Bonds

di Mordred90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Grifondoro - Prima parte ***
Capitolo 3: *** Grifondoro - Seconda parte ***
Capitolo 4: *** Grifondoro - Terza Parte ***
Capitolo 5: *** Corvonero - Prima parte ***
Capitolo 6: *** Corvonero - Seconda Parte ***
Capitolo 7: *** Corvonero - Terza Parte ***
Capitolo 8: *** Tassorosso - Prima Parte ***
Capitolo 9: *** Tassorosso - Seconda Parte ***
Capitolo 10: *** Tassorosso - Terza Parte ***
Capitolo 11: *** Serpeverde - Prima Parte ***
Capitolo 12: *** Serpeverde - Seconda Parte ***
Capitolo 13: *** Serpeverde - Terza Parte ***
Capitolo 14: *** Le quattro case - Prima Parte ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo:

Era notte fonda, la strada era completamente immersa nel silenzio. Il buio dominava incontrastato, spezzato solamente dai pallidi raggi della luna che filtrava attraverso il cielo plumbeo.
Sospirai appena, guardandomi per l’ennesima volta intorno prima di ripiegare con estrema delicatezza i miei vestiti sotto un cespuglio, chiudendo lentamente le palpebre per potermi concentrare sulla trasformazione.
Quanto tempo era passato dall’ultima volta?
Potevo vedere come fosse stato giorno, il mio corpo era bilanciato ed elegante. Niente poteva rimpiazzare la sensazione di libertà che mi dava stare in quella forma.
Mi lancia in corsa tra gli arbusti del parco, cercando di liberarmi dai pensieri che ultimamente mi affliggevano.
Un rumore mi distrasse e mi appiattii tra l’erba per poterne trovare la causa.
Tre uomini stavano discutendo animatamente, i mantelli neri che ondeggiavano per via della brezza notturna e le voci basse e cospiratorie.
Non andava affatto bene, non dovevo essere lì
Indietreggia lentamente, approfittando della mia agilità felina per passare inosservato.
< Cos'è quello? > Il più alto dei tre puntò lo sguardo dritto su di me, facendomi imprecare sottovoce. O meglio ringhiare, vista la mia forma.
< Un ghepardo?! > Sgranai gli occhi nel notare le bacchette e scattai di lato per evitare un ‘Cruciatus’.
Quei bastardi facevano sul serio.
Mi stavano circondando, e nonostante i miei sforzi non avevo la minima idea di come uscire da quella situazione.
Se fossi tornato umano avrei soltanto peggiorato le cose, né ero certo.
Cercai di evitare i colpi, ma un calcio mi fece rotolare parecchi metri indietro.
Socchiusi la bocca in un ringhio minaccioso, cercando d’ignorare il sangue che colava denso dal mio fianco.
< Smettetela di giocare..> Quello che doveva essere il capo parlò con voce seccata, indicandomi annoiato.
< Lo ucciderò con un solo colpo. > Sorrise divertito il più giovane, alzando la bacchetta verso di me.
Strinsi le palpebre, maledicendomi per la mia stupidità. Stavo per lasciare mio fratello da solo, anche se avevo promesso di proteggerlo.
< Aspettate! > Una nuova voce si impose sulle altre, calda e melodica. 
< Ma signorino -. > Non mi fermai a sentire quello che dicevano, ignorandoli per posare i miei occhi sul giovane apparso al mio fianco.
Sussultai nel notare quanto fosse chiara la sua pelle, soffermandomi per un istante sui capelli cremisi prima di comprendere:
Hiroto Kiyama, uno dei Prefetti di Serpeverde.
Nonché la mia cotta segreta, ma questo non aveva molta importanza al momento.
< Guardate come l’avete ridotto...> Mormorò lui, passando con delicatezza le dita nel mio manto.
< Dobbiamo ucciderlo, non c’è altra scelta. > Rispose pacatamente il capo, sospirando appena.
Non avevo bisogno di guardare negli occhi il Serpeverde per sapere che non era minimamente d’accordo.
Rotolai di fianco, per poterlo guardare meglio mentre posava lo sguardo sulle mie ferite come sovrappensiero. Per un istante mi sembrò di leggere nel suo sguardo malinconia e tristezza, prima che nascondesse di nuovo il tutto dietro la maschera arrogante che indossava sempre.
< Non mi lasciate scelta. > Sorrise Hiroto, tirando fuori un coltello. La lama luccicò nel buio, facendomi mancare per un istante il fiato. Eppure il ragazzo non la usò su di me, bensì sul proprio palmo destro, prima di premerlo sulla ferita sul mio fianco. Sgranai gli occhi, mentre un’ondata di calore mi avvolgeva e la dolce litania che usciva dalle sue labbra mi faceva girare la testa.
< Perché l’hai fatto? > Chiese stupito uno degli uomini, avvicinandosi a noi.
Rivolsi con lo sguardo la stessa domanda al ragazzo, provando a ritrarmi quando le sue dita cercarono di allacciare al mio collo il collare di cuoio nero che suggellava il nostro vincolo. Ringhiai sommessamente, mostrandogli le mie zanne appuntite, nella speranza di farlo desistere.
< Sarai il mio famiglio d’ora in poi, Luze. > Mi mormorò, sorridendomi con una punta di tenerezza, mentre finiva di sistemarmi il collare che suggellava il nostro legame.
In tutta risposta chiusi gli occhi, mormorando nella mia testa la formula che mi serviva.
Sorrisi beffardo, per quanto potesse farlo un ghepardo, prima di smaterializzarmi davanti ai loro occhi.
Se pensava che sarebbe stato facile si sbagliava di grosso.




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Angolino della pazza:

Salve popolo!
Finalmente riesco a scrivere una storia su IE *_*
Il protagonista è un mio OC, ma è anche il fratello maggiore di qualcuno che noi conosciamo bene <3
La storia sarà divisa in quattro parti, divise in capitoli, una per ogni casa!
Più una parte che sarà poi l'epilogo, ovviamente. <3
Spero vi piaccia, commenti e critiche sono sempre ben accetti!

E anche consigli, ovviamente!
Alla prossima
 (*´∀`*人*´∀`*).

P.S.
Cercherò di pubblicare tutti i sabato!

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Capitolo 2
*** Grifondoro - Prima parte ***


Binario 9 e 3/4 - Hogwarts Express.

Era una mattina nuvolosa, cosa per niente insolita a Londra, ed il tempo rifletteva perfettamente il mio umore nero.
Sospirai, posandomi una mano sul fianco che mio fratello mi aveva fasciato, dopo avermi picchiato e rimproverato - ovviamente. I punti mi pizzicavano, tirandomi la pelle e causandomi un fastidioso bruciore, nonché una gran voglia di urlare. Ma come sempre mi trattenni, picchettando distrattamente sul vetro del treno il ritmo di una canzone che avevo sentito sull'autobus.  
Lo sportello si aprì con un tonfo, facendomi sussultare e girare di scatto lo sguardo sui ragazzi che stavano entrando.
Nagumo mi salutò con un enorme sorriso, lasciandosi cadere pesantemente sul posto di fronte a me, lamentandosi rumorosamente di aver incontrato Suzuno nel corridoio. Non capivo proprio perché il mio migliore amico non voleva ammettere i propri sentimenti verso l’albino, in fondo era piuttosto ovvio.
Maki entrò subito dopo, saltandomi addosso per stritolarmi. Era dolcissima, certo, eppure il dolore al fianco mi portò a scostarla con un dolce sorriso.
< Buongiorno, tesoro. > Dissi piano, scompigliandole affettuosamente i capelli mentre Nagumo la tirava per il maglione, costringendola così a sedersi al suo fianco.
< Ehi, a me non saluti? > Alzai nuovamente lo sguardo, ridendo appena nel notare il lieve broncio di Diam.
< Buongiorno anche a te, Miura. > Mormorai, cercando d’ignorare lo sguardo irato di mio fratello dietro di lui. Era evidentemente ancora arrabbiato per la sera prima.
< Come stai? > Mi chiese Ryuuji senza giri di parole, aggirando il ragazzo per potersi sedere al mio fianco.
Arrossii appena nel ritrovarmi al centro dell’attenzione, prima di affondare il viso nel mio libro e mugolare un ‘bene’ poco convinto.
< Che ci nascondi? > Nagumo mi lanciò un occhiata irata, sapevo perfettamente che odiava essere tenuto all'oscuro di qualsiasi cosa mi riguardasse.
< Dai, digli in che stato sei tornato ieri. > Ribatté acido il mio fratellino, dandomi un buffetto sulla guancia.
< Potrei essere caduto....> Mormorai timidamente, conscio di essere arrossito.
< Sempre il solito sbadato! > Rise Diam, incrociando le braccia dietro la nuca.
Sorrisi nel vedere i miei amici così allegri, prima di infilare le dita nella sciarpa per scostare infastidito il collare dal mio collo. Mi stringeva fastidiosamente quella mattina, come volesse ricordami la sua presenza. Ero abbastanza preoccupato in realtà, come avrei fatto a tenerlo nascosto?
E come avrei fatto a non farmi riconoscere da Hiroto?
< Ma guarda un po’, i perdenti riuniti...> Chiusi gli occhi, massaggiandomi una tempia infastidito mentre la voce di Reina invadeva la nostra cabina.
< Cosa vuoi, Serpe? > Ringhiò infastidito Nagumo, scattando in piedi mentre Maki lo tratteneva per un braccio.
< A cuccia Grifone, non ho voglia di starti a sentire. > Suzuno scosse annoiato una mano, puntando i suoi occhi color ghiaccio sul mio migliore amico.
< Ma se avete iniziato voi! > Sbottò mio fratello, lanciando un’occhiata infastidita al gruppetto fermo davanti alla nostra porta.
< Ragazzi, ragazzi...non ha senso discutere coi bambini. > Fudou si poggiò allo stipite della porta, lanciando un’occhiata di puro disprezzo ai miei compagni prima di indugiare su di me. Io e Fudou eravamo amici d’infanzia, eppure davanti ai suoi compagni mi trattava come non fossi niente, ma ormai ci ero abituato.
< Senti brutto - ! > Si alzò Diam, avvicinandoglisi pericolosamente mentre serrava i pugni.
< Che c’è, vuoi fare a botte? > Sorrise sprezzante Akio, facendo un passo avanti.
< Lascia stare Fudou, andiamo...> Mormorò Hiroto, annoiato, parlando per la prima volta nella mattinata. Sembrava più pallido del solito, delle leggere occhiaie gli contornavano gli occhi verdi.
< Hai paura, Kiyama? > Sorrise sprezzante Nagumo, incrociando le braccia al petto.
Ma a quel punto non stavo più a sentire, il dolore al fianco si era amplificato e le tempie mi stringevano la testa in una morsa ferrea, portandomi a stringerci le dita sopra con un mezzo gemito irritato. 
< Shun? > La voce di Ryuuji mi riscosse, portandomi ad alzare lo sguardo, accorgendomi così di aver attirato l’attenzione di tutti gli altri.
< Il piccolo grifone sta male, poverino..> Rise divertita Reina, guardandomi con evidente astio.
La risposta irata di Diam e Fudou si perse completamente, i contorni dei miei compagni si facevano via via più sfocati e mi dovetti appoggiare al sedile per non crollare.
< Non è nulla...devo solo -. > Mormorai sommessamente, provando ad alzarmi ma solo per cadere tra le braccia di Nagumo.
L’ultima cosa che vidi prima di perdere i sensi fu lo sguardo spaventato di Ryuuji.
Poi fu soltanto nero.

* * *

Mi tirai lentamente a sedere, sbattendo più volte le palpebre prima di sussultare sorpreso nel vedere le arcate dell’infermeria di Hogwarts. 
Ma per quanto tempo ero svenuto?
La sala era vuota e fredda, il temporale stava imperversando fuori e i tuoni rimbombavano violenti lungo le pareti. Mi passai le dita tra i capelli, cercando di respirare regolarmente mentre il panico mi serrava la gola. Solo allora mi ricordai di un piccolo dettaglio, sussultando strinsi la striscia di cuoio tra le dita, sperando mi potesse arrecare un po’ di conforto. Il collare era caldo sotto i miei polpastrelli, e stranamente mi trasmise un senso di tranquillità e dolcezza. Mi ritrovai ad arrossire all'idea che fosse Hiroto a trasmettermelo, scuotendo subito dopo la testa, in fondo non era possibile.
Mi ero perso la cerimonia d’apertura, un vero peccato, era una delle poche occasioni in cui potevo stalk - guardare casualmente il tavolo dei Serpeverde, senza che nessuno lo notasse. Mi morsi il labbro inferiore, prima di riflettere sulle mie opzioni, rimanere lì o tornare nel dormitorio.
Scesi dal letto e poi mi concentrai sulla trasformazione, allungandomi distrattamente prima di muovere i primi, cauti passi verso la porta. In quella forma potevo muovermi più liberamente e, sopratutto, evitare degli sguardi indiscreti. 
Mi infilai nel corridoio buio, dondolando distrattamente la coda mentre camminavo, stavo cercando di riprendermi ancora dallo svenimento di prima.
Ero decisamente preoccupato, ero diventato il famiglio di Hiroto ed il nostro legame era indissolubile. Prima o poi avrebbe capito e allora mi avrebbe ucciso, o pistato a sangue...qualcosa del genere, comunque. 
< Cosa diamine - ! > La voce gelida di Suzuno mi spinse ad appiattirmi contro il muro, ma ormai era troppo tardi. Lui, Fudou e Hiroto mi avevano visto e non avevo scampo, erano tre dei migliori maghi che avessi mai conosciuto.
< Luze! > Abbassai il muso nel sentire la felicità nella sua voce, sorpreso del suo affetto nei miei confronti.
< E’ tuo questo...coso? > Mormorò perplesso l’albino, mentre Fudou sbuffava annoiato.
< Ghepardo, è ovviamente un ghepardo stupido ghiacciolo. > Lo riprese Akio, puntando lo sguardo su di me.
< E’ il mio famiglio, si...> Rispose dolcemente il rosso, passando le dita dietro le mie orecchie per grattarle delicatamente, se fossi stato umano probabilmente sarei arrossito.
< Se è qui, e chiaramente non te lo sei portato con te, significa una cosa sola...> Disse piano Fudou, avvicinandosi lentamente a noi.
Io mi persi nel discorso, limitandomi ad alzare il muso verso le sue mani ed emettere delle piccole fusa soddisfatte.
< Chi è secondo voi? > Mi ripresi giusto in tempo per notare che erano tutti e tre chini su di me, mentre Hiroto aveva poggiato il mio muso sulle sue gambe e mi scrutava perplesso.
< Non lo so, potrebbe essere chiunque...> Sospirò Suzuno, piegando il viso di lato nell'osservarmi prima di posare le dita sulla ferita che mi sfregiava il fianco. Mi tirai in piedi in fretta, ringhiando sommessamente, mentre appiattivo le orecchie e cercavo di riprendermi dal dolore pungente che mi aveva causato quel suo gesto.
< Il collare servirà a farcelo capire. > Rispose tranquillamente Fudou, ridacchiando non appena vide il viso di Hiroto storto in una smorfia d’ira.
< Non farlo mai più, Suzuno. > La sua voce gelida risuonò per il corridoio, portandomi a scuotere il muso prima di dare una tenera botta sul suo petto.
< Dovrebbe essere lui a proteggere te, non il contrario. > Sorrise il ragazzo, attorcigliandosi una ciocca di capelli tra le dita.
Akio li lasciò litigare, spostandomi il muso per potermi guardare dritto negli occhi. Sussultò stupito, e compresi soltanto allora che mi aveva riconosciuto. Nessun altro studente aveva gli occhi di colore diverso, uno argentato e l’altro dorato; lui era uno dei pochi ad esserne a conoscenza.
Mi alzai di scatto, correndo il più veloce possibile lontano da loro.
Ringhiai appena, cercando di ignorare la voce di Hiroto che mi chiamava preoccupata, prima di sparire alla loro vista.
Fudou sapeva.
Ero nei guai.



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Eccomi di nuovo qui! 
Speravate fossi sparita, eh? 
Comunque..ho deciso di aggiornare prima visto che avevo pubblicato soltanto il prologo, ora entriamo un po' nel vivo della storia.
Come sempre attendo commenti, critiche e quant'altro uwu

Alla prossima 
(=^・ω・^)y=


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Capitolo 3
*** Grifondoro - Seconda parte ***


Sgranai gli occhi, alzandomi di scatto, la luce del sole filtrava attraverso le tende e mi accarezzava il viso. Sospirai stanco, guardandomi intorno, sorridendo appena nel notare i miei compagni di stanza dormire beati. Diam e Ryuuji erano accoccolati nello stesso letto ed arricciai il naso infastidito nel notarlo, prima di scostarmi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Mi trascinai stancamente in bagno, afferrando i miei vestiti al volo, mentre ripercorrevo gli avvenimenti della sera precedente. Imprecai nel ricordarmi di Fudou, sicuramente l’avrebbe detto al rosso ed io sarei finito male, molto male.

Mi infilai nella doccia, aprendo l’acqua e lasciando che essa lavasse via i pensieri cupi, almeno per un po’.

Quando riemersi dal bagno, vestito e pettinato, quasi un’ora dopo i miei compagni si erano appena svegliati.

Risi piano nel notare i capelli scompigliati di Nagumo, prima di salutarli tutti con un’enorme sorriso.

< Buondì, bella addormentata. > Sorrise Diam, salutandomi allegramente con un cenno.

Nagumo in tutta risposta scoppiò a ridere, indicandomi e canticchiando ‘principessa, principessa’.

Un giorno avrei ucciso entrambi, da quando mi conoscevano non facevano che prendermi in giro per i miei tratti femminili ed i miei capelli lunghi. Oh, si, e le mie lentiggini, anche quelle erano soggette a strani giudizi che riguardavano la mia mancata mascolinità.

Fra una chiacchiera e l’altra riuscirono a prepararsi, giusto in tempo per vedere Maki catapultarsi letteralmente nella nostra stanza, seguita a breve distanza da Gouenji. Il ragazzo era piuttosto silenzioso, ma infondo era di indole gentile e disponibile, quindi andava piuttosto d’accordo con tutti nella nostra casa. Si vociferava che uscisse con un ragazzo di Tassorosso, un certo Fubuki, ma io non davo peso alle chiacchiere.

Così il nostro gruppetto, a cui si erano uniti Genda e Fidio, raggiunse finalmente la mensa.

Mi lasciai cadere nel solito posto, l’angolino dell’enorme tavolata, sorridendo quando l’italiano si sistemò davanti a me. Ryuuji occupò come al solito il posto tra Genda e Diam, mentre Nagumo e Maki si sedevano al mio fianco. Shuya preferì sedersi un po’ più lontano, vicino ad un bambino del primo anno che lo osservava con sguardo adorante.

Posai il viso sulla mano, lasciando scorrere lo sguardo sulla sala per cercare di capire cosa fosse successo allo smistamento. A quanto pare quest’anno le file dei Tassorosso erano aumentate significativamente, seguite subito dopo da noi e dai Corvonero. I Serpeverde erano decisamente pochi quest’anno, ed i bambini appena arrivati sembravano essere già stati traumatizzati, tanto da sedere a testa bassa tra i ragazzi più grandi.

Mi umettai distrattamente le labbra con la punta della lingua, lasciando scorrere lo sguardo lunga la tavolata verde-argento per noia più che per vera e propria curiosità. Fudou mi fissava corrucciato, tamburellando nervosamente con le dita sul legno mentre Hiroto e Suzuno parlavano con un’altro ragazzo del quinto anno. Se non ricordavo male era un amico d’infazia di Nagumo, un ragazzo molto bello e carismatico, nonostante fosse Serpeverde le ragazze gli morivano dietro in abbondanza. Nepper, ecco come si chiamava.

Quando Hiroto alzò lo sguardo, puntandolo dritto nel mio, tornai a concentrarmi sul mio piatto decisamente imbarazzato. Mi aveva beccato a fissarlo, ci mancava solo questa. Non che fosse la prima volta, quasi tutta la scuola sapeva della mia cotta grazia alle gentili voci che aveva sparso Reina.

Arrossii violentemente, iniziando ad arrotolarmi una ciocca verde scuro tra le dita, mentre cercavo invano di inserirmi nel discorso dei miei compagni.

Tentativo inutile, parlavano di Quiddic.

Per essere precisi l’unico argomento di cui io non capivo niente, nulla, il vuoto totale. Ero una vera frana, non sapevo tenermi in equilibrio sulla scopa e al mio primo allenamento ero caduto clamorosamente, causando le risate dell’intero stadio. Bisogna anche dire che era stata colpa di Hiroto, ebbene si, mi era passato velocemente di fianco per afferrare il boccino causando così la mia caduta. Un ginocchio spezzato e ben sei punti sulla nuca, avevo ancora la cicatrice.

Da allora ero sempre in riserva, giocavo soltanto se non c’era nessun altro disponibile, cosa che per mia fortuna non accadeva spesso.

Rigirai per l’ennesima volta il cibo nel piatto, prima di scuotere la testa e sospirare piano, ignaro dello sguardo preoccupato che si era puntato su di me.

Speravo soltanto che le lezioni finissero presto, per poter riflettere con calma sulla situazione.

Spinsi lontano da me il piatto ancora pieno, alzandomi per raggiungere l’aula della lezione.

Pozioni coi Serpeverde.

No, non era decisamente la mia giornata fortunata.
 

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Ero riuscito a guadagnarmi, miracolosamente, l’ultimo banco. Anche se questo significava far coppia con Fudou, cosa che avrei preferito effettivamente evitare dati gli avvenimenti della sera precedente. Ma infondo meglio qui che vicino a Reina e alle sue occhiate d’odio.

Non le andava a genio che mi piacesse il suo migliore amico, per niente. Hiroto invece non aveva mai espresso un giudizio sulla cosa, probabilmente non gli interessava. Almeno aveva il buon gusto di non tormentarmi.

Mi passai una mano tra i capelli nervosamente, cambiando posizione sulla sedia nella vana ricerca di una comoda.

Akio mi osservava in silenzio, mescolando la pozione in senso antiorario con fare annoiato. Mi poggiai al banco evitando accuratamente il suo sguardo, preferendo invece concentrarmi sui piccoli battibecchi di Nagumo e Suzuno che erano seduti dritto di fronte a noi. Il primo sembrava palesemente divertito, nonostante la sua maschera inespressiva, mentre il secondo era chiaramente in imbarazzo.

< Se continui a fissarli in quel modo inizierò a pensare che tu sia innamorato di uno dei due, sai? > La voce tagliente del mio compagno mi distrasse dalla mia osservazione, portandomi a fissare quei due pozzi blu fumo.

< Oh certo, muoio dietro a Nagumo. Quei suoi capelli a tulipano sono irresistibili. > Sussurrai divertito, annuendo appena per dare più enfasi alla frase.

Ovviamente non era vero, ma mi piaceva scherzare con Fudou. Sembravano passati secoli da l’ultima volta che avevamo parlato - i suoi insulti non contavano. Certo, eravamo rimasti amici, ci mandavamo lettere durante l’estate parlando del più e del meno, ma a scuola mi evitava ed ignorava come fossi stato malato di peste. Stupido Serpeverde orgoglioso...

< I rossi sono proprio il tuo tipo. > Il ghigno malizioso di Akio mi riscosse, nuovamente, dai miei pensieri facendomi arrossire furiosamente.

< N-no! Certo che no...> Mi arrotolai nervosamente una ciocca di capelli, distogliendo lo sguardo da lui per fissare il mio libro di pozioni.

< Non fingere di leggere quando ti parlo! > Mormorò piccato, punzecchiandomi giocosamente il fianco sano. Mi portai una mano alle labbra per soffocare una piccola risata, posando nuovamente lo sguardo su di lui.

< Ahw, sei geloso delle mie attenzioni? > Sorrisi dolcemente, punzecchiandogli una guancia. Mi era mancato scherzare così con lui, mi era mancato davvero.

< Tsk. > Schioccò la lingua con fare annoiato, posando il volto su una mano e puntando lo sguardo dritto davanti a se.

< Chi tace acconsente...> Risi piano, portandomi i capelli dietro le spalle per impedire che finissero nella pozione. L’ultima volta che era successo me li ero ritrovati rosa, per un’intera settimana.

Non mi sarei mai dimenticato le facce dei miei compagni, mai. Bisogna anche dire che mi avevano messo in coppia con il Tassorosso più sbadato dell’intera scuola, Endou. Era stato lui a combinare quel casino, ma io non me l’ero presa. Si era scusato per una settimana intera!

< Cosa ci trovi in lui, mnh? > Akio stava tamburellando le dita sul banco, mentre scrutava Hiroto che era seduto in prima fila.

< Perché me lo chiedi? > Mormorai in tutta risposta, tormentandomi le mani in grembo nella vana speranza di distrarmi un minimo.

< Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda. > Rispose lapidario, girando improvvisamente il viso per poter puntare il suo sguardo su di me.

< Non è importante - davvero. > Sussurrai poco convinto, scrutando la sua reazione di sottecchi. In tutta risposta mi sollevò il mento con due dita, costringendomi 

a guardarlo imbarazzato.

< Lo è per te. > Mormorò quasi con dolcezza, facendomi intravedere finalmente la sua vera faccia. Aveva mille maschere, così come la maggior parte dei Serpeverde - e me.

< Stiamo attirando l’attenzione, Akio. > Risposi dolcemente, permettendo ad una nota di malizia di risuonare nella mia voce bassa e calda.

< Idiota. > Rispose semplicemente, lasciandomi andare e fulminando con lo sguardo i ragazzi che ci fissavano sconvolti.

Nagumo sembrava pronto ad ucciderlo, per cui gli sorrisi cercando di fargli capire che andava tutto bene. Adesso sarei stato, di nuovo, al centro dei pettegolezzi. Fantastico.

< Kiyama, mi spiega cosa dovrebbe essere questa? > Sussultai a quella frase del professore, puntando lo sguardo insieme alla classe sul ragazzo che era stato interpellato.

Seguendo il breve scambio compresi subito che aveva sbagliato la pozione, cosa assolutamente impossibile.

Il figlio del preside non poteva sbagliare nulla, non in pozioni comunque. Io e lui tenevamo a pari merito il titolo di più bravi dell’intero anno, superando anche i Corvonero.

Il ragazzo venne salvato dalla campanella, che risuonò insieme alla risata sguaiata del mio compagno.

Mi girai perplesso verso di lui, ma Akio si limitò a farmi un occhiolino prima di venir trascinato fuori da un incazzatissimo Hiroto.

Certo che quel ragazzo era proprio lunatico!



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Salve popolo - !
Scusate per il ritardo, ragazze. Mi dispiace un sacco, il mio PC mi ha abbandonato ; 3 ;
Per farmi perdonare pubblicherò ben due capitoli!
Grazie per l'attenzione uwu



 

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Capitolo 4
*** Grifondoro - Terza Parte ***


< Allora? > L’ennesima domanda, irata, di Nagumo mi fece sospirare. Era quasi un’ora che mi tormentava su quello che era successo tra me e Fudou durante pozioni, come se invece di parlare e basta avessimo fatto chissà cosa.

< Non è successo nulla, Haru! Stavamo solo parlando...> Mormorai per quella che mi sembrava la centesima volta, poggiando il viso sulla sua spalla.

< Eddai, lascialo in pace. > Rise piano Maki, sdraiandosi sul divanetto della Sala Comune. Eravamo rimasti solo noi in piedi, gli altri erano andati tutti nelle loro stanze ed il silenzio era quasi piacevole. Certo, era interrotto piuttosto spesso dalle lamentele dei miei compagni però le loro voci non mi disturbavano affatto. Mi accoccolai meglio contro il mio migliore amico, sorridendo nel sentirlo sbuffare annoiato.

< Da quando sono diventato la tua stufa, mnh? > Mi rimproverò, fingendosi infastidito sebbene mi stesse stringendo a se.

< Da quando hai rubato i miei guanti e il maglione preferito. > Risposi con un’infantile linguaccia, nascondendo le mani nelle maniche della felpa rossa che portavo indosso.

Socchiusi gli occhi, lasciando che la sua risata mi tranquillizzasse come faceva sempre, mentre posavo lo sguardo su mio fratello.

< Potreste prendervi una stanza? > Ringhiai tra i denti, lanciando un’occhiataccia al ragazzo che stava baciando Ryuuji. Non che avessi nulla contro Miura, ma ero una persona gelosa di natura e vedere il mio ‘non più così piccolo’ fratellino baciare un ragazzo mi creava qualche problema.

< Era ora! > Sorrise invece Maki, battendo le mani come fosse stato uno spettacolo di cui noi eravamo, involontariamente, gli spettatori.

< Ed adesso siamo rimasti solo noi..> Sbuffò annoiato Nagumo, alzando gli occhi al cielo in una muta preghiera. Non fatemi rimanere single a vita.

< Intendi solo io. > Ribattè la ragazza, mentre ignorava completamente i balbettii imbarazzati di mio fratello che cercava di spiegarsi.

< Ehi! Non sto con nessuno io. > Miagolai punto nel vivo, allungandomi sul divano per fare aria a Ryuuji che sembrava essere sul punto di svenire.

< Ceeerto. Ci crediamo, eh. > Rispose malizioso Diam, sorridendo divertito mentre stringeva a se il suo, ormai dovevo ammetterlo, ragazzo.

< Miura, smettila. > Sibilò Ryuuji, cercando di sciogliersi dalla sua presa, ancora imbarazzato per poco prima.

< Ahw, teneri. Comunque tra Fudou e Kiyama non puoi certo dire di essere libero...> L’azzurra, sopranome dovuto ai suoi capelli, mi sorrise divertita punzecchiandomi una guancia mentre io cercavo di dissimulare, con scarso successo, l’imbarazzo.

Per essere precisi io non stavo con nessuno dei due. Certo, mi piaceva Hiroto ma io non gli interessavo, come sapevano ormai anche i quadri. Mentre Fudou era un mio caro amico, non potevo negare che fosse affascinante ma era pur sempre un mio amico d’infanzia. Me lo ricordavo che giocava con il fango, per Merlino! Non avrei mai potuto mettermici insieme.

< Ed io, scusa? > S’indicò perplesso Nagumo, ignorando come sempre le mie proteste. Sporsi il labbro inferiore, sentendomi completamente ignorato.

< Eddai, Shun! Non puoi negarlo..> Sorrise, quasi dolcemente, Ryuuji riuscendo così a vendicarsi per poco prima. Giurai a me stesso che gliel’avrei fatta pagare, oh si.

< Io e Fudou siamo -. . .noi. . .mnh. > Borbottai, stringendomi le ginocchia al petto prima di poggiarci il mento sopra con un sospiro stanco. Non nè potevo più di nascondere la nostra amicizia a tutti, era veramente stressante. Volevo solo passare gli ultimi anni a Hogwarts con le persone che amavo, tutte le persone che amavo, ma ovviamente queste si odiavano. Destino crudele e beffardo.

< Visto? > Mi indicò una Maki vittoriosa, prima di rivolgersi nuovamente al rosso. < Una sola parola: Suzuno. >

< Cosa c’entra con me quel ghiacciolo?! > Nagumo si alzò di scatto, facendomi capitombolare poco elegantemente a terra e, mentre mi lamentavo per il danno al mio perfetto didietro, iniziò a borbottare come un bambino. Come se nessuno di noi avesse notato il suo rossore o, molto più semplicemente, i suoi sospiri quando il suddetto ‘ghiacciolo’ passava per i corridoi.

< Smettila di negarlo, tappo. > Sospirò, fintamente affranto, Diam mentre sistemava meglio Ryuuji tra le proprie braccia.

< Senti chi parla! Non sei molto più alto di me. > Sbuffò il ragazzo, incrociando le braccia al petto e battendo un piede per terra. Effettivamente Nagumo era il più basso del gruppo e per questo veniva, forse troppo spesso, preso in giro da noi. Grifondoro non vuol dire mica santo, in fondo.

< Pochi ma buoni centimetri. > Rise piano mio fratello, accoccolandosi contro il petto della sua sedia umana.

< Vi odio tutti. > Rispose il rosso, arricciando teneramente il naso mentre si lasciava cadere scompostamente sul divano.

< Ti vogliamo bene anche noi, tesoro. > Sorrisi in tutta risposta, tirandomi in piedi e sbadigliando sonoramente.

< Su, tutti a letto! > Battè le mani Maki, guardandoci con un piccolo sorriso. < Domani abbiamo una relazione da consegnare. >

Apocalisse tra tre...due...uno.

< COSA? > Urlammo in coro tutti quanti, fissandola come gli fosse spuntata magicamente un’altra testa.

< Ditemi che non ve né siete dimenticati....> Mormorò sconsolata lei, passandosi una mano tra i capelli.

< Ehm...>

< No, certo che no! >

< Forse...>

< Potrebbe essermi passato di mente. >

Rispondemmo in coro, imbarazzati, mentre lei si dava un leggero colpo sulla fronte. Probabilmente si stava chiedendo perché avesse degli stupidi come noi per amici, già. A volte me lo chiedevo anche io.

< Per fortuna vostra ci sono io. > Sorrise lei, sventolandoci davanti al naso delle pergamene.

< Maki ti amo. > Mormorai commosso, saltandole addosso per stritolarla in un’abbraccio.

< Si, si. A nanna adesso, su. > Rise dolcemente lei, spingendomi via e consegnandoci i rispettivi fogli.

Maki era davvero una santa, si.

E così la nostra allegra compagnia si diresse verso i rispettivi giacigli.

Neanche il tempo di dire ‘buonanotte’ che ero già tra le braccia di Morfeo.


--------
 


Ottobre era, finalmente, alle porte e faceva così freddo da sembrare Novembre.

Nagumo si era preso un terribile raffreddore, così imparava a festeggiare la nostra vittoria senza maglietta!

Ebbene si, Grifondoro aveva sconfitto Corvonero senza grossi problemi nell’ultima partita. Un po’ mi dispiaceva, adoravo i ragazzi della loro squadra.

Almeno i miei compagni erano di ottimo umore, potevo approfittarne per parlargli del mio piccolo problema.

< Eddai, cos'è quel muso lungo secchione? > Parli del diavolo e spuntano le corna. Nagumo chiuse di scatto il libro che stavo leggendo, costringendomi ad alzare lo sguardo sui ragazzi che avevo di fronte. Sospirai appena, notando che Fidio e Gouenji mi guardavano pieni di aspettativa mentre Ryuuji ridacchiava sottovoce e Maki e Diam fingevano di concentrarsi sul cibo che avevano davanti.

< Cosa vuoi, tappo? > Mormorai con un sorriso palesemente finto, riprendendo il mio libro dai suoi artigli.

< Un commento, qualcosa. > Rispose prontamente lui, per niente toccato dal mio insulto, mentre teneva una mano sulla copertina per impedirmi di tornare alla mia sana occupazione.

< Abbiamo vinto. Yu - uh. > Alzai le mani al cielo, con tono palesemente annoiato, prima di guardarli uno per uno. < Contenti? >

< Eddai! Fai parte anche tu della squadra...> Mi riprese il biondo, nascondendo un sorriso divertito dietro il suo bicchiere di succo di zucca.

< Anche se non sai giocare. > Precisò Maki, evitando per un soffio la mollica di pane che le lanciai stizzito.

< Non è vero! > Mormorai piccato, arricciando le labbra in un piccolo broncio. In effetti non ero incapace, solo molto sfortunato.

< Ah - ah. Ed io sono una donna. > Rise Nagumo, tirandomi giocosamente una ciocca di capelli per attirare la mia attenzione.

< L’ho sempre sospettato, sai? > Sussurrai con tono velenoso, causando le risate dei nostri compagni mentre lui mi scrutava perplesso.

< Sembri una serpe stamane, ti sei alzato con la luna storta? > Mi chiese tranquillamente, prima di sorridermi sornione. < E poi la donna qui sei tu. >

< Solo perché ho i capelli lunghi! > Sospirai stressato, lasciando ricadere il capo sul libro ancora chiuso.

< Nhà, anche per come ti comporti. > Rincarò la dose Shuya, mentre gli altri annuivano convinti.

< Vi odio, davvero. > Mormorai sconfitto, senza neanche sforzarmi di alzare il viso.

< Tornando a cose serie..> Disse Fidio, punzecchiandomi una mano per farmi alzare lo sguardo. < Voglio un tuo commento sulla partita! >

< Che noia. > Sbuffai, fissandoli uno per uno prima di snocciolare velocemente la lista che avevo compilato mentalmente molte ore prima. < Gouenji, ti fai prendere sempre di sorpresa perché non segui abbastanza attentamente Kidou. Nagumo hai sbagliato il tiro perché eri troppo a sinistra rispetto all'anello. Maki cerchi di seguire i giocatori singolarmente e ti perdi così buona parte delle cose che succedono. Diam sei troppo aggressivo, Ryuuji sa giocare da solo senza che tu gli stia attaccato. Fidio - mnh, tu hai giocato piuttosto bene. >

Silenzio di tomba.

Colpito ed affondato. Così almeno l’avrebbero smessa di considerarmi un incapace.

< Woah...> Mormorò stupito il rosso, guardandomi come se non mi avesse mai visto prima.

< Illuminante! > Sbattè le mani Maki, sorridendo contenta. Mio fratello si limitò ad annuirmi contento mentre gli altri rimanevano a fissarmi imbambolati.

< Se non chiudete la bocca ci entreranno le mosche..> Mormorai imbarazzato, distogliendo lo sguardo.

< Ah...giusto. > Rise piano Gouenji, continuando a scrutarmi sorpreso.

< Andiamo? > Dissi, alzandomi, nella speranza di togliermi dal centro dell’attenzione. < Siamo in ritardo. >

La mia frase causò una serie di reazioni: Fidio si alzò di scatto, Maki e Diam iniziarono a radunare le loro cose, Ryuuji sgranò gli occhi e Nagumo imprecò silenziosamente mentre Shuya cercava di alzarsi senza cadere.

Risi piano, coprendomi le labbra con la mano. Avevano davvero paura della professoressa Hitomiko, mnh?

< Perché non l’hai detto prima?! > Ringhiò il rosso, iniziando a correre con gli altri lungo il corridoio.

< Non me l’avete chiesto. > Mormorai offeso, girando il viso per vedere dov’erano gli altri.

Nel farlo, ovviamente, non pensai a mantenere il mio equilibro già precario finendo per sbilanciarmi in avanti. Il pavimento si fece pericolosamente vicino al mio viso ma, per fortuna, Maki mi afferrò per la sciarpa rallentando così la mia caduta.

< Nh, grazie. > Mormorai piano, tirandomi a sedere e massaggiandomi il naso, che aveva sbattuto non molto gentilmente contro il suolo.

< Cos'è quello...? > Mi chiese lei in tutta risposta, indicandomi, mentre anche gli altri si fermavano a guardami scioccati.

< Cosa? > Chiesi perplesso, seguendo il loro sguardo prima di sgranare gli occhi. Per aiutarmi la ragazza mi aveva, involontariamente, sfilato la sciarpa rivelando così al loro sguardo il collare che mi stringeva il collo.

< Sembra un. . .no. . .> Sussurrò sconvolto Diam, sbattendo più volte le palpebre mentre Ryuuji mi porgeva una mano per aiutarmi a rialzarmi.

< Ecco. . .è una lunga storia. > Mugolai imbarazzato, afferrando la mano di mio fratello per tirarmi in piedi.

< Parla, adesso. > Mi intimò Nagumo, poggiandosi le mani sui fianchi mentre mi fissava chiaramente nervoso.

< Bhé, sapete che sono un animagus, no? > Chiesi sottovoce, guardandoli mentre mi arrotolavo nervosamente una ciocca di capelli tra le dita.

< Quello è un vincolo. > Rispose Fidio, dopo aver annuito prontamente alla mia domanda.

< Diciamo che quando mi sono fatto questa...> Mormorai, posando le dita sul mio fianco prima di riprendere. < Sono stato salvato da un’altro studente che però, nel farlo, mi ha legato a sè come suo..famiglio. >

< Chi? > Mi chiese Ryuuji, mentre gli altri mi fissavano curiosi.

< Mica male, hai qualcuno che ti difende. > Rise piano Maki, avvicinandosi per sistemarmi la sciarpa intorno al collo.

< Non vi piacerà..> Pigolai timidamente, nascondendomi dietro mio fratello.

< Parla. > Rispose prontamente Shuya, muovendo un paio di passi nella mia direzione.

< Kiyama, Kiyama Hiroto. > Risposi di getto, arrossendo appena mentre notavo gli sguardi sconvolti dei miei amici.

< Merda. > Non avrei potuto descrive la situazione in modo migliore, no. Nagumo sapeva sempre cosa dire, al momento giusto.

Sarebbe stata una lunga giornata.


---------

Ed eccoci qui con l'ultima parte di Grifondoro, la prossima è Corvonero * _ *
Critiche e commenti sono sempre ben accetti e scusate ancora per il ritardo!
La pazza vi saluta con una sua fan art della propria FF <3
A presto ^_^


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Capitolo 5
*** Corvonero - Prima parte ***


Corvonero - Prima parte.

 

La biblioteca era particolarmente silenziosa quel pomeriggio, gli studenti erano chini sui libri e ci prestavano ben poca attenzione.

Eravamo seduti nello scomparto più nascosto della stanza, in mezzo a dei libri così impolverati da costringermi a starnutire ogni due minuti.

Motivo della riunione?

Il mio legame con Hiroto, ovviamente.

< Dovremmo scoprire qualcosa in più sui famigli..> Mormorò sovrappensiero Ryuuji, sedendosi sul tavolo per poter dondolare distrattamente le gambe.

< Facile a dirsi! > Sospirò stancamente Nagumo, scostando la pila di libri che aveva davanti per guardarci. < Qui non c’è nulla. >

< Ma se non li hai nemmeno aperti. > Rispose divertita Maki, sfogliando distrattamente le pagine di un vecchio trattato.

< Ragazzi, non fa niente..davvero. > Sorrisi appena, scostandomi la lunga frangia dal viso. La tenevo lunga per coprire i miei occhi, ma visto che c’eravamo solo noi potevo anche non nascondermi per una volta.

< Certo, lasciamo che succeda un disastro. > Sentenziò Gouenji, lanciandomi un’occhiataccia.

< Siamo preoccupati, non sappiamo cosa potrebbe comportare questo legame tra te e la serpe. > Rispose più pacatamente Fidio, accennandomi un piccolo sorriso per rincuorarmi.

< Scusate, sono solo stanco. > Mormorai, sfiorando con le dita il collare da sopra il tessuto morbido della sciarpa. Erano giorni che mi stringeva fastidiosamente, trasmettendomi spesso uno strano senso di inquietudine e stanchezza che facevo fatica a contenere. Non erano sentimenti miei, evidentemente. Sembravano più che altro emozioni a me estranee, come se qualcuno mi stesse usando come valvola di sfogo. Ma era impossibile, o almeno così credevo.

< Perché invece di stare qui a tormentarci non chiediamo aiuto a qualcuno? > Propose Ryuuji, facendo un piccolo cenno col capo nella direzione dove erano soliti studiare i Corvonero.

< Certo, così lo saprà l’intera scuola. > Sussurrò sarcastico Nagumo, poggiandosi al tavolo coi gomiti.

< No grazie, sono già al centro di abbastanza pettegolezzi. > Risposi piano, lasciandomi crollare stancamente sullo schienale della sedia.

< Oh, andiamo. E’ una buona idea. > Diam si mise subito al fianco di mio fratello, difendendo a spada tratta la sua idea.

< Potremmo chiedere a qualcuno dei nostri amici...magari dicendo che è per una ricerca. > Riflettè ad alta voce Maki, lasciando scorrere lo sguardo sulla sala per cercare la persona giusta.

< Mnh, buona idea. Ma chi? > Chiese nuovamente Nagumo, sporgendosi per seguire la sua ricerca di una povera vittima.

< Potrei chiedere a Gianluca..> Propose Fidio, cercando l’amico con lo sguardo senza però trovarlo.

< Probabilmente è insieme ai Tassorosso. > Sorrisi maliziosamente, ripensando al ragazzo che gli andava palesemente dietro.

< Da quando sei a conoscenza dei gossip? > Rise piano Maki, fissandomi divertita e piacevolmente sorpresa.

< Da sempre, tesoro. > Risposi, causando un sospiro agli altri ragazzi.

< Kidou. > La voce di Shuya ci fece sussultare, portandoci a guardare il biondo che teneva gli occhi puntati sul ragazzo seduto da solo dall'altra parte dello scaffale.

< Capirebbe subito che non è una ricerca..> Scosse il capo Ryuuji, aggrottando leggermente le sopracciglia.

< E’ troppo intelligente. > Sbuffò Nagumo, dondolandosi con la sedia.

< Diversamente da qualcuno che conosciamo bene...> Lo prese in giro Miura, ridacchiando. Non mi curai della risposta irata del mio migliore amico, riflettendo invece sulle mie possibilità.

< E’ perfetto, invece. > Risposi, alzandomi senza neanche attendere le loro risposte. Mi sistemai i capelli in una comoda crocchia prima di avvicinarmi al tavolo su cui sedeva il ragazzo, chino su un pesante tomo che sembrava piuttosto complicato.

< Ti serve qualcosa, Midorikawa? > Mi chiese, senza nemmeno alzare lo sguardo dalle pagine ingiallite.

< Una mano, con una ricerca complicata. > Sorrisi gentilmente, riuscendo così ad attirare la sua attenzione. Non avevo dubbi, non era il tipo da lasciarsi sfuggire un’occasione così ghiotta per poter approfondire un qualsiasi argomento.

< Su cosa? > Chiese, puntando i suoi occhi cremisi nei miei. In tutta risposta allargai il sorriso, mostrandogli i miei denti appuntiti.

< Gli animagus. > Dissi con voce sicura, sedendomi davanti a lui mentre sentivo gli sguardi preoccupati dei miei compagni sulla mia schiena.

Kidou accennò un sorriso, chiudendo con cura il libro che aveva davanti prima di rivolgermi la sua completa attenzione.

< Cosa vuoi sapere nello specifico? >


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Fissai con odio quella dannata cosa, sembrava odiarmi e restituirmi lo sguardo con la stessa intensità.

Se avessi potuto gli avrei dato volentieri fuoco, ma poi chi sarebbe stato a sentire gli altri?

Sarei diventato un assassino, ma almeno avrei salvato la mia povera testa.

< Se continui a fissarla in quel modo potrebbe fuggire, sai? > Disse divertito il mio compagno, sistemandosi meglio la lunga coda.

< Io. Odio. Le. Piante. > Ringhiai sottovoce, poggiandomi le mani sui fianchi per continuare il mio scambio di sguardi con quella dannata Mandracola.

< Non l’avrei mai immaginato..> Ridacchiò divertito Kazemaru, tornando a prendersi cura dei propri bonzai come nulla fosse.

< Mi ha morso! > Sbottai, agitandogli il dito leso davanti agli occhi con una vocetta acuta e offesa che era degna di una dodicenne. Lui si limitò a sospirare, scuotendo appena la testa.

< Certo, la devi trattare con cura. > Mi riprese lui, alzando lo sguardo per sorridermi.

< Ma io ci provo. > Mormorai piano, lasciandomi scivolare per terra e poggiando il mento sul tavolo.

< Evidentemente non abbastanza. > Rispose pacatamente il ragazzo, spostando l’occhio castano sui ragazzi che giocavano fuori. Ebbene si, mentre io venivo torturato da Ichirota gli altri se la spassavano con Mamoru fuori. Dannati amici traditori!

< Eddaaaaai, aiutami. > Miagolai, sbattendo più volte le ciglia nella mia migliore espressione da cucciolo abbandonato. Magari avrebbe funzionato ma, come sempre, mi dimenticai di un piccolo dettaglio: non poteva vedere i miei occhi.

< Lo sto facendo, Shun. Sono qui a darti ripetizioni quando potrei benissimo essere lì fuori con gli altri. > Rispose secco, dandomi un buffetto sulla guancia.

< Mi dispiace...sono una frana. > Sospirai sconfitto, tirandomi di nuovo in piedi per prendere le attrezzature necessarie al mio delicato lavoro.

< Nhà, sei solo un carnivoro allergico alle piante! > Rise Kazemaru in tutta risposta, sedendosi al mio fianco per seguire il mio lavoro.

< Già, probabilmente percepiscono il mio immenso odio nei loro confronti..> Mormorai pensieroso, prima di rivolgermi al vaso davanti a me. < Senti, tu non mi piaci ed io non ti piaccio. Collabora così finiamo prima. >

Il mio amico scoppiò a ridere, facendosi aria con la mano mentre io arrossivo appena, imbarazzato.

< Tornando seri..> Iniziai, spruzzando per bene la piantina davanti a me mentre lo guardavo di sottecchi.

< Seri? Ma quando mai...> Ridacchiò piano, cercando di riprendersi mentre mi passava la terra.

< Tu e Endou sembrate molto vicini ultimamente. > Sussurrai, sorridendo soddisfatto nel vederlo arrossire violentemente.

< Siamo buoni a-amici..> Rispose imbarazzato, poggiandosi al tavolo per non cadere dalla sedia.

< Ceeerto, amici. > Lo ripresi, ridacchiando piano e scrollando le spalle, come a dirgli che non poteva prendermi così facilmente in castagna.

< Sei petulante. > Mi rispose con una linguaccia, nascondendo l’imbarazzo in uno dei suoi stupidi alberelli formato Nagumo.

< Ah - ah, questo si sa. > Allargai il sorriso, prima di addolcire il tono. < Eddai, siamo amici. Non tenermi all'oscuro. >

< Stiamo insieme, o-okey? > Pigolò, arrossendo fino alla punta delle orecchie ed evitando accuratamente il mio sguardo.

< Finalmente! > Esultai, abbracciandolo felice. < Chi ha fatto il grande passo? >

< Lui...> Mormorò piano, ricambiando la stretta. Lo lasciai subito dopo, riprendendo a lavorare mentre lui puntava lo sguardo sul ragazzo che rideva fuori. Sembrava così felice, così innamorato...lo guardava con così tanta dolcezza.

Sospirai, invidioso, prima di posare gli attrezzi ed arricciare il naso. Il collare mi stringeva di nuovo.

< E tu, invece? > Mi chiese lui, sistemandomi meglio la sciarpa prima di guardarmi con evidente aspettativa.

< Io cosa? > Mormorai perplesso, alzando elegantemente un sopracciglio.

< Tu e Hiroto. > Disse lui, sorridendo maliziosamente mentre io sbuffavo annoiato. Ancora quella storia.

< Io e Hiroto niente, non gli piaccio e lo sai. > Risposi secco, levandomi frettolosamente i guanti da lavoro.

< Vi comportate entrambi in maniera strana ultimamente...> Riprese lui, sfiorandomi una spalla come per confortarmi.

< Non significa nulla. > Sussurrai con una lieve nota d’amarezza, abbassando lo sguardo mentre mi tormentavo il labbro inferiore.

< Ma altri potrebbero pensare di si, Shun..> Sospirò piano lui, iniziando a guidarmi fuori dalla serra.

< Che intendi? > Borbottai perplesso, dirigendomi verso la porta.

< Che ad alcuni non piace come guardi Hiroto. > Mormorò piano, lanciandomi un’occhiata severa. < Stai attento. >

Mi immobilizzai, lasciando che mi superasse per gettarsi tra le braccia del ragazzo.

Quell’avvertimento mi risuonò per la mente, facendomi aggrottare le sopracciglia.

Cosa voleva dire?




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Angolo dell'autrice - !
Allora, sto per partire per le Alpi. Wiiiii!
Starò via per tre settimane, quindi non so se potrò aggiornare ; 3 ;
Grazie a chiunque legga questa follia!
Recensioni e commenti sono sempre ben accetti!

 

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Capitolo 6
*** Corvonero - Seconda Parte ***


Corvonero - Seconda parte



I’m only human and I crash and I break down. Your words in my head, knives in my heart.. >  

Ero comodamente seduto su un muretto del cortile interno, le cuffiette nelle orecchie e Christina Perri che cantava ‘Human’ nell’mp3. Stavo canticchiando senza nemmeno rendermene conto, con la mia voce bassa e melodica soffocata nel tessuto della sciarpa.
Il cielo era plumbeo, faceva freddo ed io mi sentivo dannatamente solo. Per colpa del vento mi pizzicavano gli occhi, tanto da lasciare che qualche piccola lacrima mi rotolasse lungo le guance. Poggiai la testa sulla colonna, alzando gli occhi per osservare le nuvole scure presagio di una tempesta imminente. Odiavo i temporali con tutto il cuore, fin da piccolo avevo il terrore dei tuoni come se invece di essere soltanto forti rumori fossero mostri venuti a prendere la mia vita. Che sciocco che ero.
Da quando avevo parlato con Kazemaru ero irrequieto, mi sembrava di essere osservato e molto spesso sentivo dei passi seguirmi per il corridoio. Sicuramente era una mia impressione, perché mai qualcuno avrebbe dovuto seguirmi?
Certo che Nagumo poteva evitare di lasciarmi da solo..Pensai, stringendo il libro di Rune Antiche al petto prima di chiudere gli occhi con un sospiro stanco. Mi portai una mano al collo, concentrandomi per qualche minuto sul calore che trasmetteva il collare, oggi particolarmente intenso.
Sentii una presenza alle mie spalle, un attimo prima che una mano si posasse su di esse. Sussultai, facendo cadere il libro a terra ed alzandomi di scatto per fronteggiare un’eventuale aggressore.

< Tutto bene? > Il sorriso di scuse di Kidou mi tranquillizzò, portandomi ad annuire imbarazzato mentre mi sfilavo le cuffiette dalle orecchie.

< Si, scusami...ero distratto. > Gli risposi gentilmente, ero sicuro di averlo visto passare un’ora prima in compagnia di sua sorella Haruna ma forse mi ero sbagliato.

< Lettura interessante. > Si chinò a prendere il mio libro, prima di porgermelo. Lo ripresi con un sorriso, annuendo appena.

< Già..> Mormorai semplicemente, seguendolo mentre si incamminava verso la quercia poco lontana.

< Volevo parlarti, ho scoperto qualche cosa. > Mormorò lentamente, quasi stesse soppesando le parole prima di sedersi sul prato ed invitarmi ad imitarlo.

< Oh. Me né stavo quasi dimenticando. > Sbattei più volte le palpebre, prima di imitarlo e puntare lo sguardo sul gruppetto di Serpeverde poco distante.

< Non ci sono molte fonti purtroppo, ma da quello che ho capito è piuttosto raro che un animagus diventi il famiglio di un mago..> Cominciò Yuuto, guadagnandosi la mia attenzione immediata. 

< Quindi non si sa nulla? > Mi raddrizzai, arricciando leggermente la punta del naso all’idea di non poterne sapere nulla.

< Se mi lasciassi finire..> Rispose quasi stizzito, sistemandosi meglio gli occhialini sulla testa mentre io mormoravo delle scuse sentite. < Quando però succede, consciamente o meno, il loro legame è molto più forte del normale. Con abbastanza allenamento possono parlare mentalmente e sapere cosa sta provando l’altro, in modo da sapere se è in pericolo. >

< Davvero? > Sorrisi felice, pensando a quanto mi sarebbe stato utile sapere se Hiroto era in pericolo. Sbattei più volte le palpebre, cercando di riprendermi mentre il ragazzo mi osservava perplesso, cosa stavo pensando? Io e Hiroto non avremmo mai avuto quel tipo di legame..

< Già, ma non finisce qui. > Mormorò lui, scrutandomi con attenzione prima di riprendere a parlare. < Secondi alcuni studiosi quando un’animagus si lega ad un mago è per volere del fato. > Alla mia occhiata perplessa continuò, sorridendo divertito. < Nel senso che si ricollega al mito giapponese del filo rosso...qualcosa simile alle anime gemelle, persone predestinate, chiamale come vuoi. >

< Oh. . .> Riuscii solo a mormorare stupito, arrossendo appena nel ricollegare tutto quello con me e Hiroto. Voleva forse dire che noi eravamo destinati a stare insieme?
Scossi il capo violentemente, cercando di allontanare quel pensiero dalla mia mente. Non era possibile.

< Grazie mille, Yuuto! > Mormorai dolcemente, scostandomi una ciocca di capelli dal viso mentre mi alzavo. Dovevo assolutamente parlarne con gli altri, sicuramente insieme saremmo venuti a capo di quell’enigma.

< Mnh, ti pare...> Rispose distrattamente, prima di puntare lo sguardo su di me e farmi un cenno con il capo nella direzione del gruppetto. < Fudou ti sta fissando da quando ci siamo seduti qui. >

< Eh? > Girai il viso per seguire il punto da lui indicato, scoppiando a ridere subito dopo.

< Cosa? > Domandò lui, visibilmente perplesso ed anche leggermente irritato. Bingo! 

< Non è me che sta fissando, ma te. > Risposi divertito, sorridendogli maliziosamente prima di salutarlo con un cenno e dirigermi verso il mio dormitorio.

Lui rimase seduto dov’era, fissandomi stralunato.

Il Corvonero aveva fatto colpo.


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Mancava poco al coprifuoco, stavo percorrendo lentamente i corridoi in penombra del castello, dirigendomi pigramente verso la sala comune Grifondoro. Mentre sfogliavo svogliatamente il libro che avevo tra le mani, dovevo tenere alto il mio titolo di secchione, non riuscivo ad impedirmi di sorridere. 
Primo: Fudou aveva una cotta per Kidou, avevo sempre pensato che quei due stessero bene insieme.
Secondo: Hiroto mi aveva sorriso. Non proprio, insomma, mi aveva beccato a fissarlo ed aveva allungato le labbra in una smorfia che a me, nella mia infinita saggezza, era sembrato un sorriso.
Sospirai appena, dandomi per l’ennesima volta dell’idiota. Stavo fantasticando su qualcosa che non sarebbe mai accaduto, la mia fantasia ormai vagava a briglie sciolte sopratutto dopo le rivelazioni di Yuuto. Qualcosa mi diceva che non erano sbagliate, un piccolo angolino del mio cuore che, nonostante i mille rifiuti, non si voleva arrendere. Ero senza speranza.

< Eccoti. > Sgranai gli occhi, ritrovandomi presto con le spalle premute contro il muro ed un sorrisetto di sufficienza davanti al viso. Soltanto una persona era capace di aggredirmi e sorridere in quel modo così odioso: Reina.

< Cosa vuoi? > Ringhiai velenoso, per niente dell’umore adatto a stare ad ascoltare le sue moine.

< Mettere in chiaro una cosa. > Rispose con tono quasi mieloso, guardandosi le unghie con fare annoiato. Soltanto allora mi accorsi dei due, grossi, ragazzi del sesto anno che l’affiancavano. A quanto pare aveva paura di affrontarmi da sola, buono a sapersi. Ero nella merda, come avrebbe detto Nagumo se fosse stato lì.

< Non ho voglia nè tempo di stare a sentire le tue paranoie, Yagami. > Sillabai velenoso, muovendo cautamente un passo nella direzione del mio dormitorio. Mossa stupida.

Prima ancora che potessi poggiare il piede per terra i due ragazzi mi afferrarono per le braccia, sbattendomi malamente contro il muro. Sibilai per il dolore, serrando la mascella mentre fissavo con odio la ragazza davanti a me.

< Scusali, non sono molto educati..> Mi sussurrò con finta gentilezza, rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita.

< Che cazzo vuoi? > Ribattei seccato, lasciandomi prendere dalla rabbia mentre cercavo, con scarsi risultati, di liberarmi dalla loro presa.

< Come sei scortese. > Mormorò stizzita, poggiandosi le mani sui fianchi. < Forse hai bisogno di una lezione. >

Sebbene me l’aspettassi il pungo che mi colpì allo stomaco mi portò a gemere, piegandomi appena in avanti mentre i miei occhi si facevano lucidi per il dolore.

< Sai, Shun...ultimamente stai infastidendo Hiroto, e questo non va bene. > Continuò lei, come se nulla fosse, tirandomi con rabbia la frangia all’indietro.

< Sono affari nostri, non vedo che cosa c’entri tu. > Risposi lentamente, puntando il mio sguardo ora libero dritto nei suoi occhi.

< E’ il mio migliore amico e non voglio che un pezzente come te nè rovini la reputazione. > Sputò velenosa, facendo un cenno ai ragazzi. 

Ignorai il dolore del secondo pugno, preferendo fissarla fiero prima di socchiudere le labbra in un ghigno molto simile a quelli di Akio.

< Oh, sei gelosa? > Risi di gusto nel vederla irrigidirsi, prima di ricevere un pugno dritto in faccia abbastanza forte da spedirmi a terra.

< Tu sei soltanto un perdente, non meriti nemmeno di guardarlo. > Rispose lei, avvicinandosi nuovamente a me per guardarmi dall’alto in basso.

< Non sono comunque affari tuoi. > Ringhiai, sputando del sangue ai suoi piedi.

< Io ho provato ad essere cortese con te...> Mormorò fintamente affranta. < E’ tutto vostro. > 

Rimasi un istante a guardarla allontanarsi, prima di comprendere quello che intendeva.
Sarebbe stato un brutto quarto d’ora, si.

L’ultima cosa che sentii prima di perdere i sensi fu un calore quasi fastidioso al collo.
Poi non vidi più nulla.




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Sono tornata!
Ebbene si, non mi sono buttata giù dalla vetta della montagna!
Scusate per il ritardo, miei adorati lettori e lettrici! Tra tre giorni esatti pubblicherò il prossimo capitolo. ( Ho mooolto tempo da recuperare).
Detto questo:
La canzone, come ho scritto, è Human di Christina Perry e la traduzione letteraria è: Sono solo un essere umano e mi rompo quando cado. Le tue parole nella mia testa, pugnali nel mio cuore.
Recensioni / Critiche e consigli sono seeempre molto accettati. Perdonatemi se il capitolo è relativamente corto; _ ; 

Grazie a tutti voi. * _ * <3

 

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Capitolo 7
*** Corvonero - Terza Parte ***


Corvonero - Terza Parte

Ci avevo messo una serata intera a convincere gli altri che ero caduto, cosa resa ovviamente poco credibile dal livido sulla mia guancia destra. Almeno non mi facevano più girare da solo, difatti stavo passeggiando con Nagumo e Kidou. Continuavo a ripensare a quello che mi aveva detto Reina, non capivo come mai fosse così gelosa nei miei confronti. Io e Hiroto ci eravamo parlati si e no due volte, una il primo anno sul treno e l'altra il quarto, quando gli ero caduto addosso per sbaglio. Lo conoscevo poco, anche se mi sembrava a volte di capirlo più degli altri, sopratutto da quando eravamo legati. 

< Vuoi dirmi chi è stato? > Mi chiese nuovamente il rosso, allungando il passo per poter camminare al mio fianco.

< Sono caduto, Haru. Caduto. > Mormorai stanco, sospirando nel rigirarmi la frangia corta tra le dita. Era così pregna di sangue la sera prima che avevo dovuto accorciarla e così non potevo più nascondere i miei occhi, era una cosa che odiavo. I miei occhi erano come un libro aperto, non riuscivano a nascondere le mie emozioni e le riflettevano come uno specchio.

< Serpeverde a ore dodici. > Sussurrò Kidou, ma non in tempo per impedire a me e Nagumo di impattare contro i ragazzi davanti a noi.

< Ehi, guarda dove vai. > Riconobbi la voce di Suzuno, che probabilmente aveva impedito al mio migliore amico di cadere. 

< Stai bene? > La domanda mi fece sussultare e soltanto allora alzai lo sguardo sul ragazzo che mi aveva poggiato le mani sulle spalle per farmi ritrovare l'equilibrio.

< Io...s-si, credo. > Mormorai, cercando di evitare lo sguardo di Hiroto mentre sentivo chiaramente le guance andarmi a fuoco. Di tutte le persone al mondo dovevo proprio finire addosso a lui?

< Che hai fatto, Shun? > S'intromise Fudou, avvicinandosi a noi e cercando di avvicinarmi a lui e scostarmi dalla presa dell'altro.

< Shun? > Hiroto mi alzò delicatamente il viso, posando due dita sotto al mio mento e sgranando gli occhi quando incontrò il mio sguardo, o forse il cerotto sulla mia guancia ed il mio labbro visibilmente spaccato.

< Che succede? > Alzò lo sguardo Nagumo, scostandosi dalle braccia dell'albino anche se chiaramente malvolentieri.

< Nulla, davvero. Akio sto bene, non ti preoccupare. > Mormorai ad entrambi, cercando di fare un passo indietro. Hiroto esitò un attimo, sotto lo sguardo confuso di tutti noi, prima di passarmi un braccio attorno alla vita per impedirmi di arretrare ulteriormente. Abbassai lo sguardo, arrossendo fino alla punta delle orecchie mentre la mia mente andava completamente in tilt ed il cuore cercava di uscirmi dal petto.

< Quindi non siete stati voi? > Chiese Kidou, facendo un passo avanti ed indicandomi con un dito.

< Sono caduto, ancora. Quante volte devo dirvelo? > Sbottai, passandomi le dita tra i capelli nervosamente.

< Mi hai preso forse per scemo? > Ringhiò Fudou, poggiandosi le mani sui fianchi mentre arricciava il naso infastidito.

Suzuno sospirò, poggiandosi con il mento sulla testa di Nagumo. Hiroto in tutta risposta mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, staccando con delicatezza il cerotto dalla mia guancia. Sussultai, portandomi una mano a coprire il grosso livido ma ormai era troppo tardi, gli altri l'avevano visto.

< Lo ammazzo, chiunque sia stato è un uomo morto. > Sputò nervosamente Nagumo, prima di rivolgersi al più alto. < Dì un po',  mi hai forse preso per un poggino? >

< Si, sei della bassezza giusta. > Rise piano lui, impedendogli di allontanarsi nuovamente.

< Possiamo lasciar perdere? > Mormorai piano, distogliendo lo sguardo.

< Se è quello che vuoi -. > Rispose piano Hiroto, prima di rimettermi il cerotto con attenzione e lasciarmi andare.

< Io non lascio perdere, invece. > Disse Kidou, guardandomi seriamente.

< Concordo, stranamente..> Mormorò Akio, affiancandosi al ragazzo di Corvonero.

Sospirai appena, non riuscendo però ad impedirmi di sorridere mentre il mio sguardo cadeva sul fondo del corridoio. Sussultai, notando Reina che mi fissava con odio e rabbia.

< Io...D-devo andare. > Dissi a bassa voce, balbettando prima di dare le spalle ai ragazzi e correre il più velocemente possibile verso la fine del corridoio.

Ignorai i richiami di Kidou e Fudou, lo sguardo preoccupato di Hiroto ed il sospiro di Suzuno. Nagumo scattò in avanti per raggiungermi, urlando il mio nome.
Questa volta non me la sarei cavata con qualche pugno.


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Pioveva, le gocce d'acqua picchettavano insistentemente sulla finestra. Sospirai appena, chiudendo gli occhi mentre ripensavo agli eventi della mattina precedente. Reina non aveva cercato in alcun modo di vendicarsi per quello che era successo tra me e Hiroto e la cosa mi preoccupava particolarmente, ero ben conscio di ciò che lei provava nei suoi confronti. Del resto, però, non riuscivo ad impedirmi di sorridere nel ricordare il calore della stretta del rosso e la dolcezza nel suo sguardo. Ero confuso, diviso tra la felicità per i suoi gesti ed i dubbi che essi portavano. 

< Principessa, per quanto intendi rimanere a fissare il vuoto? > Nagumo mi sorrise, entrando violentemente nel mio campo visivo. Io mi limitai ad accennare una piccola smorfia, tornando subito dopo a fissare il cielo. Non ero dell'umore adatto per sopportare le sue battute.

< Lascialo stare, dai..> Mormorò sommessamente Ryuuji, seduto poco distante da noi.

< Non lo sopporto quando fa così. > Sbuffò in risposta il ragazzo, avvicinandosi a me per potermi tirare le guance.

< Nagumo - ! > Mugolai il suo nome, sbattendo più volte le palpebre prima di ridere piano, arreso all'evidenza. Non mi avrebbe lasciato in pace finché non gli avrei prestato la dovuta attenzione.

< Sei ancora in uniforme, Shun. > Girai il viso verso Fidio, che era appena entrato, per alzare elegantemente un sopracciglio. 

< Non glielo avete ancora detto, ragazzi? > Chiese l'italiano, ovviamente rivolto ai miei amici che fecero finta di nulla, fischiettando.

< Dirmi cosa? > Chiesi perplesso, piegando il viso di lato. Ero così preso dagli ultimi avvenimenti da ignorare completamente tutto ciò che mi accadeva intorno.

< Abbiamo organizzato una piccola festicciola, tutto qui. > Mi sorrise Maki, avvicinandomisi per costringermi ad alzarmi.

< Oh. Va bene. > Mormorai appena, guardandomi intorno leggermente stordito. Una festa per cosa?

< Con i Corvonero...> Continuò la ragazza come se non mi avesse sentito, spingendomi verso la porta.

< M -  mnh, va bene. > Sospirai, sistemandomi i capelli in una coda alta e sorridendole appena.

< Allegria, Shun. La prossima volta inviteremo i Serpeverde, a quanto pare è l'unico modo di renderti felice. > Sbuffò mio fratello, tirandomi una ciocca di capelli per attirare la mia attenzione. Aprii la bocca per controbattere, richiudendola subito dopo con un sospiro. Non potevo dire nulla, in parte era vero. Apprezzavo, ovviamente, la compagnia dei miei amici ma ultimamente non riuscivo a sentirmi mai a mio agio, mi sentivo quasi incompleto.

< No, non potrei sopportare Suzuno per un'intera serata! > Si lamentò Nagumo, precedendoci lungo le scale che portavano alla sala comune. 

< Certo, ci stiamo credendo tutti. > Ribattei, sorridendo maliziosamente mentre osservavo soddisfatto le guance del rosso imporporarsi per l'imbarazzo.

< Non so di cosa tu stia parlando, principessa. > Mi rispose lui, con una sonora linguaccia prima di fiondarsi addosso a Diam. Scoppiai a ridere, raggiungendo i miei amici nella stanza che adesso ospitava tutto il quinto anno Corvonero / Grifondoro.
Evidentemente la partita non aveva fatto altro che rafforzare il legame tra le nostre Case, e fortunatamente nessuno dei nostri amici se l'era presa per la sonora perdita ricevuta sul campo.

Mi guardai intorno, sorridendo felice. Kidou e Sakuma stavano chiacchierando allegramente con Genda e Fidio, mio fratello e Diam sedevano comodamente su una poltrona davanti a Maki e Haruna, Nagumo saltellava allegramente per la stanza disturbando chiunque incrociasse lungo il suo cammino e Kazemaru si limitava ad osservare timidamente i vari gruppetti.
Mi diressi verso Ichirota, ridendo felice prima di afferrarlo e trascinarlo con me su uno dei divanetti.

Per una sera potevo anche lasciare Hiroto fuori dai miei pensieri, ero con i miei amici più cari e niente e nessuno me li avrebbe portati via.


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Come avevo promesso ecco la fine di Corvonero!
Finalmente appare Hiroto, che, zaaan zaaan si ricorda di Shun. Già. 
E un po' di Nagumo / Suzuno che ci sta sempre bene!
Il prossimo lo posterò o lunedì o martedì, quindi non dovrete attendermi troppo <3
Grazie a tutti quelli che l'hanno messo tra: Preferite / Seguite e da Ricordare!
Un abbraccio * _ *

Mordred90

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Capitolo 8
*** Tassorosso - Prima Parte ***


Tassorosso: Prima Parte.
 
Era una pallida mattina di Novembre, il sole splendeva alto nel cielo alzando di qualche grado la temperatura terribilmente bassa. La maggior parte degli studenti erano fuori a godersi quei rari raggi invernali, mentre io preferivo come sempre rimanere all'interno della scuola insieme a pochi altri. Francamente non capivo quel bisogno di stare all'aria aperta, io preferivo di gran lunga stare al coperto e godermi la silenziosa compagnia di un bel libro. Stavo canticchiando sovrappensiero, con il suddetto libro sottobraccio, camminando senza una meta lungo i corridoi semi deserti quando andai a sbattere contro qualcosa. Mi ritrovai a terra, prima ancora di rendermi conto di quello che era successo.
< Scusami, non stavo prestando attenzione...> La voce dolce e delicata proveniva dal ragazzo a cui ero andato, evidentemente addosso.
< No, scusami tu...non guardavo dove mettevo i piedi. > Risposi con lo stesso tono, alzando lo sguardo per socchiudere le labbra in un sorriso di scuse. Il ragazzo davanti a me portava l'uniforme di Tassorosso e aveva la spilla di prefetto appuntata sul maglione. Il suo sorriso era estremamente dolce, come la sua voce, ma la cosa che mi colpì di più furono i suoi occhi: erano di un grigio spento, incolore.
< Questo è tuo, vero? > Mi chiese, porgendomi il libro che mi era caduto nell'impatto. Annuii appena, prendendolo prima di tirarmi su e porgergli una mano. Visto che l'avevo fatto cadere aiutarlo era il minimo che potevo fare. Mi sorrise timidamente, afferrando la mia mano e tirandosi su prima di scrollarsi di dosso la polvere.
< Stai bene? > Gli chiesi, piegando appena il viso di lato per guardarlo incuriosito.
< Oh, si. Direi di si. > Mi rispose prontamente, abbassando lo sguardo imbarazzato. Mi ritrovai a sorridere nuovamente, addolcito dalla sua timidezza.
< Menomale! Scusami ancora....> Lasciai la frase in sospeso, alzando appena un sopracciglio.
< Shirou. > Mi sorrise, porgendomi una mano che io mi affrettai a stringere mentre annuivo appena.
< Io sono Shun. > Risposi, lasciando andare le sue dita pallide per poter rimettere il mio libro nella borsa.
< Anche tu non sopporti il sole? > Sbattei le palpebre alla sua domanda, perplesso prima di comprendere il significato delle sue parole.
< Oh, non lo amo particolarmente. > Risi appena, rendendomi conto soltanto in quel momento del suo albinismo evidente.
< Bhè, siamo in due almeno! > Sorrise allegramente, sistemandosi una ciocca di capelli bianchi dietro l'orecchio.
< Così pare. > Risposi pacatamente, grattandomi distrattamente una guancia.
< Possiamo tenerci compagnia, se vuoi. > Mi sorrise, prima di arrossire e scuotere appena la testa. < Intendo fare due passi. . .Non, cioè -. >
< Tranquillo, avevo capito. > Sorrisi per l'ennessima volta, affiancandolo prima di continuare. < Mi farebbe piacere! >
< Allora godiamoci insieme la vista di questi bellissimi corridoi. > Rispose lui, chiaramente sollevato dalla mia comprensione.
< Oh si, sono così artistici. > Risi piano, coprendomi le labbra con una mano prima di incamminarmi lungo il corridoio. Passammo parecchie ore a parlare del più e del meno, e quando ci fermammo sotto uno dei portici del cortile interno eravamo amici.
< Posso chiederti una cosa? > Mi chiese lui ad un certo punto, interrompendo la mia lettura.
< Certo, Shirou. > Sorriso, scrutandolo curioso.
< Non è che per caso conosci Gouenji, vero? > Mormorò timidamente, dondolando le gambe mentre tormentava i bordi del libro che teneva in grembo.
< Certo, siamo compagni di squadra. E' uno dei miei più cari amici. > Risposi allegramente, trattenendo un sorriso nel notare il rossore sulle guance dell'albino.
< Oh -. Non è che, nh. > Si mordicchiò il labbro inferiore, chiaramente troppo imbarazzato per continuare.
< Siii? > Chiesi, allungando volutamente la 'i' per dare più enfasi alla domanda.
< Nonsaisepercasoglipiacequalcuno? > Mi chiese tutto d'un fiato, raggiungendo una tenera tonalità pomodoro.
< Perché non glielo chiedi tu stesso? > Mormorai con un sorriso malizioso, facendo un cenno verso il gruppo che sedeva non molto lontano da noi.
< N – non posso! > Rispose prontamente, nascondendo il viso dietro le mani.
< Si che puoi, solo un'idiota ti rifiuterebbe. > Annuii convinto delle mie parole, pienamente sicuro che anche a Shuya piacesse Shirou. In realtà lo sapevo per certo ma non potevo dirlo, in fondo avevo promesso a Gouenji che non né avrei fatto parola con nessuno.
< Facile a dirsi...> Sospirò lui in risposta, sbirciando attraverso le dita nella direzione in cui il mio compagno di casa stava parlando con Nagumo.
< Andiamo....coraggio! > Risi appena, scompigliandogli affettuosamente i capelli.
< Facile a dirsi per te, il coraggio è la virtù principale della tua Casa. > Borbottò Shirou, guardandomi di traverso mentre cercava di sistemarsi i capelli che gli avevo incasinato.
< Vogliamo fare a cambio? > Chiesi divertito, socchiudendo le labbra in un sorriso sornione.
< No, grazie. Gouenji è già abbastanza difficile non potrei mai cimentarmi con Hiroto, piuttosto la morte. > Arrossii violentemente alla sua frase gonfiando subito dopo le guance per poi ribattere.
< Ma lo sanno tutti?! > Pigolai appena, cercando di riprendere un minimo di contegno.
< Ehm, si? > Mi rispose divertito l'altro, poggiandomi una mano sulla spalla.
< Comunque non cambiare argomento, parlaci o lo farò io. > Arricciai il naso, punzecchiandogli una guancia.
< Lo farò se tu mi prometti di parlare con il tuo Serpeverde preferito. > Mi riprese divertito, facendomi un occhiolino prima di alzarsi.
< Certo, giusto per farmi odiare ulteriormente. > Mormorai sommessamente, chiudendo gli occhi e sbadigliando sonoramente.
< Dov'è finito il tuo spirito d'avventura, Grifone? > Rise divertito lui, battendo delicatamente l'indice sulla punta del mio naso.
In fondo i Tassorosso non erano poi così dolci ed indifesi come sembravano.
Mi ritrovai a sorridere e a scuotere la testa, mentre rimanevo nell'ombra insieme al ragazzo lontano dai nostri amici che correvano e chiacchieravano allegramente sotto il sole.
 Forse non era poi così male essere diversi.
 

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< Sei sicuro che non si offenderanno? > Mi chiese per l'ennesima volta Shirou, guardandomi preoccupato mentre si sistemava la borsa sulla spalla.
< Certo, anzi ti ringrazieranno. Non mi sopportano più. > Mormorai divertito, ma solo parzialmente, mentre mi passavo una mano tra i capelli.
< Divertente Shun, davvero. > Sbuffò annoiato lui in risposta, guardandosi intorno prima di incamminarsi lungo il corridoio.
< Nessuno se la prenderà con te se passiamo un pomeriggio insieme, te lo giuro. Piuttosto, sei sicuro che a nessuno dei tuoi amici dispiaccia? > Chiesi piano, sottolineando la domanda con un piccolo sorriso.
< Certo che no. > Mi rispose velocemente lui, alzando le braccia sopra la testa per stiracchiarsi.
< Shirou! > Un tornado biondo travolse l'albino, facendolo barcollare all'indietro. Scattai in avanti per sorreggerlo, alzando perplesso un sopracciglio in direzione del nuovo arrivato.
< Atsuishi, devi stare più attento. > Mormorò piano Shirou, dandogli qualche affettuosa pacca sulla testa.
< Come stai? > Il ragazzo era piuttosto basso ed esile, aveva dei grandi occhi azzurri ed una piccola cicatrice sulla guancia destra.
< Oh, grazie Shun. Io bene, tu? > L'albino mi rivolse un sorriso mentre mi scostavo, prima di rivolgersi nuovamente al ragazzo.
< Oh. Non ti avevo visto, scusami. > Mi sorrise il nuovo arrivato, guardandomi dal basso.
Sbuffai appena in risposta, annoiato. Nel mio gruppo ero il più alto quindi era davvero difficile non notarmi.
< Io sono Shun, un'amico di Shirou. > Snocciolai piano, porgendogli una mano.
< Atsuishi, ma mi chiamano tutti Heat! > Allargò il sorriso lui, stringendomi la mano e scuotendola più volte prima di parlare nuovamente. < Sei il migliore amico di Nagumo, vero? >
< Conosci Haru? > Chiesi di rimando, scrutando con rinnovata curiosità. Il ragazzo non mi aveva mai parlato dei suoi amici, a parte che di Nepper.
< Oh si, io lui e Netsu siamo amici d'infanzia. > Mi rispose con l'ennesimo sorriso, lasciando finalmente la mia mano.
< Capito. > Mi limitai ad annuire appena, annotando mentalmente di chiedere più informazioni al mio compagno quando l'avrei rivisto.
< Ti unisci a noi? > Chiese dolcemente Shirou all'amico, riprendendo la nostra passeggiata.
< Certo! > Rispose allegramente l'altro, affiancandoci ed iniziando a chiacchierare con il Prefetto della sua Casa.
Sospirai appena, conscio di essere stato appena escluso dalla conversazione. In lontananza vidi due figure a me molto familiari, non appena gli altri li notarono si fermarono subito. Con un sorriso malizioso notai che l'albino era arrossito.
< Nagumo! Shuya! > Corsi avanti, saltando addosso ad i miei amici che mi afferrarono al volo, ormai abituati al mio comportamento esuberante.
< Ciao Shun. > Mi salutò tranquillamente il biondo, mentre il mio migliore amico mi stringeva in un abbraccio stritolatore.
< G – Gouenji, buongiorno. > Balbettà imbarazzato Shirou, mentre abbassava lo sguardo e si sistemava nervosamente la sciarpa.
< Ciao Shirou, come stai? > Sussurrò di rimando il ragazzo, con quella che a me sembrò una voce molto più dolce del solito.
< Heat! > Ma come al solito Nagumo doveva rovinare tutto, interuppe quel momento romantico per salutare l'amico, costringendomi a sospirare scocciato.
< Naaagumo! > Sorrise felice il ragazzino, da me appena rinominato come 'lo scricciolo'.
< Nh...> Mi girai verso Shirou, che stava fissando il pavimento mentre lui e Gouenji rimanevano chiusi in un pesante ed imbarazzante silenzio.
< Allora Shuya, come va la tua ricerca per Cura delle Creature Magiche? > Chiesi al biondo, illuminato improvvisamente da un'idea geniale.
< Male...> Sospirò affranto lui, passandosi le dita tra le ciocche chiare. L'unica materia in cui Gouenji era davvero incapace era fortunatamente la stessa in cui Shirou era eccellente, come si suol dire: due piccioni con una fava.
< Ti serve una mano? > Chiese, difatti, l'albino alzando timidamente lo sguardo su di lui.
< Davvero mi aiuteresti? > Sorrise felice il più alto, afferrandogli le mani in un momento di esuberante felicità. Nagumo ci aveva infettati tutti coi suoi modi.
< C – Certo...> Mormorò il povero ragazzo, rosso come un pomodoro maturo.
< Grazie. > Rispose semplicemente Shuya, prima di abbassare lo sguardo ed accorgersi di avere ancora le mani dell'altro strette tra le proprie. Risi piano quando le lasciò velocemente, scusandosi sommessamente con una lieve nota d'imbarazzo nella voce solitamente così forte e sicura.
Li lasciai da soli, per quanto possibile, poggiandomi al muro dietro di me. Avevo un certo talento nel combinare coppie, in effetti, forse avrei dovuto aprire una specie di agenzia. Ovviamente questo talento non si estendeva a me stesso, visti i miei rovinosi tentativi di parlare con il ragazzo di cui ero innamorato da ben cinque anni.
Il nostro gruppetto si allargò ulteriormente quando dall'angolo del corridoio spuntarono le figure di due Serpeverde a noi familiari. Non feci in tempo ad aprire bocca che il più basso dei due, Nepper, si avvicinò per salutare Nagumo e Heat, sorridendo con particolare dolcezza al secondo. Non avevo mai visto una Serpe trattare con così tanta gentilezza un Tassorosso, amicizia o meno, di solito cercavano tutti di non farsi vedere con quella che loro chiamavano gentilmente la 'Casa dei pappamolle'.
Suzuno del canto suo si stava tenendo abbastanza in disparte, limitandosi a seguire con i suoi occhi gelidi i movimenti dell'amico. Lo salutai con un piccolo cenno ed un mezzo sorriso, sorprendendomi quando ricambiò con un cenno delle dita. Certo che ultimamente si comportavano tutti in modo strano.
Rimasi in silenzio ad osservare le due 'coppiette', sorridendo dolcemente. Erano una visione così dolce e tranquilla da portare un po' di pace anche nella mia mente affollata.
< Stupido ghiacciolo, non sono il tuo poggino! >
Ah, certo. Mi stavo dimenticando del mio migliore amico.
Forse Nagumo aveva l'abbonamento nel rompere i momenti romantici.
Magari Suzuno sarebbe riuscito a raffreddare i suoi bollenti spiriti. Valutai l'ipotesi per qualche istante prima di socchiudere le labbra in un sorriso malizioso.
Dovevo assolutamente parlare con il Serpeverde, si.

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Sono viva!
Scusatemi ma la scuola mi sta, lentamente, uccidendo ; u ;
La febbre, ebbene si, mi ha dato il tempo necessario per scribacchiare e postare - finalmente - questo capitolo.
Giuro, lo giuro, che mi impegnerò di più per arrivare alla fine di questa storia. ( Anche perchè non manca molto ).
Nel prossimo capitolo ci sarà un scena coccolosa, non dico altro.
Un abbraccio a tutte/i. <3 

 

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Capitolo 9
*** Tassorosso - Seconda Parte ***


Tassorosso – Seconda Parte

Lo spogliatoio era in tumulto: ragazzi che correvano qua e là, amici ed amiche passati ad augurarci buona fortuna ed il Coach che urlava la strategia per farsi sentire sopra il vociare nella stanza.
Le partite Serpeverde – Grifondoro erano sempre molto sentite da entrambi i lati. L'anno scorso ci avevano stracciati e per i miei compagni era una buona occasione per vendicarsi. Purtroppo per noi però la maggior parte dei giocatori avversari imbrogliava, solitamente lanciando bolidi nella direzione del nostro cercatore oppure spintonandoci 'casualmente'.
Sospirai piano, rimanendo comodamente seduto in un angolo della stanza, in fondo ero soltanto una riserva e non avrei giocato. Potevo rilassarmi a differenza dei miei amici: Nagumo, Maki e Ryuuji erano i nostri Cacciatori, Diam e Gouenji erano Battitori, Genda il Portiere e Fidio il Cercatore. Quest'ultimo non si era ancora presentato, probabilmente stava cercando di calmare lo stress camminando nervosamente per i corridoi, uno strano rituale che faceva prima di ogni partita.
Mi girai verso la porta, piegando il viso di lato nel veder entrare Shirou. Mi avvicinai silenziosamente a lui, aprendo la bocca per dare voce alla mia domanda ma venni preceduto dalla sua affermazione.
< Sono venuto ad augurarvi buona fortuna. > Mi sorrise dolcemente, battendomi una pacca sulla spalla.
< Io non gioco, lo sai. > Risi piano, scostandomi per farlo passare. < Ma sono sicuro che Shuya apprezzerà molto la tua visita. > 
< Oh, immagino...> Mormorò imbarazzato, annuendo un paio di volte prima di farsi strada verso il Battitore nonché nostro Capitano. Eravamo l'unica squadra il cui Capitano non era il Cercatore, d'altronde Fidio aveva rifiutato numerose volte quel ruolo.
< Fidio è caduto! > L'affermazione del piccolo Toramaru, appena entrato nella sala, fece scendere un silenzio pesante nella stanza.
< Spiegati meglio. > Rispose prontamente Gouenji, non perdendo neanche per un istante il suo sangue freddo. 
< Qualcuno l'ha fatto cadere, è in infermeria e non potrà giocare..> Mormorò frettolosamente il ragazzo, cercando di riprendere fiato dalla corsa appena fatta.
< Schifose Serpi, stavolta hanno passato il segno. > Ringhiò Nagumo, avviandosi verso la porta poco prima che Maki gli afferrasse il braccio.
< Non fare il loro gioco, Haru. Ci penseremo dopo, ora abbiamo una partita da giocare. > Gli spiegò pazientemente la ragazza, costringendolo a prendere un paio di respiri profondi.
< Ha ragione, dimostriamogli che i loro trucchetti non funzionano. Vinciamo anche per Fidio! > Annunciò con voce ferma Genda, salendo in piedi sulla panchina mentre delle urla di battaglia ed acclamazioni si diffondevano per la sala.
< Ma siamo senza Cercatore...> Mormorò preoccupato Diam, guardando il Coach in cerca di consiglio.
< Shun giocherà al posto di Fidio. > Rispose pacatamente mio fratello, girandosi insieme a tutti i presenti nella mia direzione.
< COSA? > Urlai, balzando in piedi ed indietreggiando di un paio di passi. Sapevano quanto il mio equilibrio facesse schifo, non potevano mandarmi in campo. Non contro i Serpeverde, non sullo stesso campo di Hiroto. No, non potevo farlo.
< Devi Shun. > Mi sorrise appena Shuya, battendomi una pacca sulla spalla mentre io mi guardavo intorno disperatamente.
< Buona fortuna. > 
< Puoi farcela! >
< Sei tutti noi, Shun. >
< Fallo per Fidio! >
Le voci si sovrapponevano e mischiavano, la testa mi girava ed il mio stomaco era serrato in una morsa ferrea. Avevo paura, paura di deluderli.
I miei piedi si mossero quasi automaticamente verso il centro del campo, mentre il mio sguardo incrociava per un istante quello sorpreso dell'altro Cercatore. Hiroto non sembrava molto felice di vedermi lì, probabilmente pensava che sarei stato di troppo durante la partita e non potevo dargli torto.
Scossi la testa, cacciando via quei pensieri mentre ricambiavo il sorriso incoraggiante di Maki. Potevo farcela. Dovevo farcela.
Salii a bordo della mia Nimbus, serrando le dita attorno al manico fino a sbiancarmi le nocche. Il fischio di iniziò partita risuonò per il campo, causando una serie di grida lungo tutto lo stadio. La partita era cominciata.
Avrei dato il meglio di me.

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Il vento mi frustava violentemente il viso, per fortuna la crocchia in cui avevo raccolto i miei capelli sembrava reggere nonostante le mie manovre veloci e molto spesso avventate. Non faceva per me, non riuscivo a muovermi come volevo e come se non bastasse stava piovendo, le gocce d'acqua scrosciavano sulla sabbia e mi annebbiavano la vista. Sotto di me Gouenji ed Atsuya, il gemello di Shirou, cercavano di fare del loro meglio per allontanare i Bolidi nonostante il maltempo mentre Nagumo e Suzuno si fronteggiavano in una serie di lanci e riprese della Pluffa. Scossi il capo, cercando di concentrarmi e analizzando il campo in cerca della sfera dorata che avrebbe garantito la nostra vittoria. Hiroto stava volando agilmente per tutto il campo, ma il Boccino non sembrava apparirgli vicino, era come scomparso. Arricciai le labbra, sospirando appena prima di levarmi con un gesto di stizza l'acqua dagli occhialini. Fu in quel momento che lo vidi, un piccolo guizzo dorato al margine del mio campo visivo. Non mi fermai nemmeno a pensare, girai la mia Nimbus e scesi in picchiata verso il Boccino. Sembrava essersi accorto della mia presenza, tanto da svoltare in alto per potermi disimpegnare, mi limitai a stringere i denti e a salire, appiattendomi il più possibile alla scopa per guadagnare velocità ed equilibrio. Allungai una mano cautamente, riuscendo a sfiorare la sfera dorata con la punta delle dita, fu allora che udii un grido spaventato provenire da qualche parte del campo. Sgranai gli occhi, perdendo un secondo per girarmi da dove proveniva quel suono. Non potei fare nulla per fermarla, la sfera di ferro che uno dei Battitori Serpeverde aveva spedito verso di me si rivelò fatale. 
< Cazzo. > Ringhiai tra i denti quando l'impatto mi tolse il fiato, il Bolide rimbalzò con violenza sulla mia cassa toracica, seguito dal rumore di ossa rotte che risuonò per il campo, prima di tornare indietro. Ero certo che mi avesse rotto almeno due costole, il dolore era quasi insopportabile, allentai la presa sul manico della scopa e per un istante vidi tutto appannato. Le urla dalla tribuna Grifondoro mi riscossero quel che bastava per portarmi a serrare la presa sulla mia Nimbus, fino a farmi male mentre serravo la mascella. Dovevo concentrarmi sulla partita, dovevo farlo per Fidio ed i miei amici. Ignorai completamente quello che stava succedendo intorno a me per concentrarmi sul mio compito, ignorai il dolore e le lacrime che iniziavano ad appannarmi la vista. 
Il Boccino stava fluttuando a pochi centimetri dal suolo, sembrava volesse sfidarmi a prenderlo. Mi permisi un sorriso spento, vuoto, prima di fiondarmi verso il basso senza curarmi di quanto la manovra sembrasse folle. Avevo una sola possibilità, non potevo permettermi un singolo errore. A poco meno di un metro dal suolo balzai in avanti, afferrando il Boccino prima di impattare contro la sabbia e rotolare per qualche metro. Socchiusi lentamente le palpebre, fissando i miei compagni di squadra ancora in volo e poco sopra di loro il cielo nero in cui si stava aprendo uno spiraglio, un piccolo spiraglio da cui filtrava un raggio di luce. Sorrisi vittorioso, alzando il pugno in aria senza nemmeno provarmi ad alzarmi prima di aprirlo e permettere al Boccino di fluttuare dolcemente nell'aria sopra di me. C'è l'avevo fatto.
< Shun Midorikawa ha preso il Boccino. Grifondoro vince! > La voce del cronista mi arrivò quasi distante, come un sogno lontano. Le grida dei Grifondoro e dei miei compagni risuonarono per lo stadio mentre io rimanevo a terra, cercando di riprendere fiato. 
< Stai bene? > La domanda mi colse impreparato e sussultai, mentre una mano pallida e delicata entrava nel mio campo visivo. Seguii il braccio fino ad arrivare al viso del Cercatore Serpeverde.
< Credo di si...> Mormorai senza fiato, ritrovandomi a ridere piano senza capirne il motivo. Hiroto Kiyama mi stava parlando, ma non per caso: era venuto lui a cercarmi. Forse vincere e dare tutto me stesso serviva a qualcosa.
< Bella mossa, non me l'aspettavo. > Continuò lui, mentre io afferravo la sua mano per permettergli di tirarmi su. Barcollai appena, non esattamente pronto a tenermi su due piedi. 
< Woah. > Mormorai sommessamente, sbilanciandomi appena all'indietro ma lui si affrettò ad afferrarmi per il braccio, sostenendomi.
< Attento, hai preso una bella botta. > Alzai lo sguardo su di lui, annuendo appena prima di arrossire violentemente: le sue labbra erano socchiuse in un piccolo sorriso, il suo viso bagnato dalla pioggia era illuminato dalla luce che filtrava attraverso le nuvole ed i suoi occhi verdi brillavano quasi di luce propria. Avrei volentieri preso un altro Bolide dritto nel petto se fosse servito a rivedere di nuovo quel sorriso.
< Non è stata così terribile....cammino ancora. > Sorrisi di rimando, scostandomi la frangia bagnata dal viso prima di porgergli una mano. Non sapevo che stavo facendo, stavo semplicemente seguendo l'istinto eppure non mi pentii delle mie parole. < Bella partita, comunque. >
< Oh, si. Decisamente. > Hiroto mi guardò sorpreso, prima di ridere dolcemente e stringere con delicatezza la mia mano. La sua presa era sicura e calda, eppure così effimera da sembrare la dolce carezza di un petalo di rosa.
< Grazie. > Mormorai, più per quella stretta che per il suo aiuto. Sembrò comprenderlo, lasciò la mia mano prima tossire imbarazzato. Sembrava così diverso da come l'avevo sempre visto.
< Per così poco. > Rispose lui, prima di guardarsi intorno e sospirare piano. < Sarà meglio che ritorni dalla mia squadra ed anche tu, ti attendono i festeggiamenti. >
< Oh, si. > Mugolai a malincuore, non volendo separarmi da lui. Seguii i suoi movimenti per qualche istante prima di anche solo considerare l'idea di muovermi da quel punto.
< Ci vediamo, Shun. > Hiroto si girò un'ultima volta verso di me, accennando un secondo sorriso prima di dirigersi verso il resto dei Serpeverde che sembravano particolarmente irritati.
Sospirai appena, imitandolo per tornare dalla mia squadra che esultava. Mi aspettavano festeggiamenti ed onori, finalmente avevo dimostrato di cos'ero capace, ma quello non era niente. 
Hiroto con quel semplice gesto mi aveva reso il ragazzo più felice dell'intera scuola, al diavolo tutto il resto.
Sorrisi raggiante, correndo tra le braccia dei miei amici.
Quella era stata una giornata da ricordare. 



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Sono viva!
No, dai. Sono davvero viva.
Devo continuare questa storia, anche perchè è quasi finita!
E --- non so, Hiroto finalmente appare!
( Di nuovo )
Addio e grazie per tutto il pesce/?.

* Fugge urlando *

 

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Capitolo 10
*** Tassorosso - Terza Parte ***


Tassorosso – Terza Parte

 

Sospirai, per l'ennesima volta della giornata, stringendomi le braccia al petto mentre attraversavo uno dei corridoi freddi e gelidi. La partita di due giorni prima mi aveva reso incredibilmente famoso, tanto da impedirmi di passare inosservato come ero solito fare. Probabilmente aveva a che fare anche con il fatto che, finalmente, tutti potevano vedere il mio viso e, di conseguenza, i miei strano occhi etero cromatici. Non ero abituato a tutte quelle attenzioni, così come non ero abituato a dover camminare con calma misurata per via delle costole rotte. Ebbene si, non solo l'impatto con il bolide mi aveva quasi portato a farmi un volo di parecchi metri ma, ciliegina sulla torta, mi aveva rotto due costole e me né aveva incrinate altre tre. Yu – uh, ero un rottame. Ero così preso dai miei pensieri da non notare lo sbuffo divertito che era risuonato nel corridoio apparentemente vuoto. Il mio piede incontrò una sporgenza nella pietra, sbilanciandomi violentemente e portandomi a cadere rovinosamente a terra. Socchiusi le labbra in un ringhio di dolore, mentre la mia cassa toracica pulsava con violenta crudeltà, tanto da togliermi il fiato per qualche istante. Serrai le palpebre, stringendo i pugni con rabbia prima di tirarmi cautamente a sedere – ogni movimento un'agonia indescrivibile ed ogni respiro a bruciarmi come fuoco i polmoni – prima di allungare una mano a prendere la mia borsa, caduta poco lontano. Era dalla nostra vittoria che continuavo ad avere dei piccoli, dolorosi, incidenti. L'avevo tenuto segreto a tutti quanti, preferendo rimanere in silenzio e subire le angherie di una certa serpe di mia conoscenza. Tutte quelle botte e cadute di certo non mi aiutavano a guarire, anzi, non facevano che peggiorare le mie delicate condizioni. Magia o meno ci voleva almeno una settimana per rimettere insieme delle ossa così malamente frantumate e – volente o nolente – non avevo le forze per oppormi a niente al momento. Scossi il capo, allontanando quei pensieri con un cenno stanco delle dita prima di alzarmi in piedi con attenzione. Ci misi dei minuti a riprendere il mio già precario equilibrio, prima di sorridere appena – soddisfatto. In fondo non potevo lamentarmi, Hiroto mi salutava per i corridoi sempre e si fermava anche a chiacchierare con me volentieri. Nonostante il bullismo che mi veniva rivolto quei due giorni erano stati i più belli della mia, breve, vita.
< Oh, un grifoncino sperduto...> Sussultai nell'udire la voce, fintamente, mielosa di Reina mentre i suoi passi risuonavano come una minacciosa marcia nel corridoio.
< Yagami. > Ringhiai a mo di saluto, scrutandola con attenzione e tenendomi pronto ad un suo – probabile – assalto. Lei si limitò a sorridermi, rigirandosi una ciocca tra le dita con sufficienza.
< Mi mancava vedere la tua espressione quando ti tormento! > Rise lei, facendo un ulteriore passo nella mia direzione mentre io piantavo i piedi per terra, serrando le labbra in una smorfia irata. Prima che potessi rendermene conto lei alzò una mano, rovesciandomi addosso qualcosa di liquido che mi coprì il viso, gocciolando lentamente sui miei vestiti e per terra in una piccola pozza nerastra. Inchiostro – compresi, allora, passandomi le dita tra i capelli ormai tinti di nero.
< Non osare mai più rivolgergli la parola, sono stata chiara? > Ringhiò lei, abbandonando ogni tentativo di fingersi gentile, mentre mi puntava minacciosamente un dito contro. Non volevo allontanarmi da Hiroto proprio ora che, dopo cinque lunghi anni, avevo una piccola possibilità. Eppure sapevo che se non l'avessi fatto le ripercussioni sarebbero state molto peggiori di quelle subite fin ora. Reina era una vera serpe, e non si sarebbe fermata davanti a nessuno pur di avere ciò che voleva.
< Cristallina. > Sputai con rabbia, girandomi di scatto ed andandomene a testa alta, con la sua risata che seguiva i miei passi a ricordarmi la mia codardia. Mi odiavo, con tutto il cuore. Allungai il passo, conscio di dovermi cambiare il più in fretta possibile – prima d'incontrare uno dei miei compagni di casa. Abbassai lo sguardo, puntandolo sul pavimento per assicurarmi di non cadere nuovamente – non l'avrei sopportato.
< Shun! > La voce mi sorprese, ma non abbastanza da impedirmi di impattare contro il corpo del povero Tassorosso – dovetti soffocare un grido di dolore, cercando di ignorare il dolore lancinante.
< Midorikawa? > La voce gentile di Endou mi raggiunse, portandomi ad alzare il viso verso il ragazzo che mi aveva afferrato. Gli occhi grigi di Shirou mi stavano scrutando preoccupati, mentre mi aiutava a ritrovare l'equilibrio.
< Scusatemi io....> Mormorai sommessamente, cercando di ricacciare indietro le lacrime ed il nervosismo che avevo accumulato negli ultimi giorni. L'albino scosse appena il capo, togliendomi un po' d'inchiostro dal viso con la manica del maglione.
< Che ti è successo? > Chiese gentilmente il castano, affiancandosi all'amico e scrutandomi perplesso mentre io sospiravo, stanco.
< Niente. > Cercai di sorridere, con scarsi risultati, mentre mi tormentavo l'orlo della felpa con le dita.

< Certo. Sono qui se vuoi parlare, lo sai. > Riprese dolcemente Shirou, scrutandomi con i suoi occhi incolore alla ricerca di un minimo segno di cedimento.
< Andiamo, ti accompagniamo al tuo dormitorio. > Aggiunse Mamoru, sorridendomi esitante e afferrando la mia borsa per aiutarmi.
< NO. > Urlai, sgranando gli occhi subito dopo mentre il panico si faceva lentamente strada nel mio petto. Shirou piegò il viso di lato, aggrottando le sopracciglia mentre l'amico faceva un passo indietro, sorpreso dal mio scatto d'ira.
< Ehi, andiamo. > Il giovane Tassorosso non si fece scoraggiare dal mio urlo, stringendomi dolcemente una mano prima di incamminarsi per il corridoio, mentre io mi lasciavo guidare docilmente. Endou ci seguì in religioso silenzio, mentre le lacrime iniziavano a farsi strada sul mio viso – presto macchiate di nero – prima di picchettare ritmicamente sulla mia uniforme.
Sapevo che non era più tempo di nascondersi.

 

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< Io lo odio. > La voce, insistente e particolarmente irritata, del mio migliore amico mi costrinse ad alzare lo sguardo dalla mia colazione. Il ragazzo era arrivato in ritardo, con il viso rosso per l'ira ed i capelli leggermente scompigliati, notai – non senza una certa sorpresa – che poco dopo era entrato anche Suzuno, in condizioni simili ma molto meno arrabbiato, sembrava. . .deluso? Incrociai, perplesso, lo sguardo del Serpeverde che si limitò a scrollare le spalle e a dirigersi verso il suo posto. Strano.
Che è successo? > Chiesi, gentilmente, dopo aver nuovamente rivolto la mia attenzione a Nagumo. Da quando Endou e Shirou mi avevano riportato al dormitorio, in condizioni molto patetiche, i miei compagni erano diventati terrificantemente iperprotettivi – si comportavano come delle mamme chiocce, preoccupate per il loro pulcino.
< Nulla...> Mormorò in riposta il rosso, sedendosi davanti a me con un sorriso finto quanto una Barbie e gli occhi puntati verso il basso. Sembrava un cucciolo sperduto, non riuscivo a capire se era più arrabbiato o triste. Allungai una mano e gli diedi un tenero buffetto sulla guancia, sorridendogli appena.
< Sai che con me puoi parlare di tutto, vero? > Gli chiesi, sospirando appena quando scosse il capo e tornò ad assassinare il proprio cibo con la forchetta. Mi dispiaceva quasi per quelle uova, si. Le stava accoltellando come fossero la causa di tutti i suoi problemi. Che avesse litigato, di nuovo, con Suzuno? Ma per quale motivo? Ultimamente andavano quasi d'accordo ed io mi ero iniziato a crogiolare nell'idea di vederli finalmente insieme. Sospirai nuovamente, passandomi una mano tra i capelli, non ci capivo più nulla. Leggermente scocciato mi guardai intorno: Maki e mio fratello stavano discutendo della partita, si ancora, mentre Fidio chiacchierava animatamente con Diam di non-so-cosa. Aggrottai appena le sopracciglia cercando Gouenji con lo sguardo, del nostro Capitano non c'era nemmeno l'ombra. Strano, pensai, era sempre uno dei primi ad arrivare – almeno per la colazione.
< Oh, guarda! > L'esclamazione, maliziosa, di Maki mi portò ad osservare la porta da cui stavano entrando – non ci credo – Gouenji e Shirou, mano nella mano come una bellissima coppietta. Mi trattenni a malapena dall'esultare, mentre il duo si dirigeva verso il nostro tavolo con noncuranza, ignari dei nostri sguardi sconvolti. Finalmente!
< Buongiorno! > Ci salutò con un'enorme sorriso il Grifondoro, mentre Shirou accennava un sorriso imbarazzato. Regalai ad entrambi un'enorme sorriso, facendo segno al Tassorosso di sedersi vicino a me.
< Come ti senti? > Mi chiese subito il ragazzo, accomodandosi al mio fianco mentre il suo – oddiochecarini – ragazzo prendeva posto accanto a lui. Io scossi il capo, passandogli un braccio attorno alle sue spalle.
< Bene! E tu? > Domandai malizioso, accompagnato dalla risatina di Maki, osservando compiaciuto l'albino che assumeva un violento color pomodoro.
< Bene...benissimo...ehm. > Mormorò lui, distogliendo lo sguardo mentre Gouenji gli stringeva la mano con un'enorme sorriso.
< Ah, l'amore. > Commentò Haru, posando il viso su una mano e sospirando teatralmente, guadagnandosi le risatine di tutto il gruppo. Piegai appena il viso di lato, spostando quasi automaticamente i miei occhi sul tavolo Serpeverde. Suzuno stava parlando animatamente con Nepper, il quale sembrava voler scappare, mentre Reina faceva la civetta con Hiroto. Aggrottai le sopracciglia, automaticamente, cercando di identificare l'espressione del ragazzo. Le sue labbra erano strette in una linea severa, quasi non volesse stare lì a sentirla, mentre il suo sguardo vagava un po' ovunque per la sala. Appena i suoi occhi verdi incrociarono i miei un sorriso delicato illuminò il suo viso, era così dannatamente bello quando mi sorrideva in quel modo che il cuore sembrava volermi uscire dal petto. Fu allora che notai lo sguardo fiammeggiante d'ira della ragazza al suo fianco, sapevo bene che mi stava odiando ancora di più – dovevo prendere una decisione e, non volendo far preoccupare ulteriormente i miei compagni, mi costrinsi a distogliere lo sguardo senza ricambiare il gesto dolce del ragazzo di cui ero, mio malgrado, innamorato. Mi odio.
< Shun? > Girai il viso verso Nagumo, mentre tamburellavo nervosamente con le dita sul tavolo, lanciandogli un'occhiata perplessa. Mi stava scrutando curioso, come fossi improvvisamente diventato un problema particolarmente difficile di cui non aveva la situazione. Sapeva che odiavo essere fissato. Aprì le labbra, prima di mormorarmi piano < Sei strano oggi. >
< Senti chi parla! > Risposi di rimando, con una nota di esasperazione nella voce, conscio di quanto sembrassi sulla difensiva in quel momento. Odiavo la situazione in cui ero finito, non ce la facevo più.
< Shun...> Shirou interruppe la discussione sul nascere, guardandomi leggermente divertito prima di aggiungere piano < Kiyama ti sta fissando. >
< E tu ignoralo! > Arrossii violentemente, agitando appena una mano e lanciandogli un'occhiata severa, mentre Nagumo e Ryuuji mi fissavano sconvolti. Oh, sapevo bene che non avevano la minima idea di cosa mi passasse per la testa. Normalmente sarei stato al settimo cielo per una cosa del genere ma, visto e considerato che Reina mi costringeva ad ignorarlo, ero piuttosto irritabile sulla questione. Ma questo loro, ovviamente, non lo sapevano.
< EH? > Il mio non-ancora-per-molto migliore amico sbatté le mani sul tavolo con un'esclamazione di sorpresa, appena ripresosi dallo shock, attirando l'attenzione di buona parte della popolazione scolastica. Fantastico, ci mancava solo questa.
< Non voglio parlarne. > Ringhiai tra i denti, lanciandogli uno sguardo significativo prima di afferrare la mia borsa e fiondarmi, piuttosto letteralmente, fuori dalla sala. Non mi interessavano le reazioni degli altri, non mi interessava la risata divertita di quella serpe di Reina. Non mi interessava di come il collare mi stesse stringendo, dolorosamente, il collo. Non mi interessava più nulla.
Volevo soltanto sparire.



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SALVE!
Scusatescusatescusate ; ;
So di essere terribilmente in ritardo ma ho avuto dei problemi piuttosto seri che mi hanno tenuta lontana dalla mia Fan Fiction ; ;
PERDONATEMI ; ;
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, come sempre, critiche - commenti - consigli sono ben accetti!
*Regala biscotti*
Grazie per essere arrivati fin qui!

 

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Capitolo 11
*** Serpeverde - Prima Parte ***


Serpeverde – Prima Parte

 

Una settimana. Una dannatissima settimana. Era esattamente quello il tempo che avevo passato a maledirmi e, molto più importante, ad ignorare Hiroto. Si. Non solo i miei compagni di Casa mi avevano preso per pazzo bipolare ma anche, ebbene si, alcuni Serpeverde di mia conoscenza. Akio si era presentato nella sala comune Grifondoro, come avesse fatto a scoprire la parola d'ordine era ancora un mistero, presto seguito da Suzuno, ignorato bellamente da un certo Tulipano, chiedendomi a gran voce una spiegazione per il mio “impensabile comportamento da coglione” - parole sue, non mie. Inutile dire che mi aveva fatto una ramanzina di un'ora, dicendomi che quando finalmente Hiroto si interessava a me io lo ignoravo come una ragazzina delle elementari. Si, lo aveva detto davvero. Il tutto sotto lo sguardo divertito dell'altro Serpeverde che si era limitato ad annuire un paio di volte. Ero diventato il centro del gossip verde-oro negli ultimi giorni. Magnifico, davvero magnifico. Non avevo saputo replicare – di certo non potevo dire che Reina mi ricattava con metodi molto persuasivi – e quindi il duo se ne era andato piuttosto scocciato. Penserete che il mio tormento fosse finalmente giunto al termine, e invece no. Maki e Ryuuji mi avevano scosso come un milkshake per farmi parlare ma io, testardo come solo un Capricorno sa essere, non avevo aperto bocca. Ora non solo i miei amici mi tormentavano ma, visto e considerato che Hiroto era il principe dei Serpeverde, tutti gli appartenenti alla casa più subdola facevano a gara per avere il mio scalpo. Ci tengo a precisare che amo troppo i miei capelli per separarmene, grazie. Sospirai, per l'ennesima volta della giornata, camminando avanti e indietro per il lungo corridoio al fianco del giardino interno. Speravo di riuscire a schiarirmi le idee ma, come sempre, la mia mente non era per niente d'accordo. Continuavo a chiedermi come diavolo avevo fatto a diventare il centro di tutti quei pettegolezzi. Insomma, non eravamo mica un branco di oche, no? Non né ero più tanto sicuro....

“ Shun Midorikawa. “ Una voce fredda e, dannatamente attraente, mi costrinse a girarmi – soltanto per incrociare due occhi verdi che sembravano un oceano di irritazione, ed un paio di labbra storte in una smorfia non identificabile. Ebbene si, Hiroto Kiyama si era stufato di essere trattato come un muro – aspetta, io ci parlo con i muri! - ed era venuto al centro stesso del problema: io.

“ H-hiroto! “ Balbettai appena, in risposta, indietreggiando di un paio di passi. Perché era così bello d'arrabbiato? Niente pensieri sconci, Shun, non è decisamente il momento. Cacciai via quel ridicolo pensiero dalla mia testa, attorcigliandomi una ciocca di capelli tra le dita mentre cercavo una via di fuga.

“ Posso avere due minuti della tua attenzione o intendi fuggire di nuovo? “ Il Serpeverde non si fece impietosire, muovendosi in risposta più vicino a me, mentre mi fulminava con lo sguardo in un chiaro, affascinante, rimprovero.

“ Non so di cosa tu stia parlando...” Mormorai sommessamente, ritrovandomi a sbattere contro la balaustra del chiostro. Imprecai mentalmente, maledicendo la mia scarsa attenzione a qualunque cosa non avesse occhi verdi e capelli rossi al momento. Stupido, stupido animagus innamorato.

“ Non provarci nemmeno. “ Due mani, ferree, si piantarono ai miei fianchi, intrappolandomi con estremo successo. Il collare mi prudeva ma non potevo scostarlo, non davanti a Hiroto – non era il caso di fargli sapere la vera identità del suo famiglio, no.

Cercai di accennare un sorriso di scuse, notando in panico l'ingente numero di studenti che ci stavano fissando sconvolti. Probabilmente si chiedevano come sarei morto da lì ai prossimi cinque minuti, Hiroto non era famoso soltanto per la sua incredibile attinenza allo studio – il titolo di Principe delle Serpi era, decisamente, meritato.

“ D-di cosa volevi p-parlarmi? “ Chiesi timidamente, imbarazzato dal mio stesso balbettio, riuscendo finalmente a trovare il coraggio di incrociare il suo sguardo. Stavo facendo la figura dell'idiota e ne ero, purtroppo, pienamente consapevole.

“ Non mordo. “ Mi sorrise, gentilmente, il ragazzo prima aggiungere con tono – me lo sto immaginando, vero? - provocante in un sussurro. “Non adesso, almeno. “

“ M-mnh! “ Annuii appena, stupidamente, con le guance in fiamme mentre cercavo di non pensare a quante volte avevo desiderato di essere in una situazione del genere. No, non era lì per provarci – mi stava probabilmente sgridando per il mio comportamento. Nonostante continuassi a ripetermelo non potevo far altro che ammirare quanto bello fosse da così vicino, riuscivo quasi a contare le sue ciglia ramate. Socchiusi le labbra per dire, sicuramente, qualcosa di stupido – solo per essere interrotto da una voce piuttosto insistente ed allegra.

“ Hirooooto! “ Un ragazzo basso, con una fascia tra i capelli, ci raggiunse saltellando, mentre guardava il compagno di casa con insistente aspettativa. Hiroto socchiuse gli occhi, lanciandogli un'occhiataccia capace di uccidere – era molto irritato per l'interruzione? Non ci stavo capendo più nulla, ma approfittai della situazione per provare a calmare il battito frenetico del mio povero cuoricino.

“ Nepper. “ Riconobbi, soltanto in quel momento, l'amico di Nagumo e senza rendermene conto sorrisi. La capacità di interrompere, sempre e comunque, gli altri era un loro punto in comune. Il tono di voce del ragazzo vicino a me era gelido, abbastanza da mandarmi un – piccolissimo – brivido di terrore lungo la spina dorsale.

“ Devo assolutamente dirti - . . “ Cominciò, ignaro, il povero ragazzo prima di fermarsi un secondo e scrutare il viso del rosso. Sembrò rendersi conto della smorfia che stonava particolarmente su quella pelle candida, e forse anche dello sguardo decisamente assassino. Invece di fuggire a gambe levate, come avrebbe fatto chiunque, il ragazzino si limitò a piegare il viso di lato e domandargli curioso “ Perché mi guardi in quel modo? “

Iniziavo a chiedermi se i Serpeverde fossero tutti pazzi suicidi, nessuno sano di mente avrebbe fatto una domanda del genere a Hiroto Kiyama quando era, visibilmente, alterato. Od almeno io non mi sarei, mai e poi mai, azzardato.

“ Non ora, Nepper. “ Ringhiò, infatti, tra i denti il più alto mentre serrava le dita sul muretto di marmo fino a sbiancarsi le nocche. Ora avevo davvero paura, si.

“ Ma è import – oh” Iniziò di nuovo il Serpeverde, prima di notarmi. Passò un paio di volte lo sguardo tra noi due, prima di sgranare gli occhi e mormorare velocemente qualcosa del tipo “te lo dico dopo, sisi” e sparire alla velocità della luce lungo il corridoio. Certo che per essere così basso corre come un fulmine! Pensai, ammirato – al confronto con la mia abilità da bradipo era un genio.

“ Dovrei andare anche io...si...” Mormorai, non appena mi resi conto di essere ancora intrappolato dalle braccia della mia cotta, alzando speranzoso lo sguardo sul ragazzo. Speranze vane, si. Infatti si girò di scatto verso di me, fulminandomi con lo sguardo.

“ Tu non vai da nessuna parte! “ Rispose schietto alla mia richiesta, avvicinandosi ulteriormente e storcendo le labbra in un'espressione quasi pensierosa. Non riuscivo proprio a capire cosa gli stesse passando per la mente al momento, legame e tutto il resto non sembravo aver ancora capito le mille sfumature della sua personalità.

“ Scusa? “ Pigolai cauto, facendomi il più piccolo possibile mentre gli donavo i miei migliori occhi da cucciolo sperduto – di solito funzionavano su tutti – nella vana speranza di fargli dimenticare il motivo per cui mi aveva, poco gentilmente, placcato.

“ Sei impossibile....” Sospirò lui, piano, prima di scuotere appena la testa e tornare a guardarmi. Senza attendere la mia, perplessa, richiesta di ulteriori spiegazioni si piegò appena su di me, ponendo fine al discorso. No, non era vero. Hiroto Kiyama non mi stava baciando, non me – non davanti a tutte quelle persone. Eppure, per quanto volessi negarlo, potevo sentire la consistenza morbida delle sue labbra sulle mie, il calore del suo corpo contro il mio e lo sguardo intenso che mi stava rivolgendo attraverso gli occhi socchiusi. Non so cosa dicono dei fuochi d'artificio ma, nel mio caso, sentivo l'improvviso bisogno di correre per tutta la scuola ed urlare euforico. Prima che potessi riprendermi e, per ovvi motivi, rispondere al bacio il ragazzo si scostò appena – scrutandomi ora perplesso, ora divertito con quei suoi bellissimi occhi color bosco.

Mi portai una mano alle labbra, cercando di comprendere cos'era appena accaduto, mentre le mie guance andavano a fuoco. Oh per Merlino. Sbattei più volte le palpebre, osservandolo con un'espressione, ne ero sicuro, da perfetto idiota. Lui si limitò a sospirare, passandosi una mano tra le ciocche rosse mentre spostava il peso da un piede all'altro. Era imbarazzato? Hiroto...imbarazzato?

“ Mi piaci, Shun. “ Disse infine, scrutandomi in attesa di una mia reazione. Uh? Pensai, intelligentemente, cercando di capire se ero sveglio o stavo dormendo. Insomma, Hiroto mi si era davvero dichiarato? Quell'Hiroto? Nhà, impossibile. Lo guardai, lasciando ricadere la mano a quella vista: mi stava osservando, lasciando ogni tanto scorrere lo sguardo sul pavimento o sul soffitto, mentre si mordicchiava distrattamente il labbro inferiore. Era serio, compresi finalmente, era davvero serio! Mi trattenni a stento dal saltare sul muretto ed improvvisare una danza della vittoria, completa di un'enorme prendi questo dedicato a Reina.

“ Mnh? Non credi di aver capito, potresti ripetere? “ Chiesi, con una nota di malizia, allacciandogli le braccia al collo in un improvviso – quanto effimero – momento di coraggio.

“ Lascia che ti spieghi meglio, allora...” Rispose, con lo stesso tono ed un sorriso giocoso sulle labbra – diventando nuovamente il Serpeverde sicuro di se che tutti conoscevamo – prima di serrarmi le braccia alla vita e coinvolgermi in un altro, decisamente più lungo, bacio.

Francamente non mi importava niente dell'urletto di sorpresa proveniente da un punto indefinito del cortile, né di cosa avrebbe detto Reina il giorno dopo. Il ragazzo di cui ero, follemente, innamorato mi stava baciando davanti a tutti – come se fosse la cosa più naturale del mondo – ed io non potevo essere più felice.

Al diavolo tutto il resto.

 

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“ No, davvero. “ Riprese Kidou, scrutandomi ancora come fossi uno strano essere incapace di comprendere le sue parole. Scossi il capo, il sorriso incapace di lasciare le mie labbra prima di rispondere.

“ Rune Antiche è molto meglio di Difesa Contro le Arti Oscure! “ Risposi, impedendomi di saltellare sul posto – da quando, soltanto ieri, Hiroto mi aveva baciato ero di ottimo umore. Ovviamente sapevo che presto tutti l'avrebbero saputo ma, al momento, non me né importava nulla. Così, sul prato, avevo iniziato un'animata discussione con il Corvonero sulle nostre rispettive materie preferite. Chi poteva preferire una qualsiasi materia a Rune Antiche?

“ Spero tu stia scherzando, Midorikawa. “ Mi scrutò, ancora sconvolto, l'altro mentre sventolava un trattato sulle maledizioni senza perdono come fosse il suo libro sacro. Scossi il capo, alzando il tomo che mi portavo sempre dietro in una chiara risposta.

“ Certo che no! “ Dissi allegro, posando nuovamente il libro sul prato e lanciandogli un'occhiata divertita. Poco lontano i miei compagni di casa, ed alcuni dei suoi, giocavano una partita a calcio. Ovviamente i due 'secchioni', me e Yuuto, si erano rifiutati e questo dovrebbe più o meno spiegare come eravamo finiti in quella situazione.

“ Tu sei completamente pazzo. “ Scosse il capo affranto il Corvonero, incrociando le braccia al petto per dare più enfasi alla frase mentre io ridacchiavo divertito.

“ Questo si sapeva! “ S'intromise una voce nel discorso, portando entrambi ad alzare lo sguardo sul nuovo arrivato.

“ Akio! “

“ Fudou...”

Io e Yuuto parlammo in perfetto sincrono, il tono completamente diverso. Mentre io stavo sorridendo tutto felice, tanto per fare qualcosa di diverso, il ragazzo fissava il Serpeverde con una strana espressione. Oh, sposatevi e basta! Pensai, scostandomi i capelli dal viso con un sorrisetto malizioso nella loro direzione.

“ Possiamo unirci a voi? “ Quella voce l'avrei riconosciuta ovunque, spostai lo sguardo su Hiroto e gli sorrisi – prima di arrossire violentemente e distogliere lo sguardo. Oddeichecosaglidico?

“ Lo prenderemo per un si. “ Suzuno si sedette vicino a noi, senza attendere nessuno, prima di essere imitato dai suoi compagni di casa. Sotto lo sguardo, decisamente sconvolto, di Yuuto – Hiroto si sistemò al mio fianco, piegando appena il viso di lato nel notare il libro vicino a me.

“ Di cosa discutevate? “ Chiese divertito Akio, guardandomi con un'espressione piena di malizia mentre alzava le sopracciglia in maniera suggestiva nella direzione mia e del suo Prefetto.

“ Midorikawa sostiene che Rune Antiche sia meglio di Difesa....” Rispose Kidou, lanciandomi un'occhiata piena di domande a cui, al momento, non sapevo rispondere. Cercai, con scarsi risultati, d'ignorare la vicinanza con il Serpeverde dei miei sogni prima di fare una sonora linguaccia al Corvonero.

“ Difesa è una materia barbarica, Rune Antiche è molto più interessante! “ Ribattei annoiato, incrociando le braccia al petto con un broncio infantile – e chiaramente scherzoso.

“ Secchione. “ Akio mi lanciò uno stelo d'erba appallottolato, ridacchiando mentre io lo guardavo fintamente scandalizzato.

“ In effetti...” Si unì al discorso Hiroto, afferrando la mia mano per portarsela alle labbra con un sorriso quasi felino “ Ma sei il mio secchione. “

“ Diabetico. “ Suzuno sbuffò quasi annoiato, mentre io assumevo tutte le tonalità esistenti del rosso e Kidou mi guardava, sempre più curioso.

“ Mi sono perso qualcosa? “ Imprecai mentalmente prima di incrociare lo sguardo di un Nagumo molto, ma molto, arrabbiato. Oh merda.

“ Haru? “ Lo chiamai, con una delle mie – classiche – espressione sperdute, fingendo d'ignorare il motivo della sua ira mentre Hiroto, da brava Serpe, intrecciava le nostre dita con un sorriso divertito. Che disastro!

“ Non osare fare quella faccia. “ Nagumo mi puntò un dito, pieno d'accusa, contro mentre storceva le labbra nel notare anche la presenza di Suzuno. Dalla padella al rogo in pubblica piazza. La brace non era abbastanza per la situazione, no.

“ E' la mia faccia! “ Risposi colpito sul vivo, indicandomi il viso con la mano libera mentre lo guardavo offeso e, leggermente, sconvolto. Stava davvero per esplodere, aveva i pugni serrati ed un'espressione piena d'ira repressa.

“ Ed è adorabile. “ Commentò come niente fosse il mio Serpeverde, sfoggiando un sorriso dannatamente bello e affascinante, abbastanza – almeno – da distrarmi per parecchi secondi. Sentivo improvvisamente l'impulso di baciarlo, fregandomene di tutti quanti i presenti.

“ COSA? “ Urlò Nagumo, avvicinandosi di un paio di passi e guardandoci uno per uno per capire cosa diavolo stava accadendo. In effetti tre Serpeverde, un Corvonero ed un Grifondoro vicini non era qualcosa che si vedeva tutti i giorni.

“ Thò, un tappo. “ Suzuno ci degnò finalmente della sua attenzione, squadrando il mio migliore amico con una strana espressione che non riuscii ad identificare. Alzai gli occhi, perplesso, sul ragazzo al mio fianco ma lui si limitò a scrollare le spalle. Moolto utile, Hiroto, grazie.

“ Zitto ghiacciolo! “ Rispose senza nemmeno pensarci Haru, piantandosi le mani sui fianchi e fulminandolo con lo sguardo. Il ragazzo non sembrò minimamente colpito, si limitò ad alzare un sopracciglio e a guardarlo inespressivo.

“ Potete risolvere la vostra tensione sessuale da un'altra parte? “ Lì interruppe Akio, sbadigliando sonoramente ed appoggiando le mani sul prato con luccichio malizioso nello sguardo.

“ Concordo, stranamente. “ Annuì appena Yuuto, imitando la posa dell'altro senza rendersene conto – sembravano una coppietta, ai miei occhi almeno. Ma se l'avessi detto ad alta voce mi avrebbero ucciso, quindi decisi di rimanere in religioso silenzio.

“ Non so di cosa stiate parlando....e tu lascia stare Shun! “ Mormorò ad entrambi, prima di gridare l'ultima parte della frase al rosso Serpeverde che mi teneva al suo fianco. Hiroto si limitò a sospirare annoiato, attirandomi più a se grazie alle nostre mani unite mentre io arrossivo appena.

“ Cosa? Da quando sono un oggetto? “ Chiesi al mio migliore amico, indignato, lasciando che Hiroto posasse il mento sulla mia spalla senza chiedermi nemmeno il perché. Mi sentivo così bene al suo fianco, sembrava essere tutto perfetto – tranne il mio migliore amico urlante, ovviamente.

“ Zitta, principessa. “ Ribatté velenoso l'altro Grifondoro, causando una risatina divertita ad Akio ed una crisi di nervi al sottoscritto. Serrai i pugni, incenerendolo con lo sguardo mentre cercavo d'impedirmi di sgozzare Haru sul momento.

“ Oh? “ L'esclamazione divertita del mio non-ho-ben-capito-se ragazzo mi portò a fulminare anche lui – occhiata a cui lui rispose con un sorrisino da perfetta serpe.

“ Non. Una. Parola. “ Ringhiai tra i denti, allontanandomi appena per l'imbarazzo. Oh, insomma! Eravamo diventati troppi per queste...cose.

“ Sei sempre il solito idiota, noto. “ Suzuno si passò una mano tra le ciocche bianche, lanciando un'occhiata gelida al ragazzo in piedi. Si mette male, pensai sospirando appena.

“ E tu il solito stronzo. “ Rispose quello con il medesimo tono, avvicinandosi all'altro con aria – piuttosto – minacciosa. Ma quei due non riuscivano proprio ad andare d'accordo?

“ Davvero? “ Domandò il 'ghiacciolo', puntando le sue iridi color ghiaccio negli occhi dorati di Nagumo.

“ Si! “ Esclamò lui, battendo un piede per terra e fissandolo con una chiara sfida nello sguardo. Sospirai, di nuovo, guadagnandomi un'occhiata perplessa dagli altri tre che ignorai prontamente.

“ Oddei, volete smetterla? “ Sbottai, infine, alzando il braccio libero al cielo e guardandoli entrambi con disappunto. Così non andavano da nessuna parte, e lo sapevo bene. Eppure non sembravano rendersi conto del vero motivo dietro tutte le loro litigate, od almeno Nagumo non se ne rendeva conto. Ero quasi certo che Suzuno lo sapesse bene.

“ Stanne fuori! “ Mi ringhiò il mio non-più-di-tanto migliore amico, facendomi sgranare gli occhi per l'indignazione.

“ Oh, certo. “ Borbottai, offeso, mettendomi a giocare con il bordo della felpa. Akio mi lanciò un'occhiata preoccupata, mentre Hiroto mi strinse appena a se. Non alzai lo sguardo, ferito da quella affermazione.

“ Sei davvero stupido. “ Sospirò, infine, Suzuno – scuotendo la testa ed alzando lo sguardo sul cielo, deciso ad ignorare l'altro.

“ Non sono stupido, bel faccino. “ Ringhiò d'impulso Nagumo, facendoci alzare lo sguardo con mute espressioni di sorpresa. Bel faccino? Sorrisi, comprendendo subito quello che stava per succedere.

“ Bel faccino? “ Domandò – come volevasi dimostrare - malizioso il Serpeverde, guardandolo mentre si preparava ad alzarsi. Nagumo in risposta fece un passo indietro, inciampando nella gamba che Fudou aveva – accuratamente – steso in quel punto. Certo che era proprio malefico quando voleva!

“ N-non l'ho detto...” Borbottò il mio migliore amico, dopo essere caduto rovinosamente addosso ad un certo Serpeverde che, senza dargli la possibilità di muoversi, l'aveva rinchiuso tra le proprie braccia con un'espressione maliziosa.

“ Si, invece. “ Rispose, difatti, Suzuno con un vero – e decisamente bel – sorriso, scrutando l'altro che si limitò ad arrossire e borbottare sottovoce qualcosa che non compresi.

“ Sono adorabili. “ Mormorai, portandomi le mani al viso per trattenere un'urletto in perfetto stile fangirl, mentre mi dondolavo distrattamente avanti ed indietro. Che caaaarini! Urlai mentalmente, sorridendo come un'idiota.

“ Come te. “ Mormorò una voce calda e gentile nel mio orecchio, mentre un paio di braccia mi stringevano possessivamente. Arrossii fino alle orecchie, alzando il viso verso Hiroto con un'espressione imbarazzata.

“ Ah ah ah...no. “ Risi appena, rigirandomi nel suo abbraccio per poterlo guardare meglio mentre lui scuoteva la testa in risposta, stringendomi più a se. Posso morire felice?

“ Siamo circondati. “ Ridacchiò divertito Akio, probabilmente guardando il Corvonero.

“ Così sembra. “ Rispose pacatamente lui, sospirando appena prima d'intraprendere una discussione piuttosto animata con Fudou. Anche loro erano una coppia, solo che non lo sapevano ancora. Almeno secondo il mio modesto parere.

Ah, che giornata!


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Eccomi!
Scusatemi ma ho gli esami a breve e posto con la velocità di un bradipo zoppo.
Chiedo venia a tutti voi, miei amatissimi lettori!
Come sempre sono pronto a commenti, critiche e consigli!
Vediamo....spero vi sia piaciuta la scena e la Burn/Gazel. 
Finalmente il bacio, yeah!
( A breve ci sarà un Pov di Hiroto :3 )

Un bacio!

 

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Capitolo 12
*** Serpeverde - Seconda Parte ***


Serpeverde – Seconda Parte

 

Adesso crederete tutti che passai delle giornate magnifiche e romantiche con il mio Serpeverde. Ebbene no. Sebbene fossimo partiti, decisamente, con il piede giusto i suoi compiti da Prefetto lo tenevano molto impegnato e Reina ne approfittava per lanciarmi delle lunghe e significative occhiatacce. Comunque, per mia fortuna, non si azzardava a farmi nulla da quando io ed Hiroto ci eravamo messi insieme. Forse. Insomma non sapevo come definire la nostra relazione e, francamente, non m'importava. Almeno potevo crogiolarmi nel guardare tutte le mie coppiette preferite insieme! Sebbene soltanto Shirou e Gouenji si fossero messi insieme avevo molte speranze per gli altri. Era la vigilia di natale ed io pensavo alle coppiette, magnifico. Insomma non avevo molto da fare! Ero da solo ad Hogwarts visto e considerato che tutti quelli che conoscevo erano partiti per stare con le loro famiglie. Io e Haru non avevamo ancora fatto pace, si mi ero profondamente offeso per le sue parole di qualche giorno prima. Mio fratello, che era solito rimanere con me, era andato a festeggiare con Diam e – sebbene me l'avesse chiesto – non me l'ero sentita di costringerli a rimanere qui con me. Hiroto non mi aveva chiesto di andare con lui ma sapevo benissimo il motivo: famiglia di purosangue Serpeverde. Non che la mia famiglia fosse da meno, certo, ma ormai eravamo caduti in disgrazia e ben pochi sapevano delle nostre nobili origini. Tutte cavolate, per me. Le persone non andavano giudicate per il sangue, a mio modesto parere. Posai il viso sulla finestra con un sospiro stanco, osservando la neve che cadeva lenta ed avvolgeva in un manto dolce e delicato il paesaggio circostante. Amavo quel luogo, era così bello e silenzioso quando non c'era nessuno a disturbarti. Mi mancavano i miei amici però non potevo negare di essere felice, per una volta potevo rimuginare senza che nessuno si preoccupasse. D'altronde avevo molte cose su cui riflettere. La mia relazione con Hiroto, per esempio. Il ragazzo era sfacciato, incurante del luogo e delle persone che ci circondavano e molto possessivo. Non sapevo come prendere quei suoi modi di fare, non riuscivo a capire quanto realmente gli importasse di me. Inoltre c'era la questione di essere un'animagus e il suo famiglio, sapevo di doverglielo dire ma non trovavo mai il coraggio di farlo. L'idea mi terrorizzava e le parole di Yuuto, sulle anime gemelle e tutta quella roba lì, non aiutavano affatto. Mi passai distrattamente il collare tra le dita, ormai abituato al suo lieve pulsare, succedeva sempre quando Hiroto era irritato. Iniziavo a comprendere come funzionasse il nostro legame, almeno in parte. Scossi il capo, allontanando tutti quei pensieri fastidiosi, tamburellando piano sul vetro della finestra. A volte mi chiedevo come dovesse sentirsi la neve, di una bellezza incredibile, che piano piano si scioglieva prima di scomparire nel nulla come se non ci fosse mai stata oppure si ghiacciava, rendendo difficile il passaggio. Una piccola parte di me si sentiva così, sul bordo di un baratro con la scelta di sparire o rimanere. Non capivo bene quei miei sentimenti ma la cosa non mi stupiva, ero sempre stato particolarmente strano e di umore malinconico quando mi ritrovavo da solo. Strinsi al petto il libro che stavo leggendo poco tempo prima, accarezzando con amore la copertina di cuoio rigida. Era stato un regalo di mia madre, molto tempo prima ed era una delle poche cose che mi restavano di lei. Le pagine erano ingiallite e la copertina consunta ma lo amavo come nient'altro al mondo, era il mio tesoro più prezioso. Il mio Mp3 decise – sono certo che abbia una volontà propria – di far partire “Wish you were here”, causandomi un'improvvisa ondata di tristezza. Mi mancava Hiroto, riuscivo a sentire quasi un dolore fisico a quella distanza e più tempo passavo con lui più diventava qualcosa di essenziale nella mia vita. Speravo vivamente che non mi avrebbe abbandonato, non anche lui. Risi appena, passandomi una mano tra i capelli. Ci mancava soltanto quell'orribile ricordo per rovinarmi la serata. Non volevo pensare a come quell'uomo aveva abbandonato me e Ryuuji, lasciandoci soli e senza protezione. Avevamo imparato a cavarcela e a diffidare di tutti, difetto che avevamo perso leggermente con il passare degli anni. Adesso avevamo degli amici e li consideravo come la mia famiglia, sebbene non avessi mai dato voce a questo mio pensiero. Grifondoro era la mia casa, nel vero senso della parola – e pensare che quel dannato cappello voleva smistarmi a Serpeverde! Chissà cosa sarebbe successo....ogni tanto me lo chiedevo, cercando di immaginare i miei anni scolastici al fianco di Akio e nella stessa casa di Hiroto. Non che avesse importanza, ovviamente, ma era sempre stata una cosa di cui mi ero – seppur poco – pentito. Amavo i miei compagni di casa ma, spesso, mi sentivo più simile ad una serpe piuttosto che ad un grifone. Alzai lo sguardo sull'orologio, notando che la mezzanotte era passata da un pezzo.

“ Buon natale a me...” Mormorai piano, con un sorriso divertito, prima di raccogliere le mie cose sparse per la sala comune e dirigermi verso la mia stanza. Era così strano non avere intorno quella marmaglia di idioti che adoravo tanto, mi mancavano anche le urla di Haru. Tanto valeva approfittarne per portarmi avanti con il programma, avevo ancora qualche giorni di pace. Secchione fin nel midollo, avrebbero detto i miei compagni. D'altronde finché potevo era meglio darsi da fare, ero pienamente intenzionato a passare più tempo possibile con Hiroto non appena fosse tornato.

Si prospettava un anno particolarmente movimentato.

 

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“ No, no e ancora no. “ Cantilenai velenoso, riprendendo a sfogliare il libro nella vana speranza di ignorare Akio. Ovviamente non ero così fortunato, difatti quella serpe del mio amico mi tolse il tomo dalle mani senza particolare gentilezza e lo passò a Shuya che mi fissava tra il preoccupato e lo spaventato.

“Nagumo è un idiota, lo so, ma è comunque il tuo migliore amico.” Continuò il suo discorso Fudou mentre io camminavo nervosamente lungo la sponda del lago Nero. Era vero ma ero ancora arrabbiato da morire con lui, mi aveva trattato come se non valessi nulla....e non era una cosa che potevo dimenticare facilmente.

“E poi a natale sono tutti più...” Shuya si fermò a metà frase, notando probabilmente l'improvvisa nuvola nera che era scesa su di me. Avevo passato natale da solo, senza mio fratello, arrabbiato con il mio migliore amico e a piangere l'anniversario della morte di mia madre. No, non mi sentivo affatto più buono.

“Gouenji...” Dovetti sforzarmi di mandare giù un insulto, ritrovandomi a fulminarlo con lo sguardo e a serrare i pugni con forza. Ero così preso dalla mia rabbia, dal mio dolore, che non mi accorsi dell'arrivo degli altri due ragazzi.

“Shun so che questo periodo dell'anno non è facile per te, okay?” Akio fece un passo nella mia direzione, scrutandomi come alla ricerca di qualcosa “Ma è davvero ridicolo pretendere che quella testa di tulipano si renda conto di aver esagerato.”

“Oh certo, io devo sempre perdonare tutto no? D'altronde è questo che vi aspettate tutti da me. Sono stufo, basta. Che viva per una volta con le conseguenze delle sue stronzate.” Ringhiai, pienamente consapevole della cattiveria delle mie parole. Però era sempre tutto uno Shun perdona, Shun aiutami, Shun sii gentile e non arrabbiarti mai. Ero un umano anche io, per Merlino. Ignorai volutamente l'espressione sconvolta di Shuya, mentre Akio sospirava sconfitto.

“Su...i Grifondoro sono così, no? Perdonano.” Provò con un briciolo di esitazione il mio capitano ma, purtroppo per lui, quella fu la proverbiale goccia che fece traboccare il metaforico vaso della mia pazienza.

“Appunto, dovevo lasciare che quel dannato cappello mi smistasse a Serpeverde....cazzo.” Imprecai sonoramente alla fine della frase, calciando un sasso come se questo bastasse a cancellare tutti quei sentimenti crudeli che mi stringevano il petto.

“....aspetta...tu...cosa?” A quella domanda balbettata di Akio mi limitai a rispondere con un sorriso, più un ghigno, ed una scrollata di spalle. Perfetta serpe, così mi piaci Shun.

“Shun.” Quella voce infranse completamente il muro di rabbia che mi ero eretto intorno, portandomi a piantare le iridi in quei pozzi verdi con un'espressione sperduta. Hiroto...era dall'inizio delle vacanze che non lo vedevo, Salazar quanto mi era mancato. Non mi ero nemmeno accorto dell'arrivo di lui e Suzuno, tanto ero preso dai miei due amici. A proposito di Suzuno...questo sembrava davvero preoccupato, probabilmente non gli piaceva vedere Nagumo così abbattuto. Okay, adesso mi sentivo vagamente in colpa.

“ Hiro – mnh!” Socchiusi le labbra per parlare ma non feci in tempo, in due veloci falcate il rosso mi aveva raggiunto, afferrato per la vita ed aveva catturato le mie labbra in un bacio. Un bacio che sapeva d'inverno, di malinconia, di giorni passati a pensarmi e della felicità di avermi di nuovo al suo fianco. Un bacio che mi sciolse il cuore, dolce e delicato come un fiocco di neve che scivola dal cielo a terra e al tempo stesso irruente ed impaziente come un fiume in piena. Chiusi gli occhi senza neppure pensarci, passando le dita tra le sue ciocche fino a serrarle sulla sua nuca mentre muovevo con altrettanta euforia le labbra sulle sue, imprimendoci tutto il dolore e la malinconia di quei giorni passato da solo. Quel ragazzo sarebbe stato la mia morte, ma se la morte fosse stata così dolce mi sarei buttato tra le sue spire senza esitare un solo istante. Ci staccammo, complice la mancanza di fiato, e mi ritrovai a sorridere con improvvisa timidezza. Il primo, vero, sorriso da quando erano iniziate quelle maledette vacanze. Hiroto ignorò prontamente commenti, Suzuno, crisi isteriche, Shuya, e attacchi di tosse, Akio, vari posando le mani sulle mie guance per sfiorarle dolcemente. Usava così tanta delicatezza in quei tocchi da farmi sentire importante, prezioso per una volta nella vita.

“Mi sei mancato.” Il mio ragazzo sottolineò ogni parola con un dolce e lieve bacio, prima di staccarsi quanto bastava per potermi guardare e socchiudere le labbra in uno di quei sorrisi capaci di sciogliermi il cuore. Merlino, quanto avrei voluto poter fermare il tempo per poter passare l'eternità a perdermi nella delicata piega che assumevano le sue labbra.

“Anche tu mi sei mancato.” Mormorai dolcemente, abbastanza piano perché mi sentisse solo lui, la voce un cucchiaio di miele ed adorazione. Lasciai scivolare le dita dalla nuca alle sue braccia, in un movimento delicato, fino a posare le mie mani sulle sue.

“Mi sta venendo il diabete.”

“State insieme? Oddio, aspetta che lo scopra Maki...”

“Mi invitate al matrimonio?”

Le tre frasi vennero una dopo l'altra rispettivamente pronunciate da Akio, Shuya e Suzuno. Mi girai per ribattere ma, ancora una volta, Hiroto fu più veloce di me.

“Akio taci. Ovviamente e forse, Suzuno, se ti comporti bene.” Mi ritrovai ad arrossire come un peperone alle sue risposte schiette ma pronunciate con allegria, mentre una piccola risata melodiosa sfuggiva alle mie labbra. Al suono di essa il cercatore Serpeverde si girò di nuovo verso di me, uno strano luccichio negli occhi chiari e, senza preavviso, mi afferrò per la vita e fece un agile piroetta.

“Hiroto?” Chiesi divertito, posando le mani sulle sue spalle anche se dentro di me stavo urlando per la felicità. Mi sentivo al settimo cielo ed il mio ragazzo oggi sembrava particolarmente affettuoso, mi stava trattando in modo così...così...perfetto, diciamo perfetto.

“Sei adorabile, dannazione.” Ribatté lui, posandomi delicatamente a terra prima di stringermi nuovamente a se. Io mi limitai ad alzare elegantemente un sopracciglio, ignorando il suono dei passi dei nostri amici che – finalmente – avevano deciso di lasciarci un po' di spazio. Piegai appena il viso di lato, sorridendogli dolcemente e dondolandomi appena sulle punte dei piedi. “Forse è il caso di far capire a tutti che sei mio, che ne dici?” Hiroto pronunciò quella domanda con tono tranquillo e gioviale ma potevo leggere il luccichio malizioso dei suoi occhi, mentre le sue dita mi sfioravano i fianchi coperti dalla felpa. Le cose non sarebbero potute andare meglio, od almeno così credevo.

Purtroppo c'era una tempesta all'orizzonte.


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Sono tornata, disse.
Allora vediamo...so che sono mesi che non pubblico e mi odiate per questo...ma l'ispirazione è tornata ed ormai siamo giunti quasi alla fine!
Questo capitolo bhe....c'è un po' di Shun, dei suoi pensieri e del suo passato e tanto miele per lui ed Hiroto.
/Shipshipship
Nel prossimo capitolo, che giuro pubblicherò a brevissimo, ci sarà finalmente il Pov di Hiroto! (Contenti? ; ; )

Adesso vado a scrivere - che ho quasi finito. Viva le vacanze che mi danno abbastanza tempo per scrivere *u*
Chiedo ancora venia e grazie a tutti quelli che ancora sono qui a leggere nonostante i miei infiniti ritardi!

 

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Capitolo 13
*** Serpeverde - Terza Parte ***


Serpeverde - Terza Parte


Ti ho preso in giro fin dall'inizio.
Quelle parole facevano male, dannatamente male. Volevo solo divertirmi un po'. Una stoccata al petto, un dolore lancinante. Tu non conti nulla per me, Shun. Potevo letteralmente sentire il rumore del mio cuore che s'infrangeva in mille pezzi. Davvero credevi di avere una possibilità con me? Perché non era un incubo? Perché era reale? Sei patetico, non vali niente. Quella era stata l'ultima frase che Hiroto mi aveva rivolto pochi minuti prima. Eppure...eppure fino a qualche giorno prima era tutto perfetto, mi teneva la mano, mi sorrideva...mi..no, era stata una farsa fin dall'inizio ed io ci ero cascato come un idiota. Ero così preso dai miei sentimenti nei suoi confronti da non rendermi conto della verità. Verità che mi stava togliendo il respiro, verità che mi soffocava con malvagia crudeltà. Perché tutti mi abbandonavano? Perché non potevo essere felice per una volta? Forse ero maledetto. Quei pensieri vorticavano nella mia mente, mentre i miei piedi passavano la soglia della sala comune in movimenti meccanici e vuoti. Vuoti come mi sentivo io, vuoti come ero io. Era reale, quell'amore, era reale per me. Che stupido che ero stato. Stupido, stupido, Shun. Le lacrime mi scorrevano impunemente lungo il viso, mentre tenevo le labbra serrate per trattenere ogni suono.
“Shun io volevo – “ La voce di Haru mi portò ad alzare il viso, lo sguardo spento e le mani tremanti. Non m'importava più di quello che mi aveva detto, non m'importava più dell'essere offeso con lui. Mi precipitai tra le sue braccia, permettendo ai singhiozzi di sfuggire al mio rigido controllo solo quando il mio viso affondò nella sua spalla. Le braccia del mio migliore amico mi strinsero senza un attimo d'esitazione, mentre cercava invano di capire che cosa mi avesse fatto stare così male. Non riuscivo a parlare, per rispondere alle sue domande o alle voci preoccupate e sconvolte del resto del gruppo. Mi sentivo annegare, annegare in un mare nero senza via d'uscita...senza neppure la più flebile luce ad illuminare la mia via. Il respiro mi mancava, i singhiozzi mi straziavano il petto e le lacrime sembravano non volersi fermare. Mi sentivo perso, morto, finito. Volevo scomparire, volevo solo scomparire. Affondai le dita sul tessuto dell'uniforme di Nagumo, incapace di muovermi da quella posizione e di calmarmi. Era finita, era davvero finita. No, non era mai cominciata.
“Shun, dannazione, che cosa succede?” La domanda di Ryuji, il mio piccolo fratellino, non riuscì a scuotermi da quel dolore. Cercai di rispondere ma soltanto delle parole sconnesse lasciavano le mie labbra, scosse da quel dolore che il mio corpo faceva fatica a contenere. Mi sentivo così patetico, non riuscivo a fare nulla...come il giorno in cui nostro padre ci aveva abbandonati senza una sola parola di spiegazione. Come il giorno in cui la mamma aveva smesso di respirare, come quando ero finito nel fiume da piccolo e l'acqua mi aveva tolto l'aria. Tradito, illuso, ferito ancora una volta. Magari un giorno avrei imparato a non fidarmi di nessuno. Non so quanto tempo passai lì, a piangere e singhiozzare, ma ad un certo punto le lacrime si fermarono e, nonostante continuassi a tremare, riuscii finalmente a prendere fiato.
“Andiamo, principessa, ti accompagno a sciacquarti il viso...” Permisi a Haru di guidarmi verso il bagno, ignorando il nomignolo e le occhiate che stavano volando tra i miei amici. Ero stanco, volevo dormire e svegliarmi scoprendo che tutto questo era stato solo un brutto sogno...ma sapevo che non sarebbe successo.
“Haru...grazie.” Pigolai, la voce roca e rotta, senza riuscire neppure a fingere un sorriso prima di affondare il viso nell'acqua gelida. Sospirai appena di sollievo, lasciando che le dita di mio fratello che ci aveva seguiti mi accarezzassero i capelli. Ignorai il mio riflesso, completamente, non volendo vedere dipinto sul mio viso quel dolore. Non di nuovo.
“Shh, adesso dormi e domani ne parliamo – mnh?” Maki mi prese la mano e mi guidò verso la mia stanza, mentre Nagumo mi sosteneva gentilmente per la vita e Ryuji si affrettava ad aprire la porta del dormitorio. Che cosa avevo fatto per meritarmi una famiglia del genere? I miei amici erano davvero troppo per me.
“Non pensarci, chiaro? Tu...tu meriti tutta la felicità del mondo.” Haru mi sorprese, rispondendomi come avesse letto nei miei pensieri, prima di rimboccarmi le coperte con gentilezza. Non mi ero neppure accorto di essermi sdraiato, pensai con amarezza. Patetico. Caccia quella parola dalla mia mente, chiudendo gli occhi e lasciandomi cullare dalle voci dei ragazzi e di Maki. Sapevo che domani avrei dovuto spiegarmi, sapevo che Nagumo si sarebbe arrabbiato a morte e che Ryuji avrebbe preteso la testa di Hiroto...ma domani era un altro giorno. Il sole sarebbe sorto di nuovo, come se nulla fosse accaduto, e così come lui anche io dovevo dimenticare. Continua a camminare, l'avevo promesso sulla tomba di mia madre. Continua a camminare, l'avevo detto a Ryuji quando nostro padre ci aveva abbandonato. Continua a camminare, mi dissi nell'abbraccio del sonno. Continuerò a camminare fino al mio ultimo respiro, giurai prima di perdere conoscenza.
Avrei aspettato l'alba.

 

Hiroto Pov

 

La mattina era iniziata male. Mi ero svegliato con uno strano gelo, dentro le ossa, una paura che come un ombra si proiettava nel mio cuore. Il giorno prima l'avevo passato tutto a lavorare ai miei obblighi di prefetto con Akio, nella speranza di poter – finalmente – passare un po' di tempo con quell'adorabile pinguino del mio ragazzo. Così dopo aver recuperato i miei compagni, di casa come di disastri, mi ero diretto verso la sala grande. I miei occhi vagarono per la sala, automaticamente, andando subito a puntarsi sul tavolo rosso-oro del mio ragazzo. Per un solo, breve, istante il fiato mi mancò e mi ritrovai ad aggrottare le sopracciglia senza neppure rendermene conto. Nessuno dei ragazzi del quinto anno, almeno del gruppo di Shun, era presente. Girai il viso verso Suzuno, nella speranza che ne sapesse qualcosa, ma lui sembrava più perplesso di me ed altrettanto preoccupato. Senza neppure fermarmi a pensare ritornai sui miei passi, dirigendomi verso i dormitori Grifondoro mentre Akio e Suzuno mi seguivano docilmente. Sapevo che erano preoccupati anche loro, d'altronde avevamo tutti quanti delle persone care tra i grifoni. Eppure c'era qualcosa...qualcosa che non andava, lo potevo sentire, il sangue mi si stava gelando come ad annunciarmi una tempesta. Shun. Non riuscivo a pensare a nient'altro che a lui, volevo vederlo ed assicurarmi che stesse bene. Volevo stringerlo tra le mie braccia e farlo sentire a casa. Volevo baciarlo fino a togliergli il fiato. Volevo amarlo, come non avevo mai amato nessun altro. Ero troppo preso dall'intensità dei miei sentimenti per vedere il Grifondoro che marciava verso di noi, il viso una maschera d'odio.
“Tu lurido schifoso bastardo!” La voce di Nagumo mi prese alla sprovvista, così come le sue mani che mi afferrarono per la divisa prima di sbattermi con forza, violenza e pura cattiveria al muro. Serrai le labbra per il dolore, osservando sorpreso lo sguardo fiammeggiante d'ira del ragazzo che mi aveva aggredito.
“Nagumo, cosa diamine ti prende?” Domandò Akio, avvicinandosi per cercare di allontanarlo da me, mossa che sembrò soltanto irritarlo ulteriormente.
“Ti ammazzo, io ti ammazzo.” Ringhiò tra i denti Nagumo, prima di sferrarmi un pugno sul viso con tanta forza da gettarmi per terra. Il dolore esplose sul mio viso e mi rialzai subito per rispondere all'offesa ma non ci riuscii, sul suo viso...sotto la rabbia riuscivo a leggere un tremendo dolore. E' il migliore amico di Shun. Rincarò la dose una vocina nella mia mente, impedendomi di anche solo provare a colpirlo.
“Haruya..che succede?” Suzuno si avvicinò, posando una mano sulla spalla del Grifondoro. Sembrò calmarlo, almeno quanto bastava a impedirgli di colpirmi nuovamente. Certo che Suzuno era davvero bravo a calmare i suoi bollenti spiriti...Hiroto non è il momento, diamine! Mi rimproverai mentalmente, senza distogliere lo sguardo dalle iridi dorate del ragazzo.
“Lui lo sa, lo sa benissimo.” Nagumo si scrollò la mano del mio compagno di casa di dosso, indicandomi con le mani che tremavano appena per la rabbia che non riusciva quasi a contenere. Potevo vedere l'aria che si condensava attorno a lui più il calore saliva, attirato dalla sua rabbia e dalla magia involontaria che essa provocava. “Sei un mostro, Hiroto Kiyama.”
“Vuoi darmi una motivazione, almeno?” Risposi di getto, la voce appena esasperata e la maschera che ero solito portare in pezzi per via di tutto quell'odio. Un tempo ero abituato ad essere visto e trattato come un mostro....avevo quasi dimenticato quell'orrenda sensazione.
“Una motivazione? Una motivazione?!” Dalle labbra del Grifondoro uscì una risata isterica, mentre Suzuno lo guardava con gli occhi sgranati dalla preoccupazione, l'espressione sempre più furibonda.“Dopo quello che hai fatto al mio migliore amico, ieri?”
“Nagumo qui c'è un errore....” La frase mi colpì più forte del suo pugno, portandomi tremendamente vicino ad un crollo. Shun. Shun. Cosa è successo a Shun? Il terrore mi congelò sul posto, il cuore che batteva dolorosamente nel mio petto e lo sconforto chiaramente visibile nei miei occhi.
“Se ti avvicini di nuovo a lui ti ammazzo, serpe.” Nagumo non si degnò nemmeno di rispondermi, sputando ai miei piedi tutto il suo odio ed il suo disprezzo prima di marciare sui propri passi, fermandosi solo per lanciare un occhiata a Suzuno che non identificai. Mi sentivo sull'orlo di un baratro, il panico che mi serrava la gola con fredda crudeltà.
“Hiroto, ohi, riprenditi!” Akio mi afferrò le spalle, guardandomi con chiara preoccupazione mentre io cercavo di regolarizzare il mio respiro.
“Che cosa hai combinato...?” La voce triste, quasi spenta, di Suzuno mi portò ad alzare lo sguardo su di lui con le labbra che tremavano appena. Non mi curai della sua espressione di sorpresa nel vedermi in quelle condizioni patetiche, limitandomi a dar voce ai miei pensieri.
“Non lo so....io...se è successo qualcosa a Shun io - !” Mormorai tra un respiro e l'altro, mentre Akio mi tirava su caricandosi completamente il mio peso. C'era qualcosa che non andava, io ieri non avevo visto Shun.
“Calmati. Ieri eri con me, quindi qualsiasi cosa sia successa a Shun tu non c'entri.” Mi rassicurò il mio compagno, mentre io ritrovavo la forza di stare in piedi. Quindi qualcuno aveva ferito il mio Shun? Era questo che intendeva?
“Aspettate un attimo...se tu eri con Akio allora....” Suzuno ci guardò, aggrottando le sopracciglia e tamburellando le dita sulla propria borsa.
“Allora qualcuno ha preso il tuo posto, certo!” Akio finì per lui, portandomi ad osservarlo perplesso mentre ignoravo il dolore alla mia guancia. Il mio posto..qualcuno aveva preso il mio posto. Ci misi qualche istante a capire cosa intendessero ed un ondata di rabbia ed odio mi travolse, portandomi a serrare i pugni. Qualcuno aveva preso il mio posto ed aveva ferito Shun, qualcuno aveva usato il mio aspetto e la mia voce per fargli del male. Qualcuno che ci voleva divisi, qualcuno che odiava Shun con tutto il cuore. Qualcuno che io non volevo credere fosse cattivo.
“Reina.” Il nome mi uscì come una maledizione dalle labbra, mentre Akio e Suzuno annuivano mesti. No, questa volta aveva passato il limite. Non le avrei permesso di mettersi tra me e Shun.
Era arrivato il momento di prendere la situazione in mano.



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Guess who's back?
*Schiva pomodori marci, mattoni e macchine*
Lo so, lo so...Sono via da più di un anno! Ma giuro che avevo dei buoni motivi, chiedo perdono! *si butta in ginocchio e piange*
Tra bocciature, gatti malati e traslochi non sapevo più che pesci prendere! Ho cambiato tipo tre case negli ultimi mesi e, quando finalmente ne ho una - momentanea - ma fissa dove la prendono i miei? In mezzo alla campagna, ovviamente, dove non c'è linea praticamente! Per avere un po' di internet devo buttarmi in ginocchio, sgozzare capretti e vendere l'anima a Satana! (non necessariamente in quest'ordine).
Comunque ho deciso di finire quasta ff, anche perché manca davvero poco!
Mi sono portata avanti e ho scritto tutto fino alla fine, ora non mi resta che postarla un pezzo a settimana se internet mi assiste!
A chiunque ancora legge questo delirio grazie! Siete magnifici ; _ ;
In compenso nel prossimo capitolo ci sarà del fluff, della nostra coppia esplosiva preferita! 
Zan Zaaaan.
A presto, compagni di sventura!

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Capitolo 14
*** Le quattro case - Prima Parte ***


La sala grande era piena di voci allegre, la notizia del ballo di Yule ancora fresca nella mente di tutti gli studenti. Tutti sorridevano a parte un piccolo gruppo: Shun non aveva più sorriso, il viso ormai perennemente coperto da una maschera così gelida ed impenetrabile da far sembrare emotivi i Serpeverde, il resto del suo gruppo era diviso tra il furioso ed il preoccupato mentre tre Serpeverde in particolare sembravano essere stati trascinati nel malumore dei Grifondoro. Nessuno dei ragazzi del quinto anno, esclusi i suoi compagni di casa, sapeva cos'era successo ma nonostante questo alcuni Corvonero e Tassorosso sembravano incapaci di distogliere lo sguardo dal bellissimo ragazzo che ormai sembrava essere un'altra persona. Tutte le lezioni di etichetta purosangue sembravano essere tornate a galla, il portamento fiero gli dava un aspetto di irraggiungibile superiorità e nascondeva ogni possibile segno del suo crollo emotivo facendo irritare la ragazza che l'aveva causato. Reina lo fissava con sguardo pieno d'odio ma Shun lasciò che gli scorresse addosso, limitandosi a fissarla gelido ed alzare un sopracciglio elegantemente facendole correre un breve, ma fiero, brivido di terrore lungo la schiena.
“Hai intenzione di chiederlo a qualcuno?” La voce di Nagumo sciolse il silenzio del gruppo, i suoi occhi dorati posati su Maki mentre teneva una mano saldamente intrecciata a quella libera del suo migliore amico, tracciando disegni insensati con il pollice sulla sua pelle.
“Non lo so ancora, tu?” Rispose lei, la voce un miscuglio di allegria forzata e nervosismo.
“Ah, direi proprio di no!” Ribatte lui, un sorriso sbarazzino sul viso prima di continuare con espressione piena di malizioso divertimento “me lo chiederanno a decine, vedrai!”
“Siete proprio disperati, eh?” S'intromise Ryuuji, rimanendo vicino al proprio ragazzo ma lanciando un'occhiata di sottecchi a suo fratello maggiore.
“Tu vai con qualcuno, Yuuto?” Cambiò prontamente argomento Shirou, dopo aver notato lo sguardo di Shun farsi più scuro a quella frase.
“Non ho ancora pensato a chi chiederlo, in realtà...” Gli sorrise lui, distogliendo momentaneamente lo sguardo dal libro che stava sfogliando.
“Shun?” La domanda di Shuuya venne accolta da un silenzio glaciale, mentre gli altri gli lanciavano delle occhiate sbigottite. Il Grifondoro s'irrigidì appena, serrando la presa sulla mano del povero Nagumo prima di scuotere appena il capo in una silenziosa risposta. Non aveva quasi aperto bocca dalla sua litigata con Hiroto, non che gli altri potessero biasimarlo.
“Secondo te di cosa stanno parlando?” Chiese piano Suzuno ai suoi compagni, lo sguardo fisso sulle mani intrecciate dei due ragazzi e lo stomaco appena stretto da una morsa di irrazionale gelosia.
“Del ballo?” Rispose distrattamente Akio, continuando ad osservare Shun con una smorfia di preoccupazione “non lo vedevo comportarsi così dalla morte di sua madre...”
“Dalla cosa, scusami?” Sibilò Hiroto, lanciando un'occhiata irritata mentre serrava le dita sulle proprie, innocenti, posate con forza eccessiva.
“Non arrabbiarti, non spetta a me raccontarti la sua storia...” Ribatté velenoso l'altro Serpeverde, prima di sospirare piano “ho già abbastanza cose per la testa.”
“Come chiedere ad un certo Corvonero di uscire con te?” La frase di Suzuno colpì in pieno il bersaglio, facendo arrossire appena Akio e portandolo a perdere momentaneamente il proprio contegno.
“Almeno voi due avete qualche possibilità” Sospirò affranto il principe delle serpi, gli occhi verdi pieni di triste malinconia.
“Devi solo spiegare come stanno le cose a Shun, vedrai che capirà” Lo riprese, con una punta di gentilezza, Suzuno mentre gli stringeva appena una spalla in un gesto di sostegno.
“Mi ignora, se non l'avevi notato, e il tuo adorato tulipano mi impedisce di avvicinarmi a meno di dieci metri di distanza da lui...” rispose acido il ragazzo, lanciando un'occhiata fiammeggiante d'ira alla ragazza che aveva causato tutta quella situazione.
“Credo che dovremmo reclutare i Grifoni e forse anche Yuuto, senza il loro aiuto non risolveremo mai questo casino.” Borbottò Akio, lanciando un'occhiata piena di sottintesi al Corvonero in questione che si limitò ad annuire, seppur perplesso.
“Fantastico, mi meneranno prima e faranno le domande dopo!” Sospirò Hiroto, ormai arreso al proprio destino mentre sistemava le proprie cose per andare con i ragazzi a trovare degli alleati nel proprio piano di riconquista.
“Cosa che sei pronto ad affrontare per quel pinguino di Shun!” Fu l'unica, maliziosa, risposta da parte di Akio mentre Suzuno annuiva saggiamente.
“Ricordatemi: perché siamo amici?” Mormorò affranto il rosso, seguendo i suoi compagni fuori dalla sala per incontrare un gruppo di Grifondoro, Tassorosso e Corvonero bramosi del suo sangue.
Ah, cosa non si fa per amore.

 

“Andiamo Shun, anche quell'idiota di Haru viene!” Esordì Maki nel silenzio della sala comune rosso-oro, guadagnandosi un'occhiataccia dal suddetto idiota.
“Mi dispiace tesoro, non me la sento di venire” Rispose sommessamente il ragazzo, regalandole un mezzo e spento sorriso prima di tornare a scrivere diligentemente su un rotolo di pergamena una serie di complicate rune composte sotto lo sguardo sconvolto di Kidou.
“Sono geniali...sei davvero incredibile, sai?” Disse infine, riscuotendosi dal proprio stupore, osservando il lavoro assolutamente impeccabile del silenzioso Grifondoro. Shun non rispose, limitandosi a sorridere di nuovo con un briciolo di felicità in un'immagine che sembrava solo la foto sbiadita delle sue luminose espressioni di un tempo.
“Daaai Shun, puoi venire con me se vuoi!” Nagumo gli propose sotto lo sguardo sorpreso dell'interpellato, conscio che il proprio migliore amico aveva già in mente un certo ghiacciolo come compagno per il ballo.
“Sei molto gentile, Haru, ma vai pure senza di me” Fu la sua unica risposta, gli occhi spenti che si posarono sulla finestra in lontananza per un lungo istante prima di tornare al proprio lavoro.
“Dai ci sarà da divertirsi!” Provò Gouenji, lanciando un'occhiata a Shirou che però si limitò a scuotere appena la testa.
“Se non vuole venire non possiamo obbligarlo” S'intromise Fidio, guadagnandosi uno sguardo pieno di gratitudine dall'animagus in questione.
“No, basta così Shun!” Esplose infine Ryuji, incapace di vedere suo fratello in quelle orribili condizioni “non ne vale la pena, stai esagerando!”
In quell'istante il quadro che nascondeva la loro sala comune si aprì, lasciando entrare i tre Serpeverde come d'accordo del gruppo per risolvere la situazione ma nessuno li vide neppure entrare, gli sguardi puntati sul giovane animagus che tremava visibilmente.
“Esagerando?” La risata che sfuggì alle labbra del ragazzo gelò completamente i presenti, mentre si alzava di scatto e sbatteva una mano sul tavolo, gli occhi brucianti di furia “Quando la nostra famiglia ci ha girato le spalle sono stato forte, quando nostro padre se né andato sono stato forte, quando nostra madre è morta sono stato forte...per te! Sempre una dannata roccia, ignorando il mio dolore per poterti sostenere ed adesso osi venirmi a dire che sto esagerando perché per una volta, una dannatissima volta, do un minimo di sfogo alla mia sofferenza?” la sua voce si alzò in volume, ignorando completamente gli sguardi sconvolti dei propri amici ed il viso ormai quasi bianco di suo fratello “Ogni volta mi sono rimesso in piedi, ignorando i pezzi in cui cadevo e lasciandoli indietro perché non potevo permettermi le loro debolezze...Quale Shun vuoi vedere, dimmi? Lo Shun comprensivo, quello gentile? Non ci sono più, li ho lasciati cadere e frantumarsi per l'ultima volta e non ho né la voglia né la forza di raccogliergli. Sinceramente cosa diamine vi aspettate tutti da me, dimmelo ti prego. Che cosa devo sacrificare questa volta? Perché io sinceramente non ho più nulla da dare, Ryuuji, i miei pezzi sono finiti e quello che vedi qui, adesso, è tutto ciò che rimane!”
“Shun!” Haruya si affrettò per afferrare il braccio dell'amico ma non fece in tempo, in un solo terrificante momento di pura energia e magia involontaria il ragazzo sparì con un violento schiocco, riuscendo ad apparire nonostante le mille protezione di Hogwarts lontano dai loro sguardi.
“Io ucciderò Reina Yagami e mi aspetto che ognuno di voi mi aiuti a nascondere il corpo, o il poco che né rimarrà!” Esordì nel silenzio della sala Suzuno, prima di raggiungere il ragazzo sconvolto e posargli una mano sul braccio.
“Reina..?” Chiese piano Nagumo, lasciandosi confortare da quel tocco delicato mentre i suoi occhi dorati si posavano perplessi sul prefetto Serpeverde rimasto congelato sulla soglia.
“Ha usato una pozione polisucco per prendere le sembianze di Hiroto e creare tutto questo casino..” Spiegò piano Fudou, lo sguardo cupo e pieno di preoccupazione mentre gli altri ragazzi iniziarono finalmente a comprendere.
“Non sei stato tu...” Mormorò Maki, osservando il rosso dal viso pallido e sconvolto.
“Sono cinque anni che vado dietro a Shun, secondo te avrei mandato tutto a monte quando finalmente potevo stringerlo tra le mie braccia?” Rispose piatto lui, osservandola con un'espressione seria e piena di dolore mal celato.
“Dobbiamo fare qualcosa non posso...non posso vederlo così” Pigolò piano Shirou, lasciandosi stringere da Gouenji mentre il suo sguardo vagava per la stanza alla ricerca di un'idea.
“Credo di sapere cosa fare...” Interruppe l'atmosfera cupa Maki, girandosi verso Hiroto con un sorriso lievemente terrificante “Dimmi un po', Kiyama, hai qualcuno con cui andare al ballo?”

 

“Posso riuscirci, posso riuscirci...” Stava ripetendo come un mantra il Serpeverde, camminando avanti ed indietro lungo il portico mentre lanciava continuamente delle occhiate nella direzione del gruppetto poco lontano.
“Se continui a camminare finirai per fare un solco sul pavimento..” Lo riprese divertito Akio, incurante del panico dell'amico, sorridendo sghembo.
“Vedrai che andrà tutto per il meglio, Suzuno, respira!” Aggiunse Hiroto, sorridendo rassicurante verso l'amico prima di fulminare l'altro ragazzo con lo sguardo “E tu stai zitto, solo perché Kidou ti ha detto di si non hai il diritto di divertirti alle nostre spalle!”
“E' colpa vostra che avete aspettato il giorno del ballo per farvi avanti” Ribatte serafico Fudou, lanciando uno sguardo verso il proprio appuntamento che lo aspettava qualche metro più avanti pazientemente.
“Cosa faccio se rifiuta? E se avesse già accettato l'invito di qualcun altro?” Sbottò il ragazzo, passandosi una mano nelle ciocche chiare e rovinando definitivamente l'acconciatura che aveva sistemato solo qualche minuto prima.
“Suzuno...” Incominciò Hiroto, una lieve sfumatura divertita nella voce mentre l'amico si voltava a guardarlo perplesso “..girati!”
“Haruya!” Sussultò sorpreso lui, quando nel girarsi incontrò lo sguardo dorato del ragazzo a cui stava cercando di chiedere un appuntamento ormai da mesi.
Ghiacciolo” Rispose lui con un sorriso sghembo, l'appellativo lieve e privo di alcuna reale offesa, mentre le sue mani tormentavano il bordo della giacca elegante che aveva indosso.
“Ti serviva qualcosa?” Chiese gentilmente il Serpeverde, prendendo tempo, causando un paio di sospiri esasperati ai propri amici che lo guardavano chiaramente delusi dalla sua mancanza d'iniziativa.
“No ma visto che continuavi a guardarmi e ho pensato di venire a vedere cosa volevi” Ribatté il grifone, alzando appena un sopracciglio e sorridendogli con un espressione di arrogante sicurezza tradita solo dal leggero tamburellare del suo piede sul pavimento.
“Oh, certo..io volevo chiederti...” Iniziò il ragazzo, mordendosi appena il labbro e continuando a tormentare i propri, poveri, capelli mentre per una volta non riusciva a trovare le parole con cui rispondere al Grifondoro.
“Si?” Lo incoraggiò Nagumo, l'espressione divertita ma gli occhi brillanti di speranza.
“Tu mi piaci, Haruya.” Sbottò in fine Suzuno, ignorando il fischio di Akio ed il sorrisetto di Hiroto per poter puntare lo sguardo in quei pozzi dorati che tanto adorava e che erano sgranati dalla sorpresa “Sono mesi che cerco di fartelo capire.”
“T-tu...tu devi sempre esagerare, vero?” Lo indicò con un dito Nagumo, le guance in fiamme per l'imbarazzo mentre muoveva un passo verso l'altro.
“Haruya Nagumo, verresti al ballo con me?” Riprese il ragazzo, l'espressione di nuovo sicura, mentre allungava le mani a prendere quelle dell'altro e l'osservava con quello sguardo dolce che rivolgeva soltanto a lui, quando nessuno poteva vederlo.
“Dannato ghiacciolo....” Rispose il rosso, senza però dare il tempo al ragazzo di prendere quella frase come un rifiuto prima di continuare “sono giorni che aspetto questa domanda!”
“Menomale che almeno uno di noi due ha un po' di spirito d'iniziativa, allora” Gli mormorò divertito Suzuno, azzerando la distanza e piegando appena il viso verso il basso per poterlo guardare meglio, godendosi il rossore sulle sue guance con un sorriso gentile.
“Te lo do io lo spirito d'iniziativa!” Ringhiò Nagumo, afferrando il ragazzo per il colletto e, senza dargli il tempo di ribattere, attirandolo verso il basso per poterlo zittire. Le loro labbra si scontrarono con irruenza, sorprendendo il ragazzo più alto che si ritrovò ad afferrarsi all'altro per rimanere in equilibrio, gli occhi appena sgranati dalla sorpresa. I commenti divertiti dei propri amici si persero e, prima che Nagumo potesse pentirsi della propria mossa, si affrettò a ricambiare il gesto con insolita esuberanza. Si scostò appena per riprendere fiato, una mano a posarsi sul viso rosso dell'altro per sfiorare gentilmente la sua guancia mentre le proprie labbra si socchiudevano in un sorriso luminoso. Nel vederlo Nagumo si ritrovò senza fiato, il cuore che batteva violentemente nel petto e le sue dita si mossero automaticamente a posarsi sul viso dell'altro, appena tremanti, mentre piano piano le proprie labbra si piegavano dolcemente in risposta.
“Posso prenderlo come un si?” Mormorò con voce resa roca dal bacio il Serpeverde, senza allontanarsi o smettere di carezzare il suo viso.
“Devi” Rispose senza fiato il grifone, senza riuscire a nascondere il sorriso, crogiolandosi in quel momento perfetto che a lungo aveva negato di attendere.
“Hiroto sarà una perfetta damigella per le vostre nozze...” Sbottò a ridere Fudou, riuscendo a rovinare completamente il momento prima di venir colpito dal braccio del compagno.
“Akio non rovinare il loro momento!” Sibilò quello, lanciandogli un'occhiataccia senza però nascondere il sorrisino divertito sulle proprie labbra.
“Hiroto vai dalla tua principessa, Akio evaporati – ora!” Li zittì Suzuno con voce tagliente, passando le dita tra le ciocche rosse di Nagumo senza degnarli neppure di uno sguardo.
“Devo dire che questo lato di te mi piace parecchio..” Sorrise malizioso Haruya, ignorando i passi dei due che se ne stavano andando, mentre allacciava le braccia al collo del proprio compagno e lo guardava con occhi brillanti di felicità.
“Non hai ancora visto nulla, tappo” Rispose lui, posando un veloce bacio sulle sue labbra prima di sciogliersi, seppur a malincuore, dal suo abbraccio e porgerli una mano con un sorriso smagliante “andiamo?”
“Quando vuoi, ghiacciolo” Ribatté lui, afferrando la mano ed intrecciando le loro dita con sicurezza, prima di incamminarsi al suo fianco verso la sala grande ignorando completamente le occhiate sconvolte lanciate nella loro direzione dagli altri studenti.
Nessuno avrebbe rovinato quella serata, non dopo così tanti anni passati a rincorrersi in quel modo. Per una volta esistevano soltanto loro due e tanto bastava a far sorridere entrambi, insieme. 


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Come promesso eccomi qui!
Siamo arrivati al penultimo capitolo, finalmente!
E Burn e Gazel sono riusciti a dichiararsi! *coro angelico che annuncia il miracolo*
Al prossimo capitolo ~

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