L'ospite Divergente

di nihaltali99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO: Rapimento ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1: L'inserzione ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2: Il risveglio ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3: La Cercatrice ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4: Il rifugio ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5: Collaborare ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6: Dubbi ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7: Una brutta sorpresa ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 8: Fuga ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9: Esclusi ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10: In Viaggio ***



Capitolo 1
*** PROLOGO: Rapimento ***


Eyes make their peace in difficulties
With wounded lips and salted cheeks
And finally we step to leave to the departure
lounge of disbelief

And I don't know where I'm going
But I know it's gonna be a long time
And I'll be leaving in the morning
Come to the white wine bitter sun light

Wanna hear your beating heart, tonight
Before the bleeding sun comes alive
I want to make the best of what is left hold tight
And hear my beating heart one last time
Before daylight
(Ellie Goulding, Beating Heart)


(POV. Primarosa)
Mi mordo le unghie con fare nervoso. Mi escono piccole goccioline di sangue dalle dita, fa male, ma non mi importa. Se Marlene fosse stata ancora qui con me mi avrebbe detto di smetterla, che farci del male non era la soluzione al nostro problema, o meglio al mio problema.
Fisso il corpo della ragazza immobile e freddo, come il tavolo di metallo su cui è adagiata, sembra morta, ma non lo è.
Il suo fidanzato le stringe la mano incredulo, lui non sa la verità, non sa che è ancora viva. Sta piangendo senza ritegno, come un bambino. Non so cosa si debba provare a perdere una persona cara. Tra noi anime non esiste l'amore, c'è la pace, l'onestà, la gentilezza, ma l'amore no. Questi umani sono diversi da qualsiasi altra specie io abbia mai abitato. Non ho mai vacillato quando si trattava di assimilare i miei ospiti, o di aiutare la causa dei Cercatori. Ora però è diverso, Marlene era diversa, questo corpo era suo e io gliel'ho rubato. Sono stata inserita in lei e da qual momento non sono più stata la stessa.
Lei mi ha insegnato molte cose, che prima ignoravo. Ho amato, anche se non lo avevo mai fatto. Uriah, il suo ragazzo. Lei lo amava, il suo corpo lo amava ed io non potevo fare a meno di adattarmi e di amare Uriah con tutte le mie forze.
Far finta di non conoscerlo per tutti questi mesi è stato un supplizzio. Poi il dipartimento è stato attaccato, una bomba è esplosa e adesso lui è in fin di vita. Marlene, che ritenevo ormai la parte più importante di me, è svanita non appena hanno deciso di staccare le macchine che lo tenevano in vita. Non riesco più a sentirla, il corpo è finalmente mio, l'ho assimilata, ma mi odio per questo.
Odio? Fino a poco tempo fa non avevo neanche idea di cosa fosse.
< Prim... >
Una voce mi richiama dai miei pensieri. Il mio vero nome sarebbe Primarosa, ma tra gli umani risultava strano, perciò ora sono Prim.
< Si Tobias? >
Mi guarda come un cucciolo ferito < Quando...quando intendete cremarla? >
< Tra due giorni > dico mentendo, in realtà non ho proprio intenzione di farlo. Sostituiremo Beatrice con un cadavere vero e proprio che verrà poi bruciato. Spero davvero che nessuno noti la differenza, per questo motivo Tobias non deve darle un secondo "ultimo saluto" prima di metterla nel forno. Mi affretto a spiegare
< Però non potrai vederla! La bara sarà siggillata >
Lui mi guarda tristemente, lo sguardo vuoto, come se gli mancasse qualcosa e annuisce. Una ragazza al suo fianco gli tocca delicatamente le spalle, è Christina. < Tobias io non ce la faccio, se tu vuoi restare resta, ma io vado > dice trattenendo a stento le lacrime, poi si gira e fa per andarsene, madalla pporta entra l'unica persona che non sarebbe mai dovuta entrare; Piro.
Gli lancio un'occhiataccia, lui fa un gesto di non curanza con la mano, è per caso ubriaco?
Christina si ferma di colpo, guarda Piro esterrefatta < Will > mormora.
È un idiota! È un idiota! Gli avevo detto di non farsi vedere! Che il suo ospite era stato fidanzato con quella ragazza e che lei lo avrebbe riconosciuto tra mille, non importava quale travestimento si sarebbe messo. Inoltre qui vive anche sua sorella. Stringo i pugni per la rabbia. Come al solito mi sconvolgo per le emozioni così negative che essendo un'anima non dovrei provare.
< Come? > dice lui a Christina con l'aria più innocente possibile
< Io...no...niente, scusami, mi sono confusa con un'altra persona > balbetta lei in risposta e poi scappa via. Tobias la segue, un po' perché anche lui è piuttosto sconvolto dalla strana reazione della sua amica, un po' perché non sopporta più l'immagine di Tris morta.
< Sei un cretino! Che ti avevo detto!? > dico a Piro con rabbia
< Stai calma! È stata la Cercatrice a dirmelo, non vuole più aspettare > dice lui con il tono più tranquillo possibile. Annuisco e lo aiuto a sostituire il corpo di Tris con quello di una ragazza che altri Cercatori hanno precedentemente ucciso. Il corpo si trova nella stanza accanto e per noi è difficile spostarlo. Non amiamo uccidere, noi anime siamo pacifiche, ma per la riuscita della missione è importante lasciarci alle spalle i nostri principi. In molti ci odiano per quello che facciamo, ma qualcuno deve pur farlo, per questo mi sono offerta volontaria.
I nostri occhi hanno un colore strano, un azzurro innaturale, luminescente. Ma con mia grande sorpresa per nessuno è mai stato un motivo di sospetto, forse perché non credono che gli alieni esistano davvero.
Percorriamo i corridoi in fretta, il corpo di Tris è nascosto da un telo, siamo vicini all'uscita. Vedo il camion, così la mia mente chiama quello strano oggetto, che contiene i nostri compagni, gli occhi azzurri sono per me causa di felicità, finalmente me ne andrò.
Nessuno ci ha fermati e ora la nostra missione è compiuta. Beatrice sta ancora dormendo e lo farà per altri quattro anni, quando arriverà l'anima che è destinata a lei. Per quel tempo dovremmo aver conquistato già tutto il pianeta e se mai ci dovessero essere ribelli, lei sarà in grado di trovarli, una Divergente come lei è molto pericolosa, gli umani danneggiati sono più facili da assimilare, ma se è dalla nostra parte saranno i suoi amici a doverla temere.
Sul perché è ancora viva è semplice; a lei e ad altri prescelti è stato somministrato un serio che gli permette di rigenerarsi quando il corpo si avvicina notevolmente alla morte.
Non vedo l'ora che la nostra invasione sia conclusa, per poter vivere una vita normale. L'attesa sa essere terribile.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1: L'inserzione ***


A 4 anni dalla guerra per la conquista del pianeta
(POV. Luna crescente)
Rimango fermo davanti alla ragazza sdraiata sul tavolo di metallo della mia sala operatoria. Mi sento piuttosto stanco, è strano che non mi piaccia quello che faccio, su tutti i pianeti in cui sono stato ho sempre praticato il Guaritore, eppure perché con quedte strane creature è diverso? Perché gli uomini mi fanno pietà? Perché mi dispiace donare ad un'anima il corpo di un umano?
Credo che tutto derivi dal fatto che gli umani sono molto difficili da assimilare, che continuano a combattere e a vivere con i loro ricordi anche dopo essere scomparsi per sempre.
Osservo il corpo di questa povera ragazza, ricordo quando me l'hanno portata 4 anni fa, aveva varie ferite da arma da fuoco in quasi tutta la schiena e il petto, il viso cinereo in quanto il corpo lottava tra la vita e la morte, le vene intossicata da chi sa quale sorta di veleno. Le apri' leggermente la bocca e le spruzzai un cicatrizzante che subito fece rigenerare la sua pelle, poi le spruzzai un disintossicante che elimino' ogni traccia del veleno dal suo corpo. Ricordo che dopo pochi minuti si svegliò, apri' gli occhi contro ogni nostra aspettativa, ci fissò confusa, il colore dei nostri occhi la inquieto'
< Chi siete!? > chiese con un filo di voce, scommetto stesse pensando a come fosse possibile il fatto di essere ancora viva
< Mi chiamo Luna Crescente > risposi paziente
< Non prendermi in giro che razza di nome è!? > esclamò la giovane contrariata
< Mi dispiace molto deluderti, ma è il mio nome > notai il suo sguardo perplesso che si trasformo' in odio quando si accorse di essere legata ad un tavolo di metallo
< Dove mi trovo? Perché sono legata > chiese impazziente, mentre già tentava di liberarsi in qualche modo
< Ti trovi in centro di guarigione, ti abbiamo portata qui per l'inserzione > cercai di usare il tono più gentile possibile per non agitarla, ma in fondo la verità andava detta. Mi accorsi che Piro e Primarosa si erano avvicinati, soprattutto Piro, che guardava il corpo come se qualcosa in lui lo avesse conosciuto in qualche modo.
< Will!? Will! Tu...tu...sei vivo! Ma io ti ho... > la ragazza era fuori di se, piccole lacrime le scendevano giù per le gote, capii il perché della curiosità di Piro; il suo ospite aveva conosciuto quella ragazza in vita.
< Hai sparato al mio corpo, lo so bene Beatrice > le disse interrompendola, sempre con il suo solito tono calmo e tranquillo che a volte devo ammettere che è veramente fastidioso. Beatrice lo guardò confusa < Tu...tu eri morto... > balbetto' a fatica, poi rivolse lo sguardo verso Primarosa < Marlene! Anche tu? Allora sono morta davvero? > chiese, notai Primarosa sorriderle comprensiva
< Oh Beatrice mi dispiace, ma lei non c'è più, io non sono Marlene > la ragazza la guardò stupita < Io non... >
< Eh nel caso te lo stessi chiedendo io non sono Will > la interruppe nuovamente Piro < E quello che ti stiamo per fare non ti piacerà > disse sorridendo, Beatrice lo guardo' senza capire, non sapeva che volevamo congelarla in attesa dell'arrivo dell'anima a lei destinata.
Molti di noi la tennero ferma < Lasciatemi! Che volete farmi!? Lasciatemi! > era difficile tenerla ferma, si dimenava come un'ossessa e le nostre raccomandazioni gentili, come < Sta calma! Non sentirai male! Se ti agiti sarà peggio! > oppure < Attenta! Non farti male! > , non servivano a nulla. Le spruzzai negli occhi un luquido che la fece addormentare di colpo, così tutto fu più facile e lei dimentico' ogni cosa.

L'abbiamo scongelata poche ore fa' e tra pochi secondi anche l'anima avrà finito di scongelarsi.
< Guaritore? Luna Crescente? > la voce della mia assistente mi richiama alla realtà
< Si Fiordaliso? > lei mi guarda emozionata
< È tutto pronto! >
Mi sento molto nervoso adesso, un'inserzione può essere praticata da qualsiasi anima in caso di emergenza, perciò, data anche la mia esperienza, dovrebbe essere facile. Ma abito un corpo umano ed essere nervosi è all'ordine del giorno. Faccio un respiro profondo per calmarmi.
< Anche io sono pronto. Portami il crioserbatoio > dico sorridendo mentre la tensione aumenta, Fiordaliso annuisce e sparisce nella stanza accanto.
Nel frattempo la Cercatrice continua a fissare il corpo con ansia e preoccupazione, ogni tanto sobbalza quando le sembra che si stia muovendo, ma poi si rende conto che è impossibile, è sotto sedativi e sta dormendo. Provo pena per quella povera ragazza, tra poco non esisterà più e di lei resterà solo un vago ricordo. La Cercatrice non capisce tutto questo, non sa niente su come funzioni il mondo, ha vissuto solo due vite fino adesso, è molto combattiva, una cosa che non approvo per un'anima, ma di certo non sono io a doverle dire cosa fare. Sposta dietro le orecchie ciocche di capelli biondi con fare nervoso, gli occhi della sua ospite, già azzurro ghiaccio, con il colore acceso dovuto alle anime sono ancora più inquietanti e da un certo punto di vista spietati. È vestita di azzurro, perché dice che alla sua ospite piaceva quel colore, anche se un'affermazione del genere è molto preoccupante, e se non avesse assimilato completamente la sua ospite?
< Andrà a buon fine vero? > chiede riportandomi alla realtà
< Ma certo > rispondo
< E sarà presto pronta a collaborare? > chiede con agitazione ed impazienza
< Lasciala stare per un po' > le impongo, non mi piace la piega che sta prendendo la conversazione, fortunatamente arriva Fiordaliso.
< Ora è tutto pronto > dice sorridendo, annuisco con convinzione, sospiro, sono pronto.
Giro la testa della ragazza di lato, prendo il bisturi, la mia assistente disinfetta la zona, incido la pelle alla base del collo, ma non troppo a fondo per non far uscire troppo sangue. Fiordaliso si affretta a prendere ilcrioserbatoio, con il quale l'anima ha viaggiato nello spazio ibernata. È una specie di piccolo contenitore metallico di forma ovale, lo apro lentamente e osservo l'anima contorcersi, come se si stesse stiracchiando, con una straordinaria grazia innata < È così bella > penso, non riesco a non emozionarmi alla vista di un'anima nuda. È piccola come il palmo di una mano, sembra un intricato groviglio di nodi che si scioglie e si riaddensa, è luminosa e ha varie sfumature argentee, trovo difficile descriverla, non ci sono parole per descrivere la perfezione.
La prendo delicatamente tra le mani per non farle male, la appoggio a contatto con la piccola apertura nel collo di Beatrice, il cuore mi batte all'impazzata e vedo che anche Fiordaliso è piuttosto emozionata, l'anima entra e comincia a prendere possesso del corpo, insinuandosi nel cervello. Richiudo la ferita con il cicatrizzante; le sofferenze della ragazzastanno per finire, ora qualcun'altra prenderà il suo posto.
Beatrice Prior apre gli occhi, come quelli della Cercatrice, erano già azzurri e pian piano diventano di un azzurro molto più intenso e luminoso, ecco che l'anima ha fatto il suo dovere.
< Ben svegliata, ma soprattutto benvenuta sulla Terra > le dico sorridendo
< Grazie, mi scuso per la domanda, ma dove mi trovo? > sussurra con un filo di voce
< Sei in un centro di guarigione, a New York > vedo che questo nome non le dice niente, ma non importa perché presto imparerà tutto su questo pianeta.
< Quando sarà in grado di lavorare? > chiede con la solita impazienza la Cercatrice e l'anima la guarda incuriosita, poi fissa me, il colore scuro della mia pelle e miei capelli scuri che sono così diversi dalla Cercatrice, così come lo sono i capelli rosso fuoco e la pelle chiarissima di Fiordaliso, intuisco il suo pensiero, ma prima rispondo alla Cercatrice
< Di sicuro non ora! > dico severamente, poi mi rivolgo alla nuova arrivata < Qui non è come gli altri pianeti su cui sei stata, gli umani sono tutti diversi tra loro, non c'è persona uguale all'altra, a meno che non si tratti di gemelli > lei mi guarda e annuisce convinta, comincia a ricordare grazie a Beatrice presumo
< Sei un'anima incredibile! Hai viaggiato molto e hai vissuto su molti pianeti > le dico
< Su otto ho sentito dire > mi interrompe Fiordaliso e io le lancio uno sguardo severo facendo sorridere l'anima. Mi schiarisco la voce
< Una Viandante così qualificata non può non avere un nome, come devo chiamarti? > domando gentilmente
< Allora...chiamatemi...Viandante > dice con un filo di voce prima di riaddormentarsi per la stanchezza. Inevitabilmente sorrido intenerito.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2: Il risveglio ***


I'm waking up to ash and dust
I wipe my brow and I sweat my rust
I'm breathing in the chemicals

I'm breaking in, shaping up, then checking out
on the prison bus
This is it, the apocalypse
Whoa

I'm waking up, I feel it in my bones
Enough to make my systems blow
Welcome to the new age, to the new age
Welcome to the new age, to the new age
Whoa, oh, oh, oh, oh, whoa, oh, oh, oh, I'm
radioactive, radioactive
Whoa, oh, oh, oh, oh, whoa, oh, oh, oh, I'm
radioactive, radioactive
{Radioactive, Image Dragon}

(POV. Viandante)
Il primo ricordo è sempre stato il più terribile, come l'ospite sia stato preso, o come sia quasi morto. Nel mio caso è la seconda ipotesi a presentarsi, o qualcosa di simile. Mi avevano avvertita, quando ancora ero nel mio pianeta precedente, che sarebbe stato doloroso, molto doloroso, ma non immaginavo che lo fosse così tanto. Mi avevano avvertita del fatto che gli umani sono diversi da qualsiasi specie abbiamo mai incontrato, che ci sono persone in grado di sopravvivere all'inserzione, che riescono persino a riprendersi il proprio corpo. Io non ci ho mai dato tanto peso, non ho mai creduto fosse possibile, anzi credevo fossero dicerie e niente di più, ma il dolore che provo adesso è il più forte che io abbia mai provato, questo mi spaventa, ma devo essere forte e superarlo, una parte di me comincia a cambiare idea sulle dicerie, ma io so che non sono vere! Non possono esserlo!

Le immagini mi arrivano confuse, sono davanti ad un ragazzo, la mia mente lo chiama Caleb e mi dice che è mio fratello. Ho in mano quella che i miei ricordi chiamano pistola e provo un dolore immenso per quello che sto per fare. Una sola frase mi ronza per la testa confusa "Non ti accompagnerei mai alla tua esecuzione ", credo di averla detta proprio al ragazzo che mi sta davanti qualche giorno prima, ho le lacrime agli occhi perché so che sto per morire, c'è anche qualcos'altro però, come se fossi sicura di sopravvivere ad un certo veleno che dovrò superare per raggiungere il mio scopo. Ma qual'è il mio scopo?
< Caleb, passami lo zaino > dico. Credo che nello zaino ci sia una sorta di tuta protettiva contro il veleno, che servirà solo per rallentare gli effetti. Ora capisco, sto prendendo il posto di mio fratello, perché non sia lui a morire. Secondo i ricordi lui ha cercato di uccidermi, eppure è pentito e vuole morire per me, ma io non posso lasciarglielo fare. Sento una forte fitta all'altezza del cuore.
< Cosa!? > esclama lui contrariato
< Dammi lo zaino! > dico puntandogli contro la pistola
< No, Tris > scuote la testa < No, non te lo permettero' > dice con le lacrime agli occhi e facendo piangere me.
Una guardia ci intima di gettare le armi, fingo che Caleb sia un mio ostaggio per non metterlo nei guai e gli prendo lo zaino
< Caleb, ti voglio bene > sussurro
< Ti voglio bene anch'io Beatrice > mormora tra le lacrime
< Se non sopravvivo, di' a Tobias che non avrei mai voluto lasciarlo > mi mordo il labbro nervosa, Tobias, lo conosco, perché lo amo. Scappo via in quello stesso momento
Entro nel reparto armamenti, così ricordo si chiami, il veleno mi colpisce e penetra nelle mie vene con forza e violenza rapidamente, io tossisco più volte, quasi non respiro, ma il mio cuore lotta contro la morte e non so grazie a quale miracolo riesco a vincere e a sopravvivere. Entro in un'altra stanza e cerco subito il codice per liberare il siero della memoria, perché lo stia facendo ne ho idea, ma so che è importante perciò devo farlo, anche se non capisco le ragioni di Beatrice che in questo momento sono mie. C'è qualcuno che non riesco a vedere vhe cerca di fermarmi. Il ricordo è quasi finito e i contorni delle cose non sono più chiari come prima. L'uomo mi spara in più punti e pian piano non riesco a vedere più nulla, solo una cosa mi rende felice, ce l'ho fatta, il siero della memoria si sta diffondendo. Vedo mia madre, che so essere morta, venire verso di me, abbracciarmi e dirmi che è fiera di me, è in quel momento che tutto diventa nero e che mi convinco di essere morta.

Segue un breve e confusa scena dove alcune anime mi tengono ferma mentre io mi dibatto con forza, poi più nulla. Mi sveglio di soprassalto urlando, sono madida di sudore. Cerco di calmarmi con dei respiri profondi, ma è molto difficile, ho ancora quella strana sensazione di tristezza e dolore, mi sforzo di ricordare cosa abbia appena sognato, perché potrebbe essere utile, ma è come se tutto fosse nascosto da un enorme muro invalicabile. Ho solo qualche immagine confusa, mi ricordo di un ragazzo in particolare, ma non rammento il suo nome e nemmeno il suo aspetto, come se qualcuno lo avesse cancellato. Solo in quel momento mi rendo conto di quanto sia terribile la situazione; l'ospite fa resistenza
< Oh ma smettila Viandante! Beatrice è morta! Ci sei solo tu adesso! > mi dico per tranquillizzarmi, ma non funziona affatto.
Mi guardo intorno, sono in una stanza, camera da letto per la precisione, arredata in modo semplice e non troppo decorata. Sono seduta su di un letto ed indosso una strana camicia bianca, o meglio...camicia da notte, ecco la parola esatta, ma non ricordo come e quando l'ho messa, ma soprattutto come sono arrivata qui.
Mi passo una mano tra i capelli, capelli? Li arriccio con le dita curiosa, non avevo mai avuto dei capelli nelle mie vite passate, ma questi sono bellissimi, lunghi, leggermente ondulati, di colore biondo miele. Anche le mani mi incuriosiscono, sono le prime che io abbia mai avuto. Mi alzo titubante dal letto, il pavimento è freddo, la mia testa lo chiama "marmo", vedo due strani oggetti vicino ai miei piedi, sono ciabatte e a quanto pare si mettono nei piedi. Mi avvicino ad uno specchio e per la prima volta vedo il mio riflesso. Percorro con lo sguardo tutto il mio corpo, mi piace, solitamente non mi sento mai a mio agio nei corpi dei miei ospiti, ma questo è speciale, sembra fatto per me. Fisso i miei nuovi occhi azzurri nascosti dietro a quelli luminosi, si intuisce il loro colore originario. Mi sto ammirando, contenta dell'ottimo risultato, forse finalmente ho trovato un posto da poter chiamare "casa". All'improvviso succede qualcosa, qualcosa che mai e poi mai avrei voluto che succedesse. Sento un grido, proprio dentro la mia testa
< Non sono morta! Non sono morta! È così! Ci sono ancora! Ci sono ancora! >
< No! Non può essere tu non dovresti esserci! > dico contrariata, quasi urlando, è la prima volta che provo questo sentimento, "terrore"
< Ehi! E tu chi sei!? Cosa ci fai nel mio corpo!? > la voce è insistente, non so cosa dire
< Questo corpo è mio! Levati dai piedi! > mi intima lei, mi sento una pazza che parla da sola con le sue assurde visioni
< No, questo corpo è mio adesso! > ribatto.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ed ecco finalmente il primo incontro tra l'anima e l'ospite! :) Vi piace Viandante? A me si! ;) ma poi vedrete! Muahah! 3;) Bene bene! Spero abbiate capito tutto! Se avete dubbi chiedete pure! ^-^
Bacioni! :) <3

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3: La Cercatrice ***


What doesn't kill you makes you stronger
Stand a little taller
Doesn't mean I'm lonely when I'm alone
What doesn't kill you makes you a fighter
Footsteps even lighter
{Stronger, Kelly Clarkson}

(POV. Viandante)
Sono ancora sconvolta per la mia spiacevole scoperta, quando mi accorgo di un foglietto di carta sulla scrivania.
< È inutile che ti lamenti io non te la do vinta! > dice Tris
< Shhh! Sta zitta! Non riesco a concentrarmi! >
< Oh poverina! Immagino! >
< Fa silenzio! >
Odio il suo tono ironico ed antipatico. Cerco di ignorarla, ma non è facile. Prendo il foglietto di carta, sopra ci sono scritti dei numeri e la parola "chiamami", lo guardo perplessa, e guardo ancora più perplessa lo strano aggeggio nero appoggiato lì vicino
< È un telefono idiota! > mi riprende Beatrice
< Puoi essere anche più gentile! > sbuffo
< Disse quella che mi rubò il corpo! > ribatte ridendo
Afferro il telefono con rabbia e mi innervosisco ancor di più quando mi accorgo di provare quell'orribile sentimento. Ma abito un corpo umano, che posso farci?
Compongo il numero grazie ai ricordi di Beatrice che mi dicono come fare, mi risponde la voce di una giovane donna
< Oh salve Viandante! Vedo che hai trovato il mio messaggio! Bene! >
< Sì l'ho trovato, ha per caso bisogno di me? E se non sono indiscreta, chi è lei? > dico gentilmente e Beatrice sbuffa < Sei troppo educata! > dice e io cerco di ignorarla
< Io sono una Cercatrice e si Viandante ho bisogno del tuo aiuto. Incontriamoci tra un'ora va bene? Manderò qualcuno a prenderti ok? > chiede la Cercatrice
< Ma si certamente > rispondo
< Perfetto a più tardi > la donna chiude la telefonata ed io corro a sistemarmi per essere puntuale.
< Come puoi fidarti? > chiede la mia ospite
< Sa il mio nome, significa che mi conosce, perciò posso fidarmi. Inoltre noi anime ci fidiamo le une delle altre, la parola tradimento per noi non esiste > dico sorridendo, ma Beatrice continua a non capire, così le spiego la nostra cultura pacifica e tutto ciò che ci riguarda, le dico che siamo stati su dodici pianeti e li mi chiede come sia possibile conquistare ben dodici pianeti e dire di essere pacifici < Noi non la vediamo così, abbiamo sempre vissuto amalgamandoci con le altre specie, cercando di stare in armonia e di rendere ogni mondo perfetto > le spiego, ma lei continua a provare solo odio per me, ha un'idea totalmente diversa dalla mia.
All'improvviso sento il rumore di un campanello, significa che qualcuno vuole entrare in casa mia e mi sta chiedendo il permesso, dice la mia mente, così vado ad aprire. La porta è già aperta, noi non rubiamo, perciò non ci servono le serrature.
All'ingresso aspetta un bel ragazzo dai capelli scuri ed un po' spettinati, io non lo conosco, ma Beatrice si, improvvisamente impallidisco e sento il mio cuore fermarsi < Will...no! Anche lui no! > mormora Tris spaventata, ma è anche triste, molto triste, una breve immagine di Will morto mi compare davanti agli occhi, insieme alla consapevolezza di essere stata io ad ucciderlo, ma non l'ho ucciso io, è stata Beatrice.
Rimango a bocca aperta a fissare il ragazzo davanti a me, lui sorride
< Tranquilla, so che cosa ha fatto la tua ospite, ma non preoccuparti io non sono arrabbiato con te > mi dice con un sorriso disarmante, poi sospira < Be' comunque io sono Piro e tu sei Viandante giusto? > dice porgendomi la sua mano, gliela stringo
< Si esatto > sorrido
< Bene allora andiamo? > mi chiede
< Si, ma dove? > domando un po' confusa e facendolo ridere
< Dalla Cercatrice! Mi ha mandato lei! >
< Oh ma certo! > dico sbattendo una mano sulla fronte e sono sicura di essere arrossita
< Smettila di essere così ridicola! > mi sgrida Tris ed io rispondo sbuffando.
Saliamo sull'auto grigio metallizzata di Piro e osserviamo la città scorrere dal finestrino. Durante il viaggio Piro è molto socievole e chiacchieriamo del più e del meno, ma più che altro gli chiedo qualcosa in più su questo pianeta che mi è ancora del tutto estraneo.
Ad un certo punto mi avverte che potrei rimanere scioccata quando incontrerò la Cercatrice, perché dice che la mia ospite l'ha conosciuta in vita. Sto pensando a chi potrebbe essere, ma Tris non mi lascia penetrare nei suoi ricordi. Così rinuncio e aspetto la probabilmente sgradita "sorpresa".
Quando arriviamo Piro mi aiuta a scendere dalla macchina, non capisco il motivo per cui si stia comportando in modo così gentile con me, ogni volta che mi prende la mano fa una specie di sorriso divertito, il comportamento più strano che io abbia mai visto.
Beatrice è diventata molto più silenziosa da quando abbiamo incontrato Piro
< Credi che ci sia un modo per fargli capire che mi dispiace? > chiede improvvisamente con una voce flebile, triste e sconsolata
< No, non credo...senti...Piro non è Will, forse lui è morto davvero...e poi non so se posso dire che tu sei ancora viva > cerco di utilizzare il tono più dolce possibile, ma la verità è la verità, in qualsiasi modo la si dica.
< Capisco > mormora.
Sospiro e prendo coraggio < Piro... > lui si gira verso di me sempre con il suo solito sorriso < Si? > mi invita a continuare e io deglutisco senza capire perché lo stia facendo < Ecco...mi dispiace, o meglio al mio corpo credo...dispiaccia ciò che ha fatto al tuo > lui mi guarda per un attimo confuso, poi sembra quasi distratto, come se qualcun altro gli stesse parlando, infine lo vedo mordersi il labbro < Credo che il mio corpo sia pronto a perdonare > dice in fine. Riprende immediatamente il suo sorriso che sto imparando ad apprezzare
< Be' non parliamo di queste cose tristi! Allora, raggiungiamo la Cercatrice? > chiede ed io annuisco sorridendo distrattamente
< Grazie > mormora Tris commossa
< Figurati > rispondo convinta che forse non abbia fatto esattamente la cosa giusta.

Mentre sono ancora frastornata per l'aiuto dato al mio nemico, Piro mi fa entrare nello studio della Cercatrice, che come il resto dell'edificio è fatto di vetro e metallo. Entro, nella stanza c'è solo un tavolo ed una sedia in acciaio, per il resto è vuota, sembra più una cella che uno studio, così capisco che in realtà è una stanza per interrogatori, qualcosa di molto inquietante, ma io non sono una nemica, perché sono qui?
Vedo la Cercatrice in piedi davanti all'enorme finestra nella stanza. Indossa una gonna blu elettrico ed una giacca dello stesso colore, i tacchi a spillo sono di un blu leggermente più scuro, i capelli biondi ben pettinati sono lunghi fino alle spalle, non l'ho mai vista prima, ma sento di conoscerla. Comincio a tremare, ma non capisco il perché. Di cosa dovrei avere paura? Mi preoccupo quando mi rendo conto che non sono io ad avere paura, ma Beatrice. Che cosa mi aspetta?
< Benvenuta Viandante > dice la donna, io conosco quella voce
< Grazie Cercatrice > dico nervosa, all'improvviso si volta verso di me, impallidisco notevolmente, sento Beatrice gridare nella mia testa, non è una donna qualunque, è Jeanine Matthews l'ex capofazione degli Eruditi, l'acerrima nemica di Beatrice.

NOTE DELL'AUTRICE:
Salve salvino!!!! XD Piaciuta la sorpresona finale!? ;) ehm...si lo so in realtà è molto brutta, ma pazienza! Ahahah XD
Comunque in realtà la canzone che ho scelto non c'entra niente con il capitolo, ma quel pezzettino mi piaceva particolarmente e voleva simboleggiare la forza di Tris che cerca di combattere Viandante! ;)
Spero che vi sia piaciuto! Bacioni! ;)

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4: Il rifugio ***


(POV. Eureka)
Mi sistemo con cura gli occhiali da sole sul naso, se un alieno mi vedesse almeno non noterebbe che sono ancora umana, anche se devo dire che non bastano molto come "protezione".
È ormai da molto tempo che quegli esseri disgustosi non girano più nei dintorni di Chicago, la città è in gran parte distrutta e loro non si sono presi la briga di ricostruirla, ma la prudenza non è mai troppa.
Prima che la guerra iniziasse, io vivevo qui. La mia famiglia era intrepida e se le cose fossero andate diversamente io sarei rimasta tale. Ho appena undici anni, ma mi sento vecchia di cento. Ne ho viste fin troppe; mio padre si ucciso con un colpo di pistola per non rivelare ai Cercatori la posizione mia e dei miei fratelli, mia madre era già stata catturata da tempo. Il mio fratellino più piccolo è morto mentre cercavamo di sfuggire ad uno di quei disgustosi esseri, mio fratello maggiore è stato catturato e... avrei preferito non vedere cosa gli avevano fatto.

- Lo ricordo come se fosse ieri. Eravamo soli, io e lui. Ridevamo e scherzavamo come se nulla fosse successo, avevamo un disperato bisogno di dimenticare. Eravamo nascosti in un appartamento disabitato che avevamo ritenuto sicuro. Ad un certo punto sentimmo degli strani rumori al piano di sotto, delle torce illuminavano le rampe delle scale e passi affrettati le percorrevano, mio fratello Yan si voltò verso di me
< Cercatori! > mormorò. Si guardò attorno. Nessun nascondiglio a parte un armadio con un'anta rotta. Non perse tempo a pensare, mi prese in braccio e mi nascose dentro l'armadio. Mi prese il viso tra le mani accarezzandolo, cercava di essere forte per me, ma io sentivo le sue mani tremare
< Eureka! Andrà tutto bene! Te lo prometto! Li allontano e poi torno subito da te...ok? > mi disse con la voce che tremava impercettibilmente. Piansi perché già sapevo che non sarebbe mai tornato.
< No, non piangere! Io sono qui! Torno subito, ma tu devi restare nascosta va bene? > annuì terrorizzata, lui mi sorrise e mi diede un piccolo bacio sulla fronte, poi se ne andò.
Cercò di portarli lontani, ma era tutto inutile, l'unica opzione era uccidersi, se lo avessero catturato i Cercatori avrebbero scavato nei suoi ricordi portandoli da me. Così lo senti' correre nel corridoio, verso la finestra, senza neanche pensare uscì dal mio nascondiglio e stupidamente lo fermai, non avrei dovuto farlo! Sarebbe stato meglio per entrambi!
I Cercatori ci catturarono entrambi e con mia sorpresa Yan non si arrabbio' con me, anzi mi strinse a se per tutto il tempo e non mi lascio' un secondo, d'altra parte che senso aveva vivere senza di lui. Dovetti assistere alla sua inserzione, dicendogli così "addio per sempre"
< Yan! No! Siete dei mostri! Dei mostri! > gridai. Uno di loro mi trascinò sul lettino accanto a Yan. Toccava a me. All'improvviso, nonostante avessi perso tutto, volevo vivere. Diedi un calcio al mio carceriere e mi liberai dalla sua debole stretta, presi il bisturi per le incisioni e li uccisi tutti, uno per uno, non mi importava dell'orrore che stavo commettendo, loro mi avevano tolto tutto e per me non c'era spazio per la ragione. Li uccisi tutti tranne quello che abitava Yan. Non potevo, non riuscivo a far del male al suo corpo.
Riuscì a fuggire per miracolo, avevo ucciso tutti gli alieni che si trovavano nella sala operatoria, ma non tutti quelli dell'edificio.
Qualche mese dopo "Lui" mi trovo'. Non potevo credere che fosse proprio lui, l'alieno che avevo risparmiato, il nuovo Yan. Ero circondata, credevo che sarei morta e che tutto quello che avevo fatto per fuggire fosse stato inutile, ma arrivo' quel ragazzo. Li uccise uno per uno e mi salvo' da un orribile destino. Era alto e con un fisico molto allenato, i capelli corti e castani, gli occhi di un azzurro particolare, scuro, sembrava quasi nero; Tobias. -

Lui mi salvò e da quel momento mi ha sempre protetta.
Avevo quasi dieci anni, non è passato molto tempo, ma a me sembra un'eternità.
Ormai Tobias è come un padre per me.
Oggi sono stata fuori più tempo del dovuto e credo che mi becchero' una bella strigliata. Metto dietro le orecchie un paio di ciocche nere e il mio ciuffo bianco che mi casca sempre davanti ai miei occhi scuri. Mi metto a correre e entro attraverso ad una porta secondaria in un edificio. Salgo fino in cima ed esco sul tetto, un'ampia terrazza. Mi sporgo dalla balaustra e sorrido. L'unico ingresso per il rifugio degli umani superstiti; l'ex quartier generale degli Intrepidi.
Mi arrampico sul parapetto e cercando di mantenere l'equilibrio mi metto in piedi. Chiudo gli occhi ed un sorriso mi sale alle labbra, mi lancio nel vuoto e mi sembra di poter volare. Io adoro l'altezza, al contrario di Tobias che mi sorprende, ma soffre di vertigini. Atterro su una rete metallica e come al solito mi scappa una risata nervosa, ma liberatoria. Scendo dalla rete e credo di averla fatta franca, quando mi ritrovo faccia a faccia con Tobias
< Ehm...ciao... > mormorò mordicchiandomi il labbro
< Dove sei stata!? > dice lui alzando un sopracciglio, come fa tutte le volte che si arrabbia
< Da nessuna parte! Insomma ho gironzolato per i dintorni, come sempre! Lo sai che non sopporto restare chiusa qua sotto! > esclamo
< Qua sotto! È l'unico posto sicuro che potresti trovare e sai quanto è pericoloso lì fuori! > dice alzando la voce, sbuffo
< Ho capito! Cercherò di rientrare prima! > come fa a non capire!? Ho bisogno di uscire, perché ho bisogno di distrarmi, senza che i miei fantasmi del passato mi torturino.
< Non preoccuparti non uscirai più! >
< Cosa!? >
< Mi hai sentito! Non potrai più uscire! Sei arrivata tardi troppe volte! Lo sai quanto mi hai fatto preoccupare! > sembra davvero in apprensione, ma sono troppo arrabbiata per crederlo
< Tu non puoi tenermi rinchiusa! > gli dico alzando finalmente anch'io la voce
< Oh si che posso! Io sono... >
< Cosa!? Tu sei cosa!? Tu non sei e mai potrai essere mio padre! E se lo vuoi sapere neanche un fratello maggiore! > ora sto piangendo, ne sono sicura, mentre penso al terribile destino della mia famiglia.
< Reka io... >
< Non importa > dico e faccio per andarmene. Continuo a camminare senza voltarmi
< Reka! > non mi importa, continuo a camminare.
Sento dei passi in lontananza, così mi nascondo e rimango a fissare Tobias e la nuova arrivata.
< È andata male di nuovo? > chiede Christina mettendogli una mano sulla spalla. Tobias annuisce
< Non so più che fare! Cerco di proteggerla, ma riesco solo a farla soffrire. > dice lui con la testa fra le mani
< Be' non sei un po' troppo giovane per questo ruolo? > ribatte lei e Tobias la guarda senza capire < Voglio dire...non puoi essere suo padre! Hai solo ventitré anni! So quanto le vuoi bene, ma non puoi occupare quel posto, puoi proteggerla, starle vicino, ma solo come amico, nulla di più! > Tobias alza lo sguardo verso di lei, odio vederlo così triste, soprattutto per colpa mia, vorrei correre da lui e abbracciarlo, ma non posso "Stupido orgoglio!" penso
< Hai ragione, ma non ci riesco > mormora Tobias.

NOTE DELL'AUTRICE:
Hey hey hey! ;) Come va!? Vi è piaciuto questo capitolo? :) Be' spero di si dato che l'ho scritto mentre ero in macchina e sobbalzavo ogni due secondi! -.-" XD
Bacioni a tutti e please!!!!! Recensite! ;)

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5: Collaborare ***


(POV. Viandante)
< Siediti, prego > dice con un sorriso la Cercatrice invitandomi ad accomodarmi sulla sedia di metallo. Mi siedo immediatamente.
< Esattamente come per gli altri pianeti in cui sei stata, non vogliamo cambiarlo, ma conoscerlo e renderlo perfetto... > comincia lei
< La nostra missione si è conclusa con successo; abitiamo ormai quasi tutti i corpi degli umani, ma purtroppo alcuni Ribelli si ostinano a fare resistenza... > continua < La tua ospite non faceva parte di loro, ma sappiamo che potrebbe essere molto utile per localizzare la maggior parte degli umani rimasti... >
< Vuoi che localizzi i suoi ricordi? > la interrompo e lei, se pur innervosendosi per la mia maleducazione, annuisce.
< Bene, cominciamo > dice. Lancio un rapido sguardo a Piro che rimane immobile davanti alla porta, mi sorride ed io arrossisco. Mi schiarisco la voce
< Si chiamava Beatrice Prior, è nata nella ex città sperimentale di Chicago. È cresciuta con i suoi genitori e suo... >
< No! Non dirlo! Ti prego! Non devono sapere che esiste! > mi supplica Beatrice. Prendo coraggio
< E suo fratello Caleb tra gli Abneganti > dico
< Ti odio! > sibila lei, ma io la ignoro.
< Alla cerimonia della scelta cambiò fazione diventando Intrepida... > continuo il mio discorso ma non ho molti dettagli, perché Beatrice continua ad oscurare ogni cosa. Non vuole che dica di più.
< Sapevo praticamente tutto di quello che mi hai raccontato. La mia ospite l'ha conosciuta in vita, ma da dopo la sua morte non so più nulla di cosa sia successo a Beatrice, solo come l'abbiamo catturata > dice interrompendomi la Cercatrice.
< Be'... dopo la morte di Jeanine... lei... > cerco di andare avanti, ma non ci riesco. Beatrice mi impedisce di vedere oltre. Ho solo l'immagine di Jeanine con un pugnale piantato molto vicino al cuore, il sangue che le sporca il vestito blu, il corpo inerme e disteso sul pavimento in una pozza di sangue.
Scuoto la testa. La Cercatrice mi guarda in modo strano, con uno sguardo sorpreso, a tratti compiaciuto, mi chiedo come possa esserlo.
< Fa resistenza? > chiede. Io la guardo sconvolta. Come lo ha capito!? Mi sento confusa e spaventata. Farei bene se glielo dicessi? Senza pensare annuisco
< Lo immaginavo > sospira < Da una Divergente me lo aspettavo...riesci a proseguire? > domanda. Scuoto la testa
< Per il momento è tutto > dico. Noto che la Cercatrice sta stringendo i pugni, ma cerca di controllarsi. Il suo comportamento è strano, non sembra una di noi.
< Non importa...riproverai domani >
< Certamente > annuisco un po' in ansia. Non ho molta voglia di rivederla domani
< Dimmi che non dovremo rivederla domani! Ti prego! > dice Beatrice sbuffando
< Piro ti verrà a prendere domani...fino a quel momento potrebbe anche accompagnarti a fare un giro in città > dice la Cercatrice rivolgendosi al ragazzo che arrossisce di colpo e si mette sull'attenti come se lo avessero appena svegliato da un sogno. Involontariamente sorrido.
< Certo, posso farlo anche subito > dice un po' imbarazzato.

Finalmente esco da quel posto grigio e monotono. Mi sento più rilassata adesso e cerco di non pensare che dovrò tornarci domani.
< Allora dove vogliamo andare? > chiede con un sorriso un po' sbruffone Piro
< Non saprei, non conosco questa città > dico con un sorriso
< Ah davvero!? > chiede alzando un sopracciglio facendo finta di non sapere davvero quale sia la risposta
< Si a quanto pare > rispondo facendogli una linguaccia.
< Allora bisogna proprio rimediare >
< Sicuramente > ridiamo entrambi

Dopo aver girato per ore ci sediamo esausti su una panchina di un parco. Lì vicino c'è un piccolo chiosco di gelati. Ne prendiamo uno a testa e Piro mi aggiorna su questa "prelibatezza" che non ho mai visto prima. Non paghiamo neanche un soldo; da noi non esistono le monete, tutto è gratuito.
< Allora, perché hai scelto di chiamarti Viandante? > chiede il mio nuovo amico
< Perché è quello che sono, io non amo vivere sempre nello stesso pianeta > rispondo sorridendo
< Lo so bene, insomma hai vissuto nove vite su nove pianeti diversi! Deve essere stato molto bello! > dice con entusiasmo ed io arrossisco
< Si lo è stato > dico, poi mi rivolgo a lui < E tu? Perché ti chiami Piro? >
< Be' è un po' complicato > comincia
< Sono tutta orecchie > sorrido
< Allora, il mio nome deriva dal greco antico. I greci erano un popolo che abitò la Terra molto tempo fa, i tuoi ricordi non possono dirti nulla perché i nostri ospiti non hanno mai studiato quella civiltà. >
< E tu come fai a conoscerla? > chiedo
< L'ho studiata per conto mio > dice sorridendo < Comunque, il mio nome deriva dalla parola πιρ, πιροσ (pir, piros) che significa fuoco >
< È molto interessante, ma come mai proprio quella parola? > domando. Lo vedo leggermente in imbarazzo.
< Sai in realtà riguarda il mio ospite, so che non dovremmo più pensare a loro, ma non mi sembrava giusto fare finta che Will non fosse mai esistito. Perciò visto che era un intrepido ed il simbolo degli intrepidi era, oltre ai carboni ardenti, una fiamma, ho deciso di chiamarmi Piro > conclude con lo sguardo basso. Mi sorprende che la scelta del suo nome sia collegata al suo ospite, ma è comprensibile che i sentimenti umani lo abbiano condizionato. Gli umani sono molto forti. Ho sentito dire che un'anima di nome Sara, prese lo stesso nome della sua ospite e ogni tanto mostrava strani comportamenti...umani...alla fine la trovarono in una pozza di sangue, svenuta; l'umana aveva cercato di estrarre l'anima con forza. Adesso Sara è in riabilitazione nel corpo di una bambina, sorvegliata da medici su medici e da vari psicologi, mentre l'umana è stata giustiziata.
< Non preoccuparti. È una cosa bella portare rispetto per chi non c'è più > gli dico sorridendo. Lui abbozza un sorriso forzato
< Già, non c'è più > dice con amarezza. Quella frase mi ha spiazzata. Che cosa voleva dire? E se, come Beatrice, Will fosse ancora vivo?
< Cosa intendi? Vuoi dire che... come la mia ospite... > dico sorpresa
< Che cosa!? No, affatto, mi spiace per la tua situazione, ma per me non è affatto così! > si mette a ridere, anche se mi sembra piuttosto nervoso.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao! :) Vi piace questo nuovo capitolo!? E la rivelazione finale? Anche se ancora non si sa se sia vera! ;)
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite o tra le seguite e chi recensisce sempre!
Bacioni e al prossimo aggiornamento! :)

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 6: Dubbi ***


(POV. Viandante)
< Viandante? Cosa sta succedendo? Da un mese non mi dai più informazioni > dice scocciata la Cercatrice
< Non riesco a trovare niet'altro > mormoro imbarazzata
È passato più di un mese da quando sono stata impiantata nel corpo di Beatrice, ma ancora non riesco a penetrare nella sua mente. Ormai ha eretto un muro invalicabile. Come se non bastasse continua a rinfacciarmi quanto sia terribile e crudele la nostra razza e questo mi deconcentra parecchio dal mio obbiettivo. Mentre per quanto riguarda Piro sono ad un punto morto; non riesco a capire se Will sia sopravvisssuto o meno, e quando gliene parlo lui cambia subito argomento come se il solo sentir nominare Will gli desse fastidio.
< Viandante, devi darmi altre informazioni! O non troveremo mai i Ribelli! È chiaro? > dice la Cercatrice severamente e io annuisco un po' preoccupata
< Certo > mormoro. La donna mi guarda come se volesse tirarmi un pugno in faccia, è un comportamento strano per un'anima. Si avviccina al mio orecchio e sussurra
< Viandante...non vorrai per caso tradire? > domanda ed io ho un sussulto
< No...certo che no! > esclamo terrorizzata al solo pensiero, io? Tradire la mia specie? Perché? Per chi?
< Be' ci vediamo domani per il nostro solito incontro e ricorda che se hai novità puoi contattarmi in qualsiasi momento > dice sospirando e facendo un falso sorriso la Cercatrice.

Più tardi Piro si offre di riaccompagnarmi a casa, ma rifiuto; ho bisogno di parlare con Beatrice da sola e poi una passeggiata mi rilasserebbe rendondomi le idee chiare. Mentre camminiamo comincio a parlarle
< Senti...so perché fai resistenza...credi che il perdere le persone che ami sia un sacrificio troppo grande, ma bisogna pensare al bene comune, prima questa guerra finirà, meglio sarà per tutti > sussurro non del tutto convinta
< Chiamalo come ti pare...questo è un omicidio! > dice freddamente lei
< Omicidio? Perché? > mormoro incredula, io non sono un'assassina, la sento ridere nella mia testa
< Di quante vite ti sei impossessata? > domanda
< Oootto > balbetto
< Bene...io non sarò una santa, ho ucciso anche io... > si blocca trattenendosi dal piangere, poi ricomincia < ...ma tu hai ucciso otto vite con la peggiore delle morti, gli hai rubato la loro identità fino a farle scomparire per sempre > dice Beatrice. Le sue parole sono peggio di una coltellata, non mi ero mai resa conto di che cosa provassero gli ospiti e che cosa la nostra venuta significasse per loro, io non credevo di...uccidere. Le lacrime cominciano a scendere lentamente lungo il mio viso; sono un'assassina.
< Oh, tu...non ti rendevi conto...mi dispiace, so che fa male, ma devi accettarlo, ti aiuterà a stare meglio > mormora Beatrice sorpresa del fatto che stia cercando di consolarmi.
Mi sento stupida, continuo a piangere per dei nemici caduti, non dovrei, ma è più forte di me, sono un'assassina, è colpa mia se sono morti! Ancora non riesco a capire come abbia potuto farlo con tanta leggerezza!
Comincio a correre cercando inutilmente di scappare da me stessa. Raggiungo la mia abitazione e mi butto sul letto esausta, senza però smettere di piangere. Sono un mostro e questo mi spezza il cuore. Non capisco più chi sono io, per che cosa sto combattendo, non capisco più nulla, sto perdendo me stessa, o sta nascendo una nuova me? Perché non sono più sicura di essere dalla parte del giusto? Perché non riesco a non provare pietà per gli umani? Dopo tutto il male che hanno fatto...ma anche noi abbiamo fatto degli errori....
Ho la testa nella confusione più totale e non riesco a smettere di piangere. Solo dopo un'ora abbondante mi addormento.

- Mi trovo in una stanza da letto, qualcuno mi sta accarezzando le spalle e mi da piccoli baci sul collo. Non so chi sia, ma Beatrice è talmente felice che non posso preoccuparmi, ma essere solo rilassata. Nel mio campo visivo entra un ragazzo che sono sicura di aver già visto. Pian piano i lineamenti si fanno più chiari e io riconosco Tobias, il fidanzato di Tris. Sento provenire dal mio cuore un amore immenso e credo di non essere mai stata più felice di essere vicino a qualcuno. Ad un certo punto sento le sue labbra sulle mie ed è la sensazione più bella che io abbia mai provato, lo amo.
Dopo un po' Beatrice chiede di vedere il tatuaggio che il ragazzo ha sulla schiena. Ci sono cinque simboli, una fiamma ardente alla base del collo, una mano che ne afferra un'altra all'altezza delle scapole, poi più giù un occhio seguito più in basso da un albero e da una bilancia; sono i cinque simboli che identificavano le fazioni in cui era divisa la loro città, intrepidi, abneganti, eruditi, pacifici e candidi.
< Ci sono tutti i simboli...perché? > chiede Tris sorpresa
< Perché io non posso appartenere ad una sola fazione > risponde lui sospirando quando le dita di Beatrice esplorano curiose il suo tatuaggio
< Insomma...io voglio essere corraggioso, altruista, intelligente, ma anche pacifico e sincero...non posso essere una cosa sola...perché io non sono così > conclude Tobias
Pian piano i contorni delle cose sfumano e diventano indefiniti fino a che non vedo più nulla. -

Mi sveglio un po' di soprassalto, sorpresa del momento così intimo che Beatrice ha deciso di condividere. Mi sfioro le labbra nel punto in cui Tobias ha appoggiato le sue e ripenso alle sue parole. Ora capisco cosa mi sta succedendo; semplicemente la mia vera natura sta cercando di uscire e io non so come aiutarla, perciò se deciderò di stare dalla parte di Beatrice non sarà un tradimento, sarei soltanto io e chi scelgo di essere, perché come Tobias non poteva appartenere ad una sola fazione, io non posso essere solo come mi impone la mia razza, io devo essere me stessa, non importa se ho fatto degli errori, se lascerò emergere la vera me, potrò cercare di rimediare. Non voglio più sbagliare, io non posso uccidere Beatrice!
Ma cosa dico!? Io non sono così! Io non posso aiutare il nemico! La sua volontà mi sta solo manipolando! Non posso buttare via tutta la mia vita, tutto ciò in qui credo!
Mi alzo e accendo il portatile sulla mia scrivania, cerco l'indirizzo della Cercatrice e digito velocemente e in modo riassuntivo il mio sogno sperando ci possa essere qualcosa di utile.
< Cosa fai!? Pensavo avessi capito dopo il ricordo che ti ho fatto vedere! > dice Beatrice urlando, già pentita per essere stata così ingenua. Non rispondo.
Sto per mandare l'email alla Cercatrice e non appena sto per premere il tasto "invia" mi blocco
< Viandante...ti prego... > mormora Tris e io...cosa faccio? Da che parte sto?
Presa dai sensi di colpa chiudo l'email senza inviarla, sento Beatrice fare un sospiro di sollievo, mentre invece io sono completamente stordita, non ho idea di che cosa possa fare.

NOTE DELL'AUTRICE :
Ciao a tutti! :) Ho finalmente aggiornato! Non ci credo! :P XD Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto! ^-^ E vi domando...secondo voi da che parte sceglierà di stare la nostra Viandante? :)
Bacioni e alla prossima! ;) :3

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 7: Una brutta sorpresa ***


(POV Viandante)
< Viandate? Viandante? >
Sento questa voce distante, non la sto ascoltando davvero
< Viandante!? > dice ad alta voce, io mi riscuoto e sussulto
< Mi scusi Cercatrice > mormoro. Ero di nuovo distratta, fantasticando sull'ennesimo ricordo di Tris che però non mi è di nessuna utilità.
< Basta fantasticare! Non mi stai dando più informazioni! Come possiamo andare avanti così!? > mi chiede sbuffando. Scuoto la testa, la verità è che non lo so, io non voglio più aiutarla ed è tutta colpa di Tris, dei suoi sentimenti a contro cui non posso lottare, non so se sto facendo la cosa giusta, e nemmeno se mi sto sbagliando di grosso, per ora non so neanche più chi sono.
La Cercatrice sbuffa nuovamente e picchietta le dita affusolate sul tavolo di metallo nervosamente. < Per oggi può bastare, ma domani cerca di essere più collaborativa... > dice e io annuisco in risposta, felice di potermene andare da quella che è a tutti gli effetti una sala da interrogatori.
Piro mi accompagna alla porta, per poi portarmi a casa, ma la Cercatrice mi ferma un attimo < Viandante, se vuoi che vinciamo questa guerra devi aiutarci! > dice. Annuisco e non so dove trovo la forza di farlo, ma lo faccio; prendo un foglio e disegno Tobias, Tris continua a maledirmi e lanciarmi una serie di insulti che neanche conosco. Il mio ritratto è perfetto, sembra quasi una foto, la Cercatrice non riusciva a ricordare il suo aspetto, è per questo che l'ho disegnato.
< Può essere utilie? > chiedo passandolo alla Cercatrice
< Finalmente! Brava Viandante! Credevo che non mi avresti più aiutata > dice con un sorriso che parte da un orecchio e arriva all'altro, soddisfatta.
< Come hai potuto!? > dice Beatrice dentro la mia testa. Io abbasso lo sguardo e le sussurro di nascosto con un tremito della voce < È la mia specie! Non puoi costringermi a tradirla >

Mentre sono in macchina con Piro, lui fa una cosa che non mi sarei mai aspettata, soprattutto perché non dovrebbe provare questo genere di sentimento troppo umano. Lo vedo arrossire lievemente e poi parlare in modo nervoso mordendosi le labbra, se non lo sapessi non direi mai che sia un'anima come me.
< Senti...non preoccuparti per quello che ti sta succedendo, a molte anime è successo, eppure sono riuscite a vincere, ci riuscirai anche tu, ne sono sicuro > dice imbarazzato, cercando di consolarmi con un tono dolce >
< Grazie > mormoro distrattamente voltandomi a guardare fuori dal finestrino dell'auto con la strada che scorre velocemente davanti ai miei occhi.
< Su oggi è andata molto meglio, hai aiutato molto con quel disegno > dice poi sorridendomi, ma io non lo ascolto. Ferma la macchina, siamo arrivati, faccio per scendere ma lui mi blocca all'improvviso
< Viandante, io non so come dirtelo, perché so che non dovrei provare nulla teoricamente, ma... ecco, volevo farti sapere che se hai bisogno io ci sono, perché io credo di provare qualcosa per te > lo dice precipitosamente, come se fermarsi o rinviare gli impedisse di fare quella conversazione per sempre. Lo guardo stupefatta, bloccandomi immediatamente
< Piro, io... > mormoro, ma lui mi interrompe
< Non importa, dimentica quello che ho detto > dice
< Non è quello è che... è un periodo tremendo per me e... > mi interrompe nuovamente, questa volta prendendomi il viso tra le mani e premendo le sue labbra sulle mie, è un bacio dolce e bello per lui, ma non per me, le sensazioni che ho provato quando ho sentito nel sogno Tobias che mi baciava erano molto più forti di queste, in questo momento provo solo imbarazzo. Un po' rigidamente mi stacco e dico < Piro, mi dispiace, ma non è il momento, e ...io non provo gli stessi sentimenti > non gli do il tempo neanche di rispondere che apro lo sportello e corro per entrare in casa.
Una volta a casa aspetto che Piro se ne vada ed esco dal retro per fare una passeggiata, ma non voglio che qualcuno mi segua, in questo momento ho un bisogno assoluto di rimanere sola. Cammino a passo spedito a causa della rabbia, della frustrazione e del nervoso che provo. Raggiungo un parco lì vicino e mi siedo in un prato con il vento che mi scompiglia i capelli, è una sensazione piacevole e mi sta rilassando, mi serviva proprio. Tris è arrabbiata, non vuole parlarmi e se lo fa continua ad insultarmi, tanto meglio, non ho voglia di stare a sentire le sue lamentele, anche se so che ha ragione, forse proprio per questo.
Sento dei passi dietro di me.
< Ciao Viadante! > dice gioviale una voce
< To' guarda chi è arrivata! > dice Beatrice con una punta di disprezzo, mialzo,
< Cercatrice! Che ci fa qui? > chiedo
< Passavo di qui e ti ho vista > dice con non curanza facendo le spallucce e sorridendomi
< Si certo! Come no! Ti sta mentendo! Ti avrà sicuramente seguita! > dice Tris sarcastica. Io scuoto la testa < Torna a stare zitta per favore > mormoro, devo farmi forza, è questa la mia gente, non gli umani. E poi c'è anche il pensiero di Piro che mi ronza nella testa, se Tris non amasse così tanto Tobias, io non proverei quel sentimento e non avrei ferito i sentimenti di Piro.
< Sai, sono passata per darti una buona notizia, comunque, hai scoperto dove si nascondono i ribelli? > mi domanda la Cercatrice. All'improvviso mi viene un'immagine alla mente, il posto più probabile dove possano essersi nascosti secondo Tris, l'ex quartier generale degli intrepidi. In realtà l'ho scoperto da tempo, più volte ho avuto questa visione e una volta l'ho pure disegnata, ma poi le insistenze di Beatrice mi hanno convinta a desistere e a strappare il foglio che ho subito buttato in un cestino di casa mia.
< Ti prego Viandante, io so che c'è del buono in te, ora capisco perché hai fatto quel disegno oggi, so che sei confusa, ma ti prego ho bisogno di te, se non ce la fai a dire no, non dire niente > mi supplica Tris, adesso si è calmata, o forse in questo momento le conviene essere lucida. Non so per quale motivo, ma accetto di aiutare Tris e faccio un mezzo sorriso alla Cercatrice, poi comincio a camminare e mi allontano. La Cercatrice mi insegue
< Viandante, provi pietà per questi mostri per caso? Come puoi? > chiede
< Per gli umani dici? Be' tu no è evidente > rispondo e lei scuote la testa più che convinta
< Sono solo un branco di assassini, si uccidevano tra loro capisci!? Non hai idea di tutto ciò che hanno fatto > dice quasi con gli occhi lucidi, ha ragione, ma c'è molto di più in loro e non sono tutti così crudeli.
< Comunque, vuoi sapere la buona notizia? > domanda sorridendo, io annuisco stancamente
< La tua identificazione di Tobias Eaton è stata molto di aiuto! Dopo solo poche ore abbiamo già delle segnalazioni e.. > si interrompe eccitata < Forse tra non molto lo prenderemo! > sento il mio cuore comincia a spezzarsi e lo sento che si incrina.
< No! > urlo, ma non sono io, la voce è la mia, ma è stata Beatrice ad urlare. Ha ripreso possesso del suo corpo, ed ora si sta avventando sulla Cercatrice tentando di ucciderla, riesco a malapena a contrastarla e finalmente mi reimpossesso del corpo prima di uccidere seriamente la Cercatrice che approfittando della situazione mi spruzza una strana sostanza negli occhi, che mi fa venire voglia di dormire. Guardo le mie mani terrorizzata e inorridita da quello che il mio corpo stava per fare, poi tutto diventa nero.

Mi trovo in una stanza sconosciuta quando mi sveglio. Non so dove mi trovi, la testa mi gira. Una figura è in piedi accanto a me, e sbuffo immediatamente non appena mi rendo conto di chi è.
< Ben svegliata Viandante > dice la Cercatrice con la sua voce fastidiosa. Io neanche la guardo, poi mi ricordo di cosa stavo per farle e la mia espressione cambia, mi siedo sul letto guardandola con sguardo triste.
< Mi dispiace moltissimo per quello che ho fatto, io non so cosa mi sia preso > mormoro, la Cercatrice fa un gesto di non curanza
< Forse non è stata colpa tua, ma della tua ospite > dice una voce alle sue spalle, un'altro Cercatore, non l'ho mai visto prima, ma a quanto pare lui mi conosce. Mi mordo il labbro, perciò sanno cosa è successo davvero, ora Tris è nei guai e io non voglio, perché dopotutto... credo di volerle almeno un po' bene, o quantomeno non voglio che muoia o che le facciano del male. C'è anche Piro con loro, lo guardo ma lui sfugge dal mio sguardo, ma non penso sia perché l'ho rifiutato, sembra che non voglia dirmi qualcosa, qualcosa che forse mi avrebbe fatto molto male, ha gli occhi leggermente arrossati, forse ha pianto per me, resta in un angolo con le braccia conserte, lo sguardo puntato per terra mentre si morde le labbra.
< Dove mi trovo? > chiedo
< In un ospedale > risponde il Cercatore, sgrano gli occhi
< Perché sono qui? > domando con un tremito nella voce, non posso credere che succederà veramente, Beatrice non può capire, crede che siamo qui perché siamo svenute e vogliono curarci, ma non si va in uno ospedale se non per...non riesco neanche a dirlo. Solitamente se ci si ferisce si va in un centro di cura, l'ospedale è un posto ben diverso.
< Ti abbiamo chiesto troppo! La tua ospite è troppo resistente! > dice il Cercatore
< No, non vorrete mica... > esclamo spaventata, non possono farlo, non devono! Tris non capisce e non posso sopportarlo, Piro finalmente mi guarda e sulle sue labbra leggo la frase < Mi dispiace >
< Viandante, che significa? > adesso anche Beatrice comincia a preoccuparsi, ma io come faccio a risponderle, non riesco a dirglielo.
< Invece si, Viandante, ti estrarremo da questo corpo per impiantarti in un altro, so che per te è come una sconfitta, ma non devi prendertela, molti non ci riescono, adesso serve qualcun'altro a frugare nella sua mente > dice la Cercatrice cercando di consolarmi, o almeno finge di farlo.
< Che cosa!? E poi chi inseriranno in me! Lei per caso!? > dice Tris più arrabbiata che mai.
< E chi inseriranno? Lo avete già deciso? È lei Cercatrice? > domando titubante e vedo la Cercatrice sorridere
< Esattamente, il mio attuale corpo potrà aspettarmi > dice con aria compiaciuta.
< E che cosa farete a Bea... > no, non posso dire il suo nome, dimostrerebbe il mio "attaccamento" verso di lei < ... Prior? >
< Le daremo la morte, proprio come voleva, ma la uccideremo in un modo indolore, non come fanno i suoi simili > risponde la Cercatrice. Deglutisco, come ... la morte?
< Che cosa... > mormora Tris sconvolta. Mi sforzo di domandarlo, devo chiederlo
< Quando avverrà? > domando
< Domani > risponde lapidario il Cercatore. Chiudo gli occhi e mi sforzo di non piangere, perché domani? Perché domani? Perché deve succedere?

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) Era ora che aggiornassi eh!? ;) XD anche se forse data la brutta notizia avrei fatto meglio di no! XD
Tris: già dopo la Roth ti ci metti pure tu a cercare di uccidermi!? 3;(
Io: sorry! ^^" XD
Comunque spero vi sia piaciuto comunque e che lasciate una recensione! ;) Bacioni a tutti e al prossimo capitolo! :3

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 8: Fuga ***


(POV Viandante)
Sento freddo. Solo questo. Il freddo del metallo. Sono sdraiata su un tavolo in una sala operatoria, una luce accecante mi ipedisce di aprire gli occhi, meglio così, non voglio vedere nulla di questa stanza, non voglio vedere le pareti spoglie, bianche, fredde e l'ambiente pieno di mobiletti che contengono gli attrezzi che stanno per usare su di me e soprattutto non voglio vedere quella luce fredda e triste che ho puntata contro, no, non voglio vedere tutto questo, mi immagino la luce calda e arancione di un tramonto, questo vorrei vedere.
E Beatrice? Beatrice non dice nulla, resta in silenzio, in attesa, sa che quando tutto questo sarà finito, di lei non resterà più nulla, resterà solo il suo corpo, vuoto e freddo, la Cercatrice l'assimilera' e dopo aver scavato nei suoi ricordi, non rimarrà più nulla sul serio. È incredibile come sia calma, ha affrontato la morte così tante volte che ormai la saluta come una vecchia amica < Questa volta vincerai tu > sussurra con un misto di agitazione e paura, ma anche una calma innaturale. Non vuole morire, non adesso che ha appena riscoperto la vita, ma non è lei a decidere, perciò accetta la cosa in modo strabiliante.
< Mi dispiace > sussurro un attimo prima che ci addormentino
< Anche a me > mormora lei.
Poi pian piano perdiamo la sensibilità delle dita, delle mani, dei piedi, delle braccia, delle gambe, del busto. La vista si appanna, pian piano tutto si tinge di nero.
Io mi addormento, consapevole che mi risvegliero' dopo qualche ora, ma lei, lei si addormenta, consapevole che dormira' per sempre.

Mi sveglio di soprassalto tremando, il cuore mi batte talmente forte che temo possa rompere lo sterno e uscire. Era solo un sogno, solo un sogno, un orrendo e stupido incubo. Non è ancora domani, è ancora notte fonda, nessuno ucciderà Beatrice... per ora.
< È stato orribile! > mormoro sconvolta e continuo con un'ansia crescente, chi sa perché sento il bisogno di accertarmi che lei stia bene < Beatrice! Ci sei!? >
< Si, sono qui, sta tranquilla, sto bene > dice tristemente, io traggo un sospiro di sollievo
< Ma non ancora per molto > mormora
< Già... Hai paura? > chiedo con un filo di voce, ho bisogno di parlare con lei, di sapere che non è morta per sempre, devo parlare di qualsiasi cosa, anche di questo.
< Si, un po', ma credo sia normale > dice e io annuisco, sono d'accordo < E allora cos'è questo dolore così grande che provi? > chiedo incuriosita, non avevo mai provato un dolore simile, ed ora grazie a lei so cos'è un'emozione
< Come? Tu puoi sentire quello che provo? > domanda
< Si, con il corpo prendiamo anche i sentimenti > mormoro
< Pacchetto completo! > dice lei abbozzando una risata e facendo ridere anche me, ci voleva proprio.
< Comunque quella che provo si chiama preoccupazione, sono preoccupata perché se io morirò nessuno potrà proteggere i miei ricordi e se ci dovessero essere dei sopravvissuti... be' li ucciderebbero, lo sai > sussurra tristemente
< Sopravvissuti come...Christina, Caleb,... Tobias > mormoro e una piccola lacrima solitaria mi scende lungo il viso. Abbozzo un mezzo sorriso, è assurdo, fino a qualche mese fa non provavo nessuna emozione, non mi facevo problemi a compiere atti orribili rubando il corpo di tutti quegli esseri, perché credevo che fosse giusto, invece..., invece adesso amo e provo emozioni, mi preoccupo per il mio nemico, che non è più tale per me.
< Viandante! Possiamo andarcene se vuoi > esclama ad un tratto Beatrice
< Noi? >
< Si, esatto, noi, insieme! >
Annuisco < Ok > faccio un respiro profondo, non so perché lo stia facendo, ma non voglio pensarci o potrei cambiare idea.
< Cosa dobbiamo fare? > chiedo, è strano parlare al plurale, ma è ancora più strano che mi venga naturale
< Prima di tutto vestiti > dice, io arrossisco, mi rendo conto solo ora di essere in camicia da notte. Corro a vestirmi.
< Giusto! ... Poi? >
< Poi prepara uno zaino con qualche cambio e qualcosa da mangiare e da bere > dice lei e io eseguo sempre più confusa
< Adesso? > domando ad operazione finita
< Usciamo da questo inferno! > esclama felice e determinata, ora ha una speranza, vivrà.
< Da dove? La porta è controllata da Piro! > dico preoccupata
< Non importa, non usciremo da lì > confessa, non chiedo spiegazioni, non voglio sentire la sua probabilmente folle ipotesi.
Beatrice mi fa mettere una sedia contro la porta, perché non entri nessuno, ma devo impiegare diversi tentativi per posizionarla, rigirandola più volte e facendo impazzire Tris, insomma non sono esperta di queste cose!
Ad un certo punto Tris mi fa girare verso il terrazzo, comincio a preoccuparmi sul serio.
< No, un momento, sei impazzita! > chiedo sconvolta, la sento ridere nella mia testa
< Sono semplicemente intrepida > dichiara e io sospiro preoccupata. È Beatrice ad aprire il terrazzo, io non riuscirei mai a farlo, ho troppa paura. Come sempre mi sento strana quando Tris riprende per pochi istanti il possesso del suo corpo, sento perfettamente cosa significa essere messi in secondo piano nel proprio corpo e non osa immaginare quello che Tris sta passando.
Siamo sul bordo della ringhiera, mi sporgo in avanti e subito mi ritraggo
< È un salto di almeno 10 metri! > esclamo in preda al panico
< Tranquilla non voglio mica saltare, voglio scendere giù per quella pertica > Ci voltiamo verso il tubo inchiodato al muro, il mio cuore batte all'impazzata, non voglio farlo
< Beatrice, non posso! > mormoro mordendomi il labbro
< Non preoccuparti, lo faccio io > così dicendo prende il controllo del corpo e si arrampica sulla ringhiera, poi si aggreppa al tubo di metallo e comincia a scendere agilmente, ma lei non può prendere il controllo per tanto tempo e io sono troppo spaventata per restare rilassata. Io riprendo il possesso del corpo e non essendo brava quanto Tris cadiamo nel vuoto.
< Che fai!? > urla Tris e io la seguo urlando a squarciagola. L'aria ci investe con forza e io sono convinta che moriremo, invece un cespuglio attutisce la nostra caduta, ci siamo slogate solo una caviglia, abbiamo avuto una grande fortuna.
< Potevamo morire! > esclamo ansimando
< Be' non è successo > ribatte lei con non curanza < Ora andiamo. Piro ti avrà sentita urlare > dice seria.
Cominciamo a correre nonostante la caviglia dolorante, ma ignoriamo il dolore, dobbiamo essere veloci e allontanarci il più possibile da qui. Una guardia si avvicina preoccupata
< Viandante va tutto bene? > non fa in tempo a dire che Tris lo ha già steso al suolo.
< Mi dispiace > mormoro fuggendo
Continuiamo a correre, ma ci servirà un'auto e Beatrice lo sa, infatti è già pronta a procurarsene una, ma questo lo so fare anche io. Mi avvicino ad un anziano signore, un'anima come me, sta svuotando la macchina dalla spesa, mi dispiace chiederglielo, ma devo.
< Mi scusi, non vorrei chiederglielo, ma... mi potrebbe prestare la sua auto? > impiego tutto l'impegno possibile per apparire bisognosa e sofferente e forse ci sono riuscita, lasciando senza parole Tris che non si capacita di quello che sta succedendo. Il vecchio rimane un attimo confuso a fissarmi
< È un'emergenza, la prego > supplico. Lui continua a guardarmi, poi annuisce sorridendo
< Ok, d'accordo, un'emergenza è un'emergenza. > dice con dolcezza e mi affida la sua auto.
Dopo un po' che stiamo viaggiando Beatrice si decide a parlare
< Cosa...è...appena...successo!? > chiede sconvolta e io ridacchio
< È una cosa normale, non ci fidiamo gli uni degli altri, ci aiutiamo a vicenda > le spiego
< No, voi siete pazzi, è diverso > dice e entrambe scoppiamo a ridere. Siamo finalmente felici, è come se ci si fosse tolto un grosso peso dal petto, ora siamo lontane dal pericolo, ora siamo libere.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciauzzzz! Ciau a tutti! :) sono contentissima perché finalmente sono riuscita ad aggiornare! :) Mi dispiace tantissimo per il fatto che sono un bel po' a rilento, ma sono immersa di compiti e studio a causa della scuola, vi prometto che d'estate sarò molto più attiva! ;) Be' vi chiedo perdono per il probabile infarto dovuto all'incubo di Viandante, ci eravate cascati eh? 3;) XD Va buo', vi mando un bacio e ci vediamo nelle recensioni e al prossimo aggiornamento. :) :3 <3

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 9: Esclusi ***


(POV. Viandante)
< Ora basta! Dimmi dove cavolo siamo!? > urlo esasperata. Mi sento una pazza a parlare da sola. A volte mi chiedo se Beatrice non sia solo una voce nella mia testa. Be’ in un certo senso lo è, ma comunque…non penso mi stia inventando la sua esistenza…giusto?
< A non lo so. Sei tu che stai guidando > ribatte lei acida.
< E tu sei un pessimo navigatore! > sbuffo. Sono ore che siamo in viaggio e ancora non riesco a capire per quale arcano motivo la stia aiutando.
sentenzio
< Problemi tuoi > dice stizzita.
< Vuoi dire nostri > la correggo < Io non ho intenzione di morire di sete. E penso neanche tu. O avremmo fatto tutta questa strada per cosa? > dico e lei rimane zitta. L’ho lasciata senza parole. Non posso crederci. Continuo ad andare avanti anche se non ho la minima idea di dove stia andando. Tris ha deciso di tacere per tutto il viaggio. Meglio, molto meglio così. Avevo bisogno di un po’ di pace. Comincio a riflettere su tutta questa assurda situazione; ma cosa ho fatto? E perché? Anzi la domanda giusta sarebbe “per chi?” ma so già la risposta, per lei. Non avrei dovuto farlo. Ho tradito la mia razza per un nemico. Per salvare la vita di poche persone… che noi anime cerchiamo disperatamente. Ma io… io non volevo uccidere nessuno…ero stanca di uccidere, non volevo anzi non voglio più provare una sensazione simile, non ci avevo mai riflettuto, se non fosse stato per Beatrice non lo avrei mai fatto… forse era meglio non sapere…
Sento la macchina sbandare per poi frenare bruscamente, ma non sono io a guidare, è Tris. Vengo invasa dal terrore. Cosa sta succedendo!?
< Che diavolo ti è preso!? > grida lei agitata < Stavi quasi andando a sbattere! Perché ti sei distratta!? > allora Beatrice ci ha salvato la vita…
< Io…io non lo so! Stavo pensando… > mormoro ancora scossa.
< Be’ sta più attenta la prossima volta! Potevi…potevamo morire! > il suo tono è molto arrabbiato, quasi…apprensivo!? Rimango a bocca aperta… lei ha detto “potevi”, si è davvero preoccupata per me?
< Beatrice tu… hai avuto paura per me!? > dico incredula, felicemente incredula.
< Si e quindi!? Non farti strane idee > ribatte fingendo un tono sprezzante, che in realtà ha una punta di dolcezza. Sorrido.
Dopo un po’ la macchina si ferma da sola. < La batteria è a terra > sentenzia Tris e non possiamo fare altro che uscire e proseguire a piedi. Il problema “acqua” non è stato ancora risolto e cominciamo a patirne gli effetti. Mi sento sempre più debole e ho le labbra spaccate per il caldo. < Forza Viandante, possiamo farcela! > mi incoraggia Tris percependo la mia stanchezza. Mi guardo attorno, nulla, non c’è nulla, almeno lo sterrato è finito e attorno a me si estende un prato verde per kilometri, spunta qualche albero dal terreno, ma è tutto trascurato e all’abbandono, non possiamo farcela. < Come!? Anche se arrivassimo a trovare i tuoi amici… chi ha detto che siano ancora vivi e che vogliano aiutarci? Il posto che cerchi potrebbe essere vuoto e sono giorni che vaghiamo senza cibo o acqua… moriremo qui e per cosa!? Io mi sono fidata…tu ci hai portate alla morte > dico tutto d’un fiato presa dallo sconforto, mi accascio al suolo e scoppio a piangere.
< Io…mi dispiace molto Viandante, non volevo che succedesse tutto questo, io volevo solo tornare a casa. Dalle persone che amo… io credevo di essere morta, di non poter più essere felice, di non poter avere un futuro, un figlio, con il mio fidanzato… > si interrompe e riesco a percepire tutto il suo dolore < Ma quando mi sono risvegliata, non potevo crederci, ero così felice, credevo che avrei trovato Tobias accanto a me, ma ho trovato te. Perdonami se ti ho trascinata in tutto questo…io devo tornare da lui > quelle scuse mi fanno stare male “Credevo che avrei trovato Tobias, ma ho trovato te” egoisticamente chi sa cosa speravo, so che è tutta colpa mia, ma credevo che non mi odiasse così tanto.
< Ho capito > dico atona continuando a camminare, lei cerca di scusarsi, dice che non intendeva ferirmi, ma lo ha fatto e francamente sono così stanca che ho solo bisogno di silenzio.

Sono passate ore e dato che non eravamo in grado di camminare abbiamo deciso di dormire un po’, era ancora pomeriggio ma a causa dell’adrenalina ieri non eravamo riuscite a chiudere occhio. Mi sveglio che è già sera e il sole sta tramontando, i campi dei pacifici in cui abbiamo deciso di riposare si ricoprono di arancione e rosa, mentre le ombre della notte cominciano ad inghiottire questo magnifico paesaggio. Non credevo che la Terra potesse essere così spettacolare, le piante inghiottiscono quasi tutto, incolte e malate, eppure alla luce del tramonto sembrano così perfette, non ero mai stata in un pianeta simile, dove tutto può essere meraviglioso se lo guardi con occhi diversi.
Piano piano sento la stanchezza prendermi dolcemente e mi addormento. Quando mi risveglio è già notte fonda, ma finalmente mi sento bene, relativamente, dato che sto morendo di sete. Mi metto a sedere sentendo la testa pesante e sbatto le palpebre per abituarmi alla poca luce che vedo, aspetta… luce?
Il mio cuore perde un battito quando vedo delle torce muoversi attraverso la vegetazione, il loro bagliore mi illumina e sento delle voci < C’è qualcuno lì > grida una voce che non riesco ad identificare. Merda!
Mi alzo di scatto, non vedo nulla di ciò che mi circonda, è tutto così buio. Mi metto a correre senza sapere dove sono diretta. < Ferma! E se fossero degli umani? > Mi ammonisce Tris e io ribatto immediatamente < È per questo che sto scappando >
< Non capisco, possono aiutarci > dice cercando di convincermi. < Oppure ci sgozzeranno non appena avranno visto i nostri occhi > mi mordo un labbro con forza per il nervoso. Le voci sono fin troppo vicine, le grida aumentano sempre di più e il mio sconforto cresce ad ogni passo, soprattutto quando sento uno strano verso provenire da più in basso. Non capisco cosa sia fino a che non mi ritrovo una di quelle cose davanti; i ricordi di Beatrice mi suggeriscono la parola “cane”, non dovrei temerlo in teoria, gli umani lo usavano come animale da compagnia, ma questo ringhia come se stesse per saltarmi addosso, è furioso e non capisco cosa potrei aver fatto per farlo arrabbiare così. Tris sembra intuire i miei dubbi < Lo stanno usando per inseguirci. È normale > spiega
< Normale!? > chiedo contrariata. Come può essere normale? E come possono far fare quello che vogliono al cane. Che mondo assurdo. Dato che non ho idea di come comportarmi faccio ciò che mi dice l’istinto e continuo a correre cambiando direzione e meritandomi tutti i peggiori improperi di Tris dato che ora il cane è ancora più incentivato ad attaccarci.
< Lascia fare a me > dichiara la ragazza nella mia testa, improvvisamente lucida e calma. Le lascio il completo possesso del mio corpo, che in fondo è ancora suo anche se non voglio ammetterlo. Tris rallenta piano piano e si gira verso il cane, la paura in me però è troppo forte e riprendo possesso del corpo cercando di scappare nuovamente.
< Viandante, calma, i cani percepiscono la paura e questo li spinge ad attaccare. Respira e non guardarlo negli occhi > dice paziente, la sua reazione così calma mi stupisce e contribuisce a calmare anche me. Non capisco come possa restare calma in una situazione del genere. Piano piano però noto qualcosa di strano, il paesaggio sta cambiando, non sono più nei campi, ma in una sala mensa di una scuola, o così la classifica Beatrice. È circondata da specchi che riflettono la mia immagine nervosa e spaventata, non ho più i miei vestiti, ma sono completamente abbigliata di grigio, come gli abneganti, mi ricordo. Il cane è sempre lì di fronte a me e ringhia rabbiosamente abbaiando, ogni volta quel rumore mi attreversa da capo a piedi facendomi tremare le ossa. Io e Tris ci inginocchiamo e abbassiamo la testa, mi sto sottomettendo, sento i pensieri di Beatrice che si susseguono velocemente e mi dicono come devo comportarmi. L’animale sembra stranamente apprezzare questo gesto e sento la sua lingua umidiccia sulla guancia insieme al suo fiato caldo. Alzo lo sguardo, tutto è tornato come prima, sono nuovamente nei campi e il cane non mi fa più paura, anzi sembra quasi docile.
< Cos’era? > chiedo confusa ripensando a quello che ho appena visto.
< Un ricordo, del giorno del test attitudinale > spiega lei è dal suo tono capisco che se potesse sorriderebbe, sono ricordi lontani, di un passato che non le appartiene più.
Stiamo per andarcene cercando di non far innervosire ancora l’animale, quando sentiamo un fischio acuto che spinge il cane a cambiare atteggiamento. Ricomincia a ringhiare e dalla fitta vegetazione esce il suo padrone; un uomo alto e con spalle enormi con un atteggiamento minaccioso. Indietreggio spaventata.
L’uomo dà alcune pacche affettuose, per quanto possibile, al cane < Ma che bravo, hai fatto un ottimo lavoro. Vediamo cosa hai preso > lo vedo sorridere furbescamente e ad un tratto mi sento afferrare da dietro e qualcuno mi tira per i capelli fino ad illuminarmi gli occhi con la sua torcia. Grido istintivamente e non riesco a sentire i consigli di Beatrice su come liberarmi, dato che anche lei è piuttosto spaventata.
< È una di loro > dice una voce femminile, appartenente alla stessa persona che mi sta trattenendo e che finalmente abbassa la torcia. Le pesto un piede e mi dibatto, ma lei sembra rimanere impassibile.
< Lasciami! > grido.
< Non posso farlo. Purtroppo per te vali molte scorte di cibo > risponde la donna freddamente per poi assestarmi un forte colpo alla nuca. L’ultima cosa che vedo prima di perdere i sensi e cadere a terra è una fascia nera con disegnato al centro un cerchio bianco che la donna porta legata al braccio. La mia mente suggerisce un termine: “Esclusi”.

ANGOLO DELL'AUTRICE
Salve popolo di Efp ;) Dopo secoli di inattività ho finalmente aggiornato! Sono molto contenta, quest'anno non ho avuto un momento per dedicarmi a quello che amo fare, quindi tornare a scrivere mi rende davvero felice. :) Perciò spero davvero che questo capitolo vi piaccia e spero anche di poter aggiornare anche altre storie.
Bacioni :3 (E grazie infinite a chi mi sostiene sempre, Drachen ad esempio ; ) <3 ti voglio bene topina!)

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 10: In Viaggio ***


CAPITOLO 10: In Viaggio

(POV. Viandante)
< Ora basta! Dimmi dove cavolo siamo!? > urlo esasperata. Mi sento una pazza a parlare da sola. A volte mi chiedo se Beatrice non sia solo una voce nella mia testa. Be’ in un certo senso lo è, ma comunque…non penso mi stia inventando la sua esistenza…giusto?
< A non lo so. Sei tu che stai guidando > ribatte lei acida.
< E tu sei un pessimo navigatore! > sbuffo. Sono ore che siamo in viaggio e ancora non riesco a capire per quale arcano motivo la stia aiutando.
sentenzio
< Problemi tuoi > dice stizzita.
< Vuoi dire nostri > la correggo < Io non ho intenzione di morire di sete. E penso neanche tu. O avremmo fatto tutta questa strada per cosa? > dico e lei rimane zitta. L’ho lasciata senza parole. Non posso crederci. Continuo ad andare avanti anche se non ho la minima idea di dove stia andando. Tris ha deciso di tacere per tutto il viaggio. Meglio, molto meglio così. Avevo bisogno di un po’ di pace. Comincio a riflettere su tutta questa assurda situazione; ma cosa ho fatto? E perché? Anzi la domanda giusta sarebbe “per chi?” ma so già la risposta, per lei. Non avrei dovuto farlo. Ho tradito la mia razza per un nemico. Per salvare la vita di poche persone… che noi anime cerchiamo disperatamente. Ma io… io non volevo uccidere nessuno…ero stanca di uccidere, non volevo anzi non voglio più provare una sensazione simile, non ci avevo mai riflettuto, se non fosse stato per Beatrice non lo avrei mai fatto… forse era meglio non sapere…
Sento la macchina sbandare per poi frenare bruscamente, ma non sono io a guidare, è Tris. Vengo invasa dal terrore. Cosa sta succedendo!?
< Che diavolo ti è preso!? > grida lei agitata < Stavi quasi andando a sbattere! Perché ti sei distratta!? > allora Beatrice ci ha salvato la vita…
< Io…io non lo so! Stavo pensando… > mormoro ancora scossa.
< Be’ sta più attenta la prossima volta! Potevi…potevamo morire! > il suo tono è molto arrabbiato, quasi…apprensivo!? Rimango a bocca aperta… lei ha detto “potevi”, si è davvero preoccupata per me?
< Beatrice tu… hai avuto paura per me!? > dico incredula, felicemente incredula.
< Si e quindi!? Non farti strane idee > ribatte fingendo un tono sprezzante, che in realtà ha una punta di dolcezza. Sorrido.
Dopo un po’ la macchina si ferma da sola. < La batteria è a terra > sentenzia Tris e non possiamo fare altro che uscire e proseguire a piedi. Il problema “acqua” non è stato ancora risolto e cominciamo a patirne gli effetti. Mi sento sempre più debole e ho le labbra spaccate per il caldo. < Forza Viandante, possiamo farcela! > mi incoraggia Tris percependo la mia stanchezza. Mi guardo attorno, nulla, non c’è nulla, almeno lo sterrato è finito e attorno a me si estende un prato verde per kilometri, spunta qualche albero dal terreno, ma è tutto trascurato e all’abbandono, non possiamo farcela. < Come!? Anche se arrivassimo a trovare i tuoi amici… chi ha detto che siano ancora vivi e che vogliano aiutarci? Il posto che cerchi potrebbe essere vuoto e sono giorni che vaghiamo senza cibo o acqua… moriremo qui e per cosa!? Io mi sono fidata…tu ci hai portate alla morte > dico tutto d’un fiato presa dallo sconforto, mi accascio al suolo e scoppio a piangere.
< Io…mi dispiace molto Viandante, non volevo che succedesse tutto questo, io volevo solo tornare a casa. Dalle persone che amo… io credevo di essere morta, di non poter più essere felice, di non poter avere un futuro, un figlio, con il mio fidanzato… > si interrompe e riesco a percepire tutto il suo dolore < Ma quando mi sono risvegliata, non potevo crederci, ero così felice, credevo che avrei trovato Tobias accanto a me, ma ho trovato te. Perdonami se ti ho trascinata in tutto questo…io devo tornare da lui > quelle scuse mi fanno stare male “Credevo che avrei trovato Tobias, ma ho trovato te” egoisticamente chi sa cosa speravo, so che è tutta colpa mia, ma credevo che non mi odiasse così tanto.
< Ho capito > dico atona continuando a camminare, lei cerca di scusarsi, dice che non intendeva ferirmi, ma lo ha fatto e francamente sono così stanca che ho solo bisogno di silenzio.

Sono passate ore e dato che non eravamo in grado di camminare abbiamo deciso di dormire un po’, era ancora pomeriggio ma a causa dell’adrenalina ieri non eravamo riuscite a chiudere occhio. Mi sveglio che è già sera e il sole sta tramontando, i campi dei pacifici in cui abbiamo deciso di riposare si ricoprono di arancione e rosa, mentre le ombre della notte cominciano ad inghiottire questo magnifico paesaggio. Non credevo che la Terra potesse essere così spettacolare, le piante inghiottiscono quasi tutto, incolte e malate, eppure alla luce del tramonto sembrano così perfette, non ero mai stata in un pianeta simile, dove tutto può essere meraviglioso se lo guardi con occhi diversi.
Piano piano sento la stanchezza prendermi dolcemente e mi addormento. Quando mi risveglio è già notte fonda, ma finalmente mi sento bene, relativamente, dato che sto morendo di sete. Mi metto a sedere sentendo la testa pesante e sbatto le palpebre per abituarmi alla poca luce che vedo, aspetta… luce?
Il mio cuore perde un battito quando vedo delle torce muoversi attraverso la vegetazione, il loro bagliore mi illumina e sento delle voci < C’è qualcuno lì > grida una voce che non riesco ad identificare. Merda!
Mi alzo di scatto, non vedo nulla di ciò che mi circonda, è tutto così buio. Mi metto a correre senza sapere dove sono diretta. < Ferma! E se fossero degli umani? > Mi ammonisce Tris e io ribatto immediatamente < È per questo che sto scappando >
< Non capisco, possono aiutarci > dice cercando di convincermi. < Oppure ci sgozzeranno non appena avranno visto i nostri occhi > mi mordo un labbro con forza per il nervoso. Le voci sono fin troppo vicine, le grida aumentano sempre di più e il mio sconforto cresce ad ogni passo, soprattutto quando sento uno strano verso provenire da più in basso. Non capisco cosa sia fino a che non mi ritrovo una di quelle cose davanti; i ricordi di Beatrice mi suggeriscono la parola “cane”, non dovrei temerlo in teoria, gli umani lo usavano come animale da compagnia, ma questo ringhia come se stesse per saltarmi addosso, è furioso e non capisco cosa potrei aver fatto per farlo arrabbiare così. Tris sembra intuire i miei dubbi < Lo stanno usando per inseguirci. È normale > spiega
< Normale!? > chiedo contrariata. Come può essere normale? E come possono far fare quello che vogliono al cane. Che mondo assurdo. Dato che non ho idea di come comportarmi faccio ciò che mi dice l’istinto e continuo a correre cambiando direzione e meritandomi tutti i peggiori improperi di Tris dato che ora il cane è ancora più incentivato ad attaccarci.
< Lascia fare a me > dichiara la ragazza nella mia testa, improvvisamente lucida e calma. Le lascio il completo possesso del mio corpo, che in fondo è ancora suo anche se non voglio ammetterlo. Tris rallenta piano piano e si gira verso il cane, la paura in me però è troppo forte e riprendo possesso del corpo cercando di scappare nuovamente.
< Viandante, calma, i cani percepiscono la paura e questo li spinge ad attaccare. Respira e non guardarlo negli occhi > dice paziente, la sua reazione così calma mi stupisce e contribuisce a calmare anche me. Non capisco come possa restare calma in una situazione del genere. Piano piano però noto qualcosa di strano, il paesaggio sta cambiando, non sono più nei campi, ma in una sala mensa di una scuola, o così la classifica Beatrice. È circondata da specchi che riflettono la mia immagine nervosa e spaventata, non ho più i miei vestiti, ma sono completamente abbigliata di grigio, come gli abneganti, mi ricordo. Il cane è sempre lì di fronte a me e ringhia rabbiosamente abbaiando, ogni volta quel rumore mi attreversa da capo a piedi facendomi tremare le ossa. Io e Tris ci inginocchiamo e abbassiamo la testa, mi sto sottomettendo, sento i pensieri di Beatrice che si susseguono velocemente e mi dicono come devo comportarmi. L’animale sembra stranamente apprezzare questo gesto e sento la sua lingua umidiccia sulla guancia insieme al suo fiato caldo. Alzo lo sguardo, tutto è tornato come prima, sono nuovamente nei campi e il cane non mi fa più paura, anzi sembra quasi docile.
< Cos’era? > chiedo confusa ripensando a quello che ho appena visto.
< Un ricordo, del giorno del test attitudinale > spiega lei è dal suo tono capisco che se potesse sorriderebbe, sono ricordi lontani, di un passato che non le appartiene più.
Stiamo per andarcene cercando di non far innervosire ancora l’animale, quando sentiamo un fischio acuto che spinge il cane a cambiare atteggiamento. Ricomincia a ringhiare e dalla fitta vegetazione esce il suo padrone; un uomo alto e con spalle enormi con un atteggiamento minaccioso. Indietreggio spaventata.
L’uomo dà alcune pacche affettuose, per quanto possibile, al cane < Ma che bravo, hai fatto un ottimo lavoro. Vediamo cosa hai preso > lo vedo sorridere furbescamente e ad un tratto mi sento afferrare da dietro e qualcuno mi tira per i capelli fino ad illuminarmi gli occhi con la sua torcia. Grido istintivamente e non riesco a sentire i consigli di Beatrice su come liberarmi, dato che anche lei è piuttosto spaventata.
< È una di loro > dice una voce femminile, appartenente alla stessa persona che mi sta trattenendo e che finalmente abbassa la torcia. Le pesto un piede e mi dibatto, ma lei sembra rimanere impassibile.
< Lasciami! > grido.
< Non posso farlo. Purtroppo per te vali molte scorte di cibo > risponde la donna freddamente per poi assestarmi un forte colpo alla nuca. L’ultima cosa che vedo prima di perdere i sensi e cadere a terra è una fascia nera con disegnato al centro un cerchio bianco che la donna porta legata al braccio. La mia mente suggerisce un termine: “Esclusi”.

ANGOLO DELL’AUTRICE:
Ciao a tutti! : ) Sono molto contenta, in un giorno ho aggiornato due storie (l’altra è frozen heart), ma non abituati troppo XD Eh bom, vi adoro, bacioni :3

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