Il fato

di EleRigoletto
(/viewuser.php?uid=205339)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quello è Chuck? ***
Capitolo 2: *** Non ci credo, loro sono ancora qui?! ***
Capitolo 3: *** E tu chi sei realmente? ***
Capitolo 4: *** C'è puzza di cotta ***
Capitolo 5: *** Incomprensioni ***
Capitolo 6: *** L'ultimo giorno si avvicina ... ma con una piacevole sorpresa! ***



Capitolo 1
*** Quello è Chuck? ***


Sono sicura che questa storia potrà sembrare strana ad alcuni di voi e potrà anche suscitare stupore ed incredulità, ma ciò che è successo è successo per un motivo preciso: per volere del Fato.
Mi chiamo … Anzi no, non mi presento e vado dritta a raccontare la storia che è molto più pratico così.
Mi svegliai come ogni santo giorno alle 7.00 ed uscii di casa prendendo per un pelo il bus diretto dall’altra parte del paese per arrivare a scuola.
Salita sul bus vidi un ragazzo mai visto prima d’ora seduto su un seggiolino, non che io conoscessi tutti quelli che salivano, che ascoltava la musica con il telefono.
Da dietro sembrava Chuck Comeau, uno youtuber famoso estero che seguivo ai tempi dei suoi inizi e che andando avanti nel tempo aveva avuto molto successo, specialmente a Montreal , città in cui viveva.
“Erika!” Gridò la mia amica Elena, spaventandomi.
Mi girai verso di lei vedendola seduta già sul sedile accanto al mio con un sorrisone.
“Ciao Ele! Toglimi una curiosità, da quanto sei qui?”
“Sono arrivata appena in tempo per vederti osservare quel ragazzo là davanti.” Disse ad alta voce segnando con l’indice il “probabile” Chuck.
“Shh! Sei pazza? Abbassa la voce!” Dissi io zittendola, cosa impossibile dato che Elena era la persona più estroversa, iperattiva, solare e rumorosa che io conoscessi.
Lei mi guardò e sottovoce chiese : “Perché lo stavi fissando? Chi è?”
“Nessuno, credo possa essere Chuck Comeau.”
“Lo youtuber?”
“Sì!”
All’improvviso il pullman si fermò e ci accorgemmo tutti di essere arrivati davanti a scuola, così presi Elena e scendemmo di corsa per dirigerci subito al quarto piano.
Ci sedemmo nei nostri banchi e aspettammo l’arrivo della professoressa.
Appena entrò, al posto di trovarci solo lei con la sua solita carpetta colorata, trovammo Chuck Comeau davanti a noi insieme ad un altro ragazzo, Sebastien che lo aiutava con il montaggio e le riprese.
“Eri, hai visto?” Esclamò Elena con un balzo.
“S.Sì!” Riuscii solo a dire.
La mia prof con disinvoltura fece entrare i due ragazzi dentro l’aula e con un sorriso anormale disse:” Buongiorno ragazzi, oggi avremo due ospiti speciali in classe.
Si chiamano Chuck Comeau e Sebastien Lefebvre, due miei ex studenti modello che l’anno scorso hanno finito.
Staranno qui per assistere alle lezioni, fategli vedere che non siete da meno.”
Chiusa la porta posò la carpetta sulla cattedra e si sedette.
Fece accomodare i ragazzi. “Prego, sedetevi pure in quei posti in terza fila, vicino ad Erika Di Pietro e Elena Anghi.”
I due fecero come detto e si sedettero nei banchi accanto a noi e ci sorrisero.
Mi partì l cuore e gli feci un cenno con la mano.
Per tutto il tempo cercai di non fare troppo caso che in classe si trovavano i miei due youtubers preferiti, ma dopo una buona mezz’ora non ce la feci più e guardai Chuck.
Mi accorsi che Elena lo stava fissando come una pazza, così le tirai una gomitata.
“Ele, così facendo lo spaventi!”
Allora distolse lo sguardo.
Chuck si girò dalla mia parte e disse sorridendo: “Ma perché la tua amica mi stava fissando?”
Cercai di pensare ad una buona risposta e alla fine dissi: “Perché ti conosce!”
Lui fece una faccia stupita indietreggiando con la testa: “Come mi conosce? Non mi ricordo di averla vista.”
“N- no, nel senso che sei famoso su Youtube.”
Sorrise. “Addirittura?”
“Certo, cioè con i video e tutto è logico che …”
“Ti stavo  prendendo in giro, posso immaginarlo.” Mi interruppe ridacchiando sottovoce.
All’improvviso sentii chiamare il mio nome dalla prof.
“Vero Erika?”
Fissai la prof.
Cavolo, era la prima volta che mi distraevo!
L’Ele accorse in mio aiuto e disse sottovoce: “Ti ha chiesto se è vero che l’amore per Dante è di purificazione e di attrazione spirituale.”
Annuii pronta a rispondere.
“E’ assolutamente vero, perché Dante vede la sua amata Beatrice come una donna- angelo che purifica ed è un intermediario tra Dio e l’uomo.”
La prof mi guardò e senza pochi giri di parole esclamò: “Apprezzo il tuo costante studio, ma la prossima volta non distrarti!”
Abbassai la testa e per tutte le restanti ore ascoltai come sempre.
Durante l’intervallo andai a prendermi un succo dalle macchinette e appena mi girai per tornare in classe mi trovai Chuck davanti.
“Ciao senti, per caso tu sei una nostra fan?”
“Sì, perché?”
“Beh. Hai un po’ la faccia da nostra fan.” Disse scherzando.
“In che senso?” Chiesi un po’ interdetta.
“Sei una tipa che sembra stare su Youtube quando può.”
“Comunque, ” Continuò “sono Chuck, tu come ti chiami?”
“Erika.” Dissi solo.
Non so spiegarmi come mai, ma in quel momento lo trovai un po’ insopportabile, diverso da com’era nei vlog o agli incontri.
Decisi di andare in classe dall’Elena e con mia piacevole sorpresa la trovai a parlare con Seb.
Mi avvicinai a loro e sorrisi.
“Hey Eri, io e Seb stavamo parlando dei loro progetti futuri per il canale.”
Lui mi guardò e tese la mano verso di me.
“Ciao Erika, io sono Sebastien.”
Strinsi la sua mano calda e poi gli dissi: “Lo so chi sei, seguo tutti i vostri video e devo dire che sei a dir poco spettacolare e non so come tu faccia con la grafica e con la telecamera.”
Lui arrossì un po’ e alzò le spalle.
“Abbiamo ancora tanto da imparare, ma adesso sperimentiamo un po’.”
Elena, senza preoccuparsi di dire o fare cose inappropriate, esclamò un: “Quanto sei modesto!”
Chuck, appena arrivato da dietro le spalle di Seb, rispose: “Diciamo che non ci accontentiamo mai.”
Nel dirlo si rivolse verso di me.
Suonò la campanella e ci sedemmo ognuno al proprio posto.
Nelle restanti tre ore facemmo esercizi per casa.
Finita la giornata uno dei professori che c’era ringraziò i due ‘ospiti’ ed io, senza aspettare tutti gli altri, mi precipitai a prendere il pullman seguita da un’Elena con il fiatone.
“Oggi è stato fantastico!” Esclamò poco dopo.
Annuii, pensando a Chuck e al suo comportamento.
“Sembra quasi impossibile che degli youtubers noti come loro siano finiti a frequentare una giornata come ex studenti del nostro Istituto.” Proseguì.
In effetti sembrava un po’ strano.
“Seb poi è fantastico ed è stato disponibile a parlare.
Purtroppo non ho potuto fare una foto insieme a lui perché eravamo a scuola, ma mi ha detto che hanno in programma di fare un incontro e quindi ci proverò più avanti.”
La trovai felice, serena e molto rilassata.
“Non ho visto molto presente Chuck, tu l’hai visto all’intervallo giusto?”
La guardai.
“Sì …”
“Sì? E …?”
“E cosa?”
“Come cosa?! Cos’ha detto o fatto?”
Ah. Un’altra caratteristica di Elena è che non si fa mai i fatti suoi ed è molto curiosa.
Glielo raccontai e gli dissi anche del mio irritamento per lui, così all’improvviso.
Quando arrivai alla mia fermata salutai Elena e andai a casa, feci i compiti e preparai la borsa per la gita del giorno dopo.
Il mattino seguente mi feci trovare in Stazione e con tutta la classe partimmo per andare in campeggio.
Purtroppo mi addormentai in pullman e al mio risveglio mi trovai davanti una faccia … conosciuta.


Angolo di EleRigoletto:
Ciao ragazzi, come state?
Questo primo capitolo lo voglio dedicare alla mia amica Martina che spero legga questa "cosa" partorita dalla mia mente.
Vi chiedo un favore, mi potete dire cosa ve ne sembra? Insomma, pareri di ogni genere ( non offese.)
Grazie a chi avrà la pazienza di leggerlo e magari di recensire per darmi un parere e, più importante, dei consigli.
Ele. ;) 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Non ci credo, loro sono ancora qui?! ***


“Ciaoo!” Mi sorrise Chuck.
Aprendo piano gli occhi notai che affianco a lui c’era anche Seb.
“Cos- cosa ci fate voi qui?” Ancora un po’ stordita.
“Siamo venuti in gita con voi, ne sei felice?”  Disse Chuck mostrando gli zaini dei due e con il sorriso più fastidioso del mondo.
Piano piano mi alzai e notai che sul bus c’ero rimasta solo io, mentre gli altri erano nel campo con le tende tutte montate.
Mi misi in piedi di scatto e acchiappai la mia cartella e scesi dalle scalette del mezzo per poi trovarmi davanti il mio professore di educazione fisica.
“Alla buon’ora Erika!” Esclamò lui.
“Prof, perché non mi ha svegliata?” Chiesi io un po’ delusa.
Lui alzò le spalle e rispose: “Perché non volevo disturbare il tuo prezioso sonno di bellezza.”
Lo faceva apposta a dirmi così, sapeva che non ero una di quegli automi che vogliono essere sempre alla moda e truccati uguali.
Chuck e Seb ci raggiunsero.
“Sbrigati Erika, vai dall’Anghi che ha già montato la tenda insieme a me!”
Senza farmelo ripetere due volte andai verso la mia tenda e intanto gridai : “Grazie prof!”
“Di niente!”
Mi intrufolai nella tenda dove Elena aveva già sparpagliato le sue cose e con un sorrisetto soddisfatto di vedermi disse: “Riposato?”
“Sì, ma ho fatto un brutto risveglio …”
“Perché?”
“E hai il coraggio di chiedermelo? Cosa ci fanno quei due là?”
Indicai fuori dalla tenda per farle capire che stavo intendendo Chuck e Seb.
Lei sorrise come se tutto fosse perfettamente normale.
“Corradi ci ha detto che sarebbero venuti con noi in gita per provare il ‘brivido’ del campeggio.”
Corradi, il nostro professore di educazione fisica, avrebbe fatto partecipare qualunque studente e non se avessero svolto i corsi obbligatori o anche quelli extra insieme a lui.
Lei sorrise per poi far finta di niente con un’alzata di spalle.
Decisi quindi di sopprimere l’argomento e sistemai la mia valigia fino a quando il professore non ci chiamò a raccolta.
Ci radunammo tutti in cerchio attorno a lui.
“Ragazzi, per due bellissimi giorni ci divertiremo a stare nella natura selvaggia facendo attività che vi terranno attivi e svegli.”
Tutti stavano iniziando a sbuffare e a lamentarsi in un brusio, quando Corradi chiese la nostra attenzione per continuare. “Non ho finito, la sera però sarete liberi ma distribuirò io i gruppi in cui dovrete stare per muovervi insieme.”
Un urlo da tutti per la sua affermazione.
“Comunque, non dovete allontanarvi più di un tanto e se avete problemi non esitate a contattarmi.”
Ci lasciò il suo numero, poi, tutti insieme, ci precipitammo a fare trekking e attività fisiche.
 
Fortunatamente riuscii ad evitare Chuck per tutto il pomeriggio, Elena restò con me anche se qualche volta restava indietro per parlare anche con lui e Seb.
Verso le sette circa ritornammo nel nostro accampamento e mentre mangiammo, Corradi ci lesse la lista che aveva preparato il girono prima per i gruppi.
Disse tutti i nomi, poi alla fine ci guardò per poi dire: “Erika con Chuck e Sebastien con l’Anghi.”
Ecco, la mia fortuna è pari a – oo!
Io e Chuck ci guardammo nello stesso momento e feci in fretta a notare il suo sorrisetto soddisfatto, per poi ritornare a guardare il prof.
“Ma …” Stavo per commentare, quando il prof mi guardò con aria glaciale e decisi di lasciar perdere.
Non è che non volessi fare ‘coppia’ con Chuck, ma il fatto è che mi sentivo in imbarazzo a stargli accanto.
“Tornate per il coprifuoco!” Ci raccomandò il prof prima di sparire anche lui a fare un giro.
Data la temperatura restai in maniche corte e mi affrettai ad uscire per andare con Chuck.
Lo trovai seduto che guardava in basso.
“Belli, no? Si chiamano piedi.” Dissi io scherzando mentre gli andavo in contro.
Lui si alzò e fece una faccia stupefatta.
“Ooh!”
Annuii.
 
Ci incamminammo in un sentiero vicino al fuoco che avevamo acceso per la cena.
Mi guardai attorno e rimasi ammaliata dalla bellezza degli alberi e dal cinguettio degli uccelli notturni che creavano una musica soave.
‘Perfetto per sentirmi in imbarazzo!’ Pensai quasi meccanicamente.
Lui si fermò per squadrarmi e fece un sorrisetto.
“perché stai arrossendo?” Chiese poi lui.
Abbassai lo sguardo e feci finta di niente cercando di far sparire il rossore comparso sulle mie guance.
“Io? No …  è perché ho un po’ di caldo.” Improvvisai senza rendermi conto della bugia che avevo appena detto.
Lui fece finta di niente lasciando perdere il discorso e continuammo a camminare.
“Bella questa gita, non pensavo fosse così divertente fare esercizi con Corradi, benché non sia sempre facile restare al passo con lui.”
Sorrisi pensando a quanto fosse vera la sua affermazione.
Ci ripensai, alla fine non era poi così male, anzi, era quasi piacevole stare in sua compagnia.
Per tutto il percorso parlammo della scuola e degli studi, finché non cadde il discorso e non mi venne la geniale idea di chiedergli cosa rappresentasse la collana di Seb fatta a forma di puzzle che portava nei video.
Lui ci pensò un po’, poi mi rispose.
“E’ la collana che regalò alla sua fidanzata qualche anno fa …”
“Bello!” Dissi io.
“Sì, però si sono mollati da circa nove mesi.”
Si creò un silenzio imbarazzante.
“E tu?” Chiese dopo qualche minuto.
“Io? Dici con le relazioni?”
Annuì.
“Va maale!”
“Male?” Mi fece eco lui.
“Già. Te, invece, sei pieno di fans con gli ormoni in subbuglio che ti corrono dietro?” Chiesi.
Lui sorrise.
“Non credo di essere poi così tanto gettonato, comunque, ho per la testa una ragazza che mi ha fatto impazzire.”
Sembrò quasi dolce con quel viso rilassato e sereno, le mani incrociate, il luccichio negli occhi e la voce calda.
Lo ‘conoscevo’ da anni su Youtube, ma in realtà non avevo ancora finito di conoscerlo.
“Ah sì? Bello, magari è anche una tua fans …”
Non rispose più, cadde l’argomento e ci limitammo a ritornare sul sentiero per portava al campo.
Appena tornati scoprimmo di essere i soli ad aver rispettato il coprifuoco, così Corradi decise di mandarci in tenda comunque e che avrebbe fatto un “bel discorsetto” con tutti i ritardatari.
Seb ed Elena arrivarono poco dopo di noi.
Ci ritrovammo tutti e quattro insieme, uno davanti all’altro.
“Bene ragazzi, io vado a dormire! Ciaoo.” Disse Elena per poi incamminarsi alla nostra tenda.
“Anch’io scappo perché muoio di sonno.” Continuò Seb incamminandosi.
Io e Chuck ci guardammo.
“Bene … allora …” Incominciai.
“Ci … vediamo domani!”
Mi diede un piccolo abbraccio e corse ad inseguire il suo amico mentre tornavano in tenda.
Appena misi la testa sul cuscino, Elena mi diede uno strattone e mi costrinse a girarmi dalla sua parte per ascoltarla.
Aveva uno strano sorriso indagatore.
“Com’è andata?” Chiese.
“Bene.”
Fece una faccia un po’ delusa. “Solamente bene?”
“E tu con Sebby?” Chiesi incuriosita.
Lei alzò le spalle e alzò gli occhi al cielo.
“Adoro Seb, ma riesce a parlare solo di informatica, tecnologia e chimica.
Pensa che mi ha fatto un discorso sulle funzioni di un database.”
Sorrisi all’idea di un’Elena un po’ annoiata e di un Seb preso dal suo discorso.
E’ così che me li immaginai.
Parlammo un po’ del più e del meno e dopo mezz’oretta ci addormentammo entrambe.
 
Angolo autrice: Cosa ne pensate? A me non è piaciuto tanto, ma ho deciso di pubblicarlo comunque. (La logica di Ele!)
Ci tenevo a salutare e a dedicare il secondo capitolo a due persone: Martina (Skizzata98) e a Chiara (pensosoloSP) che ringrazio di cuore per i bellissimI complimenti e per le magnifiche recensioni.
GRAZIE!
Beh. Ora tocca a voi farmi sapere come vi sembra questo secondo capitolo.
EleRigoletto.
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** E tu chi sei realmente? ***


Mi svegliai prima di Elena e decisi di non poter più far finta di dormire per aspettarla, così mi vestii e uscii dalla tenda silenziosamente a passi felpati.
Tutti i miei compagni erano ancora nelle loro tende chiuse, ma appena girai la testa lo vidi seduto su una sedia.
Decisi di avvicinarmi e appena alzò gli occhi per guardare chi fosse, notai che stava piangendo.
Senza dire niente mi sedetti accanto a lui e lo guardai.
“Ciao!” Disse con un filo di voce.
“Hey Chuck.”
 “Come mai sveglia a quest’ora?” Mi chiese, pulendosi gli occhi lucidi dalle lacrime.
Alzai le spalle. “Non avevo più sonno.”
Il suo sguardo tornò perso nel vuoto.
“Te invece?” Chiesi timidamente.
“Mi andava di starmene un po’ per conto mio.”
Ci fu un breve attimo di silenzio, poi lui iniziò a parlare.
“Perché mi tratti così male? Cosa ti ho fatto?”
Con quella domanda mi spiazzò.
Mi girai verso di lui imbarazzata.
“Non … non ti tratto male.”
“Dici? Perché ieri, correggimi se sbaglio, ogni volta che cercavo di parlarti tu te ne andavi sempre avanti con una qualche scusa banale.”
“Stavo solo facendo un’ escursione.” Mi giustificai.
All’improvviso notai i suoi occhi profondi che mi portarono giù con loro.
“Non devi mentirmi, dimmi solo ciò a cui stai pensando adesso.”
Presi il coraggio e …
“Chuck, non credere che io possa avercela con te, ma non riesco a spiegarmi come mai tu mi sembri così diverso dai video su Youtube.
Non so, l’altro giorno a scuola sembravi un tipo un po’ superficiale, mentre ora sembri quel ragazzo che scrive testi profondi e li impersonifica sul suo canale.”
Lui mi guardò stupito, poi disse: “Io sono così, un ragazzo semplice, alle volte anche molto pesante e cocciuto e che tende a vedere sempre il lato buono delle persone.” Fece una pausa, poi spostò lo sguardo su di me e si alzò, per poi dirmi: “E tu Erika, tu che persona sei realmente?”
Stavo per rispondere tutto d’un fiato, ma all’improvviso Elena venne nella nostra direzione e Chuck la salutò e andò chissà dove.
“Ciao, tutto bene?” Chiese stiracchiandosi.
“Sì.” Riuscii a dire, senza smettere di pensare alle parole di un attimo prima.
Elena disse qualcosa, ma non riuscii a sentirla poi mi prese la mano e mi portò davanti al prof ed intanto tutti i nostri compagni si erano radunati davanti a lui.
“Oggi giornata di giochi e di divertimento!”
Tutti gridarono di felicità, chi applaudiva le mani e chi, invece,  sorrideva.
Non mi andava, semplicemente non mi andava di  fare dei giochi, di sprecare tempo in un parco che non valeva nulla per me.
Nella mia testa riecheggiarono continuamente le parole di Chuck e per tutto il giorno restai con un magone enorme, con la domanda sospesa che il ragazzo mi fece qualche ora prima.
Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi della pallonata che avevo appena ricevuto da Elena.
Caddi a terra.
“Erika, Erika stai bene?”
Elena corse da me e mi aiutò ad alzarmi.
In poco tempo tutte le attività si fermarono ed io mi dovetti sedere per non avere più giramenti di testa.
“Stai bene?” Chiese ancora una volta Elena.
“Ti fa male la testa?” Continuò Corradi.
Non riuscii a rispondere, non provai nemmeno ad ascoltarli.
I miei pensieri, i miei occhi si concentrarono unicamente su Chuck, sul suo viso che adesso mi fissava preoccupato.
“Credo … di sì.” Risposi ad una delle molteplici domande.
“Non mi sembra proprio.” Affermò il mio prof.
“Vuoi andare in infermeria? Forse è meglio.” Propose Elena.
“Sì, dato che il campo ci mette a disposizione cure mediche in caso di bisogno.” Disse Corradi.
“Ma io …”
Prima che potessi dire qualcosa, Elena mi alzò con una presa e mi accompagnò in infermeria com’era stato deciso senza il mio consenso.
Arrivate, una dottoressa si precipitò da noi con un enorme sorriso e fissò la mia testa.
“Cos’è successo?” Chiese la signora.
“E’ … è stata una pallonata, credo.” Dissi un po’ confusa.
“Nulla di grave.” Aggiunsi subito dopo.
La signora andò un attimo nell’altra stanza e tornò con una borsa di ghiaccio.
“Siediti pure.” Mi disse.
Decisi quindi di accomodarmi sul lettino dei pazienti.
“Adesso mettiti un po’ di ghiaccio sulla botta tanto per far passare il dolore e dopo potrai tornare dalla tua classe.”
Annuii.
Presi la borsa del ghiaccio e la misi nel punto in cui provavo più dolore e sentii un piccolo brivido di fastidio per il freddo.
“Hai preso proprio una bella botta, eh!” Commentò Elena.
“Già …” Dissi.
“Scusami, non volevo farti male!” Si inginocchiò pregandomi di scusarla.
La feci alzare imbarazzata sia per lei che per la dottoressa che ci stava guardando.
“Non ce l’ho con te, non è stata colpa tua.”
“Però ti sei fatta male.”
“Sì, ma non è nulla!”
Anche in quel momento la mia testa era altrove, cercava continuamente il volto dello Youtuber.
Passati circa dieci minuti, la dottoressa prese il ghiaccio e lo mise da parte, mi applicò una pomata e mi congedò con un sorriso caloroso e un “Ciao!”.
Io ed Elena tornammo giusto in tempo per il pranzo, cercai di starmene in disparte per tutto il tempo ed il pomeriggio volò di corsa.
Finite proprio tutte le attività, con un triste annunzio, Corradi ci disse che avevamo la serata libera all’interno del campo.
Io andai a cambiarmi, mentre Elena andò a parlare con Seb.
Ero seduta su un telo nella foresta, lontano cinque minuti dagli altri, e stavo per sdraiarmi per vedere il tramonto, quando all’improvviso sentii lo scricchiolare di passi e mi girai di scatto.
“Hey.” Fece Chuck con un sorriso stampato in faccia.
“Hey!” Dissi di rimando.
Si sedette sul mio telo e mi guardò.
Un po’ imbarazzata abbassai lo sguardo e mi girai dall’altra parte per non sostenere i suoi occhi.
“Ti senti meglio?” Mi chiese poi.
“Sì … Ora sto meglio.” Confessai.
Dopo   qualche secondo, inaspettatamente, mi mise una delle sue mani sopra la testa e mi accarezzo la nuca come fossi un cagnolino.
“Chuck … che cosa stai facendo?” Dissi preoccupata.
“Ti accarezzo. Sembri come quei piccoli cuccioli di koala che hanno bisogno della mamma.”
“Cosa? Vuoi dire che tu saresti la mia mamma?”
“E’ la dura verità figliuola.”Disse, poi scoppiammo tutti e due a ridere per la scenetta appena creata.
“Vedi …” Disse lui tornato serio. “E’ così che voglio vederti, sorridente, spensierata e senza quel distaccamento che si crea ogni volta che ti incontro.
Anche se ti conosco da poco, pochissimo in realtà, penso si debba imparare ad approfondire una conoscenza.”
E aveva ragione.
In seguito, restammo in silenzio a vedere il sole tramontare ed il cielo scurirsi.
Eravamo insieme, vicini.
Quella sera, dopo la movimentata giornata passata, accanto a lui mi sentii rasserenata, rilassata come non mai.
 
ANGOLO AUTRICE: Ciao ragazzi, tutto bene? Le vacanze?
Chiedo scusa se ho pubblicato in ritardo, il fatto è che il lavoro ed i compiti mi “rubano” abbastanza tempo.
Fatemi sapere cosa ne pensate (tutto tranne offese) e ringrazio chi legge questa F.F e chi magari l’ha messa tra le Preferite/ Seguite/ Ricordate.
Un bacio dalla vostra Ele!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** C'è puzza di cotta ***


Il giorno seguente mi alzai più intontita che mai, ero stanca perché non avevo dormito abbastanza e poi aver passato quasi tutta la notte a parlare con Chuck aveva richiesto più impegno del dovuto, era un chiacchierone!
Finito di fare colazione con un’Elena iperattiva, Corradi ci portò a fare una bella escursione tutti insieme.
Strano a dirsi ma, per la prima volta dopo quasi quattro ore di camminata, ci fece riposare per dieci minuti e  dato che io ed Elena eravamo sedute un po’ isolate dagli altri, ne approfittai per parlarle.
“Hey Ele …”
Lei mi guardò e mi porse uno dei panini che si era fatta la mattina stessa.
“No grazie.” Dissi.
“Con Seb?” Continuai.
Mi guardò storto.
“Con Seb cosa?” Mi chiese poi.
La guardai.
“Dico, con Seb tutto bene?”
“Sì …” Sorrise.
“Anzi … in verità no, parliamo ma non riesco a togliermelo dalla testa!
Non so se ti è mai capitato.”
Chiese lei un po’ giù di morale.
“Oh sì che capisco!” Dissi sottovoce, senza farmi sentire da lei.
“Cosa posso fare?”
Il suo sguardo ricordava quello di un cerbiatto e le sue mani erano totalmente sul collo della mia maglietta.
Le dissi di staccarsi prima da me e lei si scusò e allentò del tutto la presa.
“Tu vuoi sapere se anche ‘mister informatica’ prova qualcosa per te, giusto? E naturalmente non vuoi chiederglielo direttamente, vero?”
Lei annuì.
“Allora devi buttargliela lì in un discorso … magari fai finta di parlare di una qualsiasi coppia e poi gli chiedi se lui ha relazioni o cose così.”
Notai che invece di ascoltarmi, stava guardando dietro le mie spalle qualcosa che la fece diventare rossa fuoco e quasi svenire.
“Ele, cos’hai?”
Prima che potesse rispondermi, Chuck e Seb erano arrivati vicino a noi.
Sorrisi, ma era un sorriso malefico che mi veniva solo con le idee geniali.
“Ciao!”
“Ciao ragazze.” Mi salutò Seb, accompagnato da un soleggiante sorriso di Chuck.
“Come mai hai un sorriso inquietante?” L’altro si rivolse a me.
Mi guardai intorno.
“Io? Non è niente, stavo decidendo se trasformarti in un rospo o in un gelato da mangiare.”
“Allora se mi trasformerai in un rospo, poi ti toccherà baciarmi.” Sul suo viso si poteva notare un piccolo ghigno divertito.
“Considerati già un gelato!” E chiusi il discorso.
“Per voi va bene se continuiamo l’escursione in vostra compagnia? Vedete, siete molto più simpatiche di ragazze che parlano di trucco e basta!”
Fece Chuck, iniziando un nuovo argomento.
“Ah. Solo per questo?” Dissi io, facendo la finta offesa.
Seb fu subito pronto ad intervenire.
“Nono, Chuck non intendeva questo! Voi siete molto interessanti e simpatiche.”
Dopo la sua affermazione, guardai la mia amica e le diedi una gomitata.
Nel frattempo il suo colorito era diventato ancor più rosso.
“Elena, ti senti bene?” Chiese Chuck.
“Sì, si sente benissimo! Ecco, a questo punto io e Chuck dobbiamo parlare in privato di una cosa che abbiamo lasciato in sospeso.”
“Davvero?”
Lo trucidai con lo sguardo.
“Sì Chuck, seguimi e non fare domande!”
Lo trascinai sorridendo via dai due ed  iniziai a pizzicargli le orecchie per la sua stupidità.
Intanto la camminata era ripresa ed io e Chuck andammo più avanti rispetto agli altri.
“Allora, cosa dovevi dirmi?” Mi chiese.
Lo fissai impazientita.
“Non l’hai ancora capito? Era solo una scusa per far stare soli Elena ed il tuo caro amico!”
“O è questo, oppure volevi stare sola con me …”
Mi misi a ridere.
“Certoo, come no!”
“Cosa ci sarebbe di male?” Chiese serio.
“Emh. Tutto?
Comunque, sai se Seb ha relazioni o  è interessato a qualche ragazza?”
Chiesi furtiva.
Lui ci pensò un po’ su, poi rispose.
“No, credo che non le interessi nessuna. Perché? Per caso sei interessata a lui?”
Cominciai a chiedermi come mai seguissi i video di quel ragazzo!
“Ceerto … che no! E’ per Elena, furbone!”
“Ad Elena piace Sebby?”
Si poteva intravedere lo stupore dai suoi occhi.
Annuii.
“Secondo te perché ti avrei preso da parte lasciandoli a parlare da soli?!”
“Ah. Già …”
Per tutto il resto del percorso di ritorno non facemmo altro che discutere di quanto stessero bene i due piccioncini.
Tornati al rifugio, andammo incontro ai due.
“Heilà! Dove vi eravate cacciati?” Domandò Seb con tono interrogativo.
Guardai Chuck e poi Elena.
“Noi eravamo … sì, insomma …” Iniziai io.
“Abbiamo parlato di nuove idee per dei video interessanti!” Disse infine Chuck, salvando la situazione.
“Dopo me le dirai anche a me?” Fece Seb.
“Certamente, quando vuoi!
Però adesso rubo un attimo la mia amica e ci si vede a cena.”
Detto questo presi per mano la mia amica e andammo in tenda.
“Allora? Com’è andata?” Chiesi agitata.
Accennò ad un piccolo sorriso e poi tornò seria.
Io ero pronta ad ascoltare a tutta orecchie, a sentire il ‘verdetto’ finale.
“Abbiamo parlato di quell’argomento e Seb mi ha confessato che …”
 
 
Angolo dell’autrice: All’inizio della prima stesura non volevo dare tanto spazio alla coppia Elena/Seb perché volevo approfondire i sentimenti di Erika, poi mi sono decisa e ho dedicato questo capitolo proprio a loro due.
Cosa ve ne pare? ( Le recensioni sono molto gradite.)
Grazie a chi recensisce e a chi sarà regolare a farlo!
EleRigoletto.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Incomprensioni ***


“Seb mi ha detto che gli interesso!” Squittì.
Il suo sguardo sprizzava gioia.
“Davvero?” Domandai entusiasta e molto felice della confessione del ragazzo.
“Sì. Abbiamo parlato e mi ha detto che sono interessante e gli ho detto che anch’io penso questo di lui e dato che abbiamo un futuro davanti a noi, possiamo iniziare a frequentarci conoscendoci man mano.”
La sua voce era alta e squillante, segno che doveva essere molto felice.
L’abbracciai, dopo andammo a lavarci e poi a prepararci per la cena.
Quando ci sedemmo a tavola, Seb ed Elena si misero vicini.
Erano così carini!
Ero estremamente contenta per i due, ma questo mi rendeva anche un po’ triste per il fatto che questa gita stava piacendo a tutti tranne che alla sottoscritta.
Per tutto il tempo feci finta di ascoltare e soprattutto di essere interessata all’argomento, qualunque esso fosse.
Quando andammo a sparecchiare, per sbaglio mi cadde un po’ di avanzo sulla maglia.
“Scusa!” Mi disse pregante Marco, un compagno dell’altra classe con cui andavo all’asilo.
Sembrò quasi fatto apposta.
Alzai le spalle non curandomene.
“Pazienza, dovrò bruciare la felpa.” Dissi scherzando.
Marco mi guardò serio e anche preoccupato.
“No! Perché? Te la lavo io giù al fiume!”
Mi scappò una risata.
“Stavo solamente scherzando, eh!”
Lui mi prese per la manica e insistette.
“Veramente, ti ho sporcato la maglia e adesso ci penso io.”
Lo guardai ancora un po’ scettica.
“Prometto di stare attento a non combinare disastri e quando sarà asciutta ti starà ancora bene!” Si mise la mano sul cuore ed il petto all’infuori.
Ci mettemmo a ridere.
“Se insisti tanto …” Dissi infine.
“Ok, io adesso vado con gli altri a fare un giro, quando ho finito ti vengo a cercare e mi dai la maglia.”
“Ok.”
“Ciao Erika!”
Lo salutai e andai dagli altri.
Era più o meno dalla terza media che non parlavo più con lui.
Insomma, smettemmo di vederci spesso e si crearono nuove amicizie lontano l’uno dall’altro.
Elena mi venne incontro.
“Quello era per caso Marco della 4°C?”
Annuii.
Notai che Chuck mi stava guardando male, invece Seb mi sorrise.
“Chi sarebbe questo Marco?” Chiese poi furtivo.
Elena, che proprio non poteva fare a meno di stare zitta, gli confessò della mia vecchia cotta per quel ragazzo.
Notai che mentre gliene parlava, Chuck sembrava distaccarsi e non accennò mai ad un sorriso.
“Capito …” Disse soltanto, prima di sparire con Seb ed Elena a fare una passeggiata, mentre io corsi a cambiarmi.
Dopo essermi tolta di dosso la maglietta sporca, essermi cambiata di fretta e furia, riuscii ad uscire a fare un giretto.
Non vedendo più gli altri andai per conto mio.
Passata circa una mezz’oretta, mi ritrovai seduta sotto un albero, vicino al fiume.
Prima che potessi deprimermi per essere rimasta lasciata sola, ci pensò Marco a tirarmi su il morale.
Mi venne in contro e per sbaglio poggiò male il piede e cadde davanti a me.
Lo aiutai a rialzarsi ed entrambi cominciammo a ridere.
“Bell’entrata, no?” Fece lui, tutto fiero, mentre si sedeva accanto a me.
“Forse la caduta potevi farla con più classe.” Lo presi in giro.
“La prossima volta mi impegnerò di più per farti ridere!”
La prossima volta … voleva forse dire che ci saremmo visti di nuovo?
“Che c’è?” Mi fece poi, sapendo che lo stavo guardando attentamente.
“Niente!” Mi affrettai a dire.
“E’ da tanto che non ci vediamo, eh?” Disse lui, cambiando completamente discorso.
Annuii.
“Non ricordavo quanto fosse piacevole sostenere un dialogo con te.” Continuò poi, quasi come se stesse parlando tra sé e sé ad alta voce.
Mi venne naturale sorridere.
I suoi occhi erano puntati sui miei, mi sentivo un po’ a disagio, ma non lo diedi a vedere e feci finta di niente.
Come se avesse intuito il mio disagio, pensò a risolvere la situazione con una barzelletta che ci fece ridere tutti e due.
Ad un tratto sentimmo un rumore, un ramo spezzarsi.
Mi alzai per  andare a vedere e riconobbi le converse nere di Chuck che stavano scattando avanti nella penombra, pronto a fuggire per non farsi vedere.
Accanto a me si manifestò subito Marco, un po’ confuso da ciò che era successo.
Mi guardò interrogativo.
“Perché Chuck Comeau è scappato?” Chiese lui.
Alzai le spalle, girandomi ancora a guardare in penombra.
“Poteva unirsi a noi, ci saremmo divertiti di più.”
In quel momento, in quel preciso momento, capii che Marco era rimasto il solito ragazzo “alla buona” di sempre, pronto a fare nuove amicizie e ad aiutare chiunque.
Mi fece così tanto piacere avergli parlato ancora, che per il resto della serata non facemmo altro che ricordare i vecchi tempi.
Scaduto il coprifuoco, ritornammo al campo.
Lo salutai amichevolmente e mi diressi verso la tenda.
Appena la aprii, scoprii che Elena non era proprio da sola, ma bensì in compagnia di Seb.
Decisi, quindi, di lasciarli in pace e me ne andai fuori.
Andai a cercare Chuck e lo trovai intento ad aggiustare la cerniera del sacco a pelo.
“Heey!” Dissi io.
Lui alzò gli occhi giusto il tempo per guardare chi fosse, poi li riportò sul sacco a pelo.
Mi inginocchiai accanto a lui.
“Ti ho visto prima … al lago.” Dissi, poi.
Lo guardai mentre cercava di ignorare ciò che avevo appena detto.
“Ah. Bene, non volevo disturbarti.” Disse quasi sottovoce, come se gli dispiacesse sul serio.
Lo guardai e non capii le sue parole di sfida.
“Insomma, che cosa c’è? Cos’è che ti crea fastidio? Ho fatto qualcosa di male?”
Lui mi guardò confuso, come se volesse dirmi qualcosa ma che non riusciva a spiegare.
“Non .. non sei tu, sono io.
E’ strano dirlo ad una persona che conosco da poco, ma è come se avessi qualcosa che non funziona.
In quel momento, volevo solo proteggerti e così ti sono venuto a cercare e quanto ho visto che ti trovavi con il tuo amico, beh. ero rassicurato e me ne sono andato.”
Non pensavo che Chuck potesse essere così preoccupato, certo che doveva essere proprio un buon amico.
E’ vero, a volte sembra un po’ superficiale,ma non lo è affatto e da come tratta Seb, beh. si direbbe che lo tratta come un fratello.
“Vedi, se mi lego almeno un po’ ad una persone, o se semplicemente mi interessa almeno un pochino, ho questo difetto di proteggerlo anche se riesce a farlo benissimo da solo.”
Continuò lui.
Sorrisi.
“Che c’è?”
“Niente. E’ solo che sei veramente gentile, non ti facevo così … così protettivo.”
Dissi.
Lui alzò il sopracciglio destro e mi guardò con un’aria da finto offeso.
“Come dici, scusa? Io sono il migliore amico di tutti i fan.
Chiedi a Seb come parlo bene di voi ogni volta che mettete un like ai nostri post.”
“Aaah. Già, quindi io sono una semplice fan e non una tua amica?”
Lui si girò e ci alzammo tutti e due.
“No, certo che tu sei una fan … ma una fan amica!”
Detto questo, inaspettatamente, mi abbracciò.
“Ok, ora vado a letto se no domani non mi alzo più.” Confessò lui.
“Già, lo stesso vale per me.
Mi dispiace per il tuo amico, ma credo proprio che dovrò cacciare Sebby dal mio materasso!”
“Fallo, sempre se ci riesci.
Ora che si sono trovati,sono peggio delle cozze.”
Risi.
“Era buona questa!”
“Ovvio, è la mia battuta.”
Finimmo il discorso così, ridendo ad un ultima baggianata detta per scherzare.
 
Angolo autrice: Vi avviso, questo capitolo è stato vittima dei miei ‘scleri’ più totali, è stato anche riscritto più e più volte.
*Sento già ridere il mio computer per tutte le volte che non salvavo e mi si cancellava da capo tutto,  così  cambiavo ogni volta qualcosa e le idee precedenti se ne andavano insieme alla mia pazienza.
Comunque sia, grazie a tutti i “seguaci” di questa F.F , siete i migliori!
Ele!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** L'ultimo giorno si avvicina ... ma con una piacevole sorpresa! ***


Il giorno seguente si prospettò una mattinata piena di attività all’aria aperta, gare, pescate e tanto altro.
Era il nostro penultimo giorno, e come direbbe il professor Corradi: “Viviamo appieno la nostra giornata!”
Vivemmo intensamente quella giornata, lo facemmo perché lo scopo per cui eravamo venuti qui era per conoscerci bene l’un l’altro, per legare tra di noi, per imparare a ‘separarci’ dalla vita fatta di comodità , per concentrarci, invece,  sulla vita naturalistica.
Quel giorno restai un po’ in disparte dagli altri e mi concentrai sulla ‘famosa’ gara che ci aspettava e per cui ci eravamo allenati i giorni precedenti.
Seb ed Elena, ovviamente, restarono appiccicati tutto il santo tempo, mentre Chuck, con mia piacevole sorpresa, parlò con Marc e si allenò con lui.
Adesso direte sicuramente che sarò stata scorretta a cercare di origliare i loro discorsi, ma se vi dicessi che non è andata proprio bene, cosa mi direste?
Ecco, dopo vari tentativi ci rinunciai e mi appartai in un angolino.
Poco dopo si avvicinò Elena che non ci pensò due volte a farmi notare la familiarità con cui i due si parlarono.
“Pss.” Mi fece lei.
“Dimmi.”
“Hai visto?”
“Visto cosa?” Dissi io.
“Hai visto quei due?” Riferendosi a Marc e a Chuck.
La guardai stranita. “Sì e allora?”
Strabuzzò gli occhi come se fosse una cosa fuori dal normale.
“Non ci arrivi? Stanno parlando chiaramente di te!”
“Emh. Non credo proprio.”
Ad un certo punto mi guardò con fare superbo.
“Allora se non parlano di te, di che cosa dovrebbero parlare?”
Già, per Elena o era tutto bianco, o era … tutto bianco!
“Avranno pur qualche cos’altro da dirsi, non credi?”
Spiegai un po’ sarcasticamente, tanto per non perdere la pazienza con la mia amica.
Prima che potesse confutare la mia tesi con chissà quali teorie strampalate,ci pensò Seb a ‘liberarmi’ dalla mia amica.
“Siete pronte?” Chiese lui rivolgendosi a noi.
“Io sì!” Disse convintissima Elena.
“Io sono agitata …” Ammisi.
“Io non so come farò a superare lo stadio dell’ultimo arrivato.” Parlò per ultimo Seb.
Lo guardai con tenerezza e mi avvicinai per circondargli le braccia al collo come farebbe una mamma. “Oh. Non dire così Sèbastien, sappiamo tutti che non arriverai ultimo!”
Lui mi sorrise e poi il nostro abbraccio si sciolse.
“Grazie Erika che credi in me!”
Sorrisi di rimando prima di abbandonare la conversazione e di allontanarmi per dare spazio ai due.
Corradi ci ricordò che la gara si svolgeva nel campo dietro alle tende e che mancavano esattamente due minuti prima dell’inizio ufficiale.
Inutile dire che andai in crisi e cercai di fare più pratica possibile.
Arrivò il fatidico momento, la gara era iniziata e ormai tutti noi eravamo in grosse file per aspettare il nostro turno.
La gara consisteva in tre step:
  • La corsa tra due sfidanti;
  • La staffetta;
  • Resistenza e tiro con l’arco (messo a disposizione dalle attrezzature sportive del campo).
La gara durò due ore e sarebbe inutile dire che certamente non vinsi.
Feci un discreto percorso, nella corsa arrivai persino prima, ma  non fui abbastanza brava da eccellere anche negli altri due step.
Finita la gara ci furono le premiazioni e vennero premiati Marc e il mio compagno di classe Filippo.
Giunta al termine anche la consegna dei premi, ci dirigemmo a tavola e Corradi ci fece trovar pronta una cenetta a base di pesce pescato al mattino e brodino con varie zuppe.
Purtroppo dovetti sedermi lontano da Elena e dagli altri, perché mi posizionarono vicino ad una ragazza un po’ chiacchierona che non smise un attimo di farmi sapere quali ingredienti si trovassero nelle pietanze.
Cercavo di parlare d’altro, ma era come se non mi stesse a sentire.
“… E come ti dicevo c’è anche un pizzico di pepe.”
Annuii e sorrisi, sperando che la smettesse e chiedendomi che cos’avessi fatto di male per meritarmi questo.
All’improvviso, poco prima che arrivasse il dolce, mi venne in contro Chuck.
In quel preciso momento lo adorai e mi sentii sollevata, perché la ragazza era passata ad argomenti più imbarazzanti.
“Grazie per avermi salvato!” Dissi dopo, abbastanza lontano da poter parlare.
“Vedi, sei in debito con me.” Si vantò, facendo finta di essere sfacciato.
“Mi rimangio ciò che ho detto se non la pianti.”
Ci sedemmo sul tronco fatto a dondolo vicino all’infermeria.
“Allora? Perché mi hai portata qui?” Chiesi incuriosita.
Alzò le spalle. “Non è abbastanza averti salvato la vita? Devi anche fare domande?”
Ovviamente rinnegai.
“Beh. ti ho vista da lontano e mi sembravi abbastanza annoiata, mi hai fatto tenerezza e ho deciso di approfittarne per fare un giretto.”
Mi concentrai solo sul: “Mi hai fatto tenerezza.”
“Cosa?” Dissi. “Solo perché ti ho fatto tenerezza?
Soprattutto, io ti faccio pena?”
“Nonono!” Fu subito pronto a dire.
“C’è una grande differenza tra pena e tenerezza.”
Lo guardai accigliata.
“Ti ho portata qui anche per parlarti.” Ammise con aria impacciata.
“Dimmi.” Dissi.
Era da giorni che avevo la strana sensazione che mi dovesse parlare, come se volesse dirmi qualcosa che non voleva nominare.
“Io te lo dico, ma tu non ti devi arrabbiare.”
“Dipende.”
“Come dipende? Vuol dire che ti potresti arrabbiare?” Chiese preoccupato.
“Ma no! Scherzo e lo sai anche tu …
Dimmi e basta, senza pensarci troppo.”
Lui si fece più serio,dal suo viso non trapelò più nessuna emozione e si tirò più in alto.
“Mi piaci!” Disse tutto d’un fiato.
Lo guardai, non capendo cosa volesse intendere.
“Anche tu mi piaci. Sei simpatico, divertente e …”
“Sì, ma tu mi piaci nell’altro modo.”
Rimasi impietrita, le parole non vollero uscire dalla mia bocca e mi ritrovai imbambolata accanto a lui.
“E’ imbarazzante, ma accetto tutte le possibili reazioni.”
Com’era carino!
“Chuck”
“Che c’è?”
“Sei sicuro di ciò che hai detto?”
“Sì.” Ammise un po’ a  disagio.
“Perché?”
Non risposi,  mi precipitai fra le sue braccia e gli diedi un bacio.
Un gesto meccanico, senza pensarci, perché se lo avessi fatto, mi sarebbe mancato il coraggio per farlo.
“E questo?”  Chiese lui, accennando un sorriso.
“Beh. ho sempre desiderato potermi fidanzare con uno Youtuber!” Ammisi scherzosa, prima di abbracciarlo ancora.
Ci mettemmo a ridere insieme, prima di ritornare dagli altri mano nella mano.
 
Angolo autrice:  Ecco pubblicato anche il sesto capitolo di questa F.F
Oggi ho voluto deliziarvi con un po’ di romanticismo alla “mia” maniera.
Spero vi piaccia!
Ringrazio chi commenta sempre, anche se ultimamente solo una persona l’ha seguita, ed è per questo che le dedico il capitolo! ;D
Prima di lasciarvi, volevo chiedervi un parere personale:
Qual è il vostro personaggio preferito, o  quello che vi piace di più della F.F? E perché?
(Sempre se lo avete, chiaro!)
Fatemi sapere.
Ele.
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2667436