Una Normalissima Normalità

di Alicecream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Sfreddando gli animi ***
Capitolo 3: *** Un piccolo errore ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Con passo stanco si trascinò su per le scale dell'edificio. Il London Excelsius College era una costruzione di due piani edificata alla periferia di Londra, e qui vi studiavano qualche centinaio di adolescenti in preda agli ormoni. Accanto ad esso c'erano i dormitori: l'ala destra con i dormitori per le ragazze e quella sinistra per i ragazzi. Così c'erano meno possibilità che i maschi si imboscassero nelle stanze femminili, o più probabilmente il contrario; le inglesi non sono famose per la loro discrezione. Inoltre, per prevenire il rischio di studentesse incinte, ogni camerata disponeva di un'efficace scorta di preservativi. Ma ritorniamo alla nostra ragazza. Stava faticosamente salendo lungo la gradinata principale del College con un borsone a tracolla, e sembrava faticasse. I muscoli delle gambe le si intravedevano dai jeans scuri e attillati ogni volta che faceva un gradino, mentre il petto le si alzava e le si abbassava sotto ad una maglietta a mezze maniche color panna. I capelli, ancora umidi, rimbalzavano sulle sue spalle larghe ad ogni passo. Erano castani chiaro, lunghi e mossi. Non era propriamente una bella ragazza, ma aveva un che di particolare che poteva risultare affascinante. Forse il suo fisico da nuotatrice, che la rendeva così possente, poteva mettere in soggezione gli sconosciuti; ma conoscendola si riusciva ad ammirare il suo spirito più dolce. Il suo nome era Meg.


NOTE DELL'AUTRICE;
Ehi gente! Questo è solo il prologo, poi domani o dopo pubblicherò il capitolo vero e proprio, e vi darò tutte le precisazioni sulla storia. Ora sono di fretta scusate :) ciao! 

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Capitolo 2
*** Sfreddando gli animi ***


"Ehi Meg!" sentii qualcuno dietro di me chiamarmi e mi girai di scatto. Una smorfia comparve sul mio volto: ero completamente dolorante dopo l'allenamento mattutino. Fissai la folla di ragazzi nel corridoio, e poi scorsi la chioma di Elisabeth. Non che fosse difficile da individuare. Rossa e slanciata, la mia migliore amica era visibile anche a distanza di chilometri. Mi fermai ad aspettarla, sapendo già cosa mi avrebbe detto. Certamente avrebbe iniziato a parlare di Styles, un ragazzo che avrebbe dovuto cantare alle audizioni per partecipare ad XFactor da lì a poco. Era sulla bocca di tutti, ma non avevo capito che cosa ci fosse di così eccitante. "Meg! Finalmente ti ho trovata! Lo sai che Harry andrà ad XFactor?!" mi urlò nelle orecchie. Mugugnai un verso che avrebbe potuto essere un "ovvio che lo so!" ma anche un "davvero?". Ma tanto non ci fece caso, e continuò a parlarmi di... per la verità non so di cosa, perché spensi il cervello e stetti ad osservare il suo volto mentre mostrava tutta la sua gamma di emozioni. Elli, mi aveva detto una volta, avrebbe tanto voluto studiare come attrice, ma i suoi volevano una carriera più prestigiosa per lei. E così era finita ad un College inglese con la sottoscritta.

Arrivammo in classe e qui fu tutto un susseguirsi di saluti, ritrovamenti e altre smancerie che non apprezzavo. Elli mi stava ancora parlando quando mi guardò interrogativamente. "Ehm... cosa?" le chiesi. Alzò gli occhi al cielo, e sorrisi pensando a come fosse difficile soppportarmi dopo un allenamento alle cinque del mattino. "Allora socia, ti stavo chiedendo... l'hai conosciuto?". "Scusa ma di chi stiamo parlando?". Sospirò di nuovo. "Come di chi Meg! Di Harry Styles! È da dieci minuti che ti sto parlando di come sia affascinante avere a scuola uno come lui! Pensa: e se diventa famoso? Ci farà l'autografo? Si ricorderà di noi? Sa almeno chi siamo?". Stavolta toccò a me alzare gli occhi. "Senti, probablemente non passerà neppure la prima selezione, perciò smettila di farti queste paranoie!". Fortunatamente (si fa per dire!) in quel momento entrò in classe il professor Dutter, che incominciò la lezione.

Le cinque ore passarono in fretta, e così all'una mi ritrovai in mensa con Ellie. Stava scrutando la folla in cerca di qualcuno. "Nathan!" urlò improvvisamente, e un ragazzo comparve davanti a noi. Moro, occhi chiari ma soprattutto fisico da palestrato: non c'era da stupirsi se ogni volta che camminava tutte le ragazze nei dintorni si girassero a contemplarlo. Una volta avevo perfino beccato la mia professoressa di Fisica, una donna sposata di cinquantasette anni, a fissargli il culo con insistenza. Nat, per qualche stranissima ragione a me sconosciuta, era il mio migliore amico. Ecco, ora immagino tutti quelli che stanno leggendo che gridano "Friendzone! Friendzone!" come pazzi. Bene, non era assolutamente così. Nat era praticamente mio fratello maggiore, e io gli volevo un bene dell'anima, tutto qui. Mi fidavo di lui ciecamente; era l'unico che poteva abbracciarmi e buttarmi sul letto senza che dovessi preoccuparmi della scatola di preservativi. Inoltre era innamorato pazzo di Angelina, una mia compagna di nuoto, ed io ero il tramite perfetto. Ma torniamo a noi. Nat mi abbracciò velocemente, e lo stesso fece con Elli; poi ci indicò un tavolo libero e se ne andò. Oggi a quanto pare il pranzo sarebbe stato offerto dalla Ditta Meg. Raggiungemmo finalmente il bancone e prendemmo da mangiare, poi ci dirigemmo verso il tavolo occupato da Nat. Accanto a lui si era seduto anche Daniel, il suo conquilino, un ragazzo alto ma spaventosamente magro che passava ore e ore incollato al computer. Mentre mangiavamo gli altri iniziarono a parlare, ma ero troppo stanca per partecipare al discorso. Che giornata di merda. Sentii Nat chiedermi come stavo e accarezzarmi delicatamente la mano, e gli risposi che ero solamente fusa. Non sembrò gradire la risposta. Mi ripeteva sempre che avrei dovuto diminuire gli allenamenti e riposare di più, ma non mi andava di abbandonare il nuoto. Bene, ecco, ora mi veniva da piangere. A volte avevo questi scoppi, ma preferivo essere sempre in camera mia quando succedeva. Strinsi i denti, e ripresi a mangiare, mentre Nat si offrì gentilmente di portarmi in piscina più tardi. Gliene fui immensamente grata, non sarei mai riuscita ad andarci a piedi nello stato in cui ero. Per il ritorno però avrei dovuto arrangiarmi. Quanto odiavo non avere una macchina.

Nel pomeriggio Elli e Daniel uscirono con altri amici, mentre io rimasi con Nat in camera sua a studiare. O meglio, lui studiava mentre io sonnecchiavo sul suo letto, finché non si stancò di vedermi dormire e ingaggiò una battaglia di cuscini. Vinse lui, e da ciò si può capire quanto fossi a terra. Poi, verso le quattro, mi accompagnò in piscina. Lo salutai con un bacio sulla guancia, ma era distratto, e continuava a girarsi a destra e a sinistra. Iniziai a ridere, osservandolo nel disperato tentativo di trovare Angelina. "Arriva sempre in ritardo!" gli dissi andandomene.

Non sto a descrivervi l'allenamento di quel pomeriggio. Vi dico solo che fu un inferno. E se siete anche voi nuotatori potete capirmi. Arrivai ai dormitori alle sette e mezza, in tempo per sistemare il borsone e scendere a cena. Avevo ancora i capelli completamente fradici, e una chiazza d'acqua mi bagnava la maglietta sulla schiena, ma stavo morendo di fame. Presi un hamburger e mi diressi a un tavolo vuoto, dove mangiai in solitudine. Elli era in pizzeria con gli altri, mi aveva scritto da cellulare. Così tornai in camera mia e mi stesi sul letto. Non avevo neppure chiuso occhio quando la porta si aprì la mia amica entrò, portando con sé puzza di sigaretta. "Elli.." borbottai, nascondendo il viso nel cuscino. Avrei voluto restare lì, ma dovevo andare da Nat per portagli informazioni importanti. Mi scusai con lei e feci per uscire, ma mi fermò per un braccio. "I capelli" bisbigliò. Mi guardai allo specchio: poiché non avevo fatto in tempo ad asciugarli, ora si alzavano da tutte le parti. Sembravo Bellatrix (ma ero molto meno sexy). Beh, tanto dovevo solo vedere Nat no? E lui mi aveva visto in condizioni peggiori. Riavvivai con qualche manata la mia chioma e uscii.

Mi pareva di essere uno zombie, e quando arrivai davanti alla porta di camera sua stavo per crollare. Bussai urlando "apri, sono io!" ma non venne ad aprire nessuno. Eppure la luce era accesa, la si vedeva filtrare da sotto la porta. Picchiai ancora una volta contro il legno, ma niente. Frustrata, tirai un calcio gridandogli "senti coglione, non è divertente, lo sai che..." e poi la porta si aprì. Solo che la testa che ne spuntò fuori non era quella di Nat, e neppure quella di Daniel. Occhi color Erba Secca In Un'Estate Di Siccità (una tonalità di colore abbastanza dispregiativa) e capelli castani e ricci, potevano essere di una sola persona: Harry Styles.


NOTE DELL'AUTRICE: Ehilà gente! Non so se a qualcuno importerà ciò che sto per scrivere, ma ci provo :) prima di tutto voglio dirvi che proverò a scrivere una storia su Harry senza che lui sia lo stronzo di turno, o comunque cercherò di fare qualcosa di originale. Non so se riuscirò a finire questa fic, nel peggiore dei casi la lascerò a metà finchè mi verrà qualche illuminazione divina. Inoltre, non sono una Directioner e non so praticamente nulla del 'pre-XFactor', nè dei momenti subito dopo il loro terzo posto, perciò ovviamente mi inventerò tutto. Se mi lasciaste una recensione ne sarei veramente felice, consigli e correzioni sono sempre benvenuti (ma anche i complimenti! ahahah). Peace and Love gente, al prossimo capitolo♡

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Capitolo 3
*** Un piccolo errore ***


HARRY


Qualcuno stava bussando con insistenza alla porta. Chi era a quell'ora? Mike studiava sul suo letto, e non parve minimamente turbato dal rumore che proveniva da fuori. Io invece stavo cazzeggiando al cellulare, e perciò il compito di andare ad aprire alla porta era mio. Intanto, lo sconosciuto si stava divertendo a darle calci, urlando frasi rabbiose. Sempre più incuriosito, la aprii, e la ragazza che mi ritrovai di fronte ammutolì. La conoscevo di vista, avevo qualche corso con lei, ma non le avevo mai rivolto la parola. Certo, era difficile riconoscerla in quello stato: aveva gli occhi rossi e irritati, con due cerchi che li circondavano, mentre i capelli erano del tipo Mi Sono Appena Svegliata. La fissai, cercando di capire cosa l'avesse spinta qui. Improvvisamente arrossì, e mi chiese "Dov'è Nat?". Doveva essere il suo amico grande e grosso, ma perché io avrei dovuto sapere dove fosse? Bah. Comunque le risposi educatamente "Non qui di certo!". Il suo sguardo si fece più intenso, come se stesse cercando un pensiero perso nella sua mente, poi guardò la porta con improvvisa ispirazione. "Oh merda!" si lasciò sfuggire, per poi iniziare a dire parole sconnesse "io.. ecco scusa... nuoto... stanca... sbagliato piano.. che figura... scusa ancora..". Mi salutò con ancora le guance bordó, poi si allontanò nel corridoio, verso le scale.
"Ehi!" le urlai dietro, chiedendomi cosa mi fosse saltato in mente. Ma ormai era tardi. Si voltò verso di me e mi rispose con uno sguardo interrogativo, al che le chiesi "Come ti chiami?". "Meg!" disse con apparente distacco, per poi tornare a camminare.
La osservai con discrezione. Non aveva un così bel sedere come avevo pensato.
Scossi la testa, e me ne tornai in camera.
 


MEG

Stavolta la stanza era giusta, e Nat mi aprì subito. Mi gettai sul suo letto e mi ci raggomitolai. Era incredibile quanto fosse comodo, rispetto al mio. A volte Nat mi lasciava perfino dormire da lui, se lo imploravo in ginocchio e gli pagavo il pranzo. Già, non erano proprio regali i suoi. Si sedette accanto a me, chiedendomi cosa ci facessi lì a quell'ora. Ma non avevo voglia di dirglielo, e così iniziai a parlare con Matt dei suoi piedi. Come il resto del corpo (la parte visibile, s'intende!), erano lunghissimi. Probabilmente non solo io avevo colto il doppio senso, perché mi rispose "Già! E ho altre parti ancora più lunghe! Vuoi vedere?". "Sei il solito pervertito!" sbuffai, tirandogli un cuscino che gli chiuse il computer appoggiato alle sue ginocchia. "Grazie per avermi appena fatto perdere a solo un livello dal mio record!" brontolò.
"Allora, mi dici che sei venuta a fare o no?". Nat, il Re degli Impazienti, aveva parlato. "Ecco.. hai presente la festa di sabato sera? Indovina chi ho convinto a venire?". Lo guardai, gustandomi le emozioni che apparvero sul suo viso.
Sorpresa, speranza, diffidenza; incerto sussurrò "Angelina?". Alzai gli occhi al cielo (ultimamente lo stavo facendo troppo spesso) "e chi altri?". Un urlo liberatorio uscì dalla sua gola, poi iniziò a ballare e a saltare per la gioia. Mi tirò in piedi, avvolgendomi in un abbraccio stritolante e riempendomi di baci. "Ehi!" protestai ridendo "ti stai comportando come una checca lo sai? Domani ti accompagno da Sabdued a comprare un vestitino, Nathalia?". Mi buttò sul letto e prese a farmi il solletico ai fianchi, che soffrivo terribilmente. Grazie al cielo intervenne Matt, che ci minacciò di accendere la sua musica se non avessimo smesso. E dato che la sua musica è il rumore di una chitarra scordata che strimpella note probabilmente casuali, Nat smise di torturarmi.
Lo guardai; i suoi occhi brillavano di felicità, e mi piaceva far parte della sua gioia. Avrei voluto restare nel suo letto tutta la notte, ma non mi ero portata dietro niente e non avevo avvisato Elli.
Mi alzai a fatica. Nat, il "solito" gentiluomo, mi domandò se volessi rimanere, ma non potevo. "Almeno ti accompagno" mi disse serio "non si sa mai che qualcuno si accorga della tua bellezza mentre sfili per i corridoi e ti rapisca". "Come no, in questo stato poi.." mugugnai. Dopo il solletico, i miei capelli si erano ingrovigliati ancor di più. Comunque salutai Matt, e poi uscii a braccetto con Nat.
"Odio quando fai il fratello maggiore geloso, te l'ho mai detto?.
"Uhm, si, all'incirca lo ripeti con una media delle 7,4 volte al giorno". 
"Oh, che rompipalle che sei".
"Un adorabile rompipalle, per la precisione".
Arrivammo finalmente davanti alla mia stanza, accompagnati dallo sguardo attento delle ragazze che passavano per il corridoio, e lo abbracciai. "Grazie" mi sussurrò semplicemente nell'orecchio, solleticandolo. Gli diedi la buona notte, poi entrai in camera.
Elli stava già dormendo, e così mi cambiai silenziosamente per non svegliarla.
Poi mi stesi sul letto, e il sonno non faticò nel venire a prendermi.





NOTE DELL'AUTRICE:
Goodmorning pipol! Finalmente ho aggiornato. Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo questa fic, se poi qualcuno recensisse ne sarei anche più felice! Comunque, alla prossima :) \

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