Take me like a Beast

di MelKook
(/viewuser.php?uid=591019)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Così tutto ha inizio! ***
Capitolo 2: *** Eventi casuali ***
Capitolo 3: *** Incontri del Terzo Tipo ***
Capitolo 4: *** E se non fosse la mia strada.. ***
Capitolo 5: *** Novità e Sorprese ***
Capitolo 6: *** Sapori e Profumi ***
Capitolo 7: *** E vai così.... ***
Capitolo 8: *** ED ORA.. A NOI. ***



Capitolo 1
*** Così tutto ha inizio! ***


TAKA ME LIKE A BEAST!
1)
Quattro e venti di mattina, ancora non avevamo chiuso occhio. Eravamo così agitate per la partenza che non la smettemmo di ricontrollare i bagagli per vedere se mancasse qualcosa. La notte scorsa avevamo festeggiato insieme ai nostri amici l'imminente partenza. Io e Mia siamo migliori amiche dalla prima elementare, perciò le nostre passioni sono sempre state complementari, ma stavolta i nostri interessi si sono uniti in un unica grande passione e che ora sarebbe diventata anche una bellissima esperienza. La partenza per Seoul, in Corea del Sud. 
Abbiamo fatto tanti viaggi assieme, ma questo lo progettiamo da anni e sarà il più significativo della nostra vita. Ormai sono più di sei anni che abbiamo la fissazione per il k-pop e per tutto cio che riguardi la Corea, inoltre entrambe ci siamo appena laureate in Lingue Orientali. Dietro a questa fissazione si è sviluppata maggiormente la mia passione per il canto, la recitazione e quella di Mia per l'estetica e la moda che l'ha portata a conseguire il titolo di estetista.
Dopo aver lasciato i nostri amici alle due, tornammo di corsa a casa di Mia dove avremmo dovuto dormire per prepararci alla partenza del mattino seguente, invece eccoci qua. 
Alle quattro e mezza, Mia teneva in mano una ciocca dei miei lunghi capelli neri passandoci sopra più volte la piastra. < Ecco fatto Emily!Sei bellissima! > Esclamò soddisfatta quando finì di passare anche gli ultimi capelli. < Ora che abbiamo finito anche l'acconciatura passiamo al trucco > Ogni volta che io e lei dovevamo uscire passavamo minimo due ore a sistemarci l'una con l'altra e a decidere cosa avremmo indossato, anche se più che altro era Mia ad avere una predisposizione per l'usarmi come la sua bambola personale, su di me sperimentava trucchi, acconciature, make up e outfit.
Quando ebbe finito anche lei di prepararsi la strattonai mettendole l'orologio davanti alla facciache segnava le cinque. < Basta truccarti Mia! Il taxi è qui giù che ci aspetta > le si illuminò il viso, mi prese per le mani, mi guardò negli occhi immobile e all'unisono mollammo un urlo che probabilmente svegliò l'intero condominio. Di corsa prendemmo i bagagli e li caricammo nel furgoncino aiutate dall'autista. Quando salimmo mano nella mano le dissi < Ora la nostra avventura ha inizio! > lei si limitò ad annuire e a lanciare l'ultima occhiata verso la casa che si allontanava dietro di noi.
Finalmente alle sei e trentacinque di mattina fummo in partenza verso la città dove avremmo fatto scalo. Ci godemmo la partenza e l'ottima colazione offerta dalla compagnia e alle sette e mezza stavamo già atterrando all'aereoporto di Amsterdam. < Em, visto che dobbiamo starci undici ore perchè non visitiamo un po' la città >. Arrivate le otto di sera eravamo finalmente accomodate nei nostri posti sull'aereo piene di suvenir della città e la macchina fotografica piena di foto. Finalmente ci trovavamo sul volo che ci avrebbe portate nella città dei nostri sogni. Ora eravamo pronte per il viaggio più lungo della nistra vita.
Dopo quella che mi sembrò un'etrnità l'hostess che ci aveva seguite per tutto il vaggio annunciò che avremmo cominciato la discesa verso l'aereoporto Incheon di Seoul. A quelle parole i nostri occhi si  incontrarono e successa la stessa cosa della mattina prima, tutti i passeggieri intorno a noi cominciarono a protestare e a fulminarci. Con piccoli inchini ci scusammo con tutti.
All'una e trequarti eravamo con i piedi in territorio SudCoreano e il che ci sembrava ancora un sogno. Guardandoci attorno la prima cosa che decidemmo di fare fu comprare una cartina e cambiare i soldi.
La macchina che avevamo prenotato per portarci al nostro appartamento ci aspettava all'uscita dell'aereoporto, caricati i bagagli cominciammo ad attraversare le vie affollate della città, mi persi con lo sguardo fuori dal finestrino incantata, mi girai verso Mia e vidi che lei stava facendo lo stesso. Il nostro appartamento si trovava in un palazzo altissimo, prendemmo l'ascensore e ci fermammo al 17° piano, l'appartamento era grande e bellissimo e adatto a noi come l'avevamo sempre sognato e per lo più a soli due isolati dalla Cube,la casa discografica del nostro gruppo preferito, i BEAST. Loro, erano il gruppo che ci aveva spinto ad amare la musica coreana.
Nel momento in cui entrammo nel nostro appartamento capimmo guardandoci felici che quello era l'inizio, l'inizio della nostra NUOVA vita.



Salve a tutte, siamo le autrici, per qualsiasi cosa, recensite e noi risponderemo a tutto, speriamo che vi piaccia e che siate curiose di scoprire le niovitò su queste due ragazze. Un bacione **

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Eventi casuali ***


2)
Mentre cominciai a far abituare i miei occhi alla luce del giorno feci mente locale di dove mi trovavo e di che giorno fosse. Il mio occhio destro da sotto il cuscino sbirciò sul mio polso notando che erano le undici del giorno successivo al nostro arrivo. Ciò significava che avevamo dormito per quindici ore di fila. La prima cosa che decisi di fare fù svegliare Mia, che aveva preso sonno nel mio letto il giorno prima. < Buon giorno principessa, primo giorno a Seoul > a quelle parole sbarrò gli occhi, balzò in piedi e mi tirò per un braccio. < .. E allora prepariamoci diamine! Dobbiamo visitare la città! > Non ho mai capito come faccia questo elfo di un metro e sessanta dai capelli biondi ad essere così energico la mattina presto. Decisi finalmente di alzarmi e mi trascinai in bagno ma non appena mi trovai davanti allo specchio lo fissai con riluttanza. Come faccio ad essere così inguardabile di prima mattina? Sono una ragazza più che normale, capelli neri, occhi verdi, un metro e cinquantotto per 56 chili. Non ho niente di speciale ma come riescono ad incresparsi i miei capelli ed a gonfiarsi i miei occhi in maniera così esagerata la notte proprio non lo so. Quella scema della mia migliore amica invece mi guardava con quelli occhioni verdi da cucciolo sotto la sua bionda chioma perfetta e la sua faccia riposata cercando di consolarmi ma solo a guardare la sua perfezione mattutina mi arrabbiai di più. Perciò decisi di lasciar stare e tornare alla mia spazzola e al dentifricio. Dopo circa un ora di preparativi per cercare di ottenere un aspetto apparentemente decente uscimmo dall'edificio e ci dirigemmo ovviamente verso il posto che da anni aspettavamo di vedere, la Cube Entertainament.
Dopo aver chiesto per ben tre volte indicazioni, finalmente arrivammo. Alzai gli occhi e il poster dell'imminente comeback delle 4 minute attirò la mia attenzione. Il nostro obbiettivo erano ovviamente i Beast, ma con l'eccitazione di quel momento, chiunque ci fosse passato davanti penso che saremmo svenute. Il cuore mi batteva all'impazzata, il solo fatto di trovarmi a pochi piani da Lui, mi metteva lo stomaco sottosopra. Ormai erano passati venti minuti e noi eravamo ancora lì con il naso all'insù. Ad un tratto sentimmo una macchina avvicinarsi e subito dopo il boato di un orda di ragazzine urlanti che correvano dietro ad un furgoncino nero dai vetri oscurati. Mia ed io ci avvicinammo per dare un'occhiata ma nel momento in cui leggemmo la scritta BEAST sui cartelloni delle ragazzine ci bloccammo entrambe. Mia ed io ci guardammo e lei tradusse in parole il mio pensiero, < Sono loro! > . Entrambe pietrificate guardammo la scena senza muovere un muscolo.
I sei ragazzi incappucciati e scortati scesero dall'auto. Di loro riuscii a scorgere solo le varie altezze ed i colori dei capelli che li distinguevano, niente di più. Vennero verso di noi che ci trovavamo davanti all'entrata. Ci passarono affianco uno ad uno come a rallentatore, tanto che mi sembrava di trovarmi in un film. Eravamo paralizzate. Venimmo spinte e sbattute via dalle ragazzine che li seguivano come avremmo dovuto fare noi. Passato il momento, sentii un dolore bruciante dietro la nuca. Ci misi un paio di secondi per rendermi conto che Mia mi aveva tirato uno schiaffo < Che diavolo fai?? > le chiesi con astio. La sua faccia era accigliata < Hai capito chi diavolo erano quelli??? E non hai fatto niente??? Sei rimasta imbambolata senza fotografare!!! > a quel punto mi accigliai anch'io < Dai genio, sentiamo, e tu che cosa avresti fatto? > Con aria risoluta Mia si limitò a sbuffare come una bambina, girarsi sui tacchi e andarsene. Tra di noi, per strada, calò il silenzio. Continuammo a camminare senza sapere dove stavamo andando, perché l'unica cosa che affollava i nostri pensieri era la delusione di non essere riuscite ad ottenere niente dalla grande fortuna di averli visti. Una foto, un autografo, un tocco, Niente! 
Dopo un paio di isolati di cammino accantonammo il trauma subito e recuperammo il buon umore anche se con l'amaro in bocca. Decidemmo, quindi, di andare a consolarci con un pranzo in un ristorante tipico, con molto molto cibo. A stomaco pieno di prelibatezze coreane ci diressimo verso casa. 
Dopo una settimana passata tra visite e turismo, alla fine di una giornata di shopping un annuncio di un arancione acceso attirò l'attenzione di Mia che mi strattonò verso di esso. 'CERCASI ESTETISTA'. Questa avrebbe potuto essere l'occasione della vita della mia amica. Le cose che sapeva fare meglio riunite in un unico impiego. Avrebbe potuto sfoggiare il suo coreano perfetto e avrebbe potuto finalmente utilizzare chiunque come una bambola da decorare, invece di farlo solo con me. Decidemmo di entrare e appena fatto il primo passo all'interno del salone una ragazza con i capelli nerissimi, ricci e a caschetto ci venne incontro. < Benvenute ragazze! Come posso rendervi più belle di quello che già site? > Mia con tono dolce ma deciso rispose < Buongiorno signora, guardi sono qui per poter fare il colloqui per il posto di estetista, solo ci sarebbe un piccolo problema, sono Italiana e mi sono trasferita qui da poco, accettereste anche una straniera? > A quelle parole la signora si illuminò < Ragazza mia, nessun problema, ho solo bisogno che tu mi faccia vedere cosa sai fare il posto è tuo > Mia non se lo fece ripetere due volte, mi prese per un polso, mi mise davanti alla donna e mi presentò come se fossi l suo personale manichino d a esposizione < Ecco, guardi, le unghie gliele ho fatte io, sono un mio personale lavoro, come lo sono anche l'acconciatura, il make up e questo bellissimo out fit. Ho studiato molto e mi sono esercitata altrettanto per questo lavoro. Anche le mie unghie le ho fatte io, guardi. > La donna stordita dalle parole velocissime di Mia, valutò per un attimo con aria esperta ciò che le aveva esposto, mi guardò d'un tratto dritta negli occhi e mi sussurrò qualcosa all'orecchio. Mia non avendo sentito ciò che mi aveva detto mi guardò perplessa e disperata, io decisi di ringraziare e uscire. Appena fummo fuori dalla porta mi cominciò a tartassare di domande. La mia faccia triste diceva tutto. Lei si prese disperata la testa fra le mani, poi mi guardò con aria curiosa. < Emi! Giuro che se questo è uno dei tuoi scherzi odiosi giuro che ti strangolo! > io la guardai scoppiando a ridere! < Mimiiii! Hai ottenuto il postooo! > Lei mi tiro uno schiaffo su una spalla e subito dopo mi saltò in braccio quasi strozzandomi e urlando di gioia. 
Dopo aver discusso alcuni punti con la proprietaria, Mia, ridendo e saltellando, decise di tornare a casa per riposare. Dopo una settimana Mia aveva trovato il lavoro che faceva per lei. Mentre io stavo ancora aspettando che qualche casa discografica, dove nei giorni precedenti avevo portato la mia scheda di profilo e il curriculum, mi contattasse. Dovevo inoltre trovare il coraggio di portare il tutto anche in un posto dove non avevo il coraggio neanche di avvicinarmi. Alla CUBE! 




Eccoci tornate con un nuovo capitolo di questa nuova storia. Scusate il ritardo ma lavorando il tempo é raro.. Speriamo che vi piaccia e che continuiate a leggere e recensire.. Facciamo i salti di gioia ad ogni vostro commento.. anche privato.. Grazie mille a tutti ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Incontri del Terzo Tipo ***
























3)

L'indomani la sveglia suonò molto molto, troppo presto. Mia doveva affrontare il suo primo giorno di lavoro e io l'ennesimo di attesa, solo che sta volta sarei stata da sola a trascorrere la giornata ed inoltre dovevo trovare il coraggio di andare a prenotarmi per il provino alla Cube. 
< Buona fortuna cucciola > dopo averla incoraggiata per un po' e averla salutata mi girai, mi chiusi la felpa mettendo le mani in tasca, misi le cuffiette e cominciai a camminare. Ormai la direzione l'avevo capita e imparata. Ero talmente agitata che, con la voce degli Exo in Miracles in december, quasi non mi misi a piangere. Ad un certo punto andai a sbattere contro qualcosa, anzi era un qualcuno. Quando scoprì che si trattava di un ragazzo che continuava a fissare il terreno, incappucciato anche lui e con un paio di occhiali da sole, cominciò a salirmi un enorme senso di colpa. < Oh mio dio, scusami davvero tanto, non stavo guardando dove andavo > lui alzò la testa < Figurati! Neanche io, ero sovrapensiero e non ti  ho vista, mi dispiace > Il senso di colpa mi invase, non volevo assolutamente farmi nemici appena arrivata, pensai perfino che avrei potuto diventare sua amica. Volevo e dovevo scusarmi con quel ragazzo. < Cosa posso fare per farmi perdonare? > La sua bocca si strinse in una linea e il sorriso di prima svanì di colpo. < Purtroppo niente, ti offrirei io qualcosa ma non posso farmi vedere molto in giro > il mio senso di colpa schizzò alle stelle. Dovevo inventarmi qualcosa! < Ya! Se ti va io abito qui dietro, sarei felice di poterti offrire io un ottimo caffè Italiano > Alle mie parole, la linea della sua bocca tornò ad essere un bellissimo sorriso,un sorriso così familiare che mi diede una fitta allo stomaco, ma allo stesso tempo mi dava una sicurezza infinita perciò ci dirigemmo verso il mio diciasettesimo piano. Entrati nell'appartamento lo feci accomodare e mi avviai verso la cucina per preparare i caffè. Presi un paio di tazzine del servizio che avevamo portato dall'Italia assieme ad un altro migliaio di oggetti che personalmente consideravo inutili. Dalla sala da pranzo lui disse < Posso stare tranquillo qui con te? > Non avevo minimamente capito cosa volessero dire quelle parole mi avviai con le tazzine nell'altra stanza < Che vuoi dir.... > In quel momento l'unico rumore che si sentì fu quello delle tazzine che andavano in frantumi sul pavimento, poi, il silenzio totale.
Dal momento in cui i miei occhi incrociarono i suoi, capì perché quel ragazzo era così nascosto e perché quelle labbra mi fossero così familiari. Le tazzine ormai ridotte ad un milione di pezzetti davanti ai miei piedi. Ed io con gli occhi fissi nei suoi. Una lacrima mi scese lenta rigandomi il viso. L'unica parola che mi uscì dalla bocca involontariamente fù < Impossibile > Lui si strinse nelle spalle timido < Vedo che mi hai riconosciuto >. Come diavolo avrei potuto non riconoscere quegli occhi asiatici con quel non soché di europeo e quella bocca fina così giovane che dava vita a quelle note perfette che erano la colonna sonora della mia vita. Son DongWoon, Lui, il mio bias, davanti a me, in casa mia. Il panico mi invase, colui che vedevo solo tramite lo schermo del computer era qui, davanti ai miei occhi. Nella mia testa una vocina urlava 'Emily, svegliati, fai qualcosa. Non devi assolutamente sembrare come le altre fan, sfrutta il momento, altrimenti scapperà'. Decisi di ascoltarla. < Oddio, scusami di nuovo > scattai verso il pavimento per raccogliere i cocci e lui fece lo stesso. < Non avevo mai fatto questo prima d'ora > mi disse con espressione molto sincera. < mi devi scusare tu, deve essere stato un colpo per te >. 'Emily, ripigliati!' < No, è solo che, sai, non capita tutti i giorni dei ritrovarsi il proprio cantante preferito in casa propria > lui sorrise < Cantante preferito? > Abbassai lo sguardo al suolo < Già, lo sei > Sorrise di nuovo e mi mandò in tilt < E' un piacere signorina …. > mi interrogò < Emily > mi porse la mano < DongWoon > 'So benissimo chi sei' Al contatto con la sua mano il mio cuore accelerò e la mia faccia prese fuoco. < Sai è la prima volta che sono da solo con una mia fan > Mi allertai < Ehi! Non classificarmi come una delle tante, non voglio mica tirare fuori gli striscioni e mettermi ad urlare il tuo nome strappandomi i capelli > Lui rise sonoramente < Grazie mille, sarebbe alquanto strano, allora diciamo che posso considerarti una nuova amica? > 'Oh cavolo' < Certo, ovviamente > Il mio cuore scoppiò al solo pensiero < Allora, nuova amica, hai intenzione di farmi assaggiare questa tazza di caffè Italiano? > 
Fù così che passai la mia mattina con Lui. Parlammo di me, di lui, di Mia e del suo amore spassionato per Gikwang, del mio essere fan, del mio sogno, del suo, del gruppo. Le ore volarono e non pranzammo neanche. Il bello fù che lui mi faceva un sacco di domande e mi ascoltava interessato come se il solo ascoltarmi gli piacesse. 
< Aish! E' tardissimoo! > Lui scattò in piedi subito dopo aver controllato l'orario. < Ho le prove con il gruppo e non ho neanche detto dove stavo andando > la domanda mi sorse spontanea e gliela feci senza pensare < E dove stavi andando? > Lui rise per la mia espressione e subito dopo, fissando serio fuori dalla finestra, rispose < Quando mi sento stanco e oppresso mi maschero ed esco tra la gente normale cercando di non pensare. E tu? Dove andavi con quell'aria triste? > ci pensai un secondo ed infine optai per la verità < Stavo cercando il coraggio per venire alla Cube per portare la mia scheda personale e prenotarmi per un provino, sono una cantante, ma so di non avere chance > Lui sbarrò gli occhi e la mascella gli cadde < Davvero? > io annuì col capo < Eh già, ma non ho molta fiducia in me stessa, non ce la farò mai > Con un passo si avvicinò , mi prese le mani con aria rassicurante < Neanche io non avevo fiducia nelle mie capacità, ma qualcuno credette in me, e ora, io credo in te > Lo stupore e l'euforia si mischiarono nel mio cuore e come successe poco prima la sorpresa esplose in una domanda diretta < Ma come fai ad essere così? Sei famoso, sei.. bhè sei TU! Perché ti perdi con una ragazza come me, tra tutte le altre come me, perché proprio io? > Mi mise un dito severo davanti alla faccia < Ehi! Me lo hai detto tu che non sei come le altre fan, sei una mia amica ora. E io ovviamente, da nuovo amico voglio aiutarti! > Il mo cuore a quelle parole ebbe un arresto cardiaco, le gambe stavano per cedere, ma lo nascosi. 
Gli lasciai il mio numero, lui si coprì in modo da non essere riconosciuto, lo accompagnai fino all'ingresso del palazzo, mi ringraziò e sparì tra la folla. Con lui se ne andò anche l'idea che potesse essere stato vero. Mi sbattei sul divano e non mi mossi più. Era stato tutto solo un sogno! Un sogno bellissimo. 




Buona sera ragazze eccoci con il nuovo capitolo di questa sempre più intrigata storia, speriamo che il sogno di Emily diventi realtà un giorno o si trasformerà in uno spaventoso incubo??! Scopritelo nel prossimo capitolo..
p.s: scusate l'intrusione degli Exo, ma quella canzone è perfetta per lo stato d'animo di quel momento :( Perdonatemi !!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** E se non fosse la mia strada.. ***


4)

La voce di Mia risuonava nella mia mente. Acuta e lontana, la sua voce mi chiamava. < Emily! Sveglia Emily! Sono a casa! Svegliatiiii! >. Lentamente aprii gli occhi e vidi Mia che mi guardava preoccupata. Appena si accorse del mio sguardo mi chiese cos'avessi e io scoppiai a piangere. Era stato solo un sogno, un bellissimo sogno. Diavolo mi era sembrato tutto così reale. < Em, ti prego non piangere. Dimmi che è successo, chi è stato qui? > a quelle ultime parole sbarrai gli occhi e la guardai con un enorme punto interrogativo sulla faccia. < Ho visto le tazzine del servizio da caffè in frantumi , che diavolo è successo qui? Chi c'è stato? > scattai in piedi, mi misi ad urlare e a saltellare applaudendo. Non era stato un sogno. < Mia, non è stato un sogno! E' stato tutto vero! E' venuto davvero! Lui è stato qui! > Mia non riusciva a capire e mi strattonò per un braccio cercando di trattenere la mia euforia. < Mi puoi spiegare che cos'è successo una volta per tutte per favore? > Mi misi a ridere < Mia. Non ci crederai mai. Oggi per strada mentre camminavo ho sbattuto contro un ragazzo, per scusarmi l'ho invitato a bere un caffè anche se non avevo idea di chi fosse perchè era incappucciato e portava un paio di occhiali a lenti scure e.. > lei mi interruppe < Ma brava brutta idiota! Hai invitato uno sconosciuto in casa nostra. Maledizione Em! Poteva essere chiunque! Certo, portiamo a casa gli sconosciuti! Magari un maniaco. > Io la fermai e le sorrisi < Mia! Era Lui! Era l'amore della mia vita! Era Woon! > Lei mi guardò sbalordita < COSAA?! Dongwoon?? Il maknae dei Beast? > io annuii con la testa < davvero? E' impossibile! > La presi per le mani < Anche io pensavo di aver sognato, invece è stato tutto reale, Mia! Abbiamo parlato per ore con così tanta naturalezza e semplicità. E' Stato incredibile Sorella! > Lei sorrise < Oddio, sono contenta per te Stellina! Forza, siediti qui e raccontami subito tutto > ci sedemmo nel divano e iniziai a raccontarle tutto con entusiasmo finché non ci addormentammo.
< Emily! Em ! Emiliucciaaa sveglia tesoro è il giorno del provino > erano passati dieci giorni dall'incontro con Woon, mi aveva scritto per farmi sapere che quello era il suo numero, insistì più volte per che lo salvassi in caso di emergenza. Io gli scrissi solo per informarlo che avevo ottenuto il provino, ma non avevo più ottenuto risposta. Ad oggi ancora nessun segno. Nei giorni precedenti finalmente presi il coraggio di passare alla casa discografica per prenotarmi al provino. Passati un paio di giorni mi avevano già contatta e oggi dovevo essere in casa discografica alle dieci e morivo di paura. Ma ogni volta che mi sentivo insicura, ripensavo alle parole che Lui mi aveva detto quel giorno e sapevo che, se non si faceva sentire era per colpa del lavoro e che lui credeva in me. Me l'aveva detto e io ci credevo, come credevo alle parole d'incoraggiamento di Mia che ogni giorno si facevano sempre più insistenti. La mia migliore amica con la colazione sul vassoio mi svegliò teneramente, quello era il suo modo per augurarmi buona fortuna ed era tutto ciò che mi serviva. Dopo aver accompagnato Mia ed esse arrivata davanti alla Cube, il panico cominciò a salire. “ che diavolo faccio? No, no, io non ci entro! ” ad un tratto mi sentii spingere su per gli scalini da due mani che mi tenevano per le spalle. Mi girai e rimasi di stucco < Sapevo che avresti dubitato di te stessa e avresti tentato la fuga. Senti che puzza, te la stai facendo a dosso eh!!!? > la guardai con area perplessa < Che ci fai qui? E smettila di prendermi in giro scema! > scoppiammo a ridere < ho chiesto a JaeHee il permesso per poter venir qui e vederti entrare > ero paralizzata < Grazie Mia, mi conosci più di chiunque altro! Ti voglio bene! > continuò a spingermi  fino in cima e attraverso la porta a quel punto mi tirò una pacca nel sedere < Ora và e torna vincitrice! > mi sorrise , mi abbraccio e si allontanò salutandomi con la mano. Chiesi informazioni alla reception di dove sarei dovuta andare e mi accompagnarono fino al primo piano in una stanza dove attendevano altre sei ragazze, alla vista della concorrenza sbiancai. Mi sedetti in un angolo dove ripassai il testo e provai senza infastidire le altre. Tre ragazze mi avevano preceduta e una di loro era uscita completamente in lacrime, l'idea mi terrorizzava. < Emily Castro?! > mi alzai < Sono io, Ajhussi! > lo stomaco mi si chiuse e la gola mi si seccò, passo dopo passo attraversai il corridoio finchè non entrai nella sala dove il mio mondo crollò. Lui, lui era lì, con tutti gli altri. I giudici, tra i quali il presidente e il segretario della casa discografica mi fissarono. Ma Lui era li, in piedi davanti a me, mi schioccò un occhiolino quando mi vide paralizzata. Nn ci dovevo pensare! Dovevo dare il massimo! < Buon giorno Miss Emily , da quello che vedo dalla sua scheda personale lei è italiana, giusto? > < Si presidente, da Venezia, al nord > sbarrò quei piccoli occhi a mandorla < Omo, si, conosco Venezia ci ho fatto il viaggio di nozze. È la città dell'amore > mi disse entusiasta < Si lo so. Anche se io tutto questo amore, non l’ho mai trovato > risposi sorridendo < In ogni caso, lei parla molto bene il coreano per averlo imparato all'università > guardai DongWoon dritto negli occhi < Signore è anche grazie alla mia migliore amica e ringrazi anche i ragazzi qui presenti se ho questa parlata, ho ascoltato molto le loro canzoni e di altri gruppi, che oramai ho inparato le cadenze di tutte le parole > < Mi fa molto piacere che le piacciano i nostri ragazzi. Per quanto riguarda la sua esperienza con il canto? > < Guardi ho incominciato in prima media a scoprire la mia voce e a prendere lezioni, poi dalle superiori ho iniziato a praticare da autodidatta, ho esordito cantando ai matrimoni e poi ho fatto qualche concerto nella mia città > facendo piccoli cenni di assenso con il capo, continuò < Molto bene, sono proprio curioso di ascoltarla > . Cominciai a cantare a cappella il brano di Beyoncè, Listen. I miei occhi volarono fino al punto in cui stava in piedi Woon poco prima, ma non c’era. Lo cercai con lo sguardo e vidi che si era messo dietro al pianoforte a coda che stava sulla mia sinistra, non so come facesse, ma conosceva la canzone e si mise ad accompagnarmi creando le melodie giuste con le sue dita affusolate.  Mentre cantavo mi  sentii trasportare dalla musica e dalle mie parole, i nostri occhi erano incatenati e per una volta mi sentii sicura di me al cento per cento, come se tutto in torno a me fosse scomparso. C'eravamo solo io e lui che insieme stavamo creando una delle canzoni più belle che avessi mai ascoltato. Lo vidi chiudere gli occhi, assortito nella musica, fare un sorrisino compiaciuto e tornare a guardarmi con quegli occhi decisi. Alla fine del brano il presidente si alzò in piedi applaudendo e così fecero anche gli altri, non capivo se fosse per me o per lui, perciò, scegliendo la più ovvia tra le opzioni, mi girai e applaudì anche io. La mia attenzione venne richiamata quando il Presidente mi chiamò < Signorina! Ringrazi il nostro DongWoon per averla accompagnata > feci un inchino e mi incantai sorrisi felice che anche lui la pensasse così < La ringrazio Signore >. Dopo un inchino, feci per andarmene quando il presidente mi fermò < Signorina mi permette l'ultima domanda? > mi fissò serio < Certo presidente > < Perché ci tiene ad esordire? > non sapevo che dire, cosa rispondere, ma il mio sguardo cercò quello della mia ispirazione, e anche lui mi guardava < Bhe, signore lei prima ha parlato di magia, la magia la sento dentro di me ogni volta che canto e vorrei che tutti potessero vivere e condividere la mia magia, inoltre qualcuno un giorno mi ha detto che credeva in me, che avrei potuto farcela. Io credo in questa persona, credo nelle sue parole e non vorrei deluderlo. Mai, Signore! > calò il silenzio < Le faremo sapere miss Castro > girai sui tacchi e mi affrettai ad uscire prima che le lacrime iniziassero a scendere. Corsi, corsi fino a trovarmi in una parte buia del piano, mi appoggiai con la testa e  il viso in un angolo così da nascondere le lacrime e cominciai a piangere. Poco dopo ebbi un fremito. Due braccia mi avvolsero da dietro e la testa si appoggiò alla mia cullandomi, quel abbraccio scatenò una nuova ondata di lacrime. Avevo capito chi fosse, ma saperlo faceva male. Non lo potevo avere. Non potevo neanche dire di conoscerlo. Chi ero io per poter pretendere qualcosa da lui?! < Sei stata magnifica amica mia > a quelle parole mi girai per veder il suo viso, bello come sempre mi fissava sorridente < dov'eri finito? > il suo sorriso scomparve e in lacrime continuai < Credevo di esser diventata pazza di aver sognato tutto, pensavo che mi considerassi solo una fan come le altre, una nullità > lui mi zittì con un dito < Ehi, ora sono qui, sono qui, sei stata meravigliosa! Ho avuto i brividi e cavolo hai portato la mi canzone preferita e nessuno lo sa > singhiozzai una risata, ecco come faceva a conoscerla, era la sua canzone preferita, però avevo ancora paura di perderlo, di non vederlo mai più < Promettimi che non dovrò più sentirmi una pazza visionaria, che sarai veramente mio amico come hai detto! > lui scoppiò a ridere < Te lo prometto, e per provartelo ti farò conoscere il resto del gruppo, gli voglio presentare la mia nuova amica, che ne dici? > sorrisi e pensai subito a Mia < Devo portare anche una persona se mi è concesso > < Certo, la tua coinquilina, quella che ha il poster di GiKwang in bagno? > già... < Si lei , la mia migliore amica, però non dire a KiKi che tiene li una sua foto, sarebbe imbarazzante, sai lei è follemente innamorata di lui, ha giurato fedeltà ad una sua fotografia per anni! > “ giuro che la ammazzo, lei e la sua maledetta mania di averlo dappertutto, capisco in frigo per stimolarle la dieta, ma in bagno no!!” scoppiammo a ridere < Va bene amica, non lo farò, ora pensa a passare il provino > mi staccai da lui e feci il saluto militare per confermare che avrei obbedito < Brava piccola >.




Scusateeeeeee, l'attesa è stata snervante anche per me.. volevo cambiare qualcosa nel capitolo ma non sapevo cosa perciò ora che sono riuscita a finire le modifiche ho caricato immediatamente. Vi prego perdonatemi u.u .. 
Tornando al testo.. Ecco il continuo tanto atteso, ce la farà la nostra piccola Em a farsi notare? O magari quella non era la sua strada e cercherà altrove.. commentate in tanteeee 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Novità e Sorprese ***



5)
Ormai erano passati cinque giorni da quello del provino e l’attesa mi snervava. Mi trovavo in bagno, mentre facevo il mio solito rituale post risveglio per non avere un aspetto da zombie, quando il mio telefono squillò. Sopra allo schermo brillava la scritta “Numero Privato”. Subito chiamai Mia che riordinava le sue cose nella sua stanza e risposi. Dall’altra parte tuonò una profonda voce maschile, seria ma cordiale < Salve signorina Castro, posso chiamarla Emily? > non riuscivo a respirare dall’agitazione, inoltre avevo Mia con il fiato sul collo che cercava di capire le parole che arrivavano dall’altro lato della cornetta. < Si figuri signore, certo che può, mi dica.. > le parole mi uscirono velocissime perché capii immediatamente di chi si trattava < Emily, ci scusi per averla tenuta sulle spine in questi giorni, ma abbiamo guardato e riguardato la sua performance e sono contentissimo di informarla che ha semplicemente sbalordito tutti e siamo più che felici di darle il benvenuto come nuova stella esordiente nella nostra casa discografica! > Io e Mia scoppiammo in urlo fragoroso < Mi scusi! Anzi, La ringrazio, la ringrazio signore, la ringrazio davvero! > Lo sentii ridere < Benvenuta! Riattacco > spensi la chiamata e Mia mi saltò in braccio urlando < Grande sorella, sapevo che ce l’avresti fatta! > mi battè il cinque e saltò giù dalle mie spalle. 
Come era ormai di consuetudine, Woon mi chiamò e io risposi euforica < Ehilà Oppa! > subito dopo mi resi conto che chiamarlo così non era da me, lui non se ne preoccupò e rispose < Brava Em! Hai visto, te l’avevo detto che eri stata meravigliosa e che ce l’avresti fatta! > sorrisi < Grazie Woon, è stato tutto merito tuo, del fatto che tu conoscessi la canzone, che mi abbia accompagnata e incoraggiata >. Dal giorno dell’audizione e dalla sua promessa, aveva trovato il tempo ogni giorno per chiamarmi almeno due minuti per sentire come stavo o per sapere se avevo ricevuto notizie e via così per ogni giorno di attesa. Ora che la notizia era arrivata rimasi un po’ amareggiata dal fatto che non lo avesse saputo da me, ma cosa potevo pretendere, lui lavorava li e conosceva tutti, d’ora in avanti saremmo stati colleghi. Mia invece dal giorno dell’audizione fremeva più per la data dell’incontro promesso da Woon con il gruppo che per il risultato del mio provino. Infatti, per la gioia della mia amica, poche ore più tardi, arrivò il messaggio di Woon che annunciava un'altra grande notizia < “CONGRATULAZIONI AMICA! QUESTA SERA IO E L’INTERO GRUPPO DEI BEAST TI INVITIAMO ALLA TUA CENA DI INIZIO CARRIERA! PORTA ANCHE MIA E SIATE CARINE! PASSIAMO A PRENDERVI ALLE 8” > Questo fù il messaggio che scatenò una reazione urlante di Mia.  < COOSAAA?! Oh mio dioooooooo!!!! > La reazione di Mia a quel messaggio fù quattro volte più euforica di quella per l’inizio della mia carriera. Ora che ci pensavo però mi parve scontato il perché non me li avesse presentati prima,  capii che voleva aspettare la risposta della Cube per non creare problemi o scatenare pettegolezzi indesiderati. In sottofondo sentivo il lamenti di Mia mentre si aggirava per la casa piagnucolando < Cosa diavolo mi metto? E se non sto simpatica a Kiki? Come mi trucco? E se poi mangiando mi cadono le bacchette? Potrebbe perfino non calcolarmi! Oddio se ci penso.. > Non la sopportavo più, sentirla così mi metteva in ansia perciò corsi in camera, presi il portafoglio e la borsa, lanciai a Mia le sue scarpe e le dissi < Mettile! Andiamo a farci belle! > la sua faccia si illuminò e mi seguì fuori dall’appartamento. Passammo così l’intero pomeriggio, tra estetista, parrucchiera, centri commerciali e negozi di scarpe. A fine giornata sembravamo due ragazze pronte per il ballo di fine anno americano. Andammo a casa, posammo le nostre cose e non appena cominciammo a chiederci quanto mancasse il telefono squillò. e così facemmo. Appena uscite dell’atrio ci guardammo scoppiammo a ridere e ci abbracciammo con  un intesa che solo noi riuscivamo ad avere. Un clacson ci distrasse e vidimo una macchina nera che accostò. Dalla porta di destra Woon scese e sgranò gli occhi. < Deduco che non siete state a casa a riposare oggi > disse Woon venendomi ad abbracciare < Eh no! Ci siamo date al lusso oggi! > Ridacchiai e mi girai verso Mia. Appoggiai una mano sotto al suo mento e con una pacchetta le chiusi la bocca, era paralizzata. <  Mia ti presento.. Bhè, sai benissimo chi è! Woon, lei è Mia > Lui le porse la mano e lei la guardò, la spintonai e allora come svegliata da un sonno profondo allungò la mano e si presentò. A quella voce squillante e così familiare ci girammo e notai che tutti e cinque erano scesi e si dirigevano verso di noi. La voce che richiamò la nostra attenzione era quella del nostro famosissimo Main Vocalist, ma il primo a presentarsi fù il leader  < Salve ragazze io sono Yoon DooJoon, il leader del gruppo > Mi strinse la mano ma prima che si chinasse per baciarmela, una galanteria di cui mi sentii lusingata, Woon si mise in mezzo con le braccia aperte e disse < Ragazzi non serve che ci presentiamo uno ad uno, loro sono nostre fan, ci seguono dal nostro debutto >  tutti rimasero stupiti e io e Mia guardammo a terra per nascondere la vergogna, tirai una pacca allo scemo che avevo davanti. < Ok dai, io però voglio conoscere quella bellissima ragazza > La voce di GiKwang esordì su gli altri commenti e a sentire quella frase sbiancai, se lui chiedeva di conoscermi, Mia ne sarebbe stata distrutta, mi avrebbe odiato e tenuto il muso tutta la sera. Lui avanzò si fece spazio tra gli altri e porse in avanti la mano, ma la direzione non era la mia. La faccia di Mia che poco prima mi fissava sbalordita ora era passata a fissare la mano del suo idolo che voleva stringere la sua. < Tu sei?! > la incalzò Kiki. < Sono Mia > Entrambi sorrisero e si tenerono per mano per un tempo insolitamente lungo per una presentazione. Alla fine si erano presentati tutti, o meglio, io mi ero presentata a tutti. Mancava l’ultimo dei Beast, era rimasto dietro ai suoi colleghi tutto il tempo con le mani in tasca, avvolto da quell’aurea di mistero che il suo smoking nero gli donava. Per tutto il tempo in cui ero stata fan gli avevo visto mostrare mille sfaccettature della sua personalità, ma da quello che avevo visto con Woon, non sempre i caratteri che mostravano erano reali. < Ehi Jun, vieni a salutare le nostre nuove amiche > lo incalzò il Leader. Lui alzò la testa e mi fulminò. Quello sguardo duro e indifferente, gli dava un’aria sexy ma odiavo il fatto che fosse così antipatico. Che gli avevamo fatto? Con passo svogliato si diresse verso di noi e nel momento in cui mi fù davanti mi guardò, alzò un sopracciglio con aria cattiva  e fece scivolare una mano fuori dalle tasche dei pantaloni. < Piacere, Tu sei Emily, quella che dovrebbe essere la nuova stella esordiente, e lei è la tua amica estetista, Mia >  la mia espressione era seria, i miei occhi erano fissi nei suoi e viceversa. < Il piacere è tutto mio >. Gli strinsi la mano con tutta la forza che avevo. Lui si ritrasse dalla stretta si girò di scatto e con passo lento tornò alla macchina, aprì la portiera e prima di salire mi guardò, fece un mezzo sorriso e si sedette. < Scusalo amica, lui è fatto così, si fa di quei problemi che a volte non riusciamo neanche ad  immaginarci > Woon si scusò per lui e decidemmo di salire in macchina anche noi. Quando la macchina si fermò ci trovavamo davanti ad un lussuosissimo ristorante nel cui parcheggio non c’erano molte auto. Scendemmo e subito notai che Mia e Kiki ridevano e parlavano a bassa voce l’uno vicino all’altro, la cosa mi intenerì, Woon era accanto a me e mi guardava con  la coda dell’occhio per cercare di non farsi vedere, Du discuteva animatamente con Seung sulla nuova coreografia che secondo uno era la più complessa mentre l’altro sbuffando  si offrì di aiutarlo l’indomani. Notai che dietro di tutti se ne stavano Jun e YoSeob che discutevano in silenzio. Dal poco che riuscivo a carpire intuì che YoSeob, attaccato al braccio dell’amico, gli faceva la faccia da cucciolo per cercare di convincerlo a non essere così scortese nei nostri confronti. < Vedrai hyung, non è come pensi tu. Non succederà niente. Woon sa quello che fa > gli bisbigliava Seob all’orecchio. Feci finta di niente e lanciai il mio miglior sorriso a Woon che mi prese sotto braccio e mi strinse forte. 
Entrati nel locale il proprietario ci fece accompagnare da un cameriere in una stanza che era stata apparecchiata solo per noi, un grande tavolo con otto sedie era stato posto a centro sala e sul lato destro un altro tavolo con alcune portate stava lì ad aspettare noi. Ci accomodammo e io mi ritrovai vicino a Woon e Mia che a sua volta aveva vicino Kiki. Di fronte a noi stavano gli altri e per nostra sfortuna io e Jun sedevamo uno di fronte all’altro, lui sbuffò fece per alzarsi ed andare a sedersi lontano da me, ma YoSeob lo schiacciò al suo posto e si sedette accanto a lui. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Sapori e Profumi ***



6)
Non appena ci fummo accomodati tutti nella nostra elegantissima sala da pranzo, sorvegliata esternamente dalla security dei Beast, sbucò una cameriera vestita con una camicetta di seta bianca e una gonna attillata nera che stringeva timida un blocchetto. La voce le tremava quando con cortesia ci chiese cosa desiderassimo, ovviamente aveva riconosciuto chi fossero loro e probabilmente la cosa la spaventava. Oh come la capivo, anche io facevo fino a pochi mesi prima la cameriera per potermi mantenere gli studi, pagarmi le bollette e finanziarmi questo bellissimo viaggio, l’avevo fatto per sei anni e a Venezia era capitato anche a me di servire persone di un certo rilievo, ma se avessi solo pensato di servire dei cantanti famosi mi sarebbe venuto un colpo. Per questo cercai di essere il più gentile possibile. Con mio grande stupore, quando quella ragazza minuta come me si rivolse a prendere le ordinazioni di Jun, lui sorrise e fù molto più che gentile. La cosa mi fece ribollire il sangue nelle vene. Cos’avevamo fatto noi di così tanto brutto da meritarci un trattamento simile da parte di Mr. Lunatico?! Mangiammo e bevemmo per circa un’ora e durante la cena mentre parlavo con YoSeob, Woon e Kiki scorsi più volte lo sguardo di Jun intento a fissarmi con aria impassibile, ma non appena me ne accorgevo si accigliava e si girava cercando di intervenire nei discorsi di Seung e Du seduti alla sua destra. Decisi infine di ignorare quei suoi comportamenti e di godermi la compagnia degli altri. La serata continuò così tra fiumi di birra e ottimo cibo coreano, che adoravo. Ad un certo punto della serata nessuno si poteva più considerare totalmente lucido. La scena era tra le più classiche, Jun si era messo a sedere su uno dei divanetti della sala in un angolo e fissava la sua ennesima bottiglia quasi vuota con uno sguardo corrucciato, il che mi portò a domandarmi che diavolo passasse per la testa a quel ragazzo. Ignorai momentaneamente la domanda. Dal lato opposto della sala Du e Seung armeggiavano con il telefono di quest’ultimo, che aveva un sproporzionata grandezza, per cercare di selezionare un video inerente alla loro discussione che ormai, persa nei miei pensieri avevo smesso di ascoltare. Alla loro sinistra sedevamo io, Woon e Yo, i due erano intenti a parlare di canzoni Americane e Coreane messe a confronto, cercavo di seguire il discorso ma la mia mente vagava altrove. Avevo sempre, o per la maggior parte del tempo lo sguardo dritto avanti a me dove sedevano appoggiati al tavolo Mia e GiKwang che se la ridevano e si raccontavano di tutto e di più. Per quei due c’era stata subito una grande intesa, i loro caratteri erano quasi smielatamente uguali. Emanavano gioia da tutti i lati. Mi soffermai ad analizzare il viso della mia amica, che solo io conoscevo in ogni suo minimo dettaglio. Il suo colorito era abbastanza evidenziato, segno che aveva caldo e che era emozionata, inoltre sbatteva le ciglia come una ragazzina e ciò significava che lui era l’unica cosa che riusciva a vedere, d’alto canto era seduta a pochi millimetri dal suo idolo barra amore segreto e stava sostenendo una conversazione normale senza essere ubriaca. Mia era così, era sempre la prima a tornare sobria e questo le costava dovermi sempre sostenere mentre barcollavo felicemente ubriaca. Cominciai a sentire l’alcool in testa e a vedere le cose a rallentatore. Sentì il bisogno del bagno e capì che quella poteva essere una buona occasione per poter conferire con Mia. Ci dirigemmo verso il bagno e una volta finito, raggiunsi Mia che mi aspettava vicino ai lavandini, mente mi lavavo le mani e la faccia la guardai attraverso lo specchio ed aveva un'espressione beata, intuì che stesse sicuramente pensando al suo nuovo amico nell’altra stanza < Come va con GK? > Mia si illuminò < Oddioo.. Siamo entrati subito in sintonia.. Davvero Em, non mi sembra vero è una persona meravigliosa. Mi ha raccontato una sacco di cose su di lui ma soprattutto ha voluto sapere un sacco di cose su di me e su di noi ed è rimasto sorpreso e colpito quando ha saputo che ho un fratello gemello e che io e te siamo migliori amiche dalla prima elementare > In quel momento la abbracciai, mi sentivo così orgogliosa di lei che quasi la strozzai. Uscimmo dal bagno e ci fermammo davanti all’entrata della stanza, guardai Jun che parlava con Kiki ridendo e pensai al suo sguardo di prima, non riuscivo a capire perché mi guardasse così. Forse gli ero antipatica o forse stava solo cercando di capire che tipo di persona fossi. Ebbi un brivido che mi scosse tutta e Mia se ne accorse < A che stai pensando Em? > mi chiese Mia con sguardo perplesso. Continuai a fissare dentro la stanza < Jun mi deve odiare fin troppo, stavo pensando al suo sguardo. Non riesco a capirlo > La sua faccia divenne rigida < Perché dovrebbe? Non gli hai fatto niente Em! > aveva ragione < Già. Ma durante tutta la serata ha continuato a lanciarmi sguardi duri e di sottecchi > La sua espressione si fece più dolce e comprensiva < Vedrai che non ha niente contro di te, siamo sue fan da anni, ormai avremmo dovuto capire che lui è quello più riservato, forse è così perché non ti conosce, non vi siete mai parlati sta sera a parte per le presentazioni. Con me prima ha parlato un pò e mi sembra un ragazzo normale come abbiamo sempre pensato > Abbassai lo sguardo, forse Mia aveva ragione < Speriamo che sia davvero così > A braccetto entrammo nella sala e tornammo ai nostri posti. Woon mi guardò e gli sorrisi < Ci vedremo spesso da lunedì > mi disse con il suo sorriso smagliante < Già non vedo l’ora di iniziare, finalmente il mio sogno si avvera e tutto questo è anche grazie a te che mi hai dato più coraggio e sicurezza > Lui sorrise di nuovo < Non è vero, sei tu che sei stata bravissima lì dentro > Fui contentissima di sentire quelle cose da lui, mi fece passare totalmente di mente i dubbi che avevo < Grazie, ho un pò paura, ma vedi, la maggior parte delle volte non credo in me stessa però a quel punto arriva Mia che mi incoraggia sempre e credo che con lei potrei superare tutti gli ostacoli del mondo, è sempre stato cosi, lei incoraggia me e io incoraggio lei quando ne ha bisogno e sentire queste cose da un'altra persona che non sia lei..sopratutto sentirle dal mio idolo, mi rende ancora più felice >  lui mi guardò e mi sorrise calorosamente < Allora se vuoi ti ripeterò che sei brava finché non ti stancherai di sentirmelo dire! E' normale avere paura e a volte dubitare di se stessi anche io ne avevo, però grazie agli altri del gruppo ci siamo fatti forza a vicenda quindi anche io voglio aiutarti > A quelle parole credo che il mio cuore saltò un battito, gli sorrisi timidamente mentre pensai  “cavolo questo ragazzo è davvero fantastico e il suo sorriso, wow, è ancora più bello dal vivo come tutto di lui” oddio, dovevo distrarmi altrimenti avrei avuto questa espressione ebete ancora per un po’. < Come sta andando il vostro comeback? > dissi cercando di cambiare discorso, Woon si illuminò < Benissimo, voi avete già sentito le nuove canzoni vero?! >  Puff! Che domande! Ovvio che si! Lo guardai con aria falsamente contrariata < Certo che si che domande! > le sue labbra si incresparono in un sorriso e mi guardò felice < Ahn ecco! Altrimenti sarei stato deluso se non  le aveste ancora ascoltate! >, nel suo bellissimo viso si disegnò uno sguardo curioso < Bene! Mi fa piacere! Posso chiederti qual è la nostra canzone che vi piace di più? > Cavolo noi amavamo tutto di loro < Non saprei, You, Mastermind, Easy, Thanks To.. Mia come me adora You, Because of you ma si emoziona continuamente con Lightless, Shock e Bad girl.. Anche se devo dire che sei un po' sleale! > lo guardai con aria imbronciata, lui rimase sorpreso < Perché?! > Feci un occhiolino < Perché non puoi chiedermi quali siano le nostre canzoni preferite! Ne ho dette solo alcune perché altrimenti te le avrei potute elencare tutte >  scoppiai in una risata divertita quando vidi la sua espressione sollevata e si unì a me nella risata < Mi stavo seriamente preoccupando, quella sleale sei tu! Comunque, cara amica mia, sono felicissimo di questa tua dichiarazione > Gli diedi una pacca ma continuammo a ridere.
< Ragazze belle, dove possiamo portarvi ora? > Chiese gentilmente Du rivolgendosi a me e Mia. A quella domanda YoSeob si alzò rumorosamente in piedi felice < Portiamole nel mio locale preferito. Gli piacerà sicuramente! >
Dopo venti minuti avevamo raggiunto il posto suggerito da YoSeob. Era così bello. Ci trovavamo al 15° piano di un edificio vicino al ristorante dove si trovava un meraviglioso bar con un immensa terrazza che faceva vedere l'intera città.  Con una telefonata Yo l'aveva completamente prenotata in modo che fossimo lasciati tranquilli. Appoggiata alla vetrata che si sporgeva sulla città mi sentii percorrere da un brivido di freddo dovuto all'aria che soffiava leggera a quell'altezza. Quasi mi persi con lo sguardo tra le mille luci di questa città che fino a poco tempo fa avevo solo sognato. Non mi resi neanche conto che i ragazzi erano tutti intenti a giocare ad un gioco da tavolo. Dopo un po' che mi trovavo in quella posizione mi accorsi di star tremando parecchio ma non avevo la forza di allontanarmi per andare a prendere la giacca al tavolo. Avevo paura che se mi fossi mossa sarei caduta a terra come avevo rischiato di fare nelle ore precedenti. Non ero mai stata brava a reggere l'alcool ma passavo tutte le mie serate all'insegna di esso ridendo come una pazza e alla fine non ci pensavo, ma quella sera, la sera che avrebbe dovuto essere stata la più felice della mia vita mi sentivo triste. Mi sentivo strana. Inoltre mi sentivo molto insicura riguardo al lavoro che avrei cominciato dopo un paio di giorni.
I miei pensieri furono interrotti da una giacca che mi venne posata sulle spalle. < Sei come pensavo, irresponsabile! > mi voltai per vedere chi fosse, troppo velocemente. Ebbi un capogiro e finì a braccia aperte sul petto di Jun. < Pure una grande maldestra?! >. Divenni paonazza e cercai le parole per potermi scusare ma venni interrotta dalla voce di Woon. < Em, tutto ok? > d'un tratto mi ritrovai tra le sue braccia e mi scortò fino al tavolo. Dopo aver bevuto un bel bicchiere d'acqua e aver preso un pò di colorito in viso mi decisi a scusarmi con Jun, anche se non sapevo se sarebbe stata una grande idea farlo davanti a gli altri. < Ehm.. Jun.. volevo scusarmi con te >  YoSeob scoppiò in una fragorosa risata, talmente tanto che pensammo si sarebbe messo a piangere. < Ragazza mia, ti stai scusando con Jun per esserti lanciata tra le sue braccia?! > Io deglutì rumorosamente diventando rossa come il fuoco e mi affrettai a ribattere. < In realtà volevo scusarmi per altro.. ho intuito durante la serata che non sono il tipo di persona che ti va genio e vorrei scusarmi se magari ti ho dato un'impressione sbagliata e negativa di me! > il mio tono era serio e accusatorio. Mi guardarono tutti con una faccia sbalordita, tutti tranne lui che si alzò e mi disse < Non ho niente contro di te ragazzina, solo non vorrei che ci fossero complicanze a causa tua! > Complicanze? Non riuscivo a capire. Mi considerava un pericolo pubblico? Detto ciò si girò e scomparve tra le luci del locale. < Lo devi perdonare.. ha solo paura che ci possano essere dei problemi con la casa discografica,  per via del fatto che devi ancora esordire, se si sapesse che sei già come una di noi, potresti risultare raccomandata o qualcosa di simile, tu non hai fatto niente piccola > La mia faccia cambiò colore alle parole di Woon.. Non avevo pensato a questa possibilità. Mi  salì lo stomaco in gola al solo pensiero di poter danneggiare la Cube e perfino i Beast! DuJun vide la mia faccia e intervenì subito. < Tranquilla Emily, con un po' di prudenza non sarà necessario dividerci > Woon mi prese tra le braccia < Tranquilla, sarà il nostro segreto! > Lasciai il suo corpo e mi strinsi nella giacca, la giacca di Jun. Avevo completamente dimenticato di indossarla. Mi spostai su una sedia distaccata e rivolsi lo sguardo a Mia che si era calmata dopo avermi vista agitata ed era tornata a parlare tranquillamente con YoSeob e GiKwang pendendo letteralmente dalle labbra di quest'ultimo, in un modo visibile solo da chi veramente la conosceva. I nostri sguardi si incrociarono, io sorrisi e alzai la testa al cielo. Il calore e il profumo di Jun mi avvolgevano e mi cullavano, mi sentivo stanca e triste, così tanto che crollai in un sonno profondo.  


Ciao a tuttiiii ^-^ ....oh mio dio finalmente siamo riuscite ad aggiornare la storia dopo un infinità...perdonateci ( manine giunte )...abbiamo avuto un sacco da fare e non abbiamo mai trovato il tempo per continuarla....ma eccoci qua e prometto che aggiorneremo molto più spesso 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** E vai così.... ***


7)

Il risveglio della mattina successiva alla cena con i Beast, fu decisamente traumatico. Mi svegliai con un braccio appoggiato alla tavoletta del wc e la mia testa sopra di esso. Alzai lo sguardo e la prima cosa che vidi fu il braccio di Mia che penzolava dalla vasca da bagno. Non avevo idea di come fossimo arrivate li. L’ultima cosa che mi ricordavo fù la faccia di Jun che mi teneva tra le braccia. Al quel pensiero mi svegliai di colpo < Che cazzo è successo? > urlai in italiano. Da sole io e Mia parlavamo sempre nella nostra lingua. Mia sobbalzò, sbucò dalla vasca con un aspetto stanco ma allarmato < Ti viene ancora da vomitare?! > a quella frase il mio cervello si concentrò sullo stomaco e immediatamente mi sentì poco bene, ma quello non era di certo il mio pensiero principale. Mi raddrizzai e scossi la testa facendo tranquillizzare la povera Mia < No no, per il momento lo stomaco regge. Piuttosto spiegami come diavolo sono, anzi siamo finite qui > si accigliò < Siamo qui per colpa tua signorinella. Hai vomitato tutta la notte e avevi visioni strane. Continuavi ad assillarmi con la faccenda di Jun e dell’amicizia con Woon > ci capivo sempre meno. < Che faccenda? E comunque intendo, come siamo arrivate a casa!! > sbuffò, mi fisso e poi tirandosi su mi rispose come se mi stesse per raccontare una lunghissima storia < Innanzi tutto hai preso sonno sulle poltrone della terrazza del locale, dopo un po’ ti sei svegliata hai ordinato un drink, te lo sei scolato tutto e poi hai detto di dover andare in bagno ma hai voluto andarci da sola. Per fortuna che c’era JunHyung > Cosa?! Jun? < Spiegati meglio! > alzò gli occhi e riprese < Invece di andare al bagno sei andata in cerca di lui e, a detta sua, vi siete incontrati davanti al bancone del locale. Tu hai cominciato a blaterare una lunga serie di scuse e giustificazioni. Infine hai vomitato, lui ti è stato vicino finché non hai perso i sensi. Prendendoti in braccio ti ha portata in macchina ci ha chiamati e siamo tornati tutti a casa. Woon ti ha portata a letto ma non hai dato cenni di vita neanche schiaffeggiandoti. Ti sei ripresa dopo un paio di ore e siamo corse di qua perché il tuo stomaco non teneva più dentro niente. Penso che tu abbia regalato a questo bagno anche le pastine della tua cresima. > Sorrisi ma ero preoccupata. Come avevo fatto ad essere così sciocca e immatura. Mia uscì dalla vasca in pigiama e mi tirò su e quando passammo davanti allo specchio ci guardammo e ridemmo l’una dell’aspetto dell’altra. Dopo una sana dormita Mia mi svegliò con una minestrina calda che mi avrebbe rigenerato. Si sedette sul letto e mi schiocco le dita davanti alla faccia < Oggi giornata restauro del corpo post sbornia!!.> mi metto a ridere ogni volta che lo dice, mi fa morire con il suo fare da eroina < Domani è il tuo primo giorno da super star! >   eh già, era domani il grande giorno e avrei dovuto essere impeccabile. Passammo l’intero pomeriggio per noi. Manicure, film, maschere facciali, pedicure. Tutto ciò che mi serviva per essere al meglio. Mia collega il sua Ipod alle casse e Because of you risuonò per la stanza.Iniziammo con la maschera prese dell'argilla e altre cose per la sua favolosa maschera di bellezza, ci leghiamo i capelli ed iniziò a spalmarmela su tutta la faccia, quando finì con me fece la stessa cosa su se stessa < finché aspettiamo che si asciughi, facciamoci una foto > suggerisco < si va bene vado a prendere il cellulare>.la maschera è finalmente asciutta non vedevo l'ora adesso la mia pelle era più liscia, morbida e sembra più riposata, "questa maschera fa miracoli credo che la farò più spesso". Mia mi prese per mano < forza bellezza andiamo non ho ancora finito con te, come le vuoi le unghie questa volta?> io mi illuminai, mi piace quando mi fa le unghie < oh sii,mmm...non saprei, va be prima che dai il colore ti dico intanto ci penso>. Alla fine lasciai fare a lei, le unghie erano bellissime, hanno il frenche bianco e sul pollice e l'anulare un fiore in micropittura rosa e bianco con al centro delle sfumature sul violetta, con delle foglie che escono da sotto i petali. dopo cena ci mettemmo a guardare la tv < comunque ieri io mi sono divertita molto , sono davvero dei ragazzi fantastici, l'ho sempre pensato ma adesso lo penso ancora di più...e poi va be a parte la solita preoccupazione per la solita ubriacona qui presente> la guardai seria Mia mi guardò con un leggero sorriso, lo so che si preoccupa per me < lo so scusa, ti prometto che inizierò a moderarmi nel bere durante le feste, comunque si hai ragione lo penso anche io sono davvero fantastici e non dimentichiamo bellissimi...l'unica cosa è Jun spero che alla fine in un certo senso mi accetti anche perché da domani lavoreremo nello stesso posto quindi li vedrò spesso> < già lo spero anche io, vedrai che sarà così anche perché non gli hai fatto niente, magari per lui era sono una giornata no > continuammo a parlare del più e del meno, delle mie preoccupazioni e delle mie speranze, finché non prendemmo sonno.

Finalmente entrata alla Cube, come avevano predetto i quattro ragazzi, fui scortata fino all'ufficio del Presidente e dopo un lungo colloquio finì per firmare uno spesso contratto. Ero diventata un artista ufficiale della casa discografica. Parlammo per ore con il direttore artistico su come si sarebbe svolto il mio debutto e di quali sarebbero stati i piani per me nelle prossime settimane. 
< Le sono davvero grata Presidente. > lui inarcò un sopracciglio sorridendo < Cara ragazza sono io che ti ringrazio, sei davvero un ottimo acquisto, mi aspetto grandi cose da te > il presidente mi scortò fino all'uscita del suo ufficio e mi lasciò nelle mani di una ragazza minuta che avrà avuto la mia età. Tutta timida, ben composta e vestita con tailleur blu, la ragazzina dalla voce stridula mi elencò tutti gli alloggi della casa discografica e salutati con un paio di sguardi i ragazzi nella sala prove, procedemmo fino alla sala registrazioni. Appena la ragazza scostò la porta mi si congelò il sangue nelle vene. Le pareti di legno davano un aria tradizionale alla stanza, ma allo stesso tempo le poltroncine disposte a cerchio in pelle nera le davano un aria moderna. Quella su cui sedeva il motivo della mia agitazione era un modello da ufficio simile a quello di un avvocato. La sedia fece una rotazione di 180° e i suoi occhi si fissarono nei miei. < Mi dispiace disturbarla signor Yong > disse chinandosi la giovane < Ma sto facendo fare un tour della sede alla sua collega > la sua faccia si rivolse alla mia accompagnatrice ma i suoi occhi rimasero fissi su di me e mentre parlò sembrava non aver nessuna intenzione di rivolgere lo sguardo altrove. < Si figuri, anzi, lei può andare, lasci pure la mia collega qui con me, avrei piacere di spiegarle qualcosa > la ragazza quasi intimorita mi fece segno di avanzare e facendo un inchino chiuse la porta alle mie spalle. Jun mi fece segno di sedermi picchiettando la mano sulla sedia accanto a lui. < Ciao Emily > disse secco. < Ciao Junhyng > lui sentendosi chiamare così incurvò un angolo della bocca accennando un sorriso. < puoi chiamarmi Jun, in ogni caso, ti ho fatta lasciare qui, per poter finalmente riuscire a parlare con te > non riuscivo a stare dietro ai suoi sbalzi d'umore < io e te siamo sicuramente partiti con il piede sbagliato.. > a quelle parole intervenì < Tu sei partito con dei pregiudizi, per lo più sbagliati, su di me > mi accorsi di starli puntando l'indice in mezzo alla faccia e non fui l'unica ad accorgermene, lui ne fissò la punta e la prese fra le sue portandola verso il basso e si avvicinò ad un palmo dal mio naso. Riuscivo a sentire il suo respiro. < Vedendo come ti sei comportata l'altra sera, penso di non aver avuto tutti i torti > mi infuriai, ma forse aveva ragione < Ok, mi dispiace per quello che è successo, Mia mi ha raccontato tutto, ti ringrazio > dissi abbassando lo sguardo, tentando di evitare il suo, il mio orgoglio non avrebbe retto. < Mi hai quasi vomitato addosso per almeno tre volte > disse scoppiando in una fragorosa risata che attirò la mia attenzione. Alzai la testa quanto bastava per spiarlo e vidi sul suo volto un sorriso luminoso. Non appena smise di ridere tornò a fissarmi ma con un aria interrogativa. Lo vidi avvicinarsi ed ebbi un fremito. Prese tra le dita il mio mento facendo in modo che lo guardassi dritto negli occhi. < Eh già, siamo partiti proprio con il piede sbagliato, ma non voglio giocare a “cane e gatto” con te > lasciò il mio viso, si allontanò leggermente sfoderando la mano destra e porgendomela. < Pace?! > Il suo cambiamento d'umore mi scombinò ma ritornai lucida in un attimo.. “ Vuole fare pace?! Io non mi sento di aver litigato con lui, anzi. Sembrava avesse lui dei problemi con me” ci pensai su un attimo ma ricambiai in fretta e strinsi la sua mano con forza e decisione. Quel contatto mi provocò una strana e delicata scossa, come una fitta allo stomaco. No! Non volevo sentirmi così. Mi alzai di colpo dalla sedia. < bene ora se non ti dispiace Devo finire il giro. > mi affrettai verso la porta e feci un inchino < Tanto da ora ci si vedrà più spesso, benvenuta alla Cube! > feci un cenno con la testa < a presto Emily > < a presto Jun >  uscii dalla porta chiudendomela alle spalle. “Diavolo!” non capivo che cosa fosse realmente successo. Che cosa stava succedendo pochi istanti prima in quella stanza?! Forse, non volevo neanche scoprirlo. per il momento decisi di non pensarci più è tornai dalla ragazza per continuare il giro.



Eccoci qua, il lavoro e il corso di coreano mi portano via un sacco di tempo e non sono più riuscita ad  aggiornare...Em e Jun sono giunti finalmente ad una tregua anche se il loro spirito di cane e gatto li porterà sempre a stuzzicarsi...bene ora vi saluto al prossimo capitolo <3   

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** ED ORA.. A NOI. ***


8)

Finalmente  finì il giro e mi incamminai all'uscita, presi il telefono per chiamare Mia, < Pronto Em! > rispose Mia < Ehi ho appena finito è andata bene sono tutti molto gentili ho visto anche i ragazzi > < bene...hai visto che non era niente di così spaventoso, cosa ti hanno fatto fare? > mi chiese euforica < mi hanno fatto firmare il contratto e poi il giro della Cube...ah e sai che..> qualcuno  mi toccò la spalla, mi girai era Woon < ..Mia ti racconto tutto dopo.. si certo, ok ciao a dopo > lui mi sorrise < volevo salutarti prima che andassi via..com'è andato il giro? > < tutto bene mi piace molto qui > lui sorrise dolcemente < bene mi fa piacere.. ah prima non ho avuto l'occasione ne il tempo per dirti che sei davvero bellissima ti sta molto bene questo vestito> disse lui tirando a sè un lembo del vestito bianco che Mia aveva scelto per me quella mattina, io arrosì, non ci potevo credere, lui.. lui mi aveva detto che ero bellissima < grazie mille > risposi sorridendo timidamente mentre il cuore stava per scoppiarmi in petto dalla felicità. Il mio sguardo venne rapito da qualcosa dietro le spalle di woon guardai bene e mi resi conto che Jun era in fondo al corridoio che ci guardava e veniva verso di noi, woon se ne accorse e si girò < ehi hyung > Jun lo salutò con la mano  < Wonnie vieni dobbiamo tornare in sala prove, oh guarda, Emily.. stai già andando via? > ora era davanti a noi e mi guardava con uno sguardo che a mio parere sembrava furbo e come se mi stesse prendendo in giro < chiamami pure Em.. JunHyung-ssi. Comunque si me ne sto già andando inizierò ufficialmente domani > sollevò un angolo della bocca < Perfetto, buono per te > disse girandosi per andarsene ma venne interrotto da Woon < hyung vero che è bellissima con questo vestitino? >  gli chiese Woonie raggiante Jun si girò.. mi osservò meglio e le sue labbra si incresparono in un sorriso < oh si è davvero bellissima wonnie.. ma adesso andiamo, abbiamo cose più importanti da fare > Jun lo prese per il collo con il braccio in modo giocoso e questo gesto fece sorridere il maknae < va bene hyung.. ok lasciami > mi guardò con uno sguardo dolce  < ciao piccola Em > anche Jun mi salutò < ciao bellissima > fece un piccolo occhiolino e si portò via DongWoon, io salutai con la mano e restai a guardare finché non girarono l'angolo e me ne andai anche io. Mentre camminavo verso l'uscita ripensai a quello che era successo, non potevo crederci, non riuscivo a capire che cosa volesse da me. Arrivata a casa raccontai nei minimi particolare la giornata a Mia. Non appena  finimmo di mangiare il mio telefono squillò e siccome sapevo benissimo che sarebbe stato DongWoon decisi di alzarmi < Penso sia DongWoon, rispondo di la > dissi a Mia mentre andavo in camera per parlare tranquillamente. Correndo chiusi la porta e guardando lo schermo del telefono mi si gelò il sangue, JUNHYUNG. "oddio  cosa vuoi da me! " < pronto.> dissi secca < ehi ciao...ti disturbo? > "mi sta inquietando" < no tranquillo dimmi pure > si schiarì la voce < volevo solo dirti che... per il tuo debutto visto che non hai ancora dimestichezza nel comporre canzoni il presidente mi ha chiesto di aiutarti e di spalleggiarti nella tua canzone d'esordio, anche se l'idea non mi va a genio.. sarebbe interessante > < se l'idea non ti va a genio perché ma hai accattato?! > stavo cominciando ad irritarmi < perché tu hai bisogno di me e questo il presidente lo sa > lo sentivo sorridere < potrebbe sempre farlo qualcun' altro al posto tuo.. non  credo tu sia l'unico, anzi so che IlHoon è molto bravo > sbuffò, fece un secondo di pausa e poi parlò a raffica < ok, forse non sono l'unico, ma voglio essere io a farlo. > mi scappo un sorrisino non so perché  ma mi sentivo felice all'idea che volesse farlo lui, volevo fosse lui. < mi sembra di non avere scelta... perciò accetto > < perfetto > e l’unico suono che sentì fu quello della fine delle chiamata non riuscivo a capirlo, il suo comportamento variava , voleva mantenere una maschera anche se stavo iniziando a capire qual'era il suo vero volto.  Decisi comunque di non dire niente a Mia, lei mi avrebbe fatto domande su tutto e sinceramente non avevo voglia di parlarne. Volevo semplicemente crogiolarmi nella soddisfazione che volesse essere lui a fare una canzone con me. Non avevo idea se volesse farlo per stare con me e provare ad andare d'accordo o se solo per far vedere che era il più bravo, mi piaceva semplicemente continuare a credere che fosse la prima. L'indomani presi una grande borsa marchiata NIKE che avevamo portato via dall'Italia per andare in palestra, la riempì con qualsiasi cosa mi fosse servita per lavarmi e rifare il trucco, la tuta da ginnastica e le scarpe nuove da corsa. Atletica e pronta a ballare, o meglio a sudare. Non appena entrai alla Cube presi la strada che la ragazza il primo giorno mi aveva indicato per andare alle varie sale prove. Nel corridoio fortunatamente trovai, preso da una animata conversazione al cellulare, un alto ragazzo di colore vestito in tuta e un cappellino della NY che completava il suo stile. Perciò appoggiai la borsa e aspettai che finisse la chiamata per chiedergli informazioni. Non appena chiuse la conversazione mi guardò come se fino ad allora non si fosse accorto della mia presenza, il che probabilmente era vero. < buon giorno, tu devi essere Emily, piacere di conoscerti. Io sarò il tuo coreografo > oh cavolo, ci avevo azzeccato. Lui sì che avrebbe saputo spiegarmi bene il da farsi. < Ciao piacere mio, questo è il mio primo giorno e non so neanche da che parte cominciare > lui fece una piccola risata e mi mise un braccio attorno al collo  e ci incamminammo verso la porta con scritto SALA 1. < Allora, siccome tu non hai ancora una canzone da ballare né niente, qui inizia il tuo periodo di traine.. Finché non saranno pronti i pezzi dovrai comunque allenarti e tenerti in forma per quando arriverà il momento del tuo esordio > continuai a fissarlo e ad annuire finché non arrivammo davanti all'entrata. < bene, fino ad allora ti allenerai con loro.. Imparerai un po le coreografie e imparerai a conoscerli..> concluse mentre apriva la porta. La mia faccia si pietrificò e con essa anche il resto del corpo. Tutti e sei si fermarono a guardarmi.. Non potevo crederci, avrei ballato, provato e condiviso ogni singolo momento del mio allenamento con i Beast. Già, perché lui era il suo coreografo. Appena feci due passi all'interno della stanza la faccia di Woonie si aprì in un grande sorriso seguito da tutti gli altri, tutti tranne lui. Jun mi guardò fulminandomi e abbozzando un sorriso di sfida. < lei è Emily ragazzi, lavorerà con voi nelle prossime settimane fini al suo debutto da solista > mi presentò il coreografo. < Debutto che sarà spalleggiato dal miglior rapper della Cube > lo interruppi subito < chi IlHoon? > lo sfidai anche io. Tutti risero vedendo il nostro piccolo battibecco. Mi girai verso il coreografo chiedendogli indicazioni per lo spogliatoio, presi la mia borsa e mi girai per andarmi a cambiare ma mi sentii tirare per un braccio. < Ok dobbiamo lavorare insieme non è una scelta ne mia ne tua ma vedi di non tirare troppo la corda signorinella > mi strattonai via dalla sua presa facendo in modo che mi lasciasse il polso < senti Jun, sei tu che ti crei da solo queste situazioni. Smettila di incolpare me e fai pace con il tuo stesso cervello > dissi gridando sotto voce. In quell'istante apparve Woon < Hyung c'è qualche problema tra di voi? > Jun rispose senza staccare il suo sguardo da me < tranquillo piccolo Donghie, tieni d'occhio la tua principessina > girò i tacchi e se ne andò senza aspettare risposta. 


E adesso la battaglia si apre... cosa vuole questo rompiscatole da Emily e quale interesse sta provocando in lei... Mia? Non la possiamo tenere nascosta a lungo... Anzi sarà fondamentale nel prossimo capitolo... Continuate a seguirci, anche se vedo che nessun pubblica più sui Beast e la cosa mi dispiace moltissimo :(... Noi non ci arrendiamo FIGHTING !!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2703293