SHIRO

di sasuke94yulia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** INIZIO ***
Capitolo 2: *** 2. BOATO ***



Capitolo 1
*** INIZIO ***


Ciao questa è la mia prima storia, l'ho scritta mentre sto studiando, quindi comprendetemi se ci sono errori o problemi passato-presente, fatemi notare e cercherò di migliore. Grazie mille e spero che vi piaccia.
 
                                                                              1. INIZIO
 
Era una giornata afosa, come al solito, del resto era giugno, mi apprestavo a preparare la borsa per la facoltà, dovevo andarci a causa di un esame imminente e la prof per tirarci su di morale ci aveva consentito ad incontrarla per una lezione di ripasso. Vedo dalla finestra della mia stanza un paesaggio verde e pieno di alberi, mi ricarico positivamente, anche se l'ansia mi stava divorando lo stomaco, quest'esame era il più complicato di tutto il corso. Scendo le scale di casa, rubo una merendina e saluto i miei, mi avvio a prendere il pullman che mi avrebbe portato alla facoltà. Si trovava fuori città in grande deserto, dissero che serviva per costruire altri edifici, ma fin'ora non è stato costruito nessuno e da allora erano passati 3 anni.senza rendermene conto si presenta davanti a me il mio migliore amico e ci avviamo al Bar dall'edificio 1, per un caffè, non ci vedevamo dalla fine dei corsi, più o meno un mesetto, ed era sempre una gioia vederlo. 
"We Giù tutto bene??" con un sorriso sulle labbra
"Sisi, te?? fa un caldo qui fuori!" rispondo io impacciata.
"si"titubante mi fa, continuando a vedere la televisione del bar, sitonizzata sull'unico canale del TG, "ma hai sentito il telegiornale questa mattina??"
"No, perchè cosa è successo??"
Il nostro paese era sotto attacco, città tranquilla,solare,verde, ma solo perchè facevamo parte di una communità protetta, le mure dei confini ci proteggevano, ecco uno dei altri motivi della facoltà cosi distante dal paese, in origine doveva essere un lugo per proteggere le persone,costruito dagli Avi del tempo passato.
Marco mi spiego la situazione, in poche parole il giorno dopo le forze armate sarebbero andate fuori dai confini per cercare di conquistare una piccola parte del territorio, cosa che succedeva ogni 2 anni, la missione non terminava facilmente molti tornavano feriti, chi non tornava più, era un disastro ma oramai quella era l'attuale realtà dei fatti. 
"capito, ma ti ricordo che tra una settimana abbiamo un esame" faccio io, lui subito sull'attenti, lo aveva accantonato questo particolare nella sua mente, il fatto della missione del giorno dopo lo aveva sconbussolato.
Ci avviamo verso l'aula 12, si trovava nell'edificio centrale, era uno degli edifici più grandi e comprendeva diverse facoltà, tra cui giurisprudenza, infatti incontrai Rosa, una mia amica dell'elementari, simpatica, a volte un pò so tutto io, però non mi creava problemi, io non fidavo di lei e lei non si fidava di me, diciamo una sfiducia a vicenda.
"we Rosy, tutto bene?? anche tu in facoltà"
"Eh si, esame di diritto privato"
"allora in bocca al lupo, ci si becca dopo"
"crepi, ciao"
Non la sopportavo, Marco vide la mia faccia, ma non mi chiese niente ed io gli sorrisi, come al solito, oramai mi conosceva bene ero un libro aperto, quando qualcosa non mi piaceva, il mio viso lo diceva, era più forte di me non riuscivo a nascondere le mie sensazioni. Entrammo in aula, i primi posti come al solito liberi, li occupiamo noi, salutiamo gli altri nostri compagni di aula, la prof entra ed inizia la lezione.  

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Capitolo 2
*** 2. BOATO ***


Giravo e rigiravo la mia testa, a destra e a sinistra, e osservavo il muro bianco dell'aula, alcuni pensieri mi frullavano nella testa, ho subito pensato che era tensione, visto che non riuscivo a recepire nulla da quallo che usciva dalle labbra della Prof. per fortuna Marco, studente modello, prendeva bene gli appunti, mi salvava sempre. Appena finita la lezione, ci alziamo e ci dirigiamo verso il Bar, il luogo comune, per i corridoi tanti ragazzi ridevano spensierati e si facevano scherzi, io invece mi sentivo vuota, come se mancava qualcosa, ero felice, ma avevo un brutto presentimento. "Giù" "Giù" sento la voce di Marco che mi chiamava e mi giro di scatto, "si dimmi" "sei strana oggi, è successo qualcosa??" io non sapendo cosa dire, la butto li "no niente non ti preoccupare, troppi pensieri" come sempre gli faccio il mio sorriso a 32 denti e continuiamo a parlare del più e del meno. Il Bar era super affollato e raggiungere il bancone sembrava che era passata un eternità, rincontro Rosy, con una faccia preoccupata, poi vedo che tutti l'avevano, e tutti fissavano lo schermo della televisione. "Signore e signori, la missione di domani è stata anticipata di un giorno, le forze armate si sono introdotte nel territorio nemico e..." la faccia del conduttore era sconvolta"... non c'è l hanno fatta, nessuno ha fatto ritorno, i microcip inseriti nella loro pelle prima della missione hanno identificato una morte di massa nello stesso istante, mi dispiace comunicare alle famiglie la morte dei seguenti ragazzi..." Giro di botto il viso verso Marco, che mi guarda anche lui, sudando freddo, eravamo agghiacciati, se il comilitone non era riuscito a uccidere alcuni di quei "mostri", fuori dalle mure allora significava che eravamo tutti in pericolo, la cosa mi porta a un forte giramento di testa, prendo il braccio di Rosy al mio fianco "Rosy mi accompagneresti in bagno, non mi sento tanto bene" "certo, andiamo" faccio un cenno a Marco di aspettarmi. Ci incamminamo per i corridoi, vedo i soliti visi degli altri sorridenti e spensierati, non avevano sentito la notizia o non avevano fatto 2+2. Il bagno si trovava fuori dall'edificio 1 e bisognava scendere delle scale per entrare. Lascio la presa di Rosy e mi catapulto vicino al lavandino per darmi una rinfrescata, ma non funziona cosi bevo un po di acqua e bagno i capelli, ero troppo agitata, troppo agitata, mi accascio per terra come se ero priva di forza e sconbussolata, Rosy mi si avvicina e mi da una gomma, dice che è per il mal d'auto, quindi per la nausea,la prendo chiudo gli occhi e sembra che inizia a far effetto, ma appeno riapro gli occhi sentiamo un boato.

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