Scriviamolo insieme

di Kill_your_darlings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sola ***
Capitolo 2: *** Nuovi vicini ***
Capitolo 3: *** Per te. ***
Capitolo 4: *** Scontro-incontro ***
Capitolo 5: *** Irritante ***
Capitolo 6: *** Come un incrocio ***
Capitolo 7: *** Una giornata al lago ***



Capitolo 1
*** Sola ***


Image and video hosting by TinyPic Agosto!
Il vento scompiglia i capelli color nocciola di Ginevra ,la sera stava calando nel bosco ma a lei non importava.
fin da piccola ha sempre amato salire sulla collina vicino casa e guardare la città da lassù. Quello era il suo posto preferito,il posto in cui passa tutte le ore del giorno,faceva i compiti,ascoltava musica,leggeva e alle volte ci pranzava,tanto i suoi genitori non se ne accorgevano,non gli interessava niente di lei da quando aveva l'apparecchio e i folti capelli raccolti in una coda. E adesso che era alta con i capelli lunghi e l'apparecchio non lo portava più da un pezzo,erano sempre meno interessati.
ma ormai lei si era abituata e la solitudine non era poi così male,poteva pensare nella solitudine. Pensare  a una famiglia,una vera famiglia che le voleva bene, a un ragazzo che l'amava e a molti amici,e nessuno mai la tradiva.
E nei suoi pensieri lei era bellissima,coraggiosa,testarda,espansiva e sì anche sexy.
Ma lei non era tutto ciò,era solo una ragazzina di sedici anni,timida e paurosa,non aveva amici o un grande amore. Non aveva niente. I suoi pensieri vennero interrotti da delle voci provenienti dal...bosco. Voci nel bosco? All'improvviso si senti come trascinata da un fuoco che le bruciava dentro e non poté fare ameno di muovere i piedi.  Muovere i piedi vero le voci.






*ANGOLO AUTRICE*
Questa è la mia prima storia,all'inizio non volevo pubblicarla non mi convinceva molto ma poi ho cambiato idea.
Il capitolo era molto più lungo ma ho deciso di accorciarlo e pubblicare solo la prima parte se piacerà pubblicherò a breve anche la seconda. Ho passato mattinate intere tra i banchi di scuola a scrivere questa storia tante che la mia vicina di banco a scritto sul mio diario:"la mia piccola attrice sempre con lo sguardo perso nella storia di Ginevra;)" 
Volevo ringraziare la Nenè che è stata la prima a leggere questa storia e poi la Mary che è stata la seconda:)

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Capitolo 2
*** Nuovi vicini ***


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Scese la collina di corsa. Aveva ormai il fiatone,  le voci erano sempre più vicine.
I polmoni le facevano male dovette perciò rallentare il passo, era vicina.
Fece altri pochi passi e si ritrovò di fronte una casa ormai distrsemprla porta dell'ingresso era completamente rovinata dal tempo. Il colore un tempo bianco si era annerito. Anni prima in quella casa viveva una famiglia felice, adesso invece la casa era abbandonata...o quasi.
Delle luci erano accese nel piano inferiore e delle urla provenivano dall'interno. Avvicinandosi di più Ginevra poté scorgere due ombre, una alta e l'altra più bassa.
-...Tu fai quello che diciamo noi signorina! -la prima voce era chiaramente quella di una donna
-Qui fa tutto schifo voglio tornarmene a casa-anche questa voce era femminile ma più giovane e acuta della pecedente.
Ginevra si accuccio per terra e gattonando si avvicino alla finestra dalle quale procenivano gli strilli. Il cuore le batteva forte aveva una tremenda paura che la potessero beccare...ma la curiosita era il suo tallone d'Achille.
-Che diavolo stai facendo qui?-la ragazza sussultò ed emise un gidolino di spavento. L'avano beccata! Cazzo! Possibile che non stesse mai attenta? E adesso che scusa si sarebbe inventata? Certo poteva sempre scappare, lei era sempre stata piuttosto veloce, ma le sue gambe tremavano e non riusciva a muoverle.
Si giro lentamente verso il padrone della voce e si ritrovo davanti un ragazzo alto con gli occhi marroni come la corteccia degli alberi, i capelli ricci e castani li ricadevano sul viso che la guardava sorpreso...Ginevra non riusi neanche ad aprire la bocca troppo incantata dalla bellezza del tipo.
-Mi hai sentita? Che stai facendo?-chiese irritato.
Ginevra rimase ferma a bocca aperta...non sapeva che dire...la verità l'avrebbe fatta passare per una stolker.
-ehm...io...cioè. ..veramente. ..io stavo passeggiando-
Il ragazzo la guardò perplesso e poi ridendo chiese
-gattonando?-
Si bhe ecco quello era un piccolo dettaglio....che distruggeva completamente la sua storia.
-si ecco....io stavo camminando....poi però ho perso un orecchino e lo stavo cercando-
Ginevra era in imbarazzo era brava a mentire certo...ma era stata presa alla sprovvista e non sapeva che fare.
Il ragazzo si chino vicino a lei. Ma che cazz..?
-scusa eh...ma che stai facendo?- la ragazza era sorpresa...quel tipo sbucato dal nulla rea piuttosto insolito. 
-Ti aiuto a cercarlo- rispose con fare ovvio. Si ovvio. Ma OVVIO un cazzo....e adesso?
Dopo aver compreso la notizia la ragazza si alzò agitata e grattandosi il braccio come face sempre in quei momenti disse: - oh no...no tranquillo...era solo uno stupido orecchino!-
-no mi fa piacere aiutarti-e sorrise. Un sorrivo bellissimo, vero, sincero.
-no veramente...comunque grazie lo stesso...-
-Jarred- disse allungando una mano.
-Ginevra-gli strinse la mano.
-scusa se te lo chiedo Ginevra...ma non è pericoloso andare in giro per i boschi da sola? Potresti perderti...-ma da dove era saltato fuori quel tipo? Si conoscevano da tipo dieci minuti e già era preoccupato!
- conosco il bosco come le mie tasche.- rispose secca. Odiava che il fattoche fosse donna la facesse apparire debole e indifesa pperché lei era tutto meno che quello. Ma vedendo il viso sbalordito del ragazzo si affretto ad aggiungere. 
-vivo in quella casa...- disse indicando una piccola e malmessa casupola sul vertice di una piccola collina-..anzi è meglio che ci ritorni...si è fatto tardi...- si scusò.
-oh si...è veramente tardi...comunque magari ci si vede...sai com'è io adesso vivo qui.-
Ginevra sorrise...un sorriso freddo e amaro ma sorrise...poi si incamminò facendo un saluto con la mano e preparandosi mentalmente ade entrare nelle porte dell'inferno...come diceva Dante? 
An sì:" lasciate ogni speranza, oh, voi che entate".
 E lei speranza non ne aveva più ormai da tempo

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Capitolo 3
*** Per te. ***


La porta della cucina sbattè con violenza e spaventò Ginevra che era intenta a scaldarsi la cena. Quando era rientrata aveva trovato un piatto con il cibo e un foglietto che diceva:"Scaldalo". Ecco tutto ciò che aveva fatto sua mamma avava scritto un semplice 'Scaldalo' e se ne era andata a dormire, nessuna domanda, nessun racconto, nessun 'Buonanotte'. -Dove sei stata?- la voce di suo padre eccheggio nella stanza. Ginevra non si girò neanche a guardarlo, sapeva cosa avrebbe visto e non lo voleva vedere. -In giro-rispose prendeno una forchetta dal cassetto. -In giro? Ti avevo detto che non volevo che uscivi-ringhiò. -Lo so.- -Lo so?-chiese avvicinandosi alla ragazza che per riflesso indietreggiò andanto e sbattere contro il bancone. -Brutta insolente ti insegno io le buone maniere-un altro passo. Il cuore di Ginevra si fermò per qualche secondo. -Tu fai quello che ti dico io! Hai capito?- urlò prendendola per i capelli. Lei lo fissò negli occhi ma non disse una parola. -Hai CAPITO?- urlò ancora più forte dandole uno schiaffo che le fece girare la testa...ma non parlò di nuovo. Poi la vide sulla porta una figura minuta in pigiama. Sua mamma. Probabilmente era accorsa per vedere cosa succedesse. -Caro..lasciala stare...sai com'è fatta- disse con la voce impastata dal sonno. Il marito si giro e la guardò truce. -Vattene, Donna, devo insegnare a questa Troietta le buone maniere- sibilò tornando a concentarsi sulla figlia. La donna con sguardo dispiaciuto e la testa bassa usci dalla stanza senza fiatare. A quel punto alla ragazza salirono le lacrime, ma le riccacciò indietro. Non avrebbe pianto. No gliel'aveva promesso. Lei era forte. -Lasciami- sussurò. Sapeva che non avrebbe fuzionato...ma...ma non potè far a meno di provarci. Di lottare, anche se in modo lieve. Suo padre le si avvicinò di più e sussurò un -No- deciso. Ginevra chiuse gli occhi. Se sarebbe successo non lo voleva vedere. No non lo avrebbe visto. Si senti delle mani lungo la pelle, poi tutto divenne nero._______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ #Caro Jack# Oggi sono ormai 4 anni che non ci sei più. Come passa in fretta il tempo, sembrava solo ieri che giocavamo insieme, solo ieri che facevamo la lotta su divano, solo ieri che ero gelosa delle ragazze con cui uscivi, solo ieri che litigavamo per la tua musica troppo alta. E invece questo è successo molto tempo fa, un tempo in cui sorridere mi sembrava giusto, invece ora è tutto sbagliato. Papá e mamma sono sempre le stesse persone indifferenti dell'anno scorso. Ma io sto bene. Certo ogni tanto ci hk pensato, eccome se ci ho pensato a scappare. Ma poi mi ricordo cio che mi avevi detto:"devi essere forte". E io sono stata forte te lo giuro. Anche se alle volte è stata dura ce l'ho fatta. Per te. Per te che mi hai amato. Per te che sei l'unico che merita le mie lacrime. Perché mi manchi sempre tanto. Perché avrei bisogno di te. Perché nel cuore della notte sento ancora la tua voce che mi canta la canzone della buonanotte, e torno indietro nel tempo aql quando ero piccola e tu mi stringevi forte perché avevo paura dei mostri sotto il letto e tu mi sussuarravi:"Ginny calmati, i mostri non ssistono." E invece ti sbagliavi. I mostrk esistono e sono molto più spaventosi dj quelli sotto il letto. Molto più vicini. Ti voglio bene. Ginny. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Volevo ringraziare i pochi superstiti che dopo questi due capitoli mi seguono ancora:)in questo capitolo ho mostrato anche se solo in parte ciò che succede nella casa di Ginny....spero con tutto il cuore che vi piaccia. Non so come dirvelo recensite,perchè il silenzio non aiuta,mi sento solo più frustrata e innervosita a cercare di capire se vi piace o meno. Non sono veggente tanto meno maga quindi non posso interpretare il nulla che mi arriva,anche commenti brutti vanno bene. Non prendetemi per stronza solo per una tipo che chiede un rostro consiglio e ottiene solo silenzio.

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Capitolo 4
*** Scontro-incontro ***


Quando rientrò a casa sua madre stava ancora urlando addosso a sua sorella Skyler. Si diresse in camera sua senza salutarle. Aveva troppa paura che lo interpellassero nella discussione,e lui n'è voleva restare assolutamente fuori. Era sempre così ogni volta che litigavano e lui provava a rabbonire finiva sempre che entrambe se la prendevano con lui. poi con sua sorella non andava proprio d'amore e d'accordo. No per niente. Skyler era una ragazzina saccente di 14 anni. Oltre ad essere saccente era pure petulante,viziata,stronza e troia. Troia,si,perché ogni volta che mamma e papà andavano via lei si portava a casa un ragazzo e ci si richiudeva in camera a fare,come lei sosteneva,i compiti. E adesso invece la giostra era finita. Si erano trasferiti solo due giorni fa e non conoscevano nessuno. Così adesso stava urlando addosso alla madre che la odiava perchè gli aveva rovinato la vita portandola in uno schifo di casa,in uno schifo di paesi di contadini. Che l'aveva allontanata da tutti i suoi amici e compromesso per sempre la sua carriera nel mondo dello spettacolo. Sua sorella era proprio esagerata,neanche l'avessero portata in un campo di concentramento! Certo quel posto non piaceva neanche a Jarred ma cosa ci poteva fare se suo madre aveva trovato un buon lavoro in un agenzia di marketing? Proprio niente. Quindi tanto valeva accettare la cosa e smetterla di sbattere i piedi a terra e urlare "la mia vita è finita" come in una telenovela! E poi di li a una settimana sarebbe iniziata la scuola e sicuramente avrebbe fatto nuove amicizie. A Jarred piacevano le nuove esperienze era un ragazzo molto aperto ed espansivo....e poi sperava che nella sua scuola ci fosse anche quella strana ragazza aveva conosciuto qualche ora prima. L'aveva colpita subito era proprio buffa. Ogni volta che lui le parlava lei arricciava il naso con un sorriso storto. E tutte le volte che aveva tentato di guardarle quei bellissimi occhi castani lei li aveva distolti imbarazzata. Le era sembrata così dolce per la sua timidezza...e poi non riusciva proprio a levarsi dalla testa i suoi bellissimi occhi.
 -Oh,hai visto il mio telefono?- suo fratello sbucò dalla porta della loro camera tutto spettinato e sporco...Ma che cazz..? Jarred scosse la testa. 
-Che due coglioni non lo trovo da nessuna parte!-disse scazzato. Jarred gardò ancora il fratello che sembrava essere uscito da una centrifuga. 
-Willis?-
 -Mhm?!- lo guardo scazzato,tipico del fratello.
 -Si può sapere cosa cazzo hai combinato?-Willis si girò perplesso. Non aveva capito un fico secco di ciò che gli stava chiedendo il fratello. Cosa aveva fatto cosa? Lui non aveva fatto proprio niente era stato via tutto il giorno! Possibile che li dessero colpe che non aveva?
 -I vestiti!- ribattè l'altro con fare ovvio. Il ragazzo di guardo la camicia leggermente strappata e sporca di fango. Scrollò le spalle con fare menefreghista.
 -Lascia stare va' che è meglio-rise di gusto prima di uscire dalla stanza ed andare in cucina,là dove provenivano gli schiamazzi delle due donne di casa. 



Correre! Correre era l'unico pensiero di Ginny. Non voleva pensare ,solo muovere i piedi sul terreno fangoso e allontanarsi il più possibile da quell'incubo. Appena suo padre l'aveva lasciata andare e si era aperto una nuova bottiglia di birra per poi dirigersi in camera,era scappata. Non gli fregava niente di quello che le avrebbe fatto al suo ritorno. Pensava solo al vento fra i capelli,all'aria fresca nei polmoni e l'odore delle foglie bagnate che la facevano sentire a casa. Perchè lei era a casa,in mezzo a tutti quegli alberi e animali,lei era a casa. E si sentiva tranquilla anche se le girava la testa,se le doleva lo zigomo per il pugno che le aveva tirato il padre e le veniva da vomitare al solo pensiero di cosa era successo in cucina qualche minuto fa. Chiuse gli occhi d'istinto per non piangere. Poi però senti una botta nel petto e un improvviso vuoto dentro allo stomaco. Si ritrovò improvvisamente a terra e inizió a rotolare. Senti una mano che la stringeva dietro alla schiena e poi un improffiso tonfo. Le girava ancora di più la testa di quanto non lo facesse prima. Ma quando apri gli occhi si ritrovo a pochi centimetri dal naso due grandi pozzi azzurri che la scrutavano curiosi.

Scusate sò di averci messo tanto:/
comunque spero abbiate capito qualcosa del capitolo.
Continuate a recensire e a fare supposizioni e io continuerò a mandarvi fuori strada;)
So che Skyler è un nome maschile ma mi è sempre piaciuto e quando ho scoperto che non era da femmina ormai per me lei era Skyler. 
Nel prossimo capitolo ci sarà un nuovo incontro per Ginny....
Recensite,recensite e ancora recensite....
Aly

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Capitolo 5
*** Irritante ***


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Ginny non credeva nel destino e neppure nelle coincidenze. Era convinta che ogni più piccola azione aveva il potere di cambiare il corso della nostra vita.
Se non avesse chiuso gli occhi mentre correva non si sarebbe mai trovata a terra,schiacciata da due bellissimi occhi azzurri. Aveva battuto la testa e probabilmente quello era solo un sogno,un bellissimo sogno,almeno così le sembrava.
-Si può sapere dove cazzo hai la testa?-quei due occhi azzurri erano in burrasca.
-ehm...ehm..-il ragazzo che la schiacciava si alzò mostrando tutta la sua bellezza.
Alto e magro,pelle colore del latte. I capelli biondi e ricci li ricadevano scompigliati alle spalle. Aveva due grandi occhi azzurri, e sul labbro inferiore indossava un piercing. Se aveva creduto Jarred come il ragazzo più bello mai visto allora avrebbe dovuto ricredersi subito.
-Ti rendi conto che avresti potuto farmi male?- gli sbraita contro.
Ginny abbassa la testa e mormora un flebile 'scusa'.
-Cosa?-
-Ho detto che mi dispiace-
-Ci mancherebbe altro dopo che il tuo culone mi ha fatto precipitare giù da questo burrone...comunque io sono...-
-Non voglio sapere il tuo nome!-Lo interrompe Ginny.
-E perchè?-
Ginny lo guarda furibonda,ma chi si crede di essere questo tipo? E poi perchè oggi c'è tutta 'sta gente nel bosco?
-Perchè non ho intenzione di rivederti per i prossimi cent'anni,quindi sapere il tuo nome non mi serivirà a niente,puoi anche far a meno di sprecare il fiato con questa Culona-gli risponde facendoli il versetto.
Il ragazzo scoppia a ridere.
-Oh,velenosa eh?-
-Già-risponde acida
-Simpatia portami via...sei sempre così acida?-
-solo con gli stronzi-risponde incrociando le braccia al petto e radrizzando le spalle.
Il ragazzo sbuffa sonoramente.
-È questo quello che pensi di me?-si nota che sta iniziando ad alterarsi.
-Si e pensa ti conosco solo da 5 minuti-al biondo torna il sorriso.
-Allora dovremmo conoscerci meglio,magari cambi idea-
-Ne dubito.-il biondo sorride ancora per poi iniziare a risalire il burrone da cui erano caduti e le tende una mano per aiutarla. Ginevra rimane un attimo sconcertata da quell'atto di gentilezza,poi supera la mano e con molta agilità risale la salita. Arrivata in cima si gira per vedere se Occhi Azzurri l'ha seguita ma lo trova a bocca aperta che la fissa.
-Chiudi la bocca,ti entrano le mosche-lo rimbecca.
Il ragazzo con più fatica si arrampica e pian piano anche lui arriva in cima.
-Devo andare- dice Ginny.
-Allora ci si vede-sorride.
-Ne dubito- gli ripete la ragazza,quel tipo la irrita in un modo disumano.
-Mai dire mai Scheggia-così dicendo il ragazzo si incammina verso una meta a lei ignota.
-È stato un NON piacere,Sconosciuto.- gli urla.
-Ciao,Scheggia-lo sconosciuto non si gira neanche e continua a camminare.
-Non mi chiamo Scheggia.-
Ma il ragazzo è già troppo lontano per udirla.
Ginny torna verso casa,le gira ancora la testa e quel tipo l'ha irritata talmente tanto da farle passare la voglia di correre.
Meglio così,se fosse scappata avrebbe infranto la promessa che aveva fatto.



  ~Caro Jack,
Oggi ho conosciuto due ragazzi.
Se il primo era molto dolce e carino il secondo era bello e irritante. Quanto vorrei che fossi qui,potremmo andare a fare un giro insieme sulla tua vespa,ma sò che questo non é più possibile.
Ti voglio bene,Ginny


_SPAZIO AUTRCE_
lo so,lo so...sono imperdonabile. Scusate il ritardo.
spero che il capitolo sia piaciuto.

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Capitolo 6
*** Come un incrocio ***


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1 settimana dopo....

La pioggia cadeva fitta sulle strade di Valdidentro.
Ginny aspettava il suono della campanella sotto alla pioggia con le cuffiette alle orecchie. La musica dei the Script gli rimbombava nella testa.

But we're gonna start by drinking our cheap bottles of wine
Sit talking up all night, doing things we haven't for a while, a while, yeah
We're smiling but we're close to tears, even after all these years
We just now got the feeling that we're meeting for the first.

The Script era la band preferita di Jack, gli ascoltava sempre al massimo del volume e ogni volta Ginevra si arrabbiava da morire perchè gli trovava orribili e fastidiosi,ma a quel tempo era solo una bambinetta di 13 anni.
Ora invece,che di anni ne ha 16,non smette di ascoltarli. Non smette da quando due anni fa ha trovato il loro disco in uno dei cassetti in camera di Jack e per curiosità gli ha ascoltati,ritrovandosì presto il suo viso inondato di lacrime.
Quella fu l'ultima volta che pianse. Ogni volta che ascoltava le loro canzoni non poteva far a meno di pensare a Jack e ogni volta ciò la faceva stare male,ma non voleva smettere di ascoltarli,perchè ricordare "J" voleva anche dire ricordare il periodo più bello della sua vita...se ciò che è la sua vita si può definire ancora come tale.
Troppo concentrata sulla musica non aveva notato la figura alta che le si stava avvicinando. Troppo concentrata aveva preso un terribile spavento quando la figura le aveva picchiettato con un dito sulla spalla.
Con il cuore che le batteva forte si era girata e aveva tolto le cuffiette,trovandosi a pochi metri dalla persona più irritante che aveva conosciuto.
-Buongiorno Scheggia!- aveva trillato sornione. Irritante.
La ragazza in risposta aveva grugnito qualcosa e si era riposizionato le cuffiette nelle orecchie.
-Non vedi che ti sto parlando?- sbottò il tipo strappandole gli auricolari dalle mani.
-E tu non vedi che non ho voglia di ascoltarti?-
-Touchè piccola-
-non chiamarmi piccola-
-come vuoi ,Piccola- disse marcando sull'ultima parola.
Ginevra irritata dal comportamento del tipo si era allontanata per dirigersi vero i gradini della scuola,ma quando si sedette si ritrovò di fianco il biondo.
-Senti mi vuoi dire che cazzo vuoi?-scoppiò la ragazza. Il tipo le sorrise nel modo in cui sorride un bambino a qui hanno appena dato una caramella.
-Bhè-incominciò senza distogliere lo sguardo dagli occhi marroni di Ginny.-Sai mi ha detto che presentarci sarebbe stato inutile perchè tanto non ci saremmo mai rivisti...ma visto che in ci siamo rincontrati credo che le presentazioni siano d'obbligo-
-Quindi vuoi solo che mi presenti?- il ragzzo annuii.
-Dopodiché te ne andrai..?-annuii di nuovo.
-E non tornerai mai più?- vide il ragazzo tenttinnare e poi annuire non molto convito.
-Allora adesso ti faccio una domanda io. Se non tornerai mai più che senso ha conoscere il mio nome?- il ragazzo rimase un attimo senza parole di fronte a quella battuta.
-Credo ne valga la pena!- rispose. Ginny per la prima volta gli sorrise divertita.
-Ok,allora comincia tu!-
Il biondo la guardo sorridendo vittorioso.
-William,mi chiamo William-le porse la mano che Ginny afferro sussurrandogli un "piacere".
-Tu?- William non fece in tempo a parlare che la campanella della prima ora suonò facendo raggruppare tutti i ragazzi davanti alla porta. Ginevra si alzò prendendo la sua cartella. Ma prima di andarsene si girò verso il ragazzo.
-Se vuoi sapere il mio nome te lo devi guadagnare...ci si vede Don Giovanni-disse ridendo prima di sparire nella massa.
William era ancora imbambolato sulle scale. Lo irritavano non poco le risposte di quella ragazzina eppure si ostinava a volerla conoscere. Neanche lui sapeva il perchè ma sentiva che doveva conoscerla. Si sentiva estremamente legato a quella tipa,ciò che lui ingnorava era che loro erano come un incrocio:destinati a incontrarsi solo una volta.

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Capitolo 7
*** Una giornata al lago ***


A merenda se ne stava tutta sola in un angolo a osservare la gente. Inventava storie su di loro. A ognuno una storia e un nome diverso.
C'era Giulio immancabile secchione sempre con un libro in mano,un ragazzo probabilmente molto intelligente e con tante cose da dire ma che nessuno aveva la capacità di ascoltare. Ginny crede che i suoi genitori siano delle persone con un lavoro importante come medico o scienziato.
Poi ci sono i due gemelli di cui lei non conosce il nome e si ostina a chiamare Chiara e Moreno,lo vede nei loro occhi che le cose non vanno bene. Immagina che i loro genitori si siano separati e stiano lottando per l'affidamento dei ragazzi.
C'è Martina la classica ragazza facile che tutti credono oca. Si ostina a dire di non essere troia ma i fatti parlano, a Ginevra dispiace perchè Martina è circondata da tante persone ma nessuno la conosce davvero. Nessuno sà che sua sorella maggiore soffre di anoressia nervosa e che suo padre la sera torna tardi perchè si ferma a casa dell'amante. Nessuno sà i segreti delle persone.
Ginevra sorride al pensiero. È così strano,ma ci si sente più soli in mezzo a tanta gente,nessuno può capire. Non può perchè le persone non osservano le altre,indossano come dei paraocchi e vanno avanti per la loro strada,una strada sola.
La gente mente a se stessa perchè la solituddine la spaventa,ma a lei no non ha paura.
Tira fuori dalla tasca i suo cellulare e inizia a scorrere velocemente le immagini fino a che non arriva a una foto precisa. Lei è Jack tre anni fa al lago di Garda. Ginny aveva 13 anni all'epoca e i capelli a caschetto e Jack i capelli mossi e marroni gli portava molto corti quando avevano scattato la foto aveva solo 16 anni

**Ginny mangiava il suo gelato alla menta e yougurt in tutta tranquillità i suoi genitori erano andati a comprare qualche cartolina,Jack le era seduto difronte.
-non lo mangi più?- le chiese vedendo che aveva allontanato la coppetta.
-No sono piena-disse toccandosi la pancia.
-Mi chiedo perchè continui a comprare due palline se poi non le finisci-sbuffo prendendo il gelato.
-Perchè non so mai quale scegliere-
-Potresti prendere oggi quello alla menta e domani allo yougurt!-le disse.
-Mai sentito dire "vivi nel presente"?!-sorrise divertita dallo scambio di battute tra lei e il fratello.
-Mai sentito dire che sei una rompi palle?-
-Alle volte-rise-Sai che ieri a scuola tutti parlavano di una festa che ci sarà sabato a casa di un certo Stefano De Rossi...tu ci vai?-
-Mmh..forse-rispose guardandola di sottocchi.
Ginny lo fulminò con lo sguardo.
-Si ci vado.-disse in fine. La ragazza iniziò a saltellare eccitata sulla sedia.
-Davvero? E mi ci porti?  Per favore,per favore, per favore.-lo implorò senza alcun risultato dato che lui rifiutò subito.
-Sei troppo piccola-ogni volta tirava fuori quella scusa.
-Guarda che abbiamo tre anni di differenza-
-Guarda che tre anni sono tanti.-le fece il verso con una smorfia al viso,al che Ginny li tirò una sberla in testa e gli disse di smetterla di fare lo stupido.
-Dai,Jack,per favore.-
-Ginevra non insistere,ti promette che quando sarai un pò più grande ti porterò alle feste-
-Prometti?-allungò il mignolo,Jack lo strinse.
-Prometto.-mossero i mignoli intrecciati e dissero canticchiando:'flick e flock'
Ginny si guardo in torno e vide un gruppo di cigni.
-Ehi guarda andiamo a darli da mangiare.-disse alzandosi e iniziano a trascinare suo fratello per la mano. Dopo aver finito tutti i cracker che avevano iniziarono a camminare verso il negozio di cartoline.
-Domenica andiamo a fare un giro in vespa?-chiese al fratello,che annuii. Ma il giro in vespa non lo fecero. Perché quando quel sabato Jack andò alla festa e non tornò più a casa.**

Ginevra aveva rimesso il cellulare in tasca al suono della campanella e si stava dirigendo a testa bassa verso la sua classe.
Mentre camminava pensò a quanto avrebbe voluto essere in macchina insieme a suo fratello quel dannato sabato sera.


ANGOLO AUTRICE.
Ciao! Spero la storia inizi a piacervi. Finalmente vi faccio conoscere Jack...penso abbiate intuito cosa gli sia successo! Allora che ne pensate dei sue ragazzi? William o Jarred?

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