'After All this time?' 'Always.'

di Jane_11
(/viewuser.php?uid=646954)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un mondo,dentro quegli occhi. ***
Capitolo 3: *** Palesemente gay. ***
Capitolo 4: *** Che ringrazi il bidello. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Harry? Harry!
Una luce fioca entrò dalle persiane, illuminando il viso di Harry ancora in dormiveglia. Quella luce era la, non ostinava a muoversi ,continuava ad illuminarlo e gli suggeriva che forse avrebbe dovuto alzarsi, che era ora di andare a scuola ma avrebbe anche potuto richiudere le persiane e tornare nel mondo dei sogni.
Ma no, non era solo la luce a impedirgli di alzarsi, anche una voce. La voce di sua madre continuava a richiamarlo, e quanto fastidio gli procurava, tanto che iniziò a mugolare e portarsi alla faccia un cuscino. Due occhioni verdi e dei capelli lunghi marrone scuro entrarono dalla porta, una voce squillante che costrinse Harry ad aprire gli occhi e scattare in piedi assonnato.
-Mamma. Dovevi per forza svegliarmi?
Chiese alla voce appartenente alla madre. Ella si era appena seduta sul letto, ed iniziò ad accarezzare i riccioli del figlio.
-Sì tesoro. Oggi hai l’esame, ricordi? Non credere di andare in Inghilterra senza alcun minimo impegno!
Sentì la sua risata cristallina invadere la stanza, ma quest’ultima non riuscì a placare l’ansia che stava già espandendosi nel petto di Harry. Già, l’esame. Quel giorno avrebbe dovuto affrontare un esame che gli avrebbe permesso di fare uno scambio culturale in Inghilterra. Se l’avrebbe passato sarebbe potuto partire, studiare in un'altra scuola, cambiare aria ,ma soprattutto cercare suo padre.
Harry non aveva avuto mai problemi in tutti i suoi sedici anni, a parte qualcosina, è ovvio. Era un ragazzo educato, semplice, timido, studioso. Però era cresciuto con l’assenza di un padre. Quest’assenza non l’aveva condizionato molto perché appunto, non c’era. Ma l’idea di esser stato abbondonato, per qualsiasi motivo, non l’accettava. Da poco l’aveva capito. Prima di allora non se ne curava. Ora iniziava a chiedersi cosa ci fosse di sbagliato in lui, per quale motivo il padre l’avesse abbandonato.  Perché di tutte queste domande?
Un giorno, a scuola, mentre riconsegnava un libro avuto in prestito da un suo compagno, quando gli era stato così vicino da poter sfiorare quella pelle che mai aveva trovato così irresistibile in un maschio,  con la mascella stretta verso il bagno dei ragazzi, non capendo del perché si ritrovò un erezione fra le cosce.
La sua famiglia :  la madre, il patrigno e la sorella non avevano mai disprezzato i gay, ma non si sa per quale motivo, lui si sentiva fuori posto, sbagliato.  Dopo quel giorno, capì la sua sessualità, e si chiese se suo padre non avesse capito fin da subito la sua diversità e lo avesse disprezzato, lasciandolo solo.
-Sì mamma. Lo so che devo studiare. Tranquilla, l’esame andrà bene,okay?
Quell’esame serviva per vincere un viaggio di studio in Inghilterra a Doncaster. Sarebbe stato ospitato da una famiglia, avrebbe studiato nella scuola più prestigiosa del Doncaster ma soprattutto, in quella città da cui sua madre era scappata in America per non essere più a contatto con il marito, avrebbe ritrovato suo padre e gli avrebbe chiesto spiegazioni.
Quel giorno prometteva bene. C’era sole, non si era svegliato poi tanto male, aveva fatto una buona colazione e sembrava ricordarsi esattamente tutto alla perfezione di quello che aveva studiato per mesi. Si presentò a scuola con mezz’ora di anticipo per non stare con l’ansia e per poter dare un ultima ripassata. Alle 11.30 iniziò l’esame, che finì esattamente tre ore dopo.
Tutto era andato bene, non aveva avuto alcun dubbio su alcuna risposta. Harry infatti, uscì felice, sereno, con il sorriso stampato sulle labbra, dal suo liceo. O meglio, da quello che sarebbe stato il suo vecchio liceo.
Il suo vecchio liceo perché l’indomani sarebbe partito per Doncaster.
Nessuno sapeva però,nemmeno lui, che in Inghilterra avrebbe ritrovato la sua vita.


Angolo autrice.

Salve a tutti! Ecco la mia prima Fan Fiction pubblicata su Efp. Spero vi piaccia,nonostante questo sia solamente il prologo. So che non sembra molto avvincente,ma se aspetterete il primo capitolo,spero che quello vi darà maggiore curiosità. Credo che l'aggiornamento sarà costante,entro sette giorni. Tuttavia il primo capitolo verrà pubblicato a breve,visto che questo è solamente il prologo.
Spero che la storia vi appassionerà.
Un bacio a tutti, Jane.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un mondo,dentro quegli occhi. ***


L’aeroporto alle sei di mattina non era affatto pieno come Harry si immaginava. Non aveva mai preso un areo,okay,ma era convinto che il week end molte persone di San Francisco partissero per una vacanza. Invece,alle sei di mattina,l’aereoporto era quasi completamente vuoto.
Era suo solito presentarsi agli appuntamenti sempre in anticipo,era una questione di sicurezza. Non era mai arrivato tardi,da nessuna parte.
E quella volta si presentò mezz’ora prima della partenza. Quel giorno sarebbe dovuto partire per L’inghilettera,aveva passato l’esame con il massimo dei voti e tra meno di tre ore,la famiglia che lo avrebbe ospitato lo sarebbe andato a prendere alle aeroporto di Doncaster.
‘Mamma,andiamo. Tornerò,non mi sto trasferendo per sempre. Non piangere,dai.’
Harry gli sorrise,e poi gli circondò il collo con le braccia per abbracciarla. Sua madre,con quegli occhioni verdi uguali a quelli del figlio,appena umidi,si lasciò fra le sue braccia cercando di impremersi il ricordo di suo figlio.Venti minuti dopo,anche Gemma Styles,la sorella di Harry li raggiunse all’aeroporto.
‘Harry! Harry,scusa,sono in tempo vero? Scusa,Dean non mi lasciava and.. ‘ si interruppe quando notò la faccia della madre scettica,e quando Harry gli rivolse un sorriso malizioso. ‘Oh andiamo.’ Replicò lei scoppiando a ridere,buttandosi poi fra le braccia del fratello.
‘L’aereo parte fra poco ragazze mie. Credo proprio che sia arrivato il momento dei saluti.’ Harry sorrise alla madre a alla sorella,lasciando ad entrambe dei baci sulla guancia e abbracciarle. Aveva detto ai suoi amici di non andare all’aeroporto per salutarlo,per rendere ‘l’arrivderci’ meno terribile. Inoltre ad Harry non piacevano gli addii,tantomeno vedere la sua migliore amica Emily piangere oppure il loro amico comune Jake rinfacciargli di non poter più giocare ai video giochi con lui. Così si erano salutati il giorno prima. Jake senza troppe cerimonie l’aveva abbracciato mentre Emily,come secondo le sue aspettative,pianse.
‘Mamma..devo andare.’ Harry la staccò da se,spingendola piano via. Lei annuì,asciugandosi le lacrime. Era il momento di partire.


                                                                                                                           ***

Il viaggio non era stato particolarmente faticoso. Harry era appena sceso dall’areo quando dovette prendere le valige e aspettare per un quarto d’ora la famiglia che lo avrebbe ospitato.
Era un po scocciato,perché non era abituato ad un ritardo,ma comunque non se ne curò particolarmente. Aspettò seduto con nonchalance sulle sedie dell’aeroporto fino a quando, mentre guardava il suo ipod e ascoltava glI Iron Maiden, un colpo di tosse lo spinse ad alzare lo sguardo. Davanti ai suoi occhi si ritrovò una donna alta,snella,bionda. Indossava un vestito verde a fiori blu e guardava Harry con un sorriso magnetico. Due ragazze,una più alta dell’altra, con una pettinatura perfettamente uguale ad entrambe : Capelli rinchiusi in una treccia. Infine un uomo,alto, possente e biondo,come le sue figlie. Così almeno Harry aveva immaginato.
‘Sei tu Harry?’ sentì una voce poco più in basso di lui,e quando infatti abbassò lo sguardo sgranò gli occhi alla vista di due bimbe completamente uguali. Sono gemelle. Fu il primo pensiero di Harry.
Gli venne quasi spontaneo sorridere alle parole di quella bambina,prima di scompigliarle i capelli e risponderle. ‘Sì piccolina. E voi chi siete?’
‘Io sono Daisy e lei e Phoebe. Tu sei il ragazzo che verrà a vivere con noi?’
Harry guardo entrambe le bambine,prima di rivolgere uno sguardo alla donna che si era appena precipitata a prenderle entrambe in braccio.  
‘Non saprei,voi siete la famiglia Tomlinson?’ disse il ragazzo,alzandosi in piedi e porgere la mano alle cinque persone.
‘E’ un piacere rivederti Harold. Non avevi nemmeno un anno e mezzo quando tu e la tua famiglia ve ne siete andati,ma è impossibile non  riconoscerti. Hai gli stessi occhi di tua madre.’
Era l’uomo ad aver parlato,adesso. Harry corrugò la fronte. Come lo conosceva? Come conosceva sua madre? Si,aveva vissuto il primo anno della sua vita a Doncaster,ma non credeva che qualcuno si potesse ricordare di lui,o peggio,che qualcuno avesse programmato il suo alloggio nella casa dei Tomlinson.
Harry rimase interdetto,non riuscì a proferire parola. Allora intervenne la donna,  Johanna,così si chiama.
‘Sì Harry,sei un po confuso,ma non ti preoccupare. Conosciamo tua madre e ci sarà tempo per le spiegazioni. Loro sono Lottie,Fizzy,Daisy e Phoebe. Mio figlio Louis non è riusciuto a venire,ma spero andrete d’accordo. Adesso andiamo a casa,ne pensi?’
Così,dopo aver dato un occhiata a quella famiglia quasi completa,Harry annuì e li seguì in macchina,verso casa.


                                                                                                                          *** 

 
Era arrivato a Doncaster da qualche ora ormai,aveva avuto modo di sistemare le valige nella stanza che avrebbe dovuto condividere con Louis,l’altro figlio di Jay,così pareva di aver capito.
Non aveva ancora capito però come la famiglia Tomlinson potessero conoscerlo. Comunque,non se ne preoccupò. Alla fine nemmeno era così strano,forse Jay un tempo era stata la migliore amica di Anne,sua madre. Dopo aver sistemato la sua roba, gli venne dato il tempo per riposarsi,praticamente tutta la giornata.  Così,quando tornò dalla cena,deliziosa tra le altre cose, iniziò ad espezionare quella stanza.
Mentre studiava ogni minimo dettaglio : le pareti bianche e azzurre,il computer sulla scrivania assolutamente in ordine senza una cosa fuori posto,il televisore,la playstation e tanti giochi relativi a quest’ultima, pensò a come quella famiglia gli stava iniziando a piacere, nonostante l’ultimo membro ancora non si fosse fatto vivo.
La cena era stata molto intima, erano stati tutti gentilissimi. Gli spiegarono ciò che Harry aveva sospettato :  Ossia che Jay era la migliore amica di Anne,che sono rimaste in contatto e quando gli era stata offerta la possibilità di ospitarlo non aveva esistato ad accettare. Le bambine erano molto vivaci e sembravano già essersi affezionate,Lottie sembrava una ragazza matura, anche se piuttosto silenziosa. Fizzy,al contrario,anche se fisicamente le somigliava molto, era completamente differente di carattere. Era vivace come le gemelle,e sembrava essersi innamorata di Harry a prima vista.
Tuttavia lui,oltre a non poter mai pensare di stare con una ragazza molto più piccola di lui,per di più figlia di che lo ospitava, non aveva più dubbi sulla sua sessualità. Gli piacevano i maschi.


                                                                                                                             ***


Erano ormai le undici,quando tutti erano in camera propria. Non c’era il coprifuoco per dormire,visto che avevano ancora una settimana di vacanza prima di tornare a scuola.
Tuttavia Harry era già rannichiato sotto le coperte,ansioso di conoscere Louis. Aveva visto una sua foto in salotto,ma era troppo piccolo,secondo le parole della madre che afferma avere l’eta di 20 anni.
Una,due,tre ore erano passato e ancora nessun rumore. Forse Louis non avrebbe rincasato nonostante fossero le due di notte. Harry non lo stava aspettando. Solo che non voleva conoscerlo da appena sveglio.
Erano le due di notte e iniziava ad avere caldo.. e fame. Rimase in boxer,sicuro che nessuno sarebbe sceso a quell’ora di notte per una qualsiasi motivazione.
Scese in cucina,sbadigliando,perché nonostante non riuscisse a prendere sonno non significava che non fosse stanco. Aprì il frigofiro in cerca da qualcosa da mangiare quando senti un rombo di motore spegnersi. Harry non se ne curò,credette semplicemente che qualche vicino di casa fosse rincasato tardi da una probabile festa. Così prese del latte dal frigorifero,sedendosi al tavolo. Era buio, e il ragazzo non si ostinava ad accendere la luce. Il buio gli piaceva.
Ma quando sentì la porta scricchiolare,probabilmente a causa della serratura vecchia,si pentì di non aver acceso la luce prima. Non aveva nemmeno pensato che chi stava per entrare potesse essere il figlio di Johanna,per questo si recò velocemente contro i passi che tentava di ascoltare,avvicinatosi a lui. In mano aveva un mestolo. Un mestolo di legno.. come se con un mestolo avesse potuto fare qualcosa,pensò lui. Alzò gli occhi al cielo,pronto a colpire quando questo qualcuno accese prontamente la luce,la quale invase gli occhi abituati al buio di Harry. Difatti restò per qualche secondo ad occhi chiusi,prima di riapirli e trovare un mondo dinanzì a se. Perché sì,un azzurro intenso invase la sua visuale che prese posto al giallo della luce. Harry pensò di star volando. Oppure nuotando. Sta di fatto che quel colore era il cielo,il mare,la libertà.. Quando capì di essere davanti ad un ragazzo,bellissimo, un po più basso di lui ma con i lienamenti da uomo,capì chi fosse.
E quando ‘Chi saresti,tu?’ disse,leggermente tossicchiando a causa dell’alcool che aveva assunto, guardandolo con quelle due palle di azzurro cielo capì un'altra cosa.
Dentro quegli occhi c’era un mondo. 



Angolo Autrice : 

Saaaaaaaaaaaalve! Ecco qua il secondo capitolo. Ancora nessuno ha iniziato a leggere,.. o recensire la storia,ma lo capisco. Anche questa chiamiamola come un prologo due(?) perchè non c'è ancora nulla di .. focoso? 
Insomma,come potete vedere c'è il minimo indispensabili per capire più... Il primo incontro fa Harry e Louis! 
Se quest'utlimo non vi ha particolarmente colpito,lo riprenderò meglio nel terzo capitolo,dove vi posso assicurare che avverrà qualcosa di più interessante. 
Per ora dovreste accontetarvi di questo.. spero che la storia verrà letta, ma anche senza nessuna recensione continuerò ad aggiornare nella speranza che qualcuno la legga!
Al prossimo capitolo.. un bacio, Jane. 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Palesemente gay. ***


Era ancora perso in quei occhi quando ad un certo punto la bocca del ragazzo dinanzì a sé si mosse in un movimento delicato e dolce. Inizialmente Harry non sentì le parole pronunciate dal ragazzo,poiché troppo prese ad osservare ogni centimetro del volto di Louis. 
Aveva delle lebbra sottili ma leggermente carnose, sicuramente fantastiche da baciare. 
Era un po più basso di lui, i capelli più chiari quasi quasi arancioni,constatò Harry e dei lineamenti dolci, fini ma da uomo. Harry perse un battito e nemmeno ne capì il motivo. Pensò solo che era davvero bello. 
Uno,due battiti di ciglia e una mano che gli si sventolava davanti lo riportò alla realtà. 
‘Allora,hai intenzione di rispondermi?’ 
Louis rise,appena un po più sobrio perché infondo non aveva bevuto poi così tanto. 
‘Ehm.. i-io.. i-io..’ Harry balbettò, avvampato improvvisamente in volto. 
‘Io,io?’ ripetè Louis, continuando a ridere e passarsi una mano fra i capelli, attendendo una risposta.
‘Io sono Harry. Scusami,mi hai preso alla sprovvista.. ‘ disse,progendogli una mano come per presentarsi. Louis puntò gli occhi su quest’ultima e la prese fra la propria,stringendola in modo elegante. 
‘Okay Harry,ma perché sei in casa mia?’ allora Harry avvampò nuovamente in viso, chiedendosi per quale motivo gli stesse accadendo perché non arrossiva mai. 
Sospirò e poi riprese a parlare. ‘La tua famiglia mi ospita per uno scambio culturale.. Resterò qua per qualche mese. Ah e.. spero ti vada bene,ma resterò nella tua stanza.’ 
Louis a quell’affermazione annuì un po infastidito, prima di voltarsi e barcollare verso il corridoio. 
‘Beh,Harreh..’ pronunciò quel nome con una vocina quasi stridula e quando Harry se ne accorse ne rimase affascinato. Quella voce lo colpì direttamente allo stomaco.
‘Io vado a dormire. Ci si vede domani mattina,quandò sarò sobrio.’ 

                                                                                                                 *** 
La mattina seguente Harry si ritrovò in uno dei due letti della stanza di Louis. 
Gli parve strano svegliarsi in quella stanza.. la luce entrava molto meno accecante che a casa sua. Ne rimase a dir poco soddisfatto, il risveglio fu.. quasi più dolce. 
Si grattò un occhio con il pugno,sbadigliando prima di aprire completamente gli occhi e notare una figura che gli dava la perfetta vista della sua schiena nuda. C'era solo un lenzuolo a coprirgli il bacino,e i capelli ben tagliati gli incorniciavano il collo. Louis. Pensò Harry. 
Si ricordò di averlo già incontrato la sera prima,ma essendo l'altro ragazzo ubriaco,dubitò che potesse ricordarsi di lui. 
Si girò verso la sveglia che segnava le dieci e mezza di un lunedì mattina. Harry sorrise,in qualche modo si sentiva felice di trovarsi la. E la vista non gli nociva affatto. 
Si alzò dal letto ma,come sue solito fare,iniziò già a combinare disastri. Difatti sbattè il mignolo contro il comodino,troppo impegnato a guardare altro e non dove mettesse i piedi. Si lasciò scappare un urlo,non fortissimo,ma forte tanto da svegliare il suo nuovo coinquilino. 
'Oh cazzo.'  Harry lo sentì imprecare e si morse il labbro inferiore,sentendosi subito in colpa per averlo svegliato in quel malomodo. Louis,ancora troppo assonnato e ripreso leggermente male dopo la sbornia della sera prima,si mise a sedere sul letto,passandosi le mani fra i capelli. 
'Che cazzo hai fatto?' 
Beh,incominciamo bene,pensò il ricciolo. Se quello era un modo poco carino di chiedergli se si fosse fatto male,beh,avrebbe dovuto lavorarci. 
'Scusa,io.. non avevo visto il comodino. Sono andato a sbattere.'
'Non mi interessano i dettagli,grazie. Potresti ripetermi il tuo nome?' 
A Harry i suoi iniziali atteggiamenti incominciavano a non piacergli. Era timido,okay, ma non gli piaceva essere trattato in quel modo e non essere rispettato. Tuttavia resistette e si limitò a rispondere alla domanda del ragazzo.
'Mi chiamo Harry. Ci siamo visti ieri sera,ma evidentemente eri troppo ubriaco per ricordartelo.  Sono qua per uno scambio culturale e divideremo la stanza. Adesso puoi fare meno il mestruato?' 
A quell'ultima frase Harry si morse la lingua. Una cosa che non poteva mettere a freno era l'impulsività. E quando qualcosa lo infastidiva e allo stesso tempo lo interessava.. beh,addio razionalità. Tuttavia Louis non perse la pazienza. Anzi,rise alla provacazione del ragazzo riccio,mettendosi a sedere sul letto e passarsi una mano su per il ciuffo.
'Io sono Louis.' 
'Lo so.' Gli rispose a botta Harry,mordendosi subito dopo un altra volta la lingua. Probabilmente avrebbe dovuto fare più attenzione sul modo di esprimersi. 
'Mh,lo sai?' Louis si alzò,andando incontro ad Harry,ad una vicinanza quasi insopportabile. Harry avvampò sulle guance e il ragazzo se ne accorse a tal punto che quasi gli scoppiò a ridere in faccia,ma si trattenne e allungò una mano dietro il riccio,per prendere una maglietta. 
'E sai anche che è giovedì e che lunedì iniziamo di nuovo la scuola?' 
Harry sospirò,annuendo quasi rattristato da quell'affermazione, non volendo in realtà ricominciare ad andare a scuola.
'E sai che fino ad allora non ci vedremo? E che.. quando inizierà la scuola, io e te saremo dei perfetti sconosciuti?' 
A quelle parole Harry corrugò la fronte. Ma cosa andava blaterando? Perchè avrebbero dovuto fare finta di non conoscersi? Harry era felice della presenza di Louis,credeva sarebbero potuti diventare amici,per quando quella bellezza da mozzare il fiato glie lo permettesse. Ma evidentemente Louis non era della stessa opinione. Deglutì e scosse la testa,a quel punto vide nuovamente Louis sogghignare. 
'Beh,ora lo sai. Puoi dire che vivi qua, ma evita di credere che diventeremo amici, che ti farò integrare a scuola e cose del genere,chiaro?' 
Ancora Louis rise,poi si voltò e uscì dalla stanza mentre sculettava e si abbasava i boxer,facendo avvampare nuovamente Harry,alla vista di quel fondoschiena. 
Ma una cosa Harry l'aveva,da quel modo di muoversi elegantementemente e quasi fennimile,da quel modo di sculettare :
Louis era, indubbiamente,palesemente gay. 

 

Angolo Autrice 

Ehi ehi ehi! 
Ecco qui il terzo capitolo della storia che naturalmente non sta leggendo nessuno.. e proprio per questo ci metto tanto ad aggiornare. Se la seguisse qualcuno.. magari farei più veloce (?) Ma non mi lamento per questo,io continuo a scrivere quando posso e a pubblicare,intanto non ho nulla da perdere,giusto? 
Spero che vi piaccia,mi scuso se forse non è molto bello o un po corto,ma le cose naturalmente non sono ancora molto sviluppate. 
Spero di trovare più lettori, nel frattempo.. un bacio (?)
Jane. <3 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Che ringrazi il bidello. ***


Erano passati esattamente quattro giorni da quando Harry era arrivato a Doncaster. E quattro giorni da quando Louis gli aveva esplicitamente detto che non avrebbero avuto niente a che fare l’uno con l’altro. In quei quattro giorni non fu tanto difficile ignorare Louis : A casa c’era poco e quando si degnava di esserci,dormiva. Al massimo guardava un po di televisione,apriva qualche libro per non sentirsi molto in colpa,aiutava le sorella o la madre e in tutti questi casi non doveva essere assolutamente disturbato.
E anche Harry,in effetti non era completamente libero. Si riposava, ripassava per fare un ingresso epico alla nuova scuola,usciva a girare per le strade di Doncaster oppure chiaccherava con le sorella Tomlinson. Aveva instaurato un buon rapporto con tutti,compreso i genitori. Ovviamente fatta eccezione per il fratello dal bel culo.  A quel pensiero Harry avvampava sempre. Trovava Louis davvero un ragazzo bellissimo e la mattina si svegliava prima solo per soffermarsi a guardare la sua schiena nuda e il suo bacino circondato da quel lenzuolo. Da quanto aveva capito,Louis era figlio solo di Johanna e che il vero padre,lo aveva abbandonato tanto tempo prima. Come era successo  a lui,in fin dei conti.
Tuttavia Louis stava benissimo anche con il patrigno che considerava proprio e le sorelle pure.
Passati quelli che sembravano interminabili quattro giorni, ecco che la scuola  riprese la sua andatura.
                                                                         ***

Quella mattina Louis si svegliò di soprassalto. Ogni primo giorno di scuola a dire il vero gli succedeva.
Ma quella mattina non si svegliò solo come le altre,visto che Harry faceva sempre in tempo ad andarsene. Quella mattina Harry venne colto sul fatto.
‘Che c’è? Perché mi guardi?’ sbottò Louis,facendo prendere un colpo anche al riccio. Egli però non si mostrò tanto timido e insicuro,difatti rispose a botta ‘Non ti sto guardando.’
‘Ah no?’ Harry annuì,sorridendo furbo. A quel punto Louis sbuffò,alzando gli occhi al cielo e quando se ne accorse Harry intervenne. ‘E’ che hai una schiena così candida.. semplicemente ti osservavo. Devo starti alla larga,ma nell’armistizio non c’è mica scritto che non posso guardmarti,giusto?’
Forse,pensò Louis,Harry non era quel piccolo innocente e timidino che lui e la sua famiglia credettero fosse. Difatti sogghignò. Forse non era così antipatico. Ma ormai doveva continuare per la sua opinione,mai guardarsi indietro.
‘Giusto. Ma sta attento a non innamorarti,dolcezza.’
Harry deglutì senza che Louis se ne accorgesse,perdendo per un attimo quella sua sicurezza.
‘Chi ti dice che mi piacciano i maschi?’
‘Saresti a guardare la pelle candida e il sedere di Lottie,piuttosto che la mia e il mio. Mi spiace solo per quelle ragazze che ti muoiono dietro per quelle fossette mentre muori dietro al mio culo.’
A quel punto Louis rise e anche Harry ridacchiò cercando di non lasciarsi andare troppo. Più che altro rise perché Louis aveva iniziato a descrivere qualche dettaglio di Harry che non avrebbe dovuto notare visto che non voleva parlargli.
‘Già,mi piacciono i maschi. E oggettivamente tu hai un bel culo. Ma come faccio a innamorarmi di te se non ti conosco?’
‘Perfetto,tu non ti devi innamorare di me per nulla al mondo,visto che sono etero quindi evita di conoscermi.’
A quel punto Harry scoppiò a ridere. ‘Etero? Oh andiamo.. Lou. Dal modo in cui sculetti tu sei tutto,meno che etero.’
Louis però aveva poca pazienza,soprattutto la mattina. Avevano scherzato fin troppo,era il momento di tornare ognuno alle proprie vite e soprattutto,andare a scuola.

                                                                           ***

Una mezzoretta dopo,quando entrambi i ragazzi si furono lavati e fatto colazione tornando ad ignorarsi come prima, stavano per uscire di casa quando Jay li fermò entrambi sulla porta.
‘Lou,accompagni tu Harry,sì? Io devo accompagnare le gemelle e papà porterà Lottie e Fizzy.
Mi raccomando.. non lasciarlo per strada.’ Lo ammonì la madre,consapevole del fatto che Louis e Harry non stavano instaurando alcun rapporto e conoscendo il figlio,l’avrebbe lasciato davvero per stada a trovare un modo per arrivare a scuola. Così alzò gli occhi al cielo e sbuffò,senza tuttavia opporsi alla madre.
‘Sali in macchina,muoviti.’
Harry non se lo fece ripetere due volte e saltò nel posto del passeggero. Appoggiò la testa sul finestrino durante il tragitto,che poi non era nemmeno così lungo e si poteva benissimo effetturare a piedi.
‘Perché prendi la macchina se puoi andare a piedi? E’ molto più salutare.’
Louis alzò gli occhi al cielo,fingendosi infastidito.
‘Non mi piace camminare. Se tu ami tanto farlo perché non scendi i ti trovi la strada da solo?’
Previdibile,pensò Harry. Spostò lo sguardo verso l’autista e sbuffò, prima di ridacchiare quando notò lo sguardo cagnesco di Louis.
‘Che hai da ridere?’ chiese poi,incontrando gli occhi del riccio. La visione del sorriso del riccio che ancora stava appoggiato al finestrino fece sorridere Louis, sorriso che ad Harry non sfuggì. A Harry non sfugge mai nulla.
'Niente,mi fai ridere tu. Tu che mi guardi in quel modo truce,che mi dici che non possiamo avere.. rapporti' sorrise malizioso a quella parola,fissando l'autista che alzò gli occhi al cielo 'e poi mi sorridi.'
'Io non ti stavo sorridendo,e siamo arrivati. Scendi,non voglio farmi vedere con te.'
Disse,anche se già la gente che passava per andare a scuola si era accorta della nuova compagnia di Louis Tomlinson,il ragazzo più popolare.
Harry,restatoci un po male di quella affermazione,aprì la portiera ed uscì,sbattendola alle sue spalle. Scrollò quest'ultime e si incamminò verso la sua nuova scuola,varcando le porte di un nuovo mondo.

                                                                        ***

Il primo giorno di scuola non si rivelò poi così male,per Harry.
Okay,nessuno gli aveva rivolto la parola ma quando camminava per i corridoi si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso. Sopratutto quello delle ragazze e qualche ragazzo carino che  - pensò Harry - potessero essere omosessuali. I professori gli stavano indifferenti nonostante spiegassero bene e si interessò a tutte le elezioni. Harry pensò che si sarebbe trovato bene.
Tuttavia non ricevette l'attenzione dell'unica persona che in quel momento occupava la testa del riccio,ossia il maggiore dei Tomlinson.
Insomma,Louis passava per i corridoi con la sua banda di amici sotto lo sguardo ammaliato di tutti. Gli passava accanto ma faceva finta che non esistesse. E questa cosa non lasciò indifferente Harry. Mentre formulava questi pensieri stava attraversando il corridoio,le lezioni erano praticamente terminate e l'intenzione del ragazzo era quella di tornare a casa. Purtroppo però le sue intenzioni furono rimandate quando probabilmente il bidello della scuola (si poteva capire dalla divisa che indossava) fermo il nuovo studente.
'Ehi ragazzo,fammi un favore!' Harry alzò un sopracciglio,infastidito da quella confidenza e poca educazione. 'Vai nel ripostiglio e prendimi il la scopa,sta la.' disse ancora il bidello,indicando una porta posta al fianco del laboratorio di scienze. Harry sbuffò ma non disse nulla. Si avviò verso il ripostiglio e quando entrò si sbattè la porta alle spalle,rendendosi conto di essere al buio in un secondo momento.
'No cazzo!'
Sentì una voce a lui familiare urlare e si girò verso quest'ultima quando disse 'La porta è rotta,ora se qualcuno non ci viene ad aprire resteremo qua dentro!'
E allora Harry,riconoscendo quella voce,anche se ora sarebbe dovuto restare chiuso in quel piccolo ripostiglio,al buio,non potè evitare di sorridere come un ebete.
 

Angolo autrice.

 

Ehi ehi ehi! Mi scuso tantissimo issimo issimo se ho aggiornato solo ora!
Non ho assolutamente avuto tempo.. ma ora che siamo in vacanza vi prometto che aggiornerò più spesso!
Innanzi tutto volevo ringraziare coloro che hanno seguito,ricordato e recensito la storia,grazie,grazie davvero!
In quanto al capitolo,spero vi piaccia. Scommeto che già avete capito chi è l'altra persona nel ripostiglio ma... sssh. Siete curiosi di sapere che succederà in questa stanza? Mlml.
E chi lo sa! A quanto pare Louis non vuole proprio avere a che fare con Harry,invece quest'ultimo sembra molto attratto dal nanetto.
Secondo voi come si evolverà la storia?
Vedrete <3
Un bacio e vi ringrazio di nuovo,al prossimo capitolo!
Jane. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2580449