Ti va di guarire il mio cuore ferito?

di Piccina91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIV ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXV ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXVI ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXVII ***
Capitolo 28: *** Capitolo XXVIII ***
Capitolo 29: *** Capitolo XXIX ***
Capitolo 30: *** Capitolo XXX ***
Capitolo 31: *** Capitolo XXXI ***
Capitolo 32: *** Capitolo XXXII ***
Capitolo 33: *** Capitolo XXXIII ***
Capitolo 34: *** Capitolo XXXIV ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


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Il sole ormai era sorto da alcune ore ma io ero ancora rannicchiata a letto. Mi stavo godendo al meglio gli ultimi giorni di libertà prima del rientro a scuola, prima di iniziare l’ultimo anno del liceo scientifico. Alzai la testa da sotto le coperte  e guardai l’orologio sul comodino. Purtroppo era arrivata l’ora di alzarsi e anche il mio stomaco era d’accordo. Andai in bagno e quasi svenni quando mi specchiai. Borse sotto gli occhi, capelli in disordine e aria da barbona. Mi buttai sotto la doccia e pochi minuti dopo ero già vestita e profumata. In cucina trovai mia sorella Lily intenta a prepararsi un panino. Era più piccola di due anni e non la sopportavo. Forse era più giusto dire che non ci sopportavamo a vicenda. La salutai con un cenno, che nemmeno ricambiò, e aprii il frigorifero in cerca di cibo. Trovai un po’ di pasta al sugo del giorno prima e la riscaldai. Dopo aver finito di mangiare, guardai un po’ di televisione e alle quattro in punto,come ogni giorno, mi recai al cimitero. Era una scelta inusuale per una ragazza di diciotto anni, ma quel posto per me era importante. Avanzai spedita e mi fermai di colpo quando arrivai alla tomba di mio padre. L’avevo perso pochi mesi prima  ma non a causa di un incidente e né per una malattia. Un bandito lo aveva ucciso durante una rapina. Mio padre era un maresciallo dei carabinieri ed era il mio eroe. Mi sedetti sul prato verde e accarezzai la foto sulla lapide. Una lacrima mi rigò il viso e la mia mente mi riportò a due mesi prima.

***

Ero sdraiata sul divano a mangiare gelato al cioccolato. Il caldo estivo mi stava facendo impazzire e il ventilatore mi dava poco sollievo. Ad un tratto il telefono cominciò a squillare.

<< Mamma, il telefono>> gridai

<<Rispondi tu, Elena>> rispose dal piano di sopra

Sbuffai sonoramente e andai a rispondere. Sicuramente era qualcuno che cercava di farmi cambiare gestore o che mi voleva fare un’offerta esclusiva. Li avrei mandati  a quel paese in ogni caso.

<<Pronto?>>

<<Parlo con la famiglia Turati?>> chiese un uomo

<<Si,esatto>>

<<Lei è la moglie del maresciallo?>>

<<No, sono la figlia ma dica pure a me>> dissi scocciata

<<Non so se posso dirlo a lei signorina>>

<<Senta ho diciotto anni, dica quello che deve dire e la faccia finita>> risposi arrabbiata

<<Suo padre è morto>>

Non risposi più, nonostante il collega di mio padre continuasse a chiamarmi al di là della cornetta. Mi accasciai a terra e urlai a squarciagola. Mia madre, terrorizzata dalle mie urla, si precipitò in cucina e mi chiese cosa fosse successo. Le passai il telefono senza dire una parola, mentre le lacrime scendevano come fiumi sul mio viso. Quando apprese anche lei la notizia, si unì al mio dolore e mi abbracciò piangendo.

***                                                                                                                                                                                    Rivivevo quella scena quasi ogni notte, nei miei incubi. Non avevo ancora superato la sua morte, anche se facevo sembrare tutt’altro. Se avessi ceduto io, chi avrebbe consolato mia madre nei momenti di sconforto? L’unica che era andata avanti era mia sorella. Negli ultimi tempi usciva spesso, rimanendo a casa solo per mangiare e per dormire. Come aveva fatto a tornare alla normalità? E perché io non c’ero riuscita? Mi asciugai gli occhi e ripresi ad ammirare la foto del mio eroe.

<<Papà, mi manchi>> sussurrai

So che non è normale, ma da quando era morto io continuavo a parlare con lui. Gli raccontavo la mia giornata, le mie preoccupazioni, lo mettevo al corrente di tutta la mia vita e solo così lo sentivo vicino.

<<Tra qualche giorno inizia la scuola, vorrei poterti abbracciare e sentirmi dire che tutto andrà bene. Questo è l’anno della maturità e non solo scolastica. Io avevo bisogno di te, papà>>

Sentii dei passi dietro di me e mi voltai spaventata. Sorrisi alla mia migliore amica.

<<Sei qui, ti ho cercato dappertutto>>

<<Sono sempre qui>> risposi facendole spazio

<< Buonasera signor Turati>> disse Federica sedendosi accanto a me

<<Non devi farlo, so che è da pazzi parlare con i morti>>

<<Non è da pazzi, io parlavo con mia nonna quando è morta>>

Federica era la mia migliore amica dalle medie. Era l’unica persona che riusciva a capirmi solo guardandomi negli occhi, l’unica che mi facesse ridere in questo periodo di merda, l’unica cosa positiva della mia vita.

<< Grazie >> le dissi semplicemente

<< Andrà tutto bene, affronteremo quest’anno nel migliore dei modi. E poi dobbiamo trovarti un fidanzato. Signor Turati, non crede che sia arrivata l’ora di sistemare sua figlia? E’ così bella >>

Scoppiai a ridere immaginando la faccia che avrebbe fatto mio padre. Lui era sempre stato geloso di me e mi aveva cresciuto in modo severo. Una volta gli avevo presentato il mio fidanzato, ormai ex. Lo aveva tartassato di domande ma poi mi aveva dato il permesso di vederlo. Il ragazzo in questione, dopo poche settimane, mi aveva lasciato in tronco senza nessuna spiegazione. Mio padre voleva ucciderlo!

<< Torniamo a casa, è quasi buio>> proposi

Baciai la foto di mio padre e presi sotto braccio la mia amica per tornare a casa. Lei abitava nella villa accanto alla mia, come se il destino avesse voluto la nostra amicizia. La salutai ed entrai in casa. Mia madre stava preparando la cena. Le baciai una guancia e mi incantai guardandola. Era una donna bellissima, una di quelle quarantenni che ne dimostrano trenta, con i capelli biondi e gli occhi azzurri. Io, al contrario, avevo ereditato gli occhi castani di mio padre. Non le somigliavo molto, avevo solo il suo stesso colore di capelli.

<<Elena, cos’hai da guardare?>>

<<Niente, cosa prepari?>> domandai cambiando discorso

<<Pasta alla carbonara>>

Mia madre era sempre stata una brava cuoca, mio padre diceva che lei lo aveva preso per la gola.

<< E Lily quando arriva?>> chiesi

<< Non lo so, sono rientrata da poco dal lavoro e non ho trovato nessun biglietto>>

I biglietti sul frigo erano l’unico modo di comunicare di mia sorella. Nessuno osava parlarle direttamente da due mesi . Annuii e presi le posate dal cassetto per apparecchiare. Mia madre lavorava come segreteria di uno studio legale per mantenere la famiglia. Usciva di casa alle otto del mattino e rientrava alle sei circa. Non aveva mai lavorato prima che mio padre morisse ma adesso era lei a dover portare i soldi a casa visto che io e mia sorella andavamo ancora a scuola. Sentii sbattere la porta di casa, segno che era rientrata Lily.

<<Cazzo, si è messo a piovere>>

<< Ciao tesoro>> le rispose mia madre

<< Ciao>>  dissi io continuando ad apparecchiare

<<Che si mangia?>> chiese lei non rispondendo ai saluti

<< Pasta alla carbonara, la tua preferita>> esclamò mia madre sorridendo

<<Non è mai stata la mia preferita>> rispose lei acida

Mia madre abbassò lo sguardo mortificata. Lily la trattava così ogni santissimo giorno.

<<Sei una stronza, la mamma si sbatte per noi e tu la ripaghi così?>>

<<Mi è passata la fame, vado a dormire>> rispose lei fulminandomi con lo sguardo

Mia madre scolò la pasta e la unì al sugo. Portò i piatti a tavola e iniziammo a mangiare. Era sempre la stessa storia, o stavi zitta e incassavi le affermazioni di Lily oppure lei non ti degnava della sua presenza. Che poi, a me non cambiava nulla se c’era o non c’era. A me bastava stare con mia mamma.

<<Potevi trattenerti dall’insultarla>>

<<Mamma, lei fa sempre quello che le pare. Insulta me, insulta te ad ogni ora del giorno e della notte. Per una volta le rispondo e ho pure torto?>>

<<Sta soffrendo>>

<<Non è l’unica che soffre! Soffro anch’io e soffri anche tu. Basta metterla su un piedistallo>>

Restammo in silenzio per tutta la cena, poi l’aiutai a fare i piatti. Accesi il dvd per vedere un film  mentre lei andò a dormire. Lily scese in punta di piedi per cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Non la degnai nemmeno di uno sguardo e continuai a guardare lo schermo. Non sarei andata da lei a scusarmi, non l’avrei messa sul piedistallo come mia madre. Se ci fosse stato mio padre, lei non si sarebbe comportata così.

Mi manchi, papà!

 

 

Ciao ragazzi!

Eccomi qui con una nuova storia. Ero seduta a rilassarmi sul divano e ho avuto questa ispirazione, così l'ho colta al volo. Quindi questo capitolo è un esperimento, se piace continuo.. se non piace cestino. Ho introdotto Elena, la protagonista, la migliore amica Federica, la sorella Lily e la madre. La loro vita è stata sconvolta da un lutto. Il padre è morto durante una rapina, mentre stava lavorando. Questo evento tragico ha ferito il cuore di Elena. Qualcuno lo guarirà?

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Tornare a scuola è un trauma per tutti. Per tre mesi ti abitui ad alzarti tardi, a fare baldoria fino alle ore piccole, a passare la tua giornata ad oziare, fino a quando non arriva settembre e sei obbligato ad alzarti presto e trascorrere gran parte del tuo tempo in quell’istituto grigio e scialbo. Quella mattina mi vestii in modo semplice: un jeans, una maglietta a maniche corte e un paio di converse. Preparai la borsa abbinata mettendoci dentro tutto il necessario e mi catapultai in giardino dove mi aspettava la mia amica Federica. Lei era bellissima come sempre, fasciata in dei pantaloni beige e una camicetta bianca. Aveva i capelli neri legati in una coda e le ballerine ai piedi. Di solito indossavamo i nostri vestiti più belli il primo giorno di scuola ma quest’anno non mi andava proprio. Tanto mi conoscevano già tutti o meglio tutti conoscevano Federica, io ero solo la sua migliore amica. Non ero mai stata una di quelle sfigate che si vedono nei film, né una ragazza a cui tutti sbavano dietro. Ero una ragazza normale!

<< Finalmente a scuola >> annunciò Federica quando arrivammo di fronte all’edificio
<< Purtroppo a scuola >> la corressi

Lei sorrise e insieme ci avviammo verso gli scalini. Il mio armadietto era distante dal suo di qualche passo quindi mi lasciò da sola per andare a prendere i suoi libri. Ed ecco che un gridolino di gioia mi fece voltare. Il ragazzo più bello, solare, presuntuoso,arrogante della scuola fece il suo ingresso: Roberto Imperatore. Il cognome era tutto un programma e rispecchiava la sua posizione reale a scuola. Ogni ragazza gli sbavava dietro, ogni ragazzo cercava di imitarlo. Tutti lo adoravano, tranne me. Non era un mio amico, né tantomeno un mio nemico. Era solo il migliore amico del ragazzo di Federica. Mi salutò con un cenno, dopotutto condividevamo lo stesso gruppo di amici e lo stesso tavolo a pranzo. I quattro ragazzi più popolari mi passarono accanto e soltanto uno si fermò per salutarmi, Alessio.

<< Ciao Elena, come stai? >>
<< Tutto bene, cerco di andare avanti >>
<< Hai visto la mia ragazza? >>
<< Eccomi >> rispose Federica avvicinandosi e baciandolo
Ma non fu un semplice bacio, stavano limonando proprio davanti a me.
<< Smettetela, sto per vomitare >> affermai indignata
<< Dobbiamo trovarti un ragazzo >> propose Alessio sorridendo
<< Ma volete finirla con questa storia? Sto benissimo anche da sola >>

La campanella suonò interrompendo i nostri discorsi. Alessio ci salutò in fretta e noi svoltammo l’angolo per recarci in classe. Nuovo anno, nuovi insegnanti. La vecchia professoressa di italiano era andata in pensione e quindi era stata sostituita da un’altra: Giuseppina Morabito. Quest’ultima era già seduta alla cattedra e ci stava squadrando ad uno ad uno. Aveva un’aria inquietante e un sorriso diabolico dipinto sul volto. Già la odiavo. Dopo cinque ore di lezione, due di italiano, due di inglese e una di storia, mi diressi a pranzo insieme alla mia amica. Mi sedetti al solito posto, tra Federica e Katia. Il mio gruppo di “amici” era in realtà formato da otto elementi : Federica e Alessio, Katia e il suo ragazzo Emanuele, Davide, Stefano, Roberto e me.  Federica e Alessio erano ormai fidanzati da un anno, Katia e Emanuele si erano messi insieme in estate, mentre Davide, Stefano e Roberto erano i tre scapoli d’oro più ambiti del liceo. E poi c’ero io.

<< Elena! Da quanto tempo non ci vediamo! >> esclamò Katia abbracciandomi
<< Qualche mese.. >> risposi allusiva
L’ultima volta che l’avevo vista era stato al funerale di mio padre. Era venuta insieme ad Emanuele, Federica ,Alessio e Stefano. Gli altri due bellocci non erano venuti, ma non mi aspettavo che lo facessero visto che oltre il saluto non eravamo mai andati. Mentre mangiavo il mio panino con il salame, ascoltai una conversazione interessante. Non stavo origliando, parlavano solo a voce troppo alta.
<<  Quindi te la sei scopata? >> chiese Davide
<< Si, è una pantera a letto. Dovresti fartela >> rispose Roberto
Ingoiai il boccone a fatica e feci una smorfia. Quel ragazzo era proprio uno stronzo. Avevo sentito delle sue attività extrascolastiche ma ascoltare i minimi dettagli mentre mangiavo non era proprio il massimo.
<< Qual è la prossima? >> domandò ancora Davide
<<  Mi sto guardando in giro. Dopo una mora, adesso voglio farmi una bionda >> affermò deciso Roberto
Cazzo, io ero bionda. Ma non stava sicuramente parlando di me. I maschi del gruppo non mi prendevano nemmeno in considerazione. Loro ambivano alle ragazze “facili”, le protagoniste più hot dei racconti tra maschi. E io non ero una di quelle. Avevo a malapena baciato un ragazzo!
<< Sabato sera andiamo a ballare >> propose Alessio attirando la mia attenzione
<< Che cosa? >> gridai voltandomi verso di lui
<< Elena, tu ci vieni! >> ordinò Federica
<< Non se ne parla >>
<<  Ti strasciniamo per i capelli >> disse minacciosa Katia
<< Lasciatela in pace! >> mi difese Emanuele
<< Tu sta zitto! >> risposero in coro Federica e Katia

Emanuele abbassò lo sguardo e io scoppiai a ridere. Quelle due facevano davvero paura, ma non sarebbero riuscite a convincermi. Non avevo nessuna voglia di andare a ballare, non ero dell’umore adatto. Non volevo ascoltare musica assordante, non volevo strusciarmi contro degli sconosciuti e soprattutto le mie amiche erano accoppiate e io non volevo restare da sola.
<< Ci divertiremo Elena >> si intromise Davide
Era forse la quinta volta che parlavamo in un anno, tuttavia apprezzavo lo sforzo. Gli sorrisi timidamente e bevvi un sorso d’acqua. Era un ragazzo davvero carino ma niente a che vedere con Roberto. Non che mi piacesse lui, era solo un paragone innocuo.
<< Ci devo pensare >> cambiai versione dopo l’interessamento di uno dei bellocci
<< Io vado a fumarmi una sigaretta, Roberto vieni con me? Comunque Elena devi proprio venire. Paradise è il locale più alla moda della città, mio cugino è il buttafuori e può farci entrare gratis  >> continuò lui
<< Va bene, ci vengo. Vi siete messi d’accordo vero? >> cedetti

Davide mi rivolse un sorriso a trentadue denti, qualsiasi ragazza si sarebbe sciolta. Io non mi sciolsi, perché lo conoscevo bene: lui ero stronzo proprio come Roberto. Uscì dalla porta di servizio per andare a fumare e Roberto lo seguì senza dire una parola. Molto loquace il ragazzo. In quell’opera di convincimento , oltre a Roberto, ma ormai ci ero abituata, non era intervenuto nemmeno Stefano. Quando ero entrata a far parte del gruppo, dopo che la mia amica era diventata la ragazza di Alessio, io e Stefano eravamo diventati ottimi amici. Federica diceva che lui aveva una cotta per me ma io non ci avevo mai creduto. Lo guardai di sfuggita e solo allora mi accorsi che aveva gli auricolari e che stava ascoltando della musica.
<< Ciao Stefano >> dissi togliendogli una cuffia
<< Elena, che succede? >>
<< Ti ho visto qui, tutto solo.. >>
<<  Sono solo un po’ pensieroso. Come stai? >>
<<  Troppe persone mi hanno rivolto questa domanda oggi >>
<< Ele, se hai bisogno di parlare con qualcuno, io sono qui >>
<<  Lo so. Allora come hai passato l’estate? >>  dissi cambiando argomento
<<  Ho conosciuto una ragazza ma non credo di piacergli davvero >>

Si, Federica ci aveva proprio preso. Innamorato pazzo di me! Diciamo che la mia amica vedeva solo quello che voleva vedere. Si era messa in testa la stupida idea di trovarmi un ragazzo e non si sarebbe fermata. Non l’aveva espresso esplicitamente, ma io sapevo che sognava che io diventassi la ragazza di uno degli amici di Alessio. Aveva escluso Roberto per ovvie ragioni (?) e tra Davide e Stefano aveva deciso che il mio ragazzo ideale era quest’ultimo. Da qui l’idea della cotta, uno stratagemma per farci avvicinare. La mia amica e le sue idee pazze. Come faceva Alessio a sopportarla?
<<  Perché quella faccia? Tu sei uno dei ragazzi più belli della scuola. E tra i tuoi amichetti, sei sicuramente il più serio. Non essere insicuro, chiedile spiegazioni riguardo a quello che prova >>
In quel momento rientrarono Davide e Roberto. Mi incantai a guardare l’andatura sicura di Roberto.
<< Elena, posso darti un consiglio? >> mi riportò alla realtà Stefano
<< Si certo >> risposi perplessa
<< Ho visto quello scambio di sguardi, lui è un mio amico ma è anche uno stronzo ..  >>
<< Se pensi che possa interessarmi Roberto, ti sbagli di grosso >>
<< Io parlavo di Davide. Ho visto prima come ti guardava mentre ti convinceva ad uscire >> disse sorridendo

In quel momento avrei tanto voluto sprofondare. Ma come mi uscivano certe parole di bocca? Era ovvio che si riferisse a Davide, visto che con Roberto non ci avevo nemmeno parlato. Avvampai in viso e appoggiai la fronte sulla sua spalla. Mi scompigliò i capelli e scoppiò a ridere.
<< Elena Turati e la sua cotta segreta per Roberto >>
<< Io non sono cotta di Roberto! >>
<< Se lo dici tu! >> rispose lui ridendo ancora
Certo Roberto era un gran bel ragazzo, con quel fisico statuario, quegli occhi azzurri, quei capelli castano chiaro, quel sorriso smagliante..
No, non ero cotta di Roberto Imperatore!
 
 Ciao ragazzi!
Posto anche il secondo capitolo per darvi un'idea della storia. L'ho iniziata un pò per gioco, ditemi la vostra e così valuto se continuare.
Ho dei forti dubbi e non so cosa fare. A presto, baci!!
 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


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Mi guardai allo specchio per l’ennesima volta. In quelle poche occasioni in cui ero andata in discoteca avevo indossato dei jeans stretti e un top ma stavolta avevo deciso di indossare un vestito. L’avevo trovato in fondo all’armadio e non mi era sembrato strano il fatto di vedere ancora il cartellino attaccato. Era rosa confetto, senza spalline e con delle perline sull’orlo. Avevo abbinato delle decolté nere e una pochette dello stesso colore. Avevo truccato leggermente il viso e avevo indossato il solito braccialetto. Non ero molto convinta però di uscire di casa in quel modo. Era da tempo che non indossavo un vestito e precisamente da quando Edoardo mi aveva lasciato. Non ero sicura che quello che provavo per lui fosse amore, ma mi aveva ferito. Federica mi era stata vicina, offrendomi la sua spalla su cui piangere. Si sentiva in colpa, in quanto si era appena fidanzata con Alessio e non aveva il coraggio di dirmelo in un momento del genere. L’avevo scoperto per puro caso leggendo un messaggio sul suo cellulare e avevamo litigato. Ma dopo cinque minuti avevamo già fatto pace. Il nostro rapporto era speciale, io sapevo che lei c’era per me e lei sapeva che io c’ero per lei. Qualsiasi cosa fosse accaduta, noi non ci saremmo mai perse. La vibrazione del mio telefono mi fece saltare in aria. Mi diressi verso il comodino e lessi il messaggio. Parli del diavolo..

 

<  Stiamo aspettando solo te, scendi  >

 

Respirai profondamente e scesi rapidamente le scale. Stavo per mettere piede fuori casa quando mia sorella Lily mi rivolse una frase non proprio piacevole.

 

<<  Ma dove vai conciata in quel modo? Sembri una troia  >> mi disse dal divano

 

<<  Ma stai zitta tu, che esci praticamente in mutande. Addio,stronza  >>

 

Le feci “ ciao, ciao” con la manina e chiusi la porta alle mie spalle. Alla fine del vialetto intravidi la macchina di Alessio e mi diressi verso di loro,traballando giusto un po’. Accanto ad Alessio, vi era seduta Federica che scese a salutarmi. Dal suo largo sorriso capii che le piaceva il mio abbigliamento.

 

<<  Ma sei bellissima! Finalmente hai tolto quei pantaloni!  >> esclamò

 

Anche lei indossava un vestito ma era molto più appariscente del mio. Era di colore nero e lasciava la schiena scoperta. Aprii lo sportello e mi sedetti sul sedile posteriore e solo allora mi accorsi che in macchina con loro c’era anche Davide. Fissò ogni mio centimetro di pelle scoperta e sorrise.

 

<<  Sono contento che sei venuta  >> disse spavaldo

 

<<  Grazie  >> risposi arrossendo

 

<<  Tu devi essere la sorella gemella di Elena, quella sexy  >> scherzò Alessio facendo ridere tutti

 

Dopo pochi minuti eravamo già dentro al locale. Il Paradise era un locale alla moda, con al centro un’immensa pista da ballo e ai lati c’erano dei divanetti con piccoli tavoli privati. Davide aveva prenotato proprio vicino al bancone del bar, così da poter fare rifornimento più velocemente. Mi accomodai sul divano e mi accorsi che Alessio e Federica erano già andati a ballare. Davide, invece, era in fila per prendere qualcosa da bere. Vidi arrivare Katia ed Emanuele e gli feci cenno di avvicinarsi.

 

<<  Elena, ma sei uno schianto!  >> affermò Katia sbalordita

 

<<  Grazie, anche tu  >> risposi imbarazzata

 

Emanuele si posizionò in mezzo a noi due e ci circondò con le sue braccia.

 

<<  Siete favolose ragazze. Su, andiamo a ballare  >> disse poi sorridendo

 

Mi sentivo un po’ il terzo incomodo tra le due coppie mentre mi scatenavo sulla pista. Cercai di non pensarci perché quella sera volevo solo divertirmi dopo tanto tempo. Poi ad un tratto sentii delle mani sui miei fianchi. Mi girai , pronta a schiaffeggiare lo sconosciuto, ma mi scontrai con gli occhi verdi di Davide. Mi irrigidii all’istante, senza sapere cosa fare o cosa dire. Mi circondò la vita con le braccia e mi attirò verso di sé muovendosi a tempo con la musica. Ma da quando tutta questa confidenza? O era già ubriaco oppure il vestito aveva svegliato i suoi ormoni. Mi allontanai di qualche centimetro e iniziai a ballare con lui. L’occhio lucido mi dava conferma del fatto che avesse bevuto. Quando la canzone si fermò, prima che iniziasse l’altra, fuggii dalle grinfie di Davide e mi rifugiai al bar, più imbarazzata che mai. Odiavo l’alcool e tutti i vari miscugli tra liquori e quindi ordinai una coca. Mentre stavo sorseggiando la mia bibita , un ragazzo prese posto accanto a me.

 

<<  Ciao  >> disse semplicemente sorridendomi

 

Lo scrutai da capo a piedi. Il ragazzo era messo davvero bene ma ero convinta che gli incontri in discoteca non finissero mai bene. Convinzione accentuata dai servizi al telegiornale, sempre più popolati da racconti di donne violentate dopo una serata in discoteca. Non che si dovesse fare di tutta l’erba un fascio, ma prevenire è meglio che curare. Mi sistemai meglio sullo sgabello e gli risposi.

 

<<  Non mi interessa  >>

 

<<  Cosa non ti interessa? Non ti ho chiesto niente!  >> ribatté sorpreso

 

<<  So già perché sei venuto qui  >>

 

<<  Volevo solo conoscerti  >>

 

<<  E ti ripeto, non mi interessa  >>

 

Il suo sorriso svanì e la sua espressione divenne sempre più dura. Dal suo viso deducevo che fosse più grande di me di qualche anno e , vista la sua vasta esperienza, non accettava un no come risposta.

 

<<  Se vuoi scusarmi, ciao!  >> dissi alzandomi dallo sgabello

 

Con la mano mi bloccò il polso e mi portò di nuovo di fronte a lui. Feci per dargli un ceffone ma mi bloccò anche l’altro braccio. Cominciai ad avere paura e ad avere la sensazione che quel ragazzo non si sarebbe fermato solo a questo. Sorrise malefico di fronte al mio sguardo di terrore.

 

<<  Lasciami immediatamente  >> esclamai infuriata

 

<<  Altrimenti? Mandi il tuo paparino a riempirmi di botte?  >>

 

Mi sentii morire, come se una lama avesse trafitto il mio cuore. Gli occhi iniziarono a pungermi  e, prima che me ne rendessi conto, stavo già riempiendo di pugni il suo petto.

 

<<  Ti ho detto di lasciarmi  >> gridai

 

Nessuno si voltò nella nostra direzione, semplicemente perché nessuno ci aveva sentiti a causa della musica assordante. Poi quella voce, così ferma e decisa a tal punto da spaventarmi.

 

<<  Toglile le mani di dosso, adesso  >>

 

Il ragazzo sconosciuto mi lasciò andare all’istante e io mi voltai indietro per accertarmi di aver riconosciuto bene quella voce. Con gli occhi pieni di lacrime, lo fissai negli occhi e, non riuscendo a sostenere il suo sguardo, cominciai a correre in direzione dell’uscita.  Appena misi piede fuori, una leggera brezza mi scompigliò i capelli e raggelò il mio viso inumidito. Vidi una panchina in lontananza e mi ci sedetti sopra. Io e Roberto non ci eravamo mai rivolti la parola direttamente, eppure mi aveva aiutato. Mi aveva salvato da quello stronzo per eccellenza che si era permesso di nominare il mio defunto padre. Piansi sempre più forte fino a quando non vidi una figura maschile avvicinarsi. Così mi asciugai le lacrime.

 

<<  Tranquilla, sono io  >> si annunciò

 

Roberto si avvicinò con calma e si sedette al mio fianco. Stette in silenzio per qualche minuto, poi cercò qualcosa nella tasca della giacca e avvicinò la sua mano alla mia. La aprì e riconobbi il bracciale che fino a poco prima avevo al polso e che sicuramente avevo perso nella piccola discussione.

 

<<   Grazie … per tutto  >>

 

Presi il bracciale dalla sua mano e sfiorai la sua pelle con le dita. Un brivido mi percorse la schiena e lui dovette provare lo stesso visto che ritirò la mano con una velocità disarmante. Chi l’avrebbe mai detto che Roberto Imperatore avrebbe fatto qualcosa di carino per me?

 

<<  Non l’ho picchiato, se è quello che ti stai chiedendo. Avrei voluto farlo ma non l’ho fatto. Ho visto quello stronzo strattonarti per i polsi e non ci ho visto più. So che non siamo amici ma non potevo lasciarti trattare da lui in quel modo. Cosa ti ha detto di tanto grave da sconvolgerti? Non ti conosco ma so che non sei una tipa che piange facilmente  >>

 

<<  Ultimamente piango spesso. Da quando è morto mio padre non faccio altro che piangermi addosso. Quel ragazzo me l’ha nominato e io..  >>

 

<< Oh, mi dispiace  >> rispose accarezzandomi la spalla

 

Un altro brivido. Gli sorrisi e poi riallacciai il bracciale al polso. Poteva sembrare un semplice accessorio, ma per me non lo era. Alzai lo sguardo e notai che lui stava seguendo ogni mio gesto.

 

<<  E’ importante per te quel bracciale vero? Lo guardi in modo .. strano  >> chiese

 

<<  Apparteneva a mio padre. Dopo il funerale, l’ho rubato dal suo cassetto e l’ho sempre indossato. Ogni volta che lo guardo legato al mio polso, è come se lui mi stesse tenendo la mano  >>

 

<<  Ti manca molto vero?  >>

 

Non capivo l’interessamento di Roberto nei miei confronti. Non mi aveva mai parlato e adesso mi stava facendo il terzo grado? Secondo me aveva preso una bella botta in testa.

 

<<  Si, tanto  >> risposi con gli occhi lucidi

 

<<  Ti chiedo scusa di non essere venuto al funerale  >>

 

<<  Non devi. Come hai detto, non siamo amici  >>

 

<<  Possiamo sempre diventarlo  >> propose sorridendo

 

<<  Okay  >> risposi semplicemente

 

<<  Federica sta arrivando. L’ho messa al corrente di quello che è successo e mi ha detto che ti avrebbe preso la giacca e la borsa e che ti avrebbe portato a casa. Quindi io vado..  >>

 

La mia amica fece capolino dalla porta e, non appena mi vide, mi venne incontro.

 

<<  Tempismo perfetto  >> commentai io

 

<<  Infatti. Ci vediamo Elena  >>

 

Annuii incantata e abbassai lo sguardo. Che imbarazzo parlare con uno bello come lui. Federica mi raggiunse e mi abbracciò stretta. Come sempre, lei era lì per me. Roberto tornò indietro, con le mani in tasca e un largo sorriso. Corrugai la fronte, perplessa.

 

<<  Non sei mai stata così bella, Elena. A lunedì  >> disse facendo spallucce

 

Gli rivolsi un sorriso a trentadue denti e lui se ne andò. Federica sgranò gli occhi e mi prese per le spalle.

 

<<  Che cosa è successo tra te e Roberto  >> domandò

 

<<  Non lo so  >>

 

Ed effettivamente non sapevo cosa fosse successo. Mi aveva parlato, mi aveva sorriso, mi aveva fatto un complimento e non dimentichiamoci che mi aveva salvato.

 

Oddio, sono cotta di Roberto!

Ciao ragazzi! Ecco il terzo capitolo. Spero che vi piaccia XD Vorrei sapere cosa ne pensate dei nostri protagonisti! Chi vedete sincero? Chi pensate abbia un doppio fine? Cosa succederà adesso? Sarà davvero amicizia? Avanti, non fate i timidi. Al prossimo capitolo,Piccina!

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


La mattina seguente mi svegliai con il sorriso sulle labbra. Mi alzai dal letto, baciai la foto di mio padre sul comodino e feci una lunga doccia. Mi sedetti alla scrivania e iniziai a sottolineare alcune pagine di letteratura italiana. A mezzogiorno e mezza mia madre mi chiamò dal piano inferiore per avvertirmi che il pranzo domenicale era pronto. Scesi le scale saltellando come una bambina di quattro anni. Ero stranamente di buon umore e continuavo a sorridere come un ebete.
<<  Elena, aiutami con questi   >> mi disse mia madre

Mi porse i piatti di pasta al forno e io li portai a tavola. Lily era sdraiata sul divano a guardare la tv e solo quando tutto fu pronto si accomodò al suo posto. Ero ancora arrabbiata con lei per quello che mi aveva detto la sera prima. Lei era l’ultima persona che poteva giudicarmi. Le rivolsi un’occhiataccia e lei mi mostrò il dito medio. Quanta eleganza!

<<  Smettetela ragazze!  >> urlò mamma
<<  Ha iniziato lei  >> si difese Lily
<<  Senti, non ho voglia di litigare  >> risposi riprendendo a mangiare
<<  Elena, c’è qualcosa che devi dirmi? Sei tutta pimpante, saltelli per casa  >>

Ingoiai a forza il boccone e presi tempo per inventare una balla. Non si poteva nascondere nulla a mia madre, mi capiva solo guardandomi negli occhi. Era sempre stata la mia confidente, quella a cui mi rivolgevo per un consiglio ma stavolta non me la sentivo di coinvolgerla perché non sapevo neppure io come sarebbero andate le cose, magari Roberto non mi avrebbe più rivolto la parola.
<<  Niente mamma, mi sono solo divertita ieri sera  >>

Dopo pranzo, per evitare di spaccare la faccia a mia sorella che continuava a provocarmi, decisi di andare al parco. Mi sedetti su una panchina e indossai le cuffie per ascoltare un po’ di musica. Portai le ginocchia al petto e appoggiai il mento sulle gambe. Quando la sera prima Federica mi aveva riportato a casa insieme ad Alessio, non aveva fatto altro che tempestarmi di domande. Le avevo raccontato ogni cosa, ogni parola, ogni dettaglio mentre lei aveva assunto un’espressione indecifrabile. Non capivo se era contenta che io e Roberto ci fossimo parlati o se era terrorizzata. Alessio non si era espresso e si era limitato a guidare. Sapevo di non dover dare importanza alla cosa, Roberto aveva cercato solo di fare il carino e di consolarmi per quello che era successo. Non sapevo cosa aspettarmi adesso: sarebbe veramente diventato mio amico? In realtà, qui lo dico e qui lo nego, avrei tanto voluto essere più di un’amica per lui. Mi era sempre piaciuto, in fondo, ma gli ero sempre stata alla larga per via della sua fama a scuola. Magari la sua era una copertura, magari non era poi così tanto stronzo o magari mi stavo solo illudendo. Alla fine avevamo scambiato si e no due parole, perché mi stavo facendo tutti questi film? Quando mi aveva sfiorato la spalla, ero andata in iperventilazione. Non era la prima volta che un ragazzo mi toccava, ma con lui era stato diverso. Un brivido mi aveva percorso tutto il corpo, come se la mia pelle volesse stare a contatto con la sua. Qualcuno mi sfiorò la schiena  e mi distolse dai miei pensieri. Mi girai di scatto spaventata e mi ritrovai davanti il sorriso di Stefano. Mi diede un bacio sulla guancia e prese posto accanto a me.

<<  Stefano, che fine hai fatto ieri sera? Perché non sei venuto?  >>
<<   Ho avuto da fare. Ma sono già al corrente di tutto  >>
<<   Non sai che paura. Per fortuna c’era Roberto  >>
<<  Elena, non ti illudere. Lui non è quello che sembra  >>
<<  Perché pensi queste cose di lui?  >>
<<  Ho visto come si comporta con le ragazze, le usa e poi le getta  >>
<<  Ha detto che mi sarà amico, non che mi porterà a letto  >>
<< La vita è tua quindi decidi tu. Stai solo attenta  >>

Perché Stefano si era preso la briga di mettermi in guardia? Sapevo benissimo che tipo di persona era Roberto e, nonostante tutto, volevo provare a conoscerlo meglio. Forse la sua bellezza aveva offuscato la mia capacità di giudizio ma avevo sempre pensato che non ti puoi basare su quello che dicono gli altri e che le apparenze spesso ingannano. Quella notte non riuscii a dormire, continuavo a riflettere sulle parole di Stefano. Mi stavo davvero illudendo? Vedevo veramente dei pregi in lui che in realtà non esistevano? Il giorno dopo, chiesi a Federica cosa ne pensasse mentre stavamo andando a scuola.

<<  Ele, posso essere sincera? Lascia stare Roberto, non è adatto a te  >>
Se tutti la pensavano così, perché io speravo ancora  in una redenzione? Annuii abbassando lo sguardo, lei si fermò di colpo e mi costrinse a guardarla negli occhi.
<<  Promettimi che gli starai lontano. E poi c’è già qualcun altro che sbava per te  >>
<<  A chi ti riferisci?  >>
<<  A Davide. Ho visto come ballavate sabato sera. Ha confidato ad Alessio che tu gli piaci veramente  >>
<<  Lui non era come Roberto?  >>
<<  Credimi, non è affatto come lui  >>

Sorrisi forzatamente e ripresi a camminare. Durante le lezioni, non feci che pensare a lui. La professoressa di italiano mi rimproverò più volte fino a quando non mi chiese di ripetere cosa stava spiegando. Cercai di arrampicarmi sugli specchi, aiutata dai suggerimenti di Federica, ma lei capì subito che non avevo ascoltato proprio nulla. Mi fece lasciare l’aula, gridando che per questa volta non mi avrebbe mandato dal preside ma che si sarebbe limitata a mettermi due sul registro. La mandai a fanculo mentalmente. Cosa ne capiva di sentimenti una zitella acida! Fortunatamente l’avevo solo pensato e non l’avevo detto a voce alta. Svoltai l’angolo e uscii fuori in giardino. Chiesi ad un ragazzo di un’altra sezione di regalarmi una sigaretta e lui me ne porse una sorridendo. Mi prestò l’accendino per accenderla e, dopo aver fatto il primo tiro, glielo restituii ringraziandolo. Mi appoggiai alla colonna dell’ingresso, godendomi quel momento di pace.

<<  Non sapevo che tu fumassi  >>
<<  Ci sono tante cose che non sai di me  >> risposi a tono voltandomi verso il mio interlocutore
<<  Non ti ho mai visto fumare, sei una ragazza piena di sorprese  >>
<<  In realtà, fumo solo quando sono nervosa  >>
<<  E il motivo del tuo nervosismo ?  >>
<<  La prof mi ha cacciato dall’aula, non era mai successo prima  >>
<<  C’è sempre la prima volta. Io ho chiesto di andare in bagno e invece mi sono fatto un giro. Adesso torno in classe prima che il professore
si incazzi  >>
<<  Okay. Ciao Davide !  >>
<<  Ci vediamo a pranzo  >> rispose sorridendo

Quando la campanella suonò, decisi di tornare in classe anche io. Le ore seguenti passarono velocemente, anche perché mandai messaggi tutto il tempo alla mia amica per raccontarle del mio incontro. Lei sorrideva entusiasta e saltellava sulla sedia. A pranzo, presi il mio solito panino con coca e mi diressi al tavolo. Katia, Emanuele e Davide erano già seduti. Li salutai e mi sedetti ad aspettare Federica che era ancora in fila con Alessio. Accanto a me prese posto Stefano con i soliti auricolari alle orecchie. Ultimamente era molto strano, qualcosa lo turbava ma non capivo cosa. Gli sorrisi e bevvi un sorso della mia bibita. Vidi arrivare Roberto e trattenni il fiato. Non lo vedevo da due giorni, possibile che fosse sempre più bello? Fece un cenno verso di noi e si sedette in fondo al nostro tavolo.

<<  Elena, è vero che oggi la prof ti ha fatto uscire dall’aula?  >> chiese Katia dal nulla voltandosi verso di me
<<  Si, non stavo seguendo la lezione  >> risposi sorridendo
<< A lmeno ne hai approfittato per fumarti una sigaretta  >> si intromise Davide

Tutti si voltarono verso di me, compreso Roberto. Era la prima volta che mi guardava da quando si era seduto con noi. Era sorpreso che io avessi fumato o che avessi passato del tempo con il suo amico? Sorrisi timidamente e abbassai lo sguardo. Davide mi aveva messo in imbarazzo davanti a tutti e stava pure sogghignando soddisfatto. Arrivarono Federica e Alessio e il discorso finì lì. Quando ci alzammo per tornare in classe, vidi Roberto uscire in fretta e furia dalla mensa. Lo inseguii senza sapere neanche cosa dirgli.

<<  Roberto!  >> lo chiamai
<<  Oh, ciao Elena  >> si girò a guardarmi
<<  Volevo ancora ringraziarti per l’altra sera  >> mi inventai sul momento
<<  Non devi, l’avrei fatto con chiunque. Adesso vado..  >>
<<  Ciao  >> dissi mentre mi dava le spalle e si allontanava

Ma che cosa gli era preso? Sembrava volesse scappare da me. Un attimo prima vuole essere mio amico e l’attimo dopo gli da fastidio se gli parlo. Chi avrebbe mai capito gli uomini! Quella sera quando tornai a casa, mia mamma era già all’opera per la cena. Andai in camera mia a posare lo zaino e accessi il computer portatile che c’ era sulla scrivania. Aprii il mio profilo su Facebook e vidi in alto a destra un invito ad un evento. Piscina party a casa di Davide, venerdì pomeriggio. Risposi che forse sarei andata e subito dopo lui mi contattò in chat.

<<  Tu devi venire alla mia festa! I miei sono fuori città e avremo tutta la casa libera. Ho invitato tutte le quinte! Sarà uno sballo!  >>
<<  Non lo so, mi imbarazza un po’ mettermi in costume  >>
<<  Ma se sei bellissima! Non accetto risposte negative. Tu ci vieni e basta!  >>

Qualcosa mi diceva che a quella festa lui ci avrebbe provato spudoratamente con me. Ero indecisa, non sapevo se andarci o meno. Ripresi la pagina dell’evento e guardai i partecipanti. Fra la lista spuntò il nome di Roberto. A quel punto decisi che sarei andata alla festa , almeno avrei potuto parlare ancora con il bel tenebroso e scoprire qualcosa di più sul suo comportamento.

<<  Okay, ci vengo  >>
<<  Sono l’unico che riesce a convincerti ultimamente  >>
Da un lato mi dispiaceva illuderlo visto che era anche carino però la mia priorità adesso era dimostrare a tutti che Roberto era diverso, che non era il mostro che tutti descrivevano.

Sarei riuscita nella mia impresa o avrei dato ragione agli altri alla fine?



Ciao ragazzi! Ecco il quarto capitolo che ci mostra un Roberto distante e un Davide sempre più interessato ad Elena. Cosa succederà al piscina party? Vi assicuro che ne vedremo delle belle! I primi 3 capitoli non vi sono proprio piaciuti eh? Nessuna recensione. In realtà ci sono rimasta un pò male perchè so che potete fare di meglio, almeno ditemi dove sbaglio se non vi convince molto. A presto, Piccina
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Il venerdì successivo arrivò in un batter d’occhio. Ero molto agitata all’idea di andare al party in piscina. Per l’occasione io e Federica eravamo andate a comprare dei nuovi bikini: il mio, di colore rosa, risaltava tutte le mie forme che mi ostinavo a nascondere.  Ero anche andata a fare la ceretta al centro estetico. Tutte le ragazze più belle della scuola sarebbero state presenti ed io non volevo sfigurare. Per giorni Roberto mi aveva evitato a scuola ed io continuavo a non capire il perché di questo cambiamento. Quel pomeriggio, alle quattro in punto, varcai il cancello di casa di Davide insieme a Stefano. Gli avevo chiesto di accompagnarmi perché era l’unico ragazzo che sapesse mettermi a mio agio. La piscina era già piena zeppa di studenti che si schizzavano e ridevano come matti. Non appena Davide mi vide all’ingresso, si precipitò a salutarmi e mi diede un piccolo bacio sulla guancia. Mi invitò ad andare a spogliarmi nello spogliatoio adibito e così feci. Chiusi la porta alle mie spalle e fortunatamente non vi era nessuno all’interno. Sfilai il prendisole e cercai il pareo nella borsa. La porta si aprì di scatto e sulla soglia comparve Roberto. Scrutò tutto il mio corpo, come incantato, e si passò la lingua sulle labbra. Rimasi pietrificata in un primo momento, poi indossai il pareo e abbassai il capo imbarazzata.

<<  Che bel bocconcino  >>

Non gli risposi, indossai gli occhiali da sole e feci per andarmene ma lui mi si parò davanti. Il mio cuore prese a battere all’impazzata, le mie mani iniziarono a tremare. Perché era così vicino?
<<  Perché stai scappando? Potremmo parlare prima  >> continuò
<<  Parlare? Mi hai evitato per giorni, perché vuoi parlarmi adesso?  >>
<<  Sei arrabbiata per caso?  >> chiese avvicinandosi ancora
<<  No, affatto. Perché dovrei esserlo? Non piango mica se non mi rivolgi la parola  >>
<<  Ti ho detto che saremmo stati amici quindi..  >>
<<  Non devi mantenere una promessa che hai fatto per compassione  >>
<<  Ero sincero. Voglio esserti amico  >>
<<  Non me lo hai dimostrato, adesso lasciami passare  >> affermai decisa

Lui si scostò e io mi catapultai in giardino. Mi avvicinai ai miei amici e cominciai a parlare del più e del meno. Poi, dal nulla, Davide mi prese in braccio e mi buttò in acqua. Risalii velocemente e inizia a tossire. Si avvicinò preoccupato e mi diede qualche colpo sulla schiena.
<<  Stai bene? >>
<<  Si, non ho avuto tempo di prendere aria >>

Alzai lo sguardo e notai che, dall’altro lato della piscina, Roberto stava baciando la mia compagna di classe Ilenia. Mi salì come un nodo in gola e, quando lui incrociò il mio sguardo, dopo aver staccato le sue labbra da quelle della ragazza, mi rivolse uno sguardo di sfida. Senza pensarci due volte, presi Davide per un braccio e lo strinsi a me. Lo guardai intensamente negli occhi e gli buttai le braccia al collo. Fu sorpreso dal mio gesto ma poi sorrise e mi baciò. Un bacio intenso, appassionato. Mi accarezzò la schiena con le mani e mi avvicinò sempre di più al suo corpo, fino a farlo aderire. Arrossii per la vergogna e mi staccai delicatamente. Avevo fatto una cazzata, non si poteva più tornare indietro. Come mi era venuto in mente di far ingelosire Roberto se tra di noi non era mai successo nulla? Perché sentivo l’esigenza di dimostrargli che lui non contava per me? Ma soprattutto perché lui adesso si era incupito e mi stava rivolgendo uno sguardo di fuoco? Uscii velocemente dalla piscina e mi asciugai frettolosamente. Mi accomodai su una sdraio e Federica e Katia mi raggiunsero. Erano proprio due pettegole.

<<  Tu e Davide vi siete baciati! >> annunciò Katia
<<  L’hanno visto tutti  >> risposi sarcastica
<<  Cosa hai provato?  >> domandò Federica
<< E ’ un bel ragazzo ma ancora non mi convince del tutto. Vedremo >>

Quando cominciò a fare buio e tutti se n’erano già andati, Davide propose a noi del gruppo di restare per una pizza. Oltre noi otto, sarebbe rimasta anche Ilenia, ormai avvinghiata a Roberto. Il mio pseudo ragazzo mi prestò il suo bagno per farmi una doccia, menomale che Federica mi aveva suggerito di portare un cambio. L’acqua calda mi coccolò per circa un quarto d’ora, fino a quando Davide non mi chiese di lasciare il bagno a un’altra persona. Attorcigliai un asciugamano al mio corpo e mi diressi nella stanza adiacente per vestirmi. Sdraiato sul letto, c’era Roberto. Stava ancora indossando il costume ed era a petto nudo. La mia temperatura corporea salì drasticamente quando si alzò e mi venne incontro sorridendo.

<<  Non dirmi che sei nuda  >>
<<  Sono appena uscita dalla doccia, non la faccio vestita  >>
<<  Si ma questo non è giusto, mi ecciti  >>
<<  Roberto ma che problema hai? Ci conosciamo da un anno e non mi hai mai preso in considerazione. Cosa è cambiato adesso?  >>
<<  Capita spesso di guardare ma di non vedere davvero. Ho sempre pensato che fossi una santarellina ma a quanto pare non è così e quindi sono … curioso  >>
<<  Cosa? Non ti seguo  >>
<<  Tua sorella Lily ha raccontato delle  belle storielle sul tuo conto a mio fratello. Mi hai sconvolto,Turati!  >> sorrise malizioso
<<  Cosa?  >> sbraitai

Mia sorella Lily sarebbe morta tra qualche ora, questo era certo. Perché aveva mentito a Roberto? Per farmi uno scherzo? Io non lo trovavo divertente, anzi provavo un certo imbarazzo. Decisi di continuare con le domande, c’erano ancora alcune cose che volevo sapere.

<<  Cosa hai saputo?  >> domandai furiosa
<<  Non scendiamo nei dettagli, diciamo che te la sei spassata con alcuni ragazzi. Quando l’ho saputo, non riuscivo a crederci. Come avevo fatto a lasciarmi sfuggire una preda talmente succulenta?  >>
<<  Adesso capisco. Ecco perché hai fatto il gentile con me, avevi uno scopo ben preciso: scoparmi >>
<<  Non fare finta di scandalizzarti, Elena  >>
<<  C’è una cosa che però non quadra. Perché hai rinunciato al tuo intento poi?  >>
<<  Perché tu piaci a Davide. Si è preso una cotta per te quest’estate ma non ha avuto il coraggio di farsi avanti,  considerato il tuo lutto. Adesso è partito in quinta e io non voglio competere con lui  >>
<<  Quindi adesso tornerai ad ignorarmi? >>
<<  Sai, dopo averti visto in costume, vorrei testarti sul campo prima di lasciarti definitivamente a lui. Qui c’è un letto, abbiamo tutto il tempo  >>
<<  Puoi scordartelo! E poi faresti questo ad un tuo amico?  >>
<< Credimi, non è la prima volta che condivido una ragazza con i miei amici  >>

Che squallore! Gli mollai un ceffone in pieno viso, presi i miei vestiti e andai a cercare un’altra stanza. Per chi mi aveva preso? Indossai il vestito che mi ero portata dietro e un paio di sandali. Scesi al piano terra e aspettai che anche gli altri finissero di prepararsi. La discussione con Roberto mi aveva sconvolto. I miei amici avevano ragione su di lui, quel ragazzo faceva tutto per uno scopo. Per non parlare di mia sorella Lily, dopo cena sarei andata dritta a casa a tirarle i capelli. Cosa ci aveva guadagnato da tutto questo?

<<  Siamo qui!  >> annunciò Katia con le pizze in mano seguita da Emanuele
<<  Finalmente si mangia!  >> esclamò Davide sedendosi accanto a me e abbracciandomi
<<  Aspettiamo Ilenia, deve ancora finire di prepararsi  >> rispose Roberto scendendo le scale
<<  Io ho fame e anche gli altri. Aspettala tu se vuoi  >> dissi con una smorfia
<<  Concordo con Elena  >> rispose Stefano e tutti gli altri annuirono

Non rispose e andò a fumarsi una sigaretta. Almeno riuscivo a farlo arrabbiare! Al termine della cena e dopo altri due baci con Davide, speravo davvero non si considerasse il mio ragazzo fisso, tornai a casa in macchina con Federica, Alessio e Stefano. Nessuno si era fortunatamente accorto delle frecciatine tra me e Roberto e dei nostri sguardi assassini. Per questa volta, nessun interrogatorio. Quando arrivai a casa, verso le dieci e mezza, mia mamma era ancora sveglia e stava stirando. Entrai come una furia, lanciai la borsa sul divano e mi diressi al piano superiore.

<<  Elena, che succede?  >> chiese mia madre seguendomi
Spalancai la porta della stanza di mia sorella e la vidi sdraiata sul letto con il computer a fianco. Mi scaraventai su di lei e cominciai ad urlare.
<<  Che cazzo hai detto al fratello di Roberto?  >>
<<  Niente, ho inventato alcune balle sul momento  >> rispose sorridendo
<<  Come ti sei permessa? Perché l’hai fatto? >>
<<  Per farmi quattro risate. Non sapevo che lui avrebbe riferito tutto a suo fratello >>

La presi per i capelli e la trascinai giù dal letto. Lei fece lo stesso con me e partirono gli insulti. Arrivò mia madre a divederci, gridando come una matta. Sapevo che odiava vederci litigare ma come potevo fargliela passare liscia? Come potevo perdonarle una cosa del genere?
<<  Basta! Non ne posso più! Non fate altro che litigare!  >>
<<  Se sapessi quello che ha fatto..  >>
<<  Elena, vai in camera tua. E tu Lily, domani facciamo i conti. Adesso andate a dormire! >>

Uscii dalla stanza e andai in camera mia, il mio porto sicuro. Quella giornata era stata lunga e piena di scoperte. Tutto l’interessamento di Roberto nei miei confronti era basato su delle fesserie raccontate da mia sorella. Mi ero illusa, avevo fantasticato su quel salvataggio. Gli avevo dato il beneficio del dubbio, gli avevo dato una possibilità e lui mi aveva dimostrato di non meritare niente.

Mi ero sbagliata su di lui, avevo proprio preso una cantonata!




Ciao a tutti! Questo è il quinto capitolo della mia storia, un capitolo che rivela un pò di cose e ci fa capire quanto stronzo sia Roberto.
Per non parlare della sorella Lily.. Cosa succederà adesso? Cosa vi aspettate? Voglio ringraziare la persona che mi ha chiesto di continuare questa storia, Chiara, e visto che nessun altro si è fatto avanti a commentare, dedico a lei il capitolo. Spero ti sia piaciuto! Aspetto con ansia le vostre recensioni. A presto!

 
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Non ero mai arrivata in ritardo a scuola ma quel lunedì sarebbe successo. Come si dice? C’è sempre una prima volta per tutto! Chiusi bruscamente la porta di casa e corsi a scuola. Federica mi aveva aspettato per un bel po’ ma poi ci aveva rinunciato. Non avevo sentito la sveglia, troppo presa dal sogno che stavo facendo. Il protagonista, che purtroppo era Roberto, era sdraiato sul mio letto completamente nudo con l’intento di sedurmi. Come avrei fatto adesso a guardarlo negli occhi se lo avessi incontrato? Comunque, sogno erotico a parte, mia sorella si era anche chiusa per mezzora in bagno. Era furiosa con me perché la mamma le aveva proibito di uscire per una settimana intera. Così imparava a parlar male di me! Dovevo riconoscere però che, se non fosse stato per lei, Roberto non si sarebbe mai accorto della mia esistenza. Quindi diciamo che forse un giorno avrei potuto perdonarla. Non appena vidi l’edificio, rallentai e ripresi fiato. L’orologio sul mio polso segnava ormai le otto e trenta e non c’era altra soluzione se non quella di entrare a seconda ora. Mi sedetti sulla panchina accanto all’ingresso e presi il libro di italiano per ripassare. La mia amorevole professoressa  mi avrebbe sicuramente interrogato, dopo aver pensato che ero arrivata apposta in ritardo. Nessuna poteva fregarmi!

<<  Guarda guarda, chi si rivede  >>

Quella voce, la sua voce mi fece rabbrividire. Non lo vedevo dal piscina party di venerdì e per due giorni avevo  pensato e ripensato al momento in cui l’avrei rivisto . Per non parlare del sogno della sera prima, che peggiorava le cose. Alzai lo sguardo su di lui dopo interminabili secondi.
<<  Che vuoi ancora?  >>
<<  Sei sempre così scontrosa. Volevo solo sapere come stai  >>
<<  Sto benissimo. Tu cosa ci fai qui?  >>
<<  Io entro quasi sempre a seconda ora, per evitare le interrogazioni  >>
<<  C’era da aspettarselo, lo studio è l’ultimo dei tuoi pensieri  >>
<<  Questo è vero  >> disse sedendosi accanto a me

Si avvicinò pericolosamente al mio collo e annusò il mio profumo. Scattai subito in piedi portandomi involontariamente la mano dove lui aveva appoggiato le sue labbra. Sorrise notando il mio gesto e io arrossii istintivamente. Era l’unica persona che mi mettesse in soggezione, l’unico che mi facesse scoppiare il cuore quando si avvicinava troppo.
<<  Ma che fai? Smettila di fare così. Fra me e te non ci sarà mai niente!  >> gridai incrociando le braccia
<<   Perché? Non ti piaccio come gli altri?  >> rispose a tono affiancandomi

Doveva smetterla con questa storia. E l’unica soluzione era dirgli che non era vero niente di quello che aveva saputo da suo fratello. Alzai lo sguardo, pronta a parlare, e incrociai i suoi occhi troppo vicini ai miei. Le sue labbra ad un passo dalle mie. Cazzo, mi stava per baciare! E io? Avrei ricambiato? La campanella mi fece sobbalzare e mi spostai di colpo. La sua bocca si adagiò sulla mia guancia e io mi allontanai.
<<  Devo andare in classe!  >> risposi prendendo la borsa e varcando l’ingresso

Lo lasciai lì impalato con la consapevolezza di essere stato respinto ancora una volta. Bussai alla porta della mia classe ed entrai. La professoressa mi scrutò bene prima di farmi cenno di avvicinarmi alla cattedra.
<<  Turati, io riconosco i furbi come lei. Si accomodi per l’interrogazione insieme ai suoi compagni. Appena finisco con Lamberti, passo subito a lei  >>
<<  Veramente non volevo saltare l’interrogazione, ma semplicemente la sveglia non ha suonato. Ma mi interroghi lo stesso, così potrò dimostrarle che ho studiato  >>
Annuì impassibile e tornò a porre domande al mio povero compagno. Uno a zero per me, cara professoressa. Mi interrogò qualche minuto dopo, rivolgendomi le domande più difficili. La spiazzai quando risposi a tutto. Alla fine mi mise un sei e mezzo, giusto per non darmi soddisfazione. Quel giorno a pranzo, arrivai per prima al nostro solito tavolo.  Mentre mi accomodavo, in lontananza vidi Roberto. Speravo vivamente che fosse tornato ad ignorarmi, visto che non sarei riuscita più a trattenermi dal baciarlo. Mi sorrise malizioso e sorprendendomi si sedette accanto  a me.

<<  Ciao Elena  >> disse a pochi centimetri dal mio viso
<<  Non molli facilmente la presa! >>
<<  Io adoro le sfide e ho capito che fai la preziosa perché l’attesa aumenta il piacere  >>
<<  Tu capisci solo quello che vuoi capire ..  >>
<<  Non sapevo che voi due foste amici  >>

La voce di Davide ci distrasse dalla nostra conversazione e Roberto tornò in posizione eretta. Ero proprio curiosa di sentire la sua spiegazione. Cosa gli avrebbe detto? Che mi stava togliendo una ciglia dall’occhio?
<<  Ciao Davide  >> gli sorrisi
Lui prese posto sulla sedia accanto e così adesso mi ritrovavo tra due fuochi. Mi diede un piccolo bacio a fior di labbra e guardò il suo amico in attesa di una risposta. Roberto sembrava impietrito.
<<  Ho pensato di fare amicizia con la ragazza del mio amico  >> disse poi riprendendosi
Ragazza? Questa era la degna punizione per chi cerca di far ingelosire quello che le piace! Davide sorrise e cominciò a mangiare. Arrivarono anche Federica, Alessio e Stefano.

<<  Elena, possiamo parlarti un attimo?  >> mi sussurrò Alessio all’orecchio indicando Federica
<<  Si, certo  >>  risposi allarmata e li seguii
<<  Elena, dove state andando?  >> domandò Davide fermandomi per un braccio
<<  Arriviamo subito! >>
Roberto ci guardò perplesso mentre Stefano si unì a noi. Cosa dovevano dirmi quei tre? Mi spaventai un po’ quando mi accerchiarono non appena misi piedi fuori dalla porta di servizio.
<<  Ele, oggi Alessio ha sentito delle voci a scuola sul tuo conto .. >> iniziò Federica
<<  Cazzo, Roberto ha sparso la voce!  >>
<<  E’ vero quello che si dice di te?  >> mi chiese Stefano
<<  No e voi dovreste saperlo. Sono delle bugie! >>
<<  Ve l’avevo detto ragazzi che erano cazzate  >> mi difese la mia amica
<<  Perché allora Roberto le racconta in giro?  >> domandò Alessio
<<  Lily mi ha fatto uno scherzo, ha detto al fratello di Roberto tutte queste fesserie per farmi arrabbiare. Sapete che non andiamo molto d’accordo e crede di essere spiritosa..  >>
<<  Ma che stronza  >> commentò Stefano
<<  Puoi dirlo forte!  >>
<<  Elena, ti posso assicurare che quei pochi ragazzi che lo sanno non lo diranno in giro. Tutti dimenticheranno questa storia nel giro di qualche giorno. Torniamo dagli altri adesso  >>

Alessio cercava di consolarmi ma invano. Ero sicura che presto tutti sarebbero venuti a conoscenza delle frottole inventate da mia sorella e io a quel punto non avrei avuto più il coraggio di mettere piede a  scuola. Rientrai in mensa seguita dai miei amici e mi diressi al tavolo. Durante il tragitto, mi si parò davanti la mia compagna di classe Ilenia. Sorrise malefica e si portò una mano sul fianco.
<<  Ecco la troietta della scuola! Chi si aspettava tutto questo da una faccia d’angelo  >>
Tutti i ragazzi della mensa smisero di mangiare e si girarono verso di noi. Gli occhi iniziarono a pungermi ma una forza sconosciuta le ricacciò indietro. Come si permetteva quell’oca giuliva di darmi della troia? Avrei voluto picchiarla per farla smettere di sorridere in quel modo ma decisi di controbattere a parole.
<<  Ilenia, levati dalle palle e torna a fare la civetta  >> risposi per poi andarmene
<<  Vai di fretta? Qualcuno ti sta aspettando per un servizietto in bagno?  >> gridò

Abbassai lo sguardo imbarazzata e uscii dalla mensa. In sottofondo sentii la voce di Federica che riempiva di insulti Ilenia. Perché non avevo reagito? Perché non le avevo tirato un pugno? Mi ero comportata da codarda. Mio padre mi aveva sempre insegnato a combattere, a non mollare mai e io me l’ero filata senza rispondere. La verità era che quelle parole mi avevano ferita e umiliata. Perché Ilenia mi aveva sputtanato in quel modo? Io non le avevo fatto niente!
<<  Elena!  >> mi fermò Roberto in corridoio
<<  Sei uno stronzo!  >> gridai tra le lacrime
<<  Non pensavo che l’avrebbe detto a tutti  >>
<<  Fanculo! Lasciami da sola!  >>

Lasciai la scuola fra le lacrime e mi diressi nell’unico posto che mi avrebbe fatta sentire meglio. Mi sedetti sull’erba e iniziai a raccontare a mio padre ciò che era successo. Mi sfogai con lui, o meglio con la sua tomba, e piansi ininterrottamente per mezzora. Qualcuno prese posto al mio fianco e mi stupii nel vedere mia sorella Lily. Mi guardò dispiaciuta e mi appoggiò una mano sulla spalla.
<<  Elena, mi dispiace. Federica mi ha raccontato tutto. Io volevo solo farti uno scherzo, non sapevo che quello stronzo di Roberto lo avrebbe rivelato all’intera scuola  >>
<<  Perché l’hai fatto?  >>
<<  Non lo so nemmeno io.  Il nostro rapporto, già a malapena esistente, è andato in frantumi da quando è morto papà. Pensi di essere l’unica a sentire la sua mancanza quando io non faccio altro che pensare a lui. Ti ricordi come ho saputo della sua morte? Ero in vacanza studio in Inghilterra e la telefonata della mamma è stata come una doccia fredda. Prima di partire, io e papà avevamo litigato. Le ultime parole che gli ho detto sono state: passerò un’estate migliore senza vederti. Sono stata male per questo e mi sono chiusa in me stessa. Ognuno esprime il dolore a modo proprio. Tu hai sempre pensato che a me non importasse niente della sua morte ma non è così. Sei sempre stata la sua preferita e forse pensi di avere il diritto di soffrire più di me. Mi manca ogni giorno, ogni ora..  >> confessò piangendo

Quelle parole mi sconvolsero. Lily non mi aveva mai detto queste cose, si era tenuta dentro questo dolore per due mesi senza farmi partecipe. La abbracciai forte per tirarla su di morale. Io volevo bene a mia sorella, l’avrei protetta a costo della mia vita. Solo che è difficile dimostrare di voler bene ad una persona, soprattutto in famiglia quando si danno molte cose per scontate. Tutto questo però non la giustificava: mi aveva dipinto come una ragazza facile quando io non lo ero affatto.
<<  Lily, da oggi in poi, smettiamola di farci la guerra!  >> proposi
<< Perdonami per quello che ho fatto, non succederà più >> disse abbracciandomi ancora
<<  Ti perdono >> risposi

E non ero diventata buona all’improvviso: avevo guardato la foto di mio padre. Non volevo dargli una delusione, non volevo che la famiglia si sgretolasse a causa mia. Per il resto, ci avrei pensato dopo. Adesso, abbracciare mia sorella e dimostrarle che era importante per me, erano le uniche cose che contavano davvero.
 
 
 
 

Ciao ragazzi!
Rieccomi qui con il sesto capitolo. Roberto non ama sentirsi rifiutato e rivela a tutta la scuola quello che sa sul conto di Elena. Poverina, insultata davanti a tutti da quell'odiosa oca! Lei giustamente ci rimane male e scappa dalla scuola. Da notare il gran bene che le vogliono Federica, Alessio e Stefano che la avvertono prima di quello che succederà. Alla fine c'è il chiarimento con la sorella che mi sembrava doveroso. Non sarà di certo tutto rose e fiori tra loro due ma le cose sono nettamente migliorate. Spero che vi sia piaciuto! Ringrazio le persone che mi seguono *_* vi adoro e l'adorabile ragazza che mi ha lasciato una recensione LU :* Spero di ricevere altri pareri XD Alla prossima!
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Per due giorni mi ero rinchiusa in casa. Quello che era successo a scuola mi aveva messo in imbarazzo e non sarei riuscita a camminare per il corridoio con lo sguardo di tutti puntato addosso. I miei amici avevano cercato di convincermi, prima Federica e Alessio e poi Stefano. I loro sforzi, però, non erano serviti a niente. Non avevo nemmeno aperto il computer, sicura che la mia bacheca fosse piena di frasi poco gentili soprattutto da parte di quella stronza di Ilenia. Mi ero chiesta il perché del suo comportamento, non eravamo mai state amiche ma nemmeno nemiche. Deve aver pensato a me come una rivale e quindi voleva farmi fuori dai giochi. La cosa certa era che non avrei mai perdonato Roberto. Come aveva potuto farmi una cosa del genere? I miei continui rifiuti non gli erano piaciuti molto ma arrivare addirittura a raccontare a tutti i miei segreti più nascosti, era da codardi. Se solo sapesse che quelle storie erano in realtà delle bugie, chissà come reagirebbe! Mi alzai dal letto e guardai fuori dalla finestra. Le strade erano buie e deserte, segno che tutti erano già a tavola. Infatti, poco dopo, scesi in cucina per la cena. Mangiai senza voglia quella coscia di pollo al forno e tornai in camera mia. Mia mamma mi aveva chiesto più volte cosa avessi, ma le avevo detto che mi sentivo poco bene. Ci era cascata con tutte le scarpe, buona com’era. Mi sdraiai sul letto e guardai il soffitto. Passavo il tempo ad oziare, quando invece avrei dovuto studiare. Federica mi aveva portato gli appunti di italiano e di storia facendomi promettere di recuperare. Qualcuno bussò alla porta e mi misi a sedere. Adesso a chi toccava convincermi a tornare a scuola?

<<  Elena, sono Lily  >> disse spiazzandomi
<<  Vieni, entra  >> le risposi
Entrò in camera mia, chiuse la porta alle sue spalle e si sedette sul letto accanto a me.
<<  Devi tornare a scuola. E non te lo sto chiedendo, te lo sto ordinando  >>
<<  Sei più piccola di me quindi non puoi darmi ordini. E poi non me la sento  >>
<<  Stefano mi ha detto che nessuno parla più di te ormai. Lo sai, i pettegolezzi durano qualche giorno, il tempo di essere rimpiazzati da altri  >>
<<  Ha chiamato a casa?  >> domandai incrociando le braccia
<<  Si, ha chiamato lui, Katia e un certo Davide  >>

Avevo evitato le sue chiamate al cellulare e i suoi messaggi. Non volevo parlare con lui, punto di basta. Non lo consideravo il mio ragazzo, lo avevo baciato solo un paio di volte, e questo non significava niente. Quello che mi faceva incazzare di più era il fatto che l’unico che dovesse scusarsi non chiamava e se ne fregava altamente di me. Come avevo potuto sbagliarmi tanto su di lui?

<<  Sono miei amici, si preoccupano per me  >>
<<  Ti prego, non perdere altri giorni di scuola. Non farmi sentire ancora di più in colpa  >>
<<  Va bene, va bene  >> acconsentì

Lily mi sorrise e uscì. In questi giorni ci eravamo riavvicinate molto, avevamo dimenticato tutte le incomprensioni e i litigi degli ultimi mesi. Mi sdraiai sul letto, intenzionata ad addormentarmi. Dei piccoli rumori attirarono la mia attenzione. Mi avvicinai alla finestra e vidi Roberto lanciare dei sassolini contro il vetro. Ma cosa ci faceva qui ? Mi affacciai incuriosita e lui strabuzzò gli occhi quando mi adocchiò.
<<  Ma che cosa stai facendo?  >> domandai incredula
<<  Devo parlare con te. Scendi, per favore  >>
Senza pensarci due volte, presi la giacca e scesi in giardino. Perché ero curiosa di sapere quello che doveva dirmi? Lui mi stava aspettando proprio dietro la porta, per un pelo non ci scontrammo. Presi posto sulla panca sotto il portico e lui si accomodò al mio fianco. Accavallai le gambe e aspettai che lui parlasse.

<<  Elena, mi dispiace tanto. Non dovevo dire ai ragazzi quelle cose ma pensavo che per te non fosse un problema. Poi ho visto come hai reagito, non sei più venuta a scuola e così ho deciso di venire a chiederti scusa di persona. Ecco questo è tutto  >>
<<  Roberto Imperatore. Tu non pensi mai alle conseguenze delle tue azioni, tu sei egoista e prepotente. Sei un ragazzino immaturo che si arrabbia se una ragazza lo rifiuta. Pensi di essere migliore di chi ti sta intorno, ma tu non sei nessuno. Non potrò mai..   >>

Senza alcun preavviso, avvicinò il suo volto al mio e mi baciò. La sua lingua chiese accesso alla mia bocca e, se in un primo momento glielo negai, poi mi lasciai andare. Mi accarezzò la guancia con una mano e con l’altra mi avvicinò a lui premendo sulla schiena. Era come se il mondo attorno a noi si fosse fermato. Poi, ad un tratto, mi lasciò andare e staccò delicatamente le sue labbra dalle mie.
<<  L’unico modo per farti stare zitta  >> commentò sorridendo e si abbandonò sulla panca
<<  Roberto, ti devo dire una cosa  >>
<<  Lo so che ti sei presa una cotta per me, non c’è bisogno di dirlo  >>
<<  Smettila di fare lo stronzo e ascoltami. Quello che ti ha detto tuo fratello su di me, non è vero. Lily si è inventata tutto per farmi arrabbiare. Non sono quel tipo di ragazza  >>
Era arrivato il momento di dirgli la verità. Il bacio mi aveva fatto capire che il nostro rapporto era iniziato per un malinteso e io non volevo ingannarlo. Roberto scattò in piedi e si appoggiò alla ringhiera pensieroso.
<<  Quindi non era vero niente?  >> chiese guardandomi negli occhi
<<  No, io non ho mai ..  >>
<<  Oh mio Dio, non dirmi che sei vergine  >> disse passandosi le mani tra i capelli
Abbassai lo sguardo imbarazzata e mi torturai le mani. Quella conversazione stava diventando decisamente imbarazzante. Perché stava reagendo in questo modo? Era forse deluso?
<<  Elena, non sono il tipo di ragazzo adatto a te. So come vanno queste cose e non voglio farti soffrire. Tu sei speciale e meriti di meglio  >> mi disse avvicinandosi
<<  Perché mi stai dicendo queste cose? Sei deluso ? E certo, dopo aver saputo che sono una santa, non puoi mica andarmi dietro. Vai al diavolo, Roberto. Per un momento ho creduto che tu fossi realmente interessato a me, ma mi sbagliavo  >> mi alzai e feci per rientrare
<<  Aspetta Elena, devi capire che io non sono il tipo da storie serie  >>
<<  Io ho capito solo che sei uno stronzo  >> gridai sbattendogli la porta in faccia

Scoppiai a piangere mentre mi dirigevo nella mia stanza, prendendomela con me stessa per essermi fatta abbindolare dalla sua bellezza. Ingenuamente avevo pensato che dirgli la verità mi avrebbe reso le cose più facili con lui perché, se mi avesse visto come una semplice ragazza, si sarebbe comportato diversamente. E invece era accaduto il contrario, lui preferiva circondarsi da troiette patentate e non da una santarellina alle prime armi. Volevo picchiarlo, tempestarlo di pugni e sfogare così la mia rabbia. Accesi il computer per distrarmi, visto che non riuscivo a prendere sonno. Non facevo che pensare a lui e a quel bacio passionale. Su facebook , vidi un messaggio da parte di Roberto. Risaliva al giorno prima. L’occhio mi cadde su una frase: E’ inutile che ti opponi, sarai mia. Sul momento mi venne da ridere, visto che mi aveva appena detto che fra me e lui non avrebbe mai funzionato. Lessi poi gli altri messaggi e quello che mi colpì di più fu quello di Davide:

<<  Elena, mi manchi. Ho bisogno di parlarti, di vederti. Mi stai facendo impazzire  >>
Mi sentii in colpa perché fino a quel momento lo avevo usato per far ingelosire Roberto. Ma le cose sarebbero cambiate, gli avrei dato una possibilità. Gli scrissi via sms che il giorno dopo ci saremmo visti in cortile perché tornavo a scuola. Andai a dormire continuando a pensare ancora a lui e a quel bacio.                   
La mattina dopo indossai i miei jeans aderenti e un top scollato e mi incamminai con Federica per andare a scuola. Decisi di raccontarle tutta la storia, lei era la mia migliore amica e doveva essere al corrente di tutto.
<<  Perché non me l’hai detto?  >> domandò sorpresa
<<  Non lo so, sono successe un sacco di cose e..  >>
<<  Almeno è finita prima di cominciare. Sai quello che penso di lui. Concentrati su Davide, adesso. So che in fondo ti piace, è oggettivo che è un bel ragazzo ma non alzare un muro  >> commentò abbracciandomi

Con quella frase mi dimostrò quanto mi volesse bene. Conosceva bene Roberto e non voleva vedermi soffrire. Quando arrivammo a scuola, vidi Davide parlare animatamente con Stefano e Roberto. Salutai Federica e gli corsi incontro, lo strinsi a me e lo baciai con foga. Sentivo gli occhi di Roberto trafiggermi la schiena. Se lui non mi voleva, non avrei passato il tempo a piangermi addosso.
<<  Mi sei mancato  >>  dissi quando ripresi fiato
<<  Ciao ragazzi  >> aggiunsi poi prendendo Davide per mano e voltandomi verso di loro
Stefano sorrise mentre Roberto se ne andò arrabbiato.  Quanto mi piaceva farlo incazzare!
<<  Finalmente sei qui. Ti accompagno in classe  >> rispose Davide sorridendo
<<  Ci vediamo a mensa  >> ci salutò Stefano

Quando varcai la soglia della porta, vidi Ilenia seduta al suo posto con il cellulare in mano. Da oggi, si cambiava musica. Mi avvicinai a lei con uno sguardo di sfida.
<<  Ciao Ilenia! Volevo chiarire un paio di cose con te  >>
<<  Non ti è bastata la lezione dell’altro giorno?  >>
<<  Oh, ma non ti hanno ancora informata? Quello che si diceva di me era tutto falso. Mi hai puntato il dito contro chiamandomi troia quando la vera troia della scuola, sei tu. E su questo, non ci sono dubbi   >>
<<  Come ti permetti ? Io sono..   >>
<<  Ma falla finita, che sei stata a letto con quasi tutta la scuola. E questo non lo abbiamo sentito dire, lo abbiamo proprio visto con i nostri occhi a tutte le feste a cui abbiamo partecipato  >>
<<  Roberto sta con me, non ti vuole  >> puntualizzò incrociando le braccia
<< T ienitelo pure, siete fatti per stare insieme. Chi si assomiglia si piglia. Ciao, ciao!  >>

Mi sedetti al mio posto con un sorriso soddisfatto dipinto sul volto. Federica mi fece un piccolo applauso, orgogliosa di me, per come avevo trattato quella stronza.
<<  Sapevo che prima o poi saresti tornata quella di prima. Gli ultimi mesi sono stati duri ma è ora di andare avanti e di ricominciare a vivere. Ti voglio bene  >>
<<  Anche io ti voglio bene  >>

Quello era un nuovo inizio. Nessuno mi avrebbe più calpestato.             




Ciao ragazzi!
Eccomi con il nuovo capitolo. Abbiamo visto il primo bacio tra Roberto e Elena *____* , ma subito dopo hanno litigato perchè lei gli ha detto la verità. Poi vediamo il ritorno a scuola di Elena, il bacio con Davide ( sarà un povero illuso?? ) e lo scontro con Ilenia. Doveva dirgliene quattro dopo gli insulti dell'altra volta. Volevo ringraziare chi mi segue, poi la mia fan accanita LU :* che mi da la giusta motivazione per continuare e un grazie particolare alle mie amiche che mi sostengono. Spero di ricevere sempre più recensioni  XD Alla prossima, Piccina                                            .
 

 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Era passato un mese da quando mi ero lasciata andare con Davide. Non ero pentita della mia scelta, perché stavo davvero bene con lui. Roberto, anche se faceva di tutto pur di non ammetterlo, era geloso ma la cosa non mi importava. Nelle settimane che erano passate ci eravamo scambiati solo dei saluti veloci e tutto era tornato come prima. Ero davanti allo specchio nella mia camera, intenta a truccarmi per la festa di Halloween. Mi ero vestita da principessa, perché in fondo avevo sempre voluto esserlo. Trovare il principe azzurro e sposarlo: era quello il mio obiettivo. Quando finii di truccarmi, sentii il campanello suonare. Davide doveva essere arrivato. Quella sera lo avrei presentato a mia madre ed ero in agitazione per questo. Scesi le scale, fasciata nel mio abito bianco e rosa, e sorrisi al mio accompagnatore che mi aspettava all’ingresso. Gli aveva aperto Lily, che era in attesa delle sue amiche.

<<  Sei bellissima, Elena  >>
<<  Grazie, anche tu principe  >>
Mia madre fece capolino dalla cucina e ci venne incontro.
<<  Buonasera, signora Turati. Io sono il fidanzato di sua figlia, Davide  >> si presentò
<<  Piacere di conoscerti. Elena mi ha parlato tanto di te. Adesso andate a divertirvi, ci saranno altre occasioni per conoscerci. Mi raccomando, non fate tardi  >> rispose lei

Salii in macchina con Davide, lui ingranò la marcia e partì. La nostra festa si teneva in un capannone lontano dal centro abitato. Una volta veniva utilizzato come deposito del comune ma poi non era stato più usato. L’organizzatore della festa, un amico di Roberto, aveva fatto richiesta per prenderlo in affitto e il sindaco glielo aveva concesso, purché avessimo rispettato delle regole: niente droga e alcool. Sapevo che il secondo punto non sarebbe mai stato rispettato e speravo vivamente che non mandassero qualcuno a controllare. Quando arrivammo, vidi i nostri amici già in fila per entrare. Federica si era vestita da piratessa, assecondando Alessio che voleva essere pirata per una notte; Katia e Emanuele erano Biancaneve e i sette nani; Stefano indossava il costume da elfo. Di Roberto nemmeno l’ombra . Aspettavamo solo lui per entrare, visto che aveva con sé le prevendite. Poi comparve, vestito anche lui da principe. Era bellissimo, come sempre. Ed era accompagnato da Ilenia. Roberto non era mai stato il tipo da ragazza fissa ma da quando mi ero messa insieme a Davide, si era appiccicato a lei. Il motivo era semplice e chiaro: voleva farmi ingelosire frequentando una mia nemica. Solo che si sbagliava di grosso. Si affiancò a noi, mi squadrò da capo a piedi e poi mostrò i biglietti al buttafuori. Il capannone era stato addobbato con zucche intagliate, maschere appese al muro. L’ambiente era quasi tutto al buio, illuminato solo in parte sulla pista.

<<  Andiamo a ballare?  >> mi chiese Davide
<<  Prima vado a bere qualcosa. Vai tu, ti raggiungo  >> gli risposi dandogli un piccolo bacio
Mi appoggiai al bancone e ordinai una gassosa. Ne bevvi un sorso e diedi un’occhiata in giro. Sussultai quando sentii una mano sul mio fianco.
<<  Davide non ti molla mai, è la prima volta che siamo da soli  >>
<<  Roberto, perché mi stai parlando?  >>
<<  Perché siamo amici!  >>
Scoppiai a ridere e poi lo guardai : <<  Non fare finta che ti importi qualcosa di me  >>
<<  Torno da Ilenia, tu resta pure qui a rispondere male a tutti  >>

Lo vidi allontanarsi e tirai un sospiro di sollievo. Non mi era stato così vicino da quando mi aveva baciato. Per un attimo la mia mente tornò a quella sera. Il bacio, la scoperta della verità e tutto il resto. Tornai da Davide e iniziai a ballare con lui. Mezzora dopo, Stefano mi propose di prendere una boccata d’aria e gli feci compagnia. Si accese una sigaretta e gli chiesi di darmene una.
<<  Perché sei nervosa?  >> domandò porgendomene una
<<   Nessun motivo in particolare  >> risposi facendo il primo tiro
<<  Non puoi fingere con me. Sei nervosa a causa di Roberto. E’ un mese che vi scambiate sguardi assassini. Tu ti sei messa con Davide e lui, per ripicca, si porta a letto Ilenia ripetutamente  >>
<<  Non capisco dove vuoi arrivare  >>
<<  Elena, voi due vi piacete. Puoi ammetterlo, non fa niente  >>
<<  Mi piaceva. Adesso non più  >> risposi appoggiandomi al muro
<<  Lui risponde esattamente allo stesso modo. Siete due testoni  >>
<<  Ma tu non eri quello che mi diceva di stargli lontana?  >>
<<  Si, è vero ma non posso ostacolare un grande amore!  >>
<<  Ma smettila! Non c’è in corso nessun grande amore. Vado in bagno, ci vediamo al nostro tavolo  >>

Mi recai in bagno per evitare di continuare quella conversazione. Prima erano gli altri a dirmi che Roberto non faceva per me, invece adesso ero io a dirlo. Sciacquai le mani nel lavandino e mi guardai allo specchio. Sistemai una ciocca ribelle che era sfuggita al mio chignon, feci un respiro profondo e uscii. Stavo per dirigermi ai tavoli quando qualcuno mi prese per il polso e mi trascinò fuori. Mi dimenai, strattonando Roberto per lasciarmi andare. Mi portò sul retro del capannone e fece aderire la mia schiena alla parete.
<<  Non posso resisterti  >> disse
Detto questo, mi baciò. Lo spinsi via con tutta la forza che avevo ma lui si avvicinò e posò nuovamente le sue labbra sulle mie. E come una stupida, lo lasciai fare. Le nostre lingue danzarono insieme per un tempo indefinito. In un attimo di lucidità, mi staccai e lo superai, intenzionata a tornare dentro.
<<  Elena, dove vai?  >>
<<  Dal mio ragazzo! Perché mi metti in questa posizione scomoda?  >> gli gridai contro
<<  Io non faccio altro che pensare al nostro bacio a casa tua, io ti voglio  >>
<<  Esatto, tu mi vuoi. E’ solo una cosa fisica. Vai a cercare Ilenia, lei saprà darti quello che cerchi  >>
<<  Tu sei gelosa!  >> esclamò vittorioso
<<  Sei tu quello geloso. Sei tu che mi hai baciato!  >>
<<  Ma tu non ti sei opposta. Ammettilo che ti è piaciuto  >>
<<  Non cambierai mai, Roberto. Dimenticati quello che è successo e soprattutto non farlo mai più o lo dirò a Davide. Non sarà contento del tuo atteggiamento  >>

Rientrai nel capannone alla ricerca dei miei amici. Erano tutti seduti al tavolino in un angolo della sala. Avanzai spedita verso di loro ma una risata alle mie spalle mi costrinse a girarmi. Roberto era di nuovo avvinghiato ad Ilenia. Le disse qualcosa all’orecchio e lei raccolse le sue cose per poter così lasciare la festa. Lei salutò le sue amiche e lui ne approfittò per sorridermi malizioso. Sentii un nodo allo stomaco e la rabbia invadermi. Io l’avevo respinto ancora e lui si consolava con Ilenia, seguendo il mio consiglio. Mi voltai schifata e raggiunsi Davide. Mi sedetti accanto a lui e lo abbracciai.
<<  Portami a casa  >> gli sussurrai
Da bravo gentiluomo, mi aprì lo sportello e salii sull’auto. Fece il giro della macchina e si accomodò anche lui. A pochi passi dal capannone fummo costretti a fermarci a causa di un semaforo rosso. Davide si posizionò nella corsia a sinistra, aspettando il verde per girare. L’occhio mi cadde sulla macchina a fianco a noi, la macchina di Roberto. Guardava dritto, pensieroso. Ad un tratto si girò e mi riconobbe. Abbassai lo sguardo, imbarazzata per avermi sorpreso a fissarlo. Sorrisi pensando che la posizione delle macchine rispecchiava la situazione in cui ci trovavamo io e Roberto. Due persone che camminano ognuno per la propria strada che, a volte, si fermano insieme ad un punto. Ma la fermata non può durare per sempre, solo per qualche minuto. Poi ripartiamo verso due direzioni diverse senza sapere quale sarà la prossima volta in cui ci fermeremo insieme. Rialzai lo sguardo verso di lui e notai che ancora mi stava fissando. In quel momento il semaforo diventò verde e il suo viso fu soltanto un vago ricordo. Davide arrestò la sua auto di fronte al mio vialetto e si girò a guardarmi.

<<  Eri la più bella di tutte, stasera.  Sono contento che tu ti sia lasciata andare con me. All’inizio eri distaccata, mi facevi penare. Ricordo ancora quando sei mancata quei due giorni da scuola, ti ho cercato come un disperato. E’ stato bello sentirti dire che ti ero mancato. Per me quelle parole sono bastate a rimettere tutto a posto. Non ho mai creduto a quelle storie, tu non sei come le altre. Tu sei speciale!  >>
Quelle parole spezzarono il mio cuore in due. Solo mezzora prima avevo baciato Roberto e adesso il mio ragazzo mi diceva che ero speciale. Non potevo sentirmi più in colpa di così. Stare con lui, mi faceva sentire al sicuro. Mi faceva ridere, mi riempiva di attenzioni. Ma lui non era Roberto. Anche se non volevo ammetterlo a me stessa, lui era ancora dentro di me in qualche modo. Non a caso il mio cuore batteva all’impazzata ogni volta che i miei occhi incrociavano i suoi. Dovevo dire  a Davide del bacio? Dovevo mettere a repentaglio la mia storia per una debolezza di un momento? No, me lo sarei tenuto per me.
<<  Anche tu sei speciale. Nessun ragazzo mi ha mai fatto sentire così importante  >>

Mi fissò con intensità e io feci altrettanto. Si avvicinò con cautela e mi baciò. Le sua labbra si unirono alle mie delicatamente e senza pretese. Schiusi la bocca per lasciare libero accesso alla sua lingua. Quel bacio divenne sempre più esigente, Davide scese a baciarmi il collo e poi di nuovo la bocca. La situazione si stava surriscaldando. Con uno scatto repentino, appoggiò la sua mano sinistra sul mio seno. Lo tastò più volte per poi infilare la mano sotto la mia gonna. Quando le sue dita sfiorarono la mia coscia, trasalii. Che cazzo stavo facendo? Separai le nostre labbra scuotendo la testa.
<<  Scusami Elena. Quando sarai pronta, me lo dirai  >> disse sistemandosi la giacca
<<  Va bene  >> riuscii a dire
<<  Adesso vai, prima che tua mamma chiami la polizia  >> scherzò lui per farmi sorridere
<<  Hai ragione. Buonanotte principe  >> gli dissi
<<  Buonanotte piccola principessa  >> rispose accarezzandomi la guancia e baciandomi ancora

Attraversai il vialetto con la testa affollata da mille pensieri. Mi tolsi le scarpe davanti alla porta e cercai le chiavi nella borsa. Quando le trovai, mi scivolarono dalle mani. Mi chinai a raccoglierle e mi accorsi che c’era qualcuno seduto sulla panca sotto il portico.
<<  Elena, dobbiamo fare un discorsetto  >>
<<  Mamma, mi hai fatto prendere un colpo  >> affermai sedendomi accanto  a lei
<<  Ormai hai diciotto anni e non posso dirti come vivere la tua vita. Ma stavi dando un brutto spettacolo di te stasera in quella macchina. Un’auto nera si è fermata dall’altro lato della strada e vi stava osservando  >>
Il mio pensiero andò subito a Roberto. Perché mi stava seguendo? Cosa voleva ancora? E che fine aveva fatto Ilenia? Ero stanca di farmi delle domande che non avrebbero ricevuto risposte.
<<  Sei arrabbiata?  >>
<<  Un po’. Non ti dico di restare vergine fino al matrimonio, perché sarei ipocrita. Ma almeno cerca un posto più appartato. E poi chi è l’altro ragazzo che vi fissava?  >>
E così decisi di raccontarle tutto. Avevo bisogno di un consiglio obiettivo, che i miei amici non erano in grado di darmi.

Come avrei dovuto comportarmi adesso?




Ciao ragazzi! Oggi ho voluto postare subito il seguito ma non per bontà, per lasciarvi di più sulle spine ahahahahaha no scherzo! Vediamo la festa di Halloween e tutti gli intrecci che si vengono a creare. Roberto sta impazzendo nel vedere Elena e Davide assieme, Elena non sa più che fare e chiede consiglio alla madre. Cosa succederà adesso? Ringrazio come sempre chi mi segue, chi ha messo la storia tra le preferite, chi legge silenziosamente e chi lascia sempre una recensione, la dolce Lu :* Spero che il capitolo vi sia piaciuto, per il prossimo dovrete attendere un pò. Alla prossima, Piccina

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Avevo trascorso la festa di ognissanti con la mia famiglia. Di solito, non è una festa nazionale a cui fai caso. Pensi che siano solo due giorni di vacanza dalla scuola. Per me, invece, era diventata una data importante. Eravamo andate tutte e tre al cimitero, avevamo portato a mio padre i fiori freschi e, infine, avevamo pranzato dai nonni paterni. Insomma, avevo passato questi giorni con le persone a me più care. La professoressa Morabito non poteva capirlo e quindi deliziò il nostro rientro a scuola con un bel compito a sorpresa. Dopo aver sopportato per tre ore la sua presenza e aver svolto il tema da lei prescelto, ci recammo in palestra per fare un po’ di attività fisica. Entrai nello spogliatoio femminile insieme a Federica. Indossai un pantacollant nero, una maglietta larga a maniche corte bianca e delle scarpe da ginnastica. Cominciammo a correre per tutto il perimetro del campo di calcio ma, dieci minuti più tardi, il nostro professore usò il fischietto per richiamare la nostra attenzione e ci fece cenno di avvicinarci a lui.

<<  Ragazzi, adesso faremo una partita con un’altra squadra. Voglio un gruppo misto quindi sia maschi che femmine. Sceglierò undici di voi e poi inizieremo  >>
<<  Quale quinta?  >> chiese subito Federica
In cuor mio, speravo che l’altra squadra fosse la quinta B, cioè la classe di Davide e Alessio. Io e Federica avremmo potuto giocare contro i nostri ragazzi e sarebbe stato divertente.
<<  La quinta C  >>
Oh no, quella era la classe di Stefano e  Roberto! Non avevo nessuna voglia di vedere quest’ultimo, figuriamoci giocarci assieme. Qualcuno chiese al professore chi avrebbe giocato di noi e a questo punto avrei preferito starmene in panchina, almeno non ci avrei parlato.
<<  Allora giocheranno Lamberti, Previti, Fiumara..  >>
Guardai Federica in preda all’agitazione. Lei mi sorrise, come a voler dire che il professore non avrebbe mai fatto giocare noi due, visto che eravamo delle schiappe.
<<  E le ultime due, Novelli e Turati. Impegnatevi questa volta  >>
Avrei dovuto smetterla di fidarmi delle intuizioni di Federica. Il professore aveva chiamato proprio noi. Mi diressi con la mia amica a bordo campo, a bere un po’ d’acqua.
<<  Maledizione, proprio con loro dovevamo giocare  >>
<<  Quello stronzo è sempre nei paraggi. Dovresti dire a Davide quello che è successo alla festa  >>

Ricordai la chiacchierata con mia madre sotto al portico. Mi aveva consigliato di vivermi al meglio la storia con Davide, di non raccontargli nulla degli incontri occasionali con Roberto. Poi aveva aggiunto che avrei dovuto seguire il mio cuore, che mi avrebbe portato nella direzione giusta. 
<<  Non ne ho la minima intenzione, visto che non succederà più  >>
La porta della palestra si spalancò ed entrò la quinta C. A capo della fila, c’erano Roberto e Stefano. Il mio cuore cominciò a battere sempre più forte non appena li vidi. Si avvicinarono a noi e Federica mi prese la mano per infondermi coraggio.
<<  Ragazze, che piacere rivedervi  >> disse Roberto
<<  Ciao Stefano  >> salutai il mio amico ignorando l’altro
<<  E quindi dobbiamo giocare contro di voi..  >> constatò Stefano
<<  Beh, io ed Elena non siamo molto brave ma ce la caveremo  >> rispose Federica sorridendo
<<  Non avete nessuna speranza contro di noi  >> esclamò Roberto sorridendo
<<  Vedremo  >> affermai superandoli e trascinandomi dietro la mia amica

Io e i miei compagni dovevamo vincere ad ogni costo. Non avrei accettato una simile sconfitta. Il nostro professore mise la palla al centro e fischiò per farci iniziare. La posizione mia e di Federica era in difesa, visto che erano stati scelti i maschietti come attaccanti. Tenni gli occhi fissi sulla palla e, quando vidi un ragazzo dirigersi verso la porta, gli andai incontro e deviai la sua traiettoria. Alzai lo sguardo e lo indirizzai verso il campo opposto. Feci un sorriso di sfida a Roberto e lui sorrise di rimando. Era troppo sicuro di sé, come se sapesse di avere la vittoria in pugno. Dopo pochi minuti, infatti, il pallone mi passò davanti ed entrò in porta. Esultò con i suoi amici, si girò a guardarmi e mi sussurrò “ perdente “. Sapevo che era un bravo giocatore, ma non potevo dargli questa soddisfazione. Il ragazzo che aveva cercato di fare goal prima, ci riprovò. Anche stavolta mi intromisi sulla sua strada e, quando presi possesso della palla, mi colpì inaspettatamente il piede con il suo. Mi accasciai a terra dolorante. Con la coda dell’occhio vidi Roberto dare una spinta a quel ragazzo e precipitarsi da me insieme a Stefano. Federica richiamò l’attenzione del professore, che si era allontanato un attimo. Quest’ultimo mi controllò la caviglia, tastandola in più punti.

<<  Elena, devi andare in infermeria. Ti faccio accompagnare da qualcuno perché non puoi appoggiare il piede. Novelli, vai con lei  >>
<<  Certo professore  >> rispose la mia amica aiutandomi ad alzarmi
<<  La accompagno io  >> esclamò Roberto serio
Stefano e Federica ci guardarono perplessi. I loro occhi incrociarono prima i miei e poi quelli di Roberto. Arrossii violentemente mentre tutti i nostri compagni si erano avvicinati e ci stavano osservando.
<<  Forse è meglio. Accompagnala tu Roberto, sei più forte fisicamente e puoi sorreggerla in modo più sicuro  >> rispose il professore
Abbassai lo sguardo mentre Roberto si avvicinava. Prese il mio braccio e se lo mise intorno al collo. Saltellando, mi diressi verso l’uscita della palestra insieme a lui. Durante il tragitto in corridoio, mi lamentai più volte per il dolore. Roberto sbuffò e mi prese in braccio.
<<  Facciamo così, altrimenti ci mettiamo tre giorni ad arrivare  >> sussurrò vicino al mio viso
<<  Va bene, però togli quella mano dal mio seno  >> risposi imbarazzata

Sorrise e le sue dita si abbassarono all’altezza della vita. Era una situazione talmente assurda che mi veniva quasi da ridere. Quando arrivammo l’infermiera mi fece sdraiare sul lettino, mi chiese cosa fosse successo e, dopo avermi visitato, mi disse che la gamba non doveva essere appoggiata a terra per nessuna ragione. Mi fasciò la contusione mentre Roberto seguiva ogni suo gesto.
<<  Adesso potete andare. Puoi farti accompagnare in classe dal tuo ragazzo  >>
<<  Lui non è il mio ragazzo  >> risposi immediatamente correggendola
Roberto mi rivolse un’occhiataccia e lasciammo l’infermeria. Appena chiuse la porta alle nostre spalle, si avvicinò sorridendo. Quel piccolo incidente l’aveva stranamente reso felice.
<<  Adesso devo prenderti in braccio di nuovo  >>
<<  Posso benissimo farcela da sola  >>
<<  Elena!  >>
Mi girai di scatto e mi ritrovai davanti Davide. Mi abbracciò stretta e mi baciò sulla testa.
<<  Federica mi ha detto che ti sei fatta male e sono venuto subito  >>
<<  Adesso sto bene, sono solo un po’ zoppa  >>
<<  Grazie Roberto per averla aiutata  >> disse al suo amico
<<  Figurati  >> rispose lui
<<  Vieni, ti aiuto io  >> mi sussurrò Davide

E stavolta fu il mio ragazzo a prendermi in braccio. Salutammo Roberto con la mano e lui mi guardò triste. Mi fissò fino a quando non svoltammo l’angolo. Io non ricambiai mai il suo sguardo ma lo sentivo addosso. Al contrario di prima, adesso ero tranquilla tra le braccia di Davide. Non ero agitata, non mi lamentavo se le sue mani scivolavano sulle mie forme, non ero in imbarazzo. Ero dove dovevo essere, con chi dovevo essere. I miei amici quel giorno mi accompagnarono fino a casa. Davide mi sorreggeva tenendomi per il braccio, Stefano mi portava la zaino e Alessio faceva compagnia a Federica. Arrivati al vialetto, mi lasciarono nelle mani del mio ragazzo. Entrammo in casa e lui mi aiutò a sistemarmi sul divano.
<<  Elena sei tu?  >> chiese Lily dal piano di sopra
<<  Si, sono io  >>
Scese in salotto e sgranò gli occhi quando vide la gamba fasciata.
<<  Che cosa ti è successo?  >>
<<  Una partita di calcio poco amichevole  >> rispose Davide
Quando mia mamma tornò dal lavoro, lo invitò a restare per cena. Era entusiasta all’idea di conoscerlo meglio, di fargli qualche domanda. Con il piede appoggiato sulla sedia, mangiai la mia porzione di pasta. Davide chiacchierava tranquillamente con Lily e mia madre, come se le conoscesse da sempre. Mentre sorridevo guardandoli, vibrò il cellulare nella mia tasca. Lo presi e vidi un messaggio da un numero non registrato. Lo aprii e lo lessi curiosa.

<<  Sono sdraiato sul mio letto a riflettere e sai qual è il mio pensiero fisso? Sei tu. Conoscerti mi ha cambiato la vita, anzi l’ha sconvolta. Non ho mai provato questi sentimenti per una ragazza e un po’ mi spaventano. Solo che non posso ignorarli, devo agire. Io voglio stare con te e farò di tutto per averti. Tu cerchi di farmi capire che ti sono indifferente ma io lo so che provi qualcosa nei miei confronti. Lascia Davide, prima di farlo soffrire sul serio. Sii sincera con te stessa.  Roberto  >>

Rilessi quelle parole più volte, fino ad imprimerle nella mente. Mi aveva preso alla sprovvista, mi aveva fatto rimanere a bocca aperta. Roberto Imperatore che dichiara il suo amore per me. Da non credere!
<<  Elena, ci sei?  >> domandò Davide avvicinandosi
<<  Si, stavo leggendo un messaggio di Federica  >> mi giustificai
Rimisi il cellulare in tasca e lo baciai quando fu vicino abbastanza. Mi tornarono in mente tutti i baci con Roberto, i nostri litigi, i nostri sguardi, le nostre battute. Ero consapevole del fatto che quello che provavo per Davide non era minimamente paragonabile a quello che sentivo quando Roberto mi era vicino. Solo che non potevo lasciarlo e buttarmi tra le braccia del suo amico. Io non volevo fargli del male, non volevo allontanarlo da me. Adesso ero decisamente più confusa di prima. La mia testa e il mio cuore erano in netta contrapposizione. Ma mia mamma aveva ragione: dovevo seguire il cuore.

E la mia scelta l’avevo fatta da tempo. Restava solo dirlo a Davide. Come se fosse così facile.





Ciao ragazzi!
Il nono capitolo è un capitolo di svolta in quanto Roberto finalmente si dichiara. Elena è indecisa ma alla fine capisce che deve seguire il suo cuore. Cosa succederà adesso? Riuscirà Elena a dirlo a Davide? E lui come la prenderà? Vedremo nel prossimo capitolo. La parte più difficile da scrivere è stato il messaggio di Roberto per Elena, in quanto doveva trasparire sia che lui tiene a lei e sia che ha paura di quello che prova. Spero di esserci riuscita. Ringrazio tantissimo le persone che mi seguono, chi ha messo la mia storia tra le preferite, chi legge in silenzio ( sperando che prima o poi si facciano avanti ) e chi recensisce, cioè la mia amata Lu :* A presto con il nuovo capitolo. Ah dimenticavo, ho messo le fotineeeeeeeeeee. Baci, Picci :****
 
 
 
 
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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Si dice che quando ami qualcuno, lo capisci e basta. Ma io non mi ero mai innamorata realmente di un ragazzo e quindi ero molto confusa riguardo i miei sentimenti. Sapevo che ogni volta che vedevo Roberto il cuore mi martellava nel petto e le mani tremavano; sapevo che quando mi era vicino avevo sempre l’istinto di baciarlo; sapevo che lui era l’unica persona in grado di farmi arrabbiare ogni due minuti. Questo dimostrava che lo amavo? E Davide? Con lui stavo bene, potevo semplicemente essere me stessa. Mi riempiva di attenzioni, mi faceva sentire importante. Fra le sue braccia mi sentivo al sicuro, ad ogni abbraccio il mondo attorno a noi scompariva. Ero davvero nei casini. Il giovedì seguente, dopo due giorni di riposo, tornai a scuola un po’ zoppicante. La prima cosa che dovevo fare era parlare con Roberto. Volevo sapere perché mi aveva mandato quel messaggio e che cosa significasse davvero. Aspettai fino all’ora di pranzo e poi, quando lo vidi uscire dalla porta di servizio, lo seguii senza farmi vedere da nessuno.

<<  Roberto, adesso questa me la spieghi  >>
<<  Di cosa stai parlando?  >> domandò sorpreso
<<  Lunedì sera mi hai mandato un messaggio  >>
<<  Dici sul serio?Vedi, quella sera sono uscito con dei miei amici e ho perso il conto delle birre. Ero talmente ubriaco! Non mi ricordo nemmeno di averti inviato un messaggio, quindi non so a cosa ti riferisci. Puoi rinfrescarmi la memoria?  >>
<<  Ehm, no niente. Ti sei scusato da parte del tuo compagno per l’incidente  >>
Dissi la prima cosa che mi venne in mente. Non ero arrabbiata, ero delusa. Mi ero fatta mille castelli in aria, ero stata sul punto di lasciare Davide e lui non ricordava nemmeno cosa mi aveva scritto. Mi voltai per evitare che lui vedesse che stavo piangendo e mi diressi in bagno. Asciugai le lacrime e mi lavai il viso. Quando uscii, vidi Davide appoggiato alla parete accanto alla porta.
<<  Ti ho cercato dappertutto  >> disse scocciato
<<  Scusami, sono dovuta scappare in bagno  >>
<<  Oggi sei strana. C’è qualcosa che non va?  >>
<<  No, è tutto a posto. Oggi pomeriggio vieni a studiare a casa mia?  >>
<<  E come potrei rifiutare?  >> rispose lasciandomi un piccolo bacio sulle labbra

Dopo la scuola, tornai a casa insieme a Davide. Sul frigo c’era un biglietto di mia sorella Lily che mi informava della sua assenza per via di un’uscita tra amiche. Non riuscivo a dirlo con certezza, ma Davide era diventato stranamente allegro quando aveva saputo che eravamo soli in casa. Lo lasciai in salotto e andai in camera mia a cambiarmi. Sfilai i jeans e indossai dei pantaloncini. Tolsi anche la maglietta a maniche corte e aprii l’armadio alla ricerca di una canotta. Mi irrigidii quando sentii le mani di Davide sui miei fianchi. Chiuse l’armadio, fece aderire la mia schiena contro un’anta e mi baciò. Le sua labbra indugiarono sulle mie per qualche secondo prima di far incontrare le nostre lingue. Prese poi a baciarmi il collo e l’incavo dei seni. Avvampai in viso mentre sentivo una strana sensazione addosso, un piacere nuovo. Con un salto, attorcigliai le mie gambe alla sua vita e lui mi trascinò sul letto.
<<  Elena, se non vuoi..  >>
<<  Continua  >> gli sussurrai famelica
I suoi baci divennero sempre più esigenti. Mi spogliò dei miei pantaloncini e rimasi in intimo di fronte a lui. Ero in imbarazzo, nessuno mi aveva mai visto così. Sorrise malizioso e mi prese il viso tra le mani.
<<  Sei bellissima  >> disse sorridendo
E quella rassicurazione mi bastò. Gli tolsi la maglietta e iniziai a baciargli il petto muscoloso. Poi toccò ai jeans e arrossii violentemente vedendo la protuberanza dei suoi boxer. Si sdraiò sopra di me e mi guardò intensamente negli occhi per avere la mia approvazione. Annuii e lui mi baciò ancora e ancora.

<<  Elena, ma perché non mi risp..  >> esclamò mia madre aprendo la porta
Davide scattò in piedi mentre mia madre si coprì la bocca con le mani. Cazzo, l’avevo fatta grossa.
<<  Signora Turati, io..  >> cercò di giustificarsi lui
<<  Oh mio Dio  >> rispose lei dandoci le spalle <<  Rivestitevi e ci vediamo di sotto  >>
Mia madre mi avrebbe sicuramente sgridato. Ma ufficialmente mi aveva dato il permesso di.. Ma chi volevo prendere in giro! Non mi aveva detto che potevo fare sesso, almeno non in casa. Mi vestii velocemente e fece lo stesso anche Davide. Non aveva spiccicato neanche una parola, era rimasto sconvolto.
<<  Mamma, posso spiegarti  >> le dissi quando entrammo in salotto
<<  E cosa c’è da spiegare? Non stavate forse facendo sesso nella tua camera? E se fosse entrata Lily?  >>
<<  Veramente non ci eravamo ancora arrivati … ma questo non è importante. Mi dispiace mamma, ma tu hai detto che non volevi fare l’ipocrita, che sapevi che sarebbe successo  >>
<<  Un conto è saperlo, un altro è vederlo con i propri occhi  >> rispose disgustata
<<  Mi scusi signora Turati per quello che ha visto. Adesso vado  >> affermò Davide andandosene
Mi sedetti sul divano accanto a lei e le presi una mano. Lei respirò profondamente per qualche minuto e poi si girò a guardarmi con le lacrime agli occhi.
<<  Lo so che non sei più una bambina. Ormai sei grande e vaccinata e sai prendere le tue decisioni da sola. Ma vedi, fare l’amore per la prima volta è importante. Devi pensarci bene, devi essere sicura. Ad esempio, io l’ho fatto per la prima volta con tuo padre e ne ero innamorata. Tu sei innamorata di Davide?  >>
<<  Non lo so, mamma. Come capisci se ami una persona?  >>
<<  In realtà non c’è un metodo. Il tuo cuore ti da dei segnali e tu devi solo coglierli  >>

La abbracciai e le promisi che sarei stata più attenta. Non raccontò niente a mia sorella ovviamente, sarebbe stato il nostro segreto. Davide mi riempì di messaggi di scuse per tutto il pomeriggio. Si sentiva in colpa per quello che era successo, quando in realtà la colpa era di entrambi. Non mi aveva puntato una pistola alla testa, non mi aveva costretto. Chiamai Federica per raccontarle quello che era successo.
<<  E vi ha visti tua madre? Oh mio Dio  >> gridò dall’altro capo del telefono
<<  E’ quello che ha detto anche lei. Rimarrà traumatizzata a vita!  >>
<<  Non ci credo che stavi per fare sesso. Davide ti ha proprio preso allora  >>
<<  Mi sono fatta prendere dalla situazione, non ho riflettuto su quello che stavo facendo  >>
<<  Pensi ancora al messaggio di Roberto vero?  >> intuì la mia amica
<<  Fede, con te posso essere sincera. Non so nemmeno io che cosa voglio  >>
<<  Sai, ultimamente Roberto è cambiato. E’ meno stronzo  >>
<<  Perché mi stai dicendo queste cose?  >>
<<  Perché so che di lui ti importa, al contrario di quello che vuoi far credere  >>

Tutti i miei amici erano convinti che io provassi qualcosa per Roberto, solo io non ne ero sicura. Non capivo il suo comportamento, non capivo se gli piacevo davvero o se la sua era solo una sfida con Davide. Ma la domanda che mi tartassava la mente era: perché continuavo a pensare a Roberto e non a Davide? Quando incontrai quest’ultimo a scuola il giorno dopo, scoppiai a ridere ricordando la scenetta del pomeriggio prima. Si scusò ancora una volta e poi mi baciò.
<<  Avrei tanto voluto che tua madre non ci avesse interrotto  >>
<<  Anche io  >> mentii
Si, mi ero pentita di essermi spinta troppo oltre. Mia mamma mi aveva fatto capire che non potevo prendere un passo così importante alla leggera. Dovevo rifletterci bene e soprattutto dovevo capire quale ragazzo era in grado di guarire il mio cuore ferito. Una parte di me non voleva affezionarsi troppo ad un ragazzo perché se poi l’avessi perso, non avrei retto un’altra batosta del genere. Un’altra parte di me voleva innamorarsi e vivere la storia d’amore che tutti sogniamo. Lo so, le favole non esistono e l’amore è complicato. Ma cosa sarebbe un essere umano senza amore? Non sarebbe niente.
<<  Ci vediamo dopo  >> mi salutò dirigendosi in classe

Lo guardai svoltare l’angolo e mi diressi nella mia aula. Ad un tratto vidi un Roberto furioso venirmi incontro. Con chi ce l’aveva? Fui sorpresa quando mi prese per il polso e mi trascinò all’interno del ripostiglio. Okay, ero io ad averlo fatto arrabbiare ma non capivo cosa gli avevo fatto.
<<  Ma che vuoi da me? Lasciami subito andare  >>
<<  Non puoi fare sesso con Davide  >> mi ordinò
<<  E chi me lo vieta? Tu?  >> chiesi inarcando un sopracciglio
<<  Elena, tu non puoi farlo e basta  >> rispose allontanandosi e aggiustandosi il ciuffo
<<  Roberto, tu mi hai rotto le scatole. Prima mi baci, poi vai a letto con Ilenia. In seguito mi mandi un messaggio romantico ma poi mi dici che eri ubriaco e non te lo ricordi  >>
<<  Elena..  >> cercò di fermarmi ma non ci riuscì
<<  E adesso vieni qui a dirmi che non posso fare sesso con Davide, tu hai dei prob..  >>
<<  TU. SEI. MIA  >> gridò guardandomi negli occhi
Spalancai la bocca incredula. Che cosa aveva detto? Che io ero sua? Ma da quando? Cominciavo a pensare che Roberto avesse davvero dei problemi psicologici gravi..
<<  Tu stai delirando  >> lo spinsi via
<<  Ti ho mentito. Ho scritto io quel messaggio ma tu non mi hai risposto e quindi ho pensato che non ricambiassi i miei sentimenti. Io ti voglio Elena. Voglio che tu sia la mia ragazza  >> mi bloccò
<<  Tu sei pazzo! Io sto con Davide. Ti ricordi che è tuo amico vero?  >> gli sbraitai contro
<<  Non mi importa. L’amore non segue delle regole, l’amore si vive e basta  >>
<<  E questa dove l’hai letta?  >> domandai sbigottita
<<  Ammettilo che provi qualcosa per me. Ti prego, Elena  >>

Averlo così vicino mi mandò nel pallone. Mi sentivo messa alle strette, dovevo prendere una decisione immediata. O lui o Davide. Il cuore cominciò a battere sempre più forte e in quel momento capii cosa volevo davvero. Mi avvicinai a lui, gli misi le braccia intorno al collo e lo guardai intensamente negli occhi.
<<  Voglio te  >> gli sussurrai
La sua bocca si aprì in un largo sorriso e io azzerai le distanze tra di noi. Appoggiai le mie labbra sulle sue delicatamente. Ma lui non si accontentò e mi baciò appassionatamente sbattendomi contro il muro.  Posò le sue mani sui miei fianchi mentre le nostre lingue si incontravano vogliose. Non sapevo se stavo facendo la cosa giusta, ma sapevo che non mi ero mai sentita così viva in tutta la mia vita.  
 
 




Ciao ragazzi!
Mi sono diverita a scrivere questo capitolo XD All'inizio vediamo Roberto che non ricorda di aver inviato un messaggio ad Elena. Lei ci resta male e poi si butta tra le braccia di Davide, letteralmente. Ho adorato la scena in cui entra la madre di Elena ad interromperli ahahahah che figura! Federica comincia a capire quali siano i veri sentimenti di Elena, che saltano a galla alla fine del capitolo. Roberto che le dice: tu sei mia *_* e lei che lo bacia! Una scena da favola, devo ammetterlo. Spero che vi sia piaciuto. Come al solito ringrazio le persone che mi seguono, chi ha messo la storia tra le preferite, la mia amata Lu :* che recensisce sempre. Spero di ricevere altri pareri, ve ne sarei grata. Grazie di cuore. Un bacio, Piccina
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Avere una storia clandestina non era mai stata la mia aspirazione, eppure era successo. Stavo nascondendo a tutti di stare con Roberto, soprattutto a Davide. Avevo intenzione di dirglielo ma rimandavo sempre. Sapevo che avrebbe sofferto e sapevo che si sarebbe arrabbiato con Roberto. Nonostante questo, io mi sentivo davvero felice. Non avevo mai provato emozioni così forti prima di conoscere Roberto Imperatore. Era strano vederlo in queste nuove vesti di fidanzato ma dovevo ammettere che se la stava cavando bene. A scuola non potevamo dare nell’occhio quindi ci vedevamo nel cortile nel retro di casa mia ogni sera. L’unica che era a conoscenza del mio piccolo segreto era Federica. Si era accorta della luminosità eccessiva dei miei occhi e aveva cominciato a farmi delle domande insistenti.

<<  Elena, è da un paio di settimane che sei raggiante. Cosa è successo?  >>
<<  Niente, tutto come al solito  >> le dissi sedendomi sul divano
Si era presentata a casa mia un sabato pomeriggio, decisa a sapere la verità. Non l’avevo messa al corrente delle novità perché non volevo metterla in una situazione scomoda con il suo ragazzo. I maschietti del gruppo erano tutti amici e non sapevo se Alessio avrebbe mantenuto il segreto.
<<  Non prendermi in giro, ti conosco. Sputa il rospo!  >> mi indicò parandosi di fronte a me
<<  Sto con Roberto  >> sussurrai
<<  Credo di non aver capito bene  >> rispose deglutendo a fatica
<<  Io e Roberto ci siamo messi insieme  >> affermai decisa
Non so se le mancarono le forze ma la vidi crollare sul divano accanto a me. Si strusciò la faccia con le mani e poi mi guardò smarrita. Scoppiai a ridere e andai di corsa a prenderle un bicchiere d’acqua.
<<  Bevi, sei diventata pallida  >>
<<  Stai con Roberto mentre stai con Davide?  >> chiese dopo aver bevuto un sorso
<<  Voglio lasciarlo ma non ho il coraggio  >>
<<  Perché lo vengo a sapere solo adesso?  >>  domandò ancora incredula
<<  Scusami Fede, non volevo che si spargesse la voce   >>
<<  Ma tu sei sicura di quello che stai facendo?  >>
<<   Io sono felice  >> le risposi sorridendo

Quella frase la rassicurò in qualche modo. Mi promise che non avrebbe detto niente a nessuno ma mi consigliò di dirlo a Davide il prima possibile. Aveva perfettamente ragione, dovevo essere sincera con lui. Quella sera Davide mi invitò ad andare a ballare con lui ma mi rifiutai inventando una scusa. Anche Roberto declinò l’invito e ci incontrammo al solito posto. Mi sedetti sulla panca sotto al portico ad aspettarlo. Quando lo vidi arrivare, gli andai incontro sorridendo. Lui aprì le braccia e mi abbracciò stretta. Mi accoccolai al suo petto ma poi la voglia di baciarlo prese il sopravvento. Alzai la testa e lo guardai negli occhi. Mi sorrise teneramente e mi baciò, anticipandomi.
<<  Vorrei poterti baciare sempre  >> disse appoggiando la sua fronte contro la mia
<<  Anche io. Dobbiamo dirlo a Davide  >>
<<  Odio quando ti abbraccia e ti sta vicino. Odio quando ti bacia  >>
<<  I baci che do a lui non sono paragonabili ai baci che do a te  >>
Lo baciai a fior di labbra e lui ricambiò con la faccia soddisfatta. Mi diressi insieme a lui verso la panca e mi sedetti sulle sue gambe. Sentivo il suo cuore battere all’unisono con il mio. Non avrei mai voluto lasciarlo andare. Non aveva importanza il luogo, la mia serata era perfetta perché la stavo trascorrendo con lui.

<<  La professoressa Ferro sta organizzando una specie di recita  >>
<<  Oddio, come i bambini!  >> risposi ridendo
<<  Io odio queste cose ma chi partecipa riceve 2 crediti scolastici  >>
<<  In cosa consiste?  >>
<<  In pratica devi rappresentare l’amore dal tuo punto di vista. Ogni ragazzo sarà accoppiato ad una ragazza ed entrambi dovranno dichiarare il loro amore seguendo l’esempio di Shakespeare  >>
<<  E’ molto romantico!  >> esclamai con l’aria sognante
<<  Io mi chiedevo se a te andava di.. di partecipare con me  >> disse abbassando lo sguardo
Lo abbracciai di slancio e gli baciai il collo. Che buon profumo aveva!
<<  Mio Signore, farò tutto quello che lei mi chiederà  >> gli sussurrai all’orecchio
Mi allontanò di scatto e mi guardò intensamente negli occhi. Oh, no. Qualcosa mi diceva che aveva preso alla lettera le mie parole. Mannaggia alla mia bocca larga.
<<  Tutto tutto?  >> domandò malizioso
<<  Forse  >> risposi enigmatica
Sorrise e mi strinse a sé baciandomi i capelli. Avevamo già affrontato quell’argomento e gli avevo detto che volevo aspettare. Non si era arrabbiato, come avevo immaginato, mi aveva risposto che mi avrebbe aspettato anche per sempre perché stare con me era la cosa migliore che gli era capitata nella vita.

<<  Elena!  >>
Scattai in piedi quando sentii la voce di mia sorella Lily. Guardai l’orologio e mi accorsi che erano le due passate. Il tempo passava così velocemente quando stavo con lui!
<<  E’ mia sorella. Devi andare  >>
<<  A domani sera, piccola  >> disse alzandosi
<<  Non vedo l’ora  >>
Mi baciò e scappò via. Mi appoggiai alla balaustra stringendomi nella mia giacca e lo guardai andare via.
<<  Perché sei qui fuori al freddo?  >> chiese mia sorella spalancando la porta
<<  Volevo prendere una boccata d’aria  >>
<<  Tu mi nascondi qualcosa e io scoprirò cosa!  >>
<<  Mi hai scoperto!  >> dissi colpevole
<<  Avanti, parla. Cosa nascondi?  >>
<<  Sono uscita qua fuori per mangiare l’ultimo kinder bueno della dispensa!  >> esclamai allontanandomi
<<  Brutta stronza!  >> rispose lei infuriata
Iniziò a rincorrermi per tutta la casa. Le lanciai i cuscini del salotto e lei li schivò abilmente. Andai al piano superiore  e lei mi seguì con una bottiglia d’acqua in mano. Tutto quel baccano svegliò mia madre. Si affacciò dalla porta della sua stanza e strabuzzò gli occhi quando ci vide ridere e scherzare. Ero convinta che ci avrebbe sgridate; invece, sorrise e tornò a dormire.

<<  Perché non sei venuta sabato?  >>
 Eravamo tutti seduti al nostro solito tavolo e Davide si era incollato a me. Roberto era seduto di fronte a noi e capivo dalla sua espressione che era infastidito. E come dargli torto visto che il suo amico stampava le sue labbra sulle mie ogni due secondi. Dovevo trovare l’occasione giusta e le parole giuste per lasciarlo.
<<  Mi sentivo poco bene  >>
<<  Anche Roberto e Stefano non sono venuti.  Ci avete abbandonato  >> constatò Katia
Guardai Roberto di sfuggita e lui addentò il suo panino sorridendo. Stefano si avvicinò e mi chiese di prestargli il libro di matematica. Mi avviai così verso il mio armadietto insieme a lui. Non appena ci allontanammo dalla porta della mensa, mi prese sotto braccio e mi trascinò lontano da occhi indiscreti.
<<  Noi due siamo amici e non dovremmo avere segreti  >> disse imbronciato
<<  Di costa stai parlando?  >> gli chiesi allarmata
<<  Ieri pomeriggio Alessio ha invitato me e Roberto a casa sua per vedere la partita e immaginati il mio stupore quando quest’ultimo ci ha confessato che stavate insieme  >>
<<  Lo sai che non devi..  >>
<<  Si lo so, non deve saperlo nessuno. Davide non la prenderebbe molto bene  >>
<<  Devo essere sincera con lui, prima che lo venga a sapere da altri  >>
<<  Lo sappiamo tutti ormai, tranne Katia e Emanuele  >>

Sospirai di sollievo nel sapere che Katia era all’oscuro di tutto. Le volevo un gran bene ma non riusciva a mantenere un segreto neanche a pagarla. Notando la mia espressione triste, Stefano mi abbracciò. Lo consideravo come un fratello maggiore: quello a cui ti rivolgi per dei consigli, quello che ti proteggerà sempre e comunque, quello a cui vuoi un bene dell’anima.
<<  Che cazzo sta succedendo tra voi due?  >>
Mi staccai immediatamente da Stefano dopo aver sentito la voce incazzata di Davide. Perché mi aveva rivolto quella domanda? Costa stava insinuando?
<<  Per questo sei fredda ultimamente, per questo entrambi non siete venuti sabato sera. Voi state insieme! Voi vi state frequentando alle mie spalle!  >> gridò facendo radunare una piccola folla attorno a noi
Incrociai gli occhi di Roberto alle sue spalle. Mi immobilizzai per qualche minuto non sapendo cosa fare. Guardai prima Stefano, poi Davide e poi di nuovo Roberto.

Dovevo prendere subito una decisione. Un aiuto da casa no vero?





Ciao ragazzi! Vi avevo anticipato che non sarebbe stato tutto rose e fiori. Abbiamo visto Elena e Roberto iniziare la loro storia clandestina. A poco a poco tutti vengono a sapere della nuova coppia, tranne Davide. Che ridere la scena in cui Federica si sente male ahahahah e poi Roberto e Elena tutti abbracciati *_____* Avrete sicuramente notato che il rapporto tra Elena e Lily è migliorato e crescerà ancora ve lo anticipo. Poi infine Davide vede Elena e Stefano abbracciati e capisce male. Cosa succederà adesso? Roberto ed Elena confesseranno oppure troveranno una scappatoia? Come al solito i ringraziamenti finali: grazie a chi mi segue ( e aumentate sempre di più), grazie a chi ha messo la storia tra le preferite, grazie a chi legge e non lascia recensioni :( ma sono contenta lo stesso e un grazie speciale alla mia Lu :* che lascia sempre una recensione e mi fa imbarazzare :*
Alla prossima, Piccina.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


Ero sempre stata una persona istintiva, una che prende le decisioni al volo senza pensarci due volte. Eppure stavolta non era stato così. Continuavo a fissare i tre ragazzi che avevo attorno senza proferire parola. Davide mi aveva preso alla sprovvista. Vedevo rabbia e delusione nei suoi occhi, vedevo sofferenza. Mi sentii in colpa per questo e guardai Roberto in cerca di aiuto. Lui avanzò tra la folla di studenti, prese il suo amico per il braccio e lo strattonò con forza.
<<  Davide, ma cosa stai dicendo? Loro due sono sempre stati amici  >>
<<  Non lo so, ho visto..  >>
<<  Sei solo accecato dalla gelosia. Parla con lei in disparte, lontano da tutti  >>

Così Davide mi prese per mano e mi portò in cortile. Sapevo che Roberto aveva fatto la cosa giusta, non poteva rivelare la nostra relazione davanti a tutti e soprattutto doveva togliere dai casini Stefano. Si fermò vicino ad un albero, lo prese a pugni e poi puntò il suo sguardo nel mio. Mi fece male vederlo in quello stato ma presi la mia decisione: dovevo lasciarlo, dovevo evitare di farlo soffrire ancora.
<<  Davide..  >>
<<  Cazzo, io ti amo Elena  >>  gridò contro di me
Mi sentii morire, come se un camion mi avesse investita alla massima velocità. Non potevo più illuderlo, non potevo più prenderlo in giro.
<<  Io non provo lo stesso per te  >> ammisi abbassando lo sguardo
<<  Col tempo imparerai ad amarmi  >> disse accarezzandomi una guancia
<<  Non credo Davide  >>
<<  C’è qualcun altro?  >> domandò furioso
E ti pareva che non mi faceva questa domanda. Non potevo buttargli addosso tutte queste novità in una volta, non potevo privarlo di un’amicizia in un momento come questo. Così mentii.
<<  No, non c’è nessuno  >>
<<  Magari un giorno ti accorgerai dei tuoi sbagli e tornerai da me  >>

Mi baciò velocemente sulle labbra e mi lasciò lì da sola. Scoppiai a piangere e mi accasciai a terra prendendomi il viso tra le mani. In mio soccorso vennero Federica e Katia che mi portarono in bagno e mi diedero una sistemata. Non dissero una parola, non mi chiesero niente. All’uscita da scuola tornai a casa a piedi. Federica era stata invitata a pranzo da Alessio e mi aveva fatto promettere di chiamarla nel caso avessi avuto bisogno di lei. Una macchina si fermò accanto a me e mi voltai.
<<  Sali, piccola  >>  disse dolcemente Roberto
Mi guardai attorno e non vidi nessuno. Aprii lo sportello, mi accomodai sul sedile e lui si diresse a casa mia. Quando arrivammo, mi accarezzò la gamba e mi sorrise.
<<  Mi dispiace per il casino  >> disse dispiaciuto
<<  Non è colpa tua. Ho deciso io di mettermi con lui per farti ingelosire >>
<<  Si riprenderà, vedrai. Dovremmo solo attendere un po’ prima di venire allo scoperto  >>
<<   Abbracciami  >>
Mi tenne stretta tra le sue braccia per un tempo indefinito e mi tranquillizzai. Entrai in casa, posai le chiavi sul portaoggetti e mi diressi in salotto. C’era troppo silenzio in casa. Di solito Lily ascoltava la musica a tutto volume facendo innervosire i vicini. Oggi,invece, calma piatta. Subito dopo capii il perché di quella quiete. Mia sorella era troppo impegnata a baciare un ragazzo sul nostro divano! Era una dote di famiglia interrompere le persone sul più bello. Spalancai gli occhi e la rimproverai.
<<  Liliana Turati, che cosa stai facendo?  >>
Si allontanarono dolcemente, come se non li avesse interrotti nessuno, e sorrisero.
<<  Ciao Elena, ti presento Fabio Imperatore  >> rispose lei

Imperatore? Oddio, lui era il fratello di Roberto. Lui era mio cognato! Il cellulare che avevo tra le mani mi cadde per terra e lui prontamente lo raccolse. Mi guardò negli occhi e notai che era molto diverso da suo fratello. Una cosa, però, avevano in comune: lo stesso sorriso furbetto. Ad un tratto mi ricordai lo scherzo di mia sorella e arrossii violentemente. Speravo che gli avesse detto la verità.
<<  Ciao Elena  >>  disse lui sorridendo
<<  Ciao  >> uscì dalla mia bocca come un lieve sussurro
<<  Tu sei amica di mio fratello vero?  >>
<<  Si, facciamo parte dello stesso gruppo  >>
Sorrise, come se sapesse che stavo mentendo, e tornò a sedersi accanto a mia sorella. Andai dritta in cucina a cercare qualcosa da mangiare. Mia sorella approfittò della situazione e mi chiese gentilmente ( ma quando mai ) di preparare i panini con la nutella. Lo so, fa ingrassare ma vederla chiusa nella dispensa mi fa tenerezza. Mangiammo in silenzio la merenda, accompagnandola con del succo di frutta alla pesca. Qualche ora dopo suonarono alla porta e mi stupii nel vedere Roberto oltre la soglia.

<<  Sono venuto a prendere Fabio  >> disse sorridendo
Mi voltai per assicurarmi che i due piccioncini non fossero nei paraggi e poi lo trascinai dentro chiudendo la porta. Mi attirò a sé e mi baciò. Gli accarezzai i capelli e lui mi cinse la vita dolcemente. Erano passate soltanto poche ore ma mi era mancato da morire.
<<  Sai di nutella, buona  >> commentò leccandosi le labbra
<<  Quanto sei scemo!  >> risposi
<<  Stasera non possiamo vederci, devo presenziare ad un’importantissima cena di famiglia  >>
<<  Significa che bacerò un altro  >> dissi seccata
<<  Sei bella quando fai la gelosa . Mi mancherai  >>
<<  Anche tu  >>
Stavo per baciarlo di nuovo ma dei rumori ci distrassero: Lily e Fabio stavano scendendo le scale. Ci staccammo immediatamente e aumentai le distanze per non far insospettire i nostri fratelli. Entrarono in salotto mano nella mano e sorrisi nel vederli così innamorati. Avrei tanto voluto anche io esternare i miei sentimenti senza problemi. Fabio notò la presenza di suo fratello e arrossì.
<<  Sei già arrivato, Roberto!  >>  disse lasciando la mano di Lily
<<  Si, stavo per chiamarvi  >> risposi sorridendo

Calò il silenzio e nessuno aprì più bocca. Ad interrompere quel momento imbarazzante ci pensò mia madre. Girò la chiave nella serratura e fece il suo ingresso in casa carica di buste. Alzò lo sguardo e inarcò un sopracciglio quando vide noi quattro lì impalati accanto al divano.
<<  Qualcuno mi aiuta o rimanete tutti a guardare?  >> disse
Roberto fu il più veloce e aiutò mia madre a portare la spesa in cucina. Lei sistemò le buste sul bancone e si voltò verso di lui per ringraziarlo.
<<  Grazie.. ehm, come ti chiami?  >>
<<  Roberto  >>
<<  Ah, tu sei lo stronzo spezza cuori! Che ci fai qui?  >>
<<  E’ venuto a prendere Fabio  >>  risposi prontamente per giustificare la sua presenza
<<  Buonasera signora Turati  >> disse Fabio salutandola e raggiungendoci
<<  Ciao Fabio, ti ho già detto di chiamarmi Sofia!  >> affermò sorridendo
<<  Come vuoi, Sofia. Noi adesso andiamo a cenare dai nonni  >> ribatté lui guardando il fratello
<<  Va bene, ci vediamo presto  >>
<<  Arrivederci Sofia  >> esclamò Roberto riprendendosi dallo stato di trance
Mia madre si girò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo. Roberto, mortificato, abbozzò un sorriso per alleviare la tensione ma non servì perché lei si avvicinò piano e gli puntò contro il suo indice.
<<  Per te, sono la signora Turati. E’ chiaro?  >> sbraitò furiosa
Decisamente non sapeva che io avevo scelto di stare con lui ed era anche chiaro che preferiva vedere Davide al mio fianco. Ma avrebbe imparato a conoscerlo con il tempo e forse un giorno gli avrebbe voluto anche bene.
<<  Mi scusi, signora Turati. Non succederà più!  >> si scusò Roberto
Guardò suo fratello e si avviarono alla porta. Non appena restammo sole, dopo che Lily si ritirò in camera sua, mi diressi infuriata in cucina. Mia madre mi avrebbe sentito questa volta. Non poteva trattare così il mio ragazzo!

<<  Mamma, perché l’hai trattato in quel modo?  >>
<<  Hai forse dimenticato quello che ti ha fatto? Lui vuole intromettersi nella tua storia con Davide, vuole soltanto vincere una battaglia. Lui è un egoista  >>
<<  Io mi sono fidanzata con quell’egoista. Ho lasciato Davide e mi sono messa insieme a lui. Mi hai detto tu di seguire il mio cuore  >> gridai esasperata
<<  Non credevo che..  Mi hai deluso, Elena  >> rispose dopo un piccolo tentennamento
La fissai con le lacrime agli occhi e poi corsi in camera mia. Non avrei permesso a nessuno di rovinare la mia storia d’amore. Non mi importava quello che mia madre pensava o quelli che gli altri avrebbero pensato. Quel piccolo organo involontario chiamato cuore gridava a gran voce di amare Roberto, colui che era diventato il mio ossigeno, la mia ancora di salvezza, la mia scialuppa di salvataggio.

NOI due contro tutto e tutti.
 
 




Buonasera a tutti! Ecco per voi il capitolo 12. Finalmente Davide ed Elena si sono lasciati o meglio lei ha lasciato lui per non farlo soffrire ulteriormente. Poi abbiamo conosciuto Fabio, il fratello di Roberto. Vedete qualche somiglianza? E, infine, la mamma di Elena esprime i suoi dubbi sul nuovo ragazzo di sua figlia. Come si evolveranno le cose? Riusciranno questi due a vivere in pace prima o poi? Ringrazio tutti quelli che mi seguono, chi ha messo la storia tra le preferite, chi legge ma non recensisce ( dai su, è Natale.. fate i buoni! ) e chi recensisce sempre, l'adorabile Lu :* che mi fa sempre arrossire dopo aver letto le sue parole. Ringrazio chiunque sprechi un pò del suo tempo leggendo la mia storia! :D Approfitto di questo spazio per farvi gli Auguri di Buon Natale! Buone feste e ci rivediamo nel fine settimana ( massimo venerdì promesso) con il prossimo capitolo! Baci, Piccina
 
 
 
 
 
 
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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


Ti amo. Due parole, cinque lettere, grande significato.                                                                                                                                      
Chi non ha mai avuto paura di dirlo ad alta voce?                                                                                                                 
Avevo provato a confessare i miei sentimenti a Roberto ma, ogni volta che stavo per farlo, la bocca si paralizzava e non riuscivo più a parlare. Avevo paura che lui non ricambiasse, avevo paura che fosse troppo presto. In fondo, la nostra relazione durava solo da un mese. Il tempo libero ormai lo passavamo soprattutto a scuola visto che stavamo preparando la recita con la professoressa Ferro. Prima di passare alla pratica, dovevamo sapere la teoria: era questo il suo motto. E così, tre volte a settimana, tutti i partecipanti si riunivano in teatro per ascoltare le sue lezioni. Poi, un giorno finì finalmente di spiegare.

<<  Ragazzi, vi spiego come si svolgerà la rappresentazione. Ogni coppia..  >>
<<  Dobbiamo recitare a coppie?  >>  la interruppe un ragazzo
<<  Ma tu dove sei stato tutto questo tempo?  >> rispose lei
Scoppiammo tutti a ridere per la battuta della professoressa. Roberto mi prese la mano e ne baciò le nocche. Era una cosa che faceva spesso, voleva dire che aveva tanta voglia di baciarmi. La donna riprese a parlare e la ascoltai con attenzione.
<<  Stavo dicendo, ogni coppia salirà sul palco e si scambierà una dichiarazione d’amore citando una delle opere di Shakespeare, quella che vi è piaciuta di più. Sceglierete voi la scenografia in base alle parole che pronuncerete. Darò a tutti due crediti per questo progetto e, inoltre, i due ragazzi che mi emozioneranno di più compariranno sulla copertina del giornalino scolastico >>
<<  E’ fantastico!  >> commentò una ragazza
Non conoscevo nessuno oltre Roberto. Quella non era l’unica attività che ti permetteva di ricevere crediti. Tutti avevano optato per corsi di informatica, corsi di spagnolo e addirittura corsi di cinema. Non capivo perché Roberto avesse scelto proprio questo progetto fra tanti ma volevo appoggiarlo e poi due crediti mi avrebbero fatto davvero comodo. Nel secondo quadrimestre avrei scelto da sola un’altra cosa.
<<  Quindi impegnatevi, mi raccomando. Mancano solo tre settimane  >>

Alle cinque e mezza la professoressa ci lasciò tornare a casa. Salii sulla macchina di Roberto, con mille pensieri per la testa. Mi guardò più volte di sfuggita e si accorse della mia espressione cupa.
<<  Piccola, cosa c’è che non va?  >>
<<  Dopo la rappresentazione, tutti sapranno che stiamo insieme.. anche Davide  >>
<<  Penso che abbia preso bene la rottura  >> disse
<<  Perché dici così?  >> domandai perplessa
<<  Guarda là  >> rispose indicandomi il marciapiede
Mi voltai di scatto e vidi Davide intento a baciare una ragazza. Non la riconobbi subito visto che Davide la sovrastava con il suo fisico. Si allontanarono per guardarsi negli occhi e spalancai la bocca per la sorpresa.
<<  Ma quella è Ilenia  >> esclamai sorpresa
<<  Si, vanno a letto insieme. Una sera ho sorpreso Davide che usciva da casa di Ilenia alle due di notte. Non credo che stessero facendo i compiti  >>
<<  E io che mi sentivo pure in colpa. Si è consolato in fretta!  >>
<<  Ora sei più tranquilla?  >> mi chiese sorridendo
<<  Si, amore  >> gli dissi baciandolo velocemente sulla guancia

Quando arrivai a casa, non trovai nessuno ad aspettarmi. Mi buttai sotto la doccia e indossai il pigiama. Feci avanti e indietro per il salotto almeno mille volte fino a quando non sentii lo scatto della serratura. Mia mamma fece il suo ingresso ridendo a crepapelle insieme a mia sorella Lily. Le guardai accigliata, forse per nascondere la gelosia che mi stava invadendo. Da quando avevamo litigato, mia madre mi stava in qualche modo punendo. Non mi aveva più chiesto di andare a fare la spesa con lei, non mi voleva fra i piedi in cucina e soprattutto aveva cancellato il nostro giorno dedicato allo shopping.
<<  Finalmente. Dove siete state?  >>
<<  A fare shopping!  >>  mi rispose prontamente mia sorella
Sorrise e si precipitò in camera sua a sistemare le buste piene di vestiti. Quelle parole mi ferirono profondamente. Le mie supposizioni erano vere, mia madre mi stava davvero escludendo.
<<  Ciao Elena  >> dissi tranquillamente mia madre
Si era decisa a parlare finalmente! La guardai delusa e mi diressi in camera mia. Presi le cuffie dal cassetto, le inserii nel mio smartphone e feci partire la musica. Entrò in camera mia qualche minuto dopo e cominciò a parlare. La canzone a volume troppo alto non mi fece capire niente e mi voltai in direzione della finestra. Lei mi venne vicino e mi strappò gli auricolari.
<<  Ma che vuoi?  >> le gridai contro
<<  Voglio sapere che ti prende!  >>
<<  E me lo chiedi anche? Sono giorni che non mi consideri più. Mi dispiace che Roberto a te non piaccia, ma è la mia vita. Lui mi rende felice, lui mi fa sentire importante. So che in passato si è comportato male con me, ma adesso è diverso e io .. io sono felice. Non puoi essere semplicemente contenta per me?  >>
<<  Io voglio soltanto proteggerti  >> disse sedendosi sul letto
<<  Tu mi stai soltanto allontanando!  >>
Scattai in piedi e mi appoggiai alla vetrata. Il cielo si era improvvisamente rabbuiato e senza dubbio stava per piovere. Il tempo rispecchiava  il mio umore, talmente nero a causa della donna a cui davo le spalle. Perché non si può essere mai pienamente felici? Perché non si può avere tutto dalla vita? Perché se un aspetto della tua vita va bene, un altro deve andare necessariamente male? Perché mia madre era così ostinata? La sua approvazione era fondamentale, per me.
<<  Elena, proverò a conoscerlo meglio  >>
<<  Davvero?  >>  le chiesi girandomi a guardarla
<<  Si, ma sappi che lo faccio soltanto per te  >> affermò puntando i suoi occhi lucidi nei miei
<<  Ti voglio bene!  >> le dissi correndo ad abbracciarla

Quando finii di cenare, mi sdraiai sul divano alla ricerca di un bel film. Si unirono anche mia madre e mia sorella, armate di popcorn. Optammo per Cinderella Story, il nostro film preferito, con protagonisti Hilary Duff e Chad Michael Murray. E chi non ha mai visto quel film? Mille erano poche le volte in cui l’avevo guardato e conoscevo tutte le battute a memoria. E poi adoravo il vestito da sposa di Ronda!
<<  Aspettare te è come aspettare la pioggia in un periodo di siccità. Inutile e deludente  >>
Recitammo insieme tutte e tre, con sottofondo la voce della protagonista. Scoppiai a ridere e andai in cucina a bere un po’ d’acqua. Un tuono mi fece saltare in aria e chiusi istintivamente gli occhi. Avevo sempre odiato i temporali. Da piccola, mi rifugiavo in camera dei miei genitori. Mio padre mi abbracciava stretta e il suo profumo mi cullava fino ad addormentarmi. Qualcuno bussò alla porta, riportandomi alla realtà. Diedi un’occhiata all’orologio e alzai un sopracciglio. Chi diavolo era alle dieci e mezzo di sera?
<<   E chi è ora?  >> domandò mia sorella
Il film era ormai arrivato alla fine. Sam e Austin si stavano baciando sotto la pioggia e Carter stava esultando come un forsennato gridando:  <<  Adoro la vita del liceo  >>
<<  Vado io  >> risposi dirigendomi all’ingresso
Spalancai la porta, titubante, e mi ritrovai davanti Federica. Era fradicia dalla testa ai piedi e stava tremando. Ma che cavolo era successo?

<<  Fede, che ci fai qui?  >>
<<  Vestiti e vieni con me  >> esclamò guardandomi spaventata
<<  Che cosa è successo? Dove dobbiamo andare?  >> chiesi allarmata
Cominciai seriamente a preoccuparmi quando abbassò lo sguardo. La trascinai dentro casa, le gettai sulle spalle una mia giacca e la osservai attentamente negli occhi.
<<   Elena, c’è stato un incidente   >> sussurrò flebilmente
<<  Vai avanti  >> la incitai
<<   Un camion ha travolto l’auto di Emanuele, con lui c’era anche Stefano  >>
<<  Oh mio Dio  >> dissi portandomi le mani alla bocca
Le lacrime scesero copiose sulle mie guance e, senza dire una parola, salii rapidamente le scale. Indossai un jeans , un maglione e le scarpe da ginnastica. Tornai dalla mia amica, che aveva già messo al corrente mia madre e mia sorella, le circondai le spalle con un braccio e varcammo la soglia. La pioggia ci bagnò totalmente ma non mi importava. Alessio ci stava aspettando con la macchina accesa nel vialetto di casa. Mi fece un cenno e notai uno strano luccichio nei suoi occhi.
<<  Quanto è grave ? >>
Avevo già affrontato un dolore simile e rivivere l’esperienza non era affatto piacevole.
<<  Non sappiamo nulla  >> rispose Alessio
Stava mentendo, lo capivo dal suo tono di voce, ma non dissi nulla. La macchina partì in direzione dell’ospedale e io pregai tutto il tempo. Non potevo perdere i miei amici, non potevo.  Sentii il mio cellulare vibrare, lo presi dalla tasca dei pantaloni e lo portai all’orecchio senza vedere chi fosse.
<<  Pronto?  >>
<<  Piccola? Sei già con Alessio e Fede?  >>
<<  Si  >>
<<  Ci vediamo lì  >> disse e chiuse la comunicazione
Anche lui sapeva qualcosa. Ma perché non mi stava dicendo nulla? Perché volevano tenermi all’oscuro di tutto?

Beh, forse perché il mio cuore non avrebbe retto.
 



Ciao ragazzi!
Questo capitolo è un pò triste, lo so. Purtroppo Emanuele e Stefano hanno avuto un incidente. Vedremo nel prossimo capitolo le loro condizioni soprattutto vedremo le reazioni dei loro amici. Questo evento che impatto avrà sul gruppo?
Colgo l'occasione come sempre per ringraziare chi legge la mia storia, chi l'ha messa tra le seguite, chi l'ha messa tra le preferite, chi legge silenziosamente ( dai, forza... fatemi sapere anche la vostra e magari vi do qualche spoiler XD ) e chi recensisce sempre. Chi sarà mai! Lu :*
Vi auguro ancora Buone Feste e ci rivediamo al prossimo capitolo. Ah, dimenticavo.. aggiungo le ultime foto dei protagonisti e con queste abbiamo finito! A presto, Piccina.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Capitolo 14
*** Capitolo XIV ***


Quando si è giovani, non si pensa alla morte. La vediamo come un’ombra lontana sulla nostra vita, lontana appunto. Crediamo di essere più forti di tutto, crediamo di avere una vita intera davanti a noi. Speriamo in un futuro migliore, desideriamo che i nostri sogni si realizzino. Non riflettiamo su quanto breve sia il tempo che passiamo su questa terra. Emanuele e Stefano stavano lottando tra la vita e la morte. Il loro destino era incerto, nessuno sapeva cosa sarebbe successo. A detta dei medici, erano arrivati in ospedale in condizioni gravissime: costole rotte, trauma cranico e fratture multiple alle gambe. Adesso erano in sala operatoria mentre noi tutti eravamo in corridoio ad aspettarli. Roberto mi teneva costantemente la mano. Era in ansia per i suoi amici, stava impazzendo all’idea di perderli. Alessio e Federica erano in piedi, accanto alla porta, mentre Katia era seduta, con la faccia distrutta. Accanto a lei c’erano i genitori di Emanuele e Stefano. Quando ero arrivata, ero andata ad abbracciare Giulia, la mamma del mio migliore amico. Era scoppiata a piangere sulla mia spalla, facendo venire gli occhi lucidi anche a me. Non potevo credere a quello che era successo. La strada bagnata aveva giocato un brutto tiro ad un camion, che aveva sbandato e aveva travolto l’auto di Emanuele, nella corsia opposta. Quel corridoio silenzioso fece riecheggiare ancora di più l’apertura della porta alle nostre spalle. Tutti, all’unisono, ci voltammo in direzione del rumore. Il medico si tolse la mascherina mentre i genitori dei ragazzi si avvicinavano a lui.

<<  Come stanno?  >>  chiese il padre di Stefano
<<  Le operazioni sono riuscite. Adesso dobbiamo solo aspettare  >>  rispose l’uomo pacatamente
<<  Quando possiamo vederli?  >>  domandò la madre di Emanuele
<<  Fra qualche ora  >>
Noi ragazzi avevamo ascoltato tutto e le parole del dottore ci avevano rincuorato.  Nelle ore seguenti i medici avrebbero monitorato le loro condizioni di salute per poi svegliarli dal coma farmacologico e valutare le loro reazioni all’intervento. Con la coda dell’occhio vidi Katia allontanarsi dal gruppo e asciugarsi gli occhi. Roberto la seguì e, quando le fu vicino, la abbracciò. Questo gesto mi sorprese poiché non ero al corrente dell’amicizia che li legava. Per abbracciare qualcuno, devi avere un minimo di confidenza. Sentii come un nodo allo stomaco ma decisi che avrei approfondito questo aspetto più avanti. Qualche ora dopo tornai a casa per darmi una sistemata. Feci una doccia veloce, indossai dei vestiti puliti e risposi alle domande preoccupate di mia madre. Preparai dei panini per pranzo, sicura che saremmo rimasti tutti lì in attesa di notizie. Roberto mi venne a prendere verso le undici e si diresse spedito all’ospedale della città.

<<   Posso chiederti una cosa?  >>
<<  Certo, piccola. Puoi chiedermi tutto quello che vuoi  >>
<<  Ho notato che hai consolato Katia  >>
<<  E ti sembra strano? Stava piangendo  >>
<<  Non ti ho mai visto così vicino a lei. Da quando siete amici?  >>
<<  Da questa estate  >> rispose
C’era qualcosa nella sua voce che non mi faceva stare tranquilla. Avevo una strana sensazione addosso, come se mi stesse nascondendo qualcosa. Perché era così sbrigativo nelle risposte?
<<  Roberto, c’è stato qualcosa tra te e Katia?  >> domandai all’improvviso
Ero stupita anche io da quello che era appena uscito dalla mia bocca, ma evidentemente la mia mente aveva qualche sospetto e voleva toglierselo. Lui non rispose, si limitò a guardare la strada e ad accarezzarmi il ginocchio. Voleva decisamente indorarmi la pillola!
<<  Allora?  >> insistetti
<<  Siamo andati a letto insieme questa estate. E’ successo solo una volta, qualche giorno prima che si fidanzasse con Emanuele. Eravamo ubriachi e ci siamo fatti trascinare  >> confessò
Senza che me ne rendessi conto, delle lacrime amare scesero lungo le mie guance. Roberto era stato a letto con la mia amica Katia e io lo venivo a sapere soltanto adesso. Mi guardò di sfuggita, mi strinse il ginocchio con ancora più forza e continuò a guidare. Quando parcheggiò davanti all’ospedale, chiuse le sicure per evitare che scappassi ( ormai mi conosceva bene) e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
<<  Elena, perché questa cosa ti sconvolge tanto? E’ successo tanto tempo fa, adesso esisti solo tu per me. Non essere gelosa, non farti film mentali. Sei tu la donna della mia vita >>
Qualunque ragazza si sarebbe sciolta, ma non io. Non potevo dimenticare quello che aveva detto, non potevo passarci sopra così facilmente.
<< Perché non me l’hai detto prima? >>
<<  Sapevo che ti saresti arrabbiata e poi ho fatto una promessa a Katia. Quello che è successo tra me e lei non doveva venire fuori, altrimenti Emanuele non l’avrebbe mai perdonata  >>
<< Entriamo, voglio sapere come stanno >> dissi per tagliare il discorso
<< Sei ancora arrabbiata? >>
<< Si, ho bisogno di tempo per rifletterci su >>

Annuì rassegnato e tolse le sicure. Scesi così dalla macchina e aspettai che facesse il giro. Non appena mi fu accanto, mi prese per mano e intrecciò le sue dita alle mie. Avanzammo spediti verso la sala intensiva senza dire una parola. Mi pietrificai all’istante quando vidi Davide in lontananza che stava chiedendo informazioni ad un’infermiera. Sperai con tutto il cuore che non si accorgesse di noi .. troppo tardi! Sgranò gli occhi quando si voltò verso di noi e l’occhio gli cadde sulle nostre mani. Si avvicinò a passo svelto con aria minacciosa. Oh no, qui prevedo guai seri. Lasciai immediatamente la mano di Roberto.
<<  Voi due state insieme?  >> sbraitò furioso
<<  Davide, possiamo spiegarti  >> cercò di tranquillizzarlo Roberto
Ma lui non lo ascoltò e con uno scatto improvviso gli tirò un pugno in pieno viso. Roberto si rialzò e cominciarono a picchiarsi violentemente.
<<  Smettetela!  >> gridai
Il corridoio iniziò ad affollarsi di gente curiosa. Mi misi in mezzo per dividerli, li spintonai con forza ma si riacciuffarono facendomi scivolare e sbattere la testa contro la parete. Caddi a terra dolorante ed entrambi si accasciarono su di me per aiutarmi a rialzarmi.
<<  Piccola, ti sei fatta male?  >> chiese Roberto
<<  No, sto benissimo!  >> risposi sarcastica
<<  Facciamola sedere lì  >> propose Davide
Mi alzai da terra e la testa cominciò a girare sempre più. L’infermiera, quella che prima aveva parlato con Davide, mi portò del ghiaccio poiché aveva assistito alla scena. Lo posizionai sulla testa e mi sedetti su una sedia. Roberto prese posto accanto a me e mi accarezzò una guancia.
<<  Ma che cosa ti è preso? >>
<<  Ha iniziato lui! >> si giustificò indicando l’altro
<< Davide, affronteremo questa cosa in un altro momento. Abbiamo altro a cui pensare >>

Lui scrollò le spalle e si appoggiò al muro. Quando mi ripresi, ci recammo tutti e tre verso il reparto dei nostri amici. Seduti in corridoio, c’erano i genitori di Stefano. Gli andai incontro e Giulia mi sorrise. Se era di buon umore, voleva dire che..
<< Stefano si è svegliato e tutto fa sperare bene!  >> esclamò sorridendo
<< Finalmente! >> risposi abbracciandola di slancio
<< Emanuele? >> chiese Roberto
<<  Purtroppo lui è entrato in coma qualche ora fa  >> disse il padre di Stefano
<<  Non è possibile  >> commentò Davide affranto
Una bella notizia ed una cattiva notizia. La vita è così, un’altalena di alti e bassi. Un attimo prima sei felice e l’attimo dopo non lo sei più. Roberto si appoggiò al muro e si portò le mani nei capelli; mi avvicinai a lui e gli accarezzai la spalla per fargli capire che io gli sarei stata accanto. Lui mi sorrise e mi strinse tra le sue braccia sotto lo sguardo attento di Davide. La mamma di Stefano ci comunicò che potevamo entrare a vedere il figlio. Mi precipitai all’interno della stanza, ansiosa di vederlo.

<<  Ste!  >>  affermai correndo ad abbracciarlo
<<  Va bene che sei contenta di vedermi, ma ti ricordo che ho due costole rotte!  >> si lamentò
<<  Oh, scusa  >> dissi allontanandomi di scatto
Roberto e Davide gli diedero un piccolo colpetto sulla spalla. Stefano sorrise con gli occhi lucidi e si sistemò meglio sul letto. Mi indicò la bottiglia d’acqua sul comodino e gliene feci bere qualche sorso. Ero così felice di vederlo, ma il buco allo stomaco non mi aveva del tutto abbandonata. Ero in pensiero per Emanuele.
<< Hai la pelle dura, amico >>  dichiarò Davide
<< Già, è stato bruttissimo. Abbiamo visto la morte con gli occhi. Mia mamma mi ha detto che Emanuele è ancora in pericolo di vita. Mi sento così in colpa! >>
<< Perché ti colpevolizzi? E’ stato un incidente >>  esclamò Roberto
<<  Se non fosse venuto a prendermi in palestra, tutto questo non sarebbe successo!  >>
<<  Smettila, Stefano! Non è colpa tua! >>  lo rimproverai
Annuì e abbassò lo sguardo ma capii che le mie parole non sarebbero bastate a rincuorarlo. In quel momento entrò il medico e ci disse di lasciarlo riposare per recuperare le forze. Uscii così dalla stanza, seguita da Roberto e Davide.  In corridoio ci guardammo negli occhi e, insieme, ci recammo da Emanuele. Il nostro pensiero ora andava a lui.

( consiglio di ascoltare questa canzone)
: http://youtu.be/y8AWFf7EAc4

Vederlo attraverso il vetro fu come un colpo al cuore. I suoi genitori e Katia erano seduti ai lati del letto, aspettando che aprisse gli occhi. Mi avvicinai ad Alessio e Federica, già dentro da un po’, e abbracciai la mia amica. Ma ad un tratto sentii quel Bip che mi spezzò il cuore. Emanuele era andato in arresto cardiaco. I medici entrarono di corsa con il defibrillatore, pronti a salvarlo. Cominciai a singhiozzare rumorosamente, seguita dagli altri. Roberto mi fu subito vicino e mi prese la mano. Vidi Katia abbracciare la mamma di Emanuele e iniziare a piangere insieme; il padre era diventato bianco come un lenzuolo. Non potevo perdere un’altra persona a cui volevo bene.
Lui doveva salvarsi!
 


Ciao ragazzi!
Ho pensato di farvi un grande regalo e mi sono impegnata a scrivere la seconda parte. Abbiamo scoperto che Katia e Roberto hanno avuto una specie di flirt, durato solo una notte, ed Elena si è arrabbiata giustamente. Penso che chiunque sarebbe infastidito se il tuo ragazzo è andato a letto con una tua amica! Poi Davide ha finalmente scoperto della relazione di Elena e Roberto. Ha preso a pugni quest'ultimo e la povera Ele ci è andata di mezzo. Affronteranno questa cosa più avanti, adesso non era proprio il caso. Stefano, fortunatamente ha reagito bene all'intervento. Emanuele, al contrario, rischia la vita e il capitolo si chiude proprio su di lui. Riuscirà a sopravvivere?
Ringrazio come sempre chi segue la mia storia ( siete aumentati e questo mi fa tanto tanto piacere), ringrazio chi l'ha messa tra le preferite, chi recensisce ogni capitolo con gioia ( Lu :***), chiunque la legga e vi chiedo cortesemente di farmi sapere cosa ne pensate della mia storia e degli sviluppi! Una piccola recensione per farmi sapere che ci siete e che vi piace o non vi piace quello che scrivo!
Grazie di cuore. Al prossimo capitolo! Un bacio, Piccina
 
 
Questo è link della pagina facebook dedicata ai Robena https://www.facebook.com/pages/Robena-Forever/1392500401000251?ref=hl

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Capitolo 15
*** Capitolo XV ***


Mancavano soltanto poche ore alla fine dell’anno. E mentre mi preparavo per andare alla festa con i miei amici, ripercorrevo con la mente tutto quello che era successo negli ultimi mesi . La morte di mio padre, il riavvicinamento con mia sorella Lily, la mia storia con Roberto e l’incidente di Stefano ed Emanuele. Quest’ultimo, il più recente, mi aveva fatto capire quanto i miei amici fossero importanti per me. Erano loro che mi avevano sostenuta, che mi avevano aiutata , che erano riusciti a farmi tornare il sorriso quando non avevo nessuna voglia di sorridere. Avevo rischiato di perderli ma per fortuna questo non era accaduto.

***
Eravamo già pronti a salutare Emanuele per sempre, il medico stava per gettare la spugna quando un rumore piccolissimo spaccò il silenzio.
<<  Il cuore ha ripreso a battere!  >> esclamò l’uomo
Prese l’ossigeno e lo aiutò a respirare per qualche minuto. I suoi parametri vitali si stabilizzarono ma non si svegliò del tutto. Rimase in coma per un’altra settimana e poi, un giorno, strinse la mano di Katia mentre lei piangeva disperata. Lei alzò gli occhi e gli sorrise felice.
<<  Si è svegliato!  >> gridò affacciandosi nel corridoio e informando tutti
<<  Grazie al cielo ! >> commentai entusiasta
Ma la sorpresa più grande fu vedere Davide e Roberto abbracciati. Sorrisi guardandoli e mi precipitai nella stanza. Emanuele era ancora molto debole e , quando sorrise con gli occhi lucidi, sentii una stretta al cuore.    Era tornato tra di noi, era ancora vivo.
***

Indossai dell’intimo rosso coordinato, solo per tradizione intendiamoci, e sopra il vestito nero che avevo comprato. Semplice, con le spalline sottili, lo scollo a cuore e super attillato. Abbinai delle decolté nere e una pochette. Mi sedetti sul divano ad aspettare Roberto, visto che mi ero preparata in anticipo. Nel mese appena trascorso, avevamo litigato parecchio per lo stesso motivo: Katia. Ero entrata in paranoia. Ogni volta che li vedevo parlare, ogni volta che li vedevo vicini, ogni volta che si sorridevano, una strana sensazione mi assaliva. Avevo paura, paura che lui mi potesse tradire.. con lei! Nonostante tutte le sue rassicurazioni, io continuavo a tormentarmi. Avevo promesso a Roberto di non dire nulla ad Emanuele, soprattutto dopo quello che aveva passato. Ero l’unica a sapere di loro due.

<<  Sei bellissima, sorellina  >> disse Lily interrompendo i miei pensieri
Sorrisi, ripensando a quando mi aveva definita diversamente.
<<  Anche tu lo sei  >> le risposi
Quella sera sarebbe venuta con me alla festa insieme a Fabio. Avevamo fatto shopping insieme e le avevo consigliato l’abito che adesso aveva addosso. Rosso, senza spalline e con la gonna ampia. Le feci spazio sul divano e lei si lasciò andare con poca grazia. Mia madre scese le scale e si diresse in cucina per farsi un the. Era la notte di Capodanno e lei sarebbe rimasta sola a casa. Questa cosa mi intristiva parecchio a tal punto che avevo deciso di restare a casa. Era stata lei a convincermi ad andare e a portarmi dietro Lily.
<<  Mamma, sei sicura di voler restare qui da sola?  >> le chiesi alzandomi dal divano e raggiungendola
<<  Tesoro, non preoccuparti per me. Ne abbiamo già parlato  >>
<<  Allo scoccare della mezzanotte ti chiamo per farti gli auguri  >>
<<  Okay. State attente, mi raccomando  >> disse poi

Sentimmo delle persone parlare sotto al portico e poco dopo suonarono il campanello. Sorrisi eccitata e andai ad aprire. Rimasi a bocca aperta quando vidi Roberto e Fabio. Entrambi avevano indossato lo smoking con cravatta nera e i mocassini in pelle dello stesso colore. Erano perfetti, bellissimi da togliere il fiato. Roberto studiò a lungo la mia figura, poi mi sorrise malizioso e mi cinse la vita con le sue braccia.
<<  Elena, sei una visione. Sei favolosa. Ho smesso quasi di respirare  >>
Mi lasciò un piccolo bacio sulle labbra e iniziò a giocare con i capelli che avevo arricciato per l’occasione. Fabio tossì per attirare la nostra attenzione e mi voltai verso di lui.
<<  Ciao! Mia sorella è in soggiorno!  >> lo informai
<<  Grazie! Adesso puoi tornare a baciare mio fratello  >> commentò ridendo
Ma quanto era simpatico questo ragazzo, mamma mia!                                                                                                  
Come avrei fatto a sopportarlo per tutta la sera? Per mia fortuna, non appena arrivammo alla festa, lui e Lily scomparvero dalla nostra vista. Non ero preoccupata di questo, conoscevo la maggior parte degli invitati: diciamo che li conoscevo di vista, perché già presenti al party di Halloween. Intravidi i nostri amici in lontananza e ci avvicinammo sorridendo. Erano tutti vestiti eleganti, pronti a lasciarsi alle spalle il vecchio anno. Un anno che era decisamente da dimenticare.
<<  Ciao ragazzi!  >> li salutai
<<  Elena! Ti stavamo aspettando  >> mi rispose Fede abbracciandomi
<<  La coppia dell’anno!  >> esclamò Stefano indicandoci con il braccio ingessato
Ricordai il giorno in cui tutta la scuola venne a sapere della nostra storia..

***
Dopo che Emanuele si era svegliato, io e Roberto avevamo deciso di non nasconderci più. Davide era già al corrente di tutto e quindi non dovevamo preoccuparci di nulla. Avanzai spedita insieme alla mia amica verso l’ingresso della scuola e lì trovammo Roberto e Alessio. Gli sorrisi timidamente e mi avvicinai con cautela. Non appena lo raggiunsi, lui mi baciò con dolcezza le labbra. Ci guardammo intensamente negli occhi e poi lui mi prese la mano intrecciando le sue dita alle mie. Percorsi il corridoio lentamente, in modo che tutti ci vedessero. E proprio quando tutti si erano girati a guardarci stupiti, lui mi aveva baciato ancora.  Il primo volto che riconobbi tra quelli sconvolti, fu quello di Ilenia: gli occhi spalancati, la mascella cadente. Così eravamo usciti allo scoperto. Qualche giorno dopo venni a sapere che la stronza aveva scommesso che la nostra relazione sarebbe finita entro qualche mese e decisi di affrontarla.
<<  Ilenia, posso parlarti? >> le chiesi a pranzo
<<  Dimmi  >> rispose infastidita
<<  Vorrei parlarti in privato  >> le dissi rivolgendomi alle orecchie lunghe delle sue amiche
<<  E va bene, usciamo fuori  >> sbuffò
Mi seguì in cortile e si accese una sigaretta. Fece qualche tiro e poi mi guardò con aria interrogativa.
<<  Allora? Vuoi comprare una vocale?  >>
<<  Ho sentito della scommessa. Perché pensi che finirà? Perché vuole te?  >>
<<  No, cara. Finirà perché lui vuole quello  >> affermò alludendo al sesso
Sesso. Per me era un’incognita sconosciuta che aleggiava sulla mia testa. Ma perché tutto si riduceva al sesso? Perché due persone non possono amarsi senza necessariamente farlo?
<<  Lui non pensa solo a quello..  >> lo difesi
<<  Quanto sei illusa!  >> commentò alitandomi in faccia il fumo
Questo gesto di sufficienza mi fece arrabbiare. Chi si credeva di essere? Oh si giusto, lei ne sapeva più di me visto che era andata a letto con ogni ragazzo della scuola in grado di respirare.
<<  Tu sei solo gelosa! Vorresti esserci tu al mio posto!  >>
<<  Questo è vero, devo ammetterlo. Ma tanto so che tornerà, tu non puoi dargli quello di cui ha bisogno. Tu sei troppo piccola e indifesa per stare con uno come lui  >>
<<  Ma scusa tu non te la stai spassando con Davide?  >>
<<  Noi ci facciamo compagnia mentre aspettiamo. Lui aspetta te e io aspetto Roberto  >>
Buttò a terra la sigaretta e rientrò in mensa lasciandomi in balia dei miei pensieri. Le sue parole mi avevano lasciato di stucco visto che Roberto e Davide si erano chiariti. Quest’ultimo aveva messo un piede sopra al passato e aveva dichiarato di avermi dimenticato. Allora perché Ilenia aveva detto che mi stava aspettando? Stava solo mettendo zizzania? Si, era decisamente così.
***

<<  Smettila scemo!  >> lo rimproverò Roberto
Poi diede una gomitata ad Alessio che rideva sotto i baffi. Davide sembrava assente, come se non avesse ascoltato una sola parola di quello che ci eravamo detti. Ci salutò con un cenno e si diresse al bar. Emanuele stava discutendo con un ragazzo poco lontano da noi ma, quando ci vide, ci venne subito incontro.
<<  Ema! Sei stupendo  >> gli dissi
Meno di un mese e si era rimesso in sesto, a parte la gamba. Era ancora ingessata, come il braccio di Stefano, e questo gli impediva di muoversi come voleva.  Ma tra qualche settimana gli avrebbero tolto il gesso e con qualche seduta di fisioterapia sarebbe tornato tutto come prima.
<<  Tu sembri una Miss! Ciao Roberto  >> salutò il suo amico
<<  Ciao Emanuele!  >> ricambiò l’altro
<<  E Katia ?  >>  domandai con troppa enfasi
<<  Sta arrivando!  >> rispose lui guardandosi attorno

Una musica lenta accompagnò le sue parole.

DA ASCOLTARE :
http://youtu.be/2gkKzBCHcCo

Roberto mi porse la mano e mi invitò a ballare. Emanuele ci guardò sorridendo e si sedette su una sedia per non sforzare il suo arto inferiore. Fece aderire il mio corpo al suo, appoggiando una mano sulla mia schiena e intrecciando l’altra ad una delle mie. Quella canzone era allo stesso tempo bella e malinconica. Raccontava di un amore vissuto e adesso sofferto. Due persone che si erano amate ma purtroppo allontanate. Un amore, che nonostante tutto, rimane impresso dentro al cuore.  E a proposito del mio cuore, ancora non ero riuscita a dire a Roberto che lo amavo. Pensavo che l’occasione perfetta sarebbe stata la nostra recita, ma poi la professoressa Ferro l’aveva spostata a Maggio per dei suoi problemi personali. Così i miei programmi erano stati mandati all’aria e avevo deciso di dirglielo allo scoccare della mezzanotte, come regalo per l’anno seguente.
<<  Elena, io volevo..  >>  cominciò guardandomi negli occhi
<<  No  >>  gli tappai la bocca con una mano  <<  dopo!  >>  gli dissi sorridendo

Speravo che quello che volesse dirmi, fosse la stessa cosa che dovevo confessargli anche io. Mi strinse a sé ancora più forte e continuammo a ballare sulle note di quella canzone. Stavo vivendo un momento magico, un momento indimenticabile. Mai avrei immaginato quello che sarebbe successo dopo.
 
 
 

 

Ciao ragazzi!
Innanzitutto Buon Anno a tutti! Spero che vi sia piaciuto come ho impostato il capitolo: ho raccontato l'ultimo mese tramite dei flashback e ho ambientato il presente nella notte dell'ultimo dell'anno. Abbiamo visto che Emanuele si è salvato, che Roberto ed Elena hanno ufficializzato la loro relazione e che Ilenia non si arrende. E' convinta che tra Roberto ed Elena non durerà, a causa dei bisogni di lui. Avrà ragione? E poi ha anche detto che Davide sta aspettando Elena.. sarà vero? Intanto i due piccioncini ballano sulle note di una delle mie canzoni preferite.. spero che vi piaccia quella scena! Nel prossimo capitolo, vedrete che qualcosa andrà storto durante la serata. Ringrazio come al solito chi mi segue, chi ha messo la storia tra le preferite o ricordate, chi legge silenziosamente e chi recensisce: oltre la mia amata Lu :* si è aggiunta anche ElenSofy.. vi ringrazio ragazze!
Al prossimo capitolo! Un bacio, Piccina!
P.S. Ho creato una pagina facebook dedicata ai nostri Robena. Chi vuole può seguirmi anche là

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI ***


Sarà vero il detto: quello che succede a Capodanno, succede tutto l’anno?                                                                      
Alle undici e mezza, eravamo tutti pronti a brindare. Mi guardai attorno alla ricerca di mia sorella e non la trovai. Decisi di andare a cercarla insieme a Roberto, visto che era sparito anche Fabio. Ma dove diavolo si erano cacciati quei due? La chiamai più volte al cellulare ma non mi rispose. Iniziai a preoccuparmi sul serio quando nessuna delle sue amiche presenti alla festa aveva idea di dove fosse finita. Uscimmo all’esterno del capannone e un urlo attirò la nostra attenzione. Sussultai preoccupata e iniziai a tremare.

<< Quella era la voce di Lily! >> dissi con le lacrime agli occhi
Le urla si fecero sempre più insistenti e io temetti per la vita di mia sorella. Che qualcuno le stesse facendo del male? Roberto mi prese per mano e avanzammo nella direzione che ci sembrò più giusta. Appena svoltammo l’angolo, mi resi conto che quelle non erano urla di dolore ma di piacere. Lily era avvinghiata a Fabio, con una coscia sollevata all’altezza del bacino di lui. Stavano davvero facendo.. ?
<<  Ma che schifo >> esclamai indignata ma allo stesso tempo sollevata
I due corpi infuocati si girarono all’unisono e, quando ci riconobbero, si staccarono aggiustandosi i vestiti.
<< Elena, hai il dono di interrompere i miei momenti migliori. Ma lo fai apposta? >>  disse Lily
<< E bravo il mio fratellino! >> commentò ridendo Roberto
Lo fulminai con lo sguardo mentre Fabio abbassava il capo imbarazzato. Per un attimo mi tornarono in mente le parole di Ilenia, poi scossi la testa e tornai ad affrontare quella situazione imbarazzante.
<<  Farlo qui, dove tutti possono vedervi! E poi tu signorina non mi avevi detto che..  >>
<<  Scusami Elena, se ho una vita sessuale più attiva della tua  >> rispose sorridendo
Colpita e affondata. Lei non poteva di certo sapere che la mia vita sessuale non esisteva affatto. Incassai il colpo e deglutii a fatica evitando di guardare Roberto. Chissà cosa stava pensando in quel momento.
<<  Ero solo venuta a cercarti per il brindisi, ma continua pure a spassartela  >>

Detto questo, rivolsi un ultimo sguardo a mia sorella e ai fratelli Imperatore e me ne andai. Non sapevo nemmeno io cosa stavo provando in quel momento. Perché avevo reagito così? Perché mi ero sentita umiliata da quello che aveva detto Lily? Roberto mi prese per un braccio e mi bloccò prima che potessi rientrare dentro. Lo guardai negli occhi intimidita e lui mi accarezzò una guancia.
<<  Che ti è preso Elena? E’ per quello che ha detto tua sorella?  >>
<<  Si, lo so che vuoi ..  >>
<<  Io voglio solo stare con te, per il resto ci sarà tempo!  >> mi interruppe
Sorrisi rincuorata dalle sue parole e lo baciai. Mi accarezzò dolcemente il viso e io appoggiai le mani sul suo petto. Ogni volta che le nostre bocche si incontravano, sentivo un sapore dolce-amaro. Io amavo Roberto e questo non potevo cambiarlo nessuno ma la mia mente immaginava il momento in cui lui aveva baciato Katia, quando l’aveva fatta sua, quando erano stati insieme una calda notte d’estate da ubriachi. Sapevo che non sarei andata da nessuna parte continuando a pensarci ma non potevo farne a meno.

<<  Adesso non hai più fretta?  >>  commentò acida Lily
Mia sorella ci oltrepassò insieme a Fabio e io approfittai di quella interruzione per guardare l’orologio. Mancavano soltanto dieci minuti alla mezzanotte. Rientrammo anche noi e ci avvicinammo al nostro gruppo di amici. Avevo evitato Katia per tutta la sera, come avevo fatto nell’ultimo mese. Non me la sentivo di fare buon viso a cattivo gioco. La vidi baciare Emanuele ripetutamente e mi chiesi come potesse nascondere una cosa del genere al suo ragazzo. Io non sarei mai riuscita a mantenere un segreto con Roberto, mi avrebbe scoperto nel giro di qualche giorno. Alessio e Federica stavano discutendo animatamente mentre Davide si sorreggeva a fatica. Si era scolato un numero considerevole di cocktail nonostante i rimproveri di Stefano. Perché si comportava in quel modo?
<<  Ragazzi, mancano trenta secondi!  >> esclamò il deejay
<<  Amore, il primo bacio deve essere mio!  >>  disse Roberto cingendomi la vita
<<  Certo! A chi altro dovrei darlo?  >> chiesi sorridendo
<<  20 secondi!  >>
<<  E’ bello essere tutti qui insieme. Vi voglio bene ragazzi!  >> affermò Emanuele
Strinse la mano di Katia e lei appoggiò la testa sulla sua spalla. Guardò Roberto per qualche secondo ma lui evitò di incrociare i suoi occhi e si voltò dall’altra parte. Un istinto omicida mi invase.
<<  Affronteremo il nuovo anno più uniti di prima!  >>
<<  Puoi contarci, Stefano!  >> gli rispose Federica e poi lasciò un piccolo bacio sulla bocca di Alessio
Un altro anno stava per terminare ed io ero lì, in mezzo alla sala, circondata dalle persone che amavo di più al mondo. Scorsi la figura di mia sorella qualche metro più avanti e indicai la sua posizione a Roberto. Dovevamo fare gli auguri anche a loro, subito dopo il countdown, e sarebbe stato più facile farlo sapendo la loro posizione. Ancora pochi secondi e mi sarei lasciata i brutti ricordi alle spalle..
<<   5.. 4.. 3.. 2..  >>

E proprio quando il deejay pronunciò la frase : << Buon anno a tutti! >> , Davide perse l’equilibrio e mi cadde addosso trascinandomi per terra. Mi ritrovai con il suo viso a pochi centimetri dal mio. Mi fissò intensamente negli occhi e potrei giurare che stava per baciarmi quando Roberto lo prese per le spalle e me lo tolse di dosso. Mi porse la mano e io l’afferrai per alzarmi.
<<  Ma che cazzo fai Davide?  >> urlò Roberto contro di lui
Tutti erano talmente occupati a baciarsi e a ballare che nessuno si era accorto della caduta. Davide scoppiò a ridere e si appoggiò alla spalla di Stefano, che lo guardava perplesso.
<<  Scusami piccola Elena, sono.. troppo.. ubriaco  >> disse tra le risate
<<  Portatelo a casa, prima che combini altri guai  >> propose Federica
Gli altri annuirono all’unisono e Stefano si prese l’incarico di riportarlo a casa. Davide, ubriacandosi, gli aveva rovinato la serata ma purtroppo era l’unico non accompagnato! Alessio cercò di calmare Roberto, che si era decisamente arrabbiato per quello che era successo.
Federica mi accompagnò in bagno a darmi una sistemata. Ripulii il vesto nero dalla sporcizia del pavimento, mi aggiustai i capelli in disordine e controllai anche il trucco, già che c’ero.
<<  Non lo capisco. Perché ha bevuto tanto? Cosa gli è preso? >> domandai
<<  Io so cosa gli succede  >> affermò Federica con aria abbattuta
Sperai con tutto il cuore che i miei sospetti non fossero fondati. Odiavo veder soffrire le persone, soprattutto se soffrivano a causa mia. Abbassai lo sguardo in attesa che continuasse ma qualcuno entrò in bagno interrompendoci. Era Ilenia, ovviamente. Non l’avevo vista per tutta la sera e non mi era di certo mancata. Indossava un vestito bianco che gli fasciava il corpo come una seconda pelle: infatti si intravedeva il suo intimo coordinato rosso. Sapete bene come viene definita una che si veste così.

<<  Come vedi, quello che ti ho detto era vero!  >> commentò squadrandomi
<<  Che cosa ti ha detto questa strega?  >> mi chiese Federica
<<  Che Davide è ancora interessato a me  >> risposi spostando lo sguardo su di lei
<<  Ah, ok . Ilenia potresti andartene?  >>
<<  A parte che me ne vado quando mi pare, ma ho un altro impegno. Un focoso ragazzo mi sta aspettando sulla pista e ho la netta sensazione che non dormirò sola stanotte  >> squittì sparendo dalla nostra vista
Il fatto che Federica volesse restare da sola con me, confermava le mie ipotesi. Perché allora Davide faceva finta di niente? Perché aveva detto a Roberto che io ero solo acqua passata?
<<  Quindi.. è vero?  >>
<<  Si, è vero. Quando ti guarda, gli si illuminano gli occhi. E’ innamorato cotto, nonostante vada a letto con quella specie di Barbie bruna!  >> rispose scrollando le spalle
<<  Non so cosa fare, non so come comportarmi  >>
<<  Non è colpa tua  >> disse abbracciandomi
<<  Adesso torniamo dagli altri, devo ancora dare un bacio a Roberto!  >>

Uscimmo dalla toilette e andammo a cercare i nostri relativi ragazzi. Katia mi si parò davanti sorridendo e fermò la mia ricerca. Che cosa voleva da me? O stava cercando Roberto? Mi fece cenno di seguirla e si spostò ai lati della sala, vicino ai divanetti. Chiese poi a Federica  di andare a prendere da bere.
<<  Elena, hai qualche problema con me?  >> chiese all’improvviso
<<  No, perché?  >>
Oh cavolo, allora si era accorta che la stavo evitando! Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e la guardai innocentemente. Lei mi osservò inarcando un sopracciglio e si avvicinò.
<<  Sono settimane che non usciamo più insieme! Ti chiedo di andare al cinema e non ti va, ti chiedo se andiamo a fare shopping e non ti va.  Non ho trovato il momento giusto per discuterne perché sei sempre attaccata a Roberto. Adesso ne possiamo parlare liberamente  >>
<<  Gelosa?  >>
La vidi impallidire per un istante. Se voleva spiegazioni, io gliele avrei date. Non mi sarei tirata indietro, non stavolta. Incrociai la braccia sotto al petto e le feci un sorriso di sfida.
<<  Perché dovrei essere gelosa?  >>
<<  Oh, non facciamo finta che tu non sia stata a letto con Roberto! So tutto di voi!  >>

Lei alzò lo sguardo, pronta a rispondermi, ma qualcuno alle mie spalle la distrasse. Sgranò gli occhi e spalancò la bocca. Curiosa, mi voltai e quasi svenni quando vidi Emanuele con le lacrime agli occhi.
<<  Ema, io..  >> cercò di giustificarsi Katia
<<  Mi dispiace che tu l’abbia scoperto così. Sono stati insieme, prima che lei si impegnasse con te. Avrei voluto dirtelo ma ho fatto una promessa ..  >>
<<  che purtroppo non hai mantenuto  >> finì la frase, al posto mio, Roberto alle mie spalle
Mi guardò deluso e poi rivolse la sua attenzione a Emanuele. Lui non disse nulla, si limitò a scuotere la testa più volte per poi andarsene. Katia lo seguì piangendo, mentre io mi sentii terribilmente in colpa. Non avrei mai parlato, se avessi saputo che Emanuele stava ascoltando. Era stata una pura coincidenza o forse un segno del destino ma non era certamente colpa mia. Sentivo, però, che qualcuno la pensava diversamente.
<<  Perché l’hai fatto?  >> sbraitò Roberto
<<  Non sono riuscita a trattenermi, non sapevo che Emanuele era dietro di me  >>
<<  Finisco sempre per litigare con i miei amici, a causa tua! Io mi chiedo: ma ne vale davvero la pena?  >>
<<  Cosa vuoi dire con questo?  >> domandai con le lacrime agli occhi
<<  Non lo so. Non avevo mai discusso con loro e adesso capita spesso  >> cercò di rimediare
<<  Credo che tu non sia pronto ad avere una relazione. Forse un giorno, ma non ora. Magari quel giorno io ci sarò ancora ma non posso prometterti niente  >>

Pronunciai quelle parole a fatica, spinta dal mio senso di colpa. Avevo messo in crisi le sue amicizie più care in pochi mesi e non volevo complicargli la vita. Roberto mi fissò sorpreso ed io, non riuscendo a sostenere il suo sguardo, girai i tacchi e uscii dal capannone. Il mio viso venne ricoperto dalle lacrime nel giro di qualche secondo e sentii una fitta al petto. Avevo rovinato tutto!
 


Ciao ragazzi!
Rieccomi qui con un nuovo capitolo! Come avete visto, ho continuato a raccontare le vicende della notte di Capodanno. Elena ha sopreso sua sorella a fare sesso e si è sentita umiliata dalle sue parole visto che lei è ancora vergine. Poi è rientrata per il brindisi e non ha fatto in tempo a baciare Roberto perchè Davide, ubriaco, l'ha fatta cadere. Sempre in mezzo lui XD Abbiamo anche visto Ilenia che ha gongolato.. la solita! E la parte finale è la più intensa. Elena e Katia che litgano, Emanuele che per puro caso ascolta tutto e poi Elena lascia Roberto credendo che lui non sia maturo per una relazione. La pensate come lei o siete dalla parte di Roberto? Come al solito, ringrazio chi segue la mia storia (aumentate sempre e sono super contenta), chi ha messo la storia tra le perferite e tra le ricordate. Ringrazio chi perde un minuto del suo tempo per leggere i capitoli ( e spero che possano anche perdere un minuto per darmi un loro parere) e chi recensisce sempre( Lu :** ormai lo sanno anche i sassi). Grazie veramente a tutti, spero che il capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima. Un bacio, Piccina!

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII ***


Innamorarsi, soffrire. Due verbi che sembrano opposti, ma che in realtà sono legati.                                                            
Avete mai amato senza lacrime? Non c’è niente da fare, l’amore non è una passeggiata.  E lo stavo provando sulla mia pelle. Camminavo ormai da alcuni minuti per tornare a casa, rabbrividendo per il freddo invernale. Mi ero tolta le scarpe, che adesso tenevo in mano, e di conseguenza si erano strappate le calze. Come aveva potuto Roberto trattarmi in quel modo? Ma ne vale davvero la pena?, così aveva detto. Come se io non fossi importante per lui, come se fossi io la causa di tutti i suoi problemi. In un attimo, aveva fatto crollare tutte le mie certezze e la mia bocca aveva parlato senza prima interpellare la testa. Asciugai le lacrime calde dal mio viso e mi strinsi nelle spalle. La vibrazione del cellulare mi fece sobbalzare. Lo cercai nella borsa, sperando che Roberto mi stesse chiamando per fare pace, e invece lampeggiò il nominativo: mamma. Cavolo, mi ero dimenticata di chiamarla!

<< Pronto? >> dissi cercando di sembrare allegra
<< Tesoro, ho aspettato per mezzora la tua telefonata >>
<<  Scusami mamma, mi sono fatta prendere dai festeggiamenti >> mentii spudoratamente
Se le avessi detto come erano andate le cose, si sarebbe preoccupata e mi avrebbe raggiunto in un batter d’occhio. Volevo starmene un po’ per conto mio, per sfogare tutta la rabbia che avevo dentro.
<< Va bene, divertitevi. Io sto andando a letto quindi ci vediamo domani mattina. Non fate tardi! >>
<<  Buonanotte, mamma!  >> le risposi

Continuai a percorrere il vialetto buio e deserto e, quando sentii dei passi dietro di me, cominciai a correre. Mi fermai ai lati del marciapiede per riprendere fiato e notai con sollievo che non c’era nessuno. Forse era stata solo la mia immaginazione. Arrivai a casa e decisi di sedermi in veranda a riflettere. Lasciai le scarpe davanti alla porta e mi diressi alla panca in legno situata sulla sinistra. Con mio grande stupore, notai che non era vuota. Mi avvicinai lentamente e mi chinai sul corpo inerme per riconoscere lo sconosciuto. Non riuscivo a credere ai miei occhi, cosa ci faceva lui qui?
<<  Svegliati! >> gridai strattonandolo
Spalancò gli occhi all’improvviso e mi fissò per qualche minuto.
<<  Elena! Ti stavo aspettando! >> esclamò rimettendosi in piedi
<<  Sbaglio o Stefano ti aveva riportato a casa? >> domandai perplessa
<<  Mi ha lasciato davanti casa ma non volevo andare a letto, volevo vederti! >>
<<  Devi dirmi qualcosa? >> chiesi impaurita
Si avvicinò lentamente e mi prese il viso tra le mani. Le sue mani gelide mi fecero rabbrividire e le sue iridi verdi così vicine alle mie mi imbarazzarono. Non disse nulla ma capii ugualmente cosa volesse comunicarmi: lui era ancora innamorato di me. Appoggiai le mie mani sulle sue e lo allontanai scuotendo la testa. Mi avvicinai alla balaustra bianca e incrociai le braccia al petto. Davide mi fu subito accanto e mi guardò intensamente per qualche minuto, come se stesse contemplando qualcosa di prezioso.

<<  Non volevo farti questo >> gli dissi voltandomi ad osservarlo
<<  Prima o poi mi innamorerò di un’altra >> rispose intristito
<< Te lo auguro. Sarei davvero felice per te >> gli sorrisi
<<  Perché non sei con Roberto? >>  domandò all’improvviso
Abbassai lo sguardo e sentii le lacrime avanzare. Non mi sarei mai aspettata di passare le prime ore dell’alba di Capodanno in compagnia del mio ex ragazzo parlando del mio ragazzo, appena diventato ex. Okay, sono riuscita a confondervi?
<<  Abbiamo litigato e ci siamo lasciati  >>
<<  Perché? Cosa mi sono perso?  >> disse stupito
<<  Non so se posso dirtelo, riguarda anche Katia  >>
<<  Hai scoperto della sua tresca con Roberto, vero?  >> chiese alzando un sopracciglio
Allora lui era al corrente di tutto! Chi altro sapeva? Chi manteneva questo segreto da mesi? Chi era stato complice di Roberto? Ero sicura che Stefano non sapesse niente, su Alessio avevo dei dubbi. Lo guardai sorpresa e guardai dritto davanti a me.
<<  Lo so da circa un mese e posso assicurarti che la cosa mi ha infastidito. Ma il punto è che stasera, involontariamente, l’ho fatto sapere anche ad Emanuele  >>
<<  Elena! Ma dovevi proprio dirglielo? >> domandò seccato
<<  Ne stavo parlando con Katia, lui è arrivato all’improvviso e ha sentito tutto >> mi giustificai
<<  Ci sarà rimasto malissimo! E poi cosa c’entra questo con il fatto che hai litigato con Roberto? >>
<< Gli avevo promesso che non avrei detto niente a nessuno e si è arrabbiato >>
<<  Ti ha lasciato per questo? >> disse fissandomi negli occhi
<<  In realtà, sono stata io a lasciarlo. Mi ha aggredito e non ci ho visto più! >>

Davide scoppiò a ridere, spiazzandomi. Cosa c’era di tanto divertente? Rideva delle mie disgrazie oppure era solo contento che ero tornata sulla piazza? Non sapevo come decifrare il suo comportamento. Mi prese per il braccio e mi trascinò verso la panca, dove ci accomodammo.
<<  Sei sempre la solita, parli senza prima riflettere >>
<<  Vedo con piacere che sei ancora mezzo ubriaco!  >> commentai sarcastica
<<  No, non è vero!  >> esclamò facendosi subito serio
Risi di gusto, notando la sua espressione del viso. Poi ebbi un’idea e così scesi le scale velocemente e mi avvicinai alla piccola fontana dell’irrigazione delle piante. Presi il sifone dell’acqua e lo puntai contro di lui. Davide impallidì all’istante e io risi ancora più forte.
<< Non lo faresti mai.. >>
<< Tu dici? >> risposi sfidandolo
Lui annuì convinto e io, in tutta risposta, aprii il rubinetto dell’acqua. Lo presi in pieno, seguendo successivamente la sua fuga. Tentò di strapparmi il tubo dalle mani e sfortunatamente bagnò anche me. Decisi di chiudere il flusso dell’acqua visto che eravamo completamente fradici. Davide non smetteva di ridere e trascinava anche me in questa gioia improvvisata.
<< Sei riuscito a farmi tornare il sorriso >>
<< Sei ancora più bella di prima, il vestito adesso è talmente attillato che .. >>  lasciò in sospeso la frase
<< Che? >> domandai curiosa di sapere quello che volesse dirmi
<< Che ho voglia di saltarti addosso! >> esclamò sorridendo malizioso
Arrossii violentemente e abbassai lo sguardo. Era così sfacciato certe volte che riusciva a farmi perdere le parole. Sentimmo un colpo di tosse alle nostre spalle e mi girai all’istante. Una figura scura avanzò verso di noi e, solo quando la luce della luna colpì il suo viso, lo riconobbi.

<<  Non mi aspettavo di vedervi insieme >> disse Roberto palesemente deluso
<<  Stavo solo cercando di tirarle su il morale >> rispose prontamente Davide
<<  Grazie Davide per quello che hai fatto per me. Adesso puoi lasciarci soli? >>                                     
Lui mi sorrise teneramente e si allontanò. Portai lo sguardo su Roberto, che mi guardò torvo, e così mi strizzai l’orlo del vestito pur di non guardarlo negli occhi.
<<  Sono furioso con te  >> disse a pochi centimetri dal mio viso
Ma quando si era avvicinato così tanto? Incrociai le braccia e assunsi un’aria arrabbiata.
<<  La cosa è reciproca! >>
<<  Credo che tu non abbia capito quello che volevo dire >>
<<  Io ho capito benissimo >> esclamai allontanandomi
Lui mi prese per il polso e mi fece scontrare con il suo petto. Una scossa mi attraversò la schiena e mi invase una strana voglia. Perché il mio corpo stava reagendo in questo modo?
<<  Lasciami andare a casa >> lo ripresi
<<  Tu non vai da nessuna parte! Tu stai con me  >> sbraitò furioso
Il suo tono non mi piacque per niente e lo fulminai con gli occhi. Io non ero una sua proprietà, lui non poteva comandarmi e dirmi cosa fare.
<<  Questa mi sembra tanto una minaccia >> risposi fredda
Sorrise e portò una mano sul mio fianco. Cominciai a tremare ma non per paura. Avevo una irrefrenabile voglia del suo corpo sul mio. Ero tutta un fuoco, il che era strano per essere inverno.
<<  Cosa volevi dire allora? Spiegamelo adesso! >> lo incitai
<<  Anche se la nostra storia mi ha fatto mettere in discussione delle amicizie, nessuno è più importante di te. Mi manca l’aria quando non ci sei >> confessò con gli occhi lucidi
Sorrisi dentro di me ma non glielo diedi a vedere. Volevo farlo penare ancora un po’.
<<  Ti stai solo arrampicando sugli specchi! >>
<<  Ma quanto sei ottusa? Non capisci cosa provo per te? >>
Il mio cuore ebbe un sussulto e poi cominciò a battere all’impazzata. Mi stava davvero dicendo quello che speravo? Mi strinse ancora di più a sé e dovetti cercare la forza di non saltargli addosso.
<<  No, non capisco perché tu..  >>
<<  Io ti amo  >> mi sussurrò all’orecchio

Azzerò le distanze tra di noi e mi baciò. Nonostante avessi voluto opporre resistenza per farlo soffrire per qualche altro minuto, mi lasciai andare e ricambiai quel contatto. Il bacio divenne sempre più intenso ed esigente. Mi ritrovai schiacciata contro la porta di casa, con le gambe avvinghiate al suo bacino. Non volevo più aspettare, volevo che mi facesse sua. Aprii lentamente la porta e lo portai in camera mia, facendo attenzione a non fare nessun rumore. Arrivati a destinazione, non feci in tempo a girarmi che già Roberto mi aveva tolto il vestito e mi stava guardando con desiderio. Ringraziai me stessa per aver indossato l’intimo rosso coordinato che adesso lo eccitava tanto. Gli tolsi la giacca elegante e poi la camicia, bottone dopo bottone, facendo aumentare la voglia. Gliela sfilai con cura, baciando ogni centimetro di pelle scoperta. Prima il petto, poi le spalle e infine il ventre. Sbottai i suoi pantaloni e lui, precedendomi, se li tolse in un colpo solo. Ormai in intimo, ci sdraiammo sul letto. Mi baciò il collo e poi mi levò il reggiseno con una manualità disarmante. Beh, si vedeva che era esperto.. ma meglio non pensarci adesso! Mi stuzzicò i capezzoli e poi li succhiò avido provocandomi un gemito. Scese verso il basso, mi spogliò dell’ultimo indumento e cominciò a testare il terreno con le sue dita.

<< Ti voglio, amore mio! >>
<< Anche io ti voglio! >> risposi sicura
Entrò in me dolcemente, per non farmi male. Dapprima sentii una fitta di dolore, che poi si tramutò in piacere. Si mosse sempre più velocemente facendomi godere e tremare. Non mi ero mai sentita così elettrizzata. Si scostò da me e venne sul lenzuolo. Non avevamo usato una protezione e non potevamo rischiare. Mi sistemai sotto le coperte insieme a lui e mi abbracciò stretta.
<< Ti amo, Roberto! >>

Lui sorrise sul mio collo e poi vi lasciò sopra un piccolo bacio. Ci addormentammo esausti verso le 4 del mattino. L’anno nuovo, nonostante le premesse iniziali, era iniziato davvero bene.
 


Ciao ragazzi!
Mi scuso con voi per avervi fatto aspettare così tanto ma ho subito un intervento chirurgico e non ho potuto aggiornare. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, è anche più lungo del solito. Abbiamo visto il post rottura. Elena che passa del tempo insieme a Davide, che è palesemente ancora innamorato di lei e poi arriva Roberto a scombinargli i piani. Prima litigano e poi scoppia la passione, finalmente!
Ringrazio chi mi segue, chi ha messo la storia tra le preferite e le ricordate! Grazie veramente di cuore a chi legge la mia storia e un grazie particolare a chi recensisce! Vi amo tutte :** Al prossimo capitolo! Un bacio, Piccina!
 

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII ***


Vi siete mai svegliate con il sorriso sulle labbra? A me non era mai capitato, prima di quella mattina. Roberto mi aveva tenuto stretta a sé per tutta la notte. La mia prima volta era stata come l’avevo sempre immaginata, dolce e romantica. Aprii gli occhi e mi girai per guardarlo. Mi distaccai da lui delicatamente, appoggiando il suo braccio, dapprima ancorato al mio fianco, sul materasso. Fissai il soffitto per qualche secondo e respirai profondamente. Cavolo, avevo perso la mia verginità! Le mie amiche l’avevano fatto da anni e, anche se un po’ le invidiavo, avevo sempre voluto aspettare la persona giusta. Non sapevo se Roberto era la persona giusta, ma sapevo che lo amavo più di ogni altra cosa. Questo sentimento, del tutto nuovo per me, mi spiazzava. Stare con lui è un’altalena di emozioni, prima siamo la coppia più felice del mondo e poi litighiamo e ci feriamo a vicenda: un circolo vizioso che si ripete sempre. Eppure, lui era la cosa più bella che mi fosse mai capitata nella vita. Aveva raccolto i pezzi del mio cuore e stava cercando di rimetterli assieme. Lui mi aveva fatto rinascere, dopo la morte di mio padre. Mi voltai verso la sua foto, posizionata sul comodino, e sorrisi. Chissà cosa avrebbe pensato lui di tutto questo, sicuramente mi avrebbe sbattuto fuori di casa in meno di un secondo. Portai la mia attenzione di nuovo su Roberto. Dormiva profondamente, coperto dal piumone dalla vita in giù. Aveva un fisico perfetto: addominali scolpiti, spalle larghe e gambe snelle e forti. Spalancò gli occhi di scatto e le sua labbra si aprirono in un sorriso. Si stiracchiò le braccia e poi mi baciò.

<< Vorrei svegliarmi tutte le mattine accanto a te >>
<< Anche io >> risposi abbracciandolo
Diedi un’occhiata all’orologio e notai che erano le dieci del mattino. Avrei dovuto capirlo, visto che il sole entrava prepotentemente dalla finestra e illuminava gran parte della stanza. Strabuzzai gli occhi quando sentii mia madre chiamarmi dal corridoio. Ci alzammo velocemente dal letto alla ricerca di un posto dove nasconderlo. Alla fine decisi che il nascondiglio migliore era il grande armadio a due ante accanto al letto. Roberto raccolse i suoi vestiti e si chiuse dentro. Quando mia mamma stava per aprire la porta, mi fiondai sul letto e mi ricoprii con le coperte. Che Dio me la mandi buona, pensai sospirando.
<<  Sei sveglia? >>  disse entrando
<< Si, mamma. Difficile non svegliarsi con le tue urla! >>
<< Sono preoccupata. Sai dov’è tua sorella? >>
<< Lily non è ancora tornata? >> chiesi mettendomi a sedere
<< No,il suo letto è intatto. Ieri sera l’ho affidata a te quindi adesso mi spieghi perché non è rientrata >>
<< L’ho persa di vista, c’era un sacco di gente.. >> provai a giustificarmi
La verità era che a mia sorella non avevo proprio pensato. Ero subito tornata a casa, dopo la lite con Roberto, e non avevo avvisato nessuno. Di sicuro, era rimasta a dormire fuori con Fabio per finire quello che avevano iniziato. Al solo ricordo, rabbrividivo. Sentimmo il portone principale aprirsi e poi richiudersi.

<< Sono tornata! >> esclamò Lily dal piano inferiore
<< Grazie al cielo! >> rispose mia madre sospirando
<< Adesso ti farai spiegare tutto da lei! >> dissi sorridendo
<< Lei era una tua responsabilità quindi più tardi facciamo i conti. Ti aspetto in cucina per la colazione >>
Tirai un sospiro di sollievo quando mi voltò le spalle per andarsene. Per fortuna non aveva..
<<  Ah, chiedi a Roberto se si vuole unire a noi. Vestito, ovviamente! >> aggiunse poi
La guardai con la bocca spalancata mentre usciva velocemente dalla mia camera. Ma come faceva a scoprirmi sempre?Andai a liberare Roberto dall’armadio, prima che morisse per asfissia. Si vedeva lontano un miglio che era imbarazzato dalla situazione. Si sedette affranto sul letto e si passò le mani tra i capelli.
<< Ti ho messo nei guai? >> domandò guardandomi negli occhi
<< No, amore. Va tutto bene >> risposi sedendomi accanto a lui
<< Stanotte è stata la più bella della mia vita! >> affermò sorridendo
<< Concordo pienamente >>

Lo baciai con passione e feci scontrare le nostre lingue che ormai si conoscevano bene. Ci vestimmo in fretta e scesi in cucina insieme a lui. Mia mamma aveva apparecchiato la tavola con cornetti caldi, quelli da tenere in freezer e poi mettere in forno per cinque minuti, spremuta di arancia, biscotti, caffè e latte. Roberto diede il buongiorno a mia madre senza mai incrociare il suo sguardo e lei, nonostante cercasse di nasconderlo, rideva come una matta sotto i baffi. Dopo qualche minuto si unì a noi anche Lily, fresca di doccia. Volevo proprio sapere cosa aveva fatto quella notte … anzi forse era meglio non saperlo.
<< Quando ti decidi a parlare? >> le chiese mia madre
<< Mamma, la festa è finita verso le sei del mattino. Poi abbiamo fatto un giro >>
<< Un giro? Sei tornata alle dieci! Cosa hai fatto quattro ore? >> insistette
<< E va bene, ho dormito a casa di Fabio! >> confessò
Quasi mi strozzai con la spremuta che stavo bevendo. Io avrei negato fino alla morte, al posto suo. Mia madre si voltò di scatto nella sua direzione e per un attimo pensai che stesse per sgridarla. Poi tornò a mangiare il suo cornetto con tranquillità.
<< Non farlo mai più, mi hai fatto prendere un colpo quando non ti ho trovato stamattina. Almeno avvertimi prima, così so dove sei e non mi preoccupo >>
Che cosa??? Perché mia mamma era così comprensiva con lei? Poi mi ricordai che mi aveva colto in flagrante con Roberto e che non mi aveva detto niente. Lei mi guardò intensamente, come se mi avesse letto nel pensiero e zittì i miei pensieri.
<< Va bene mamma >> disse Lily
<< E tu Elena, non perdere mai più di vista tua sorella! >> mi rimproverò
<< Okay, la prossima volta la attacco al guinzaglio! >> risposi sarcastica
 << Spiritosa. Comunque Roberto, come si dorme nel letto di Elena? >> domandò Lily sfacciata

Lui diventò rosso come un peperone e si grattò il capo. Quella perfida di mia sorella cominciò a ridere a crepapelle. La guardai minacciosa e lei troncò il discorso. Mia madre scosse la testa disperata: che aveva fatto di male per capitare due figlie come noi? Quando Roberto tornò a casa sua, mi buttai anche io sotto la doccia. Mi lasciai coccolare dall’acqua calda per circa un quarto d’ora e poi scelsi dei vestiti puliti. Mentre mi stavo asciugando i capelli, il mio cellulare cominciò a squillare. Spensi l’apparecchio e mi diressi in camera a rispondere. Quando vidi il mittente, sentii una stretta al cuore.
<< Pronto? >> dissi incerta
<< Elena, ti disturbo? >> chiese
<< No, Emanuele. Tu non disturbi mai! Dimmi tutto! >>
Mi chiese di incontrarci al parco nel primo pomeriggio per discutere di quello che era successo. Con questo pensiero per la testa, mi misi all’opera per addobbare la tavola per il primo pranzo dell’anno. Avevamo invitato sia i nonni paterni che quelli materni ma mia mamma aveva cucinato per un esercito. Accesi la televisione e cominciai a fare zapping alla ricerca di qualcosa di interessante da vedere. Pensavo che dopo averlo fatto mi sarei sentita diversa  e,invece, mi sentivo la stessa di sempre.. solo più felice. Lily mi raggiunse sul divano e mi fece l’occhiolino.
<< Quindi l’hai fatto con Roberto? >> sussurrò per non farsi sentire da nostra madre
<< Non sono affari tuoi! >> affermai incrociando le braccia
<< Sei arrabbiata per quella battuta? >>
<< Potevi risparmiartela! Hai messo in imbarazzo tutti! >>
<< Scusami, ho parlato senza prima riflettere. Mi perdoni? >> domandò con gli occhi da cucciolo
<< Solo se mi racconti della tua notte di fuoco! >> la ricattai

Lei annuì sorridendo e cominciò a parlare senza sosta. Fino alle sei era rimasta alla festa con le sue amiche e Fabio, poi quest’ultimo l’aveva convinta a passare la notte a casa sua visto che i suoi genitori erano fuori città. Aveva sparso sul letto dei petali di rose e aveva acceso delle candele per rendere l’atmosfera romantica. Avevano fatto l’amore e , descrivendomi la scena, Lily si era soffermata su dettagli poco casti a tal punto che più volte avevo fatto una faccia schifata. Volevo sapere ma c’erano dei limiti a tutto! Il suono del campanello interruppe le nostre risate e andai ad aprire. Tutti i miei nonni abitavano in un paese fuori città, quello in cui erano cresciuti i miei genitori, e quindi erano venuti tutti e quattro assieme con la stessa macchina. Li feci accomodare, dopo averli salutati, e feci per chiudere la porta. Il piedi di qualcuno lo impedì e spalancai la porta per vedere chi fosse. Un sorriso a trentadue denti comparve sul mio volto.
<< Zio Simone! >> gridai abbracciandolo
<< Quanto mi è mancata la mia nipotina! Sei sempre più bella >> disse ricambiando l’abbraccio
Simone era il fratello minore di mio padre. Non lo vedevo dal funerale, un brutto ricordo che nessuno quel giorno voleva rievocare. Lui e mia madre erano amici dalle medie e proprio mio zio Simone aveva presentato mia madre a mio padre. Una specie di Cupido!
<< Dov’è la peste di casa? >> aggiunse poi riferendosi a mia sorella
Lily gli corse incontro entusiasta e lo abbracciò a sua volta. Mio zio entrò in casa sorridendo e si diresse in cucina a salutare mia madre. La morte di mio padre era stato un duro colpo anche per lui. E come se non bastasse, era stato licenziato due giorni dopo. Così si era trasferito in un’altra città e non era più tornato.. fino ad ora. Ero contenta di rivederlo dopo tutto questo tempo. Ci accomodammo a tavola e iniziammo a mangiare. Affrontammo argomenti futili fino a quando mia nonna paterna non prese la parola.
<< Simone, quanto resti in città? >> chiese
<< In realtà, ritorno a vivere qui. Il giornale mi ha assunto pochi giorni fa >>
Quando parlava del suo lavoro, gli si illuminavano gli occhi. Aveva studiato tanto per diventare un giornalista e, se in un primo momento le possibilità di fare carriera erano poche, adesso stava ottenendo quello che aveva sempre voluto.
<< Ma è grandioso >> esclamò mio nonno nonché suo padre
<< Potrai dimostrare a tutti quanto vali! >> affermò mia madre sorridendo
<< Propongo un brindisi >> disse mia nonna materna
<< Al nuovo anno ? >> propose suo marito
<< Alla nostra famiglia! Che sia sempre così unita >>
Mia nonna paterna si alzò in piedi e baciò suo figlio sulla guancia per congratularsi.
<< Alla famiglia >> ripeté poi tornando a sedere
Bevvi un sorso di coca cola dal mio bicchiere e con la coda dell’occhio vidi mio zio Simone fare la radiografia a mia madre che si era alzata per andare a prendere gli antipasti. Mia madre piaceva a mio zio? Scossi la testa e tornai con i piedi per terra: ultimamente mi facevo troppi film mentali.
<< Buon appetito! >> disse mia mamma posizionando al centro le prime pietanze
<< Lasciatemi tutti i wurstel o faccio un casino! >>
Beh, Lily non poteva di certo smentirsi a Capodanno!

<< Posso dire una cosa prima? >> esclamai attirando l’attenzione << Intanto sono davvero contenta di riavere mio zio tra i piedi. Congratulazioni per il tuo lavoro! >> gli dissi sorridendo << e poi volevo dirvi che siete una famiglia fantastica, quella su cui fare affidamento per qualsiasi cosa. Anche se manca una parte del nostro cuore, noi siamo ancora una famiglia e come tale dobbiamo aiutarci sempre a vicenda. Vi voglio bene e spero che questo sia uno dei tanti Capodanni che passeremo insieme! >>

Lo so, a volte riesco proprio ad essere smielata ma concedetemelo in un giorno di festa!


Ciao ragazzi!
Rieccomi qui con un nuovo capitolo, ho aggiornato in fretta stavolta! E devo dire che è venuto anche lungo, spero ce l'abbiate fatta ad arrivare fino a qua. Abbiamo visto il risveglio di Elena e Roberto, la madre che li scopre, la colazione imbarazzante, la preparazione al pranzo, le chiacchiere con la sorella e, infine, l'arrivo dello zio Simone.. siete curiose di vederlo? Sotto metto la foto! Come al solito, volevo ringraziare chi ha messo la storia tra le seguite, tra le preferite o le ricordate. Ringrazio chi recensisce sempre ( per caso si chiama Lu :P ) e chi semplicemente spreca un pò del suo tempo leggendo la mia storia. Vorrei appunto sapere cosa ne pensate della piega che sta prendendo la storia. Al prossimo capitolo! Un bacio, Piccina :**

 
 
 
 

 
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Capitolo 19
*** Capitolo XIX ***


Una leggera brezza mi scompigliò i capelli. Faceva decisamente troppo freddo quel giorno. Stavo andando a casa di Emanuele, proprio come avevamo concordato qualche ora prima. Capivo come si sentiva, visto che c’ero già passata, ma ero sicura di poter rimettere le cose a posto anche per loro. Suonai il campanello ed entrai in quel grande palazzo. Salii fino al quarto piano, dove abitava il mio amico, e aspettai che venisse ad aprirmi. Si scostò per lasciarmi libero il passaggio e, quando fui dentro, mi baciò entrambe le guance. Aveva gli occhi tristi e stanchi, si trascinava a fatica. Mi fece accomodare sul divano in salotto e mi offrì un succo.

<< Siamo soli? >> chiesi non vedendo nessuno
<< Si, i miei genitori sono appena usciti >> disse ingoiando un po’ della sua bibita
<< Di cosa volevi parlarmi? >>
<< Raccontami tutto quello che sai >>
Ero già preparata a rispondere a questa domanda. Una notte d’ Agosto Katia e Roberto erano rimasti soli sulla spiaggia dopo un falò. Complice l’ubriacatura, si erano lasciati andare. Subito dopo avevano capito di aver fatto un errore e avevano giurato di non dirlo a nessuno. Lei aveva confessato al mio attuale fidanzato di essersi presa una cotta per Emanuele e lui l’aveva aiutata a conquistarlo mettendo una buona parola.
<< Roberto mi ha combinato un’uscita con lei qualche giorno dopo >> esclamò rimettendo assieme i pezzi
<< Vi siete messi insieme e lei è entrata a far parte del nostro gruppo >>
<< Non so che fare, io la amo ma questo.. >>
Emanuele era combattuto. Scosse la testa più volte per poi lasciarsi andare sul divano. Non era una situazione facile e, come me, non sarebbe riuscito a dimenticare tutto in poco tempo. Mi sentivo terribilmente in colpa e quindi decisi di farlo ragionare.
<< Anche io ero gelosa all’inizio ma al cuore non si comanda >>
<< Già. Ieri sera è rimasta sotto casa mia per tutta la notte ma non le ho dato retta >>
<< Certo che la stai facendo penare. Pensa bene a quello che stai buttando via >>
<< Mi prenderò del tempo per riflettere. Grazie per avermi aiutato a capire >> disse abbracciandomi
<< Figurati Emanuele. Lo sai quanto ti voglio bene e vederti felice mi riempie il cuore di gioia >>
<< Vale lo stesso per me. A proposito, oggi sei raggiante. Se possibile, ancora più bella! >>

Quanto era ruffiano! Sorrisi imbarazzata e mi dileguai. Volevo passare dal cimitero a salutare mio padre, visto che non ci andavo da tanto tempo. La strada era deserta; sicuramente tutti erano ancora a tavola oppure stavano giocando a carte. Una macchina si fermò all’improvviso al mio fianco e sobbalzai spaventata. Il conducente abbassò il finestrino e mi fece cenno di salire.
<< Stefano, mi hai fatto paura >> dissi prendendo posto sulla vettura
<< Facciamo una passeggiata, ti va? >> propose sorridendo
<< Okay! >> risposi annuendo e inserendo la cintura di sicurezza
Mi mancava passare del tempo con lui e poi potevo approfittarne per informarlo sulle ultima novità. Dovetti trattenermi dal ridere quando fermò la macchina di botto e mi guardò scioccato.
<< Oddio! Non sei più vergine, ti hanno deflorato, hai rotto il carosello.. >>
<< Direi che è sufficiente! >> lo fermai
Scoppiò a ridere e io lo seguii a ruota. Poi ingranò la marcia per ripartire e io tornai a guardare il paesaggio che si stagliava davanti a noi. Quando non riconobbi più la strada che stavamo percorrendo, mi voltai a guardare con aria interrogativa Stefano. Lui scrollò le spalle e mi sorrise, così mi tranquillizzai. Mi portò su una collina con vista panoramica su tutta la città. Posteggiò in una piazza abbastanza grande e scese dall’auto. Feci la stessa cosa e mi appoggiai con il corpo alla ringhiera nera.
<< Perché mi hai portato qui? >>
<< Di solito ci vengono le coppiette a fare sesso .. >> affermò malizioso
Impallidii all’istante e indietreggiai. Lui sorrise e si avvicinò.
<< Ma non è questo il caso. Noi siamo due amici che vogliono stare tranquilli per qualche ora. Anzi, uno vuole informare l’amica delle sue vicende amorose >>
<< La cosa si fa interessante. Confessati! >> dissi scherzosamente
Si era deciso finalmente a raccontarmi della ragazza che gli aveva rubato il cuore in estate, quella per cui aveva sofferto. Si chiamava Rossella e frequentava l’ultimo anno del liceo classico. Si erano conosciuti tramite degli amici in comune e lui ci aveva provato fin da subito. Lei, sfuggente, si era fatta desiderare per mesi. Si erano baciati più volte senza rendere la cosa ufficiale. Le cose erano cambiate una settimana fa, quando lei gli aveva detto che si era innamorata di lui.
<< Raccontami come è successo! >>
<< Ci eravamo dati appuntamento al parco. La stavo aspettando sotto la pioggia vicino all’albero che ci ha fatto da spettatore in tutti questi mesi. Poi l’ho vista arrivare e le sono andato incontro correndo. Lei mi ha abbracciato forte e mi ha sussurrato all’ orecchio: Ti amo, non lasciarmi mai. Le ho detto la stessa cosa e ci siamo messi a ridere. Ti risparmio il resto, che è molto piccante >>
<< Basta così! Comunque è una storia davvero romantica, sono contenta per te! >>
<< E’ la prima volta che mi innamoro ed è una sensazione fantastica >>

L’amore, nonostante tutto, rende la tua vita migliore. Non c’è gusto a rimanere da soli per sempre. Il partner ti aiuta nei momenti brutti, ti supporta nei momenti di incertezza e condivide la tua gioia nei momenti belli. Odio chi dice: l’amore non fa per me. Le loro parole sono dettate dalla paura di amare ancora, poiché probabilmente sono già state ferite. Ma l’amore ne vale sempre la pena. Sorrisi a Stefano e tornai a guardare oltre la collina. Il sole stava tramontando e, osservando quello spettacolo magico, pensai a Roberto. Avrei tanto voluto che fosse lì con me, ad abbracciarmi e a stringermi al suo petto. Il rumore di una macchina mi risvegliò dai miei pensieri. Ci rifugiammo all’interno della vettura di Stefano per spiare la coppietta in arrivo. C’era qualcosa di familiare in quell’auto..
<< Sbaglio o quella è la macchina di Katia? >> disse Stefano leggendomi nel pensiero
<< Si, è lei >>
Che ci faceva lei qui? Aveva forse fatto pace con Emanuele? Stavano recuperando il tempo perso? Restammo nascosti ad osservare la scena: i due ragazzi si erano trasferiti sui sedili posteriori e si stavano baciando. Sorrisi involontariamente nel vedere che lui aveva seguito il mio consiglio. Delle urla di piacere spaccarono il silenzio che si era creato e Stefano cominciò a ridere. Lo zittii immediatamente per non farci scoprire e riportai lo sguardo sulla macchina. Dovevano aver finito, visto che non sentivo più niente e che l’auto non ondeggiava più. Vidi la portiera spalancarsi e Katia scendere. Dietro di lei, il ragazzo con cui aveva appena fatto sesso. Mi sporsi in avanti e spalancai la bocca quando lo riconobbi. Non poteva essere lui, non potevo essermi sbagliata tanto. Abbassai il finestrino per accertarmi della sua identità e una lacrima scese lungo il mio viso. Roberto mi aveva tradito.
<< Elena, mi dispiace tanto >> disse Stefano abbracciandomi
I miei occhi non ne vollero sapere di chiudersi e continuarono a guardare i due traditori, provocandomi un dolore al petto. Mi ero concessa a lui, soltanto poche ore prima, e adesso lui se la stava spassando con un’altra. Ma la cosa che mi faceva più male, era che mi aveva mentito. Mi aveva assicurato che tra lui e Katia non c’era assolutamente nulla, che era stata una botta e via. Ero stata una stupida a fidarmi di lui. Con uno scatto fulmineo, scesi dalla macchina e mi diressi verso di loro. Lui aveva le braccia incrociate al petto e sembrava pensieroso, mentre lei era appiccicata a lui come una sanguisuga.
<< Mi fate schifo! >> gli gridai contro
Si girarono entrambi nella mia direzione e sgranarono gli occhi sorpresi.
<< Elena! Che cosa ci fai tu qui? >> domandò Roberto avvicinandosi
<< Stai lontano da me, brutto stronzo! >>
<< Ti prego, non dirlo ad Emanuele >> si lamentò Katia con le mani nei capelli
<< Così da tenere in piedi questo teatrino? Da quanto va avanti? >>
<< Non è come pensi, è la prima volta che capita dopo quell’incidente in spiaggia >> rispose Roberto
<< Hai decisamente scelto il giorno sbagliato! Come hai potuto farmi questo? >>
<< Io ti amo Elena, questo è stato solo sesso. L’ho incontrata per caso e poi una cosa tira l’altra. Non prenderla male, per me non ha significato niente >> si giustificò
Ero schifata da tanta sfacciataggine. Era questo il vero volto di Roberto Imperatore? Come era riuscito a intortarmi per bene senza che io me ne accorgessi? Scossi la testa disgustata, trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire. Sentii arrivare Stefano, che mi prese per mano con l’intento di trascinarmi lontano da quella situazione dolorosa. Ma non volevo andarmene, volevo capire.
<< Andiamocene da qui! >> disse strattonandomi
<< Elena, non so perché l’abbiamo fatto ma questo non cambia quello che io provo per Emanuele e quello che Roberto prova per te. Ci siamo fatti trascinare dai ricordi del passato e sicuramente abbiamo sbagliato ma non puoi metterci in croce. Avrei tanto voluto che tu non avessi assistito.. >>
<< Ma che bell’amica che sei, vuoi pure ragione. Ma io ti uccido! >> esclamai raggiungendola

Stefano mi fermò appena in tempo, prendendomi per la vita e sollevandomi da terra. Mi fece sedere sulla sua macchina, mi chiuse dentro e partì dopo aver rivolto uno sguardo di fuoco a quei due. Chiusi gli occhi, esausta, e non sentii più niente. Mi svegliai qualche ora dopo nella mia stanza. Come ci ero arrivata lì? Sentii delle voci provenire dal piano di sotto; così, uscii della mia camera e mi affacciai in corridoio.
<< Voglio vederla! >> gridò Roberto
<< Devi passare sul mio cadavere >> rispose Lily a tono
<< Vattene via! >> esclamò Stefano
<< E menomale che mia madre non è in casa o ti avrebbe sbattuto fuori  a calci >> continuò mia sorella
Scesi lentamente le scale e li raggiunsi. Stavano ancora discutendo, quindi non si accorsero della mia presenza. Incrociai gli occhi di Roberto e, senza rendermene conto, iniziai a piangere.
<< Sei qui >> disse avvicinandosi
<< Pensavo di essere stata chiara, non voglio più vederti >>
<<  Ma io.. >> provò a parlare
<< Mi hai ferito, mi hai fatto del male e non riuscirò mai a perdonarti. Dimenticati di me ed io farò lo stesso con te. E’ finita, esci dalla mia vita una volta per tutte >>
Pronunciai quelle parole con il tono di voce più alto che avessi mai avuto. Sentii il mio cuore rompersi, pezzo dopo pezzo. Lo vidi tentennare per qualche secondo per poi andarsene sbattendo la porta. Mi accasciai a terra, singhiozzando. Stefano e Lily mi abbracciarono forte, poi il mio amico mi prese in braccio e mi riportò nella mia stanza. Mi adagiò sul letto, sperando che mi calmassi.
Ma non poteva sapere che quel letto rievocava dei ricordi davvero tristi.



Ciao ragazzi!
Vi prego, non uccidetemi! Lo so che vi ho stupito, in negativo, ma per la redenzione di un personaggio ci vuole tempo. Non possiamo dimenticarci della reputazione di Roberto! L'abbiamo conosciuto come uno stronzo senza scrupoli e non poteva esser diventato un santo nel giro di qualche capitolo. Ma andiamo con ordine. All'inizio del capitolo vediamo Emanuele distrutto da quello che ha scoperto ed Elena che lo incoraggia a perdonare Katia. Di certo non poteva sapere quello che avrebbe scoperto dopo. In seguito abbiamo visto Elena passare del tempo con il suo migliore amico Stefano. Le loro scene mi fanno commuovere perchè la loro amicizia è davvero grande. E questo momento viene rovinato dalla scoperta del tradimento di Roberto e Katia. Ringrazio come al solito chi segue la mia storia ( aumentate sempre di più *_* ), chi l'ha messa tra le preferite e chi tra le ricordate. Ringrazio la mia Chiara che recensisce sempre ed anche quelle persone che hanno preso coraggio per farmi sapere dei loro pareri. Quindi vi ringrazio veramente tutti e vi chiedo una cosa: ogni persona che leggerà questo capitolo, dovrà lasciarmi una recensione esprimendo il proprio parere e immaginando cosa succederà adesso. Magari qualcuna di voi ci prende XD Al prossimo capitolo,Piccina :***
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 20
*** Capitolo XX ***


La vecchia Elena era ufficialmente morta. Dopo aver sofferto come un cane durante gli ultimi giorni di vacanza, avevo deciso di chiudere quel capitolo della mia vita. Ero pronta a ricominciare, a lasciarmi alle spalle tutto quello che era successo. La mattina del mio rientro a scuola, mi alzai non appena la sveglia iniziò a squillare. Mi buttai sotto la doccia, asciugai i capelli e indossai dell’intimo sexy. Presi dall’armadio dei pantacollant neri e un maglioncino grigio che mi arrivava a metà coscia. Abbinai degli stivaletti neri bassi e mi truccai leggermente. Preparai la cartella e scesi in cucina per fare colazione. Mia madre e mia sorella mi guardarono stupite e si scambiarono delle occhiate.

<< Elena stai bene? >> chiese mia madre
<< Benissimo >> risposi velocemente prendendo una brioche
<< Sembri.. diversa >> constatò mia sorella
<< Lo sono, infatti. Buona giornata! >> esclamai uscendo
Percorsi il vialetto e mi diressi alla porta accanto. Mandai un messaggio alla mia amica e mi sedetti sulle scale ad aspettarla. Non l’avrei mai ammesso a voce alta ma ero ansiosa all’idea di rivederlo. Lo odiavo, con tutto il cuore, ma non potevo fare a meno di pensare a lui. Mi aveva cercata insistentemente ma non gli avevo mai risposto perché , nonostante quello che provavo per lui, io non l’avrei mai perdonato. A questo, si aggiungeva la fine di un’amicizia,quella con Katia. Federica mi aveva riferito che lei aveva raccontato tutto ad Emanuele; inutile dire che lui l’aveva lasciata in tronco. Quindi il gruppo si era sgretolato..
<<  Ciao Elena! A cosa pensi?  >> domandò Federica riportandomi alla realtà
<< A niente. Andiamo? >> dissi alzandomi in piedi
<< Vedo che hai seguito i miei consigli sull’abbigliamento >>
<< Avevo bisogno di un cambiamento!Meno semplice e più ricercata >> affermai prendendola sotto braccio
<< Lo sai che su di me puoi contare, vero? >>
La mia amica aveva paura che io potessi crollare da un momento all’altro. Mi era stata accanto in quei giorni d’inferno e si era presa cura di me. Non potevo lamentarmi, erano venuti tutti: lei, Alessio, Stefano e Davide. Ero riuscita a parlare al telefono qualche volta con Emanuele, che era nella mia stessa situazione, e ci eravamo fatti forza a vicenda. Era la prima volta che soffrivo così tanto per amore e speravo con tutto il cuore che fosse anche l’ultima. Si erano manifestati perfino degli attacchi di panico, che mi impedivano di respirare correttamente e che mi toglievano le forze.
<< Lo so >> risposi semplicemente sorridendo

A mano a mano che ci avvicinavamo a scuola, il cuore mi martellava nel petto sempre più in fretta. E quasi persi un battito quando vidi Roberto fumare appoggiato ad un albero. Mi squadrò da capo a piedi, poi gettò il mozzicone a terra e si avvicinò. Entrai nel panico più assoluto e strinsi la mano di Federica. Annaspò anche lei alla ricerca di un appiglio ma era ormai troppo tardi.
<< Elena, posso parlarti? >> domandò il fedifrago quando mi fu di fronte
<< No >> risposi risoluta
<< Se vuoi scusarci.. >> disse Federica con un finto sorriso
Mi trascinò via quasi a forza perché, contro ogni logica, avrei voluto ancora parlare con lui anche solo per insultarlo. Purtroppo l’amore ti fa fare cose molto stupide. Infatti, i miei sentimenti nei suoi confronti non erano cambiati ma il mio orgoglio mi impediva di dargli un’altra possibilità.
<< E’ uno stronzo, come si permette a venire ad importunarti.. >>
<< Fede, sto bene >> la rassicurai
<< Sicura? >>
Annuii sorridendo e varcammo la soglia dell’ingresso. La professoressa Morabito era famosa per il suo tempismo. Quella mattina mi interrogò senza pietà e si prese la sua rivincita. Non avevo toccato libro per tutte le vacanze e tantomeno l’avevo fatto dopo aver scoperto che il mio ragazzo mi tradiva. Tornai al mio posto affranta e la mia amica mi guardò preoccupata. Sapevo che quel due sarebbe stato il primo di una lunga serie perché non ne volevo sapere di studiare, non in un momento come quello. All’ora di pranzo, mi recai a mensa insieme a Federica. Come mi sarei dovuta comportare se li avessi incrociati? Mi misi in fila e presi soltanto una fetta di torta al cioccolato e un succo di frutta. Al solito tavolo, ci stavano aspettando Alessio e Stefano. Mi sedetti con loro e feci finta di non notare il loro sguardo preoccupato.

<< Andiamo al cinema questo sabato? >> proposi ingoiando un po’ di succo
<< Io ci sto, a patto che sia un film divertente >> rispose Stefano accarezzandomi una guancia
<< Anche per noi va bene, vero amore? >> disse Federica girandosi verso Alessio
<< Si, sarebbe fantastico >>
Incrociai per un attimo i suoi occhi, lui mi sorrise ed abbassò lo sguardo. Era una situazione difficile da gestire anche per lui, considerando che Roberto era il suo migliore amico. Mi guardai attorno alla ricerca di Emanuele. Dove si era cacciato? Perché non era con noi? Mangiai con estrema calma la mia torta, totalmente immersa nei miei pensieri. Perché mi aveva fatto questo? Era la domanda che continuavo a ripetermi da giorni senza riuscire a darmi nessuna risposta. Davide prese posto accanto a me e, quando mi voltai a guardarlo, scoppiò a ridere.
<< Che hai da ridere? >> domandai perplessa
<< Hai del cioccolato sulle labbra >> rispose prendendo il fazzoletto e pulendomi << Ecco fatto >>
Mi fissò negli occhi intensamente e sentii come una scarica elettrica attraversarmi. Non stava succedendo, non di nuovo. Non distolsi lo sguardo neanche quando appoggiò la sua mano sulla mia.
<< Ciao ragazzi! >> esclamò Emanuele attirando l’attenzione di tutti
<< Ema! Sono contenta di vederti >> gli dissi alzandomi e abbracciandolo
Mi sorrise timidamente e, dopo aver salutato anche gli altri, si sedette accanto a Stefano. A prima vista, sembrava essersi ripreso del tutto ma, guardandolo bene negli occhi, percepivo la sua sofferenza. Ero contenta del fatto che il nuovo gossip non si era sparso a scuola, altrimenti i pettegolezzi non ci avrebbero dato tregua. Sentii dei bisbigli insistenti alle mie spalle e così appoggiai la schiena alla sedia per poter ascoltare meglio. Maledissi me stessa per aver parlato troppo in fretta.

<< Elena Turati ha scoperto che Roberto la tradiva con Katia >> sussurrò una ragazza alla sua amica
<< Ecco perché oggi non sono insieme >> rispose l’altra
<< Già. Sapevo che prima o poi si sarebbero lasciati. Sono troppo diversi! >>
<< Guarda chi è appena entrato in mensa >>
Mi voltai anche io nella stessa direzione e mi sentii morire quando vidi Roberto e Katia INSIEME. Si accomodarono ad un tavolo a pochi passi dal nostro e cominciarono a mangiare, ridendo di tanto in tanto. Guardarli era una tortura atroce, come se la lama di un coltello mi trafiggesse di continuo. Sperai con tutto il cuore che Emanuele non li avesse visti, ma era alquanto impossibile. Lo ritrovai, infatti, intento a fissarli insistentemente. Scossi la testa per non  piangere e corsi verso l’uscita. Avevo bisogno di prendere un po’ d’aria fresca prima di tornare in classe. Mi appoggiai al muro e iniziai a fare dei respiri profondi.
<< Devi ignorarli >> disse Stefano raggiungendomi
<< E come faccio? Le immagini di quella notte mi ritornano in mente ogni minuto >>
<< Lo so che è difficile ma devi dimenticare >> affermò puntando i suoi occhi nei miei
Un improvviso  trambusto proveniente dalla mensa ci incuriosì. Rientrammo frettolosamente e vidi una folla di ragazzi accalcarsi vicino al centro della sala. Mi avvicinai spintonando chiunque ostacolasse il mio passaggio e spalancai la bocca quando capii quello che stava succedendo. Roberto ed Emanuele si stavano picchiando. Mi avventai su di loro per dividerli ma due braccia forti mi bloccarono e mi allontanarono dalla rissa. Mi vennero i brividi quando sentii qualcuno alitarmi sul collo.
<< Ci penso io a loro >> sussurrò Davide al mio orecchio

Stefano e Davide presero per le spalle Emanuele e lo allontanarono da Roberto. Quest’ultimo fu portato via da Alessio e Katia. Ma che diavolo era successo? Adocchiai Federica in un angolo e la raggiunsi. Mi spiegò brevemente come erano arrivati alle mani: Emanuele aveva visto Roberto prendere la mano di Katia e non ci aveva visto più. Si era lanciato su di lui e gli aveva tirato un pugno.
<< Anche se ha sbagliato, io lo capisco >> ammisi sospirando
<< Posso chiederti una cosa? >>
<< Si, certo >> risposi incrociando le braccia
<< Hai intenzione di perdonare Roberto? >>
<< Stai scherzando vero? Lui mi ha tradito e non posso passarci sopra. E poi ti sei dimenticata di quello che abbiamo visto prima? Si sono messi insieme, non ci sono dubbi >> constatai abbassando lo sguardo
<< Menomale! Non pensare più a lui, ci sono tanti ragazzi disponibili >>
Alzai lo sguardo e per puro caso incrociai gli occhi di Davide. Era appoggiato allo stipite della porta mente Stefano cercava di far calmare Emanuele. Quando notò che lo stavo fissando, mi fece l’occhiolino e mi sorrise a trentadue denti. Sapevo quello che lui provava per me, sapevo di averlo fatto soffrire. C’era qualcosa però che mi spingeva verso di lui. Volevo fare chiodo schiaccia chiodo oppure mi piaceva davvero?
<< Elena, non dirmi che .. >> affermò Federica parandosi di fronte a me
<< Cosa? >> domandai perplessa
<< Non puoi farlo, non puoi illudere Davide. Siete tornati amici da poco, non rovinare tutto >>
<< Con lui era tutto così semplice >>
Ricordavo la nostra storia con un sorriso, anche se era durata poco. Lui mi aveva fatto sentire importante, mi aveva messo su un piedistallo senza che me lo meritassi, mi aveva riempito di attenzioni. Allora perché non mi ero innamorato di lui? Perché avevo scelto la persona sbagliata? Almeno una volta nella vita, tutti ci siamo posti questa domanda. Noi donne poi abbiamo una strana preferenza per i cattivi ragazzi, quelli che ci fanno soffrire e che ci usano a loro piacimento. Perché non scegliamo mai i bravi ragazzi?

<< Cara Elena, come vedi ho sempre ragione >> squittì Ilenia sorridendo
<< Sparisci o ci sarà una seconda rissa >> la minacciai
<< Stai calma! Non prendertela con me, non ti ho portato io via Roberto. E’ stata una tua amica >>
Sapeva sempre come colpire un avversario. Se ne andò ridacchiando insieme alle sue amiche mentre io mi sedetti priva di forze. Lo so, avrei dovuto insultarla ma quello che aveva detto corrispondeva alla verità. Poi ripensai ai miei propositi, alla mia decisione di andare avanti. Così scattai in piedi e mi diressi spedita verso Davide. L’intera scuola si era ricomposta e stava consumando il pranzo. Mi avvicinai a lui e, senza dargli il tempo di fiatare, lo baciai. Sentii lo sguardo di tutti addosso ma non me ne fregava niente. Mi sentivo bene, dopo tanto tempo. Mi strinse forte a sé ed esplorò la mia bocca con la sua lingua.
<< E questo? >> chiese dopo un po’ puntando i suoi occhi nei miei
<< Avevo solo voglia di farlo, non farti illusioni >> specificai
Lui sorrise e riprese a baciarmi sempre più intensamente.

Stavo facendo una cazzata? Forse, ma non mi importava.  



Ciao ragazzi!
Sono tornata con un nuovo capitolo che porta un bel pò di cambiamenti. Roberto che cerca di avvicinare Elena per tentare di chiarire, lei che fugge via e si fa consolare da Federica, Stefano e Davide. Stefano è l'amico per eccellenza, credo che ne esistano davvero pochi come lui. Davide si vede che sbava ancora per lei. Abbiamo visto che Roberto ed Emanuele si sono picchiati, che Ilenia gongola per la fine della storia tra Roberto ed Elena ma che non è del tutto felice perchè vorrebbe esserci lei al posto di Katia. Alla fine del capitolo, Elena bacia Davide. I motivi penso che li avete capiti ma non vi anticipo nulla.. vi dico solo che non stanno insieme! Ringrazio come sempre chi ha messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Ringrazio le quattro persone che hanno recensito lo scorso capitolo ( un bacio a tutte :* ) e ringrazio chi si prende del tempo anche solo per leggere. Facciamo come prima, chiunque legge può darmi una sua opinione su quello che succederà adesso! Al prossimo capitolo. Un bacio, Piccina.

 
 

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI ***


Ero sdraiata sul mio letto da almeno un paio d’ore, intenta ad ascoltare le canzoni che lo stereo riproduceva a caso scegliendole dalla mia playlist. Tanti pensieri mi affollavano la mente e mi confondevano ancora di più le idee. Stavo buttando via la mia vita, anche se nessuno lo sapeva. Andavo a scuola, ridevo e scherzavo con i miei amici e poi, quando tornavo a casa, piangevo fino ad addormentarmi. Questa routine mi aveva accompagnato per alcuni giorni, fino ad oggi. Quel sabato sera sarei andata al cinema con i miei amici ed ero decisa a non disperarmi più per uno stronzo qualunque. Ero letteralmente scappata ogni volta che si era avvicinato ma non mi erano sfuggite le sue occhiate d’ira. Sapeva che avevo baciato Davide davanti a tutti ma sapeva anche di aver perso ogni diritto su di me. Nessuno doveva più dirmi cosa fare. Presi il telecomando dello stereo tra le mani e lo spensi. Mi misi a sedere ed osservai l’orologio appeso al muro sopra la scrivania. Erano quasi le 19 e così decisi di prepararmi. Presi la piastra che non usavo mai e mi stirai i capelli lasciando le punte morbide. Indossai i miei jeans aderenti, un maglioncino blu con una generosa scollatura e le ballerine. Mentre mi stavo truccando, mia madre bussò alla porta ed entrò.

<< Posso parlarti un attimo? >>
<< Certo, mamma >> risposi sedendomi con lei sul letto
<< Roberto è in veranda. Voleva vederti ma non l’ho fatto entrare. Mi ha detto che ti aspetterà fino a quando non scenderai a parlargli. Dovresti affrontarlo e dirgli chiaramente di lasciarti in pace >>
Come si permetteva a venire a casa mia? Mi alzai furiosa e mi diressi al piano inferiore. Mia madre mi fermò sull’ultimo gradino delle scale e mi guardò preoccupata.
<< Elena, prima devi calmarti >> mi consigliò accarezzandomi una spalla
<< Non ci riesco >> risposi con le lacrime agli occhi
La abbracciai e cominciai a singhiozzare. Aveva ragione, dovevo buttare fuori tutta la rabbia prima di andare a parlare con lui. Qualche minuto dopo mi asciugai gli occhi e aprii la porta. Roberto era seduto sulla panca, con lo sguardo perso nel vuoto e le braccia incrociate al petto. Ero proprio curiosa di sapere quello che voleva dirmi. Voleva scusarsi ancora? Voleva essere perdonato? Avanzai nella sua direzione e, non appena sentì i miei passi, alzò lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono.
<< Elena! >> mi chiamò scattando in piedi
<< Perché sei qui? >> chiesi cercando di mantenere la calma
<< Volevo.. Volevo dirti che mi dispiace per quello che ti ho fatto. Io ti amo veramente ed è una cosa del tutto nuova per me. Ero spaventato ed ho agito da stupido. Lo so, ho rovinato tutto e non si può tornare indietro. Per questo io .. ecco volevo dirti addio >> disse avvicinandosi
Quello che disse mi spiazzò. Ero contenta che mi stesse lasciando andare oppure ero delusa? Lo guardai intensamente negli occhi aspettando quel bacio che di sicuro mi avrebbe dato. Invece, contro ogni mia previsione, mi baciò su una guancia. Abbassai lo sguardo imbarazzata mentre lui si allontanava.
<< Un’ultima cosa. Se vuoi stare con altre persone, per me va bene. Ma non dare spettacolo inutilmente, tu non sei così. Tu sei molto di più >> affermò sorridendo prima di andarsene

Rimasi seduta in veranda per qualche altro minuto ma poi il freddo mi costrinse a rientrare. Senza dire una parola, finii di truccarmi e aspettai che Davide venisse a prendermi. Appena lo vidi parcheggiare, mi catapultai fuori per evitare che lui entrasse e incontrasse mia madre. Quest’ultima aveva iniziato a farmi delle domande su di lui ed io non ero pronta a risponderle. Non sapevo che cosa stava accadendo tra me e Davide ma io stavo bene e questo mi bastava. Durante il tragitto in macchina, non dissi molto. Pensavo e ripensavo a quello che mi aveva detto Roberto. In pratica, mi aveva dato il permesso di frequentare il suo amico ma io non avevo bisogno della sua benedizione. Fermò l’auto di fronte al cinema e scesi sul marciapiede ad aspettarlo. Fece il giro e mi prese per mano sorridendo.
<< Ti vedo pensierosa >> disse
<< Niente di importante. Andiamo! >> risposi lasciandogli un delicato bacio sulle labbra
Poiché eravamo arrivati per primi, toccava a noi prendere i biglietti. Per fortuna ci furono assegnati i posti migliori al centro della sala. Avevo davvero bisogno di ridere e di estraniarmi dal mondo reale per qualche ora. In lontananza vidi Alessio, Federica, Stefano e quella che doveva essere la sua nuova ragazza Rossella. Era bionda con gli occhi azzurri, alta quasi quanto me e con un sorriso smagliante. Baciai tutti e tre i miei amici sulla guancia e poi Stefano mi presentò la nuova new entry del gruppo.

<< Elena, lei è la mia ragazza Rossella! >>
<< Piacere di conoscerti >> dissi porgendole la mano
<< Finalmente conosco la migliore amica di Stefano. Piacere mio >> rispose stringendomi la mano
Il film fu all’altezza delle nostre aspettative, almeno la prima parte. Durante l’intervallo, Davide mi trascinò nel bagno delle donne. Verificò che non ci fosse nessuno all’interno e chiuse la porte a chiave. Si avventò sulle mie labbra e mi schiacciò contro il muro. Scese a baciarmi il collo, mordendolo e succhiandolo avidamente. Premette le sue mani sul mio sedere ed io ne approfittai per allacciare le mie gambe al suo bacino. Mi sfilò il maglioncino e cominciò a leccare l’incavo dei seni. Ero eccitata alla massima potenza, come non lo ero da tempo. Ricordai la mia prima volta e quasi mi mancò il respiro. Ma che cazzo stavo facendo? In un bagno qualunque poi? Mi staccai delicatamente da lui e lo fissai sorridendo.
<< Non così. Torniamo in sala, il film sarà  ricominciato >> proposi
Lui mi fece scendere, mi aiutò a rivestirmi e tornammo a sederci. La seconda parte del film non riuscii a seguirla molto visto che Davide continuava a baciarmi il collo e la spalla. Quel ragazzo mi stava proprio facendo perdere la testa! E quasi la persi totalmente quando mi sussurrò all’orecchio:
<< IO. TI. VOGLIO >>

Oddio, non sapevo come sarebbe finita quella serata! Alessio propose di andare al chiosco in piazza per mangiarci un panino. Fui subito d’accordo, visto che stavo morendo letteralmente di fame e che i popcorn erano stati solo un antipasto per me.
<< Allora Rossella, hai intenzione di iscriverti all’università dopo il liceo ? >> chiesi per fare conversazione
<< Non lo so ancora, devo valutare >> rispose lei timidamente
<< Io frequenterò Scienze della formazione, visto che adoro i bambini  >> affermò Federica
<< Io penso di arruolarmi nell’esercito! >> esclamò Alessio mordendo il suo panino
<< Wow! E come farete a stare separati voi due? >> domandai ridendo
<< L’amore vero resiste a tutto >>
Stefano  era sempre il solito romantico. Non avevo mai conosciuto un ragazzo come lui, forse per questo era diventato il mio migliore amico. Federica baciò sulle labbra Alessio ed io provai una profonda invidia nei loro confronti. Ero sicura che niente avrebbe rovinato il loro rapporto.
<< E tu Elena? >> chiese Rossella
<< Io sono indecisa come te >> dissi sorridendole
Non ci avevo mai davvero pensato fino a quel momento. Cosa volevo fare da grande? Il medico? No, troppo debole di cuore. La professoressa? No, poca pazienza. L’avvocato? Beh, non era male. La veterinaria? No, non faceva per me. La psicologa? Ecco, mi sarebbe piaciuto aiutare le persone a capire loro stessi. Immersa nei miei pensieri, non mi accorsi inizialmente che il mio telefono squillava.
<< Di chi è questo telefono che vibra? >> domandò Federica
Frugai nella borsa e sul display comparve la scritta: 10 chiamate perse. E che cosa era successo?
<< E’ mio. Scusatemi >>
Mi allontanai da loro e chiamai mia sorella Lily, mittente di tutte quelle telefonate.
<< Elena, puoi venire a prendermi? >> disse subito dopo aver preso la chiamata
<< Che cosa è successo? >> domandai preoccupata
<< Te lo spiego dopo. Sono in centro, di fronte al bar Italia >>

Chiuse bruscamente la comunicazione e io chiesi a Davide di accompagnarmi da lei. Mi dispiaceva lasciare i miei amici in quel modo ma gli avevo spiegato che mia sorella aveva bisogno di me. Al telefono mi era sembrata tranquilla, eppure mi aveva chiamato insistentemente. Salii sulla macchina con mille interrogativi che mi frullavano per la testa ma notai ugualmente le occhiate di Davide.
<< Devi dirmi qualcosa? >>
<< Noi due cosa siamo? >> chiese a bruciapelo
<< In che senso? >> dissi perplessa
<< Ci baciamo, ci strusciamo, ci teniamo per mano. Cosa sono io per te? >>
<< Sei un amico! >>
<< Un amico? >> ripeté deluso
<< Un amico speciale. Per ora non chiedermi di più, ti prego >>
Annuì e tornò a guardare la strada. Trovai Lily seduta su una panchina con le mani nei capelli. Non appena la chiamai, alzò la testa di scatto e mi accorsi che aveva pianto.
Davide ci portò subito a casa, facendo finire la serata in modo diverso da come si aspettava. Lo capii dal bacio passionale che mi diede prima che scendessi dalla sua auto. Entrammo in casa facendo attenzione a non fare nessun rumore. Era quasi mezzanotte e mia madre era andata a letto da un bel pezzo. Ci accomodammo sul divano e la guardai in attesa che si sfogasse.
<< Allora? Mi vuoi raccontare cosa è successo? >>
<< Ho litigato con Fabio! >>
<< Questo lo avevo capito. Ma il motivo? >>
Abbassò lo sguardo e si asciugò l’ennesima lacrima che le stava rigando il viso.
<< A causa mia e di Roberto, vero? >> la anticipai
<< Si, lui dice che sei un egoista a non perdonare suo fratello. Ma non capisce che quello stronzo ha tradito la tua fiducia e ti ha umiliato. Non capisce che non si può perdonare una cosa così grave >>
<< Non dovete discutere a causa nostra. La questione riguarda solo noi due >>
<< Non permetto a nessuno di parlare male di te. Deve ringraziare il cielo se non gli ho mollato due ceffoni, ci è andato vicino. Tu stai bene? >>
Questa si che era bella! Lei piangeva e si disperava e chiedeva a me se stavo bene
<< Non sono io quella che piange >> la corressi
<< Piango per la rabbia ma domani faremo la pace e questo sarà solo un lontano ricordo. Tu, invece, stai soffrendo davvero e questo mi fa stare male >>
La abbracciai stretta stretta e le dieci un bacio sui capelli. E pensare che fino a pochi mesi prima neanche ci sopportavamo. Quanto è strana la vita, come cambiano le cose! Due piccole lacrime mi rigarono le guance ma ricacciai indietro le altre. Non avrei più pianto per lui, non dovevo dargli questa soddisfazione.

<< E comunque ti autorizzo a picchiare Fabio. Se le merita >> affermai facendola ridere



Ciao ragazzi!
Ho pubblicato il nuovo capitolo, per darvi una completa visione della storia! Elena sta soffrendo molto a causa di Roberto, lui dichiara di amarla e di essere andato a letto con Katia solo per paura di questo nuovo sentimento. Nel frattempo, la nostra bella protagonista si consola con Davide. Sta facendo la cosa giusta oppure lo sta solo illudendo? Vedremo XD Poi abbiamo conosciuto Rossella, la ragazza di Stefano. Vi piace come personaggio? (sotto metto la foto!). E dulcis in fundo, Lily ha litigato con Fabio a causa dei loro fratelli. La situazione sembra essersi stabilizzata visto che Roberto ha deciso di lasciare andare Elena. Sarà tutto così facile??
Come al solito ringrazio chi mi segue, chi ha messo la storia tra le preferite e ricordate, chi recensisce ( vi adoro ragazze :** ) e chi anche solo legge. Forza, voglio vedere tante recensioni a questo capitolo visto che succedono un sacco di cose! Al prossimo capitolo. Un bacio, Piccina :***

 
 
 
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Capitolo 22
*** Capitolo XXII ***


<< Non posso farlo >>

La professoressa Ferro aveva convocato tutti gli studenti che avevano frequentato il suo corso di Shakespeare per informarci che la recita era programmata a fine Marzo. Solo che adesso le cose erano cambiate, io e Roberto non stavamo più insieme e non sarei riuscita a dichiarargli il mio amore davanti all’intera scuola, anche se per finta. Alla fine della riunione, avevo cercato di parlarle.
<< Signorina Turati, ormai le coppie sono stabilite e i volantini sono stati stampati. Non può tirarsi indietro, a meno che non voglia rinunciare ai punti di credito >> rispose acida
<< Quindi non posso cambiare compagno? >>
<< No, è fuori discussione >>
Raccolse tutti i documenti sparsi sulla cattedra e se ne andò. Uscii dall’aula con un diavolo per capello. Non potevo rinunciare a quei punti di credito extra, non dopo aver perso pomeriggi interi ad ascoltare le sue lezioni. Sbuffai sonoramente e mi diressi al mio armadietto. Presi il libro di matematica e urtai per sbaglio un quaderno degli appunti. I fogli caddero per terra e mi chinai per raccoglierli. Mi allungai a prendere l’ultimo foglio ma una mano maschile fu più veloce di me. L’avrei riconosciuta anche a chilometri di distanza. Alzai lo sguardo e puntai i miei occhi nei suoi.
<< Grazie >> gli dissi quando mi porse il foglio
<< A quanto pare dobbiamo recitare insieme >> affermò Roberto sorridendo
<< Si, la professoressa non mi ha permesso di cambiare partner >>
<< E perché hai chiesto un cambio? >> domandò sorpreso
<< Beh, pensavo che la situazione sarebbe stata imbarazzante >>
<< E perché mai? Abbiamo chiarito e adesso siamo amici >>
Amici. Voleva essere mio amico dopo avermi tradito e aver di conseguenza rovinato la nostra relazione? Era decisamente pazzo. Non si può instaurare un rapporto di amicizia con un ex; è controproducente, soprattutto se ci sono ancora dei sentimenti in ballo.
<< Adesso vado in classe. Ciao Roberto >>
<< Ciao Elena >>
Gli voltai le spalle e imboccai il corridoio. Fortunatamente il professore non era ancora arrivato e quindi mi sedetti e iniziai a ripassare. L’occhio mi cadde su un disegno che avevo fatto qualche mese prima su una pagina. C’erano le iniziali R ed E all’interno di un cuoricino. Osservai quelle lettere con aria sognante ma poi presi una penna e le scarabocchiai con rabbia. L’incontro di prima mi aveva fatto capire che non avrei mai smesso di amare Roberto. Come si dice? Ah si, il primo amore non si scorda mai. Ma il mio cervello non mi avrebbe mai permesso di perdonarlo. Ero troppo orgogliosa e testarda per farlo.

Quel pomeriggio, decisi di uscire per distrarmi e così andai al centro commerciale con Davide. Mi seguì pazientemente all’interno di tutti i negozi in cui entravo. Camminavamo abbracciati, come fa una coppia di fidanzatini. Quando vidi il negozio di intimo, sorrisi tra me e lo trascinai dentro. Scelsi due completini davvero sexy e mi diressi in camerino per provarli. Indossai il primo, di pizzo nero, e feci cenno a Davide di avvicinarsi alla tenda. Lo presi per il polso e richiusi la tenda alle sue spalle.
<< Cosa ne pensi? >> chiesi girando su me stessa in modo provocatorio
<< Ehm.. direi che sei una bomba >> rispose grattandosi la testa
<< Dici? Non so, non mi convince >>
Davide si guardò il cavallo dei pantaloni e arrossì vistosamente. Scoppiai a ridere e lo spinsi fuori così da poter provare anche l’altro completo. Il suo imbarazzo mi divertiva! Lo richiamai poco dopo all’interno del camerino per fargli vedere il reggiseno e gli slip bianchi, leggermente trasparenti.
<< Questo ti piace? >>
Si scaraventò su di me e mi schiacciò con il suo corpo contro la parete. Sorrise malizioso e poi posò le sue labbra sulle mie. Un bacio all’inizio delicato ma poi sempre più esigente. Accarezzò con la mano il mio fianco sinistro facendomi venire i brividi e poi fece aderire completamente i nostri corpi. Sentii la sua eccitazione e sorrisi soddisfatta nel constatare che gli facevo questo effetto. Appoggiai la mia mano proprio in quel punto ma lui, sorprendentemente, si allontanò.
<< Che succede? >> domandai perplessa
<< Non possiamo continuare in questo modo. Non sono un giocattolo >>
<< Davide, io.. >> cercai di giustificarmi
<< Stai soffrendo, lo so. Hai bisogno di sentirti amata e quindi ti avvicini all’unica persona che ti abbia davvero dimostrato qualcosa. Ma così mi illudi e io non voglio soffrire un’altra volta >>
<< Hai ragione. Scusami, mi sto comportando da stronza >>
Solo in quel momento capii che ero diventata come le ragazze che avevo sempre criticato. Come diavolo era successo? Maledetto Roberto.. ma no, non potevo dare la colpa solo a lui. Ero io che avevo deciso di sbaciucchiarmi con Davide, ero io che avevo quasi fatto sesso con lui. La colpa ero solo e soltanto mia.
<< Lo so che non potrai mai amarmi come ami lui ed è per questo che dobbiamo essere solo amici >>
<< Ti voglio bene Davide! >> esclamai abbracciandolo
<< Anche io ti voglio bene Elena >> sussurrò al mio orecchio

Tornai a casa a piedi poiché avevo bisogno di schiarirmi le idee. Feci mentalmente un resoconto della giornata: non avevo comprato niente ma avevo guadagnato ben due amici! Davide aveva ragione: non avrei mai amato nessuno come Roberto, semplicemente perché il mio cuore si era chiuso a chiave. Sarei tornata ad amare? Avrei dato fiducia di nuovo ad un ragazzo? Mentre aspettavo che scattasse il verde per i pedoni, vidi Katia dall’altra parte della strada. Quando si accorse che la stavo fissando, distolsi lo sguardo. Indietreggiai e mi diressi nella direzione opposta.
<< Elena! Elena! Aspetta! >> gridò seguendomi
<< Che vuoi? >> sputai furiosa voltandomi
<< Volevo scusarmi con te >> disse guardandomi negli occhi
<< Ti sei ricordata solo ora? >>
<< Volevo farti sbollire la rabbia. Aspettavo il momento giusto per parlarti >>
<< Katia, non mi interessano le tue scuse >>
Le voltai le spalle e mi incamminai verso casa. Si aspettava davvero di essere perdonata da me? Forse il suo tradimento mi aveva ferito molto di più di quello di Roberto perché lei era amica e l’amicizia non si butta via così.
<< Io e Roberto non stiamo insieme >> gridò costringendomi a fermarmi
<< Non mi interessa >> le urlai di rimando fulminandola con lo sguardo
Katia abbassò lo sguardo e se ne andò sconsolata. Quando arrivai a casa, feci una lunga doccia per scrollarmi di dosso lo stress di quella giornata. Roberto, Davide, Katia. Mi insaponai col bagnoschiuma al cocco e mi risciacquai lentamente. Attorcigliai un asciugamano bianco attorno al mio corpo e tornai in camera per vestirmi. Aprii il cassetto, presi un reggiseno e degli slip puliti e li appoggiai sul letto. Stavo indossando l’intimo quando una voce irruppe nella stanza.

<< Oh mio Dio! >>
Voltai la testa di scatto verso l’ingresso della stanza e mi immobilizzai nel vedere Stefano con gli occhi sgranati. Cercai di coprirmi alla meglio mentre lui mi voltava le spalle imbarazzato.
<< Cazzo! Come sei entrato? >>
<< Mi ha aperto Lily. Non sapevo che.. >> disse lasciando la frase in sospeso
<< Resta così fino a quando non finisco di vestirmi >>
Indossai il pigiama e feci accomodare Stefano sul letto. Non riuscivamo a guardarci negli occhi dopo che mi aveva visto mezza nuda e quindi nessuno di noi due prese la parola.                                           
<< Allora.. come mai sei qui? >> domandai ad un tratto prendendo coraggio
<< Deve esserci per forza un motivo per venirti a trovare? >>
Stefano era venuto a casa mia solo due volte in un anno. La prima volta era venuto quando era morto mio padre e la seconda quando stavo male per Roberto. Quindi capite la mia sorpresa e di conseguenza la mia domanda. Cosa era successo stavolta?
<< Sputa il rospo! >> lo ripresi
<< Rossella è gelosa di te! >> disse a bruciapelo
<< Che cosa? >> chiesi spalancando gli occhi
<< Dice che abbiamo un rapporto troppo stretto >>
Non potevo darle torto perché io stessa avevo sempre pensato che non esiste l’amicizia tra uomo e donna. Da quando avevo conosciuto Stefano, però, avevo cambiato idea. L’avevo sempre considerato un fratello, non c’erano mai stati malintesi tra di noi.. fino ad oggi. Ma perché davo importanza al piccolo incidente di pochi minuti prima? Mi aveva scombussolato a tal punto da mettere in dubbio la nostra amicizia sincera? No, sicuramente ero solo troppo stressata. Ne avevo passate tante ultimamente e non riuscivo a distinguere più tra amore e amicizia.
<< Vuoi che le parli? >>
<< Mi faresti un gran favore >> affermò sorridendo
<< Va bene ma voglio qualcosa in cambio >>
Mi guardò perplesso e io scoppiai a ridere. Volevo quello che di più caro aveva, volevo tenere tra le mani per una sera il suo unico e vero amore.
<< Mi stai spaventando! >> esclamò preoccupato
<< Voglio guidare la tua macchina nuova! >> urlai
<< Non se ne parla! >> rispose incrociando le braccia e scuotendo la testa
<< Vuoi che ti aiuti con la tua ragazza o no? >> lo minacciai
<< Ricattatrice! >>

Noi donne sappiamo sempre come ottenere quello che vogliamo.
 


Ciao ragazzi!
Spero che questo capitolo vi abbia almeno strappato un sorriso. Sembra proprio che Elena e Roberto reciteranno la parte degli innamorati quando la realtà è ben lontana dalla finzione. Davide decide di allontanarsi da Elena per evitare di soffrire ancora e lei accetta la cosa visto che si rende conto che si sta comportando male, da vera stronza. Poi abbiamo visto Katia che cerca di chiarirsi con la protagonista ma non può pretendere che tutto torni come prima. Infine, Stefano: il suo migliore amico. Per caso, la vede mezza nuda mentre sta indossando l'intimo e ne nasce un momento imbarazzante. La loro amicizia è davvero speciale.. si evolverà in qualcosa di più? Adesso vi chiedo una cosa, ma dovete rispondere tutti: tifate per Roberto ed Elena ( Robena), per Stefano ed Elena ( Stelena) o per Davide ed Elena ( Davena). Fatemi sapere.. sono proprio curiosa! Ringrazio come sempre chi segue la mia storia, chi l'ha messa tra le preferite e ricordate, chi recensisce ( un bacione alla mia fan accanita Chiara ) e chi legge soltanto e che spero un giorno si faccia avanti. Al prossimo capitolo! Un bacio, Picci :****

 
 

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Capitolo 23
*** Capitolo XXIII ***


Cintura. Specchietto retrovisore. Sedile posizionato in base alla mia altezza. Okay, ero pronta.                                       
Guardai Stefano, seduto accanto a me, e sorrisi entusiasta. Accesi la macchina e partii spedita. Avevo la patente da quasi un anno e mi ero messa alla guida solo della smart di mia madre. Ma avete mai provato a guidare un BMW ? Ti da una scarica di adrenalina non indifferente. Sfrecciavo sulla strada come se non ci fosse un domani e le urla di Stefano non facevano che incitarmi. Arrivammo in pieno centro e parcheggiai la vettura di fronte al nostro solito bar. Spensi il motore, notai lo sguardo terrorizzato del mio amico e scoppiai a ridere. Sicuramente quella era stata la prima e l’ultima volta.
<< Tu sei una pazza! >>  esclamò scendendo dalla macchina
<< Scusami, mi sono fatta prendere la mano >>
<< Lo sai che tu non ti avvicinerai mai più alla mia piccola, vero? >>
<< Immaginavo. Allora, chiamiamo Rossella? >>
Dovevo rispettare il nostro accordo e quindi dovevo fare la mia parte. Spiegai alla sua ragazza che fra di noi c’era sempre stata solo amicizia e che così sarebbe stato sempre. In quei pochi giorni avevo fatto chiarezza dentro al mio cuore. Davide e Stefano erano due miei amici e Roberto era il mio ex. Dovevo andare avanti, dovevo mettere un punto a tutta questa storia. Ma inutile nascondere la mia tristezza nel sapere che il giorno di San Valentino si stava avvicinando. Avevo deciso: sarei rimasta a casa a vedere un film. Federica sarebbe uscita con Alessio, Stefano con Rossella, Lily con Fabio. Mi era giunta voce che Davide aveva conosciuto un’amica di Rossella e che erano usciti insieme qualche volta. Non ero gelosa, al contrario ero contenta per lui. L’unico a cui potevo chiedere di farmi compagnia era Emanuele. Stefano mi riaccompagnò a casa ma stavolta non mi lasciò guidare. Percorsi il vialetto di casa con il sorriso sulle labbra. Passare del tempo con il mio migliore amico era qualcosa di impagabile.

<< Non possiamo, Simone >>
Stavo cercando le chiavi di casa nella borsa quando sentii mia madre parlare. Avvicinai l’orecchio alla porta e origliai la conversazione tra lei e quello che presupponevo fosse mio zio.
<< Sofia, io ti amo da sempre. Lo so, tu eri sposata con mio fratello e questo è tremendamente sbagliato. Ma devi ammettere che anche tu provi qualcosa per me >>
Presa da tutti i miei problemi, non mi ero accorta di quello che stava succedendo tra mia madre e mio zio Simone. Da quando si era trasferito in città, era venuto a trovarci praticamente tutti i giorni. All’inizio si era inventato la scusa del : non sono stato presente nelle vostre vite per un po’ e quindi voglio rimediare. Poi, si era presentato a casa senza motivo e ci avevamo fatto l’abitudine. Al pranzo di Capodanno, avevo capito che l’affetto che provava per mia madre andava al di là di una semplice amicizia ma avevo accantonato le mie indagini a causa di Roberto. La maggior parte del tempo lo avevo passato in camera mia e quindi non avevo potuto osservare meglio la dinamica del loro rapporto.
<< Non è passato neanche un anno! Non voglio mancare di rispetto a mio marito >>
<< Eppure l’altro giorno ci siamo baciati >>
Baciati? Eh che cavolo, mi ero persa proprio tutto! Dovevo rimediare e rimettermi in pari.
<< E’ stato un errore. Io.. >>
<< Ciao Sofia! >> disse mio zio arrabbiato
Si diresse a grandi falcate verso la porta ed io indietreggiai alla ricerca di un nascondiglio. Sfigata come sempre, inciampai con le mie stesse scarpe e rotolai giù dalle scale. Mio zio Simone spalancò il portone, seguito a ruota da mia madre, e mi videro a terra dolorante.
<< Elena, che è successo? >> affermò mia madre correndomi incontro
<< Sono scivolata >> mi giustificai
Mio zio mi aiutò a rialzarmi sorridendo ma notai ugualmente il suo sguardo triste. Mia madre invece aveva gli occhi lucidi, segno che aveva pianto.
<< Ti lascio in buone mani. Adesso vado a lavoro! >> mi salutò mio zio

Mi diede un bacio sulla guancia e fece un cenno a sua cognata. Mi sedetti sulla panca insieme a lei e la sentii sospirare. Sapevo cosa stava pensando, si sentiva consapevole. Ero indecisa: dovevo dirle qualcosa per farla stare meglio o lasciare le cose come stavano? In fondo, se si fosse fidanzata con mio zio Simone non mi sarebbe dispiaciuto. Non fraintendetemi, io adoravo mio padre. Lui era tutto per me, lui era la mia forza. Ma purtroppo era morto e questo non poteva cambiarlo nessuno. Sarebbe rimasto per sempre nei nostri cuori ma mia madre era giovane, bella e libera di innamorarsi ancora. Si, sarei stata a favore di questa relazione e anche mio padre sarebbe stato d’accordo con me. Se voleva un’altra storia d’amore, mio zio Simone era la persona giusta perché nessun altro sarebbe stato alla sua altezza.
<< Hai sentito tutto vero? >> chiese d’un tratto mia madre leggendomi nel pensiero
<< A cosa ti riferisci? >> mentii spudoratamente
<< Non sei mai stata brava a mentire, proprio come tuo padre >>
Sorrisi e alzai istintivamente gli occhi al cielo. Il mio angelo mi stava sicuramente guardando e stava ridendo a crepapelle ricordando i vecchi tempi. Mi mancava ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.
<< Lo ammetto, ho sentito te e lo zio che discutevate >>
<< E che pensi? >> azzardò mia madre fissandomi
<< Mamma, se sei felice tu lo sono anch’io >>
Mi abbracciò di slancio e mi tenne stretta a sé per un bel po’ di tempo. Mi confidò di essere preoccupata per quello che avrebbe detto Lily di questa storia. In effetti, non era molto comprensiva e quindi anche io mi aspettavo che avrebbe dato di matto. Ma decise di comunicarle la novità quella sera stessa. Tolto il dente, tolto il dolore. Inutile aspettare. 
<< Lily, volevo chiederti una cosa >> prese coraggio mentre eravamo a tavola
<< Va bene, sentiamo >> rispose bevendo un sorso d’acqua
<<  Ti da fastidio se io e lo zio Simone usciamo insieme? >>
Pronunciare quelle parole fu una specie di tortura. Sudava freddo e teneva gli occhi bassi.
Lily sgranò gli occhi e la forchetta le cadde dalle mani.
<< Lo so che pensi che la mamma non debba st.. >> provai a convincerla
<< Ma è una figata! Ho sempre pensato che foste una coppia perfetta! >> mi interruppe Lily

Mia madre sorrise come una quindicenne e corse a chiamare mio zio Simone. Era di nuovo felice  e questo non poteva che farmi piacere. I suoi dubbi erano scaturiti dal suo senso di colpa ma, dopo che noi le avevamo dato la nostra benedizione, non c’era più niente che le impediva di tornare ad amare.
<< Sai, non mi aspettavo questa tua reazione >> dissi addentando un pezzetto di cane
<< Merita anche lei un po’ di felicità >>
<< Sbaglio o l’amore ti ha rammollito? >> chiesi ridendo
<< Tu pensi che sono meno stronza di prima? >>
<< Si, direi di si >>
Non l’avessi mai detto! Pensavo che mi avrebbe tirato dell’acqua addosso o che mi avesse insultato. Invece, sul momento fece finta di niente ma poi, quando aprii il mio profilo facebook,vidi un invito ad una nuova pagina: “ Ragazza in cerca di avventure” e la mia foto in costume come immagine del profilo. Ma questa volta l’avrei uccisa! Uscii dalla mia stanza furiosa e spalancai la porta della sua camera. La stronza se l’era filata! Non avrei mai più fatto un errore simile: se nasci tondo, non puoi morire quadrato. Tornai alla mia scrivania e rimasi sorpresa nel vedere che in solo mezzora avevo riscosso mille fans. Mi arrivarono anche diverse proposte tramite messaggio privato e le eliminai tutte. Prestai attenzione ad un solo messaggio perché il mittente era Roberto imperatore.
<< Ma cosa ti salta in mente? Venderti così? Elimina subito questa pagina, prima di farmi incazzare >>
Involontariamente, Lily aveva ottenuto quello che volevo da tempo: la rabbia di Roberto. Si era dimostrato gentile, comprensivo, amicone.. ma io volevo vederlo soffrire come avevo sofferto io. E se avevo pensato di togliere quella maledetta pagina da facebook, adesso non ne ero più tanto sicura. Suonarono il campanello e toccò a me andare ad aprire visto che mia madre si era già messa a letto.

<< Che cazzo ti prende? >>
Fu in questo modo che mi salutò Federica. Aveva stampato le foto della pagina e me le stava mostrando scuotendo la testa. Va bene, lei sarebbe stata mia complice.
<< E’ stata Lily. Le ho detto che si era rammollita e si è subito vendicata >>
<< Non cambia mai quella stronza >> rispose entrando in casa
<< Ma forse non tutti i mali vengono per nuocere.. >>
La mia amica mi guardò confusa e le spiegai brevemente il mio piano.
<< Perché vuoi farlo arrabbiare? Non mi dire che vuoi tornare con lui? >>
<< No, al contrario. Io lo odio >>
<< Lo sai che c’è un filo sottile tra odio e amore? >>
Federica stava decisamente delirando. Per me l’odio è odio e l’amore è amore. Non volevo tornare con Roberto, volevo solo farlo incazzare un po’. Era sbagliato prendersi una rivincita? Lui mi aveva fatto del male e adesso io volevo farne a lui. Sentii dei passi e girai di scatto la testa. Mia sorella stava tornando a casa così aprii il portone e la guardai male. Lei sgranò gli occhi e indietreggiò spaventata.
<< Scusa, scusa.. lo so che sei arrabbiata >>
Le sorrisi e lei inarcò le sopracciglia, sorpresa.
<< Perché non mi stai insultando? >> domandò avvicinandosi
<< Perché tu adesso, per farti perdonare, mi aiuterai >>

Sarebbe toccato a lei farmi le foto più assurde e postarle sulla pagina. Sarebbe toccato a lei rispondere a tutti i messaggi e soprattutto avrei usato il SUO numero di telefono come recapito.
Si era divertita? Adesso ne pagava le conseguenze!
 
 
 
Ciao ragazzi!
Lo so, ho postato il nuovo capitolo in ritardo.. mi dispiace! Spero in ogni caso che vi sia piaciuto e che vi abbia almeno strappato un sorriso.
Abbiamo visto Elena che guida finalmente la macchina di Stefano, come promesso. Lui credo proprio che non glielo permetterà più. Poi Elena torna a casa e sente una discussione tra sua madre e suo zio. Subito la madre chiede una sua opinione ed Elena dà la sua benedizione come sorprendentemente fa sua sorella. Solo che quest'ultima è nata stronza e stronza rimane nel vendicarsi della sorella che le ha detto che si è rammollita. E così nasce la pagina "Ragazza in cerca di avventure" , pagina che scatena la palese gelosia di Roberto. Riusciranno Federica, Lily e Elena a vendicarsi di lui? Come lo vedete questo trio? Ringrazio come al solito chi segue la mia storia, chi l'ha messa tra le preferite e ricordate, chi recensisce sempre ( oh chiaretta :* ) e chi semplicemente legge. Grazie davvero di cuore, senza di voi non esisterebbe nessuna storia. Spero di leggere le vostre opinioni su questo capitolo.
Al prossimo aggiornamento! Un bacio, Piccina :***

 

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIV ***


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<< Ti odio! >>

Lily non faceva altro che ripeterlo da quando avevo inserito il suo numero di telefono in pagina. Chiamate, messaggi: la notte doveva spegnerlo pur di riuscire a dormire. E io me la ridevo, perché la situazione era davvero divertente. Federica mi aveva consigliato di pubblicare delle foto spinte, così da suscitare ulteriormente la gelosia di Roberto. Non lo capivo proprio: era d’accordo alla mia frequentazione con Davide, ma era geloso se altri mi rivolgevano attenzioni? Gli uomini, valli a capire! Così un sabato pomeriggio preparai la vasca da bagno piena di schiuma, mi immersi all’interno e la mia amica iniziò a fare qualche scatto. Sguardo provocante, gambe in bella vista. Quello stronzo sarebbe morto! Non sapeva che indossavo il costume sotto tutta quella schiuma. Lily inserì la foto sulla pagina e, nel giro di qualche minuto,  ricevette quasi cinquanta “mi piace”. Puntuale come un orologio svizzero fu il messaggio di Roberto:
<< Per caso mi stai sfidando? >>
<< A me non importa proprio niente di te >> risposi sotto suggerimento delle mie complici
<< Perché stai facendo tutto questo? >>
<< Per puro divertimento >> scrissi semplicemente
Poi Lily ebbe la grandiosa idea di mettere un annuncio: Cercasi accompagnatore per S. Valentino. Descrisse in poche righe il ragazzo giusto: bello, alto, fisico asciutto, dolce e romantico. Magari non si sarebbe proposto nessuno ma dovevamo tentare. Il cellulare di mia sorella ricominciò a squillare senza sosta. Arrivarono diverse fotografie ma nessuno rispecchiava i miei gusti.. tranne uno. Lessi con attenzione il messaggio con cui accompagnava la foto.

<< Ciao, io sono Filippo. Ho visto il tuo annuncio su Facebook e ho pensato di propormi. Ti informo subito che non sono un maniaco pervertito. Io ti conosco: tu sei Elena Turati. Frequento la tua stessa scuola ma non ci siamo mai parlati. So che stavi con Roberto, poi con Davide.. ma che adesso sei single. Mi sei sempre piaciuta ma non ho mai avuto il coraggio di farmi avanti. Puoi darmi una possibilità? >>

Sorrisi lusingata e mi sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Osservai meglio il suo viso: moro, occhi azzurri, sorriso smagliante. Niente male!
<< Ma questo è un figo pazzesco! >> esclamò mia sorella rubandomi il cellulare dalle mani
<< E magari nello scherzo ci scappa anche qualcosa di buono >> disse Federica sorridendomi
<< Allora, aiutatemi a rispondere >> proposi riprendendomi il telefono
<< Ciao Filippo, mi farebbe davvero piacere uscire con te. Ci vediamo tra una settimana, alle sette in punto sotto il gazebo della piazza principale >> scrissi
D’un tratto i miei piani per San Valentino erano cambiati. E se Federica avesse avuto ragione? Se questo Filippo fosse riuscito a farmi battere di nuovo il cuore, sarei stata pronta a ricambiare?                                           
Il lunedì successivo decisi che non potevo aspettare: ero davvero curiosa di vederlo dal vivo. Così io e Federica passammo l’ora di pranzo ad osservare tutti i ragazzi dell’istituto ma di questo Filippo nessuna traccia. Cominciavo a pensare che fosse tutto uno scherzo e ne ebbi la conferma quando Roberto mi salutò sorridendo. Non era lui quello arrabbiato con me?
<< Sono una stupida! >> esclamai dandomi uno schiaffo in fronte
<< Che cosa è successo? >> chiese Stefano perplesso
Cavolo, avevo parlato ad alta voce. Emanuele, Davide, Alessio e Stefano mi guardarono con aria interrogativa e dissi la prima cosa che mi venne in mente.
<< Mi sono dimenticata di studiare per il compito di latino! >>
<< Non preoccuparti, ti aiuto io! >> esclamò Federica rivolgendomi un’occhiataccia
Avevo rischiato di mandare tutto all’aria e ora mi aspettava una bella ramanzina. Infatti, Federica mi trascinò in bagno subito dopo ma, prima che iniziasse ad insultarmi, le espressi i miei dubbi su Roberto.

<< Quindi tu credi che sia lui questo ipotetico Filippo? >> domandò
<< Da quando Lily ha creato quella pagina, Roberto mi ha sempre rivolto delle occhiate di rabbia. Oggi, invece, mi ha sorriso.
Fino a sabato ce l’aveva con me, cosa è cambiato adesso? >>
<< Effettivamente e poi non abbiamo neanche visto il tipo della foto in mensa >>
<< Sta cercando di ingannarmi ma io sono un passo avanti a lui >>
Federica stava camminando avanti e indietro per il bagno quando le venne un’idea.
<< Fai finta di niente. Noi, insieme a tua sorella Lily, ci inventeremo di certo un piano diabolico per fargliela pagare. La sera di San Valentino sarà la più brutta della sua vita >>
Scoppiai a ridere insieme a lei, gustandomi il sapore della vendetta. Ero sicura che noi tre avremmo fatto faville. Quando tornai a casa, la prima cosa che feci fu informare Lily. Spalancò gli occhi stupita e rigirò più volte una matita tra le mani. Poi sentii la sua risata malefica e ringraziai Dio di non essere nei panni di Roberto Imperatore. Cosa si sarebbe inventata stavolta? Dovevo preoccuparmi?

<< Come vedi, hai sempre bisogno di me >> disse sorridendo
<< Certo, tu sei la persona più perfida che io abbia mai conosciuto >>
<< Non so se prenderla come un complimento o un’offesa >>
<< Grazie per il tuo aiuto >> le risposi abbracciandola
<<  Figurati sorella >> mi abbracciò anche lei << Ma ora basta con queste cose smielate, potrebbe venirmi il diabete >> esclamò dirigendosi in cucina
Sorrisi e mi avviai in camera mia. Mi sdraiai sul letto e fissai i libri sulla scrivania. Da quanto tempo non prendevo un buon voto? Dov’era finita Elena la secchiona? Scattai in piedi e presi il libro di italiano tra le mani. Era giunto il momento di tornare in me, quello era l’anno della maturità porca miseria! Dovevo recuperare molte materie, tra cui italiano e latino. La professoressa Morabito si era divertita parecchio a umiliarmi davanti a tutta la classe ma ora le cose sarebbero tornate come prima, ai tempi in cui non avevo paura di fronteggiarla. Studiai tutta la notte e,quando la mattina suonò la sveglia, mi ritrovai china sui libri con la faccia appiccicata ad una pagina. Feci una lunga doccia rigenerante e mi diressi a scuola.

<< Oggi mi offro volontaria per l’interrogazione di latino >>
<< Non ci credo … Elena sei di nuovo tu >> disse Federica appoggiando la testa sulla mia spalla
Quando arrivammo a scuola, salutai con un cenno i nostri amici e continuai spedita la mia marcia verso la nostra aula. Avevo un obiettivo e dovevo raggiungerlo a tutti i costi. La signorina Morabito, perché si sa che quasi tutte le professoresse sono zitelle acide, entrò in classe con il suo solito sorrisetto stampato sulla faccia e si sedette alla cattedra. Come previsto, iniziò subito ad interrogare e alzai la mano.
<< Professoressa! >> la chiamai
<< Turati, oggi sarò clemente e non la interrogherò. Le risparmio un’altra brutta figura >>
<< Veramente volevo venire volontaria >>
Inarcò le sopracciglia sorpresa e mi fece cenno di avvicinarmi. Mi avviai con passo deciso alla cattedra e mi accomodai di fronte a lei. Non mi rendevo conto del tempo che passava, ero concentrata sulle sue domande e sulle mie risposte. Quando suonò la campanella, mi resi conto che era passata un’ora.
<< Il tempo a nostra disposizione è finito >> commentò
E menomale! Avevo la bocca asciutta e la gola secca. Parlare per un’ora senza sosta non era mica facile.
<< Sono rimasta colpita dalla sua preparazione. Otto: questo è il voto che le do. Ma mi raccomando, continui così. Ho letto il suo curriculum scolastico degli anni scorsi e mi chiedevo dov’era finita l’eccellenza tanto decantata, ma ora l’ho vista. Non so cosa le sia capitato ma faccia in modo di non perdere più la strada. Cinque mesi la separano dagli esami e spero che lei non deluda le mie aspettative >>
Le sorrisi e la ringraziai per il voto. Quelle parole mi restituirono la fiducia in me stessa e spazzarono via la paura di non farcela. Se lei aveva questa buona opinione di me , allora c’era ancora qualche speranza per raggiungere il mio obiettivo: il 100. Avevo sempre sognato di diplomarmi con il massimo dei voti. Era il mio desiderio sin da quando mi ero iscritta in quella scuola prestigiosa. Dovevo impegnarmi al massimo per riuscire in questa impresa perché volevo che i miei genitori fossero orgogliosi di me.

<< Mi hanno detto che la Morabito ti ha fatto i complimenti >>  affermò Stefano prendendomi sottobraccio in corridoio
<< Federica non sa proprio mantenere i segreti >> risposi ridendo
<< Inutile che ti sforzi, la mia media sarà la più alta della scuola >> mi prese in giro
<< Ma stai zitto, cretino! >> dissi dandogli un pugno
Lo accompagnai in cortile a fumare una sigaretta. Ne approfittai per guardarmi attorno e fu allora che vidi Davide che  stava baciando una ragazza. Non provai fastidio, non provai gelosia. Tirai la manica del giubbotto di Stefano e lo feci voltare verso di loro.
<< Guardali, sono davvero carini >>
<< Non ti da fastidio? >> domandò inarcando le sopracciglia
<< No, sono felice per lui >>
<< Hai capito finalmente che non siete fatti per stare assieme. E Roberto? >>
<< Perché mi chiedi di lui? >>
La sua domanda mi aveva messo in agitazione. Attorcigliai più volte una ciocca di capelli tra le dita e poi incrociai le braccia sotto al petto. Stefano seguì i miei gesti con attenzione e poi sorrise.
<< Semplice. Perché tu lo ami ancora! >>
<< Che cosa? Tu sei pazzo! >> risposi allontanandomi e abbassando lo sguardo
<< Ieri ti ha sorriso e tu sei andata in paranoia >>
<< Mi è solo sembrato strano visto che non mi sorrideva da tempo >>
<< Ti sei chiesta il perché? >>
<< Tu lo sai? >> chiesi perplessa
<< Vuole riconquistarti >> disse semplicemente gettando il mozzicone a terra
<< Beh, è tempo perso >>

Scrollò le spalle, mi mise un braccio intorno al collo e tornammo in corridoio. Altre lezioni ci aspettavano, la vita ci aspettava. Eppure non riuscivo a smettere di pensare a quello che aveva detto il mio amico. Roberto faceva finta di essere un altro solo per riavermi? Aveva organizzato tutto solo per passare il S. Valentino con me? Ma questo non mi distraeva dal mio piano, doveva soffrire almeno un quarto di quanto avevo sofferto io.
Niente mi avrebbe fermato.
 

Ciao ragazzi!
Ecco il nuovo capitolo! Succedono un bel pò di cose.. Le tre ragazze si mettono all'opera per far ingelosire Roberto ma compare questo Filippo. Sarà un vero ragazzo oppure è solo una copertura per Roberto stesso? Lily organizza così un piano diabolico.. ne vedremo delle belle! Elena riprende in mano la sua carriera scolastica e si becca anche un bel voto. Infine, Stefano dice ad Elena che Roberto sta provando a riconquistarla! Cosa ne pensate? Cosa succederà adesso? Ringrazio come sempre chi segue la mia storia, chi l'ha messa tra le preferite o ricordate, chi recensisce sempre ( Chiaretta bella <3 ) e tutti quelli che si prendono la briga solo di leggere.. tutti mandate avanti la mia storia. Alla prossima. Un bacio, Piccina :**
 

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Capitolo 25
*** Capitolo XXV ***


Avevo sempre odiato S. Valentino o , meglio, odiavo il fatto di doverlo passare da sola. Invece adesso, per la prima volta nella mia vita, avevo un appuntamento. Sapevo di non doverlo considerare tale visto che Lily aveva organizzato un paio di scherzi davvero perfidi, ma in fondo ero felice di poter passare del tempo con Roberto. Stefano aveva ragione, tutti avevano ragione: ero ancora innamorata di lui. Come si può dimenticare il primo amore? Come si fa a dimenticarsi della prima volta? Io non ero ancora riuscita a farlo, nonostante ci provassi. La notte sognavo di farlo con lui ma poi puntualmente qualcuno ci fermava: Katia. Anche se ogni volta che la vedevo a scuola avevo l’istinto di picchiarla, avevo deciso che l’indifferenza era la migliore arma. Mi dispiaceva di averla persa come amica ma questa era solo la conseguenza di quello che mi aveva fatto. Ma stasera mi sarei presa la mia rivincita, almeno su di lui. Con l’accappatoio addosso, aprii l’armadio, presi un tubino nero e lo appoggiai sul letto. Indossai l’intimo nero che avevo comprato per l’occasione, nel caso remoto ci fosse stato un dopo cena ( ero decisamente pazza e innamorata ), e mi infilai il vestito. Mi guardai allo specchio, rigirandomi più volte su me stessa, e sorrisi: mi stava proprio bene. Attillato, sexy ma poco appariscente. Andai in bagno e asciugai i capelli con il diffusore. Quella sera volevo farmi i capelli ricci per sembrare più attraente. Infine, mi truccai leggermente gli occhi e passai un rossetto rosso sulle labbra. Ora dovevo scegliere le scarpe: rosse o nere? Rosse, decisamente. Recuperai anche la borsetta abbinata e scesi in salotto. Ma dove erano finite mia madre e mia sorella?

<< Mamma! Lily! Dove siete? >>
<< Eccomi! >> rispose Lily scendendo le scale
Rimasi senza parole dopo averla guardata. Aveva addosso un vestito rosso senza spalline e a palloncino; i capelli raccolti in una treccia che si adagiava sulla spalla destra; i tacchi alti che la facevano sembrare decisamente più grande della sua età. Era favolosa!
<< Ma quanto sei bella! >>
<< Potrei dire la stessa cosa di te >> rispose sorridendomi
<< Grazie >> dissi aggiustandomi un ciuffo ribelle
<< Però non faceva parte del piano.. >> constatò incrociando le braccia
<< Lo so, dovevo andare all’appuntamento in tuta ma poi ho pensato che sarebbe stato più crudele mostrare tutta la mercanzia per poi rifiutarlo a fine serata >>  mi giustificai
<< Si, hai ragione. Ma non ti stai tirando indietro vero? >>
<< No, assolutamente. Deve pagare >> affermai decisa
Mentre stavamo ripassando il piano, mia madre ci raggiunse in salotto. Io e mia sorella girammo di scatto la testa e la squadrammo da capo a piedi. Da quanto tempo non si prendeva cura di se stessa? Davvero troppo. Fasciata in un abito bianco e nero, ci sorrideva felice. Non la vedevo così allegra da mesi e la cosa mi faceva un certo effetto. Mio zio Simone l’aveva invitata fuori a cena e, se in un primo momento non voleva accettare per via delle critiche che poteva riservarle la gente, alla fine aveva ceduto.
<< Si vede che la fatina di Cenerentola ci ha fatto visita >> commentò Lily
<< Sei bellissima mamma! >> le dissi abbracciandola
Suonarono il campanello e andai ad aprire. Mio zio Simone era elegantissimo: indossava un completo grigio scuro e delle scarpe di pelle nera. Mi baciò una guancia ed entrò in casa. Mia madre gli corse incontro e lo baciò sulle labbra.  A quel punto Lily alzò gli occhi al cielo facendomi scoppiare a ridere.
<< Noi usciamo, voi fate le brave e non tornate tardi >> si raccomandò mia madre
<< Io sono un angioletto! >> esclamò Lily  battendo le ciglia
<< Un angioletto con le corna. Vai a divertirti mamma, non preoccuparti per noi >> risposi sorridendo

Mia madre sorrise e chiuse la porta alle sue spalle. Fabio venne a prenderci pochi minuti dopo; mi avrebbero accompagnato loro all’appuntamento prima di andare a cena fuori. Lo salutai con freddezza, ancora offesa per quello che aveva detto a Lily. Roberto era suo fratello ed era giusto che lo difendesse ma doveva capire il mio stato d’animo. Durante il tragitto, il cuore cominciò a battermi talmente forte da farmi mancare il respiro. Cosa dovevo aspettarmi da quella serata? Arrivati a destinazione, augurai ai due piccioncini di passare una bella serata e scesi dall’auto. Mi sedetti su una delle panchine sotto il gazebo e mi guardai attorno. Ero in anticipo di un quarto d’ora e quindi mi toccava aspettare. Sentii il cellulare vibrare, così lo presi dalla borsetta e lessi il messaggio che mi era arrivato:
<< Non farti impietosire dallo stronzo. Ti voglio bene >>
La mia migliore amica mi augurava buona fortuna, a modo suo. Sorrisi e decisi di risponderle. Stavo giusto pensando a cosa scrivere quando una voce mi interruppe.
<< Ciao Elena >>
Alzai la testa e incrociai i suoi occhi. Incredula, abbandonai la panchina e avanzai nella sua direzione.
<< Tu saresti? >> domandai
<< Sono Filippo >> rispose sorridendo
Ricordai la fotografia che mi aveva inviato e lo riconobbi. Stessi occhi, stesso sorriso, stessi lineamenti. Sgranai gli occhi sorpresa e portai una mano alla bocca. Era tutto vero!   
<< Tu esisti.. cioè io.. oh mio Dio! >> dissi
<< Elena, ti senti bene? >> chiese
La testa mi girava e il suono della sua voce mi sembrava così lontano. Avevo proprio preso fischi per fiaschi! Ero arrivata addirittura a pensare che Roberto avesse assunto l’identità di un altro per riconquistarmi. Ma a lui non importava niente di me! Ero solo una stupida illusa ancora innamorata del suo ex. Filippo mi accarezzò dolcemente una guancia e io mi allontanai di scatto.
<< Credevo che tu non esistessi, io non ti ho mai visto in mensa >> sbraitai
<< A quell’ora seguo il corso di informatica e mangio sempre un panino al volo >> spiegò con calma
Era come se tutti i pezzi di un puzzle si riunissero da soli. Mi sedetti nuovamente sulla panchina e lui mi imitò. Era un ragazzo davvero bello e da quello che avevo visto era anche gentile. Al diavolo Roberto, sarei uscita con quello strafigo! Mi alzai e mi sistemai il vestito.
<< Dove mi vuoi portare ? >> domandai scordandomi quello che era appena successo
Gli occhi di Filippo si illuminarono e la sua bocca si aprì in un sorriso.
<< A mangiare una pizza! >> rispose
Ci avviammo alla pizzeria più vicina,quella di Carlo, scambiandoci ogni tanto qualche occhiata di curiosità. Decisi di fargli qualche domanda per conoscerlo meglio ma fu proprio in quel momento che vidi gli amici di Lily. Cavolo, mi ero dimenticata del piano. Cambiai improvvisamente direzione, trascinandomi dietro Filippo, ma questo non bastò a fermarli. Cominciarono a correre verso di noi e non mi restò che avvertirlo. Lui non poteva pagare per le colpe degli altri.
<< Scappiamo! >> gridai tirandolo per il braccio
<< Da cosa? >> chiese fermandosi qualche passo dietro di me
I compagni di scuola di Lily ci raggiunsero e, prima che potessi parlare, avevano già tirato addosso a Filippo uova e farina chiamandolo “stronzo”. Fase uno completata, così avrebbe detto mia sorella.
<< Da questo >> risposi schifata
Gli porsi dei fazzoletti e Filippo cercò di ripulirsi alla meglio. Mi sentivo terribilmente in colpa. Maledetto Roberto, riesce a rovinare la vita proprio a tutti.
<< Chi erano quelli? >>
<< Non lo so ma ho avuto un brutto presentimento quando li ho visti >> mentii spudoratamente
<< Che scherzi stupidi! Adesso come faccio? >>
<< Sicuramente non puoi entrare così in una pizzeria >> affermai tappandomi il naso
<< Abito qui vicino. Mi aspetti qui mentre mi cambio? >>
<< Va bene >> acconsentii

Mi sorrise a trentadue denti e se ne andò lasciandomi sola. Ne approfittai per chiamare Lily e annullare definitivamente il piano. Composi il numero e imprecai mentalmente quando partì la segreteria. Quella stupida aveva chiuso il cellulare, segno che non voleva essere disturbata. Aveva organizzato la serata in tre fasi. Fase uno: i suoi amici avrebbero sporcato di uova e farina Roberto che, abitando lontano dal centro, non avrebbe potuto cambiarsi. Fase due: avrei trascinato Roberto nella nostra pizzeria di fiducia e il proprietario Carlo, che si era messo d’accordo con Lily, avrebbe messo nella sua pizza del salame piccantissimo; lui odiava il cibo piccante e quindi si sarebbe sicuramente sentito male. Fase tre: questa sarebbe inevitabilmente successa perché si sarebbe svolta davanti casa mia e avrebbe fatto andare Roberto su tutte le furie. Chiusi il telefono e sbuffai sonoramente. Povero Filippo, dopo questa sera mi avrebbe odiato per sempre. Mi affacciai alla balconata della piazza ed osservai le stelle. Delle risate attirarono la mia attenzione e mi girai in direzione della coppia che stava facendo tutto quel chiasso. Non riuscivo a credere ai miei occhi! Emanuele era uscito con Katia! Si stavano tenendo per mano e si scambiavano effusioni. Come aveva potuto perdonarla per quello che aveva fatto? Poi la mia coscienza mi ricordò che io avevo intenzione di fare la stessa cosa quella sera e quindi continuai a fissarli invidiosa.
<< Eccomi qui >> si annunciò Filippo facendomi saltare in aria
<< Hai fatto presto >> risposi sorridendo
<< Una doccia veloce e mi sono cambiato >>
<< Sto morendo di fame >> confessai e il mio stomaco mi diede ragione
<< La pizzeria è proprio qui vicino >>
No! La pizzeria di Carlo no! Almeno la seconda fase gliela volevo evitare.
<< Andiamo dal cinese, ti va? >> proposi sperando che accettasse
<< Ai suoi ordini signorina >>
Poi mi porse una busta e mi chiese di aprirla. Al suo interno vi erano dei cioccolatini di vario genere.
<< Come sai che adoro il cioccolato? >>
<< Tutte le donne lo adorano >>

Premuroso, gentile, simpatico, bello.. altro che Roberto! Basta, non dovevo pensare più a lui! Dovevo godermi la serata con Filippo. Solo un pensiero mi tormentava : come avrebbe reagito davanti alla fase tre? Avrebbe perso questa sua scompostezza? Non mi avrebbe più voluto vedere?



Ciao ragazzi!
Purtroppo ho dovuto dividere la serata in due capitoli perchè sarebbe stato un capitolo troppo lungo. Elena è andata all'appuntamento ed ha incontrato Filippo. Lui esiste, non era Roberto. Decide di non lasciarsi sfuggire l'occasione e diuscire lo stesso con questo ragazzo. Filippo però dovrà fare i conti con il piano di Lily: si è già beccato le uova.. vedremo la fase tre visto che la seconda gli è stata risparmiata. Non sono carini Sofia e Simone? *__* finalmente la mamma si sta rifacendo una vita! Lily è uscita con Fabio ed è irraggiungibile.. quindi il piano non può essere annullato! Filippo poverooooo si è beccato le uova e la farina.. che tenerezza che mi ha fatto e, infine, ha regalato i cioccolatini ad Elena.. che dolce *_* Ma Roberto che fine avrà fatto? Dov'è? E' uscito con qualcuna? Ringrazio come sempre chi segue la mia storia ( siete davvero tanti fatemi sentire), chi l'ha messe tra le preferite o ricordate. Ringrazio chi recenscisce sempre ( ormai questo è lo spazio riservato a Chiaretta :** )e chi semplicemente legge. Vorrei sapere cosa ne pensate di questo capitolo e soprattutto del piano di Lily.. è diabolica o no??? ahahahahah
Al prossimo capitolo! Un bacio, Piccina :*******

Ultima cosa.. ecco la foto di Filippo!

 

 
 
 
 
 
 
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Capitolo 26
*** Capitolo XXVI ***


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Nonostante la serata fosse cominciata male, dovevo ammettere che mi stavo divertendo. Ero entrata nel ristorante cinese con tanti pensieri per la testa ma Filippo era riuscito a mettermi a mio agio. Erano partite le solite domande di conoscenza e poi lui mi aveva raccontato degli episodi divertenti che lo riguardavano. Avevamo mangiato e poi avevo proposto di prendere un drink nel pub lì accanto. Bere per dimenticare: questa era la mia filosofia di vita quella sera. Stavo sorseggiando un cocktail, già mezza ubriaca, quando Filippo mi rivolse la domanda che avevo temuto per tutta la sera.
<< Sei ancora innamorata di Roberto? >>
<< No, tra di noi è finita. Non riesco a perdonare un tradimento >>
<< Ti capisco >> disse abbassando il capo
<< Sei stato tradito anche tu? >> chiesi
<< E’ successo pochi mesi fa. Eravamo fidanzati da un anno e le cose andavano davvero bene. Ma lei ha deciso di rovinare tutto andando a letto con un altro. La cosa bella è che il destino ha voluto che li vedessi con i miei occhi. E’ stato traumatico, si questa è la parola giusta >> spiegò con gli occhi lucidi

Io e Filippo avevamo molte più cose in comune di quanto pensassi. Per esempio dovevamo entrambi convivere con un tradimento. Non si supera facilmente un evento come questo perché è un qualcosa che ti logora dentro, che distrugge la tua autostima, che ti fa sentire inferiore. Ero ben consapevole che stavo mentendo sia agli altri che a me stessa. Io non avevo superato quello che era successo, l’avevo solo accantonato in un angolo remoto della mia testa. Ma in momenti come questo, usciva allo scoperto e mi provocava lo stesso dolore del primo giorno. Lo guardai intensamente negli occhi e vidi la medesima cosa.
<< Devo dire che siamo molto fortunati >> affermai per smorzare i toni
<< Non ti ho ancora detto la parte migliore. Lo sai chi era lui? >>
<< Qualcuno che conosco? >> domandai ingenuamente
<< Il tuo ex, Roberto >>  disse scrutandomi attentamente
<< Ma certo che è proprio stronzo! >> commentai disgustata
Rovesciai a terra il drink che stavo bevendo e Filippo scoppiò a ridere di gusto. Poi si fece improvvisamente serio e rivolse lo sguardo oltre le mie spalle. Chi o cosa aveva attirato la sua attenzione?
<< Ma che diavolo .. ? >> chiesi per cercare di capire

<< Lo stronzo è qui, piccola >>
Quella voce, la sua voce. Mi girai di scatto nella sua direzione e mi pietrificai di fronte alla sua espressione. Era arrabbiato, molto arrabbiato. Aprii e chiusi la bocca cercando le parole giuste ma non ci riuscii.
<< Ti sei mangiata la lingua? Non avevi problemi ad insultarmi fino a poco fa >>
<< Roberto stai rovinando il nostro appuntamento >> rispose Filippo
<< Ma smettila deficiente! Lei vuole me, tu sei solo una ruota di scorta >>
Li fissavo inebetita senza proferire parola. Ma in che cazzo di situazione mi ero messa? Il mio ex stava davvero discutendo con il ragazzo con cui ero uscita? Che cosa voleva Roberto da noi? Era geloso? No, decisamente no. Non dovevo farmi illusioni, era tutta una questione di possesso. Scossi la testa e tornai alla realtà giusto in tempo per sentire quello che aveva detto Roberto. Ma come diavolo si permetteva?
<< Mi hai stufato! >> gridai facendo girare mezzo locale
 << Hai recuperato l’uso della parola? >> domandò con quel ghigno in viso che odiavo
Mi parai di fronte a lui con aria minacciosa e lo indicai con un dito.
<< Che cosa ci fai tu qui? >>  
<< Ero venuto a casa tua e non ti ho trovato. Così ho deciso di cercarti per tutta la città >>
Aspettate un attimo. Lui ha davvero detto di avermi cercato per tutta la città? E questo cosa significava? Oh Dio, questo ragazzo mi avrebbe fatto diventare pazza. Quello che aveva detto mi aveva colpito ma non potevo di certo capitolare dopo aver sentito due parole carine.
<< Avete delle cose da chiarire, vi lascio da soli >> si intromise Filippo
<< No, aspetta. Io non voglio parlare con lui! >> dissi prendendolo per il braccio
<< E invece lo farai! >> rispose Roberto

Velocemente mi tirò dalla sua parte e mi caricò sulle sue spalle. Cominciai ad urlare e a tempestargli la schiena di pugni ma fu tutto inutile. Alzai la testa e mimai un “mi dispiace” a Filippo che scrollò le spalle. Ero così in imbarazzo, avevamo gli occhi di tutti puntati addosso. Mi fece sedere sulla sua macchina, mi allacciò la cintura e chiuse lo sportello. Quando lui fece il giro per raggiungere il suo posto, ne approfittai per scappare. Scesi così dall’auto e cominciai a correre verso casa. Ma Roberto non ci mise molto a raggiungermi e mi trascinò di nuovo con lui. Decisi di non rivolgergli più la parola e rimasi in silenzio fino a quando non si fermò davanti casa mia.
<< Vaffanculo Roberto >> gli urlai scendendo
Raggiunsi il portone di casa in pochi passi e cercai la chiave nella borsa. Lo sentii arrivare alle mie spalle ma non mi girai. Aprii la porta e feci per entrare ma qualcosa attirò la mia attenzione. Sulla panca sotto al portico vidi un mazzo di rose rosse e mi avvicinai. Le sfiorai con cura e puntai i miei occhi nei suoi.
<< Le avevo portate per te >>
<< Perché? >> mi ritrovai a chiedere
<< Voglio che tu mi perdoni. Io ti amo Elena, non smetterò mai di dirtelo. So che ho sbagliato e che sono ingiustificabile ma ti prego : perdonami! >> disse tutto d’un fiato
<< Io.. non posso! Tu mi hai fatto del male! >> risposi con le lacrime agli occhi
<< La tua bocca dice questo ma i tuoi occhi dicono altro >>
Detto questo, si avventò su di me e mi baciò. Lo spinsi via più volte ma non si allontanò. Le sue labbra non volevano staccarsi dalle mie. E così, mi abbandonai a quel bacio.

Era tutto maledettamente sbagliato ma il cuore mi diceva che stavo facendo la cosa giusta. Gli accarezzai i capelli mentre lui mi spingeva contro il muro accanto alla porta. Mi era mancato così tanto: la sua bocca, le sue mani, il suo respiro affannato. In quel momento dimenticai tutto il mondo attorno a noi ma un colpo di tosse ci riportò alla realtà. No, non può essere. Cazzo! La fase tre stava iniziando. Mi girai spaventata insieme a Roberto e vidi tre ragazzi sorridermi. Roberto mi guardò con aria interrogativa, poi si staccò alzando un sopracciglio.
<< Chi sono questi? >> domandò confuso
<< Siamo i suoi clienti >> rispose uno di loro
<< I suoi cosa? >> sbraitò Roberto di rimando
<< Ti posso spiegare >> dissi avvicinandomi
<< Elena, possiamo sbrigarci? Qui c’è gente che vuole fare sesso >> commentò un altro
<< Tu fai sesso con questi tizi? Pensavo che la pagina l’avessi creata solo per farmi ingelosire. Stasera sono venuto da te per chiarire finalmente le cose e scopro invece che sei una troia! >>
Maledetta Lily e i suoi piani diabolici. Maledetti amici di Lily e i loro sorrisi maliziosi. Maledetta io che avevo partecipato a questa farsa. Proprio ora che stavamo cercando di fare pace, qualcuno doveva metterci i bastoni tra le ruote. Fissai Roberto negli occhi e, nel vedere la sua sofferenza, iniziai a piangere.
<< Non è come pensi, questo è tutto un malinteso >>
<< Smettila di mentirmi! Non voglio più avere niente a che fare con te >>
I tre ragazzi ci guardarono sbalorditi, non sapendo più che fare o dire. Erano stati ingaggiati per farlo arrabbiare quindi perché adesso io mi stavo giustificando? Loro non potevano sapere che io amavo follemente quel ragazzo, nonostante tutto quello che mi avesse fatto. Avevo deciso di fargliela pagare ma adesso mi ero pentita. Io non ero come lui, io non giocavo con i sentimenti delle persone.
<< Andatevene! >> gridai contro i tre ragazzi con tutto il fiato che avevo in gola
Non se lo fecero ripetere due volte e sparirono dalla nostra vista. Roberto mi guardò con disprezzo e si diresse verso la sua macchina. Lo rincorsi e lo abbracciai da dietro.

<< Lasciami spiegare >>
<< Cosa c’è da spiegare? >> domandò restando immobile
<< Era un piano studiato apposta per farti ingelosire. Quando Filippo mi ha chiesto di uscire, rispondendo al mio annuncio in pagina, ero convinta che fossi tu e volevo fartela pagare. Quindi ho escogitato un piano con mia sorella. E’ tutto falso, non ho fatto niente con quei ragazzi né con altri >> spiegai singhiozzando
Lo sentii sospirare, come se si fosse tolto un peso dallo stomaco. Ero convinta che quella spiegazione bastasse, ma invece non fu così. Roberto si girò lentamente a guardarmi e mi accarezzò una guancia.
<< Voglio che tu ti prenda del tempo per riflettere su noi due. Io sono pronto a ricominciare, ma prima devi dimenticare quello che ho fatto. Lo so che è difficile ma devi riuscirci >>
<< Ci proverò ma sappi che i miei sentimenti per te non sono cambiati >>
Sorrise dolcemente e mi lasciò un casto bacio sulle labbra. Io e Roberto saremmo tornati insieme, in un modo o nell’altro. Sarebbero passati giorni, settimane o mesi ma l’amore avrebbe trionfato. Sarebbe stato difficile dimenticare il tradimento, sarebbe stato difficile fare di nuovo l’amore con lui, sarebbe stato difficile donargli la mia completa fiducia ma noi due ce l’avremmo fatta. Era inutile continuare a negare l’evidenza, Roberto mi era entrato sotto la pelle e non ne era uscito più. Aveva sconvolto la mia vita, mi aveva fatto soffrire ma mi aveva anche regalato dei momenti bellissimi. E’ vero che l’amore ci rincoglionisce ma è anche vero che senza amore non si può vivere. Stavo per rientrare in casa quando mia sorella mi raggiunse sul pianerottolo. Sorrideva come una bambina di cinque anni e cercava di aggiustarsi la treccia ormai sfatta. Tranquilla Lily, nessuno ha capito che hai appena fatto sesso.

<< Noi due dobbiamo parlare! >> le dissi
<< Cosa è successo? Perché tutte quelle telefonate? >>
<< Filippo esiste, ho passato la serata con lui. Poi Roberto mi ha trascinato a casa ed è iniziata la fase tre ma ho mandato tutto all’aria perché lo amo ancora >>
<< Cosa? Adesso tu mi racconti tutto nei minimi dettagli! >> mi rimproverò
I miei dettagli glieli avrei raccontati con piacere ma io non volevo sapere i suoi.

A buon intenditor,poche parole.


Ciao ragazzi!
Sono riuscita finalmente a pubblicare la seconda parte della serata! E' entrato in scena Roberto, rovinando così la serata tra Elena e Filippo. L'ha letteralmente trascinata a casa ed è qui che ha avuto inizio la fase tre! Perfido come piano vero? Lily è troppo diabolica ahahahah Tra i due scatta un bacio, complice il sentimento che provano, ma tutto si interrompe con l'arrivo dei tre ragazzi! Elena manda all'aria il piano e confessa tutto a Roberto. Lui decide di lasciarle il suo spazio e il suo tempo per dimenticare il tradimento, Elena ci riuscirà? Torneranno insieme? Lo vedremo più avanti. Ringrazio tutti voi che seguite la mia storia o chi l'ha messa tra le preferite e ricordate. Siete davvero tantissimi e ne sono felice *_* Senza di voi non riuscirei ad andare avanti ma vi lancio una sfida. In questo capitolo tutti dovete lasciarmi una recensione. Voglio vedere se questi sviluppi vi appassionano o vi annoiano.. voglio vedere se vi piace quello che scrivo. E datemi anche un parere sul banner che ho fatto io in persona. Era la prima volta quindi non so se è venuto benissimo. Grazie alla mia fan numero uno: Chiaretta bella :* e a tutti voi che leggete. Al prossimo capitolo! Un bacio, Piccina :****

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Capitolo 27
*** Capitolo XXVII ***


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Prima di cominciare.. volevo informarvi che in questo capitolo vi ho fatto un regalo: c'è un pov di Roberto. Saprete quello che realmente pensa e soprattutto ci saranno due colpi di scena. Buona lettura.


Si dice che chi trova un amico trova un tesoro. Io di tesori ne avevo trovati ben due: Stefano e Federica. Entrambi volevano convincermi a lasciar perdere Roberto ma si sa che al cuore non si comanda. E’ come quando tuo padre non vuole che frequenti una persona: più lui ti dice di stargli lontana, più tu disobbedisci. Mi sembrava di essere nella stessa situazione, solo che al posto del padre c’erano i miei due migliori amici. In seguito alla serata di San Valentino, un’altra persona si era aggiunta al club stai-lontana-da-Roberto. Questa persona era Filippo, il ragazzo con cui ero uscita e con cui avevo iniziato una conoscenza telematica. Messaggi del buongiorno, messaggi della buonanotte, che fai, come stai, cosa mi racconti di nuovo. Forse lui sperava in qualcosa di più ma per il momento non me la sentivo. Volevo starmene un po’ per conto mio e godermi la mia solitudine amorosa. Non potevo negare il disagio che provavo nel rifiutare gli inviti dei miei amici ad uscire. Erano tutti accoppiati e non me la sentivo proprio di fare il palo : Stefano con Rossella, Federica con Alessio, Davide con la ragazza che frequentava. E non dimentichiamoci di Emanuele che era ritornato con Katia. Lo avevo affrontato e mi aveva detto che la amava troppo e non voleva perderla. Contento lui, contenti tutti. O almeno così dice il detto perché noi del gruppo non condividevamo la sua scelta : era tornata a sedersi con noi a mensa ma la ignoravamo di proposito. Quindi, ricapitolando, ero rimasta l’unica zitella. Che poi continuavo a chiedermi: se Roberto mi amava, perché mi aveva tradito?

Pov Roberto

Vedere Elena tutti i giorni a scuola era per me una tortura. Avevo sempre voglia di avvicinarmi a lei e di baciarla. Perché non potevo farlo? Semplice, perché avevo rovinato tutto. Mi ero innamorato di lei sin dal primo litigio. Così forte e determinata ma anche fragile e sensibile. Non avevo mai conosciuto una ragazza come lei: era entrata nella mia vita in punta di piedi e l’aveva stravolta per sempre. Io, Roberto Imperatore, conosciuto per la mia fama di stronzo patentato, ero rimasto folgorato dal suo sorriso e dai suoi occhi castani così profondi. Le avrei tentate tutte per farmi perdonare, anche perché in realtà quello che era successo era tutta colpa di Katia e del suo ricatto. Ricordavo bene quella mattina di Capodanno, quando mi ero svegliato accanto alla ragazza che amavo e pensavo che nulla ci avrebbe potuto separare.

*** Inizio Flashback ***

Per la prima volta nella mia vita, avevo fatto l’amore. Era stato magico, unico, sensazionale. Poi sua madre entrò nella stanza: pensai che non ci avesse scoperti e invece aveva capito tutto. Mi chiese di fermarmi per colazione ed io accettai volentieri, anche se ero terribilmente in imbarazzo. In tarda mattinata tornai a casa e pranzai con i miei genitori e mio fratello. Poi decisi di andare da Elena: non ci vedevamo da poche ore e già mi mancava. Una voglia di caffè improvvisa mi costrinse a fermarmi in un bar ed è lì che vidi Katia seduta in un angolo. Era triste per quello che era successo la sera prima e quindi mi avvicinai per consolarla. Mai avrei pensato che lei si sarebbe approfittata della situazione.
<< Stai ancora male per quello che è successo? >> le chiesi sedendomi sulla sedia di fronte a lei
<< Si, Elena è stata una stronza. Emanuele non avrebbe dovuto sapere di noi >>
<< Non l’ha fatto apposta. E poi non sei contenta che non avremo più segreti? >>
<< Sai benissimo che quello che hanno scoperto è solo una piccola parte di verità. Cosa direbbero Emanuele ed Elena se venissero a conoscenza della nostra relazione ? >>
<< Non dovranno mai scoprirlo. Ho detto ad Elena che siamo stati insieme solo una volta >>
<< E se io avessi intenzione di dirgli tutto? Se volessi confessare ad Emanuele che per mesi l’ho tradito con te? E’ vero, da quando hai conosciuto Elena i nostri rapporti occasionali si sono interrotti ma come si sentirebbe lei a scoprire che le hai mentito? >> mi chiese sorridendo
<< Katia, spero che tu stia scherzando! Non puoi farlo, perderei entrambi >> sbraitai
<< Beh, potremmo fare uno scambio. Io non dirò niente a nessuno e tu vieni a letto con me, un’ultima volta. Penso sia uno scambio equo >> propose maliziosa
<< Non mi puoi chiedere di tradire Elena, io la amo >>
<< La scelta spetta a te >>
Ero rimasto seduto su quella sedia in silenzio per diversi minuti e poi avevo deciso di accettare la sua offerta. Avrei fatto sesso con lei ma ad una sola condizione: Elena non avrebbe mai dovuto saperlo. Non meritava di soffrire a causa mia. Così ci eravamo appartati nel solito posto ma, quando eravamo scesi dalla macchina, avevo visto Elena. Vedere i suoi occhi colmi di lacrime, mi aveva ucciso. Le sue parole dure, le sue grida, il suo pianto. Avevo perso la persona più importante della mia vita.

*** Fine Flashback ***

Adesso Elena era seduta dall’altro lato della mensa con i nostri amici. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso per quanto era bella. Rideva e scherzava ma io sapevo che dentro soffriva da morire. Avrei combattuto per riaverla con me ma per adesso volevo lasciarla libera. Volevo darle il tempo di dimenticare perché , ogni volta che la guardavo negli occhi, sentivo il peso di quello che avevo fatto. Se fosse stato possibile tornare indietro, avrei cambiato ogni cosa. Un conto è dire una bugia, un conto è tradire. Ad un tratto vidi arrivare Filippo. Si avvicinò ad Elena  e la baciò sulle guance. La rabbia mi pervase nel giro di qualche secondo. Se non mi avesse perdonato, avrebbe potuto frequentare chiunque ma non Filippo. Aveva quell’aria da bravo ragazzo all’apparenza ma era tutt’altro che bravo. La sua ragazza mi aveva confidato che lui l’aveva picchiata più volte. Voleva trovare una scusa per toglierselo di torno e così l’aveva tradito con me. Se solo avesse alzato un dito su Elena, io lo avrei ucciso con le mie stesse mani. Dovevo trovare un modo per avvertirla e per allontanarla definitivamente da lui. Ci avrei pensato io a proteggere la mia piccola.

Pov Elena

Era da una buona mezzora che Roberto continuava a fissarmi. Se aveva qualcosa da dirmi, perché non si avvicinava? Mi sentivo terribilmente a disagio sotto il suo sguardo indagatore. Filippo mi raggiunse al tavolo, mi salutò e si sedette accanto a me. Con la coda dell’occhio vidi Roberto incupirsi.
<< Che ne dici se domani sera usciamo insieme? >> propose Filippo
<< E dove vorresti andare? >> chiesi
<< Beh, potremmo andare al cinema >> 
<< Ok >> risposi sorridendo
<< Adesso vado a lezione, sono passato solo per chiederti questo >>
Mi accarezzò una guancia e si allontanò. Tornai a mangiare ma qualcuno mi interruppe.
<< Vedo che finalmente sei andata avanti >> affermò Katia
Picchiarla o non picchiarla? Questo era il dilemma. Per il momento, mi sarei limitata ad insultarla.
<< Senti puttanella da quattro soldi, io avevo tutto quello che avevo sempre desiderato e tu hai rovinato tutto. Emanuele ti avrà anche perdonato ma questo non significa che lo abbia fatto anche io. Detto questo, preferirei che tu non mi rivolgessi la parola >>
<< Elena, le cose si fanno in due >>  disse facendomi l’occhiolino
Ma questa stronza mi stava per caso provocando? Mi alzai di scatto dalla sedia, decisa a metterle le mani addosso. Davide mi bloccò per il braccio prima di fare qualche sciocchezza. Fu allora che Emanuele prese la parola, meglio tardi che mai.
<< Katia, smettila subito >> la rimproverò incrociando il suo sguardo
Lei abbandonò il tavolo con una smorfia sul viso ed Emanuele la seguì. Così mi sistemai i capelli che erano fuoriusciti dalla mia coda di cavallo e mi sedetti nuovamente al mio posto. Diedi un’occhiata al resto della mensa e notai che tutti si erano girati verso di noi.
<< Fregatene della gente >> disse Davide
<< Stai bene, Ele? >> mi chiese Federica preoccupata
<< Ovviamente non sta bene, quella sgualdrina le ricorda tutti i giorni che è una cornuta. Senza offesa, tesoro ma credo che lo pensi anche tu >> rispose Stefano al posto mio

Annuii sconsolata e gli sorrisi. Era proprio così che mi consideravo: una cornuta. Inevitabilmente, alzai la testa e incrociai gli occhi di Roberto. Mi scrutò a fondo, forse per capire cosa fosse successo. Poi prese il cellulare tra le mani e compose un messaggio. Chi stava contattando? Una ragazza? Dopo quindici secondi circa, il cellulare di Alessio squillò. Una coincidenza? Ebbi la certezza che era proprio lui il destinatario solo quando si alzò e si diresse verso di lui. Scambiarono due parole, guardandomi di tanto in tanto, e poi Alessio tornò tra di noi. Avrei tanto voluto chiedergli di cosa avevano parlato, ma non lo feci. Il suono della campanella ci comunicò che la nostra pausa pranzo era finita. Mi avviai in classe insieme a Federica e salutai gli altri. Durante la lezione, non ascoltai una sola parola  di quello che diceva il professore. Chiesi di uscire per andare in bagno e l’insegnante mi diede il suo permesso. Vagai per i corridoi senza meta ma poi feci una tappa in bagno poiché la natura chiamava. Mentre ero chiusa in bagno, sentii la porta aprirsi e richiudersi e poi delle risate.

<< Elena ha perso proprio le staffe oggi >> disse quella che riconobbi come Ilenia
<< Mi piace provocarla. Mi è bastato fare una piccola allusione ed è partita in quarta >>
Ma quella era Katia. Da quanto tempo erano amiche? E perché stavano parlando di me? Appoggiai l’orecchio alla porta e continuai ad ascoltare.
<< Il nostro piano stava andando a rotoli a causa sua >> rispose Ilenia aprendo il rubinetto dell’acqua
<< Adesso hai campo libero con Roberto. Perché non vi siete ancora rimessi assieme? >>
<< Ci ho provato ma lui è ancora innamorato di lei >>
<< Elena sta tirando troppo la corda e prima o poi lui si stancherà di aspettare. Sarà allora che cadrà ai tuoi piedi e lei sarà solo un lontano ricordo >> affermò Katia
<< Sai, mi da fastidio che tu sia andata a letto con lui >> disse I’altra chiudendo l’acqua
<< Ilenia, era l’unico modo per separarli. E poi volevo darle una lezione per avermi fatto litigare con Emanuele. Ho incontrato Roberto in quel bar per caso e ho colto l’occasione. Ho messo un registratore nella macchina da usare in seguito come prova ma il destino ha voluto che lei fosse in quella piazza quella sera ad assistere a tutto >> spiegò
<< Ancora non capisco come tu abbia fatto a convincerlo a fare sesso con te >>
<< Roberto Imperatore non ha mai rifiutato del sano sesso >> rispose Katia ridendo
<< Da quando si sono lasciati, lui le è rimasto fedele. Ha rifiutato qualsiasi ragazza >>
<< Tempo al tempo. Vedrai che ti verrà a cercare presto >>
<< Aspetterò quel momento. Ma posso chiederti una cosa >>
<< Certo, chiedi pure >>
<< Tu sei davvero innamorata di Emanuele? >>
<< No, io volevo solo entrare in quel gruppo >>
<< Cosa non si fa per la popolarità! >>
<< Da che pulpito >> commentò Katia sbellicandosi dalle risate
Le gambe mi cedettero e mi accasciai a terra. Cominciai a piangere a dirotto, sconvolta per quello che avevo sentito. Le due ragazze uscirono dal bagno, sbloccai la porta e mi avvicinai al lavandino per sciacquarmi la faccia. Lo specchio riflesse la mia figura: il mascara mi era colato sul viso e avevo gli occhi rossi. Si prendevano gioco di me ma non sapevano che io avevo ascoltato tutto.

La guerra era ufficialmente iniziata.


Ciao ragazzi!
Sono finalmente riuscita a pubblicare il nuovo capitolo che chiarisce un pò le cose. Finalmente avete saputo quello che è successo quel maledetto pomeriggio di Capodanno. Katia ha ricattato Roberto e lui ci è cascato come un pollo. Avrete sicuramente notato che i suoi sentimenti per Elena sono sinceri e che prova una forte gelosia nei confronti di Filippo. Quest'ultimo non è l'angelo che appare ma tutt'altro! Elena ha poi litigato con Katia poichè quest'ultima le sbatte sempre in faccia quello che è successo. La parte finale vi ha sconvolto, lo so. Katia ed Ilenia sono amiche da sempre ma hanno finto di non conoscersi, hanno finto per tutto questo tempo solo per entrare a far parte del gruppo "in" della scuola. Katia ha sempre preso in giro Emanuele ma Ilenia sembra davvero tenere a Roberto.. vedremo quello che accadrà adesso visto che Elena è venuta a sapere del loro perfido piano. Ringrazio come sempre chi segue la mia storia ( siete tanti tanti *_* ), ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite o ricordate, ringrazio la mia fan Chiaretta , ringrazio tutti quelli che semplicemente leggono e che magari apprezzano in silenzio. Grazie a tutti!
Al prossimo capitolo! Un bacio, Piccina :*****
 

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Capitolo 28
*** Capitolo XXVIII ***


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La voglia irrefrenabile di farlo mio mi aveva costretto a trascinarlo nella mia camera. Mi sfilai la giacca e poi continuai a baciarlo con bramosia. Staccò le sue labbra dalle mie solo per togliermi il maglioncino. Mi baciò il collo facendomi rabbrividire e iniziò ad armeggiare con il bottone dei miei jeans. Lo abbassò con calma, mangiandomi con gli occhi e poi alzai il piede destro e quello sinistro per facilitarlo. Adesso, però, toccava a me spogliarlo. Sbottai la sua camicia, lasciando dei piccoli baci su ogni pezzo di pelle che scoprivo. Impaziente, si levò i pantaloni da solo e riprese ad esplorare con la sua lingua la mia bocca. Mi sdraiai sul letto, mi morsi il labbro inferiore per eccitarlo e sorrisi nel vedere la sua reazione. Mi sovrastò con il suo corpo,sorreggendosi con gli avambracci, e spostò il reggiseno lasciando il seno scoperto. Lo mordicchiò e lo leccò interamente per poi togliere definitivamente quell’indumento troppo ingombrante. La sua bocca scivolò sul mio ventre mentre le sue dita strinsero i lembi dei miei slip togliendomeli. Incurvai la schiena quando mi penetrò e lo guardai negli occhi.
<< Ho aspettato tanto questo momento >> confessai
<< Anche io >> rispose Filippo sorridendo
Poi la conformazione del suo volto cambiò e mi ritrovai davanti Roberto.
<< Tu? Perché sto pensando a te? >> chiesi confusa allontanandomi
<< Stai alla larga da Filippo! >>

Aprii gli occhi e sbattei le palpebre più volte per mettere a fuoco l’ambiente in cui mi trovavo. Cavolo, mi ero addormentata durante la lezione di chimica. Drizzai la schiena e mi strofinai gli occhi con vigore per svegliarmi del tutto. Federica mi lanciò un’occhiataccia e scoppiò a ridere di gusto. Erano due giorni che non dormivo a causa dei troppi pensieri. Non avevo detto a nessuno quello che avevo sentito dalla bocca di Ilenia e Katia. Non volevo causare risse inutili, volevo solo smascherare quest’ultima. Si era finta mia amica per mesi solo per essere popolare. Ma quello che era più grave era che aveva finto di amare Emanuele. Solo una persona orribile poteva fare una cosa simile. Come aveva fatto Roberto ad andarci a letto? A proposito di letto, mi sentivo tutta un fuoco a causa del sogno erotico che avevo appena fatto. Ma che cosa significava? Ero in crisi d’astinenza oppure la mia coscienza voleva dirmi qualcosa? Frugai nello zaino per accertarmi di aver portato il necessario. Poi mandai un messaggio a Katia chiedendole di vederci in bagno. Si, oggi l’avrei fatta confessare. Quando suonò la campanella per la pausa pranzo, uscii dall’aula senza farmi vedere dalla mia amica. Non volevo coinvolgerla in tutto questo.
<< Perché volevi vedermi? >> domandò Katia quando entrai
<< So tutto >> dissi semplicemente con lo sguardo di sfida
<< Sai cosa? >> chiese impallidendo
<< Hai presente quando l’altro giorno parlavi con Ilenia qui in bagno, convinte che non ci fosse nessuno ad ascoltarvi? Beh, io c’ero. Ero proprio chiusa in uno dei bagni >> spiegai indicando una porta
Katia sgranò gli occhi e si avvicinò minacciosa. Pensava forse di intimorirmi?
<< Che cosa hai sentito esattamente? >>
<< Che sei in combutta con Ilenia per allontanarmi da Roberto >>
<< Sai anche tu che non siete fatti per stare insieme >>
<< Se permetti, questi non sono affari tuoi >> risposi incrociando le braccia
<< E’ venuto a letto con me senza farsi scrupoli quindi forse ho ragione >>
E la cosa brutta era che aveva davvero ragione. Nessuno lo aveva obbligato a fare sesso con lei. Abbassai lo sguardo, nuovamente umiliata, e  non risposi a quella provocazione. Fece per andarsene ma bloccai la sua marcia parandomi di fronte a lei. Se pensava di cavarsela così, si sbagliava di grosso.
<< Non ti ho detto la parte migliore >> dissi incrociando i suoi occhi
<< E quale sarebbe? >> domandò visibilmente preoccupata
<< Che hai finto di amare Emanuele per tutti questi mesi >>
<< E hai intenzione di dirglielo? Non ti crederà mai >> affermò sicura
<< A me forse non crederà ma io >> estrassi il registratore dalla tasca dei jeans << ho trovato una soluzione. Pensa che me l’hai suggerito proprio tu >> dissi tenendo l’apparecchio tra le mani
<< Non puoi farlo! >> sbraitò furiosa
<< Oh, si che posso. Chi di registratore ferisce, di registratore perisce >>

Sorrisi, soddisfatta per la mia uscita geniale, e sgattaiolai fuori dal bagno. Katia mi seguì decisa a strapparmi il registratore di mano. Cominciai a correre verso la mensa, svoltai l’angolo e appoggiai il piede proprio sul punto in cui il bidello aveva appena passato lo straccio. Caddi a terra, sbattendo violentemente la testa e il registratore scivolò qualche metro più avanti. Katia non si lasciò di certo impietosire, così mi oltrepassò e si chinò a raccoglierlo. Quello che non aveva previsto, era che qualcuno fosse più veloce di lei. Alzai lo sguardo, curiosa di scoprire il volto di colui che era entrato in possesso di quella prova e spalancai la bocca nel vedere che si trattava dello stesso Emanuele. Si accorse di me e mi aiutò a rialzarmi.
<< Che cosa succede qui? >> chiese guardandoci perplesso
<< Non darle quel registratore! >> gridai
<< Perché cosa c’è dentro? >>
<< Nulla di importante. Elena sta esagerando >> rispose Katia cercando di prenderlo
<< Prima voglio ascoltarlo >> affermò Emanuele allontanandosi da lei
Schiacciò play e ascoltò la discussione tra me e Katia. Quando sentì la parte che lo riguardava, si girò di scatto verso di lei e scosse la testa sconvolto. Chiuse l’apparecchio, me lo riconsegnò e se ne andò arrabbiato. Pensavo che si sarebbe chiuso in bagno a piangere o che avrebbe urlato contro di lei ma, invece, si diresse verso la mensa. Lo seguii curiosa e alzai un sopracciglio quando lo vidi salire su un tavolo. Ma che diavolo voleva fare? Katia si sedette sulla sedia più vicina e si mise le mani nei capelli.

<< Scusatemi se interrompo il vostro pranzo ma volevo mettervi al corrente delle ultime novità. Come sapete, Katia mi ha tradito con Roberto. Io, come uno stupido, l’ho perdonata e sapete cosa scopro adesso? Che la stronza non mi ha mai amato. Dite che non si merita il premio “ Puttana dell’anno” ? >>
Tutti i ragazzi presenti in mensa si girarono verso di lei. Era stata pubblicamente umiliata e dovevo ammettere che non mi dispiaceva affatto. Addio popolarità!
<< E poi volevo consegnare un altro premio importante “Sfigata dell’anno” e questo va a Ilenia. Non è da sfigati accordarsi con Katia per allontanare due persone innamorate? >>
Un’altra bomba era stata sganciata. Ilenia, in fila per il pranzo, lasciò cadere a terra il suo vassoio pieno di roba. Iniziò a piangere e uscì dalla mensa. Guardai Emanuele e gli sorrisi per ringraziarlo. Io non avrei potuto fare di meglio per fargliela pagare. Scese dal tavolo e, insieme, raggiungemmo i nostri amici.
<< Quando hai scoperto tutte queste cose? >> domandò Alessio
<< E’ stata Elena a scoprirlo >> rispose lui abbracciandomi
<< Come hai fatto? >> chiese Federica
<< Ero chiusa in bagno, loro due sono entrate e hanno cominciato a parlare >>
<< Controllare prima no? Ma si sa che l’intelligenza non è proprio il loro forte >> commentò Stefano
Scoppiammo tutti a ridere e mi accomodai accanto a lui. L’unico che non rideva, però, era Emanuele. Stava cercando di mascherare i suoi sentimenti ma era ovvio che stesse male.
<< Vado fuori a fumare >> disse allontanandosi
<< Ragazzi, andiamo a fargli compagnia >> propose Davide

Stefano ed Alessio annuirono e tutti e tre seguirono fuori Emanuele. In un momento come questo, aveva bisogno dei suoi amici. Quel pomeriggio stavo tornando a casa quando sentii qualcuno alle mie spalle. Chi mi stava seguendo? Voleva farmi del male? Cominciai a tremare per la paura.
<< Elena! >>
Non era la prima volta che sentivo il mio nome pronunciato da lui, ma era sempre un colpo al cuore.
<< Roberto, mi stai seguendo? >> chiesi girandomi verso di lui
<< Si, esatto >>
<< E che vuoi? >> chiesi scocciata
<< Oggi ho marinato la scuola. C’era un compito in classe di fisica e non ero proprio preparato. Ma mi hanno raccontato quello che è successo in mensa >>
Non potevo mica dirgli che mi ero accorta della sua assenza o che mi ero scervellata tutto il giorno chiedendomi dove fosse finito. Ecco, ora lo sapevo ed ero più tranquilla. Non che fossi gelosa, intendiamoci, volevo solo sapere perché non era venuto a scuola. Magari era malato..
<< Si e allora? Ho scoperto che quelle due volevano farci litigare ma questo non ti giustifica >>
<< Katia mi ha ricattato. O andavo a letto con lei oppure.. >>
<< Oppure cosa? >> domandai curiosa
<< Oppure avrebbe detto a te e ad Emanuele che siamo stati amanti per mesi. Sapevo che non era realmente innamorata di lui perché veniva sempre a cercarmi dopo esserci uscita insieme. Ero uno stronzo, non mi importava di niente e di nessuno e quindi ci stavo. L’ho sempre tenuto nascosto ad Emanuele per non ferirlo. Poi ho conosciuto te e tutto è cambiato. Ho smesso di vederla, te lo giuro. E quel pomeriggio di Capodanno stavo venendo da te quando l’ho incontrata in un bar. Non volevo tradirti, volevo solo proteggere il mio amico. >>
<< Aveva un registratore nella macchina, deficiente. Voleva fregarti ma il caso ha voluto che ti vedessi con i miei occhi. E questi stessi occhi non dimenticano facilmente >> risposi indicandoli
<< Smettila Elena! Mi stai torturando fino allo sfinimento. Ho sbagliato, lo so. Mi sono comportato malissimo con te ma falla finita adesso. Lo so che mi ami quindi perdonami >>
<< Ma come ti permetti a .. >>

La mia testa cominciò a girare come una trottola, i miei occhi si chiusero da soli e persi le forze. L’oscurità mi avvolse nel giro di qualche minuto e l’unica cosa che percepii furono le braccia di Roberto.
 
 
Ciao ragazzi!
Sapevo che aspettavate questo capitolo con ansia e quindi mi sono impegnata per scriverlo più velocemente. Elena fa un sogno alquanto strano, avrà forse qualche significato? La nostra protagonista lo scoprirà più avanti. Intanto prende l'iniziativa e smaschera Katia. Un piccolo incidente rischia di compromettere tutto ma arriva Emanuele e scopre tutto da solo. Finalmente le due arpie hanno avuto quello che si meritavano. Infine, Roberto perde le staffe con Elena. La ama, la rivuole indietro ed è stufo del suo atteggiamento. Ma cosa è successo alla fine ad Elena? C'entra la botta in testa che ha preso? Ringrazio come sempre chi segue la mia storia, chi l'ha messa tra le preferite e ricordate, ringrazio di cuore la mia fan Chiaretta e chi semplicemente spreca un pò del suo tempo per leggere. Grazie a tutti! Al prossimo capitolo. Un bacio, Piccina :**

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Capitolo 29
*** Capitolo XXIX ***


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Pov Roberto

<< Oh mio Dio! Elena! >>

Con un scatto fulmineo, la afferrai prima che si accasciasse sul marciapiede. Le accarezzai il viso e la chiamai più volte per farla svegliare. Ma fu tutto inutile, era come se si fosse addormentata profondamente. Presi il cellulare dalla tasca dei jeans e composi il 118. Indicai alla donna la via in cui ci trovavamo e le chiesi di sbrigarsi. Baciai la fronte di Elena e cercai di ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire. Perché era svenuta? Oh Dio, solo l’idea di perderla mi faceva impazzire. Dopo pochi minuti sentii in lontananza la sirena dell’ambulanza e feci un sospiro di sollievo. Quando si fermò accanto a noi, i paramedici la sistemarono sulla barella e la caricarono sulla vettura.
<< Posso venire con voi? >> chiesi
<< Lei chi è? >> domandò il medico di rimando
<< Sono il suo fidanzato >> risposi convinto della mia risposta
<< Allora può venire >>  mi concesse
Mi sedetti accanto al corpo inerme di Elena e le presi la mano. Per la prima volta in vita mia, pregai. Lei doveva risvegliarsi, a qualsiasi costo. Quando arrivammo all’ospedale, il medico di turno chiese agli infermieri di portare la paziente nella sua stanza per visitarla. Mi fecero accomodare in sala d’attesa e composi il numero di casa di Elena per avvertire la sua famiglia. Rispose sua madre, la informai di quello che era successo e chiuse bruscamente la chiamata. Appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi. Quando li riaprii, guardai l’orologio fissato alla parete e notai che era passata mezzora. L’attesa mi stava letteralmente uccidendo. Respirai profondamente per l’ennesima volta e appoggiai i gomiti sulle ginocchia. Sentii dei tacchi in lontananza e vidi Sofia e Lily.

<< Che diavolo è successo? >> chiese la madre
<< E’ svenuta mentre discutevamo >> risposi alzandomi in piedi
<< Se scopro che tu c’entri qualcosa, giuro che ti taglio il tuo apparato genitale >>
Impallidii e mi toccai involontariamente nei paesi bassi. La mamma di Elena non le mandava di certo a dire. Lily si limitò a guardarmi male e a scuotere la testa. Passò circa un’altra mezzora e poi finalmente il dottore fece la sua comparsa in corridoio di fronte a noi.
<< Dottore, cosa è successo a mia figlia? >>
<< Sua figlia ha un ematoma sulla testa che le ha causato un leggero trauma cranico ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. Potrebbe sentirsi confusa per un po’ di tempo quindi è fondamentale che si riposi  >> sentenziò il medico
<< Possiamo vederla? >> domandò Lily
L’uomo annuì e le due si avviarono alla porta. Le seguii impaziente di rivedere la mia piccola ma sua madre mi fece cenno di no con il dito e ritornai a sedermi aspettando il mio turno, se mai fosse arrivato.

Pov Elena

Aprii gli occhi e sbattei le palpebre più volte. Ma dove mi trovavo? Misi a fuoco la stanza e capii di essere in ospedale. Ma come ci ero arrivata? Ricordavo la lite con Roberto e poi più niente. Mi tastai la testa per scoprire il motivo del dolore che provavo e rimasi stupita nel vedere una fasciatura. Tutto era così confuso. Uno strano ronzio mi fischiava nelle orecchie, gli occhi facevano fatica a rimanere spalancati. Lo scricchiolio della porta attirò la mia attenzione e mi voltai proprio in quella direzione.
<< Tesoro, sei sveglia! >> esclamò mia madre sedendosi sul letto e abbracciandomi
<< Sorella, mi hai fatto prendere un colpo >> disse Lily sorridendomi e prendendomi per mano
<< Che.. che cosa mi è successo? >>
<< Sei svenuta, il medico dice che hai un ematoma sulla testa >> affermò mia madre
Fu allora che ricordai la caduta a scuola a causa del pavimento bagnato. Effettivamente avevo sbattuto violentemente la testa ma non credevo che avrebbe avuto tali conseguenze.
<< Sono caduta a scuola >> spiegai
<< Davvero? E come è successo? Pensavo che la colpa fosse di Roberto >>
<< Il pavimento era bagnato e sono scivolata. Roberto non c’entra niente >>
<< E’ qui fuori che aspetta >> disse Lily indicando la porta

Evidentemente era stato lui a soccorrermi. Sorrisi involontariamente e mia madre mi guardò perplessa. Sapevo che non sarebbe stata d’accordo ma io volevo vederlo. Almeno dovevo ringraziarlo per quello che aveva fatto per me. Roberto mi amava davvero ed era pentito, questo lo avevano capito anche i sassi. Ero io a non essere pronta a tornare con lui. Come avrei potuto dargli fiducia di nuovo? Magari con il tempo le cose sarebbero cambiate, speravo che fosse così.
<< Fai entrare Roberto >> dissi abbassando lo sguardo e aspettando la reazione di mia madre
<< Che cosa? Tu devi riposare! >>
<< Solo un attimo >> insistetti
Mia madre sbuffò e si affacciò alla porta per chiamarlo. Roberto non se lo fece ripetere due volte ed entrò velocemente nella stanza. Mi sorrise dolcemente quando incrociò i miei occhi e si avvicinò. Lily si trascinò fuori mia madre per lasciarci soli. Ogni tanto faceva qualcosa di buono.
<< Piccola, per fortuna stai bene >> disse baciandomi la mano
<< Grazie a te >> risposi arrossendo per il suo gesto
<< Non sai quanto mi sono spaventato, se ti avessi perso io.. >>
<< Roberto, sto bene >> lo interruppi
Alzò la testa e notai i suoi occhi lucidi. Forse lo avevo punito abbastanza per quello che aveva fatto. Gli accarezzai dolcemente il volto e lui sgranò gli occhi stupito.
Poi mi sorrise e avvicinò lentamente il suo viso al mio. Le nostre labbra si sfiorarono delicatamente e chiusi gli occhi per assaporarmi quel momento.

La porta si spalancò e ci staccammo all’istante per vedere chi fosse entrato. Il medico tossì leggermente imbarazzo e avanzò verso di noi.
<< Elena, devi riposare >> mi consigliò
<< Quando posso tornare a casa? >> domandai
<< Se tutto va bene, tra un paio di giorni >>
<< Allora ci vediamo domani >> mi salutò Roberto sorridendo
Anche il medico lasciò la stanza e, ormai esausta, mi addormentai. Durante la notte, mi svegliai ripetutamente a causa dei conati di vomito. Mi avevano avvisato che poteva succedere ma di certo non era piacevole. Alle tre crollai definitivamente e mi risvegliai la mattina dopo. La stanza era la stessa della sera prima, solo che al mio fianco adesso c’era Roberto che mi sorrideva. Era bellissimo come sempre, meno preoccupato rispetto al giorno prima e decisamente felice del fatto che mi fossi svegliata.
<< Buongiorno >> biasciai sbadigliando
<< Buongiorno piccola. Come ti senti oggi? >> mi chiese
<< Meglio rispetto a ieri. Che ci fai già qui? E la scuola? >>
<< Niente è più importante di te >> affermò
Queste sue uscite mi mettevano in imbarazzo ma mi facevano sicuramente piacere. Non eravamo di nuovo una coppia ma ci stavamo lavorando. Non poteva tornare tutto come prima nel giro di un giorno, avevo bisogno di più tempo ed ero sicura che lui me lo avrebbe concesso.

<< Anche altre persone la pensano come me >> continuò poi
Aprì la porta e fece entrare tutti i miei amici. Federica, Alessio, Emanuele, Davide e Stefano erano venuti a farmi visita. Commossa, gli sorrisi e li salutai ad uno ad uno. Ero davvero contenta di vederli ma non avevo nessun dubbio sul fatto che sarebbero venuti. Noi eravamo come una grande famiglia che non ti lascia mai da sola e ti sostiene sempre. Emanuele e Roberto si guardarono e poi abbassarono lo sguardo. Prima o poi sarebbero tornati amici, ne ero sicura.
<< Quando ti dimettono, organizziamo una bella festa >> propose Federica
<< E che cosa festeggiamo? >> domandò Alessio
<< Il fatto che Elena e Roberto sono tornati assieme >> si intromise Stefano
<< Che cosa?? >> dissero tutti all’unisono
<< In realtà, non è del tutto vero.. >> affermò Roberto grattandosi la nuca
<< Siamo sulla buona strada >> lo interruppi sorridendogli << Ma tu da cosa l’hai capito? Non ci siamo né baciati né sfiorati >> chiesi a Stefano
<< I vostri occhi parlano per voi. Tu che dici Emanuele? >>
<< Se sono felici, io sono felice per loro >> rispose guardando per la prima volta Roberto negli occhi
<< Direi che finalmente possiamo tornare ad essere un gruppo unito, sicuramente con un elemento in meno. Sette! Da oggi sarà il nostro numero fortunato >> disse Davide
<< Vi voglio bene ragazzi! >> esclamai sorridendo

Un abbraccio di gruppo suggellò quel momento speciale. Quel momento che avrei ricordato per tutta la vita. Quelle amicizie che avrei preservato per tutta la vita. Quell’amore che avrei ricostruito piano piano.


Angolo autrice
Ciao a tutti ragazzi! Ecco la seconda parte! Ci ho messo un pò a scriverlo perchè i festeggiamenti di Carnevale hanno assorbito tutte le mie energie! Oggi mi sono messa d'impegno e ho finito il capitolo! Abbiamo visto cosa è successo ad Elena e abbiamo visto anche come ha reagito Roberto che non l'ha lasciata un attimo da sola. Bellissima la scena finale con tutti gli amici. Ringrazio infinitamente chi segue la mia storia, chi l'ha messa tra le preferite o ricordate, chi recensisce sempre ( Chiaretta bella :* ma spero anche altri) e chi semplicemente legge. Vi do l'appuntamento al prossimo capitolo.
Un bacio, Piccina :***
 

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Capitolo 30
*** Capitolo XXX ***


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Quanto mi ero annoiata in quelle due settimane! Il dottore mi aveva vietato di uscire costringendomi ad un riposo obbligatorio. Conoscevo ormai gli orari di tutti i programmi trasmessi in televisione. Ma oggi avrei finalmente varcato la soglia di casa e sarei tornata a scuola. Dovevo ammetterlo, mi era mancata. Non che vedessi l’ora di essere interrogata dalla Morabito o dagli altri professori, ma si sa che gli anni più belli sono quelli del liceo. Quante cose erano successe nei corridoi di quell’istituto: c’erano stati dei litigi, c’erano state delle risate e mi ero anche innamorata. Se qualcuno mi avesse detto un anno fa che mi sarei innamorata di Roberto Imperatore, gli sarei scoppiata a ridere in faccia. E invece era accaduto. Si era comportato da perfetto fidanzato, facendomi compagnia quando ero sola in casa e raccontandomi quello che mi ero persa. Le cose erano tornate più o meno come prima visto che Katia aveva deciso di cambiare scuola. Non doverla più incrociare a mensa era un sollievo. Avevo deciso di dimenticare tutto, come se fosse solo un incubo. Ma avevo messo le cose in chiaro: non avrei mai più tollerato un altro errore. Roberto mi aveva giurato e spergiurato che non sarebbe mai accaduto niente e questo mi aveva tranquillizzato.

<< Amore! Ti stavo aspettando >> disse Roberto accogliendomi tra le sue braccia
<< Federica si è svegliata tardi! >> mentii facendo la linguaccia alla mia amica
<< Bugiarda! Va bene io vi lascio soli piccioncini >> rispose entrando nell’istituto
Roberto mi baciò delicatamente sulle labbra poi mi prese per mano e mi trascinò sulla panchina dell’ingresso. Mi fece sedere sulle sue gambe e io mi rannicchiai contro il suo petto.
<< Oggi è una bella giornata! Dovremmo saltare la scuola! >> propose sorridendo
<< Sei impazzito? Sono già mancata due settimane >> affermai alzando di scatto la testa
<< Appunto, se manchi un altro giorno non fa niente >>
<< E dove vorresti andare? >> chiesi stando al suo gioco
<< Beh, casa mia o casa tua >> disse maliziosamente
<< Roberto! >> lo rimproverai bonariamente << ammettilo che vuoi farlo >>
Non mi ero ancora concessa a lui da quando eravamo tornati assieme. Volevo fare l’amore con Roberto ma avevo paura di affrettare le cose. Dopo quello che era successo, era normale che io non fossi pronta.
<< Ti desidero Elena, cosa c’è di male? >>
<< Anche io ti voglio ma.. >>
<< Ma vuoi farmi morire >> concluse al posto mio

Incrociò le braccia al petto e mise il broncio. Scoppiai a ridere e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia. Aveva ragione, in un certo senso volevo fargliela pagare. Mi guardai attorno e aspettai che tutti i ragazzi entrassero a scuola, poi gli lasciai un bacio sul collo e ne leccai una piccola parte di pelle. Roberto rabbrividì all’istante ed emise un gemito. Mi avvicinai lentamente all’orecchio e gli sussurrai poche parole.
<< Stasera vieni a casa mia >>
<< E tua madre? >>
<< Esce con mio zio Simone quindi saremo soli >> affermai con un strano luccichio negli occhi
Roberto spalancò la bocca sorpreso e poi mi baciò con passione. Ogni volta che le sue labbra entravano in contatto con le mie, non capivo più niente. Era sempre stato così, mi aveva sempre fatto questo effetto ma adesso qualcosa era diverso, era come se fossi sicura che non ci saremmo mai separati.
<< Roberto siamo a scuola! >> esclamai allontanandomi
<< Aspetterò stasera allora >> disse baciandomi per l’ennesima volta
Mi prese per mano e ci recammo finalmente in classe. Ogni volta che suonava la campanella, era un’ora in meno che mi separava dalla mia anzi nostra serata perfetta.

Quando arrivò la sera, non stavo più nella pelle. Come previsto, mia madre uscì con mio zio e mia sorella con Fabio. Mentre aspettavo Roberto, mi sdraiai sul divano e iniziai a fare zapping alla ricerca di un film carino. Il telefono cominciò a squillare, così abbassai il volume della televisione e presi la chiamata.
<< Pronto? >>
<< Ciao Elena, sono Filippo! >> rispose
<< Ciao Filippo! E’ da un po’ che non ci sentiamo >>
<< Si, hai ragione. Il fatto è che sono stato impegnato con la scuola e i vari corsi extra che frequento.  Comunque volevo chiederti un favore >>
Filippo mi stava chiedendo un favore dopo essere sparito per giorni. L’ultima volta che l’avevo sentito risaliva al giorno dopo l’incidente a scuola. Gli avevo detto di non poter uscire più con lui visto che ero tornata con Roberto e lui non mi aveva più richiamato, fino ad ora. Ero proprio curiosa di sapere cosa volesse da me. Ma soprattutto avevo fretta di chiudere la conversazione prima che arrivasse Roberto.
<< Dimmi pure >> affermai sperando di non essermi messa nei guai
<< Ricordi che ti avevo prestato la mia penna usb qualche settimana fa? Beh, adesso mi serve >>
<< Non posso portartela in questo momento >>
<< Se rimani a casa, posso venire a prenderla tra dieci minuti >>
<< Okay >> acconsentii

Riposi il telefono sul mobiletto e guardai l’orologio. Erano ancora le otto e Roberto non sarebbe arrivato prima di mezzora quindi avrei potuto dare la penna a Filippo senza che il mio fidanzato si ingelosisse inutilmente. Salii in camera mia e cominciai a cercare la chiavetta. Non appena la trovai, me la misi in tasca e tornai al piano inferiore. Dopo pochi minuti, suonarono il campanello.
<< Ecco qui la tua penna usb >> dissi porgendogliela
<< Grazie! >> rispose Filippo sorridendo
<< No, grazie a te per avermela prestata >>
La sua bocca si aprì in un largo sorriso e poi si avvicinò lentamente. Indietreggiai di pochi passi e lo guardai perplessa. Stava per caso provando a baciarmi?
<< Che stai facendo? >>  domandai sorpresa
<< Voglio baciarti >>
<< Io sto con Roberto, lo sai benissimo >>
<< Si ma ho pensato che potresti pareggiare i conti con lui >>
Pareggiare i conti? Questo stupido pensava forse che io avrei tradito Roberto? Scoppiai a ridere e incrociai le braccia. Sapevo di piacergli ma a tutto c’è un limite. Di fronte alla mia reazione, smise di sorridere e si avvicinò ancora. Stavolta non azzerai le distanze tra noi per vedere a che punto sarebbe arrivato. Quando si chinò ancora su di me, alzai il ginocchio e colpì il suo amichetto. Emise un urlo e si accasciò a terra dolorante. Ne approfittai per rientrare in casa e richiudere la porta ma la sua mano non mi permise di farlo. Entrò in casa pieno di rabbia, chiuse rumorosamente il portone e mi guardò dritto negli occhi.
<<  Non posso perdere di nuovo contro Roberto >>
<< Filippo, esci immediatamente da casa mia! >> urlai con tutto il fiato che avevo in corpo
<< Credo proprio che questo non accadrà >>
Cominciai a correre verso la cucina ma lui mi raggiunse in pochi passi tirandomi i capelli. Delle piccole lacrime iniziarono a rigarmi il viso poiché un brutto presentimento si stava facendo spazio dentro di me.

POV ROBERTO

Uscii dal supermercato con il sorriso sulle labbra. Fragole e panna erano gli ingredienti perfetti per una serata speciale. Montai in macchina e nel giro di un quarto d’ora arrivai a casa di Elena. Salii le scale del porticato e, quando mi avvicinai per suonare, notai che la porta era aperta. La spalancai perplesso, appoggiai la busta della spesa per terra e mi guardai attorno.
<< Elena! Dove sei? Perché la porta è aperta? >>
Nessuna risposta. Sentii solo dei singhiozzi provenire dalla cucina. Chiusi il portone e mi diressi in quella direzione. Cosa diavolo stava succedendo? L’ansia di sapere quello che era accaduto mi stava annientando. Vidi Elena seduta a terra con le ginocchia al petto. Mi abbassi alla sua altezza e le presi il viso tra le mani.
<< Cosa è successo? >>
Scosse la testa continuando a singhiozzare e poi aprì le braccia per mostrarmi i suoi vestiti strappati. No, non poteva essere. Provai ad accarezzarle il braccio ma si ritrasse di scatto.
<< Chi è stato a farti questo? >> sbraitai furioso
Elena non rispose. I suoi occhi lucidi incrociarono i miei e una lama virtuale trafisse il mio cuore. Elena era stata vittima di una violenza, la mia piccola era stata violata da un bastardo approfittatore. Giurai a me stesso che avrei ucciso chiunque le avesse fatto una cosa del genere e chiamai un’ambulanza per sicurezza. Perché doveva soffrire così tanto? Perché la sua vita non era piatta e monotona?
<< Stai tranquilla amore mio, andrà tutto bene >>
Questa volta non provai ad avvicinarmi, rispettando così le sue volontà. Mi sedetti di fronte a lei e la osservai fino a quando non arrivarono i paramedici. La visitarono e dissero che era tutto apposto. Ci consigliarono di recarci il giorno dopo in ospedale per effettuare delle analisi e soprattutto ci ordinarono di chiamare la polizia per denunciare il mostro. E così feci.
<< Signorina Turati, vuole dirci chi è stato ? >> domandò il commissario
<< Non riesce a parlare, è ancora sotto shock >> risposi al posto suo
<< Le faccia fare una doccia e poi la metta a letto. Domani con calma ne riparleremo >> mi consigliò

Quando gli agenti della polizia stavano uscendo, arrivò Sofia. Come facevo a dire ad una madre che sua figlia era stata appena stuprata? Sapevo che quella ferita non si sarebbe rimarginata presto, sapevo che quello sarebbe stato il periodo più difficile della vita di Elena ma sapevo anche che io avrei fatto giustizia.

Mi serviva solo il suo nome ed io avrei pensato al resto.
 
 

Ciao ragazzi!
Ce l'ho fatta a pubblicare il nuovo capitolo! Sono in ritardo, lo so.. SCUSATEMI DAVVERO! Ma vari problemi personali mi hanno impedito di scrivere e oggi ho trovato un pò di tempo per pubblicare questo nuovo capitolo ricco di colpi di scena. Ritroviamo Elena e Roberto di nuovo felici insieme che progettano una serata romantica.. ma qualcosa va storto! Filippo si presenta a casa di Elena con una scusa e si approfitta di lei. Roberto la soccorre e giura di fare giustizia. Siete rimasti sorpresi? Era questa la mia intenzione! Ringrazio come sempre chi segue la mia storia, chi l'ha messa tra le preferite e ricordate, chi recensisce sempre e chi legge soltanto. Non so quando pubblicherò l'altro capitolo ma spero che continuerete a seguirmi. Un bacio enorme, Piccina!

 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 31
*** Capitolo XXXI ***


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Pov Roberto

<< Elena non è stata violentata, l’aggressore non è andato fino in fondo. Ti avrà sentito arrivare >>

Il ginecologo, che aveva appena finito di visitare Elena, ci stava comunicando il suo parere. Tirai un sospiro di sollievo e il mio viso teso si rilassò. Un conto era una tentata violenza e un altro era una violenza vera e propria. Sofia si sedette su una delle sedie della sala d’attesa e cominciò a piangere a dirotto. Lily la abbracciò forte e non potetti fare a meno di commuovermi. Quella famiglia aveva sofferto in modo smisurato in quell’ultimo anno e troppe lacrime erano state versate. Ma un’unica cosa ancora mi tormentava: volevo sapere chi era stato a fare questo alla mia piccola.
<< Elena è riuscita a parlarne con lo psicologo? >> domandai
<< No, è come bloccata. Sta per arrivare il commissario di polizia che le farà alcune domande. Spero che riuscirà a dirgli chi è stato >>
Giustizia doveva essere fatta e quel mostro avrebbe pagato. Dopo l’arrivo del suddetto uomo, rimasi seduto in corridoio ad aspettare. Durante il colloquio con Elena, camminai avanti e indietro in continuazione per smorzare l’ansia che mi stava attanagliando lo stomaco. Quando finalmente la porta si aprì, scattai in piedi insieme alla madre e alla sorella della mia ragazza.
<< E’ stato Filippo Previtera. Abbiamo emesso un mandato di cattura nei suoi confronti e lo stiamo cercando. Elena ci ha detto di tenerti d’occhio per evitare che tu commetta sciocchezze >> disse guardandomi negli occhi << Lo troveremo, ve lo assicuro. Adesso potete vederla >> 
Sorpreso, impallidii all’istante. Come si era permesso di toccarla? Chi gli aveva dato il consenso di sfiorare qualcuno di mia proprietà? Annuii lentamente mentre stringevo i pugni lungo i fianchi. Anche se non vedevo l’ora di mettere le mani addosso a quello sfigato, decisi che era meglio concentrarmi sulla mia ragazza. Dovevo pensare a lei. Ma non potetti fare a meno di ricordavo quello che era successo un anno prima e maledissi me stesso per non aver protetto Elena.

*** Inizio Flashback ***

Stavo fumando una sigaretta dopo aver consumato il mio pasto quando vidi una coppia di ragazzi litigare. Dapprima non ci feci molto caso visto che non ero solito impicciarmi degli affari degli atri ma, quando lui le strinse violentemente il polso provocandole un grido di dolore, mi avvicinai per assicurarmi che stesse bene. Allontanai la ragazza da quel burbero e lo fissai negli occhi con disprezzo.
<< Chi ti da il diritto di metterle le mani addosso? >>
<< E tu chi saresti? Il paladino della giustizia? >> rispose con un ghigno sul volto
<< Io sono quello che ti spezzerà il braccio se provi di nuovo a toccarla >>
<< Lei è la mia ragazza e la tratto come mi pare >>
Dopo aver udito quella frase, lo colpii con un gancio destro senza pensarci due volte. Avevo sempre trattato le donne come oggetto ma perché si erano sempre poste come tale. Lei, invece, mi sembrava una ragazza indifesa alla mercé di un mostro senza cuore e non potevo girarmi dall’altra parte senza intervenire.
<< Me la pagherai, Roberto Imperatore >>
Così mi aveva minacciato Filippo con la bocca piena di sangue. A quei tempi avevo riso, avevo preso sottobraccio la sua ragazza e l’avevo lasciato lì per terra. Mai avrei pensato che potesse arrivare a tanto.

*** Fine Flashback ***

Sofia mi concesse di entrare per primo e, tremante, abbassai la maniglia. Elena era intenta a fissare la città attraverso la finestra della camera d’ospedale. Non si accorse immediatamente della mia presenza e ne approfittai per studiarla a fondo. Aveva gli occhi gonfi a causa delle lacrime, i capelli raccolti in una coda ma leggermente scompigliati, le braccia unite sul grembo come a volersi proteggere da qualcosa o qualcuno che le faceva paura. Feci un passo avanti e finalmente lei si girò a guardarmi. Mi scrutò per un attimo, come a verificare la mia identità o le mie intenzioni verso di lei, e poi mi sorrise dolcemente. Adoravo il suo sorriso, la rendeva ancora più bella se possibile. Mi sedetti sul letto accanto a lei ma a debita distanza: sapevo di doverle stare lontano per un po’.
<< Come ti senti? >> le chiesi sperando che mi rispondesse
<< Non chiedermelo, ti prego >>
<< Ok >> acconsentii incrociando i suoi occhi
In quelle iridi marroni, percepivo tutto il suo dolore. E la cosa che mi faceva più male era che non sapevo come aiutarla. Mi alzai lentamente dal letto, non riuscendo più a sostenere il suo sguardo, e mi appoggiai al vetro della finestra. Mi sentivo terribilmente in colpa per quello che era successo.
<< Elena .. è tutta colpa mia >> confessai singhiozzando
<< Non è colpa tua, non è colpa di nessuno >>
<< Dovevo proteggerti da lui, non dovevo permetterlo >>
Elena si liberò dalla flebo e mi raggiunse. Mi baciò dolcemente le labbra e poi mi abbracciò.

POV ELENA

Alla vista delle sue lacrime, qualcosa era scattato in me che mi aveva portato a baciarlo. Lo amavo da impazzire ed ero certa che anche lui mi amasse allo stesso modo. Lo abbracciai e mi godetti quei pochi minuti di pace prima della tempesta che avrei provocato con le mie parole. Con lui avevo scoperto l’amore: avevo scoperto cosa significa pensare sempre a qualcuno, essere gelosa di qualcuno, non riuscire ad immaginare la tua vita senza quel qualcuno. Ma adesso era venuto il momento di dirgli addio.
<< Roberto, io .. >>
<< Torna a letto, sarai stanca >>
<< Devo prima parlarti >> dissi chiudendo gli occhi
<< Di cosa? >>
La sua voce preoccupata mi agitò ancora di più. Feci un sospiro profondo e gli diedi le spalle. Sarei riuscita a lasciarlo solo se non lo avessi guardato negli occhi. Cercai dentro di me le parole adatte per spiegargli la decisione che avevo preso ma decisi di andare dritta al sodo.
<< Non possiamo più stare insieme >>
<< Cosa? >> chiese sgomento prendendomi per le spalle e facendo incrociare i nostri occhi
<< Ho bisogno di stare un po’ da sola >>
<< E’ per quello che è successo? Ti assicuro che lui.. >>
<< Ti rendi conto di quello che ho passato negli ultimi 10 mesi? >> lo interruppi gridando
<< Lo so amore, ne hai passate tante ma ci sono io qui con te >> cercò di rassicurarmi
<< A volte l’amore non basta. Ho perso mio padre, mi hai tradito, sono stata quasi violentata >>
Dirgli queste cose mi faceva male. Ma l’unico modo per allontanarlo definitivamente da me era mentirgli. Guardai le mie mani e le immaginai insanguinate. Filippo era morto oppure era riuscito a salvarsi? In ogni caso non ero pronta a raccontare la verità su quello che era accaduto la sera prima. Ero l’unica colpevole di tutto: avevo dato corda ad uno sconosciuto senza pensare alle conseguenze delle mie azioni. Ero stata stupida e ingenua. Roberto strabuzzò gli occhi e indietreggiò di qualche passo.
<< Non puoi farmi questo. Io ti amo, Elena >>
<< Ti amo anche io ma voglio riflettere bene su quello che voglio per il mio futuro >>
Con gli occhi lucidi, Roberto lasciò la stanza. Cominciai a piangere a dirotto mentre il mio cuore si frantumava in mille pezzi per l’ennesima volta. Stavolta era davvero finita. Mi rannicchiai sulla sedia accanto al letto e alzai lo sguardo solo dopo aver sentito la porta aprirsi e richiudersi. Mia madre si precipitò nella mia direzione e mi abbracciò stretta talmente tanto da impedirmi quasi di respirare.
<< Tesoro, come ti senti? >>
<< Adesso bene mamma >> risposi con un groppo in gola
<< Che cosa è successo con Roberto? L’ho visto andare via in lacrime >>
<< Abbiamo rotto.. o meglio io ho rotto con lui >>
<< Se lo ami, perché lo hai lasciato? >>
<< Mamma, non posso rovinargli la vita. So già che rovinerò la nostra e non posso permettere che lui soffra a causa mia. Merita di essere felice >>
<< Elena, cosa stai cercando di dirmi? >>

*** Inizio Flashback ***

Filippo mi aveva intrappolato tra il suo corpo e il bancone della cucina. Cercai di non pensare alla sua eccitazione che sfregava contro il mio fianco e chiusi gli occhi. Arrendersi o lottare fino alla fine? Come mi aveva insegnato mio padre, non bisogna mai gettare la spugna e quindi lo spinsi con tutta la forza che avevo. Purtroppo non bastò ad allontanarlo definitivamente da me e quindi ritornammo nella stessa posizione di prima. Mi schiacciò la faccia sul marmo ghiacciato e sussurrò al mio orecchio parole irripetibili. Dopodiché strappò i miei vestiti, deciso a farmi sua. Mi guardai intorno alla ricerca di un aiuto e, quando vidi nel lavello un coltello, mi venne un ‘idea. Gli sferrai un calcio nei paesi bassi e si accasciò su se stesso. Non mi teneva più tra le sue braccia e quindi ne approfittai per raggiungere la mia unica salvezza. Impugnai  il coltello e glielo puntai contro.
<< Cosa vuoi fare ? Non mi fai paura! >> disse sghignazzando
<< Stai lontano da me >> gli intimai
Sorrise sfacciatamente e si avventò su di me. Non ci pensai nemmeno un secondo e gli conficcai il coltello nell’addome. Mi guardò con gli occhi sbarrati e d’ istinto indietreggiai portando con me l’arma. Entrambi fummo subito attratti dal sangue che fuoriuscì dalla sua ferita. Si sentì mancare e si aggrappò ad una delle sedie. Che cosa avevo fatto? Portai le mie mani nei capelli e iniziai a piangere quando lo vidi cadere a terra. Sentii dei passi provenire dal giardino e poi suonarono il campanello. Che cosa avrei detto a Roberto? Mi avvicinai all’ingresso e riconobbi attraverso lo spioncino la figura di Federica. Asciugai le lacrime, mi diedi una sistemata e andai ad aprire. Abbassai la maniglia e aprii un piccolo spiraglio per non farmi vedere interamente.
<< Fede, scusami ma ora ho da fare >>
<< Va tutto bene? >> chiese preoccupata
<< Si certo, ci vediamo domani >>
Federica annuì non del tutto convinta e se ne andò. Così ritornai in cucina, dimenticandomi di chiudere bene la porta, e spalancai la bocca quando notai che sul pavimento non c’era più Filippo. Aveva avuto la forza di scappare? Allora non era morto! Pulii le macchie di sangue e mi sedetti a terra, priva di forze. Ripensai a tutto quello che era successo e, senza che me ne rendessi conto, il mio viso era già bagnato dalle lacrime.  Fu proprio in quel momento che arrivò Roberto..

*** Fine Flashback ***

Guardai mia madre negli occhi e, prima di raccontarle tutto per filo e per segno, dissi quello che non ero riuscita ad ammettere fino a quel momento.
<< Sono un’assassina >>
 


Angolo autrice

Ciao ragazzi! Mi scuso davvero tanto con voi ma non sapete i problemi che ho avuto in queste settimane. Comunque non voglio annoiarvi e partiamo a commentare il capitolo. Scopriamo che Elena non è stata violentata e che quindi le cose sono andate diversamente. Roberto, sollevato da quello che ha saputo, incontra Elena ma non sa che lei ha intenzione di lasciarlo. L'abbiamo lasciata innamorata e quindi cosa è successo? Beh, viene raccontata tutta la verità e lei decide di non trascinare Roberto nei suoi problemi. Ve l'aspettavate questa svolta? Filippo è vivo da qualche parte oppure è morto? Ci sono ancora tante domande a cui dare risposta ma vi anticipo che manca poco alla fine. Ringrazio come sempre chi mi segue, chi ha messo la storia tra le preferite e ricordate, chi recensisce sempre ( Lu :***** ) e tutti quelli che semplicemente leggono. Voi mi date la forza di continuare!
A presto, Piccina :*

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Capitolo 32
*** Capitolo XXXII ***


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Mentre la polizia era impegnata da giorni nella ricerca di Filippo, era arrivato il tanto atteso momento della recita su Shakespeare. Non ne ero molto entusiasta visto che quando avevo deciso di partecipare ero la fidanzata di Roberto e tutto sarebbe stato più facile: ora dovevo fingere di esserlo e dovevo guardarlo negli occhi e dichiarargli tutto il mio amore quando invece l’avevo lasciato. Sarebbe stata per entrambi una tortura ma avevo bisogno di quei due crediti scolastici e soprattutto la professoressa Ferro mi avrebbe ucciso. Di comune accordo, avevamo deciso di mandarci le battute via sms e di non provare di presenza fino a quando non ci sarebbe stato lo spettacolo. Volevamo evitarci questo ulteriore dolore. Fermai la macchina nel parcheggio della scuola, presi il vestito da nobildonna che avrei indossato e mi diressi nel teatro della scuola. Raggiunsi lo spogliatoio e, dopo essermi assicurata di essere sola, cominciai a cambiarmi. Mi guardai attentamente allo specchio e non potetti fare a meno di notare che stavo dimagrendo a vista d’occhio. Quello che era successo mi aveva segnato dentro, era come una cicatrice che non voleva sanare ma che era decisa a rimanere in bella vista e ricordarmi quello che Filippo mi aveva fatto e quello che io avevo fatto a lui. Chiusi gli occhi e pregai con il tutto il cuore di non averlo ucciso perché non avrei mai sopportato il peso di un omicidio. Il vociare del corridoio mi riportò alla realtà: non c’era tempo per pensare, dovevo sbrigarmi. Infilai il vestito e lentamente lo tirai su inserendo anche le maniche. In quel momento la porta si aprì e mi girai di scatto  per vedere chi fosse entrato.

POV ROBERTO

Incrociai i suoi occhi e fu allora che una lama immaginaria mi trafisse il petto. Era così bella nonostante fosse dimagrita di diversi chili. La sua schiena nuda mi destabilizzò per un istante e dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo per non fiondarmi su di lei e baciarla. Senza dire una parola, indietreggiai per uscire dallo spogliatoio. Come avrei fatto a dichiararle il mio amore sul palco se non riuscivo nemmeno a guardarla per dieci secondi negli occhi?
<< Aspetta! Ti dispiace aiutarmi? >> chiese indicandosi la cerniera sulla schiena
Smisi di respirare e mi focalizzai su quello che aveva detto. Chiusi la porta alle mie spalle e avanzai nella sua direzione. Mi posizionai dietro di lei, osservai la sua espressione allo specchio e poi appoggiai le mie mani sulla cerniera. Le sfiorai la schiena più volte ed ogni volta la sentivo tremare.
<< Grazie >> disse soltanto girandosi
<< Figurati Elena >>
<< Mi manca sentirmi chiamare amore da te >> confessò abbassando lo sguardo
<< L’hai voluto tu, non io >> la accusai con le lacrime agli occhi
Lei si avvicinò e mi lasciò un piccolo bacio sulla guancia. Un semplice contatto che mi impietrì.
<< Mi dispiace >> sussurrò al mio orecchio
Lasciò la stanza in fretta e furia lasciandomi da solo con la mia sofferenza.

POV ELENA

Percorsi il corridoio a passo svelto e mi intrufolai in un altro spogliatoio. Asciugai gli occhi colmi di lacrime e mi diedi una sistemata. Lo amavo così tanto ma non potevo trascinarlo in questa storia.
Lui si meritava di meglio. Qualche minuto dopo la porta si spalancò, si richiuse e poi sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla.
<< Elena >> mi chiamò dolcemente la mia migliore amica
<< Fede, non so più che fare >> risposi girandomi a guardarla negli occhi
<< Perché stai piangendo? Ti ho vista in corridoio e ti sono venuta dietro >>
<< Ho incontrato Roberto >>
<< Sveglia! Ti ricordo che devi recitare con lui! E’ ovvio che l’avresti incontrato >>
<< Si ma.. >>
<< Sono giorni che mi chiedo perché l’hai lasciato se si vede lontano un miglio che lo ami ancora >>
Era proprio così evidente? Mi sedetti su una delle poltroncine davanti allo specchio e presi un fazzoletto per assorbire il trucco scolato. Non potevo dire a Federica quello che era successo. L’avevo detto solo a mia madre perché sapevo che non mi avrebbe giudicato. Cosa avrebbero pensato gli altri?
<< E’ complicato >>
La porta si aprì per l’ennesima volta e comparì Stefano sulla soglia.
<< Elena, ti stanno chiamando per salire sul palco >>
<< Si, arrivo >>
<< Tutto bene? >> domandò visibilmente preoccupato

Annuii e uscì dallo spogliatoio. Mentre mi dirigevo dietro le quinte, ripassai le battute. Speravo solo di non sbagliare qualcosa visto che la presenza di qualcuno mi distraeva. La professoressa Ferro mi fece prendere posizione su una poltrona rossa posizionata sul palco mentre Roberto sarebbe dovuto entrare in scena successivamente. Un ragazzo con la voce squillante annunciò l’inizio dello spettacolo: ogni coppia avrebbe interpretato una poesia di Shakespeare. Il sipario si aprì e una luce accecante mi abbagliò. Feci finta di leggere un libro e poi una falcata interruppe la mia lettura.
<< Miss Elena, sono venuto per parlarvi >> disse Roberto fiero
Vederlo recitare in calzamaglia mi faceva un po’ sorridere ma decisi di rimanere seria e trattenni le risate.
<< Vi ho già detto tutto quello che dovevo dirvi >> annunciai alzandomi in piedi
<< Allora il suo compito sarà soltanto quello di ascoltarmi >>
<< D’accordo, Mister Roberto >>
Mi sedetti nuovamente sulla poltrona e attesi la sua dichiarazione d’amore. Era l’unica parte che non mi aveva mandato via messaggi perché diceva che voleva stupirmi. Come se fosse facile sorprendermi!

<< Vorrei dedicarle una poesia a cui mi sento molto legato e che rispecchia la nostra situazione >> si mise in ginocchio di fronte a me << Shakespeare diceva: Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro si allontana. Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai. Amore non muta in poche ore o settimane ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio. Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto e nessuno ha mai amato >>

Le lacrime stavano bagnando impavide il mio viso mentre i miei occhi erano incatenati ai suoi. Baciò delicatamente la mia mano e tornò a parlare.
<< Sono consapevole del fatto di non essere perfetto e so che probabilmente farò ancora tanti errori ma io la amo, Miss Elena. Lei è la mia unica ragione di vita e farò tutto quello che è in mio potere per riaverla >>
Sbattei le palpebre e cercai mentalmente una riposta a  quelle splendide parole.
<< La amo anche io >> dissi semplicemente
Roberto mi tirò su facendo aderire completamente il mio corpo al suo e mi baciò. Il pubblico cominciò ad applaudire e il sipario calò. Il bacio però non si fermò. Mi sentivo così al sicuro tra le sue braccia forti. Roberto mi era mancato, come io ero mancata a lui. La mia coscienza mi gridava di staccarmi ma il mio corpo non si mosse di un millimetro fino a quando qualcuno non tossì.
<< Ragazzi, la recita è finita >> affermò la professoressa ridendo
Mi allontanai da quel corpo caldo e uscii fuori a prendere una boccata d’aria fresca. Le mie emozioni avevano preso il sopravvento e avevo mandato all’aria i bei discorsi fatti in precedenza. Mia madre mi raggiunse gridando il mio nome a gran voce.
<< Elena! Elena! >>
<< Mamma, che succede? >>
<< Mi ha appena chiamato il commissario, hanno trovato Filippo >>

Sentii come un pugno allo stomaco. I giochi erano fatti, adesso dovevo scoprire le carte.


Angolo autrice!
Ragazzi, lo so. Scusatemi davvero tanto per il ritardo ma vi ripeto che per ora ho troppi problemi a casa e poi ho iniziato a lavorare e quindi ho poco tempo per scrivere. Vi annuncio che stiamo arrivando alla fine. Abbiamo finalmente visto la recita su Shakespeare e devo dire che Roberto è stato molto dolce. Non trovate anche voi? La sua dichiarazione avrebbe fatto vacillare chiunque, figuriamoci una persona innamorata. Hanno trovato Filippo ma il cadavere oppure la persona in carne e ossa? Lo scopriremo nel prossimo capitolo. Intanto vi ringrazio infinitamente per il supporto che mi date: ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite, ricordate e preferite, chi recensisce sempre, chi semplicemente legge. Lo so, ultimamente vi sto facendo penare e quindi vi prego di perdonarmi. Alla prossima, Piccina :**

 

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Capitolo 33
*** Capitolo XXXIII ***





*** Scuse iniziali ***
Perdonatemi ragazzi per tutto questo ritardo, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo. Buona lettura!




Tutte le mie preoccupazioni erano svanite quando avevo incrociato gli occhi di Filippo. Seduto di fronte al commissario di polizia, stava rispondendo alle sue domande mentre io osservavo la scena da dietro lo specchio. Mille volte avevo pregato di rivederlo vivo perché non avrei mai potuto reggere il peso di un omicidio, anche se era stata legittima difesa. Un poliziotto accese l’interfono per farmi sentire.

<< Mi racconti della notte in cui è scomparso >>
<< Sono andato da Elena con una scusa. Volevo vederla a tutti i costi. Ho provato a baciarla ma lei mi ha rifiutato così ho perso la testa >>
<< Quindi l’ha aggredita? >> domandò il commissario
<< Assolutamente no. Ho tirato un calcio alla porta e me ne sono andato >>
<< E quella ferita all’addome come se l’è fatta? >> indagò ancora incredulo
<< Sono caduto e un mio amico medico mi ha gentilmente ricucito >> rispose sghignazzando
Presi a pugni il vetro della stanza, sconvolta per quello che stavo ascoltando. Il poliziotto mi allontanò con forza e mi riportò all’ordine.
<< Stia calma, signorina. Lui sta raccontando la sua versione, poi sta al commissario decidere a chi credere. La situazione è abbastanza delicata >>
<< Io non sto calma perché quello stronzo sta mentendo e purtroppo io non posso dimostrarlo! >>
Incrociai le braccia e iniziai a piangere a dirotto. Filippo mi stava dando della bugiarda per cercare di passarla liscia ma ero sicura che il commissario avrebbe creduto alla mia versione perché mi aveva visto soffrire e quindi poteva escludere che io stessi recitando. Aspettai la fine del colloquio e poi andai a parlare con lui. Mi fece accomodare nel suo ufficio e mi offrì un bicchiere d’acqua.
<< So che tutto questo è difficile da sopportare ma non ho prove per trattenerlo >>
<< Quindi lei mi sta dicendo che Filippo non può essere arrestato? >> chiesi sbarrando gli occhi
<< Esatto, è la tua parola contro la sua >>
<< Giustizia deve essere fatta, quel mostro deve pagare >> intervenne mia madre furiosa

Ma niente si mosse. Filippo non fu incriminato per mancanza di prove e tornò in libertà. Nonostante le mie pressioni, nonostante le mie preghiere, tornò anche a frequentare la mia scuola. Solo che lì c’erano i miei amici a proteggermi e anche Roberto. Non mi lasciavano mai sola, preoccupati per quello che potesse succedermi. Ero fortunata ad averli accanto e li ringraziavo ogni giorno per questo.

Due mesi dopo..

Gli esami tanto attesi erano arrivati. Stefano, Davide, Emanuele, Federica, Alessio, Roberto ed io eravamo seduti ai nostri banchi intenti a sviluppare uno dei temi che ci erano stati assegnati. Io avevo scelto di parlare dell’amore visto che era l’ unica speranza che mi era rimasta di essere felice. Guardai Roberto, chino sul suo foglio, e sorrisi involontariamente. Non eravamo tornati ufficialmente insieme ma entrambi ci consideravamo impegnati. Stavolta volevamo fare le cose con calma per non rovinare di nuovo tutto. Lui era davvero cambiato e in fondo anche io lo ero. Non ero più la ragazzina immatura che non sa come comportarsi ma adesso ero più sicura e determinata. Non mi spaventava più neanche incontrare Filippo in corridoio perché sapevo che non mi avrebbe più fatto del male. Avevo preso delle lezioni di autodifesa ed ero pronta a difendermi se necessario.

<< La prima prova è andata! >> disse Federica uscendo dall’istituto
<< Ma stai zitta, che hai copiato tutto! >> la prese in giro Alessio
<< Ma non è vero! Posso testimoniare che ha fatto tutto da sola >> la difesi
<< Parli solo per solidarietà femminile! Io sono sincero e dico che ho copiato dal libro dei temi >>
<< E bravo Davide! Ma scusa se te lo dico, non avevamo dubbi!>> rispose Stefano sorridendo
Roberto scoppiò a ridere sonoramente e lo guardai male.
<< Tu non ridere, visto che hai fatto la stessa cosa! >> lo rimproverai
<< Almeno io sono stato più furbo e ho fatto svolgere il tema a mio fratello! >>
<< Se penso che ti stai diplomando, mi viene da ridere al solo pensiero >> affermò Federica

Il diploma era vicino, un anno era passato davvero in fretta. Litigi, tradimenti, bugie.. tutto ci aveva portato a quel momento, a quella tappa della vita che ti costringe a mettere un punto all’immaturità. Trascorsi i giorni prima degli esami orali insieme a loro, la mia seconda famiglia, facendo progetti sul nostro futuro. C’era chi aveva intenzione di iscriversi all’università, chi rinunciava a priori a questa possibilità e chi, come me, non sapeva cosa fare. Volevo vivere giorno per giorno e decidere con calma.

Il fatidico giorno della mia prova era arrivato ed ero rimasta l’unica a dover sostenere l’esame. Mi sedetti di fronte alla commissione e, dopo aver brevemente esposto la mia tesina, gli insegnanti iniziarono con le domande. Risposi perfettamente a tutto, stupendomi di me stessa. Quando mi girai per tornare al mio posto, incrociai gli occhi di Roberto che mi venne incontro e mi abbracciò.
<< Questo però non lo consideriamo nel voto finale >> scherzò una professoressa
Dopo una risata generale, trascinai via Roberto. Volevo baciarlo, volevo farlo mio immediatamente. Entrammo nel laboratorio di chimica, chiusi la porta alle nostre spalle e lo baciai con foga. Lui prese l’iniziativa e, dopo avermi sollevato, mi fece sdraiare sulla cattedra e mi alzò la gonna. Feci l’amore con quello che consideravo l’amore della mia vita, non perché era l’unico con il quale mi ero spinta oltre ma perché mi sentivo di appartenergli, come se due anime separate alla nascita si fossero rincontrate. Il suo respiro in sintonia con il mio, le sue mani intrecciate alle mie, le mie labbra attaccate alle sue. Due corpi perfettamente incastrati da sembrare uno solo.

Quella sera avevamo prenotato alla nostra solita pizzeria per festeggiare tutti assieme la fine di quei mesi d’inferno. Indossai un vestito nero scoperto sulle spalle e leggermente corto e scesi le scale.
<< Wow! Sorellina dove stai andando? >> chiese Lily sorpresa
<< Esco con i miei amici >> risposi semplicemente abbassando lo sguardo
<< E con Roberto >> aggiunse mia madre sorridendo
<< Si, c’è anche lui ovviamente >> dissi mentre sistemavo il cellulare nella borsa
<< Mamma, secondo me Elena pensa che siamo stupide! >> commentò Lily
<< Si, decisamente! >>
<< Perché? Cosa ho fatto? >> domandai con tono innocente
<< Lo sappiamo che tu e Roberto vi siete rimessi insieme >> affermò mia sorella
Colpita e affondata. Certo che non potevo proprio nascondere nulla a quelle due. Mi sedetti sul divano in mezzo a loro e le abbracciai.
<< Va bene, avete vinto. Io e Roberto stiamo di nuovo insieme. Mi dispiace non avervelo detto prima ma volevo essere sicura della nostra relazione. E lo sono.  Amo Roberto alla follia e anche lui mi ama allo stesso modo. Ho capito che non posso vivere senza di lui. Lui è la roccia alla quale mi appiglio nei momenti difficili, è la mia ancora di salvezza. E’ il mio amante, il mio migliore amico. In pratica la mia vita è legata alla sua >>
<< Ammazza sorella quanto sei sdolcinata. Il diabete mi è salito a tremila! >> scherzò Lily
<< Tesoro mio, sono così contenta che ti sei buttata alle spalle tutto quello che è successo e che adesso sei felice. So che ho sempre mostrato ostilità nei confronti di Roberto ma dopo quello che hai appena detto e dopo che lui ha dimostrato di tenerci davvero a te, non posso che ringraziare Dio per avertelo fatto incontrare >> disse mia madre piangendo
Un ultimo abbraccio e poi il suono del clacson mi fece scattare in piedi e correre verso la porta. Salii in macchina con un sorriso ebete stampato in faccia e baciai Roberto.
<< Sei bellissima. Devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non saltarti addosso >>
<< Dai, non fare lo scemo. Facciamo presto che ci stanno aspettando >>

Roberto ingranò la marcia e alzò il volume dello stereo. La città scorreva veloce davanti ai nostri occhi e io non potevo fare a meno di pensare che avevo avuto tutto quello che avevo sempre desiderato. Una famiglia unita, anche se avevo perso mio padre ma in ogni caso era sempre nei miei pensieri, un principe azzurro come quello delle favole, che dopo mille ostacoli diventa tuo per sempre, e degli amici unici.
<< Amore, me la fai una promessa? >> chiese ad un tratto Roberto spaventandomi
<< Certo, dimmi pure >> risposi girandomi verso di lui
<< Promettimi che mi amerai per sempre >> affermò come se mi avesse letto nel pensiero
<< Te lo prometto amore mio >> dissi sorridendo

Vidi Roberto sorridere e poi una luce bianca illuminò i nostri visi e fummo trascinati nell’oblio.


***Angolo autrice***
Eccomi qui ragazzi a commentare questo ennesimo capitolo. Un capitolo a tratti triste, a tratti bello e a tratti divertente. Vediamo l'interrogatorio di Filippo che riesce a passarla liscia e poi vediamo i nostri protagonisti alle prese con gli esami. Scherzano, si divertono. E poi la dichiarazione d'amore di Elena ( quello che fa con sua sorella e sua mamma) perchè è giusto chiamarla così. Che dolcezza! Poi, infine, leggiamo una promessa ma qualcosa va storto. Secondo voi cosa è successo? Vi ringrazio infinitamente per essere arrivati fino a qui. Ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite, preferite o ricordate. Ringrazio chi legge, chi recensisce. Ringrazio TUTTI. Vi anticipo che il prossimo sarà il capitolo finale quindi manca davvero un soffio alla conclusione di questa storia. A presto, Piccina :***

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 34
*** Capitolo XXXIV ***


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Premessa
Ciao ragazzi! Eccomi qui con l'ultimo capitolo di questa storia intricata. Sono emozionata e sono un pò triste all'idea di dover mettere un punto alla mia storia. Mi mancheranno. Ad ogni modo, prima leggete il capitolo e poi vi subite il mio papiro!



Una mano strinse la mia e aprii lentamente gli occhi. La luce del sole mi accecò e li richiusi immediatamente. Ritentai una seconda volta, dopo che sentii qualcuno chiudere le tende. Misi a fuoco il viso di mia madre, stanco e bagnato a causa delle lacrime che aveva versato.  Così ricordai quello che era successo : la promessa, la luce bianca che mi aveva abbagliato e il rumore delle ruote che frenavano sull'asfalto. A fianco a lei, mio zio Simone le accarezzava la spalla per darle forza. 

<< Amore, come ti senti? >> chiese amorevolmente mia madre
<< Come una che è appena stata investita >> risposi nel modo più sincero possibile
Studiai attentamente il mio corpo e non vidi nessuna gessatura, solo una piccola medicazione alla gamba. Quindi ero uscita illesa dall'incidente.. ma Roberto?
<< Lui come sta? >> domandai preoccupata
L'espressione di mia madre non prometteva nulla di buono. Abbassò lo sguardo per poi alzarsi dalla sedia e prendere per mano mio zio. 
<< Tesoro, vedi.. >> cominciò
<< Arriva al punto. Come sta? >>
<< Si è salvato per miracolo ma ha perso l'uso delle gambe >>

Qualcuno mi aveva pugnalato e non me n'ero accorta? Cominciai a piangere a dirotto, sconvolta dalla notizia devastante che avevo appreso. Non poteva essere vero. Perchè non potevamo mai stare tranquilli? Perchè la vita ce l'aveva così tanto con noi?
<< Portatemi da lui >>
<< Non se ne parla, tu devi riposare >>  mi interruppe mio zio
<< Adesso! >> gridai esasperata
Mi aiutarono ad alzarmi, staccai tutti i fili che mi tenevano ancorata a quegli stupidi macchinari e imboccai il corridoio. Aprii la porta della stanza di Roberto e vidi i suoi genitori intenti a piangere. Lui,al contrario, aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se si fosse distaccato dal mondo circostante. Ci lasciarono soli, immaginando che volessimo parlare. 
<< Amore come stai? >> chiesi sedendomi accanto a lui
<< Sicuramente te l'hanno già detto quindi evita certe domande >>
Non potevo di certo biasimarlo. Ma che diavolo mi era venuto in mente di dire? Gli accarezzai la guancia ma lui non reagì. 
<< Raccontami quello che è successo >> provai con un'altra tattica
<< Perchè vuoi saperlo? Per farmi rivivere la notte più brutta della mia vita? >>
<< No, voglio solo sapere chi incolpare >> esclamai sincera
Finalmente i suoi occhi incrociarono i miei e mi persi nel movimento delle sue labbra.

<< Quella sera doveva essere la più bella della mia vita, quella che non dimentichi facilmente. Ti stavo portando a festeggiare con i nostri amici quando una macchina è sbucata dal nulla e ci ha travolto. Sono riuscito a spingerti fuori dalla macchina ma io sono rimasto incastrato. Ma sai chi era al volante? Sai chi ha fatto questo? Filippo! Voleva vendicarsi, voleva dividerci. Solo che non ha fatto i conti con il destino ed è stato lui a morire >>
<< Oh mio Dio! >> affermai sorpresa
<< Non ci ha ucciso ma mi ha lasciato un bel ricordo >> disse indicandosi le gambe
Altre lacrime solcarono il mio viso. Era stata tutta colpa mia. Se solo non avessi messo quell'annuncio, se solo non ci fossi uscita insieme, tutto questo non sarebbe successo. 
<< Non sento niente! >> gridò prendendosi a pugni le gambe << Non sento niente, maledizione>> 
Lo abbracciai forte e piansi insieme a lui. Come potevo consolarlo? Nessuna parola sarebbe servita. Mi staccai dolcemente da lui e gli presi il viso tra le mani.
<< Amore, supereremo anche questa. Io sono qui e ci sarò sempre >>
<< Vattene, Elena. Meriti di meglio. Io adesso sono solo uno stronzo senza gambe! >> 
<< Io ti amo! Non vado da nessuna parte! >> gridai inferocita
Mi guardò dritto negli occhi e mi baciò. Un bacio che sapeva di bisogno, di aiuto e di disperazione.

Ripensai a lungo al racconto di quella notte. La sera più bella della sua vita. Misi alle strette mia sorella per sapere esattamente quello che intendeva dire Roberto. Ero convinta che lei fosse a conoscenza di tutto. E avevo proprio ragione. 
Lily mi portò in un capanno appena fuori città. Non capivo il motivo per il quale mi avesse portato in quel posto sperduto ma, una volta entrata, misi insieme i pezzi del puzzle. Il capanno era stato addobbato a festa, con luci colorate che scendevano dal soffitto, buffet con cibo di ogni genere e una postazione per la musica dal vivo. Quello che però attirò maggiormente la mia attenzione, fu lo striscione in alto. Recitava esattamente le seguenti parole: Mi vuoi sposare?

Rimasi imbambolata per qualche minuto. Roberto voleva sposarmi e aveva preparato tutto questo per chiedermelo? Più volte avevo pensato al mio futuro con lui ma il matrimonio mi sembrava un passo molto lontano da me e soprattutto da lui. Invece, mi sbagliavo. 
Scoppiai a piangere e cominciai a ridere nello stesso momento. Lily mi guardò perplessa e scosse la testa. Non poteva capire l'idea che mi era appena venuta in mente.

Un mese dopo..

<< Ma perchè vuoi bendarmi? >> si lamentò Roberto
<< Stai zitto e fai quello che ti dico >>
Lo portai proprio lì, in quel capanno. Radunai tutti i nostri amici e ricreai perfettamente la sceneggiatura scelta da lui. Come da tradizione, mi ingocchinai a terra.
<< Sarà difficile parlare davanti a tutte queste persone ma ci proverò lo stesso. Voglio dire, ne abbiamo superate di peggiori. La nostra storia d'amore è stata la più complicata del mondo. Litigi, tradimenti, incomprensioni. Non ci siamo fatti mancare proprio niente ma l'amore che ci lega ci ha portato fino a qui. Io ti amo così tanto e sono così pazza di te a tal punto da volerti sposare. Volevi nascondermi questo posto che avevi addobbato per noi. Si, ho scoperto tutto. Un mese fa dovevi chiedermi in moglie ma poi le cose sono andate diversamente. Amore, io ti dico che puoi non avere l'uso delle gambe o qualunque altro danno fisico.. a me non importa niente. Il mio amore per te non cambierà mai >> mi fermai per asciugare le lacrime che inesorabili rigavano il mio viso << Per tutti questi motivi, te lo chiedo ufficialmente: mi vuoi sposare? >>
Roberto annuì più volte e poi disse: << Certo che si! >>
Mi sedetti sulle sue gambe e lo baciai con passione.

Davide, Stefano, Alessio, Federica ed Emanuele applaudirono con vigore di fronte a quella mia dichiarazione. 
Mia madre si commosse come sempre, seguita a raffica da mio zio. 
I genitori di Roberto sorridevano felici.
Lily e Fabio si guardarono negli occhi. Loro sarebbero stati i prossimi?
Poi partì la musica e tutti iniziarono a ballare.
Io rimasi seduta in braccio al mio amore, fantasticando sulle nostre nozze imminenti.
Finalmente anche noi avevamo avuto il nostro lieto fine.. o forse no. 
Non posso mica dirvi tutto, devo lasciare spazio alla vostra immaginazione.


Angolo Autrice
E' finita! Ce l'abbiamo fatta, siamo giunti alla conclusione. Lo ammetto, per un istante ho pensato di far finire questa storia in un altro modo ma poi mi sono convinta che questo era l'endgame perfetto. L'amore vince su tutto, sempre e comunque. Con questa storia volevo dimostrare proprio questo. Ringrazio tutte le persone che mi hanno seguito fino a qui, ringrazio chi ha sempre letto silenziosamente, chi mi ha lasciato una piccola recensione e chi mi ha sempre seguito con entusiasmo e recensito ogni capitolo 
 ( Lu :** ). Questa storia mi ha lasciato tanto e spero anche a voi. Basta che mi commuovo. Grazie, grazie, grazie. Non saremmo mai arrivati fino a qui, se non fosse stato per voi.
Alla prossima, Picci.

P.S. Pubblicherò a breve un'altra storia da titolo: la perfezione non esiste. Sto iniziando a scriverla in questi giorni poichè non mi fermo mai. Spero che possiate seguirmi anche lì. :***

 
 

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