CAP 1
DOPO
LA BATTAGLIA
Il
sole era appena sorto sul Surda e sull’accampamento dei
Varden.
Tutti si stavano
riposando dalle fatiche della battaglia avvenuta il giorno prima.
Tutti. Tranne uno.
Eragon, quella mattina
si era alzato presto e vagava per l’accampamento,
perché non riusciva ancora a credere a quello che aveva
scoperto il giorno prima: che Murtagh era suo fratello e, cosa ancora
più sconvolgente, che Morzan era il suo vero padre.
-Condivido con loro un
legame di sangue,ma non condividerò MAI le loro idee. Io non
diventerò come loro! - pensò Eragon.
Il sole iniziava a
essere alto nel cielo, ed Eragon decise di tornare alla sua tenda, da
Saphira.
Arrivato alla tenda,
Saphira si svegliò.
Eragon
sentì un’ondata di preoccupazione provenire dalla
dragonessa.
Poi arrivò
la domanda.
-Dove sei stato fino
ad adesso?- chiese con voce preoccupata Saphira.
-In giro…a
cercare di riappacificarmi con la verità- fu
l’amara risposta di Eragon.
-Sono sicura che
c’è la farai- detto questo la dragonessa e il suo
cavaliere uscirono dalla tenda.
Appena usciti videro
Roran,il cugino di Eragon,dirigersi verso loro con espressione decisa.
Salutò
Saphira ,e inizio a parlare in modo serio e deciso con il
cugino:-Eragon, spero che tu mantenga la tua promessa,
perché altrimenti…-
-Hai la mia parola di
cavaliere- lo interruppe Eragon –Libereremo Katrina e
vendicheremo nostro padre. Quando hai intenzione di partire?-
-Oggi, così
tra qualche giorno saremo di ritorno tra qualche giorno e nel caso
l’esercito di Galbatorix attaccasse di nuovo saremo
già ritornati-rispose Roran.
-Bene, allora
sarà meglio che vada ad avvertire Nasuada che siamo di
partenza- detto questo Eragon e Saphira si incamminarono verso la tenda
di Nasuada.
Arrivati, Eragon si
fece annunciare da una guardia ed entrò, mentre Saphira lo
aspettò fuori.
Nella tenda erano
riuniti Nasuada, Elva,che era diventata l’ombra del capo dei
Varden per motivi di sicurezza,Jormundur,Arya e re Orrin che
discutevano sulle tattiche militari da usare nella prossima battaglia,
quando una delle guardie entrò e disse-Lady Nasuada il
cavaliere Eragon Ammazzaspettri chiede di poter conferire con voi-
-Fatelo pure entrare-
fu la risposta solenne di Nasuada.
La guardia
uscì e al suo posto entrò Eragon.
Il cavaliere
salutò con un inchino il capo dei Varden che gli chiese-
Qual’è il motivo della tua visita, Eragon?
-Volevo informarti che
io e mio cugino abbiamo deciso di partire oggi per Dras-Leona, ad
andare a salvare la promessa sposa di mio cugino,prigioniera
dei Ra’zac- rispose Eragon.
-E sia,partite pure,
ma tornate presto. Non sappiamo quando i soldati di Galbatorix
torneranno a colpirci, abbiamo bisogno di voi.- proclamò
solennemente Nasuada.
-Certamente mia
signora. Saremo di ritorno prima della prossima battaglia- detto questo
Eragon si inchinò e uscì.
A quel punto Nasuada
annunciò - Signori, la riunione si conclude qui.-
E Eragon e Saphira
stavano tornando alla loro tenda per preparare i bagagli, quando
sentirono Arya che li chiamava.
Si fermarono e Arya li
raggiunse.
-Eragon, ti devo
parlare- esordì subitò lei.
Saphira disse a Eragon
- Io inizio ad andare, ci vediamo alla tenda-
-Ma….
perché non rimani?-
-Eragon, tu e Arya
avete bisogno di parlare-
E detto questo la
dragonessa si allontanò.
-Eragon, ti devo
parlare- ripeté Arya visto che non aveva ancora ottenuto una
risposta.
- Ti ascolto- disse
Eragon
- Per combattere i
Ra’ zac avrai bisogno di tutto l’aiuto possibile-
Detto questo
tirò fuori dalla cintura un pugnale dalla squisita fattura.
Nel pomo aveva
incastonato uno smeraldo e sull’elsa e sulla lama
c’era un motivo a spirale.
-Questo-
continuò Arya- è un pugnale di fattura elfica.
Tienilo tu. Ti potrebbe essere utile.
Lo porse a Eragon, che
lo prese, lo studiò un attimo, e lo mise nella cintura,e
disse -Arya…io…non sono come ringraziarti-
Lei per tutta risposta
posò le sue dita fresche sulla guancia di Eragon in una
veloce carezza dicendo-Abbi cura di te-
Dopo di ché
si allontanò.
Eragon
rimase un attimo sorpreso dal comportamento di Arya, tutta quella
dolcezza non era da lei. Poi riscosse da queste riflessioni e
si incamminò verso la sua tenda.
Ma le sorprese non
erano ancora finite.
Infatti Eragon
incontrò anche Solembun, il gatto mannaro che gli si
avvicinò dicendo:
-Salve cavaliere-
- Solembun!
E’ Angela dov’è?- rispose Eragon
-Oh, lei è
qui in giro- rispose serafico il gatto mannaro –Comunque ho
saputo che sei di partenza. Molto stupido da parte tua andare ad
affrontare i Ra’zac senza un' ARMA decente.
Non credevo che avessi
la memoria corta, cavaliere-
Eragon
rifletté un attimo sulle parole di Solembun.
Poi la parola arma
fece scattare nella sua mente, un ricordo, una profezia pronunciata
proprio dal gatto mannaro:
“Quando
avrai bisogno di un’arma cerca sotto l’albero di
Menoa“
Allora disse a
Solembun - Stai dicendo che dovrei andare a Ellesmera prima di andare
ad affrontare i Ra’zac?-
Solembun, dal canto
suo,rispose con una risposta da degno gatto mannaro –Ho forse
detto questo? beh forse, si, l’ho detto –
Detto questo
zompò via,e in due balzi fu fuori dal campo visivo di Eragon.
Il cavaliere aveva
capito che doveva dire al cugino che sarebbe stata necessaria una
deviazione prima di andare a salvare Katrina.
Si partiva per
Ellesmera.
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