La città delle grandi opportunità

di violet_harmon
(/viewuser.php?uid=627812)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo ***
Capitolo 2: *** consigli ***
Capitolo 3: *** segni ritrovati ***
Capitolo 4: *** non tutto si può cambiare in un attimo ***
Capitolo 5: *** misere parole ***
Capitolo 6: *** una nullità ***
Capitolo 7: *** 28 volte ***
Capitolo 8: *** non piangere sul latte versato ***
Capitolo 9: *** una vera famiglia ***
Capitolo 10: *** " Ci vediamo tra un mese, sfigato. " ***
Capitolo 11: *** borsa di studio ***
Capitolo 12: *** non un amore normale ***
Capitolo 13: *** la città che non dorme mai, neanche per l'amore ***
Capitolo 14: *** questa è davvero la fine ***



Capitolo 1
*** Arrivo ***


Sid

Rimasi al ritiro bagagli per un’ora,poi finalmente vidi il mio borsone che si avvicinava, senza esitare lo afferrai e uscì il più velocemente possibile dall’aeroporto, dovevo trovare Cassie e dovevo farlo adesso.
Fuori, per la strada faceva più freddo che Inghilterra e io non ero mai stato in un posto dove facesse più freddo che in Inghilterra; presi il primo taxi che vidi e mi feci portare a Times Square, era l’unico luogo di New York che conoscevo.
Pagai il tassista e mi ritrovai davanti un mondo, un mondo fatto di persone e luoghi completamente sconosciuti per me e ne ero terrorizzato.
Tirai fuori dalla  giacca una foto di Cassie, l’unica che mi era rimasta; la fissai per un po’, poi me la portai vicino le labbra e la baciai, cercando di ricordare la sensazione delle sue labbra contro le mie, del suo respiro sul mio viso, di lei su di me e di noi due insieme, ma tutto quello che riuscì ad ottenere furono immagini confuse e senza nessun nesso l’una con l’altra.
Rimasi  con la foto in mano per almeno altri dieci minuti poi sentì la voce di Tony dentro la mia testa, “ ehi coglione che cosa vorresti fare adesso? Vuoi rimanere qui fermo per qualche altra ora? Vuoi fartela scappare anche  questa volta, puoi tornare qui come il perdente che sei oppure vuoi sfruttare per una volta l’occasione che ti è stata data?” quelle parole mi fecero rinsavire, ero motivato, doveo travarla e dovevo farla innamorare di me un'altra volta  e tutto sarebbe andato per il meglio .
Strinsi la foto ancora più forte e inziai a mostrarla alla gente che passava, nessuno mi degnava di uno sgaurdo, molti tiravano avanti senza neanche ascoltarmi, altri mi davano qualche spiccio e poi acceleravano il passo, mi sentivo un perdente, ad ogni persona che mi passava davanti senza neanche guardare la foto che avevo in mano e che tentavo di mostrare sentivo che la stavo perdendo, sentivo che lei si stava allontanando da me sempre di più .
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** consigli ***


Dopo due ore passate a fermare persone totalmente disinteressate a me e a quello che chiedevo, chiesi informazioni per la tavola calda più vicina. L’insegna non era un granché ma il posto sembrava accogliente, cercai un tavolo vuoto e mi abbandonai totalmente sulla sedia, ero stremato. Ordinai qualcosa da mangiare, e mentre consumavo il mio hamburger mi accorsi che sul tavolo c’erano delle bustine di zucchero, le aprì e con i granelli che uscivano disegnai uno smile sul piano appiccicaticcio del tavolo. Mi resi conto che quello che stavo facendo era stupido, poi però pensai che se cassie era da qualche parte in questo bordello di luci, rumori, persone e palazzi io dovevo trovarla e avrei dovuto anche lasciare qualche segno di me, così magari con l’aiuto del destino lei sarebbe arrivata in questa tavolo calda e avrebbe visto lo smile e si sarebbe ricordata dello stupido ragazzo pazzo di lei che aveva lasciato oltreoceano. Mi alzai dopo aver finito il piatto con tutta la stanchezza e la delusione addosso, fortunatamente la signora che stava al bancone fu così premurosa da indicarmi un luogo dove poter alloggiare a poco prezzo. La notte non passava mai,ero spaventato a morte anche se odiavo ammetterlo, non avevo nessuno su cui contare, nessuno a cui chiedere consiglio e soprattutto non avevo l’unica persona che avrebbe potuto farmi sentire meglio; decisi di chiamare Tony, tanto per sentire una voce amica. non risposi subito < succede che sta andando tutto male Tony, non riesco a trovarla, lei adesso potrebbe essere dovunque con chiunque e io mi sento impotente> . Quando tony attaccò mi sentì perso come prima ma almeno adesso sapevo che cosa dovevo fare. Verso le cinque del mattino mi decisi a prendere il telefono e a ricomporre quel numero che non ero riuscito a dimenticare, aspettai che partisse la segreteria, poi presi coraggio e parlai ripresi fiato e mi buttai sul letto, adesso avrei solo dovuto aspettare e questa era la parte peggiore.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** segni ritrovati ***


Cassie

New York non mi faceva impazzire, era piena di cibo, cibo ovunque e la tentazione era sempre dietro l’angolo, ma avevo trovato un metodo infallibile per levarmi dalla testa le immagini di un cheeseburger e dal naso l’odore pesante di patatine fritte, Chris.
Esatto, ogni volta che avevo fame pensavo a quella sera, era come stare in un girone dell’inferno, avevo avuto  quell’immagine fissa nella mia testa per mesi , ma adesso sapevo come utilizzarla a mio favore.
Da quando il mio coinquilino se ne era andato, avevo trovato un lavoro in una tavola calda ed era gratificante preparare del cibo e darlo ad altre persone.
Quella mattina decisi di iniziare il turno un po’ più presto, non riuscivo a prendere sonno e non avevo nessun’altro posto dove andare se non a lavoro.
< Cassie che cosa ci fai qui a quest’ora? >  < mi scusi Mrs. Moore, ma non sapevo che cosa fare >  < cassie, ragazza mia , io ti ho spostato il turno più tardi appunto per darti il tempo di uscire la sera, di incontrare qualcuno e di rifarti una vita  >  <  lo so, ci sto provando, ieri ho incontrato un certo Jerry qui di fronte, è stato molto carino con me, mi ha raccontato tutta la sua storia e poi è svenuto. >  < cassie, Jerry è il senza-tetto che alloggia qui davanti da più di quindici anni, lui non vale come nuovo amico. Io vorrei che tu ti trovassi qualcuno della tua età, magari un ragazzo >  <  no, non ancora. >  con la coda dell’occhio vidi che Mrs.  Moore sbuffava e rivolgeva gli occhi al cielo, come se il suo dio potesse aiutarmi ad andare avanti, ma io ero bloccata, e non sarebbe stato facile risalire.
Mentre pulivo i tavoli,  prima dell’apertura della tavola calda,  mi imbattei in qualcosa di alquanto curioso, qualcuno aveva disegnato uno smile  sul tavolo con le bustine dello zucchero, lo guardai più attentamente ed ebbi un dejà vu , mi ricordai di quella volta che andai ad incornare Sid in quel pub e lui stava facendo la stessa cosa.
Probabilmente Mrs. Moore si accorse che mi ero incantata davanti a quel tavolo e venne di fianco a me cercando di capire che cosa stessi ammirando, <  tutto bene tesoro? >  < in realtà no >  < che cosa ti preoccupa? >  < wow, pensavo di essere scappata invece lui, wow, lui è tornato qui >  < lui chi? >  < il mio ragazzo >  < perfetto direi, da adesso non rimarrai più sola >  < wow hai ragione, solo che non ho idea di come trovarlo? >  <  posso aiutarti in qualche modo? >  < oh beh si, potresti dirmi che era seduto ieri a questo tavolo ? >  < per ultimo è arrivato un ragazzo, aveva gli occhiali e un cappello ridicolo tirato così giù che gli copriva tutta la fronte, era stravolto, ha ordinato un hamburger e ha disegnato questo coso , poi se ne è andato  e io gli ho indicato un posto dove dormire >  < wow, si sta ripetendo tutto da capo, non posso crederci >  < cassie mi sembri scioccata, posso sapere che cosa sta succedendo? >  < non ti preoccupare Mrs. Moore, va tutto bene, mi serve solo sapere dove lo hai mandato a dormire  >  lei si portò una mando sulla fronte sforzandosi di ricordare l’indirizzo,  < se la memoria non mi inganna, mi pare di avergli detto di andare a tre isolati da qui , al motel California, è una vera topaia, ma i proprietari sono miei amici e lo avrebbero trattato bene >  buttai le braccia al collo di Mrs.  Moore e le diedi un bacio sulla guancia paffuta   < grazie, grazie infinite !  >  mi diressi alla porta e una volta fuori iniziai a correre verso l’indirizzo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** non tutto si può cambiare in un attimo ***


Mentre correvo sentivo che il fiato mi mancava e che i miei polmoni si riempievano di quell’arai pungente che pervadeva le strade, la stessa aria che mi pizzicava le guancie e che mi faceva lacrimare gli occhi; ma sapevo che non potevo fermarmi, sentivo che non avrei più avuto occasione di rivederlo, o forse ce l’avevo ma ero troppo spaventata di  aspettare,  dovevo rivederlo e subito.
Correndo, con la coda dell’occhio riuscivo a vedere che le luci dei palazzi e dei lampioni sfrecciavano insieme a me ed era come se stessimo facendo a gara per chi fosse arrivato primo.
Arrivai  davanti alla porta del motel, mi feci dare il numero della stanza dicendo che mi aveva mandato Mrs. Moore, non fecero domane e mi diedero la chiave.
Rimasi ferma, davanti la sua porta a fissare il numero “ 67” che era incollato sul legno, e pensai che adesso non era un oceano a separaci ma solo una porta, eppure quella porta sembrava   molto più forte dell’oceano stesso.
Mi sedetti a terra, ripresi fiato e pensai che forse quello che stavo facendo era sbagliato,  lui si doveva costruire una nuova vita,  non era sano quello che aveva fatto,  aveva comprato un biglietto solo per me, no,  non andava affatto bene.
Stavo per andarmene quando arrivò la signora delle pulizie e mi guardò,  prima con aria interrogativa poi con compassione ,  <  hai bisogno di qualcosa ? >   < vorrei sapere come sta il ragazzo che dorme qui dentro >  < non ne ho idea,  ma se vuoi posso entrare a controllare >  le feci segno di si con la testa, la signora aprì con delicatezza la porta e sbirciò dentro, poi si voltò ancora verso di me,  < sta dormendo > chiusi gli occhi come per scacciare la tentazione che avevo di entrare e risposi, cercando di non far cadere le lacrime < bene >  < eri venuta per una visita? >  < no, ero venuta per un addio > .
Tornai alla reception e restituì la chiave,  < mi scusi signore non avrebbe un pezzo di carta e una penna da prestarmi? >  ;  presi il pezzo di carta ed iniziai a pensare a tutto quello che avrei voluto dirgli,  avrei potuto iniziare con un “ ciao Sid”, oppure con un “ Sid ti amo ma non può funzionare”, ma l’unica cosa che mi venne da scrivere in quel momento furono solo due insulse parole e la mia firma.
Dissi al signore della reception di consegnare questo al ragazzo della camera 67 e me ne andai, senza voltarmi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** misere parole ***


Sid
 Qualcuno iniziò a bussare ininterrottamente alla porta,  < arrivo arrivo !  >  gridai con la poca voce che avevo appena mi svegliavo;  presi un maglietta e un paio di boxer, me li infilai e andai ad aprire la porta, < buongiorno, posso entrare per le pulizie ? >  < oh, si certo entri pure, io stavo uscendo > , la signora delle pulizie era una donna sulla sessantina e aveva un’aria materna, e sul suo volto aleggiava una strana espressione come se mi dovesse dire qualcosa ma con aria titubante, allora decisi di prendere la parola per primo,  < salve io mi chiamo Sid > le dissi porgendole la mano < è un piacere sapere il suo nome >  < oh, la prego non mi dia del lei, ho solo 18 anni >  < e una ragazza bellissima > , mi voltai di scatto, avevo sentito che la signora aveva farfugliato qualcosa ma non ero sicuro di quello che avevo sentito, < che cosa ha detto ? >  < ho detto che tu giovanotto  – disse mentre mi puntava il petto con il suo dito grassoccio odorante di varichina  –  oltre ad avere 18 anni, hai anche  una ragazza bellissima e molto premurosa >  ad ogni parola ci capivo sempre di meno,  < come fa lei a sapere chi è a mia ragazza ? >  < non lo so per certo,  penso di averlo intuito dalla ragazza che era seduto qui fuori questa mattina >  a quelle parole mi alzai di scatto e mi precipitai alla porta,  <  non ti allarmare giovanotto , se ne è andata >.
 Ed era vero, davanti alla mia porta non c’era Cassie, ma solo una vecchia ringhiera arrugginita,  < com’era fatta la ragazza che ha visto questa mattina ? >  lei smise di piegare le lenzuola,  si concentrò per un istante e poi disse  <  era bionda, con i denti davanti leggermente sporgenti, aveva la pelle del colore della porcellana ,  magra con un fuscello ed era triste,  molto triste > , abbassai gli occhi disperato ed iniziai a maledire il momento in cui m ero addormentato la sera prima,  quella ragazza era Cassie e su questo non c’erano più dubbi ormai,  però non riuscivo a capire come avesse fatto a trovarmi ,  < la ringrazio tantissimo >  < non c’è di che,  però ascolta  – mi ero già rivestito ed ero pronto sulla soglia della porta,  ma mi girai per prestarle attenzione , dopotutto era il minimo che potessi fare  –  io non so qual è la vostra storia,  non so perché il destino abbia portato due ragazzi cosi giovani a rincorrersi così,  però una cosa la so, so che negli occhi neri di quella ragazza c’era qualcosa,  qualcosa che la turbava profondamente, e mi ha detto che era venuta qui per un addio, quindi chiediti se la cosa che la sta tormentando non sia tu > , non sapevo esattamente che cosa rispondere, mi limitai ad alzare il braccio in segno di saluto e andai a riconsegnare le chiavi della stanza.
*DIN ! DIN ! DIN ! DIN ! * al quinto “din” di quel fastidioso campanello,  posto sulla scrivania della reception,  finalmente un uomo  mingherlino e con i baffoni arrivò,  < la ringrazio molto per la stanza >  lui mi sorrise  <  non c’è di che,  gli amici di Mrs. Moore sono anche amici miei > , ricambiai il sorriso ed ero pronto ad andarmene quando , l’uomo richiamò la mia attenzione, < ah signor Sidney ! Mi scusi, ho un biglietto per lei >  tornai al bancone e guardai il biglietto ingiallito che era stato poggiato sul tavolo, < l’ha lasciato questa mattina una ragazza molto graziosa >  non potevo credere ai miei occhi, afferrai il biglietto in fretta e furia, ringrazia velocemente il signore e mi precipitai fuori dal motel.
 Ero elettrizzato perché sapevo che Cassie non se ne sarebbe mai andata senza lasciarmi neanche un indirizzo o qualcosa per rintracciarla.
Lo aprì delicatamente trattenendo il respiro, sentivo che in questo momento eravamo  più vicini che mai,  sentivo che ormai era fatta, che avrei potuto riabbracciarla al più presto e …
 “ NON CERCARMI – Cassie.”
Tutto qui, due misere parole.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** una nullità ***


Sid


Gli occhi erano pieni di lacrime, il cuore era rotto in mille pezzi e io mi sentivo una merda, una vera nullità,  un qualcosa che va preso ed eliminato, un niente.
Restai seduto in quel vicolo maleodorante per ore ed iniziai a pensare che forse quella sarebbe potuta diventare la mia casa,  forse era quello il mio posto,  forse il mio futuro era questo, magari mentre le persone che “ ce l’avevano fatta “ si accingevano a darmi degli spicci e avrei potuto raccontargli la mia storia e tutti mi avrebbero compatito e sarei morto così, come il povero Sid, idiota e compatito da tutti.
<  fanculo ! > urlai con tutto il fiato che avevo in corpo,  <  fanculo ! Fanculo tutti ! fanculo quella puttanella di Michelle  e  quel coglione di Tony che adesso si starà facendo due risate,  pensando a quell’idiota del suo amico che è rimasto inculato dalla vita.  
Fanculo a Jal e al suo paparino impaccato di soldi,  che non le farà mancare nulla nella vita e lei qualche dramma può permetterselo.
Fanculo ad Anwar e a Maxxie che se ne sono andati, come due stronzi, e sono andati ad inseguire i loro fottuti sogni del cazzo.
 Fanculo a Chris che se ne è andato e ci ha lasciati in mezzo alla merda più totale ,che se ne è andato senza pensare che ci avrebbe lasciati e che ci avrebbe fatto male.  Fanculo Cassi…>.
 Non riuscì a finire la frase che mi rimisi  a piangere,  mi odiavo per questo, mi odiavo per essere così debole.
Passò altro tempo, ma ormai del tempo non mi preoccupavo più.
Mi alzai controvoglia quando mi accorsi che la temperatura era calata e le dita delle mani stavano iniziando ad atrofizzarsi.
Camminai per qualche isolato e riuscì a ritrovare la tavola calda del giorno prima,  mi sedetti al bancone e mi presi una bella sbronza poi appoggiai la testa sul piano appiccicaticcio del tavolo e mi addormentai.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 28 volte ***


Cassie




Ero rimasta a casa tutto il pomeriggio e fino adora ero stata tentata solo 28 volte di tornare da Sid, tra queste 28, 17 volte ero arrivata davanti al portone pronta a correre verso il motel, ma fortunatamente ero sempre riuscita a fermarmi, non dovevo farmi assalire dalle emozioni, ormai la Cassie troppo romantica e stupida era morta e aveva dato spazio alla nuova me che doveva essere più matura e che doveva imparare ad uscire dalla vita degli altri.
 Mi alzai dal letto, mi vestì ed andai alla tavola calda per il turno di notte.
Mentre percorrevo la strada da casa mia a lavoro mi accorsi che le luci quella sera non correvano con me, anzi, stavano facendo quella marcia forzata al mio fianco e tutto questo mi rendeva più triste.
< ehi piccola >  Mrs. Moore ormai mi trattava come una figlia e a me piaceva,  perché avevo bisogno di una mamma vera qui , <  mi dica > , lei mi si avvicinò come se non si volesse far sentire da tutto il locale,  < c’è quel ragazzo lì sul bancone, sta sdraiato la due ore ormai,  io devo andare un attimo a casa, te ne puoi occupare tu ? >  guardai oltre la sua spalla per vedere quel fantomatico ragazzo addormentato .
Andai sul retro e mi misi il grembiule , poi mi avvicinai al ragazzo ed iniziai a muoverlo scuotendogli la spalla,  < ehi, ehi signore si svegli  >  non c’era verso di farlo alzare.
Tornai sul retro e riempì un bicchiere d’acqua, mi avvicinai a quel tizio e gli versai un goccetto d’acqua sulla guancia, li scatto subito seduto .

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** non piangere sul latte versato ***


Sid




Ero andato in coma ormai e i sogni aveva preso il sopravvento, stavo sognando di picchiare Tony e di scoparmi Michelle , cose poco romantiche ma comprensibili.
Mentre me ne stavo lì sognando in pace, sentì qualcosa di caldo e bagnato scivolarmi sulla guancia, mi rizzai seduto .
Ci misi qualche secondo per mettere a fuoco e poi il patatrac.
Lei era lì, davanti a me, aveva gli occhi sgranati e increduli, come i miei.
< C- Cassie >  lei deglutì e prese fiato,  <  cosa ci fai qui ? >  < sono venuto per te, sono venuto qui perché adesso so cosa ti avrei dovuto dire quella mattina prima che tu andassi a fare l’esame di filosofia >  lei non disse nulla, io ero confuso non sapevo che cosa fare, rimasi immobile come lei , i nostri occhi si fissavano e nessuno di noi proferiva parola, poi qualcuno si mise in mezzo tra i suoi occhi neri e i miei,  < se voi due dovete chiarirvi , sarà meglio che lo facciate fuori di qui, Mrs. Moore sa che per queste cose ci vorranno urli e  pianti,  ma tutto questo non accadrà nel mio locale, intesi ? >
Mi ritrovai un ‘atra volta in un vicolo, nel retro della tavola calda, ma questa volta lei era lì,  ed io già mi sentivi meglio.
 <  Sid, tu devi smetterla,  io sono scappata perché non volevo più vederti,  anzi perché non volevo vedere più tutti voi.  Io ho chiuso con quella vita, ho chiuso con tutto. >   < Cassie non sarà l’oceano a cancellare tutto quello che è successo, io sono venuto qui solo per dirti che ti amo, solo per implorarti di tornare a casa con me e di vivere insieme > .
La guardai dritta negli occhi e mi accorsi che si stavano riempiendo di lacrime,  poi divenne rossa in viso ed iniziò ad urlare,  <  tu non capisci,  tu non sai niente !  Tu non c’eri quella mattina,  tu non c’eri !  DOVE CAZZO ERI SID ? DOVE ? Perché non eri con me mentre Chris si dissanguava, perché nono eri con me mentre pronunciava le sue ultime parole ? >  
 < io rimpiango quel giorno ! Io non tornerei indietro se potessi e rimarrei lì con te e non ti farei mai mettere le mani nel suo sangue, non ti farei mai assistere ad una scena del genere,  ma purtroppo io in quel momento non ero a casa , e mi dispiace Cassie ok ?  Mi dispiace,  ma voglio chiederti scusa perché so che tu avevi bisogno di me e io ti giuro che se potessi tornerei indietro … >
  .
Stava per andare via, ma io questa volta non l’avrei permesso , le presi il polso e lo strinsi forte, avevo paura che si volatilizzasse ancora.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** una vera famiglia ***


~~Cassie



Quando sentì che la sua mano mi stringeva sempre più forte il polso iniziai a spaventarmi un po’, non lo avevo mai visto così.
<  lasciami andare Sid >  < non questa volta >  < ho detto, LASCIAMI ANDARE ! > .
probabilmente le mie urla si sentirono anche dentro il locale, perche Mrs. Moore uscì velocemente nel retro accompagnata dal capocuoco, un ragazzo bello grosso e molto alto, < ehi tu ragazzino, l’hai sentita,  lasciala andare >  disse il ragazzo; Mrs. Moore si avvicinò a Sid con aria minacciosa e lui lasciò la presa,  <  adesso vattene dal mia tavola calda e non farti vedere mai più  vedere qui, hai capito ? E non provare e rimetterti in contatto con questa ragazza un’altra volta, intesi ? > , non avevo mai visto Mrs. Moore  parlare in quel modo così minaccioso.
Sid se ne andò, attraversando il vicolo senza mai voltarsi, e in quel momento capì che era finita davvero.
Mrs. Moore mi portò a casa sua per quella notte, perché diceva che non si fidava a lasciarmi da sola.
Quando arrivammo a casa sua, lei mi preparò un tè e mi fece sedere, < allora piccola ne vuoi parlare?>  sentivo che gli occhi si stavano lentamente riempiendo di lacrime e non mi sforzai neanche di trattenerle, < io lo amo>, Mrs. Moore allungò le mani sopra il tavolo e strinse forte le mie, e questo già mi fece sentire un po’ meglio, < raccontami la tua storia Cassie, dammi un aiuto per aiutarti, fammi capire chi sei tu, chi è lui e che cosa eravate insieme>.
 Passammo tutta la notte a parlare, io le raccontai dell’anoressia, dell’ospedale, del suicidio, di quel giardino colorato e pieno di felicità, poi le raccontai della casa che avevamo preso tutti insieme, di Jal, di Michelle, di Tony, di Sid e di Chris .
Per  tutto il tempo lei non smise neanche un secondo di guardarmi negli occhi, era come se stesse leggendo la mia anima e questo in altre occasioni mi avrebbe dato fastidio ma quando lo faceva Mrs. Moore mi piaceva, perché lei era diventata la mia famiglia.
< e i tuoi genitori? Dove sono loro adesso? Perché non sono qui con te? > alzai le spalle < loro non sono mai stati i tipici genitori , sono sempre stati strani e direi che per certi aspetti rispettavano anche i canoni che molti adolescenti vorrebbero per i suoi genitori, non si impicciavano mai, non mi chiedevano mai dove avessi passato la notte quando tornavo alle 6 o 7 di mattina, a loro non importava e basta. Questo per me è sempre andato bene perché non ho mai scoperto che cosa mi stessi perdendo, ma adesso che l0ho trovato Mrs. Moore so cosa vuol dire avere qualcuno che ti ama e che si prende cura di te e per questo la ringrazio infinitamente >.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** " Ci vediamo tra un mese, sfigato. " ***


~~Sid
 


Tutto quello in cui avevo sperato era svanito in un secondo, adesso dovevo pensare solo a me stesso, non avevo alcuna intenzione di tornare in Inghilterra e di diventare una nullità lì,  preferivo diventare una nullità qui.
Quella notte dormì per strada e alla fine non fu tanto male, poi il giorno dopo andai all’ufficio collocamenti per cercare un lavoro.
La signorina che si occupò del mio disastroso caso,  mi disse che non aveva molte possibilità per me visto che avevo finito solo la scuola superiore e non mi ero neanche iscritto da un’università.
  < Che opzioni ha per me a questo punto ? >  lei abbassò gli occhi cercando qualche punto forte sul mio curriculum che avevo scritto a matita su un pezzo di carta trovato per strada < beh signor Jenkins , come consiglio lavorativo potrei collocarla in una squadra di spazzini oppure potrei farle consegnare la posta, ma come consiglio personale potrei consigliarle di mettersi a studiare e di provare a fare i test per una borsa di studio così che potrà fare l’università e potrà trovarsi un buon lavoro > le scelte ovviamente non erano illimitate ma l’idea di fare l’università fino a quel momento non mi aveva neanche sfiorato la testa, < non potrei mai riuscire a  fare l’università, ero un  disastro già al liceo si figuri all’università ! o anche chiamata “ la scuola dei geni” >  la ragazza davanti a me sorrise scuotendo leggermente la testa, < signor Jenkins voglio essere sincera con lei, io stessa ero un caso disperato al liceo, mio padre era un alcolizzato e mia madre non era mai in casa, però trovai la forza di andare avanti e di farmi una nuova vita senza dare importanza a chi ero prima; ovviamente tutto questo discorso non c’entrerebbe nulla con il mio lavoro e io non dovrei neppure prendere così tanta confidenza con un mio cliente, ma lei mi è sembrato un bravo ragazzo, e in tutta sincerità penso proprio che una persona come lei, con il coraggio di venire qui per cercare un lavoro alla sua età non dovrebbe andare buttata > non sapevo che dire, quelle parole mi davano tanto a cui pensare, mi limitai a guardarla e notai che stava prendendo un piccolo fascicolo dal suo cassetto, poi me lo avvicinò , < ecco qui dentro ci sono racchiuse tutte le borse di studio che lei potrebbe prendere, rimanendo a studiare in zona, mi creda non è impossibile> .
Presi il fascicolo, ringraziai la ragazza e me ne andai.
Iniziai a camminare, andai a Central Park ed iniziai a leggere quel fascicolo, mi resi conto di non capire un cazzo di quello che c’era scritto, era pieno di paragrafi intitolati “ requisiti necessari” e poi sfilze di liste di cose che io avrei dovuto saper fare per riuscire ad ottenere quella borsa di studio e la cosa mi stava demoralizzando ancora di più.
Presi il telefono e chiamai la persone che avrebbe saputo cosa fare, < ehi Tony>  <  ehi bello come stai ? >  < non bene >  < è successo qualcosa di grave con Cassie ?  >  < lei non vuole più saperne di me >  < oh amico mi dispiace, ma tu le hai spiegato tutto quello che ti ho detto ? Le hai fatto capire quanto lei vale per te e … >  < MA CHE CAZZO TONY ! ADESSO CASSIE NON C’ENTRA PIU’ NULLA, ADESSO SI PARLA DI ME E DEL MIO FUTURO CHE STA ANDANDO A PUTTANE !  >  <  wow ok,  però datti una calmata > feci un respiro profondo perché volevo evitare di litigare anche con lui, < senti Sid, tra un mese ci sono le vacanze di Natale, e io dovrei avere due settimane di vacanza, i miei genitori si sono separati perciò sono appena entrati nella fase del vizio più assoluto, tutto quello che io e Effy  chiediamo è un ordine ragione per cui mi farò comprare un biglietto e tra un mese sarò lì da te così che potrò darti qualche calcio in culo >  < se vuoi venire a trovarmi all’inferno allora accomodati >  < ci vediamo tra mese, sfigato > .
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** borsa di studio ***


~~- Un mese dopo –


Sid


Una massa di gente uscì freneticamente dalla porta di sbarco e riuscì a vedere Tony solo dopo un po’.
Quando mi arrivò davanti era come rivedere un fratello e ci abbracciammo e anche se era strano, solo allora mi accorsi di quanto mi fosse mancato realmente.
<  allora,  andiamo a vedere che cosa ne hai fatto della tua misera vita >  .
Con un taxi ci facemmo portare davanti a casa mia,  in un mese non ero riuscito a fare tanto ma almeno adesso non dovevo più vivere per strada.
 < allora questa sarebbe casa tua ? >  < lo so che non è un granché però ci sto lavorando >  < non è male, sinceramente mi ero preparato a molto di peggio – Tony lasciò la sua valigia davanti all’entrata e si buttò sul divano –  che lavoro hai detto di fare ? >  < non ho un lavoro > < beh allora sei diventato uno spacciatore, altrimenti non si spiegherebbe come fai a pagare l’affitto di questo posto > anche se stava dicendo delle stronzate più grandi di lui, riusciva sempre a tenere quel tono calmo e pacato che faceva sembrare serio qualsiasi cosa dicesse, < in realtà mi sto mantenendo con una borsa di studio> Tony mi guardò con occhi increduli, < che cosa?! > alzai le spalle < tu Sidney Jenkins ti stai mantenendo con una  borsa di studio ? >  < non è così sorprendente, riesco semplicemente a studiare meglio adesso che sono lontano da tutti e da tutto, e la mia indole non mi dice di cercare amici perciò rimango tutto il giorno a casa e l’unica cosa che possa fare è  studiare >  Tony si alzò dal divano e mi mise le mani sulle spalle , in questo modo riuscivo a percepire in modo totale quanto fosse più alto di me < i miei complimenti Sid >

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** non un amore normale ***


~~Sid


Durante la prima settimana Tony mi diede qualche dritta con lo studio e mi diede una mano per stare meno giù, e io iniziavo a sentirmi invincibile, drogato dai sui discorsi che avrebbero fatto sentire un re anche un barbone.
Una sera restammo a casa a guardare la tv e a fumarci qualche spinello, lui si sedette di fianco a me e assunse un tono strano , come di uno che ti deve fare un discorsetto.
< allora Sid, le due settimane sono finite, che cosa hai intenzione di fare ? >  < non ne ho idea, penso che continuerò a studiare, così che quest’estate potrò dare gli esami per entrare al college e poi … > Tony rise e si voltò verso di me con un’espressione alquanto divertita, < non hai capito, io intendevo che cosa hai intenzione di fare con Cassie ? > sentire il suo nome mi faceva ancora un certo effetto, < che cosa ti aspetti che faccia ?  Lei ormai è andata, e mi sto abituando all’idea di non rivederla mai più  >  < Sid non ti ho mai sentito dire così tante stronzate tutte insieme. Io ti vorrei ricordare che lei ha tentato di togliersi la vita per te, e ti posso assicurare che una persona che fa un atto del genere è  sia una pazza totale che una ragazza innamorata, ma non di un amore normale , ma del primo amore. Tu sei stato il primo amore per lei, Sid , ed è per questo che lei non ti scorderà mai > .
Una settimana dopo Tony ripartì per l’Inghilterra, ed io rimasi da solo ancora una volta, ma adesso sapevo che cosa fare.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** la città che non dorme mai, neanche per l'amore ***


Sid


Era sabato, non avevo dormito per tutta la notte, quella mattina avevo deciso che sarei andato da Cassie e le avrei detto come stavano le cose, ma questa volta non mi sarei fatto prendere dalle emozioni e cosa più importante non avrei permesso ad un capocuoco del cazzo di scacciarmi.
Andai davanti la tavola calda, ero dall’altra parte della strada e riuscivo a vederla, era felice, rideva e scherzava, era la vecchia Cassie di un tempo, sapevo che non l’avevo persa del tutto.
Non entrai subito, decisi di aspettare che avesse finito il turno così da non crearle problemi a lavoro.
Mi sedetti sul marciapiede accanto ad un tizio.
< piacere io sono Jerry > disse lui tutto felice < ciao Jerry io sono Sid > lui mi sorrise, era bello vedere che almeno lui si ricordava di sorridere un po’ qualche volta,  < sei venuto qui per la principessa? > disse indicando Cassie < si ,vedi io ero il suo principe tanto tempo fa > < lei è davvero bellissima, ed è molto gentile, sai una volta le ho detto che mi piaceva molto quella scatoletta che si portava sempre dietro, e lei me l’ha regalata >  < quale scatoletta? >, Jerry iniziò a rovistare nel suo zaino e tirò fuori un cellulare, era il cellulare di Cassie, < da quanto tempo ce l’hai Jerry? >  il mio tono era cambiato < da secoli ormai > rispose lui sempre mantenendo una faccia allegra  < posso prenderlo un attimo  ? > lui mi porse il telefono , io lo presi e andai a guardare nella casella dei messaggi e mi accorsi che era piena di tutto quello che le avevo mandato per settimane, tutti messaggi inviati ma mai letti.
Adesso avevo capito perché non mi aveva mai risposto, non perché non volesse ma perché non aveva più il telefono e questo mi fece sentire infinitamente meglio.
Aspettai fino alle otto di sera, e poi finalmente la vidi mentre usciva, era davvero bella.
Mi misi coraggio, salutai Jerry ed iniziai a camminare dietro di lei.
Quelle strade era davvero immense ma lei sembrava che ci avesse preso la mano, era sicura di se, era determinata;  io continuavo a seguirla pensando a quello che avrei voluto dirgli,  poi mi decisi ad accelerare e mi fermai proprio davanti a lei.
Cassie si fermò di blocco, sgranò gli occhi e mi guardò < wow Sid, dovresti stare  attento quando ti pianti davanti ad una persona così, potresti sembrare uno stupratore >  < mi dispiace di averti spaventata > lei sorrise e quel sorriso mi fece sentire meglio , più a mio agio, mi fece sentire come tanto tempo fa, < non mi hai spaventata Sidney, solo che non mi aspettavo di rivederti mai più >  < lo so che sarei dovuto uscire dalla tua vita, e ti giuro che ci ho provato, ma non ci sono riuscito  – lei abbassò lo sguardo –  Cassie io ti giuro che sarei voluto stare lì con te quando Chris se ne è andato, ti giuro che maledico quel giorno  continuamente, però tu non puoi avercela con me per sempre con me per questo > < e perché non potrei ? >  < perché io ti amo Cassie, e so che neanche tu m hai dimenticato del tutto, so che anche tu ci tieni ancora a me >  < come fai ad esserne sicuro ? >  < beh se non fosse così già te ne saresti andata vi infuriata, senza darmi neanche la possibilità di parlare e io non sarei qui ad implorarti >  < non mi provocare > .
Non sapevo più che cosa dire, tutto quello che pensavo e che provavo glielo avevo detto, adesso era tutto nelle sue mani,  < Sid sono molto lusingata che tu sia venuto fino a qui solo per me, e non hai tutti i torti. Tu mi  piaci ancora Sid Jenkins e non ho mai smesso di amarti > la mia felicità era così tanta che ci sarebbero voluti due o anche tre cuori per contenerla, stavo per implodere.
Cassie si  avvicinò a me, era così vicina che riuscivo a sentire il suo respiro sulle mie labbra, io mi avvicinai ancora e la baciai

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** questa è davvero la fine ***


Sid


La situazione tra me e Cassie andò sempre meglio, io continuai gli studi e mi laureai in lettere, adesso insegno in una scuola superiore.
Cassie ha aperto un negozio dell’usato e fa volontariato in un canile;  abbiamo una casa e pensiamo di adottare un bambino.
Da quel giorno non siamo più tornati a vivere in Inghilterra ma solo per andare a trovare i nostri parenti e i nostri amici  ,che se la passano altrettanto bene.
Tony e Michelle alla fine hanno deciso di sposarsi e io ho fatto  il testimone per Tony.
Maxxie e Anwar ora vivono a Londra; Maxxie ha un compagno e Anwar ha avuto di recente due gemelli.
Jal è diventata famosa, ma non ha ancora trovato nessuno.
Spesso quando torniamo in Inghilterra io e Cassie andiamo insieme a  Jal a trovare Chris, penso che anche lui se la passi bene.
 
  • -  bene, la serie è finita.  Spero vivamente che vi sia piaciuta,  io personalmente ho visto da poco skins e me ne sono subito innamorata, e mi sembrava d’obbligo scrivere qualcosa su Sid e Cassie, la coppia che ho preferito in assoluto. Mi farebbe molto piacere se qualcuno magari lasciasse qualche commento, sarebbe molto costruttivo per me e mi farebbe sentire apprezzata, non ve lo nascondo. Alla prossima! 
  • Ritorna all'indice


    Questa storia è archiviata su: EFP

    /viewstory.php?sid=2648613