LA MIA SPORCA E LOSCA VITA
Capitolo 3
Era appena suonata la campanella che segnava la fine delle lezioni, la mia enorme salvezza, e con passo svelto mi stavo dirigendo verso l'esterno dell'edificio scolastico quando una voce familiare mi tolse tutta la felicità da me accomulata in quel momento
"Hey Gwen non dirmi che ti sei dimenticata del favore che mi avevi promesso?!"
Incredibile se ne era ricordato, quindi non mi rimase altra scelta se non rispondere
"No, certo che no, su forza se vuoi vedere Courtney devi seguirmi"
Appena nominai quel nome al ragazzo gli si illuminarono gli occhi e con passo svelto si incamminò dietro di me.
Per quasi tutto il tragitto restammo in silenzio tombale, io ero troppo impegnata a pensare come comportarmi con quel punk perchè, senza alcun motivo in particolare, mi dava veramente sui nervi.
"È inutile che ti sforzi"
Di nuovo quella fastidiosissima voce mi aveva risvegliata dai miei pensieri
"Di cosa stai parlando?"
"Lo sai bene, me non mi inganni"
"Okey okey lo ammetto, non mi vai per niente a genio"
Detto questo il silenzio ritornò sovrano fino a quando non giungemmo davanti alla casa di Courtney.
"Non ti azzardare a toccarla"
Dissi in modo acido
"Certo certo Gwen"
"E non chiamarmi per nome"
Finita la nostra breve discussione suonai il campanello per poi aprire il cancello e entrare in casa della mia amica con dietro di me "la sorpresa".
"Gwen che piacere vederti, ma non era stasera l'appuntamento"
"Certo Court ma ti dovevo far vedere una persona che freme dalla voglia
di incontrarti"
Detto questo mi spostai lasciando libera visuale all'ispanica abbozzando un sorriso, per poi vedermela schizzare di fianco come un lampo e avvinghiarsi al petto del punk.
"Ohh Duncan sei veramente te ?! Da quanto tempo"
"Gia....mi sei mancata Court"
"Anche te"
Disse prima di fiondarsi nelle labbra del ragazzo e baciarle avidamente.
Rimasi attonita davanti a quella scena, bella e disgustosa allo stesso tempo, finchè Courtney si staccò e si decise a parlare
"Ehm Gwen...lui è Duncan"
"Questo lo so anche io grazie"
Risposi seccata per poi far continuare il discorso alla ragazza
"E diciamo che noi due stiamo insieme ma per un trasferimentro improvviso ci siamo persi di vista però adesso, grazie a te, siamo di nuovo uniti"
Ci fu un attimo di silenzio che fu immediatamente interrotto da Duncan
"Bhe io direi che è ora di andare, ciao Court e..... ciao ragazzina"
Prese la giacca e se ne andò chiudendosi poco delicatamente la porta alle spalle.
"Allora dato che sei gia qua ti va di iniziare i preparativi?"
A quanto pare Courtney stava cercando di sviare il discorso ma non lie lo permisi
"Bhe intanto la festa doveva essere a casa mia e poi.."
"Oh Gwen hai ragione ma sai ho cambiato idea"
Incredibile stava provando in tutti i modi di farmi dimenticare di quella storia ma io non demorsi
"Court!!"
Ero veramente infuriata e questo la ragazza sembrò notarlo cosi, per mia enorme gioia, decise di parlare.
"Okey dai, chiedi pure"
"Bhe volevo soltanto sapere come vi siete conosciuti"
ci fu un attimo d'esitazione da parte dell'ispanica che si riprese subito dopo
"Ci siamo incontrati tre anni fa, quando avevo appena iniziato la prima superiore"
Dovete sapere che Courtney ha tre anni in piu di me ed è anche per questo che lei preferisce fare la mente piuttosto che l'azzione.
"Bene, ora sono a posto"
Accennai un sorriso per poi continuare a parlare
"E dimmi, qual'è la nostra prossima vittima?"
"Si chiama Richard Wotson è un imprenditore che sfrutta i suoi dipendenti"
"Perfetto! E per quando sarebbe l'attentato?"
"Sta sera"
"Quindi la festa era un diversivo....me lo dovevo aspettare da te"
Detto questo cominciammo a progettare un piano che potesse andare bene per quella situazione finendolo tre ore dopo.
"Perfetto, ora non ci resta che prendre tutto il materiale necessario"
Esordii io andando nella stanza al piano superiore per cambiarmi e scendendo pochi minuti dopo con addosso la mia divisa di lavoro notturno.
"Gwen sei sempre bellissima con quel vestito"
Disse Courtney come di sua consuetudine, anche se dovevo ammettere che era vero perchè quella tuta nera riusciva ad esaltare alla perfezzione le mie esili curve.
Finiti i nostri soliti convenevoli mi diressi verso l'uscita, presi il cappotto nero per coprirmi gli abiti da me indossati, e salii in macchina con la mia amica dove partimmo a razzo verso il luogo in cui poche ore dopo si sarebbe tenuto il delitto.
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"Svegliati siamo arrivate"
Aprì gli occhi e rimasi senza parole, eravamo davanti a un enorme villa illuminata con una recinzione altrettanto grande, troppo attiva per i nostri gusti.
"Vai! Ti copro io le spalle.."
Incominciai a correre verso il retro della villa dove si trovava il generatore, per disattivarlo e poter scavalcare l'enorme barriera indisturbata, presi il walkie talkie datomi prima da Court e lo accesi
"Cortney la combinazione"
Ci fu un rumore di tasti e subito dopo la risposta
"2759"
Inserì i numeri nel display dell'aggeggio elettronico che emise uno strano rumore nello spegnersi.
"Ho fatto, e ora?"
"Vai nel fianco destro del cancello li troverai un'entrata"
Finite le spiegazioni mi diressi verso il punto indicatomi dalla ragazza dove, come anticipato, trovai un'entrata che oltrepassai senza troppi sforzi per poi dirigermi verso il portone.
"Aspetta!! Entra dalla finestra davanti a te, io intanto disattivo le luci all'interno della villa"
Detto fatto in un secondo tutta l'illuminazione si spense e io potei infiltrarmi indisturbata all'interno della casa, proprio nella stanza della vittima stabilita.
Appena dentro una voce flebile echeggiò per tutto lo spazio abitato
"C'è qualcuno?"
Chiese l'uomo alquanto preocupata impugnante un coltello, ma non risposi
"Non fatemi scherzi...allora c'è qualcuno?"
Di nuovo nessuna risposta.
Con tutta quell'oscurità riuscì con un'agile mossa a portarmi alle sue spalle intrappolandogli le braccia
"Ciao"
"C c che cosa? Non dirmi che sei Black?"
"Certo"
Esordì prima di infilzarli il pugnale che tenevo nella fodera alla cintura.
"La prossima volta impari a non fare il bastardo"
Dissi al cadavere ormai coperto da un'enorme pozza di sangue mentre prendevo il walkie talkie per dare la notizia alla mia collega.
"Ho fatto Court"
"Perfetto, l'ultimo particolare e abbiamo completato la missione"
È vero me ne stavo dimenticando dovevo lasciare il nostro segno di riconoscimento cosi,mentre mi dirigevo verso il nostro mezzo di trasporto, mi lasciai cadere alle spalle un biglietto interamente nero con su scritto:
"Black è stato qui"
Gia proprio cosi Black aveva colpito ancora e non si sarebbe piu fermato, pensai abbozzando un sorriso sghembo.
Angolo autrice:
Ed eccomi di nuovo qui col terzo capitolo
Ho deciso di aggiornare oggi per farmi un auto regalo (è il mio compleanno) ^.^
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento anche se corto ): come sempre ):
Un enorme grazie a tutti coloro che leggono questa storia :3 |