I mezzi giustificano il fine. (Ma non era il contrario?)

di Anonimadelirante
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove, secondo Albus Severus Potter, vengono tratte troppe conclusioni affrettate ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo: Dove Albus Severus Potter e Scorpius Hiperyon Malfoy scoprono le massime della Vera Amicizia ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo Dove viene spiegato che la biblioteca non è il luogo più adatto per un incontro romantico ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto Dove vengono orditi parecchi piani degni del più incallito Serpeverde ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto: Dove i piani di Scorpius Malfoy vengono stravolti e la colazione di Rose Weasley viene interrotta ***



Capitolo 1
*** Dove, secondo Albus Severus Potter, vengono tratte troppe conclusioni affrettate ***


 

Capitolo Primo

Dove, secondo Albus Severus Potter, vengono tratte troppe conclusioni affrettate.

 

 

 

-Davvero?! Uou! Sempre detto io che un giorno o l'altro ne avresti fatta una giusta!

-Che cosa vorrebbe dire?!

-Ehm... no Rose, non... niente.

Rose Wesley incenerì suo cugino:- Sarà meglio per te, James Sirius- Sibilò, poi si girò verso gli altri, visibilmente eccitati per la scoperta:-Allora? Che facciamo per fermarlo?

Albus Severus Potter si sentì chiamare in causa. Era lui che organizzava i piani, era lui che considerava ogni minima possibilità, era lui che sviava i sospettosi, che si rigirava come voleva i creduloni. Era lui, in definitiva, che spalleggiava sempre Rose Wesley.

Ma lei quando mai si era sbilanciata per lui? Quando gli aveva dato ragione su qualcosa? Quando lo aveva appoggiato in qualche modo? Mai. Già, perché, ricordò in quell'istante il figlio di Harry Potter, quando mai qualcuno lo considerava diversamente dalla Serpe calcolatrice quale era? Ma, in fondo, non era lui, ad averlo scelto? In quell'istante, però, Albus si rese conto di essere stufo, stufo marcio, di essere usato in quel modo. Non aveva più voglia di dare, senza ricevere niente in cambio.

Sbuffò.

-Ma va! Dai, non essere patetica!

Rose si girò verso di lui, gli occhi sgranati e un'espressione di palese stupore che si tramutò istantaneamente in rabbia.

-Come hai detto?

Ecco. Mai mettersi contro di lei. Mai.

Albus l'aveva imparato a sue spese, ma quella volta era deciso ad andare fino in fondo.

-Hai sentito bene. Benissimo. Smettila di ignorare le persone che non sono d'accordo con te! Basta! Non è possibile che stia cercando di fare quello che pensi tu. È troppo stupido. E anche se ci stesse provando -non essere scema non ci sta neanche pensando, la mia è solo un'ipotesi- non ce la farà mai. Malfoy è un deficiente, ti ricordo. E anche un codardo.

Per una volta ascoltami senza trarre conclusioni affrettate.

-Non...- Iniziò Rose, sconcertata: in pochi avevano il coraggio di contraddirla e suo cugino Albus non era fra questi.

Il ragazzo, però, scosse la testa e, senza lasciarla finire, se ne andò.

 

*

 

Albus continuò a camminare velocemente, senza neanche rendersi conto di dove stava andando. Travolse una ragazzina del primo anno, ma non la degnò di uno sguardo, né l'aiutò. Non si scusò neanche e continuò a dirigersi come una furia verso i sotterranei.

Automatismo, pensò mentre si accorgeva stupito di essere davanti ad un umido muro di pietra che conosceva fin troppo bene. -Incanto Proteus- mormorò chiedendosi chi scegliesse parole d'ordine tanto stupide. Ah, già, i Caposcuola.

-Oho, Potter- Un ragazzo della sua età lo salutò, ironicamente felice di vederlo.

-Zabini- rispose Al, più lento dell'altro a fingere.

-Che c'è? Non sei contento di vederci?- Borbottò con voce impastata uno vicino a Zabini.

-Estasiato, Nott- Rispose Albus mentre constatava che il suo compagno di stanza era completamente fatto. Di nuovo.

-Ah! Malfoy- Albus si voltò di nuovo, un libro appena Appellato sottobraccio, per andare a sedersi sulla poltrona preferita (il più lontano possibile da quei tre) -Fossi in te eviterei di trattare così Rose-

Il ragazzo biondo a cui era rivolta quest'ultima parte del discorso ghignò:-Altrimenti?

-Il mio era solo un consiglio.- Albus Severus Potter fece spallucce e si lasciò cadere stancamente sulla sua poltrona davanti al camino, lasciando Scorpius interdetto a fissarlo.

 

*

 

Era successo quella mattina, quando Rose e Albus, passeggiando mollemente per i corridoi del terzo piano (avevano un'ora buca, aveva sottolineato Rose allegramente), avevano incontrato l'erede della casata Malfoy sotto una montagna di libri e scartoffie.

-Scorpius Hiperyon Malfoy, che bello vederti di prima mattina- aveva commentato sprezzante la ragazza.

-Il piacere è tutto vostro- aveva sbuffato quello, ondeggiando sotto la pila di libri.

-Tuo.-Lo aveva corretto automaticamente Albus, che non aveva aperto bocca.

-Mi scusi, professore- Scorpius era barcollato pericolosamente sibilando poi:-spostati, coglione!

Albus si era scostato, remissivo, con un'alzata di spalle, ma Rose no.

Rose, al contrario, si era impegnata al massimo per far cadere il compagno di stanza più odiato dal cugino. Gli si era parata davanti con un ghigno e non si era spostata di un millimetro nonostante rischiasse di rimanere schiacciata dalla roba che portava il biondo.

Il ragazzo era comunque riuscito ad aggirarla, ma, è risaputo, alle scale di Hogwarts piaceva cambiare e Scorpius, già in precario equilibrio era caduto travolgendo i due cugini.

Albus aveva imprecato a lungo e con una certa veemenza, rassettandosi la veste, poi aveva raccolto una pila di libri e pergamene:- Sbrigati a raccogliere le altre, Malfoy. Non intenzione di aspettarti ancora.

Sia il biondo che Rose lo avevano guardato con profondo sospetto, Albus aveva alzato gli occhi al cielo e aveva sibilato, acido:-Non starò qui a fare la muffa per te, Malfoy.

Scorpius aveva alzato un sopracciglio, scettico, ma poi, con un sospiro, aveva preso il resto e si era incamminato dietro il secondogenito Potter.

-M... ma... perché lo aiuti?- Rose lo aveva fissato a bocca aperta, decisamente scioccata.

-Siamo Prefetti, Rosie cara, devo spiegarti cosa fanno i Prefetti? Bene, aiutano i compagni, per quanto odiosi possano essere.

-Anche lui è un Prefetto!

-Sì, ma non non lo sono i ragazzini del primo e del secondo anno che avrebbe potuto travolgere -e che travolgerà sicuramente.

-Che cosa vorresti dire con questo?

-Che è nostro dovere impedire che combini ulteriori casini.- aveva spiegato placidamente Albus.

-Potter!- Aveva protestato Scorpius.

-Al!-Aveva esclamato Rose, ignorando totalmente il biondo- vuoi dire che per colpa di questo deficiente, non potremo continuare la nostra passeggiata?- La rossa sembrava sinceramente allarmata.

-Ehm... no, purtroppo- aveva mormorato Al fingendosi dispiaciuto, poi, vedendo che la cugina stava combattendo contro l'impulso di scoppiare in lacrime e strozzare Malfoy (che, per i suoi standart, si stava comportando fin troppo bene, e, probabilmente per il fatto che stava per stramazzare sotto il peso di tutti quei libri, non aveva ancora messo mano alla bacchetta, né li aveva mandati a quel paese) aveva aggiunto, sperando con tutto se stesso di convincerla:-Ma tu, se vuoi, puoi continuare, anzi! Non preoccuparti, ti raggiungo appena ho finito con questo qui.

-Non voglio il tuo aiuto!- aveva strepitato allora Scorpius.

-Sì che lo vuoi- lo aveva fulminato Al, prima di salutare Rose con uno dei suoi “fantastici-e-fintissimi-ma-efficacissimi-sorrisi-da-bravo-ragazzo-o-da-Serpe-fatta-e-finita” (come li chiamava Hugo nei suoi momenti di affetto verso il cugino Serpeverde).

 

 

-Che cazzo vuoi, Potter?

La domanda era arrivata alle orecchie dell'interessato fra uno sbuffo e l'altro. I due se ne stavano stravaccati sul divano della Sala Comune dei Serpeverde.

-Liberarmi di Rose, no?! Stava per combinare uno dei suoi soliti casini, credimi, Malfoy, la conosco.

Scorpius era scoppiato in una risata:- Fifa, Potter?

-No, intelligenza, Malfoy. Non ci tengo a finire in punizione.

Oh, al proposito tu, invece, cos'hai deciso di combinare? Sei un Prefetto anche tu, ti ricordo.

-Io? Cosa centro io?

-Hai deciso di studiare tutto quello che in sei anni non hai studiato?

Malfoy aveva ghignato, divertito:-No, non so neanche di cosa parlino questi libri. E, sinceramente, non mi interessa.

La Parkinson mi ha costretto a portarglieli. Li aveva già lasciato da parte dall'Arpia.

Albus aveva dedotto che l'Arpia in questione doveva essere Madama Pince, la leggendaria bibliotecaria di Hogwarts, conosciuta dai più come “Colei-che-è-sopravvisuta-al-suo-carattere-di-merda-per-fin-troppo-tempo”.

Albus aveva alzato gli occhi al cielo.

 

*

-Cosa intendevi dire?

-Eh?

-Potter, ascoltami!

Albus fissò per qualche istante il biondino che gli si era parato davanti:-Non vedi che sto studiando, Malfoy? Che c'è, oltre a essere completamente cretino ora sei anche cieco?

Scorpius lo guardò con odio:-Cosa cazzo volevi dire con “fossi in te eviterei di trattare così Rose” e“il mio era solo un consiglio”?

Albus chiuse gli occhi, ascoltando la pessima imitazione della sua voce.

-Prova a mettere in moto il cervello.

-Spiegati meglio. Non mi risulta che tu, in sei anni, mi abbia mai dato un consiglio.

-Forse perché non me ne hai chiesti.

-Forse perché non ne voglio.- Sibilò irritato il ragazzo.

-Allora lasciami in pace. Come ti ho già detto, dovresti smetterla di insultare Rose ogni volta che la vedi. Oppure sii un po' coerente con te stesso e dichiarale il tuo odio tutte le volte che ti passa vicino.

-Tu sei completamente uscito di testa, Potter.-Scorpius lo guardò decisamente scioccato. Di cosa andava blaterando quel suo insopportabile compagno di stanza? Era da sei anni che si mandava a 'fanculo con Rose ogni volta che si vedevano. E allora come mai Albus Severus Potter si svegliava solo adesso? Non lo pensava così ritardato!

-Sei completamente andato, amico, fatti curare.

-Uno: non sono tuo amico. Due: vacci tu a farti curare. Tre: lasciami in pace, sto studiando. Non si vede, coglione?

Scorpius dovette contare fino a dieci per non saltargli addosso.

-Dimmi quello che intendevi e ti lascio studiare.

-Non scendo a compromessi con uno come te- Albus sorrise, era la parte che preferiva, quella. Si stava prendendo gioco di lui ed era una delle cose più divertenti da fare ad Hogwarts.

Scorpius continuò a disturbarlo finché Madama Pince non lo cacciò dalla biblioteca facendolo inseguire da un un libro.

Al rise soddisfatto.

*

 

-Allora? Ti sei fatto dire cosa intendeva?- sbottò Nott girandosi verso Scorpius.

Erano a cena e Malfoy, Zabini e Nott erano di fronte a Viola Parkinson, Antonina Goyle e Marianne Avery, “le tre stronze”-com'erano state soprannominate al loro secondo anno, e, negli anni successivi, avevano ampiamente dimostrato di meritare questo titolo.

Malfoy scrollò le spalle, fingendosi disinteressato:-No-mormorò, ingozzandosi.

-Merlino! Scorpius, fai schifo!- Lo rimproverò civettuola Marianne, Scorpius grugnì qualcosa in risposta.

-Guarda là.-Zabini fece segno col mento di guardare dall'altra parte della Tavolata.

Ed eccolo lì, Albus, sprofondato nella lettura di quel dannato libro che, qualche ora prima, aveva inseguito Malfoy per tutta Hogwarts.

Sembrava troppo concentrato per degnare della sua attenzione quello che c'era per cena: ogni tanto, prima di voltare pagina si ricordava di essere a tavola e si infilava distrattamente un cucchiaio di uovo in camicia in bocca.

Malfoy sbottò in una risatina indignata:-Ora dovrà ben spiegarsi!- e si scrollò di dosso Marianne.

Zabini e Nott ridacchiarono e, dandosi di gomito si apprestarono a godersi la scenetta.

 

 

Scorpius buttò giù dalla panca una ragazzina bionda del secondo anno senza alcun rimorso e ignorò bellamente il migliore amico di Albus, Laurie Thomas, che pomiciava allegramente con una tipa bruna che doveva aver già visto, da qualche parte.

-Spiegati.- sibilò ferocemente ad Albus Severus Potter, che sembrava intenzionato a sbattersene altamente, delle minacce di quel damerino inamidato.

-See, Malfoy, un'altra volta, eh. Sono un po' occupato, nel caso la tua testa vuota (perché dubito tu abbia un cervello) non l'abbia registrato.

-Fottiti.

Albus ghignò, senza alzare gli occhi dal libro:-No, grazie. Ho altro da fare.

Scorpius trattenne bruscamente il respiro: lo avrebbe strozzato, prima o poi.

Ma era un Serpeverde anche lui, non se l'era dimenticato, e, certamente, pensò, non si sarebbe fatto prendere per il culo da un Potter. Era una questione di principio.

-Sai, girano voci che tu voglia... rappacificarti, in un certo senso... con quelli della tua stanza- finse di non ricordare di essere anche lui suo compagno di dormitorio e si aspettò la reazione del Potter sorridendo sornione.

Albus lasciò cadere il cucchiaio nella ciotola e, prestando per la prima volta attenzione al biondo, mormorò, indignato:-Che cazzata.

Possibile che tutti prendessero conclusioni affrettate, ad Hogwarts?

-Già-Toccò a Malfoy sogghignare e Albus se ne accorse. Scrollò le spalle, poco importava, in fondo, quello che avrebbero pensato gli altri, il suo piano avrebbe funzionato, lo sapeva. Bastava soltanto che giocasse bene le sue carte. Ma, Al sorrise, non era proprio questo che insegnavano nella Casa dei Serpeverde?

-Bene, allora. Vieni con me, Malfoy- Al non mancò di sottolineare il cognome di Scorpius come fosse un insulto. Il biondo non ci fece caso, lo faceva lui stesso ogni volta che gli si presentava l'occasione, ma anzi, guardò soddisfatto il moro raccogliere le sue cose:-Lontano da orecchie, ma soprattutto da occhi indiscreti-. Il ragazzo uscì tranquillo dalla sala Grande rivolgendo un'occhiata a metà fra il divertito e l'irritato non, come ci si sarebbe potuti aspettare a Laurie -che in quel momento pareva troppo concentrato a far altro che anche solo ricordarsi dov'era- ma a Rose, che dal tavolo dei Grifondoro, lo fissava infuriata.

 

*

 

-Allora...- cominciò Scorpius, assottigliando gli occhi.

-Allora,-lo interruppe Al spiccio (ora che che erano arrivati al punto sembrava avere intenzione di sbrigarsi) -il fatto è questo: Rose pensa che tu stia cercando di far resuscitare Voldemort e rimettere insieme i Mangia-kebab-ammuffiti.

Scorpius alzò un sopracciglio, strabuzzò e...-EH?!

Al sbuffò:-Rose pensa che tu stia...

-Ho capito!-sbottò Scorpius -non sono sordo! Solo pensavo che tua cugina non fosse così... così...- tirò un calcio allo scalino con fin troppa veemenza e fu subito chiaro a entrambi che non sarebbe mai esistiti insulti sufficientemente esaustivi per descrivere la malcapitata.

-Sì, ok, veniamo al dunque...-

-Che c'è, Potter, ora vorrai dirmi che ovvio che io stia cercando di rimettere in piedi una setta di invasati con tatuaggi di pessimo gusto solo per il fatto che erano gli amichetti di infanzia di mio padre? Oppure che Rose ha assolutamente ragione ha pensare che io stia cercando di trovare una formula -sconosciuta a Merlino in persona e che, peraltro, probabilmente manco esiste- per far resuscitare il tipo che ha messo a repentaglio la mia famiglia -e il mondo magico, se vogliamo specificare- per quasi tre generazioni?

Oh! Sì, scusa. È ovvio.

Albus sospirò. Perché diamine Malfoy stava saltando a conclusioni così affrettate?

-No. Non è ovvio.

Malfoy sgranò gli occhi. No, non poteva aver sentito bene: -Scusa?

-Ho detto: no, non è... Oh, lascia perdere!- Albus girò sui tacchi con studiata foga, ma cominciò a salire le scale abbastanza piano perché l'alto lo potesse fermare.

-Aspetta!

Albus si voltò:-Sì?

-Io...

IL moro scosse la testa con una certa arroganza:- Non capisci, eh?!

-No.

-Ebbene, mio stupido compagno di stanza, la faccenda è questa: oggi, quando andavi avanti e indietro per il castello carico come un beduino, non hai mandato a 'fanculo Rose (cosa di cui, diciamocelo, solo lei si è accorta) e lei, facendo due più di due, ne ha dedotto che eri impegnato in qualcosa di.. grosso.

-No, aspetta. Fammi capire, Rose pensa davvero che io non abbia niente di meglio da fare che mandarla a quel paese tutte le benedette volte che la vedo?

-Mhmh, cominci a capire- annuì Al, quasi congratulandosi con se stesso.

-È pazza. Completamente.

Albus non pote fare a meno di annuire mentre un sorrisetto gli increspava le labbra:-Non ha proprio tutti i torti, in fondo.

Già, non ha proprio tutti i torti, in fondo.” Scorpius aveva passato sei anni della sua vita a non fare altro che insultarsi con Rose.

-Merlino! Ma da qui ha pensare che io sia un Mangiamorte...

-Mia cugina è un po'... impulsiva. Non ha ancora capito che due più due fa quattro non cinque, se mi spiego.

Ingrandisce sempre tutto. Prende... conclusioni affrettate.

Scorpius aprì la bocca una o due volte, poi sospirò:-Sì, ma...

-Oh, andiamo chiunque avrebbe pensato che tu stessi cercando di fare qualcosa di losco.

Chiunque? Scorpius non ne era così sicuro.

-Ma...

-Ora, il punto è che sono stufo di lasciare che Rose faccia quello che vuole. Stufo- inchiodò il compagno con lo sguardo -perciò ti propongo un patto.

-Cioè?

-Sospendiamo le offensive. Per Rose sarebbe come un pugno in occhio. Sarà... divertente.

-Cioè... mi stai proponendo di fingerci amici?

Al annuì di malavoglia. Proprio non lo sopportava, quel biondino platinato, ma... il fine giustifica i mezzi, pensò.

Scorpius ghignò:- Ma non hai detto tu che non vuoi scendere a patti con uno come me?

-No. Ho detto che non sarei mai sceso a compromessi, con uno come te. E non ho cambiato idea. Comunque, se proprio ci tieni, puoi lasciare che Rose si abbandoni alle sue elucubrazioni e ti denunci a qualche Caposcuola. Chissà che non l'abbia già fatto...

Albus sorrise fra sé e sé quando Scorpius lo bloccò:-Oh!- sbottò il ragazzo, esasperato -D'accordo!

Malfoy gli prese la mano e, con una faccia schifata mormorò:-Allora... amici, Potter?

Albus fece una smorfia:- Tregua.-corresse.

Scorpius si rilassò mentre intensificava la stretta. Albus sorrise.

Forse ad Hogwarts c'era ancora  qualcuno che non traeva conclusioni troppo affrettate.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo: Dove Albus Severus Potter e Scorpius Hiperyon Malfoy scoprono le massime della Vera Amicizia ***


Capitolo Secondo

Dove Albus Severus Potter e Scorpius Hiperyon Malfoy scoprono le massime della Vera Amicizia

 

 

 

Albus Severus Potter non era il tipo che non sottostava agli accordi. I patti erano patti e se prometteva qualcosa a qualcuno si poteva esser certi che gliel'avrebbe data. Aveva sempre rispettato gli accordi e non avrebbe smesso proprio allora.

Ma quello era troppo anche per lui.

 

-Allora mi aiuti? Eh?! Eh? Albus??!- Scorpius si era seduto accanto a lui e cinguettava suppliche sbattendo le ciglia, civettuolo.

-No, col cazzo-sibilò in risposta Al.

-M...ma sei il mio migliore amico, Sev. (Posso chiamarti Sev, vero?) E sei tanto bravo in Storia...- Il biondo sorrise, innocente. Cavolo, se si stava divertendo!

-NO! HO DETTO DI NO, CAZZO! E NON CHIAMARMI SEV!- sbraitò Albus alzandosi in piedi di scatto -rovesciando la sedia con un fracasso non indifferente- e brandendo la stilografica come uno strumento di tortura.

Scorpius ghignò, per nulla impaurito.

Madame Pince arrivò di corsa urlando qualcosa al proposito di “torturatori di libri” “spacca timpani” “lavare la lingua con il sapone” “stare zitti” e diverse altre ingiurie che né Albus, né Malfoy sentirono distintamente.

-VI AVEVO AVVISATO! DOVEVATE TACERE!-ululò mentre con un colpo di bacchetta animava due grossi tomi polverosi che piombarono sulle teste dei ragazzi con due tonfi identici.

-Meno male che dovevi essere il mio migliore amico!- sbottò Scorpius cercando di schivare il libro -inutilmente- e nel contempo riempire la cartella.

-'Fanculo, Malfoy.-sibilò il moro mentre ragionava che in sei anni era stato cacciato dalla biblioteca solo due volte: quella e una nella stessa mattinata, per il medesimo motivo.

Il ragazzo lanciò una pergamena al Serpeverde mentre quello infilava svelto il portone di legno scuro e pesante, imprecando contro il libro e proteggendosi con il braccio destro la chioma bionda.

 

*

 

Aveva cominciato quella stessa mattina, appena svegli.

-Potter, alzati, è tardi!- aveva strillato Malfoy tirandogli via le coperte.

Ad Albus c'era voluto un po' a realizzare: il patto, la finta amicizia. La vendetta.

Poi aveva capito che quello che gli strillava nelle orecchie era proprio il biondo con cui, in attimo di pazzia, aveva acconsentito -anzi, l'aveva convinto lui- a collaborare.

-Fottiti. Ho sonno!

-Nervosetto? San Potter non dice mai parolacce di prima mattina.

Albus aveva bestemmiato contro Merlino mentre scalciava via le lenzuola e si era chiuso in bagno.

 

-Non chiamarmi “Potter”.

-Eh? E perché non dovrei?!

Albus aveva storto le labbra:- Siamo amici, ricordi?

-Ah!-Aveva mormorato Scorpius, quasi senza voce -Già.

-E gli amici –Al sottolineò quella parola come se fosse una specie di maledizione- si chiamano per nome. No, Scoprius?

-Già.- rispose il biondo, roco.

 

Camminavano lungo un corridoio -Scorpius non sapeva di preciso quale- e una ragazzina li aveva fissati come se avesse appena visto Nick-quasi-Senza-Testa sbaciucchiarsi con una piovra gigante.

Ed era stato in quel momento che aveva deciso. Potter... anzi, Albus, poteva anche avergli proposto quel patto per fargli un favore -la sola idea (così inverosimile) lo faceva scoppiare in risate irrefrenabili alternate da scoppi d'ilarità e picchi di depressione- ma lui non glielo aveva chiesto, non gli doveva niente. E, se proprio doveva stare con lui, (era comunque certo che Potter avesse uno scopo ben preciso, un secondo fine) avrebbe fatto di tutto per fargli venire un attacco isterico.

Non sapeva che Al stava meditando da qualche istante la stessa cosa.

 

*

 

Quella notte Malfoy non aveva chiuso occhio. Intento a ripercorrere tutti i contorti ragionamenti che poteva aver fatto Albus, aveva fissato il baldacchino del letto fino al mattino. Doveva ammettere, comunque, di non aver trovato un buon motivo per cui Albus avrebbe potuto servirsi di lui in altro modo, se non in quello che gli aveva detto: affogare Rose nella sua stessa bile. E, in fondo, non era così male, come piano...

 

Albus lo scrollò per una spalla.

-Svegliati, Porco Merlino, Scorpius, svegliati...

Il biondo sbadigliò vistosamente in faccia ad un fantasma. Sobbalzò: Rüf lo fissava, gli occhietti socchiusi e il viso a a qualche centimetro dal suo.

-Ma che cazz...-

-Malfoy- la voce atona del fantasma lo interruppe- ci potrà sicuramente ricordare di cosa stiamo parlando...

Scorpius si maledisse: non aveva nessuna voglia -neppure la forza, ad essere precisi- di ascoltare l'ennesimo cazzottone da parte del professore. Perfino essere sgridati, con lui, aveva un effetto soporifero così potente che gli studenti erano soliti portarsi bottigliette di caffè, trafugate dalle cucine.

-Ehm...- Scorpius diede un'occhiata al resto della classe: pochi sembravano essersi accorti dell'interruzione, i più avevano lo sguardo perso nel vuoto e la testa che ciondolava mollemente .

Albus, invece, pareva gustarsi enormemente la scena. Quando incrociò lo sguardo del biondo parve essere preda di un eccesso di risolini silenziosi, ma li soffocò quasi subito, accennando col capo verso la cattedra.

L'ultimo erede della casata dei Malfoy strinse le labbra, sbirciando attraverso il vecchio fantasma: dietro la sedia su cui il professore era solito fluttuare, sulla lavagna, c'era una scritta dai caratteri cubitali e arzigogolati .

-Ehm...-ripeté- “Le... le sanguinose rivolte dei Goblin dei primi anni del 1300”?

Rüf fece un verso disgustato e ricominciò a elencare nomi come Glabe L'odoroso, Shadow L'Ammaliatore, Ciano Il Grande Scuoiatore.

Scorpius si chiese come facesse quel dannato fantasma a rendere noiosi anche dei nomi così divertenti.

 

*

-Eddai! Lo sai benissimo di essere l'unico ad aver preso appunti! Come potrei riempire duecentocinquanta centimetri di pergamena? Lo sai anche tu che stavo dormendo!

Albus alzò un sopracciglio:-Ma dai! E io che pensavo che fossi così assorbito dalla lezione da esserti dimenticato che quando si è svegli non si russa!

Scorpius si trattenne dall'insultarlo e lo guardò supplichevole.

-No! Scordatelo! Nain! Non ti scriverò un tema sui Goblin.

-Ma perché? Non dovresti fingerti mio amico? Cosa penseranno gli altri quando verranno a sapere che non mi hai aiutato?- Scorpius gli lanciò un sguardo in tralice, ghignando.

-Uno: non lo verranno a sapere, se ci tieni alla pelle. Due: farti il tema non è aiutarti a scriverlo.

Albus scopiazzò bellamente una frase dal libro. Gli sembrava particolarmente promettente: “Il Goblin Scendon l'Incendiario detenne nei due secoli avvenire il record di villa ggio saccheggiati e poi barbaramente bruciati (se ne contano all'incirca 2000) e venne paragonato soltanto Bledin La Piromane, che però nacque nella tribù degli...”

-Uffa! Sei proprio uno stronzo.

-E tu un approfittatore.

-Non osare...

-Oh! Oso eccome!

-Tu e la tua tua cara famigliola di svitati, potreste...

-Ma guardati la tua!

-Fottiti.

-Almeno ho qualche possibilità.

-Sì, con Lizzy, la Pio...

-Taci!

-Oh! Ma sta zitto tu!

Fu quando si alzarono in piedi contemporaneamente, con l'evidente intenzione di strozzarsi, che si accorsero di non star più bisbigliando. E fu in quell'istante che una Madama Pince più furiosa che mai piombò su di loro come un uccellaccio piomba sulla preda.

-FUORI DI QUI! SUBITO!!!

E, per la prima volta in vita sua, Albus venne inseguito da un libro infuriato.

 

*

 

-'Fanculo.- ripeté Al, quando si sedettero ansimanti sulle poltrone della Sala Comune: avevano corso per tutto il castello, per seminare quei fottutissimi libri. Per la seconda volta in un giorno.

-Anche tu- ribatté Malfoy, seccato.

-In sei anni, sei, non avevo mai dovuto scappare dalla biblioteca.

-Allora dovresti ringraziarmi. È fantastico guardare la faccia di quel cavolfiore avvizzito farsi color cremisi.

Quel Cavolfiore... doveva trattarsi della Pince.

-Le verrà un infarto, primo o poi.

-Allora mi faranno un monumento, come un Eroe Nazionale.

E, a quelle parole, il ragazzo s'incupì. Albus non ebbe bisogno di chiedergli perché.

 

-Ehi! Scorpius! Pensavo che ti fossi addormentato da qualche parte, nel castello!- Zaccaria Zabini gignò, entrando nella Sala.

-No, Zac. È bastato un po' di caffè per tirarmi su.- Malfoy arricciò gli angoli della bocca nella perfetta imitazione di un sorriso -vado a farmi un giro-

Prima di sparire dal buco nel muro lanciò un occhiata ad Albus.

-Che ci facevate voi due insieme?- domandò Marc, alto e moro quanto il padre.

-Ma tu, i cazzi tuoi, te li fai mai?- Albus inarcò le sopracciglia, acido.

Il Nott fece spallucce e tirò fuori dalla cartella una sigaretta.

-Lo sai che sono proibite, vero?- sbottò Al, esasperato.

Marc sorrise, sornione:-Ne vuoi una, Potter?

 

*

 

-Si. Può. Sapere. Come. Cazzo. Hai. Fatto?- Albus fissava Malfoy con uno sguardo assassino.

Scorpius fece spallucce e ad Al venne voglia di strozzarlo.

Nessuno lo interrompeva mentre... oh, insomma! Oltretutto la Woodstock era anche graziosa!

-Sentimi bene- sibilò irritato, mentre gli porgeva un panno bagnato da passarsi sul viso sporco di sangue -o mi spieghi cosa cacchio ti sei fatto al naso o giuro che me ne torno di là a cercare la...-

-Bell'amico, che sei!- sbottò Scorpius tamponandosi il naso con una smorfia.

-Tu mi avresti già ucciso, se lo avessi fatto io!- protestò il moro -e, per la cronaca, noni NON SIAMO AMICI.

-Vuoi che lo venga a sapere tutta Hogwarts?- domandò il biondo con un sorrisetto.

-Ma sei cretino o fai finta? Sei tu che ci perdi!

Malfoy annuì- E da quando, Potter, a te frega cosa ci perdo o ci guadagno io?

Già, da quando? Albus fece un verso schifato:-a ma non frega un fico sec... MA COSA DIAVOLO TI SEI FATTO AL NASO?- il ragazzo gemette guardando la sua trapunta preferita macchiarsi del sangue del compagno.

Te l'ho detto! Non lo so! Io me ne stavo tranquillo mentre... beh, sai la Stivenson, no?

-Ora mi spieghi cosa cazzo centra la Stivenson (e no, non ce l'ho presente, 'sta tizia) col tuo naso?- ringhiò il secondogenito di Harry Potter bestemmiando contro Merlino: tutto, ma non la sua coperta preferita!

-Ma se me la sono pure scopata al terzo anno! E tu hai fatto irruzione nella stanza mentre noi...

-Non è colpa mia sei ti sei fatto praticamente tutta la fauna femminile di Hogwarts e se non hai neanche la decenza di chiudere la porta... E per altro devi avermi bloccato la crescita perché proprio non me lo ricordo!

-Uhm... forse era Thomas... non ne sono sicuro...

-NON ME NE FREGA UN ACCIDENTI DELLA STIVENSON, MALFOY!- Albus trascinò via il compagno di stanza dal letto e cominciò a piagnucolare:-no... non è possibile... la mia copertina!- strillò in preda a una crisi di nervi.

Scorpius alzò entrambe le sopracciglia, esasperato:-Cosa c'è? È solo una coperta!

-SOLO UNA COPERTA?!- Potter mandava lampi e fulmini con gli occhi, poi si girò verso il letto -non ascoltarlo, Mimì, è proprio cattivo, lui è...

-No! Non ci credo! Non puoi avergli dato un nome... è... è un piumone!- sbottò Malfoy incredulo, fra una risata e l'altra.

-AverLE, Malfoy, averle. È una femmina.

Scorpius strabuzzò:-Ci mancherebbe che tu la considerassi un maschio... avresti dormito per sei anni con lui?-mormorò, scioccato.

Ma Albus non lo ascoltava:-Chi è stato? Chi. è. Stato? CHI È STATO? Chi è stato? Non avresti ridotto Mimì in questa maniera, se tu non fossi...- indicò il naso gocciolante dell'altro -CHI È STATO?

-T'ho detto che non lo so! Un secondo prima salutavo la Stivenson, quant'è gnocca quando si inizia a sbottonare la camicetta, leccandosi le labbra...- ma si bloccò saggiamente, fulminato da un sguardo di Albus. Si schiarì la gola:- Ehm... sì, dicevo... e poi, non so una bacchetta è apparsa dal nulla e...- alzò di nuovo le spalle, mentre Al Appellava del ghiaccio.

-Tieni, dovrebbe bloccare l'emorragia- borbottò mentre schizzava via urlando qualcosa di molto simile a “JAMIE, IO TI DISTRGGO!”

Inconsapevolmente, Al, poteva vantare un record assoluto, fra le mura di Hogwarts: aveva lasciato senza parole il giovane rampollo dei Malfoy per la seconda volta in altrettanti giorni.

 

*

 

Albus fece irruzione nella Sala comune dei Grifondoro -aveva rubato la parola d'ordine ad Alice Paciock, terzo anno- strillando:-JAMES SIRIUS POTTER, TU SEI MORTO!

Un ragazzo dai capelli insolitamente rossi e un espressione concentrata sul viso disse al moro di fronte a lui:-Jamie, penso che Al ti voglia parlare.

James, la stessa espressione stampata in faccia, lo liquidò con un gesto distratto:-Dopo, Al. Ora ho da fare, non vedi?

A dividere i due cugini, c'era, effettivamente, una scacchiera, le cui pedine sembravano particolarmente agguerrite e stavano cercando di farsi a pezzi senza aspettare l'ordine dei due giocatori.

-NON ME NE FOTTE UNO STRAMALEDETTISSIMO CAZZO DEI VOSTRI INSULSI MPEGNI- strillò Albus rovesciando con un gesto molto teatrale la scacchiera.

-No!- urlò Fred con voce esageratamente addolorata -proprio ora che stavo vincendo!

-Non stavi vincendo tu!- ringhiò James- E lo sai! È inutile che fai quella faccia!

Fred ghignò:-Un vero peccato, eh? Beh... a questo punto dovremo ricominciare da capo...

-TU VISCIDO TRADITORE! HAI UCCISO, CIOÈ, VOLEVO DIRE, MACCHIATO MIMÌ! IL NASO DI... SCORPIUS FINIRÀ DISSANGUATO E... DAMMI SUBITO LA CONTROFATTURA! SEI UNO STRONZO. E ANCHE UN COGLIONE! TE L'HA INSEGNATO ROSE, VERO, QUELL'INCANTESIMO? SEI PSICOLOGICAMENTE TROPPO RITARDATO ANCHE SOLO PER PRENDRE UN TROLL IN STRORIA DELLA MAGIA, FIGURIAMOCI PER IMPARARE UNA FATTURA DI QUEL TIPO... IL MANTELLO DELL'INVISIBILITÀ... TU....- Urlò Albus facendosi sentire al di sopra delle veementi proteste delle pedine degli scacchi.

-Che vuoi?- grugnì James distogliendo la sua attenzione dal re che chiedeva a gran voce vendetta -sarebbe stato ben felice di accontentarlo- contro quel “fellone che aveva osato mettere le sulle villiche mani sul suo territorio” -Chi è Mimì? Chi se ne frega di Malfoy? HO MAL DI TESTA, SMETTILA DI URLARE!- esplose, poi. Gli aveva fatto perdere la partita più importante della sua vita, e che cavolo!

-IO URLO QUANTO MI PARE E PIACE! E TU, VISCIDO LANCIATORE D'INCANTESIMI A TRADIMENTO DAMMI IMMEDIATAMENTE LA CONTROFATTIRA O TI LANCIO UNA GAMBEMOLLI...

-Io suggerirei di giocare a carte... Roxanne?

Una ragazza che se ne stava sdraiata sul divanetto maledicendo la McGranitt e il mal tempo (“questa è una congiura... il Quidditch... gli allenamenti... non può annullarli... non può fermare il progresso”), e che sembrava intontita dalla noia, lanciò un mazzo di carte pescato dalla cartella al gemello:-Rovinale e ti uccido- sibilò per poi ri-sprofondare in catalessi e ricominciare a farneticare su schemi e postazioni (“Quell'idiota di McMillon non può zigzagare a quel modo... l'altra volta ci è andata bene, ma Genox è un'incapace... dovrebbe dare delle mazzate in testa agli avversari... non ai Bolidi...”)

-Sissì, tranquilla- mormorò Fred, mentre si accaniva su due carte che proprio non volevano stare in equilibrio.

-COSA CAZZO VUOI DALLA MIA VITA? NON ME NE FREGA NIENTE SE IL BIONDO TINTO MUORE! TANTO È UN MANGIA...- Albus infilò un pugno in bocca al fratello.

-SEI UN EMERITO IDIOTA- ululò saltandogli addosso- E ROSE MI SENTIRÀ! AH, E PER LA CRONACA SCORPIUNS NON È UN...

-E TU CHE COSA NE SAI?- sbraitò James, scrollandoselo di dosso. Non voleva fargli male, ma era due volte più grosso di lui e era davvero arrabbiato:- STAVO VINCENDO E TU VIENI QUI A ROMPERMI SU COSA È O NON È QUEL DEFICIENTE DI MALFOY?

Albus si bloccò: Malfoy era un deficiente, un grandissimo deficiente, per la precisione. -SCORPIUS NON È UN DEFICIENTE! L'UNICO DEFICIENTE, QUI, SEI TU!

-IO? IO? TU, SE MAI! MA TI RENDI CONTO? HO PERSO CONTRO FRED PER COLPA TUA!

-NON ME NE FOTTE UN BENEAMATO CAZZO DELLA TUA FOTTITISSIMA PARTITA!!

Finirono per azzuffarsi, rovesciando il tavolino e, con gran disappunto di Fred, anche il castello di carte che esplose in un sonoro -e piuttosto indispettito- botto.

Alla fine intervenne Scorpius. Se n'era stato tutto il tempo appoggiato allo stipite della porta -ignorando le proteste della Signora Grassa- e aveva ascoltato con attenzione il battibecco fra fratelli chiedendosi un po' se stessero scherzando e un po' come diavolo facessero quegli altri due – Roxanne (chiaramente stressata per l'imminente partita contro i Corvonero) e Fred(non capiva bene se era idiota quanto James o infinitamente superiore a quelle cavolate -alla fine, quando il ragazzo cominciò a piagnucolare sui resti delle carte, optò per la prima ipotesi) ad ignorarli così bellamente.

Prese Albus -anzi lo sollevò di peso perché non si reggeva in piedi- per un braccio e lo trascinò via dalla Sala Comune bisbigliando un ben distinto “Grifonidioti” -e attirandosi gli sguardi assassini di tutti i presenti. Persino gli scacchi gli inveirono contro.

Roxanne, che durante la lotta fra Al e James si era rizzata a sedere, scivolò di nuovo sul divano, nella più perfetta personificazione della noia.

 

*

 

-Sei proprio un idiota.- sbottò Scorpius gettando Al sul proprio letto -pensò che se avesse scoperto di essere sdraiato su Sissi... Mimì... o come diavolo si chiamava, in quello stato, sarebbe semplicemente svenuto.

-Mhh...- ottenne in risposta.

-Cosa cazzo pensavi di fare, me lo spieghi?- sbottò guardando malissimo il moro.

-Dio! È due volte te! Mi chiedo perché diavolo il Cappello ti abbia messo in Serpeverde! Dove cazzo hai nascosto il nostro famoso spirito di auto-conservazione?

-Boh- gracchiò Al mettendosi seduto. Poi sorrise:-Comunque ha perso agli scacchi.

Malfoy alzò gli occhi al cielo, esasperato:-Sei proprio un idiota- bisbigliò porgendogli un panno bagnato.

-Anche tu- gli assicurò Albus con un sorrisetto soddisfatto.

Scorpius lasciò che il suo sguardo vagasse, indecifrabile, per la stanza poi bisbigliò, così piano che Al non poté essere sicuro di averlo sentito davvero o di esserselo immaginato:-Grazie.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo Dove viene spiegato che la biblioteca non è il luogo più adatto per un incontro romantico ***


Capitolo Terzo

Dove viene spiegato che la biblioteca non è il luogo

più adatto per un incontro romantico

 

 

-Fa un piacere a tutto il mondo,- sibilò Rose a denti stretti, brandendo un coltello sporco di marmellata come un innovativo strumento di tortura- crepa.

-Io? Perché io? Cosa centro io? Perché ce l'avete tutti con me?- James soffocò i dispiaceri con un'altra porzione di porridge.

-Merlino!- sbottò Fred- lasciane un po' anche a me, cavolo!

-Ma che vuoi? Ce n'è un'intera zuppiera, lì, da Lils...-bofonchiò Jamie sputacchiando porridge sulla divisa del cugino.

Lily abbracciò la zuppiera:-No! È mia! Il porridge mi appartiene di diritto!

-Non te, scemo- ringhiò Rose -infilzando con rabbia un salsiccia, gli occhi fissi su Albus Severus Potter, che rideva con Laurie al tavolo dei Serpeverde, mentre Scorpius rischiava il soffocamento per colpa dello speck.

*

 

-Ci vieni con me dalla Stivenson?

-Che?

Scorpius alzò gli occhi dai lacci delle scarpe:-Mi hai sentito. Non lo ripeterò un'altra volta.

Albus ghignò:-Ti serve un palo?

Malfoy gli restituì il sorrisetto:-Si va in biblioteca, Potter. Biblioteca.

Al alzò gli occhi al cielo:-Chi ti dice che ne abbia voglia?- inarcò entrambe le sopracciglia.

Scorpius ci pensò su, poi fece spallucce:-Nessuno.-concluse.

-Allora ci vengo.

*

 

Rose non era stupida. Era una Grifondoro. E coraggio non è sinonimo di stupidità. Spesso lo è di irruenza, in tempi di pace. Ma non di stupidità.

-Quei due hanno in mente qualcosa.- Bisbigliò in direzione dell'amica.

Jennifer Scott sorrise:-E allora?

-Come?! Come, allora?

Jennifer fece spallucce:-Sono Serpeverde, Rosie. Cosa ti aspettavi?

Rose scosse la testa, guardandola male:-Di un po', ma ti senti, quando parli?

-Perché?

-Perché è nostro dovere intervenire! Ecco perché!

-È nostro dovere ficcare il naso nelle faccende degli altri, vorrai dire.- sbuffò – Sono Prefetti anche loro, sai.

-Allora è la volta buona che la McGranitt scopra che errore madornale ha fatto scegliendoli!-.

Jennifer trattenne a stento una risata, ma quando vide l'espressione seria di Rose si bloccò:-Ok! Ok, okokok! Ora ascolta, Rosie. Tu fai sempre un sacco di cose che hanno un senso, che sono giuste, che vanno bene. Ok! A volte capita di sbagliare, però! - sospirò – Da' retta a una stupida, Rosie! Era palese che prima o poi quei due si alleassero per far fuori qualche nemico comune. La conosci la tecnica delle loro compari Serpi, no? Sono ipocriti, stronzi, bastardi e inaffidabili! Lasciali in pace e nel giro di due giorni si staranno scannando. Si distruggeranno da sé! Perché sporcarsi le mani?

Rose la fissò per qualche istante, interdetta.

L'idea del nemico comune era plausibile, quella che cercassero di uccidersi fra loro era... come minimo allettante.

-Perché il Cappello non ti ha Smistato con loro, eh, Jenny?

-Sta perdendo colpi. La vecchiaia è una brutta bestia- Rispose la ragazza, serissima.

Rose scoppiò a ridere, trascinandola via dalla Sala Grande.

Nulla le avrebbe potuto far pensare di essere lei quel nemico comune.

 

*

 

Katie Stivenson passeggiava lentamente per le vie del castello, chiacchierando con Anne Buck:- Allora andiamo.- sbuffò, con fare annoiato- Entrare in biblioteca a quest'ora non sarà difficile.

Anne inarcò le sopracciglia:-Cosa ci vai a fare, in biblioteca, se è lecito?

Non ti ho mai visto aprire un libro in vita tua.

Katie Stivenson era la Corvonero meno studiosa del suo anno, ma questo non la rendeva meno brillante:-In biblioteca non ci si va solo per studiare la teoria, Annie, ci si va anche per fare pratica.

Anne inorridì:-No! Per l'ultima volta, no! Non coprirò né te né Malfoy, 'sta volta!

-Uff, Annie, guarda che la biblioteca è un luogo sacro solo per la Pince. Quindi, se non vuoi farti sbavare dietro da Gazza, spicciati.

-Ricattatrice! Anzi, ricattatori: te e Malf...- Katie fece un verso stizzito:-Ah! Malfoy, Malfoy... Come sei ingenua, amica mia....

-Amica un corno!- la interruppe furiosa la mora.

La Stivenson la ignorò bellamente:-...uno vale l'altro, non capisci? Porca miseria, ma proprio una suora, doveva capitarmi, per compagna?!

Ani ridacchiò, non si offendeva quando Katie la chiamava così, non era da lei. E poi la sua compagna di dormitorio scherzava:-Attenta! Perché potrei diventare una monaca pazza, come in quel film Babb...

-Ah! Sì, mi sembra di aver letto qualche fotoromanzo su quella roba- sorrise la ragazza, all'amica.

Annie si finse stupita:-Merlino, Katie, ma davvero sai leggere?!

*

Rose era già davanti alla porta della Sala Comune dei Corvonero quando si accorse di essersi dimenticata il Libro Rosso, indispensabile per prepararsi all'interrogazione di Rüf.

-Cazzo...-mormorò, guardandosi distrattamente l'orologio: era già in ritardo, Dominique l'avrebbe ammazzata.

In quell'istante la porta si spalancò e ne uscì una ragazza, i lunghi capelli castani ondulati e il liner nero sugli occhi verdi, scintillanti.

Pensi al diavolo e spuntano le corna. “Grazie Merlino” pensò sarcastica Rose salutando la cugina.

-Alla buon'ora!-commentò la ragazza, più acidamente di quanto una con un sorriso del genere avrebbe potuto parlare.

-Senti...-Rose si agitò, a disagio. Se c'era una persona capace di linciarla per una cosa del genere, quella era Dominique.

-Ho lasciato il mio libro.... pensavo di ripassare mentre ti aiutavo a scegliere il vestito per....

-Sai, vero, che questo è l'appuntamento più importante della mia vita?-sibilò la ragazza avvicinandosi pericolosamente alla rossa.

Il più importante, Dom? Il millesimo più importante in questa settimana, avrebbe voluto risponderle, ma si limitò ad annuire, compita:-Cinque minuti, giuro, cinque minuti e arrivo.

Dominique assottigliò pericolosamente gli occhi verdi:-vedi di metterci di meno.- bisbigliò minacciosa, mentre si ravvivava i capelli ondulati con un gesto secco della mano.

 

Rose rovinò giù dalle scale maledicendo Morgana con un'imprecazione che di femminile aveva ben poco.

Vi odio, voi e i Fondatori che vi hanno dato il permesso di muovervi quando vi si cammina sopra, pensò mentre barcollando cercava di alzarsi, la divisa stropicciata, i capelli scompigliati e un livido violaceo che si allargava sul mento.

Ma tutto a lei, doveva capitare?

*

 

-Scorp!- Katie gemette mentre Scorpius cercava ancora le sue labbra, bramoso.

-Oh!

-Ah!- strillò una voce che Scorpius conosceva fin troppo bene. E odiava con tutto il suo cuore.

Un secondo dopo si trovò fra le braccia una rossa di sua conoscenza -l'ultima persone che si sarebbe voluto trovare fra le braccia, ad essere precisi- e Katie andò a sbattere contro una libreria che doveva aver assimilato col tempo il carattere della Pince perché le rovesciò addosso lo scaffale più alto e polveroso con uno sbuffo di ragnatele decisamente indispettito.

Per qualche istante il giovane Malfoy fissò un'altrettanto sbalordita Rose Weasley sorreggendola senza sapere che altro fare; poi, con lo stesso tempismo con cui gli era piombata addosso, Rose cominciò a dimenasi colpendogli il naso, già dolorante. Borbottando a mezza voce una bestemmia Scorpius la lasciò cadere a terra e indietreggiò, inciampando nei libri caduti.

-Sempre la benvenuta, tu.-sibilò sarcastico mentre cercava di rialzarsi.

-Ahia!-Strillò, per la centesima volta in quel giorno, la primogenita Weasley massaggiandosi la caviglia che le era rimasta impigliata nel gradino trabocchetto, lì accanto.

-Ohi-si lamentò Katie mentre con una mano cercava di riemergere dal tumolo di libroni.

-Ma cosa diavolo...- Scoripius venne interrotto da due studenti furiosi:-MA COME CAZZO AVETE FATTO?!?- Questo era Albus.

-In biblioteca!! In biblioteca!!!- Questa doveva essere Anne Buck.

-Potter,- sillabò Malfoy spolverandosi la divisa con aria imbronciata- non lo so. Ha fatto tutto tua cugina.

-Io non ho fatto proprio niente!- s'inalberò Rose- odio quello scalino- ringhiò poi, come se non ci fosse nessun'altro in quella stanza.

-Questa volta devo darti ragione, Weasley. Mi chiedo la logica di quest'incantesimo...

-Tu non chiederti la logica di niente, Malfoy- grugnì Albus chinandosi a raccogliere un rotolo di pergamena- e metti a posto questo casino.

Scorpius lo fissò scioccato:-Io? E perché io?!

-Sei un prefetto- fu la serafica risposta che, più che appartenere ad Albus, sembrava appartenere a Rose.

-Anche tu lo sei! E anche lei!- si voltò inviperito verso la rossa che si tastò la caviglia gonfia con evidente apprensione.

Albus annuì:-Infatti ti aiutiamo.

Il biondo si schiaffò una mano in fronte, ma non replicò:-Alzati, Weasley- sbuffò invece, insofferente.

Rose ci provò e rovinò di nuovo a terra.

-Non è possibile- soffiò, scioccata Anna, in direzione della catasta di libri.

-Non è possibile no- concordò Scorpius, voltandosi verso la cugina di Albus- Dai, Weasley, smettila di fare scene.

Rose lo fucilò con lo sguardo:- Pensi davvero che stia facendo finta?

Scorpius pensò che così sembrava Grattastinchi (“stupido gattaccio! Mi ha lasciato uno sfregio sulla gamba lungo ventotto centimetri!!” aveva urlato una volta. “Gli stai antipatico” aveva risposto serafica Rose) quando gli soffiava contro. Si strinse nelle spalle:-Sì.

-Coglione- lo liquidò, riprovando ad alzarsi – 'sta volta però facendo attenzione a non appoggiarsi sulla gamba destra.

-'Fanculo.

-Smettetela di fare i bambine, voi due- li interruppe Potter, severo.

Anne annuì, seria:-Finitela. Anzi, Malfoy, perché non accompagni la Weasley in infermeria? Tanto voi due, insieme e costretti a collaborare, non combinerete mai niente di buono.

Scorpius boccheggiò:-Co... Cosa?!?

-NO!- Si rifiutò scrollando la testa e spargendo riccioli rossi dappertutto, Rose.

Albus sorrise, sornione e mise una mano sulla spalla dell'altro Serpeverde:-Scorp... mon ami... per favore, accompagna mia cugina da Madama Chips. Sarebbe davvero gentile da parte tua, no?!

Il biondo assottigliò gli occhi:-Vaf. Fan. cu. lo. Vaffanculo, Potter.

-Accompagnamici, Scorpy- rispose lui, sbattendo le ciglia, civettuolo.

Scorpy” mandò a quel paese il compagno di stanza a grandi gesti, prima di tirare in piedi Rose per un braccio e trascinarsela dietro per tutta la biblioteca con uno sguardo assassino.

-Che amici strani, hai, Al- sussurrò Anne Buck appena il Serpeverde e la Grifondoro furono spariti.

Albus abbozzò, distogliendo lo sguardo:-Non... non è mio... amico...- bofonchiò arrossendo.

-Come? No? Ma se tutta la scuola dice...

-Cioè.-La bloccò Albus. Strinse forte la copertina di un vecchio libro rilegato in pelle:- Cioè... sì.

Anne si accigliò.

Gli occhi verdi di Albus tornarono a specchiarsi in quelli azzurri di lei:-Sì e no.

*

-Dominique mi uccide- piagnucolò Rose, seduta sul letto asettico dell'infermeria.

Scorpius la fissò furioso, le mani in tasca.

Aveva un che di grazioso, la gamba appoggiata alla trapunta bianca e l'espressione crucciata e amareggiata per non essere potuta stare con la cugina.

Le sopracciglia di Scorpius erano così aggrottate da sembrare uno solo.

-Il libro!- Strillò Rose schiaffeggiandosi con violenza la fronte.

Le sopracciglia di Scorpius scomparvero per un istante dietro il ciuffo biondo sulla fronte mentre la ragazza sbatteva ripetutamente la testa sul cuscino nella più melodrammatica dimostrazione del suo piccolo, tragico, lutto.

-Ehi, Weasley, non ti sembra di esagerare?- domandò Malfoy a voce bassa, forse perché non voleva davvero interromperla. Sì, insomma, era divertente. Anzi no. Era una Weasley.

Scorpius non era nuovo a queste piccole contraddizioni fra l'educazione, ricevuta a casa, e le osservazioni che gli venivano naturali, a scuola. Fino a quel momento, però, era stato bravo a sequadrarle in un angolino recondito della sua testa e a dimenticarle. Ma, in quell'istante, gli veniva solo da ridere. E fu proprio quel che fece, mentre la Weasley lo trucidava con lo sguardo.

-Smettila!-sbottò alla fine Rose, guardandolo male.

-Un libro? Sì, insomma... tutta 'sta scena per un... libro- Scorpius si asciugò le lacrime, soffocando le risa:- Ma, Weasley, sei normale?

No, certo che no.

Rose si imbronciò:- Era Il Libro Rosso, me lo ha regalato mia nonna per l'inizio della scuola e … oh! Ma cosa vado a raccontare a te...- incrociò le braccia e si chiuse in un silenzio scontroso.

Scorpius tornò serio.

*

Quella sera, quando Scorpius arrivò in camera – dalla biblioteca (il Libro Rosso sottobraccio) – trovò i suoi compagni addormentati.

Sul suo cuscino c'era una pergamena arrotolata, accompagnata da un biglietto: “Se lo copi pari pari ti ammazzo”. Scorpius la prese, la lesse velocemente e sorrise, in direzione della sagoma di Albus.

Tema di Storia della Magia di Albus Severus Potter....”

 

 

 

 

 

*Sclerotime dell'autrice pazza*

Hola, popolo!

No, non sono morta. Ho solo febbre, in realtà...

Anyway.

Sì, se ve lo state chiedendo *tutti incrociano le dita sperando che “Aninimaetcect” annunci che la ff finirà nel giro di un capitolo o due con la morte cruenta di tutti i personaggi e, soprattutto, della suddetta autrice* il Libro Rosso è quello di Tolkien. Date tutti un euro per la fantasia della pazza sottoscritta.

No. in realtà penso che sia – un pochino colpa dei miei amici, Tolkeniani convinti e fissati come pochi (o come me con HP)

coomunqueee.

No, niente, solo... me lo lascereste un commentino?

Grazie.

Al prossimo capitolo,

Cheeseburger =)

 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto Dove vengono orditi parecchi piani degni del più incallito Serpeverde ***


Capitolo Quarto

Dove vengono orditi parecchi piani

degni del più incallito Serpeverde

 

 

 

 

Rose teneva gli occhi chiusi, facendo su e giù col mento, al tempo di una canzone Babbana che neppure conosceva. Si sentiva arrabbiata e anche parecchio abbacchiata: era già una settimana che suo cugino e quel cretino in carta impecorita di Malfoy si comportavano come fossero stati da sempre amici per la pelle e ancora non si erano scannati: l'istinto di di Jenny stava andando proprio a farsi fottere. Avrebbe dovuto farglielo presente.

Con uno sbuffo la ragazza si tolse le cuffiette (l'incantesimo che permetteva all'i-pod di funzionare ad Hogwarts si disinstallò con un sibilo offeso e l'apparecchio prese a fumare) e si passò una mano sulla fronte. Non ricordava quand'era l'ultima volta che aveva bevuto, ma era di certo passato parecchio tempo. Si inumidì le labbra con la punta della lingua e si alzò: barcollava.

La caviglia aveva quasi smesso di farle male – tutto grazie all'ormai decrepita Madama Chips – ma in compenso le era salita la febbre – colpa delle pozioni prese o, più presumibilmente, della rabbia covata. E non parlava soltanto di quell'idiota di Albus. O no.

Dominique l'aveva cazziata per benino per non essersi presentata all'appuntamento. E non era mai piacevole quando Dominique metteva in atto le sue esecuzioni.

 

 

 

*

 

 

Una Corvonero piuttosto scazzata sbuffò, fingendo di concentrarsi sui libri.

-Puoi smettere di fingere di studiare per un attimo?

-No. Il discorso è chiuso. No.

-Ma... perché?!- Katie si agitò sulla sedia, incapace di stare immobile davanti ad un libro aperto.

-Perché no. Mi sono già ficcata abbastanza nei casini con 'sta storia.- si bloccò per un attimo, gli occhi puntati sullo spazio bianco che divideva due righe, poi sibilò -Non guardarmi così, la risposta è no comunque.

Katie fissò Annie con un labbro in fuori e gli occhi sgranati:- Per favore... Voglio solo fargliela pagare... insomma, mi ha completamente ignorato...

Annie alzò le sopracciglia bionde, ma non la degnò di uno sguardo:-Ne morirai...- mormorò sarcastica.

-Se non mi aiuti faccio da sola!

-Accomodati...

 

Pochi minuti dopo le due ragazze entrarono nel dormitorio femminile e si ritrovarono davanti una Dominique decisamente incazzata, in reggiseno e mutande, mentre si spalmava della crema sulla pelle, costellata di graffi.

-Cose è successo?- domandò Katie, mentre la sua compagna di dormitorio sibilava improperi in turco.

-Quei. Coglioni. Di. Albus. E. Malfoy.- sillabò la Weasley, mentre Anne le fissava la chioma ritta sulla testa comprendendo finalmente il modo di dire Babbano “Un diavolo per capello” -non la passeranno liscia.- ringhiò Dominique stizzita, massaggiandosi un braccio livido.-mi hanno travolto e praticamente buttato in un cespuglio di rovi.

-Magari non l'hanno fatto apposta...-Annie si bloccò arrossendo mentre Katie la fissava, assassina.

-E come penseresti di fargliela pagare?- Domandò la Corvonero alla compagna di stanza, con aria fin troppo interessata.

La Buck aprì la bocca per dire qualcosa, ma si fermò. Dominique sogghignò:-Non lo so ancora, ma, effettivamente... voi potreste aiutarmi...

Katie le saltò praticamente addosso, gli occhi che le brillavano maligni:-Ci sto!... Ci stiamo...- si voltò verso la giovane in divisa che le fissava implorante.

Ma chi me l'ha fatto fare? Si domandò disperata Anne Buck quando le altre due assunsero le espressioni di due killer psicotiche.

Sì, perché chiunque avesse un po' di sale in zucca – e si presupponeva che i Corvonero ce ne avessero in quantità – si sarebbe tenuto fuori da un casino del genere. Perché quando ai soliti piani vendicativi dei Serpeverde si univano quelli di quattro dolci Grifondoro e quelli di una magnifica Veela per un quarto tutta Hogwarts correva ai ripari.

Annie sospirò. Ci mancava solo che i Tassorosso organizzassero una rivolta degli Elfi domestici.

 

 

 

*

 

 

Jenny entrò in camera con un sorrisetto divertito.

-Indovina chi ha fatto sclerare la McGranitt, oggi, a colazione?

-Mhh- Rose la fissò di sottecchi -Fred? Rox? Jemie?

La giovane Grifondoro scosse la testa spargendo boccoli castani intorno a lei -nessuno della nostra Casata.

La rossa balzò a sedere:-Non mi dirai che...

-Oh, sì- Jenny annuì con veemenza.

-Malfoy...?

-Non solo lui, mia cara.

Rose si accigliò. La bocca di Jenny si allargò in un sorriso sadico:- Il tuo caro cuginetto è praticamente saltato sul tavolo.- Rose strabuzzò:-A..Al..che cosa...

-I Serpeverde tengono il muso ai nostri due gentilman- ghignò.

-Perché?

La ragazza fece spallucce:- Forse perché odiano i cambiamenti?- domandò retorica.

In quell'istante la porta si aprì e sulla soglia apparve la figura di una ragazza dallo sguardo scocciato.

Roxanne Weasley (l'ultima persona che Rose si sarebbe aspettata di vedere) si lasciò cadere svogliatamente sulla sedia in pandane con la scrivania e declamò col suo solito tono scazzato:-No, non chiedetemi perché sono venuta. Non lo so neanch'io. Me lo sono autoimposta e la cosa mi... -si bloccò, sforzandosi di non pronunciare le fatidiche parole che l'avrebbero sicuramente compromessa agli occhi di una futura Caposcuola come Rose- ...scoccia- decise. Fece un bel sospiro -Bene! Ho fatto il mio dovere. Sono venuta a trovarti, cuginetta: ricordatene- si alzò di scatto dalla sedia:-Ci si vede.

La ragazza fece “ciao-ciao” con la mano e allungò il braccio verso la maniglia.

-Aspetta!- Jenny la bloccò sfoderando il miglior sorriso del suo repertorio:- Ci devi aiutare.

Roxanne inarcò le sopracciglia:-Cosa devo fare?

Rose si alzò, improvvisamente rianimata:- Ascoltala e poi ci dirai- e dopo un attimo di finta esitazione aggiunse -Non vorrai che la Preside scopra quello che hai in cartella, vero?!

 

 

 

*

 

 

 

-Io penso che ci vogliano ammazzare.

-Uou, un bel cambiamento. Almeno avrò qualcosa di più interessante da fare che aprire i libri e studiare- mormorò Scorpius, sarcastico, mentre si godeva il timido sole autunnale, sdraiato sull'erba vicino ad Albus.

_Malfoy, non scherzo. Conosco quella psicopatica di mia cugina come le mie tasche e...

-Su una cosa devo darti ragione, Potter: è una psicopatica.

Al non gradì l'interruzione. Proseguì, ignorandolo:- E non so se hai notato come ci osservava Jenny.

-Come si fissano due ragazzi fighi, piacenti e, sopratutto, altamente scopabili?!

-Smettila di fare il coglione!- il moro sbuffò, poi inumidendosi le labbra, continuò -Non mi stupirei se persino ora... -si bloccò, ma Scorpius non si preoccupò fin quando non vide il compagno balzare in piedi e strillare:-NO!

-Che succede? - Domandò allora, alzandosi anche lui.

-No.- ripeté l'altro -Non di nuovo... - e prima di sfrecciare verso il castello (era stato a quel punto che aveva travolto Dominique) s'era voltato sconvolto verso il biondo:- L'ultima volta che ho litigato con Rose ci ho messo settimane a ripulire Mimì (e il resto della stanza, se ben ricordo) dalla Puzzalinfa!

Scorpius, prima di seguirlo aveva pensato che solo quando si è in compagnia di un Weasley-Potter si può finire in un casino del genere.

 

 

 

*

 

 

 

Lily Luna Potter era bassa per la sua età. Ma i capelli rosso fuoco e il suo carattere compensavano tutto. Era minuta, ma atletica, dolce, ma – a volte – gelida, accomodante, ma testarda e qualche altra coppia di ossimori perché lei era la figlia di Harry Potter e, con quegli occhioni verdi, poteva permettersi questo e altro, senza essere ancora stata sbattuta a S.Mungo – reparto insanità mentale avanzata.

Aveva i capelli lunghi e lisci, quel giorni raccolti in una coda alta e, se c'era una cosa – una sola – in cui credeva fermamente era il karma.

Qualsiasi cosa facesse era giustificata dal karma. O dal suo essere figlia del grande Difensore del Mondo Magico, a seconda.

-che c'è? Che volete?- Lilian Luna Potter era stata convocata – con gra urgenza – da un'eccitatissima Roxanne, in camera di Rose e Jenny. Quando si era chiamati in quella stanza c'era da preoccuparsi. C'erano solo due motivi validi 8e entrambi erano parecchio pericolosi): potevi essere finito nei guai o servivi alle due Grifondoro per mettere nei guai qualcun'altro.

Lily sorrise:-Cos'ha combinato Albus?

Il ghigno con le rispose Jenny estasiò ancor di più Roxanne. C'era poco da dire se non che se i Serpeverde volevano la guerra, guerra avrebbero avuto – sempre.

 

 

 

 

*

 

 

 

Le cose, sosteneva Rose, andavano fatte per bene, altrimenti tanto valeva non farle. Anzi, meno spreco di energia. Ed era proprio all'insegna di questo motto che, quella sera, se ne stava acciambellata sul letto in compagnia di tre ragazze (tutte con lo stesso ghigno stampato in faccia) a sorseggiare cioccolata calda e a ripassare le ultime fasi del Piano – l'Hashish, come si ostinava a chiamarlo Roxanne, tanto per fare un po' di pubblicità ai sui traffici illeciti.

Jenny sorrise divertita mentre Lily raccontava -con dovizia di particolari- come era stato semplice a convincere suo fratello James ad aiutarle – inconsapevolmente.

 

Fu con un ombra di sicura intuizione che Rose seppe che ce l'avrebbero fatta. D'altronde – si disse – cosa poteva andar storto con a disposizione una mente perversa come quella della sua migliore amica, con la sfacciata allegria con cui Roxanne indovinava i pensieri taciuti e e la dolcezza disarmante di cui gli occhioni verdi di Lily erano intrinsechi mentre sfotteva la gente? Niente da fare. Quello era un piano fottutamene perfetto.

 

 

 




*Pinco e Panco suonano le trombe*

Ciao!

Come va?

*fischietta con aria distratta*

Ok. Oggi ho solo due cosine da dirvi, poi scappo, chè devo finire greco – cacchio domani ho la versione!

  1. mancano 4 giorni – 4! - al mio efpniversario (?) e io sono in vena di festeggiare. Quindi non stupitevi di trovare qualche spin-off di questa ff – odi altre, non ne ho idea – sul mio acount.

  2. Penso di aprirmi un profile facebook per parlare delle mie (non solo delle mie, ovvio – delle nostre ff) e altre cose del genere. Qualcuno di voi mi chiederebbe l'amicizia *^* (no, perchè non ho intenzione di aprirlo per chiacchierare coi miei compagnucci di roba di scuola, per quello c'è WA...)

  3. mi è stato fatto notare, da Vì – la mia coscienza – che i personaggi di questa ff solo sostanzialmente ipocriti e amorali... sì, beh, questo è un po' perché avevo voglia di una Rose un po' diversa e po' perchè... boh, tanto mi sto ispirando a qualche discorso del miei amici e poi perché (c'è un perché) volevo raffigurare la Nuova Hogwarts un po' come un Nuovo Covo di Vizi, perché (tanto per fare la megalomane e citarmi) Perché a volte vale davvero la pena di mettersi in discussione, di giocare il tutto per tutto. Perché i pregiudizi esistono ancora, sta a noi dar loro peso o no. Perché a volte i mezzi giustificano il fine...O forse è il fine a giustificare i mezzi.

    Ovviamente potrei spiegarmi meglio, ma ora non ne ho voglia, per cui vi lascio interdetti – a darmi dell'idiota, più che altro – e passo al 4° (e ultimo, per la vostra immensa gioia) punto

  4. ehm... *momento d'imbarazzo da parte della suddetta sclerotica* sì... ringrazio... (ma tanto, tanto, tanto – con tutto il cuore) Assodipicche, Afterallthistime e _SingsWhitPayn_ per avermi lasciato una recensione *saltella sul posto con un sorriso alla Made In Rose ™* e tutte quelle che mi seguono, preferiscono e ricordano.

 

 

Grazie :*

Vi voglio bene,

Sofi

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Capitolo 5
*** Capitolo quinto: Dove i piani di Scorpius Malfoy vengono stravolti e la colazione di Rose Weasley viene interrotta ***


Questo capitolo é dedicato a _SingsWithPayn_, Senza la quale non mi sarei data una mossa a pubblicare

Capitolo Cinque

Dove i piani di Scorpius Malfoy vengono stravolti

e la colazione di Rose Weasley viene interrotta

 

 

La domenica mattina Scorpius si alzò con uno strano presentimento. Non avrebbe saputo dire perché, ma aveva come l'impressione di essersi dimenticato qualcosa.

L'umore non migliorò affatto quando a svegliarlo completamente ci pensarono le ginocchia di Albus piantate nello stomaco.

-TU! STRONZO! FIGLIO ILLEGITTIMO DI QUEL MAGONÒ DI MERL...

-Shhh. Vuoi svegliare tutta l'Inghilterra?! Diamine, un po' di controllo!- cinguettò il figlio di Harry Potter con sorriso sornione stampato in faccia.

-Levati. Dai. Coglioni.- sillabò il biondo abbassando notevolmente il tono.- e magari dammi anche una spiegazione a...

-Lo sai che giorno è, questo?- lo interruppe Albus, gli occhi verdi che brillavano.

-Domenica. Levati, ho det...

-Sbagliato!- trillò il moro.

Scorpius mugugnò qualcosa, senza fiato:-Ok, d'accordo, ma togl...- l'occhiataccia del ragazzo sopra di lui lo zittì. Con uno sbuffo si lasciò cadere sul cuscino:-No. Non lo so.

-È l'otto dicembre- Albus sorrise ancora di più.

Scorpius sgranò gli occhi:-E tu, brutto stron... tu... tu mi svegli così per... per...

-Ascolta!- Albus lo inchiodò sul letto:- Sai cosa vuol dire?

-Che fra poco è finito il trimestre e a me mancano tre materie?

Albus scrollò le spalle e si accoccolò meglio sul letto del ragazzo , piantatogli i piedi nello stomaco con estrema noncalanche :-Anche. Ma non solo.

Scorpius sbuffò e affondò il capo nel cuscino:-Parla. Ma sbrigati.

-Fra poco ci saranno le vacanze di Natale!

L'erede dei Malfoy alzò un sopracciglio e sibilò:-Per cui?

Al ignorò stoicamente l'occhiata assassina del compagno e, anzi, ignorò proprio la domanda.

-Albus. Severus. Potter. O ti levi da qui mi spieghi perché cazz...

-Ok,ok ok- borbottò il moro, con una smorfia e poi, distogliendo lo sguardo:-VuoivenireallaTanaconme?

-Cosa?!-Scorpius non era assolutamente sicuro di aver capito bene:- parla normalmente, diamine!

Albus sbuffò:-Devi. Venire. Alla. Tana. Per. Le. Vacanze.

-Perché?!- Ora che aveva capito – non c'erano possibilità di equivoci – si sentiva male. Lui avrebbe passato le vacanze ad Hogwarts, come tutti gli altri anni – o al massimo a casa, quando al terzo anno aveva passato tre quarti del suo tempo a letto con la varicella di drago. E non era stata la parte peggiore, se ben ricordava.

-No. Scordatelo, non se ne parla.

-Oh! Invece sì. Tu devi venire, capisci?

-No, non capisco. E levati dal cazzo!

-Se io fossi davvero il tuo migliore amico- sibilò Albus, che quando faceva una cosa la faceva per bene e aveva intenzione di fingere fino in fondo -ti inviterei a casa per le vacanze, no?!

-Sì. E io declinerei gentilmente l'offerta. Quindi: “No, grazie, caro. Non voglio disturbare”

-Ma tu non disturbi! - Oh, a ben pensarci disturbava – parecchio, anche – ma ci sarebbe stata anche Rose, ed era il momento che aspettava, se voleva farle saltare i nervi.

-Sentimi bene, Potter- Scorpius abbassò ancora il tono, ma si fece piuttosto irritato- Io, a casa tua. Non. Ci. Vengo. Chiaro?!

-Chiaro come il sole, Malfoy, ma sarebbe a casa dei miei nonni.

-La risposta non cambia. No. Nain. Per niente.

-Ma perché?! In pratica saremmo solo io, te e Rose per la maggior parte del tempo- Albus glissò di proposito sulla parte in cui lo informava del fatto che però ci sarebbe stato un gran via vai di parenti che andavano e venivano, un giorno sì e uno pure.

-Senti- sbottò il biondo scrollandosi definitivamente di dosso Albus e alzandosi (tanto, ormai, era sveglio e, a essere precisi, si sentiva mancare il fiato, 'manco avesse scopa... corso tutta la notte, si corresse)- Non stare ad Hogwarts durante il periodo Natalizio mi porta sfiga-

Il giovane Potter lo guardò – a testa il giù, perché quando quel coglione di Malfoy lo aveva buttato giù dal letto si era premurato di farlo finire in una posizione degna del più agguerrito sadomaso – e con un sorrisetto mormorò:-Il grande rampollo dei Malfoy è superstizioso?

-Non superstizioso- replicò Scorpius, imbronciandosi- ma so riconoscere quando un certo periodo ce l'ha con me.

-Perché, mi pare logico, gli spiriti delle festività (che persino James sa che non esistono) ti hanno maledetto.- ghignò Albus, cercando di districarsi dalle coperte.

-No. Perché, nella mia famiglia, sono successi più casini in quei giorni che non durante la Seconda Guerra Mag... lascia perdere. Non mi va di parlarne.

Albus intuì il tasto dolente e, ovviamente, trovò il modo di rigirare il coltello nella piaga:-Ti è morto l'Elfo Domestico?- mormorò sporgendo il labbro inferiore e fingendo di star per scoppiare a piangere.

-Idiota- Scorpius si chiuse alle spalle la porta del bagno con una forza tale che Albus – per la prima volta – ringraziò che tutto fosse magico in quel castello, perché altrimenti si sarebbe scardinata.

Cercò di alzarsi – fallendo miseramente nel tentativo quando sbatté la testa a terra con tanta forza da rimanere stordito per un attimo – e si rimise in piedi – squarciando il lenzuolo del compagno con uno strappo.

-Ehi, stupido, dammi ascolto- Albus sbatté un pugno sul legno e la porta si aprì (Scorpius tentò inutilmente di richiuderla, lo spazzolino in bocca e la schiuma del dentifricio che colava per terra) ed entrambi finirono uno sopra l'altro, sulle piastrelle bagnate del bagno, con un tonfo e delle sonore imprecazioni al seguito.

-TU!- Urlò Scorpius dopo aver strillato una sequela di bestemmie che avrebbero fatto impallidire Voldemort in persona.

-Lavati la bocca prima di baciare tua madre- cinguettò con allegria Albus appollaiato sopra il suo petto.

-NON BACIO MIA MADRE DAL PRIMO SETTEMBRE, SE PROPRIO VUOI SAPERLO!- E con questo urlo il ragazzo svegliò definitivamente tutto il Dormitorio.

-Era un modo di dire, sai- bofonchiò il moro, un secondo prima di sbattere – di nuovo – la testa contro il pavimento. Il ragazzo che si era premurato di rimbambire ancora di più il secondogenito di Ginny Weasley ringhiò qualcosa, sputacchiando il dentifricio.

Qualcuno strillò, la voce più alta del normale di almeno un'ottava:-Oh, cazzo, ma un letto era troppo per voi?!- E fu così che Albus Severus Potter e Scorpius Hyperion Malfoy distrussero completamente la loro reputazione.

 

 

*

 

-Porco Salazar, ma allora tu proprio non ascolti!

-I miei migliori amici si fanno le seghe in bagno con Potter da sei anni e voi non me lo avete detto!- Più che arrabbiato Zabini sembrava esaltato, constatò Albus, perplesso.

-Ma non è assolutamente vero!- strepitò Scorpius, prendendo il ragazzo per la cravatta e sbattendolo contro la colonnina del letto.

-Uou, non è vero?- domandò Zac, sorridendo maliziosamente in direzione delle mani dell'amico sul suo collo:-Sicuro, Scorpy?!

-NON. CHIAMARMI. “SCORPY”!- Urlò ancora il ragazzo.

-Senti non puoi arrabbiarti così. NON SEI TU QUELLO CHE SI DEVE ARRABBIARE! Cosa dovrei dire, io? Eh, COSA DOVREI DIRE? Il mio migliore amico ha una tresca con Potter. Tradisce l'altro mio migliore amico con Potter. E NON GLI VIENE IN MENTE CHE MAGARI MI FAREBBE PIACERE ESSERNE AVVISATO!

-MA COSA CAZZO DICI?!- Scorpius strabuzzò, per poi urlare-IO E MARC NON STIAMO INSIEME! PENSAVO FOSSE CHIARO!

-Ah, quindi ammetti di essere attratto sessualmente Potter?- Zac si fissò per qualche istante le le unghie perfettamente curate – cosa abbastanza strana per un giocatore di Quidditch – sorridendo angelico.

-MA ALLORA SEI PROPRIO STUPIDO! NON. SONO. GAY!

Albus percepì qualcosa di davvero pericoloso perché – già un secondo prima che Scorpius tentasse di Schiantare il ragazzo che gli stava davanti – si gettò dietro il letto di Marc Nott, che sembrava ancora profondamente addormentato.

-TU! ESSERE DIGRAZIATO! COSA DIAMINE È SALTATO IN MENTE A QUEGLI IDIOTI DEI TUOI GENITORI QUANDO...

-TACI! INFIDO SERPEVERDE STRONZO, TACI!

-DOVREI?!- Zac ghignò saltando sul letto del giovane Nott – che per tutta risposta gli tirò un poderoso calcio e si seppellì sotto il piumino.

-Zitti! State zitti. Lasciatemi dormire- borbottò con voce bassissima e roca il proprietario del lette su cui ora erano appollaiati Albus – che cercava di non farsi colpire da un incantesimo del biondo – Zac – che rideva come un invasato e scappava da un inferocito Malfoy – e il suddetto Scorpius, di cui sopra – che stava cercando di infilare su per il naso la bacchetta a quel disgraziato di Zabini.

Evidentemente, comunque, Nott era abituato a ben altro perché – in qualche strano modo che Albus non capì – riuscì a buttare per terra i due amici e riemerse dalla coperta (gli occhi ancora chiusi) e frugò nel cassetto per acchiappare un pacchetto di sigarette Babbane e un accendino.

-DIAVOLO, PER SALAZAR E QUELLA TROIA DI MORGANA INCULATI ENTRAMBI DA...

-CIRCE MAIALA, STUPIDO ESSERE, DISCENDENTE DA GODRICK GRIFONIDIOTA...

-VOLETE PIANTARLA?!- Marc emerse dal piumino, si accese una sigaretta e con un grugnito inveì contro Silente e i suoi compagni di Dormitorio:-Ho mal di testa. 'Fanculo, eh.

-Tu hai sempre mal di testa, Marc- precisò Zac con un sorrisetto.

-Infatti. Concordo con questo psicopatico, anche perché tu potresti anche darmi una mano, sai.

-Una mano?- bofonchiò Marc soffocando uno sbadiglio nel fumo.

-UNA MANO SI', PERCHÈ QUESTO COGLIONE...

-LUI TI TRADISCE! MARC NOTT AVANTI TIRA FUORI LE PALLE E FAGLI VEDERE CHI SEI. LUI TI TRADISCE CON POTTER!

-MA NON È ASSOLUTAMENTE VERO!- ululò Albus sbattendo la testa – ancora – contro il muro per schivare un pugno di Nott – che si stava stiracchiando. Ancora un po' e non si sarebbe più neanche ricordato il suo nome.

-NON SAPEVO NEPPURE CHE FOSSE GAY!

-PERCHÈ NON LO SONO!- E con questo urlo Scorpius si gettò a peso morto su Zabini che strillò, rotolando sul pavimento:-MA SE VI APPLICATE ADDIRITTURA AL SADOMASO! FATE GIOCHINI EROTICI IN BAGNO, STRAPPATE LE COPER...- Non riuscì a finire la frase perché il giovane Malfoy stava tentando di soffocarlo con la sciarpa di Thomas, abbandonata sul suo letto, la sera precedente, prima di sparire con una scusa poco credibile e l'ennesima bella ragazza, dal sorriso impossibile. E proprio lui – Laurie Dean Thomas – entrò in quel momento nella stanza, con due occhiaie da far invidia a un panda. La prima cosa che vide – ovviamente – fu la sua sciarpa fra le mani di Scorpius che sorrideva assassino nella direzione di Zac che strepitava, terrorizzato.

-LASCIA LA MIA SCIARPA! LASCIALA, HO DETTO!- ululò il figlio di Dean e Cho mentre si tuffava sul biondo – che rotolava sotto il letto urlando qualcosa di molto simile a “prima devo ammazzare Zabini”.

Albus strabuzzò guardando scioccato Scorpius gettarsi sopra Zabini – che nel frattempo si era arrampicato sul letto e brandiva un cuscino a mo' di scudo – e scappare da Lauri che aveva sfoderato la bacchetta e sembrava aver una voglia matta di usarla contro uno dei due compagni a caso.

-Zac, per l'amor di Merlino! Diamine, smettila di strillare sembri...- Scorpius interruppe marc sibilando, incattivito:-Un maiale sgozzato! E io non ho ancora trovato un coltello percui...

Marc interruppe l'amico con un gesto seccato:-Sì, io intendevo una ragazzina mestruata, ma sì, un maiale sgozzato ci sta.- sbadigliò di nuovo -Le mie ciabatte?- domandò poi, con una tranquillità che Albus invidiò: Laurie si stava issando sul letto -sul suo letto, si accorse il moro con orrore – mentre Scorpius sembrava aver rinunciato a strozzare il compagno, ma stava cercando di legargli una gamba con un lenzuolo... no, era una coperta.

-MOLLA IMMEDIATAMENTE MIMÌ, MALFOY!!

Marc schivò il secondogenito di Harry Potter mentre questo si lanciava sui tre malcapitati e si infilò in bagno borbottando, la sigaretta fra i denti, “psicopatici”.

 

 

Dopo qualcosa che ad Albus sembrarono anni Marc tornò a sedersi sul piumino, sbadigliando sonoramente e ignorando la situazione – sembrava che sul letto a castello del fratello di James fosse scoppiata una lotta all'ultimo sangue.

-MIMÌ, LA MIA MIMÌ!- ululò Albus, mentre Scorpius abbandonava anche quell'espediente e caricava un pugno sul naso di Zabini.

-IL MIO NASO! IL MIO BELLISSIMO E PERFETTISSIMO NASO!- strillò Zac, con la voce così alterata da sembrare in falsetto.

-LA MIA SCIARPA, MALFOY DOVE. HAI. INFILATO. LA. MIA. SCIARPA?!

Laurie si attaccò alle spalle di Scorpius, sbilanciandolo e facendolo cadere di schiena sul materasso.

-TOGLIMI LE MANI DI DOSSO! VOGLIO UCCIDERLO! VOGLIO UCCIDERLO!!

Scorpius agitò le braccia in aria e colpì accidentalmente Albus in pieno viso.

-STUPIDO! INIZIO AD AVERE SERI DUBBI SU...

-ZITTO! ZITTO PER CARITÀ! I DUBBI DEI POTTER SONO UN PROBLEMA PER TUTTA LA COMUNITÀ MAGICA, MA NON PER ME!!!

Albus alzò la voce di un tono:- NON ME NE FREGA UN CAZZO SE SEI UN QUEL PERIODO DEL MESE O SE ZABINI È GELOSO DI TE, OK?! IO VOGLIO SOLO CHE TU...

-MIO DIO STA ZITTO, PER CARITÀ! NON TI SOPPORTO PIÙ!

La porta si spalancò e una ragazzina bionda, del terzo anno, si affacciò alla soglia. Diede un'occhiata all'interno e impallidì per poi riacquistare di colpo un colorito paonazzo:-le dona- mormorò Zac, con un sorrisetto malizioso. Scorpius si tirò una sberla sulla guancia:-Ma è mai possibile che tu non riesca a pensare ad altro?!

-Ehm...- Alice Packiock tossicchiò imbarazzata- scusate... Laurie è...

-Sono io- Laurie si affacciò dal letto con un mezzo sorriso:-Dimmi.

Alice arrossì ancora di più, se possibile:-Niente... è che hai lasciato...Annabeth..- gli mostrò la giacca.

-...Annabeth?- Laurie aggrottò le sopracciglia.

Alice le alzò:-Si. Annabeth.

-Quella che questa notte ti sei...

-Zabini, sta' zitto, cazzo-sibilò Scorpius.

-Mh. Grazie- Laurie si arrampicò di nuovo sul letto e con un sorriso smagliante e ricominciò a prendere a cuscinate Scorpius.

Alice fece una smorfia:-Sì, beh.. ciao- lasciò cadere a terra la giacca e, premurandosi di calpestarla con le bebè, uscì dalla stanza.

Se Al aveva sperato che l'interruzione avebbe portato il litigio ad esaurirsi, evidentemente Scorpius e Laurie non erano dello stesso parere.

Zac saltò dietro di lui, prendendolo per le spalle ed ergendolo a proprio difensore personale, un secondo prima che Scorpius gli tirasse un pugno; beccò Albus che esplose.

-MA PORCO SALAZAR, MERLINO E MORGANA! AVETE FINITO DI USARMI COME PUNGIBALL?! TU- Si bloccò ingoiando la saliva e indicando Scorpius sibilò, incattivito:- Ancora mi chiedo cosa diamine mi abbia convinto a dire in giro che sei il mio migliore...

-LO STESSO VALE PER ME, MA ORA HO ALTRA DA FARE!- Scorpius prese la testa di Zac e la sbatté con forza contro la spalliera del letto. Zabini ululò da dolore. Laurie saltò giù, sul pavimento, aggrappandosi – con le unghie, era proprio il caso di dirlo – alla gamba di Malfoy che che strillò e frenò la caduta con il corpo di....

-SCORPIUS HYPERION MALFOY, PORCO SALAZAR, MUORI!- Albus prese l'ennesima zuccata e imprecò.

 

*

 

 

Quella stessa mattina, a colazione, Rose Jean Weasley era nello stesso stato in cui sarebbe potuta essere se fosse caduta nel Lago Nero e Lizzy avesse tentato di strangolarla con i suoi tentacoli.

-VOI CORVONERO!- ululò non appena adocchiò Dominque, due tavoli più in là:- ANDATE TUTTI A FARVI FOTTERE!!

Stewarts Ben alzò gli occhi dal caffè corretto:-Solo se ci accompagni, Weasley- soffiò a voce abbastanza alta da farsi sentire anche da Ross, al tavolo dei Serpeverde.

Alex – da buona serpe quale indubbiamente era – sogghignò prima di incrociare lo sguardo duro di Lily – che non abbassò le iridi nocciola neanche davanti a quello scintillio smaliziato – e rincarò la dose:-Decisamente. Però dovreste imparare a essere un po' meno... plateali, ecco.

Lily ringhiò come un animale ferito: non poteva essere davvero stata tutta la notte a battersi con dei Pixie impazziti e poi farsi ancora sfottere da un coglione come Alex:-MUORI, IDIOTA!- ma fu Roxanne, gli occhi socchiusi, e la divisa disordinata come ogni mattina a combinare ufficialmente il Disastro.

Di Roxanne si potevano dire molte cose, ma ne bastavano tre per dire di conoscerla: Quidditch, cioccolato e gioco d'azzardo.

Con Roxxanna – dicevano i ragazzi – si poteva fare qualsiasi cosa.

Si poteva cercare di menarla – a proprio rischio e pericolo.

Si poteva sfotterla per la sua carnagione color cioccolato che stonava così terribilmente con la sua capigliatura rosso-Weasley o per la sua fama; perché, come diceva Zac, che pure non le aveva rivolto la parola se non per insultarla durante le partite di Poker, era una ragazza con le palle.

Ci si poteva andare a letto senza dover poi incorrere in scenette lacrimevoli e rivoltanti, filippiche sul Vero Amore o altre ramanzine vomitevoli.

Perché, signori e signore, Roxanne Angel Weasley ti avrebbe restituito tutto. Pan per focaccia. Con un sorrisetto strafottente sulla faccia.

Perché, ladies and gentilmen, Roxanne Angel Weasley era una vera e propria forza della natura – che riusciva a essere trattata da pari anche dai più perversi e che trovava decisamente più allettante una partita di scommesse che un pomeriggio ad Hogsmeade per fare shopping.

Roxanne Angel Weasley era una delle ragazze più temute – e rispettate – di tutta Hogwarts, perché, se non fosse stato per il fatto che era una Grifondoro e che quindi era una nemica naturale, anche i Serpeverde l'avrebbero ammesso: Roxanne Angel Weasley era la sedicenne più stimata di tutta l'inghilterra.

Per Roxanne Angel Weasley esistevano solo due regole. Una era la legge occhio-per-occhio dente-per-dente; sempre.

La seconda?

Non esistevano regole.

Mai.

Sempre e comunque.

 

E probabilmente fu per questo – perché, semplicemente, per Roxanne Angel Weasley non c'erano mezze misure; o l'amavi o la odiavi (e in entrambi i casi era ragionevole rimanere a debita distanza) – che fu lei ad iniziare tutto.

Doveva essere stato per quella partita di Poker finita non proprio benissimo che avevano giocato lei e Alex tre giorni prima. O forse per il fatto che mancava la cioccolata calda sulla tavolata – e questo, ovviamente, la rendeva più irascibile di una banshee, considerando anche l'ora.

Fatto sta che acchiappò la prima cosa che le capitò sotto mano – malauguratamente si trattava del piatto ricolmo di porridge di Hugo – e la lanciò verso il tavolo dei Serpeverde.

Alex Rosier si gettò sotto il tavolo appena in tempo per schivare la ceramica – che colpì, sfortunatamente, colpì in pieno viso Antonina Goyle.

Hugo impallidì e per un istante rimase immobile a contemplare il budino scivolare insieme a una grande quantità di fard in grembo alla ragazza, poi – cercando di capire se doveva ringraziare il Quidditch o la sua codardia per dei riflessi così pronti – si lanciò dietro Dominique (che si era seduta al tavolo al cugino per scopi non proprio raccomandabili – fossero essi spiare Rose o pomiciare con McMillan, forse non era chiaro neppure alla diretta interessata) erigendola a scudo personale.

-Merda- ebbe il tempo di miagolare Scorpius, gli occhi pesti, appena arrivato in Sala Grande.

Colpire – anche involontariamente – una Weasley Veela era l'equivalente di un suicidio.

Colpirla con un pasticcio di uova valeva a dire, probabilmente, essere già morti. Nessuno lo sapeva. Nessuno aveva mai osato tanto.

Dominique Weasley sollevò una fettina di speack dalla testa e il suono di questa che si spiattellava vicino a Rose – che per tutto quel tempo si era limitata a osservare sorseggiando caffè e latte – risuonò nella Sala Grande, minaccioso.

-Tu. Sei. Morta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hola mundo di efp!

No, ok, non sono morta. Il che è già qualcosa.

So di essere in ritardi di...circa... uhm ,cinque mesi? Minuto più, minuto meno...

So che mi odiate tutti profondamente. Perché se proprio devo rompere almeno che sia veloce.

So di essere imperdonabile, ma vuoi per pigrizia inerzia, vuoi per fatti di forza maggiore (leggasi scuola-litigi-incazzaturevarie-pasquacoiparenti-scuolascuolascuola), il capitolo arriva solo adesso.

Qui vediamo in ordine di apparizione:

-Un Al sempre più deciso a vendicarsi di Rose

-Uno Scorpius un po' confuso

-Dei compagni di stanza decisamente turbolenti

-Due Corvonero incazzate e una molto – ma molto, molto, molto – preoccupata

-Delle Grifondore decisamente coinvolte nei loro malefici piani

-Roooxxaaaaannnee! La mitica, inimitabile, grandiosa Roxanne (presto saranno caratterizzati un po' meglio anche gli altri personaggi)

 

Sì, lo so che non dovrei neppure provarci... ma... me lo lasciate un commentino?


-Nox (ritttarrdatarria)

 

 

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