Non buttiamoci giù

di Shinra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sephiroth ***
Capitolo 2: *** Cloud ***
Capitolo 3: *** Sul muro ***



Capitolo 1
*** Sephiroth ***


Sephiroth

Certamente vi starete chiedendo come mai io, Sephiroth, il grande cattivo di Final Fantasy VII nonché First SOLDIER ed erede del genoma Jenova, sia sul punto di commettere il suicidio.
Per un uomo che, come me, ha avuto tutto quello che poteva chiedere dalla vita (denaro, potere, genio infallibile e oltre un miliardo di fangirl in giro per il mondo), cosa poteva ridurmi in un simile stato di abiura?
Ebbene, la cosa non è così semplice da spiegare. Diciamo che ci sono un bel po' di motivi...:

Motivo numero 1: Il mio destino è segnato: mi battono sempre. Il bene sconfigge sempre il male, e non c'è storia che tenga. E io sinceramente mi sono stancato. Morire senza morire veramente e poi tornare in vita senza essere neanche vivo davvero... Ma finiamola!

Motivo numero 15: Ripetere sempre le stesse cose... Combattere sempre contro le stesse persone e sempre per lo stesso motivo... Non ho nient'altro da fare nella vita. Sono stato creato per questo, ma anche qual'ora riuscissi a ottenere quello che voglio non avrei niente da fare dopo. Meglio finirla qui.

Motivo numero 37: Stanno facendo tutti comunella contro di me, anche Rufus è passato dalla parte dei buoni e Hojo ha tirato le cuoia. Arrivano i bambini, gli psicopatici e i frignoni a darmi manforte... Beh, grazie, ne faccio volentieri a meno.

Motivi numero 112, 113 e 114: La Square Enix ha ridotto il mio stipendio. Ansem sta cercando di fregarmi il posto. La vecchiaia incombe.

... Insomma, come avete potuto vedere ho un centinaio di buone ragioni per smetterla di vivere. Cioè, c'è da dire che sono già morto, ma questi sono dettagli.
Ho tralasciato i motivi meno importanti e le ripetizioni, ma il succo è quello. (Nota: il 325° motivo era il rimpianto per non aver letto prima Le cento cose che farò quando sarò il signore del male regalatomi da Hojo a Natale.)

E quindi eccomi qui, sul muro dei graffiti del Sector 7 a Midgar. Da qui si possono ammirare, a centosettantacinque piedi di distanza, i rottami dei treni, i save points, i gas di scarico, i cani randagi e i barboni che si scavano un cunicolo tra le lamiere... Da qui si può vedere soltanto la realtà. La vita vera, come la chiamava Angel, non è missioni, laboratori e nuovi macchinari, soldi, magia e quant'altro. Lui vedeva la vita nella frutta, Genesis tra le parole di un libro di 3000 anni fa, ma io credo di non averla mai vista. La vita, per me, era quella che dovevo distruggere.
Poco male, pensai, visto che mi è stata donata da un organismo morto 3000 anni fa...
Guardando di sotto, mi chiedevo se tutto quello che avevo fatto nella mia vita aveva contribuito a far nascere questo luogo di merda... Se la vita era quella, allora avevo ben poco da andarne fiero.

Perchè ho scelto di buttarmi da questo posto invece che dalla terrazza del palazzo presidenziale, dite?
Bella domanda. Non c'entrano né la vita né i barboni a dir la verità. L'unico motivo è che probabilmente su al palazzo mi avrebbero riconosciuto, e questo mi avrebbe fatto tornare in mente cattivi ricordi e forse anche l'odio e la voglia di uccidere tutti e quindi anche quella di tornare a vivere... e preferivo non rischiare.
Il secondo motivo per il quale ho scelto questo posto è perchè questo muro viene da sempre chiamato Il muro dei suicidi, e non c'è da chiedersene il perchè. Chi vuole sparire si butta dall'altra parte e viene ritrovato dopo diversi anni tra le carcasse di lamiere o nelle fogne, dipende se si getta a chiodo o fa una parabola discendente, e soprattutto dai netturbini. Ma solitamente è meglio evitare di gettarsi a chiodo perchè si potrebbe accidentalmente urtare il muro e, strofinando contro di esso, non ci si schianterebbe al suolo con la forza di accelerazione necessaria per morire...

A proposito, chissà se quando mi schianterò morirò sul colpo o dovrò chiamare Ruby Weapon a terminare l'opera... Non è mia intenzione attirare troppo l'attenzione però... Un'altra morte del supercattivo spiattellata in terza pagina...

Va be', tanto sono morto, che mi frega, pensavo mentre salivo arrampicandomi sul tubo.
Potevo volare, è vero, ma dopo un po' fare sempre la stessa cosa annoia.

Ero arrivato adesso, potevo finalmente stare a ragionare sul significato della vita e della morte per i fatti miei. Domande sulle quali il professor Gast aveva interrogato le macchine per anni senza tuttavia riceverne mai una risposta.. E io ero sicuro di trovarla questa volta.

Ma arrivato in cima mi bloccai, esterrefatto e disgustato allo stesso tempo.

Non mi aspettavo di trovare quella persona qui.

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Capitolo 2
*** Cloud ***


Cloud

Ci sono momenti nella vita in cui ti fermi e ti chiedi: perché.
Perché il mondo gira sempre dalla parte dei cattivi, al punto tale da farti credere di essere tu il vero cattivo.
Perché non riesci mai ad essere forte quanto lo sono gli altri, e ti senti invece un bambino che ha bisogno di sentire il tepore delle loro braccia per smettere di piangere.
Perché la vita è così ingiusta da toglierti gli amici più cari, e le persone che sono state il tuo punto di riferimento... prima di lasciarsi dietro una scia di domande che iniziano tutte con... “perché...?”.
Perché la tua ragazza è una gnocca e non te la dà perché riesce a vederti solo come un amico d'infanzia? Ah! Queste belle parole... quante volte le ho già sentite, prima di decidere che preferisco non sentirle mai più?
Ecco una domanda senza un perché... ma sono sicuro che la prossima vostra domanda sarà:
PERCHÉ vuoi suicidarti?
Ebbene la risposta è: perché sì. E cercate di farvela bastare.
Ne ho fin sopra i capelli di tutte le sfighe e le carognate che mi sono successe dalla prima saga ai sequel... E ce ne vuole per arrivare fin lì... sopra i capelli, intendo.
So già cos'altro partorirà quelle mente malata di mucca pazza del produttore... (recita la parte di Hojo, per intenderci.):

“Sì, facciamo che la madre di Cloud è ancora viva... ed è la sorella della madre di Aerith!”

Quand'è così preferisco che la lascino morta, pace all'anima sua.
Tutte le volte che ho rischiato di morire e qualcuno arrivava improvvisamente a salvarmi la vita... quanti soldi si sarebbero potuti risparmiare se Vincent o Barrett avessero sbagliato il timing?
O quante volte avrei potuto sbagliare apposta l'ordine delle materie, cosicché Phoenix non fosse abbinata al Final Attack e ci avremmo allegramente lasciato tutti quanti le penne? Almeno la Fenice non sarebbe diventata calva...
Ma sono andato avanti, ho messo un piede davanti all'altro, ho schiacciato l'accelleratore, ho sganciato 1000000000 GP per vincere a quelle montagne russe di merda, mi sono fatto quasi cogliere d'infarto per tutte le volte che mi hanno fatto spuntare Sephiroth da sotto il pavimento dimenticandosi di avvertirmi, ho fatto di tutto! Sono anche cascato da 600 piedi di altezza... ricordate la scena dei fiori? Ai tempi non esistevano le controfigure...

Fatemi vedere un altro di quegli schifosi Chocobo da cavalcare per addestrarli e farmi sfornare figli di tutti i colori e io giuro che mi uccido!!!

Ho detto così al gruppo di produzione. Non mi hanno creduto.
Peggio per loro, dovranno trovarsi un altro Emo. Be', in giro per il mondo ce ne sono tanti ormai... che non hanno ancora commesso il suicidio.

Ho deciso, al sei mi butto.

Mi alzo. Sento le gambe un po' addormentate e la schiena indolenzita. Sensazioni che tra poco non sentirò più. Sarà come quando sono stato avvelenato dalla Lifestream... sì, quella volta... No, non era un manichino... Ci stavo io sul serio sulla sedia a rotelle. Uno degli scherzetti di Sephiroth, anche se sono convinto che ci sia stata anche la collaborazione di Zack. Gli è costato un bel po' di straordinari al Wonder Bar, per pagare il medico che mi assisteva a Mideel. Un medico vero.

Patetico. Qualsiasi scenario della mia vita che cerco di riportare alla mente, rappresenta solo situazioni patetiche o imbarazzanti...
Adesso capisco, non era il Cloud Strife di Final Fantasy VII il ragazzo solo, timido, imbranato, senza amici e senza speranza...
Credevo di stare interpretando il personaggio... invece ero solo me stesso.
Guardo il cielo, ma non riesco a vedere le stelle, solo una piattaforma grigia e spoglia. Mi assomiglia, credo. Basta una sola bomba, ben piazzata, per mandarla in frantumi. E nel corso della mia vita, di bombe ne sono esplose fin troppe, ma nessuno è riuscito a piazzarle con sufficiente accuratezza. Solo io posso riuscirci.

Non conterò.

Un bel respiro e...

«Che cosa ci fai TU qui!?»

Mi volto. Vedo la sua testa emergere dal muro di pietra. Sorrido. Gli scherzi del destino... alla fine c'è riuscito a farmi morire, il bastardo.
Lo shock mi ha fatto perdere l'equilibrio e mi sento cadere di schiena. Involontariamente spingo una mano dietro di me per ammortizzare la caduta. Inutile. Ma anche questo mi fa sorridere. Sorrido mentre guardo la sua espressione sconvolta scomparire lentamente dietro il cornicione.
È fatta, penso.

Errore!

L'unica volta che doveva lasciarmi morire, a Sephiroth viene la brillante idea di prendermi per un piede!
La sua mano fredda mi stringe forte la caviglia e le sue unghia penetrano nella mia carne.
Ovviamente mi agito, ma lui non mi molla. La ciabatta scivola per il movimento del piede e mi colpisce in testa. In quel momento guardo giù. O su. E mi sembra di guardare un cielo fatto di detriti e lamiere.
Sento Sephiroth urlare sopra di me. Mi lancia insulti, lo stronzo, uno dietro l'altro, mentre con l'altra mano cerca di afferrarmi l'altro piede. Ma io non sono stupido.
Gli do un calcio in bocca, credo, non ho idea di cosa fosse, ma deduco di avergli fatto male perché mi chiama: «Cazzo di puntaspilli--» e non riesco a sentire il seguito, perché a quel punto urlo anch'io. E non potrei smettere neanche volendo, perché i suoi capelli finissimi e argentati del cazzo gli sono scivolati oltre le spalle e hanno raggiunto senza difficoltà i miei piedi nudi, - l'altra ciabatta non ricordo quando sia caduta però, se prima o dopo il Cazzo di puntaspilli - e adesso mi agito come un'anguilla, ridendo.
Sbatto più volte la testa e le spalle contro il muro, e mi procuro un bel po' di escoriazioni sulla schiena, perchè la maglietta e scivolata verso il cielo di rottami.
Sephiroth nel frattempo è riuscito ad afferrarmi anche l'altro piede, ma combatte alla cieca, perché gli sono caduti i suoi bellissimi capelli davanti gli occhi e non vede una cippa.
Vorrei immaginarmi la scena: io appeso per i piedi sull'orlo del baratro e in pigiama, e Sephiroth che cerca di tirarmi su con i capelli davanti alla faccia (uno spettacolo migliore pure delle Metamorfosi di Vincent), entrambi scalcianti e scalpitanti. Evito di pensarci perché altrimenti rischierei di morire per asfissia. Anche se questa non sarebbe una cattiva idea...
Non ho il tempo di metterla in pratica però, perché la mia testa sbatte un po' più violentemente contro il muro, e stavolta i capelli non ammortizzano. Sephiroth si ferma di colpo, e capisco perché quando inizia a farmi ondeggiare facendomi sbattere ripetutamente la testa contro la pietra. Ho una sensazione di Deja Vu...
A questo punto non so se creperò prima per le risate o per le testate contro il muro. Che Sephiroth mi molli lasciandomi tranquillamente sfracellare al suolo mi pare fuori questione.
Tutto sta nel vedere se durerà più la sua forza o i miei HP...
Vedo già tutto nero, senza che abbia sentito in alcun modo la forza di Sephiroth vibrare sotto il mio peso, e, prima di svenire per l'ennesima cozzata, un ultimo pensiero si erge nella mia mente:
C'ha il Tough Ring, il fetente...

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Capitolo 3
*** Sul muro ***


Sul muro

Avete mai provato a dormire su un albero? C'è chi dice che non lo farebbe mai perché avrebbe paura di cadere muovendosi nel sonno. Be', in realtà se sapete di esserci, sull'albero, sarete così preoccupati di cadere da non muovervi di un millimetro. E a parte l'ansia di essere sospesi in aria, l'unico particolare scomodo sarebbe l'appiattirsi del coccige e l'intorpidimento degli arti. Un po' come quando si ha freddo e non si ha il coraggio di stirare le gambe perché le lenzuola sono fredde. Ma io non so cosa siano le lenzuola, perché ai miei tempi le bare erano fatte di legno, ed eri fortunato se ti ci mettevano dentro con i vestiti. In particolare, quella fornitami aveva il coperchio mal saldato e gli spifferi entravano che era un piacere.

Dovete sapere che io non ho il sonno tranquillo. Con tutte le cose che mi sono successe, sfido voi ad avere un sonno tranquillo! Ma non vi tedierò con i particolari. Vi basti sapere che l'ultima volta che ho cercato di trasformarmi in Hell Masker, – “cercato” in tutti i sensi, perché avevo dimenticato come si fa il limit break e allora ho dovuto chiedere a google; sì, oltre che digressione vivente sono anche smemorato e sonnambulo – avevo settato la compilazione automatica, e mentre scrivevo “hell” mi è apparsa Hello Kitty... è stato uno shock. Non mi credete? Vi sfido a provarmi il contrario.

E quindi, siccome il coperchio era saldato di schifo, oltre a far entrare gli spifferi bastava un incubo piccolo piccolo seguito da un calcio piccolo piccolo per farlo schizzare fino al soffitto. Ma la vera rottura non era tanto l'incubo, quanto l'alzarsi per andare a riprendere il coperchio. Avete mai dormito in una cantina? Beh, non so com'è la vostra, ma il buonsenso vuole che tutte le cantine abbiano un buon grado di umidità. Ebbene, era una fortuna che il coperchio non aderisse perfettamente, altrimenti avrei avuto l'impressione di dormire sott'acqua.

Quindi, date retta a me, se dovete scegliere tra il dormire in una cassa in cantina e il dormire su un albero... scegliete quello che volete voi, ma io vi consiglio l'albero.

Anche perché avrete modo di assistere a scene esilaranti, come questa ad esempio.

Ma prima lasciate che vi spieghi come sono arrivato quassù.

Quando sono sonnambulo, il che capita ogni qual volta mangio popcorn al cinema, – non chiedetemi perché, ma se mangio popcorn e non sono al cinema o se vado al cinema e non mangio popcorn non mi succede nulla, giuro! Dev'essere una sorta di reazione chimica... come le mie trasformazioni... – inizio a vedere tanti elefanti rosa, dopodiché mi sveglio sopra un albero. È stato così che mi sono accorto di saper volare. Ora, fin qui va tutto bene, non è un problema così grave da farmi rinunciare a mangiare cinema al popcorn se l'effetto collaterale si ferma a questo, ma se mi trovo a Midgar e non ci sono alberi, allora il problema sussiste eccome!

Vi risparmio il come e il quando, fattostà che mi sono ritrovato sulle pale di un elicottero in decomposizione che somigliavano in tutto e per tutto ai rami di un albero, tant'è che il movimento rotatorio sembrava proprio l'oscillare delle fronde... È stato bello.

Ma cosa stavo dicendo?
Non importa, ve lo racconterò un'altra volta.

Sephiroth ha tirato Cloud sopra il cornicione e ha cominciato a spogliarlo, ed è una scena che non mi voglio perdere!

[…]

“Cose da pazzi... ma perché l'ho salvato?” continuava a ripetere questa frase da cinque minuti, eppure ancora non riusciva a capacitarsene.

“Perché l'ho salvato..?” si guardava intorno, alla ricerca di qualcosa. Una pietra, un tubo innocente, una mannaia, uno schioppo... qualsiasi cosa potesse essergli utile per spaccargli la testa.

“Dopodiché butterò giù il corpo e nessuno oserà dubitare che si tratti di un suicidio...” aggiunse tra sé e sé con un sorriso che trasudava malvagità e soddisfazione.

Inutile dire che così facendo avrebbe esaudito il desiderio di Cloud, desiderio che, entrambi ignoravano, li accomunava e univa come un sottile e invisibile filo rosso.

Avrebbe potuto tranquillamente buttarlo giù e togliersi il pensiero: avrebbe ottenuto lo stesso risultato, ma voleva togliersi la soddisfazione di farlo fuori con le sue mani... Dopo tanti anni di patimento, almeno questo!

C'era poco da cercare in un muro largo meno di un metro, ma Sephiroth perdurò nell'impresa.
Aveva adagiato Cloud a pancia sotto, per nulla preoccupato del fatto che un braccio e un piede sporgessero oltre il bordo, affacciandosi sul baratro. La metà superiore del suo orribile pigiama - un omaggio vinto al Battle Square e firmato da Dio in persona, con tantissimi mini primi piano di quell'eccentrico-machoman-pederasta del proprietario - aveva preceduto chi lo indossava oltre il cornicione, ed era rimasto incagliato proprio in una delle lamiere sporgenti lì sotto.
I pantaloni erano invece stati strattonati durante l'operazione di salvataggio, lasciando Cloud con una buona porzione di mutande scoperte (bianche e coi moguri), il che, non tralasciando il fatto che era svenuto e in posizione prona, lo rendeva appetibile a tutte le yaoiste che si trovavano nei paraggi.

C'è anche da dire che Sephiroth, per quanto rifiutasse ammetterlo, era un pochino scosso e non riusciva a ragionare al meglio delle sue capacità. (Ma non perché Cloud fosse seminudo e avesse da sempre la fama di essere un uke.) Del resto, stiamo parlando di un procedimento che a tutti i supercattivi risulta alquanto problematico, per non dire impossibile, quando sono lì lì per raggiungere il loro scopo epico: avere l'occasione di uccidere la loro nemesi. Il problema principale di avere un'occasione è coglierla, e i deus ex machina storicamente abbondano.

Sephiroth era così stravolto e acciecato dalle vecchie emozioni che si erano risvegliate dentro di lui, (che, ripeto, non avevano a che vedere con l'invitante posizione di Cloud nel background) da dimenticare completamente il suo principale obiettivo e il motivo per cui era lì.
Tutta la depressione e la nostalgia erano scomparse, come succede ai bravi lunatici. Quella che gli si presentava davanti era un'occasione troppo ghiotta per essere sprecata per l'ennesima volta. Aveva dimenticato di stare recitando una parte, e si era così profondamente calato nel personaggio da fare suoi l'ardore e l'odio che lo caratterizzavano.
Tra l'altro, non si è mai capito per quale motivo Sephiroth odiasse Cloud al punto da incarognirsi così tanto da desiderare di strappargli tutta la felicità che possedeva. Doveva essere la ripercussione di un evento che l'aveva sconvolto nell'infanzia. Tipo sapere che tutti hanno la mamma e tu no. Evidentemente ai tempi dei Soldier non avevano ancora inventato gli psicologi.

Il momento in cui il cattivo deve uccidere il buono, si sa, viene sempre inevitabilmente complicato da una miriade di fattori esterni.
Ad esempio, dove cavolo era finita la sua spada?
Una spremitura di meningi gli ricordò che l'aveva affittata un'altra crew per girare una scena di seppuku. Il che era anche il motivo per cui non aveva potuto fare harakiri a sua volta... Questo, e la mancanza di alberi di ciliegio nel mondo di Final Fantasy VII.

Sull'orlo dell'esaurimento, ricominciò a passeggiare sempre più irrequieto lungo il muro, dando calci che scozzolavano quel poco di intonaco che era rimasto.

Poi arrivò l'illuminazione: il palo! Sephiroth l'aveva usato per arrampicarsi solo pochi minuti prima, ne era sicuro. Avrebbe potuto essere l'arma del delitto perfetta.

Qualcosa bussò sulla sua spalla e Sephiroth si voltò di scatto con gli occhi che sprigionavano scintille, chiedendosi chi diavolo poteva interromperlo nel momento del suo successo, e con un'incredibile voglia di incenerire la prima cosa che gli fosse capitata a tiro.

Il mondo fu inondato di un intenso rosso scuro, un drappo sospeso nel cielo scendeva lentamente come appeso a un filo di ragno, e sulla sua sommità qualcosa che somigliava al pelo di qualche animale, come una folta barba. No, non era barba... erano... capelli. Sephiroth strabuzzò gli occhi, incredulo.

Ci vollero non pochi neuroni per dedurre chi fosse quella strana figura, e quando realizzò ciò che aveva davanti, Sephiroth non riuscì a evitare di scoppiare a ridere.

“V-Vincent!?”

Proprio Vincent Valentine, a testa in giù. I capelli fluivano sciolti come il mantello che, sollevatosi oltre le sue spalle, lambiva l'aria alla ricerca della gravità. Sembrava un po' ragno, un po' pipistrello.

Era la cosa più buffa che Sephiroth avesse mai visto. Superava addirittura Cloud vestito da donna tra le braccia di Don Corneo. In un angolo della sua mente aleggiava ancora il vago ricordo di aver seriamente fatto un pensierino su quella bionda pulzella finta pudica tutta treccine. Un sorriso ebete gli si stampò sul volto.
Vincent era serissimo.

Con una flemma sconvolgente, da fare invidia a un monaco shaolin, distese il braccio verso di lui. Aveva qualcosa in mano, e Sephiroth allungò a sua volta la mano per prenderla. Magari poteva essere qualcosa di utile...

L'oggetto era più grande di un francobollo, anzi, ricordava decisamente un francobollo, solo che era più spesso. Sephiroth era senza occhiali e l'illuminazione era scarsa, ma avrebbe riconosciuto un profilattico dal tetto del palazzo presidenziale ShinRa.

“Fanne buon uso.” gli raccomandò Vincent. E a Sephiroth parve di vedere nei suoi occhi una strana luce brillare...

Vincent riavvolse la ragnatela e si sistemò comodo sulle pale del suo elicottero per godersi lo spettacolo.

L'eco gli giunse da lontano... pareva l'urlo di milioni di fan girl sparse in giro per il mondo.

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Note dell'autrice: Se siete curiosi di sapere come mai ho aggiornato dopo due anni più uno, (^^;) cliccate sul mio nome lì sopra. Fra le note troverete la risposta che cercate (se la cercate), nonché gli incerti propositi per l'anno nuovo.
A voi che leggete dico Grazie, per avermi sopportata fino a qui. :-)

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