Inizio
Cap 4
New York – ex studio di
Isaac Mendez –
Peter…il peter che tutti
conoscevano..non quello con il viso sfigurato a causa di chissà quale battaglia
combattuta..
Camminava a passo svelto..come
sempre..guardandosi in giro..
Sapeva esattamente dove doveva
andare ma la sua prudenza era sempre esagerata…
Arrivò davanti alla porta dello
studio..era aperta..non un buon segno..
La aprì lentamente..controllando
che la via fosse libera..e appena mise un piedo al suo interno venne
scaraventato contro il muro successivo da qualcuno..
Ma la forza usata non era
tanta..quella necessaria..volendo poteva liberarsi ma non lo fece..
“sono Peter…mi ha chiamato Suresh!”
disse alzando le mani dando ancora le spalle al suo aggressore… poi
improvvisamente si sentì libero..lo aveva lasciato..
Sospirò..un sospiro di
sollievo..era andato tutto bene e non era morto perché creduto un assassino o
qualcos’altro..
“Peter?!”
Quella voce?!..lui la
conosceva..come dimenticarla..visto che per mesi era stata l’unico svago che
aveva avuto in quella specie di prigione nella quale l’impresa l’aveva chiuso
per “aiutarlo”..
Si voltò..lentamente e la
vide..Elle Bishop..che lo guardava con un mezzo sorriso..quasi fosse felice di
vederlo..
Peter non ebbe la stessa
reazione…tutt’altro..indietreggiò tornando appiccicato al muro..
“che
diavolo ci fai tu qui?!” sbottò guardandosi in giro e notando la ragazza
sdraiata sul letto con la maglietta insanguinata..
“che
lei hai fatto?” aggiunse correndo verso di lei…
Tenendola sotto controllo..
Elle chiuse leggermente gli
occhi…le faceva male che lui pensasse questo di lei…e molto..più di quanto
pensasse.
“io
non ho fatto niente!” rispose di stizza seguendolo e scendendo le scale
per avvicinarsi a lui e a Maya..
“stai lontana da noi!!” disse peter
alzandosi puntando una mano verso di lei..emanando della luce blu..era
elettricità proprio come quella che riusciva a creare lei..
Spalancò gli occhi..guardando che
anche lui poteva usare il suo stesso potere…e alzando le mani con fare
difensivo..
Peter tornò con lo sguardo su
Maya che sembrava stare bene probabile che fosse svenuta..o roba simile..le
sentì il polso da bravo ex-infermiere-di-grido. Era regolare..tutto ok niente di
grave.
Mentre prendeva una siringa per
iniettarle il suo sangue arrivò Molly che si avvicinò a Elle..aveva le braccia
alzate..era buffa..
Si avvicinò a lei guardandola con
sguardo strano curioso..
“..ma perché hai le mani in quella
posizione?” le chiese per ridere leggermente..era un tipo allegro Molly
nonostante avesse vissuto con incubi di ogni genere che le impedivano di
dormire….
Elle si voltò…lei non era mai
amichevole con nessuno..e non era neanche abituata a persone che le sorridevano
così senza motivo come stava facendo la bambina…
“..bè..Peter crede che io abbia quasi ucciso
Maya!”
Le disse indicando il ragazzo..
Molly non lo aveva visto e quando si voltò rimase fissa a guardarlo..era
strano..molto particolare..se lo ricordava un po’..ma da quella sera a Kirby
Plaza le cose erano cambiate e lui non aveva più i capelli lunghi..ma corti…
Bè quelle erano le prime cose che
notavano i bambini…le cose più superflue..ma Peter era cambiato sotto molti
aspetti..non era il solito buonista..che a occhi chiusi aiuta chiunque..visto
che ultimamente aiutava i criminali..vedi Adam..
Ora era diverso..era più
cauto..andava più in fondo alla faccenda prima di prendere una posizione..
“lei
non ha fatto niente!” esclamò Molly verso Peter..che si voltò
all’istante guardando la bambina..
“è
pazza!” rispose riferendosi a Elle..per poi prendere il cellulare per
avere notizie di Nathan..
Elle lo guardò per qualche
secondo e poi abbassando le mani in maniera nervosa si allontanò…sedendosi su una
sedia accanto ad un cavalletto che probabilmente era servito ad Isaac qualche
anno prima. Non lo aveva conosciuto ma l’impresa si..e li aveva anche aiutati..o
tanto per essere precisi aveva aiutato Bennet a salvare la figlia…la
dolce-smielata-piangiucolosa-claire….
“ok..e lui come sta ora??...va bene..ci
risentiamo nel pomeriggio…ciao mamma saluta Heidi…”
Peter aveva appena avuto nuove
notizie di Nathan..positive fortunatamente…mise in tasca il cellulare
riavvicinandosi a Maya che ora aveva vicino a se Molly..le raggiunse..sorridendo
alla bambina…
“io
sono Peter comunque…” disse passandosi una mano tra i capelli come era
solito fare…come faceva in ogni occasione in cui c’era parecchia tensione..
Molly alzò lo sguardo su di
lui..lo guardava male…
“..lei ci ha salvati…Sylar ha cercato di
ucciderci..e lei è intervenuta per salvarci….”
Spiegò tornando con lo sguardo su
maya che stentava a riprendere conoscenza..
“..ah…i-io non lo sapevo…” rispose
in maniera goffa a causa dell’imbarazzo..
Si voltò a guardarla..era seduta
in maniera composta mentre si guardava e toccava la ferita del braccio..con un
espressione buffa..quasi infastidita come quella dei bambini…
Si alzò avvicinandosi a lei..non
sapeva come iniziare il discorso..voleva scusarsi ma non era facile..
“elle?..” iniziò chiamandola
cercando di attirare la sua attenzione…non era facile con un tipo come lei..se
la ricordava bene…
Lei lo sentì pronunciare il suo
nome..e con molto stupore lo guardò..rimanendo con il braccio sinistro che
toccava la ferita del destro…
“che
vuoi Peter?” disse in modo freddo..non era tipa da dimenticare
facilmente quello che le accadeva…
“si
lo so…sono un cretino…”
cominciò con tono serio..lo era stato..in fondo si..l’ultima volta che
l’aveva vista lei aveva tentato di ucciderlo..fandogli fuoco..ma ora la
situazione era diversa..
Lei lo guardò di nuovo negli
occhi in modo serio…
“l’ho solo aiutati…” aggiunse a
bassa voce…cercando di giustificarsi…per lei la parola aiuto era del tutto
nuova..
Lei aveva sempre creduto di
aiutare le persone, quando portava a termine un incarico del padre..ma quello
era tutto l’opposto di aiutare e ora cominciava a capirlo..un passo alla
volta…
Peter sorrise..era cambiata..la
vedeva diversa..e questo non poteva che essere un bene.
“lo
so…” disse prendendo una sedia e sedendosi accanto a lei..era l’unica
che conosceva..se così poteva affermare..era l’unica con la quale poteva parlare
liberamente..non che si fidasse..non ancora ma comunque era meglio di
niente..
“cosa ti è successo?..come mai questo
cambiamento?” chiese ingenuamente..in fondo la piccola di papà di solito
non disubbidiva mai al sign. Bishop, e cercava in tutti i modi di portare a
termine i suoi incarichi..ora sembrava quasi bramare alle sue spalle..
Elle lo guardò..era l’unico con
il quale aveva parlato..l’unico con il quale si era confidata..mai con nessun
altro..perchè non farlo anche ora?..
“bè..qualche giorno fa ho scoperto che mio
padre…testava i miei poteri con un modo inusuale per un padre nei confronti
della figlia..” cominciò sorridendo nervosamente..un sorriso amaro che
sottolineava il suo stato d’animo..
“quando avevo sette anni..ha testato la mia
forza per produrre energia..portandomi spesso allo svenimento, non sopportavo
quello sforzo…una bambina non può sopportarlo…”
Quella era una nota triste della
sua vita..l’aveva scoperta da poco ma si era aperta una ferita profonda..quasi
lacerante di ora in ora..l’uomo che aveva sempre guardato come il suo papà..che
l’amava più della sua stessa vita in realtà la usava e la sfruttava a suo
piacimento… Non era facile da accettare..
Peter continuava a
guardarla..senza riuscire a proferire parola..era veramente incredibile quello
che il genere umano era disposto a fare pur di raggiungere i propri scopi..
Istintivamente prese la mano
della ragazza…era fredda..tesa..come se non l’avesse mai stretta
nessun’altro..
“mi
dispiace Elle..veramente..”
Rispose con sguardo
intenso..sincero..il classico sguardo di Peter Petrelli..il Peter generoso che
si farebbe in quattro pur di aiutare qualcuno..
La ragazza guardò le loro
mani..era curioso scoprire nuove sensazioni..come quella che provava in quel
momento..
Un vuoto allo stomaco…una
sensazione di gioia…di calore umano.. si sentiva protetta per la prima volta..
si sentiva rassicurata..
Possibile che un ragazzo solo
potesse scatenare in lei quelle reazioni?
Tornò con lo sguardo su di
lui..era troppo orgogliosa per ribattere con tono amichevole..non era da
Bishop..non era da lei..
“si..so gia come va a finire ok?..tu fai il
carino e poi o fuggi o fai qualcos’altro..”
Commentò ritirando la
mano..tornando a guardarsi la ferita..non era abituata a soffrire fisicamente
perché non aveva mai trovato nessuno che la ostacolasse..mentre Noah Bennet ci
era riuscito..
Peter rimase impietrito dal suo
comportamento..lui voleva solo consolarla..ma poi analizzando le sue
parole..capì che si riferiva alla sua fuga dall’impresa..
La guardò accennando un sorriso.
Era ambigua, molto particolare..con una sua personale visione del mondo. Aveva
sempre ragione oppure voleva averne a tutti i costi. Il suo esatto
contrario..non avevano niente in comune. Lei si sentiva sola avendo un padre che
non l’amava e nessun amico. Lui aveva Nathan, Claire, e ora Caitlin, bè magari
ora non proprio visto che era dispersa.
Mentre pensava alle loro
differenze e cercava qualche possibile filo conduttore tra i due i suoi occhi
caddero sulla sua ferita, non sembrava recente ma immaginava che le desse
parecchio fastidio.
Sorrise alzandosi prendendo una
siringa, in fondo il suo sangue poteva aiutarla, o forse no.
Certo anche lui era in grado di
rigenerarsi come Claire ma forse il fattore genetico era diverso.
Tentar non nuoce.
Prese la siringa prelevando un
po’ del suo sangue, come aveva fatto Adam. Poi si avvicinò ad Elle..
Si schiarì la voce.. “scusami..posso provare una
cosa?”.
La sua voce era titubante. Non
sicura ma pur sempre sincera..
Elle alzò lo sguardo prima sui
suoi occhi intensi..profondi e poi sulla siringa..
Non amava gli aghi, fin da
bambina aveva sempre avuto una fobia per essi.
“ehm..senti io n-non credo sia una buona
idea…” disse scuotendo la testa con fare vago.
Un orgogliosa come lei non poteva
dare a vedere di essere debole alla vista degli aghi, ne avrebbe perso la sua
reputazione.
Peter la guardò serio per qualche
secondo, non riusciva a capire perché fosse così testarda da non volersi fidare.
Certo, l’avere un padre che non ti ha mai dedicato le attenzioni che di solito
un figlio meriterebbe, non aiutava di certo.
Poi però un’ idea, divertente ma
molto improbabile gli balenò nella mente.
Era forse possibile che Elle
Bishop, il sicario dell’impresa, colei che spaventava la metà dei suoi colleghi
anche solo con uno sguardo, avesse paura degli aghi???
Sorrise leggermente,
avvicinandosi sedendosi sulla stessa sedia di prima.
“mi
scusi signorina, ma non è che forse lei ha paura degli aghi?” chiese con
un ghigno che nascondeva molte altre frecciatine. Era una presa in giro vera e
propria che probabilmente avrebbe mandato Elle fuori giri.
Lei alzò lo sguardo
immediatamente, incatenando i suoi occhi azzurri chiarissimi quasi trasperenti
ed impossibili da decifrare, a quelli verde bottiglia, caldi del ragazzo, che
mantenevano come sottofondo una grande intensità e passione. Erano nettamente
contrastanti. Come il bene e il male,
il bianco e il nero.
Rise in maniera tesa nervosa,
come quando sei stato beccato in fragrante mentre fai qualcosa che non devi
fare!
“ti
pare che una ragazza come me si spaventa davanti a- ..a dei cosi come quelli?!”
Rispose in maniera goffa,
chiaramente mentendo, ma cos’altro poteva fare? Ammettere che la spaventavano a
morte?, no l’orgoglio viene prima di tutto!
Mentre cercava altre parole da
utilizzare per scagionarsi, distolse gli occhi per paura di cedere alla vista
dei suoi.
Poi sbuffò guardando a terra,
cercando un qualcosa per distrarsi, un qualcosa che tardava ad arrivare.
Tornò con lo sguardo su di lui,
che la guardava con un sopracciglio inarcato, chiara espressione di chi la sa
lunga e aspetta che gli venga dato ragione.
“ok!
È vero! Ho paura degli aghi!” sbottò Elle facendo spallucce.
Per lei non era grave, certo era
difficile ammetterlo per una tipa come lei, ma si era imposta di cambiare ed
anche quello sarebbe stato un nuovo ostacolo da superare: Essere sincera con il
prossimo!
Peter cominciò a ridere cercando
di trattenersi. A volte Elle era strana. Divertente a suo modo. Ma strana! Era
capace di cambiare umore da un momento all’altro, causando così a chi le stava
vicino di rimanere leggermente confuso dai suoi modi di fare. Ma lui ormai ci
aveva fatto l’abitudine..
Lo sentì ridere e questo la portò
a guardarlo di nuovo. Era strano. A lei non capitava mai di ridere. O perlomeno
non le capitava mai di ridere sinceramente. Di solito rideva per qualche
avvenimento macabro che causava. Lei era così, era capace di ridere nei momenti
meno opportuni.
Ma guardandolo, sorridere in quel
modo, qualcosa si mosse dentro di lei; come un sentimento represso che si faceva
largo nella prigione nel quale era stato segregato per 16 anni e che ora vedeva
per la prima volta uno spiraglio di luce.
Sul suo viso cominciò quindi a
delinearsi un sorriso. Leggero quasi invisibile ma c’era, e questa volta era
sincero!
Strano che a scaturire tutto
questo fosse stato Peter. Mai e poi mai avrebbe pensato che proprio lui
l’avrebbe indotta a sorridere per quella che forse era la prima volta nella sua
vita.
Era bello! Una stupenda
sensazione di tranquillità e gioia insieme, tutte cose nuove per la piccola
Bishop.
Peter rimase colpito! Forse
quella era la prima volta che la vedeva sorridere, e quel sorriso era a dir poco
splendido, sincero, sembrava quello di una bambina.
Scosse la testa come per
svegliarsi dal coma vigile in cui era caduto.
Si schiarì la gola per tornare
alla normalità. Lui non poteva affezionarsi a lei. Non doveva.
“ok
Elle, allora facciamo così, ti prometto che non sentirai nulla. Io facevo
l’infermiere ed ho le mani d’oro.”
Cercò di convincere la ragazza,
in fondo lo faceva per il suo bene. Non riusciva a smettere di toccarsi la
ferita.
La ragazza titubò per un istante.
Ma poi decise di salire anche lo scalino successivo.
Annuì lentamente. Porgendo il
braccio sano al ragazzo. Visto che in quello ferito non era possibile
individuare la vena.
Automaticamente si voltò
dall’altra parte. Meglio non guardare. Si al primo scalino ma quando è troppo è
troppo.
Peter sorrise leggermente
prendendo il braccio della ragazza con la mano sinistra. Era molto colpito da
lei, era esattamente diversa da come se la aspettava.
Dopo qualche secondo iniettò il
suo sangue. La ragazza non si mosse come se non se ne fosse resa conto.
Estrasse la siringa e la posò sul
tavolo.
Elle si girò con sguardo
interrogativo. Non si era neanche accorta che il ragazzo aveva gia iniettato il
suo sangue. Si guardò il braccio e poi sentì che il fastidio proveniente da
quello malato stava svanendo di secondo in secondo.
Slacciò la fasciatura e con sua
enorme felicità era guarita.
Perché non ci aveva pensato
prima? Bastava un po’ del sangue di Peter o di Claire. Anche se per quest’ultima
l’averlo sarebbe diventata un utopia.
“grazie Peter..” disse alzandosi per
gettare la scomodissima fasciatura.
“figurati, mi sono fatto perdonare.”
Rispose prontamente abbozzando un sorriso.
Elle sorrise divertita.
Perdonare? Per quello che aveva fatto?. Cioè scappare da una gabbia nella quale
volevano fare esperimenti sugli essere come lui. Esperimenti a volte anche
brutali, e quindi, esattamente, Di cosa doveva essere perdonato?
“non
hai niente da farti perdonare Peter..”
Quella era la verità, pura e
semplice. Aveva fatto quello che era giusto. Senza badare a nient’altro. Se ci
fosse riuscita lei tempo prima, probabilmente molte cose sarebbero diverse
ora.
Detto questo si riavvicinò a
Molly e Maya in modo molto veloce. Quasi non volendo dare modo di risposta a
Peter. Quello che aveva detto era una grandissimo passo avanti per lei. Di
solito attaccava chiunque e ora invece, faceva di tutto per aiutare.
Peter la seguì con lo sguardo.
Era senza parole. Letteralmente.
La seguì, lentamentamente,
fermandosi a pochi metri da lei.
“allora Molly, per caso, sai dove andava
Mohinder?”
Chiese ricomponendosi e cercando
le chiavi della macchina dell’impresa, senza successo ovviamente, visto che
Mohinder le aveva gia prese, ma questo lei non poteva saperlo.
Molly scosse la testa. Era stato
strano il dottore, dopo quel servizio dell’ospedale era sparito.
“no Elle, è stato attirato da un
servizio in televisione, quello sull’attentato…” cominciò esibendo uno sguardo
ambiguo. Era logico per una bambina non capirne molto.
“poi
ha preso ed è uscito di corsa, ma questo lo hai visto anche tu..”
Elle annuì, effettivamente Il
dott. Suresh aveva avuto un comportamento strano. Era fuggito così.
Poi improvvisamente però, si
ricordò che era il fratello di Peter il soggetto dell’attentato, così si voltò
verso il ragazzo.
“Mohinder è da tuo fratello..”
Accennò al ragazzo mentre
continuava a mettere sottosopra la scrivania del dottore. Doveva pur trovare un
qualsiasi mezzo di trasporto per arrivare da lui.
Peter la guardava incuriosito.
“scusami Elle, cosa stai cercando?”
chiese poi avvicinandosi alla ragazza.
Sembrava in preda ad un attacco
di panico nel quale qualsiasi cosa si tocca la si getta per terra.
“deve prendere una macchina ed arrivare
all’impresa..” voleva vedere che fine avesse fatto il padre e poi
Trovare quel maledetto fascicolo che la riguardava. Doveva trovarlo!
Peter frugò nelle tasche ed
estrasse il mazzo di chiavi della berlina del fratello. Facendole oscillare
davanti agli occhi della ragazza.
“eccole!” disse sorridendo.
Elle alzò lo sguardo per poi
puntarlo sul mazzo di chiavi del ragazzo.
Probabile che la macchina fosse
la sua. Certo che addirittura arrivava a prestargli la sua auto. Potevano
dichiarare di essere ufficialmente amici? È così che si definiscono certe
persone no?
Ma lei non era certa neanche di
quello.
“Mi
presti la tua auto?” chiese abbozzando un sorriso divertito. Poi fece
per prendere le chiavi ma Peter ritrasse la mano scuotendo la testa.
“no!
Vengo con te..” rispose serio per poi voltarsi e prendere la giacca che
aveva lasciato sulla sedia..
Elle rimase un momento immobile.
Poi però i suoi occhi caddero su Molly, non potevano lasciarla lì.
“no
Peter, qualcuno deve rimanere con Molly…”
Rispose scuotendo la testa. La
bambina non doveva rimanere da sola. Non era sicuro.
Poi improvvisamente Maya tossì.
Stava riprendendo conoscenza piano piano.
Elle corse verso di lei
sospirando una volta arrivata vicino al letto dove si stava riprendendo.
Abbozzò un sorriso guardandola.
Ce l’aveva fatta. Si stava riprendendo del tutto. Il merito era del dottorino
che aveva sottovalutato quel giorno. Eppure non era male.
Guardò la bambina, guardava la
donna sorridente.
“Ok,
ora penso che possiamo andare, Molly te la senti di restare qui da sola?”
Chiese Elle abbassandosi per
arrivare alla stessa altezza della bambina in modo da poterla guardare dritta
negli occhi.
Molly annuì sedendosi accanto a
Maya che sembrava stare decisamente meglio.
“si
non cè problema, resto con lei..”
Detto questo la bambina strinse
la mano della donna.
Elle annuì e cominciò a camminare
superando Peter che rimase un attimo imbambolato per poi correrle dietro.
Scesero le scale dell’edificio
fino ad uscire ritrovandosi in strada.
Improvvisamente si fermò. In un
modo tanto improvviso che Peter la urtò.
Abbassò lo sguardo per
l’imbarazzo per poi sorridere.. “scusa..”
Disse subito dopo cercando di
ricomporsi.
“figurati Petey..” lo schernì lei,
ridendo del suo imbarazzo. Era fin troppo facile per lei leggere le espressioni
delle persone. Lei ne era immune e le conosceva solo tramite gli altri.
Si guardò intorno, cercando di
capire quale fosse la macchina.
“Peter..l’auto dov’è?” chiese
tornando a guardarlo…
Lui sembrò risvegliarsi dal suo
stato di coma vigile..
“si,
è lì!” disse guizzando con lo sguardo sulla berlina rossa fuoco.
Elle sorrise, amava le macchine
veloci. Amava il brivido e quelle erano gli unici giocattolini in grado di
provarglielo.
“ok..sarà molto divertente..” ammise
avvicinandosi sorridente alla macchina mentre Peter si affrettava ad
aprirla.
Era bella. Probabilmente
apparteneva al fratello, non a lui. Non sembrava tipo da BMW. Tutt’altro!
Si sedette sul sedile del
passeggero.
“dobbiamo arrivare lì il prima possibile
Peter.” .
Disse per poi allacciarsi la
cintura.
Il ragazzo annuì mettendo in moto
e facendo scattare la macchina. Il suono stridulo delle gomme attirò molta
attenzione. Ma non era quello il momento di farci caso.
Ringrazio tutti i lettori
dei capitoli precedenti con la speranza che anche questo sia di vostro
gradimento.
Baci a tutti.
_nikifan#1_
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