Janelock

di giulietta smiley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 2: *** Il gioco ha inizio ***
Capitolo 3: *** Avevo bisogno di lui, come lui aveva bisogno di me ***



Capitolo 1
*** Un incontro inaspettato ***


Credevo sarebbe stata una giornata come le altre e invece fu l'inizio di un susseguirsi di tante e meravigliose avventure …

 

Come ogni venerdì , i ragazzi venivano preparati per incontrare i loro parenti e amici, dopo aver seguito  il programma e accurati colloqui con assistenti sociali e psicologi è ovvio.

Io ormai stavo li da ben 3 anni e nessuno aveva mai mostrato interesse nei miei confronti, ma questo non importava perché quello che volevo era solo andarmene da li appena compiuti 18 anni … quindi mentre tutti gli altri alla fine iniziavano il loro programma di riabilitazione, io cercavo sempre un modo per scappare. Ovviamente senza successo.

 

Mi alzai dal letto e, dopo essermi vestita, andai a fare colazione alla mensa . Mentre mangiavo i cereali qualcuno si avvicinò a me …era la Signorina Colfer (la direttrice) che si sedette accanto a me e iniziò a parlarmi :

<< Cara Jane , ormai sono 3 anni che sei qui, non hai mai legato con nessuno e gli incubi del tuo passato continuano a tormentarti. Tra poco compirai la maggiore età ed entrambe sappiamo che non è semplice la vita al di fuori di queste mura … Ma cè ancora una piccola speranza per te! Poco fa è venuta una persona molto gentile che ha chiesto esplicitamente di te … Quindi per favore, potresti sforzarti almeno per oggi e andare a questo incontro? Non starai da sola ovviamente, come ben sai ci saranno anche l'assistente sociale e lo psicologo …>>

<< Devo proprio ? Insomma tanto sappiamo come andrà a finire ! >>

<< …Ma almeno provaci … Magari è la persona che stavi aspettando >>

<< Va bene … Ma solo per pochi minuti, se vedo che non mi piace me ne vado ! >>

<< Certo, certo … Mi sembra naturale >> disse lei con voce non molto convincente ...

 

Quindi per tutta la mattinata cercai di prepararmi al meglio e dopo pranzo andai nella sala grande, mi misi seduta su una sedia vicino alla finestra aspettando che venisse qualcuno … Immaginavo sarebbe venuta mia nonna o un mio vecchio amico di scuola … Insomma mi aspettavo di tutto, tranne LUI .

Un uomo molto alto, sarà stato minimo 180 cm, moro con degli occhi coloro cristallo, il suo sguardo era acuto e penetrante e il naso sottile e aquilino conferiva alla sua espressione un'aria vigile e decisa, molto pallido e magro, sembrava non mangiasse da giorni, si sedette vicino a me e mi chiese :

 

<< Alcolizzata o drogata? >>

<< Come scusi ? >>

<< Ho chiesto : alcolizzata o drogata ? >>

<< Ma lei come …. Ah giusto , deve aver parlato con gli assistenti sociali e comunque non sarei qui se non fossi un'alcolizzata… >

<< Ottima deduzione Watson , ma si dà il caso che non sono stato io a parlare con gli assistenti sociali o con gli psicologi , è stato mio fratello … Io ho soltanto osservato e infine dedotto alcuni aspetti che riguardano il tuo passato >>

<< E sentiamo come è arrivato alla domanda che mi ha appena fatto ? >>

<< Elementare Watson , te lo spiego subito : Mentre guardavi fuori dalla finestra ho notato subito la tua cicatrice sul collo a sinistra ,un taglio molto profondo, mi fa pensare subito ad un tentato suicidio. Si vede dalla profondità del taglio che è stato un atto volontario e che è stato un coltello da cucina. Guardandoti attentamente poi ho visto i tuoi polsi e ho notato altre cicatrici vicino le vene, quindi escludo che sei stata violentata. Ergo, tentato suicidio. Indossi all'anulare sinistro un anello , di poco valore e rovinato … Non è della tua misura quindi deduco che apparteneva ad una persona a cui tenevi molto . Sei molto distaccata con le altre persone e non ti fidi di loro , altrimenti non ti saresti messa qui da sola a fissare l'unico albero che si trova in giardino, ritengo dunque che in passato hai avuto problemi in famiglia … Non penso tu abbia avuto un incidente… Ne che uno dei tuoi parenti sia morto di malattia … Correggimi se sbaglio …>>

<< No, no fin qui ha avuto ragione su tutto , ma la prego di non andare avanti … >>

<< Come vuoi >> mi disse con un sorrisetto stampato sulla faccia , come se fosse stato fiero di ciò che aveva appena detto .

 

Dopo di che entrarono anche gli assistenti sociali uno psicologo e un' altra persona , probabilmente il fratello di cui aveva parlato prima . Quest'ultimo mi guardò e poi disse agli assistenti sociali :

 

<< Perfetto, allora concludiamo ? >>

 

Senza dire niente la direttrice gli diede il foglio di libera uscita , lui firmò e se ne andò via senza dire nulla . Rimase solo "il moretto", stava guardando fuori dalla finestra :

 

<< A te piace il violino ? >> mi guardai intorno , ma stava parlando con me ?

<< Come scusi ? >>

<< Io suono il violino quando penso e qualche volta non parlo per giorni interi , due potenziali coinquilini dovrebbero conoscere i difetti reciproci >> mi disse sorridendo

<< " Potenziali coinquilini " ?! Ma di che sta parlando ? Chi ha mai parlato di coinquilini ? >>

<< Io. Stamattina mio fratello ha detto che non sarebbe stato facile per me trovare un coinquilino e dopo pranzo mi porta qui e mi presenta una ragazza di 17 anni con un passato sconosciuto, non è stato difficile >>

<< Gli assistenti sociali non permetterebbero mai ad una ragazza minorenne di andare a vivere con uno sconosciuto di 15 anni più grande di lei ….>>

<< 10 in realtà …>>

<< Non è quello il punto! Anzi a dire il vero è proprio contro le regole ! Prima di tutto sono i parenti che possono firmare per la liberatoria del minore e tu non sei un mio parente, secondo io non ho nessuno intenzione di andare via con te ! Quindi mi dispiace per te ma questa sarà l'ultima volta che mi vedrai ! >>

<< Mi dispiace dirtelo ma come hai visto mio fratello ha già firmato le carte , la direttrice stranamente ha accettato … ma non mi sorprende più di tanto dato che Myc… Beh non importa , comunque ho già adocchiato un piccolo appartamento al centro di Londra , mio fratello se lo può permettere ; ci vediamo li domani sera alle 19.00 pm . Scusa devo scappare ho lasciato il mio frustino all'obitorio …>>

<< Tutto qui !? >>

<< "Tutto qui" cosa ? >>

<< Vuole condividere un appartamento con me ? >>

<< Problemi ? >> disse come se niente fosse

<< Noi due non ci conosciamo affatto , non conosco il posto e nemmeno il suo nome >> dissi in maniera molto schietta .

 Mi guardò molto attentamente e poi disse :

<< Io ti conosco molto bene. So che da piccola sei stata violentata da tuo padre ed è stato lui stesso ad uccidere tua madre, quindi sono intervenuti gli assistenti sociali e ti hanno affidato a tua nonna. Hai iniziato   a bere e alla fine sei diventata un alcolizzata e hai tentato il suicidio diverse volte e tua nonna, non avendo nessuno che l’aiutasse, ti ha costretto a venire qui in riabilitazione. Tuo padre è stato rilasciato ma tu non ne vuoi più sapere di lui anche se ti scrive spesso tu non leggi mai le sue lettere . La tua analista pensa che il vizio che hai di mangiarti le cuticole sia psicosomatico, diagnosi corretta temo. E' sufficiente per frequentarci non credi ? >>

Si gira di scatto , cammina verso la porta e quando la apre si volta un attimo : 

<< Il mio nome è Sherlock Holmes e l'indirizzo è il 221B di Baker Street >> mi fa l'occhiolino e poi se ne va chiudendo la porta dietro di se .







Angolo autrice :
spero che questa storia vi stia piacendo. Per favore continuate a seguirla e se volete recensite ! =) Fa sempre piacere ricevere critiche ( sia positive che negative ) ;-)  

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Capitolo 2
*** Il gioco ha inizio ***


 

A quell'epoca non avevo idea delle conseguenze che avrei dovuto pagare , ma ne è valsa la pena …

 

 

Subito dopo finita la conversazione andai a cercare la direttrice per farmi dare spiegazioni , per tutto il resto della giornata non l'avevo più vista . Mi chiesi come fosse stato possibile tutto ciò , era illogico che accettassero la liberatoria eppure così è stato . Non sapendo cos'altro fare andai su internet a cercare qualche informazione sulla famiglia Holmes , non trovando molto andai a dormire .

All’inizio non riuscii a prendere sonno pensando a cosa sarebbe successo il giorno dopo , a partire da quel giorno non sarei più stata una semplice ragazza dell’istituto che preferisce stare in solitudine ma sarei addirittura andata a vivere con una persona che non conoscevo affatto. Ero talmente scioccata da tutto ciò che era successo che mi sembrava di soffocare sotto quelle lenzuola, così decisi di alzarmi dal letto e andare in bagno ... Prendendo una lima per le unghie da sotto il materasso ...

 

 

Il giorno dopo la Signorina Colfer entrò nella mia stanza mentre io preparavo la valigia in lacrime :

 

<< Tesoro mio , perché piangi ?>> disse lei preoccupata .

<< Come è possibile che tu abbia accettato tutto questo ?! Sei andata contro le regole ! In più non mi hai neanche chiesto un parere ! E se non mi piace la persona con la quale andrò a vivere ? E poi perché subito il giorno dopo ? Non ci vuole almeno un minimo di preparazione ?! >> Ero disperata , non volevo lasciare l'istituto , ormai ero abituata a stare per conto mio , ad essere indipendente , a non appartenere a nessuno .

<< Tesoro …è complicato da spiegare …comunque in base ad alcune leggi che mi hanno fatto vedere tu puoi uscire da qui adesso, non preoccuparti ; sono sicura che ti troverai benissimo con questa persona…è MOLTO SPECIALE . Non ti farà mai mancare niente fidati …e se ci sono problemi puoi sempre contattarmi . >> disse sorridendomi e confortandomi .

 

Mi preparai psicologicamente per tutto il giorno , salutai i miei compagni d'istituto, in maniera abbastanza formale dato che non conoscevo praticamente nessuno e tutti gli assistenti che hanno cercato di aiutarmi in questi anni. Sarà strano ma in 3 anni non ho mai avuto dei veri amici quindi alla mia partenza nessuno era triste … solo io , ma non per il fatto che non sarei mancata quasi a nessuno ma semplicemente per il fatto che me ne stavo andando .

Ormai erano le 18.30 e io dovevo andare in quel maledetto appartamento , quindi la direttrice mi chiamò un taxi e mi diede una mano a portare i bagagli . Ci salutammo dal finestrino facendo un finto sorriso per farla contenta in realtà dentro di me urlavo.

 

Così ebbe inizio la mia nuova vita , affiancata da una persona di cui non avevo la minima informazione , e una nuova casa , la quale dovevo dividere con un perfetto sconosciuto …

Dopo qualche minuto di viaggio, il taxi si fermò davanti ad un portone , bussai e intanto che aspettavo arrivò un altro taxi . Da li uscì Sherlock Holmes :

 

<< Salve Signor Holmes … >>

<< Per favore chiamami Sherlock , dopo tutto non abbiamo molti anni di differenza >>

<< ah… ok … >>

<< Allora che ne dici ? >> mi disse

<< E' un quartiere di lusso , deve essere molto costoso … >>

<< La signora Hudston , la proprietaria ,mi fa un prezzo speciale , mi deve un favore : Qualche hanno fa suo marito fu condannato a morte in Florida e io riuscii ad aiutarla… >>

<< Quindi sei riuscito a bloccare quell'esecuzione …>> pensai , da come lo stava raccontando

<< Oh no … la confermai >> mi disse sorridendo .

Si sentì il rumore del portone che si aprì e comparve davanti a noi una donna di mezza età , la signora Hudston supposi .

 

<< Caro Sherlock ! >> disse la signora abbracciandolo fortemente .

<< Signora Hudston , le presento la signorina Jane Watson >>

<< Molto piacere signora Hudston >>

<< Prego accomodatevi pure >> disse la signora Hudston .

 

Ci accompagnò fino al nostro appartamento . Poi salimmo le scale e Sherlock aprì la porta con le chiavi che le aveva dato la signora Hudston . Appena entrai vidi il finimondo : Era messo tutto sottosopra , la cucina era un disastro , vi era di tutto tranne che strumenti per la cucina e cibo …l'unica cosa in ordine era la libreria , piena di libri. 

 

<< Potrebbe essere… carino >> dissi mentendo un pochino anche a me stessa, ma perchè continuavo ad illudermi ?!

<< Si .. si lo credo anch'io …>> disse

<< Basta togliere questa robaccia …. >> cominciai a dire , ma non feci in tempo a finire la frase perché mi accorsi che lui contemporaneamente stava dicendo : << …per questo ho già traslocato >>

<< Oh…>> era la sola cosa che mi era venuta in mente << …Quindi questa è tutta roba tua ? >>

<< Beh …ovviamente posso sistemare un pò le cose >> disse mentre iniziò a togliere un pò di cianfrusaglie dal divano .

 

Mentre lui cercava di nascondere i suoi effetti personali vidi una cosa che mi lasciò molto sorpresa .

 

<< Quello è un teschio ? >> chiesi molto incuriosita .

<< E' un mio amico …e con amico intendo …. >> non finì la frase , non so per quale motivo .

<< Cosa ne pensa signorina ? >> mi chiese la signora Hudston molto cortesemente.

 

<< Cè un'altra stanza da letto , sempre se vi occorrono due stanze da letto >> disse titubante .

<< Certo che occorrono due stanze da letto ! >> dissi sgranando gli occhi .

<< Oh.. sa comè ... >> e iniziò a parlare degli altri vicini di casa , ma non la stetti a sentire più di tanto , ero rimasta troppo scioccata dall'affermazione di prima .

<< Sherlock ! Guarda che gran confusione in cucina ! >> urlò la signora Hudston , e si mise a mettere a posto, credo sia una maniaca dell'ordine . 

Non sapendo che fare , misi per terra le valige e mi sedetti su una poltrona :

 

<< Ti ho cercato su internet ieri sera … >> dissi .

<< Qualcosa di interessante?  >> mi chiese .

<< Il tuo sito : Scienza della deduzione >>

<< Cosa ne pensi ? >> Era incuriosito dalla risposta , ma io feci una faccia sconcertata e lui non capì il perché .

<< Tu dici di saper riconoscere un programmatore dalla cravatta e un pilota di linea dal suo pollice sinistro... >>

<< Si. E so leggere la tua vita dal tuo viso e dalle tue mani e le abitudini alcoliche dal tuo cellulare >> mi disse .

<< Come ? >> chiesi , ma fummo interrotti dalla signora Hudston :

<< Che mi dici di questi suicidi Sherlock ? Pensavo che ti interessassero . Tre perfettamente identici ! >>

<< Quattro …>> la corresse Sherlock << ce nè stato un quarto e cè qualcosa di diverso questa volta … >>

<< Un quarto ? >> chiese la signora Hudston.

 

Si sentirono dei passi affrettarsi per le scale , era l'ispettore Lestrade che veniva a parlare con Sherlock :

 

<< Dove ? >> lo precedette Sherlock . Così iniziarono a parlare del quarto suicidio avvenuto a Londra . 

<< Qual’è la novità , sennò non saresti mai venuto a cercarmi….>> disse Sherlock .

<< Hanno lasciato un messaggio , vieni con me ? >> chiese Lestrade .

<< Mi serve un assistente …Anderson non lavora bene con me …>>

<< Vieni con me ? >> insistette Lestrade .

<< Non con l'auto della polizia …>> disse Sherlock . Appena Lestrade se ne andò Sherlock esultò dalla gioia per il nuovo caso affidatogli , sembrava come un bambino il giorno di Natale .

<< Signora Hudston io vado , Jane serviti qualcosa di freddo io farò tardi , buona notte ! >> e se ne andò lasciandomi da sola .

 

<< E' sempre così agitato ! Il mio caro marito era uguale …Lei mi sembra un tipo molto più casalingo. Le preparo una tazza di thè lei si riposi …>> disse gentilmente la signora Hudston .

<< DANNAZIONE ! >> Urlai io dallo stress << scusi … >> La signora Hudston si preoccupò e dovetti inventarmi una scusa per farla stare meglio.

Di certo non potevo dirle che mi serviva ASSOLUTAMENTE il bagno e una bottiglia di alcool ...e poi ero appena uscita da quell’orribile posto, non potevo cadere in quella trappola un’altra volta...

 

<< Si un thè , grazie …con dei biscotti ! >> dissi .

<< Non sono la governante ! >> replicò lei irata .

 

Iniziai a leggere il giornale per capire meglio di cosa parlavano prima Sherlock e l'ispettore Lestrade , ovviamente avevo già sentito parlare nell’istituto di questi suicidi tutti e tre uguali ma non mi era mai importato molto dato che succedevano al centro di Londra e il centro di riabilitazione stava in aperta campagna .

 

<< Tu vorresti laurearti in medicina , vero ? >>Da dietro la porta comparve di nuovo Sherlock .

<< Si >> risposi .

<< Vorresti diventare un bravo medico ? >>

<< sarebbe un sogno… >>

<< dovrai essere pronta a vedere molte ferite molto gravi , morti violente e malattie ... >>

<< certo , si … penso di essere abbastanza pronta per questo, ho già visto dei morti in passato …e per quanto riguarda ferite molto gravi, beh... penso che già sai la mia risposta...>>

<< Vuoi venire con me ? >>

<< Si ! >> risposi in maniera forse troppo eccitata pur sapendo dove stavamo andando .

 

Quindi andai ad avvertire la signora Hudston che uscivamo entrambi e che avrei preso il thè con lei un'altra volta .

Suicidi impossibili , ben quattro … sarebbe assurdo restare a casa quando cè qualcosa di divertente , anche se esserne così felici è indecente ; ma ormai il gioco è iniziato .

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Capitolo 3
*** Avevo bisogno di lui, come lui aveva bisogno di me ***


Qui siamo alla fine della storia. Dopo aver capito che i suicidi in realtà erano omicidi ideati da un certo Moriarty, Sherlock lo ha fermato ma ha dovuto pagare un prezzo molto caro: 

Dopo aver instaurato un forte legame sbocciato in amore con la sua nuova coinquilina, ha dovuto lasciare tutto e tutti per il loro bene.

Uccidendo Moriarty ha dovuto suicidarsi per non far si che venissero uccisi suoi amici più cari.

Ma proprio durante il funerale di Sherlock Jane si sente male e scopre che "qualcosa" di Sherlock in lei è rimasto …

 

 

E' strano … erano passati 3 anni da quando … beh si sà da quando; eppure quando guardavo John giocare con il piccolo chimico mi sembrava proprio di avere lui davanti … la cosa non mi stupisce più di tanto però .

Stavo preparando John per portarlo all'asilo quando sento qualcuno bussare alla porta … di solito la signora Hudson chiama prima di venire a trovarci , non pensavo fosse lei . Appena aprii la porta … non mi sentivo più il pavimento sotto i piedi , dico nel vero senso della parola dato che sono svenuta . Non potevo credere a ciò che avevo appena visto .

Sherlock Holmes era vivo .

Dopo credo una decina di minuti mi risvegliai e mi trovai sulla poltrona del mio , o forse dovrei dire del "nostro" appartamento … ebbene si , perché Lui era proprio li davanti a me . Dopo 3 anni scopro che non era morto , si era nascosto per accertarsi della morte di Moriarty ; ovviamente era stato aiutato dal fratello mentre io … io avevo vissuto nella menzogna , mentre cercavo di crescere un bambino quando anche io non ero che un' adolescente di appena 18 anni .

Trovandomi i suoi bellissimi occhi color cristallo davanti ai miei rimasi senza fiato … Lui mi fece un sorriso poi disse :

“ Non credevo che dopo tutti questi anni ti facessi lo stesso effetto della prima volta che ci siamo incontrati . Comunque , credo di doverti delle spiegazioni … e se sei arrabbiata ne hai tutto il diritto … “

“ Essere arrabbiata ?! Io non sono arrabbiata … sono furiosa ! Ti credevo morto ! Io ho visto quando sei caduto dal tetto ! Sembrava tutto così reale…ma ovviamente ne hai fatta una delle tue , con l'aiuto di tuo fratello ovviamente “

“ Per una volta Mycroft è servito a qualcosa … “ sogghignò

“ Ma non capisci ? tutti questi anni … non ti sei fatto mai sentire , neanche per dirmi i tuoi piani ! come se non ti fidassi di me ! “ dissi con quel poco di voce che riuscivo a tirar fuori

“ Non è che non mi fidavo di te , ma la cosa doveva sembrare più realistica possibile … mi dispiace tanto , credimi . Mi sei mancata molto amore mio “

Stavo per rispondere quando sentii strattonarmi la gonna da sotto e una vocina dire :

“ Mamma , chi è ? “

Rimasi scioccata da quella domanda . Non sapevo cosa rispondere . Mi voltai e vidi il viso di Sherlock scosso . Mi sembra più che normale che lui non sapesse chi fosse il bambino accanto a me … erano tre anni che non si faceva vivo …letteralmente parlando . Ma qualcosa mi disse che aveva capito ; comunque sia , con le lacrime agli occhi risposi :

“ Tesoro mio , lui … è tuo padre “

Chiamai la signora Hudson così che portasse all'asilo John e io potessi parlare con Sherlock con calma . Appena chiusero la porta dietro di loro , iniziò la discussione :

“ Perché Mycroft non mi ha detto niente ? “ disse Sherlock

“ Forse per lo stesso motivo per il quale TU non hai detto niente a ME . Non voleva farti preoccupare , e questo posso capirlo “

“ Ma dirmi che ero diventato padre … insomma era mio diritto saperlo ! “

“ Neanche io te lo avrei detto se fossi stato in lui ! “ dissi arrabbiata

“ Non mi voleva dire che ero diventato padre ?! “

“ Non è che non voleva dirtelo , è che non c'eri ! “ dissi con gli occhi tutti rossi a furia di piangere 

“ 3 anni … sei stato via 3 anni ! Io avevo bisogno di aiuto , ma ero da sola “

“ Ma non eri da sola , Myc mi ha detto che la signora Hudson si occupava sempre di te e che ogni tanto venivano a trovarti sia lui che Lestrade … “

“ Ero da sola perché tu non eri accanto a me ! Non è la stessa cosa senza di te . Tutto sembrava così vuoto e spento , mi sembrava di essere tornata in orfanotrofio … stavo per richiudermi in me stessa ma poi ho pensato al bambino che portavo in grembo … e ho pensato a te . Non potevo arrendermi … Non è stato per niente facile , crescere un bambino da sola … E poi tu arrivi qui come se niente fosse e… “

Non riuscii più a parlare perché lui mi soffocò con uno dei suoi abbracci .

Quanto mi era mancato il suo odore , le sue mani che mi toccavano , la sua bocca a stretto contatto con la mia e il suo respiro . Ma soprattutto i suoi occhi , non riuscivo mai a reggere il suo sguardo per più di 5 secondi .

Restammo per tutta la mattinata nel letto , continuando a coccolarci come facevamo un tempo . Dopo tutto lo amavo , non potevo non perdonarlo . Avevo bisogno di lui , come lui aveva bisogno di me .








Angolo Autrice :
Salve a tutti ! Neanche io volevo che finisse subito questa storia ma sinceramente avevo già scritto questo finale tempo fa e non sapevo come andare avanti quindi ho saltato la parte in mezzo e sono arrivata direttamente alla fine xD Se mi verranno in mente mettereò dei "Missing moments" alla storia che saranno sicuramente i momenti tra i nostri due "piccioncini" ;-) ancora un grazie a tutti quelli che hanno seguito questa storia :-) 

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