Le Decisioni Che Cambiano La Vita

di karter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una notizia sconvolgente ***
Capitolo 3: *** Addio... ***
Capitolo 4: *** Verità del cuore ***
Capitolo 5: *** Decisioni che cambiano la vita ***
Capitolo 6: *** Rincontrarsi dopo un anno ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era una splendida giornata di primavera a Tokio. Il cielo era limpido e sereno, nemmeno una nube sporcava quel bellissimo azzurro che i caldi raggi del sole rendevano ancora più brillante e bello. Una leggera brezza accarezzava le fronde degli alberi, portando con se piccoli petali che troppo presto avevano deciso di staccarsi dal nido materno.  Come ogni pomeriggio le strade erano super affollate, c'erano ragazzi di ritorno da scuola e uomini e donne che rincasavano dopo un'interminabile giornata di lavoro, ma anche turisti in cerca di svago e possibili acquirenti nei numerosi negozi.
Tra tutte queste persone si contraddistingueva una ragazza dai capelli rossi che, con passo incerto, si aggirava per le strade della città, osservando ogni più piccolo dettaglio, come se non avesse mai visto le luci dei negozi o i bei ciliegi in fiore. Sembrava una bambina che, incerta, muoveva i primi passi in un mondo a lei completamente estraneo, una neonata che vedeva per la prima volta la luce.
Era così strano per lei trovarsi lì, in quella città che l'aveva vista crescere e diventare più responsabile, prima di allontanarsi per seguire un amore che credeva eterno, incancellabile.
Sorrise amaramente la ragazza pensando a tutti i sacrifici affrontati per quello che credeva l'amore della sua vita, e che invece aveva scoperto un fratello mancato, a tutte le rinunce fatte solo per permettere a lui di realizzare il suo sogno.
 
Camminò per ore per quelle strade che fin troppo bene conosceva, quelle strade che l'avevano vista crescere, fino a giungere nei pressi di un piccolo locale a lei ben noto.
Osservò attentamente quella struttura bianca e rosa con le finestre a cuore che aveva amato fin dal primo momento e grazie alla quale aveva incontrato coloro che erano diventati la sua seconda famiglia, la sua vita.
Con passo tremante avanzò fino alla porta sul retro. Quante volte l'aveva utilizzata per cercare di non far scoprire i suoi ritardi, inutilmente però, perché lui era sempre lì, pronto a rimproverarla per ogni piccolo errore. Si morse il labbro, nervosa, ripensando alle sue litigate con il biondo americano che ormai occupava troppo spesso i suoi pensieri. Aveva una voglia matta di entrare e urlare -Salve ragazzi!- come se non fosse mai passato tutto quel tempo, come se non fosse mai andata via, desiderava immensamente che tutto il tempo passato lontano da loro fosse solo una stupida illusione, un brutto sogno, dal quale ti svegli spaventato, ma con la consapevolezza che ciò che è accaduto rimarrà sempre e solo nei tuoi sogni. Peccato che per lei non fosse così!
 
Rimase davanti a quella porta per secondi che le parvero infiniti, a rimuginare sulla sua decisione di tornare, mentre da dentro percepiva benissimo le risate della piccola Purin, che tanto piccola sicuramente non sarebbe stata, il rumore di vetro rotto, era certa che Reatsu avesse rotto l'ennesimo servizio di bicchieri, povero Keiichiro, chi sa quanti piatti e bicchieri avrà dovuto ricomprare per colpa della ragazza. Rimase ancora in ascolto distinguendo perfettamente le urla incitatorie di Minto, sicuramente seduta al tavolo sorseggiando il suo the e rimproverando le altre, mentre Zakuro era alla cassa per non mettere soggezione ai clienti. Quanto le era mancato tutto ciò!
 
Si rigirò una ciocca rossa tra le mani. Non portava più i soliti codini che l'avevano sempre caratterizzata donandole quella buffa aria infantile che l'aveva sempre accompagnata. Aveva lasciato crescere i capelli indisturbati, come a voler contare i giorni che l'avevano tenuta lontana da loro, dalla sua famiglia.
Una lacrima silenziosa sfuggì al suo controllo, mentre facendosi coraggio stava per aprire la porta. Non c'era più tempo per le incertezze, doveva agire!
Tremante allungò un braccio verso quella maniglia che le era stata tante volte amica, quando d'improvviso la porta si aprì, senza che lei la toccasse, mostrando una figura maschile a lei ben nota che le fece sgranare gli occhi per la sorpresa e battere all’impazzata il cuore...





ANGOLO AUTRICE:
salve a tutti! xD
nonostante bazzichi già da un pò in questo fandom è la prima volta che pubblico qualcosa quindi non so cosa ci uscirà!
spero però che questo breve prologo possa piacervi e che vogliate lasciarmi qualche commento per aiutarmi a migliorare
grazie in anticipo
karter

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Capitolo 2
*** Una notizia sconvolgente ***


UNA NOTIZIA SCONVOLGENTE
 
 
 
Erano passati due anni dalla chiusura del progetto mew, ma nonostante ciò le ex paladine della terra erano rimaste costantemente in contatto e avevano continuato a lavorare in quel caffè che le aveva unite e fatte crescere fino a diventare le giovani donne che ormai erano.
I due americani inoltre avevano deciso di rimanere a Tokyo per restare accanto alle loro ragazze. Ormai quelle cinque erano entrate nei loro cuori e niente avrebbe potuto cambiare ciò, neanche alcune vecchie abitudini...
 
-Mamma è tardissimo!- disse una ragazza dai buffi codini rossi correndo velocissima per le strade della città come ogni giorno -Ma perché abbiamo dovuto aprire anche oggi!- si lamentò evitando per un pelo di finire sotto una macchina che passava in quel momento -E ora rischiavo anche di essere investita...questa me la paghi Shirogane!- urlò rivolta al nulla, senza rendersi conto che tutti la stavano osservando allibiti.
Stremata arrivò finalmente a destinazione, spalancando adirata la porta.
-Era ora che arrivassi!- la rimbeccò Minto con le mani sui fianchi, non ottenendo nessuna risposta dalla rossa che adirata cercava con lo sguardo quell'antipatico del suo capo.
-Dov'è?- chiese con occhi fiammeggianti, perlustrando da cima a fondo la sala, mentre le amiche la guardavano senza capire -Vieni fuori razza di dittatore!- urlò alzando i pugni in aria sconvolgendo tutti.
-Ichigo- la rimproverò con astio la blu piazzandosi davanti a lei.
 -Che c'è?- rispose adirata la rossa.
-Ti sembra questo il modo di comportarti!- la rimproverò
-Non t'impicciare!- rispose senza calmarsi minimamente.
-Ma come ti permetti?- sibilò offesa la blu, pronta a replicare.
-Avanti ragazze, calmatevi- s'intromise la povera Reatsu per cercare di calmarle, ottenendo solo un'occhiataccia da entrambe che la fece subito desistere.
-Ragazze, bene, ci siete tutte!- disse entrando nella sala Keiichiro con un dolce sorriso a illuminargli il volto.
-Ciao Akasaka-san- risposero in coro le ragazze, esclusa la blu e la rossa che ancora si lanciavano saette con gli occhi.
-Cosa succede qui?- chiese allora il pasticcere notando la tensione tra le due.
-Quando sono state distribuite puntualità e buone maniere Ichigo era ancora in fila per la golosità!- si limitò a dire con aria di superiorità la blu, mentre la rossa, notando il ragazzo moro al suo fianco si dimenticò completamente dell'amica per concentrare la sua attenzione su di lui.
-Akasaka-San, sai dov'è Ryo?- chiese cercando di sembrare il più cordiale possibile, nonostante i suoi occhi mostrassero fiamme ardenti.
-Ehm…- iniziò diffidente, non gli piaceva per niente quel suo tono, non prometteva niente di buono, anzi -Come mai questo interesse?-
Quella alzò le spalle simulando disinteresse, mentre dentro bruciava di rabbia che avrebbe liberato molto volentieri contro quell'antipatico biondino.
-Salve ragazze!- disse una voce entrando in sala in quel momento interrompendo le riflessioni della rossa.
-Tu!- iniziò furente riconoscendo la voce di colui che occupava i suoi pensieri più nefasti in quel momento -Come hai potuto pretendere che venissimo a lavorare anche oggi?-
Il biondo d'altro canto non si fece intimorire, ma la guardò ghignando.
-Che c'è hai interrotto i tuoi sogni romantici su Masaya?- le chiese con strafottenza, mentre il suo cuore veniva travolto da migliaia di pugnalate.
Ichigo, d'altro canto, si imbarazzò tantissimo, ma non rispose, la sua mente era tornata al giorno prima e a ciò che il suo ragazzo le aveva detto...
 
-Ciao Ayoma-kun- disse una ragazza dai buffi codini sorridendo felice alla vista del suo ragazzo.
-Ichigo!- le rispose lui, sorridendole in quel modo che lei amava tanto.
-Scusami il ritardo, ma quell'antipatico di Shirogane mi ha trattenuta più del previsto- si giustificò la rossa arrivando vicino al suo ragazzo.
-Non preoccuparti!- la rassicurò il corvino continuando a sorridere e facendo sciogliere il cuore della sua amata.
-Come mai mi hai fatta venire in tutta fretta?- chiese la ragazza curiosa mentre i due si incamminavano per il parco, lo stesso che era stato spettatore di tutti i momenti più belli della loro storia.
-Vedi, c'è una cosa importante che devo dirti…- iniziò incerto il ragazzo, non sapendo come spiegare la situazione alla sua amata che lo guardava con i suoi bellissimi occhi cioccolato in cerca di risposte -Tu sai che il mio sogno è quello di andare a studiare a Londra e che avevo fatto diverse domande per entrare in vari collage…- continuò con voce incerta, non sapendo come spiegarle tutta la situazione senza che lei fraintendesse ogni cosa.
La rossa, invece, lo guardava curiosa, tutte quelle cose le sapeva già e non riusciva a capire per quale motivo gli fossero venute in mente proprio in quel momento.
-E...- riprese titubante –Sono riuscito ad ottenere una borsa di studio lì a Londra.  Devo partire tra una settimana-
In quel momento il cuore della ragazza perse un battito. Non poteva credervi, non voleva crederci, Masaya, il suo Masaya tra una settimana sarebbe andato via, l'avrebbe lasciata sola. Una lacrima silenziosa le rigò il volto, ma subito l'asciugò, non doveva piangere, ma essere felice per lui che sarebbe riuscito a realizzare i suoi sogni.
-Sono felice per te!- rispose cercando di apparire felice, mentre dentro si sentiva morire.
-Ti ringrazio- rispose il ragazzo, non accorgendosi della lotta interiore che era in corso nella ragazza al suo fianco -Però volevo chiederti...Ichigo, vuoi venire con me?-
In quel momento la rossa pensò di star vivendo un sogno. Masaya le aveva chiesto di partire con lui! Lui l'amava, non voleva lasciarla per inseguire i suoi sogni, anzi voleva che lei ne facesse parte. Era così felice che calde lacrime iniziarono a bagnarle le gote rosee.
Vedendola il corvino si preoccupò forse aveva sbagliato qualcosa nel modo di fare, di dire. Stava per dirle di stare tranquilla, che se non avrebbe voluto sarebbe andato bene ugualmente, quando si sentì avvolgere da un caldo abbraccio.
-Certo che parto con te!- gli disse Ichigo tra un singhiozzo e l'altro facendo sorridere il corvino che la strinse a se per tranquillizzarla, lasciandole un dolce bacio tra i capelli.
 
-Ho bisogno di parlavi…- proruppe la rossa con sguardo malinconico tornando al presente e dimenticando tutta la rabbia verso il biondo.
I presenti, invece, notando il rapido cambio di tono della ragazza si preoccuparono. Che fosse successo qualcosa con Masaya?
-Dicci tutto I-chan!- commentò Purin sorridendo ingenuamente come solo lei era in grafo di fare.
-Ecco...- iniziò titubante -Masaya ha ricevuto una borsa di studio da un college di Londra…-
A quella frase ci furono diverse reazioni all'interno della stanza, chi era sbalordito, chi triste per l'amica e chi come Ryo era sopraffatto da due sentimenti, felicità per non dover più vedere quell'ameba girare attorno a Ichigo e tristezza per la ragazza che ne avrebbe sofferto, ma prima che ognuno di loro potesse aprir bocca la rossa li precedette.
-Ed io andrò con lui!- aggiunse facendo calare il gelo nella stanza.
Nessuno osò fiatare dopo quelle parole. Non riuscivano a credere che la rossa li volesse lasciare così, per seguire quel pesce lesso del suo ragazzo.
 
Ichigo, nel frattempo, aveva abbassato il volto non sapendo cosa dire. Era certa della sua decisione. Amava Masaya e l'avrebbe seguito anche in capo al mondo, ma lasciare loro le faceva male, dopo tutto ciò che avevano passato, erano diventati indispensabili nella sua vita, ma aveva dovuto fare una scelta ed anche se dolorosa l'aveva fatta.
 
-Sono contento per te Ichigo!- disse Kei spezzando quel silenzio pieno di urla mantenute, ottenendo in cambio un flebile sorriso dalla rossa che dietro di se nascondeva mille parole.
-Ci mancherai tanto!- aggiunse la più piccola del gruppo mentre con le lacrime agli occhi correva ad abbracciare l'amica che l'accolse a braccia aperte accarezzandole quei fili dorati che aveva per capelli.
-Spero tu sia felice a Londra!- le disse Reatsu unendosi al loro abbraccio. Le faceva male la partenza della rossa, ormai le voleva molto bene, come a tutte, ma lei, la sua prima amica aveva sempre avuto un posto speciale nel suo cuore.
-Come puoi abbandonarci!- le urlò invece Minto cercando di trattenere le lacrime. Nonostante le due bisticciassero sempre per ogni cosa erano grandi amiche e si volevano bene, troppo per poter accettare migliaia di chilometri a dividerle -Come puoi essere così egoista?- continuò la mewblu stringendo forte i pugni lungo i fianchi. Non poteva accettare la sua partenza, non voleva.
-Smettila Minto!- la rimproverò invece Zakuro -Anche per Ichigo è difficile andar via, non solo per noi lasciarla andare- aggiunse sorridendo debolmente alla loro ex leader.
Sentendo quelle parole la blu non resistette e si lasciò andare ai singhiozzi unendosi a quel caldo abbraccio assieme alla viola.
Era così bello quel loro abbraccio, sembrava assurdo che tra meno di una settimana non sarebbero state più insieme.
Nel vederle Kei sorrise, erano così unite le loro ragazze, sembrava assurdo che una di loro stesse per andar via. Con il sorriso sulle labbra volse lo sguardo alla sua destra dove si trovava Ryo, non trovandolo. Avrebbe dovuto immaginarlo. Conosceva i sentimenti dell'amico per la rossa e sapere che stava per partire con un altro doveva avergli fatto male, tanto.







 
ANGOLO AUTRICE:

ed eccomi di nuovo qui con il primo vero capitolo xD
come avrete capito le vicende narrate in esso sono precedenti a quelle del prologo e sarà così anche per i prossimi tre capitali. spero che il tutto vi sia piaciuto e vogliate lasciarmi un piccolo commentino :)
ringrazio infinitamente meneguzza, Sheila95 e Hypnotic Poison per aver recensito il prologo e hina e anna92love per aver inserito la storia tra le seguite, ma anche chi ha avuto la pazienza di leggerla semplicemente.
ci rivediamo a luglio per il prossimo capitolo
un bacio

karter
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Addio... ***


ADDIO…
 
 
Da quel momento i giorni passarono in fretta per la povera Ichigo che si divideva fra lavoro e preparativi. Ogni sera era esausta quando andava a dormire, ma il sorriso aleggiava sempre sulle sue labbra, tanta era la felicità di partire, principalmente dopo la promessa delle amiche di tenersi sempre in contatto, in qualsiasi modo.
 
Il grande giorno arrivò in un soffio, e come al solito, anche quella mattina la rossa era in ritardo...
-Oh mamma è tardissimo!- urlava la ragazza correndo per casa alla ricerca delle ultime cose da portare con se -Ma perché nemmeno oggi sono riuscita a svegliarmi in orario?!- si chiese correndo giù per le scale trascinandosi dietro un trolley rosa stracolmo di roba.
-Fa buon viaggio tesoro!- le disse la madre abbracciandola dolcemente, mentre il padre aveva le lacrime agli occhi. Non riusciva a credere che la sua bambina stesse per volare così lontana da lui, per giunta con quel Masaya...
-Ciao mamma! Ciao papà!- disse semplicemente la rossa asciugandosi una lacrima solitaria mentre si lasciava cullare dalle braccia materne che tanto le sarebbero mancate -Ora devo andare- continuò sorridendo e dirigendosi verso la porta.
-Mi raccomando sii prudente e fatti sentire al più presto!- le disse Sakura prima di vederla scomparire dietro quella porta di legno.
 
Il viaggio verso l'aereoporto parve eterno. Ichigo osservava il panorama dal finestrino ripensando a tutta la sua vita. Quante ne aveva passate in quella città, esperienze belle e brutte che per sempre avrebbe custodito nel suo cuore come il tesoro più bello.
 
Arrivata a destinazione pagò il tassista e si diresse verso l'interno dove la attendeva un ragazzo dai capelli corvini.
-Buongiorno Ichigo!- la salutò cortesemente il ragazzo.
-Buongiorno Masaya-kun! - rispose sorridendo la ragazza mentre assieme si dirigevano all'imbarco dei bagagli.
 
-L' aereo parte tra mezz'ora...- iniziò pensierosa la rossa -Perché non andiamo al bar?- continuò ripensando al fatto di essere uscita di casa senza aver fatto colazione per la fretta.
-Certo!- rispose il ragazzo avviandosi verso la loro destinazione.
Ichigo sorrise, soddisfatta. Era davvero fortunata ad avere un ragazzo comprensivo come il suo Masaya, che per di più l'amava alla follia. Si sentiva così felice...
 
Era talmente persa tra i suoi pensieri da non accorgersi di una presenza davanti a se contro la quale andò a sbattere.
-Mi scusi!- disse imbarazzata per la figuraccia. Possibile che dovesse avere sempre la testa tra le nuvole.
-Non preoccuparti!- le rispose una voce maschile a lei fin troppo familiare, che la costrinse ad alzare il volto fino ad incontrare due bellissimi occhi azzurro cielo.
-Ryo?- chiese interrogativa riconoscendo quegli occhi così belli che fin dalla prima volta l' avevano stregata.
-Ichigo!- rispose il biondo sorridendo.
La rossa rimase incantata da quel sorriso. Non riusciva a smettere di osservarlo, sentendo il proprio cuore aumentare i battiti. Era rimasta incantata, intrappolata in quelle pozze magnetiche, in quello scontro di sguardi, in quell'incontro tra cielo e terra. Era come se si trovassero in una bolla dove esistevano solo loro due.
 
-Ryo!- d'un tratto una voce proruppe in quella bolla, spezzando quel momento magico.
-Allora l'hai trovata!- continuò una seconda voce, mentre la rossa, imbarazzata abbassava il volto, non riuscendo a comprendere quell'eccessivo batticuore che le era arrivato non appena i suoi occhi avevano incontrato quelli dell'americano.
-Ichigo!- la richiamò la prima voce buttandole le braccia al collo, mentre altre tre ragazze e un ragazzo la raggiungevano.
-Purin? Ragazze?- chiese allora la rossa riconoscendo le sue amiche.
-Credevi davvero che ti avremmo lasciata partire senza salutarti?- le disse la bionda con un sorriso allontanandosi da lei.
-Sono davvero felice di vedervi!- rispose allora la rossa lanciandosi tra le loro braccia.
Aveva deciso di non salutare nessuno in aereoporto per non doversi sorbire uno di quegli addii che durante i film la facevano sempre piangere. Eppure, in quel momento, non poteva essere più felice di ritrovarsele tutte tra le braccia, di nuovo, come la sera prima.
 
Ichigo respirava ogni istante di quel momento. Riusciva a sentire i lunghi capelli di Zakuro solleticarle il volto, le mani di Purin che la stringevano forte, gli occhiali di Reatsu sul collo e le lacrime di Minto a bagnarle la spalla. Quanto le sarebbe mancato tutto ciò...
-Mi mancherete tantissimo! Prometto di scrivervi appena possibile!- disse loro la rossa volendo assaporare quel momento fino alla fine.
-Anche tu brutta zuccona!- le rispose Minto facendo scoppiare tutti in una fragorosa risata.
-Ora si che ti riconosco…- iniziò la rossa ridendo assieme alle altre -Credevo mi stessi diventando sentimentale!- continuò prendendola in giro come facevano dal primo giorno in cui si erano conosciute.
-Fa buon viaggio principessa!- le augurò anche il pasticcere, mentre Ichigo, dopo essersi separata dalle altre gli buttava le braccia al collo.
Quanto le sarebbe mancato quel ragazzo tanto dolce e gentile che non faceva altro che viziarla e nel quale aveva trovato un amico fidato, un confidente ed un fratello maggiore capace di capirla e comprenderla in ogni momento.
-Mi mancherai tanto Akasaka-San!- gli rispose godendosi quel momento tanto dolce che non avrebbe più rivissuto molto probabilmente.
Del resto come avrebbe potuto trovare un altro amico come Kei?
-Ora però devo andare…- continuò separandosi da quel caldo abbraccio -Ayoma-kun si sarà preoccupato non vedendomi al suo fianco-
A quelle parole tutti annuirono, mentre due sguardi precisi si posarono sul biondo americano che se ne stava in disparte ad osservare quell'addio che gli faceva troppo male al cuore.
-Fai buon viaggio Ichigo!- riuscì solo a dire Ryo facendo tingere le gote della ragazza di un bellissimo color fragola.
-Addio Shirogane-kun!- gli rispose lei mostrando un debole sorriso che fece sciogliere il cuore di quel ragazzo di ghiaccio -Addio amici miei!- continuò trattenendo le lacrime e andando incontro al suo ragazzo che la stava aspettando, mentre i ragazzi del caffè la guardavano con un sorriso malinconico. Niente sarebbe stato più lo stesso senza quella buffa ragazzina.
 
-Dov'eri finita?- le chiese con sguardo severo Ayoma vedendola arrivare.
-Scusami tanto, stavo salutando le ragazze- rispose la rossa con un dolce sorriso.
A quelle parole il ragazzo sospirò prima di sorridere. Non sarebbe mai riuscito a occupare il posto che avevano loro nel suo cuore, ma nonostante ciò aveva vinto lui, Ichigo sarebbe stata solo sua.
-Non importa, ora andiamo però - gli rispose sorridendo, mentre assieme si avviavano verso una nuova vita.
 
 
 

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Capitolo 4
*** Verità del cuore ***


VERITÁ DEL CUORE
 
 
Un anno dopo...
Il sole splendeva alto sulla capitale inglese come solo di rado succedeva nel periodo autunnale. Le persone si aggiravano frenetiche tra le strade della città senza avere un attimo per se. Tra tutte si notava una ragazza dalla lunga chioma rossa che si aggirava per le strade, smarrita. Era passato già un anno dal primo giorno in cui si trovava in quel posto, eppure si sentiva comunque a disagio. Non riusciva a considerare quella grande città straniera casa sua.
Quanto le mancava la sua città. Era convinta che con il tempo quella strana angoscia sarebbe scomparsa, eppure era ancora lì a riproporle ogni momento spezzoni del suo passato felice. Le bastava alzare gli occhi al cielo per rivedere la sua casa in ogni particolare e i suoi genitori che, dalla cucina, le urlavano di muoversi altrimenti avrebbe fatto tardi, come sempre. Riconosceva il profilo della sua scuola in quelle nuvole ribelli che oscuravano sempre il sole. Aveva odiato quel posto sempre, eppure ora le mancava. Le mancavano le corse assieme a Mimi e Magan per non arrivare tardi, le punizioni della prof di matematica e le urla di quella di giapponese, le risate a ricreazione e anche i compiti a casa. Volse lo sguardo al sole e sorrise. La luce per lei equivaleva all'amicizia e amicizia era il caffè mewmew, quell'edificio così stravagante dai dolci colori pastello che improvvisamente era entrato nella sua vita e silenziosamente si era fatto strada nel suo cuore, assieme a tutte le persone che lì aveva incontrato.
Senza accorgersene giunse davanti l'appartamento che condivideva con Ayoma, inserì la chiave nella serratura ed entrò.
Percorse il corridoio sospirando. Come al solito Masaya non era in casa, era uscito con i suoi nuovi amici senza dire una parola, lasciandola sola in quella casa per lei estranea. Sorrise amaramente girandosi attorno. Aveva immaginato che la convivenza con Ayoma sarebbe stata bellissima, un sogno ad occhi aperti, la sua fiaba personale. Già si immaginava di vivere come una felice coppietta alle prese con la vita quotidiana, invece così non era stato. Ormai andava avanti così da un anno. Mentre lei era a casa, da sola, lui era impegnato con i suoi nuovi amici, dimenticandosi completamente di lei, quella ragazzina innamorata che aveva rinunciato a tutto pur di stare al suo fianco, per fargli realizzare il suo sogno.
Una lacrima le rigò il volto candido. Le mancava la sua vita, la rivoleva indietro.
Le mancavano le litigate con Minto, ma anche quei momenti in cui, al chiuso nella camera della blu, passavano la serata a ridere e scherzare, solo come due migliori amiche sanno fare. Le mancava la goffaggine di Reatsu e rivoleva indietro il suo dolce sorriso capace di tranquillizzarla in ogni momento, e il suo animo puro e gentile, mai propenso allo scontro. Le mancavano gli spettacoli buffi della piccola Purin che portavano allegria in sala mentre servivano i tavoli, e rivoleva indietro i loro momenti di complicità, loro le curiose del gruppo, le più impiccione, quelle capaci di escogitare piani strategici per scoprire i segreti altrui, per poi perdersi dietro un libro di matematica. Le mancava lo sguardo di ghiaccio di Zakuro e rivoleva le loro rare chiacchierate nelle quali la viola riusciva a comprenderla con un solo sguardo, lasciandole perle di saggezza che l'aiutavano ad andare avanti. Le mancavano i dolci di Keiichiro e rivoleva il suo dolce sorriso, i suoi abbracci e le parole rassicuranti che solo un fratello maggiore sa dire. Le mancava Ryo, i loro battibecchi, le loro dis...
-Ma cosa vado a pensare!- disse la rossa scuotendo nervosa la testa - Come può mancarmi quell'antipatico di Shirogane!- continuò mentre percepiva una profonda fitta che le faceva male al cuore.
Guardò fuori alla finestra. Era già calata la sera e di Masaya neanche l'ombra. Avrebbe dovuto esserci abituata alle sue lunghe assenze, eppure la sua mente non voleva capire ciò che il cuore già sapeva. Lui l'aveva messa da parte! Altre lacrime le rigarono il volto a quella constatazione. Non voleva crederci, eppure non c'era altra spiegazione al suo comportamento. Le aveva promesso che le sarebbe stato sempre accanto, che non l'avrebbe mai lasciata sola in una città per lei estranea, che avrebbe conciliato il tempo per studiare, e avrebbe trovato anche del tempo per lei, eppure così non era stato. Lui l'aveva allontanata senza rendersene conto prediligendo una nuova compagnia a lei.
Sospirando la giovane si diresse in cucina pronta per l'ennesima cena solitaria. Non era mai stata brava dietro i fornelli ma vivendo da sola aveva dovuto adeguarsi e aveva imparato a preparare dei manicaretti se non squisiti, almeno mangiabili, peccato che nessuno fosse mai in casa ad assaporarli assieme a lei.
Inizialmente pensava fosse una cosa positiva. Non avendo mai a casa Masaya avrebbe potuto esercitarsi nella cucina e stupirlo non appena si fossero trovati a mangiare assieme. Peccato che i giorni passassero, Ichigo imparasse nuove ricette, alcune meglio di altre (era diventata un asso nei dolci e la sua specialità era la torta fragole, panna e cioccolato), ma mai nessuno potesse gustarle con lei.
Come ogni sera si preparò per andare a dormire e si sedette sul divano a guardare uno di quegli stupidi programmi londinesi per cercare di non crollare dal sonno e riuscire ad aspettare il suo ragazzo sveglia.
Osservava quello schermo piatto posto davanti a se che trasmetteva immagini colorate, ma non lo vedeva realmente. La sua mente, infatti, le giocava brutti scherzi riproponendole ancora una volta immagini di un passato ormai lontano, ricordi che l'avevano cambiata e resa più forte e sicura, persone che avevano lasciato una cicatrice indelebile nel suo animo e nel suo cuore.
Rimase sveglia a lungo, persa tra quei ricordi lontani e felici. Sapeva che il suo ragazzo sarebbe rientrato tardi e voleva aspettarlo sveglio, come ogni sera, eppure le sue palpebre erano così pesanti, gli occhi così appannati, la testa così pulsante. E così, senza rendersene conto si lasciò cullare dal dolce abbraccio di Morfeo che vegliando su di lei le regalava i sogni più belli.
 
Una luce bianca avvolgeva il suo corpo, e tutto lo spazio attorno a lei. Era una luce calda, rassicurante che assomigliava tanto ad un caldo abbraccio, un abbraccio che non sentiva da troppo tempo su di se. Senza scostarsi la ragazza si lasciò cullare da quella luce così dolce e rilassante. Le piaceva stare lì, si sentiva protetta ed amata. Lentamente chiuse gli occhi lasciandosi andare a quella bella sensazione...
 
-Ichigo...-  la chiamò una voce delicata -Apri gli occhi principessa...- continuò quella voce scuotendola leggermente.
Lentamente la rossa aprì gli occhi, permettendo a quelle sue pozze color cioccolato, ancora spossate dal sonno, di osservare l'ambiente che la circondava.
-Ben svegliata principessa!- le disse ancora quella voce gentile a lei ben nota, che non riusciva ancora a riconoscere mentre si allontanava da lei indaffarata.
Lentamente si guardò intorno e rimase sconcertata nel non scorgere attorno a se quelle mura che ormai considerava come una prigione, vedendo invece delle mura di un bianco candido da una parte e di un rosa pastello dall'altro. Riconobbe delle finestre a forma di cuore e quegli stessi tavolini che era solita pulire prima di tornare a casa. Ad occhi sgranati si alzò immediatamente dalla sedia su cui riposava e si guardò intorno sempre più spaesata.
Quello era il caffè mewmew, ne era certa.
Sempre più trepidante mosse i primi passi verso quella che nei suoi ricordi era la cucina. Aveva il cuore in gola. Non poteva essere vero. Lei era andata via un anno prima.
Con mano tremante aprì lentamente quella porta venendo inebriata dal dolce profumo di torta appena sfornata. Conosceva bene quel profumo. Solo Kei sapeva fare delle torte così fragranti.
Sempre più agitata volse lo sguardo in giro fino a scontrarsi con una lunga chioma castana che stava decorando una torta. Una lacrima le rigò il volto a quella visione, mentre, senza controllare le gambe si lanciava tra le braccia di quello che per lei era sempre stato un fratello.
-Kei-san!- lo chiamò stringendolo a se, quanto le era mancato quel contatto.
Il ragazzo si sorprese a quel gesto, ma ricambiò il caldo abbraccio che la sua principessa le regalava.
- Mi sei mancato tanto!- gli disse nascondendo le lacrime sulla camicia del suo migliore amico.
-Ma se ci siamo visti ieri sera!- le rispose il moro scompigliandole delicatamente i codini rossi.
Ichigo sbarrò gli occhi a quelle parole. Com'era possibile. Lei era andata via un anno prima. Com'era possibile che si fossero visti il giorno prima. Delicatamente si scostò da quell'abbraccio e osservò il suo amico. Non era cambiato nulla da quando nei suoi ricordi era andata via, com'era possibile?
Kei, notando il suo sguardo confuso, le sorrise dolcemente.
-Perché non vai a cambiarti?- le propose -Tra poco arriveranno anche le altre. Non vorrai perderti lo sguardo sorpreso di Minto vedendoti già qui!- continuò il pasticcere facendole l'occhiolino.
Ichigo sorrise a quelle parole. Era così assurda quella situazione, ma decise di lasciar perdere. Non sapeva cosa stesse accadendo, ma di una cosa era certa: aveva una voglia matta di riabbracciare le sue amiche.
Silenziosamente si diresse nello spogliatoio indossando la sua divisa rosso fragola. Quanto le era mancato quell'indumento che ormai rivestiva un ruolo fondamentale nella sua vita.
Quando fu pronta si volse allo specchio osservando il suo profilo e rimase a bocca aperta riconoscendo il suo corpo da sedicenne con i capelli corti e le curve solo accennate. Osservò attentamente i suoi occhi. Quelli non erano gli stessi. Non erano vispi come allora, non erano colmi di luce propria, ma erano spenti, malinconici, gli stessi che da un anno osservava allo specchio.
Scosse il capo a quella visione. Non doveva essere triste, avrebbe rivisto le sue amiche quel giorno e ciò avrebbe dovuto renderla felice.
Con un sorriso sereno si incamminò per le scale fino ad udire delle voci fin troppo note alle sue orecchie.
-Non ditemi che Ichigo è in ritardo anche oggi?- chiese Minto alle amiche osservandosi attorno alla ricerca di una testa rossa.
-Veramente io sono già qui!- rispose una voce alle spalle delle ragazze appena arrivate, osservandole attentamente una ad una e buttandosi fra le loro braccia.
A quel gesto le ragazze sgranarono gli occhi, non era dalla loro leader fare una cosa del genere.
-Vi voglio bene!- disse la ragazza cullandosi nel loro caldo abbraccio.
-Ichigo stai bene?- le chiese la blu preoccupata, senza interrompere quel dolce contatto.
-Ora si!- rispose osservandole attentamente una ad una e imprimendo nella sua mente ogni dettaglio di quei volti che non vedeva da troppo tempo e che le erano mancati tantissimo.
La giornata passò rapidamente per la rossa che, nonostante tutto il lavoro affrontato in giornata, aveva sempre un bellissimo sorriso sulle labbra.
Tutti la guardavano straniti non abituati a quella mezza luna così splendente sempre rivolta all'insù.
La rossa, infatti, si sentiva felice come non lo era da tempo e non le importava la stanchezza, anzi era qualcosa che la rendeva allegra riproponendole istanti che credeva non poter più rivivere.
-Sono a pezzi!- disse Purin sedendosi malamente su una delle sedie accanto alle altre, mentre la rossa finiva di pulire gli ultimi tavoli.
-Vi ho portato un po' di torta- disse il pasticcere entrando in sala con un vassoio pieno di dolci.
Vedendolo i volti delle ragazze si illuminarono. Avevano proprio bisogno di rimettersi in forze.
Mangiarono tranquille, apprezzando quella buonissima torta alle fragole, finché la rossa guardandosi intorno non notò qualcosa di strano. Mancava qualcosa a quel quadro, a quel ricordo bellissimo.
-Ragazzi?- chiese d'un tratto attirando tutta l'attenzione su di se -Dov'è Shirogane-kun?-
Tutti la guardarono straniti prima che il moro sorridendo dolcemente le spiegò che non era mai uscito dal laboratorio dalla sera prima.
-Perché non gli porti un po' di torta?-
La rossa annuì a quella proposta e prendendo un piattino di torta si avviò al laboratorio sotto lo sguardo allibito di tutte che iniziavano a pensare che l'amica non fosse lei.
Scese le scale in silenzio rivolgendo tutta la sua attenzione al ricordo di quel ragazzo. Ripensò al loro incontro in aereoporto prima della partenza, a quell'incontro di sguardi che le aveva fatto sentire le farfalle nello stomaco come non le accadeva più da troppo tempo.
Persa tra questi pensieri giunse ben presto davanti a quella porta. Sentiva il suo cuore battere forte nel petto, come se dovesse esplodere. Perché essere arrivata così vicina a lui le faceva quello strano effetto?
Prese un profondo respiro e aprì lentamente quella porta, osservando attentamente l'interno di quella stanza. Non era cambiato niente, le solite pareti spoglie se non fosse per un'immensa libreria piena di libri, la scrivania posta al centro sopra alla quale vi era un computer che illuminava leggermente l'ambiente. Davanti ad esso vi era un ragazzo dai capelli color grano che era intento a lavorare a qualcosa di sicuramente troppo complicato per lei.
Cercando di non far rumore si avvicinò a lui sentendo il proprio cuore aumentare i battiti.
-Che ci fai qui?- gli chiese il ragazzo senza voltarsi. Avrebbe riconosciuto il suo profumo tra mille.
-Ti ho portato un po' di torta...- rispose timidamente l'ex mewneko cercando di controllare i propri battiti.
-Puoi posarla lì!- gli rispose continuando a digitare al computer.
Lei annuì anche se lui non poteva vederla e si diresse nuovamente verso la porta, mentre sentiva una dolorosissima fitta al petto. Non si era neanche voltato a guardarla. Non le aveva permesso di perdersi in quelle pozze color del cielo che da sempre amava.
-Ichigo!- la richiamò prima che potesse sparire dietro la porta -Grazie!- aggiunse voltandosi a guardarla con i suoi occhi. La rossa rimase incantata davanti a quelle iridi così belle, mentre una leggera tinta rosa le si posava sulle guance.
-Di...- iniziò a dire prima di sentire una fortissima fitta allo stomaco e piegarsi in due per il dolore.
Vedendola Ryo si alzò dal suo posto e le corse incontro sostenendola.
-Che hai Ichigo?- le chiese abbandonando la sua maschera da uomo di ghiaccio -Ti prego, rispondimi-
Ma la ragazza non riusciva a parlare, il fiato le moriva in gola mentre il dolore aumentava sempre di più. Era una morsa ferrea che le rubava il respiro impedendole di pensare o fare qualsiasi cosa.
-Ichigo!- la chiamò ancora il biondo stringendola dolcemente tra le sue forti braccia cercando di farla reagire, inutilmente.
La rossa da parte sua soffriva, era piegata in due dal dolore ma non smetteva di guardare quelle pozze color cielo capaci di farle battere forte il cuore. Non sapeva cosa stesse accadendo, ma non lo trovava giusto. Perché tutto ciò proprio ora che aveva rincontrato quegli occhi.
Una lacrima le rigò il volto a quel pensiero, prima che tutto intorno a lei diventasse nero, oscuro.
 
Ichigo aprì gli occhi spaventata, tirandosi di scatto a sedere. Aveva la vista appannata e percepiva chiaramente goccioline di sudore bagnarle il volto pallido. Lentamente tentò di mettere a fuoco l'ambiente che la circondava e immediatamente riconobbe la sua camera da letto, la stessa che aveva accolto le sue notti insonni per attendere il fidanzato. Stancamente si ributtò sul letto posandosi una mano sugli occhi. Era stato solo un sogno, un bellissimo sogno. Non si trovava in Giappone, e al suo fianco non aveva i suoi amici. Senza riflettere si girò di lato ritrovando una persona al suo fianco. Masaya era rientrato e doveva averla portata a letto. Un sorriso amaro le comparve sul volto a quel pensiero, mentre studiava il profilo del suo fidanzato. Nei primi tempi che vivevano assieme amava osservarlo dormire. Le pareva un bellissimo angelo mentre dormiva cullato dai raggi della luna e sentiva costantemente il suo cuore aumentare i battiti. Ora invece non provava nulla. Guardarlo dormire non le faceva più nessun effetto, anzi vederlo così tranquillo le dava anche fastidio.
Istintivamente si portò una mano al cuore a quei pensieri. Finalmente aveva capito ogni cosa e un po' l'aveva aiutata anche il suo sogno.
"Non ti amo più Masaya" si disse realizzando ciò che il cuore cercava di farle capire da tempo, mentre una lacrima solitaria le solcava il volto candido.
 



salve gente! xD
anche se con tempi da lumaca, sono ancora qui con la mia fic della quale spero si ricordi ancor quacuno.
come avrete notato in questo capitolo la nostra Ichigo comprende qualcosa di fondamnetale per la sua vita. chi sa cosa accadrà in futuro! se siete curiosi non vi resta che continuare a seguirmi! xD
un bacio a tutti
karter
 
 
 

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Capitolo 5
*** Decisioni che cambiano la vita ***


DECISIONI CHE CAMBIANO LA VITA


Passarono mesi dal giorno in cui la rossa aveva finalmente fatto chiarezza nel suo cuore comprendendo di non essere più innamorata di quel ragazzo dagli occhi scuri che le aveva fatto battere forte il cuore nei primi anni di adolescenza, ma di provare comunque un forte sentimento fraterno nei suoi confronti. Sapeva di dovergli parlare di questa cosa, ma aveva paura di ferirlo in qualche modo, e questa era l'ultima cosa che voleva, perché anche se nell'ultimo anno si era comportato davvero malissimo, abbandonandola a se stessa, non poteva dimenticare tutte le volte che solo vederlo le aveva risollevato una giornata buia e grigia, ma non poteva neanche continuare a mentirgli. Si sentiva sporca a negare così la verità, ma aveva bisogno dell'atmosfera adatta e soprattutto mica poteva parlargli a mezzanotte passata appena rientrato a casa!
Si alzò dal divano su chi era seduta la rossa avvicinandosi alla finestra dalla quale riusciva a scorgere tutto il profilo londinese. Era bella Londra, se ne rendeva conto, eppure non avrebbe mai potuto occupare il posto che aveva Tokyo, la sua amata città natale, la città che le aveva fatto trovare delle splendide amiche con le quali tuttora si scambiava delle lettere. Adorava tutte quelle ragazze scapestrate, ed avere, anche se minimo, un contatto con loro la faceva sentire meglio, più serena. Anche merito loro era stata l'idea di parlare con Masaya di tutta la situazione (Zakuro è sempre pronta a darle ottimi consigli per aiutarla ad uscire da una situazione complicata). Poi c'era
un altro punto interrogativo da risolvere: cosa fare dopo? Sarebbe dovuta restare o tornare a casa? Il suo desiderio più grande era quello di tornare nella sua città e poter finalmente riabbracciare tutti i suoi cari, mamma, papà, Mimi, Megan, Minto (che non sentiva da troppo tempo), Reatsu (che le mancava tanto nonostante si sentissero un po' più spesso), Purin (la sua compagna di gossip che sentiva solo attraverso le lettere delle altre), Zakuro (l'unica con la quale non aveva mai smesso di parlare e l'unica a conoscere tutta la situazione in cui si trovava), Keiichiro (il suo migliore amico, quel ragazzo che era diventato come un fratellone per lei e che aveva scoperto fidanzato con la bella viola) e Ryo, si non vedeva l'ora di rivedere anche lui, quel ragazzo che, anche se non l'avrebbe mai ammesso, le era entrato nel cuore senza chiedere il permesso e che le faceva sentire le farfalle nello stomaco anche a chilometri di distanza.
Un sorriso si dipinse su quelle labbra rosee al loro pensiero. Non c'era domanda da porsi, sarebbe tornata a casa, era stata via anche troppo a lungo per i suoi gusti.
Con il cuore più sereno rientrò in cucina decidendo che ne avrebbe parlato con il suo ragazzo a cena, avrebbe dovuto solo avvertirlo di tornare a cena a casa, e sicuramente sarebbe andato tutto bene.
Speranzosa corse a recuperare il cellulare e gli mandò un messaggio, mentre diretta in cucina iniziava a pensare a ciò che avrebbe potuto preparare, a ciò che sarebbe stato più adatto per un evento del genere e poi come dirgli una cosa del genere, e soprattutto quando era il momento ideale, a inizio cena non era proprio il caso, l'aria sarebbe stata pesante tutto il tempo, a metà, ma non le sembrava il caso, forse l'ideale era mentre mangiavano il dolce, in modo da rendere la pillola più leggera.
"Si è decisamente il momento migliore, e poi anch'io sarei più di buon umore" pensò sorridendo soddisfatta prima di sentire il telefono vibrare e correre a vedere.

_Ok, cercherò di tornare per le otto!_

Sorrise leggendo la risposta positiva. Ce l'avrebbe fatta sicuramente!
La giornata passò in fretta per la rossa che, persa tra i fornelli, non si era neppure accorta dello scorrere del tempo.
-È tardi!- si disse guardando l'orologio appeso alla parete e correndo in camera propria per rendersi un po' più presentabile mentre ripassava mentalmente il discorso che aveva preparato nel pomeriggio.
Così arrivarono presto le otto e, per la prima volta, la rossa fu puntuale e si mise in attesa del ragazzo mentre con una grazia che non sapeva di avere cominciò a sfornare l'arrosto che aveva preparato con tanta cura.
-Mmh- disse assaggiando la salsa ai peperoni con cui l'aveva accompagnato -Ho battuto me stessa questa volta!- ammise soddisfatta -Spero solo che Masaya si muova o si fredderà tutto!-
E con il sorriso sulle labbra si sedette sul divano ad attendere il suo futuro ex.
Passarono varie ore, ma del ragazzo non vi era traccia. Ormai la cena era fredda, l'atmosfera scemata e il suo umore sotto terra. Avrebbe voluto parlargli, ma non gliel'aveva permesso. Asciugandosi quell'unica perla trasparente che le rigava il volto si diresse in camera.
Era delusa dal comportamento del ragazzo e si sentiva una stupida per essersi illusa. Senza fiatare iniziò a svuotare gli armadi con rabbia, infilando in valigia tutto ciò che le capitava sotto mano, incurante di cosa fosse.
Rapidamente indossò dei jeans e un dolcevita panna, doveva stare comoda, l'attendeva un lungo viaggio.
Sempre senza fiatare prese un foglio bianco e iniziò a scrivere una lettera per Ayoma e, dopo averla piegata accuratamente, la posò sul tavolo, dove era ancora apparecchiata una tavola per due.
Prese la sua roba e aprì la porta, prima di voltarsi un attimo solo a osservare quell'appartamento che era stato casa sua per troppo tempo e nel quale aveva sognato di condurre una vita felice, di vivere un sogno, che invece non si era mai avverato, trasformando quella fantasia infantile in un incubo.
Sorrise un'ultima volta a quella casa prima di chiudersi la porta alle spalle, pronta ad iniziare una nuova avventura. Ne era certa, era la scelta giusta!

***

La porta dell'appartamento si aprì lentamente, rivelando una figura mascolina che avanzava lentamente, cercando di non far rumore.
Aveva promesso alla sua ragazza che sarebbe rientrato per le 20:00, e invece aveva fatto tardi come ogni sera.
In punta di piedi si diresse in salotto, convinto di trovare la rossa addormentata sul divano, come ogni sera. Era così dolce mentre cercando di aspettarlo sveglia si addormentava sul divano con il televisore acceso.
Con quel pensiero in testa si recò nella stanza e si sorprese non poco nel trovarlo vuoto.
"Sarà in camera?" si chiese proseguendo verso la loro stanza, sempre a luce spenta per non disturbarla. Sapeva quanto la sua gattina amasse dormire e quanto la infastidisse essere svegliata in malo modo. Silenziosamente, peggio di un ladro, arrivò davanti alla porta della camera, stranamente spalancata, e per poco non gli prese un infarto vedendola vuota, completamente vuota, senza nessun segno del suo passaggio, illuminata soltanto dai flebili raggi della luna.
Spaventato accese tutte le luci della casa. Non poteva essere vero. Con il cuore in gola iniziò a cercarla in ogni angolo di quell'appartamento, ma non vi era alcuna traccia di lei. Scoraggiato entrò in cucina e rimase a bocca aperta.
Al centro della stanza vi era la tavola, apparecchiata per due e imbandita di ogni sorta di cibo.
Lentamente vi si avvicinò. La sua Ichigo gli aveva preparato una sorpresa e lui non si era presentato. Era stato un vero idiota! Rimase imbambolato per un tempo indeterminato ai suoi occhi, prima che scorgesse una busta bianca che portava il suo nome sopra. Con una nuova speranza nel cuore la prese e l'aprì riconoscendo immediatamente la scrittura piccola e sottile, ma anche un po'
disordinata della rossa.

Ciao Masaya,
Speravo di poterti parlare questa sera a cena, ma neanche questa volta sei
rientrato, quindi eccomi qui ad affidare a questo foglio bianco tutto ciò che
sento il bisogno di dirti già da un po'.  
Ti sembrerà stupido, ma mi sento delusa.
Quando siamo arrivati qui ero così felice di poter vivere finalmente come una
vera coppia, goderci piccoli momenti di pace assieme, andare a dormire
abbracciati e svegliarmi con te al mio fianco. Ci avevo sperato davvero, eppure
niente di tutto ciò è accaduto.
Inizialmente pensavo fosse dovuto a questa nuova situazione che stavamo
vivendo, quindi non mi creava troppi problemi non vederti spesso. Dovevi
ambientarti tu e dovevo farlo anch'io. Più passava il tempo però e più le cose
sono andate peggiorando. Inizialmente non lo credevo possibile, cercavo di
illudermi che fosse solo una mia impressione. Così ho iniziato a imparare a
cucinare, dovevo tenere la mente occupata da tali pensieri e soprattutto volevo
rendere felice te che mi avevi dato la possibilità di questo sogno. Sono andata
avanti così per molto, illudendomi, ma poi un po' di tempo fa ho avuto
un'illuminazione. Sembra strano da me, eppure è stato così. Ricordo che
rientravo a casa dopo aver fatto la spesa e tutto mi sembrava grigio,
appannato. Stavo male e non me ne rendevo conto, poi non so come mi sono
tornati in mente i giorni in cui ero una mewmew assieme alle altre, le nostre
avventure e anche gli interminabili pomeriggi a sgobbare al caffè e mi è venuto
da sorridere. È stato lì che ho realizzato. Nonostante io ti sia molto legata,
io non ti amo più Masaya. Stare con te non è più la cosa più importante. È
vero, sei stato il mio primo amore, il mio amore adolescenziale, ma come è
passata lei sei passato anche tu. Ci ho riflettuto molto in quest'ultimo
periodo, e ho capito che non potevo cambiare questa cosa, per questo ho deciso
di tornare a casa, la mia vera casa.
Mi dispiace Masaya, ma orami per me tu sei il passato, un porto dolce, sicuro
che mi ha accompagnata per tanto tempo, ma che oramai, nonostante non potrò mai
cancellare, è passato, non sento più mio. Ti vorrò sempre bene, ma è tempo che
mi costruisca il mio futuro, e sento che, se loro mi vorranno ancora, il mio
futuro non può che essere accanto a loro, Minto, Reatau, Purin, Zakuro,
Keiichiro e Ryo.
Per questo ti dico addio Masaya. Spero tu sia felice come lo sarò io non
appena li avrò riabbracciati.
Ichigo

Rilesse più volte quel pezzo di carta il corvino. Era stato uno sciocco, si era lasciato prendere la mano credendo che lei sarebbe sempre stata al suo fianco, invece si sbagliava. Lei era andata via e non sarebbe più tornata. Lei non lo amava più, e mentre pensava ciò una lacrima gli rigò il volto.
-Addio Ichigo!-

 

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Capitolo 6
*** Rincontrarsi dopo un anno ***


~~RINCONTRARSI DOPO UN ANNO


Tremante allungò un braccio verso quella maniglia che le era stata tante volte amica, quando d'improvviso la porta si aprì, senza che lei la toccasse, mostrando una figura maschile a lei ben nota che le fece sgranare gli occhi per la sorpresa e battere all’impazzata il cuore...
Rimase incantata ad osservare quella figura che, contro ogni aspettativa, le era mancata da morire. Non era cambiato molto in quel periodo. I capelli erano dello stesso color del grano che ricordava, i lineamenti erano leggermente più marcati e le spalle più ampie e muscolose. Indossava una t-shirt bianca e un paio di jeans chiari. Sembrava un angelo sceso in terra. Si soffermò a lungo sulla sua figura, mentre sentiva il cuore battere sempre più forte, quasi volesse scapparle dal petto, prima di alzare il volto e incontrare quelle pozze color del cielo che le avevano fatto compagnia nei suoi sogni più nascosti. Quanto le era mancato!
-Ciao Ryo!- disse con un sorriso a illuminarle il viso.
Si sentiva in imbarazzo, impaurita, terrorizzata, ma non poteva fare a meno di sorridere davanti alla sua figura.
Lui la osservò attentamente. Si sentiva nuda davanti a quelle iridi azzurre, era come se con quegli occhi riuscisse a leggerle l'anima.
-Ichigo?- chiese incredulo.
Non gli sembrava vero di ritrovarsela lì davanti a sé dopo averle detto addio un anno prima in quell'aereoporto.
Lei non rispose limitandosi ad annuire leggermente. Aveva la gola secca e non riusciva a formulare una frase di senso compiuto. Le pareva tutto così assurdo.
Senza aggiungere altro si scostò dalla porta per farla passare. Ichigo rimase qualche secondo interdetta. Aveva deciso di tornare a casa poche ore prima, ma non aveva pensato a come sarebbe stato rivedere tutti, mettere nuovamente piede in quel luogo tanto significativo per lei. Agitata mosse i primi passi all'interno di quel cafè che per tanto tempo era stato la sua casa e che nonostante tutto considerava tale.
-Ryo che diavolo fai?- chiese una voce maschile voltando l'angolo e raggiungendoli -Ichigo?- chiese ritrovandosi davanti la ragazza che lo guardava con gli occhi umidi.
Nemmeno Kei era cambiato, aveva sempre i soliti capelli lunghi, gli occhi carichi di affetto e il sorriso gentile.
Senza aggiungere nulla le sorrise gentilmente tornando da dov'era venuto. I due lo guardarono allontanarsi, senza riuscire a comprendere il suo comportamento, prima di sentire la sua voce.
-Siamo spiacenti signori, ma oggi il cafè mew mew chiude prima, finite di consumare ciò che avete preso e lasciate il locale per favore!-
Sentendo quelle parole i due si riguardarono un solo istante prima che le loro labbra si incurvassero in un sorriso. Avevano capito il comportamento dell'amico.  

-Che succede?- chiese la blu andando incontro al pasticcere seguita dalle altre, non appena tutti i clienti furono usciti.
-Ero andato sul retro prima, quando ho visto qualcosa che mi ha lasciato felicemente sorpreso- iniziò il moro mentre le quattro lo guardavano senza capire.
-Non girarci intorno!- aggiunse il biondo raggiungendo l'amico, ma tenendo sotto controllo il luogo da dov'era arrivato.
-Ma che state dicendo?- chiese Purin senza aver compreso una parola di ciò che i due stavano dicendo.
-Sei sempre il solito Ryo!- commentò sconsolato il pasticcere scuotendo il capo -Sul retro c'erano due persone, un ragazzo e una ragazza a noi ben noti che si guardavano con facce da pesce lesso-
-Io non avevo la faccia da pesce lesso!- urlò Ryo offeso, ma alla sua voce se ne sovrappose un'altra femminile che nessuno sentiva da più di un anno, entrando in sala stizzita.
Vedendola tutti rimasero a bocca aperta. Capelli rossi, occhi cioccolato, sorriso dolcissimo. Poteva essere solo una persona.
-Ciao ragazze!- disse la rossa rendendosi conto della presenza delle altre che la guardavano a bocca aperta.
-Ichigo?- chiesero incredule.
Quella scoppiò a ridere osservandole.
-So come mi chiamo, in mezz'ora me lo avete ripetuto già sei volte- commentò passandosi una mano dietro la nuca.
Si sentiva in imbarazzo e non sapeva cosa fare, dire o pensare e sperava che fossero loro a sbloccare la situazione.
-Che ci fai, tu, qui?- domandò Minto trattenendo l'irritazione.
Era andata via promettendo che sarebbe rimasta sempre al loro fianco e invece era sparita, aveva preso quell'aereo e si era allontanata sempre di più dalle loro vite -Che c'è non ti bastava più il tuo Masaya-kun?- aggiunse derisoria.
Ichigo incassò il colpo. Sapeva avesse ragione, aveva sbagliato su tutta la linea e non sapeva nemmeno lei perché l'avesse fatto, aveva bisogno di riflettere, quell'anno in Inghilterra aveva fatto cadere tutte le sue certezze e ora aveva bisogno di formarne delle nuove.
-Anzi non dirmelo- continuò quella studiando attentamente la figura della rossa -Sei incinta e sei venuta ad invitarci al tuo matrimonio!-
A quelle parole tutti sbarrarono gli occhi. Possibile che Minto avesse ragione? Che Ichigo le avesse escluse così dalla sua vita?
-Idiota!- replicò la rossa -Non sono incinta e sono tornata perché mi mancavate da morire e si- aggiunse prima che anche uno solo di loro la fermasse facendole perdere quel po' di coraggio preso -Ho impiegato un anno per capire che voi siete tutta la mia vita e che nonostante voglia bene a Masaya il mio posto è qui, con coloro che considero le mie sorelle e i miei migliori amici- "e con il ragazzo che amo" aggiunse nella sua testa, ma non lo disse.
Non era il caso. Non in quel momento in cui erano tutti già sconvolti dal suo ritorno e a quanto pare dalle sue parole.
-Era ora che lasciassi quel damerino!- disse Purin interrompendo quel pesante silenzio che si era creato e buttando le braccia al collo della rossa.
Quanto le era mancata la sua compagna di dispetti!
-Lo sai come sono fatta!- rispose Ichigo abbracciandola a sua volta -Sono dura di comprendonio!-
-Meglio tardi che mai!- si unì Reatsu sorridendo con gli occhi lucidi.
Le era mancata quella ritardataria cronica che con la sua risata sapeva rendere tutto più bello.
-Ben tornata a casa!- le disse Kei sorridendo.
Aveva sempre sperato in un suo ritorno. Nonostante volesse un bene dell'anima a tutte le ragazze e fosse innamorato della sua Zakuro, Ichigo aveva sempre rivestito un posto speciale nel suo cuore, era la sua sorellina.
Zakuro sorrise osservando le due ex mew mew dal cuore tenero stritolare la loro ex leader e si avvicinò al suo Kei sorridendo. Lei e Ichigo non avevano bisogno di parole, si erano già chiarite dal primo momento in cui la rossa aveva messo piede nel locale. Del resto, lei era l'unica con cui aveva mantenuto una stretta corrispondenza, ma questo nessuno l'avrebbe mai saputo.
-Allora Ryo- iniziò attirando tutti gli sguardi su di sé -Spero tu abbia ancora la divisa della nostra Ichigo-
A quelle parole Minto spalancò la bocca. Non riusciva a crederci. Possibile che qualsiasi cosa riguardasse la rossa la prendeva male solo lei? Che tutte le altre riuscissero a perdonarle ogni cosa. Indignata lanciò uno sguardo di supplica al biondino. Sperava che almeno lui fosse dalla sua parte, ma le bastò osservarlo in faccia per capire che, nonostante tutto avrebbe ceduto. Lei era Ichigo del resto.
-Domani alle otto e ti voglio puntuale!- rispose infatti l'americano sospirando.
Come poteva dire di no a quegli enormi occhi cioccolato che lo guardavano pieni di aspettativa e che nonostante tutto gli facevano battere ancora il cuore?
-Evviva!- urlò la più piccola del gruppo in preda all'euforia, mentre la rossa mormorava un flebile grazie, immergendo i suoi occhi in quelli dell'ideatore del progetto mew.
E in quel momento le sembrò di essere tornata la quattordicenne che si imbarazzava ad ogni suo sguardo, quella che davanti a lui non sapeva che pesci prendere, perché era così. Nonostante tutto il tempo trascorso quegli occhi riuscivano sempre a stregarla, a farla sentire protetta, sicura amata. Era qualcosa di stupendo. Le sembrava che non esistesse nulla intorno a loro. Una bolla di sapone che li circondava dal mondo e solo il rumore di due cuori che battono in sincronia. Un momento magico, incancellabile, ma come ogni cosa bella che si rispetti anche questa venne puramente mandata a rotoli dal tonfo di una porta che si chiudeva. Minto era corsa via.   
Ichigo rimase per qualche secondo a osservare un punto indefinito davanti a sé, lasciandosi cullare da quel calore che le era mancato, prima di allontanarle con un sorriso.
-Vado da lei!- disse voltandosi a osservare tutti i presenti e ottenendo un segno d'assenso da Zakuro che le diede il coraggio di muovere i primi passi verso quella che da sempre era la sua migliore amica.

Minto correva con le lacrime agli occhi, senza una meta precisa. Le sembrava assurdo. Lei era tornata come se nulla fosse successo e tutti l'avevano accolta a braccia aperte. Perché solo lei non ci riusciva? Le voleva un bene dell'anima, eppure vederla lì così sorridente l'aveva fatta infuriare. Si era sentita ferita dal suo comportamento e non riusciva a farsela passare. Probabilmente per una delle altre avrebbe chiuso un occhio, ma per lei no, non poteva.
Corse a lungo, quando d'un tratto si sentì afferrare per un braccio e una calda stretta l'avvolse da dietro. La blu rimase immobile. Avrebbe riconosciuto quel profumo di fragola tra milioni.
-Perdonami!- disse in un sussurro -Ho sbagliato tutto!- aggiunse Ichigo stringendola più forte -Avrei dovuto scriverti, raccontarti tutto, ma non l'ho fatto. Ti ho accantonata in un angolo del mio cuore per illudermi di essere felice. Per dare un senso a quella vita che senza di voi non ne aveva. Ho cercato di vivere giorno per giorno illudendomi che tutto andasse bene, che voi non foste indispensabili per la mia felicità, che tu non fossi indispensabile. Cercavo di farmi bastare quei pochi momenti con Ayoma. Credevo fossero loro indispensabili per la mia felicità, ma sbagliavo, perché io senza il café mew mew non sono nulla. Senza la risata cristallina di Purin, le parole gentili di Reatsu, i sorrisi carichi d'affetto di Kei, lo sguardo materno di Zakuro e le miei discussioni con te e Ryo, sono semplicemente una ragazzina come tutte le altre. È grazie a voi che sono diventata ciò che sono e non potrei essere più felice. Ho impiegato anni per capirlo, ma come mi dite sempre, sono una testona, quindi avresti dovuto aspettartelo!-
Minto  rimase in silenzio. Erano senza dubbio le parole più belle che avesse mai sentito. Si sentiva in colpa ad aver reagito in quella maniera esagerata, solo che...
-Non ti chiedo di perdonarmi...- proseguì la rossa interrompendo i suoi pensieri -Ti chiedo solo un'altra possibilità per dimostrarti che sei la mia migliore amica!- concluse mentre anche il suo viso era inondato di lacrime.
-Stupida!- le rispose la blu girandosi ad osservare quegli occhi cioccolato così intensi.
Ichigo sussultò. Non sapeva cosa dire, fare, pensare, quando Minto l'abbracciò di slancio.
-Ti avevo già perdonata nel momento in cui i nostri occhi si erano incrociati!- le sussurrò facendo scoppiare a ridere la rossa. Quanto le era mancato tutto ciò!
Le due rimasero a chiacchierare per un sacco di tempo, senza rendersi conto di ciò che accadeva loro intorno, prima che Minto ponesse la fatidica domanda.
-E Masaya?- chiese innocentemente.
-È finita- rispose Ichigo alzando le spalle -La convivenza avrebbe dovuto accrescere il nostro rapporto, invece mi ha fatto capire che il nostro, o almeno il mio, amore si era affievolito. Gli sono rimasta accanto, sperando di sbagliarmi, invece niente, il mio cuore non ne voleva più sapere di lui. Certo gli voglio ancora bene, ma ormai il mio cuore non gli appartiene più!- aggiunse con un sorriso.
-Alla buon ora!- replicò Minto alzando gli occhi al cielo -Ti ci é voluto un anno per capire una cosa che tutti sapevamo già! Ma lui che ha detto?-
-A dire il vero non ne ho la più pallida idea. Avrei voluto parlargliene ieri a cena, ma non si è presentato, quindi ho fatto i bagagli, gli ho lasciato una lettera e sono salita sul primo volo per Tokyo- ammise come se fosse la cosa più normale del mondo.
La blu la guardò a bocca aperta. Certo che Ichigo non si smentiva proprio mai.
-Sei impossibile!- le rispose scuotendo il capo e Ichigo sapeva che dietro quelle parole si nascondeva il suo "ben tornata".
-Com'è stato capire di essere totalmente e irrimediabilmente innamorata di Ryo?- chiese poi la blu approfittando del momento di distrazione dell'amica.
-Inizialmente non riuscivo a crederci. Mi pareva assurdo aver perso la testa dietro a lui, eppure...Ehi- si riprese la rossa indignata -Io non ho mai detto di essere innamorata di Ryo!-
-Oh ti sbagli!- replicò la ballerina -Lo hai appena ammesso!- e così dicendo le due scoppiarono a ridere, ignare che un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi color del cielo avesse ascoltato tutta la loro conversazione e stesse sorridendo serenamente.










E dopo non so quanti mesi di ritardo eccomi tornata con il penultimo capitolo di questa mia prima mini-long su questo fandom.
So di essere imperdonabile, ma impegni vari mi hanno impedito di continuare a scrivere il capitolo, spero comunque vi sia piaciuto un minimo e che vogliate farmi sapere cosa ne pensate.
ora scappo, ma vorrei ringraziare tutti coloro che si soffermeranno a recensiere o anche solo a leggere questa storia, grazie davvero siete voi a darmi la forza di mandare avanti le mie storie.
un bacio a tutti
karter

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Capitolo 7
*** Epilogo ***


EPILOGO






Il sole splendeva alto nel cielo illuminando una bellissima Tokyo in fiore. Era giunta la primavera e in ogni angolo della città erano sbucati dei bellissimi fiori a rendere l'atmosfera ancora più magica. Gioia e felicità si respiravano in ogni angolo, o quasi...

-Si può sapere dove diavolo è finita Ichigo?- chiese una ragazza dai capelli blu raccolti in una morbida treccia laterale, non appena la porta dietro le sue spalle si richiuse separandola dal caos che si respirava in sala.
Erano due ore che le toccava servire i tavoli super affollati perchè la sua migliore amica aveva avuto la brillante idea di fare più tardi del solito quel giorno.
-Ora che ci penso...- iniziò una ragazza dai capelli verdi a cascatto prendendo un vassoio da portare in sala stra colmo di prelibatezze -Oggi non si è ancora visto nemmeno Shirogane-kun!- aggiunse prima di reimmergersi in quella baraonda, sperando di non far cadere l'ordinazione che doveva servire, ma soprattutto di non scontrarsi con quell'uragano vivente di Purin che nonostante i diciassette anni compiuti da poco, si divertiva ancora a girare per il locale sopra quell'enorme palla.
A quelle parole la blu sgranò gli occhi incredula.
Non voleva nemmeno pensarla un'eventualità del genere.
-Dimmi che non è come penso io...- sussurrò catturando l'attenzione del pasticcere su di sé, mentre prendeva dei lunghi sospiri.
Doveva rimanere calma, prendere lunghi respiri e lasciare che la collera abbandonasse il suo corpo. Non poteva permettere a quei due di distruggere tutto il lavoro che stava facendo per tentare di controllare gli attacchi d'ira che troppo spesso la coglievano.
-Di cosa stai parlando?- le chiese Keiichiro sfornando l'ennesimo pandispagna al cioccolato e mettendolo a raffreddare.
Forse avrebbe dovuto convincere l'amico a rimandare la gita al mare. Una mano in più, quel giorno, non avrebbe di sicuro guastato.
-Non prendermi in giro!- replicò la ballerina fulminandolo con lo sguardo, non appena si volse verso di lei con un vassoio pieno di dolci tra le mani, mentre li raggiungeva anche Zakuro per prendere l'ennesimo ordine.
-Mi-chan...- iniziò la modella percependo aria di tempesta e intuendone perfettamente le cause.
Non ci voleva un genio a capire che Minto era furiosa per l'assenza di Ichigo e Ryo e che il vassoio che Kei le stava porgendo avrebbe fatto una brutta fine entro breve.
-Che ne dici di andare al cinema appena stacchiamo?- le chiese ricevendo uno sguardo di gratitudine da quello che entro qualche mese sarebbe diventato suo marito.
Lei era l'unica a poter calamre quella furia blu quando perdeva le staffe.
-Cosa guardiamo?- chiese infatti l'ex mewbird con un sorriso sulle labbra, prima di prendere il vassoio che il pasticcere le porgeva e incamminarsi in sala assieme a quella che nonostante tutti gli anni era ancora il suo idolo.
Aveva capito perfettamente che l'amica le aveva fatto quella proposta per distrarala dai suoi prorpositi di vendetta verso quei due idioti che avevano scelto il giorno sbagliato per non presentarsi a lavoro, ma in quel momento non le importava. Era troppo felice di poter passare una serata con lei!

***

-Credi sia stata una buona idea?- chiese una ragazza dai lunghi capelli rossi raccolti in una coda , camminando in riva al mare con un'espressione seria in volto.
Era stata super felice quando le aveva proposto di fare una gita al mare assieme, eppure in quel momento si sentiva in colpa nell'aver abbandonato le altre al locale da sole.
-Prenderci un giorno di vacanza?- le chiese il ragazzo al suo fianco osservandola con la coda dell'occhio -Assolutamente sì, anche perchè domani sarai tu a doverti subire le urla di Minto!- le rispose prima di scoppiare a ridere in quel modo che solitamente le faceva battere forte il cuore, ma che in quel momento la lasciò interdetta.
-Sei un idiota, Shirogane!- rispose, marcando per bene il suo cognome, prima di mettere un tenero broncio che fece sorridere l'americano al suo fianco.
Adorava la sua gattina quando faceva quell'espressione!
-Vieni qua!- le disse, infatti, stringendola forte tra le sue braccia.
Nonostante stessero assieme da quasi quattro anni gli faceva ancora un certo effetto poterla stringere a sé liberamente, senza dover ricorrere a quei sotterfugi che usava al tempo del progetto Mew per rubarle dei semplici baci.
Ichigo sorrise a quel contatto.
Non poteva farci nulla, le bastava sentire le sue braccia stringerla forte per essere felice.
-Te l'ho mai detto che ti amo?- gli chiese d'un tratto la rossa voltandosi a guardarlo e perdendosi in quelle iridi color del cielo che, anche se non se n'era accorta subito, le avevano stregato il cuore fin dal primo momento.
Ryo sorrise a quelle parole, prima di rubarle un tenro bacio.
Non c'era fretta tra di loro, solo una grande voglia di saggiare ancora una volta quelle labbra che parevano diverse ad ogni contatto.
-Me lo ripeti costantemente...- iniziò il biondo non appena si separarono ma senza interrompere il contatto tra i loro sguardi -Ma non mi stancherò mai di sentirtelo dire!- aggiunse riappropriandosi di quelle labbra che lo attirvano a loro come il canto di una sirena con un pescatore.
Finalmente anche loro erano riusciti a trovare quella felicità che tanto bramavano. D'altronde non importavano tutti gli errori commessi, le scelte sbagliate, le sofferenze che i loro cuori avevano patito prima di incontrarsi sulla stessa strada. Erano assime in quel momento e lo sarebbero rimasti per sempre, come testimoniavano quei piccoli cerchi d'oro bianco che entrambi portvano all'anulare sinistro e come si erano promessi il giorno in cui, assime a tutti i loro amici, avevano consacrato la loro unione e questo, ad entrambi, bastava!











Salve gente!
Dopo un'infinità eccomi qui a postare l'epilogo di questa mini-long!
Sono certa di aver deluso le aspettative di tutti coloro che seguivano questa fic inserendo un finale del genere, ma l'ispirazione non ne voleva sapere di tornare e lasciarla a marcire ancora nel computer non mi pareva il caso, quindi ecco a voi il risultato elaborato dalla mia mente contorta!
Nel capitolo precedente avevamo lasciato ichigo a chiacchierare con Minto con Ryo in ascolto, qui, invece, è stato fatto un salto avanti nel tempo.
Nonostante questo, però, quasi nulla è cambiato. Le ex MewMew lavorano ancora al caffè. Minto e Ichigo continuano a bisticciare come loro solito, Reatsu, anche se più sicura di sé, continua ancora a rompere piatti e bicchieri, come Purin che nonostante è nell'età adolescenziale non smette di intrattenere i clienti con i suoi spettacolini e Zakuro resta sempre l'ago della bilancia che riporta un po' d'equilibrio tra le sue amiche.
Zakuro e Keiichiro presto convoleranno a nozze e sono più innamorati che mai, mentre Ryo e Ichigo lo hanno già fatto e vivono la loro vita di coppia tra una risata e un bisticcio che si conclude sempre con un tenero bacio.
Insomma, ecco la mia visione di come si sono evolute le cose dopo il ritorno dell'ex mewneko!
Spero vivamente che possa essere piaciuto a qualcuno e di non avervi lasciato troppo amaro in bocca con questo capitolo
Ora scappo
A presto (spero)
karter

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