortunatamente lo evitato. Ci rialziamo velocemente e iniziamo a correre, ma a metà strada sento dei rumori dietro di noi. Ci abbassiamo in tempo per non essere trafitte da altri coltelli. Vedo la porta d’uscita e mi fiondo verso di essa seguita dalle altre tre ragazze. Non appena ci chiudiamo la porta alle spalle ci fermiamo cinque minuti per riprendere fiato. Nel frattempo, noto che siamo in uno spazio di pietra, con varie porte. Ne apriamo una e ci ritroviamo in una piccola stanza, con al centro uno spazio d’acqua con una rana.
Ti piacciono le rane?” dice Ib leggende un cartello appeso al muro.
Io ho un rapporto complicato con le rane
davvero? A me invece sono sempre piaciute!” In quel momento la rana saltella fuori fino a infilarsi in una delle tasche di Viola.
Ehy Viola! A quanto pare, stai simpatica alla rana!” Ridiamo e usciamo da quella stanza. In fondo al corridoio, notiamo una rampa con sopra una leva, collegata a noi attraverso una sottilissima fune.
Quella corda si spezzerebbe sotto il nostro peso” osserva Ib.
Ho un’idea!” e detto questo, Viola lascia uscire la rana. Questa attraversa la fune e si posa sulla leva, facendola azionare. In quel momento sentiamo uno strano rumore provenire da una delle porte. Fatto questo, la rana torna nella tasca di Viola.
Questa rana è un genio!
Mentre andiamo verso la porta sbloccata, Ib all’improvviso impallidisce.
H-ho visto qualcuno…” dice con la voce che trema.
C-cosa?! Ma dai, probabilmente sarà un’allucinazione” si affretta a dire Viola.
Anche tu l’hai vista?!
Andiamo ragazze, vi state facendo condizionare da questa casa” Ib e madotsuki annuiscono non troppo convinte., per poi mettersi a parlare tra di loro. L’unica cosa che sento è ‘un vestito rosso’e ‘capelli viola’. Non ci do importanza e mi dirigo nella prossima stanza. Questa è composta da due parti quasi identiche tra loro, ci sono solo lacune differenze, come la mancanza di un dolce o una sedia messa in maniera differente. Ci sembra una stanza inutile, quindi cerchiamo di proseguire, ma la prossima porta è chiusa.
C’è un enigma qua dentro” All’improvviso una scena mi balza davanti agli occhi. Sono nella mia casa, nei sotterranei, proprio nella notte della maledizione. Sto andando a salvare mio padre. All’improvviso mi ritrovo in due stanze collegate quasi uguali, come quelle in cui sono ora. Mi metto a lavoro. Inizio a spostare o togliere oggetti, e quando ho finito, le due stanze sono perfettamente a specchio.
H-ho capito… - dico ancora tramortita da quell’improvviso flash back-  dobbiamo trasformare le due parti della stanza. Come uno specchio!
Le altre ragazze mi guardano per un po’, ma poi ci mettiamo a lavoro. Iniziamo a sistemare gli oggetti per rendere le due stanze una il riflesso dell’altra. Ma mentre muovo una pianta, sento gli occhi pungermi per le lacrime. E’ per il flash back che ho avuto. Ripensare a quella notte...
Una lacrima mi bagna la guancia. L’asciugo velocemente e poi mi guardo intorno. Fortunatamente, nessuna mi ha visto piangere. Non è la prima volta che mi capita una cosa del genere, ma di solito ero nel mio letto, a dormire, oppure non c’erano altre persone intorno. Spero solo che non mi capiti più.
Quando finiamo, le due stanze sono perfettamente a specchio. Viola riprende la rana che aveva messo su una sedia per imitare una rana di pezza, e usciamo. Ci ritroviamo in un’altra piccola stanza di pietra, con un cartello appeso al muro.
Nella prossima stanza, fa che niente ti distragghi” leggo.
Mmm… attraversata quella porta – e indica la porta di fronte a noi- non dobbiamo distrarci, solo andare avanti
Ehm Viola, hai capito?” chiede Madotsuki ricolta verso Viola, che è impeganta a leggere un diario.
Ehm? Oh si, ho capito
Annuiamo e attraversiamo la porta. Ci ritroviamo in un corridoio identico a quello dei coltelli. E infatti, dopo qualche passo vedo un coltello venirmi incontro. Ma non mi muovo, nessuna di noi lo fa. E il coltello si dissolve a pochi centimetri dalla mia faccia. Continuiamo così, con coltelli che spariscono nell’aria, fino a quando non arriviamo alla fine. Qui ci sono due piccoli spazi, con un diario e una libreria. Faccio per andare verso quest’ultima, ma Ib mi trattiene.
Non dobbiamo farci distrarre da niente, ricordi?
Oh si, giusto
E così usciamo sane e salve da quel corridoio delle distrazioni. Per ora.
 
*ANGOLO AUTRICE*
E ecco il 12 capitolo! :D Che dire, ormai i pericoli diventano sempre più insidiosi!
A quanto pare, Madotsuki non ce l’era sognata quel ‘qualcuno’ eheheh. E naturalmente, quanto dice del suo ‘complicato rapporto con le rane’, si riferisce all’effetto rana dei suoi sogni ;)
Aya inizia ad avere flash back improvvisi… ma forse non solo Aya eheheh
Comunque, alla prossima!
Sciao sciao
-Animalia

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Capitolo 13
*** Suoni e Monnalise ***


Quando usciamo dal corridoio delle distrazioni, troviamo un foglio per terra.
’lui è affamato’” leggo.
Lui? Lui…chi?
All’improvviso sentiamo un forte rumore provenire da una porta affianco a noi, come un ruggito.
Li..li dentro c’è qualcosa…” balbetta Madotsuki.
La porta sembra non cedere però… ma guardate! C’è una fessura!
Una fessura? Lui è affamato…” Ib si concentra sulla porta, socchiudendo gli occhi e lasciando cadere le mani lungo i fianchi. Sta pensando.
Dovremmo dargli qualcosa da mangiare, ma cosa?
All’improvviso Viola sgrana gli occhi.
Ci sono!” urla, e caccia fuori la rana.
Ma poverina!” dico, capendo al volo quello che vuole fare.
Abbiamo un’altra scelta?
Tutte noi scuotiamo la testa, e Viola infila la rana nella serratura. All’inizio la rana fa resistenza, così Viola la spinge con più forza, e finalmente entra. Sentiamo un altro rumore simile al primo, poi un silenzio assoluto. Tibutanti apriamo la porta, per poi tirare un sospiro di sollievo quando vedono solo una stanza col pavimento di legno ricoperto di sangue. Di fretta, vanno verso la porta che si trova sulla parete affianco, per poi ritrovarsi in un corridoio.
Non voglio sapere che tipo di animale c’era la dentro
Attraversiamo il corridoio, in cui si trovano delle statue a forma di gatto nero. Viola si ferma per qualche secondo a guardarne una, ma poi si raggiunge immediatamente.
Alla fine del corridoio troviamo delle scale. Le saliamo e notiamo un biglietto appeso al muro.
’Vai dove solo un occhio è aperto’
Affianco al biglietto, c’è una porta a forma di bocca con sopra disegnati due occhi chiusi. Affianco ce ne una uguale, e poi un’altra, solo che ha entrambi gli occhi aperti.
Ci deve essere un solo occhio aperto?
Così dice il messaggio
Mh…” Viola si avvicina allo spazio tra la seconda e terza porta. Solo allora noto che così, nel centro, c’è un occhio chiusi e un occhio aperto.
Vedo Viola toccare la parete e in un lampo appare un’altra porta a forma di bocca.
Eccola!” esclama Madotsuki, per poi entrarci tutte insieme.
Attraversiamo un corridoio strettissimo in fila indiana, per poi ritrovarci in una piccola sala ben decorata.
’Crea il suono nelle quattro stanze’” legge Madotsuki da alcuni fogli presi a terra.
Ci dirigiamo nella prima stanza, a destra. Qui troviamo qualche zucca intagliata sparsa per terra e quattro differenti versioni della monna lisa appese alle pareti. Mentre camminiamo, per sbaglio calcio una della zucche.
Aya, fai attenzione… ma hai sentito che brutto suono ha fatto?
In effetti, quando ho calciato la zucca ho sentito un suono fastidioso. Provo a bussare su un’altra zucca, e si sente lo stesso suono. Beh, era normale che facessero lo stesso suono, ma era impossibile che delle zucche intagliate facessero un rumore così fastidioso.
All’improvviso noto una zucca non tagliata. Ci busso sopra, e questa produce un suono carino e gioioso.
Voglio provarci anche io!
Si, anche io!
Ehy! Ci sono anche io!
 E così, ognuna di noi bussa sulla zucca. Ma incredibilmente, quando l’ultimo suono si spegne, una porta si apre. Stupite entriamo, trovando vari oggetti: una sedia, un orologio, uno specchio, una pianta e due statue. Tra le due statue c’è un altro foglio.
’posso essere il sole. Posso essere la sabbia. E posso essere un uccello’”
Mi sembra un indovinello – la ragazza con le due treccine castane guardandosi intorno- forse è uno di questi oggetti
Forse è lo specchio… può riflettere il sole, la sabbia e gli uccelli
Secondo me sarebbe troppo scontata come risposta
E’ l’orologio- esclama con fermezza Viola- può essere il sole: la meridiana. Può essere la sabbia: la clessidra. E può essere un uccello: l’orologio a cucù
Penso al suo ragionamento. Effettivamente ha senso. Ci avviciniamo all’orologio, e appare un bigliettino.
‘Sono un orologio?’ c’è scritto. Noi diciamo di si tutte insieme, e il foglietto cambia.
‘Corretto’ c’è scritto ora, e l’orologio si apre cacciando fuori una chiave, che prendo al volo.
Beh, questa volta è stato facile
Ritorniamo indietro e scopriamo che le zucche sono sparite, ma ormai cose del genere non mi sorprendono più. Usciamo e scopriamo che in quella saletta si è accesa una candela.
Ce ne mancano solo altre tre…” dico, osservando i tre porta candele vuoti.
Ci dirigiamo nella stanza di fronte all’entrata, dove troviamo al centro un pianoforte e un cartello appeso al muro.
Non hai bisogno di suonare” legge Viola
E come facciamo allora a creare il suono in questa stanza?” Ib inizia a pensare.
Noto una libreria dove un libro luccica. Lo prendo in mano iniziando a leggere:
Le persone hanno gli occhi di colore differenti. I quattro colori dei capelli sono argento,nero,oro e rosso. I quattro colori degli occhi sono marrone,verde,blu e rosso. Le donne con i capelli argento hanno gli occhi rossi e le donne con gli occhi marroni possono avere i capelli biondi o rossi
Nel frattempo che leggo, con la coda dell’occhio vedo Madotsuki cercare di aprire una porta che purtroppo è chiusa.
Forse dobbiamo prima risolvere l’enigma del suono per aprire quella porta
Già… ho trovato! Il libro si riferisce ai quadri dell’altra stanza
Annuiamo entusiaste, e ritorniamo in quella stanza. All’inizio c’è un cartello che prima non c’era con su scritto ‘gli occhi blu vedono’. Guardando meglio i quadri delle monna lise, noto che hanno i capelli come descritti sul libro.
Quindi, dobbiamo trovare quella con gli occhi blu…
Quella con i capelli argento ha gli occhi rossi, quindi non è lei
Quelle con gli occhi marroni possono avere i capelli biondi…
Possono avere anche i capelli rossi. Quindi la bionda e la rossa non sono
Rimane soltanto quella con i capelli neri!
Non posso fare a meno di guardare le mie compagne con un senso di orgoglio. Se da sole siamo forti, insieme siamo imbattibili.
La donna con i capelli neri guarda verso un buco sul muro. Inserisco la mano e ne tiro fuori un pezzo di carta.
Cos’è…” Madotsuki non fa in tempo a finire di parlare, perché la stanza si fa più buia e sentiamo un tonfo dietro di noi. Ci giriamo di colpo e vediamo che è apparso un enorme quadro della Monnalisa che non ha esattamente l’aria amichevole.
Senza perdere tempo, ci dirigiamo verso la porta. Il quadro è veloce. Quando cerchiamo di aprire la porta ci ha quasi raggiunto, ma la maniglia è bloccata. Ci buttiamo di lato evitando il quadro, che sembra arrabbiarsi di più. All’improvviso sento qualcuno che mi prende la mano e mi tira via. E’ Madotsuki. Sta tirando me e Ib verso una porta, con Viola che ci guarda le spalle. All’improvviso ci butta dentro una stanza, e quando Viola è entrata si spinge contro la porta chiudendola.
Mi rialzo barcollando guardandomi intorno. E’ la stanza dell’indovinello dell’orologio, anche se adesso è un po’ diversa. Sembra più piccola e ora ci sono solo la sedia e l’orologio. Nella paura, mi ero completamente dimenticata di questa stanza.
E’ ancora li fuori, voi due –dice guardando me e Ib- siete ferite, restate qui. Viola, tu devi chiudere la porta appena io uscirò
Ma cosa…” non faccio in tempo a impedirlo, che Madotsuki esce brandendo il coltello. Subito dopo Viola appoggia la schiena contro la porta. Provo a inseguire Madotsuki, ma un dolore al braccio me lo impedisce. Sta sanguinando. Mi strappo un pezzo della gonna del vestito e lo lego sulla ferita, bloccando il sangue. Poi mi accorgo che Ib ha un graffio sul lato destro della testa. Facendo attenzione a non farla male, strappo un altro pezzo di stoffa e glielo avvolgo intorno alla testa.
Grazie” dice lei, sorridendomi. A quel punto sento un forte rumore di vetro rotto. Rimaniamo immobili, fino a quando, qualche minuto dopo, non rientra Madotsuki col fiatone.
Ho…ho distrutto il quadro. E’ tutto apposto” annuncia, riprendendo fiato.
Lentamente usciamo fuori. Dove prima c’era il quadro della monna lisa con i capelli neri, ora c’è un buco. Non riesco a credere che Madotsuki sia riuscita a fare tutto questo da sola.
Sei stata bravissima…" esclamo leggermente stupita.
Sono abituata agli inseguimenti” dice, e i suoi occhi per un momento sono vuoti e freddi.
Io… non credevo di non esser mai più inseguita da un quadro” Ib cade all’indietro, come se una forza invisibile l’avesse spinta. Sgrana gli occhi, che si stanno riempendo di lacrime.
 “I quadri… la galleria…
Ib sta avendo un flashback. La sua mente ha riportato a galla i ricordi della galleria di Guertana.
Le vado vicino, avvolgendola con un braccio.
Ib, ormai è passato. La galleria… non esiste più
La bambina dagli occhi rubino si asciuga le lacrime.
Si, lo so” L’aiuto a rialzarsi.
Usciamo di qui
Annuisco e sorreggo Ib aiutandola ad uscire, ignorando il bruciore al braccio.
Ma appena mettiamo piede fuori da quella stanza, vedo qualcosa venirci incontro alla velocità di un fulmine. Anzi, qualcuno. Sento il cuore salirmi in gola per lo spavento. E’ una ragazzina, avrà circa l’età di viola. Ha un vestito rosso sangue con dei bottoni gialli. Gli occhi sono coperti da lunghi capelli viola legati da un fiocco rosso, simile al mio. A pochi centimetri da noi, sparisce.
L-la strega…

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Capitolo 14
*** Avanziamo nel buio. ***


Rimaniamo per qualche secondo li, immobili, prese dalla paura. Ib e Madotsuki avevano ragione, c’era davvero qualcuno che ci seguiva.
E-ra quella la strega?
Si…
Ci guardiamo tra di noi. Ormai è chiaro, dobbiamo uscire al più presto da qui, altrimenti… Solo ora mi ricordo del pezzo di carta che ho preso dal muro. La apro, e scopro che è uno spartito.
Il pianoforte!” esclama Ib, e tutte insieme ritorniamo nella stanza del pianoforte. Sicuramente, per creare un suono in quella stanza,ci serve quello spartito.
Però dice che non c’è bisogno di suonare il piano…” dice Madotsuki.
Forse ho capito” e detto questo, Viola prende il foglio e lo appoggia sul piano, per poi allontanarsi. Lo strumento inizia a suonare da solo,emettendo una melodia dolce e malinconica allo stesso tempo. La melodia continua, non si ferma.
Un pianoforte… da quanto tempo non sentivo una melodia simile… forse dovrei ritornare da Masada, non lo vedo da molto tempo. E poi ne mancano ancora cinque, si, solo cinque
Madostsuki parla con una voce lieve, gli occhi socchiusi e lo sguardo vitreo. Dondola sul posto per un po’, prima di darsi un pizzicotto sulla guancia. Ma la sua mano… è come se si fosse mossa da sola…
La ragazza strabuzza gli occhi, lasciando cadere le braccia e chiudendole a pugno.
Madotsuki? Chi è Masada?  Cosa intendi con ‘ne mancano solo cinque’?
Madotsuki ci guarda una a una. Sta leggermente tremando.
Masada… era il mio istruttore di pianoforte. E mi mancano solo cinque canzoni per finire un nostro progetto
Annuisco, per niente convinta. Aveva ripetuto quelle ultime frasi automaticamente, come una recita. Come se fosse abituata a mentire sul quel Masada. Decido che me ne occuperò dopo, magari con l’aiuto di Poniko. Poniko…è ancora intrappolata. Dobbiamo liberarla, e in fretta.
Dopo qualche minuto, dal vaso che stava affianco al pianoforte spunta una chiava. La prendo, mettendola nella stessa tasca di quell’altra.
Quando usciamo, un’altra candela è accesa. Ora ce ne mancano solo due.
Ci dirigiamo nella stanza a sinistra, l’unica che non abbiamo ancora visitato. Questa è piena di oggetti: un appendiabiti, uno specchio, un tavolino, due divanetti… e un carillon, che però è spento. Noto che c’è una piccola serratura su di esso. Estraggo la chiave, la prima che abbiamo trovato, e la inserisco. Questo subito inizia una melodia abbastanza veloce e acuta, leggermente inquietante.
Mi guardo introno. Sulla parete di sinistra c’è un’altra porta. L’attraversiamo, e ci ritroviamo in una piccola stanza con solo una scrivania con sopra un diario e un tavolino con appoggiata una scatola bianca. Non appena la sfioro, salta fuori un pupazzetto a forma di pagliaccio. Ridacchio leggermente, guardando il pagliaccio. Nel frattempo, Viola ha letto il diario.
Cosa c’era scritto?
Mh…niente di interessante o che possa aiutarci
Usciamo, ritornando nel corridoio. Ora anche la terza candela è accesa.
Ci manca l’ultima… ma non c’è un’altra stanza in cui creare il suono…
Si invece! La stanza dell’indovinello dell’orologio!”  Entusiaste, ci dirigiamo li. E’ ancora come prima, quando ci siamo chiuse là dentro mentre Madotsuki sconfiggeva il quadro della Monnalisa.
Salendo sulla sedia, arrivo con la faccia di fronte alle lancette. Ma queste sono ferme,e non fanno il solito tic tac. Inserisco una chiave, quella che ha sputato il vaso affianco al pianoforte, in una fessura lì vicino. Subito le lancette iniziano a muoversi, e il solito rumore dell’orologio si diffonde in tutta la stanza.
Ora abbiamo creato il suono in tutte e quattro le stanze” dico, scendendo dalla sedia. Sentiamo un rumore provenire da qualche parte, e subito pensiamo alla porta nella stanza del pianoforte. Correndo, ritorniamo li, attraversando la stanza a grandi passi senza far caso alla melodia che c’è ancora. Con decisione, apro la porta.
Ci ritroviamo in un luogo angusto, il pavimento ha piccola mattonelle bianche piene di polvere e rovinate. L’unica luce proviene da delle finestre di vetro colorato. Al centro, c’è la statua di una donna.
E’ buio” dice Ib, guardando attraverso le finestre.
Poniko…” sussurra Madotsuki.
Sta tranquilla, penso che ci siamo quasi” All’improvviso, si sente una voce.
“Il mio anello…rivoglio il mio anello…”  Lentamente, giro la testa verso la statua.
“Voglio il mio anello…” E’ la statua che sta parlando.
Un rumore fortissimo ci fa sobbalzare. Proviene dalla stanza del pianoforte. Ci fiondiamo li. La melodia non c’è più e affianco alla libreria è apparso un caminetto spento. Sopra, c’è disegnata una freccia che va verso il giù. Ci avviciniamo, e notiamo che c’è una scala che porta verso il basso. Deglutisco a vuoto, mentre guardo Viola scendere. Dopo scendo anche io, seguita da Ib e Madotsuki.
Ci ritroviamo nella sala da pranzo, ma è diversa. Ci sono molti buchi sia sul pavimento che sul muro. Le finestre sono rotte, e un vento freddo entra, facendomi rabbrividire. Una freccia, simile alla prima, indica una porta. Ci stringiamo tra di noi, aprendola. Ci ritroviamo nella cucina dove avevamo dato le braccia dell’orsacchiotto, ma ora c’è solo una pentola che bolla sul fuoco, e un’altra porta affianco. L’attraversiamo, e quel che vediamo ci lascia senza parole.
A terra ci sono intere pozze di sangue. Due cumuli di scheletri, di scheletri umani, arrivano quasi fino al soffitto. Rimaniamo li, paralizzate dal terrore. Per la prima volta, la mia mente mi grida di scappare e correre via. Ma correre dove? Ormai sono in questa casa, e non posso andarmene.
Un luccichio attira il mio sguardo. Un osso ricurvo, di uno strano colore bronzeo, spicca da uno dei cumuli. Tremando lo prendo,per poi uscire subito da li.
Ci guardiamo, senza dire niente. Come si potrebbe sire qualcosa su quel che abbiamo appena visto?
C’è ancora la pentola che bolla e che fa un rumore acuto. Infastidita, la spengo. Solo allora noto che la dentro c’è qualcosa. Col cuore in gola, la afferro utilizzando l’osso. E’ un anello.
L’anello…la statua…” balbetta Ib. Dalla paura,non riesce a dire altro.
Facciamo per uscire dalla cucina, ma appare un cartello.
“Devi restituire ciò che hai preso” c’è scritto. Guardo l’osso che ho ancora in mano, ripensando alla stanza con gli scheletri. Non voglio ritornare là dentro, non voglio. Anche le altre devono aver pensato la stessa cosa, visto che i loro occhi trasmettono terrore puro. Sospiro. Non c’è altro modo.
Molto lentamente, ritorniamo li. Ma appena ci metto piede, sento delle ossa scricchiolare. Ma prima quelle non c’erano. Qualcun altro, nel frattempo, deve esser entrato in questa casa dell’inferno, facendo questa fine. La cosa non mi rassicura per niente, e tremando rimetto l’osso nell’esatta posizione in cui era prima. Poi velocemente usciamo sia da quella stanza, sia dalla cucina.
Ma nemmeno il tempo di riprendere fiato, che vediamo le sedie correrci incontro ad una velocità impressionante. Subito ci dirigiamo verso il camino. Altri buchi si aprono esattamente vicino ai nostri piedi. Per poco Ib non cade, ma Viola l’afferra prontamente. Ci buttiamo nel camino, risalendo.
Appena siamo sopra, ci prendiamo qualche secondo per respirare. Poi, senza aggiungere altro, ritorniamo nella stanza della statua. Dobbiamo muoverci in fretta, o sarà troppo tardi.
“Questo è il mio…grazie tante…” dice la statua, quando le porgo l’anello. Sentiamo un rumore provenire da una porta lì affianco. L’apriamo, e ci ritroviamo una rampa di scale. Una dietro l’altra saliamo, tremando, col cuore che batte a mille. Ci ritroviamo in un corridoio con un tappeto cremisi, le pareti fatte di pietra e le finestre rotte. Avanziamo lentamente.
Una finestra davanti a noi si rompe. Uno strano mostro che striscia, col corpo nero e il viso umano avanza verso di noi. Ma non ho nemmeno il tempo di estrarre la motosega, perché davanti a noi appare una ragazzina, di spalle. E’ la strega. Lancia qualcosa verso il demone, per poi scomparire insieme a lui.
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
Scusatemi per avervi lasciato con la suspense XD (anche se voi conoscete il gioco, ma vabbeh…)
Su questo capitolo non ho niente da dire, se non che tra un paio di capitoli finirà la parte di Viola, ma… *colpo di scena* la Fanfiction non finirà li! Eheheheh
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Sciao sciao
-Animalia

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Capitolo 15
*** Giardini interni ***


Cos...cos'è appena successo?” sussurro, impaurita.

Non ne ho idea...” mi risponde Ib, tremando.

Dopo qualche secondo in cui rimaniamo ferme senza nemmeno osare respirare, ci stringiamo e avanziamo il lungo corridoio, dove alla fine troviamo una porta di legno scuro. Dopo averla aperta, ci troviamo in una stanza con quattro tavolini, rosso, verde, viola e blu, con tre bambole degli stessi colori, anche se manca la viola. Di fronte a noi c'è una porta chiusa.

Questo è semplice...

Si, anche troppo

Io rimango per un po' immobile. Quelle bambole mi fanno tornare in mente brutti ricordi. Assomigliano così tanto a quelle che fabbricava mio padre... Chiudo gli occhi è prendo un gran respiro. Non è il momento per farsi prendere dai flashback.

Riordiniamo le bambole in modo che ognuna sia sul tavolino del proprio colore, poi apriamo la porta. Quel che vediamo mi meraviglia. Ci troviamo in un ampio giardino al coperto, ma molto luminoso. Al centro si trova una panchina e dietro un albero. Ci sono due porte, una a destra e una a sinistra. La via di fronte a noi è sbarrata da dei rampicanti molto alti, e agli angoli ci sono grossi cespugli di rose rosse. Ib sta guardando con sguardo vitreo i cespugli. All'improvviso, le scende una lacrima, poi un'altra, rimanendo ancora immobile e senza emettere alcun rumore.

Ib...” Mi avvicino a lei, abbracciandola. Di fronte a noi, vedo Madotsuki sussurrare qualcosa a Viola. Questa si avvicina a noi.

Faremo meglio a sbrigarci ad uscire da qui, non sei d'accordo?” Ib annuisce, asciugandosi le guance.

Andiamo verso la porta di destra e ci troviamo in un posto molto cupo e angusto, fatto completamente di pietra. Vicino a noi c'è un tavolino con sopra un libro, intitolato “Le piante parlanti”. Ib si avvicina, iniziando a leggere.

Le signorine fiori sono belle e possono parlare. Queste hanno alcune caratteristiche. I fiori bianchi sono i più belli del giardino. Quando sono toccati dalla pioggia i loro petali luccicano. Le erbacce rosse sanno tutto. Ma a volte mentono, quindi stai attenta quando conversi con loro. I fiori gialli sono amorevoli. Il polline prodotto da questi fiori può dare vita o uccidere

Ci mancavano solo i fiori a dar fastidio qui dentro” dico, sbuffando.

Proseguiamo per il corridoio di fronte a noi, dove troviamo due celle una affianco all'altra, separate da un cartello con su scritto 'medicina' e una gabbietta con dentro un uccellino. Sentiamo una voce provenire dalla seconda cella:

“Medicina... ne avete un po'?”

No” risponde Viola seccamente. Non sentiamo più alcuna voce.

In fondo al corridoio, troviamo le erbacce rosse che sussurrano tra di loro, senza minimamente importarsene della nostra presenza. Leggermente deluse, usciamo e attraversiamo l'altra porta, quella a sinistra. Qui, troviamo una cosa molto strana: quattro piante gialle sono su delle sedie intorno al tavolo, intente a chiacchierare prendendo thè e torta. Mentre io e Madotsuki restiamo ad ascoltare i fiori, Ib e Viola ispezionano meglio la stanza.

“Onestamente, lei è così noiosa” dice la prima pianta.

“Qualcuno la ucciderà? Se qualcuno la uccidesse... ah si, noi potremmo creare il nostro splendido polline” dice più piano la seconda.

“Oh cielo. Voi avete delle grandi braccia” esclama la terza rivolgendosi a noi.

“Pensa, senza lei, noi saremmo i fiori più belli del giardino” sentenzia alla fine la quarta.

I fiori più belli... in questo momento, sono i bianchi i fiori più belli, giusto?” mi sussurra Madotsuki.

Esatto... hanno detto che potrebbero dare il loro polline. Se mi ricordo bene, può uccidere o curare... ma certo! Il prigioniero!

Appena finisco di parlare, Viola e Ib vengono verso di noi.

Ho provato a guardare oltre quella porta -dice Ib indicando una porta di legno scuro- ma non si vede niente

Io ho trovato questo” e ci mostra un teschio non molto grande.

Io inizio a spiegare quel che hanno detto i fiori e il mio piano.

Ma come uccidiamo il fiore?

Potrebbero saperlo le erbacce rosse...

Ritorniamo dalle erbacce, che iniziano a parlare non appena ci vedono.

“Volete sapere come uccidere il fiore? Non ricordo bene come si faccia... penso che possiate o tagliarlo o esportarlo dal terreno” dice una.

“Esportarlo o togliergli i petali sono entrambi modi per ucciderlo” dice un'altra.

“Non c'è modo di uccidere il fiore, dovreste solo arrendervi” dice l'ultima, a cui nemmeno diamo ascolto. Mentre andiamo fuori, notiamo un altro teschio uguale a quello di prima su una sedia vicino al libro che avevamo letto prima. Viola prende anche quello.

Appena usciamo fuori, ci avviciniamo al fiore bianco, che si trova vicino all'albero.

“Ehy ciao, come state?” ci chiede. Senza aspettare altro, tutte insieme togliamo i petali al fiore. Cos'è il fiore più bello del giardino senza i suoi petali? Niente. Ed è proprio questo che rimane, il nulla, a parte un po' di polline che brilla. Lo raccolgo, mettendomelo in tasca, e ritorniamo dai fiori gialli. Queste stanno ridendo, felici della morte dl fiore bianco. Io mi avvicino a loro.

“Oh? Oh giusto, la nostra promessa. Tieni” e detto questo, la prima piante fa cadere un po' del suo polline nelle mie mani. Io lo metto nella tasca opposta dell'altro polline.

Qualche minuto dopo, siamo davanti alla cella del prigioniero, passandogli il polline da sotto le sbarre. All'inizio sembra contento, ma poi sentiamo una scossa che fa cadere la gabbietta liberando l'uccellino.

“SENZA QUELLA NON POSSO USARLO!” urla la voce.

Noi corriamo via, ritrovandoci in mezzo al giardino. Appena alzo lo sguardo, mi accorgo che la via che prima era bloccata dalle piante ora è libera, mentre l'uccellino ci vola sopra. Andiamo per quella via, e ci troviamo in una stanza con due scaffali e davanti a noi un fiume colorato. Appena ci mettiamo piede, appaiono dei numeri sul muro.

00:14

00:13

00:12

Appena capiamo che è un conto alla rovescia, iniziamo a rovistare negli scaffali. Io prendo una boccetta con una bottiglietta, Ib trova un altro teschio, poi corriamo fuori e riprendiamo fiato.

Ne ho abbastanza...di questa casa...

A chi lo dici...

Usciremo presto, ve lo prometto

Quando siamo corse via dalla stanza di destra, ho notato un corridoio dietro il tavolino con il libro. Forse dobbiamo andare li

Annuiamo, seguendo Ib nel corridoio. Questo ci conduce a due porte, una normale di legno e una fatta di sbarre. Attraversiamo quella normale, dove troviamo prima un altro teschio, e poi procedendo una piccola stanza con un quadrato fatto di teschi messi in vari modi a cui però mancano gli angoli e una leva.

E' un indovinello. Ib, riesci a risolverlo?

Ovviamente

Ib prende i quattro teschi, studia per qualche minuto il quadrato, poi mette i teschi seguendo una logica a noi sconosciuta. Alla fine tira la leva e si sente uno strano rumore provenire dalla stanza a fianco.

Troppo facile

Stiamo per gioire, ma appena ci giriamo vediamo uno scheletro gigantesco venirci incontro. Giriamo il quadrato e ci dirigiamo verso l'uscita, chiudendo la porta proprio in faccia allo scheletro. Ci appoggiamo alle pareti per riprenderci, e dopo qualche minuto andiamo nella stanza con la porta fatta di sbarre. Qua troviamo un piccolo laghetto. All'improvviso ho un'idea. Prendo i petali del fiore bianco e li metto nella bottiglietta, poi ci metto un po' d'acqua. Questa inizia a emettere una luce molto intensa.

Ora possiamo attraversare la stanza buia

*ANGOLO AUTRICE*
SONO QUI. LO GIURO. Ho solo avuto un piccolo blocco della scrittrice, tutto okay. Allora, il prossimo sarà l'ultimo capitolo della parte di viola, ma... ci saranno ancor amolti capitoli su questa FF ;)
Sciao sciao
-Animalia

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Capitolo 16
*** Viola e Ellen. ***


Ci troviamo nella stanza dove i fiori gialli stanno prendendo il thè, davanti alla porta che da all'oscurità assoluta. Stringo la bottiglietta che ci assicura la luce e prendo un respiro. Apro la porta ed entriamo. La luce è abbastanza intensa da permettermi di osservare il pavimento logorato e le pareti con la vernice scrostata, ma riesco a vedere solo una piccola zona. Iniziamo a camminare. Nonostante il buio, sembra un posto abbastanza sicuro. Ogni tanto incontriamo qualche bivio, ma continuiamo per la strada principale. All'improvviso incontriamo delle statue di marmo che sembrano fissarci. Non ci diamo troppa importanza e continuiamo. Alla fine del corridoio troviamo dei vecchi armadi. I primi sono completamente vuoti, ma nell'ultimo troviamo una pipa.

Mh? A cosa servirà?

Mh... Ah si! Quel signore a cui abbiamo dato il polline dei fiori gialli, ricordi?

Giusto!

Ritorniamo indietro, ma dopo qualche minuto ci accorgiamo che la strada è cambiata. E' molto più lunga e scura, in più sentiamo un rumore alle nostre spalle, come se una delle statue ci stesse inseguendo. Iniziamo a correre, ma a un certo punto la bottiglia si rompe, lasciandoci nel buio più totale. Avanziamo con coraggio, fino a che non siamo sole, sane e salve.

Senza perdere tempo, andiamo a consegnare la pipa al tipo del polline dei fiori. Quello sembra soddisfatto e si dissolve davanti ai nostri occhi. Nel frattempo dalla cella vicina esce una strana ombra, che se ne va via velocemente lasciando la porta aperta. Leggermente spaventate entriamo e sotto un lenzuolo bianco troviamo quattro paia di scarpe completamente ricoperte di sangue rosso.

Bleah... cosa dobbiamo farci?

Beh, penso che prima di tutto ci convenga pulirle. Ricordate quella pozza d'acqua dove abbiamo riempito la bottiglia?

Andiamo verso la pozza e laviamo le scarpe, ripulendole completamente. Senza sangue, le scarpe sono di vetro cristallino, quasi trasparente. Inizio a riflettere su come possiamo utilizzarle, quando a Viola viene un'idea.

“Non so se l'avete notato, ma nella stanza col conto alla rovescia c'era un cartello con su scritto 'attraversalo senza colore' e dopo c'era un fiume completamente rosso. Forse si riferisce alle scarpe

Si, è una buona idea

Ma appena cerchiamo di uscire fuori da quel posto angusto, un enorme teschio insanguinato inizia a inseguirci. Terrorizzate scappiamo via, nascondendoci nella cella di prima e mettendoci tutte contro la porta. Il teschio ci sorpassa, e noi ne approfittiamo per scappare via. Appena fuori da li, indossiamo le scarpe e corriamo nella stanza del timer. Appena mettiamo piede nel fiume, parte il timer. Iniziamo a correre il più veloce possibile. Un cadavere cade davanti a noi, ma non possiamo fermarci, così lo sorpassiamo. Vediamo anche un'altra porta di fianco a noi, ma non faremo mai in tempo. Così continuiamo fino alla fine, dove troviamo un'altra porta. Appena prima di entrarci, le scarpe si rompono. Ci ritroviamo in un altro giardino interno, solo molto più piccolo e con di fronte un buco abbastanza grande. Al centro c'è una scrivania con sopra un diario. Mi avvicino, iniziando a leggerlo:

“'Io non l'ho uccisa, perchè lei mi ha salvato dalla mia malattia. Così lo resa mia amica'

Penso che questo sia il diario della strega, ma non mi sembra molto utile ora...

Annuiamo e continuiamo per il buco. Troviamo una stanza molto scura piena di armadietti vuoti. Solo in uno troviamo qualcosa, ovvero due piccole bottiglie con dentro qualche pozione. Per sicurezza, le prendo. Dopo qualche secondo una delle finestre che si trova li si rompe ed entra la testa di una bambola col cappuccio lilla, come se fosse stata lanciata da qualcuno. Appena Madotsuki la raccoglie, delle palle cadono dal soffitto, iniziando a inseguirci. Guardando meglio capisco che non sono palle, ma veri bulbi oculari. Scappiamo sia da quella stanza sia dal piccolo giardino interno, che nel frattempo era diventato completamente rosso. Ci ritroviamo nel corridoio del fiume, solo che questa volta non c'è nessun timer e l'acqua è completamente bianca. L'attraversiamo senza problemi, andando per la porta di lato che avevamo visto prima. Qui troviamo il corpo della bambola lilla. Ib lo raccoglie e grossi scarafaggi scendono per le pareti. Fortunatamente non fanno niente... beh, oltre a fare schifo. Ib e Madotsuki uniscono le parti della bambola insieme.

Avete presente la primissima stanza? Quella dove c'erano le bambole con i loro tavolini?

Si, ne mancava una... quella lilla!

Felici ritorniamo nel giardino interno grande, ma quel che vediamo ci spaventa. Il giardino è diventato completamente rosso sangue e tutte le piante sono appassite. Usciamo velocemente da li, molto turbate. Mettiamo la bambola sul suo tavolino e aspettiamo qualche minuto. All'improvviso quella rossa inizia a muoversi, rivelando un buco con una sala sotto di essa.

Abbiamo fatto tutto questo quando la soluzione era qui? Seriamente?

Eh già

Viola scende per prima, seguita poi da Madotsuki, Ib e alla fine me. Ci troviamo in uno spazio talmente scuro che l'oscurità di prima non ci sembra niente. Non riesco a vedere nemmeno Ib che è proprio davanti a me. Camminiamo per molti minuti, fino a quando Viola non si imbatte in una porta illuminata da una candela con appeso un cartello che dice 'vieni nella mia stanza'.

Quando la sorpassiamo, ci ritroviamo in uno spazio molto illuminato, tanto che sono costretta a coprirmi gli occhi per un po' a causa del buio di prima. Quando li apro, noto che ci sono due rampe di scale. Le saliamo ancora in fila indiana. Le scale ci portano in un corridoio ampio e lungo. Lo percorriamo tutto, fino a ritrovarci davanti a una porta più chiara delle altre. Ma di fronte a essa c'è il corpo di un gatto nero ormai morto. Anche se mi fa tenerezza, sono costretto a sorpassarlo, perchè Viola apre la porta ed entra con decisione.

Ci ritroviamo nella stanza più lugubre che io abbia mai visto, dopo il laboratorio di mio padre: al centro c'è un letto completamente inzuppato di sangue. Affianco si trovano una bottiglietta rotta e una sedia rovesciata. In fondo, una scrivania con un diario.

L'ultimo diario...” sussurra Viola, avvicinandosi al piccolo libricino ed iniziando a leggere ad alta voce:

La mia malattia mi stava uccidendo. Così... ho preso il suo corpo da lei. Ho vissuto nel suo corpo. Va bene, giusto? Perchè siamo amiche. Lei mi ha dato il suo corpo... perchè noi siamo amiche. Quindi oggi giocheremo di più. Giusto?

Viola?

Sbarro gli occhi quando sento il nome di Viola. Cosa ci fa il suo nome scritto su quel diario? Non faccio in tempo a chiederglielo, perchè appare una ragazza dai lunghi capelli lilla legati in un fiocco rosso.

La strega.

Si trascina sulle mani poichè non ha le gambe. Guardando meglio, non ha nemmeno gli occhi. Cerca di dire qualcosa, ma ne esce solo qualche verso strano. Poi inizia a inseguirci. E' veloce, anche non avendo le gambe. Mentre corro, diverse immagini si alternano davanti ai miei occhi. Prima il corridoio, poi le scale. Non credo di aver mai corso così tanto in vita mia. All'improvviso ci ritroviamo nella sala da pranzo, poi all'entrata. Mi fanno male i polmoni.

Devo recuperare una cosa! Seguitemi, tranquille!

Non potendo fare altro, seguiamo Viola nella stanza dove l'avevamo incontrata. Lei prende quel che sembra un coltello dall'armadio, poi continuiamo a correre. Sto per arrendermi, quando finalmente troviamo l'usciamo. Ancora correndo usciamo, sempre seguendo la bionda che raccoglie un foglio al volo mentre corriamo. Non so come, ci ritroviamo davanti al cespuglio che ci aveva separato da Poniko.

PONIKO!” urla Madotsuki disperata e con le lacrime agli occhi.

MADOTSUKI!” risponde Poniko nelle stesse condizioni.

Aya! Usa una delle boccette!

Senza perdere tempo, stacco il tappo della bottiglia e la verso sul cespuglio. Questo si dissolve e le due ragazze si fiondano in un abbraccio disperato.

Ragazze! Non abbiamo tempo! Ci sta inseguendo!

Madotsuki afferra la mano di Poniko e iniziamo di nuovo a correre. Siamo quasi alla fine della foresta quando all'improvviso Viola si ferma. La strega sta per raggiungerci, ma si ferma a qualche metro da noi non riuscendo più a proseguire.

Viola! Muoviti!

Ma lei non mi ascolta, anzi, si avvicina alla strega.

Mio dio... sei così seccante! Per quanto hai intenzione di seguirci?” e detto questo, la colpisce con un calcio.

Viola.. ma cosa...

Viola si gira verso di noi. In faccia ha un ghigno sadico e i suoi occhi esprimono pazzia. Mi ricorda Mary.

Agita le mani e all'improvviso io, Ib, Madosuki e Poniko ci ritroviamo polsi e caviglie legate. Viola fa una risata sadica, poi ritorna a parlare con la strega.

Loro non erano nel piano, ma mi hanno aiutato. Tu sai che quel copro non durerà ancora a lungo, vero

Gi...agh...gi..ve...” cerca di dire la strega.

Cosa? Ridartelo indietro? Impossibile. Questo corpo fa molto meno male. Tu mi hai dato questo corpo per prima, perchè dovrei ridartelo indietro?

Cosa stai farneticando?!” le urlo contro con rabbia.

Tu stanne fuori o farai la sua stessa fine!” e mentre dice questo, le piante si stringono ancor di più ai miei polsi, facendomi male.

Guardo le altre: Madotsuki e Poniko si guardano negli occhi, come per rassicurasi a vicenda. Ib invece sta guardando a terra con aria pensierosa. Sta cercando di capire qualcosa. Mi affido alla sua mente, ritornando alla scena.

“Non penso che riceveremo più interruzioni, giusto? Viola?

Tu eri così dispiaciuta per me. Non riuscivo nemmeno a muovermi dal mio letto. E' per questo che ho usato la mia magia per fare lo scambio dei corpi. Solo un giorno? Eheheh. Penso di averlo detto.

Ero così sorpresa che tu mi abbia potuto intrappolare con i miei poteri magici... ma non troppo a lungo. Dopotutto, è la mia casa, no? Non vorrebbe mai uccidermi. Io sono stata guidata dalla casa per tutto il tempo. Così ero sicura di poter scappare

Alcune immagini passano per la mia mente.

Viola che era già in quella casa.

I vari cartelli appesi sulle mura.

La bionda che sapeva sempre cosa fare al momento giusto.

I diari sparsi per casa.

Il nome di Viola scritto nell'ultimo di essi.

E' lei, è sempre stata lei. Viola è la strega. E quella povera ragazza... è solo un'altra delle sue vittime.

Anche Ib sembra esser arrivata alla mia stessa conclusione e ora guarda la ragazza con disgusto.

Ha parlato di uno scambio di corpi. Quindi la strega era destinata a quella fine.

Ellen, è così che si chiama la strega. Lo letto su uno dei diari. Quindi Viola è Ellen e Ellen è Viola. Beh, dopo tutto quello che ho passato, no mi risulta difficile crederlo. Semplicemente sono infuriata per aver aiutato Ellen per tutto questo tempo. Se solo lo avessi saputo...

Quella che ormai sappiamo essere Ellen, si inginocchia davanti alla vera Viola.

Cosa? Ancora non sei morta? Devo applaudire la tua tenacia. Può essere che sei preoccupata per tuo padre?

Viola fa cenno di si con la testa.

Oh, lo so. Tu e tu padre, Viola. Una famiglia di due. Questi ricordi sono nel tuo corpo. E' un uomo gentile. E' un cacciatore, giusto? E ti ha inviato quella lettera. Ma che bravo padre. Quindi suppongo che tu sia preoccupata per cosa gli accadrà quando te ne sarai andata. Andrà tutto bene. Io gli darò tutto l'amore che gli hai dato. E riceverò tutto l'amore che ha dato a te. Perciò...

“Viola?” all'improvviso sentiamo una voce sconosciuta. Un uomo dai capelli grigi e gli occhi verdi, con un fucile in mano, corre verso di noi. Penso sia il padre di Viola.

Ellen corre verso l'uomo, abbracciandolo.

“Viola? Sei salva? Ti sei fatta male?”

Pa...pa...aiut...

“STAI LONTANO MOSTRO!” urla il padre di Viola puntando il fucile verso di lei.

“NOOO!” urliamo noi quattro insieme. L'uomo si gira verso di noi, confuso.

Quella dietro di te non è tua figlia! E' la strega!

Quella per terra è tua figlia!

Non le ascoltare! Sono aiutanti della strega!

Se fossimo aiutanti della strega saremmo legate ora?!

Vedo l'uomo spostare lo sguardo e il fucile da Viola a Ellen, confuso. Le guarda intensamente, per poi fermare lo sguardo negli occhi di Ellen.

“So esattamente cosa fare”

Chiudo gli occhi pieni di lacrime per non vedere. Li riapro dopo aver sentito il colpo di fucile. Ma quel che vedo non è quel che mi aspettavo. Ellen ha un grosso buco nel braccio da cui sta uscendo molto sangue.

Ma...cosa...

“Tu non sei mia figlia! Lo riconosco! Non hai la stessa gioia che ha mia figlia nei suoi splendidi occhi! E ora fai ritornare indietro Viola!”

Non so se è per la paura o per la ferita, ma le piante che ci legano si rallentano. Ne approfittiamo per scioglierci e velocemente prendo la mia motosega mentre Madotsuki esce il suo coltello. Circondiamo la strega insieme al padre di Viola, mentre Poniko e Ib assistono la ragazza a terra.

Falla ritornare” la minaccio.

Anche se volessi, non posso. Serve una pozione

Intendi questa?” dico, prendendo la seconda bottiglia. Ellen sgrana gli occhi pieni di stupore.

Ora puoi fare lo scambio

Altrimenti?

Altrimenti morirai lo stesso!

Non ne avreste il coraggio... poi Viola rimarrebbe per sempre in quel corpo quasi morto

Presa dalla rabbia, le procuro un graffio vicino al buco provocato dal fucile.

Ne sei sicura?

Ellen assume uno sguardo di puro terrore.

Io...ci ero quai riuscita...” piangendo si avvicina a Viola, sempre puntata dalla mia motosega, dal coltello e dal fucile.

Le prende le mani, poi mi fa cenno di darle la bottiglia. Gliela passo e lei, singhiozzando, pronuncia delle parole incomprensibili. Alla fine beve metà pozione lei e metà la da a Viola.

Una forte luce le avvolge entrambe. Non so cosa succede dopo, poiché svengo.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ed è finita anche la parte di Viola... che dire, ci avviciniamo sempre di più alla fine. Manca solo un'altra compagna all'appello, poi sarà conclusa. Diciamo tra circa una decina di capitoli.

Che ne dite, vi è piaciuto il finale? Secondo voi Viola si è salvata? E le altre?

Sciao sciao

Animalia

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Capitolo 17
*** Il risveglio. ***


La prima cosa che vedo appena mi sveglio è un'intensa luce bianca che proviene da un lampadario appeso al soffitto completamente bianco. Subito dopo, noto che sono stesa su un lettino dello stesso colore, con Maria al mio fianco addormentata su una sedia.

Maria...” la chiamo, scuotendola leggermente. Questa si sveglia di scatto, osservandomi a occhi sbarrati.

Aya! Ti sei svegliata finalmente! Ero così in pensiero!” esclama, stringendomi in un forte abbraccio.

Quanto tempo ho dormito?” chiedo.

Tre giorni. Non ricordi niente?

All'improvviso le scene di tre giorni prima mi appaiono come un flash nella mente.

Ib, Madotsuki, Poniko...Viola. Stanno bene? Che fine ha fatto la strega?!” quasi urlo allarmata.

Tranquilla, stanno tutte bene.” mi risponde la donna ad occhi bassi e mordendosi un labbro.

Cos'è successo? Stanno davvero tutte bene?

La sua espressione non mi convince per niente.

Aya, vieni con me.

Maria mi prende per mano, portandomi nel corridoio dell'ospedale. Solo ora mi accorgo che la mia ferita al braccio è stata fasciata decentemente e sono vestita con dei semplici jeans e una t-shirt. Abituata ai miei soliti vestiti, non mi sento a mio agio in queste vesti, ma non obbietto niente.

Maria mi conduce davanti a una vetrata, dove trovo anche Ib, Madotsuki e Poniko. Appena mi vedono, mi vengono incontro abbracciandomi.

Stai bene?” mi chiede Ib. Noto che anche la sua ferita alla testa è stata fasciata meglio.

Si, adesso si.

I medici dicono che hai dormito tanto per colpa dello stress.” mi spiega Poniko, mentre cinge la vita a Madotsuki. Solo ora noto che quest'ultima sembra esausta, ma conoscendola, evito di domandare davanti a tutti.

Ehy, guarda chi si rivede!” esclama all'improvviso una voce. Una voce fin troppo familiare.

Garry.” dico, alzando gli occhi al cielo.

Ah, grazie del saluto. Anche tu mi sei mancata eh.

Ridiamo tutti, poi gli altri mi guardano seriamente. Maria mi prende per un braccio e con delicatezza mi porta di fronte alla finestra. Quel che vedo mi lascia a bocca aperta. Viola è collegata a vari macchinari che le controllano il battito cardiaco. Uno di questi le permette di respirare artificialmente. Ci sono anche delle bende nel punto in cui è stata colpita dalla pallottola e dal mio coltello. Al suo fianco c'è un uomo, che riconosco come suo padre.

Ma come...” sussurro, shokkata.

Poco dopo la tua perdita dei sensi, la luce prodotta dall'incantesimo si è disciolta ed Ellen e Viola erano entrambe svenute. Il padre di Viola ha chiamato un'ambulanza, che ci ha portate tutte in ospedale. Io, Madotsuki e Ib siamo state bene dopo un po', tu ti sei svegliata adesso, ma le altre due sono andate in coma. Ellen, o meglio, chiunque ci fosse stato nel corpo di Ellen purtroppo non ce la fatta, le perdite di sangue erano troppo gravi. L'altra sta continuando a sopravvivere.

Aspetta, che intendi con 'chiunque ci fosse nel corpo di Ellen'?

Ib sospira, mentre i suoi occhi si fanno lucidi.

Sono andate entrambe in coma subito dopo, non sappiamo se lo scambio ha funzionato.

Quindi la ragazza che i medici stanno cercando di far rimanere in vita potrebbe essere la strega?

Nessuno mi risponde, ma io so che ho ragione. Ritorno a guardare Viola. Io sono sicura che è lei, non può essersene andata via per sempre. Nonostante io non abbia conosciuto la vera lei, ma solo il suo corpo, mi rifiuto di pensare che non possa essersi salvata, mentre Ellen si.

Comunque Aya, in questi giorni ci hanno tenuto sotto osservazione, ma domani potremmo uscire tutti, anche Garry.” dise Ib guardando il suo ragazzo.

Si, bene.” sussurro, con ancora lo sguardo puntato su Viola.

 

Qualche minuto dopo io, Ib, Madotsuki e Poniko siamo tutte in una stanza, sedute ognuna su uno dei quattro letti che ci hanno assegnato per quella notte.

Madotsuki, tu come stai? Non hai parlato proprio...

Bene.” risponde sussurrando. Mi accorgo che le ombre che ha sempre negli occhi si sono fatte più scure.

Sicura?

Si, sicurissima.

Poniko guarda la sua ragazza preoccupata. Ormai sono certa che Madotsuki non stia bene e sicuramente ha a che vedere con i suoi sogni. Ci aveva detto che erano finito, ma è veramente così? Questa storia non mi convince per niente.

 

Vengo svegliata nel cuore della notte da qualcuno che mi scuote. Stropiccio gli occhi, vedendo che la causa del mio risvelgio è Ib.

Ib...cosa c'è a quest'ora...” dico completamente intontita dal sonno.

Aya, ho paura.

Di cosa? Ib, tranquilla, siamo all'ospedale, tutte insieme...

Non è di questo che parlo -mi interrompe- ho paura per Madotsuki.

Che intendi?

Mi ero svegliata con una sete tremenda. Mentre mi alzavo dal letto per chiedere all'infermiera un po' d'acqua, ho visto Madotsuki darsi un pizzicotto sulla guancia mentre dormiva. Capisci? Come se il suo corpo si fosse mosse da solo! Poi ha borbottato qualcosa a proposito di una certa Monoko e di un semaforo, per poi riaddormentarsi dopo qualche secondo.

Ha borbottato qualcosa a proposito di una certa Monoko e di un semaforo? Sei sicura di aver sentito bene?

Si! Ha detto: 'Non ricordavo che il semaforo davanti a Monoko scatenasse un evento così pauroso.

Rimango allibita da ciò che mi racconta Ib. Guardo Madotsuki, che sembra dormire tranquilla.

Ib, va' a letto. Domani ne parleremo con Poniko.” La bambina annuisce, per poi rimettersi a letto.

La mattina dopo, mentre Madotsuki è in bagno a cambiarsi, io e Ib prendiamo in disparte Poniko.

C'è una cosa che dobbiamo dirti.” e così Ib inizia a raccontare tutto quel che ha visto e sentito. Poniko ha gli occhi sbarrati per tutto il racconto e alla fine ha persino gli occhi lucidi.

Lo sapevo. Sapevo che non aveva ancora superato l'incidente di Monoko.

Che intendi dire?

Tre anni fa, Madotsuki era una ragazza molto vivace e io e lei avevamo anche molte amiche. Una di queste era Monoko, una ragazzina timida dai capelli e occhi neri. Ma un giorno, mentre andavamo a scuola tutte e tre insieme, attraversammo un incrocio col semaforo verde ma un uomo perse il controllo della sua macchina. Io e Madotsuki ce la cavammo con qualche graffio, ma Monoko fu presa in pieno e morì sul colpo, davanti ai nostri occhi. Penso che quello sia stato l'inizio dei problemi di Madotsuki.

Non me lo sarei mai immaginato...” sussurro. So bene cosa vuol dire veder morire chi ami, mi sembra logico che Madotsuki abbi ancora il trauma. Qualche secondo dopo, Madotsuki esce nel bagno. Cerco di far finta di niente, ma fortunatamente non devo sforzarmi troppo poiché Garry entra all'improvviso nella nostra stanza col fiatone.

Viola... si è svegliata...

Appena sentiamo queste parole, corriamo fuori, verso la sala di Viola. La vediamo dalla vetrata senza la maschera per respirare, mentre si guarda intorno spaesata.

Dove mi trovo?” si chiede. Il padre l'abbraccia, dimenticandosi completamente che potrebbe non essere sua figlia. Nonostante io non voglio credere a quest'opzione, mi metto in guardia. Solo adesso noto che non ho idea di dove sia finita la mia motosega, ma me ne occuperò dopo.

“Viola...ricordi qualcosa?” chiese l'uomo.

L'ultima cosa che mi ricordo è che stavo a casa della mia amica Ellen e lei mi aveva proposto uno scambio di corpi per un giorno...” dice, ancora confusa.

“Non ricordi proprio niente? A proposito di Ellen, della sua casa, dello scambio di corpi -prova a domandarle il padre- di loro?” dice alla fine, indicandoci.

Viola ci guarda attentamente, poi il suo viso sembra illuminarsi e scoppia in un pianto intenso. Noi entriamo in fretta, abbracciandola.

Tranquilla, ora va tutto bene...

Ellen...io...mi fidavo di lei...” e detto questo, inizia a piangere ancora di più.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Salve! Dai ammettetelo, sono stata buona, ho fatto sopravvivere Garry all'inizio e Viola adesso, nonostante io avessi in mente il contrario!

Per questo capitolo non ho motlo da dire, se non che ci stiamo avvicinando alla fine della storia... non so esattamente quanti capitolo serviranno, ma penso circa una decina, massimo una dozzina.

Sciao sciao

-Animalia

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