Strange Love

di SweetNemy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo a Shark Island ***
Capitolo 2: *** Un sentimento strano ***
Capitolo 3: *** L'amore sta camminando verso te ***
Capitolo 4: *** Scommesse e gelosia ***
Capitolo 5: *** Baci rubati ***
Capitolo 6: *** Dimostrazioni ***
Capitolo 7: *** Cosa vuol dire amare ***
Capitolo 8: *** Parole che non ti aspetti ***
Capitolo 9: *** Un pomeriggio d'amore ***
Capitolo 10: *** The End ***



Capitolo 1
*** Arrivo a Shark Island ***


Salvee ragazzi :3 questa è la mia prima fan fic su HunterxHunter (in realtà è la prima che pubblico in generale). Come avete già letto, è una yaoi, la mia prima yaoi.. quindi siate clementi ç.ç
Questo è il primo capitolo, spero vi piaccia :D
SweetNemy



Strange Love
Capitolo 1. Arrivo
I nostri quattro bei protagonisti si sono concessi una vacanza dal duro lavoro di Hunter, andando in un’isola esotica completamente deserta.
Duro lavoro di Hunter... questo almeno per Kurapika!  Beh, sì, perché Leorio era ormai diventato un medico di grande fama, Gon e Killua invece andavano a caccia di nuove specie di piante e animali ancora non classificate. Di certo da questi ultimi ci saremmo aspettati qualcos’altro, ma il fatto di rischiare la vita per il progresso, a loro piaceva un sacco.
Kurapika invece era un Blacklist Hunter, e si era fissato il compito di eliminare tutti i membri della brigata Fantasma, che, come sappiamo, annientarono il suo clan, lasciandogli però dentro un grande desiderio di vendetta. Questa ira era stata placata non appena il ragazzo uccise l’ultimo esponente dei Ragni, rimanendo in vita solo il loro capo (di cui però si occupò Hisoka, ma questo episodio è meglio tralasciarlo).
Dopo aver portato a termine il compito, egli recuperò con fatica tutti gli occhi dei Kuruta, come si era promesso di fare, e da lì decise di condurre una normale vita di guardia del corpo per alcuni signorotti importanti nella società.
Tornando alla vacanza, erano appena atterrati a Shark Island (adesso capite perché era deserta!). In realtà il nome traeva in inganno, esso è dato dal fatto che la sua forma è uguale alla pinna di uno squalo, ma in quelle acque limpide non vi erano squali. Tuttavia, su quell’isola vi era un lussuoso hotel a cinque stelle, dove i quattro decisero di fermarsi.  Ovviamente con la licenza di Hunter non avrebbero pagato niente.
-Certo che fa proprio caldo qui! – affermò Leorio togliendosi la giacca, mentre sudava come una candela accesa.
-Leorio siamo vicinissimi all’equatore, e inoltre, sono le dodici e cinquantatré, e a quest’ora il sole raggiunge la massima altezza nel cielo. – ci tenne a puntualizzare Kurapika.
-Guarda che lo so, è! – ribadì Leorio quasi sbranandoselo.
Tuttavia, l’affascinante biondino non fece una piega. Nel frattempo anche Gon e Killua si spogliarono dei loro abiti perché, effettivamente, si sfioravano i 40° Celsius!
-Kurapika ma non hai caldo? – chiese Gon ingenuamente.
-Secondo te un tipo tribale come Kurapika ha problemi di questo genere? – sbraitò nuovamente Leorio.
-Se ti azzardi a fare un’altra affermazione del genere ti spedisco dritto sulla Luna con un calcio nel sedere!-
-Ahi, deve far male! –
Insomma, l’atmosfera dopo il decollo era davvero calma e serena! Ma d’altronde c’era da aspettarselo.
Dopo alcune discussioni iniziali decisero di entrare in hotel, la sala d’attesa era enorme: c’erano almeno un centinaio di poltrone sparse e di negozi vari negli angoli, per non parlare dei giganteschi lampadari di cristallo che faticavano a illuminare tutta la hall. Appena si liberò la reception i quattro ordinarono due camere doppie (sia ben chiaro, doppie, non matrimoniali lol). Le preferirono alle singole perché esse offrivano alcuni servizi gratis, tipo il campo da tennis.
Dopo aver ricevuto le chiavi, si avviarono nelle camere ricevute, che erano adiacenti.
Kurapika sfruttò subito l’occasione e s’intrufolò nella doccia battendo il suo compagno di stanza sul tempo, quest’ultimo intanto mangiava...
(meglio non descrivere l’atto di Kur che si fa la doccia)
Uscito dalla doccia, egli si sarebbe aspettato un Leorio inferocito che gli avrebbe gridato di essere un opportunista, un egoista e mille aggettivi del genere. Trovandolo a russare sul divano, alzò le spalle in segno di resa, si rivestì e si appoggiò sul letto a leggere un libro, il primo che gli fosse capitato a tiro.
Il biondino era talmente concentrato nella lettura che non si accorse dell’arrivo di Leorio in camera, finché non sentì il suo “sbadiglio”.
-Cosa leggi?-
-Saranno affari miei!-
Leorio allora si avvicinò trovandosi in una strana posizione sopra Kurapika.
-La civiltà Kuruta. Recensione di Kano Tanshi. Sbaglio o è quel giornalista che fu assassinato da quel killer a cui hai dato la caccia per ben tre mesi? –
-Ti sbagli. Il suo cognome era Tenshi, anche se devo riconoscere che il nome è lo stesso. Tuttavia, Tanshi è il nome di un esponente del mio clan eccellente nell’arte della scrittura, anche se questa è solo una recensione. –
-Tzs! Dettagli. Ma poi, scusa, che bisogno c’è di leggere un libro sui Kuruta se tu eri uno di essi. Cioè dovresti conoscere la storia come loro. –
-Non sono obbligato a risponderti. Tuttavia, so che la tua curiosità è inarrestabile e continueresti a torturarmi di dirtelo, anche se contro la mia volontà. I Kuruta sono un popolo antichissimo e molto forte, molti dei nostri esponenti sono stati capaci di grandi azioni che sono ricordate tutt’oggi... o almeno, sarebbero ricordate se solo quei bastardi... evitando di cambiare discorso, potrei scoprire di avere qualche potere rilevante che apparteneva a qualche mio antenato attraverso questo scritto. –
-Mh. – mugugnò Leorio sottraendogli il libro a tradimento. –“I Kuruta sono di bell’aspetto, la loro pelle è liscia, come la loro anima è pura. Più la loro anima è pura, più la bellezza traspare sui loro volti. I loro occhi sono azzurri, come il cielo. Ugualmente all’anima, più l’azzurro dei loro occhi è intenso, più la loro forza vitale è pura. Tuttavia, sui loro occhi si potrebbe scrivere un libro a parte. Se sottoposti a forti emozioni, essi si riempiono di vasi sanguigni diventando di un’intensa colorazione scarlatta.” Mah... tralasciando il fatto degli occhi, che già sapevo. I Kuruta sono di bell’aspetto, più la loro anima è pura? Non conoscendo gli altri, mi baso su di te, Kurapika. Non so quanto la tua anima sia pura, ma... come può una persona sana di mente affermare che sei di bell’aspetto? –
-È di certo migliore del tuo! –
-Dillo di nuovo, se ne hai il coraggio. –
-Se hai problemi d’udito e devo ripeterti le cose due volte non è di certo affar mio. Comunque, ti pregherei di scendere dal mio letto, sei in una posizione alquanto strana. –
-Eh? – disse Leorio accorgendosi di essere posizionato ambiguamente su Kurapika. A quel punto gli lanciò il libro facendo per alzarsi – Tieni! –
Dal libro, mentre volava nelle mani di Kurapika, cadde una vecchia fotografia. Leorio la raccolse e la osservò bene: sullo sfondo c’era una casa piccola di colore rosso, con delle finestre molto alte e la porta in legno, ai lati tanto verde, e a terra tutt’altro che cemento. In primo piano invece vi erano delle persone, dalla somiglianza si poteva dire che fossero una famiglia. Tra questi vi era un bambino dai capelli dorati e dagli occhi azzurri che sorrideva guardando la sua mamma, con gli stessi tratti delicati. Quel bambino poteva avere sì o no cinque anni. Sembrava felice in foto. Leorio aggiunse dopo averle dato un’occhiata:
-Certo che questo bambino sembra il tuo clone da piccolo! –

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Capitolo 2
*** Un sentimento strano ***


Capitolo 2. Un sentimento strano
-Certo che questo bambino sembra il tuo clone da piccolo! –
-Quale ba... – Kurapika stava cercando di ricordare quale foto ci fosse all’interno di quel libro, quando poi gli venne in mente quella foto... l’aveva portata sempre con lui, come un portafortuna e non se n’era mai separato. Tuttavia, aveva dimenticato di averla riposta in quel libro e si sentiva impossibilitato a parlare e a spiegare tutto a Leorio.
-Stai bene? – chiese il moro senza però ottenere risposta. –Vado a fare una doccia. – scelse quest’opzione invece che affondare nei misteri del suo compagno di stanza.
Non appena Leorio fu abbastanza lontano da sentire le sue parole, perso sotto l’acqua calda della doccia, il biondo smise di trattenersi, o meglio, di trattenere le lacrime.
A pensarci bene, non l’abbiamo mai visto piangere nel corso delle sue avventure, neanche quando parlava della brigata e di ciò che è stato fatto alla sua gente, ma questo solo perché il suo orgoglio l’ha portato a provare odio e desiderio di vendetta, che si sono come sostituiti al dolore vero e proprio. Tuttavia, a rivedere i volti della sua famiglia, gli salì un senso di nostalgia. Sì, ormai li aveva vendicati, ma la vendetta, oltre a placare la tua ira, non ti ridarà mai indietro le persone.
Cominciò a piangere, anche in maniera molto intensa, liberandosi di tutto quel dolore che aveva provato, anche se coperto dall’ira, in questi anni. Questo senza minimamente curarsi di Leorio che giaceva calmo sotto le goccioline d’acqua della doccia.
Anche volendo, non riusciva più a smettere di piangere, era ormai incontrollabile, fuori dalla sua portata, per questo decise di andare in riva al mare saltando per il balcone, in modo che nessuno l’avrebbe visto. Giunto sulla spiaggia, le lacrime non cessarono, ma, alzando lo sguardo, notò un’imponente scogliera naturale a strapiombo sul mare: decise di salirvi e di rimanere solo lì sopra finché non si fosse calmato.
Leorio intanto canticchiava sotto la doccia, quando all’improvviso ripensò alla discussione di prima “-Quel bambino sembra il tuo clone da piccolo! – e se quel bambino fosse stato davvero lui? No, aspetta, se così fosse sono stato un emerito cog***ne! Devo sbrigarmi e chiedergli scusa.”.
Svelto uscì dalla doccia e, dopo essersi asciugato, si riappropriò dei suoi vestiti e tornò in camera, dove però non vi era nessuno. Decise di salire sul terrazzo dell’hotel, dove vi era la piscina, ma anche un telescopio per poter osservare tutta l’isola dall’alto. Così sperava l’avrebbe trovato. Corse a perdifiato lungo tutte le scale (no, il suo cervello non arriva a fargli prendere un ascensore) e finalmente giunse al terrazzo, appropriandosi di un telescopio libero. Guardò prima a destra in basso e poi a sinistra, niente! “Dev’essersi nascosto bene” pensò Leorio, alzando l’obiettivo. Vide un ragazzo dai capelli chiari, che diventavano tutt’uno con la luce del sole seduto su un’alta scogliera ad osservare il mare. “A giudicare dai vestiti tribali che indossa, li riconoscerei da un km di distanza, deve essere lui. Ma cosa sarà mai andato a fare su quella scogliera?” .
Saltò giù dal terrazzo, senza curarsi di chi l’avrebbe visto, e raggiunse la spiaggia. Dopodiché si diresse dal suo amico.
-Ehi, Kurapika. (dai, ragazzi, momento dolce, ora gli chiede scusa *^* ) Ma che diamine ci fai qua sopra con questo caldo? Ti squaglierai peggio di un ghiacciolo! – sbraitò guardandolo in faccia, nonostante avesse il viso chinato verso il basso. Osservando meglio, però notò qualcosa che scorreva sulla sua guancia, dopo un secondo d’esitazione capì: era una lacrima.
Il biondino si alzò e cominciò a camminare verso il mare, forse con l’intento di volersi buttare, alzò un po’ la testa e Leorio poté percepire nel suo sguardo scarlatto una sensazione strana, che non riusciva a descrivere. Non appena fece un altro passo, però, gli andò in contro e lo afferrò con un braccio.
-Dimmi un po’, ma sei pazzo? – c0ntinuò ad urlare Leorio.
-L... Leorio. Non fermarmi. – la sua voce tremava, cercando di nascondere il pianto, ma con le sue lacrime lungo il viso, il camuffamento era inutile.
Kurapika stava per fare un altro passo, quando Leorio lo tirò verso di sé con violenza, ritrovandoselo tra le braccia.
Il Kuruta divenne rosso di colpo, ma i suoi occhi ritornarono del loro colore originale: colore che a Leorio, anche se non l’aveva mai ammesso, faceva impazzire. Il biondo si strinse intorno al corpo del suo amico, perdendosi in uno strano, ma bellissimo abbraccio. Continuò a piangere ancora per qualche minuto, e fu proprio la fine di quella solitudine a farlo smettere.
Il ragazzo guardò l’amico dall’alto verso il basso, notando che guardava in alto per nascondere l’imbarazzo.
-Ti ringrazio, Leorio. Non so come sia stato possibile, ma mi ha fatto stare meglio. –
Leorio lo guardò perplesso, ma poi sfoggiò il suo irresistibile sorriso all’amico facendogli capire che non era solo.
Nel frattempo, Gon e Killua giocavano animatamente nella loro stanza. Il ragazzo dai capelli canuti vinse a un gioco e, come da penitenza, fece una domanda scomoda al moretto.
-Ehi Gon, ma tu... sai leggere? –
-Killua ma che domande fai! Certo che so leggere. Ora te lo dimostro. – disse prendendo un libro a caso dalla libreria della camera. – “I segreti della vita”, questo dovrebbe andare. -
Killua aveva capito di che libro si trattava e aveva anche capito di aver combinato un bel guaio!
-Gon, forse è meglio che scegli un altro libro! Meglio che questo non lo leggi. –
-No, perché? Sarà qualcosa sugli Hunter. –
“Non esattamente sugli Hunter, ma se insisto troppo sul non farglielo leggere capirà che nasconde qualcosa. Uffa. Non mi piace trovarmi in certe situazioni” – pensò Killua frustato.
-Wow, è una storia che racconta di un ragazzo e una ragazza che si amano, secondo il riassunto. Killua, due persone che si amano significa che sono molto amici? –
Killua sbiancò. “Ma Gon dov’è cresciuto, cavoli? Non dovrei essere io a spiegargli certe cose.”
-S...sì Gon. Significa quello. –
-Che bello, allora sarà una bella storia. Leggiamo un verso a caso. – disse aprendo il libro ad una pagina qualsiasi. – “Ripenso ancora a quel giorno, il giorno del primo orgasmo con lui. È stato bellissimo” – lesse Gon a voce alta, come se fosse la cosa più naturale del mondo. – Eh? Killua che cos’è un orgasmo? – 


Base spaziale dell'autrice*
Da dove mi è uscita mo questa? :') va beh ahahahah
Pensando al capitolo.. ma non sono adorabili Leo e Kur? *-*
Per non parlare di Gon che con la sua ingenuità non arriva a certe cose, che invece Killua sembra sapere.. beh, cosa succederà .. cosa risponderà Killua?
Alla prossima e grazie a chi ha recensito il primo capitolo o a chi l'ha semplicemente letto, continuate a seguirmi che ora la storia inizia a prendere forma :P

SweetNemy <3

 

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Capitolo 3
*** L'amore sta camminando verso te ***


Capitolo 3. L’amore sta camminando verso te
 – Eh? Killua che cos’è un orgasmo? –
“Ma non capisce quanto sia imbarazzante spiegargli certe cose? In che situazione scomoda mi trovo! Il problema è che l’unico modo per uscirne è rispondergli. Ma rispondergli come?”  il ragazzo ci pensò un po’ su, poteva scegliere di spiegargli tutto girandogli un po’ intorno così da non far shockare il povero Gon, oppure dirgli tutto senza esitare. Considerando il soggetto, scelse la seconda – “Il cerotto è meglio se lo togli in fretta, no? Bene, quindi glielo dirò in questo modo.”
-Gon... –
-Killua... –
-È... una strana sensazione tra dolore e piacere che provano due persone che si amano in camera da letto. – lo disse tutto d’un fiato, sperando che Gon avesse intuito e non gli facesse altre domande.
-Quindi anche noi possiamo avere un orgasmo? –
Killua si strozzò con la sua stessa saliva, si piegò sulle ginocchia e cominciò a tossire di brutto. Si portò istintivamente le mani al collo e continuò a starsene in quello stato anche quando non rischiò più di soffocare, tutto ciò ovviamente per evitare di rispondere in modo molto avventato a Gon.
-Gon, ascolta. Proverò a dirti le cose come stanno. –
-D’accordo. Sono proprio curioso di sapere “i segreti della vita” –
“Io però non sono perfettamente a mio agio a parlare di certe cose. Sono un assassino, posso strappare un cuore in meno di un secondo e non riesco a parlare di queste cose con un mio amico, sarà che il soggetto in questione è Gon: l’ingenuità fatta persona. Chissà se un giorno userà il suo istinto animale anche per queste cose... no, aspetta, ma che diavolo inizio a pensare? Devo darci un taglio con questa storia, freddo e immediato, come al solito”
Nel frattempo il moretto stava aspettando sorridente la risposta di Killua, che sarebbe arrivata da lì a breve...
-Gon noi due siamo amici. Buoni amici. Migliori amici. Tuttavia non ci amiamo. – iniziò Killua prendendo una boccata d’aria. – in realtà tra un’amicizia sincera e un amore sincero c’è poco di differenza: qualche bacio piazzato e l’atto sessuale. – concluse il ragazzo sperando di non aver shockato troppo Gon.
-Si tratta solo dell’atto sessuale e di qualche bacio? Killua allora potevi dirmelo subito, mi piaceva osservare gli animali accoppiarsi quando ero a casa. – concluse con un sorriso gigantesco Gon.
Adesso Killua non sapeva più cosa pensare. Gon probabilmente ne sapeva più di lui al riguardo, tuttavia sapeva che stava per arrivare un’altra domanda scomoda. Alla fine sembra che quella penitenza invece che Gon, l’abbia pagata il suo carissimo amico.
All’improvviso...
-Quindi l’orgasmo è il culmine dell’atto sessuale? Fantastico, chissà come dev’essere bello. – adesso Killua non riusciva a capire la mente di Gon... sveglia, ma allo stesso tempo troppo ingenua. Il ragazzo era intelligente, ma allo stesso tempo idiota. – E tu, Killua, hai mai avuto un orgasmo? –
Killua ritornò a tossire a terra non appena i suoi pensieri furono cancellati dall’arrivo dell’impulso dal suo canale uditivo... le parole di Gon lo mandarono in confusione ancora una volta. “Ma Gon si rende conto? Pensa, prima di chiedere certe cose? Aiutatemi, qualcuno mi aiuti. Certo che no, non ne ho mai avuto uno e sinceramente non desidero averne per un bel po’. Certo però che io e Gon ne abbiamo passate tante. Di sicuro lo vedo in modo diverso rispetto a quando lo incontrai nell’esame da Hunter. Ormai per me è la persona più preziosa di questo mondo... ma che cavolo mi metto a pensare in un momento come questo? Gon mi sta facendo impazzire!
-Ovvio che no, ma che domande fai? –
 
Nel frattempo Kurapika e Leorio erano tornati nella loro stanza.
-Leorio, sembra strano che te lo dica. Ma per una volta nella mia vita mi sei stato utile.-
-Una volta nella tua vita? Pivello attento a quello che dici... –
-Ma guarda che il mio era un complimento! –
-Ma quale complimento? È un’infamità quella che hai appena detto! –
-Colpa tua se vedi il bicchiere sempre mezzo vuoto. –
-Ecco, buona idea, vado a bermi un bicchiere! –
“Spero che non esageri con l’alcool. Quando beve troppo dà di matto. Beh, mi metterò a leggere un bel libro.” Si alzò dal computer per prendere uno dei suoi libri dallo scaffale, quando sentì bussare alla porta. Corse immediatamente ad aprire per evitare che Leorio facesse danni o spaventasse qualcuno, visto lo stato in cui si trovava dopo tre bicchieri di scotch.
Aprendo la porta, si ritrovò davanti una bellissima receptionist dai capelli dorati e gli occhi azzurri, la quale cercava Leorio.
-Senta signorina, non credo che sia il caso in questo momento di vederlo. –
Il Kuruta non finì neanche di parlare che...
-Mia! Mia! – disse Leorio con la tipica voce da ubriacone. –Mia sei troppo sexy questa sera. Wow. Serata sballo. Wow, wow! – questi erano gli unici suoni emessi da Leorio prima che si fiondasse con la testa nel petto della ragazza, versandole il bicchiere con lo scotch sulla gonna.
-Leorio, alzati. Mi metti in imbarazzo. – disse la ragazza entrando, chiudendosi la porta alle spalle.
Kurapika però, con uno scatto molto agile la bloccò e uscì dicendo:
-Forse è meglio se me ne vado. Vado un po’ a trovare i ragazzi. Divertitevi. Ah, non profanate il mio letto. –
Andò da Gon e Killua con la speranza di recuperare la calma dopo quel gesto violento e maschilista di Leorio, ma quando entrò, le cose non fecero altro che peggiorare.
-Ragazzi... sono venuto a... – sbarrò gli occhi notando Killua vicino a una lavagna con il gesso in mano nel tentativo di spiegare a Gon la riproduzione sessuata.
-Eh? Ti occorre qualcosa Kurapika? – chiese Gon con un dolce sorriso.
-No, vado via immediatamente. Continuate la lezione! –
I ragazzi fecero spallucce e Kur decise di scendere giù nel pub dell’hotel, cercando di trovare la tanto bramata pace.
Si sedette ad un tavolino libero e ordinò un bicchiere di latte intero (lol, solo Kurapika potrebbe bere il latte in discoteca).
-Ehi bel biondino. Ti piace il latte? Se vuoi posso servirti io, ne ho molto da vendere! – disse una tipa mora dagli occhi verdi, vestita con abiti succinti al Kuruta.
-No, grazie, non mi interessa. Voglio solo stare in pace. –
-E dai! Ci divertiremo, vedrai! – insisteva lei.
-Ma è possibile che in questo hotel vogliate tutti fare sesso? – urlò il ragazzo alzandosi violentemente e andando via.
Stette qualche ora sulla spiaggia a pensare e poi ritornò in camera con la speranza che Leorio avesse finito.
Tornando in camera si ritrovò davanti a una scena poco convenevole: la ragazza era chinata sopra Leorio a fare alcuni giochetti con la lingua e, cosa più sconvolgente, erano sul letto di Kurapika.
Gli occhi del ragazzo divennero scarlatti e non poté che urlare “FUORI DAL MIO LETTO, ORA!”
Alla vista di quegli occhi infuocati la ragazza si rivestì e scappò via e Leorio ricevette un bel pugno in testa che lo portò a svenire. Alla fine il nostro bel Kuruta aveva trovato la sua pace.
Ma l’indomani non sarebbe stato così calmo.

*Ritorno alla base spaziale*
Allora... il capitolo parla da solo :P
Vi giuro non so che dire, ahahahahah.. ho scritto non so quante idiozie qua dentro :')
Anyway, spero vi piaccia lo stesso e vi faccia ridere :P
Chissà perché l'indomani non sarà poi così calmo.. u.u
Alla prossima e continuate a seguirmi :D
Grazie a chi l'ha letta :))
SweetNemy

 

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Capitolo 4
*** Scommesse e gelosia ***


Salvee ragazzi! :D vi parlo dalla *base spaziale* (se va beh, me so fissata) :')
Ed eccomi qui ad aggiornare con il capitolo 4! 
Vi dico solo che non sarà pienamente comico come gli altri, ma spero comunque che sia leggero e non noioso :3
Vi salutooo
SweetNemy <3





Capitolo 4. Scommesse e gelosia

Quella notte il Kuruta dormì sul divano, non riusciva a toccare quel letto dove poco tempo prima si era consumato un atto di sesso vero e proprio, perché no, quello non era amore! Gli faceva schifo tutto quel maschilismo e materialismo da parte di Leorio, non poteva immaginare che fosse stronzo fino a quel punto. Eppure, i sentimenti che provava lo tradivano: egli non era semplicemente arrabbiato, stava dando di matto, non riusciva a dormire e sentiva il bisogno di dirgliene quattro; in poche parole, non era del tutto indifferente all’accaduto, sentiva come se tutto questo avesse cambiato il rapporto tra lui e Leorio, che per quanto avesse degli alti e bassi, era una bellissima amicizia.
Il suo cervello desideroso di staccare la spina lo tradì, e non poté che abbandonarsi alle braccia di Morfeo.
 
Intanto, Gon fece una confessione scomoda a Killua, che fece rabbrividire quest’ultimo. Diciamo che il ragazzo dai capelli argentati aveva ben chiaro che l’ingenuità di Gon era solo una copertura e che il moretto era molto informato in certi campi; tuttavia, dopo quella dichiarazione (non d’amore lol) si sentì invadere da un sentimento strano.
-Sai, Killua, prima ti ho chiesto se hai mai avuto un orgasmo, hai risposto di no. Fammi quella domanda, rivolta a me. –
“Certo che Gon è proprio senza freni. Perché mai vuole che gli faccia questa domanda? È palese che non ha mai avuto orgasmi o che non ha mai fatto nulla, in quel campo. Che voglia farmi cadere le braccia rispondendomi con un no secco e sorridente, mettendomi in imbarazzo? Eh, già, a Gon piace mettermi a disagio. Ma questa volta l’ho sgamato. Sicuro! Io gli farò la domanda e lui come da manuale mi risponderà di no. Sono un genio”
-Gon hai mai avuto un orgasmo? – disse con meno imbarazzo di quanto si aspettasse, era sicuro di sé e della risposta che Gon avesse dato. Aveva scommesso con se stesso, prima di formulare la domanda.
-Sì! – disse il moretto sorridente.
Quella dichiarazione scosse completamente Killua che piegò leggermente la testa in un lato, inconsciamente spalancò la bocca e gli occhi, lasciando che un sopracciglio balzasse sopra e sotto. Decisamente, quella risposta non se l’aspettava.
“Ma che ca... no, Gon, tu non puoi aver... no... Killua ma perché sei idiota, ne? Sicuramente quel pivello di Gon ti starà prendendo in giro. Adesso lo frego io! Se l’ha davvero fatto, saprà dirmi con chi. E dato che è una bugia, non saprà cosa rispondere  e vincerò io. No, ma sono un genio!”
Intanto Killua senza rendersene conto aveva assunto l’espressione di un gattino felice e già pregustava il sapore della vittoria. Perciò, riprendendosi dallo shock subito e sicuro di vincere, chiese al suo amico:
-E sentiamo, con chi? –
“Questa volta non mi sfuggi, caro Gon. Questa volta ho vint...!”
I suoi pensieri furono interrotti dalla confessione di Gon. L’aveva completamente spiazzato!
-Con Hisoka! – ora davvero Killua era in procinto di morte da strangolamento – Quando eravamo all’arena celeste. All’inizio non capivo bene cosa stesse succedendo, ma quando io e Hisoka fummo nudi... – Gon non finì il discorso perché il suo amico lo interruppe bruscamente.
-Va bene, basta! Non m’importano i dettagli! – Killua era disperato. Gon l’aveva fatto e lui no... si sentiva così poco maschio.
Finché...
-L’hai fatto con un uomo?! – continuò l’albino.
-Sì, può sembrare strano. –
-Ma dalla mia lezione ti ho spiegato il concetto di rientranza o sporgenza, no? Il maschio ha la sporgenza, mentre la donna ha la rientranza. È questo che li permette di “procedere”. –
Gon annuiva interessato, ricordando la lezione, ma anche sicuro e pronto a dare la risposta.
-Ma se ci pensi anche noi abbiamo un buco. Dietro, ma ce l’abbiamo! –
-Gooooon! – gridò Killua così forte che probabilmente fece sobbalzare tutto l’hotel – ma cosa diavolo ti metti a dire? Andiamo, è imbarazzante. –
-Killua è la verità. Anzi, se vuoi ti do una dimostrazione! –
-Ma non pensarci nemmeno, vai via. –
-È strano, ma parlando di queste cose e immaginando di farlo con te mi si è irrigidito. –
-Cosa? – a questo punto sembrava diventato Killua quello ingenuo.
Gon guardò in basso indicando il suo basso ventre e il suo amico non poté che portarsi una mano alla fronte disperato. Il primo si avvicinò lentamente portando la schiena di Killua contro il muro gelido e senza pensarci due volte unì le loro labbra.
 
La mattina seguente, Leorio si svegliò presto, e, vomitando un paio di volte, cacciò via definitivamente l’alcool. Dopo che anche il mal di testa passò con un’aspirina, si accorse di Kurapika che dormiva sul divano scoperto e con un libro chiuso sul petto. Tolse delicatamente il libro e lo coprì con una coperta poggiata sulla sedia accanto al letto. Nel vedere la sua figura, si ricordò di quanto successo la notte precedente e sentì la sua mente caricarsi di un forte senso di colpa. Questo sentimento non era rivolto a Mia, che lui considerava solo una delle tante, ma al suo amico che era stato arrabbiato a tal punto da tirare fuori gli occhi scarlatti.
-Hai finito di fissarmi? – Leorio sobbalzò alla voce di Kurapika e solo in quel momento notò che, sotto i ciuffi che finivano sulla fronte, i suoi occhi azzurri splendevano come i raggi del sole all’alba.
-Non ti stavo fissando. – si giustificò Leorio. –Senti, mi-mi dispiace per ieri sera. Non volevo davvero! Solo che quando mi ubriaco non ci vedo più, impazzisco, perdo il senno. –
-Non era necessario scusarti. – disse facendo trasparire un leggero sorriso.
Si alzò dal divano e andò verso il bagno.
“Cos’è questa specie di morsa che mi stringe il cuore? Ero solo arrabbiato, adesso non lo sono più. Ma allora perché ho di nuovo provato questa sensazione strana non appena Leorio si è scusato con me? Sarà che non me l’aspettavo. Di solito sono sempre insensibile a tutto, da quanto seppi che il mio clan era stato sterminato, a tutti i cambiamenti che mi si sono parati davanti, anche se positivi, mi sono dovuto adattare in modo forzato. Persino ad avere degli amici, per questo allora, fa così male il tradimento da uno di loro. Tradimento? Leorio non...”
-Leorio non mi ha tradito, diamine! – disse il Kuruta ad alta voce non accorgendosi della presenza del suo compagno di stanza alle sue spalle.
-In un certo senso ho tradito la tua fiducia, per quanto riguardo il letto. – il biondo arrossì non appena scoprì che Leorio aveva ascoltato tutto.
Ad un tratto però, quando ripensò alla scena che vide la sera prima, gli si strinse di nuovo il cuore come prima. 
“Dannazione. Dà un fastidio enorme, è come se mi tenessi dentro qualcosa.”
-Spero almeno che vi siate divertiti! –
“Cosa diamine mi viene da dire? L’ho detto come un amante geloso! Aspetta, però mi sento meglio.”
Leorio rise, prima piano, poi più forte e anche rumorosamente.
-Ci avrei giurato! – disse tra le risate.
-Cosa? – ribatté il Kuruta non capendo la situazione.
-Sei geloso, Kurapika. Non è vero? - 

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Capitolo 5
*** Baci rubati ***


Salvee ragazzi.. scusate il ritardo ma la scuola non permette di aggiornare sempre :\
Comunque ecco qua il 5 ^-^ . La storia inizia sempre di più a prendere forma anche se non tutti i personaggi sono d'accordo sulla trama.
*Kurapika prende il microfono*
-Esatto, io non bacerei mai Leorio, dannazione! -
-Senti un po' bellino, io devo fare la parte del perverso vedi un po' chi sta messo peggio! -
-Non è una parte, è il tuo essere! -
*mi impossesso delle note*
-Va bene basta, prendete esempio da Gon e Killua che non mi creano proprio problemi! E adesso andate via.. -

Ahhahaahah, tralasciando.. vi lascio alla storia :3

 
Capitolo 5. Baci rubati
-Sei geloso, Kurapika. Non è vero? –
Il Kuruta aveva sbarrato gli occhi come se quelle fossero le parole che mai avrebbe voluto sentire. Egli, mai e poi mai in tutta la sua esistenza aveva provato qualcosa come la gelosia. L’odio e la vendetta erano scomparsi dopo aver adempito ai suoi doveri morali, lasciando il posto a un profondo bene, anche se dimostrato in modo molto discreto, verso i suoi amici.
Riflettendoci non c’erano altre spiegazioni a quel comportamento dopo averli beccati a letto insieme. Di certo non era così permaloso da legarsi al dito l’aver profanato il suo letto! Tuttavia quella poteva essere una scusante per sviare Leorio che, ahimè, aveva proprio colto nel segno.
Kurapika abbassò la testa mentre pensava a una risposta plausibile da dare, non rendendosi conto che stava visibilmente arrossendo. Questa situazione lo mandava in confusione!
-Niente affatto! – rispose fingendo un sorriso e voltandosi, dando le spalle a Leorio.
-Non farmi ridere! – inevitabilmente però, (il grande coglione di) Leorio, iniziò a ridere, mettendo ancora più in imbarazzo Kurapika. (ADESSO PRESTATE ATTENZIONE :P ) Incominciò a camminare verso di lui appoggiandogli le mani sulle spalle e avvicinò la bocca al suo orecchio. Sussurrò – Vedi, Kurapika, è più che evidente che per me non è stata una cosa seria. Non era neanche tanto brava. Il mio scopo era proprio farti ingelosire. –
Il biondino se lo scrollò di dosso e cominciò a camminare senza meta, nella speranza di toglierselo di torno. Decise di andare sul balcone che dava nella cucina e di affacciarsi giù: il panorama quieto l’avrebbe di certo fatto calmare e ragionare.
Finché Leorio non ricomparve alle sue spalle.
-Cosa c’è? Vuoi buttarti di nuovo giù? Qui non c’è il mare, rischieresti di farti male. –
“Tutto pur di evitare questa discussione imbarazzante! Beh, però forse neanche il mio corpo riuscirebbe a reggere questo salto. Si tratta della mia unica via d’uscita. O altrimenti, potrei usare le maniere diplomatiche, anche se dubito che Leorio si arrenderà così velocemente.”
-Ti dispiacerebbe farla finita con questa storia? È evidente che l’alcool non ti è ancora uscito dalla testa! – disse cercando di sembrare indifferente.
-Ehi, pivello, guarda che io non ero ubriaco! Capito? – sbottò arrabbiato verso il ragazzo prendendolo per il bavero dei vestiti e cominciando a tirarlo.
Kurapika fu costretto a toglierselo di dosso per la seconda volta e a proseguire dritto, mirando verso la porta. Tuttavia fu inutile: Leorio gli si parò davanti e con un gesto abbastanza brusco lo gettò verso il muro della cucina e parò le sue possenti braccia ai lati del corpo del ragazzo, per impedirgli di scappare.
-Leorio ma cosa...? – cercò di divincolarsi ma era praticamente impossibile senza buttarlo per aria, e con l’aria determinata che aveva il moretto sarebbe stata dura!
-Non ci provare! – si riferì al fatto di scappare –Se scappi ti bacio. – disse con un sorriso carico di malizia.
-­È evidente che l’alcool è ancora presente in te... –
-Sono lucidissimo! Ben consapevole di quello che faccio! –
-Quindi lasciami... – cercò di infilarsi sotto al suo braccio per andare via, ma la gamba di Leorio “gli tese un agguato” facendogli lo sgambetto, e inevitabilmente finì per terra.
Leorio si gettò su di lui immobilizzandogli gambe e braccia e cominciò ad avvicinarsi con il suo solito sorriso perverso. Lasciò andare un braccio e con la mano destra gli accarezzò il viso così dolcemente che Kurapika non poté fare a meno di chiudere gli occhi e godersi quella sensazione piacevolissima.
Questo ovviamente durò per un microsecondo. Quando si accorse di avere il braccio libero, provò subito a sferrare un pugno nello stomaco di Leorio.
Il moretto aveva immaginato questa reazione e fu pronto per bloccarlo e fiondarsi nuovamente su di lui, questa volta, senza indugiare minimamente!
 
Intanto, Gon aveva appena infilato la lingua nella bocca di Killua, che dal canto suo non sapeva che fare. Una parte di sé gli diceva di rispondere a quel bacio che non era poi tanto male, mentre l’altra gli consigliava di allontanare Gon.
“Dannazione Gon. Cosa diavolo mi combini? Un bacio così passionale non me lo sarei mai aspettato da un tipo come te, per essere un poppante con la lingua non te la cavi male! [...] Ma che diavolo inizio a pensare? È fuori dalla mia morale baciare un uomo, io sono un uomo! Certo però mi dovrebbe essere facile allontanarlo e invece non ci riesco. Sarà che si tratta di Gon, il mio migliore amico? No, chissà quante volte non ho esitarlo a colpirlo per il suo bene e questo sarebbe di sicuro per il suo bene. È troppo impulsivo e potrebbe pentirsene. Aspetta, ma mentre io sono qui a pensare a cosa devo o non devo fare sto rispondendo al suo bacio...  e ora cosa sto facendo? Lo sto abbracciando?! Diamine, il mio corpo si muove da solo, non riesco a fare a meno di spostare le mani dalla sua nuca alla sua schiena. Se devo continuare, devo almeno prendere il sopravvento sulla situazione. Però adesso devo respirare, mi sento i polmoni a secco, cavolo!”
Killua da manuale lo scansò in avanti prendendo fiato. Si piegò un po’ sulle gambe facendo cenno a Gon di aspettare.
Quando ebbe finito alzò la testa sfoggiando uno strano sorriso e cominciò ad avvicinarsi lentamente al suo amico. Lo gettò sul letto, notando un espressione meravigliata da parte sua, e si fiondò su di lui ricominciando a baciarlo.
I loro corpi si muovevano, quasi strusciando, e non c’era nulla che potesse fermarli ormai. Avevano un ritmo regolare, quasi come se insieme rappresentassero un ideale di perfezione. Tutto ciò faceva notevolmente salire la loro temperatura corporea, rendendo tutto più caldo, tutto più rosso. Persino il gelido cuore di Killua appariva puro e sincero durante quella unione, che probabilmente sarebbe andata avanti tutta la notte.
-Killua te la senti? – disse Gon allontanandolo quanto bastava per guardarlo negli occhi.
-Dovrei fartela io questa domanda... per me non cambia niente! –
“Già, anche se non si direbbe, sono sempre stato io il più insicuro fra i due e a volte questo ci aveva fatto rischiare la vita. Adesso però, sentivo qualcosa di strano, come se i miei muscoli si muovessero da soli, come se non fossi più padrone del mio corpo, come se il cervello si fosse improvvisamente addormentato. Cavolo avevo proprio detto “per me non cambia niente”? Di sicuro avrà pensato che per me tutto ciò non significa nulla, che lo sto facendo solo per assecondarlo. È tutto diverso con Gon dopo questo bacio, non voglio deluderlo. Lui è il mio migliore amico.”
-E allora perché lo stai facendo? –
-Perché mi sento bene. – disse visibilmente imbarazzato. Ovviamente, lo metteva in imbarazzo dire quelle cose.
-In che senso? – Gon non capiva mai le frasi tra le righe, e questo Killua purtroppo lo sapeva bene!
-Gon... mi sono sentito bene quando mi sono lasciato andare al bacio. –
Killua non poté finire di parlare che si ritrovò Gon sopra di lui, a cavalcioni, pronto per un altro bacio e, forse, per qualcosa in più.
 
Con Kurapika intanto le cose erano più complicate: non voleva sentirne di aprire la bocca e la lingua di Leorio premeva incessantemente sulle sue labbra.
Tuttavia, il moretto sfruttò una capacità del biondino a suo vantaggio: la sua eloquenza.
-Apri quella dannata bocca! – disse in modo appena comprensibile con la lingua aggrovigliata in modo strano.
-Mai! – sbraitò Kurapika e questo suono permise a Leorio di raggiungere il suo obbiettivo.
Il Kuruta riuscì a liberarsi dalla sua presa e si alzò in piedi, visibilmente arrabbiato.
-Non osare più intaccare la mia virilità, chiaro? Sei un materialista Leorio, non mi sono mai piaciute le persone che si comportano come fai tu! –
-L’essere uomini è una cosa che non perderemo mai. E, innamorarsi di un altro uomo non significa perdere la nostra virilità, caro Kurapika. –
-I... innamorarsi? –


Un attimo di attenzione, prego! 
Come promesso, Dean Shadow lol xD
"Un abbraccio a questa ragazza dal più dolce e seducente degli assassini. Killua" :P
Spero ti vada bene! 


Ringrazio anche tanto Akemi 32 che mi recensisce sempre questa storia con recensioni magnifiche *-* , per te una dedica da parte di Kurapika.
"Siano i miei capelli biondi ad accarezzarti il viso e i miei occhi azzurri ad incatenarti l'animo. Ti regalo l'abbraccio più dolce che ho in serbo. Kurapika"
Ahahahah parole sue, oh! :P
Alla prossima ^-^
SweetNemy <3

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Capitolo 6
*** Dimostrazioni ***


Salveee ragazzii ^-^ Mi scuso per il ritardo ma questo è il periodo interrogazioni\ compiti in classe ed è dura ritagliarsi un po' di tempo ç.ç
Anyway, ecco qua il sesto capitolo! :P
Mi scuso se la scena di Killua e Gon è breve, ma non ho mai descritto una scena yaoi e poi non volevo fuoriuscire dal rating arancione ç.ç e sono troppo "fanciulleschi" per andare troppo a fondo.
Spero invece che vi piaccia la scena LeorioxKurapika.. mamma mia.. all'inizio è stato difficile, ma poi è diventato quasi divertente! Come sempre, si riprende da dove ci eravamo lasciati.
Fatemi sapere se vi è piaciuto, vi lascio alla lettura! 
Un bacio :*
SweetNemy <3

 

Capitolo 6. Dichiarazioni


-I... innamorarsi? –
Non poté far a meno di ripetere quella parola. Si voltò verso il suo amico facendo arieggiare i suoi capelli lisci, che tuttavia non si scomposero. I suoi occhi grandi e azzurri si aprirono ancor di più e cominciarono a fissare Leorio: uno sguardo che chiedeva conferme, spiegazioni.
Era evidente che quella frase l’aveva colpito, e non poco! Non riusciva a parlare, ma allo stesso tempo non riusciva a togliergli gli occhi di dosso! Quella situazione era, a detta sua, totalmente paradossale. La vergogna che gli aveva messo quel bacio era svanita, se prima di quelle parole avrebbe voluto strangolare Leorio per quello che aveva fatto e lavarsi la bocca con l’acido pur di togliere quel sapore; adesso voleva l’opposto, anzi, non sapeva neanche lui cosa volesse!
“Se fossi innamorato di lui quindi rimarrei ancora un uomo? Come al solito fa dei ragionamenti senza capo né coda; è una questione di principio! Ma adesso non so che fare, non so che dire... è innamorato di me o ho capito male? No, non può essere, Leorio è un maschilista perverso che ama le donne perché sono donne! È paradossale pensare che ami un uomo, sempre se mi vede come tale. Diamine, perché non parla? Forse si aspetta che parli io? Già... ma cosa dovrei dirgli? Mi dispiace, ma non ti amo? Che poi non ne sono neanche tanto sicuro... io non so precisamente cosa voglia dire, come si manifesti questo sentimento... e se gli dicessi di no, ma poi mi accorgessi di essermi sbagliato? E se invece facessi il contrario? Dannazione, devo calmarmi! Ho ucciso da solo tutta la Brigata Fantasma: assassini e ladri espertissimi; ho affrontato da solo migliaia di avversità e ne sono sempre uscito, seppur perdendo qualche parte della mia anima; ho letto centinaia di libri, credo di saperne più di chi è nella materia; mi riescono facili i calcoli matematici di ogni tipo. Eppure, non so cos’è l’amore e tantomeno so affrontarlo! Adesso mi rendo conto di quante poche cose so riguardo alla vita, riguardo alle emozioni. Non gli darò comunque la soddisfazione di insegnarmi l’amore. Deve smetterla di guardarmi con quegli occhi... non riesco più a reggere il suo sguardo” .
Smise di guardarlo negli occhi, abbassò lo sguardo e un grande senso di vuoto lo pervase. Nonostante sapesse praticamente tutto, si sentiva uno stupido e faticava ad ammetterlo a se stesso. Leorio sorrise, piano questa volta, ma Kurapika se ne accorse.
-Ti ho sconvolto davvero, a quanto pare! –
-Sto bene. – strinse i pugni –È... è ridicolo! Tu non puoi... – ritornò a guardarlo dritto negli occhi. Questa volta però Leorio guardava verso l’alto.
-Il problema è che tu pensi troppo, prova ad agire, prova ad essere più libero una volta tanto.-
-Non mi sembra che tutta questa libertà tu me l’abbia concessa! – urlò facendo un passo in avanti.
-Ah, no? Beh, nella speranza di farti reagire. Devi svegliarti e cominciare a vivere! Vivere non significa solo mantenere attive le nostre cellule nervose – ironizzò il tono, piuttosto arrabbiato, sulle ultime due parole – non è una questione di “aggiungere informazioni nella speranza di eliminarne altre”. Prova ad essere umano qualche volta! –
-Mi stai dando dell’animale? Guarda da che pulpito parte la predica...-
-Almeno gli animali si godono la vita! Tu no! Tu sei sprecato per questo mondo. Tu potresti far innamorare tutte le donne che vuoi, sei bellissimo, e invece... preferisci leggere libri? Tu non stai vivendo, no! Tu sei morto, un morto che imprigiona qualcosa che non riesce ad uscire. Ma giuro che io, il tuo vero essere, lo tirerò fuori! –
-Smettila di dire sciocchezze, tu non puoi essere innamorato di me. – incrementò il volume della voce, dura e fredda, un pugno giunse sul viso di Leorio, una lacrima di esasperazione solcò la guancia del Kuruta. Nella stanza solo il ritmo regolare e veloce del suo respiro stretto fra i denti. –Tu non puoi provare sentimenti, tu sei un maschilista! –
-Sta di fatto che sei geloso di “questo maschilista” – rispose a tono, un po’ più calmo. Sembrava che volesse far perdere la calma al povero Kurapika.
-Io non ti amo! – sbraitò il biondino girando il viso di lato.
-E io non ti credo! – lo imitò Leorio.
-Leorio ti prego di finirla altrimenti potrei non rispondere delle mie azioni. Se dici un’altra parola giuro che... –
-Cosa fai? Mi riempi di botte? Mi ammazzi? Procedi pure, non ne avresti il coraggio. – si fermò un attimo e gli sorrise – Io ho capito sai, tu... tu non lo sai! Non è così? –
-Cosa non dovrei sapere? – riprese a guardarlo negli occhi, rendendosi conto in seguito quel “lo” a chi si riferisse, o meglio: a cosa!
Leorio lo disse lo stesso –Tu non sai se sei innamorato di me, vero? –
-Basta con questa storia! – ed ecco il secondo pugno! Questa volta senza lacrime, stava davvero iniziando ad arrabbiarsi! Solo Leorio gli faceva perdere la calma, solo lui poteva portarlo all’esasperazione. Se ne rese conto in quel momento. Lui lo odiava, altro che amore! E glielo disse! – IO TI ODIO! –
-Cosa? – ed ecco che Leorio si arrabbiò – Tu non meriti tutta la mia attenzione, ma come diavolo ti permetti? Come credi mi faccia sentire sentirmi dire che mi odi? Credi davvero che non riesca a provare emozioni? Sono più sensibile di quanto credi, sai? Adesso ascoltami bene, pivello! Sai perché mi odi? Beh, perché tu non puoi amare, tu non sai provare altro che odio. È solo quello che ti ha spinto ad andare avanti, vero? Tu hai combattuto per odio, hai mai provato a combattere per amore? A combattere quando c’è ancora qualcosa da salvare? La verità è che tu non sai amare! –
Cominciò a camminare verso la porta, rigido, volto fermo e deciso, sguardo freddo, già sapeva cosa fare. A quel punto i ruoli sembravano invertiti, la conferma quando Kurapika gli gridò incontro, ormai in colpa, esasperato, dopo che Leorio gli aveva crudelmente sbattuto la verità in faccia.
-Io non so cosa vuol dire amare, dannazione! –
 

Killua stava riprendendo padronanza del proprio corpo e senza pensarci due volte tolse la maglietta a Gon, accarezzandogli il petto nudo. Il moretto, entusiasmato dalla situazione fece lo stesso e ritornò a baciarlo.
Questa volta il bacio aveva qualcosa di diverso, era più intenso, più ricco di passione: si potevano ben udire i respiri dei due in cui soffocavano sottili gemiti e i loro occhi quasi strizzati per essere più concentrati.
-Killua ma sei davvero sicuro? – ne approfittò Gon in un attimo di calma.
-Dannazione Gon, se aspetti un altro secondo impazzisco! –
Killua si sottomise completamente al suo amico quella sera, decise di far fare tutto a lui; cosa che sicuramente non gli apparteneva! Si slacciarono i pantaloni rimanendo entrambi in mutande. Qualcosa era ben visibile sotto di esse, a primo impatto i due risero di gusto finché la mano di Gon non andò per sbaglio a posarsi sull’intimità di Killua.
-Gon... – disse soffocando un suono. Sembrava averlo scosso parecchio quel gesto involontario.
Smise di ridere e si gettò sull’amico cominciando a muovere il bacino in tutti i modi possibili e immaginabili. Cominciò a baciargli intensamente il collo, rilasciando su di esso scie infuocate che a Gon sembravano mangiargli la pelle. Il posteriore di Killua era sotto le mani esperte di Gon che lo incitava ad aumentare l’attrito.
Killua baciò Gon per l’ennesima volta senza però contenersi. Non gli andava solo a tracciare il perimetro delle labbra, ma la sua lingua andava un po’ dove capitava eccitando ancor di più il povero Gon. Alla fine Killua era riuscito a prendere il sopravvento come era solito fare e la cosa lo rendeva entusiasta!
Ci vollero pochi minuti perché i loro boxer finissero sui vestiti lanciati per terra e altrettanti pochi per raggiungere il tanto atteso orgasmo.
-Hai visto Killua, adesso anche tu hai avuto un orgasmo! – disse Gon con il suo solito sorriso innocente, come se quello appena successo non fosse davvero accaduto!
In realtà se ne vedevano ancora i risultati! I due erano ancora nudi e si accarezzavano i capelli come due fidanzatini dopo la loro prima volta.
-E che orgasmo! – ci tenne a sottolineare l’albino, visibilmente felice.
 

-Devi scoprirlo da solo, Kurapika. Mi dispiace. –
Pochi secondi.
Leorio era fermo sull’uscio, Kurapika ancora con quel senso di vuoto gli dava le spalle.
Si chiamarono all’unisono, nello stesso momento.
-Prima tu. – disse gentilmente Leorio. Gentilezza che non era da lui.
-No, davvero. Prima tu. –
-Volevo solo... ehm... scusarmi per le parole dure. – disse quasi arrossendo.
-È la dura verità purtroppo.-
-Allora, cosa volevi dirmi? –
-Beh, credo di aver capito... – prese un bel respiro – cosa vuol dire amare! - 

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Capitolo 7
*** Cosa vuol dire amare ***


PREMETTO CHE MI SCUSO IMMENSAMENTE PER IL RITARDO ç.ç però ho avuto non so quanti compiti in classe-interrogazioni e non so come ho trovato un po' di tempo per aggiornare. Però ecco qua :3
Che dire, è un capitolo molto riflessivo per questo ogni tanto ho messo delle battute per alleggerire la situazione e non farla diventare noiosa :3
Spero vi piaccia ^^
SweetNemy <3


 
Capitolo 7. Cosa vuol dire amare
 
Killua e Gon si erano ricomposti e, dopo aver fatto la doccia si erano comodamente sdraiati sul letto iniziando a farsi indovinelli a vicenda.
A volte è paradossale come quei bambini possano essere allo stesso tempo bambini che adulti: poco prima si erano dati da fare per soddisfare le loro passioni e adesso? Giocavano come normali ragazzi della loro età, anzi sembravano anche piuttosto immaturi! Tuttavia, era quella loro duplice natura a farli vivere davvero.
-Ehi Killua, come si chiama quell’animale che parla, ma non è il pappagallo? –
Killua capì subito a chi alludesse Gon e rispose  a tono sorridendo –Leorio! – ed entrambi scoppiarono in una sonora risata.
-A proposito, chissà cosa stanno facendo! – sospirò, portandosi la mano sotto il mento.
-Sai, Gon... – cambiò tono Killua fermando le ipotesi del moretto, che rischiava di farsi uscire il fumo dalle orecchie a pensare tanto! – Credo che anche fra di loro ci sia qualcosa. –
-Qualcosa? – ed ecco ritornato l’ingenuo Gon che, ahimè, non capiva mai le frasi fra le righe.
-Voglio dire che... probabilmente anche loro si piacciono. –
-Spiegati meglio Killua! –
Killua si alzò in piedi sul letto e guardò Gon abbastanza irritato. Certo, non aveva una dialettica perfetta come Kurapika, ma i concetti riusciva ad esprimerli bene!
-Gon, diamine. Apri quelle dannatissime orecchie che ti ritrovi. Ascolta! Significa che forse stanno facendo quello che noi abbiamo appena fatto! –
-Ah! – ecco, adesso aveva capito! Bisognava spiegargli le cose così com’erano, senza troppi giri di parole o metafore.
-Certo che hai la testa dura. –
-Sì, una volta sono riuscito a rompere una pietra con la testa. –
Ok, era davvero un caso disperato. Killua ormai non aveva più le forze per controbattere, come si può immaginare Gon è molto energico in quel campo, e il povero ragazzo dai capelli canuti ne pagava le conseguenze. Era come “temeva” in un certo senso: il suo istinto animale si risvegliava quando era coinvolto nella passione.
 
 
Ma... Kurapika avrà davvero capito cosa vuol dire amare? (ca**o c’entra mo? xD va beh, è ora di scoprirlo)
Quando aveva detto a Leorio quelle parole terribili “io ti odio”, sembrava essersi liberato di un peso. Bastarono pochi istanti però, per capire l’opposto: aveva aggiunto un altro fardello sul mucchio che comprimeva la sua anima. Forse, l’unico che gli avesse regalato davvero dei momenti di felicità, l’aveva dileguato con uno dei più crudeli insulti che l’essere umano potesse sopportare.
Si mise per un attimo nei suoi panni: e se il suo migliore amico gli avesse detto di odiarlo? Come si sarebbe sentito?
“Ho portato per tanto tempo odio sulle mie spalle, è un peso grandissimo, ma sono riuscito comunque a sostenerlo e a resistere fino ad oggi. Ho detto più volte di odiare, di disprezzare qualcuno perché quella persona aveva portato via una parte della mia anima. Leorio non aveva fatto niente del genere, ma allora perché lo odiavo? O, perché glielo avevo detto? ... se Leorio l’avesse detto a me, cosa avrei fatto? Come mi sarei sentito? –Kurapika, ti odio- sentii rimbombare nella mia testa, era frustante, mi sentivo come se una scheggia mi avesse trafitto il cuore e il respiro si fosse mozzato in gola; allo stesso tempo provavo una sensazione di vuoto. Era come se un vortice nero mi stesse inghiottendo e la luce al suo ingresso diventasse sempre più fioca e minuta, fino a scomparire del tutto. Quando scomparve, capii. Io avevo bisogno di quella luce, mai me n’era importato, ma adesso, ora più che mai, ne avevo un disperato bisogno. Mai, mai, ero diventato dipendente da qualcosa! E mai avrei voluto diventarlo, ma questa cosa era così pura e rilassante che non potevo fare a meno di guardarla. Non accecava, ma illuminava: brillava al punto tale che avrebbe potuto irradiare tutta la mia vita, allo stesso tempo era contenuta tanto da non far scomparire il mio vero io. Qualcosa in me diceva di chiamare il suo nome. Ci ho provato diverse volte e ogni volta che stavo per farlo mi avvicinavo sempre più all’uscita di quel vortice, tanto fu rassicurante la sensazione che alla fine lo feci. Pronunciai il suo nome.”
Si lasciò andare e parlò liberamente, come se le parole gli uscissero dall’anima e non dalla bocca.
-Una luce abbagliante mi ha impallidito il viso, ma non lo ha mai coperto. Questa stessa luce mi ha dato forza, senza mai farmi diventare realmente forte. La mia vera forza è sempre stata l’ira, quella luce invece, mi ha fatto combattere per il desiderio di vivere. E se... amare significasse proprio lasciare che quella luce inondi il mio essere, senza mai cancellarlo? –
-Non ho capito nulla di quello che hai detto. Cosa diamine è questa luce di cui parli? Dove la vedi la luce? Abbiamo anche le tendine chiuse, fra l’altro. –
-Guarda che era una metafora. – disse perplesso il povero Kurapika – la luce si riferisce a qualcuno. –
Leorio era spiazzato, la sua faccia era un misto tra scoperta e conferma della sua idiozia. –Guarda che lo sapevo, è! Stavo scherzando. – iniziò a ridere senza un valido motivo.
-Ma... hai capito a cosa mi riferisco? –
Divenne serio per un attimo (LEORIO DIVENNE SERIO, Sì, non ci sono errori di battitura!)
-Ho capito e ti devo dire che amare ha per tutti un significato diverso. C’è per chi significa divertirsi a letto – fece un’espressione aggraziata, mentre il povero Kurapika era disgustato. – oppure capirsi con lo sguardo, essere dipendente da qualcuno, provare sentimenti profondi, un po’ come quella roba sulla luce che hai detto prima. L’importante è capire se sei luce o corrente elettrica: se fai scintille o se brilli. –
-Le...Leorio non dirmi che – il povero Kuruta era rimasto sconvolto dalla differenza di entusiasmo nel descrivere quei due modi di amare. –tu sei un sostenitore dell’amor profano? –
-Oh, beh, se ci sono delle belle pollastre non mi tiro di certo indietro però... –
Kurapika non lo fece finire di parlare che gli gridò incontro quanto facessero schifo le sue affermazioni!
Leorio però fece finta di nulla e continuò –Fammi finire, dannazione! Però dipende dalla persona che frequento. Potrei anche innamorarmi seriamente. –
Il biondino, adesso aveva una domanda in mente da fare a Leorio. Era meglio porla prima che diventasse un’ossessione.
-E dimmi, Leorio. Quello che provi nei miei confronti è un amore sacro o profano? –
 
 
-Killua mentre facevi la doccia, ho letto un po’ quel libro sugli orgasmi... – al solo pensiero al povero amico di Gon si accapponò la pelle. – com’è che si chiamava? “I segreti della vita”, giusto? – Killua annuì. –Beh, c’era scritto qualcosa riguardo l’amore. Cosa vuol dire? –
-Non ti avevo detto di bruciare quel libro?-
-No, in realtà mi avevi solo detto che era meglio non leggerlo. –
“Ma perché Gon ricordava solo quando non doveva ricordare? Aveva una pessima memoria, tuttavia quando mi trovavo in situazioni imbarazzanti e non sapevo come uscirne, mi ritrovavo ad usare questo fattore contro di lui e puntualmente si ricordava! Cosa vuol dire amare? Credo di averglielo dimostrato bene a letto, ma a quanto pare è così ingenuo da non essersene accorto. Sì, ma cosa diamine gli devo dire? Ma aspetta un attimo... lui me l’ha già chiesto... sì, quando lesse quella frase di quel libro melenso”
-Comunque sia, ti ho già risposto. Anzi, ti sei risposto da solo. –
-Davvero? Ah, già, due persone che sono tanto amici. Adesso ho capito che è qualcosa in più. Ed è per questo che te lo voglio dire. –
-Cosa? – Killua sperava non fosse quello.
-Killua Zaoldyeck, io ti amo! –
“Credo di essere arrossito come un peperoncino piccante. Ma Gon non capiva che era imbarazzante sentirsi dire certe cose?”

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Capitolo 8
*** Parole che non ti aspetti ***


Ragazzi perdonate il grandissimo ritardo ç.ç . Lo so, è troppo tempo, ma con sta scuola non ho un attimo di tempo.
Comunque ecco qui l'8.. qui la storia cresce e crescono anche i sentimenti che provano i protagonisti! 
Spero vi piaccia :)
SweetNemy <3


 
Capitolo 8. Parole che non ti aspetti

 
-Killua, stai bene? – chiese Gon vedendolo particolarmente spaesato, come se stesse pensando ad altro.
-Sì, Gon. Solo che... come dire... mi hai colpito, tutto qui! –
-Perché, non è normale dirsi quelle cose? –
-Sì- disse fra i denti.
“Gon ha ragione, è normalissimo, però diamine, mi ha spiazzato! Non pensavo che il suo cervello da gallina (senza offesa per quei poveri volatili) potesse arrivare a tanto. Di certo adesso si aspetta una risposta. Io sono sicuro di amarlo, come non ho mai amato nessuno. Nel senso che non ho mai provato un sentimento positivo verso una persona, lui è l’unico che mi abbia fatto sentire apprezzato per quel che sono e non per quello che riesco a fare, lui mi apprezza come Killua e non come membro della famiglia Zaoldyeck e quindi come assassino professionista, lui mi ama così come sono. Ha un cuore grande... e devo ringraziarlo perché è stato lui ad insegnarmi l’amore e prima ancora il valore dell’amicizia, tutto quello che farò al fine di farlo felice non sarà mai abbastanza. Ma sentitemi! Killua Zaoldyeck che parla da innamorato, così dolce, carino... sono davvero così? Gon mi ha cambiato, e anche se mi piaceva essere un po’ “il cattivo ragazzo”, non tornerei mai come prima, perché prima non c’era questa complicità tra me e Gon. Al diavolo queste seghe mentali, se dovessi descrivere l’essenza della mia vita in una parola direi il suo nome, perché egli è diventato la mia vita.”
-Gon – si pronunciò Killua, ormai il danno era fatto, doveva continuare.
-Dimmi- disse con dolcezza.
- Anch’io. –
L’aveva detto, aveva confessato. In un certo senso si sentiva meglio, però l’espressione di Gon fece durare questa piacevole sensazione solo qualche secondo.
-Cosa? –
“Bene, tutti i miei sforzi sono stati vani. Bene. Gon, ma perché non capisci, anch’io ti amo!”
-Cosa, Gon? Di cosa parlavamo? –
“Ti prego, fa che il suo cervello elabori questo semplice ragionamento e capisca cosa voglio dire, per favore.”
–Dell’amore.- disse Gon, dopo averci pensato diversi istanti. –Ah, mi ami anche tu! Perché non lo dicevi subito? –
-Beh... ecco, Gon. Non mi è semplice dire queste cose…- rispose l’albino bevendo un goccio d’acqua che con tutti quei discorsi la gola gli era diventata secchissima. –Mi sento un po’ in imbarazzo, non so se mi puoi capire. –
-Hm...- ci pensò Gon – Però a letto non sei imbarazzato! –
Killua spalancò gli occhi e sputò di disperazione l’acqua in faccia al suo “amico”.
 
 
Kurapika aveva posto un quesito al suo amico Leorio, gli aveva chiesto se l’amore che provava nei suoi confronti fosse sacro o profano.
Il moretto si prese alcuni minuti per pensarci: per lui sembrava davvero una domanda difficile a cui dare una risposta.
-Puoi dirmelo subito, oltre che incrementare il disprezzo che provo per il tuo modo di pensare, non potrebbe cambiare nulla. –
-Perché dai per scontato che sia profano? –
-Per come hai tentato di baciarmi, per come mi hai sempre trattato. Tu non capisci il dolore che porto dentro da sempre, sembra che non te ne importi. Anzi, a volte mi deridi, deridi la mia storia e la rabbia che serbo nell’anima. Perché lo fai? Se non per un desiderio folle di avermi, come hai tutti? –
-Io non posso capire il tuo dolore e ti ho sempre detto che per me la tua vendetta è inutile, non porta a nulla tanta ira. –
-Che ne sai tu? – replicò arrabbiato il Kuruta.
-Lo so, caro Kurapika. Lo so perché nonostante tu abbia ucciso il Ragno e ritrovato gli occhi dei tuoi compagni, il tuo dolore non è sparito. Tu soffri ancora, perché la perdita di qualcuno di importante non può essere colmata con la vendetta. –
“Rimasi spiazzato da quelle parole. Non tanto per il fatto che Leorio avesse un cervello, più che altro perché mi aveva confermato chiaramente un dubbio che da sempre mi inondava la mente e il cuore. Davvero, dopo tutto quel sangue sparso, dopo che tutto fu come l’avevo sempre desiderato, non mi sono sentito meglio. L’ira dentro di me non è mai sparita, tutt’ora è forte anche se il mio compito l’ho portato a termine. -La perdita di qualcuno di importante non può essere colmata con la vendetta.-  E se quell’inetto avesse ragione? È dura ammetterlo a me stesso, ma mi sento incompleto, mi sento come se non avessi fatto nulla di buono per le persone a cui tengo, soddisfando solo me stesso e la mia rabbia. Ed è qui, che mi chiedo –Chi sono veramente? Qual è il mio ruolo nel mondo? -”
I pensieri del giovane Kuruta furono interrotti da Leorio che continuava i suoi discorsi.
-Se ti ho preso in giro qualche volta, non è solo perché non condivido questa tua rabbia e questa tua scelta di basarvi sopra un’intera vita; ma anche perché non voglio che tu ci pensi sempre, non voglio che nella tua vita non ci sia neanche un ricordo felice. –
-Di ricordi felici ne ho tanti, prima che...-
Leorio troncò la frase del suo amico, prima che potesse finirla. Sapeva bene dove voleva andare a parare e non gliel’avrebbe permesso. Anche adesso no! Era stufo di parlare sempre del suo passato, era ora che ci mettesse una bella pietra sopra, anzi, una bella montagna.
-E dopo? – chiese il moretto. – Pensa all’esame per diventare Hunter, le avventure con me, Gon e Killua, tutti i momenti condivisi insieme... il tutto non ti fa sorridere? –
Forse davvero quei ricordi lo facevano star bene, ma non l’avrebbe mai ammesso. Non poté però, evitare di sorridere ripensando a tutte quelle avventure, quanto gli alleggerivano l’anima quei ricordi!
-Stai sorridendo.- continuò Leorio.
-Non avrei mai sognato di dirlo, ma forse hai ragione. Mi fa davvero stare meglio pensare a tutto ciò.-
-E non sai quanto sto bene io a vederti sorridere. –
A quell’affermazione il Kuruta restò perplesso, aveva gli occhi azzurri sbarrati, ma il cuore gli batteva forte e sentiva la temperatura del corpo salire. Cercò di controllarsi prima che i suoi occhi diventassero rossi. Abbassò il viso, forse per nascondere l’imbarazzo.
Leorio allora sorrise e gli si avvicinò, gli appoggiò i gomiti sulle spalle e cinse le mani dietro la testa del biondino.
Kurapika non alzò il viso, come se non fosse sorpreso, come se se lo aspettasse e gli si gettò addosso riunendo le mani dietro la schiena dell’altro.
Rimasero così per un bel po’ di tempo, forse per l’imbarazzo di guardarsi negli occhi una volta separati. Ma, sicuramente, anche, per la sensazione unica che si provava a stare uniti in quel modo. Un ricordo che nessuna vendetta, nessun’ira avrebbe potuto superare. Un ricordo così puro che dalla mente non si poteva cancellare.
-Ti amo, Kurapika. Ti amo davvero, come si ama il sole dopo una giornata di pioggia, come si ama il fresco profumo della primavera, come si ama la vita quando va tutto per il meglio. Ti sembra strano, ma non potrei mai usarti come oggetto per soddisfare i miei desideri. –
A questa “dichiarazione” il Kuruta non rispose. Strinse gli occhi e abbracciò più forte Leorio. Forse lo avrebbe soffocato, ma in quel momento, in cui non aveva la forza per rispondere a parole, voleva che il moretto percepisse, forte, fino in fondo, il battito del suo cuore.

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Capitolo 9
*** Un pomeriggio d'amore ***


Salvee ragazzi.. scusate per l'immenso ritardo, ma il capitolo ripaga perché finalmente Kurapika e Leorio.. capite, no? :P
Comunque è la prima volta che scrivo scene yaoi in piena regola quindi se fa un po' schifo perdonatemi :C 
Spero che nel complesso vi piaccia, anche perché l'umorismo della storia rimane anche in quelle circostanze. 
Alla prossimaaa,
SweetNemy <3


Capitolo 9.  Un pomeriggio d’amore

 
Decisero, ad un certo punto, di staccarsi: Kurapika aveva lo sguardo basso e le gote rosse per l’imbarazzo, mentre Leorio lo guardava divertito.
-Non puoi dire di non amarmi, mentiresti all’apparenza. Guardati. – affermò porgendogli uno specchio.
-Si arrossisce anche in situazioni di forte stress... – cercava di giustificarsi Kurapika.
-Smettila con queste definizioni da enciclopedia. Sei arrossito per l’imbarazzo, perché ti piaccio, ammettilo!–
-Sai, avevo sperato che avessi un po’ di cervello, sono stato stupido solo a pensarci. –
Leorio aggrottò le sopracciglia, poi rispose a tono –Ehi, pivello, senti un po’, sto cercando di essere gentile e di rispettare il tuo tempo di reazione. Devo ammettere che sei davvero lento! –
-Prova a metterti nei miei panni – ribaltò la frittata il biondino – Ti sembra facile accettare di essere innamorato di un uomo? Sono confuso! –
A quel punto, Leorio, con la delicatezza di un elefante con le emorroidi, puntò i piedi per terra e l’indice verso Kurapika e gridò con tutta la voce che aveva nelle corde vocali –L’hai ammesso. L’ha ammesso, gente! – e iniziò a ridere così forte da non reggersi in piedi.
Il Kuruta ripeté più volte il suo nome nella speranza di farlo smettere, ma vedendo che ciò non accadeva, gli lanciò una catena e lo avvolse con essa, sbattendolo contro il muro.
Tuttavia, ciò non impedì a Leorio di smettere, quindi Kurapika fu costretto a dargli un sonoro pugno sulla testa.
-Certo che sei un completo idiota! Smettila di ridere, mi stai infastidendo! –
-Le catene... non ti facevo tanto intraprendente, Kurapika. –
-Cosa diavolo hai capito, pervertito! –
-Scioglimi, ti prometto che la smetto di ridere. –
Il biondino volle fidarsi, e liberò Leorio delle ferree catene, ritirandole nella manica. Quando l’estremità dell’oggetto si trovò a poca distanza dall’incatenato, egli l’afferrò e lo tirò con forza.
Kurapika si trovò a pochi centimetri dal suo amico, le mani del secondo sui fianchi del primo incapace di agire o reagire. Tutto scorreva lento, il tempo sembrava essersi fermato e il vento aveva smesso di soffiare, nessun rumore accarezzava i loro timpani, neanche un flebile respiro, che sembrava mozzato, neanche un battito dal cuore, che sembrava arrestato.
Gli occhi neri di Leorio si rispecchiavano in quelli azzurri e grandi di Kurapika: tutti e quattro brillavano, come se colpiti da un raggio di sole. Le bocche riposate non esprimevano alcuna emozione, ma quegli occhi parlavano da sé e sorridevano da soli, gli uni contro gli altri.
Leorio spezzò quell’atmosfera avvicinandosi all’altro: con la mano destra gli accarezzava il viso, con la sinistra lo teneva stretto a lui; con una serietà non tipica di lui lo ammirava a mezzo decimetro di distanza. Tutto sembrava improvvisamente più caldo e l’aria pareva fosse diventata più densa. Respirare sembrava sempre più difficile, fin quando il contatto tra le loro bocche lo rese vivamente impossibile.
Quel bacio non fu come il precedente, no! Non era stato preso con l’inganno, non era stato dato con la convinzione che sarebbe finita male, non era un semplice bacio: era carico di sentimento, di passione, che non dev’essere intesa come voglia di possesso, Leorio aveva imparato! Ma solo come il desiderio di unire il proprio corpo con quello della persona che si ama.
Quando si staccarono Kurapika prese a guardarlo: quello, tralasciando il sotterfugio di pochi minuti prima, era il suo primo bacio ed era stato bellissimo.
Leorio gli tolse i soliti vestiti identificativi del clan Kuruta, facendo capire al biondo le sue intenzioni. Quest’ultimo però non obbiettò, prese un gran respiro, che nel suo essere una semplice emissione di fiato, portava con sé un grande significato: significava lasciarsi alle spalle il passato e ricominciare a vivere, ma soprattutto, godersi fino in fondo quel momento perché finalmente aveva capito i suoi sentimenti per Leorio.
Mentre prendeva queste importanti decisioni, il moretto l’aveva sollevato e portato in camera da letto, aveva unito i letti e l’aveva lanciato su di essi. L’impatto con il letto freddo fece tornare Kurapika alla realtà.
Non appena capì cosa stesse succedendo, si alzò dal letto e tagliò i vestiti di Leorio con l’ausilio del Nen. Il moretto si ritrovò in mutande...
Il momento romantico fu momentaneamente interrotto.
-Noooooooo! – strillò il moro, prolungando la “o” all’infinito (ed oltre) –Pivello, quelli erano vestiti firmati! Non potevi togliermeli normalmente? –
Kurapika però non lo ascoltava più, gli andò incontro e lo guardò fisso negli occhi, con lo sguardo più dolce del mondo.
Leorio, non voleva ammetterlo, ma non poteva resistere a quello sguardo così puro: non ci mise molto a baciarlo di nuovo togliendogli i vestiti di dosso.
Il biondo gli accarezzava i pettorali con i polpastrelli delle dita, mentre le loro lingue danzavano serenamente; poi scese sugli addominali facendo sussultare Leorio. Quest’ultimo allora gli strinse le natiche, avvicinandolo a sé. Kurapika alzò le sopracciglia in segno di resa: Leorio era davvero un pervertito! Ormai il povero biondino aveva ben capito che doveva darsi un gran da fare se voleva dominare.
Leorio lo gettò per l’ennesima volta sul letto e con la grazia di un dinosauro (perdonatemi, cari dinosauri, per l’offesa) che cammina si gettò su di lui fiondando la testa nell’incavo della spalla di Kurapika.
Una persona normale, con un cervello normale, l’avrebbe baciato e accarezzato; ma Leorio non ha mai seguito questi schemi e quindi iniziò a lasciare scie di saliva sul collo del Kuruta.
Dopo diversi secondi, Kurapika si pronunciò –Leorio, mi stai lavando. –
-Taci. – disse, mentre la mano che gli accarezzava un braccio scese fino al boxer, andando, stavolta, a stringere il “davanti”. –Sembri piuttosto eccitato! –
Kurapika, che non voleva di certo restare indietro, fece lo stesso –Beh, anche tu. –
-Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento. Ma adesso basta parlare, passiamo ai fatti. –
Leorio si tolse le mutande, facendo lo stesso a Kurapika.
Quando furono completamente nudi, rimase per un attimo sconcertato, guardava con la coda dell’occhio entrambi i membri e ci fu la demolizione di un mito.
-Ce l’hai più grande di me! – urlò disperato. –Non è possibile! –
Kurapika rideva sonoramente e iniziò a sentirsi fiero di se stesso, stava nascendo in lui una forte autostima e, inoltre, aveva anche un fattore per prendere in giro Leorio.
-In compenso, sono molto più forte! – terminò deciso il discorso, Leorio.
I due ripresero il controllo della situazione e finirono sotto le coperte, Leorio giaceva sopra Kurapika pronto per iniziare la danza dell’amore. Lubrificò l’apertura con la saliva per non fargli troppo male e si spinse dentro di lui. Incominciò muovendosi piano, poi sempre più forte.
Kurapika emetteva piccoli gemiti, controllati, si mordeva le labbra e artigliava le coperte. Tuttavia, non gli bastava tutto ciò. –Questa è la forza di cui parlavi? –
-Pivello, guarda che non è affatto facile, provaci tu, piuttosto! –
Dopo qualche attimo di esitazione per la sorpresa nel ricevere quella proposta, Kurapika accettò e capovolse le posizioni.
Sprofondò, senza preoccuparsi di fargli male, nel sedere di Leorio e quest’ultimo emise un grido tanto acuto e stridulo da essere udito anche da un sordo!
-Kurapika! – strillò ancora, il biondino temeva di aver fatto troppo forte –Continua così, hai raggiunto quasi il mio livello. –
Il Kuruta allora continuò con spinte sempre più potenti e vicine tra loro, e ad un certo punto disse –Mi ‘spiace,  ma credo di averti già superato, caro Leorio. –
Kurapika era diventato un sadico, aveva cacciato fuori un lato di sé forse più pervertito e intraprendente di Leorio, che invece si era dimostrato tutto fumo e niente arrosto.
Dopo qualche minuto i due si scaricarono e caddero accasciati sul letto: erano veramente sfiniti!
-Ehi, Leorio, senti un po’, stai bene? –
-Un po’ ferito nell’orgoglio, ma non potrei stare meglio. Tu sei l’uomo che amo, Kurapika e finalmente sei stato mio. –
Il ragazzo dagli occhi celesti sorrise avvicinandosi a Leorio e si accoccolò tra le sue braccia, chiuse gli occhi e confessò, finalmente, di amarlo davvero.
 
 
Nel frattempo, Gon e Killua facevano strane ipotesi su Leorio e Kurapika.
-Secondo te cosa fanno? – chiese Gon spensieratamente.
-Non lo so, ma c’è un solo modo per scoprirlo. In azione, Gon! – propose Killua.
I due uscirono dalla stanza e si avviarono verso quella dei loro amici, Gon usò l’amo della sua canna da pesca per ruotare la serratura e aprire la porta.
Forse era meglio non entrare nella loro stanza, dato che trovarono Kurapika tra le braccia di Leorio, che dormivano beatamente, e cosa più importante: erano completamente nudi!

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Capitolo 10
*** The End ***


Capitolo 10. The End


-Killua, tu credi che…? – chiese Gon ad occhi spalancati.
-Secondo te, anche loro…? –fece una pausa l’albino –beh, è probabile, sono senza vestiti. –
-Anche noi lo eravamo. – gridò Gon nel bel mezzo della stanza.
Probabilmente l’ingenuo ragazzino stava ricordando quei momenti con tanto entusiasmo, forse troppo. Questo perché non si rese minimamente conto che Leorio e Kurapika erano proprio davanti a lui e che con quel tono di voce avrebbe potuto svegliarli e… le conseguenze sono facilmente immaginabili.
Leorio probabilmente sentì qualche rumore e cominciò a muoversi (o meglio dire: a contorcersi!) e i due “amici” scapparono via prima che potesse accorgersi di loro.
-Dove andate brutti imbecilli? – gridò un Leorio ancora assonnato correndogli dietro nudo.
Il tutto mentre il nostro amato biondino dormiva beatamente fra le coperte.
Alla fine dovrà sempre essere così: quei due marmocchi combinano guai e Leorio si infuria iniziando a correre come un indemoniato per tutta la casa, mentre Kurapika se ne fregherà altamente e riderà guardando la scena e si meraviglierà di essersi innamorato di un tipo con cui non ha nulla in comune.
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Mi scuso con tutti voi, questo non doveva essere l’ultimo capitolo, avevo altre idee ma onestamente, ripensandoci, erano terribili.

Ringrazio caldamente tutti quelli che l’hanno letta e seguita e spero vi abbia fatto ridere perché era questo il mio scopo :3

Ringrazio per tutti i commenti\consigli che ho ricevuto e mi dispiace per le persone che, invece, non l’hanno apprezzata.

Ringrazio chi l’ha recensita:
Akemi32
Dean Shadow
Croma
Chris Vineyard
YakuraChan
Ogattomiao
 

Se vi piace il modo in cui scrivo vi invito a seguire le altre mie storie in corso. :)


GRAZIE DI NUOVO A TUTTI.
SWEETNEMY <3
 
 

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