FitzSimmons

di Dreamingafantasylife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** O2 ***
Capitolo 2: *** Salviamoci ***



Capitolo 1
*** O2 ***


Gli occhi di Fitz erano pieni di lacrime, il suo sguardo era rivolto verso il basso e in mezzo a quel rumore non sentiva altro che l'ovattato suono di ogni speranza andata in frantumi. Le grida che riempivano uno dei quartier generali dello Shield si erano fatte numerose, strazianti e tutto era così violento per lui. Aspettava che qualcuno lo venisse a salvare; come era sempre successo in passato. Ma soprattutto aspettava lei. Seduto, rannicchiato sul pavimento, nascosto da un cumulo di aggeggi scientifici della base, pensava ai suoi sentimenti, in modo da distrarsi da quei rumori. "Dove...dove si è cacciata?" Ripeteva questa frase nella testa piena di domande che vorticavano come la struttura del DNA dentro di lui. Un'altra delle frequenti esplosioni. Fitz cacciò la testa dentro le ginocchia e pianse ancora più forte. Forse non c'era nessuno per lui ed era solamente un altro tassello del puzzle ormai distrutto. La sua voce si sprigionò e uscì dalla gabbia che erano le sue gambe "Dove?" Grido disperato e poi "Jemma..." tra i singhiozzi che avevano seguito la pausa dal suo primo grido. 
Si sentirono dei passi leggeri, di qualcuno impacciato che non è abituato a correre. Fitz sollevòla testa e si guardò intorno frenando per quell'istante le lacrime. Jemma. Era Jemma che stava svoltando L'angolo di quel piano dalle pareti troppo bianche che faceva sembrare tutto un grande ospedale della morte. Aveva il fiatone, ma corse più forte appena i suoi occhi si posarono sul suo compagno di laboratorio. Il suo solito sorriso di commozione e felicità che le si formava sul volto quando qualcosa di troppo grande andava per il verso giusto, ora era sul suo bel viso pallido. I capelli raccolti in una coda che oscillava a destra e a sinistra mentre correva da lui. "Fitz! Oh mio Dio, stai bene?" E si catapultò sopra di lui, analizzandolo profondamente e tenendo il fiato sospeso alla ricerca di qualche ferita. "Ora..." Si sollevò da terra con una smorfia, la situazione gli aveva immobilizzato ogni muscolo. "...sto bene. Non sapevo dove fossi e venirti a cercare in quel carnevale di uomini armati mi sembrava come cercare un ago in un pagliaio." Jemma che ora aveva finito di analizzarlo perché non aveva trovato nessuna ferita sorrise sollevata. "E poi non avevi con te le tue sonde!" Si riferiva alle piccole telecamere che avevano creato che andavano in giro 
a cercare quello che serviva alla squadra. "Già...chissà dove sono ora..." Aggiunse lui con aria di rammarico in volto. Simmons si ridestò e scosse la testa. "Dobbiamo andarcene, ora!" Anche lui sembrò ridestarsi e pensò a quello che stava succedendo intorno a loro. Ma quando c'era lei, Leo si sentiva al sicuro, come se la loro mini squadra fosse sempre all'interno di un laboratorio. "E dove andremo?" Chiese Fitz alzandosi e spolverandosi i pantaloni. "Penso che io e te dovremmo andarcene per un po'. Lo chiameremo il progetto O2" disse Jemma quasi sorridendo e accennando a una piccola risata che soffocò in una lacrima di nostalgia. "Come? Lasceremo l'intera squadra?" Gli occhi di Fitz erano sgranati e ovviamente posati sui suoi. "Leo...non hai visto? Siamo tutti smembrati e quello che ci teneva uniti è ancora più rotto e corrotto. E poi non li abbandoneremo! Continueremo le nostre ricerche in qualche base sicura dello shield, ma ci terremo comunque collegati con loro. Ho creato una linea criptata per comunicare con Skye in caso di pericolo." Lei fece un cenno con la testa che indicava il corridoio davanti a loro e cominciarono a correre. "E questo quando l'avresti fatto?" Chiese Fitz mentre i suoi piedi si muovevano veloci. "Sai...quando l'evenienza lo chiede..." La sua bocca si contorse in una smorfia. Si fermò e appoggiandosi al muro guardò se la via era libera. Ripresero a correre quando videro che il maggior disturbo erano agenti dello shield e dell'hydra morti, a terra. "L'avevi già creata, ma certo!" Fitz sorrise per il genio della sua amica. "Spero non ti dispiaccia fare squadra per un altro po'...insieme a me intendo..." Le guance di Jemma si colorarono di un rosa timido e la sua coda ben ordinata ora le ricadeva lungo la colonna vertebrale, lo sguardo che guardava in basso. "Assolutamente no..." I due si erano fermati un momento. Stavano per fare un discorso serio. E quando si trattava di parlarsi i due si fermavano sempre; come se il futuro non riservasse altri momenti per loro. "...anzi Jemma...è quello che ho sempre fatto e..." Fitz prese la mano di Jemma sperando fosse un gesto abbastanza naturale per tutto quello che si sentiva dentro, aveva la pelle d'oca ma sperava che lei si concentrasse solo sul suo viso anche se lei guardò quel piccolo gesto con gli occhi di chi vede qualcosa per la prima volta. I suoi occhi pieni di stupore che riservava solo per le grandi scoperte ora erano concentrati su quel gesto: un incredibile scoperta. "...che ho sempre desiderato fare." Simmons sollevò lo sguardo e la sua bocca leggermente aperta fece capire a Leo che era sorpresa quanto lui era emozionato e imbarazzato. "Per questo l'ho chiamato progetto "O2", così noi potremo respirare..." Stavolta strinse la mano di Fitz che ancora prendeva timidamente la sua. "...insieme." Fitz sorrise, il suo sorriso rassicuratore e insieme, con le mani unite da quei sentimenti di amicizia e amore corsero in quel corridoio bianco che era diventato metaforicamente nero per le morti di molti soldati e traditori. Dove tutto era morto, corrotto o cattivo, loro due avevano stretto un patto di protezione, amicizia e un pizzico di amore che nessuno dei due voleva rivelare,  o meglio, che volevano cautamente rivelare. E così l'ultima cosa che videro in quella trappola della morte fu per lei il suo sorriso che la rassicurava e le diceva di credere in lei e per lui fu la salvezza di una stratta ricambiata. 

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Capitolo 2
*** Salviamoci ***


"L'uscita!" Leo protese il braccio destro avanti indicando una porta del bianco edificio da cui penetrava l'inconfondibile luce del sole. "Presto, presto!" Jemma lasciò la mano di Fitz per darsi una maggiore spinta con le braccia, e con la coda dell'occhio controllava che il compagno fosse sempre due piedi dietro, davanti, o accanto a lei. Finalmente il tamburellare dei loro passi sul pavimento aveva raggiunto la soglia della porta, e un attimo dopo la varcarono respirando l'aria del giorno; la natura sembrava non essere toccata dalle vicende umane, era così tranquilla. Erano a pochi metri da quella porta quando sentirono un'altra esplosione: la più forte e dannosa della giornata. Fitz e Simmons sgomitavano nell'aria per allontanarsi da quella zona pericolosa, quando dietro loro le fiamme divampavano e avvolgevano l'edificio della morte. Tutto stava bruciando e i loro corpi si sollevarono da terra con il protendersi dell'esplosione. Le loro bocche erano spalanacate da quello che doveva essere un grido nel vuoto. A terra aspettavano che tutto fosse finito per continuare la loro corsa verso la salvezza. Leo si buttò sopra Jemma proteggendola come uno scudo, sentiva la sua schiena tremare e immaginò i singhiozzi di quel corpo fragile sotto il rumore della distruzione. Simmons voleva alzarsi, allora Leo le fece spazio alzandosi da lei. "Sai...pensavo che appena varcata quella porta noi saremo stati al sicuro..." Guardò verso il nulla, in un punto che non portava a niente e lui la guardava con occhi pieni di compassione. "Ma ovviamente non è così...Fitz." Appena pronuncò il suo nome lei si voltò verso il ragazzo e gli occhi di disperazione e compassione si incontrarono piangendo assieme. Fitz fu il primo ad alzarsi da terra e cercò di infondere coraggio a Simmons, gli offrì la mano. Lei la accettò e si alzò anche grazie alla sua presa. "Siamo ancora vivi, no? E sono quasi sicuro di esserlo." Apparve sul viso del ragazzo un sorriso obliquo e Jemma lo ricambiò. "Anche io sono quasi sicura, in fondo se mi pizzico sento ancora le cellule e questo vuol dire che possono ancora convertire i nutrienti in energia e..." Jemma stava cominciando ad accellerare le parole, ovviamente stava parlando di scienza. "Abbiamo capito che sei in gamba! Ti abbiamo già presa nella squadra!" Il sorriso obliquo di Leo questa volta diventò pieno e incorniciò il suo viso. Simmons sembrava perplessa. "Vuoi...vuoi dire la nostra squadra?" Le sue pupille roteavano sulla faccio di Fitz quasi cercando una risposta. "Quella formata da me e te?" Fitz stava cercando di fare dell'umorismo ma era più serio che mai. "Esattamente." Anche Simmons ora si era tranquillizzata "Oh beh, allora è proprio una fortuna!" Leo posò le sue mani sulle spalle di lei e la scosse "Sì, ma andiamocene da qui, questo posto fa venire i brividi!" Anche Jemma posò le mani sulle spalle di lui "Allora corriamo!" Leo chiuse gli occhi in segno di resa e sospirò "Nel caso tu non l'abbia notato, abbiamo corso per almeno mezza giornata e io non sono addestrato per questo." Stava scherzando e simulò un finto fiatone. "Allora ti farai battere da una ragazza!" Simmons rise e la sua risata riempì il corpo di lui provacandogli felicità. Jemma si mise a correre verso quello che era il bus dell'aereo di Coulson, prima Leo non lo aveva notato. Decise di schiodarsi da quella posizione e cominciò a correre lentamente e poi acquistò carica raggiungendola. Salirono sulla rampa del mini aereo, finalmente erano dentro, più al salvo di prima. A fitz sorse spontanea una domanda, ma temeva la risposta. "Chi piloterà l'aereo?" Ward era un traditore e May l'ultima volta che l'aveva vista, lei era dentro l'edificio. Simmons appena sentita la domanda sgranò gli ochi e si voltò dall'altra parte, non si sentiva a suo agio a rispondere. "Beh...ecco...vedi..." Lui scagliò subito le parole, quasi landciandole "Oh andiamo Jemma!" "Triplett!" Disse lei come togliendo un cerotto in una maniera brusca. Triplett e Fitz non andavano molto d'accordo. Leo aveva visto uno strano sguardo di desiderio negli occhi di lui quando la guardva. "Ci accompagnerà solo alla prossima base sicura dello shield e poi ci lascerà!" Fitz incrociò le braccia "E dove sarebbe la base?" "Speravo mi aiutassi a cercarla, mi aiuti ad riattivare il wi fi e ci mettiamo alla ricerca!" Poi aggiunse sottovoce avvicinandosi al suo orecchio "...lo sai che preferisco te a lui." Leo si tranquillizzò con quelle parole e si sciolse in un sorriso. Jemma prese un telefono attaccato alla parete del bus che si collegava alla cabina di comando. "Puoi partire!" E con quell'oridne i motori si scaldarono per la partenza. "Secondo te gli altri sono ancora vivi?" Domandò lui. "Lo spero, Fitz." Gli occhi di lei si posarono sul paesaggio fuori e piano piano ricordarono le vicende della giornata come se fossero lontane ora che erano su quell'aereo. "In fondo, le esperienze ci hanno insegnato che sono duri a morire." E dopo quella frase i motori dell'aereo li portarono sulle nuvole rosee del tramonto che i due ragazzi gustarono da uno dei piccoli finetrini, entrambi i loro visi erano così vicini che le guance si toccavano per ammirare il sole che stava calando. "Oh Simmons..." fu l'ultima parola degna di essere pronunciata in quel momento surreale; ed era il nome di lei.

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