Si salvi chi può!

di Veri_995
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Normalità ***
Capitolo 2: *** Metabolizzare ***
Capitolo 3: *** Incontri ***



Capitolo 1
*** Normalità ***


In una fresca mattina di sole, Madame Louise si accinge a compiere la sua giornata mattiniera. Cosa normale per una donna dell’aristocrazia inglese del XVIII secolo. Chiede aiuto alla sua dama di compagnia di allacciarle il corsetto e di infilarle la sottogonna, dettagli veramente importanti per l’apparenza in società. Dopo una forte passata di polvere bianca e di profumo, per sovrastare il tanfo di 15 giorni senza doccia, Madame Louise varca l’uscio della sua residenza in centro e si avvia verso Sant’James Park. Sale sulla carrozza ma non sa che quel giorno le cose cambiano. Improvvisamente non sente più gli zoccoli dei cavalli e le urla della gente. Sente invece dei rumori nuovi, mai sentiti prima e che le mettono paura, anche la signorina Beth, (questo è il nome della Dama di Compagnia), sembra impaurita. Improvvisamente la “carrozza” si ferma e Madame cerca il solito scalino che le permette di scendere, ma non lo trova, guarda in basso e vede una lastra regolare color grigio che deduce sia il pavimento. Con la faccia sconvolta chiede al “cocchiere” dove sia finita, allora il taxista, con espressione sorpresa le confida di essere a Londra all’ora di punta. Madame Louise, che così come Beth, è finalmente scesa, si guarda attorno e riconosce alcuni degli edifici, ma la maggior parte del circondario non è assolutamente simile al paesaggio che conosce. Allora con le guance rosee, chiede al taxista in che anno sia finita e ancor più stupita, chiede come le carrozze possano circolare senza essere trainate da dei cavalli. Lo sfortunato, che ormai crede di essere finito su Candid Camera, afferma di trovarsi nell’anno 2014, e che quella su cui viaggiavano non era affatto una carrozza, ma un auto. Le due lo pagano con soldi che non hanno mai visto e si fanno indicare la strada per il parco. Le sorprese non sono ancora terminate. Passando davanti ad una vetrina vedono la loro immagine riflessa. Al posto del voluminoso vestito e del corpetto strettissimo, Madame Louise, indossa un grazioso tubino color naturale, e cosa ancor più scandalosa, la cipria color bianco ha lasciato il posto ad una terra, il che significava appartenere alla classe contadina. Girandosi verso Beth, la vede estremamente sconcertata nel suo tailleur Giacca/pantalone. Spaventatissime si mettono a strillare in centro al viale trafficato, senza rendersi conto che anche le altre persone che le passavano accanto vestono allo stesso modo.

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Capitolo 2
*** Metabolizzare ***


Ancora demoralizzate e con a testa china si avviano verso il parco che si trova nella stessa zona di duecento anni prima, anche se le strade e gli edifici hanno cambiato forma. Nel silenzio della mente le due sfortunate si concentrano sui rumori di ciò che le circonda, gli zoccoli dei cavalli hanno lasciato il posto ai clacson delle auto, le urla dei bambini che corrono liberamente per le strade sono stati sostituiti da ragazzini che sfrecciano su delle strane tavolette.

“Certo che questo mondo è proprio strano” pensa Louise mentre al suo fianco Elisabeth maledice il giorno in cui ha iniziato a frequentare la Nobildonna. Non era la prima volta infatti che Madame si trovasse in situazioni bizzarre.

Per ricordarne una, il giorno prima della festa in Bianco che si teneva ogni Ferragosto nella tenuta Estiva a Lake District dell'aristocratica, Madame Louise decise di accingersi ad una passeggiata nel giardino che si estendeva per due ettari dietro la proprietà, nell'attesa degli ospiti. La Donna, per non smentire la sua imprevedibilità, sviò in direzione del bosco che confinava ad Ovest, anche se era al di fuori del suo territorio. Ormai gli ospiti stavano per arrivare e di certo non sarebbero riuscite ad essere a casa in tempo per fare gli onori di casa.

Elisabeth conosce bene Louise, e sa che la sua testardaggine va al di là di ogni immaginazione, così decidse di non comunicarle le sue considerazioni, questo l'avrebbe fatta irritare, lei odia ricevere suggerimenti o ancor peggio insegnamenti. Fatto sta che con determinazione, e incuranti delle conseguenze si avviarono per il sentiero battuto dai cavalli che il giorno prima si erano recati con i signori in quel luogo per la caccia in vista del banchetto della giornata successiva.

Inutile dire che come il cervello femminile non spicca per orientamento, che sommato alla poca conoscenza della natura da parte delle due donne, risulta essere la perfetta combinazione per perdersi, rimasero intrappolate per nella folta flora per molte ore prima che il marito di Louise, Signor Richard, fece percorrere agli altri uomini i sentieri nell'alta vegetazione, fu proprio lui a trovarle nel giro di pochi minuti. Le due donne non si erano mai allontanate dall'imbocco del sentiero, avevano camminato in circolo per tutto il tempo senza nemmeno accorgersi.

Sorridendo a quel ricordo Elisabeth scordò il momento drammatico che stavano vivendo, continuando a camminare e avvicinandosi ad una panchina per sostare e decidere sul da farsi, mentre Louise non vedeva altro che disperazione. 

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Capitolo 3
*** Incontri ***


“Questo è solo un incubo, questo è solo un incubo, solo un incubo, un incubo, incubooo” questo è il pensiero ricorrente di Madame Louise, seduta sulla panchina con la schiena diritta, le caviglie incrociate, le ginocchia leggermente spostate verso destra e le mani giunte sul grembo, insomma seduta come una perfetta nobildonna. Anche Elisabeth seduta accanto a lei sedeva in modo simile, ma con le spalle un po' più rilassate e le mani stese lungo i fianchi. Entrambe osservano ciò che il panorama offre loro, e cioè i ragazzi vestiti di alcune taglie più grandi che sfrecciano su dei....dei...non si sa su cosa, gente di tutte le età che corrono. Aspettate un attimo signore che corrono, per di più con addosso pantaloni inguinali, e non ancora contente con solamente una fascia a coprirli il seno, e quindi la pancia di fuori.

 

A quella visione Madame Louise sussultò, seguita da Elisabeth che si era girata nella stessa direzione della Donna.

“Voglio tornare a casa, voglio tornare a casa, casaaa”, questo è invece ciò che balenava nella mente della dama.

 

Così prese a piangersi addosso, le due non si accorgono che una ragazza vestita con jeans corti di taglio maschile, una canotta con scollatura molto ampia, il lato destro vedeva una rasata e un tatuaggio sulla spalla che raffigurava un vinile in parte frammentato, pearcing al labbro e al sopracciglio, e non potevano mancare le catene e i bracciali in pelle e metallo. Per farla breve l'esatto opposto delle ottocentesche, e si vedeva anche nel modo di camminare.

 

La ragazza soprannominata Jass, omai nessuna si ricorda il suo vero nome, fa parte di una banda che controlla tutti i movimenti del lato Est del Parco. E come ogni banda che si rispetti, è informata anche delle persone che vi sostano, entrano, ormai sono anni che quei ragazzi sono lì e quindi la maggior parte della gente è conosciuta.

 

Jass, si avvicina alle due strane donne, e come il genere pretende, non ha peli sulla lingua.

“Wheila Zie, come siete messe, sembra che qualcuno vi abbia infilato un bastone nel culo”

 

Le donne guardano la ragazza scandalizzate, senza sapere cosa fare, per fortuna la tipa è intraprendente e porge loro la mano

“Piacere Jass, voi chi siete e cosa fate nel mio parco?”

 

Madame Louise, attingendo a tutta la sua pazienza e gentilezza, ricambia lo strano gesto e sfogliando il galateo mentalmente risponde:

“Buongiorno Signorina Jass, io sono Madame Louise, e lei è la mia dama di compagnia Elisabeth. Dopo esserci allontanate da casa siamo giunte in questo meraviglioso parco, e quindi adagiate su codesta panca per osservare questo contesto così bizzarro, in attesa di ritornare a casa”

 

Jass, che ha compreso quasi niente della frase appena pronunciata risponde:

“Ammazza Zia, dove abiti nell'ottocento non ho capito una parola di quello che hai appena detto”

 

Madame Louise, felice di aver trovato qualcuno che comprendesse la sua situazione esclamò:

“Che ragazza perspicace e sveglia, è proprio da lì che veniamo, ora gentilmente ci potrebbe indicare la strada per tornare a casa”

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