To be continued?

di Fallingforyou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** See you, again. ***
Capitolo 2: *** Hide And Seek ***
Capitolo 3: *** Help me ***



Capitolo 1
*** See you, again. ***


See you, again.

 

Erano passati otto anni dall'ultima volta che Carrie era stata a Castelbury. Ritrovarsi nuovamente in quella piccola città che le é stata stretta per anni non la faceva sentire a suo agio, nemmeno se la causa era una rimpatriata con tutta la Classe 1986. Erano cambiate un sacco di cose da quando Carrie era andata via, ma sopratutto era lei la prima ad essere cambiata. Da quando si era trasferita a New York aveva detto addio a troppe cose, aveva oltrepassato poche volte il confine del Connecticut dopo il trasferimento. Aveva chiarito con suo padre e lui aveva accettato le sue decisioni. Dopo il matrimonio di Larissa e il suo licenziamento da Interview aveva trovato un piccolo lavoro partime e la primavera successiva era entrata alla N.Y.U., aveva sbaragliato la concorrenza e dopo la laurea aveva pubblicato il suo primo romanzo, diventato un bestseller pochi mesi dopo.

 

Castelbury era rimasta uguale. I cambiamenti che aveva subito erano visibili solo nella periferia, mentre il centro della città era rimasto lo stesso di otto anni prima. Stesse case, stessa piazza, stesse aiuole e lo stesso Fast Food dove, dopo le lezioni alla Castelbury High School, si incontrava con Mouse, Maggie e Walt. Quanto entrò nel piccolo locale notò che gli interni avevano ancora lo stile anni '80 di una volta, sentì la scia dell'olio fritto dalla cucina e notò che le cameriere indossavano ancora la stessa divisa abbinata ai colori dell'insegna e ai rivestimenti delle poltroncine. Storse leggermente il naso per l'odore di fritto. Fai un piccolo sforzo si ripeteva mentre con passo deciso si avvicinava al tavolo dove erano seduti i suoi vecchi amici.

«le uniche cose ad essere cambiate qui dentro siamo noi!» esclamó sorridendo raggiante ai suoi vecchi amici.

«voi più di me» intervenne Maggie «io sono rimasta intrapolata qui» concluse, muovendo la mano e mostrando l'anello all'anulare destro.

«Dio, Mag. Ti devo mille scuse, proprio non ce l'ho fatta» Maggie si era sposata con Pete e alla fine aveva trovato un posto come insegnante alle materne, mentre la pancia iniziava crescere.

«Carrie, non ti preocupare! L'importate é che siamo finalmente tutti e quattro insieme. Come ai vecchi tempi!» sorrise, portando un braccio intorno alle spalle di Walt, una mano su quelle chiuse a pugno sul tavolo di Mouse e lo sguardo su di lei. «quanti anni sono passati dall'ultima volta che ci siamo seduti tutti insieme su questo tavolo?»

«sette anni e sei mesi» esclamò Mouse, che ancora una volta aveva dimostrato le sue capacità nel calcolo. Carrie si trovò a pensare come dopo tutto quel tempo ognuno di loro si era costruito la propria vita: Mouse era diventata professoressa ad Harvard, Maggie moglie e maestra a tempo pieno, Walt aveva creato una sua linea di vestiti e lei era diventata una famosa schittrice.

«allora, come mai questa rimpatriata?» chiese Walt curioso a Maggie.

«niente di che, la scuola ha deciso di fare riunioni simili da qualche anno e la nostra Classe è stata quella che ha avuto più successo, quindi la nuova direttrice ha programmato per gli studenti - che quest'anno saranno di diploma - dei corsi di orientamento nell'Aula Magna, e noi dovremo assistere raccontando la nostra esperienza. Tutto qui»

«per quanti giorni?» chiese Carrie.

«tre, forse cinque giorni. Poi concluderemo con un mega festa» si esaltò Maggie, non era cambiata per niente.

«ci saremo tutti? Mancherá qualcuno?» Carrie avrebbe tanto voluto evitare di fare, per l'ennesima volta nella sua vita, quella domanda a uno dei suoi amici.

«Sebastian?» specificò Mouse.

«sono così prevedibile?» domandò, tormentandosi le mani.

«per certi aspetti non sei cambiata affatto» assentì Walt.

«ci sarà anche lui» la informò Maggie che, interessandosi dell'organizzazione, era stata incaricata di chiamare tutti, proprio tutti gli alunni della Classe 1986.

«okay, non succederà niente. Ormai è passata una marea di tempo» esclamò, cercando di convincere più se stessa che gli altri che Sebastin Kydd era finito nel dimenticatoio. Dopo qualche bicchiere di birra, vari stuzzichini e aneddoti sulla vita di ognuno si salutarono dandosi appuntamento per la mattina seguente nell'Aula Magna della Castelbury.

_______________________

 

Carrie la mattina successiva cercò di trovare un outfit formale e adeguato per la giornata. Quando aveva aperto l'armadio della sua vecchia stanza era andata incontro a un milione di ricordi. Alcuni immensamente belli, altri dolorosi e difficili da dimenticare. Frugando nella valigia aveva preso un tubino nero non troppo elegante, un giacca color pastello e delle decoltè in tinta. Poi era entrata in macchina e dopo solo dieci minuti si era ritrovata a vagare fra i corridoi della Castelbury. Passò davanti al suo vecchio armadietto, alla vetrina delle premiazioni e alla libreria degli annuari, conosceva ancora a memoria ogni angolo di quella vecchia scuola.

«scusa, sai dove si incontrerá la Classe 1986 questa mattina?»

Carrie si raddrizzò dopo aver preso la bottiglia d'acqua dal cassetto del distributore. Trattenne il respiro e si voltò verso il ragazzo, ormai uomo -con la voce troppo familiare- che le aveva chiesto informazioni.

«Bradshaw?»

«Ciao, Sebastian!» esclamò. Aumentò leggermente la presa sulla bottiglietta d'acqua «é nell'Aula Magna» concluse, Carrie stava già mettendo un certa distanza... «sei cambiata -e sei ancora più bella- come stai?»

Carrie si voltò a metà strada, si passò una mano sul vestito -nervosa- per sistemare una piega che vedeva solo lei «bene... Ehm, tu?»

«...alla grande», lei annuì «Carrie, io... Mi dispiace»

«non ti preoccupare Kidd».

Il primo giorno di orientamento era andato bene. Tutti raccontarono un po' com'era iniziata la loro carriera e diedero consigli ai più curiosi. Carrie scoprì un po' di cose sulla vita di tutti suoi ex compagni. West per esempio era diventato giocatore professionista di basket, Donna aveva iniziato a lavorare come avvocato di cause matrimoniali, aveva combiato la sua filosofia sulla questione sesso e aveva una relazione fissa già da tre anni -"strano prima se arrivavi a tre settimane bisognava appendere un chiodo" scherzò Maggie-, e l'azienda di Sebastian si era estesa anche in Europa.

 

«Carrie» Sebastian la raggiunse nei parcheggi e la fermò prima che entrasse nella vecchia Mercedes dei Bradshaw. «possiamo prendere un caffè?»

«.... Io ho da fare»

«ho letto il libro, sai?» insistette, bloccando la portiera «non  pensavo fosse stato così difficile dirmi addio, ma nemmeno tanto facile dimenticarmi»

«che intendi?»

«Mag mi ha detto di te e Adam»

«Sebastian.... Senti, ti conosco e ho capito che qualcosa non andava da come hai urlato il mio nome. Siamo andati tutti avanti, siamo cresciuti e abbiamo raggiunto i nostri obbiettivi. Uno dei miei obbiettivi é stato racchiudere tutto quello che provo per te nelle pagine di quel libro. Scrivere di te, di noi, di tutto ciò che c'è stato, é stata una liberazione. Perché quando ho scritto la parole fine nella penultima pagina ho spezzato quel filo che mi teneva legata al tuo ti amo e ti amerò sempre. Non ho mai saputo cosa significasse per te quel sempre, se fosse un lasso di tempo indeterminato o meno, o se un giorno saresti tornato a New York. Abbiamo visto quanto é stato difficile stare insieme, che per tutti i passi avanti che abbiamo fatto ne facevamo altrettanti indietro. Ma cosa potevo fare? Cosa posso fare? Quando ti avrei rivisto? Sono semplicemente andata avanti»

«non ho più amato veramente nessun altra»

Io penso di amare ancora te, voleva dirgli Carrie. Ma si limitò a scuotere la testa e «devo andare».

Sebastian lasciò andare la presa sulla portiera e Carrie accese il motore della macchina.

«quel filo non l'hai spezzato» sussurò Sebastin mentre guardava la macchina uscire dai parcheggi.



Angolo Auttrice:
Ciao ragazze!
Lo scorso sabato ho visto l'ultimo episodio della seconda stagione, che a quanto pare sarà anche l'ultima :(
E allora mi sono messa a scrivere un specie di Viaggio nel Futuro.
Spero vi piaccia, e sappiate che non mi sono dimenticata della Storia su Jamie! Ho solo poco tempo da dedicare alla mia fantasia e mai un attimo di privacy, l'unica che avevo era durante il viaggio in pullman, ma non posso più sfogarmi su Google Drive perchè il mio telefono è in assistenza (potete capire la disperazione!). Ma non vi preoccupate che anche quello arriverà, presto :)

un bacio, Delia!




 

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Capitolo 2
*** Hide And Seek ***


Hide And Seek



Carrie é sull'orlo di una crisi di nervi.
«no, Adam. Non ho chiesto crisantemi, ma delle semplicissime orchidee bianche» é uscita di fretta dalla riunione ancora in corso nell'Aula Magna. E vorrebbe non aver risposto al telefono, o aver accettato di rimane a Castelbury un'altra settimana lasciando New York e il suo matrimonio in mano a uno scrittore che non sa la differenza fra crisantemi e margherite, semifreddo e gelato, avorio e panna. 
«Carrie, sono fiori! Semplici fiori bianchi, che differenza fa?» le ripete per la terza volta, forse con un tono di voce leggermente alterato rispetto alle prime.
«I crisantemi sono i fiori dei defunti, Adam! Io devo sposarmi, non partecipare a un funerale! E giuro sulla testa di quel povero cane vagabondo, che non porti mai a spasso del quale ti ritieni padrone, che se non chiamerai il fioraio si celebrerà il tuo di funerale! Ecco quale sará la differenza» Carrie gli risponde a tono e poi chiude la chiamata spazientita, si porta una mano alla fronte e inizia a fare lunghi restiri. É bloccata a Castelbury da solo tre giorni e tutto le sta scivolando dalle mani come se il resto del mondo -New York- per andare aventi ha bisogno di lei.

«.... Tutto bene?» fuori dalla porta c'è Sebastian che la guarda preoccupato. 
«si.... da quanto sei lì?»
«da un po'» alza le spalle mentre si porta la sigaretta alla bocca «dentro erano preoccupati, così sono venuto a vedere che fine avessi fatto.. Avevano paura che te ne fossi andata»
«bé, forse dovrei.. Ho mille altre cose a cui pensare invece di parlare con un banda di bambini che credono che la vita fuori da questa scuola, da questa città sia una passeggiata» esclama seccata e incazzata.
«ehi, ti ricordo che anche ti sei stata al loro posto!»
«ehi, ti ricordo che io mela sono sudata, cavata senza l'aiuto di nessuno»
«wow.. ti facevo meno egoista, Carrie»
«parli a me di egoismo? Da che pulpito!» 
«okay, tregua» Sebastian sospira e si accende una sigaretta «.. quindi é vero, ti sposi?» chiede dopo qualche minuto di silenzio.
Carrie apre lievemente la bocca, poi la richiude. Guarda attentamente la nuvola di fumo che é appena uscita dalla bocca di Sebastian. «si» dice poi, un po' spiazzata. Sebastian continua a farle ancora quell'effetto. La rende nervosa e «fra qualche mese» la fa parlare a vanvera.
«...e lo ami» era una domanda o un affermazione?
«ho imparato a farlo» ecco, di nuovo, ha dato troppa libertà al cervello e vorrebbe mordersi la lingua.
Sebastian ride «é la cosa più stupida che io abbia mai sentito» esclama poi. Le si é fatto vicino con una falcata e adesso Carrie sente l'odore del fumo mischiato a quello del suo dopobarba e nota le sfumature della montatura degli occhiali.
«lui é rimasto» non é una frecciatina ma semplice constatazione, «mi é stato vicino.. Glielo devo»
«Dio, Carrie! L'amore non é dovere.. É un sentimento che resiste a tutto, anche alla distanza»
«per favore, Sebastian.. Non puoi, non devi, non hai il diritto di pensare che.. » la voce di Carrie é incrinata, per quanto lei voglia continuare a parlare, non ci riesce. Sebastian l'ha intrappolata contro il muro e i suoi occhi non la lasciano ragionare, la tiene bloccata anche mentalmente.
«che mi ami ancora?»
Carrie sospira, gli mette le mani su petto e lo allontana da sè «lo vedi? Siamo ritornati a otto anni fa.. Questo storia lo conosco troppo bene»
«allora adesso arriva il memento in cui facciamo pace e mi baci» sorride con malizia.
«no, c'è la mia uscita dalla scena, Sabastian» Carrie prova a spostarsi di lato ma lui la blocca nuovamente. Le cinge le spalle con le mani e «il copione non la provede» continua lui. Adesso i loro nasi si sfiorano e Carrie ha il respiro pesante, gli occhi chiusi e mille pensieri per la testa «perché non mi hai aspettato?»
«ragazzi abbiamo finito» la voce di Maggie è come una boccata d'aria per Carrie. Sebastian si allontana da lei rimettendo quella distanza di sicurezza che lei ha segnato segretamente già dal primo giorno «ho interrotto qualcosa?»
«no Mag.. Stavo per rientrare, ma se avete finito posso anche andare via» Maggie annuisce, le da due baci e sposta lo sguardo su Sebastian che continua a fissare la sua amica anche dopo che la sua macchina ha svoltato l'angolo. 
«Sebastian Kydd, noi due dobbiamo parlare» 
«in realtà, Mag, mi devi aiutare»
«se stai architettando un piano per rovinare la piccola isola di felicità di Carrie, non posso aiutarti! É felice, Sebastian. Da quello che vuole, ha quello che vuole e non rovinerò nuovamente le cose.. Ci siamo tutti divisi e lei é l'unica a non essere più tornata prima di tre giorni fa!»
«una cosa che non sapete di Carrie é che New York l'ha cambiata e sa mentire meglio di ciò che sembra.. Ma con me non ci riesce, non é mai riuscita a mentirmi, a nascondersi o meglio: a nascondere ciò che prova» chiarisce puntando il dito verso il suo stesso petto «E tu sai che ho ragione!» conclude.
«okay.. Okay» Maggie lo blocca sull'ultimo scalino «ti aiuterò».


Angolo Autrice:
Allora... Questo storia é vista come sequel del Telefilm, che non comprende Sex and the City perché per me la Carrie Bradshaw del Telefilm non ha niente in comune con quella dei film fatta eccezione del nome.. Non so per voi! Comunque questo é il secondo capitolo..
Un bacio, Delia <3

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Capitolo 3
*** Help me ***


 
Help me



 
Sebastian conosce alla perfezione le rifiniture del portone di casa Bradshaw. Non le ha mai dimenticate, le ha studiate la prima volta che era rimasto ad aspettare Carrie fuori dalla porta per svariati minuti e le aveva memorizzate quando Dorrit gliel'aveva sbattuta in faccia. Otto anni dopo é di nuovo davanti a quel portone, per lo stesso identico motivo -Carrie- e per chiedere ancora una volta una mano ad una vecchia alleata, Dorrit. 
Sebastian poggia il dito sul campanello, lo suona tre volte. Poi, con le mani in tasca, spera e prega che sia Dorrit ad aprire la porta. E infatti, qualche minuto dopo e un “eccomi” urlato dal piano superiore, il viso ancora segnato dalle lentiggini ma più maturo di Dorrit é proprio davanti a lui. Incerta se farlo entrare o meno la ragazza esce sul porticato e lo fa sedere sulle gradinate scusandosi con un «é in salotto che sta urlando contro Adam». Si, perché per l'ennesima volta si sono creati degli imprevisti per l'organizzazione del matrimonio che è slittato di una settimana rispetto alla data inizialmente fissata. E Sebastian, segretamente, gioisce per la buona notizia che le aveva rivelato Maggie la mattina stessa, finito l'orientamento.
«allora, come mai sei venuto qui?» gli chiede Dorrit con la sfacciataggine di sempre. Sebastian tentenna un pochino «se hai intenzione di parlare con Carrie, te lo sconsiglio» continua lei.
«in realtà.. cercavo te»
«non esco con gli ex di mia sorella»
«non voglio chiederti di uscire Dorrit!- mette subito le mani avanti Sebastian -senza offesa, sei come una sorella per me.. Volevo chiederti nuovamente un piccolo favore»
«che tipo di piccolo favore?» Dorrit alza il sopracciglio destro e lo guarda di sottecchi
«voglio riconquistare tua sorella»
A Dorrit scappa una leggera risata «sei un po' in ritardo, non credi? Dopo tutto il casino che sta facendo per questo matrimonio non credo sarà una cosa facile»
«okay, la tua parlantina inquietantemente veloce e il tuo essere così diretta nel dire le cose quanto nel pensarle mi é mancata! Ma conosci Carrie, sai meglio di me che a tua sorella non gliene frega niente del matrimonio, vuole solo..- ci riflette un po' e poi sbuffa -sinceramente non lo so cosa vuole! Ma so che Carrie mi ama ancora, ne sono più che certo..»
«non basta esserne certi, lo sai vero?»
«infatti sono più che certo! Ho solo bisogno di passare una serata con lei, una. Dopo di ché se quella certezza verrà confermata ti erigerò una statua, in caso contrario me la prendo in culo anche questa volta, andrò al matrimonio e farò finta di essere felice per lei.. Ma voglio quella conferma!»
«okay, Carrie é pur sempre la stessa Carrie di otto anni fa, con un armadio di vestiti firmati e troppi soldi da spendere in banca ma é sempre la stessa. Penso di poterti aiutare! Ma vedi non fare tutto troppo in fretta. »
«grazie Dorrit, sei la migliore!»





____________________________






Carrie era sull'orlo della crisi, anzi l'aveva superato più di una volta e poi di era concentrata, respirando affondo per rilassarsi. Dopo aver concluso l'ennesima discussione spossante al telefono con Adame si é completamente lasciata andare sul divano con una ciotola di gelato -la sua consolazione- e la sua sitcom preferita.
«Carrie, io devo andare.. Papá é da qualche parte con Jack, tu che fai?» Dorrit era apparsa da dietro le scale, aveva indosso la divisa del Flipper, un paio di scarpe comode e i capelli legati. Carrie non ha mai visto una Dorrit così responsabile e matura  in tutta la sua vita, si ritrova a pensare a quanta responsabilità abbia lasciato sulle spalle della sorella a quanto tempo abbia passato lontana da loro, a tutti i bei momenti persi a quello che rimpiangerà. Tempo, dedicato solo a se stessa e alla sua carriera, dal quale ritagliava solo qualche minuto per chiamare casa e domandare un insignificante “tutto bene?”.
Carrie si lecca le labbra piene di gelato e  sussurra un «okay, buon lavoro» per riconcentrarsi nuovamente sul display della televisione.
«se non smetti di ingozzarti di gelato finarai per non entrare più nel vestito» la minaccia, osservando sconcertata
«fatti gli affari tuoi» esclama acidamente sventolando un mano nella sua direzione. 



Alle sette di sera Carrie é ancora seduta sul divano. La vaschetta di gelato ormai vuota sul tavolino davanti a lei e una serie di riviste di moda, lette e rilette, sparpagliate al suo fianco sul divano. Il campanello di casa trilla tre volte, e lei pur di non alzarsi urla un «papà, non farmi alzare se hai le chiavi» ma invece di sentire il rumore della schiave che raschia nella serratura sente altri tre trilli di campanello. Quando apre il portone non é esageratamente entusiasta di trovarsi davanti Sebastian con un bottiglia di vino in mano «che ci fai qui?»
«ciao anche a te! Mi hanno detto che stavo dando una festa e quindi mi sono precipitato- scherza -posso entrare?» 
Carrie apre la porta quel tanto che serve per poter farlo entrare «mi dispiace, ma l'informazione era un po' errata» gli fa presente
«bé, possiamo cambiare il bel programmino a base di....- Sebastian da uno sguardo al salotto, si sofferma sul divano completamente in disordine e poi sulla televisione accesa a basso volume -qualsiasi cosa tu avevi pensato di fare o mangiare..- per ritornare a osservare una Carrie in versione casalinga -non pensavo che lo stile barbona andasse di moda anche nelle case di New York» commenta tenendo lo sguardo sull'abbigliamento di lei e poi su i capelli ricci legati disordinatamente in una crocchia. Vorrebbe aggiungere un “sei ugualmente bellissima” ma si limita a osservarla e a metterla in imbarazzo, come riusciva a fare anche qualche anno prima.
Carrie si tocca i capelli nervosamente e spazientita «dopo avermi fatto una radiografia, mi spieghi perché sei ancora qui?» domanda.
«una bevuta fra amici» risponde mostrando la bottiglia
«scordatelo»
«perché?»
«hai cercato di baciarmi, chi mi assicura che tu non mi faccia ubriachiare per tentarci di nuovo?»
«andiamo Carrie! Stai per sposare un uomo che ti ha scritto un libro sulla vostra storia descrivendoti come la stronza di turno e non ti fidi della mia parola?»
«l'ultima volta che mi sono fidata della tua parola ci siamo lasciati e tu sei partito dall'altra parte della nazione.. Perché dovrei fidarmi di nuovo quando mi hai già fatto capire quali sono le tue intenzioni?»
«perché anche tu sai perfettamente che per quanto la storia si possa ripetere, noi due siamo fatti per stare insime! É sempre stato così. Abbiamo superato tutti gli ostacoli: Donna, Maggie, quel Jonh o David o come diavolo si chiamava e poi Adam.. Perché non possiamo farlo ora? Non é cambiato niente.. - questa volta il tono di Sebastian é molto più alto del normale, vuole combattere perché per lui l'ultimo tentativo sarà sempre il penultimo -niente! Come ci siamo riusciti otto anni fa possiamo farcela ora. Tu non devi niente a nessuno, Carrie. Hai sempre seguito il tuo cuore, perché non puoi farlo anche adesso?»
«perché é tardi e non voglio più sentirmi a pezzi, ormai viaggiamo su due binari diversi, Sebastian» sussurra esitante
«non é mai troppo presto o troppo tardi per qualsiasi cosa, sono sul tuo stesso binario, ti sto inseguendo e continuerò a farlo perché voglio te..- sospira, poi poggia la bottiglia di vino sul tavolino - non ce l'ho fatta oggi ma riproverò domani, dopodomani, e il giorno seguente» conclude uscendo di fretta dal portone e facendolo sbattere. Forse non era riuscito a convincerla, ma aveva lasciato da sola Carrie insieme ai suoi dubbi, le mille parole urlate e una bottiglia di vino.



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