Spirit Cavallo Selvaggio

di Wolf_White
(/viewuser.php?uid=644354)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 2. Il campo di addestramento. ***
Capitolo 3: *** Chase. ***
Capitolo 5: *** Nessuno mi mette gli zoccoli in testa. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Continuo a correre.
Il mio nome è Heather, sono una stallona nera.
Sono il capobranco, stiamo sfuggendo all’ira dei bracconieri, ancora.
Mio padre si chiama Spirit, mia madre Pioggia.
Ho ereditato il carattere di dominazione e mai di sottomissione da mio padre.
E un pizzico di bontà da mia madre.
Sono acida.
Ma non mi importa più di tanto di ciò che pensano gli altri cavalli.
Un attimo, e mi ritrovo con una corda che avvolge il mio collo robusto.
Cado all’indietro, sulla piccola altura, via dagli altri, provando a dimenarmi.
I bracconieri mi hanno presa.
Inizio a nitrire, ordinando di lasciarmi andare e scalciando.
Mia madre mi guarda piangendo, provando a scendere dall’altura di roccia per venire da me.
Le ordino di non venire, o l’avrebbero presa.
Dico a mio padre di allontanarla.
Lui lo fa immediatamente, spingendola col muso.
Lei continua a piangere.
Le dico che tornerò, che non deve avere paura.
Il mio branco si allontana.
Io mi alzo sugli zoccoli scalciando, ma con una corda mi legano anche la gamba.
Cado a terra, incapace di stare in piedi.
Mi guardo attorno con i miei occhi grigio perla, e noto che hanno preso anche un’alta cavalla:
Courtney.
La mia amica più fidata non è riuscita a scappare.
Guardo meglio gli uomini che mi circondano, e vedo che non sono bracconieri.
No.
Sono ranger.
Ci usano solo per correre.
E catturare.
No.
Non lo avrei permesso.
Dico a Courtney che ce ne andremo, che scapperemo.
Lei nitrisce in risposta, ma comunque spaventata.
Provo ad alzarmi, ma i ranger mi buttano di nuovo a terra.
Brutti codardi.
Vorrei vedere loro pieni di corde, cercando di dimenarsi.
Courtney è più docile, le hanno messo solo una corda al collo e lei si mostra mansueta.
Mi mettono le redini e mi fanno alzare, attaccata ai loro cavalli con loro sopra.
Inizio a scalciare, saltando.
Riescono a fermarmi.
Io ho l’ira negli occhi: riuscirò a tornare a casa.
Io, e la mia amica color nocciola chiaro.
 
Angolo Autrice
Salve ragazzi.
L’idea mi è venuta da un po’ e ho deciso di darle forma.
L’ho tratta dal film:”Spirit-Cavallo Selvaggio”
Per chi non lo ha mai visto, parla di un cavallo che combatte per la libertà, ed incontrerà la sua bella.
Ovvero Pioggia, un cavallo pezzato.
Spero che l’idea vi sia piaciuta.
Ci si vede J
Marty_chica
P.S. è vero, è una crossover, ma non ho trovato il genere di Spirit. Scusate.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Il campo di addestramento. ***


Non sopporto più questa  corda, mi stringe il collo, quasi non riesco a respirare.
Inizio a scalciare, a nitrire più forte che posso, tanto che il ranger davanti a me è costretto a fermarsi.
Courtney mi guarda sospettosa, e mi chiede con lo sguardo cosa stia facendo.
Rispondo con un veloce occhiolino.
Il ragazzo si mette davanti a me, mi prende le redini e inizia a spingere.
In tutta risposta io mi siedo con uno sguardo da cucciolo.
Lui sbuffa pesantemente.
Poi un urlo:”Dave, ce la fai o devo venire io per far spostare quella Mustang?”
Quello che presuppongo sia Dave mi si avvicina, estrae una pistola e me la punta.
“Io farei meglio ad alzarmi e stare buona se fossi in te, Mustang.” Dice con disprezzo.
Io lo guardo accigliata, con gli occhi pieni di ira.
Nessuno, mi dice cosa fare.
Nessuno, mi minaccia.
Rabbia: unico sentimento che provo.
Nel mio branco nessuno mi ha mai messo gli zoccoli in testa.
Nessuno.
Oh, ma la pagherà.
Mi alzo velocemente.
Metto il mio muso davanti al suo viso, sbuffando.
Lui rimane impassibile.
Sono sorpresa, ma non lo do a vedere.
Gli regalo una testata sulla fronte degna di questo nome, e lui cade a terra.
Lo guardo vittoriosa, per poi venire fermata da tre uomini.
Iniziano a farmi camminare contro la mia volontà.
Due giorni.
Due giorni dalla partenza dalla mia prateria.
Mi guardo intorno: Uomini armati. Ovunque.
Con un’uniforme grigia e un buffo cappellino in testa.
Iniziano a parlare tra loro, io non riesco a sentire granché.
Courtney mi si avvicina.
“Secondo te riusciremo ad andarcene?”
Io sbarro gli occhi, per poi guardarla donandole un occhiolino.
“Fidati di me.”
Lei annuisce, sconsolata.
Io le do un morsetto sull’orecchio, come facevamo da cucciole.
Sorride divertita, per poi abbassare lo sguardo a terra.
I ranger tornano, informandoci che è ora di entrare.
Stento a crederci.
Io, Heather, ho paura.
Davvero.
Inizio a tremare, ma prima che Courtney possa vedermi mi riapproprio del mio corpo.
Aprono le porte di legno, e quello che vedo mi fa rabbrividire.
Un recinto, dentro dei cavalli.
Provo a scappare, ma chiudono le porte.
Uno sparo.
Mi giro.
Oh, no.
E’ lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chase. ***


E’ lui.
Il più temuto ranger di cui si sia mai sentito parlare fino ad’ora.
Chase.
E’ seduto con aria di superiorità su un cavallo che a prima vista mi sembra spagnolo o cose simili.
Accanto, quello che deve essere suo fratello –dalla somiglianza- è seduto a sua volta su un cavallo con un collare e dalla insolite ciocche verdi.  Ridicolo.
Ma lui, oh, quel Chase, mi fa venir voglia di prenderlo a zoccolate finché non sarebbe stato privo di respirare. E mi sarebbe piaciuto.
E lo avrei anche fatto, se non fosse stato che mi stavano trattenendo sette uomini,più stretti che potevano.
Il “capo” mi si avvicina, prendendo il mio muso con una sottospecie di bastone. E nessuno, deve permettersi di toccarmi.
“Ma bravi zoticoni. Avete finalmente trovato una Mustang e un Arabo insieme. Beh, l’arabo ve lo potevate risparmiare, ma per stavolta vi faccio i miei complimenti.”
Poi si rivolse a me.
“Sei davvero …” Si stoppò un attimo. “-bella. Si capisce che sei una femmina dai tratti del muso. Mi farai guadagnare alle mostre.”
Mostre? Oh, adesso gli faccio del male.
Con tutta la mia forza, strattono quel dannato coso che mi stava puntando alla gola e gli do una testata, facendolo cadere all’indietro, sbuffando e con l’ira negli occhi.
Il cavallo con gli occhi verde chiaro mi guardò esterrefatto, per poi scoppiare a ridere, seguito a ruota dal punk.
I suoi leccapiedi lo fanno rialzare, poi mi guarda con ira. Rispondo con un’occhiataccia.
“Niente cibo né acqua. Per tre giorni.”
Poi mi portano nel recinto centrale e mi legano il collo.
Odio tutti.
Odio questo posto.
***
Sono stanca e assetata.
E’ sera.
Sono tutti andati a brindare per la mia cattura e quella di Courtney.
Io sono coricata dentro il recinto, tutti i cavalli dormono.
Per la prima volta nella mia vita … Mi sento sola.
Non riesco a dormire.
Troppi piani scartati, troppa noia, troppa angoscia.
“Problemi a dormire chica?”
Mi giro di scatto sbarrando gl’occhi e alzando le orecchie, spaventata.
Il cavallo con le iridi smeraldine ride di gusto.
Sbuffo.
“Gira a largo, puledro troppo cresciuto.”
Lui sghignazza e io roteo gli occhi, rimanendo coricata.
“Ti hanno preso alla rupe, vero?”
Lo guardo scocciata.
-Tutti i cavalli vengono catturati lì, imbecille.-
Rispondo annuendo velocemente.
Lui –che per qualche strana ragione non era legato,- salta dentro il recinto.
Io mi alzo di scatto.
“Che vuoi fare!? Vattene.”
Lui mi guarda negl’occhi.
Ed esce dal recinto.
Io sorrido e mi ricorico.
Ma ecco che due minuti dopo torna, con una ciotola piena di acqua e l’altra con della paglia.
Lo guardo male.
“Non ho bisogno del tuo aiuto!” Lui sorride intenerito.
Lo guardo con ira.
Mi si avvicina all’orecchio e sussurra:”Certo, mi amor, pensala come vuoi. Il mio nome è Alejandro. Da quel che mi ha detto Courtney ti chiami Heather, no?”
Non rispondo.
Continua.
“Chi tace acconsente. Ma sappi che non mi arrenderò facilmente. Sogni d’oro.”
Mi da un colpetto sul muso e va nel suo recinto.
Che voleva dire con questo?
Bevo, mangio e mi addormento, col cuore a mille.
 
 
Angolo autrice
Salve.
Eccomi.
Allora volevo chiedere delle cose…
Inanzitutto volevo chiedervi:
Tra le mie long, quale vi piace di più? O meglio se potete farmi una scaletta.
Così mi regolo con gli aggiornamenti, grazie se lo farete.
Al prossimo aggiornamento :) 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Nessuno mi mette gli zoccoli in testa. ***


( Attenzione! Ho deciso che scriverò al passato. Poiché mi viene meglio e penso sia più adeguato. Buona lettura. )
 
Mi svegliai il giorno dopo, infastidita dalla luce del sole. Il mio sguardo si spostò subito su Courtney, notando però che dormiva accanto al cavallo dalle insolite ciocche verdi. Risi internamente.
Poi mi alzai sulle zampe, che intanto si erano indolenzite a furia di stare seduta o coricata.
“Buongiorno hermosa.” Mi salutò l’arabo latino.
Alzai gli occhi a cielo, abbassando le orecchie.
“Non chiamarmi hermosa. Non so nemmeno che cappero vuol dire!”
Sibilai irritata. Alejandro o Alescemo si mise a ridere, scuotendo la testa.
“Aah, sei la mamachita più cocciuta che io conosca!”
“E se non la finisci sarò anche l’ultim2a che vedrai, perché ti sferrerò una zoccolata nelle parti basse!”
“Se ci arrivi, preciosa…”
“Stupido.”
***
Ero sveglia, tanto da vedere Heather e Alejandro nitrirsi addosso.
Scoppiai automaticamente in una risata.
“Fanno ridere, vero principessa?”
“Nessuno ti ha chiesto niente.”
“Siamo scontrose di prima mattina eh?”
“TACI!” Nitrii così forte che tutti i cavalli mi guardarono straniti, tranne Heather che mi fisava con un sorrisetto. Sbuffai.
“Che avete da guardare!? Tornate a mangiare il fieno degli umani, imbecilli!” Il Punk scoppiò a ridere e io mi sentii in imbarazzo.
Penso che se fossi stata un uomo sarei arrossita.
E questo non andava bene.
***
Chase sbatté il bicchiere a terra, e questo si frantumò in mille pezzi.
“COME E’ POSSIBILE CHE NON SAPPIATE DOMARE UNA DANNATA MUSTANG!? EH?!”
L’assistente iniziò a tremare.
“S-signore… non si fa d-domare…”
“Tagliatele i capelli. Inizieremo da lì.”
***
Mi portarono in una sottospecie di recinto. Mi legarono il muso ai pali e aspettarono.
Cosa? Solamente un uomo grasso, barbuto e che sapeva di birra, aveva in mano delle forbici.
No, no, no no no no! Avevo capito tutto.
Non mi avrebbe tagliato i capelli!
Si avvicinò con un sorrisetto, sussurrando: “ ‘Sta buona…”
Io? Buona? Ahahahah… NO.
Gli diedi una forte testata, facendolo cadere a terra.
Si rialzò, e ordinò ai due uomini di legarmi gli zoccoli.
Provò a ritagliarmi i capelli, e io per tutta risposta mi misi a ciondolare, scalciare fino a quando non fui libera, gli diedi una zoccolata in faccia, sorridendo vittoriosa.
L’uomo barbuto era su tutte le furie: prese un ferro incandescente e lo avvicinò al mio fianco.
Anche se mi avevano tenuta in quattro, riuscii a liberarmi, scansai l’uomo che sapeva di birra e lo feci cadere nell’abbeveratoio.
Mi misi a correre per tutto il ranch, scalciando e buttando a terra gli uomini, mentre gli altri cavalli mi nitrivano, tutti d’accordo.
Nessuno mi mette gli zoccoli in testa.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2581575