Seimila anni e sembra ieri, a parte qualche minuscolo dettaglio

di the_southern_pansy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcuno che non dovrebbe essere qui ***
Capitolo 2: *** La sensazione di aver tralasciato qualcosa di fondamentale ***



Capitolo 1
*** Qualcuno che non dovrebbe essere qui ***


Il campanello del negozio suonò a Aziraphale si mimetizzò tra gli scaffali nella speranza di non essere notato. 
Senza scollare gli occhi dalla pagina che stava leggendo, si appiattì contro il muro in fondo al piccolo locale ricolmo di libri, attendendo l'occasione migliore per sgattaiolare nel retro. Ce l'aveva quasi fatta, gli sarebbero bastati due passi di corsa per sparire dietro la tenda pesante che lo separava dal deposito (nonchè cucinino, nonchè sala da lettura, nonchè camera da letto all'occorrenza).
Ma si bloccò, e sporse lievemente la testa per vedere in faccia il cliente, dato che questi, dal momento in cui aveva messo piede nel negozio, non aveva mosso un passo nè aveva proferito parola.

L'angelo si ritrasse immediatamente, si schiaffeggiò internamente per non aver percepito nulla e si sentì stupido. Era così immerso nella lettura, da non essersi reso conto di essere in presenza di un'altra creatura sovrannaturale. Chiaramente un angelo. Chiaramente un angelo arrabbiato, data l'espressione che era riuscito a cogliere su quel volto mortale.

<< Aziraphale >>.
Lo chiamò con una voce graffiata, sofferente e inaspettatamente meno irosa di quanto si sarebbe aspettato.
Aziraphale si ricompose, chiuse il libro e lo coricò sopra i libri del ripiano più vicino, e tolse dalle spalle la polvere dell'intonaco bianco del muro su cui si era appoggiato. Si schiarì la voce e fece qualche passo sicuro verso l'ingresso del negozio.
La sicurezza gli venì a mancare passo dopo passo. 
Davanti a lui c'era un giovane, alto, lineamenti marcati e felpa bordeaux. Lo guardava aggrotando la fronte, stringendo le labbra in una smorfia di disprezzo.
O forse era la sua espressione di default. Aziraphale ricacciò le stupidaggini in un luogo della mente angelica da cui sarebbe stato il caso non farle uscire per un po'.

<< Aziraphale >> ripetè l'angelo << Sono tornato. Sono io, Gadreel>>

Il proprietario del negozio sbiancò in volto e sembrò che tutto il suo tramite mortale appariva desaturato, spento, debole.
<< Gadreel? >> chiese << Come..come può ESSERE?>>.
Gadreel avanzò verso di lui, lento.
<< Può essere, evidentemente >> Gli mise una mano sulla spalla e inclinò lievemente la testa. << Non ci sono più gabbie e io sono libero... dopo tanto tempo>>.
Aziraphale percepì il proprio senso di colpa raggrumarsi nel petto e premere contro lo stomaco mentre le parole "indulgenza" e "plenaria" gli rimbombavano nel cranio.
<< Dopo tanto tempo... e sei venuto a prenderti la tua rivincita su di me? >>
Gadreel aggrottò la fronte e raddrizzò la testa di scatto.
<< Rivincita? Io non ho nessun desiderio di vendetta o di rivalsa nei tuoi confronti. Sono venuto a controllare >>.
<< Controllare? >> gli chiese Aziraphale, sentendo che almeno l'ansia lo stava abbandonando.

<< Controllare che ne sia valsa la pena, dopo tutto >>.






Nota dell'Autrice
Inaspettatamente mi sono sentita ispirata. Probabilmente dipende dalla frustrazione post-nona stagione di Supernatural e dalla nostalgia di Good Omens che è troppo tempo che non lo rileggo (quindi chiedo venia, ho un paio di incertezze che non ho fatto in tempo a controllare, per cui se le trovate, avvisatemi.)

 

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Capitolo 2
*** La sensazione di aver tralasciato qualcosa di fondamentale ***


Gadreel e Aziraphale ingombravano lo stretto corridoio del negozio, ma non solamente coi loro corpi mortali. Riempivano la stanza con la propria Grazia. L'iniziale tensione, la paura, la curiosità, avevano lasciato posto al sentimento di amicizia e di amore fraterno, che stava saturando l'ambiente come aria tiepida.
<< Quindi >> continuò Gadreel << dimmi Aziraphale. Lui è ancora con te? >>.
LUI probabilmente al momento si stava nascondendo da Abaddon. Tolto questo sì, era ancora con Aziraphale e le intenzioni erano quelle di rimanerci un'altra manciata di millenni.

Aziraphale sì aggiustò il farfallino blu e sorrise dolcemente.
<< Sì, è sempre stato con me. >>
Menzionare un intero secolo passato ad aspettare che si svegliasse da un sonnellino pomeridiano protratto a oltranza, non gli sembrava appropriato.
<< Ne sono felice >> rispose Gadreel, sottovoce, ammorbidendo lo sguardo severo in un sorriso.
I due si abbracciarono. Le loro anime luminose si abbracciarono, come fratelli che non si vedono da quasi settemila anni.

Quando si separarono, Gadreel trovò il tempo di girarsi attorno a osservare l'ambiente.
<< Che.. che cos'è questo? >> gli chiese, disegnando cerchi nell'aria con l'indice. Lasciò trapelare un velo di delusione o forse lo stava deridendo. O era di nuovo il suo tono base. Prima o poi gliel'avrebbe chiesto. In ogni caso, Aziraphale si risentì come se lo avesse ferito fisicamente.
<< QUESTO, caro, è il mio angolo di quiete e serenità >> rispose  << anche se ho promesso a Crowley che di tanto in tanto... venderò alcuni di questi libri. So che non sarà facile per te comprendere questi miei sentimenti così materialistici. L'ho promesso, sai?  e lo farò, mi libererò di qualche volume superfluo. Ma solo dopo essermi accertato che siano persone veramente interessate a livello culturale e non meri collezionisti di cianfrusaglie antiche che non saprebbero distinguere Milton dall'elenco telefonico >>.
Gadreel gli sorrise allegro, senza cogliere il riferimento letterario.
<< Per un attimo >>  Aziraphale tornò concentrato  << mi sono distratto dal punto cruciale della situazione e mi stupisco di non averti ancora sommerso di domande.>>
Si scrutarono in silenzio, ma soprattutto Aziraphale indagava con attenzione gli occhi di Gadreel, suscitando un lieve imbarazzo da entrambe le parti.
<< Perchè sei qui? >> chiese << e no, non dirmi 'per controllare'. Perchè sei senza una cella di cemento e barre di ferro impregnate di tutta l'angelica severità possibile? >>.
Gadreel contorse la bocca e rimase congelato in un'espressione un po' stupida.
<< Non ti sei accorto... di niente? >>.
L'altro angelo strinse le spalle e roteò gli occhi fissando alternativamente Gadreel, il soffitto (o meglio, un po' più su, metaforicamente), la porta, il pavimento e infine di nuovo il suo amico.
<< Ho come il vago sospetto di essermi perso qualcosa di fondamentale >>.

<< Puoi ben dirlo >> spiegò Gadreel, e gli poggiò una mano sulla spalla.
<< Metatron ha chiuso il Paradiso. Siamo tutti qui bloccati qui, sulla terra. Le anime pure sono bloccate e non possono entrare.>>
Aziraphale cercò invano le parole giuste ed emise solo un cigolìo culminato in un sincero e  calzantissimo << Merda. >>

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