Il massacro

di fly90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


IL MASSACRO.



Erano le sette di sera e il supermarket era pieno di gente che faceva le commissioni o semplicemente faceva un giro.

Joanna era andata a fare un giro prima di cena con Lena, la sua migliore amica, era da tempo che voleva comprare il nuovo cd del suo gruppo preferito e per averlo aveva fatto qualche ora in più nel negozietto dello zio.

Era ancora presto per tornare a casa così decisero di prendersi un gelato nel bar del supermarket perciò si diressero verso le casse quando Lena vide un vestitino carino e la obbligò a fermarsi per provarlo.

E dai Jo! Scommetto che mi starà da dio, devo provarlo!” La supplicò con la faccia da cucciolo.

Joanna non sapeva proprio resistere a quel faccino che le faceva sempre Lena quando voleva qualcosa.

E va bene ma il gelato lo paghi tu.” Le rispose porgendole il vestito rosso fuoco con una smorfia impertinente.

Sei proprio una ricattatrice Jo!” Le disse Lena mentre con una linguaccia prendeva il vestito e se lo accostava al corpo.

Dai sbrigati! Corri a provarlo sennò ti lascio qui e mi mangio sia il mio che il tuo di gelato.” La minacciò corrugando la fronte e cercando di restare seria.

Lena non rispose e si fiondò nel primo camerino libero.

Due secondi dopo ritirò la tenda ed uscì con addosso il vestitino leggero che le metteva in risalto le curve pronunciate.

Cavolo Lena sei uno schianto!” Sussurrò Joanna ammirata.

Lena era una bella ragazza bionda con gli occhi nocciola ed un fisico decisamente da bomba sexy.

Per questo l'aveva sempre ammirata.

Lei invece era l'opposto mora con gli occhi azzurri ed un fisico asciutto con poche curve.

Non era brutta solo era meno appariscente dell'amica.

Grazie! Penso che lo comprerò.” Le sorrise Lena estasiata.

Mentre stava per rientrare nel camerino si bloccò a guardare un gruppo di uomini decisamente enormi e muscolosi appena entrati.

Facevano paura, sembravano indiani ma decisamente poco amichevoli dalle facce.

Come se non bastasse si guardavano attorno corrucciati digrignando i denti a chi osava guardarli con apprensione.

Le due ragazze si scambiarono un occhiata preoccupata.

Lena se sbrigò a rientrare nel camerino per cambiarsi mentre Joanna si guardava intorno cercando di non fissare gli indiani.

Un brivido le percorse la schiena mentre le passavano dietro dirigendosi nella corsia dell'attrezzatura per lo sport.

Stai calma Jo! Sono solo persone un po' bizzarre tutto qui.” Si disse mentre si stringeva le braccia al corpo.

Lena uscì dal camerino guardandosi attorno con aria ansiosa.

Era evidente che l'arrivo di quegli uomini aveva innervosito anche lei.

Meglio andare a casa.” Sussurrò prendendola a braccetto e stringendola più del dovuto.

Si, lo penso anche io.” Rispose Joanna a mezza voce.

Un fracasso tremendo alle loro spalle le fece trasalire.

Sentirono la gente che urlava di dolore e paura.

Si girarono di scatto e ciò che videro gelò loro il sangue nelle vene.

I sei indiani avevano ognuno raccolto degli oggetti e con essi stavano menando colpi a chi gli capitava sotto mano.

Una vecchietta era stesa a terra con la testa fracassata da un colpo di mazza da baseball menata da quello più grosso del gruppo, esso reggeva con entrambe le mani la mazza insanguinata guardando la prossima vittima.

Un altro aveva preso un coltello da cucina dalla lama enorme e lo aveva piantato in pieno petto ad un uomo che cercava di proteggere il proprio figlio che ora urlava disperato.

Il fragore arrivava anche dai reparti vicini segno che anche gli altri componenti del gruppo stavano massacrando chiunque.

Le due ragazze fecero qualche passo indietro cercando di passare inosservate in mezzo alla confusione.

Lena si mise una mano sulla bocca per impedirsi di urlare quando l'uomo armato di coltello tagliò la gola ad una ragazza inondando il pavimento di sangue che prese a zampillare dallo squarcio.

Joanna non fu abbastanza sveglia e urlò mentre si girava e iniziava a correre a perdifiato verso l'uscita.

Mentre Lena si preparava a seguirla scorse con la coda dell'occhio uno degli indiani che la guardava con sguardo crudele.

Non si rigirò più almeno finché non fu vicino alla cassa dove una cassiera era rintanata sotto di essa tremante e in lacrime.

Allora si guardò dietro e vide l'indiano avvicinarsi con una catena tra le mani.

Presa dal panico afferrò la ragazza per il polso e la costrinse ad uscire dal nascondiglio.

Andiamo sbrigati, dobbiamo uscire da qui o moriremo!” Le urlò contro mentre se la tirava dietro.

Si misero a correre all'impazzata mentre l'indiano serro la catena intorno al collo di un altro cassiere che aveva cercato di fermarlo invano.

Si unirono a Joanna che correva più veloce che poteva verso la propria auto.

Cercò freneticamente nella borsa ma delle chiavi non vi era traccia.

D-devo aver perso le c-chiavi mentre correvo, la borsa era aperta e...” Si interruppe in preda alle lacrime.

Due ragazzi sfrecciarono loro affianco dirigendosi verso una macchina scura.

Due indiani uscirono dalla porta di corsa individuandoli subito.

Vi prego portateci con voi!” Gli gridò dietro Lena mentre prendeva uno dei due ragazzi per un braccio.

Salite presto!” Acconsentì il ragazzo spingendole frettolosamente ad entrare e sbattendo la portiera appena prima che l'amico sgommasse a tutta velocità fuori dal parcheggio.

Ai due indiani si unì un terzo e insieme si diressero ad un grosso pick up arancione inseguendoli.

Ci stanno seguendo! Ma perché?” Bofonchiava la cassiera guardando dietro dove il grosso mezzo usciva dal parcheggio diretto verso di loro.

Cazzo! Pazzi svitati!” Urlò il ragazzo alla guida.

Accelerò ulteriormente sbandando mentre imboccava l'incrocio che li portò sulla strada principale.

Lena si strinse contro Joanna tremante chiedendole di dirle che era solo un sogno e presto si sarebbero svegliate.

Joanna intanto cercava di calmare le due ragazze costringendosi a sembrare quella forte anche se dentro aveva una paura terribile mai provata prima.

Prese la testa della cassiera tra le mani guardandola fissa negli occhi.

Come ti chiami?” Le chiese tenendole stretta le testa per impedirle di sottrarsi al suo sguardo.

M-mi chiamo Deanna. Ci uccideranno tutti!” Urlò quella scuotendo la testa nel tentativo di liberarsi.

Ascoltami Deanna devi calmarti o non sarai di nessun aiuto ok? Ti prometto che andrà tutto bene.” Le disse mentre le asciugava le lacrime con i pollici.

Deanna parve calmarsi un poco e fece segno di si con la testa.

Non appena la lasciò si accasciò sul sedile con lo sguardo fisso sul sedile davanti a se in stato di schock.

Lena piangeva in silenzio accanto a lei e per infonderle un po' di forza le strinse forte la mano nella sua sentendo la stretta dell'amica rafforzarsi.

Davanti i due ragazzi erano chiusi nel mutismo.

Greg era concentrato sulla guida scansando una dopo l'altra le auto troppo lente e guardando di continuo nello specchietto retrovisore per controllare che il pick up non fosse troppo vicino.

Adam al suo fianco stringeva i pugni sulle cosce cercando di non dare di matto.

Gli indiani erano ancora abbastanza lontani nonostante andassero come il vento per raggiungerli.

Per fortuna rimasero intrappolati dietro ad un grosso camion mentre l'auto di Greg sfilava a tutta velocità sulla strada lasciandosi tutti i veicoli dietro di sé.

Ascoltate sto cercando di andare a casa, abito ad una mezz'ora da qui in un posto abbastanza isolato dove non credo ci troveranno mai. Li abbiamo seminati ma per precauzione meglio che continuiamo a procedere a velocità sostenuta. Non credo si arrenderanno tanto facilmente.” Disse loro Greg mentre guardava ogni due secondi nello specchietto.

L'unica che rispose fu Joanna che riuscì a sussurrare un debole si.

Il rumore del motore al massimo copriva i lamenti di Deanna ed il pianto di Lena, lo stridore dei freni le faceva ghiacciare il sangue per paura di finire fuoristrada.

Non potevano permettersi di perdere la macchina, unica via di scampo.

Greg si stanno avvicinando cazzo!” Urlò all'improvviso Adam guardando dietro.

Il ragazzo sollevò lo sguardo distinguendo un puntino arancione a diversa distanza.

Cazzo, sono quasi al massimo non posso andare più veloce!” Farfugliò Greg mentre spingeva ancora sull'acceleratore quasi volesse farlo uscire dall'auto aprendovi in buco.

Ok ok, cerchiamo di stare calmi, tra un paio di curve c'è una stradina laterale che imboccherò per depistarli anche se allungherà di dieci minuti il percorso. Siete d'accordo?” Chiese loro Greg con il cervello che lavorava a mille.

Tutti acconsentirono non trovando altra via d'uscita a quella situazione.

Non appena superata l'ultima curva Greg inchiodò prendendo una stretta stradina laterale alquanto malandata sollevando un gran polverone e rimbalzando sugli ammortizzatori.

Deanna sbatté la testa contro il finestrino tagliandosi la fronte e premendola con la manica della maglietta per fermare il sangue.

Tutto bene?” Le chiese Adam guardandola preoccupato.

S-si, è solo un taglietto.” Borbottò la ragazza mentre tratteneva un lamento penoso al contatto del tessuto con la ferita.

Joanna guardava preoccupata dietro di sé cercando di capire se gli indiani avessero capito il diversivo o se avessero proseguito sulla strada principale.


Per un quarto d'ora dietro di loro ci fu solo la strada finché un puntino chiaro non entrò nella visuale di Joanna.

R-ragazzi, credo che ci abbiano trovato.” Urlò mentre strizzava gli occhi cercando di vedere meglio il veicolo dietro di loro.

Greg si sistemò nervoso sul sedile maledicendo la macchina e gli indiani mentre accelerava ancora bruscamente.

Joanna era praticamente sicura che fossero proprio gli indiani nonostante non riuscisse a vedere bene perché troppo lontani.

Sarebbe finito quell'incubo?



ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi qui con un altra storiella appena sfornata per voi.

Mi auguro che sia abbastanza avvincente la trama.

Preannuncio che non sarà lunghissima questa storia, giusto un paio di capitoli.

Che dire?

So che è piuttosto strana la trama ma mi è venuta in mente un giorno così per caso e non ho potuto non scriverla.

Volete sapere come finisce?

Beh, allora dovrete leggere il prossimo capitolo:-)

Un bacione dalla vostra Fly90



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Capitolo 2
*** 2 ***


IL MASSACRO.


PARTE SECONDA.


La stradina si diramava in altre strette strade ma Greg pensò che cambiare strada ora non li avrebbe aiutati molto.

Dovevano raggiungere casa sua al più presto, lì si sarebbero barricati e sarebbero stati al sicuro.

Inoltre in cantina aveva un grosso fucile e se fosse stato necessario l'avrebbe usato.

In ogni modo pensava che li avrebbe seminati prima di arrivare alla casa.

Lena si stava riprendendo e aveva smesso di piangere non osando però lasciare la mani di Joanna.

Deanna dal canto suo ogni tanto si tamponava la ferita nonostante non sanguinasse più come se sentire il dolore la aiutasse a calmarsi.

Adam guardava nervoso dietro cercando di calcolare quanto lontano fossero gli indiani da loro.

Cazzo Greg sono troppo vicini!”

Lo so! Ma se cambio strada ci allontaneremo dall'unico posto che abbiamo per nasconderci!” Il ragazzo guardò l'amico per un attimo il quale annuì deciso.

Si, hai ragione, è l'unico modo.” Disse con voce roca mentre stringeva nuovamente i pugni sulle cosce.

Il pick up sembrava avvicinarsi sempre di più e Greg iniziò a pensare che non ce l'avrebbero fatta.

La sera stava calando velocemente e tra poco sarebbe stato buio rendendo ancor più difficile guidare a quella velocità.

Mancava ancora una ventina di minuti per arrivare a casa sua e pregò che riuscisse a tenerli a quella distanza se non addirittura a seminarli.

All'improvviso all'uscita della curva si trovò davanti una piccola utilitaria che procedeva lenta costringendolo ad inchiodare per non tamponarla.

Accidenti!” Imprecò Greg mentre si apprestava a sorpassarla.

L'uomo alla guida dell'utilitaria maledisse loro gesticolando furioso.

Vai vai!” Urlò Adam premendo con il piede un acceleratore immaginario.

L'auto dietro di loro suonò varie volte il clacson prima di sparire velocemente dalla loro vista.

Sperò con tutto il cuore che l'anziano servisse loro ad guadagnare un po' di distanza in più.

Senza guardarsi indietro premette ancor più a fondo sull'acceleratore mentre Joanna pregava per l'uomo sulla piccola vettura, sentiva che gli sarebbe capitato qualcosa di brutto.


Gli indiani si avvicinarono a folle velocità all'utilitaria senza rallentare minimamente e tamponandola con forza.

L'uomo cercò disperatamente di mantenere il controllo dell'auto senza risultato, la piccola auto sbandò speronata dal pik up e uscì definitivamente di strada schiantandosi contro un grosso albero.

Per l'anziano era ormai troppo tardi, il colpo risultò fatale.

Gli indiani risero sguaiatamente osservando l'intera scena, tutti tranne quello al volante che invece guardò davanti a sé con sguardo spietato, aveva ben altri modi per divertirsi e presto avrebbe messo le mani su quei ragazzi e allora si che sarebbe cominciato il vero divertimento.


Lena prese a guardare febbrilmente dal lunotto posteriore aspettandosi da un momento all'altro spuntare il muso del pik up dietro ad ogni curva.

Joanna le strinse ancora più forte la mano quasi a stritolargliela.

Lena non guardare, serve solo a perdere la testa. Vedrai che ce la faremo.” Le sussurrò ormai incapace di trovare la voce necessaria.

La ragazza non rispose e si limitò a volgere lo sguardo verso Deanna che fissava il sedile anteriore dondolando leggermente come in trans.

Non poté fare a meno di cercare di farsi forza se non per lei stessa almeno per dare coraggio a quella ragazza così spaventata che avevano trascinato via da quell'incubo prima che fosse troppo tardi.

Dio solo sa cosa ne sarebbe stato di lei se non fosse riuscita a scappare.

Nella sua mente rivide le teste spaccate, le gole squarciate e il rumore delle ossa rotte.

Un brivido le corse lungo la schiena alla sola possibilità che gli indiani li avrebbero raggiunti.


Era ormai scesa la notte e Greg aveva acceso i fari per poter vedere dove andava nel buio pesto che li circondava.

Intorno a loro solo vegetazione fitta che lasciava il posto ad una stretta strada di campagna.

Nessuno fiatava più da diverso tempo incapaci anche solo di formulare pensieri logici.

Ognuno aveva in testa pensieri diversi ma tutti erano impregnati di morte.

Dietro di loro non si vedeva nessuno a parte un paio di fari lontani ma che viaggiavano a forte velocità.

Tutti sapevano che gli indiani erano ancora dietro di loro ma nessuno osò dirlo a parole per non spaventare gli altri che comunque già sapevano.

All'improvviso Greg sterzò verso una stradina ancor più stretta percorrendola fino in fondo dove due grossi alberi sbarravano loro la strada.

Ma che cazzo fai?” Gridò Deanna con voce stridula.

Ma che...” Le fece eco Joanna interrompendosi quando Greg spense i fari ed il motore.

Se loro proseguono senza vederci potremo finalmente seminarlo capite? So che è rischioso ma da qui con questo buio è impossibile che ci vedano.” Mormorò il ragazzo voltandosi per guardare Joanna negli occhi.

Adam annuì così come Joanna.

Lena sembrava aver piena fiducia in quel ragazzo come se lo vedesse sotto forma di eroe.

Ha ragione, è un modo per depistarli. Se proseguono basterà aspettare un po' e dirigerci poi a casa sua senza essere in pericolo mentre se andavamo avanti probabilmente li avremmo solo portati lì e non saremmo stati al sicuro.” Decretò con voce decisa senza la minima venatura di paura.

Ora era lei ad essere la più forte insieme a Greg.

Deanna scosse la testa impaurita rimettendosi a piangere sommessamente.

Joanna le strinse un braccio intorno alle spalle sussurrandole che sarebbe andato tutto bene anche se non ne era certo sicura.

In silenzio scrutarono tra gli alberi cercando di cogliere il passaggio di un veicolo.

Ad ogni minimo movimento scattavano come colpiti da una scossa elettrica tesi quanto una corda di violino.

Deanna incrociava le dita come i bambini serrando gli occhi così forte che macchie di colore le esplosero dietro alle palpebre.

Vedo una luce, si stanno avvicinando.” Balbettò nervoso Adam stringendo più forte i pugni tanto da farsi male.

Trattennero il respiro e fermarono ogni muscolo del loro corpo in attesa.



ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo che spero vi piaccia.

Come di consueto ho deciso di interrompere il capitolo proprio sul più bello che ne dite?

Sono una gran burlona eh?! :-)

Non vi preoccupate perché presto saprete cosa ne sarà dei nostri cinque ragazzi.

Saranno riusciti a farla agli indiani o loro saranno più scaltri?

Lo scoprirete nel prossimo capitolo.

Un bacione dalla vostra Fly90.


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Capitolo 3
*** 3 ***


IL MASSACRO.


PARTE TERZA.




Vedo una luce, si stanno avvicinando.” Balbettò nervoso Adam stringendo più forte i pugni tanto da farsi male.

Trattennero il respiro e fermarono ogni muscolo del loro corpo in attesa.

In quel momento avrebbero sentito anche una mosca volare tanto si trattenevano dal fare qualsiasi tipo di rumore immobili come statue e con gli occhi puntati verso la strada.

Un fascio di luce illuminò un punto a diversa distanza da loro e una sagoma si stagliò per una manciata di secondi prima di proseguire a tutta velocità.

Nonostante fossero chiaramente passati oltre senza vederli nessuno osò parlare prima che fossero trascorsi almeno tre minuti buoni poi lasciarono andare il fiato.

Adam emise una risata nervosa abbracciando l'amico sollevato.

Sei un cazzo di genio!” Esclamò in preda all'euforia.

Anche le ragazze si lasciarono andare ai festeggiamenti abbracciandosi l'un l'altra e incoraggiandosi che ormai era tutto finito.

Un forte rumore proveniente da destra li fece letteralmente saltare sui sedili.

Con il cuore in gola guardarono attraverso i finestrini pietrificati.

Era possibile che si fossero fermati prima per far scendere qualcuno di loro e simulando di essere cascati al loro tentativo di depistaggio?

Ci fu silenzio, un silenzio pesante e pieno di aspettative.

Il rumore scosse nuovamente il silenzio.

Cazzo ci hanno visti!” Lena avvicinò il viso al finestrino sporgendosi per vedere qualsiasi movimento nel boschetto.

Greg abbassò di un centimetro il finestrino per ascoltare meglio.

Qualcosa o qualcuno si agitava tra un gruppo di cespugli a qualche metro dall'auto, Adam poteva vedere chiaramente le foglie muoversi come sollevate da una brezza.

Sembrava che qualunque cosa fosse si stesse apprestando ad uscire allo scoperto.

Greg mise istintivamente la mano sulla chiave di accensione pronto ad accendere il motore.

Chiudi il finestrino ti supplico!” Pigolò Deanna frignando come un bambino.

Nemmeno Joanna riusciva a trovare il coraggio di distogliere gli occhi da quei cespugli preparandosi a vedere l'orrenda faccia di uno degli indiani armato di macete e pronto ad ucciderli uno ad uno.

Calcolò la distanza tra lei e la portiera, da lì avrebbe potuto correre e nascondersi tra il fitto fogliame nella speranza di non essere vista.

Solo che Lena ostacolava il passaggio.

L'indiano avrebbe attaccato la parte anteriore o quella posteriore?

Mentre formulava questi pensieri dal cespuglio uscì un grosso cinghiale che li guardò per alcuni istanti prima di fare dietro front e inoltrarsi nel bosco.

Ma vaffanculo! Un cazzo di cinghiale di merda!” Sbottò Adam riacquistando colore.

Già, solo un grosso e stupido cinghiale!” Gli fece eco Greg lasciando ricadere la testa all'indietro mentre il respiro gli usciva ancora mozzato dalla paura.

Vi prego andiamo via da qui.” Balbettò Deanna con le mani nei capelli mentre una Lena tremante si lasciava andare ad uno sbuffo di sollievo.

Joanna si ritrovò a pensare se davvero avesse pensato anche solo per un momento di salvarsi a discapito della vita altrui.

Ok ragazzi, ora ce ne andiamo di qui. Ormai saranno piuttosto lontani.” Mormorò Greg accendendo il motore.

Lentamente la macchina tornò sulla strada illuminando la notte.

Il viaggio fu lento e cauto, erano pronti ad ogni evenienza e procedevano con prudenza per avere il tempo di nascondersi nuovamente se ce ne fosse stato bisogno.

Per fortuna gli indiani erano caduti nel tranello e i ragazzi raggiunsero finalmente casa di Greg.

Nonostante fossero ormai tranquilli nessuno fece l'atto di abbandonare l'auto ormai ferma nel vialetto.

Beh, direi che ora possiamo entrare in casa e chiamare la polizia sempre che qualcuno non l'abbia già fatto.” Mormorò Adam senza però muoversi di un millimetro.

Alla fine fu proprio Joanna la prima ad uscire scavalcando Lena.

Dopo di lei trovarono il coraggio e uscirono anche gli altri dirigendosi verso la porta scura della casa.

Una volta dentro si sentirono meglio, al sicuro.

Greg stava per accendere la luce quando la mano di Lena lo fermò.

Meglio non segnalare la nostra presenza e rimanere al buio.” Disse decisa guardandolo negli occhi.

Hai ragione.” Annuì il ragazzo.

Abbiamo lasciato al macchina in bella vista però.” Aggiunse Joanna avvicinandosi ai due preoccupata.

In effetti potrebbero riconoscerla e capire che siamo qui.” Sovvenne Adam massaggiandosi il ponte del naso pensieroso. “ La metterò in garage io. Tu ci hai appena salvati ed è ora che faccia qualcosa anche io.”

Greg gli sorrise ansioso ringraziando mentalmente l'amico e gli porse le chiavi.

Adam le prese cercando di fermare il leggero tremore della mano ed evitando lo sguardo dell'altro per paura che vi leggesse la paura che lo stava dilaniando.

Prima che potesse uscire Lena gli si fece vicino e coraggiosamente si offrì di accompagnarlo.

Il ragazzo accettò colpito dal gesto della ragazza.

Con circospezione si guardarono attorno e Adam si sistemò nell'auto mentre Lena scrutava i dintorni cercando di apparire spavalda agli occhi del ragazzo.

Adam portò la macchina nel vecchio garage dell'amico dove sarebbe stata nascosta e si diresse verso la ragazza quando qualcuno lo spinse contro il muro.

Si ritrovò faccia a faccia con un indiano armato fino ai denti.

Pietrificato sentì il cuore esplodergli in petto prima che l'indiano lo colpisse con un forte pugno in pieno viso che lo fece accasciare a terra.

Cercò di tirarsi in piedi il più velocemente possibile ma la testa gli girava fortemente impedendogli di correre.

Riuscì a svoltare l'angolo e vide il viso di Lena contrarsi in una smorfia di puro terrore mentre l'indiano lo raggiungeva colpendolo con il calcio della pistola.

Scappa!” Urlò Adam con il sangue che gli scivolava sul viso impastandogli la bocca.

Cercò di strisciare verso la casa ma sapeva che non avrebbe trovato riparo dalla furia cieca di quell'uomo.

Uno scoppio precedette il dolore lancinante ad una gamba e il ragazzo si accartocciò su se stesso tamponandosi la ferita.

T-ti prego lasciami andare!” Implorò il possente uomo che per tutta risposta prese a sorridere malefico.

Adam vide sollevarsi la pistola e puntare alla sua testa poi chiuse gli occhi e aspettò.

Un altro sparo e la testa del ragazzo venne attraversata da una pallottola aprendogli un grosso foro al centro della fronte.

L'indiano si diresse soddisfatto verso la porta dove la ragazza era appena entrata.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Vi è piaciuto?

So che sono crudele ma ricordate che è un horror e negli horror non ci sono coniglietti e supereroi ma solo morte e brutta gente:-)

Spero vi sia piaciuto.

Al prossimo capitolo.

Un bacione dalla vostra Fly90.


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Capitolo 4
*** 4 ***


IL MASSACRO.


PARTE QUARTA.


L'indiano si diresse soddisfatto verso la porta dove la ragazza era appena entrata.

Dietro di sé altri due uomini si facevano strada spianando le proprio armi che consistevano in un inquietante ascia per uno e una lunga mazza chiodata per l'altro.

Divertito il grosso indiano rinfoderò la pistola e sguainò un grosso coltello dalla lama seghettata.

Era il momento di divertirsi.


Cos'è stato?” Allarmata Joanna si strinse contro Greg.

Sembrava un colpo d'arma da fuoco.” Rispose più a se stesso che a lei il ragazzo.

P-pensi che siano loro?” Sussurrò la giovane tremando.

Greg non rispose interrotto dal rientro di Lena.

La ragazza piangeva e urlava allo stesso tempo rendendo le sue parole incomprensibili.

Greg si avvicinò a lei e la strattonò per le spalle.

Che cos'è successo? Dov'è Adam?” Le urlò contro in preda al panico.

L-lui è...L-lui è morto...gli hanno sparato e ora stanno venendo ad ucciderci!” Farfugliò la ragazza gettandosi a terra.

Greg sbiancò e si prese la testa tra le mani.

Adam era morto e tutto per colpa sua, se solo avesse messo la macchina dentro, se solo non lo avesse obbligato ad accompagnarlo a comprare le scarpe nuove ora sarebbe ancora qui.

La mano di Deanna sulla spalla lo fece trasalire e in un attimo si ritrovò con la ragazza contro il suo petto e lui non poté far altro che stringerla cercando conforto.

Un colpo alla porta li fece sobbalzare.

Presto! Dobbiamo nasconderci in cantina!” Sussurrò il ragazzo prendendo per mano Deanna e facendo cenno alle altre di seguirlo.

Non avrebbe permesso a nessun altro di morire, in cantina c'era il fucile del padre con il quale aveva imparato a sparare e ora moriva dalla voglia di ammazzare quei bastardi schifosi.

Diversi colpi alla porta segnalarono loro che qualcosa stava letteralmente sfasciando la porta d'ingresso e accelerarono il passo chiudendosi in cantina.

Greg andò diretto verso la fuciliera dove prese un grosso fucile e lo caricò con il massimo delle pallottole.

Alla vista dell'arma Lena si lasciò sfuggire un lamento sommesso mentre Joanna le prendeva un altra volta la mano infondendole coraggio.

I rumori al piano di sopra si fecero più vicini ma provenivano da tre luoghi della casa diversi.

Si erano divisi per trovarli.

Dovete armarvi pure voi. Troverete un po' di tutto anche se non sarà molto ma almeno potrete difendervi in caso io non riuscissi ad abbatterli.”

Le tre ragazze si guardarono in cerca di una possibile arma.

Deanna optò per un vecchio coltello a serramanico abbandonato su un tavolo malconcio, se lo rigirò tra le dita un paio di volte saggiandone la lama con il dito.

Non sarà stato granché ma almeno poteva infliggere qualche danno.

Joanna cercò a lungo in mezzo al ciarpame e dovette accontentarsi utensile per il camino dalla punta uncinata.

Lena invece non trovò nulla così Greg frugò tra le sue cose estraendo una mazza da baseball un po' consumata ma robusta e gliela porse.

Colpisci forte e alla testa se riesci.” La istruì lui poggiandole una mano sulla spalla per incoraggiarla.

La ragazza annuì dubbiosa stringendo la presa finché le dita non le fecero male.

Greg si guardò intorno, era l'unico uomo e doveva proteggere quelle ragazze a costo della sua stessa vita.

Fece segno alle ragazze di fare silenzio e con cautela si diresse alla porta rimanendo in ascolto.

I rumori sopra le loro teste facevano squittire Lena come un piccolo topo intrappolato e Joanna sentiva il cuore stingersi per lei, era sempre stata lei quella più coraggiosa delle due e non immaginava nemmeno quanto l'amica dovesse essere spaventata in quel momento.

Si chiese se avrebbe potuto usare quella mazza se ne avesse avuto necessità.

Ok. Direi che uno sta cercando in salotto mentre un altro è in cucina.” Proruppe Greg facendole sobbalzare.

Non erano tre?” Chiese Joanna attenta con il cuore a mille mentre osservava il viso del ragazzo contrarsi impercettibilmente.

Il terzo sta venendo qui.” Sussurrò guardandola gravemente.

Dio no!” Pregò Deanna impugnando il coltello e sollevandolo con mano tremante.

Calma. Se agiremo in preda al terrore finiremo per farci del male. Dobbiamo nasconderci e aspettare che arrivi.” Joanna le afferrò la mano obbligandola ad abbassare l'arma.

Greg annuì spingendo Lena dietro ad un vecchio divano consumato e facendo cenno a Joanna di nascondersi dietro ad un vecchio comò insieme a Deanna.

Lasciate fare a me e non fiatate. Cercherò di sparargli non appena lo avrò nel mirino.” Comandò con la freddezza di un soldato.

In cuor suo non sapeva se sarebbe stato forte abbastanza da sparare ad un uomo in carne ed ossa.

Un conto era sparare a delle bottiglie, un altro era sparare ed uccidere ad una persona.

Dei passi fuori dalla porta li fecero smettere di respirare.

La maniglia girò a vuoto chiusa dall'interno.

Due colpi di arma da fuoco fecero saltare la serratura e la stazza enorme dell'indiano che aveva sparato ad Adam si stagliò sull'uscio.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

Lo so che sono cattiva ma è una storia horror vi prego di ricordarlo:-)

Se volete sapere cosa succederà nei prossimi capitoli non vi resta che aspettare:-)

Un bacione dalla vostra Fly90 e grazie di cuori a tutti quelli che la leggono e la seguono oltre a quelli che la recensiscono.

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Capitolo 5
*** 5 ***


IL MASSACRO.


PARTE QUINTA.



La grossa figura dell'uomo si stagliò sull'uscio della porta illuminato dalla luce della luna che filtrava dalla piccola finestrella.

I muscoli di Greg si tesero all'inverosimile.

Con la coda dell'occhio vide Lena abbassare ancora di più la testa dietro alla tastiera del divano.

L'indiano mosse qualche passo all'interno guardandosi attorno con un ghigno.

Sembrava certo che fossero lì.

Greg non respirava nemmeno per paura di fare rumore.

Gli scarponi dell'uomo scricchiolarono sul pavimento di cemento facendo rabbrividire Deanna che si lasciò sfuggire un piccolo singhiozzo.

Joanna si mosse rapida a tappare la bocca alla ragazza premendo forte il palmo della mano su di essa.

L'indiano si fermò di scatto in mezzo alla stanza e si guardò intorno un paio di volte nella confusione.

Per fortuna la cantina era così stracolma di roba da rendere difficili i movimenti e tanto meno la vista di qualsiasi movimento.

Joanna non allentò la presa nonostante la ragazza cercasse di strapparsi la mano dalla bocca incapace di respirare e in preda al panico.

Greg lanciò un occhiata verso di loro capendo che da lì a poco sarebbero state scoperte mandando all'aria i loro sforzi.

Cercando di muoversi con cautela si spostò verso l'angolo destro del divano facendo capolino nella penombra.

Da lì poteva vedere l'uomo che si era girato di schiena per avanzare verso il comò.

Teso prese la mira pronto a sparare cercando di mirare dove più o meno doveva trovarsi il cuore dell'indiano.

Accostò l'indice al grilletto pronto a farlo scattare.


L'indiano sentì che qualcuno si nascondeva lì, il suo fiuto glielo disse.

Quando gli era giunto quel singhiozzo all'orecchio aveva cercato di non dare a vedere che lo aveva sentito.

Voleva prendere i ragazzi alla sprovvista.

Tanto per divertirsi si diresse verso un vecchio comò dove sapeva che qualcuno di loro si nascondeva e nel farlo fece più rumore possibile dando sfogo alla sua grossa mole.

Sbatté a terra alcune tavole da surf appoggiate alla parete e calciò una vecchia bici facendola cedere a terra.

Un leggero rumore gli giunse un altra volta da dietro il comò.

Bingo!

Estrasse il grosso coltello e fece stridere la lama contro alla parete mentre si avvicinò di qualche altro passo al mobile.


Joanna capì che non aveva più senso nascondersi.

Lasciò andare Deanna e strinse la presa sull'utensile uncinato pronta a colpire.

Contò mentalmente pronta a ficcargli quel coso al centro della fronte non appena si fosse sporto dal bordo.

Fu allora che Deanna la prese per il braccio obbligandola a stare ferma.

Gli indicò con un gesto Lena che a sua volta si stava sbracciando per dire loro di stare ferme.

Solo ora si accorse dell'assenza di Greg e capì.

Prima che potesse fare il minimo movimento un boato squassò l'aria e l'indiano cadde a terra con un tonfo.

Tutte e tre le ragazze si premettero le mani sulla bocca come a bloccare un urlo di sgomento, alla fine Greg aveva trovato il coraggio di sparare.

S-secondo voi è...insomma è...morto?” Balbettò Lena alzandosi lentamente per sbirciare il corpo immenso dell'uomo a circa cinque metri da lei.

Per tutta risposta il ragazzo si avvicinò cautamente all'indiano e gli sferrò un calcio facendolo girare sulla schiena.

L'uomo aveva gli occhi sbarrati in un espressione di sorpresa e la bocca leggermente aperta, il sangue sotto di lui si stava allargando in una pozza viscosa.

Direi di si ma meglio controllare.” Borbottò chinandosi per appoggiare due dita sulla carotide dell'uomo.

Stava per appoggiare la punta delle dita alla sua pelle quando la mano dell'indiano scattò ad afferrargli il collo in una morsa omicida.

Greg cercò invano di divincolarsi ma la stretta si faceva sempre più stretta mano a mano che lui si dimenava.

Deanna lanciò un urlo coprendosi gli occhi incapace di fare il minimo movimento e desiderando solo svegliarsi e scoprire che era tutto un incubo.

Joanna e Lena scattarono in avanti in soccorso all'amico.

Joanna prese a prendere a calci l'uomo proprio dove la ferita sanguinava copiosa ma non ottenne altro che lievi sussulti da parte di quest'ultimo mentre Lena imbracciò la mazza e chiudendo gli occhi l'abbatté sul cranio provocando un rumore agghiacciante.

Tremante caricò un nuovo colpo e lo abbatté nuovamente sulla testa dell'uomo aprendogli il cranio in due e mandando schizzi di sangue caldo tutto attorno, sui muri, sul pavimento freddo, sui ragazzi stessi inzaccherando loro i vestiti e macchiandone la pelle.

Non riusciva più a fermarsi e continuò ad abbattere colpi su colpi finché Joanna le allacciò le braccia alla vita stringendola forte e Greg riuscì a sfilarle di mano la mazza sporca di sangue e materia celebrale.

La ragazza si accasciò a terra esausta e in preda a violenti singhiozzi.

Voglio andarmene da qui, voglio tornare a casa.” Mormorava tra un singulto e l'altro mentre Joanna le accarezzava i capelli.

Ascoltami Lena, ora dobbiamo salire al piano superiore e cercare di uscirne vivi. Devi essere forte, capito?” Le sussurrò Greg inginocchiandosi davanti a lei e stringendole le spalle in modo rassicurante.

Lena si asciugò le lacrime tremante e sollevò il capo ricambiando lo sguardo caparbio del ragazzo quindi, annuì fieramente lanciando uno sguardo al corpo disastrato dell'uomo.

Ok.” Si limitò a dire alzandosi e assumendo un atteggiamento da vera guerriera che Deanna invidiò.




ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

Che ne dite? Vi piace fin ora?

Uno è andato ma non credete che sarà facile abbattere gli altri due...non è nemmeno detto che ce la facciano...magari poi riescono a scappare...chissà...

ok, vi sto un po' prendendo in giro bonariamente, sapete che adoro lasciarvi in sospeso!

Al prossimo capitolo se vi va:-)

Un bacione dalla vostra Fly90 che come sempre vi ringrazia enormemente.






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Capitolo 6
*** 6 ***


IL MASSACRO.


PARTE SESTA.



Greg le guardò una per una prima di decidersi ad avanzare verso la porta aprendo la fila con il fucile pronto.

Aprì la porta con cautela e lanciò uno sguardo nel corridoio buio e silenzioso.

Il cuore gli batteva all'impazzata mentre muoveva i primi passi all'esterno girando la canna del fucile in ogni direzione con il dito sul grilletto.

Dietro le ragazze si guardavano l'un l'altra sobbalzando ad ogni singolo rumore proveniente dai piani superiori.

Era evidente che gli indiani avessero sentito lo sparo e forse anche le urla delle ragazze.

Anche loro si muovevano con cautela cercando di coglierli di sorpresa e ciò rendeva la situazione ancor più spaventosa.

Un cigolio dello scalino fece bloccare Greg che venne spinto da Lena subito dietro di lui, così vicina che non ebbe il tempo di evitarlo.

Il suo corpo caldo e tremante diede i brividi al ragazzo il quale rivide nella mente la mazza abbattersi sul cranio dell'assassino fino ad aprirlo in due come un cocomero.

Ripensò anche al momento in cui aveva premuto il grilletto consapevole del fatto che avrebbe ucciso una persona, sebbene un assassino.

Scrutò ancora nel buio ma non vide nulla, doveva essere uno di quegli scricchiolii che comunemente si sentono nelle case vecchie come quella.

Con passo felpato salirono le scale uno scalino alla volta e si ritrovarono al piano terra.

Dovevano superare il corridoio ed il salotto e finalmente sarebbero arrivati alla porta d'ingresso.

Greg scrutò l'oscurità e intorno a sé si delineò il piccolo corridoio spoglio, lo sguardo cadde sulla foto che ritraeva i genitori sorridenti.

Si ritrovò a desiderare che loro fossero lì a difenderlo, a dirgli, come quando era bambino e faceva un brutto sogno, che sarebbe andato tutto bene, che era tutto finito.

Serrò gli occhi per impedirsi di piangere.

Negli ultimi dieci anni era diventato abbastanza grande da rifiutare gli abbracci della madre ma, in quel momento, avrebbe dato qualsiasi cosa per potersi buttare tra le sue braccia senza nessuna vergogna.

Dove saranno?” Sussurrò vicino al suo orecchio Joanna strappandolo ai suoi pensieri.

Il ragazzo tese l'orecchio per cogliere ogni minimo rumore ma gli unici rumori presenti furono il suo cuore e il respiro esile delle ragazze.

Scosse le spalle corrugando la fronte.

Andiamo.” Disse stringendo il fucile e incamminandosi a sinistra.

Deanna si teneva saldamente al braccio di Joanna come se avesse paura di perdersi in quel buio tetro.

Andrà tutto bene Dee, usciremo da qui.” Le sussurrò lei coprendole la mano con la sua.

Tremava come un gattino inzuppato e il cuore le si strinse in petto.

Quella ragazza era fragile e spaventata più di tutti loro.

Lo sguardo di Joanna cercò quello fiero di Lena che però procedeva con sicurezza guardando davanti a sé.

Sembrava un altra persona.

Si chiese quanto ci avrebbe messo a crollare dopo quello che aveva fatto all'indiano.

Lei sarebbe già crollata.

In quel momento si accorse di volerle ancora più bene, non avrebbe mai potuto perderla, non lo avrebbe permesso.

Sarebbero uscite da lì vive.

Quasi in risposta ai suoi pensieri, Lena si voltò piantandole gli occhi nei suoi, quello che vi lesse fu timore ma anche determinazione e affetto.


Greg fu il primo a sbucare nel salotto con il fucile imbracciato e pronto a fare fuoco.

Pareva che nessuno li avesse sentiti.

Qualcosa però non lo convinse, era strano che avessero lasciato l'ingresso incustodito.

Che stiamo aspettando? Usciamo da qui!” Lo spinse Deanna in preda all'agitazione con voce stridula.

Sembrava pazza, lo sguardo fisso sulla porta ed il corpo teso.

Per un momento gli sembrò pronta a scattare di corsa verso l'uscita.

Così facendo però avrebbe attirato l'attenzione degli indiani.

Purtroppo successe tutto troppo in fretta e non fu capace di reagire.

Vide un ombra uscire dalla cucina e il riflesso argenteo di una lama.

Balzò indietro parandosi davanti a Joanna e Lena, ma Deanna si trovava a qualche passo davanti a lui e non poté fare nulla se non assistere alla scena.

Deanna prese a correre e l'indiano sferrò un colpo d'ascia micidiale.

La lama oltrepassò con facilità le ossa della spalla destra della ragazza amputandole il braccio di netto.

Un grido agghiacciante riempì la stanza mentre Deanna perdeva l'equilibrio cadendo a terra e guardando inorridita il proprio arto al suolo.

La ferita zampillava sangue scuro inzuppandole le vesti.

Greg vedeva l'osso spuntare dalla pelle dilaniata della spalla e un conato gli scosse lo stomaco.

Lena e Joanna impietrite osservarono l'indiano avvicinarsi ulteriormente alla ragazza abbattendo l'ascia sulla gamba sinistra amputandola.

Il grido di Deanna ancora una volta riempì la stanza unito a quelli dei tre ragazzi.

L'uomo ghignò prima di dare il colpo di grazia decapitando la giovane con un colpo secco.

La lama entrò da una parte all'altra come il coltello nel burro e la testa bionda rotolò a diversi metri dal corpo seguito da uno schizzo di sangue che colpì la parete opposta.

L'indiano a quel punto si girò fissando lo sguardo glaciale sul gruppo addossato alla parete.

Saggiò la lama sporca di sangue con il palmo della mano prima di muoversi in direzione dei ragazzi.

Scossi da una scarica di adrenalina i ragazzi si misero a correre all'impazzata.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

Mi scuso per l'attesa ma ho veramente poco tempo in questo periodo.

Nonostante tutto sto cercando di ultimare questa storia il prima possibile.

Che ne dite del capitolo?

Grazie ancora a chi segue le mie storie e a chi legge questa.

Un bacione dalla vostra Fly90.




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Capitolo 7
*** 7 ***


IL MASSACRO.


PARTE SETTIMA.


Greg e Lena scattarono verso le scale del secondo piano mentre alle loro calcagna l'indiano menava colpi d'ascia spaccando porte e rompendo mobili nel tragitto.

Lena correva vicinissima al ragazzo come se fossero una cosa sola.

Greg non poteva sparare perché se si fosse fermato per prendere la mira probabilmente sarebbe rimasto ferito vista la vicinanza dell'uomo.

Erano in trappola e l'unico modo era cercare di guadagnare più terreno possibile sull'indiano.

Nella corsa gettavano oggetti dietro di loro, sedie, quadri, specchi, quello che trovavano ma con scarso risultato finché Lena gettò indietro la mazza da baseball nel disperato tentativo di rallentarlo.

Per fortuna funzionò perché l'uomo venne colpito al viso perdendo la presa sull'arma e, obbligato a fermarsi per riprenderla, perse terreno permettendo ai ragazzi di svoltare l'angolo del corridoio.

A capofitto si diressero nel bagno dove si barricarono.

Da lì si poteva accedere al tetto facendo attenzione a non cadere di sotto.

Greg fece segno a Lena di non fare rumore e si accasciarono con la schiena appoggiata alla vasca da bagno.

I passi nel corridoio si avvicinavano velocemente.

Il corpo di Lena ebbe un sussulto quando un rumore giunse proprio fuori dalla loro porta.

Trattennero il fiato finché i passi dell'uomo parvero allontanarsi in direzione delle altre porte.

Era una grossa casa e Greg benedisse le molteplici stanze che componevano il secondo piano.

Se l'indiano avesse controllato in ognuna di esse probabilmente sarebbero riusciti a scappare.

Il singulto di Lena lo bloccò nel tentativo di rialzarsi.

Che ti succede?” Le sussurrò guardandola.

J-joanna. È rimasta da sola.” Disse tra le lacrime.

A Greg si fermò il cuore.

Preso dalla foga di scappare non si era accorto dell'assenza della ragazza.

Se l'indiano ha seguito noi vuol dire che Joanna è riuscita a scappare e forse a nascondersi o addirittura ad uscire.” Cercò di farle coraggio mentre osservava le lacrime rigare il volto bellissimo della ragazza.

Colta di sorpresa Lena alzò il capo trovando lo sguardo dolce del ragazzo su di sé.

In quel momento si ritrovò a pensare che il ragazzo fosse davvero carino ma il senso di colpa la prese allo stomaco.

Come poteva pensare a quello quando la sua migliore amica era in pericolo?

Eppure sembrava che Greg pensasse lo stesso mentre la guardava con desiderio.

Non si accorse nemmeno di avanzare con il corpo verso il ragazzo prima che le loro labbra si posassero l'una sull'altra perdendosi in un bacio carico di passione e disperazione.

Chiuse gli occhi sentendo le mani del ragazzo posarsi sul viso mentre le prendeva le labbra e la spingeva contro la vasca sovrastandola con il dolce peso del suo corpo caldo.

Si persero così l'uno nell'altra scambiandosi baci disperati in una situazione in cui mai avrebbero immaginato di trovarsi.


Joanna pietrificata dalla visione di Deanna trucidata non era stata in grado di far altro se non retrocedere nel corridoio verso la cucina, lontana da quel pazzo assassino.

Purtroppo si rese conto solo in seguito di essere rimasta sola.

Dell'indiano però nessuna traccia, doveva aver scelto di seguire Lena e Greg.

Il panico le attanagliava lo stomaco al pensiero di Lena in pericolo.

Con lei però c'era Greg, forse il suo fucile avrebbe colpito ancora difendendoli.

Si guardò intorno cercando qualcosa di utile come ad esempio la mannaia appoggiata sul bancone di fronte a lei.

La prese sorridendo incerta.

La mannaia sembrava meglio dell'arnese per il camino ma decise di tenerlo comunque nell'altra mano in caso di pericolo.

Guardinga mosse qualche passo verso la grossa finestra accanto al lavandino.

Sbirciando fuori lo sguardo le cadde sul corpo esanime di Adam e le lacrime le salirono agli occhi.

Quali mostri potevano fare questo?

Perché?

A quelle domande sembravano non esserci risposte adatte.

Si fermò a valutare le opzioni: avrebbe potuto spaccare la finestra ed uscire oppure tornare all'ingresso e con meno rumore uscire dalla porta.

Optò per la seconda ipotesi nonostante il ribrezzo di ritrovarsi a guardare il cadavere straziato della povera Deanna.

Con passo felpato mosse qualche passo verso il corridoio brandendo la mannaia.

Si ritrovò ben presto nel salotto accanto al braccio amputato della ragazza.

Quel cadavere senza testa zampillava ancora sangue che ora sporcava buona parte del pavimento intorno a sé.

Per il suo stomaco fu troppo e si ritrovò a rigettare davanti a sé.

Quando si riprese il suo sguardo si fermò su un ombra proveniente dalla stanza adiacente.

Le orecchie colsero un rumore di passi e senza attendere oltre si gettò verso la porta d'ingresso trovandola chiusa.

Accidenti!” Imprecò cercando di far leva sulla porta senza risultato.

L'ombra si avvicinava, tra poco avrebbe fatto il suo ingresso in salotto.

Mandando al diavolo ogni precauzione si gettò di corsa verso le scale del secondo piano.

L'indiano dietro di sé si lanciò all'inseguimento riuscendo a prenderle una caviglia prima che giungesse sul pianerottolo e tirandola indietro verso di sé.

Ad accoglierla ci fu la lama del coltello che le trapassò un fianco.

Nonostante questo riuscì a divincolarsi menando un colpo di mannaia alla mano dell'uomo e tranciandogli tre dita di netto che caddero oltre la balaustra.

L'uomo urlò prendendosi la mano ferita e stringendola con quella sana, nel far questo il coltello gli cadde.

Il cuore di Joanna era lanciato al galoppo e lei si sentì mancare ma strinse i denti nonostante il dolore al fianco e colpì alla testa l'indiano con l'arnese uncinato.

La testa dell'uomo venne trafitta da esso e cadde a terra con un tonfo sordo.

Joanna si avvicinò cautamente.

L'uncino entrava da una tempia e usciva più o meno al centro della fronte.

Sulla punta vi era del sangue raggrumato.

Inorridita e tremante in preda al dolore sempre più forte al fianco si diresse verso la prima porta vicino a sé.

Doveva cercare qualcosa per tamponare la ferita e trovare i ragazzi prima che fosse troppo tardi.

Mancava uno solo di quei pazzi e loro erano tre, potevano farcela.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

Come avete visto i ragazzi si sono divisi e ciò rende le cose ancor meno rosee per loro.

Tra colpi di scena e orribili morti la storia prosegue.

Che ne dite?

Vi piace ancora?

Un saluto dalla vostra Fly90



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Capitolo 8
*** 8 ***


IL MASSACRO.


PARTE OTTAVA.



Il dolore al fianco si faceva sempre più acuto mano a mano che Joanna procedeva nella stanza buia.

Si guardò intorno e trovò un grosso armadio a muro, un comodino ed un letto a baldacchino.

Non c'era niente lì dentro.

Spaventata si lasciò cadere sul letto sobbalzando alla fitta di dolore che il fianco le diede.

Non aveva il coraggio di guardare la ferita, aveva sempre avuto il terrore del sangue.

Si ricordò quando da bambina si era tagliata con un paio di forbici ed era corsa dal padre fra le lacrime non osando guardare cosa ne fosse rimasto del ditino.

L'uomo aveva sorriso dolcemente e le aveva avvolto il dito in un canovaccio umido stringendolo appena.

La carezza della grande mano del padre le aveva sfiorato la nuca prima di farle sollevare il visetto e asciugarle le lacrime.

Non è successo nulla, è solo un taglietto. Guarda.” E detto questo le aveva liberato il dito.

Joanna era rimasta a fissare quel piccolissimo taglio sanguinante incerta.

Allora il padre le aveva permesso di mangiare una caramella e le aveva messo un cerotto con i pupazzetti disegnati facendola tornare a sorridere.

Quel ricordo le fece venire le lacrime agli occhi e si chiese se avrebbe mai rivisto il padre che tanto amava.

Prese un grosso respiro e si obbligò a guardare in basso sollevando la maglietta sporca di sangue.

Un lungo taglio le solcava la pelle diafana del ventre, rivoli di sangue scivolavano oltre l'orlo dei jeans inzuppandoli.

Mio Dio!” Mugolò mentre fissava quel taglio macabro e pulsante.

Con cautela si allungò verso il cuscino e strappò un lembo della federa passandolo dietro alla schiena.

Si tolse la cintura di pelle e la strinse tra i denti mentre annodava stretti i lembi della federa sulla ferita.

Serrò le mandibole così forte sulla cinta che credette di aver trapassato il cuoio mentre la vista le si annebbiava per il dolore lancinante che le salì fino alla testa.

Si prese la testa tra le mani lasciandosi andare sul letto finché non cadde nel buio.


Un rumore forte nel corridoio la ridestò dal torpore facendole spalancare gli occhi all'improvviso.

Qualcuno stava distruggendo la stanza accanto alla sua e non aveva il minimo dubbio su chi fosse.

Doveva scappare prima che la raggiungesse.

Si alzò dal letto e sbirciò in corridoio notando la porta della stanza accanto sradicata.

Il cuore le balzò nel petto mentre retrocedeva verso le scale.

Non fece in tempo a muovere che pochi passi quando qualcosa cadde a terra andando in mille pezzi.

Nel retrocedere aveva urtato un vaso ed ora chiunque fosse in quella stanza l'aveva sentito.

Presa dal panico si immobilizzò completamente concentrata su qualsiasi rumore.

Sgranò gli occhi mentre la sagoma di un uomo si stagliava al centro del corridoio.

Non riuscì a muoversi dalla paura che l'attanagliava e non poté far altro che guardare l'uomo avanzare con l'ascia sguainata davanti a sé pronto a devastare il suo corpo come aveva fatto con Deanna.

Fu allora che dalla sua gola uscì un urlo acuto e disperato.


Cos'è stato?” Sussultò Lena staccandosi da Greg.

Joanna!” Scattò il ragazzo verso la porta e chinandosi per guardare dalla serratura della chiave.

Dio mio!” Sussurrò Lena mentre spingeva da parte il ragazzo per guardare lei stessa.

Purtroppo il fitto buio non permetteva di vedere nulla di quello che stava succedendo a pochi metri da loro.

N-non possiamo lasciarla sola, dobbiamo aiutarla!” Lo pregò Lena prendendolo per un braccio ed obbligandolo ad alzarsi.

Per tutta risposta il ragazzo recuperò il fucile ed uscì di corsa cercando di tenere dietro di sé Lena.

L'indiano si voltò di scatto sogghignando.

Lena incrociò lo sguardo di Joanna leggendovi una muta richiesta di aiuto.

Senza pensare mosse qualche passo verso l'amica e distrasse Greg che dovette mollare la presa sull'arma per bloccarla.

Joanna riacquistò l'uso del corpo e corse verso Lena passando vicinissima all'indiano che fu colto di sorpresa e non riuscì a colpirla.

Fu solo un attimo di smarrimento prima che l'uomo spiccasse la corsa verso il gruppo.

Greg agì in fretta e sparò un colpo a bruciapelo mancando il bersaglio che arrivò quasi a menargli un colpo d'ascia.

Non c'era tempo per riprovare, potevano solo scappare.

Corsero più veloci che poterono ma l'uomo era forte e veloce nonostante la mole e l'ascia arrivò a ferire una spalla di Lena colpendola di striscio.

Correte cazzo!” Urlò Greg mentre la prendeva per mano trascinandosela dietro.

Proprio in quel momento però a Joanna cedettero le gambe portandola ad incespicare e in un attimo l'indiano la raggiunse prendendola da dietro.

Con un ghigno osservò i due ragazzi che ora stavano osservando la scena carichi di angoscia.

No!” Urlò Lena.

Stranamente l'uomo aveva lasciato cadere l'ascia e aveva cominciato ad accarezzare il collo della ragazza.

Dio no ti prego, lasciala andare!” Urlò ancora Lena mentre Joanna piangeva sommessamente.

L'indiano fece scorrere la lingua sul collo della giovane mentre portava una mano alla tasca dei pantaloni.

Fu un attimo e una lunga lama lucente uscì dal petto della ragazza che aprì di colpo la bocca in un muto grido.

Greg ne fu talmente impressionato che il dito premette il grilletto di sua volontà ferendo Joanna alla gola.

Un rivolo di sangue le sgorgò dalla bocca prima che il suo corpo esanime si accasciasse al suolo.

Cos'ho fatto?” Riuscì a biascicare il ragazzo prima che l'indiano scostasse con un calcio Joanna e si dirigesse verso di loro minaccioso e micidiale.

Lena tremava da capo a piedi scossa da violenti singulti ma si costrinse a distogliere lo sguardo dall'amica ormai morta per dirigerlo verso Greg che stava immobile, sconvolto.

Senza pensarci su lo prese per mano e si misero a correre senza una meta cercando di allontanarsi da quel pazzo omicida.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

Non è stato cruento come avrei voluto ma stasera non ero particolarmente ispirata...

spero vi sia piaciuto lo stesso:-)

Fatemi sapere cosa ne pensate se volete.

Un bacione e al prossimo capitolo.

Fly90

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Capitolo 9
*** 9 ***


IL MASSACRO.


PARTE NONA.


I passi giungevano sordi dietro di loro mentre Lena si trascinava dietro un Greg completamente scioccato.

Ti prego corri! Devi aiutarmi o non ci salveremo mai!” Lo pregò mentre gli stringeva la mano.

Aveva ancora davanti agli occhi lo sguardo di Joanna mentre veniva attraversata dal coltello.

Le aveva attraversato il cuore, quel cuore grande e generoso che aveva.

Calde lacrime le oscurarono la vista mentre pensava che non avrebbe potuto mai più abbracciarla.

Come avrebbe fatto senza di lei?

Ma poi, ce l'avrebbe fatta ad uscire da quell'incubo?

Il cuore le spaccava il petto mentre sentiva finalmente la mano di Greg stringere la sua in reazione.

L'indiano dietro di loro di avvicinava sempre di più sollevato da ogni fatica ed eccitato dall'odore della morte.

Li avrebbe presi ad ogni costo e li avrebbe fatti a pezzi piccoli piccoli.

Un ghigno gli deformò il volto mentre allungava il passo ormai a pochi metri di distanza.


I ragazzi si gettarono a capofitto verso la camera di Greg dalla quale si poteva accedere alla terrazza.

Da lì Greg sperava di poter scendere nel giardino anche se l'impresa era ardua dovevano provare.

La grondaia scorreva proprio accanto al terrazzo e avrebbero potuto utilizzarla per scappare da quella casa infernale.

Greg chiuse a chiave la porta di volata prima che il massiccio indiano entrasse.

Nonostante questo la porta non era che un momentaneo muro tra loro.

Presto! Tra un attimo la sfonderà!” Disse a Lena prima di dirigersi verso la finestra ed aprirla di scatto.

Uscirono sul terrazzo e Greg saggiò la tenuta della grondaia strattonandola un poco.

Un cigolio sinistro fu la risposta.

Probabilmente non li avrebbe retti e si sarebbe spezzata facendoli cadere di sotto.

Cazzo!” Imprecò guardando verso il giardino.

Era troppo lontano il suolo per saltare e atterrare indenni.

Si prese la testa tra le mani e per la prima volta da quando quell'incubo era cominciato si concesse di piangere.

Pianse per Adam, per Deanna, per Joanna e infine anche per loro.

Non avrebbe potuto salvare Lena neanche volendo.

Poteva solo assicurarsi che l'indiano sarebbe passato sul suo corpo prima che potesse avvicinarsi a lei.

La guardò disperato e vide sul suo bellissimo volto i segni di quell'incubo.

Aveva appena perso la sua migliore amica ed ora stava per perdere lei stessa la vita.

Lena si accasciò davanti a lui prendendogli la testa tra le mani ed accarezzandolo dolcemente.

Non è colpa tua. Non hai ucciso tu Joanna.” Gli sussurrò passando un dito sulle labbra prima di baciarlo.

Era un bacio d'addio, presto sarebbero morti.

La porta stava per cedere sotto i colpi del possente indiano.

La guardò negli occhi ancora una volta perdendosi in quegli abissi.

No, non avrebbe permesso a nessuno di toccarla.

Si alzò di scatto e recuperò il fucile.

Ti avverto stronzo! Muovi un passo e ti pianto una pallottola nel cranio!” Minacciò avvicinandosi alla porta.

Il rumore cessò all'istante lasciando il posto al silenzio più assoluto.

I due ragazzi si guardarono attoniti stringendosi l'uno all'altra in attesa.

Passarono i minuti e dell'indiano nessun segno.

S-secondo te se n'è andato?” Balbettò Lena a voce bassissima.

Greg non rispose ma si avvicinò alla porta di qualche passo.

Lena lo trattenne impaurita.

Attento. Potrebbe essere ancora lì.”

Il ragazzo annuì con sguardo fermo avvicinandosi a baciarle la fronte.

Andrà tutto bene. Dobbiamo uscire da qui prima che lui cambi idea.” Sussurrò staccandosi da lei.

Lena sentì improvvisamente freddo nel momento in cui il suo corpo si staccò da quello di lui.

Lo guardò mentre si avvicinava nuovamente alla porta ed appoggiava la mano sulla maniglia.

Fu tentata di fermarlo per la seconda volta ma sapeva che sarebbe stato inutile.

Dovevano scappare e restare sigillati in una stanza senza uscite non era certo una soluzione.

Lo scatto della serratura la fece ugualmente trasalire e trattenere il fiato mentre Greg sporgeva la testa verso l'esterno.

Si guardò attorno non notando niente di particolare.

Dove diavolo sei?” Mormorò scrutando nel buio mentre un brivido freddo gli risaliva la schiena.

Sobbalzò non appena la mano tremante di Lena lo toccò alla base della schiena.

Scusami, non riuscivo a starmene lì impalata.” Si scusò lei flebilmente.

Il ragazzo non rispose ma avanzò verso l'esterno con passo felpato imbracciando il fucile e guardandosi intorno.

La ragazza gli stava attaccata alla maglietta infondendogli conforto.

In quel momento si rese conto di amarla.

Si erano appena conosciuti, è vero, eppure sentiva di provare per lei sentimenti che non aveva mai provato prima d'ora. Avrebbe voluto proteggerla e difenderla da tutto e da tutti, avrebbe voluto prenderla in braccio e portarla fuori di lì, fuori da quell'incubo assurdo.

Come se gli avesse letto nel cuore la ragazza lo sorpassò posandogli una mano sul petto all'altezza del battito che gli sconquassava il torace e sollevandosi sulle punte dei piedi appoggiò le labbra calde sulle sue in un bacio dolce che per un momento lo portò lontano da lì.



ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

Momento dolce :-)

spero che questa parentesi non tolga nulla alla storia.

Che ne dite voi?

Ormai siamo giunti quasi alla fine ma abbiate fede che la vostra cara Fly90 ha già in mente alcune storielle che potrebbero piacervi:-)

Un bacione e al prossimo capitolo.

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Capitolo 10
*** 10 ***


IL MASSACRO.


PARTE DECIMA.


Staccarsi dalle sue labbra dolci fu quasi impossibile ma alla fine lo fece allontanandola con dolcezza e guardandola intensamente negli occhi.

Usciremo da qui. Te lo prometto.” Le sussurrò appoggiando la fronte a quella di lei.

Lena chiuse gli occhi lasciando che le lacrime silenziose le scorressero giù per il viso.

Greg le asciugò con pollice disegnando due circoli sulle guance bagnate.

La vista di lei che piangeva gli stremava il cuore.

Si perse ancora un attimo a guardare la bellezza fine della ragazza ricordando quanto fosse stato bello quel momento in cui erano stati attaccati, così vicini da perdersi l'uno nell'altra.

Si disse che, se ne fossero usciti vivi, non l'avrebbe mai fatta andare via.

Era sua e lei lo sapeva, lo sentiva.

Ormai si appartenevano.

Fu lei a rompere il silenzio col viso nascosto nella maglietta di Greg.

D-dove sarà ora?” Chiese con voce tremante mentre altre calde lacrime bagnavano la maglia del ragazzo.

Non lo so ma ormai è rimasto solo lui, abbiamo il fucile e due pallottole ancora disponibili.” Sentenziò più per infondere coraggio a lei che per convinzione.

Avrebbe dovuto stare attento a farne buon uso.

Se avesse sbagliato a sparare aveva ancora una sola possibilità ed il colpo doveva essere mortale a quel punto o non avrebbero avuto modo di salvarsi.

Tenendola dietro di sé e facendole segno di fare silenzio si diresse verso l'ultimo angolo del corridoio dove erano le scale che portavano al sottotetto.

Lì avrebbero finalmente raggiunto il tetto e avrebbero potuto almeno avere una via di fuga.

Le porte al piano terra erano bloccate e dal secondo piano non vi erano via d'uscita.

L'unica via era quella.

Si diressero verso l'angolo muovendosi guardinghi nell'ombra.

La luce flebile della luna illuminava il corridoio donando ombre spettrali alle pareti e facendo apparire le loro ombre inquietanti mentre camminavano cauti verso il piano di sopra.

Ad ogni passo l'angolo si avvicinava sempre di più e una strana sensazione chiuse lo stomaco di Lena che si fermò all'improvviso.

Greg si voltò interrogativo distraendosi.

I-io non credo che dovremmo andare lì.” Riuscì a bofonchiare lei.

Greg sollevò un sopracciglio confuso.

So che sembra strano ma sento che qualcosa non va.” Cercò di spiegarsi meglio senza risultato.

Ascolta non c'è altro modo. Dobbiamo andare al piano di sopra.” Spiegò lui stringendo le labbra e alzando un poco il tono.

Lena ne fu ferita e abbassò lo sguardo vergognandosi.

Tesoro, so che sei spaventata ma devi fidarti di me, non esiste altro modo credimi.” La voce e l'espressione del viso si addolcirono mentre cercava il suo sguardo inutilmente.

Si avvicinò e le sollevò il viso in modo che i loro sguardi si incontrassero.

Abbiamo poco tempo. Potremmo trovarcelo davanti da un momento all'altro.”

Lena annuì determinata e avanzò davanti a lui con passo fermo.

Amava il modo in cui poteva passare da fragile a coraggiosa in un secondo.

Affrettò il passo e la superò non volendo lasciare che fosse esposta ad un qualsiasi pericolo.

Aveva ormai girato l'angolo quando con la coda dell'occhio Greg vide qualcosa spostarsi alla sua destra.

Un potente colpo indirizzato alla sua testa si abbatté invece sulla spalla.

Il dolore dei chiodi che entrarono nella carne fu devastante.

L'indiano aveva cambiato arma, al posto dell'ascia aveva ora una grossa mazza chiodata.

No!” Sentì l'urlo di Lena mentre il fucile gli cadeva a terra.

L'uomo fece leva per staccare l'arma dalla carne provocandogli un ennesima scarica di dolore che lo fece quasi cadere in ginocchio.

Greg non fu abbastanza rapido e la mazza lo colpì alla schiena dove i chiodi entrarono numerosi.

Sentì il sangue gocciolargli sulla pelle e cadere a terra.

Lascialo stare!” Gridò ancora Lena cercando di spingere via l'uomo senza ottenere niente.

Era incredibile vedere come quello scricciolo si avventava su di lui per difenderlo.

Nonostante questo l'uomo riuscì a scaraventarla contro la parete opposta.

Lena!” Urlò Greg colto dal panico.

Si tamponò la ferita alla spalla e con difficoltà si alzò in piedi per fronteggiare l'indiano a mani nude.

Riuscì a tirargli un pugno in volto ma quello lo ferì nuovamente al ventre con la mazza squarciandogli il basso ventre.

Greg cadde a terra per la seconda volta incapace di rialzarsi.

Le ferite erano troppo gravi e lui troppo debole per lottare.

Si lasciò andare disteso sulla schiena attendendo il colpo finale.

Vide l'indiano alzare la mazza sopra alla testa pronto ad abbatterla su di lui.

Il ragazzo fissò gli occhi nei suoi, se doveva morire voleva guardare in faccia quel bastardo fino all'ultimo respiro.

No Greg!” Urlò Lena prima che un colpo di fucile uccidesse l'indiano che cadde riverso a terra.

Greg girò la testa e incontrò lo sguardo impaurito di Lena.



ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

So che tifate per i miei personaggi ma sappiate che è pur sempre un horror...

Detto questo vi ringrazio del sostegno che mi state dando, siete fantastici!

Il prossimo sarà l'ultimo capitolo...Spero che vi sorprenderà:-)

Un bacione dalla vostra Fly90.

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Capitolo 11
*** 11 ***


IL MASSACRO.

PARTE UNDICESIMA.


Greg girò la testa incrociando lo sguardo impaurito di Lena.

Stringeva il fucile tra le mani tremanti incapace di muovere un solo muscolo.

Era paralizzata da ciò che era riuscita a fare.

Aveva ucciso un uomo.

Fu allora che gettò l'arma a terra e corse verso il ragazzo tuffandosi sul suo petto e nascondendo il viso rigato di lacrime.

Greg soffocò un gemito di dolore mentre alzava la mano con difficoltà per appoggiarla sul capo di Lena.

Shh. È tutto finito ora. Ce l'abbiamo fatta.” Le sussurrò mentre sentiva le forze abbandonarlo.

Doveva far credere a Lena che le ferite non fossero così gravi come invece erano.

Perdeva molto sangue e il ventre gli doleva come se qualcuno gli stesse strappando le interiora.

D-dobbiamo uscire da qui, cercare aiuto. Ti devo portare all'ospedale!” Scattò la ragazza scrutando la profonda ferita che attraversava l'intera pancia del giovane.

Oddio! Non faremo mai in tempo. Devo fare qualcosa, bloccare l'emorragia.”

Greg tossì un paio di volte lasciando uscire lacrime di dolore e agonia dagli occhi.

Non aveva mai provato un dolore simile.

Lasciò andare la testa contro il pavimento freddo e chiuse gli occhi.

Greg ti prego resta con me!” Urlò Lena mentre cercava di scuoterlo senza fargli male.

Il ragazzo aprì gli occhi quel tanto che bastava per vederla ma ormai faceva fatica anche solo a respirare.

Sentì la mano della ragazza accarezzargli il viso prima che tutto diventasse buio.

Si disse che stava morendo e rimpianse di non aver potuto vivere il futuro che lo attendeva.


Vide a poco a poco il corpo di Greg arrendersi e la disperazione dentro di lei arrivò ad un livello così alto che avrebbe voluto morire anche lei.

Perché doveva essere l'unica ad avercela fatta?

Perché?

Ripensò al sorriso di Joanna, al viso di Adam e alla dolcezza di Deanna.

Guardò ancora il corpo di Greg riverso a terra e si passò un dito sulle labbra.

Avrebbe potuto essere amore.

Lacrime amare le scorsero giù per il viso mentre si avvicinava a Greg e si raggomitolava sul suo petto come se avesse potuto rimanere lì per sempre.

Fu allora che sentì il debole battito del suo cuore.

Sorpresa e felice gli toccò la giugulare sentendo il palpito sotto ai polpastrelli.

Rideva tra le lacrime mentre lo accarezzava.

Avrebbe ancora potuto farcela.

Andrà tutto bene te lo prometto.” Gli sussurrò nella speranza che in qualche modo capisse.

Corse giù per le scale cercando un telefono ma trovò tutti i fili tagliati.

La porta di ingresso era bloccata impedendo a chicchessia di uscirne e l'unica via di fuga rimanevano le finestre.

Ma anche se fosse riuscita ad uscire dove sarebbe andata?

Era una casa isolata e non sapeva nemmeno a quanto distava la prima casa.

Tornò di sopra e cercò di trasportare Greg fino al pianterreno ma era decisamente troppo pesante per lei, non le restava che una sola possibilità per salvarlo.

Doveva correre il più velocemente possibile e cercare aiuto lasciandolo lì.

Non poteva fare altrimenti anche se avrebbe voluto trovare un altro modo.

Lasciarlo lì era un po' come abbandonarlo.

Pensò a come si sarebbe sentito quando fosse rinvenuto e non avesse trovato nessuno.

Cos'avrebbe pensato?

Ma non poteva indugiare oltre.

Lo sistemò sul divano come meglio poteva e gli coprì le ferite cercando di fermare l'emorragia.

Sospirò e si diresse in cucina dove spaccò un vetro.

Tolse quanti più vetri possibile prima di scivolare fuori.

Nel farlo sentì il morso feroce del vetro tagliarle un fianco prima che riuscisse a toccare terra.

Cadde con un tonfo sull'erba fredda.

Con una smorfia prese coraggio e si alzò la maglietta scoprendo un taglio sanguinante appena sopra il bacino.

Si rialzò e corse verso il garage dove Greg aveva parcheggiato e con mano tremante aprì la portiera tuffandosi al posto di guida.

Le chiavi ancora inserite nel quadro.

Il rombo del motore sembrò infonderle un po' di calma.


Il colpo era stato forte e lo aveva preso alla sprovvista.

La ragazza lo aveva colpito con l'attizzatoio forandogli la testa.

Pensava di essere morto ma alla fine si era risvegliato con un dolore cocente alla testa.

Forse l'uncino non aveva inferto ferite mortali.

Si era alzato e strisciando i piedi si era diretto verso la prima porta che aveva trovato.

Per fortuna aveva giusto trovato un bagno dove si era tolto l'attizzatoio dal cranio.

Ora al posto dell'attrezzo rimaneva un buco sanguinante e pulsante ma almeno era ancora vivo.

Il gioco poteva continuare.


Lena ingranò la retro e uscì a tutta velocità dal garage imboccando la strada principale.

Con le mani che le tremavano e la testa ancora accanto a Greg sfrecciò per la campagna trovando solo asfalto contornato da boschi e prati, neanche l'ombra di una casa.

Non poteva nemmeno cambiare strada perché non sapeva se sarebbe riuscita a tornare indietro.

Frustrata accelerò ancora di più mentre l'ansia le bloccava la gola e uno strano senso di disagio le prendeva lo stomaco.

Le mani tremavano mentre cercava di tenere stretto il volante, lo sguardo correva frenetico in cerca di una luce, un qualsiasi indizio di una casa nei dintorni.

Era talmente presa dalla ricerca che non si accorse dell'ombra che si erse dal sedile posteriore dell'auto.

Due occhi carichi di odio la stavano guardando dallo specchietto retrovisore.

Il senso di disagio crebbe in lei mentre sussurrava incoraggiamenti per Greg anche se era lontano.

Dio ti prego facci uscire da questo incubo!” Piagnucolò disperata.

Il suo sguardo catturò il riflesso di qualcosa alle sue spalle facendola sobbalzare.

E fu allora che vide l'indiano seduto proprio dietro di lei.

L'uomo scattò avanti armato di un coltello che riluceva alla luce della luna.

Lena gridò, gridò così forte da rimanere quasi rauca.

Era spacciata.

Mentre l'uomo si avvicinava ancor di più poté notare che aveva un buco in una tempia e sapeva bene che quel buco andava oltre alla fronte dove l'attizzatoio di Joanna l'aveva colpito.

Com'era possibile che fosse ancora vivo?

Il gioco finisce qui.” Le sussurrò l'uomo all'orecchio e premette sulla sua gola.

Lena sentì la lama morderle la carne mentre il sangue iniziava a scenderle giù inzuppando la maglietta.

Era fatta, tra poco sarebbe morta...


Lena aprì gli occhi di scatto portandosi istintivamente le mani alla gola dove credeva di trovarci uno squarcio invece, non trovò altro che la pelle liscia e sudata.

Ma che diavolo...” Borbottò guardandosi attorno.

La luce del giorno illuminava la stanza e la sveglia segnava le nove passate.

Il cuore lentamente tornò al ritmo regolare mentre la ragazza si lasciava cadere di nuovo sul cuscino.

Non devo più guardare certi film con Joanna!” Disse a se stessa sorridendo.



FINE


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

Siamo arrivati alla fine della storia.

È stata lunga e mi rendo conto che le attese tra un capitolo e l'altro sono state secolari ma avevo veramente il tempo risicato!

Che mi dite? Piaciuta?

Spero di si.

Ammetto che l'idea mi è venuta proprio perché l'ho fatto io questo sogno e vi assicuro non è stato per nulla piacevole.

Che dire?

Presto vedrete altre storie visto che ne ho un sacco di idee.

A presto e grazie a tutti quelli che hanno avuto il tempo e la voglia di leggere e recensire.

Un bacione dalla vostra Fly90.

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