Stronger than fears

di babygiuly
(/viewuser.php?uid=515509)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Home sweet home ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



POV TRIS 
Nel buio, apro un pacchetto di caramelline alla fragola. L'odore di frutta mi riporta indietro, a quando ero piccola, quando ancora non avevo  fatto la mia scelta, non avevo ucciso, non avevo amato. Mi riporta a quando andavamo a cogliere la frutta nei campi, io, la mamma, il babbo e Caleb. L'odore di pesche e fragole, mischiato a quello del sudore e dell'erba, delicato ma penetrante. ricordo che mi riempiva i polmoni mentre, spensierata come solo un bimbo può essere, lavoravo con gioia. 
Siamo ancora al Dipartimento, ma tra poco torneremo in città. non tutti, chi vuole. l'hanno aperta al mondo e hanno creato un modello di città modello. sono rimasti cinque club con i nomi delle fazioni, ogni tanto ci incontriamo e ci dedichiamo a ciò che più ci piaceva fare quando l'esperimento era ancora in piedi... un modo come un altro per tenerci aggrappati ai ricordi senza affogarci dentro.
Un colpo di tosse mi fa di nuovo presente la realtà: sono nel grande dormitorio che ci hanno assegnato, con le gambe appoggiate sul muro, dalla parte del cuscino, e la testa in fondo, sdraiata e in pigiama. succhio un paio di caramelline, assorta. l'insonnia è la mia migliore amica ormai da troppo tempo. Un altro colpo di tosse. Dev'essere Cara, è raffreddata ultimamente. Qualcuno, nel sonno, ridacchia.  Un lieve colpo mi distrae dai mie pensieri e concentra la mia attenzione sull'aereoplanino che è atterrato sulle mie gambe, lasciate scoperte dai pantaloncini del pigiama. Lo apro. "tu, io, fuori di qui tra dieci minuti. sto soffocando". Lo leggo con la sua voce, con quel timbro profondo e sensuale che ho imparato ad amare, e sorrido. Il mio Tobias, lui sì che sa come tirarmi fuori da queste situazioni!
Lo vedo alzarsi nell'oscurità e uscire silenzioso. So cosa vuole. Nel mio cuore serpeggia l'ombra della paura. La caccio in un angolino ed esco da dormitorio. Chissenefotte se ho paura, chissenefotte che potrei aver sbagliato tutto, fanculo, io vado. 
Nelle orecchie mi risuona un richiamo alla Quattro:  "hei, Rigida, cos'è questo linguaggio sboccato?!" Sento gli angoli della bocca piegarsi all'insù quando intravedo l'oggetto dei miei pensieri appoggiato ad una colonna, nell'atrio. E' fottutamente stupendo. 
POV TOBIAS 
Si avvicina a passo svelto. sapeva dove mi avrebbe trovato. mi concentro per un attimo sulle sue lunghe gambe, lisce e perfette, prima di trovarmela a cinque centimetri dal naso. -ciao piccola- -ciao Quattro. cosa avrebbero detto i tuoi petulanti superiori se ti avessero trovato in giro a quest'ora della notte, a casa?- sorride maliziosa, facendo scintillare i denti. _Dio, rigida, sei una cosa impossibile- borbotto, sentendo agitarsi qualcosa nel bassoventre. da quando una volta ho ricordato che, tra gli intrepidi, i miei superiori mi avrebbero ucciso a bastonate continua a prendermi in giro. -perchè non dormivi?- non che mi interessi davvero, lo so perfettamente perchè non dormiva, sto solo cercando di alleggerire la tensione. -oh, i soliti incubi. stavolta strangolavo Uriah.- un brivido mi corre lungo la schiena, vedendo i suoi occhi appannarsi e gli angoli della bocca piegarsi verso il basso -mi dispiace, amore. tutto questo passerà. - -lo spero- camminiamo mano nella mano fino ad una stanzetta appartata, con una parete di vetro piena di piante e un acquario in un angolo. si avvicina a un ficus e lo studia, chinandosi verso il basso. mi impongo di essere molto interessato ai pesci che nuotano pigramente nell'acquario. con la coda dell'occhio noto che la magliettina le si è sollevata, lasciando scoperto un pezzo di schiena. il mio autocontrollo sta per sparire tra tre, due, uno... mi arrendo, mi volto e la guardo. guardo ogni curva di lei, la mangio con gli occhi, osservo le linee del corpo, quelle flessuose e delineate delle gambe, con i muscoli dei polacci delineati, le clessidre perfette e morbide dei fianchi, i cerchi di compasso del sedere, piccolo e perfetto, sodo e pieno. si volta, beccandomi mentre le ammiro i seni. dapprima non capisce, e si ferma i capelli dietro le orecchie con fare innocente, poi ci arriva e le guance le si imporporano di timidezza... già, si vergogna, ma nei suoi occhi si è accesa una scintilla di malizia. 
sento bruciare nelle ossa il desiderio,e mi rendo conto che potremmo davvero farcela.potremmo davvero riuscire ad avere una vita nuova, una vita diversa. potremmo tornare nella nostra città e vivere in pace, come entrambi abbiamo sempre voluto, amandoci, construendo una famiglia, io e lei. io e la mia tris. non mi accorgo che si sta avvicinando fino a quando non è vicinissima, come sempre. sembra che si smaterializzi e si materializzi a due centimentri dal mio naso. guarda in alto, punta il suo sguardo nel mio e riesco a vedere la sconfinata bellezza dei suoi occhi, color miele ma screziati da migliaia di pagliuzze verdi, azzurre e scure. ha le pupille grandi di emozione. le appoggio una mano sul fianco, prima che lei si avventi sulle mie labbra e mi anneghi nell'infinito pozzo dell'amore.

----------------------------------------------------
Spazio autrice! 
ciao ragazzi! premetto che questa è la mia prima fanfiction quindi abbiate pietà! il prologo l'ho creato per vedere se la cosa poteva interessare, i prossimi capitoli saranno molto più movimentati e anche più lunghi.
essendo rimasta svuotata dall'incredibile finale della Roth mi sono permessa, senza alcuna ambizione di essere brava come lei, di riscriverlo.
non so come andrà avanti la cosa ma spero che vi piacerà e che mi farete sapere cosa ne pensate perchè si sa, scrivere per scrivere è bellissimo, ma scrivere per far leggere lo è ancora di più. 
a presto!
giuli
ps. il titolo significa "più forti delle paure"

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Home sweet home ***


POV Tobias (per chi non lo sapesse, POV vuol dire point of view, ovvero punto di vista)

Sto correndo come un cretino. Mi sento un cretino. Ma porca vacca, quando imparerò ad essere puntuale!? Tra meno di cinque minuti inizia la riunione sul ritorno a Chicago e io sono appena uscito dalla doccia! Sto correndo per le sale del dipartimento come un coglione, nel disperato tentativo di arrivare in orario. Quando raggiungo la saletta David ha già cominciato a parlare: poco male, non credo di essermi perso nulla di importante. Mi lascio scivolare su
una sedia accanto a Zeke, battendogli silenziosamente il cinque e mi metto ad ascoltare la voce monotona del capo-dipartimento:
«come tutti saprete, domani è previsto il ritorno, per chi volesse, a Chicago. l'orario è fissato per...» guardo Tris, dall'altra parte della stanza, e lei mi sorride. alla fine stanotte non abbiamo fatto niente. non facciamo mai niente. Questa volta Nita è entrata come una furia nell'atrio dove ci stavamo baciando, è diventata rossa come un peperone balbettando che l'avevamo fatta preoccupare e se n'è andata, portandosi dietro tutta la mia eccitazione. «alcuni che si erano offerti di aiutare a sistemare la città sono già lì e domani li raggiungerete, loro vi faranno vedere i vostri alloggi...» In un modo o nell'altro Nita si intromette sempre nella nostra relazione. Tris è ancora gelosa di lei. Dopo il nostro attacco il dipartimento si è finalmente accorto della situazione disperata dei GD e ha creato delle leggi per migliorare le loro condizioni: non so quanto serviranno, ma hanno quantomeno sedato la ribellione. Io continuo a sentirmi in colpa per uriah, anche se i dottori hanno detto che dovrebbe svegliarsi
in settimana.« i club delle ex-fazioni sono tutti gratutiti e potrete parteciparvi senza impegno eccessivo...» dio beato e onnipotente, salvami da questo strazio, non ne posso più! sono tutte cose che sapevo già, in più tirate alla lunga da David. io muoio. decido di appisolarmi sulla schienale della sedia, raccomandando a Zeke di svegliarmi in caso succeda qualcosa.
buonanotte.

POV Christina

La vedo saltare dal treno quando è ancora in corsa. In fondo le è sempre piaciuto, anche se non lo ammetterà mai. il veicolo si fermerà solo tra pochi metri ma lei ha voluto saltare giù lo stesso, come alcuni altri ex-intrepidi, invece di scendere dalle scalette come qualsiasi altro povero comune mortale. non la vedo da quasi sei mesi... mi ero offerta per aiutare a rimettere in sesto la città, mentre Tris voleva stare con Tobias, con la scusa che lui doveva ancora riprendersi dallo shock dopo il coma di Uriah. cazzate, quella che doveva riprendersi era lei. Ho appena il tempo di fare queste brevi considerazioni prima di ritrovarmi affogata in una selva di capelli biondi che mi si spiaccicano sugli occhi «hei, ciao splendore.» «CHRIS!! dio mio quanto mi sei mancata!!» « se, se, come no! sono sicura che avevi altro a cui pensare» dico, ammiccando verso il bel moro seduto sulla valigia di lei e intento a mangiucchiarsi le pellicine delle unghie. «sei una stupida di dimensioni universali, chris. e anche una monella!» « hei, fanculo, suoretta!». ridiamo. è così bello ridere insieme, dopo così tanto tempo lontane e separate. All'improvviso comincio a correre, sfidando la bionda ad inseguirmi:saltiamo le casse marce che hanno contenuto i vari sieri, scavalchiamo recinzioni e inciampiamo in crateri di diverse dimensioni. dall'alto, l'Hancock ci guarda come con un sorriso severo in volto, severo ma disteso, quasi a dirci "bentornate ragazze. questa è la vostra Chicago. è la vostra amata città. godetevela."
Ora, provate ad immaginare un città prima impostata con un ordine a dir poco maniacale riconvertita improvvisamente alla normalità: fidatevi, c'è da diventar matti. Tris e Quattro non sanno niente, NIENTE, di tutto quello che succede in una piccola metropoli e visto che io ho avuto più di tre mesi per imparare e abituarmi mi viene affidata la loro istruzione. Dopo aver tentato inutilmente di far entrare in testa a Tris il funzionamento di una cabina telefonica decido di portarli ai loro appartamenti senza ulteriori spiegazioni... sento già la testa pulsare e non è affatto piacevole. Con uno spintone costringo Tobias a sedersi su una panchina, nella piazza principale, e ad aspettarmi lì, quando tornerò indietro per portarlo alla sua futura casa. Tris gli va vicino e lo guarda dall'alto, con dolcezza: riesco quasi a vedere i cuoricini negli occhi, da tanto si amano. Si fissano qualche secondo, poi si lasciano ad un appassionatissimo bacio, con tanto di lingua «Ci vediamo stasera» fa lei. Non riesco a trattenermi dallo sbuffare « hei piccioncini, non andate mica sulla luna! e piantatela, tutte queste smancerie mi faranno venire il diabete!»  «non sarà gelosia, questa, Chris?» «oh, certo in effetti sono tremendamente gelosa di una biondina scassapalle senza un minimo senso dell'affettività!» «questo era un colpo basso!» ribatte lei, piccata. «minimo senso dell'affettività?» Tobias ghigna divertito e lei gli molla uno scappellotto. La seguo mentre se ne va a naso all'aria: « Hei pupa! Dove diamine vai senza di me?!»

POV TRIS 

Tutta questa storia della città è così complicata. così assurda. ma mi ci abituerò. io e Chris ci avviamo verso una via laterale alla piazza. siamo a piedi, questo vuol dire che casa mia è in pieno centro: ottimo. dopo infinite svolte e interminabili marciapiedi lei si ferma davanti a un alto grattacielo, traffica un po' con una chiave e mi fa entrare in un'ascensore rivestito di specchi. «tu dove abiti?» le domando. «un paio di isolati da qui, mi sono presa un appartamento in una palazzina, non troppo lontano da dove abita mia madre.» scendiamo all'ultimo piano che l'ascensore raggiunge. infila la chiave in una serratura, imprecando piccata quando la porta non si apre. «miss nonsoaprireleporte, ci sei o ci fai?»  « ora mi ringrazierai, suora! ta-daah!» guardo allibita la mia futura casa. la porta è spalancata su un bellissimo salotto con mobili moderni, con le pareti e gli arredamenti bianchi, luminosissimo per via della grande vetrata che dà su una ancor più grande terrazza. Mi muovo, allibita e, per via di un corridoio entro in cucina chè è spaziosa, arredata e pitturata di arancione pastello e fornita di ogni cosa necessaria a chi piace cucinare. Ci sono anche due camere da letto, una matrimoniale e una non, due bagni, uno grande con una grande vasca idromassaggio e uno più piccolo con doccia e un fantastico studio completamente tappezzato di libri: dò un'occhiata ai titoli e sembra tutto principalmente fantascienza. questo è il paradiso. Chri deve avermi assassinata e ora sono un angioletto. «allora, ti piace?!» domanda impaziente la voce della mia migliore amica « sì. è stupenda. grazie Chris» la abbraccio di slancio e mi lascio avvolgere dal suo profumo di mandorle. quanto mi è mancata!

------------------------------------------
angolo autrice!
salve a chiunque sia riuscito ad arrivare in fondo a questo sfollo! allora, in primis mi scuso per il lungo tempo tra i due capitoli, poi vorrei farvi alcune considerazioni:
1.Uriah non è morto.
2. il resto del mondo al di fuori di Chicago rimane totalmente identico a quello che conosciamo noi e il dipartimento e l'esperimento è stato completamente cancellato, ora è una città come le altre.
3. la fic è di ratings arancione perchè io volevo che fosse accessibile anche ai minorenni ma avverto che ci sarà qualche capitolo rosso.
4. pov vuol dire point of view
5. ho inserito il pov di Christina e può darsi che io ne inserisca altri
6. dovete sapere che io non sono nè impostata nè regolare, scrivo quando mi viene, quindi scusate se gli intervalli saranno lunghi, sballati o ad orari impossibili.
7.dovevo dire qualcos'altro ma non me lo ricordo.
8. ho amato le precedenti recensioni, se voleste lasciarmene una sarebbe molto gradita <3
con ammore,
giulii


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2583588