IL MASSACRO.
Erano le sette
di sera e il supermarket era pieno di gente che faceva le commissioni
o semplicemente faceva un giro.
Joanna era
andata a fare un giro prima di cena con Lena, la sua migliore amica,
era da tempo che voleva comprare il nuovo cd del suo gruppo preferito
e per averlo aveva fatto qualche ora in più nel negozietto
dello zio.
Era ancora
presto per tornare a casa così decisero di prendersi un gelato
nel bar del supermarket perciò si diressero verso le casse
quando Lena vide un vestitino carino e la obbligò a fermarsi
per provarlo.
“E dai
Jo! Scommetto che mi starà da dio, devo provarlo!” La
supplicò con la faccia da cucciolo.
Joanna non
sapeva proprio resistere a quel faccino che le faceva sempre Lena
quando voleva qualcosa.
“E va
bene ma il gelato lo paghi tu.” Le rispose porgendole il
vestito rosso fuoco con una smorfia impertinente.
“Sei
proprio una ricattatrice Jo!” Le disse Lena mentre con una
linguaccia prendeva il vestito e se lo accostava al corpo.
“Dai
sbrigati! Corri a provarlo sennò ti lascio qui e mi mangio sia
il mio che il tuo di gelato.” La minacciò corrugando la
fronte e cercando di restare seria.
Lena non
rispose e si fiondò nel primo camerino libero.
Due secondi
dopo ritirò la tenda ed uscì con addosso il vestitino
leggero che le metteva in risalto le curve pronunciate.
“Cavolo
Lena sei uno schianto!” Sussurrò Joanna ammirata.
Lena era una
bella ragazza bionda con gli occhi nocciola ed un fisico decisamente
da bomba sexy.
Per questo
l'aveva sempre ammirata.
Lei invece era
l'opposto mora con gli occhi azzurri ed un fisico asciutto con poche
curve.
Non era brutta
solo era meno appariscente dell'amica.
“Grazie!
Penso che lo comprerò.” Le sorrise Lena estasiata.
Mentre stava
per rientrare nel camerino si bloccò a guardare un gruppo di
uomini decisamente enormi e muscolosi appena entrati.
Facevano paura,
sembravano indiani ma decisamente poco amichevoli dalle facce.
Come se non
bastasse si guardavano attorno corrucciati digrignando i denti a chi
osava guardarli con apprensione.
Le due ragazze
si scambiarono un occhiata preoccupata.
Lena se sbrigò
a rientrare nel camerino per cambiarsi mentre Joanna si guardava
intorno cercando di non fissare gli indiani.
Un brivido le
percorse la schiena mentre le passavano dietro dirigendosi nella
corsia dell'attrezzatura per lo sport.
“Stai
calma Jo! Sono solo persone un po' bizzarre tutto qui.” Si
disse mentre si stringeva le braccia al corpo.
Lena uscì
dal camerino guardandosi attorno con aria ansiosa.
Era evidente
che l'arrivo di quegli uomini aveva innervosito anche lei.
“Meglio
andare a casa.” Sussurrò prendendola a braccetto e
stringendola più del dovuto.
“Si, lo
penso anche io.” Rispose Joanna a mezza voce.
Un fracasso
tremendo alle loro spalle le fece trasalire.
Sentirono la
gente che urlava di dolore e paura.
Si girarono di
scatto e ciò che videro gelò loro il sangue nelle vene.
I sei indiani
avevano ognuno raccolto degli oggetti e con essi stavano menando
colpi a chi gli capitava sotto mano.
Una vecchietta
era stesa a terra con la testa fracassata da un colpo di mazza da
baseball menata da quello più grosso del gruppo, esso reggeva
con entrambe le mani la mazza insanguinata guardando la prossima
vittima.
Un altro aveva
preso un coltello da cucina dalla lama enorme e lo aveva piantato in
pieno petto ad un uomo che cercava di proteggere il proprio figlio
che ora urlava disperato.
Il fragore
arrivava anche dai reparti vicini segno che anche gli altri
componenti del gruppo stavano massacrando chiunque.
Le due ragazze
fecero qualche passo indietro cercando di passare inosservate in
mezzo alla confusione.
Lena si mise
una mano sulla bocca per impedirsi di urlare quando l'uomo armato di
coltello tagliò la gola ad una ragazza inondando il pavimento
di sangue che prese a zampillare dallo squarcio.
Joanna non fu
abbastanza sveglia e urlò mentre si girava e iniziava a
correre a perdifiato verso l'uscita.
Mentre Lena si
preparava a seguirla scorse con la coda dell'occhio uno degli
indiani che la guardava con sguardo crudele.
Non si rigirò
più almeno finché non fu vicino alla cassa dove una
cassiera era rintanata sotto di essa tremante e in lacrime.
Allora si
guardò dietro e vide l'indiano avvicinarsi con una catena tra
le mani.
Presa dal
panico afferrò la ragazza per il polso e la costrinse ad
uscire dal nascondiglio.
“Andiamo
sbrigati, dobbiamo uscire da qui o moriremo!” Le urlò
contro mentre se la tirava dietro.
Si misero a
correre all'impazzata mentre l'indiano serro la catena intorno al
collo di un altro cassiere che aveva cercato di fermarlo invano.
Si unirono a
Joanna che correva più veloce che poteva verso la propria
auto.
Cercò
freneticamente nella borsa ma delle chiavi non vi era traccia.
“D-devo
aver perso le c-chiavi mentre correvo, la borsa era aperta e...”
Si interruppe in preda alle lacrime.
Due ragazzi
sfrecciarono loro affianco dirigendosi verso una macchina scura.
Due indiani
uscirono dalla porta di corsa individuandoli subito.
“Vi prego
portateci con voi!” Gli gridò dietro Lena mentre
prendeva uno dei due ragazzi per un braccio.
“Salite
presto!” Acconsentì il ragazzo spingendole
frettolosamente ad entrare e sbattendo la portiera appena prima che
l'amico sgommasse a tutta velocità fuori dal parcheggio.
Ai due indiani
si unì un terzo e insieme si diressero ad un grosso pick up
arancione inseguendoli.
“Ci
stanno seguendo! Ma perché?” Bofonchiava la cassiera
guardando dietro dove il grosso mezzo usciva dal parcheggio diretto
verso di loro.
“Cazzo!
Pazzi svitati!” Urlò il ragazzo alla guida.
Accelerò
ulteriormente sbandando mentre imboccava l'incrocio che li portò
sulla strada principale.
Lena si strinse
contro Joanna tremante chiedendole di dirle che era solo un sogno e
presto si sarebbero svegliate.
Joanna intanto
cercava di calmare le due ragazze costringendosi a sembrare quella
forte anche se dentro aveva una paura terribile mai provata prima.
Prese la testa
della cassiera tra le mani guardandola fissa negli occhi.
“Come ti
chiami?” Le chiese tenendole stretta le testa per impedirle di
sottrarsi al suo sguardo.
“M-mi
chiamo Deanna. Ci uccideranno tutti!” Urlò quella
scuotendo la testa nel tentativo di liberarsi.
“Ascoltami
Deanna devi calmarti o non sarai di nessun aiuto ok? Ti prometto che
andrà tutto bene.” Le disse mentre le asciugava le
lacrime con i pollici.
Deanna parve
calmarsi un poco e fece segno di si con la testa.
Non appena la
lasciò si accasciò sul sedile con lo sguardo fisso sul
sedile davanti a se in stato di schock.
Lena piangeva
in silenzio accanto a lei e per infonderle un po' di forza le strinse
forte la mano nella sua sentendo la stretta dell'amica rafforzarsi.
Davanti i due
ragazzi erano chiusi nel mutismo.
Greg era
concentrato sulla guida scansando una dopo l'altra le auto troppo
lente e guardando di continuo nello specchietto retrovisore per
controllare che il pick up non fosse troppo vicino.
Adam al suo
fianco stringeva i pugni sulle cosce cercando di non dare di matto.
Gli indiani
erano ancora abbastanza lontani nonostante andassero come il vento
per raggiungerli.
Per fortuna
rimasero intrappolati dietro ad un grosso camion mentre l'auto di
Greg sfilava a tutta velocità sulla strada lasciandosi tutti i
veicoli dietro di sé.
“Ascoltate
sto cercando di andare a casa, abito ad una mezz'ora da qui in un
posto abbastanza isolato dove non credo ci troveranno mai. Li abbiamo
seminati ma per precauzione meglio che continuiamo a procedere a
velocità sostenuta. Non credo si arrenderanno tanto
facilmente.” Disse loro Greg mentre guardava ogni due secondi
nello specchietto.
L'unica che
rispose fu Joanna che riuscì a sussurrare un debole si.
Il rumore del
motore al massimo copriva i lamenti di Deanna ed il pianto di Lena,
lo stridore dei freni le faceva ghiacciare il sangue per paura di
finire fuoristrada.
Non potevano
permettersi di perdere la macchina, unica via di scampo.
“Greg si
stanno avvicinando cazzo!” Urlò all'improvviso Adam
guardando dietro.
Il ragazzo
sollevò lo sguardo distinguendo un puntino arancione a diversa
distanza.
“Cazzo,
sono quasi al massimo non posso andare più veloce!”
Farfugliò Greg mentre spingeva ancora sull'acceleratore quasi
volesse farlo uscire dall'auto aprendovi in buco.
“Ok ok,
cerchiamo di stare calmi, tra un paio di curve c'è una
stradina laterale che imboccherò per depistarli anche se
allungherà di dieci minuti il percorso. Siete d'accordo?”
Chiese loro Greg con il cervello che lavorava a mille.
Tutti
acconsentirono non trovando altra via d'uscita a quella situazione.
Non appena
superata l'ultima curva Greg inchiodò prendendo una stretta
stradina laterale alquanto malandata sollevando un gran polverone e
rimbalzando sugli ammortizzatori.
Deanna sbatté
la testa contro il finestrino tagliandosi la fronte e premendola con
la manica della maglietta per fermare il sangue.
“Tutto
bene?” Le chiese Adam guardandola preoccupato.
“S-si, è
solo un taglietto.” Borbottò la ragazza mentre
tratteneva un lamento penoso al contatto del tessuto con la ferita.
Joanna guardava
preoccupata dietro di sé cercando di capire se gli indiani
avessero capito il diversivo o se avessero proseguito sulla strada
principale.
Per un quarto
d'ora dietro di loro ci fu solo la strada finché un puntino
chiaro non entrò nella visuale di Joanna.
“R-ragazzi,
credo che ci abbiano trovato.” Urlò mentre strizzava gli
occhi cercando di vedere meglio il veicolo dietro di loro.
Greg si sistemò
nervoso sul sedile maledicendo la macchina e gli indiani mentre
accelerava ancora bruscamente.
Joanna era
praticamente sicura che fossero proprio gli indiani nonostante non
riuscisse a vedere bene perché troppo lontani.
Sarebbe finito
quell'incubo?
ANGOLINO
DELL'AUTRICE:
Ciao
a tutti ragazzi!
Eccomi
qui con un altra storiella appena sfornata per voi.
Mi
auguro che sia abbastanza avvincente la trama.
Preannuncio
che non sarà lunghissima questa storia, giusto un paio di
capitoli.
Che
dire?
So
che è piuttosto strana la trama ma mi è venuta in mente
un giorno così per caso e non ho potuto non scriverla.
Volete
sapere come finisce?
Beh,
allora dovrete leggere il prossimo capitolo:-)
Un
bacione dalla vostra Fly90
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