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Una mano, pigramente, sbucò fuori dal cumulo di coperte e si
posò sull’infernale aggeggio che ogni mattina interrompeva il sonno della
proprietaria.
Un ammasso informe di capelli rosa iniziò lentamente a
fuoriuscire dal piumone arancio. Non appena anche il volto fu scoperto, Doremi
aprì lentamente gli occhi, prontamente chiusi dopo che un raggiò di sole
proveniente dalla finestra li colpì.
“Perché i corsi devono iniziare così presto?” si chiese
uscendo dal torpore del proprio letto e preparandosi ad un’altra giornata di
lezioni e lavoro.
Si sedette di fronte alla specchiera, prese la spazzola e
iniziò a passarla sui lunghi capelli.Tenerli in ordine stava diventando problematico, ma mai e poi mai
avrebbe rinunciato a quella chioma che ormai le arrivava ben oltre la vita.
Prese dal cassetto il fermaglio con il ciondolo a forma di
nota musicale, e si lego i capelli in un’alta coda di cavallo. Ormai usava
raramente acconciarli nei vecchi odango, abituali invece quando era una
bambina.
Il suo sguardo cadde, involontariamente, sulla fotografia
posta sul ripiano. Ritraeva lei, qualche anno prima, in compagnia di Tetsuya,
il suo ex-fidanzato… si conoscevano fin dai tempi delle elementari e da quelli
della terza media erano stati fidanzati… almeno fino a pochi mesi prima.
A Tetsuya era stato proposto di giocare nella squadra di
calcio dell’Università di Tokyo, una delle più prestigiose del Giappone e con
questo era annessa una borsa di studio, un’opportunità troppo ghiotta per
lasciarsela sfuggire. Questo, purtroppo, aveva implicato anche il trasferimento
del ragazzo nella città.
Malgrado i loro tentativi di mantenere il loro rapporto: lo
studio, i continui allenamenti di Tetsuya e il lavoro di Doremi, li avevano
allontanati sempre più, fino a che non presero la decisione di separarsi.
Sebbene dolorosa, sapevano che sarebbe stata l’unica soluzione, se avessero
continuato la loro storia avrebbero finito con litigare e rompere ogni
possibilità di riavvicinamento in futuro. In questo modo, forse, un giorno si
sarebbero ritrovati.
A quei ricordi le lacrime salirono agli occhi della ragazza,
che prontamente le scacciò. Non era più tempo di deprimersi. In fondo avevano
solo diciannove anni, ci sarebbe stato tutti il tempo in futuro per stare
insieme. Perché ne era sicura: Tetsuya Kotake era, e sarebbe stato, l’amore
della sua vita.
La porta della sua camera si spalanco e la figura di sua
sorella Pop comparve sulla soglia. –Doremi! Vuoi sbrigarti! Sono le otto
passate! – la rimproverò uscendo e sbattendo la porta e lasciando Doremi
impietrita. Dopo pochi secondi realizzò ciò che le era appena stato detto.
-Aaahhh!!!
Sono in ritardo! – schizzò in piedi e si gettò a capo fitto nell’armadio, in
cerca della divisa, la indossò e si precipitò in cucina.
-Finalmente Doremi. Tua sorella è pronta già da un pezzo! –
la rimproverò la madre, per poi sorriderle amorevolmente. –Siediti, che ti
porto la colazione… -
-Scusa mamma… non ho tempo… - disse, strappando dalle mani
del padre una fetta di pane tostato con sopra della marmellata e uscendo a
tutta velocità fuori dalla porta.
Iniziò a correre sul marciapiede verso l’università. Per
fortuna la facoltà di lettere non era molto lontana da casa sua. Un piccolo
sorriso apparve sulle sua labbra: Doremi Harukaze, la schiappa dello studio,
aveva deciso di frequentare l’università e diventare insegnante di lettere… la
signorina Seki, quando le aveva dato la notizia, non credeva alle sue orecchie.
Malgrado fosse passato molto tempo quella donna era sempre stata una figura
molto importante per la ragazza.
Entrò dentro all’immenso edificio e salì al terzo piano,
dove si trovava l’aula del primo corso della giornata. Ci mise un po’ di tempo
per trovarla. Benché fosse quasi un anno che frequentava quella facoltà aveva
ancora un po’ di problemi ad orientarsi nei vari corridoi.
Appena giunta davanti alla porta trovò ad attenderla una
ragazza con dei lunghi capelli castani e un paio di occhiali. Hazuki, appena la
vide, sorrise e le andò in contro.
-Finalmente Doremi. Non hai sentito la sveglia nemmeno
stamattina? – le chiese, dirigendosi insieme all’amica all’interno della classe.
Doremi scosse la testa. –Affatto… solo che mi sono persa a
pensare… - un lampo di tristezza passò negli occhi della rosa, e Hazuki capì
immediatamente la natura dei suoi pensieri.
Prese l’amica a braccetto e la trascinò. –L’importante è che
tu sia arrivata in tempo. Ora è meglio che ci spiacciamo. Il prof dovrebbe
arrivare tra pochi minuti. –
Le due ragazze si sbrigarono a raggiungere i loro posti in
quinta fila. Mentre saliva le scale, Doremi inciampò in uno zaino. Chiuse gli
occhi attendendo il dolore dovuto alla colluttazione con il pavimento, ma
questo non arrivò.
Avvertì una leggera pressione sull’addome. Aprì gli occhi…
poté vedere un braccio che la sorreggeva e, lentamente, la tirò in piedi. Si
voltò per trovare il proprietario e ringraziarlo.
-Ti ringraz…- ma le parole le morirono in bocca non appena
il suo sguardo incrociò quello viola del ragazzo, ma la sua attenzione fu
catturata dai suoi capelli scompigliati azzurri per quanto riguardava la parte
superiore, blu quella inferiore. Avvertì una vampata di calore salirle alle
guance.
Il giovane incrociò le braccia. – Be’… allora? – chiese,
impaziente.
-V…volevo ringraziarti… - rispose la ragazza, un poco
imbarazzata.
-Uhm… sta’ più attenta a dove metti i piedi! – poi si
abbassò e raccolse lo zaino incriminato –Guarda come lo hai ridotto! – esclamò
pulendolo dalle impronte delle scarpe della ragazza.
Doremi si ridesto dal suo stato di trance. –Vuoi dire che
quel coso è tuo? – chiese, con un po’ di rabbia nel tono.
-Esatto. E tu lo hai calpestato. – ribatté l’azzurro.
-Non lo avrei fatto se tu non lo avessi lasciato in mezzo al
passaggio! – la ragazza strinse i pugni e si sporse in avanti.
-Uhm…- il ragazzo di voltò e tornò a sedersi al suo posto,
ignorando le ultime parole di Doremi.
-Ehi tu! Non abbiamo finito di… - ma venne interrotta da
Hazuki, che le tappò la bocca e la trascinò indietro.
-Eh eh eh… Dai Doremi… non è il
caso di prendersela così… -disse la
castana, rossa in viso per la vergogna.
-Ma dico! Hai sentito? Praticamente mi ha dato
dell’imbranata! –
-Su, lascia perdere. Ora è meglio che andiamo a sederci… -
continuò Hazuki, precedendo l’amica e prendendo posto. Venne raggiunta in pochi
secondi da Doremi.
-Però non è finita! Uff! Uff! Uff! –
Quel gesto, così tipicamente infantile di Doremi fece
scappare una piccola risata a Hazuki. Era da così tanto tempo che non vedeva
l’amica così infuriata con qualcuno che non fosse Kotake…
-Cosa c’è da ridere? – chiese la rossa, con le guance ancora
gonfie per la rabbia.
-Mmf… nulla Doremi… nulla. –
Poche file più avanti l’azzurro tirò fuori il quaderno per
gli appunti e si preparò per le due ore seguenti. Nel farlo non poté non notare
le due vistose tracce sul tessuto nero e sospirò contrariato. Avrebbe dovuto
lavarlo una volta a casa…
Accanto a lui c’era un ragazzo con dei lunghi capelli nero e
gli occhi ambrati, che si voltò per guardare l’oggetto macchiato, poi lo posò
sullo sguardo dell’amico e si mise a ridere.
-Kai… dovresti vedere la tua faccia! Per due macchie poi… -
soffocò la sua stessa risata con una mano davanti alla bocca. Non era il caso
di attirare l’attenzione di tutti gli studenti presenti.
-Uhm… - replicò il ragazzo, puntando lo sguardo verso la
cattedra, ancora deserta.
Rei continuò a ridere, beccandosi, in più di un’occasione,
un’occhiata fulminante di Kai.
Purtroppo il divertimento del ragazzo fu interrotto
dall’arrivo del prof di Filosofia, un uomo sulla sessantina, ma molto arzillo e
vivace. Tirò fuori il Mac e, maldestramente, cercò di collegarlo al proiettore,
scatenando l’ilarità di buona parte degli studenti.
-Ehm… Buongiorno ragazzi… scusate il ritardo. – disse,
collegando il Mac al proiettore e facendo apparire la prima slide. –Bene, direi
che possiamo iniziare la nostra lezione… -
Finalmente,
dopo sei estenuanti ore, la campanella suonò decretando ufficialmente la fine
delle lezioni… almeno per quel martedì.
Doremi
lasciò cadere la testa sul banco e si mise le mani nei capelli. –Sono
distrutta…- poi rivolse uno sguardo disperato a Hazuki. –Dobbiamo andare dalla
vecchia Majo Rika per forza? –
La
ragazza sorrise, mentre riponeva il raccoglitore nella borsa a tracolla
–Suvvia, sei la solita esagerata. I corsi di oggi non sono stati poi così
pesanti, e ti ricordo che abbiamo preso un impegno e dobbiamo rispettarlo! –
La
rossa fece nuovamente cadere la testa. Sicuramente, anche quel giorno, avrebbe
ricevuto una lavata di testa da Majo Rika per la poca efficienza sul lavoro.
Si
alzò svogliatamente, si mise la borsa sulla spalla e si avviò verso l’uscita,
con lo sguardo basso. Camminò per i corridoi affollati. Tutti gli studenti non
vedevano l’ora di lasciare quelle mura e potersi godere un po’ di libertà.
Anche a Doremi sarebbe piaciuto poterlo fare, ma, a causa della precaria
situazione economica che da un po’ di tempo affliggeva la sua famiglia, si era
rimboccata le maniche e aveva cercato un lavoro. Lo stipendio non era molto, ma
le permetteva di pagarsi almeno i testi universitari e una piccola parte della
retta. Per Hazuki era diverso… lo stava facendo per fare un favore all’anziana
donna, una vecchia amica di famiglia. Il merito della sua assunzione andava,
infatti, agli Fujiwara.
Camminò
a passo lento in quei corridoi, venendo spintonata da una parte all’altra dagli
altri studenti. Sembrava quasi non si accorgessero di lei. E, malgrado fosse da
considerare una bella ragazza, nessuno dei suoi compagni di corso aveva mai
provato ad attaccare bottone. Andava, però, bene così… il suo amore lo aveva
già. Doveva solo avere la pazienza di aspettare che il momento giusto per loro
di essere felici insieme arrivasse.
Con
la testa fra le nuvole non si accorse della presenza di un ragazzo di spalle, e
lo urtò facendogli fare un passo in avanti.
Doremi
si ridestò e cercò le parole giuste per chiedere scusa, ma prima che potesse
aprire bocca il ragazzo si voltò: si trattava dello stesso di quella mattina,
solo che, in quel momento, sulla sua camicia faceva mostra di sé una vistosa
macchia di cafè.
-Uhm…
- emise Kai, scrollando vigorosamente la mano che, fino a pochi minuti prima,
teneva in mano il bicchierino con il cafè. –Bene… così oltre allo zaino dovrò
lavare anche questa… - aggiunse, più a se stesso che alla ragazza.
-Ehm…
scusa… non l’ho fatto apposta. Ero soprappensiero… - disse Doremi, pur non
sembrano molto convinta.
-Lo
sei spesso a quanto pare… - replicò, acido estraendo dalla tasca un fazzoletto.
-Tu
invece sembri già abbastanza nervoso. – incrociò le braccia e lo guardò di
traverso –Ti ho fatto solo un favore impedendoti di bere quella roba, non ne
hai bisogno! Uh! – si voltò dall’altra parte e tornò a camminare verso il
portone.
Un
sorriso beffardo comparve sul volto di Kai e scrollò la testa. Raccolse lo
zaino e andò e si diresse verso i bagni maschili, con la speranza di riuscire,
almeno a rendere meno visibile quella macchia marroncina. Non sarebbe stato in
grado di spiegarlo nemmeno lui, ma sentiva che con quella ragazza la questione
non si sarebbe conclusa con quello scontro…
***
-È
mai possibile che tu non riesca a fare bene nemmeno i compiti più semplici! –
tuonò Rika. Doremi era china a raccogliere i vari amuleti e portafortuna che
aveva appena fatto cadere dalla scatola. –Eppure non mi sembrava una cosa così
difficile: prendi gli oggetti dalla scatole e li riponi sulla scaffale. Invece
sei riuscita a combinare un pasticcio! –
-Mi
perdoni Majo Rika… non accadrà mai più…- ripeté quella frase, ormai priva di
senso da tutte le volte che si era vista costretta ad usarla. Purtroppo la
coordinazione non era mai stata il suo forte. In fondo non tutto il male veniva
per nuocere: se non fosse stata così imbranata non avrebbe mai stretto amicizia
con Tetsuya all’asilo e non avrebbe mai provato le bellissima sensazioni che
era stato in grado di regalarle. Un piccolo sorriso fece capolino sul suo viso,
prontamente bloccato dal ricordo dell’altro spiacevole incontro di quella mattina
proprio a causa della sua goffaggine. Lo aveva visto solo due volte, ma tante
erano bastate per farglielo odiare, ma odiò ancora di più se stessa per vederlo
comunque come un ragazzo carino. Forse superava la media dei ragazzi presenti
nel campus, ma quel suo carattere offuscava tutto il resto.
Per
la rabbia strinse i pugni così forte da far divenire le nocche bianche. Si
calmò non appena avvertì un piccolo bruciore provenire dal palmo destro.
Velocemente lo portò davanti agli occhi e vide un taglietto, procurato dalla
rottura del talismano che stava stringendo.
-Ahhh!
Pasticciona! Guarda cos’hai combinato! – esclamò l’anziana donna raccogliendo i
frammenti dell’oggetto. –Ti rendo conto di quanto costa quest’amuleto?! –
continuò per almeno quindici minuti, e Doremi capì che quel mese la sua busta
paga sarebbe stata un po’ più leggera del solito. Non che fosse sostanziosa
normalmente…
Hazuki
le prese la mano ferita e la condusse a sedere al tavolo. –Vieni, meglio
mettere un cerotto… -
-Ma
no, è solo un graffietto… - la rossa emise una risata nervosa. Sapeva quanto
molto facilmente l’amica s’impressionasse e non voleva che si sentisse a
disagio. Quella, però, dissentì.
-Non
preoccuparti. Siediti, vado a prendere il cerotto. Meglio prevenire. – rispose
sorridendo e si diresse verso il bagno.
Rika
stava ancora sbraitando al nulla, nemmeno si accorse dell’assenza della
ragazza. Doremi si lasciò sfuggire una piccola risata: incredibile la facilità
con cui quella donna si infiammava. Eppure le voleva bene come ad un membro
della famiglia.
Hazuki
tornò con in mano una scatola di cerotti, ne estrasse uno e lo posò sulla
piccola ferita. –Ecco fatto. Così non dovrebbe darti fastidio nel lavoro. –
-Grazie.
– rispose, sorridendo la rossa. –Ora meglio tornare a lavoro… altrimenti non
finiremo più… -
Si
alzarono e tornarono ai loro scatoloni stracolmi.
***
A
casa Kinomiya intanto…
-Vorrei
sapere perché avete scelto quella facoltà… sembra così noiosa! – esclamò Takao,
pigramente coricato sull’erba del giardino.
-Perché
trovo la letteratura giapponese molto interessante e intendo approfondirne la
conoscenza. – rispose Rei, abbassando leggermente il libro che teneva in mano
–Mentre Kai… credo per far dispetto a suo nonno… -
-Ah…
- emise Takao, poi si rivolse all’azzurro –E perché avevi quella macchia sulla
camicia? –
-Non
sono affari che ti riguardano, mi sembra! –
-Oh…
mamma mia come siamo acidi oggi! - si alzò e si spostò alle spalle dell’amico,
con un sorriso sornione. –Cos’è… ci siamo svegliati dalla parte sbagliata del
letto di Hiromi stamattina? –
Come
risposta Kai si alzò e rientrò in casa. Era inutile cercare di studiare quando
Takao attaccava con le sue allusioni, ma non prima di averlo fulminato con lo
sguardo.
-Secondo
voi era un sì? –
Rei
sospirò. –Ehh… secondo me era semplicemente un avvertimento. Lo sai che a Kai
non piace parlare di queste cose, lascialo in pace! –
-Uffa!
Adesso che Max è tornato a vivere in America, voi due e Kyoju siete diventati
delle matricole studiose… non c’è più nessuno con cui possa allenarmi… -
-Non
dire sciocchezze! – da dietro un cespuglio apparve Ryunosuke con in mano una
shinai che puntò verso il ragazzo. –Ci sono io! E grazie al mio aiuto
diventerai un grande samurai! – scoppiò in una grassa risata, per subito
partire all’inseguimento del nipote per tutto il giardino, sotto lo sguardo
attonito di Rei.
-Ehi!
No! Nonno! Fermati! -
Kai,
dalla porta, guardò lo spettacolo e un sorrisetto comparve sul suo volto.
Avrebbe voluto avere anche lui un rapporto del genere con il nonno, ma
purtroppo a causa dei loro caratteri così simili non era potuto accadere. Certo
anche lui aveva le sue colpe, ma il vecchio Hito non aveva fatto poi molto per
farsi apprezzare dal nipote.
“Basta
sciocchezze!” si disse. Riprese in mano il libro e ricominciò con lo studio,
ripensare a suo nonno gli aveva dato motivazione per riuscire negli esami.
Forse Rei aveva ragione: la vera spinta per scegliere quella facoltà era stata
la voglia di contraddire il Hito. Avrebbe voluto che il nipote studiasse
qualcosa di più adatto per prepararlo alla gestione dell’azienda di famiglia,
invece… aveva solo ottenuto un’altra delusione da aggiungere alla lista. Un’altra
sensazione di soddisfazione gli invase il corpo. Forse quella sera avrebbe
chiamato Hiromi... in fondo anche Takao, quando voleva aveva buone idee, e
quella di svegliarsi la mattina dopo nel letto della ragazza non era affatto
male…
La campanella suonò, e i
ragazzi si affrettarono ad uscire dall’aula.
Doremi, malgrado mal
sopportasse quell’aula, non amava entrare nella calca degli studenti ed
attendeva pazientemente che la folla si diradasse
prima di uscire.
-Signorina Harukaze. – si
sentì chiamare dal professor Ginko. –Potrebbe raggiungermi dopo le lezioni
nella mia aula? –
La ragazza annuì confusa, e
l’uomo le fece un cenno di assenso e, senza lasciarle
il tempo di parlare, se ne andò.
“Cosa vorrà?”
Si chiese, mentre la campanella della seconda ora suonava. Allarmata,
iniziò a correre verso l’aula, lasciando quelle domande per dopo.
***
-Professor Ginko?- Kai bussò
alla porta e, lentamente la aprì.
-Oh… signor Hiwatari. La
ringrazio per essersi presentato. Spero di non averle recato troppo disturbo.-
-Non si preoccupi. Nessun
disturbo. – disse. Probabilmente Hiromi, però, non l’avrebbe presa bene una
volta letto il messaggio in cui le dava buca per quel
pomeriggio.
Ginko gli si avvicinò e gli
porse la mano. Il ragazzo la guardò confuso.
-Volevo
farle i miei più sinceri complimenti.- disse, sollevando con la mano libera un foglio fittamente
scritto e senza alcun segno di correzione. –Ha ottenuto il punteggio massimo al
test della settimana scorsa. –
Kai strinse la mano all’uomo
e accennò un piccolo sorriso. Aveva studiato parecchio per quell’esame, certo,
ma mai si sarebbe aspettato il massimo.
-La ringrazio professore.-
così dicendo fece per andarsene, ma fu bloccato
dall’uomo.
-Avrei una piccola proposta
da farle.- il suo tono si fece serio e, con un cenno
del capo, invitò il ragazzo a sedersi.
-Dica.-
esclamò, accennando l’invito.
-Ecco, vede una sua collega
di corso, purtroppo non è riuscita molto bene
nell’esame. Dunque, dati i suoi incredibili risultati avrei pensato…-
-No. Mi dispiace, ma non sono
interessato. – disse, alzandosi e stupendo Ginko.
-Signor Hiwatari, la invito a
rifletterci un momento su e di non essere così precipitoso. –
-Mi scuso professore, ma non
mi ritengo in grado di insegnare, né tanto meno ne ho la pazienza. –
Ginko sospirò. –Se è questa
la sua decisione non la forzerò. Rammenti, però, che
quest’attività le frutterà dei crediti extra che potrebbero esonerarla dalla prova orale. –
A quelle parole Kai alzò le
sopraciglia. Per lui non sarebbe stato un grosso sforzo studiare per quella
prova, ma se c’era la possibilità di evirarla perché
non coglierla?
-Ho cambiato idea. Lo farò.-
Gli occhi dell’uomo si illuminarono al suono di quelle parole. –Bene, sono
felice che abbia deciso di accettare! Che ne direbbe
di iniziare da domani pomeriggio alle quattro? –
-Sì, va bene. – i due si
salutarono e Kai uscì dall’aula.
“Alle quattro? Be’… vorrà dire che darò buca ad Hitomi anche domani.” Pensò, alzando
le spalle e dirigendosi verso l’uscita.
***
Doremi entrò nell’aula di
Filosofia. Le lezioni erano finite, ma il professor Ginko voleva parlarle in
privato.
La cosa la innervosiva
parecchio: solitamente, se un professore le chiedeva di attenderlo alla fine
delle lezioni, non era mai un buon segno, tanto più la settimana prima aveva
sostenuto una parte di esame del corso e temeva che le cose fossero collegate
tra loro…
-Signorina Harukaze… - la
accolse l’uomo, indicandole di accomodarsi un uno dei banchi. La ragazza
obbedì. Purtroppo nemmeno l’espressione allegra e rasserenante dell’uomo, che
solitamente aveva il potere di tranquillizzare, sorbì il suo effetto. –Mi scusi
se l’ho trattenuta fino a quest’ora, ma dovevo parlarle urgentemente… -
Doremi deglutì rumorosamente,
ma cercò di mantenere il sorriso. –N…non si preoccupi professore… mi dica. –
Il volto dell’uomo di incupì
mentre, dalla cartella, estraeva un figlio completamente pieno di segni rossi.
–Questo è il suo esame… - disse, porgendolo alla ragazza. –Ha ottenuto il peggior
punteggio della classe… -
Doremi si sentì svenire a
quelle parole facendo allarmare Ginko, che prontamente le fu accanto. –Suvvia
signorina Harukaze… non faccia così… può ancora rimediare!-
-R…rimediare? – chiese,
rimettendosi seduta composta, ma con il foglio ancora tra le mani.
Ginko allargò le labbra in un
sorriso. – Certo signorina. Le affiderò un tutor che la aiuterà a studiare.-
-Un tutor?-chiese confusa. –Un senpai? –
-No, no affatto… - scossa a
testa. – C’è un suo collega di corso che ha ottenuto il voto massimo. Sarà lui
ad aiutarla. -
Doremi rimase a bocca aperta:
qualcuno era riuscito ad ottenere il punteggio massimo a quel test?! Per un attimo pensò ad Hazuki,
ma Ginko si era riferito ad “un” collega… chi poteva mai essere?
-Allora, cosa dice? È
d’accordo? – chiese l’uomo, notando il silenzio prolungato della ragazza.
-Oh… ehm..
sì. Sì certo professore. – rispose, entusiasta. Era davvero incuriosita di
conoscere il genio.
-Benissimo. Inizierete domani
pomeriggio alle quattro in quest’aula. –
Doremi si grattò la testa
imbarazzata. – Mi scusi… non si potrebbe fare un latro
giorno? Domani avrei un impegno… - Purtroppo il giorno
seguente avrebbe dovuto lavorare al negozio. Sicuramente Majo Rika si sarebbe infuriata se le avesse chiesto il giorno libero.
-Mi dispiace signorina, ma
l’aula è disponibile solo il giovedì pomeriggio dalle quattro alle sei. Durante
il resto della settimana è utilizzata da altri
professori.-
-Ah… capisco… - disse,
sospirando. “Dovrò sorbirmi una nuova ramanzina da parte di Rika…”
Venne ridestata dai suoi pensieri da una pacca sulla spalla
da parte del professore.
-Mi raccomando,
ce la metta tutta. Sono certo che ce la può fare se si
impegna. –
Doremi annuì. –La ringrazio
professore. – si alzò e si diresse verso la porta. –Arrivederci. -
Una volta fuori estrasse il
cellulare e compose il numero del negozio, già pronta ad una sfuriata della
proprietaria…
Il pomeriggio seguente alle
quattro, come da accordi, Kai si recò nell’aula del corso. All’interno non vi
trovò nessuno, ma non si stupì: l’ora stabilita era appena scoccata, dopotutto,
e non si aspettava certo di trovare già la ragazza ad attenderlo.
L’azzurro si sistemò su di un
banco ed attese pazientemente. Estrasse dalla cartella il foglio che il
professor Ginko gli aveva consegnato quella mattina. La ragazza in questione si
chiamava Doremi Harukaze.
“Doremi? Che
nome ridicolo!” pensò, cercando di immaginare che tipo potesse essere.
Non conosceva quasi nessuno che frequentasse quel
corso e ricordare tutte le facce dei colleghi era davvero impossibile.
Non che il
suo aspetto gli interessasse poi molto. L’unica cosa che gli premeva era il far durare il meno a lungo
possibile quella tortura. Prima sarebbe successo, e prima si sarebbe trovato in
compagnia di Hiromi.
Malgrado fosse una ragazza tendenzialmente dolce e
accomodante, nel momento in cui Kai le aveva accennato all’impegno
affibbiatogli dal professore era andata su tutte le furie. Il motivo di tale
reazione rimase sconosciuto al ragazzo, che le promise di passare da lei non
appena avesse finito.
***
-Sono in ritardo! – esclamò
Doremi, correndo a perdifiato per i corridoi della facoltà,
semi deserta a quell’ora.
-Spero non
se ne sia andato! – si disse,
salendo le scale come una furia. Sarebbe dovuta essere in aula alle sedici,
invece erano le sedici e trenta passate.
Dopo pochi minuti si trovò di
fronte alla porta. Si fermò un istante per riprendere fiato. Sperò con tutto il suore che il ragazzo, le sembrava si chiamasse
Kai, non se ne fosse andato, stanco di aspettarla. “Tutta colpa di Rika!”
pensò.
Sebbene avesse chiesto
all’anziana signora il permesso di uscire un poco prima a causa di un impegno
di studio, quella aveva ribattuto:- Puoi scordartelo! Uscirai
solo dopo aver terminato di risistemare tutta la merce. –
Doremi cercò di fare il più
in fretta possibile, ma la fretta e l’accuratezza non viaggiano mai insieme, e
così aveva finito per combinare più disastri del
solito.
La rossa fissò la porta
bianca davanti a lei, prese il coraggio a quattro mani e la aprì…
***
Mezz’ora… era già passata
mezz’ora e nessuno si era ancora presentato.
Stanco di aspettare, Kai
radunò le sue cose e si preparò per andare a casa, giurando a sé stesso di non accettare mai più incarichi di quel genere.
Stava finendo di deporre i
libri nella cartella, quando la porta si aprì alle sue spalle. Lentamente si
voltò e vide una ragazza con la testa china dai lunghi capelli rosa. Un lampo
gli attraversò la mente. Che si ricordasse, l’unica
persona in quell’aula che avesse i capelli di quel colore era…
-C…chiedo scusa per il
ritardo..- sussurrò Doremi, tenendo lo sguardo fisso
sul pavimento. –Sono stata trattenut…Aaaahhh!!- Alla vista di Kai non
potè trattenere un urlo. – Tu che ci fai qui!?-
esclamò.
Il ragazzo sbuffò. –Quindi
saresti tu la ragazza che ha preso il voto più basso del corso?- incrociò le
braccia al petto – Chissà come mai non ne sono sorpreso… -
–V…vuoi dire
che tu hai ottenuto il massimo, invece? –
-Be’ siamo
solo noi due in questa classe mi sembra. –
Doremi si riprese un poco
dallo shock iniziale. – No!- esclamò – Mi rifiuto di
farmi aiutare da te! Preferisco essere bocciata altre
cento volte piuttosto che esserti riconoscente! – così dicendo fece per
andarsene-
-No, aspetta per favore. - la
mano di Kai la trattenne per un braccio. A quel contatto, Doremi, ebbe un
sussulto. La ragazza lentamente si voltò e si trovò di fronte un foglio. –Prima
firma questo. Me lo ha dato il professore in caso tu non
rinunciassi al mio aiuto. –
Doremi si sentì avvampare di
rabbia. –Non ci penso nemmeno a firmarlo!-
Kai sospirò – Sentimi bene…
non ho alcuna intenzione di perdere altro tempo. Quindi o accetti il mio aiuto, oppure firmi qui e ci
rinunci.-
La ragazza strappò il foglio
dalla mano di Kai e gli diede una rapida lettura. –Ah certo, fai tutto questo
per i crediti, non è vero?- lo incalzò.
-Il motivo non ti riguarda. Fai
la tua scelta. –
-Bene. – disse, strappando il
foglio che aveva in mano, sotto lo sguardo irritato di Kai. –Non ho alcuna intenzione di farmi aiutare da te!- detto ciò se ne
andò.
***
-Ti rendi conto? Quel tipo è
stato il migliore all’esame!- disse Doremi ad Hazuki.
La prima ora della mattinata
era appena terminata e le ragazze stavano riponendo gli appunti.
-Mmhh… secondo me dovresti scusarti con lui e chiedergli di darti una mano…
- disse la castana, sorprendendo la rossa.
-Cosa?! Ma
sei impazzita!- la ragazza mise il broncio. –Non ci penso nemmeno a chiedergli
scusa!-
-Suvvia Doremi, riflettici un
momento. Hiwatari è stato il migliore all’esame. Nemmeno io sono
riuscita ad ottenere il massimo dei voti.- le fece un piccolo sorriso. -E poi sono certa che se il professore ha chiesto a lui di
aiutarti è perché lo ritiene in grado di farlo. –
Hazuki aveva ragione, se il
professor Ginko aveva affidato a lui il suo caso… disperato, un motivo ci
doveva essere.
Rassegnata, Doremi, sospirò.
–Va bene… all’ultima ora ho lezione insieme a lui. Gli
parlerò quando sarà finita… -
***
L’ultima campanella suonò, e
Doremi mise da parte l’orgoglio e cercò Kai tra gli studenti in aula. Lo trovò
seduto in terza fila, accanto al solito ragazzo con i
lunghi capelli neri raccolti in una lunga coda. Prese un bel respiro e si avviò
verso di lui.
Kai stava terminando di
riporre il quaderno.
-Io inizio ad incamminarmi.
Devo fare delle commissioni prima di andare a casa. Ci vediamo dopo. – Disse
Rei, salutando l’amico e dirigendosi verso la porta.
-Ehm… Hiwatari… - sentendosi
chiamare, il ragazzo voltò la testa in direzione della voce. Quando
vide a chi apparteneva alzò un sopracciglio. Doremi teneva le braccia tese, le
mani aggrovigliate fra loro e la testa bassa. –Ecco… io… io volevo…
scusarmi con te per ieri…- disse, tutto d’un fiato.
Kai la fissò per un istante.
–Va bene, scusa accettate. –disse, alzandosi e
dirigendosi verso la porta.
-No, aspetta!-
la ragazza lo richiamò. Lui si fermò, ma senza voltarsi. – C’è ancora
una cosa… saresti… ecco saresti ancora di sposto ad
aiutarmi? – chiese, più imbarazzata che mai.
Il ragazzo riprese a
camminare, e Doremi sentì la rabbia montarle dentro. Stava per mettersi ad
urlare, quando la voce di Kai la interruppe.
-Oggi alle quindici in
biblioteca. Vedi di non fare tardi. – poi sparì oltre la soglia, lasciando
Doremi di sasso.
Kai
scostò leggermente le lenzuola e si alzò passandosi una mano tra i
capelli. Guardò la sveglia: le nove e mezzo.
“Perfetto...”
pensò cercando per la stanza i suoi vestiti. Se si fosse sbrigato,
forse sarebbe arrivato in tempo per la terza ora di lezione.
-Che
fai?- una voce femminile richiamò il ragazzo, che si voltò
incrociando lo sguardo ancora mezzo addormentato di Hiromi.
Kai
si chinò fino a toccare le lievemente le labbra della ragazza.
-Scusa, non volevo svegliarti. - le disse, sorridendo.
Hiromi
puntò un gomito e prese tra le mani il volto del ragazzo,
intensificando il bacio. -Volevi andare via senza salutarmi?- gli
chiese, lanciandogli uno sguardo malizioso.
-Devo
andare a lezione.- disse, staccandosi un poco. - E oggi devo dare una
mano ad Harukaze con lo studio...-
Quando
pronunciò il nome di Doremi, il volto di Hiromi su oscurò non poco.
-Uffa... per quanto ancora dovrai star dietro a quella testa di
legno? Ormai è già passato un mese!- disse la ragazza, incrociando
le braccia al petto e mettendo su il broncio.
-Dai
piccola... - le tirò su il mento con due dita e la baciò
dolcemente. - È solo fino agli esami, poi avremmo tutto il tempo per
stare insieme. -
Hiromi
sospirò rassegnata. -Va bene... ma non potresti saltare le lezioni
stamattina?- gli chiese, lanciandogli un altro sguardo malizioso e
carezzandogli l'addome, ancora svestito.
La
ragazza lo tirò sopra di sé iniziando a baciarlo. Kai si staccò un
momento per scrivere un messaggio a Rey.
“Oggi
salto. Ci vediamo dopo.”
Non
appena premette invio posò il cellulare sul comodino e tornò a
baciare Hiromi. Un giorno di riposo non gli avrebbe fatto male, dopo
tutto.
***
-Allora,
come vanno le lezioni?- chiese Hazuki all'amica mentre si dirigevano
all'aula di lezione.
Doremi
sospirò rassegnata. -Non credo che lo studio faccia per me... -
-Perchè
dici così. Sono sicura che stai facendo progressi. - disse la
castana, cercando di tirarle su il morale.
-Può
essere, ma per ora Hiwatari non ha fatto altro che riprendermi... Ha
anche detto che non ha mai visto nessuno fare così pochi passi
avanti in un mese. -
-Forse
ci vorrà un po' di tempo, ma posso dire di non averti mai vista
mettere così tanto impegno nello studio.- le posò una mano sulla
spalla. -Ora è meglio andare a lezione prima di fare tardi. -
Le
due ragazze si avviarono verso l'aula. Malgrado fosse stata
rincuorata dalle parole di Hazuki, Doremi non poté fare a meno di
pensare alle lavate di capo di Kai. Forse era un po' troppo
aggressivo, ma non si poteva dire che avesse torto. Lo studio non le
era mai piaciuto ed aveva sempre fatto fatica a memorizzare le
nozioni. Avrebbe fatto bene a lasciare l'università?
“No!”
si disse. Non l'avrebbe data vinta a quel presuntuoso. Lei aveva un
obiettivo: si sarebbe laureata ed avrebbe raggiunto Tetsuya a Tokyo.
-Ehi,
guarda c'è Rey!- disse Hazuki, salutando il ragazzo sulla soglia.
-Ciao!-
Il
ragazzo distolse l'attenzione dallo schermo del cellulare e si voltò
verso le due ragazze, salutandole con un sorriso. -Ciao!-
Doremi
non riusciva a capacitarsi di come un ragazzo come Rey, amichevole e
solare, potesse essere amico di Kai, totalmente l'opposto. A
proposito di Hiwatari... non si era insieme all'amico. Dove poteva
essere?
-Sei
solo oggi?- disse la rossa, cercando di non mostrare interesse.
-Già.
Kai ha... di meglio da fare stamattina. - rispose, facendo
l'occhiolino e lasciando le due ragazze in confusione.
-Eh?-
dissero all'unisono.
Rey
sospirò. -Diciamo che è stato trattenuto a letto da cause di forza
maggiore...-
-Ha
l'influenza?- chiese Doremi, non capendo a cosa si riferisse il moro.
Quello rise e scosse la testa, Hazuki, invece arrossì un poco.
-Meglio
entrare, altrimenti rischiamo di non trovare nemmeno un posto
libero.-
-Tu
hai capito cose intendeva?- chiese la rossa all'amica-
-Credo
si riferisca alla sua ragazza... mi sembra che Rey avesse detto
qualcosa in proposito una volta... -
Doremi
spalancò la bocca. -E quando!?-
-Sarà
successo quando voi due stavate facendo lezione. Mancava ancora
mezz'ora e siamo andati a prendere qualcosa da bere per ingannare il
tempo. Mi sembra che Rey avesse accennato ad una certa Hiromi e al
fatto che non fosse molto felice di sapere il suo ragazzo in
compagnia di un'altra per un'ora intera...-
-Ah...
- Kai aveva una ragazza... In fondo era un bel ragazzo e la cosa non
avrebbe dovuto sorprenderla.. invece perché provava quella
sensazione di fastidio?
-Ragazze!
Qui ci sono tre posti!- le richiamò Rey dalle scalinate. Doremi e
Hazuki lo raggiunsero a presero posto.
La
rosa avrebbe voluto chiedere al ragazzo se quel pomeriggio la lezione
si sarebbe tenuta comunque, ma l'arrivo del professore la fece
desistere. Glielo avrebbe chiesto dopo.
N.d.A.:
Ecco il quinto capitolo! Spero che vi sia piaciuto, anche se ammetto
che non è venuto fuori come avrei voluto -.-' Grazie a chi ha avuto
la pazienza di leggerlo! ^^ E grazie mille a chi ha recensito! ^^
Scusate se ho fatto passare un'eternità dall'ultimo aggiornamento,
cercherò di essere più veloce d'ora in avanti.
A
proposito della storia, ho una domanda per voi lettori: c'è qualche
personaggio che vorreste apparisse nella fic? :-) Se avete delle idee
non fatevi scrupoli a dirmele! ;-)
-Ehi,
mi stai ascoltando?- la riprese Kai per l'ennesima volta. Doremi si
ridestò dai suoi pensieri e guardò il ragazzo.
Davvero non credeva
che, dopo l'assenza di quella mattina, si sarebbe presentato per la
loro lezione del pomeriggio...
-Scusa...
dicevi?- disse la ragazza, mantenendo la testa poggiata alla mano e
con sguardo accigliato. Non avrebbe saputo dirne il motivo, ma sapere
che fino a poco tempo prima il ragazzo era in dolce compagnia la
faceva imbestialire.
-Sai
vero che gli esami sono alle porte? Se non ti dai una mossa non ce la
farai mai a superarli!- incrociò le braccia al petto e la
fulminò
con lo sguardo.
-E
allora? A te in fondo cosa importa? Tutto quello che serve a te
è la
mia firma su quel foglio e niente più, mi sembra... anche se
non
riesco a passare gli esami a te non cambia nulla.- esclamò,
quasi
urlando, Doremi.
-Sì,
hai ragione.- rispose, alzandosi e risistemando i libri nella
cartella. -Se non importa a te di essere bocciata, sai quando importi
a me...-
-Se
è per questo mi sembra non ti importi nemmeno del tuo di
studio,
visto come hai fatto vola alla lezione di oggi... - replicò
la
ragazza, sbuffando. - Si vede che avevi di meglio da fare
stamattina.-
Kai
puntò i suoi occhi viola in quelli rosa di lei. -Non vedo
cosa
c'entri tu in questa storia.-
-Ah
nulla. Solo che credevo che il migliore del corso dovrebbe seguire
tutte le lezioni, e non farsi distrarre dalle grazie di una ragazza.
- disse Doremi, voltando lievemente il volto, chiudendo gli occhi e
incrociando le braccia al petto.
Un
piccolo sorriso si dipinse sulla labbra di Kai. -Ma guarda un po'. -
una piccola risata uscì dalla sua bocca. -Chi lo avrebbe mai
detto... -
-Che
c'è!?- lo fulminò la ragazza.
-Nulla,
nulla...- disse, scuotendo le testa. -Per oggi è meglio
finire qui.
Ci vediamo domani. -
-No.
Domani devo lavorare. -
-A
che ora finisci?- le chiese.
-Mmh...
intorno alle otto più o meno...-
-Bene.
Allora domani qui alle otto e trenta. -
Doremi
stava per replicare, ma Kai era già fuori dalla porta. La
ragazza
sospirò rassegnata. Il giorni seguente sarebbe stato davvero
faticoso...
***
Doremi
mandò un messaggio ad Hazuki, avvertendola di raggiungerla
al bar
accanto all'università. La risatina del ragazzo echeggiava
ancora
nella testa della ragazza... chissà cosa avrà
voluto dire con quel
“Chi l'avrebbe mai detto”?
-Oggi
hai finito prima?- chiese Hazuki, appena arrivata, facendo sobbalzare
un poco l'amica.
-Ah...
mi hai spaventata... - disse la rossa, mettendo una mano sul petto.
-Scusa,
non volevo. -
-Comunque
sì. Nessuno dei due era in vena oggi, perciò
abbiamo rimandato a
domani...- continuò Doremi, incrociando le braccia al petto
e
sedendosi ad un tavolo.
Hazuki
sospirò rassegnata e si sedette di fronte all'amica.
-Cos'hai
combinato?-
La
rossa ridusse gli occhi a due fessure. -Perchè credi sia
colpa mia?-
la castana piegò leggermente la testa di lato e le
lanciò uno
sguardo eloquente. - Okay... diciamo che avevo un po' la testa fra le
nuvole, e quando me lo ha fatto notare... sono andata un po' in
escandescenza...-
Hazuki
si bloccò un momento, assorta dai propri pensieri. -In
effetti, ora
che ci rifletto è da stamattina che sei un po' assente... -
-Be',
non sono abituata a studiare così tanto, e ultimamente Majo
Rika ci
ha fatte sgobbare parecchio... sono un po' stanca. Ecco tutto.-si
giustificò Doremi, cercando con lo sguardo il cameriere.
Solitamente
il bar era il più efficiente della zona.
-Mmhh...
- Hazuki si passò una mano sotto il mento. All'improvviso un
lampo
le attraversò la mente. -Sai, se non sapessi che
è impossibile,
direi che sei un po' gelosa di Hiwatari...-
-Eehh!!-
esclamò Doremi. -Non essere ridicola! Non ho più
quindici anni!-
prese in mano il foglio del menù – E poi
perché dovrei essere
gelosa di uno come lui?-
-Sarà...
ma ti sei comportata esattamente in questo modo quando hai saputo del
pomeriggio che Kotake ha passato con Reika in seconda... - al ricordo
della sfuriata dell'amica, Hazuki non riuscì a trattenere
una
risata.
-Sfido
io! Tetsuya era il mio ragazzo! E anche lui era a conoscenza della
reputazione di Reika a scuola!-
-Scusate
l'attesa...- richiamò la loro attenzione una voce in
avvicinamento.
Le due ragazze la trovarono stranamente familiare... -Cosa
pos...Doremi! Hazuki! Siete proprio voi!-
Si
voltarono entrambe verso il cameriere e si trovarono di fronte un
ragazzo altro, con la pelle ambrata e capelli violacei lunghi fino a
metà collo, in tono con il colore degli occhi.
Doremi
scattò in piedi e corse verso di lui abbracciandolo.
-Akatsuki! Che
bello rivederti!-
***
-Uffa!
Che noia!- esclamò Takao, coricato sull'erba con le braccia
incrociate dietro la schiena.
-Scusa,
ma oggi non avevi il turno al negozio del signor Mizuhara?- chiese
Rey, distogliendo lo sguardo dal libro di testo.
Il
ragazzo scosse la testa. -No. Ha deciso di chiudere per un po' per
poter raggiungere Max e sua moglie in America... non so quando
tornerà...- diede un colpo con i reni e si
ritrovò seduto. - Tu,
invece? È da un'ora che leggi...-
-Tra
poco inizieranno gli esami. Stavo dando un ultimo ripasso. - rispose
il cinese, tornando a sfogliare le pagine.
-Uff...-
ricadde con la schiena a terra, nel mentre si guardò
intorno. -Kai
dove si è cacciato?-
-Uhm...
dovrebbe essere ancora con Harukaze... oggi non l'ho ancora visto.-
-Ma
stamattina non avevate lezione insieme?- Chiese Takao, senza mostrare
molto interesse.
-Sì,
ma credo sia stato trattenuto da qualcuno...
- disse Rey, alludendo alla notte trascorsa dal ragazzo a casa di
Hiromi.
-Oh...
- un piccolo sorriso malizioso apparve sulle labbra di Kinomiya.
-Dunque anche il nostro Kai non è insensibile al fascino del
gentil
sesso...Ahi!- un dolore inteso gli prese alla nuca, e istintivamente
vi portò le mani e si voltò.
-Non
dovresti parlare di cose che non consoci!- lo riprese Kai, entrando
nel giardino con in mano un sasso.
-Ma
sei impazzito!? Potevi farmi male sul serio!- urlò Takao.
-Non
vedo dove sia il problema. La tua testa è vuota.-
-Spiritoso!
E comunque ti informo che, in fatto di donne, non c'è
nessuno che
sia più informato del sottoscritto!- disse, puntandosi il
pollice
contro e alzando un poco la testa.
-Come
mai così presto?- chiese Rey, ignorando Takao.
Kai
alzò le spalle. -Harukaze non ha ascoltato una sola parola
di quello
che le ho detto, per cui era inutile perdere tempo. Cercherò
di
recuperare domani sera.-
-Sicuro
che non fosse che tu, dopo tutto il movimenti di stamattina, non
avevi più energie per fare lezione?- questa volta fu Takao a
parlare, mettendosi a carponi.
Kai
rise un poco. -Non mi credere così debole Kinomiya...-
Detto
ciò lasciò i due ragazzi, confusi, ed
entrò in casa, dirigendosi
in cucina in cerca di qualcosa da mangiare. Solitamente una battuta
del genere lo avrebbe indispetitto, invece quella volta lo aveva
divertito. Non avrebbe saputo spiegarne il motivo, ma vedere la
reazione della ragazza quel pomeriggio lo aveva reso di buon umore.
N.d.A.:
Ciao a tutte/i!!^^ Ecco il sesto capitolo della fic, che spero vi sia
piaciuto!!^^
In
questo capitolo c'è stato un primo, ma non ultimo, assaggio
dei
FLAT4 e un ritorno in scena di Takao (ringrazio Lunaby per il
suggerimento ;-))
Ringrazio
chi ha avuto la pazienza di leggere il capitolo, chi ha lasciato
delle recensioni e chi ha inserito la fic tra le seguite, preferite o
tra le ricordate!^^
Un
bacione! A presto!
SoGi
P.s.:
Per quanto riguarda Kai, giusto per dare un'idea, faccio riferimento
al personaggio della terza serie dato che, soprattutto per quanto
riguarda il colore degli occhi, è stato parecchio cambiato.
Nella
prima serie erano marroni, nella seconda blu, mentre nella terza
viola... se notate delle descrizioni strane probabilmente è
per
questi cambiamenti ^//^
-Basta!-
sbottò Takao, strappando di mano il libro a Rey e
distogliendo Kai
dalla lettura. –Non ne posso più di vedervi con il
naso conficcato
nei libri! Vi preso, andiamo a fare una passeggiata!-
mugolò, quasi
supplicando gli altri due.
Il
cinese guardò l’amico intenerito. Negli ultimi
tempi erano stati
così presi dalla preparazione agli esami da trascurarlo un
poco. Si
meritava un po’ di attenzione.
-Direi
che per oggi può bastare- esclamò Rey, riponendo
il libro sul
tavolino del salotto. –Una bela passeggiata è
quello che ci vuole
per rilassarsi un po’. Che ne dici Kai?-
Il
russo guardò gli altri due e, sospirando, chiuse il libro e
lo mise
accanto a quello dell’amico.- A me sta bene. basta che poi
stai
zitto!- disse, rivolgendosi a Takao.
-Sì,
sì. Promesso, promesso.- disse, con un sorriso a trentadue
denti e
unendo le mani sfregandole tra loro. –Allora, dove andiamo?-
-Mmh…
direi di incamminarci. Decideremo strada facendo.- propose Rey,
ottenendo un assenso unisono.
-Kai,
a proposito. Non mi hai ancora detto nulla di quella ragazza,
com’è
che si chiama… Harukaze, giusto?- chiese Takao.
Il
ragazzo sospirò. –Insomma… non avevi
detto che saresti stato
zitto!?- sbottò, chiudendo gli occhi e infilandosi le mani
nelle
tasche dei pantaloni.
-E
dai!!- lo supplicò, aggrappandosi al braccio
dell’amico. –Non
vorrai monopolizzare sia Hiromi che lei, non è vero?-
-Io
non monopolizzo nessuno. Se devo essere sincero farei volentieri a
meno di quella seccatrice. Mi fa solo perdere del gran tempo e nulla
più.-
Takao
si voltò verso Rey, che stava cercando di trattenersi dallo
scoppiare a ridere.
-Secondo
te parla di Harukaze o di Hiromi?-
-Non
saprei dirti.- rispose l’altro, puntandosi l’indice
sulla
guancia. –Certo è che in quest’ultimo
mese, il nostro Kai, ha
passato davvero molto tempo con quella ragazza… che qui ci
sia di
mezzo una relazione?-
-Se
non mi sbaglio…- iniziò Kai. –Anche tu
ultimamente passi molto
tempo in compagnia delle ragazze, soprattutto della sua amica Hazuki.
E la ragazza c’è l’hai, mi
sembra…-
-È
vero. Hazuki ed io abbiamo passato un po’ di tempo insieme,
ma
questo non significa nulla. Anche perché, come io ho Mao,
lei ha il
ragazzo.- rispose, tranquillamente Rey. – Mi sembra si chiami
Masaru. Frequenta il conservatorio e suona la tromba. Ed io, di
ricambio, le parlo della mia fidanzata. I nostri discorsi sono
questi, solitamente.-
Takao
si portò le mani giunte dietro alla testa.
-Ma
tu guarda… tutte fidanzate queste ragazze…- si
rivolse poi a Kai.
–E Harukaze? Che tu sappia è impegnata?-
-Perché
dovrei saperlo?- rispose il ragazzo, senza degnarlo di uno sguardo e
continuando a camminare.
-Cosa?!
Ma se passi quasi tutti i pomeriggi con lei?! Come fai a non
saperlo?- si rivolse a Rey.- Tu sai qualcosa?-
-Non
mi pare di averla mai vista con qualcuno in
facoltà… anche se,
devo essere sincero, non mi sono mai interessato molto.
Perché vuoi
saperlo?-
Un
enorme sorriso comparve sul volto di Takao.
-Semplice,
se quella povera ragazza avesse bisogno di un po’ di
compagnia
posso pensarci io a consolarla!- disse, facendo l’occhiolino.
Kai
emise una piccola risata.
-Sì.
Direi che sareste perfetti insieme.-
-Dici
davvero?- lo sguardo di Kinomiya si illuminò.
-Sì,
una perfetta coppia di teste di legno!- disse, lasciando Takao di
stucco e facendo scoppiare Rey in una fragorosa risata.
Per
una decina di minuti regnò il silenzio, cosa che fece molto
piacere
a Kai. Aveva sempre odiato le chiacchiere inutili. E con Takao
all’interno del gruppo, tali scemenze erano assicurate.
L’idillio,
però, fu interrotto da una risata in lontananza.
Kai
aprì gli occhi di scatto. Avrebbe giurato di conoscere
quella voce.
Infatti, pochi secondi dopo acaro la loro comparsa Doremi ed un
ragazzo sconosciuto. Il russo si bloccò per un momento.
-Ehi,
Kai cos’hai?- chiese Takao, vedendolo immobile. Poi volse lo
sguardo nella stessa direzione dell’amico, raggiunti subito
da Rey.
-Ma
quella non è Harukaze?- chiese quest’ultimo,
cercando conferma in
Kai, il quale annuì.
Il
ragazzo non capì il motivo, ma vedere Doremi in compagnia di
un
altro gli provocò un leggero moto di rabbia. Cercando di non
darvi
molto peso, si voltò e continuò a camminare. Il
cattivo umore,
però, lo accompagnò per il resto della giornata.
***
-Ah!
Che bello averti incontrata!- esclamò Akatsuki, sfoderando
uno dei
suoi magnifici sorrisi. -Sai, non credevo frequentassi la
facoltà di
letteratura. Se lo avessi saputo ti sarei venuto a cercare molto
prima!-
Doremi
sorrise. Akatsuki aveva sempre avuto il dono di metterla a proprio
agio. Forse per la sua spensieratezza, oppure per i suoi modi di
fare. Non avrebbe saputo dire cosa le piacesse del ragazzo, ma
qualunque cosa fosse era straordinario.
-Peccato
che Hazuki sia dovuta andare... a Fujio avrebbe fatto piacere
rivederla.-
-Stasera
Masaru torna dal conservatorio.- spiegò la rossa –
Succede così
di rado che si possano incontrare, ed Hazuki non se lo perderebbe per
nulla al mondo.- continuò, non potendo fare a meno di
pensare
quanto piacerebbe anche a lei rivedere Tetsuya...
-Pensi
a Kotake, non è vero?- le chiese il rosso, vedendo il lampo
di
tristezza attraversare gli occhi della ragazza. Sapeva dei sentimenti
provati da Doremi nei confronti di quel ragazzo. Quello fu anche uno
dei motivi che spinsero Akatsuki a desistere nell'intento di
conquistarla, malgrado la cotta non gli fosse del tutto passata.
Doremi
rise imbarazzata.
-Si
nota molto, non è vero? Devo ammettere che mi manca molto...-
-Il
vostro deve essere un amore davvero incredibile, se riesce a
resistere a questa distanza...-
Lo
era davvero? In fondo lei non aveva certezza di questo. Sentiva
Tetsuya ogni tanto per telefono, ma oltre quello non andavano.
Inoltre, di volta in volta, le telefonate divenivano sempre
più
brevi; gli argomenti di cui parlare scarseggiavano.
“È
una cosa abbastanza normale.” le diceva Hazuki
“Vedrai che le
cose saranno diverse appena potrete vedervi più
spesso.”
Mentre
Aiko, durante le loro conversazioni via Webcam, era molto meno
ottimista.
“Secondo
me voi vivete troppo attaccati al ricordo di ciò che
eravate...”
le diceva “Siete stati il primo amore l'uno dell'altra, ma
non vuol
dire anche l'ultimo.”
Fino
a quel momento non aveva mai creduto che quelle parole potessero
essere vere... ma forse...
-Ehi!-
Akatsuki le passò una mano davanti agli occhi, preoccupato
per il
silenzio della ragazza. -Ti sei incantata?-
Akatsuki
la riaccompagnò fino al cancello d'accesso alla casa.
-Ti
ringrazio. Mi ha fatto davvero molto piacere stare un po' con te.-
disse lei, sorridendo.
-Anche
a me...- rispose lui, chinandosi un poco verso il viso della ragazza.
Doremi
lo lasciò fare, senza opporre resistenza. Forse Aiko aveva
ragione... forse anche Tetsuya aveva una ragazza in quel momento. Non
lo sapeva e non gli importava. Tutto ciò che sapeva era che
sentiva
un bisogno disperato di quel genere di contatto...
N.d.A.:
Ecco il settimo capitolo della storia! Spero vi sia piaciuto! Se
siete arrivati fin qui significa che avete avuto la pazienza di
leggerlo!! ^^
Il pomeriggio seguente la scena del giorno
precedente sembrava ripetersi: Doremi ripensava a ciò che era accaduto con
Akatsuki. Non poteva fare a meno di vergognarsi... forse, col senno di poi,
avrebbe aspettato prima di baciarlo, ma ormai la frittata era fatta.
Mentre Kai era ancora di pessimo umore. La rossa
nemmeno si preoccupò di chiedergli il motivo, ormai si sarebbe stupida di
vederlo felice e spensierato. Si chiese come fosse possibile che una ragazza lo
trovasse attraente!
Certo, era alto con un bel fisico, almeno così
sembrava. Occhi così scuri che sembrava potessero scrutare l'anima... un
cervello niente male e delle braccia abbastanza muscolose...
Okay, forse non era così difficile capire cosa
attraesse le ragazze, ma restava il fatto che avesse un carattere
insopportabile!
Doremi cercò di distogliere la sua mente da tali
pensieri. Non che si sentisse in colpa verso qualcuno, solo non le sembrava il
caso di averne su di lui, e guardò l'orologio. Erano le quattro e mezza!
La ragazza si alzò di scatto.
-On no! È tardissimo!- urlò, richiamando
l'attenzione del ragazzo che la guardò confuso. Mancava ancora un'ora prima
della fine della loro lezione. -Senti... devo proprio andare ora.- disse,
iniziando a riporre nella cartella i libri.
-Fa come vuoi...- disse, con poco interesse.
-Oh mamma... farò una pessima figura con Akatsuki
se faccio tardi al primo appuntamento...- disse Doremi tra sé, parlando però ad
alta voce.
Sentendo il nome del ragazzo e la parola
“appuntamento” Kai avvertì nuovamente il moto di rabbia del giorno precedente.
-Ma sei impazzita!?- esclamò, facendola
sussultare. -Ti sembra il caso di far saltare un'altra lezione per una cosa
così stupida!?-
Una vena cominciò a pulsare sulla tempia di
Doremi.
-Senti da che pulpito! Non sei tu quello che,
giusto ieri, è rimasto a casa a scopare con la sua ragazza!?-
-Io posso farlo con la mia media!- sbottò – Una
testa di legno come te, invece, dovrebbe pensare a studiare sodo, se non vuole
essere bocciata!-
La guance della ragazza diventarono dello stesso
colore dei suoi capelli.
-Come mi hai chiamata!? Come ti permetti di
insultarmi! Chi ti credi di essere!? Col carattere che ti ritrovi devi essere
proprio bravo a letto se quella ragazza ti sopporta!-
Un piccolo sorriso invase il volto di Kai.
-Oh, non puoi immaginare quanto...- sussurrò,
avvicinandosi al volto di Doremi.
Il fiato della ragazza divenne sempre più corto e
le sue guance tornarono rosse, ma non per la rabbia questa volta, bensì per
l'imbarazzo. Deglutì rumorosamente e, quasi istintivamente, chiuse gli occhi
tremando leggermente.
Kai avrebbe voluto fermarsi, il suo scopo era
quello, ma intravedendo il viso purpureo di Doremi, appoggiò le sue labbra a
quella della ragazza.
Il bacio fu leggerissimo, sembrava quasi uno
sforamento, ma tanto bastò per far galoppare il cuore della rossa
all'impazzata. Nemmeno quello che si era scambiata con Akatsuki, un bacio in
piena regola, la sera prima le aveva dato quel genere di sensazioni.
-Bene. - disse il ragazzo. -Divertiti col tuo
amichetto.- terminò, uscendo dall'aula e lasciando Doremi sconvolta.
***
“Cos'ho fatto...” questo era quello che Kai si
ripeteva da che aveva lasciato la facoltà. Quella che aveva avuto non era stata
una reazione normale, E nemmeno sensata. Perché avrebbe dovuto baciare una come
Harukaze, quando ad attenderlo, sempre disponibile, c'era Hiromi?
Appunto, Hiromi... cosa avrebbe fatto con lei?
Avrebbe dovuto dirle dell'accaduto, oppure tacere? Non che avessero una
relazione esclusiva, ma almeno un minimo di sincerità alla base doveva esserci.
Eppure ciò che il ragazzo provò durante quel breve
contatto fu del tutto inaspettato. Forse anche Hiromi aveva notato qualcosa che
non andava, data la sua immotivata gelosia nei confronti di Harukaze. Questo
poteva essere un problema!
Malgrado fosse una ragazza di larghe vedute, oltre
che bella ed intelligente, non avrebbe sopportato l'idea di essere surclassata
da una simile “testa di legno”, come la definiva lui.
Decise che, comunque fossero andate le cosa, la
sincerità veniva prima di tutto. Si diresse verso casa della ragazza
intenzionato a dirle tutto.
-Ciao Kai!- urlò Hiromi, vedendolo alla porta e
saltandogli letteralmente addosso. -Che sorpresa tesoro mio!- gli gettò le
braccia al collo, ma il ragazzo le staccò immediatamente.
.Dobbiamo parlare...- le disse, facendo apparire
sul volto della ragazza un'espressione preoccupata.
-C...certo... entra.-
Lo fece accomodare e lui iniziò a spiegare. Gli
occhi di Hiromi si riempirono di lacrime. Si alzò e iniziò a strillare.
-Come hai potuto farmi questo!? Sei un bastardo
Kai Hiwatari! Un ragazzo impegnato non si comporta così!-
Kai sbuffò. -Quante storie per un bacio
innocente... come se tu fossi una santa.-
-È vero, anch'io ho avuto le mie scappatele, ma
mai con persone che tu non potevi soffrire!- singhiozzò -Lo avevo Già notato
dal modo in cui ne parlavi... forse nemmeno tu te ne eri accorto, ma quando il
pomeriggio dovevi incontrarti con lei sembravi più felice del solito...- si
asciugò le lacrime con il dorso della mano.
-Ma non dire sciocchezze. - disse, incrociando le
gambe e le braccia- Se proprio vuoi saperlo, nemmeno io la posso soffrire.
Inoltre ha il ragazzo ora. Non te ne devi più preoccupare.- le ultime parole le
pronunciò con un leggero lampo di tristezza negli occhi. Lampo che, però, non
sfuggì ad Hiromi.
La ragazza scosse la testa e si diresse verso la
porta, aprendola e facendo cenno a Kai di uscire.
-Non prendermi in giro Kai. E soprattutto non
prendere in giro te stesso. Ora vattene per favore...-
Il ragazzo seguì il consiglio di Hiromi e si
diresse verso casa. Possibile che la ragazza avesse ragione?
***
Doremi si diresse, un po' inferma sulle gambe, nel
luogo del suo appuntamento. Purtroppo le parole di Aiko si erano rivelate vere:
l'amore che credeva di provare per Tetsyua era veramente dovuto ai bei ricordi
che condivideva con il ragazzo.
Gli voleva molto bene, ma non provava più amore
verso di lui. Nemmeno per Akatsuki però... purtroppo, quel masochista del suo
cuore, aveva iniziato a battere per il ragazzo, forse, più sbagliato che ci
potesse essere: Kai Hiwatari.
Lo avrebbe detto ad Akatsuki, decise. Poteva
trattarsi di un fuoco di paglia, ma conosceva fin troppo bene la sensazione che
si provava ad essere illusi per far ciò al ragazzo. Avrebbe sofferto, ma non
sarebbe stato ingannato.
-Ehi!- lo salutò il ragazzo appena la vide
arrivare.
-Akatsuki... ti devo parlare...- disse timidamente
Doremi. Improvvisamente tutto il suo coraggio scomparve all'istante.
-Certo... dimmi.- il ragazzo sembrò preoccupato
dal tono di lei.
Si sedettero su di una panchina e Doremi iniziò il
discorso.
-Senti... non credo sia una buona idea uscire.
Almeno non ora...-
-Ma... ma perché?-
-Akatsuki, tu sei un ragazzo straordinario. Se ti
avessi incontrato in un altro momento, forse mi sarei innamorata di te, ma ora
non posso...-
Akatsuki la interruppe. -È per Kotake, non è vero?
Anche se è lontano, non riesci a staccarti da lui. Perfino a distanza riesce a
battermi...- sorrise amaramente.
Doremi stava per ribattere, ma preferì lasciargli
credere si trattasse di Tetsuya, anche perché non avrebbe saputo ben definire
ciò che provava per Kai in un momento simile. Probabilmente, rifiutando
Akatsuki, stava commettendo il più grande errore della sua vita. Ma in fondo ne
aveva fatti parecchi ed uno in più non avrebbe cambiato molto.
Non sentendo repliche dalla ragazza, Akatsuki si
alzò e le sorrise.
-Ti auguro di essere felice Doremi.- le prese le
mani fra le sue -E ricorda, se mai avrai bisogno di un amico sai dove
trovarmi.-
-Ti ringrazio Akatsuki...- gli ripose con le
lacrime agli occhi. Sapeva bene che quella sarebbe stata, con ogni probabilità,
l'ultima volta in cui si sarebbero visti. La confortava, però, sapere di non
averlo ingannato.
***
Doremi si avviò verso casa, cercando di fare
ordine nella usa testa. In primis doveva capire se ciò che sentiva di provare
per Hiwatari fosse una cotta, oppure una semplice sbandata dovuta a quasi
quell'anno di solitudine; in secondo luogo mettere in chiaro i sentimenti per
Tetsuya.
Si trovava a pochi isolati da casa sua, quando,
soprappensiero, urtò contro qualcuno e cadde a terra.
Si portò una mano alla base della schiena nel
punto in cui aveva battuto.
-Mi fa piacere notare che sei sempre distratta,
non solo in facoltà!- disse l'altro, porgendole però una mano per rialzarsi.
Doremi guardò Kai stranita, per poi sentire
montare nuovamente la rabbia.
-Si può sapere cosa ci fai qui?!- chiese, quasi
urlando e rifiutando l'aiuto.
Il ragazzo alzò le spalle.
-Camminavo, perché non si può?-
-In questa zona non se si tratta di te!-
-Ah, scusami. Credevo che dopo il nostro
chiarimento di oggi, fossi un po' più propensa a vedermi...- disse lui ridendo
e facendo arrossire la ragazza.
L'imbarazzo fu così forte che gli occhi le si
riempirono di lacrime. Quando Kai se ne accorse cessò immediatamente di ridere.
-Ti diverte, vero? Mettermi in imbarazzo in questo
modo... e per cosa poi? Lo sai almeno che per colpa tua ho perso un mio caro
amico!? Sarò fortunata se vorrà ancora salutarmi quando mi vede...- si asciugò
le lacrime con il dorso della mano.
Kai si sentì, forse per la prima volta in vita
sua, in colpa. Quel giorno aveva già fatto piangere due persone, ma solo di lei
gli importava. Da che l'aveva conosciuta, Doremi Harukaze era sempre stata
allegra, oppure arrabbiata, ma mai avrebbe creduto, e voluto, vederla in
lacrime. Per colpa sua per giunta.
-Senti... io...- cercò di dire, ma venne subito
interrotto.
-Non so nemmeno perché ti dico certe cose. A te
cosa importa?- chiese e, senza
attendere la risposta, fece per andarsene. Fu bloccata, però, dalla mano del
ragazzo sul suo braccio che la tirò a sé.
-Mi importa, invece...- disse. Prima che Doremi
potesse replicare, la sua bocca venne chiusa da quella di Kai. Da prima la
baciò leggermente, ma quando sentì la ragazza rispondere, si fece più audace.
Rimasero lì alcuni minuti, staccandosi solo per
esigenza di ossigeno nei polmoni e guardandosi negli occhi e sorridendo.
N.d.A.: I primi baci tra i nostri due testoni!
Scusate se il capitolo è molto, molto frettoloso, ma se avessi spiegato tutto
per filo e per segno ci avrei messo davvero troppo tempo (che non ho in questo
periodo -.-') e avrei finito col annoiarvi a morte. Credetemi, quando mi ci metto
si descrivere dieci minuti di storia in interi capitoli, ci avesse iniziato a
leggere la mia “Amore impossibile... o quasi” sa di cosa parlo! ;-)
Bene, se siete giunti fin qui significa che siete
sopravvissuti anche all'ottavo capitolo!! Evviva! XD
Spero che vi sia piaciuto e scusate gli errori che
di sicuro costelleranno lo scritto...
Grazie a chi ha recensito, inserito la storia tra
le preferite o ricordate e chi ha letto! ^^
Le labbra del ragazzo scesero lungo il collo di
Doremi, sfiorandole alcune ciocche rosse sfuggite dalla coda. La ragazza
inclinò leggermente la testa all'indietro, per permettergli meglio l'accesso. Poi
prese il volto di Kai fra le mani e lo avvicinò al suo, baciandolo.
Kai gettò uno sguardo all'orologio appeso alla
parete e sbuffò.
-Meglio andare... Sono le sei e
mezzo e sia Rey che Hazuki ci staranno già aspettando...- disse,
allentando un po' la presa sulla schiena di Doremi.
La ragazza, seduta su di un banco, fece l'opposto:
aumento la stretta di gambe e braccia avviticchiati,
rispettivamente, alla vita e al collo del ragazzo e avvicinò nuovamente il suo
volto.
-Insomma Kai... sono quasi due settimane che
andiamo avanti così... non sarebbe molto più semplice dire loro che ci
frequentiamo?-
Il ragazzo le lanciò un sorriso malizioso.
-Non è più eccitante
così?- chiese, cercando, invano, di baciarla.
-No! È solo molto stressante.-
sbuffò, incrociando le braccia al petto. -Io vorrei solo poter tenere il
mio ragazzo per mano e poterlo baciare in un luogo diverso da
quest'aula! Ti sembra troppo da chiedere?-
Kai le tirò su il mento imbronciato con due dita.
-Invece io vorrei solo aspettare
un altro po' prima di dirlo agli altri. Ti sembra
troppo da chiedere?-
-Uff... va bene... ma poi mi dovrai presentare a
tutti i tuoi amici!-
-Va bene.- promise, prendendola di peso e trascinandola con i piedi a terra. -Ma ora usciamo.-
-Aspetta!- lo bloccò Doremi, giungendo le sue mani a mo' di richiesta. -Ti prego, ti
prego... posso dirlo almeno ad Hazuki? Sento che
esploderò se non lo dico a qualcuno...- lo supplicò.
Kai alzò gli occhi al cielo.
-Eh, d’accordo... basta che non lo spifferiate a
tutti in facoltà, per me va bene.-
Non appena sentì la risposta, Doremi saltò al
collo del ragazzo baciandolo con foga. Incredibile pensare che, fino a quindici
giorni prima, non sopportavala sua presenza a non meno di cinque metri di distanza; mentre
ora non si sarebbe mai staccata da lui.
Uscirono dall'edificio, come sempre separati e
dirigendosi verso i propri amici. Sul volto della ragazza rossa, però, si
poteva leggere una strana euforia che solo Hazuki riuscì a notare
-Come mai quell'aria così allegra?- le chiese,
sorridendo -Oggi sei riuscita a capire la lezione?-
-Be', ecco... veramente...- iniziò Doremi
imbarazzata. Si avvicinò all'orecchio dell'amica e le rivelò il suo segreto.
-Cosa!?- esclamo la
castana urlando e facendo voltare tutti i passanti. -T...tu e lui cosa?!-
-C...ci frequentiamo da quasi due settimane...-
Hazuki rimase a bocca aperta. Mai avrebbe creduto possibile una simile svolta, anche se, trattandosi
di Doremi, nulla era impossibile.
-Ti sei innamorata di lui?-
-Cosa?! No, non esagerare... ci vediamo...-
disse la rossa, imbarazzata.
-E da quanto tempo?-
-Dovrebbero essere due settimane domani…-
-Due settimane!?- urlò
nuovamente Hazuki.
-Sshh!! Vuoi che ti sentano fino in Europa?- Doremi posò
la sua mano sulla bocca dell’amica. –
Ripresasi un poco dalla shock
iniziale, Hazuki tornò a parlare con un tono normale.
-Perché non mi hai detto niente? Torvo questo tipo di storia incredibilmente
romantico…- disse, con occhi sognanti.
-Ah, lo so bene… peccato che il mio non sia esattamente il genere di ragazzo che mi sarei aspettato
al mio fianco…- Doremi disse questo più a sé stessa che non all’amica.
Lei e Kai si stavano solo divertendo, in fondo, in attesa che i legittimi proprietari del loro cuori
tornassero a reclamarli. Eppure la sola idea che lui
un giorno potesse lasciarla la faceva stare male.
-Perché dici così? È così poco che vi frequentate, tutto può ancora accadere!-
Doremi sorrise alle parole dell’amica. Se solo avesse saputo la confusione che aveva nel cuore in quel
momento, forse avrebbe compreso ciò che intendeva. Quella stessa
confusione che, probabilmente, regnava anche nel cuore del ragazzo.
-Che ne dici di un
gelato?- propose la rossa. In quel momento sentiva solo il bisogno di distrarsi
e divertirsi con la sua migliore amica.
***
A casa Kinomiya Rey, Kai e Takao erano seduti a
tavola per la cena.
-Come mai a casa anche stasera?- chiese il blu al
russo, con la bocca ancora piena. -La bella Hiromi non ti vuole tra i piedi?-
-A dire il vero ci siamo
lasciati…- disse Kai tranquillo, portandosi il bicchiere alle labbra. La
notizia fece rimanere gli altri due di sasso.
-Come sarebbe a dire che
vi siete lasciati! Quando?- chiese Rey-
-Perché?- continuò Takao.
Il russo scrollò le spalle. –Per vari motivi…- non aveva intenzione di dire loro il vero motivo,
almeno non ancora. Forse era stato un errore gettarsi immediatamente con
Harukaze, ma sentiva che sarebbe stato un errore ben peggiore non farlo.
-Ho sempre creduto che in te ci fosse qualcosa che
non andava… ed ora ne ho la conferma!- disse il
ragazzo dai capelli blu. –Possibile… aveva fra le mani una bellezza come Hiromi
e così, da un giorno all’altro, la lasci? È proprio vero “chi ha il pane, non ha i denti…”- continuò,
sconsolato.
-Se ci tieni, puoi provarci tu.- gli consigliò Kai, continuando a
consumare il suo pasto.
Rey guardò l’amico felice e
sorrise, ma questo scomparve non appena posò lo sguardo su Kai. Da un
po’ di tempo lo vedeva strano. Doveva essere successo qualcosa, mas cosa?
***
Il giorno dopo…
-Uffa Rey! Perché mi ha
trascinato qui?- chiese Takao, seguendo a ruota l’amico in biblioteca. Se c’era una cosa che odiava erano i libri.
-Perché tra una settimana ci
sono gli esami. Ed io ho bisogno di prendere un testo per
ripassare!- lo zittì, una volta per tutte. Avrebbe
dovuto studiare con Kai, ma il ragazzo stava aiutando Doremi con l’ultimo ripasso prima del grande giorno.
-Tutta colpa di Kai!- disse Takao.
-Suvvia. È un miracolo che abbia
preso così a cuore la situazione di quella ragazza!-
-A proposito…- riprese il blu - …Quei due non
dovrebbero essere in questa zona?-
Rey ci pensò un momento. –Sì… mi sembra che siano nell’aula 210.-
-Ihihih…- Takao fece un ghigno a trentadue denti. –Che
dici… potremmo fare una capatina? Non ho avuto occasione di vedere bene la fanciulla in questione!-
-Be’… non credo ci siano problemi se diamo un’occhiatina dalla porta.-
Non appena Rey recuperò il testo in questione, i
due si diressero verso le aule. La 210 si trovava al terzo piano. Solitamente
era usata dal professore di letteratura per le lezioni che richiedevano
l’utilizzo del proiettore, oppure in casi eccezionali, dagli studente intenti a
ripassare in tranquillità.
-Bene, eccoci qua!- disse Rey, non appena si
trovarono di fronte alla porta bianca.
-Wow… questa facoltà è immensa. Come fate a non perdervi?- chiese stupito Takao.
-Be’… quando si fa la
stessa strada quattro o cinque volte al giorno… si finisce col memorizzarla,
non credi?-
Nel momento in cui i due ragazzi
smisero di parlare, delle piccole risate, quasi sottomesse, provenirono dalla
stanza. Davano l’idea di tutt’altro all’infuori dello
studio…
-Sicuro che sia qui? A me sembra che là dentro qualcuno si stia divertendo un mondo.- disse Takao, con un
sorrisetto malizioso.
-Eppure era sicuro fosse questa l’aula giusta…- disse Rey, riflettendo. Con
Hazuki avevano aspettato diverse volte i due ragazzi, e sempre erano usciti
dalla 210. possibile che avessero cambiato? –Ma Takao! Che fai!?- esclamò il
cinese, vedendo l’amico intento ad avvicinarsi alla serratura della porta.
-Ihih… pensavo di dare una “sbirciatina”. Suvvia,
non dirmi che non sei curioso di sapere cosa sta
succedendo.-
Non poteva dargli torto… nonostante cercasse
sempre di badare ai fatti suoi, Rey ogni tanto cedeva alla curiosità, e quello
era proprio una di quelle volte.
-Va bene, però dobbiamo fare piano.-
-Sì, tranquillo. Non ci sentiranno nemmeno!- rispose, avvicinando l’occhio destro alla serratura.
Da prima sembrava emozionato, ma dopo pochi
secondi piombò in un silenzio che fece preoccupare Rey.
-Takao… che ti prende?-
Il blu si staccò con un’espressione sbalordita
dipinta sul volto.
-S…so…no…- balbettò, non
riuscendo a terminare la frase.
Temendo che fosse capitato
qualcosa, Kon scostò l’amico e aprì la porta.
La scena che gli si parò davanti
lo fece piombare in uno stato simile a quello di Takao: Doremi e Kai
erano abbracciati, e fissavano i due nuovi arrivato con aria stralunata.
N.d.A.: Salve a tutte (/i in caso ci fossero
anche dei maschietti ;-)). Finalmente siamo arrivati al sodo, dopo otto lunghi
capitoli di prefazione i due si sono… “messi insieme” se così si può dire! ;-)
Che dire… se siete arrivati a leggere fin qui vuol dire
che avete finito il capitolo! Grazie mille! ^^
Spero che vi sia piaciuto e scusate se le cose
sono un po’ affrettate, ma cerco di scrivere le idee che ho in mente prima che
finiscano nel dimenticatoio…
-Sai che con questo nuovo
metodo sto imparando molto più velocemente…- disse Doremi, avvinghiata al collo
di Kai. –Forse dovrei usarlo anche con gli altri profess…ahi!
- esclamò. Sentendo i denti del ragazzo conficcarsi un po’ più del dovuto nella
carne della spalla. -Ma sei scemo!?- la ragazza lo scostò bruscamente e si
controllò la candida spalla.
-Sei davvero delicata...- la
sbeffeggiò Kai, trattenendo a stento una risata.
-Sei tu che non sai stare
agli scherzi! - lo rimproverò Doremi piagnucolando, ma dentro di se rise. Non
avrebbe mai creduto che il ragazzo potesse prendersela per una sciocchezza del
genere. -Sai che sei carino quando ti ingelosisci? - gli disse.
Kai alzò un sopracciglio e,
senza risponderle, la abbracciò nuovamente e riprese il “discorso” da dove lo
avevano interrotto. Definire ciò che aveva provato 'gelosia' forse era
eccessivo, ma certo non gli aveva fatti piacere sentire quelle parole provenire
dalle labbra della ragazza. Le stesse sulle quali si era avventato in
quell'istante.
Il loro idillio, però, venne
interrotto dal brusco rumore che fece la porta venendo aperta.
I due ragazzi rimasero impietriti venendo i nuovi arrivati.
Kai si voltò verso Doremi e
la fulminò con lo sguardo.
-Non hai chiuso la porta a
chiave...- sibilò tra i denti.
-Eh... be' ecco io...-
farfugliò la ragazza, senza trovare una scusa convincente.
Takao e Rey rimasero in
silenzio per un paio di minuti, ancora sotto shock.
Il russo, accorgendosi di
essere ancora abbracciato alla rossa, si staccò in fretta e incrociò le braccia
al petto guardando altrove. Di rimando la ragazza scese dal banco e,
balbettando dei saluti scombinati, uscì dall'aula correndo. L'imbarazzo era
stato troppo.
-Ma... si può sapere qui che
succede? - chiese Rey, ripresosi dalla sorpresa.
Tutto si sarebbe immaginato, tranne di vedere Kai in atteggiamenti così intimi
con Harukaze.
Kai alzò un sopracciglio.
-Vuoi che te lo spieghi? -
-Sai bene a cosa mi riferisco!
- Lo sguardo truce di Rey si trasformò ben presto in un sorriso. - Ecco il
motivo della tua improvvisa decisione di lasciare Hiromi...-
-Devo dire che il nostro Kai
ha degli ottimi gusti in fatto di donne... - disse Takao. -Dovremmo uscire più
spesso tu ed io. -
Il russo ignorò le parole del
ragazzo.
-Anche se fosse? - chiese,
rivolgendosi a Rey –Non vedo cosa c’entri tu in questa storia…-
Il cinese alzò le mani, come
in segno di resa.
-Hai ragione, non sono cose
che mi riguardano. Solo sono rimasto un po’ sorpreso, tutto qui… credevo che
non la sopportassi. -
Kai si lasciò sfuggire una
piccola risata.
-Non crederai sul serio che
con lei sia una cosa seria, vero? - alzò un poco le spalle –Mi sto solo
togliendo qualche sfizio, tutto qui… e avrei terminato se voi due non foste
piombati qua dentro! - li fulminò con lo sguardo.
-Ah ha… quindi per te era
solo un passa tempo… - disse Rey, un poco scettico.
-Ihihi-
rise Takao –Be’, se tu proprio non la vuoi… posso provarci io.-
Kai stava per replicare, ma
un tonfo di libri e un rumore di passi in allontanamento catturò la sua
attenzione e quella degli altri due. Un pessimo presentimento invase la mente
del russo…
***
Le gambe si mossero più
velocemente che poterono, mentre gli occhi si riempirono di lacrime. Doremi
sapeva bene che gli incontri con Kai non erano nulla di serio, ma sentirlo dire
con quel tono dalle labbra del ragazzo, labbra che fino a pochi istanti prima
erano sulle sue, le fece un male incredibile.
In breve tempo raggiunse casa
e, senza degnare i suoi di un saluto, si fiondò in camera sua. Chiuse la porta
e vi si lasciò scivolare contro, avvicinando le ginocchia al petto, cingendole
con le braccia e appoggiandovi la fronte.
-Doremi…- la chiamò la madre,
bussando alla porta. –Tesoro, va tutto bene? - ma la ragazza non rispose. I
singhiozzi la scuotevano cosi violentemente da renderle impossibile parlare.
Era infuriata, più che altro
con se stessa: non avrebbe mai dovuto permettere a quel ragazzo di insinuarsi
così in fretta nel suo cuore. Invece, probabilmente, aveva iniziato a scavarsi
un varco sin dal loro primo incontro. Solo in quel momento si rese conto di
essersi innamorata di lui involontariamente.
La suoneria del suo cellulare
la distolse dai suoi pensieri. Cercò di ripristinare la calma mentre lo
estraeva dalla tasca per rispondere.
L’ombra di un sorriso le
balenò sul volto non appena vide il nome sul display. Senza esitazione pigiò il
tasto e accostò il telefono all’orecchio.
***
Occupato… Kai scostò il
telefono dall’orecchio e lo posò sul tavolo. Era la terza volta che provava a
chiamarla, ma la linea non era ancora libera.
-Ancora nulla, eh? - gli
chiese Rey, entrando in cucina e avvicinandosi al
frigo. Il russo non rispose, ma il suo silenzio fu eloquente. –Be’, andiamo non
dovrebbe disse, ripetendo le stesse parole che poco prima aveva detto Kai
stesso.
Il russo stata per replicare.
Ma fu interrotto dall’ingresso, non troppo aggraziato, nella stanza di Takao. –Ehi ragazzi! Che fate di bello? – chiese, facendo
passare lo sguardo da Rey a Kai,
per poi posarlo su quest’ultimo. –Stai ancora cercando di telefonare ad Harukaze? – gli chiese, sorridendo e dandogli dei colpi con
il gomito – Allora la ragazzina non era solo un passatempo, eh? Tu che dici Rey? Secondo te il nostro Kai è
cotto a puntino? –
Il cinese, notando la vena
pulsante sulla fronte dell’amico, sorrise preoccupato. – Dai Takao, non esagerare… credo che sia normale, dopo la gaffe
di oggi, che Kai cerchi di scusarsi con Doremi…-
-Ma per favore! Kai che chiede scusa a qualcuno?!- scoppiò a ridere. – Mi
farai morire dal ridere! –
-Takao,
basta! – Rey cercò di calmare il loro leader, ma il
rumore della porta chiusa con forza lo distrasse e, solo in quel momento si
accorse dell’assenza di Kai.
“Meglio fare due passi, prima
di fare del male a qualcuno…” si disse il russo, camminando verso il centro
della città, stranamente affollato. Se non fosse uscito da quella casa forse
non sarebbe riuscito a tenere a bada le mani, malgrado non amasse la violenza.
Incredibile come, uno come Takao, potesse essere uno
dei suoi migliori amici… meglio non pensarci. Una bela passeggiata sarebbe
servita per rilassarlo, soprattutto ora che non poteva contare più su Hitomi.
Dopo poco più di trenta
minuti si fermò di fronte ad un bar e pensò di entrarvi per concedersi un
caffè, ma venne bloccato dalla scena che gli si presentò non appena posò lo
sguardo ad uno dei tavoli visibili dalla vetrina del locale. “Non è possibile…”
pensò. Eppure non poteva sbagliare: quella seduta era proprio Doremi, in
compagnia di un tipo che Kai era certo di non aver
mai visto prima d’ora, ma sembrava essere molto intimo con la ragazza…
Immediatamente girò i tacchi
e le gambe si avviarono da sole verso una meta ben precisa. In fondo a lui cosa
importava se Doremi si vedeva con un alto? “Niente!”
N.d.A.: Dopo un milione di anni eccomi ad aggiornare
questa fic. Non so come scusarmi per l’immenso
ritardo con cui lo faccio, e mi scuso anche per il capitolo… non credo sia
venuto un granchè-.-‘
fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va! ;-)
Doremi si fece una doccia
veloce e cercò di essere la più veloce possibile nel prepararsi. Finalmente
dopo molto tempo Tetsuya era tornato in città e non
vedeva l’ora di rivederlo.
Dopo poco tempo il campanello
suonò e la rossa si precipitò alla porta. Non appena gli occhi blu del ragazzo
si puntarono nei suoi, Doremi non poté più trattenere le lacrime e lo abbracciò
forte.
-Ehi testa di rapa… - le
disse affettuosamente, alzandole il viso e asciugandole le lacrime – Smetti di
piangere come una poppante! –
-Ma come ti permetti! -
replicò la ragazza, trattenendo a stendo le risate. Fortunatamente non era
cambiato molto da che era partito. Solo la reazione che ebbe nel momento in cui
lo vide la sorprese: si era sentita invadere dalla gioia, ma nulla più di
questo… il cuore non aveva minacciato di esplodergli in petto, o cose di questo
tipo. “Accidenti…”
-Be’, che dici…- riprese Kotake – andiamo da qualche parte? – Doremi annuì e i due
si avviarono verso un piccolo bar del centro.
Non appena si sedettero i due
si ritrovarono a ridere dei vecchi tempi. Insieme ne avevano passate molte, sia
come semplici compagni di scuola, sia come coppia. Inoltre parlarono delle loro
vite ora.
-Wow! Quindi a giugno ti
sposi! – chiese, sorpresa, Doremi.
-Già! - esclamò, soddisfatto,
Kotake, estraendo dal portafoglio una foto che
ritraeva lui in compagnia di una ragazza bruna. –Lei è Midori,
la mia futura moglie. –
Midori era una ragazza davvero bellissima: lunghi capelli
castani e occhi dello stesso colore, un fisico slanciato, poco più bassa di Tetsyua. –Mi spieghi com’è possibile che una donna, tanto
bella, possa essersi messa con un rospo come te? – chiese, con la punta di
malvagità che la caratterizzava.
-Che dire, sono un uomo
fortunato…- disse, facendo scoppiare entrambi in una risata.
Immediatamente, però, Doremi
si sentì pervadere nuovamente dalla malinconia per ciò che era accaduto quel
giorno. Questo cambiamento di umore non passò inosservato agli occhi di Tetsuya. –Qualcosa non va? È tutta la sera che ogni tanto
ti intristisci senza motivo. –
-No, non è nulla… solo che… -
Doremi non sapeva se dire a Kotake di Kai o meno. In fondo era pur sempre il suo ex-fidanzato, ma
d’altra parte era certa che lui le avrebbe dato ottimi consigli. Alla fine
decise di raccontare tutto. –Ecco vedi…c’è un ragazzo… -
Ci volle quasi mezz’ora prima
che la ragazza terminasse di raccontare tutto di Kai.
-…e questo è quanto. Allora
che ne pensi? –
Tetsuya incrociò le braccia e si appoggiò allo schienale.
–Devo dire che quel ragazzo si è comportato da vero stronzo. –
-Grazie…- replicò Doremi, con
tono sarcastico – Di quello ne me ero già accorta da sola. –
-Sono abbastanza certo, però,
che lui tenga a te. – terminò, sicuro, il ragazzo.
-Umf…
e come fai a dirlo? –
-Chiamalo intuito maschile.
Poi sarebbe un vero idiota a lasciarsi scappare una come te. – le rispose,
sorridendo.
Doremi arrossì. – Non
esagerare… comunque… come vi siete conosciuti tu e Midori?
–
I due passarono quasi
un’altra ora a parlare, finché Testuya si offrì di
accompagnare Doremi a casa.
Il tragitto lo trascorsero
parlando e ridendo, come ai vecchi tempi. Giunti in prossimità della casa della
ragazza, scorsero una figura appoggiata alla torretta del cancello.
Doremi sgranò gli occhi e
sentì il fiato morirle in gola.
***
Non sapeva nemmeno lui il
perché del suo comportamento, ma era da più di un’ora che Kai
stava poggiato al cancello della casa di Doremi. A quale scopo poi? Non sapeva
nemmeno se sarebbe rincasata quella sera. Forse avrebbe passato la note con
quel tipo… il solo pensiero lo adirò.
-E tu che ci fai qui? –
quella voce richiamò la sua attenzione. Si voltò nella direzione in cui
proveniva e vide proprio la ragazza, con a fianco il tipo del bar. –Be’, che
c’è? Hai perso la lingua? – il tono di Doremi era duro, e non nascondeva la
rabbia che provava nei suoi confronti.
Kai non rispose, ma fulminò con lo sguardo lo
sconosciuto.
-Ehm… allora io vado… - disse
proprio il tipo –Grazie per la bella serata. Mi ha fatto piacere rivederti. –
Doremi distolse lo sguardo
dal ragazzo e lo posò su Tetsuya. –Grazie a te. Ci
sentiamo. – gli disse, sorridendo.
Una volta rimasti soli, la
ragazza, ignorando completamente Kai, fece per
attraversare il cancello.
-Allora… ti sei divertita con
quel tipo? – le chiese.
Bloccandosi, Doremi lo
fulminò con lo sguardo. – Molto, grazie! –
-Devo dire che hai una
capacità di ripresa sorprendente… e io che credevo fossi chiusa in casa a
disperarti. – la punzecchiò Kai.
-Disperarmi per te? Certo, ti
piacerebbe! E poi scusa, perché sei qui? Non dirmi che eri preoccupato, perché
non ci credo! – Kai sbuffò, senza dare però una
risposta. – In fondo perché dovresti preoccuparti per me, giusto? Tu ti stai
togliendo solo qualche sfizio con me, no? –
Doremi, non vedendo alcuna
reazione da parte del ragazzo, trattenendo le lacrime, fece per entrare, ma con
uno scatto Kai la bloccò per un polso e la tirò verso
di sé, puntando i suoi occhi viola in quelli rosa di lei.
-Non… non mi sto solo
togliendo qualche sfizio… - disse quasi sussurrando e distogliendo lo sguardo.
Il ragazzo sospirò. – Che io
con te non mi sto solo togliendo qualche sfizio! –
-Quindi ci tieni a me? – gli
chiese, con una luce raggiante negli occhi.
-Stupida… credi che ti avrei
aspettata qui fuori per più di un’ora se non tenessi a te? – replicò, alzando
gli occhi al cielo, ma non riuscendo a trattenere un sorriso.
-Allora… - riprese lei,
avvicinandosi un poco - … da domani possiamo riprendere le nostre lezioni? –
Kai fece un piccolo ghigno. – Io direi che possiamo
riprenderle subito…- detto ciò azzerò la distanza fra loro e unì le loro labbra
in un tenero bacio.
Forse Doremi non era una
ragazza perfetta. Forse Kai non era un ragazzo
perfetto. Ma di una cosa erano certi: insieme erano perfetti.
Fine.
N.d.A.: Ed eccoci giunti alla fine di questa fic, per la quale vi ho fatto un po’ penare! ^^’’ non so
ancora come scusarmi, ma spero che i capitoli vi abbiano strappato un piccolo
sorriso almeno! ^^
Grazie a chi ha seguito questa fic!
Se volete fatemi sapere cosa ne pensate!