Myalee Cousland

di Inquisitor95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I Cousland di Altura Perenne ***
Capitolo 3: *** Custodi Grigi ***
Capitolo 4: *** La battaglia di Ostagar ***
Capitolo 5: *** Lothering ***
Capitolo 6: *** La Gran Via Imperiale ***
Capitolo 7: *** Città dei morti viventi ***
Capitolo 8: *** Il demone del castello ***
Capitolo 9: *** Il Circolo spezzato ***
Capitolo 10: *** Smarrita nei sogni ***
Capitolo 11: *** L'assassino di Antiva ***
Capitolo 12: *** La ricerca delle Sacre Ceneri ***
Capitolo 13: *** I due rivali di Orzammar ***
Capitolo 14: *** Un Campione per il suo popolo ***
Capitolo 15: *** Gli elfi dalish ***
Capitolo 16: *** La natura della bestia ***
Capitolo 17: *** Problemi a Denerim ***
Capitolo 18: *** L'Incontro dei Popoli ***
Capitolo 19: *** L'Arcidemone ***
Capitolo 20: *** Una nuova guida per il Ferelden ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


CAPITOLO PRIMO
PROLOGO

Mi svegliai sobbalzando visto lo strano sogno che avevo fatto: delle creature spaventose correvano contro di me, avevano sete del mio sangue. Io continuavo a correre cercando di scappare visto che non avevo una spada con cui difendermi; se nel sogno fossi stata armata, sicuramente le cose sarebbero andate diversamente. Fortunatamente però era stato solo un terribile incubo, non avevo mai lasciato la mia stanza nel castello di Altura Perenne. Non avevo mai lasciato il mio letto e per tutto il tempo ero rimasta tra le braccia possenti del mio cavaliere. Ero ancora abbracciata a lui in effetti, la testa appoggiata sul suo petto forte e caldo, il fatto che mi fossi svegliata sobbalzando però aveva condizionato anche il fatto che lui si svegliasse. Lo trovai con i suoi occhi brillanti come smeraldi che mi fissavano, allungai una mano percorrendo il suo corpo fino al viso e salendo fino ai capelli morbidi, rossi come le fiamme e leggermente sudati per via del caldo estivo. Mi rivolse un sorriso e io mi scostai da lui cercando un po' di frescura, mi alzai dal letto e scostai le lenzuola di sete pregiate. Camminai verso lo specchio e osservai il riflesso del mio corpo nudo: un corpo atletico grazie agli allenamenti seguiti con le guardie del castello, abbastanza slanciata come mio fratello Fergus. Osservai i miei capelli fluenti e neri come fossero carbone, i miei occhi azzurri come le acque che bagnano la costa della nostra terra.
« State bene, principessa? » chiese l'uomo steso sul letto. Mi girai verso di lui vedendolo spalancare le braccia e invitandomi a ritornare con lui, non per unirci di nuovo in una notte di passione, ma solo per abbracciarlo.
« Principessa? Lo sai che non mi piace quando mi chiami così, Ser Gilmore! » puntualizzai chiamandolo con il suo cognome. Sapeva quanto detestassi chiamarlo così, eppure dovevo farlo in presenza degli altri abitanti del castello. In particolar modo in presenza di mia madre e mio padre, Eleanor e Bryce Cousland.
« Perdonatemi, Myalee! » finalmente il mio nome, lo diceva così sensualmente; la sua voce era vellutata e delicata come un petalo. Faceva scattare in me la passione con la quale mi aveva conquistata.
« Così va meglio, Roderick... » mi avvicinai a lui scansando i pezzi dell'armatura ed evitando di pestare i miei vestiti. Mi sedetti sul letto e lui si alzò abbracciandomi da dietro e chiudendomi tra le sue gambe, mi diede dei baci sul collo. « Dovremmo dormire... domani arriveranno i Folsach! » quell'argomento era tabù per Roderick.
Potevo capirlo: era ovvio che fosse geloso; la nostra relazione era segreta a tutti e nessuno doveva saperci insieme, sarebbe più corretto che io vi dicessi la verità: di me e Roderick sapevano pochissime persone; tralasciando gli elfi nelle cucine, (che ci avevano beccati qualche volta in momenti intimi nella dispensa) di noi sapeva anche mio fratello Fergus. Era stato tutto un errore, non avrebbe dovuto saperlo, tuttavia non minacciò di rivelare la storia ai nostri genitori, questo perché io e lui avevamo sempre avuto uno splendido rapporto, per me lui non era un semplice fratello, era il mio migliore amico prima di tutto. Riguardo tutta quella storia c'erano però gravi problemi: per esempio il fatto che io ero promessa in sposa a Dairren Folsach dall'età di cinque anni. I nostri genitori erano amici e mi avevano promessa a lui, Fergus avrebbe ereditato il castello e le terre di Altura Perenne, io sarei divenuta la regina di terre lontane e a me sconosciute. Sarei stata impegnata a lui soltanto dal mio ventesimo compleanno, nell'occasione ci saremmo ufficialmente fidanzati per cinque anni ancora, quando sarei dovuta poi diventare sua moglie e regina. Io non volevo nulla di tutto quello, non volevo essere regina di una persona che non amavo, il mio unico amore era Roderick!
La nostra relazione risaliva a quando io avevo sedici anni, vi parlo di quattro anni prima. Lui era più grande di cinque anni, era già un uomo e si era meritato il posto di mio protettore in tutto, in giro per il castello si diceva persino che potesse diventare un Custode Grigio vista la sua abilità; un Custode Grigio... un titolo che molto ambiscono, protettori del bene in tutte le sue forme, salvatori dei Quattro Flagelli che avevano già attraversato il Thedas. Erano passati secoli dall'ultimo Flagello e non capivo perché l'ordine continuasse a reclutare, io avevo solo paura che mi portassero via il mio amato cavaliere.
« Roderick lo sai che la cosa non piace neanche a me! » cominciai costruendo la mia difesa. « Non lo amo. Io voglio solo te... ma ci sono delle leggi che devo seguire! »
« Cosa pensi che accadrà tra cinque anni quando tu dovrai andare via da Altura Perenne? » chiese lui distaccandosi dal mio corpo e lasciando la frescura che entrava dalla finestra, mi attraversasse la schiena.
« Mancano cinque anni. E può accadere di tutto...inoltre cercherò di farti venire con me. Sei pur sempre la mia guardia, il mio cavaliere e hai il compito di proteggermi ovunque io vada e non solo ad Altura Perenne » gli feci notare, sicuramente mio padre avrebbe mandato qualcuno con me, e chi meglio di Roderick per quel compito? Lui mi conosceva da anni ormai e sapeva che io mi fidavo di lui. Certo ignorava il perché mi fidassi e cosa c'era dietro di tutto quello...
« Morirò dalla gelosia lo sai? » chiese alzandosi dal letto dall'altro lato e facendo il giro per raccattare le sue cose, indossò la fascia che gli proteggeva il pube, cominciò poi ad indossare i pezzi dell'armatura fredda che riposavano sul pavimento.
« Dove stai andando? Non resti tutta la notte con me? » chiesi innocentemente. Lui la interpretò con malizia e mi fissò ardentemente, come se volesse divorare il mio corpo, si soffermò sul mio seno e scese fin sotto l'ombelico.
« Mi piacerebbe molto stare con te mia piccola Myalee, ma adesso è tardi e non vorrei che qualcuno l'indomani ci trovasse a letto insieme. Probabilmente sarà Lady Eleanor stessa a svegliarti » pensandoci adesso, sarebbe stato impossibile che mia madre si sarebbe mai scomodata a svegliarmi, mi avrebbe fatta buttare giù da qualche domestica, questo sì. Mi coprii il corpo con la seta delle lenzuola, non che fosse un problema il fatto che mi guardasse nuda. Solo che era nella mia natura, e in quegli anni, essere timida riguardo l'aspetto del mio corpo.
« Ho sentito che domani verrà anche un Custode Grigio! » ammisi mentre indossava i gambali e i suoi stivali di cuoio. Quello lo distrasse, ma quando mi guardò non notai stupore nei suoi occhi: lo sapeva. Il problema era come facessi io a saperlo; quello era il mio castello e io sapevo perfettamente come muovermi, dove nascondermi affinché potessi origliare le conversazioni. E questo grazie a Fergus che mi aveva addestrata come se dovessi diventare una spia o una ladra. In cuor mio volevo combattere: era il mio sogno e il mio destino combattere per una causa superiore, e non intendo combattere con le parole (nonostante sia vero che le parole feriscono quanto una lama), io volevo combattere con spade, martelli, scudi e asce enormi.
« La mia piccola e dolce spia... da chi hai preso quest'informazione? » chiese lui facendo una risata. Non risposi e lo fissai intensamente finché non decise di parlare. « Ovviamente sapevo della sua venuta. Dicono che stia cercando reclute... magari si interesserà a me! »
« Per questo ti preoccupa il lasciarmi andare da sola con Dairren? Sai che diventare un Custode Grigio di porterebbe via da me. Sai che... » che mi avrebbe lasciata sola. E io non volevo cominciare la mia vita staticamente, non volevo, non ero una di quelle bambole stupide che desideravano la corona. Mia madre era riuscita a capirlo quando avevo quattordici anni per i miei comportamenti poco femminili e per l'amore che provavo per le armi e il combattimento, non volevo saperne di stare con le altre ragazze di nobili origini. Io ero superiore a tutte loro: erano viziate e non avevo nulla in comune con loro, ad eccezione del fatto che fossimo donne.
« E se scegliesse te? » chiese lui fissandomi negli occhi. Me? Perché mai avrei dovuto essere scelta come Custode Grigio? Inoltre mio padre non avrebbe mai acconsentito, anche se il pensiero di combattere mi piaceva molto, sarebbe stata una fuga dal mondo reale. E se mio padre non avesse acconsentito, il Custode avrebbe potuto comunque invocare il Diritto di Costrizione, un mezzo del quale si servivano i Custodi per reclutare obbligatoriamente qualcuno, nessuno al mondo si sarebbe potuto ribellare. Ma questo non sarebbe mai accaduto.
« Non farmi ridere. Perché un Custode Grigio dovrebbe scegliere una principessina indifesa come me se potrebbe mettere le mani su qualcuno come te... » mi alzai dal letto e camminai lentamente e sensualmente verso di lui, ammirava il mio corpo con desiderio, come se volesse tornare a letto con me. Ma pensandoci aveva ragione: doveva andare via. Mi appoggiai alla pettiera fredda come il ghiaccio e lui mi strinse tra le braccia.
« Qualcuno come me? » ripeté sorridendo con malizia. Era ovvio che aveva capito il vero senso della mia frase. Ma gli piaceva quando gli lanciavo certe battute.
« Bello. Forte. E che ci sa fare con le spade... » non ero solita a fare battutine maliziose, ogni volta che lo facevo diventavo rossa come un rubino. A Roderick piaceva moltissimo ogni volta che lo facevo.
« Ti amo! » disse chiudendo il discorso e dandomi un bacio sulle labbra. Mi aggrappai al suo corpo come se fossi su un precipizio, non volevo lasciarlo andare via. Volevo solo stare con lui per tutta la vita, non mi importava dove, basta che potevo sposarlo. Perché anch'io lo amavo.
Uscì dalla porta della mia stanza che si chiuse alle spalle mentre ritornai a letto, aspettai qualche minuto pensando ai quei dolci momenti con lui, chissà cosa sarebbe successo tra cinque anni o anche tra pochi giorni se sarebbe stato reclutato. Solo dopo che indossai i miei indumenti intimi potrei nascondermi di nuovo tra le coperte per poi addormentarmi serenamente.









Angolo Autore:
Salve a tutti. È la prima volta che scrivo in questo fandom e spero proprio che non sia l'ultima; se siete arrivati qui immagino sia una cosa buona visto che significa che il capitolo non vi ha fatto così schifo da dover staccare per andare a vomitare in bagno. Spero tanto che vi sia piaciuto questo prologo; ciò che voglio fare è un progetto nell'attesa del nuovo capitolo della saga “Dragon Age Inquisition”. Cercherò di distaccarmi il più possibile dalla storia originale, aggiungerò avvenimenti, ne toglierò altri, farò in modo di rappresentare i personaggi per come li ho compresi io durante l'esperienza di gioco cercando di rispettare il più possibile la loro natura.


Come avrete capito, sto rigiocando con le origini della nobile umana, la mia bellissima e spettacolare Lady Myalee Cousland. Se avrete tanta pazienza da leggere l'Angolo Autore (a me piace molto personalmente), vi racconterò anche la mia prima esperienza di gioco e come ho agito la prima volta, un nobile umano, man mano che posterò i capitoli. Che posso dirvi... la nobiltà mi piace molto, in particolare sono pro-umani visto che scelgo campagne che implichino le Nobili Origini o le Origini del Mago; detto questo è giunto il momento dei ringraziamenti.


Un grazie particolare a tutti quelli che decideranno di seguire la mia storia, un bacio a tutti coloro che la commenteranno, perché sì: tutti noi scriviamo per la critica, sia essa buona o sia essa negativa, perciò non vergognatevi a commentare o anche a scrivere solo quattro parole per farmi sapere cosa ne pensate. A presto con il prossimo capitolo che ci faranno entrare nel vivo della storia (o almeno spero che ce ne sia un altro).

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Capitolo 2
*** I Cousland di Altura Perenne ***


CAPITOLO SECONDO
I COUSLAND DI ALTURA PERENNE

Un piacevole calore entrava dalla finestra spalancata, tuttavia mi trovai imprigionata tra le coperte e con il corpo sudato, durante la notte doveva esserci stata una pesante ondata di calore. Probabilmente dopo che Roderick era andato via. Non mi resi subito conto di cosa mi avrebbe aspettato quel giorno; mi alzai dal letto e indossai una veste di seta che legai in vita tramite un fiocco, sistemai i capelli spettinati allo specchio e mi versai un po' di acqua in viso per svegliarmi meglio. Osservai il pavimento e rimasi meravigliata dal non aver trovato il mio fedele segugio magari, il mio Drawgnar. Il mio fedele animale da guerra... si dice che queste creature restino fedeli per tutta a vita al loro padrone, all'epoca pensavo semplicemente al bene che gli volevo, non a quanto egli mi fosse fedele o quanto potesse essere utile in combattimento. Ricordo che ero una bambina quando mio padre pensò di regalarmelo, non capii mai perché lo fece, forse perché in cuor suo sapeva che volevo qualcosa di cui occuparmi. Pensandoci adesso, sono molto diversa da quando ero bambina e da quel giorno lontano nel tempo di anni. Quel giorno in cui avrei compiuto vent'anni e nella quale sarebbe stato ufficiale il mio fidanzamento con Dairren. Ma altre cose erano destinate ad accadere contro la mia volontà. Ricordo che passai tutta la mattina preparandomi, non solo avrei dovuto vedere Dairren e sua madre, avrei anche dovuto salutare Fergus che partiva per la battaglia ad Ostagar, ma non capivo cosa dovesse combattere, le mie preoccupazioni non dovevano essere le guerre a detta di mia madre. Perciò lasciai che le domestiche mi preparassero un trucco violaceo leggero e che passassero un velo di rosso sulle mie guance e sulle mia labbra. Indossai poi un bel vestito ornato e ricamato in oro, una veste elegantissima con una fascia sotto il seno, volevano legare i miei capelli in un complesso chignon ma negai loro di farlo perché ci tenevo a lasciarli liberi e fluenti. Fu così che la mattina volò e io non ebbi modo di vedere qualunque persona al castello. Per il mio ventesimo compleanno tutti i domestici mi facevano gli auguri mentre camminavo per i corridoi e le guardie si fermavano fissandomi come se non avessero mai visto una bella donna. Perché lo ero... all'epoca ero bellissima e dalla pelle rosea come le foglie degli alberi di Orlais.
Mi fu concesso un pranzo abbastanza scarso visto che dovevo restare in linea per l'incontro con il mio promesso sposo, ci saremmo visti quel giorno ma immagino che per ufficializzare il fidanzamento avremmo potuto aspettare qualche giorno vista l'assenza di mio fratello; la cerimonia sarebbe avvenuta al castello di Altura Perenne perciò loro sarebbero stati ospiti personali del Teyrn Bryce Cousland. Mio padre era favorevole al matrimonio anche se spesso lo vidi contrario a certi discorsi di mia madre, in me vedeva una figlia guerriera che avrebbe condotto un esercito con la sua volontà, ma non si sarebbe mai opposto al volere di mia madre né mi avrebbe mai permesso di muovermi in battaglia. Dopo pranzo fui immediatamente convocata nella sala principale del castello, la sala era contornata di stendardi magnifici e arazzi che rappresentavano le meravigliose e tragiche avventure dei Cousland, battaglie che erano state combattute anni fa da mio nonno e dal gerarca della famiglia Howe. Quando entrai, mio padre parlava con un nuovo dall'aspetto arcigno, l'espressione corrugata con i capelli argentei e gli occhi scuri come il carbone. Rendon Howe era nostro alleato da anni e anni, inoltre era anche l'Arle della città di Amaranthine, una cittadina distante qualche settimana da noi che si trovava a nord di Denerim, la bellissima e radiosa capitale del Ferelden in cui si trovava il re.
I due uomini stavano parlando tra loro prima della mia interruzione, mi avvicinai a mio padre e salutai i due uomini con un inchino, sollevai leggermente la gonna e flessi le gambe in avanti. « Padre. Mi avevate fatta chiamare? » chiesi con dolcezza.
« Myalee che bello vedervi figlia mia. Vi ricordate di Rendon Howe? » chiese l'uomo rivolto facendo un gesto verso l'altro. Ovvio che me lo ricordavo, ricordo pure che non mi era mai piaciuto, quei suoi occhi scuri e quell'espressione mi ricordavano molto un serpente pronto all'agguato. Ma dovevo esternare questi miei pensieri.
« Arle Howe, che piacere vedervi! Vostro figlio Nathaniel sta bene? » chiesi carica di melassa nella voce. Ero così stucchevole quando facevo così! L'unico uomo con cui mi comportavo in quel modo era Roderick e capirete il perché.
« Sì, sta benissimo » rispose Howe in tono amichevole e sorridendo, una serpe che mostrava i suoi denti carichi di veleno. « Parla spesso di te... immagino che dovrei portarlo qui qualche volta » quella frase mi diede fastidio e non riuscii a trattenermi.
« Mi domando: a che pro ciò che dite? Mi pare che la mia testa sia già stata promessa a qualcun altro. A cosa servirebbe un incontro con vostro figlio? » vi assicuro che se fosse stato per il tono, un ascoltatore distratto avrebbe pensato che gli avrei potuto fare un complimento! I due uomini parvero straniti dalla mia risposta, mio padre però vedeva una vena di divertimento in tutto questo. « Se però vi farà piacere, portatelo pure. Altura Perenne non rifiuta nessuno... »
« Myalee... non essere impertinente » mi riprese mio padre, non lo faceva mai e quando lo faceva metteva sempre una nota sviolinante sulla frase, come per trattenere il fatto che fosse fiero della mia risposta. « Comunque sì... ti avevo convocata perché volevo affidarti il castello domani. Come sai, io e tuo fratello partiremo per combattere a Ostagar... » fu allora che Howe intervenne.
« Come sapete le mie truppe sono in marcia ma mi dispiace dirvi che non arriveranno prima di qualche giorno » sembrava realmente dispiaciuto, eppure io non lo avevo neanche considerato, era un mascheramento.
« Non fa nulla. Voglio che vi occupiate del castello durante la nostra assenza. Ci sarebbe il fidanzamento da organizzare... ma la battaglia infuria a sud e sono sicuro che la situazione possa essere compresa! » mi spiegò. Che potevo dire? Sono sicura che avesse capito quando volevo andare con lui e Fergus, partecipare alla battaglia, tuttavia non potevo dirgli di no. « Vorrei anche che andiate da Fergus... siete sua sorella minore, sicuramente ci terrà a salutarvi! »
« Va bene padre. Starò da guardia al castello e farò in modo che esso sia più forte di come lo avete lasciato! » non significava nulla, eppure sapevo che Ostagar era veramente distante da Altura Perenne, ci sarebbero volute settimane prima del suo ritorno, tutto ciò poteva solo farmi piacere visto che avremmo ritardato un fidanzamento che non mi andava per niente a genio. Stavo per parlare ancora quando qualcuno entrò nella stanza bloccando il mio respiro: un uomo alto e dall'aspetto piuttosto trasandato, i suoi capelli erano lunghi e legati come meglio poteva, aveva la barba ispida e un bellissimo paio di occhi, tutti questi dettagli furono catturati dalla mia attenzione per il colore nero così lucido e ben diverso dagli occhi di Howe. Avanzava verso di noi muovendo leggermente la sua veste, bloccata dall'armatura pesante che indossava e vidi subito la spada e la daga che aveva in due foderi alle spalle. Al petto aveva uno stemma che rappresentava un bellissimo grifone; restai meravigliata dalla fiducia che quell'uomo era riuscito ad ispirarmi con un solo sguardo.
« Perdonatemi. Spero di non aver interrotto nulla di importante » disse l'uomo arrivando davanti a noi. L'espressione di Howe era impagabile: era basito, incredulo della figura che si ergeva davanti a lui. Io non capivo ancora.
« Un Custode Grigio? Non sapevo che avremmo ricevuto un ospite di tale rilevanza... » ammise l'uomo con freddezza. « Immagino che le procedure possano essere saltate » Un Custode Grigio. Quell'uomo era colui che mi avrebbe portato via Roderick, probabilmente lo avrebbe preso con sé visto che era qui ad Altura Perenne proprio per cercare una recluta. Qualcuno da portare con sé ma per andare dove?
« Duncan è venuto qui in cerca di reclute. Sono certo che troverai molto interessante il nostro miglior soldato, Roderick Gilmore » disse mio padre prima rivolto a Howe e poi volgendosi al Custode di nome Duncan. Quest'ultimo si voltò verso di me.
« Anche vostra figlia è un'ottima candidata. Sento l'energia che ella sprigiona, avete allevato un'ottima guerriera, Teyrn Bryce » forse stavo sognando, nel giorno del mio compleanno avevo ricevuto un regalo: la possibilità di essere scelta come Custode Grigio e fuggire da Altura Perenne, ovviamente con me sarebbe anche venuto Roderick visto che lui era migliore di me. Non potei non notare lo sguardo freddo che mio padre rivolse al Custode.
« Non ho tutti questi figli da poter mandare in guerra. Ella non è ammissibile! Non vi permetterò di portarla via a meno che non ricorriate al Diritto di Costrizione » ecco che mio padre mi bloccava la fuga. Non potevo dire nient'altro, la sua parola era legge e non avrei di certo pregato quel Duncan perché lo facesse.
« Sono interessata ai Custodi Grigi... ma se la volontà di mio padre è questa, allora vorrei solo limitarmi a saperne di più » era la cosa giusta da fare. « Duncan, giusto? » mi rivolsi all'uomo. « Mi piacerebbe parlarne con voi direttamente. Magari domani? » l'uomo fece un grande sorriso che rivelò dei denti color avorio, un sorriso che mi rese tranquilla. Quell'uomo non aveva cattive intenzioni!
« Sarò qui anche domani. Avremo tutto il tempo che volete per poter parlare... » si limitò a dire. « Ora scusateci, ma credo che noi tre dobbiamo parlare della strategia da adottare nella battaglia imminente... » annuii e me ne andai via dal salone.
Appena varca la soglia della stanza, qualcuno mi prese per il braccio e mi spinse dietro una grande colonna che mi nascose nell'ombra, un uomo mi strinse a sé e cominciò a baciarmi con passione direttamente nella labbra. Riconobbi subito il sapore delle labbra di Roderick, ricambiai il bacio ma lo allontanai quasi subito per paura che qualcuno mi potesse vedere in intimità con lui. Si mise composto sistemandosi l'armatura e io sistemai il mio vestito un po' spiegazzato.
« Sir Gilmore. È un piacere vedervi. Sapete che un Custode Grigio è venuto al castello? » chiesi cercando di essere più superiore possibile. Era così che io dovevo rivolgermi ai soldati del castello e ai domestici in generale. Un altro comportamento doveva essere adottato con gli elfi invece, loro erano schiavi. Lui annuii e mi seguii mentre mi allontanavo verso altri corridoi per cercare Fergus.
« Vi stavo cercando per un grave problema nelle cucine! » mi voltai verso di lui stranita. Cosa potevo mai c'entrare io con le cucine? « Il vostro mabari sta seminando caos e Nan minaccia di andarsene » Nan era la cuoca del castello, spesso aveva ripetuto quella frase, che se ne sarebbe andata via, ma non l'aveva mai fatto. Forse perché quando ero bambina era stata la mia balia e non aveva la forza di lasciarmi sola, perché lei mi venerava praticamente. Sospirai e cambiai direzione rivolta ai corridoi occidentali del castello.
« Drawgnar sa apprezzare il buon cibo! » dissi a mo' di scusa per proteggere il mio segugio, ciò non cambiava il fatto che avesse sbagliato. Ovviamente Nan si sarebbe arrabbiata anche con me.
Quando arrivammo alle cucine non sembravano esserci gravi problemi, il mio segugio era seduto tranquillamente al nostro arrivo, appena mi vide saltello verso di me abbaiando a denti stretti, scodinzolava la coda feliccemente e solo allora notai che tra le fauci aveva qualcosa di grosso e nero, ne contai cinque, erano cinque topi orripilanti. Quasi mi misi ad urlare per lo schifo che quelle cose mi facevano, me li porse ai piedi e gli accarezzai il muso facendogli qualche moina. Nan fu chiaramente contraria al fatto che lodassi il mio mabari, in parte perché aveva anche spaventato i due servitori elfi che lavoravano con lei. Mi scusai comunque per il disagio e poi uscii insieme a Drawgnar e Roderick. Ripresi così a marciare per i corridoi per salire nella stanza di mio fratello Fergus dove ero sicura di trovarlo, ma il caso volle che io non ci arrivassi subito, perché il destino è cattivo, ormai l'ho imparato.
« Figlia mia, ma che bello vederti! Sir Gilmore... non avete mansioni da svolgere? » chiese mia madre non appena ci vide, i suoi occhi si posarono anche sul mio segugio. « Avete finalmente finito di tormentare Nan con Drawgnar? » magari fosse stata da sola! Purtroppo era in compagnia: insieme a lei c'era una raggiante donna con capelli lunghi fino alla vita e chiari, una donna che avevo avuto modo di vedere solo una volta. Lady Landra e suo figlio, Dairren, un giovanotto più grande di due anni rispetto a me, dai capelli ricci e ribelli, di un rossiccio sbiadito simile a una carota, gli occhi chiari e molto simili al caramello.
« Perdonatemi signora. Accompagnavo vostra figlia da suo fratello Fergus... » fece un inchino per ogni persona presente e poi dovette andarsene. Restai con il mio segugio.
Gli occhi degli altri tre puntati su di me, quelli di Dairren mi divoravano, come se avesse messo gli occhi su un piatto delizioso, un dolce. Non so cosa potesse pensare di me, probabilmente lo stesso che pensava Roderick o gli altri uomini del castello: io ero oggetto di desiderio, ma in quel momento ero certa che non l'avrei mai neanche sfiorato con un dito. « Drawgnar ha salvato la cucina dai topi. A meno che non avevate intenzione di servirli per cena... » commentai con sarcasmo facendo un inchino delizioso. I due nobili risero, in particolare notai quando Dairren fosse preso dalla battuta che era tutt'altro che fatta per spirito.
« Sempre impertinente... perdonate mia figlia; è un maschiaccio. Vi ricordate di Lady Landra e Dairren immagino? Saranno nostri ospiti nei prossimi giorni... finché la battaglia non sarà finita e la nostra famiglia non sarà riunita. Allora ufficializzeremo il fidanzamento »
« È bello rivedervi così solare e splendente, dolce Myalee » Dairren si avvicinò a me e dovetti porgergli la mano, si chinò appena scostando il suo mantello bianco e scintillante e prese la mia mano, le diede un bacio e sentii persino il suo succhiare orripilante della mia pelle. Cercai di non ritrarmi per il disgusto. « Sapete... speravo di poter parlare con voi più tardi... magari dopo cena! »
« Parlare di cosa? » dissi avvicinandomi a lui, lasciai che il vestito mi scivolasse con tranquillità mentre mi avvicinavo a lui, per quanto provassi ribrezzo per quel ragazzo, dovevo recitare la mia parte visto che con tutte le probabilità del mondo sarei stata sua moglie e avrei dovuto dargli dei figli! Il solo pensiero mi faceva pensare al suicidio: uno di quelli veloci e indolore, almeno tutto sarebbe finito.
« Non so... del nostro fidanzamento. Magari in camera vostra... con la tranquillità che la notte porta. Non è forse vero che le stelle portano consiglio? » rispose lui. Stavo per replicare, non ricordo esattamente cosa volessi dirgli, ricordo solo che sarei stata cattiva. Mia madre però mi interruppe prima che parlassi.
« La trovo un'idea splendida. Magari potreste già pensare di darci un'erede... » commento scherzando e tutti i presenti risero bellamente tranne me. No, per favore ammazzatemi! Non posso ancora accettarlo. Non quello, non farò sesso con lui prima del matrimonio. « Lady Landra non sarebbe bello? Magari tutto ciò permetterebbe di anticipare le nozze... »
Voglia di fuggire. Scappare via con quel Custode, anche in pasto a un drago, ovunque, non sarei potuta rimanere in quel castello. Avrebbero soffocato qualunque mio pensiero o idea, inoltre già parlare di figli... io non ero pronta per avere dei figli! Il mio spirito materno stava sotto le scarpe che indossavo. Mi limitai a tacere mentre Dairren si metteva d'accordo con una me immaginaria, nella sua mente avremmo non solo parlato, ma mi sarei dovuta concedere a lui e lo capii della frase: “Sapete mi piacciono molto i libri che parlano dell'amor profano, li trovo stimolanti; potremmo commentarne qualcuno insieme?”... ma quale idiota potrebbe mai dire ad una ragazza una frase del genere!? Sarebbe stato meglio se mi avesse detto chiaramente le sue intenzioni. Chissà, magari si sarebbe aspettato che fossi anche vergine, non potevo e non volevo sapere cosa passasse per la sua mente. Corsi quindi verso la camera di mio fratello, pregando che quella notte che arrivasse mai e che qualcosa sarebbe dovuto accadere per impedirlo. Se ci penso mi mordo ancora le unghia a sangue, sono stata una stupida a pensarlo, ma il destino è a noi avverso e non mi stancherò mai di ripeterlo a me e agli altri, o almeno la maggior parte delle volte mi è stato avverso. Quando entrai nella stanza di mio fratello, l'ambiente era strano: c'era lui, bello e alto, così simile a me e non solo per il viso o per i capelli o la forma degli occhi, Fergus era praticamente una Myalee al maschile, io ero il suo specchio perfetto e lo riflettevo. Stava salutando la dolce e apprensiva Oriana e il figlio, Oren. Mio nipote vedeva il mio mondo con innocenza, non capiva ancora come andasse il mondo vista la giovanissima età. A lui sarebbe toccato il regno di Altura Perenne dopo mio fratello. Mi avvicinai a loro dimenticandomi dei miei problemi. Fergus mi notò subito nella stanza e si separò dai familiari per venirmi contro.
« Ecco la mia amata sorellina. Fai attenzione al castello e a nostra madre, per favore... » mi disse, non sapevo cosa dire, volevo parlargli di Dairren, di ciò che si aspettava da parte mia. Ma alla fine rimasi in silenzio e sorrisi.
« Non preoccuparti. E poi tornerai presto ad Altura Perenne... uccidine qualcuno anche da parte mia mi raccomando! » che potevo dirgli? La mia mente era preoccupata a ben altro, si avvicinò e mi abbracciò, una stretta forte che mi sollevò il morale, oltre Roderick, era l'unico a riuscire a farmi sentire come se fossi aggrappata ad una roccia e fossi sospesa su un precipizio.
« Non pensare a Dairren. E poi farò in modo che lui ti segua quando ti sposerai... » il mio dolce fratellone... voleva sempre proteggermi, sempre disposto a coprirmi. Lo ringraziai e dovetti dirgli della possibilità che gli sarebbe stata offerta dal Custode. « Non preoccuparti ti ho già detto! » mi ripeté, appena in tempo prima che i nostri genitori entrassero in camera per dirgli addio, in fondo non era neanche un vero addio... o almeno questo era quello che pensavo in quel momento.

***

Fumo. Urla. Rumori di spade. Questi suoni popolavano i miei sogni, poi un rumore vicino di qualcosa che andava in frantumi, ancora urla disperate e fu allora che balzai in piedi con il cuore in gola, qualcuno accanto a me si destò, mi resi conto che alla fine era successo: avevo dovuto sorbire la tortura di andare a letto con Dairren. Si alzò e sfuggì dalle coperte di seta del mio letto senza preoccuparsi di mostrarmi le sue nudità, mi guardò preoccupato ma io ero ancora scossa e fissavo il vuoto. Ripensai in pochi istanti a quelle ultime ore: a quando Dairren era venuto in camera mia con il solo intento di parlare, le sue mani sulla mia vestaglia che scendevano verso il basso, il suo corpo nudo e freddo contro il mio che andava in fiamme per la disperazione, mi gettava sul letto e lui si gettava addosso a me, il suo fiato fastidioso che sfiorava la mia pelle quasi come se la sfregassi contro una roccia, le lacrime che mi scorrevano per gli occhi, non perché mi facesse male (anche se era piuttosto impacciato), quanto per il tradimento che stavo compiendo, mi immaginavo il volto di Roderick che mi fissava durante tutto l'atto. Alla fine avevamo però concordato che era meglio evitare di rischiare di avere figli in quel momento, parve contrario visto che ciò significava non poter giostrare la cosa a suo piacimento; restammo a letto e lui si addormentò quasi subito per la stanchezza, io lo seguii cercando di non far rumore con i singhiozzi. Lo sbalzo alla realtà fu drastico: la porta di spalancò e una guardia entrò con una spada sguainata, vidi la lama fuoriuscire dalla schiena di Dairren e il sangue che bagnava il pavimento, il ragazzo fu scaraventato via con forza mentre il pavimento si riempiva di un lago di sangue.
Ebbi subito la prontezza di agire: mi mossi velocemente verso la rastrelliera con la mia spada, la estrassi dal suo fodero e presi lo scudo tondo che stava accanto ad essa; non mi importava nulla di essere nuda e combattere, vidi che un'altra guardia raggiunse quella già presente, non venivano solo per Dairren, cercavano me! Mi spostai contro di loro e mi difesi con lo scudo da una freccia, caricai la guardia con la spada e la feci scontrare contro il muro, lo disarmai con un colpo di scudo e poi cominciai ad infierire sul suo corpo con la mia fedele spada. Ero già pronta per l'altro combattimento ma fui piacevolmente sorpresa nel vedere Drawgnar che strappava letteralmente la faccia dell'arciere. Il segugio mi raggiunse e mi chiusi in camera. Fare mente locale era la priorità, un attacco al castello ovvio, Dairren morto con il suo sangue che bagnava il mio pavimento, i suoi occhi spalancati per l'orrore. Potrà sembrare orrendo... ma ero felice di essermi liberata di lui, avevo ritrovato la mia felicità e non sapevo chi ringraziare. Ringraziare... quel termine era stupido, il nostro castello era sotto attacco e non mi era stato fatto un favore! Misi gli indumenti intimi e poi indossai la mia armatura leggera: la corazza, gli stivali e i guanti. Sistemai poi la spada e lo scudo e uscii dalla stanza.
Gettai quasi un urlo appena vidi una nuova figura davanti a me, quella figura armata era una donna e indossava un arco nella schiena. Fu solo vedendo i suoi capelli argentei e i suoi occhi chiari come i miei che riconobbi mia madre. « Myalee! Sei salva meno male... »
« Madre che succede? Quegli uomini hanno ucciso Dairren e hanno... » non mi lasciò tempo per parlare, mi interruppe e mi spiegò tutto.
« Hai visto i loro scudi? Si tratta degli uomini di Howe, quel bastardo ci ha traditi e attaccati ora che il nostro esercito è lontano. Dobbiamo andare via, c'è un passaggio nelle cucine. Spero che tuo padre si sia diretto lì... » i suoi occhi si tinsero di lacrime e divennero rossi come il fuoco. « Hanno ucciso Oriana e Oren... che quel demonio bruci all'inferno! » ed ecco che fui sbalzata realmente nella realtà: non poteva essere vero. Era un incubo; doveva esserlo, non poteva essere reale la morte di mia cognata e mio nipote, era tutto un'elaborato scherzo della mia mente, uno scherzo malato nato dal desiderio di fuggire via da Dairren.
Mia madre era sconvolta, aveva visto la morte del nipote e ciò l'aveva distrutta, ma nulla sarebbe potuto essere confrontabile con il fatto che io avessi perso il mio “amato” Dairren. Lei scomparì un attimo in una stanza, le vidi estrarre una chiave ed entrare nella porta, uscì dalla stanza con una lunghissima spada robusta e dal fodero diamantato e uno scudo bellissimo e più grande del mio con un bellissimo disegno, due ali azzurre e piumate, il simbolo dei Cousland. Me li affido tra le mani e mi spinse via da quel corridoio lasciando le mie precedenti armi a terra, sfuggimmo più volte alla morte durante il nostro percorso: dovevamo arrivare alle cucine dove era presente un passaggio segreto che ci avrebbe fatte fuggire, dovevamo prima trovare nostro padre che ancora era al castello. Ci trovammo a combattere contro alcun guardie che immaginai fossero riusciti ad entrare da qualche parte; non mi sarei aspettata di vedere mia madre combattere, era molto brava e immagino che le mie doti da guerriera non siano solo derivate dall'allenamento di mio padre.
« Madre... quand'è che avete imparato a combattere così? » chiesi mentre correvamo attraverso i corridoi del castello, era ormai chiaro che le guardie di Howe erano penetrati nel castello ma in minima parte, la maggior parte dei traditori doveva essere bloccata al salone principale, andammo lì solo per vedere se c'era mio padre, nel frattempo ebbi modo di usare la spada donatami da mia madre e lo scudo.
« Anni e anni fa. Mica ti aspettavi che non sapessi i fondamenti del combattimento? Tu piuttosto... » rifletté pochi istanti. « Mi raccomando Myalee: impugna con orgoglio la nostra spada e lo scudo dei Cousland! » la vidi pensierosa, il modo stesso in cui aveva parlato era strano, come se fosse una di quelle frasi d'addio.
Il salone era tranquillo, silenzioso e c'erano alcuni cadaveri per terra, la maggior parte di loro erano guardie di Howe che riconobbi dai loro scudi e dal loro fregio, cercai qualunque indizio che mi mostrasse che mio padre era vivo, poi pensai subito a Roderick, allora lo vidi: era in piedi e mi dava le spalle insieme ad alcune guardie dall'altro lato del salone, tenevano ferma la porta a cui arrivavano scosse, stavano cercando di abbatterla. Avrei dovuto combattere insieme a loro ma le cose non andarono come mi aspettavo, stavo per avvicinarmi a Roderick, mia madre però mi trascino via e fu aiutata dalle guardie. L'ultima cosa che vidi del salone furono solo le guardie e Roderick che continuava a darmi le spalle nonostante lo chiamassi. Ed ecco che tutto era infine venuto a galla ma mia madre non disse nulla. Ci dirigemmo verso le cucine in silenzio e con una scorta di guardie molto limitata, quattro guardie che furono poi separate da noi da altre guardie di Howe, infine ci chiudemmo dentro le cucine e avanzammo verso la dispensa dove trovammo due uomini.
« Bryce! » urlò mia madre vedendo con orrore il suo corpo insanguinato, la sua spada messa di lato, la pelle bianca per l'eccesso di sangue perso, il respiro affannato. « Creatore ti prego salvaci! » chiese pietosamente. L'altro uomo era il Custode Grigio di nome Duncan, continuava a fissare i miei genitori che piangevano insieme per l'orrore commesso da Howe, dentro di me ribollivo di rabbia.
« Dovete andare via... io non ho più forze. Vi rallenterei e morirei prima di riuscire ad uscire dal castello. Per favore... salvatevi voi; Duncan amico mio, potrai aiutare le mie donne a salvarsi? » vidi i suoi occhi balenare su di me e capii subito ciò che stava per chiedere, ciò che avrebbe voluto chiedere in tutta la giornata ma che non si era permesso a fare visto che avrebbe dovuto invocare il Diritto di Costrizione.
« Lo farò. Ma in cambio voglio che vostra figlia si arruoli nei Custodi Grigi! » usò queste parole con durezza, era come se per lui fosse una richiesta normale, come il castello non fosse neanche nelle condizioni dell'assalto.
« Va bene lo farò! » dissi prima che mio padre potesse rispondere, ormai non importava cosa dicesse, lui sarebbe morto e già il mio cuore piangeva. « Ora dobbiamo andare via, madre... » solo in quell'istante mi resi conto del nodo che mi si era formato alla gola, appena cercavo di parlare mi doleva.
« Io resto qui; il mio posto è con mio marito. In vita e in morte... vi farò prendere del tempo! » mi rispose lei, fu allora che tutto finì: la magia che avevo vissuto in quei venti anni, abbattuta proprio come la porta principale del salone.
« Hanno sfondato la porta. Dobbiamo andare via! » disse Duncan avvicinandosi a me velocemente, il mondo mi crollò addosso e cominciai a urlare ai miei genitori che non li avrei lasciati, che volevo loro bene, cercai di gettarmi addosso a loro ma fui bloccata dalle braccia forti del Custode, fui spinta via contro una porta nascosta da un'enorme scaffale.
L'ultimo ricordo che ho del castello è proprio quello: i miei genitori vicini in un lago di sangue, mio padre che aspettava la morte e mia madre che lo accompagnava come fosse una traghettatrice, pronta ad accogliere la morte anche lei. Ricordo le ultime parole di mio padre prima che scomparissi nel passaggio segreto. « Siamo fieri di te, Myalee. Sappiamo che vivrai una vita lunga e che lascerai il segno in tutto il Thedas! » non potevo comprendere la verità di quelle parole, solo poco tempo dopo avrei capito cosa il mondo si sarebbe aspettato da me, non solo perché sarei diventata un Custode Grigio. Ma perché mi sarei trovata a combattere la Prole Oscura nel Ferelden.










Angolo Autore:
Eccomi a voi come un umile servo che posto un altro capitolo della mia ff. Non so se posto velocemente ma è un periodo in cui sono abbastanza preso e non vorrei che il periodo cessasse, meglio quindi che io vada veloce così da non lasciarvi amaro in bocca per capitoli futuri.

Voglio cominciare a dire un paio di cose: so che nel dialogo iniziale, Rendon Howe non parla del figlio Nathaniel ma di Thomas, ho preferito però farlo riferire al primo nome visto che ritengo sia un personaggio più conosciuto (per chi ha giocato il DLC-Awakening); essendo il mio PG una donna ho preferito eliminare Iona dalla scena, così come ho modificato alcuni dialoghi perché sarebbero stati uguali al gioco, noiosi e quindi inutili. Ho cercato di fare un minestrone con tutti. Per quanto riguarda la mia prima giocata... be' le origini sono molto lineari. All'epoca ci rimasi malissimo quando vidi il mio PG lasciare i suoi genitori, tuttavia ero felicissimo di entrare nei ranghi dei Custodi e inoltre avrei potuto parlare con Fergus. Da allora ho chiaramente odiato Howe (ovvio il motivo)! Che altro dire... le origini sono molto lineari e non c'è molto di cui discutere, ho quasi sempre agito con gentilezza verso le persone.

Chiudo l'Angolo ringraziando la carissima Alithea che mi ha recensito e che spero continui a farlo! Spero che molti altri commentino e siano rapiti dalla storia e che altri commentino i capitoli facendomi sapere come procede la storia. A presto con il prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Custodi Grigi ***


CAPITOLO TERZO
CUSTODI GRIGI


Ci vollero due settimane di viaggio per arrivare a Ostagar. Era lì che i Custodi Grigi di tutto il Ferelden si stavano riunendo, là era presente mio fratello Fergus insieme all'esercito di tutta Altura Perenne, avrebbero sostenuto Re Cailan durante la battaglia con la Prole Oscura. Inizialmente non dissi una parola a Duncan e lui comprese il mio silenzio, non mi forzò mai a parlare e questo è uno dei tanti motivi per cui avevo stima di lui. Fu così che superammo i Bannorn, l'estesa pianura che ci separava da Lothering, la prima città, o meglio dire villaggio in questo caso, che avremmo incontrato era proprio sulla Gran Via Imperiale; ebbi modo di riflettere e di essere consolata da Drawgnar, il mio fedele segugio che si lasciò coccolare, cercai di lasciarmi alle spalle la vita di corte, perché era chiaro che nulla di ciò che conoscevo sarebbe ritornato a me, il castello di Altura Perenne sarebbe caduto in disgrazia a Rendon Howe e alla sua famiglia, per quanto ne sapevo i miei genitori erano morti, mia madre straziata e fredda come il ghiaccio, mio padre morto in pace mentre lei gli faceva da guardia, il viso di Roderick... straziato dal dolore delle lame, magari però Howe aveva visto in lui il talento che tutti noi vedevamo, avrei preferito vederlo tra le sue schiere piuttosto che averlo morto. Anche se questo significava che probabilmente avrebbe dovuto combattermi. Fu dopo la prima settimana di viaggio che vidi il cambiamento del tempo che ispirò anche il mio umore: le calde giornate estive ci abbandonarono e diedero il benvenuto alle fresche giornate autunnali, un'aria gelida si era sollevata dalle montagne ed era scesa fino alla valle. Quando finalmente mi ripresi dallo shock della mia famiglia perduta potei parlare nuovamente: le mie prime parole furono: “Cosa stiamo andando a combattere?”
Sarebbe stato più opportuno un grazie per avermi salvato dalla morte, ma non riuscii mai a ringraziarlo perché dentro di me gli davo una colpa che non aveva: il fatto che mi avesse strappata ai miei genitori morenti, il ricordo di Roderick era così lontano e doloroso che cercavo di non liberare i miei sentimenti per lui. « Ti sei finalmente decisa a parlare, Myalee? » chiese sviando la domanda fattagli.
« Immagino che dovrò essere più loquace. Mi dispiace di essere stata fredda in questi giorni con te! » quelle scuse sembravano un ottimo modo per ringraziarlo, ovviamente per lui non era la stessa cosa. « Cosa andiamo a combattere? » ripetei.
« Tu conosci i Custodi Grigi? Voglio dire, cosa conosci di loro? » chiese Duncan mentre eravamo accampati in un piccolo spazio tra gli alberi vicino Lothering. Frammenti di ricordi donati dal mio mentore sovvennero alla mia memoria.
« I Custodi Grigi combatterono durante i Flagelli che attraversarono il Thedas » annuì e mi spronò a continuare. « Un Flagello ha origine dalla comparsa di un arcidemone... l'incarnazione di un Antico Dio o qualcosa del genere? » annuì distrattamente, era chiaro che non era quello il punto in cui voleva farmi arrivare perciò dovetti continuare a parlare anche se non fossi stata sicura di ciò che dicevo. « L'arcidemone... è un Prole Oscura? » in quell'istante capii cosa andavamo a combattere e la sua espressione mutò, da seria divenne sorridente. Avevo centrato in pieno l'argomento, mi ero data una risposta da sola.
« Sei molto astuta e intelligente. Fa' in modo che queste tue capacità non vengano mai perse. Cosa che sarebbe accaduta se ti fossi unita in matrimonio con un nobile che non ti andava a genio... » come diavolo faceva a sapere quelle cose? Quel Duncan era sicuramente un attento osservatore, ma ci eravamo visti mezza volta e non poteva essergli bastato di certo a capire quel dettaglio di me.
« Quindi c'è un'orda di Prole Oscura che marcia verso Ostagar? E perché combattere lì? » lì erano presenti le Selve Korcari, un tempo da lì arrivavano i Chasind, una tribù di barbari molto pericolosi, proprio quelli furono respinti nella città. Che i Custodi volessero adottare la stessa strategia? Duncan annuì.
« Sì! Vogliamo fermarli là. La battaglia sarà dura, ma se tutto combacerà come crediamo noi, riusciremo a fermare l'orda. Inoltre non c'è stato ancora alcun avvistamento di arcidemone... possiamo solo sperare bene! »
Il resto del viaggio fu piacevole, attraversammo l'Entroterra che ci separava da Ostargar e dopo qualche giorno finalmente arrivammo a vedere le bellissime torri dell'accampamento. In lontananza vidi alte e spettacolari strutture in pietra e imponenti, uomini che si preparavano ovunque per allenarsi o combattere. Mentre camminavano lungo la via che ci portava all'ingresso dell'accampamento, vidi alcune guardie armate e corazzate fino al collo, tra di loro c'era un uomo di bell'aspetto, corazzato meglio di loro con una scintillante armatura dorata come i suoi lunghi capelli; l'uomo notò subito me e Duncan e ci venne a fare l'incontro. Restai meravigliata dalla bellezza dell'uomo, eppure aveva l'aspetto di non essere molto grande, quel ragazzo poteva avere circa dieci anni in più di me, aveva ancora la pelle perfetta e un filo di barba dello stesso colore dei capelli, gli occhi di uno splendente color caramello, dolci e troppo ingenui.
« Vostra maestà, ho il piacere di mostrarvi la mia nuova recluta. Myalee Cousland » l'uomo aprì appena la bocca. Poi fece un largo sorriso mostrandomi dei denti scintillanti come la sua armatura. « Suo fratello, Fergus... »
« Ma certo! Che piacere avere l'onore di conoscere una così bella donna. Non ci sono molte donne tra i Custodi Grigi, è un piacere essere circondato da belle donne in battaglia... spero davvero che superiate l'Unione! » disse l'uomo prima di presentarsi. « Ma che ineducato. Sono Re Cailan Theirin » subito i miei occhi si spalancarono.
Feci un inchino come meglio potevo visto che ero bloccata dall'armatura. Chinai il viso in avanti. « L'onore è mio Re Cailan, perdonatemi se non vi ho riconosciuto subito! » dissi totalmente imbarazzata dalla mia mancanza. In effetti non avevo mai avuto modo di vederlo quindi non sapevo il suo aspetto. Ma era così giovane!
« Non preoccupatevi. E vostro padre come sta? » chiese sorridente. Ovviamente lui non poteva sapere. Cercai di parlare ma un nodo alla gola mi strozzò e Duncan parlò al mio posto prima che potessi fiatare.
« Bryce Cousland e la moglie sono rimasti vittime di Rendon Howe, ha attaccato Altura Perenne due settimane fa. Ero presente anch'io ed ho avuto la fortuna di essere presente per salvare la giovane Myalee » l'espressione di Cailan fu impagabile.
Per tutto il tempo aveva mantenuto una certa tranquillità e serenità, l'espressione attuale era invece ben diversa: l'ira lo stava divorando, vidi che strinse i pugni e digrignò i denti. Cercò di mantenere la calma e parlò solo con me. « Mi dispiace moltissimo per la perdita. Vi giuro sul mio onore: dopo Ostagar, Rendon Howe sarà punito per l'offesa che ha rivolto alla vostra famiglia! » era persino più arrabbiato di me, questo mi fece sentire incredibilmente tranquilla, il re era dalla mia parte e Howe avrebbe subito la punizione che meritava. « Vostro fratello è in ricognizione nelle Selve, al momento non può essere contattato. Immagino che vogliate voi stessa parlargli e raccontare l'accaduto... »
« Non preoccupatevi, vostra maestà. Non ho fretta di comunicargli l'accaduto... » riuscii a respirare via dal mio corpo. Lui parve comprendere e cambiò argomento.
« Per ciò che vale: sfogate la vostra rabbia sull'orda di Prole Oscura. Anche se immagino che questa battaglia sia in realtà un triste scherzo... non penso si tratti di un Flagello in verità! » disse quasi deluso. Non riuscivo più a seguirlo: era un bene che non si trattasse di un Flagello no?
« Ma vostra maestà, non è preferibile così? » chiesi senza comprendere. « La battaglia non porterà rischi e morti gravi, se si trattasse di un Flagello, verrebbe comunque concluso qui a Ostagar. Se così non fosse, avremo ripulito un po' di Prole Oscura no? » lui non sembrò d'accordo con me e disse e entrambi che doveva congedarsi per ritirarsi nella sua tenda e anche per parlare con il Teyrn Loghain, il padre di sua moglie, la Regina Anora che al momento risiedeva a Denerim. Duncan mi si avvicinò e mi porse una mano, la presi con gentilezza mentre faceva strada a me e a Drawgnar.
« Il re dice il vero. Non si è presentato un arcidemone ancora. L'orda sembra debole, ma sappiamo tutti che questo è l'inizio. Quest'epoca è stata predetta con numerose calamità, stiamo vedendo il sorgere dell'Era del Drago con il Quinto Flagello! »
« Pare sicuro di sé... forse andrà realmente tutto bene e non ci sarà bisogno di altre battaglie. In fondo è questo che tutti vogliono: pace. » cercai di rasserenarlo, anch'io però la pensavo come Duncan, quella battaglia doveva essere decisiva in nostro favore, Re Cailan sembrava troppo sicuro di sé e poteva costargli la battaglia.
« Per adesso non ci pensare. Mancano ancora alcuni giorni all'arrivo della Prole Oscura. Nel frattempo ti chiedo di restare nell'accampamento e di cercare un Custode di nome Alistair; dopo dovrai affrontare l'Unione insieme ad altre due reclute. Non chiedermi in cosa consiste visto che non posso rivelarlo! » scrollai le spalle e annuii. Cercare un Custode in un accampamento dove molti altri erano presenti, davvero semplice no!? « Nel frattempo mi occuperò io di Drawgnar » salutai quindi il mio segugio e mi trovai di fronte un gigantesco ponte che collegava l'accampamento vero e proprio; non so perché ma cominciai a correre, mi sentivo libera e totalmente in pace con me stessa, nonostante la mia famiglia fosse stata spezzata, mi sentivo piuttosto bene, riuscii persino a sorridere, era bello sentire il vento sfidare il mio corpo che lo fendeva, mi sentivo felice. Una cosa che non mi capitava da due settimane. Non era però il momento di pensarci, dovevo cominciare a pensare come una guerriera e sì: a detta di Re Cailan, avrei potuto scaricare la rabbia sui Prole Oscura.
Ostagar era principalmente un agglomerato di macerie appartenenti ad una vecchia fortezza, un ottimo punto strategico come vi ho già detto; oltre i resti c'erano anche moltissime tende, immagino che appartenessero ai Custodi Grigi e ai membri dell'esercito. Ma chi tra tutti quegli uomini era l'uomo che stavo cercando? Vidi moltissimi gruppi di uomini girare per il campo e guardarmi con desiderio, ero abituata a quegli sguardi ma mi davano lo stesso fastidio. Più volte mi fermai a chiedere di quel ragazzo e alcuni soldati mi sorrisero maliziosamente.
« Il piccolo Alistair ha finalmente trovato dove inzuppare il biscotto? Sei davvero una bella puttana... sei disponibile anche per altri soldati? » ero così arrabbiata che stavo per sguainare la mia spada e la stavo per infilzare dritta nel suo cuore, qualcuno però mi fermò, una voce femminile e roca, piena di saggezza.
« Avete bisogno di cortigiane per divertirvi? Che delusione che siete uomini... » una frecciatina che veniva da una donna alle mie spalle, mi girai osservando una donna anziana dai lineamenti fini e delicati, gli occhi di un verde spento e i capelli grigi come la cenere, indossava una veste bellissimo e ricamata, un'elegantissima gonna le contornava il bacino stretto. Sembrava molto più innocente di quanto non fosse in realtà, quella donna la sapeva lunga. « Che coraggio a rivolgervi in questo modo a un Custode Grigio! » il gruppo di soldati girò a largo intimiditi dalla mia presenza.
« Grazie mille! » riuscii a dire alla donna dall'abito elegante. Lei mi rivolse in un sorriso apprensivo e amichevole. « Mi chiamo Myalee, non sono ancora un Custode! » precisai alla donna. Lei mi strinse la mano mantenendo la sua espressione.
« Se non ci si aiuta tra donne! » fece una risata dolce, quella donna aveva lo stesso temperamento di Duncan, motivo in più per renderla simpatica. « Mi chiamo Wynne, sono una maga anziana del Circolo dei Maghi. Siamo stati chiamati dal re in persona » rimasi colpita, era la prima maga che incontravo in tutta la mia vita, questo perché i maghi devono restare chiusi nella Torre a Kinloch Hold, da quanto ne so ci sono distinzioni tra i maghi, la Chiesa li reputa i colpevoli della corruzione dei Prole Oscura, ho letto più volte sui libri di Maghi del Sangue e Maleficar ma non ho mai capito la differenza, inoltre non mi importava personalmente.
« Capisco. È un piacere conoscervi, ma stavo cercando un Custode di nome Alistair, sapete dirmi dove si trova? » la maga di nome Wynne mi fece un sorriso e rifletté attentamente sulla risposta. « È molto importante, me lo ha chiesto Duncan stesso! »
« Certo cara stavo per risponderti » mi fece sentire strana: non mi sarei mai aspettata di restare così spiazzata, forse perché al castello le cose giravano in modo diverso: per qualunque mia azione dovevo spiegare, ero in una trappola dove ogni mio respiro doveva essere seguito da una spiegazione. « Lo troverai al vecchio tempio, vai da quella parte » mi indicò una via che portava ad alcune rovine, nel mezzo degli alberi si ergeva una piccola torre, avevo trovato il mio uomo, per così dire! Ringraziai la donna e mi allontanai verso la direzione indicatami.
Mentre camminavo verso l'antico tempio, un'ondata di gelo mi passò accanto e un vento sollevò delle foglie che venivano da chissà quale albero lontano, puzzavano in uno strano modo, mi voltai alle mie spalle cercando di direzionarmi verso le Selve Korcari, riuscivo a sentire la paura avanzare insieme all'orda, una sensazione che mi riempii il corpo fino ad immobilizzarmi. Non saprei dirvi come, il fatto di dover cercare quel Custode mi fece smuovere dal mio posto e avanzai verso la direzione indicatami dall'anziana Wynne; mi trovai in mezzo agli alberi di fronte ad un tempio diroccato e con il pavimento costituito da roccia levigata, in lontananza c'erano due uomini, il primo era un uomo dalla pelle scura e con l'espressione arcigna, indossava una tunica molto simile a quella di Wynne, sicuramente lui era un altro mago del Circolo venuto a Ostagar per combattere. L'altro doveva essere Alistair: un ragazzo alto, con un fisico apparentemente scolpito e coperto dalla pesante armatura di cuoio marrone, alle spalle aveva una spada e uno scudo molto simili ai miei, aveva un bel viso mascolino e l'espressione beffarda e vincente verso l'uomo con cui dialogava; capelli castani e tendenti a brillare come il sole, gli occhi scuri come la corteccia degli alberi e un filo di barba ispida sul mento. Mi avvicinai ai due uomini che sembravano litigare.
« E va bene, ma sappiate che lo faccio solo per non essere ancora importunato da voi messere! » disse il mago al Custode Grigio, si allontanò velocemente da lui e l'altro venne contro di me, fui per un attimo in soggezione.
« Sapete cosa adoro di più del Flagello? Il fatto che unisce le persone... » non sapevo cosa intendesse, probabilmente la discussione da lui appena fatta. Mi trovai perfettamente concorde con lui. « E voi sareste? Siete nuova... la recluta di Duncan? » chiese osservandomi dalla testa ai piedi.
« Sono Myalee Cousland! » dissi allungando la mano amichevolmente. « E voi dovreste essere Alistair? » aggiunsi subito dopo. Lui allungò la mano con il guardo e strinse la mia, una stretta amichevole e confortevole.
« Sì sono io, accidenti non mi aspettavo una bella donna come te... voglio dire... » divenne subito rosso in volto e poi riprese con ironia. « Non ci sono molte donne tra i Custodi. È un piacere vederne una come voi ogni tanto... » non saprei descrivervi esattamente come mi sentivo, solo che mi fece piacere ricevere quei complimenti.
Quel ragazzo era educato e gentile, inizialmente non vidi subito la sua effettiva bellezza, fu una cosa che imparai ad apprezzare solo in seguito. Gli feci un sorriso. « Duncan mi aveva detto di cercare te... » dissi subito passando al “tu”. Lui annuii e mi superò di pochi passi, fece poi segno di darmi precedenza. Passai accanto a lui lentamente e sentii il suo fiato sulle spalle.
« Immagino sia per l'Unione... tranquilla, tu verrai sicuramente accettata tra i nostri ranghi. Riconosco dei Custodi quando li vedo... un po' come con i maghi! » disse in tono sarcastico e riferendosi ad altro.
« Ah sì? E come fai a sapere che non sono una maga? Potrei trasformarti in un mulo da soma... » mi sentivo a mio agio, quel tizio era davvero incredibile. Questa è una delle caratteristiche di Alistair: il fatto che lui riesce a far sentire le persone speciali, lui riesce a mettere tutti a proprio agio.
« Un mulo da soma eh? Solo se sareste voi la mia padrona... » disse scherzando. « Non mi prendete per un libertino per favore. Son fatto così... comunque non siete una maga, ho seguito l'addestramento da templare e so riconoscere il loro sangue... »
« Un templare? E adesso sei un Custode? » chiesi riflettendo sulle sue parole, un templare... un cacciatore di maghi, al servizio della chiesa per tenere in trappola i maghi del Circolo, inoltre danno la caccia a tutti coloro che fuggono via o non sono ancora stati trovati al Circolo.
« Duncan ha reclutato anche me sei mesi fa. È stata una vera fortuna... la vita di chiesa non faceva per me, ma immagino che potrete capire... » disse, sul suo viso comparve un alone rosso d'imbarazzo. La cosa era abbastanza dolce. « Duncan mi ha salvato da quella vita invocando il Diritto di Costrizione, la venerata madre era furiosa... » girammo per il campo fino a vedere delle rovine, là sotto c'era il mio Drawgnar e Duncan che accompagnava altri due uomini, i miei compagni di Unione immaginai. « E voi? Che cosa pensate di Duncan? »
« Mi ha salvata dalla distruzione del mio castello. È un uomo buono e pieno di regole, una cosa che ammetto di ammirare... » non che durante la mia vita non abbia avuto regole, ma i suoi doveri... Duncan conduceva una vita per ciò in cui credeva. Ciò lo mostrava pieno di rispetto ai miei occhi.
« Aveva perfettamente ragione! » si limitò a dire. Mi fermai qualche metro prima di arrivare e lui se ne accorse, tornò indietro per prendermi. « Cosa vi prende, Myalee? » immagino si fosse accorto della mia espressione dubbiosa. Solo in quell'istante mi preoccupai realmente della consistenza di quell'Unione.
« In cosa consiste l'Unione? Voglio dire... niente riti sessuali strani spero? » Alistair scoppiò a ridere bellamente, non trovavo affatto la cosa divertente. « Lo trovi divertente, Alistair? » chiesi mettendo le mani ai fianchi.
« Se l'Unione consistesse in quello, e non fosse segreta, avremmo molte più reclute. Specialmente con ragazze come voi... » nei suoi occhi lessi qualcosa di forte, uno spirito combattivo che aveva un passato doloroso alle sue spalle. Non chiedetemi come io abbia fatto a capirlo, non ho mai capito le persone e mi sono sempre rifiutata di riuscirci, ma con Alistair è sempre stato diverso. « Scherzi a parte: non costringetemi a rivelarvelo, non potrei resistere al vostro fascino... » disse a mo' di battuta.
Ammetto che un po' mi infastidiva, voglio dire, in certi momenti Alistair era questo: dolce e sarcastico, ironico il più delle volte e sempre pronto a rivolgere un sorriso a chiunque lo chiedesse. Forse un paio di essi erano però rivolti solo a me... « Tranquillo, non lo farei mai! » dissi, a quel punto mi ricongiunsi tra gli altri tre uomini e ci mettemmo in fila di fronte a Duncan.
« Sarò breve perché voglio che siate di ritorno prima del crepuscolo. Vi affido due compiti: andare nelle Selve e prendere il sangue di tre Prole Oscura e recuperare degli antichissimi trattati dei Custodi. Non vi sarà necessario sapere altro... vi basti questo. Alistair vi accompagnerà » l'uomo poggiò il suo sguardo sul ragazzo accanto a me. « Sperando che la sua impudenza non si faccia viva per un altro po'! » chiaramente era venuto a sapere del litigio tra Alistair e il mago. Come faceva Duncan a sapere tutto? Lo stesso modo in cui aveva capito cosa mi aspettava dalla vita di corte!
« Chiedo perdono Duncan, non accadrà più! » queste furono le parole che ci congedarono, non feci domande visto che la missione era semplice: certo non sapevo la forza di un Prole Oscura e questo mi preoccupava; ma Alistair era comunque un Custode da più tempo di noi, sei mesi a detta sua... non che c'era poi molta differenza effettivamente!
Ci addentrammo nelle Selve con le sole armi che avevamo, lasciammo l'accampamento dall'ingresso nord che si affacciava su delle radure apparentemente vuote, il sole era quasi tramontato in verità e significava che Duncan si aspettava che la missione durasse poco più di un'ora. Non sapevo quanto ci saremmo stati ma trovai comunque il modo di ingannare il tempo. Le due reclute si chiamavano Daveth e Jory se non ricordo male, non che mi importasse di loro vista la loro idiozia: il primo era un donnaiolo che mi disse di volermi guardare la spalle, il tono lasciò intendere altro e Alistair fece saltare il suo lato da gentiluomo proteggendomi. Il secondo invece era un fifone, totalmente terrorizzato dalla Prole Oscura. Ma quello era un uomo? Io non temevo quelle creature senza neanche averle incontrate, o almeno cercavo di convincermi di quell'idea fino a farla diventare la mia realtà, per il resto del tempo del nostro vagare tra gli alberi, trovai utile parlare con Alistair.
« Quindi... questo Flagello? Cosa ne sappiamo? » lui era in coda a tutti noi, io subito al suo fianco e gli altri due con spada e arco sguainati e pronti all'attacco.
« Il Canto della Luce dice che i maghi dell'Impero Tevinter raggiunsero la dimora del Creatore, la corruppero con il loro male e la trasformarono nella Città Nera. L'anima di quei magari viene a contatto con un Prole Oscura che fa comparire l'arcidemone; davvero una bella storia della chiesa... »
« Io non credo che i maghi siano responsabili. Voglio dire... nel passato forse sì, ma perché continuare a punirli tutt'oggi? I maghi sono imprigionati nei Circoli solo per l'errore dei loro avi. Non lo ritengo giusto! » lo stesso vale per la nobiltà: se qualche importante Arle avesse sbagliato, sarebbero i suoi nipoti a subirne le conseguenze perdendo la terra, venendo proclamati traditori. Ma quella era la vita fereldiana e nel caso di Arle Howe era più che giusto!
« Nonostante io fossi mezzo templare, sono d'accordo con voi. I maghi dovrebbero essere liberi anche se ammetto di avere un po' paura della magia! »
Stavo per replicare, magari dicendo una battuta o scherzando con il ragazzo. Ma ogni mio pensiero dovette essere fermato, ci trovammo in una piccola radura circondata da alberi e da bellissimi fiori bianchi e arancioni, davanti a noi c'erano però dei soldati morti per terra, dei carri abbattuti e tra di essi delle creature spaventose: creature che avevano già popolato i miei incubi, i Prole Oscura, dei mostri dall'aspetto marcio e demoniaco, come fossero dei cadaveri in putrefazione. La scontro contro quel gruppo fu un piacevole mezzo di confronto: io e Alistair andammo ad attaccare una parte del gruppo, entrambi armati di scudo e spada e pronti a difenderci, restammo vicini in modo da avere le spalle coperte; le creature erano forti ma io lo ero di certo di più, mossi la mia spada velocemente e spezzai le loro armi con facilità, infilzai poi le creature e il loro sangue si riverso sulla mia corazza, recisi la testa a due o tre e poi spaccai il cranio ad un Prole Oscura a colpi di scudo, mi girai appena in tempo per parare un colpo e mi alzai in piedi per sovrastare la creatura più bassa di me, lo calciai via e cominciai a dargli colpi di spada fino a ridurlo a pezzi. Alistair era molto più bravo di me, un ottimo combattente e notai subito lo stile diverso da un comune soldato, immagino fosse il modo di lottare dei Templari; abbatté tutti i nemici intorno a lui e cominciò a liberarsene uno alla volta uccidendoli in fretta, la sua spada fuoriusciva dai corpi demoniaci piena di sangue. Vidi delle frecce volare in cielo e abbattere altri tre Prole Oscura, Daveth era bravo con la sua arma... ancora oggi mi chiedo per quale scherzo del destino si trovasse là; il combattimento non fu poi così duro anche se rimasi senza fiato in mezzo a tutti quei cadaveri. A me e agli altri due era stata affidata una fiala ciascuno da riempire con il sangue, ognuno di noi scelse un Prole Oscura morente e ottenemmo così il sangue che ci serviva.
« I trattati dovrebbero essere nascosti tra quelle rovine... » disse Alistair indicando un piccolo tempio diroccato nascosto tra gli alberi, ci avvicinammo alle rovine e osservammo uno scrigno in lontananza, totalmente fracassato e con un enorme lucchetto consumato dal tempo e dell'epoca e per terra.
« Dovrebbero trovarsi là dentro? » chiesi dubbiosa, era chiaro che nulla fosse rimasto in quello scrigno, ci avvicinammo lentamente temendo un attacco da altri Prole Oscura o perché no, magari anche dai Chasind visto che queste erano le loro terre.
Pochi centimetri mi separavano dallo scrigno: completamente vuoto proprio come sembrava. Mi resi conto solo allora che qualcuno ci stava spiando, che ci stava seguendo fin da quando eravamo entrati nelle Selve, mi voltai di scatto verso un punto distante pochi metri e pieno di arbusti, la spada rivolta contro quel punto e lo scudo pronto a difendermi da qualunque cosa ci fosse. « Rivelati. Adesso! »
« Tranquilla ragazzina, non ho alcuna intenzione di farti del male. Quanto meno non di proposito... » disse una voce femminile, una voce seducente e dall'accento vellutato, fu allora che una figura bellissima comparve tra le foglie e si avvicinò verso di noi, movimenti leggiadri e quasi evanescenti, una ragazza con i capelli scuri come il carbone raccolti dietro, dagli occhi splendenti e dorati con un bastone pieno di piume alle spalle e un vestito composto in modo strano, una donna formosa che non si vergognava di mostrare il proprio corpo con pochi stracci addosso. « Sei un avvoltoio che rovista in scheletri ormai logori? O speri di far comparire per magia qualcosa che ormai non si trova più lì!? » disse lei con sarcasmo.
Quella fu la prima volta che Morrigan mi rivolse la parola.











Angolo Autore:
Ecco fatto un altro capitolo, un capitolo che era pronto già al primo giorno ma che ho preferito rivedere più volte (oltre per la correzione) ma anche perché alcune parti mi puzzavano parecchio e ho preferito modificarle/eliminarle.

Come potete vedere ci sono molte cose diverse, il discorso con Wynne non è per niente quello del videogioco, ho voluto tralasciare il dialogo tra Alistair e il mago nonostante fosse divertente, ma volevo rendere il testo più scorrevole e ho quindi fatto numerosi altri tagli. Per esempio parlare con Daveth e Jory, o liberare il prigioniero disertore o altri dettagli ancora. Tutto ciò poteva essere tralasciato credo. La mia prima giocata: ho adorato Alistair fin da subito, mi era già stato detto che avrei potuto farlo salire al trono e di conseguenza ho fatto di tutto per incitarlo, anche se lui era contrario. Anche Ostagar è piuttosto lineare tranne qualche missione secondaria. E poi alla fine... l'ingresso di Morrigan: un personaggio strano ma incredibilmente pieno di fascino. Naturalmente vedremo che piega prenderà il discorso nel prossimo capitolo.

Ancora una volta ringrazio Alithea che fa nascere in me la voglia di scrivere e quindi di continuare il gioco e la ff (perché sì: di mattina gioco e di pomeriggio scrivo). Ringrazio tutti i lettori e non vergognatevi di lasciare commenti. A presto con il prossimo capitolo :)

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Capitolo 4
*** La battaglia di Ostagar ***


CAPITOLO QUARTO
LA BATTAGLIA DI OSTAGAR


La donna avanzò verso di me avvicinandosi sempre di più, il suo corpo compiva dei movimenti delicati e ammetto che provai tanta invidia per la bellezza delle sue forme e del suo corpo. Aveva uno sguardo truce, non mi lasciai distrarre ancora e riflettei sulla sua domanda, cercai di carpire il senso delle sue parole: i trattati non si trovavano più qui? Li aveva portati via lei? Li aveva rubati...
« Fate attenzione! Potrebbe essere una Chasind! » mi sussurrò Alistair venendomi a fianco, quasi saltai per lo spavento della sua presenza. Aveva ragione magari, era anche vero che i Chasind erano ormai scomparsi. No, quella donna non faceva parte di una tribù di barbari ormai morta. Lei sentì le parole di Alistair e sbuffò con disprezzo nei confronti del ragazzo e dell'affermazione.
« Una Chasind? Certo, adesso dei barbari si caleranno dal cielo e vi faranno a pezzi! » alzò le mani al cielo mostrando un sorriso perfetto e i denti bianchi e brillanti. Alistair non abbassò la guardia e sbuffò anche lui.
« Certo, essere fatti a pezzi non è poi tanto male no? » ci fu un intenso sguardo d'odio tra la donna e Alistair, lei con i suoi bellissimi occhi dorati, lui con i suoi altrettanto bei occhi castano scuro. C'era molta tensione nell'aria quando sia Daveth che Jory cominciarono a frignare come fossero bambine.
« È una Strega delle Selve! Ci trasformerà in rospi e ci metterà nel pentolone! » e poi la donna ero io? Quella ragazza faceva più paura per la sua immonda bellezza, sono certa che potesse essere una forza incontrastabile, ma quello lo scoprì solo mesi dopo.
« Ma per favore... voi ragazzi avete la fantasia di un marmocchio di cinque anni » infine rivolse il suo sguardo a me. « E voi? Siete una donna, la vostra mente è senza dubbio più aperta della loro... ditemi il vostro nome e ciò che pensate di me, io farò lo stesso con voi... » eravamo quattro contro una, una sua mossa sbagliata le sarebbe potuta costare cara, inoltre ero sempre più certa che fosse una strega o una maga, ma tra di noi avevamo un iniziato a Templare.
« Mi chiamo Myalee. Stiamo cercando dei trattati molto importanti... è possibile che li abbiate presi per errore? Ci servirebbero... » dissi tranquillamente e mantenendo la guardia. Lei parve incredibilmente stupita dal mio saluto, forse troppo educato.
« Il mio nome è Morrigan... » disse passandomi accanto e dirigendosi tra alcune fenditure tra gli alberi. « Per quanto riguarda i trattati... »
Non ebbe tempo di parlare che Alistair si fece in avanti con la spada sguainata contro Morrigan e lo scudo impugnato per difendersi, pochi metri li separavano e automaticamente ebbi l'istinto di difendere Alistair, il ragazzo non sapeva con chi aveva a che fare, se davvero era una strega, non sarebbe stato più saggio evitare di insultarla o di minacciarla? « Dacci subito i trattari, sporca ladra-maga... » Alistair cercò di arrancare con qualche insulto; ero convinta che Morrigan avrebbe usato qualche magia potente, la sua reazione fu quella di scoppiare a ridere.
« Questo è il meglio che sai fare? » non posso descrivere con parole la risata di Morrigan, un risata che somigliava più a uno strumento delicato che veniva suonato. Lei continuò a parlare. « Nomina qualunque nome di Custode che ti venga in mente. Qui non ha più valore... » si voltò verso di me ignorando Alistair che la minacciava.
Mi feci in avanti e misi una mano sulla spalla di Alistair, lui arretrò come se seguisse il mio ordine. « Lascia che ci pensi io! » gli sussurrai con un respiro all'orecchio. Si fece indietro e io avanzai. « Chi ha i trattati allora? Tu? »
« Mia madre in effetti. Potrei portarvi da lei... se lo desiderate! » i tre ragazzi dietro di me cominciarono a fremere, la cosa non li convinceva ma sapevo che quei trattati erano davvero importanti, ci servivano.
« Puoi portarci da lei allora? » chiesi con garbo e gentilezza posando le armi al loro posto, Morrigan fece un ghigno e poi annuì. Ci fece segno di seguirla e ci addentrammo tra le fitte foreste delle Selve.
Se ero convinta? No, per niente. Sentivo che fidarci di quella donna non era un bene, non potevo essere sicura che fosse una cosa sicura, era pur sempre una strega; non conoscevo molti maghi (anzi nessuno fatta eccezione di Wynne che avevo conosciuto un'ora o due prima), non sapevo come si comportavano fuori dal Circolo, Morrigan non faceva parte di alcun Circolo però, questo era chiaro, immaginai si potesse definire un'eretica, una fuggitiva. Finché ci aiutava, non eravamo in condizioni di contraddirla; fu un viaggio silenzioso e infine arrivammo di fronte una grande capanna, ben costruita e chissà, magari teneva in piedi grazie alla magia. Davanti ad essa c'era una donna anziana, molto diversa dall'anziana Wynne, quella donna era sì vecchia, ma le sue rughe erano appena accennate, il viso era chiaro e molto simile a quello di Morrigan, sia per il mento che per le guance, ma soprattutto anche le aveva due splendidi occhi dorati, le labbra scure che risaltavano sul viso chiaro e lunghi e mossi capelli bianchi, indossava un vestito complesso e rosso, poco adatto a una signora della sua età, le risaltava il corpo facendola sembrare molto giovane. Le sue attenzioni furono distratte dal nostro arrivo.
« Oh mia dolce Morrigan, vedo che mi porti ospiti? Si fermano per cena o ne fanno parte? » chiese lei scoppiando a ridere. Sono cerca che avesse subito notato i nostri sguardi pronti all'assalto. Si corresse. « Non prendetemi sul serio. Sono solo una vecchia donna ormai stanca a cui è rimasto molto spirito... avete conosciuto la mia Morrigan? Immagino in qualche suo bel balletto tra gli alberi, oh vedeste com'è bella sotto la candida luce lunare... » continuò bellamente a ridere e io mi voltai verso Alistair che aveva portato una mano davanti la bocca e cercava di trattenersi dallo scoppiare dal ridere.
« Madre state zitta per favore. Sono Custodi Grigi, vengono qui per i trattati non per... le tue assurde visioni inesistenti! » si difese Morrigan diventando rossa in viso, forse per l'imbarazzo e per la rabbia.
« I trattati... certo! » la donna schioccò le dita rivolgendole a una finestra della camera, era chiusa ma si aprì da sola e qualcosa volò dritta tra le sue braccia, erano delle pergamene arrotolate con dei nastri, c'era anche un anello dorato che segnava che un tempo ci fosse stato un lucchetto. Quello non era però presente. « Prima che mi urliate contro, voglio dirvi che ho salvato i vostri trattati; il sigillo era corroso e vecchio di secoli fa. Io li ho protetti prima che il tempo divorasse anche la pergamena... » ci spiegò, mi feci io in avanti e li strinsi, toccai appena le mani della donna, mani morbide e delicate.
« E questa sarebbe una Strega delle Selve? » chiese Daveth all'orecchio di Jory, faticai molto a carpire quella frase, l'anziana donna invece parve coglierla al volo.
« Strega delle Selve? Non io! Morrigan si sarà inventata questa storiella... a lei piacciono molto le favole di streghe... ma qui non c'è nessuno! » scoccai un'occhiataccia ai due cavalieri, non era il caso di irritarla! Ma ero l'unica con un po' di buon senso accidenti!
« Non so come ringraziarvi. Grazie per aver reso i trattati... » lei scosse il viso quasi offesa dalle mie parole per quanto gentili potessero essere.
« Non dirmi grazie. Quei trattati sono importanti. Il Flagello è alle porte e noi tutti sappiamo quanto essi potranno essere utili nel futuro! » si voltò verso Morrigan. « Ora che hanno i loro trattati, puoi accompagnarli al loro accampamento! » disse autoritaria e la ragazza non poté rifiutarsi. « Buon viaggio, Custodi! » quella non sarebbe stata l'ultima volta che avremmo visto quella donna.


L'accampamento era quasi desolato al nostro ritorno, il sole era calato tra le montagne già da un bel po' e le ombre notturne riempivano tutto, era quasi spettrale e tutto mi incuteva paura. Andammo direttamente da Duncan ma ciò mi diede lo stesso la possibilità di guardare Ostagar con quella nuova luce: le alte colonne e i templi erano oscurati, come se le ombre avessero divorato tutto intorno a noi. Gli alberi erano sinistri e i loro rami erano più somiglianti a lunghi artigli che attentavano a noi; eravamo tra i pochi ancora svegli, molti soldati si erano probabilmente ritirati nelle loro tende, in lontananza vidi Wynne parlare con un altro mago, vidi anche alcuni cavalieri, tra cui una donna dai capelli arancioni che colpì la mia attenzione, non mi soffermai a quelle persone visto che Duncan ci attendeva accanto al falò, sembrava parecchio arrabbiato visto il nostro ritardo, ci mettemmo di fronte ai suoi occhi e ci guardò distrattamente annuendo quando gli porsi le tre fiale di sangue di Prole Oscura e quanto gli consegnai le pergamene dei Custodi.
« Ottimo lavoro. Direi però di cominciare subito con il rito... pare che la Prole Oscura avanzi sempre più in fretta, domani sera saranno qui a Ostagar! » ci avvertì Duncan, e così mancavano solo ventiquattro ore? Così poco tempo ci separava dalla battaglia, avrei tanto voluto cercare Fergus per dirgli dei nostri familiari, magari ne avrei avuto il tempo l'indomani. « Alistair, accompagnali fino all'antico tempio. Io preparo il Calice dell'Unione... »
Calice? Non so perché ma non mi sentivo più tanto tranquilla, cominciavo ad aver paura di quell'Unione, Alistair ci accompagnò attraversando l'accampamento e nascondendoci tra i boschi, non mi sentivo più tranquilla e cominciavo ad avere paura, in fondo ero l'unica donna e un po' di compagnia femminile non mi avrebbe fatto male. Ci piazzammo al centro del pavimento di pietra scura e io mi misi accanto ad Alistair, era comunque un Custode Grigio e lui avrebbe potuto tirarmi su il morale. Cercare di farmi dimenticare la paura.
« Ho paura, che cosa mi accadrà se non dovessi superare l'Unione? » Alistair mi guardò di sfuggita, i suoi occhi erano puntati contro gli altri due, troppo distanti da noi perché i suoi sussurri potessero essere sentito.
« Non dovrei dirvelo. Duncan vi farà bere il sangue dei Prole Oscura che avete raccolto. Se resisterete alla corruzione diventerete un Custode; in caso contrario... » morirò! Alistair non riuscì a dirmelo ma era chiaro che fosse quello il destino del fallimento, cominciai a smaniare e cercai di reggermi in piedi visto che mi sentivo male.
« Non mi sento bene! Alistair io non voglio morire! » dissi cercando di trattenere la paura e qualunque altro sentimento, era bello parlare liberamente con Alistair, ci conoscevamo da poche ore ma in lui avevo trovato un buon amico e ascoltatore. Mi si avvicinò di più e mi strinse al suo fianco mettendomi una mano attorno alla vita, istintivamente mi scostai e lo fissai stranita, che cosa cercava di fare?
« Non era mia intenzione fare ciò che state pensando! » disse portandosi le mani in avanti e scuotendole. Si era allontanato di alcuni passi. « Volevo solo farvi da supporto, non avete una bella cera... » volevo rispondergli per dirgli grazie del fatto che mi supportasse, non ne ebbi occasione visto che Duncan arrivò proprio in quell'istante.
Tra le mani stringeva un piccolo calice d'argento, dentro di esso c'era un miscuglio di liquidi rossastri e neri, lo stesso colore del sangue dei Prole Oscura; Duncan si mosse oltre di noi e ci mettemmo davanti a lui per ascoltare le sue parole: in definitiva ciò che mi aveva detto Alistair era vero, avremmo bevuto il sangue dei Prole Oscura per far accedere la corruzione nel nostro corpo, avremmo compiuto quel sacrificio così da poter avvertire la corruzione che si avvicinava e così da poterli battere. Ecco come Duncan sapeva che l'orda di Prole Oscura era in avvicinamento, perché i Custodi Grigi lo percepivano, questo significava che anche Alistair l'aveva sentito, forse però lui era ancora un novello per comprenderlo. Duncan si perse in spiegazioni quali la natura del Flagello e del fatto che noi l'avremmo combattuto e fermato lì, poi si rivolse ad Alistair con un cenno e Daveth si posizionò davanti Duncan che gli passava il calice con il sangue.
« Prima del rituale diciamo alcune parole: “Unitevi a noi, fratelli e sorelle. Unitevi a noi nelle ombre in cui ci ergiamo vigili. Unitevi a noi che portiamo il dovere che non può essere rinnegato. Se perirete sappiate che il vostro sacrificio non verrà dimenticato e che un giorno vi raggiungeremo”... » Alistair guardò me per tutto il tempo in cui aveva recitato quelle parole, i suoi occhi la dicevano lunga: era chiaro che si fosse affezionato a me e che sperava con tutto il cuore che io passassi l'Unione. Demmo il via al rituale: Daveth prese alcuni sorsi del sangue, la sua espressione mutò, digrignò i denti e sembrava che si strozzasse, che gli mancasse il fiato, si voltò verso di me cercando aiuto e poi i suoi occhi divennero vitrei, l'attimo dopo cadde a terra morto. Duncan si voltò con il calice verso Jory.
« Io ho una moglie, un figlio a Redcliffe. Non morirò qui per voi... io devo tornare da loro... lontano da me bastardo! » disse alzando la voce e sguainando la grande spada puntandola contro Duncan. L'uomo posò il calice per terra e si avvicinò con le sua armi al cavaliere, incrociarono le lame e l'incontro finì subito: Jory si lasciò disarmare con due colpi veloci e Duncan infilzò la sua daga nel ventre dell'uomo, il sangue cominciò a sgorgare a fiumi sia dalla ferita che dalla bocca, i suoi occhi cercarono me disperatamente, non riuscii a comprendere se mi diceva di scappare via o di aiutarlo, sta di fatto che spirò pochi istanti dopo; il Custode si pulì le armi, prese il calice e si avvicinò a me lentamente.
« Tocca a te. Sei chiamata a ergerti contro la Prole Oscura... accetta la corruzione e vivi per combattere... » quelle parole erano dette da un assassino, Duncan aveva esagerato, ero incredula: aveva ucciso Jory a sangue freddo senza il minimo ripensamento, non potevo capire quanto l'Unione fosse segreta, solo più tardi compresi che era stato giusto. Bevvi alcuni sorsi del sangue, il suo sapore era disgustoso e metallico, come assaggiare una lama, mi sentii bene con mia grande sorpresa: il mio corpo percepì il mondo intorno a lui in modo diverso, vidi l'orda dei Prole Oscura avanzare tra le Selve, rivolta con gli sguardi lontani verso Ostagar, poi la scena cambiò e mi resi conto di avere una visione, vidi un gigantesco drago dall'aspetto abominevole, allora compresi che quella era la forma dell'arcidemone. Ricordo solo che svenni, fortunatamente però ci furono le forti braccia di Alistair a evitare la mia caduta sulla fredda pietra.


La mattina seguente il sole era alto nel cielo, splendente tra le nubi giallastre che ricoprivano il cielo, mi alzai dolcemente nella mia tenda e restai seduta cercando di fare mente locale di ciò che stava accadendo. Io ero ancora viva! Non riuscivo a crederci, ero riuscita a superare la corruzione della Prole Oscura, ero ufficialmente un Custode Grigio. Uscii dalla mia tenda e mi trovai nel mezzo di quelle che avevo già visto, quelle dove avevo incontrato Wynne. Attorno a me c'erano molti soldati che uscivano dalle loro tende con le armature, solo allora mi ricordai di fare attenzione a cosa avevo nel corpo, fortunatamente indossavo ancora la mia armatura e ciò significava che non ero stata spogliata per la notte! Qualcuno si avvicinò dietro di me e mi voltai trovando i capelli brillanti di Alistair, i suoi occhi castani immobili su di me, un sorriso amichevole stampato sul viso.
« Buongiorno Myalee, spero che abbiate passato una buona notte... le prime sere ho avuto tremendi incubi. Avete visto l'arcidemone? » chiese. Non so per quale disgrazia ma inciampai su una pietra e gli caddi tra le braccia, il mio viso fu schiacciato contro la fredda armatura. « Fate attenzione, non vorrete svenire di nuovo. Succede spesso in mia presenza. È a causa del mio odore? » chiese in tono innocente.
Non potei evitare di sbuffargli a ridere in viso, lui rise dopo di me, non riuscii a fermarmi e niente mi avrebbe potuto fermare. « No, Alistair. Tu hai un buon odore anzi... » dissi, ma perché!? Cosa mi andava di dire per la mente. Lui fece un ghigno e poi mi distaccai da lui. Guardai il sole alto nel cielo. « Che ore sono? Per quanto ho dormito? » chiesi preoccupata. Quella sera avremmo affrontato l'orda.
« È mezzogiorno passato. Siete proprio una dormigliona sapete? Io sono sveglio dalle sei. Vi sono venuto più volte a trovare... » disse rivelando un alone di rosso tra le guance, gli feci un sorriso di sfuggita mentre mi voltavo dandogli le spalle.
« Perché? Mica scappavo! Sono un Custode Grigio adesso no? » chiesi ondeggiando con il corpo, mi spostai in avanti per uscire dalla marea di tende. Più volte scostai qualche soldato, sentivo che Alistair mi veniva dietro come fosse il mio Drawgnar, immaginai che fosse ancora con Duncan. Improvvisamente un soldato ci fermò quando ci avvicinammo alla parte superiore dell'accampamento dove c'era chi pranzava e chi guariva dei feriti, quell'uomo era lo stesso da cui mi aveva difesa l'anziana Wynne quando mi aveva dato della puttana.
« Alistair perché ti tieni quel bel culetto tutto per te? » chiese al ragazzo, chiaramente era rivolto a me, quell'uomo aveva appena insinuato che io fossi andata a letto con Alistair! Estrassi la spada e la puntai alla gola dell'uomo che cominciò ad imprecare dalla paura, lo fissai con odio mentre Alistair mi poggiò le sue mani su quella che impugnava l'arma cercando di calmarmi.
« Non ne vale la pena! È un verme. Ignoratelo per favore... » cercava in tutti i modi di calmarmi, ovviamente uno scontro mortale non era mio interesse, volevo solo infierire sul suo corpo fino a renderlo un puntaspilli.
« Prova a ripeterlo: di ancora che sono una puttana. Dillo e affronta la morte da uomo! » ruggì contro di lui, cadde indietro e i suoi compari lo aiutarono ad alzarsi. Si fecero indietro e noi andammo ai tavoli da pranzo. Rinfoderai l'arma e mi sedetti.
« Quello è Egnar. È un pezzo grosso... un cavaliere della cenere o qualcosa del genere! » Alistair e io fummo serviti all'istante con una strana brodaglia, il ragazzo prese del formaggio da una ciotola e lo divorò per intero, mi rivolse uno sguardo perché sapeva che lo fissavo. « Che avete da guardare? Io adoro il formaggio e dovreste mangiare anche voi così... »
Forse fu il mix di quella scena, unita all'orrenda e poco saporita brodaglia, magari anche per colpa del sangue di Prole Oscura, che spostai il mio piatto disgustata. « Mi è passata persino la fame... » mi guardai intorno in cerca di una persona. Mi alzai poi dalla tavola e lascia là Alistair. « Cerco mio fratello Fergus. Ci vediamo più tardi... » dentro di me però avevo paura di non riuscire a vedere il mio amico prima della battaglia.
Ciò non accadde fortunatamente, così come non accadde il ritrovare Fergus, mi aspettavo di trovarlo là per il pranzo, ma non riuscii a cercarlo da nessuna parte, inoltre sentivo che Egnar e i suoi compari erano ovunque, pronti a tendermi l'agguato al minimo angolo che giravo. Cercai di stare lontana dai luoghi isolati per paura di trovarmelo davanti e di dover combattere da sola. Vidi ancora una volta la donna dai capelli arancioni e molti altri soldati che avevo visto il giorno prima. Nessuna traccia di Fergus prima del crepuscolo, ero riuscita a origliare che una riunione si sarebbe tenuta prima della battaglia, pochi istanti dopo incrociai Wynne che mi disse che Duncan mi stava cercando davanti al falò, mi diressi per la direzione indicata e trovai il Custode accompagnato da qualcun altro, Alistair era anche presente a quell'incontro. La luna era ormai prossima alla sua apparizione e per l'accampamento era sceso lo strano alone di tenebre della sera prima. Mi fermai davanti ai due uomini.
« Che succede? » chiesi, anche Alistair voleva chiaramente sapere il motivo della nostra convocazione, Duncan non trovò facile dirci ciò che ci stava per dire, dovette utilizzare parole che avremmo potuto accettare, o almeno io le compresi. « Il Re vuole che due Custodi Grigi salgano sulla Torre di Ishaal e accendano il falò che darà il segnale all'esercito di Loghain. Quei due Custodi siete voi. Nessuna lamentela! »
Ma Alistair si rifiutò di capire, si trovò ad insistere e ammetto che ero molto grintosa per la battaglia. Che avrei voluto combattere, perché sì: andare su quella torre significava non trovare combattimenti, stare a guardare la battaglia dall'alto fino alla sua fine. Non avremmo avuto merito alcuno. « Da quando il re può dirmi se scendere in battaglia o no? » lo sguardo di Duncan lo fece però ricredere. « Va bene... ma se il re dovesse chiedermi di ballare il remigold per combattere la Prole Oscura, si troverà veramente deluso! » disse sarcastico. Quell'immagine mi fece quasi scoppiare a ridere nonostante fosse quasi guerra.
« Non mi dispiacerebbe poterti vedere, Alistair... » dissi pensierosa e sorridendogli. Contraccambiò la mia espressione e aggiunse qualcosa che mi colpì.
« Per voi potrei anche farlo... questo e altro! » l'ultima frase che mi rivolse prima di andare via, dovemmo preparaci per lo scontro anche se avremmo assistito dal ponte.


La luce lunare brillava forte, ma nulla era paragonabile alle torce e alle fiamme che venivano trasportate dall'esercito di Prole Oscura che si ergeva di fronte ai nostri occhi, più che di fronte, dovrei dire sotto i nostri occhi; io e Alistar eravamo gli unici rimasti nell'accampamento, eravamo rimasti sul ponte insieme agli arcieri e al resto di coloro che dovevano colpire dall'altro, rimasi senza parole quando lo scontro inizio: fu violento e distruttivo, eravamo chiaramente in vantaggio visto che molte delle loro forze erano già cadute grazie alle frecce e ai blocchi infiammati lanciati dalle catapulte, i nostri segugi magari erano infine andati all'attacco per un'ulteriore decimazione prima dello scontro vero e proprio, a quell'altezza non riuscivo a trovare il mio Drawgnar, sperai solo che non si trovasse lì o che riuscisse a sentire i miei pensieri; fuggi via per le Selve, il più lontano possibile da questo luogo infernale! E ancora non sapevo cosa sarebbe accaduto poco più tardi. Lo scontro iniziò: i nostri eserciti, quello di Altura Perenne, quello del re, i Custodi Grigi e chissà quanti altri, erano uniti nella battaglia che infuriava a decine e decine di metri da noi. Quello era il nostro momento: Alistair mi rivolse uno sguardo e io acconsentì. Ci muovevamo veloci nel vento, perché non potevamo perdere un secondo, tutto poteva essere prezioso e decisivo per quella battaglia; lo Torre di Ishaal non distava molto da noi, dovevamo attraversare il ponte che più volte fu sotto attacco dagli attacchi aerei dei Prole Oscuri, un'enorme masso infuocato riuscì a scuoterci e il fragore fu così forte che ci fece cadere a terra e per un intero minuto rimasi nel silenzio più totale, temevo che il colpo mi avesse resa sorda, ma Alistair fungeva da mio punto di riferimento e corremmo per la strada e per l'accampamento cercando di arrivare in fretta alla Torre, il problema era che da essa sembravano uscire altri Prole Oscura. Ciò voleva dire che avevano trovato un modo per arrivare fino alla torre e adesso avrebbero dovuto scontrarsi con noi. Gli scontri che desideravamo tanto; ci facemmo largo tra i morti della torre e cercando di reclutare tutti i sopravvissuti all'attacco a sorpresa. Arrivammo all'enorme voragine che stava accanto il vano delle scale che ci avrebbe permesso di salire. Sentivo un fetore pestilenziale, non ci azzardammo a guardare tra le ombre per paura di essere attanagliate al loro interno.
« Continuiamo a salire. Non manca molto e dobbiamo dare il segnale... » dissi ricordando il reale obiettivo della missione, difficile da scordare, soprattutto quando ormai mi trovavo coperta di sangue dei Prole Oscura!
La salita per la torre fu dura, piena di pericoli e soprattutto cosparsa di cadaveri, morti ovunque che mi fecero diventare il cuore minuscolo, finalmente però salimmo l'ultima rampa di scale a ci trovammo nella gigantesca stanza circolare, buia e cosparsa di sangue appiccicoso che faceva scivolare gli stivali, quasi rabbrividivo al solo pensiero di ciò che pestavo; ma nulla era paragonabile all'enorme montagna che si trovava di fronte ai nostri occhi: un bestione gigantesco, l'espressione stupida e l'aria arrabbiata, furioso mentre divorava dei cadaveri di nostri soldati, le labbra e i denti bagnati dal sangue ormai freddo. Il solo odore era nauseabondo, la puzza era pestilenziale e cercai di tenermi tutto dentro nonostante lo stomaco balzasse in aria, il bestione fiutò qualcosa di nuovo, l'odore di carne ancora viva, la nostra carne. Si voltò verso di noi e ci stringemmo in modo compatto, Alistair più avanti di me e con scudo e spada sguainati e pronti all'attacco. Ricordo che tremavo, ma dovevamo riuscirci perché da noi dipendevano delle vite. Lo scontro cominciò violentemente e ad opera di quel gigantesco ogre, la creatura si spostò verso di noi, io e Alistair ci gettammo di lato e lo stesso fecero alcuni dei soldati che avevamo radunato, gli altri furono schiacciati dalla furia del mostro; cominciammo ad attaccarlo ai piedi cercando di fargli perdere l'equilibrio, la creatura era però molto forte quanto stupida, avrebbe potuto prenderci a calci vista la sua altezza, non rifletté su quello e riuscii a recidergli parte del polpaccio, il sangue mi si verso addosso e restai confusa dall'improvviso rossore, Alistair agì in fretta recidendo l'altro polpaccio della creatura, lui fu però sbalzato via da un pugno, vidi il mio amico volare in aria e scontrarsi contro la parete di pietra; istintivamente ignorai l'ogre e andai a soccorrerlo, temevo che fosse morto, avevo paura di ciò che poteva essergli capitato ma si rialzò subito mentre mi avvicinavo.
« Alistair stai bene!? » chiesi preoccupata, non ricordo quando fu l'ultima volta che avevo mai avuto una paura così grande di perdere una persona. Forse mi capitò solo con Alistair visto che ormai faceva parte della mia nuova vita. Lui annuì.
« Vi preoccupate troppo per me. Avreste dovuto infliggergli il colpo di grazia... » disse dolorante e senza essere troppo duro. Mi sentivo offesa: in fondo mi ero preoccupata per lui, ma in guerra era normale che qualcuno venisse ferito o ucciso e Alistair non aveva neanche un graffio perciò le mie preoccupazioni erano inutili!
Ritornammo a fissare l'ogre che aveva ormai ucciso i nostri alleati, eravamo rimasti solo io e Alistair e i nuovi cadaveri dei soldati; agimmo in fretta per poter avere successo: ci lanciammo contro di lui attaccandolo su entrambi i lati in modo che fosse confuso e non capisse su chi agire per primo. Non durò molto visto che si spostò verso Alistair, il ragazzo riuscì ad infilzargli la spada dritta nel ginocchio e la creatura vacillò cercando di stare in piedi, io sfruttai quell'occasione per salirgli addosso e per infilzargli la spada direttamente nel cuore, infierì più e più volte fino a che l'ogre non cadde indietro morto. Un ultimo sguardo con Alistair e poi ci avvicinammo al falò.
Non ricordo esattamente cosa accadde, ancora oggi ho dei frammenti confusi di ciò che successe quella sera; ricordo il fuoco che brillava in un bastone tra le mie mani, il falò che veniva acceso e quindi il segnale era stato dato, l'esercito di Loghain avrebbe avuto la meglio e avremmo fermato il Flagello proprio sul suo nascere. Ricordo poi un rumore alle nostre spalle, i Prole Oscura che camminavano contro di noi e che assalivano Alistair facendolo crollare a terra, io che lo seguivo sbattendo la testa a terra e poi un ruggito, un urlo che mi ricordava molto un drago. Poi le ombre e il silenzio mi presero nello stesso istante.








Angolo Autore:
Ta-ta-ta-tan! Un nuovo capitoloooo non è grandioso? Essendoci stato il sabato e la domenica non ho avuto molto tempo per scrivere ma finalmente eccoci ancora una volta qui e ora commentiamo questo nuovo capitolo.

Cominciamo con le spiegazioni: preferisco centomila volta la Flemeth di Dragon Age 2, si vede chiaramente che sprizza potere da tutti i pori, non come in Origins dove sembra una povera vecchietta sul punto di morire! Spero che abbiate capito che riferendomi alla guerriera dai capelli arancioni mi riferissi ad Aveline; in fondo lei era ad Ostagar viene detto nel 2 e mi sono sentito di aggiungerla. Non potevo non riportare le parole dell'Unione visto che sarebbe stato un crimine non farlo e... dolce Alistair :D nel gioco l'ho sempre visto così, protettivo e dolce come il miele e mi sarebbe piaciuto che avesse ceduto e rivelato qualcosa. Per quanto riguarda la mia prima partita: Ostagar è abbastanza semplice e anche longeva, ho realmente odiato Duncan per la sua freddezza nell'uccidere Jory anche se posso capirlo, avrebbe rivelato il segreto dell'Unione. E infine la battaglia... sconvolto per la morte così sciocca di Cailan e arrabbiato per la sua noncuranza... perché è sceso in campo T.T!? E poi anche Duncan... e Loghain... “bastardo fetente riuscirò ad ucciderti!” sono le parole esatte che gli ho lanciato.

Come sempre: grazie ad Alithea che ancora una volta commenta e grazie a tutti coloro che leggono e seguono la mia storia, spero di leggere anche i vostri commenti ^^ A presto con il prossimo capitolo della storia.

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Capitolo 5
*** Lothering ***


CAPITOLO QUINTO
LOTHERING


Una luce soffusa entrava nella stanza, una finestra con delle ante leggermente aperte affinché quel poco mi bastasse e non mi desse fastidio. Mi trovavo in una stanza grande e in un letto morbido, qualcuno stava sistemando qualcosa di metallo e faceva rumore, ero infastidita da quei suoni che echeggiavano nella mia mente. Poi la mia mente realizzò l'impossibilità di ciò che stava accadendo: io non potevo essere in una stanza, non potevo dormire su quel letto. Questo perché l'ultimo ricordo che avevo era la Torre di Ishaal, il segnale acceso e i Prole Oscura che lottavano contro me e Alistair, ci sopraffacevano e svenivamo. Adesso però era tutto diverso; ero forse in paradiso? No, a giudicare dal posto misero, un'abitazione modesta in una foresta visto che sentivo rumori sinistri dall'esterno. Qualcuno si mosse accanto a me e sbuffò.
« Finalmente ti sei svegliata anche tu! Temevo che il tuo amico sarebbe impazzito se non ti fossi più svegliata! » disse una voce suadente, mi voltai per trovarmi addosso gli occhi dorati e la pelle perfetta di una ragazza già vista, Morrigan.
« Che ci fai qui? » chiesi istintivamente. Fu allora che compresi di essere nella sua capanna, che eravamo nelle Selve e che ero viva. « Dov'è Alistair!? » chiesi in preda al panico, sentii il mio respiro affannoso e ansioso. Non poteva essere morto!
« Non mi hai sentita? Sta bene visto che ha abbastanza energie per preoccuparsi per te. A meno che non sia stupido come credo e ciò spiegherebbe molto... » commentò con acidità, mi diede le spalle e ignorò in un primo momento la mia domanda. « Mia madre vi ha salvati da quella torre... »
« Tua madre? » chiesi confusa e intorpidita, stavo riacquistando la sensibilità dei miei arti e mi resi conto di essere nuda tra quelle lenzuola. Che significava che sua madre ci aveva salvati? Quella donna anziana rivelava davvero un potere nascosto...
« Sì. A te e a quel tuo amico... piuttosto, ti prego di andare da lui e dirgli di non lagnarsi ancora o giuro che lo friggo con un fulmine! » commentò ancora con il tono freddo e distaccato. Era chiaro che non mi avrebbe detto nulla di più.
« Grazie di tutto... » dissi. La sua espressione fu impagabile: i suoi occhi duri si tinsero di dolcezza e imbarazzo. Il suo viso divenne ancora più bello di prima e la invidiai come non mai, perché Morrigan era bella, e ammetto di esserne gelosa.
Feci più in fretta che potevo, mi rimisi gli indumenti intimi per poi indossare i vari pezzi della mia armatura, la ragazza li aveva puliti e lucidati, curati con chissà quale incantesimo e sembravano persino più resistenti e forti. Indossai gli stivali e i guanti come ultima cosa e poi rimisi la spada con il fodero in vita e lo scudo alle spalle. Non c'erano altre parole che avrei potuto dire a Morrigan così uscii dalla casa cercando di non perdermi tra i corridoi lugubri e le stanze oscure, alla fine arrivai alla porta d'ingresso che riconobbi perché era uguale sia all'interno che all'esterno. L'anziana donna vestita di rosso fissava la porta da cui ero appena uscita, le sfuggì un sorriso e mi fece cenno verso Alistair, vestito con la sua armatura, le sue spalle rivolte verso di me mi impedivano di vedere i suoi occhi. In quell'istante mi si tinsero di lacrime, la gola mi bruciò come se mi avessero infilato un tizzone incandescente in essa; il ragazzo si voltò con l'espressione distrutta, gli occhi castani bagnati come i miei e felici nel rivedermi viva; capì che la battaglia era andata male dalla sua espressione e dal fatto che scuoteva il viso incredulo, sentii un disperato bisogno di lui, di averlo accanto e realizzai che Alistair era diventato il mio ossigeno, che senza di lui non avrei potuto continuare a vivere; che cosa pensereste se vi dicessi che senza aria non potete vivere? Che è una cosa normale, ma non per questo siete attratti dall'aria, ebbene Alistair per me era quello: era aria pulita e ossigeno puro che mi entrava nei polmoni e che mi salvava. Perché qualunque cosa io pensassi prima di Ostagar era svanito, Alistair era attraente, ma in quell'istante vedevo solo un'ancora di salvataggio a cui ero appesa con tutte le mie forze.
Istintivamente corsi contro di lui e lo abbracciai, mi strinse forte a sé, così forte che sentii persino un po' di dolore ma non mi importava, sicuramente era per le ferite fresche ma lui non avrebbe potuto uccidermi visto che era il mio ossigeno. « Credevo foste morta... » disse lui al mio orecchio, cercai di trattenere le lacrime ma fallii. « Pensavo... di essere rimasto solo. Ma eccovi qui... » era come se sognasse, non poteva credere al fatto che fossi realmente viva.
« Cos'è successo? Dimmelo! » gli dissi cercando di cacciare le lacrime indietro, ma ormai era tardi ed esse rigavano il mio viso. Sciogliemmo il nostro abbraccio e lui continuò a parlare.
« La madre di Morrigan ci ha salvati... si è trasformata in un drago e ci ha portati via dalla torre... » divenne duro in volto e continuò. « Loghain ci ha traditi. Il suo esercito si è ritirato e Cailan è morto... insieme a Duncan e agli altri Custodi Grigi! »
« Alistair... mi dispiace! » Duncan era morto? No... chiaramente quello era un incubo. Era ovvio che stavo sognando, che avevo immaginato tutto. Ma i dolori fisici erano troppo reali. « Come ti senti? » chiesi asciugandomi gli occhi.
« Non dovete farlo per forza. Capisco che per voi, Duncan non era lo stesso che era per me... » i suoi occhi la dicevano lunga, era distrutto e la madre di Morrigan parve allontanarsi di pochi metri da noi per lasciarci da soli pochi istanti. « Vorrei... trovare il suo corpo, seppellirlo... dargli una degna sepoltura quando tutto sarà finito! »
« È vero, non conoscevo Duncan come voi, ma non significa che anch'io non pianga la sua scomparsa... di dov'era? » chiesi, i suoi occhi balenano ancora su di me e trovò difficile rispondermi.
« Altura Perenne! » disse infine con un unico sussurro.
Ecco perché il motivo della risposta dura, perché Altura Perenne era ancora casa mia, lo era stata per vent'anni e Howe aveva distrutto quel bellissimo sogno. Tutto è relativo se penso al fatto che avrei dovuto sposarmi con Dairren e condannarmi con lui in una vita da regina triste. Forse è stato meglio così... « Verrò con te allora. Quando tutto sarà finito... se saremo ancora vivi! » lui annuì e preferì cambiare argomento, comprensibile ovviamente. Si rivolse alla madre di Morrigan.
« Non potremo mai esservi riconoscenti abbastanza... ma come dovremmo chiamarvi per ringraziarvi? » chiese il ragazzo, la donna ritornò accanto a noi e ci scrutò con occhiate diverse dall'ultima volta. Non sembrava più la donna pazza che aveva consegnato i trattati, forse il sapere che era tanto potente da mutarsi in un drago influenzava il mio modo di vederla!
« La maggior parte delle persone mi nomina semplicemente come “Strega delle Selve”; gli elfi dalish mi conoscono con il nome di Asha'bellanar; per i Chasind e quindi anche per voi, mi chiamo Flemeth » Flemeth, una Strega delle Selve, numerose leggende erano state scritte su di lei, e io ne sapevo qualcosa. « Ma non voglio parlare di me. Mi pare che abbiate dei trattati da usare per degli aiuti... » disse prima che Alistair aprisse bocca. Controllai ancora di avere i trattari nel mio zaino.
Documenti antichissimi e scritti in lingue quasi incomprensibili, riconobbi però alcune scritte, alcuni nomi e i protagonisti degli accordi con i Custodi Grigi erano tre: i maghi del Circolo, i nani di Orzammar e gli elfi dalish, nascosti in chissà quale antro della Foresta Brecilian. « Ci saranno altri a cui chiedere aiuto... »
« Arle Eamon, l'Arle di Redcliffe, sono certo che lui possa darci il suo appoggio in quanto zio di Cailan! Ci sosterrà sicuramente contro Loghain se a chiederlo sarò io... » mi rispose lui illuminandosi, di colpo sembrava che le tenebre fossero scomparse sia dal mio che dal suo cuore, avevamo una speranza.
« Maghi, elfi, nani, l'esercito dell'Arle... parlate di un esercito potente che combatterà la Prole Oscura. Avete scelto il vostro fato, Custodi Grigi? » chiese la vecchia Flemeth rivolta ad entrambi. Annuimmo. « Molto bene. Morrigan! » urlò la donna e la ragazza uscì quasi correndo temendo forse di essere sgridata dalla madre per qualcosa che aveva fatto. Ci raggiunse e si mise accanto a me.
« I nostri ospiti si fermano per cena, madre? » chiese la ragazza spostando il suo sguardo da me e Alistair alla madre. Quella scosse il viso in segno di negazione.
« No. Stanno partendo, e tu andrai con loro! » si rivolse a noi con sguardo freddo e glaciale. « Questo è il prezzo per l'aiuto che vi ho dato. Portate la mia Morrigan per il mondo, in fondo vi servirà il suo aiuto! » ero abbastanza contrariata, e lo stesso si poteva dire di Alistair, ma era vero, dovevamo prendere la ragazza e sdebitarci con Flemeth per l'aiuto che ci aveva donato. Tacemmo e annuimmo.
« Madre non sono pronta per andare via. Volevo farlo ma non così in fretta... » provò a dire la ragazza, evidentemente non provava pena per il lasciare la madre da sola quando più per il fatto che la sua partenza fosse improvvisa. « E poi la cena... »
« Tranquilla. Eviterò che il fuoco inghiotta la capanna, sempre che al tuo ritorno non trovi il tutto, compresa me, inghiottito dalla Prole Oscura! » era stata cattiva, mia madre non mi avrebbe mai rivolto una frase del genere per quanto potessimo essere discordi, Morrigan chinò il capo. « Cerca di divertirti lo stesso, cara! » Flemeth aggiunse quella frase con dolcezza senza mutare il suo viso freddo e duro.


Morrigan ci mise pochi minuti prima di tornare, non portò molto con sé ad eccezione del suo bastone incantato e di uno zaino piccolo che mise alle spalle. Nel frattempo Flemeth mi fece un ulteriore dono: scomparse qualche istante e poi tornò da noi accompagnata da un enorme cane, una creatura che riconobbi per il complesso disegno sul suo dorso, era il mio Drawgnar; l'unica cosa che mi era rimasta dalla mia famiglia ad eccezione della spada e dello scudo, l'ultima cosa che rappresentava la mia vita prima di essere un Custode Grigio. Cominciò così il nostro viaggio, un viaggio che ci avrebbe condotti a Lothering, il villaggio da cui eravamo passati io e Duncan poche settimane fa; perché sì: io e Alistair eravamo stati per una settimana immobili a casa di Flemeth, oscillando tra la vita e la morte, alla fine avevamo lottavo per sopravvivere; una settimana di viaggio ci aveva condotti al villaggio nel silenzio più totale, Alistair si stava chiaramente riorganizzando e stava cercando di mettere da parte Duncan e la sua vita prima della battaglia, Morrigan non mancava di farlo notare anche se era la sola a condividere il suo acidume. Io avevo Drawgnar con cui parlare e sfogarmi, perché in quella battaglia anch'io avevo perso delle persone, conoscenti di un giorno come la dolce Wynne, persone come Duncan e inoltre non sapevo se mio fratello Fergus era riuscito a sfuggire. Ciò che era sicuro era che tutti i Custodi Grigi erano morti là, o almeno tutti quelli che avevano combattuto ad Ostagar, se eravamo in cinque in tutto il Ferelden era davvero tanto!
Lothering apparve nella metà dell'autunno, splendente come la rappresentavano i dipinti che avevo visto al castello, i suoi alberi spenti e morti, simbolo che la Prole Oscura stava per arrivare anche in quel posto apparentemente incontaminato dal male; attraversammo la Gran Via Imperiale e la trovammo sbarrata in più punti dai suoi resti crollanti. Avevamo intenzione di entrare in nel villaggio in cerca di erbe mediche e di altri beni che potessero accompagnarci nel viaggio fino alla prossima destinazione; prima di poter entrare nelle vaste campagne che si affacciavano sul fiume Drakon, trovammo un ingorgo di mezzi abbattuti, tra di essi delle persone che frugavano tra dei cadaveri, saccheggiatori!
« Ben arrivati a Lothering, ci dispiace dovervi fermare, ma capirete che stiamo raccogliendo denaro per poter restaurare la nostra bellissima Via Imperiale. Potete capire... cinquanta pezzi d'argento basteranno! » disse un uomo dall'aspetto del capo banda. Divenni furiosa e credo che Alistair e Morrigan avessero la stessa opinione per la prima volta. Fui io a parlare però.
« Dazi? Non mi pare che i soldi raccolti stiano andando spesi bene... la Gran Via Imperiale è ancora distrutta! » cercai di apparire più calma possibile, volevo evitare di usare subito violenza o li avrei ridotti a pezzi così piccoli da renderli irriconoscibili.
« Ehm già! » disse il ladro in difficoltà. « Ma prima di cominciare i lavori dobbiamo raccogliere i soldi. Anche dai poveri caduti che arrivano in difficoltà qui... » stava continuando a blaterare sciocchezze quando persi le staffe e cominciare ad urlare.
« Vi sembro una stupida? O una comune viaggiatrice!? » sguainai la spada e la puntai alla gola dell'uomo che tremò di paura e divenne bianco come il latte. « Ditemi che tipo di dazio state applicando. Il furto alle persone? Come lo chiamate? »
« Noi non vogliamo rubare ai poveri! Cerchiamo solo di farci un po' di bella vita prima che il Flagello arrivi anche qui... non manca molto! » cercò di scusarsi inutilmente. Ciò non fece altro che farmi infuriare di più.
« Parassiti schifosi! Sparite dalla mia vista all'istante prima che vi uccida uno per uno! » dissi urlandogli contro, erano circa sette e cominciarono a scappare via correndo contro la direzione da cui arrivavamo.
« Non oserei mai mettermi contro di voi... » disse Alistair mentre mi superava e si avvicinava alla discesa che portava alle campagne del villaggio. Morrigan cominciò a punzecchiarlo e la cosa mi diede d subito fastidio.
« Finalmente sei tornato tra di noi? Hai lasciato il tuo dolore lungo la strada? Perché mi sarei accorta della striscia di idiozia che abbandonava il tuo corpo. Forse c'è rimasto qualcosa dentro ancora... » disse con la più fredda cattiveria possibile.
« Non avete mai perduto un amico a cui tenevate? Mai perso qualche caro? Cosa avresti provato se tua madre fosse morta? » le abbaiò lui, mi avvicinai ai due litiganti e osservai le campagne del villaggio, il sole quasi al tramonto che crollava tra le montagne e le foreste lontane.
« Prima o dopo aver smesso di ridere? » chiese lei, non volli stare a sentire quella discussione ancora per molto, soprattutto visto quello che avevo appena passato.
« Morrigan ti prego ti piantarla! » le dissi freddamente. Non reagireste anche voi così se qualcuno sporcasse l'aria che respirate? « Dobbiamo decidere la prossima mossa. Abbiamo quattro luoghi da visitare no? Voi cosa proponete? » chiesi a entrambi.
« Andare direttamente da Loghain e reclamare la sua testa! » disse Morrigan, mossa da escludere, ma pare che ragionare con Morrigan fosse impossibile vista la sua testardaggine su alcuni punti e la sua sconsideratezza.
« Arle Eamon. Ecco... » Alistair sembrava trovarsi in difficoltà per qualcosa che doveva dire. « Sono un bastardo. Nel senso che non conosco mio padre... mia madre lavorava però al castello di Redcliffe; per Eamon sono come un figlio visto che mi accolse tra le sue grazie » terminò con un sussurro. La cosa era piuttosto confusa: perché quella rivelazione? E perché Arle Eamon lo aveva mandato a seguire gli studi per diventare templare allora?
« Che è successo? E che significa che non sai chi sia vostro padre? E tutto il resto...» ancora una volta parve trovarsi in difficoltà, nonostante quell'imbarazzo, continuò a parlare con tranquillità come se ci fossi solo io.
« Mia madre lavorava al castello dell'Arle, fu sedotta da qualcuno, un pezzo grosso credo... Arle Eamon mi accolse come suo figlio; ma la gente vociferava e Lady Isolde, la nuova moglie dell'Arle, volle spedirmi via! » tutto quello gli faceva chiaramente male a parlarne. « Mi chiusero in un monastero. Ero arrabbiato e lui smise di farmi visita dopo qualche tempo vista la mia freddezza nei suoi confronti! » pensò a qualcos'altro. « Avevo un amuleto di mia madre... ricordo che lo gettai contro un muro al castello di Redcliffe quando seppi che sarei stato cacciato... »
« Mi dispiace... » era meglio cambiare argomento, Alistair aveva faticato a dimenticare Duncan e altri ricordi tristi non facevano per niente al nostro caso. « Andremo a Redcliffe allora. Vedremo com'è la situazione lì e cercheremo l'aiuto di Arle Eamon! » annunciai, i miei due compagni dovettero essere d'accorgo con me e annuirono. Scendemmo e camminammo tra le campagne che ci separavano dal villaggio stesso, era un piccolo agglomerato, Lothering era infatti composto più da terreni incolti o da piccole abitazioni di campagna più che da case, il centro del villaggio era più popolato anche per la vicinanza alla chiesa e la presenza della locanda dall'altro lato rispetto a noi. « Direi di separarci per prendere le cose che ci servono! Alistair, puoi pensare tu ai viveri per il viaggio? Morrigan, tu penserai ad eventuali infusi curativi e veleni, abbiamo bisogno di tutto l'immaginabile... » Drawgnar sarebbe andato con Alistair e io mi sarei occupata di altri rifornimenti in generale, magari qualche arma migliore di quelle che possedevamo anche se ne dubitavo vista la situazione del villaggio e soprattutto informazioni.
Non so perché ma mi rimasi ferma, il mio corpo era comandato da una forza superiore, vidi Alistair, Morrigan e Drawgnar andare via e disperdersi in cerca di ciò che avevo chiesto da loro; mi guardai intorno, come se qualcosa in lontananza mi chiamasse, una voce lontana che mi diceva di camminare verso una piccola campagna, un piccolo spiazzo di terra accanto a una casetta. Sembrava non esserci nessuno là dentro, voltai quindi dietro la casa cercando quella voce che mi chiamava, che invocava il mio nome. Ma non c'era nessuna voce che mi chiamava, trovai invece un ragazzo, probabilmente della mia età, con i capelli castani, e gli occhi quasi dorati, brillanti meno di quelli di Morrigan, il fisico asciutto e alto quanto Alistair, non potrei dirlo con certezza se non mi fossi avvicinata a lui. Il ragazzo stava giocherellando con le piante del piccolo giardino, agitava la mano distrattamente dando fuoco all'erbaccia e poi spegnendole con lo stesso trucchetto: non avevo visto mai dei maghi all'opera, ma sapevo riconoscere la magia quando la vedevo. Quel ragazzo era un eretico sfuggito al Circolo dei Maghi e ai templari.
« Chi sei? » chiese all'erta quando percepì la mia presenza, la sua voce era piuttosto acuto per un ragazzo, una voce quasi angelica, i suoi movimenti erano fluidi e molto simili a quelli di una ragazza più che ad un ragazzo; mi avvicinai a lui lentamente e lui si alzò in piedi, chiaramente confuso e all'erta, forse per paura che potessi denunciarlo ai templari; si mise in posa difensiva.
« Mi chiamo Myalee Cousland... » dissi. Era ovvio che dovevo conquistarmi la sua fiducia, quel ragazzo era buono all'apparenza e magari avrebbe scelto di seguirci, non avevamo bisogno di tutto l'aiuto possibile? Ma cosa mai poteva fare con la sola magia... non sembrava un combattente « Ti dico un segreto se tu mi dici il tuo... » dissi indicando le piante bruciate. Lui si fissò le mani girandole con un movimento delicato, esse brillarono tra nuove fiamme senza che si bruciasse.
« Sono un eretico. Hai intenzione di denunciarmi ai templari adesso? » chiese sempre all'erta, ovviamente neanche io mi sarei fidata del primo che avessi incontrato, soprattutto perché noi Custodi eravamo stati accusati di tradimento a detta di Morrigan, me lo aveva accennato durante il viaggio.
« Io sono un Custode Grigio. Ma nessuno nel villaggio lo deve sapere; manterrò il tuo segreto se tu manterrai il mio... » dissi stringendo segretamente un accordo tra due perfetti sconosciuti, allungai la mano compiendo i pochi metri che ci separavano. Vidi un sorriso formarsi sul suo viso e annuì stringendo la mia mano.
« Mio fratello minore ha combattuto a Ostagar. È uno dei pochi che è riuscito a tornare indietro... » inutile chiedergli il nome visto che non conoscevo poi tanti nomi lì all'accampamento. « Perché sei qui? » chiese infine quel ragazzo.
« Voglio combattere il Flagello. Cerco nuovi compagni e alcuni miei amici sono già in città per cercare provviste per il viaggio... » voi vi fidereste di qualcuno di appena conosciuto? Non l'avrei mai fatto, ma qualcosa mi spingeva a dirgli tutto ciò che potevo sapere e lui sembrava fare lo stesso.
« No, intendevo qui a parlare con me! » chiese ridendo. Feci spallucce. Non lo sapevo neanche io. « Vuoi reclutarmi? » cercò di strapparmi le parole di bocca.
« No! Ho sentito una voce che mi chiamava... sentivo il bisogno di venire qui... e ho trovato te stranamente. » che collegamento poteva mai avere quel ragazzo di compagna con me? Un mago sì, ma non un combattente, non avrei potuto condannargli la vita con così tanta semplicità.
« Strano... comunque non mi sono presentato! » prese un respiro e parlò guardandomi con i suoi splendenti occhi dorati e due occhi ammiccanti, per ragazzo non aveva il solito comportamento di un ragazzo, forse aveva più di un segreto... ma mi avrebbe rivelato un dettaglio così importante della sua vita. « Enyalis Hawke » mi disse il suo nome e in quel momento non potevo saperlo, ma avevo appena conosciuto qualcuno che avrei rivisto a distanza di anni, qualcuno che avrei incontrato in circostanze e in vesti diverse, con lui avrei condiviso un fato diverso persino da quello mio e di Alistair.
Ormai ne avevo la certezza, il destino mi aveva condotta fin lì per conoscere quel ragazzo in un primo momento. « Enyalis... la Prole Oscura arriverà presto qui a Lothering. Prendi la tua famiglia se ce l'hai e portala via, scappa dal Ferelden prima che sia troppo tardi... » erano parole dette dal cuore a un perfetto sconosciuto.
Il ragazzo mi fissò stranito dal mio avvertimento. « Ti ringrazio... ma qui ho troppo a cui dire addio! Però rifletterò su ciò hai detto... » chiaramente non si riferiva solo alla terra o alla famiglia, forse un amore, un ragazzo che gli stava a cuore; sembrava convinto di ciò che diceva così dovetti annuire.
« Allora ti auguro ogni bene. E che il Creatore possa vegliare su di te, Enyalis... » non ho mai detto una frase del genere neanche a madre Mallor nella chiesa del castello di Altura Perenne, mi sentivo di farlo. Lui parve riempirsi di gioia con quell'augurio.
« Che il Creatore benedica la terra su cui cammini, Custode! » gli diedi le spalle e mi voltai, avevo un compito ed era giunto il momento di tornare a svolgerlo. Il tempo stringeva e noi dovevamo andare via da Lothering.





Angolo Autore:
Eccomi di nuovo ^^ come sempre torno a rompervi le uova nel paniere con un nuovo piccolo, simpatico e interessante capitolo (Lothering non è poi così grande e ho preferito dividerla perché avrei formato un capitolo troppo lungo a mio parere).

Che dolci Myalee e Alistair *-* sono stati davvero teneri, mi pare ovvio che entrambi vedano nell'altro la speranza e che si vogliano bene; e poi il paragone con l'aria... personalmente l'ho adorato u.u (forse perché l'ho scritto io?) Tra i molti nomi di Flemeth, io preferisco chiamarla Asha'bellanar, forse per l'accento che viene usato in Dragon Age 2 dagli elfi; alcuni discorsi e frasi le ho così adorate da sentirmi in obbligo da metterle nel capitolo. Alla prima giocata ho deciso di uccidere i ladri sulla Gran Via Imperiale e ho trovato realmente odiosa la figura di Morrigan nonostante sia comunque un bellissimo personaggio, troppo stronza nei confronti di Alistair. Andiamo... una persona così dolce come la si può trattare così male!? E poi l'entrata in gioco di Hawke... essendo a Lothering ho trovato ovvio il fatto che Grey Warden e Champion dovessero incontrarsi xD!

Ancora una volta nomino la cara Alithea che mi lascia sempre dei commenti, grazie di cuore e spero di non deludere mai le tue aspettative ^^ grazie a tutti coloro che leggono e seguono la storia. A presto con il prossimo capitolo.

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Capitolo 6
*** La Gran Via Imperiale ***


CAPITOLO SESTO
LA GRAN VIA IMPERIALE


Mi lasciai alle spalle le campagne cercando i miei amici o ciò che ritenevo utile per proseguire il viaggio; in molti mi avevano fermata: contadini che chiedevano aiuto, persone che cercavano rimedi o trappole, forse speravano di salvarsi con quelle semplici mosse dall'orda di Prole Oscura? Non ho idea di cosa servisse loro tutto quello, in ogni caso non potevo aiutarli, non ero un'esperta di medicine, pozioni o trappole e non mi sono mai interessata a quelle arti. Dovetti continuare ad andare avanti per la mia strada. Mi avvicinai alla chiesa dov'erano radunate alcune persone, sentivo la voce di qualcuno che urlava, un uomo e poi persone che si lamentavano per il baccano che stava facendo. Mi feci un varco tra la folla e arrivai a uno spazio dove c'era un uomo armato che continuava a urlare, le madri coprivano le orecchie dei bambini, le sacerdotesse della chiesa cercavano di calmare l'uomo mentre i templari restavano inermi, prestai attenzione a ciò che diceva, mi sentii presa in causa visto l'argomento di cui urlava.
« I Custodi Grigi hanno tradito Cailan e il regno intero. Sono a favore dell'orde di Prole Oscura che verrà qui e ci ucciderà... moriremo tutti! » l'uomo era chiaramente sconvolto, un guerriero di Ostagar probabilmente. Uno dei pochi sopravvissuti.
« Vi prego di calmarvi e spiegare... » provai a calmarlo, cercavo di farlo stare zitto in realtà non volevo urlare contro di lui per evitare che poi continuasse. Lui mi fissò e probabilmente mi riconobbe. Riprese a urlare.
« Voi! Io mi ricordo di voi... avete la corruzione del sangue, diventerete un Prole Oscura e ci ucciderete... » mi guardai intorno e vidi che nessuno si decideva a farlo tacere. Perché i templari non agivano di fronte a quel pazzo?
« State zitto! Avete solo paura della Prole Oscura. Urlare e trovare un colpevole che non esiste non è la soluzione. Fuggite finché siete in tempo... questa non è la vostra battaglia » gli dissi. L'uomo parve non comprendere le mie parole.
« Che intendete dire...? » attorno a me cominciava a radunarsi il silenzio accompagnato dalle persone che prima seguivano il pazzo che urlava. « La Prole Oscura arriverà realmente qui a Lothering? » chiese qualcuno nella folla.
Non potevo non dire la verità a quelle persone, non potevo neanche dire la cruda realtà, il fatto che quelle persone erano spacciate e che Lothering sarebbe stato distrutto per primo, poi cosa avrebbe seguito? Redcliffe era la città più vicina al villaggio, magari avrebbero però percorso i Bannor e sarebbero arrivati ad Altura Perenne. Nessuno avrebbe potuto prevedere dove si sarebbe spostata l'orda. Ma cosa poter dire a quelle persone? « Non so che potrei dirvi per allietarvi. Fuggite più lontano che potete... lasciate il Ferelden... fatelo per i vostri figli se ne avete, o per voi stessi... ma scappate il più lontano possibile! » risposi. Lasciai quelle persone e andai avanti per il centro della città.
Trovai alcune informazioni riguardo Loghain, era chiaro che ci stava cercando, che stava cercando Custodi Grigi superstiti, che ci aveva dichiarati nemici dello stato dicendo che i Custodi avevano tradito il Ferelden. Tutte bugie per screditarci, per farci dare la caccia per assicurarsi cosa? Davo per contato che volesse diventare il nuovo re del Ferelden, ma sua figlia? La regina naturalmente sarebbe stata soggiogata dal padre e gli avrebbe lasciato il trono. Era questo l'intento di Loghain? Governare sul Ferelden... davvero astuto da parte sua, impadronirsi in modo così semplice del trono, un piano astuto.
« Eccovi qui! Vi stavamo cercando... ci è stato detto che una ragazza ha cominciato ad urlare davanti la chiesa contro un uomo... ho dato per scontato che foste voi e la vostra furia! » mi chiamò Alistair da lontano. Mi voltai per trovarlo accompagnato da Drawgnar e poco distante c'era Morrigan.
« Sei davvero in grado di dare per scontato le cose? Mi stupisci Alistair! » lo punzecchiò la bella donna. Tutti e tre si avvicinarono a me. Avevano delle sacche piccole e piene con loro, di certo si erano dimostrati più utili di me che avevo trovato solo qualche informazione e giravo cercando di far scappare più persone.
« Morrigan... qualunque cosa tu mi dirai, scivolerà via come l'acqua... » disse Alistair in risposta a denti stretti, lei stava per continuare quando sbuffai.
« Smettetela! » sapevo che la colpa non era di Alistair, l'unico modo per far tacere Morrigan era quello, almeno avrei ripreso entrambi e non li avrei lasciati scontenti. « Sarebbe meglio prendersi una pausa prima di uscire dal villaggio... non mi sembra che abbiamo molto altro da fare qui »
Gli altri due furono concordi con me, entrammo quindi nella locanda lì vicino e trovammo un ambiente davvero amichevole; le persone che sedevano erano allegre per via del vino o degli alcolici assunti, per la compagnia di donne; ovviamente tutto nel tentativo di ignorare il fatto che la Prole Oscura marciasse contro il villaggio. Due guardie si alzarono in piedi dalla folla, l'aria minacciosa e gli sguardi rivolti contro di noi, è chiaro che fossero ostili e che cercassero rogna. Ma per quale motivo?
« Abbiamo sentito che siete Custodi Grigi... » abbiamo sentito? Chi sapeva che noi eravamo a Lothering? Vidi gli stemmi e gli araldi che avevano nell'armatura. Erano sgherri di Loghain ovvio! Ma come avevano fatto a rintracciarci così in fretta? In fondo non era poi passato tanto dalla battaglia di Ostagar e le nostre tracce erano perdute nelle Selve grazie al salvataggio di Flemeth. Per loro non potevamo essere altro che morti e invece Loghain sapeva che eravamo vivi!
« Vi state sbagliando cavaliere... » cercai di dire ma era ovvio che mentire non aveva senso, ero comunque pronta a combattere anche se eravamo in uno spazio piccolo e poco adatto alla lotta. Il centro della locanda! Improvvisamente dalla folla che si stava radunando attorno a noi, vidi sbucare una persona insolita, una ragazza poco più grande di me, dal viso candido e dallo sguardo sfuggente, capelli corti fino alle spalle e lisci con una treccina che le scendeva di lato, quei capelli erano di un rosso così chiaro da somigliare all'arancione del tramonto, gli occhi chiari e che si contendevano il verde e l'azzurro, due occhi sfuggenti poco adatti alle vesti che indossava: le vesti di una monaca.
« Gentili uomini, vi prego di andare via. Di non disturbare ancora questa signorina e la sua compagnia! » disse con voce calma e un temperamento controllato. Aveva del fegato quella suora, pensai tra me e me.
L'uomo scoppiò a riderle in viso e questo mi fece arrabbiare. « E tu chi sei monachella dei miei stivali? Torna alla vita reale e impara ad aprire bene le gambe! » disse l'uomo che mi aveva urlato contro rivolto alla donna.
Ero semplicemente schifata dal suo modo di fare. Mi staccai dalla mia compagnia e gli piantai un pugno in pieno viso atterrandolo su un tavolo pieno di bevande e persone che si spostarono appena videro quel sacco venirgli addosso. Fu così che cominciò quello scontro: non un normale combattimento con spade ma una vera azzuffata contornata dalla musica di una banda musicale che suonava strumenti, la folla intorno a noi era ubriaca e incitava il combattimento. Alistair mi raggiunse e mi difese da un pugno che stavo per ricevere in pieno volto, fece girare il polso dell'uomo in modo brusco e gli tirai un calcio dritto tra le gambe, quello cadde a terra urlando per il dolore mentre la folla rideva e applaudiva. In particolare le donne furono felici della mia mossa. L'altro nel frattempo aveva avuto il tempo di riprendersi, stavo preparandomi per calciarlo via quando la sorella cominciò a dargli dei pugni veloci e simili a schiaffi, riuscì a storcere il braccio dell'uomo e a farlo cadere in ginocchio, vidi poi il bastone incantato di Morrigan finirgli dritto in viso e dal suo naso cadde moltissimo sangue. Ci voltammo verso la donna che fece spallucce innocentemente.
« Vi prego non fateci del male... » implorò l'uomo a cui avevo dato un calcio tra le gambe. « Siamo solo al servizio di Loghain, non vogliamo morire... » disse piagnucolando. Avevo l'impulso forte di ucciderli ma la sorella parlò.
« Hanno imparato la lezione. Lasciali andare dal loro padrone e non ti daranno più fastidio... » mi disse con la sua voce vellutata e pacata. Annuii, meglio così!
« Va bene! » dissi convinta, lo spinsi in piedi e lo trascinai a me per il colletto. « Ho un messaggio per Loghain e vorrei che lo riferissi... » presi un respiro. « Noi sappiamo cosa ha fatto, e la pagherà cara... » l'uomo annuì e poi scomparve insieme al compare, a quel punto la sorella di fronte a noi si avvicinò, era normale che una suora combattesse in quel modo? Ovvio che no!
« Avete scelto bene. Mi chiamo Leliana. Quegli uomini dicevano il vero riguardo il fatto che siete due Custodi Grigi? » chiese, vidi nei suoi occhi una luce e poi qualcosa che mi spinse ad annuire. « State lottando contro il Flagello... ho avuto un sogno in cui avrei combattuto per salvare il mondo dalla minaccia dei Prole Oscura, vorrei unirmi a voi nel vostro viaggio... »
Non che mi dispiacesse, era una brava combattente. Ma come mai questa fortuna? E perché una sorella era così esperta nel combattimento? « Perché? E dove avete imparato a combattere così...? » lei fece un sorriso ma sviò l'argomento.
« Il Creatore mi ha parlato, mi ha detto di seguire la vostra via... non posso sviare la sua volontà. Le mie doti di combattimento sono armi che ho messo al Suo servizio, e lui vuole che adesso le riponga in voi! » sembrava realmente convinta in ciò che diceva, e chi ero io per dirle di no? Ero una credente, credevo in Andraste, la sposa del Creatore e in tutto ciò che veniva narrato dal Canto della Luce; certo ad eccezione di alcuni argomenti come i maghi cattivi che ritenevo ingiusti!
« Se il Creatore vi ha voluto al mio fianco... così sia! » le dissi. Un ampio sorriso si dipinse sul suo volto e annuii felicemente. Alistair non sembrava convinto della mia scelta, forse perché lui era stato comunque condizionato da una gioventù in un monastero, o probabilmente per il fatto che Leliana era veramente credete! Morrigan era il velo della disapprovazione, probabilmente molte mie scelte sarebbero stato contrastate da lei. Ma io e Morrigan siamo andate d'accordo pochissime volte, è una cosa ovvia quando qualcuno odia qualunque cosa tu faccia!
Non volevo perdere altro tempo a Lothering, Loghain sapeva i nostri spostamenti fino a quel punto e non dovevamo perdere altro tempo in quella città. Naturalmente ero molto curiosa dal cosiddetto sogno che aveva fatto Leliana, magari le avrei chiesto meglio quando avremmo costruito un accampamento tra gli alberi per passare la notte, ci spostammo velocemente verso il limitare del villaggio e nei suoi confini trovammo qualcosa di inaspettato, una gabbia gigantesca che conteneva un enorme bestione con due grandi corna dipinte, un'espressione neutra che mi fissava chiedendo pietà: non per liberarlo, ma per ucciderlo. Alistair e la compagnia avanzarono ma io mi fermai a fissare quella strana creatura. Avevo visto alcuni elfi, parecchi nani inoltre erano raffigurati nei libri e avevo un'immagine abbastanza chiara di loro, ma quella creatura... era sconosciuta e meravigliosa ai miei occhi.
« Cosa sei? » lui parve rinsavire e guardarmi in modo torvo. Ovviamente non era una bella domanda da porgere a qualcuno in una gabbia.
« Un qunari... questo bestione potrebbe esserci utile come scudo mobile contro la Prole Oscura! » commento con sarcasmo Morrigan, quella era una delle poche volte in cui concordavamo, anch'io avevo avuto la stessa pensata.
« Perché sei qui? » gli chiesi, il qunari mi fisso con sguardo assente. Era indeciso sul dirmi la verità? Non ho mai saputo cosa Sten pensasse di me, quanta stima riponesse in me, era criptico e difficile da interpretare. « Come ti chiami? »
« Sten. Ho ucciso una famiglia... è giusto che io sia qui. Lasciatemi qui a espiare la mia colpa... » disse. Senza rimorso, tranquillo come se avesse detto “ho bevuto l'acqua dal fiume!”; « Un momento... tu sei il Custode di cui parlano? »
Per il Creatore ma chi è che parla di noi!? « Sì sono io, sto lottando contro il Flagello... mi servirebbe qualcuno con la tua forza bruta! » dissi inquadrandolo. Alistair mi si avvicinò all'orecchio.
« Ne siete sicura? Voglio dire... la sua forza è incredibile probabilmente. Ma volete davvero rischiare di portarcelo dietro come un cane da guardia? » chiese, ovviamente Morrigan non potette resistere alla tentazione di fare una delle sue battute, che udito quella ragazza!
« Ne abbiamo abbastanza di cani. Drawgnar, quello intelligente, e Alistair, quello senza cervello... » nessuno trovò la sua battuta divertente e continuò rivolgendosi a me. « Può servirci. Liberalo e adoperalo come meglio credi... »
Stavolta mi rivolsi a Sten come fossi una conoscente da anni. « Vuoi unirti a noi? I nemici che combatteremo sono grandi, serviranno a redimere il tuo errore... » mi voltai verso Leliana quando il qunari annuì. « Credi che lo libererebbero mai? »
« Questa povera creatura vuole redimersi ed è giusto che ne abbia la possibilità. Potremmo parlare con la venerata madre e vedere se possiamo avere la chiave. Comprenderà di certo il pentimento... ma non nominate i Custodi Grigi! » mi avvertì, e forse sarebbe stato meglio visto che avevo già in mente di usarlo come pretesto, noi Custodi potevamo usare il Diritto di Costrizione per arruolare persone, non era lo stesso caso e inoltre non eravamo visti di buona luce dal resto del Ferelden al momento.
« Tornerò presto con la chiave! » dissi a Sten, lui si limitò ad annuire e noi andammo via, rientrammo nel villaggio e stavolta la destinazione era la chiesa, proprio dove prima la folla era radunata, adesso c'era un vuoto totale, le porte della chiesa erano protette da due templari che ci fecero passare tranquillamente.
Serenità, questa è stata la mia prima impressione nell'entrare in quella chiesa, quel sentimento però scomparve quando vidi che era piena di gente impaurita che pregava sottovoce, fedeli che cercavano conforto nelle parole delle monache e che pregavano il Creatore o Andraste di salvarli, l'unica salvezza l'avrebbero avuta fuggendo via dal villaggio però. Fu Leliana ad aprirci la via fino all'ufficio della venerata madre, la donna era seduta immobile su una poltrona e cercava anche lei conforto nelle parole del Canto della Luce; non fu molto contenta di sentirsi dire che i qunari volevano riportare indietro il prigioniero (un'abile bugia e cui credette ciecamente), ci consegnò la chiave con tanto di ringraziamenti, non volevano ricevere altre brutte notizie e altre visite spiacevoli. La Prole Oscura già era abbastanza per spaventare le persone. Naturalmente la chiave fu data a Leliana visto che le due donne si conoscevano così bene, andammo quindi da Sten e la ragazza mi passò la chiave che infilai subito nella serratura aprendo la porta e liberando il qunari.
« Grazie mille. Sarò la tua spada quando avrai da scagliarti contro la Prole Oscura. Viaggerò con te per redimerti, ma se vedrò che non metterai la grinta nella tua missione, non esiterò un secondo ad abbandonarti... » disse, ovviamente i qunari erano un popolo colmo d'orgoglio, pronto a tutto per la loro isola lontana e Sten non era da meno. Non seppi mai molto di Sten... neanche il suo vero nome visto che lo “sten” era un grado militare della gerarchia qunari. Questo lo appresi però in seguito. Marciammo così tutti e sei verso le ultime campagne abbandonate del villaggio. Risalimmo la Gran Via Imperiale e ci allontanammo tra gli alberi scuri che la notte dipingeva con un velo di terrore. Quella notte andai a letto con la speranza di poter dormire serenamente visto che eravamo due in più e potevamo guardare meglio il campo, purtroppo non fu così.


L'oscurità era intorno a me, potente e intensa, mi sentivo oppressa del mio stesso sogno, urla e voci mi circondavano e delle immagini cominciavano a scorrere nella mia mente. L'orda di Prole Oscura che avanzava tra le Selve Korcari, veloci e voraci con sete di distruzione, poi nuove immagini popolarono i miei incubi. Un luogo luminoso e contaminato dall'oscurità, centinaia di migliaia di Prole Oscura si trovavano lungo uno stretto passaggio sul quale si elevava un lungo ponte, su di esso una creatura gigantesca, un immenso drago dai tratti deformati, il viso allungato e un soffio di fiamme oscure che usciva dalla sua bocca. Poi un urlo, potei percepirlo chiaramente. Diceva di avanzare e distruggere tutto ciò che incontravano, dopo quell'urlo non potei fare altro che svegliarmi e sobbalzare. Avevo appena avuto un sogno sull'arcidemone. Ma perché? Uscii dalla mia tenda sospirando lentamente e avvicinandomi al fuoco dove già c'era qualcuno a darmi le spalle. Alistair si voltò verso di me e mi guardò con occhi dispiaciuti.
« Avete sognato l'arcidemone vero? È capitato anche a me... noi Custodi riusciamo a percepire la Prole Oscura, talvolta capita anche in questo modo... » disse a tono di voce piuttosto basso, mi voltai intorno per vedere che era quasi l'alba, che oltre gli alberi stava nascendo un sole brillante da molto lontano.
Vidi che Leliana aveva già sistemato il suo accampamento e contava le frecce nella sua faretra, avevamo scoperto che la suora non era esattamente disarmata visto il bellissimo arco in frassino che aveva sotto la toga! Sten era dall'altro lato del fuoco che stava oltre Alistair, fissava tutto il limitare del campo insieme a Drawgnar, certo volte ho pensato che i due riuscissero a capirsi. Morrigan invece era distante da noi tutti. « E questi sogni mi capiteranno spesso? » chiesi al ragazzo avvicinandomi a lui. Lui aprì le braccia contro di me.
« Dopo l'Unione è una delle cose che capita. Lo stesso come per l'aumento di appetito... l'ho notato anche in voi! Fortuna che fate molto movimento o perdereste la vostra linea così snella e piacente » disse scherzando con una risata. Scoppiai anch'io a ridere, poteva essere indelicato, eppure mi aveva fatta ridere.
« Ci son altre cose che dovrei sapere riguardo il dopo-Unione? » dissi marcando le ultime parole, mi misi accanto a lui vicina al fuoco e lui diventò rosso in viso, forse poteva essere un riflesso delle fiamme sul suo volto.
« Ci sono molte cose che vorrei dirvi... alcune di queste richiederebbero però di essere soli! Non vorrei mettervi in imbarazzo » disse con molta spontaneità. Quella frase mi lasciò di pietra e mi voltai verso di lui quasi ridendo e lasciandomi incredula.
« Alistair a cosa ti riferisci? » chiesi scoppiando anch'io a ridere. Tuttavia mi avvicinai a lui e mi appoggiai all'armatura che indossava. « Perché non provi a dirmele nell'orecchio? » gli sussurrai davanti gli occhi. Vidi nel suo sguardo la volontà che veniva a mancargli, scosse il viso e mi allontanai.
« Con voi non si può scherzare amichevolmente! Giacché siete sveglia, io consiglierei di rimetterci in marcia verso Redcliffe che dite? »
« Buona idea! » dissi ritornando alla mia tenda per disfare il mio luogo di riposo. Prima di rimetterci in viaggio avrei voluto tanto parlare con i miei compagni di gruppo, conoscerli meglio. Ero molto incuriosita soprattutto da cosa Leliana pensasse, dalla sua visione e soprattutto da come aveva imparato a combattere in quel modo. Così prima che il campo fosse disfatto, mi avvicinai a lei amichevolmente e mi prestò subito attenzione. « Ciao, volevo parlarti della visione che avevi avuto... »
« Sapevo che l'avreste chiesto... » parve imbarazzarsi. « Posso darvi del tu? » annuì, non mi erano mai andate a genio le persone che si riferivano a me con “voi”. Tranne Alistair... ma lui era sempre stato diverso dalle altre persone. « Nel mio sogno mi trovavo di fronte ad un baratro. L'oscurità era intorno a me e nel baratro c'era un concentrazione maggiore. Ad un certo punto ho spiccato un salto contro il buio... ritengo che il Creatore mi avesse fatta sognare il Flagello... »
« E il tuo salto significa che lo stavi andando a combattere perché non avevi paura della Prole Oscura? » provai ad indovinare, lei annuì con forza, forse perché credeva realmente a quel sogno. La cosa era affascinante.
« Sembra strano, ma la mattina seguendo ho trovato un cespuglio; da che ne ho memoria era ridotto malissimo, nulla sarebbe potuto crescere da quella brutta pianta. Ma quella mattina accadde qualcosa di miracoloso: una bellissima rosa era tra i suoi arbusti... è stato un segno. Come miracolo del Creatore... non potevo ignorare il suo segno! » concluse lei, secondo il suo modo di vedere tutto coincideva.
« Hai scelto di seguirmi... mi fa piacere che tu abbia condiviso la tua storia con me! » dissi mentre camminavamo contro Alistair e gli altri. Persino Morrigan era pronta per andare via dal campo. « Mi sembra strano però che una sorella abbia imparato a combattere... come hai fatto? » le richiesi, stavolta non poteva sviare ancora.
Lei fece una risata, come se si trovassi in difficoltà e la risposta che diede sarebbe potuta anche essere glaciale. « La chiesa non chiede della mia vita passata e dovresti farlo tu? Ero un menestrello di Orlais. Un bardo... là è normale saper combattere... ma non sarebbe meglio concentrarci sul viaggio adesso? » disse sviando via dalla discussione, almeno avrebbe potuto aspettarmi; Leliana nascondeva qualcosa riguardo il suo passato! Aveva però ragione: il Flagello non aspettava e noi dovevamo metterci in movimento alla volta di Redcliffe.







Angolo Autore:
Eccoci qua, ammetto di aver avuto un momento di crisi ieri mentre cominciavo il capitolo, non ero per niente ispirato ma di sera ho scritto a bomba e alla fine sono riuscito a pubblicare il capitolo nuovo adesso dopo le correzioni ^^

Cominciamo con il commentare: ho cercato di cambiare molti discorsi perché sinceramente non mi ricordavo alcune cose, inoltre penso di aver messo anche del mio modificando qualcosa qua e là. Per esempio: com'è possibile che i qunari nell'Origins facciano schifo (disegnati male e sono brutti) e nel secondo (e anche nell'Inquisition da quanto si vede nei trailer) siano guerrieri con i contro-cosiddetti? Ecco perché Sten ha le due grandi corna. Inoltre ho voluto intenzionalmente non inserire Bodahn adesso, non so ancora se potrebbe comparire in seguito; d'altronde nella storia ci devo mettere anche del mio no? XD Ricordo che alla prima giocata, per convincere la venerata madre a darmi la chiave, la dovetti minacciare facendomi odiare da Alistair. Ricaricai la partita e lessi su internet che con Leliana sarebbe stato tutto più semplice. Solo nella partita con Myalee sono riuscito ad avere abbastanza coercizione per farmi dare subito la chiave dalla venerata madre (appunto con la scusa dei qunari).

Alithea... non posso fare altro che esprimere la mia gratitudine, perché ogni volta che pubblico un capitolo, mi viene un senso di stanchezza al pensiero di cominciarne un altro da capo. Il tuo sostegno però mi fa andare avanti, grazie ^^. Grazie anche ai lettori, a presto con il capitolo.

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Capitolo 7
*** Città dei morti viventi ***


CAPITOLO SETTIMO
CITTÀ DEI MORTI VIVENTI

 

Il nostro viaggio la città avrebbe richiesto qualche giorno, il fattore temporale era molto importante vista la velocità con cui la Prole Oscura si muoveva, chissà quante persone ero riuscita a salvare. Inoltre i miei pensieri si concentravano soprattutto su Enyalis Hawke, quel simpatico ragazzo che mi ero presa a cuore. Speravo con tutta me stessa che fosse sfuggito all'orda di Prole Oscura prima che fosse tardi. I miei pensieri dovevano essere rivolti ad altro però, perché nonostante io cercassi di avvertire i vari viaggiatori che incontravamo per le strade, il mio principale compito, così come quello di Alistair, era quello di sconfiggere l'arcidemone. Per farlo avremmo dovuto riunire i popoli e prima di tutto parlare con Arle Eamon. Durante il viaggio però Alistair era pensieroso, stava chiaramente pensando a qualcosa di personale, immaginai che riflettesse su Duncan; non gli chiesi nulla perché anch'io avevo avuto bisogno di tempo per dimenticare i miei. Per quanto riguarda Roderick... lui avrà sempre un posto nel mio cuore, ma in quei giorni non riuscivo a pensarci perché avrei pianto, dovevo solo concentrarmi sul presente. Una notte poco prima di arrivare a Redcliffe, Sten mi si avvicinò in modo cauto, quando arrivò davanti a me mi chiese qualcosa con la sua voce pacata e senza imbarazzo.
« Tu sei un Custode Grigio? Eppure sei una donna... una cosa esclude l'altra no? » il suo ragionamento era insensato. Stavo per rispondere in modo scontroso per poi ricordarmi che essendo un qunari, forse aveva usanze diverse.
« No Sten, io sono una donna che combatte. Qui nel Ferelden ci sono donne guerriere e, come chiunque, possiamo scegliere noi il nostro destino e questo non può toccare a credenze e altri... » risposi con voce cauta. Lui non era per niente convinto, non riusciva a trovare la logica che io ovviamente vedevo.
« Tutti noi nasciamo con un solo destino, gli umani non diventano elfi no? Quindi gli uomini non diventano donne e viceversa... » sembrava fermo sulla sua logica.
« Ma un uomo può scegliere di non diventare un combattente così come una donna può farlo liberamente... » stavolta la mia logica non lasciava spazio alla possibilità di controbattermi. L'avevo raggirato perfettamente e non sapeva come rispondere.
« Si può scegliere? Io non credo proprio, vedremo cosa il futuro mi mostrerà in te... » ero costantemente sotto il giudizio del qunari, non che gli dovessi spiegazioni delle mie mosse e di ciò che facevo. Tuttavia mi sarei resa conto che Sten mi sarebbe lo stesso stato fedele perché aveva una missione da compiere. Una missione che mi rivelò più tardi e che riguardava l'Arishok, il suo imperatore per così dire.
Passò una settimana da Lothering a Redcliffe, una lunghissima settimana dove il nostro gruppo parve saldarsi, ogni sera Leliana intonava un canto intorno al fuoco e tutti noi ne eravamo entusiasti. Era un bardo a detta sua... significava che riusciva ad intonare canzoni di valore e a recitare e intrattenere le persone. Morrigan stava sempre lontana da noi tutti che restavamo incantati a vederla cantare e a vederla ballare. Arrivammo infine a Redcliffe, non avrei però portato tutti con me, chiesi a Sten e Drawgnar di stare nell'accampamento e di sorvegliare le nostre cose e le tende in cui dormivamo. Se c'era da combattere, come il mio istinto da donna mi diceva, sarebbe stato più semplice non portarsi tutto l'ambaradan dietro! Redcliffe... un magnifica cittadina scavata in una conca che andava a gettarsi sul lago Calenhad, tutte le case erano costruite in tutta la valle e nella discesa, al nostro livello potevo scorgere alcuni alberi e tra di essi un mulino, poco più avanti c'era il castello di Arle Eamon, tutto era silenzioso in città, davvero molto strano ma nonostante quel silenzio ci spostammo verso la discesa che portava in città. Prima che mi muovessi, Alistair mi tirò un attimo indietro e vidi Leliana e Morrigan superarci.
« Ascoltate... prima di andare avanti, ho bisogno di dirvi una cosa... » cominciò, vidi la sua fronte diventare lucida per il sudore. Che cosa c'era di così grave da dirmi? « Non voglio avere più segreti con voi così come voi non li avete con me... »
« Dimmi tutto Alistair, sai che di me ti puoi fidare... » dissi sorridendogli, i nostri corpi erano vicini e riuscivo a sentire il suo fiatone, il suo respiro che sfiorava appena la mia pelle rosea. « Allora? » lo esortai sorridendo.
« Vi ricordate di quando vi dissi che mia madre era stata l'amante di un pezzo grosso? Ecco... quell'uomo era Re Maric. Sono il fratellastro di Cailan... » disse. La notizia era pesantissima da ricevere con tanta semplicità. Non potevo crederci: Alistair era un membro della famiglia reale, dentro le sue vene scorreva il sangue di Re Maric, questo faceva di lui il diretto successore di Cailan. « Non ho intenzione di salire al potere e diventare re... non credo che ne sarei in grado! Ho pensato di dirvelo perché voi siete... speciale per me »
« Perché non me lo hai detto prima? » chiesi ancora sconvolta, credo che avesse confuso il mio senso di smarrimento con il fatto che fossi arrabbiata per il segreto.
« Vi prego non siate arrabbiata. Avevo paura che non vi sarei più piaciuto perché sono “Alistair, il simpaticone” ma piuttosto perché sarei stato “Alistair, il successore del re”... » era comprensibile anche se io non ho mai esitato a dirgli della mia discendenza reale dei Cousland, cercai di fare dello spirito per sollevargli il morale.
« Quindi adesso ti nominerò “Alistair, il bastardo reale”! » feci la finta offesa e lui scoppiò a ridere, non ci mise molto però a tornare serio, simbolo che doveva comunicarmi qualcos'altro di importante, magari di più leggero.
« Credo di avere una sorella a Denerim... si chiama Goldanna; mia madre è stata con un altro uomo e ciò fa che lei sia la mia sorellastra. Vorrei però vederla prima... che non so... il Flagello ci divori tutti! » disse aggiungendo sarcasmo.
« Denerim eh? Penso che potremo andarci senza problemi appena saremo di strada! » dissi, in quel momento credo che Alistair sarebbe esploso dalla gioia e mi saltasse addosso, tuttavia i nostri discorsi furono interrotti da Leliana che ci chiamava perché un uomo davanti a lei era in difficoltà e blaterava qualcosa di incomprensibile.
Ci avvicinammo in fretta e l'uomo parve calmarsi, ci mise un po' prima di riuscire a parlare e a dire frasi di senso concluso. Alla fine arrivammo a conclusione che qualcosa di spaventoso stava accadendo a Redcliffe. Bann Teagan, il fratello di Arle Eamon, era in città e stava aiutando la città contro una lotta, una battaglia contro qualcosa che terrorizzava i paesani. Non potemmo scoprire altro da lui e così ci facemmo condurre al centro di Redcliffe dove riuscimmo a incontrare Teagan; non avevo mai visto nessuno di quella famiglia, quell'uomo sembrava essere giovane, poteva avere poco più di trent'anni, dai folti capelli rossicci e il viso mascolino e pensieroso. Indossava vesti regali e sembrava trovarsi a suo agio nel mezzo della chiesa e tra tutti quei bisognosi. Per la città c'erano molti combattenti, alcune donne spaventate e nessuna traccia di bambini; in chiesa la situazione era più chiara: tutti i bambini erano radunati in un'ala della struttura e insieme a loro c'erano alcune sorelle. Ci avvicinammo a Bann Teagan e Alistair prese subito la palla in balzo.
« Teagan... che piacere rivedervi! Ma che sta succedendo qui? Dov'è Eamon? » chiese il ragazzo, il nobile si voltò verso di lui con gli occhi chiusi in due fessure, non lo aveva riconosciuto subito ma probabilmente i ricordi vinsero e spalancò la bocca.
« Alistair? Per il Creatore come siete cresciuto... » disse sconvolto. « Voi non sapete nulla di Eamon? Ma allora cosa ci fate qui? » chiese Teagan continuando.
« Siamo Custodi Grigi. E cerchiamo l'appoggio di Arle Eamon contro Loghain; sta screditando i Custodi e ciò non farà altro che rendere debole il Ferelden che cadrà preda della Prole Oscura! » dissi d'un fiato. Mi aspettavo una reazione seria da un uomo del suo stampo, scoppiò a ridermi in faccia.
« Perdonatemi donzella, avete parlato con una velocità impressionabile e mi sono lasciato distrarre dalla vostra bellezza! » Cosa? Ma che vuole questo da ME!? Pensai istintivamente. Indietreggiai affiancando Alistair che mi sarebbe servito da scudo. « Comunque sì... avete ragione. Loghain non vede la reale minaccia del Flagello... temo però che possa esserci un problema. Ed è per questo che abbiamo bisogno del vostro aiuto! » disse. Sentii Morrigan sbuffare di rabbia.
« Ti prego Myalee. Non possiamo fermarmi ad aiutare ogni due tre persone che incontriamo. Non bastano tutti quei disgraziati che hai assillato lungo la strada con la storia del Flagello? Dobbiamo anche metterci ad aiutare questi paesani!? » chiese colma di rabbia. Mi voltai contro di lei glacialmente.
« Morrigan quanto provi gusto ad essere una sadica stronza!? » chiesi, credo che Alistair stesse godendo della mia reazione abbastanza cinica. « Siamo Custodi Grigi, il nostro compito è aiutare... e credo che le due cose siano collegate! Se non ti piace, puoi andare via... »
Se mi avessero detto che la Prole Oscura era amichevole e parlava, probabilmente avrei avuto la sua reazione: bocca spalancata e incredula. Morrigan non sarebbe mai andata via, dove sarebbe andata? Dalla madre? E avrebbe rischiato di incappare del cuore dell'orda? Ammesso che Flemeth fosse ancora viva... « Va bene Myalee. Non ti annoierò ancora con le mie parole. Spero tu sappia che perderemo tempo però... »
« So ciò che faccio! » dissi prima a lei e poi mi voltai di nuovo verso Bann Teagan. « Di che problema stavate parlando? » chiesi più gentile. Leliana ovviamente non disse nulla visto il fatto che amasse aiutare le persone.
« Eamon sta molto male. Crediamo sia stato avvelenato da un mago che si trovava al castello... una spia di Loghain probabilmente. Il fatto è che dei morti viventi escono ogni notte dal castello e attaccano la città... abbiamo cercato di resistere più a lungo possibile ma adesso siamo stanchi di lottare. Se stanotte non riusciamo a vincere... credo che sarà la fine per la città... » spiegò molto velocemente.
Ero molto semplice, la situazione era molto problematica. A noi serviva l'aiuto di Eamon che stava morendo per colpa di un mago che aveva evocato dei non-morti. Dovevamo entrare nel castello e obbligare quel mago a spezzare la maledizione... ma prima di ciò, avremmo dovuto cercare di far tenere la città in piedi ed evitare che accadesse il peggio. Avremmo lottato. « Combatteremo con voi ovviamente. C'è qualcosa che possiamo fare nel frattempo? Il sole sta per tramontare e immagino non manchi molto all'attacco... »
Teagan riflette pochi istanti. « Grazie per il vostro aiuto, credo che dovreste parlare con Murdock. Lo troverete nella piazza di fronte... solo il Creatore può sapere quanto abbiamo bisogno di aiuto da parte di tutta la città! » dette quelle parole, potemmo finalmente congedarci e uscire dalla chiesa per fare del nostro meglio. Innanzitutto cercammo quel Murdock di cui ci aveva parlato Teagan, non fu difficile da trovare visto che era un uomo abbastanza fiero e con l'espressione terrorizzata in volto, era pronto alla battaglia che sarebbe giunta quella notte e aveva gli occhi scavati come se non dormisse da giorni. Non metto in dubbio la verità di quei miei pensieri. Ci avvicinammo all'uomo e cominciammo a parlargli; come ogni uomo di Redcliffe, era distrutto e abbattuto, totalmente senza speranza sperando solo di sopravvivere ancora e ancora. Ma naturalmente non aveva previsto l'aiuto di due Custodi Grigi. O meglio... due novelli Custodi visto che io ero un Custode solo da un mese! Ma naturalmente non precisammo e con mia sorpresa Morrigan rimase nel silenzio più totale. Murdock ci parlò di alcune cose, parlare al fabbro magari o con un potente combattente nano di nome Dwyn, disse anche che gli uomini avevano bisogno di qualche talismano divino in modo che potessero avere il Creatore dalla loro parte in battaglia. Tutte quelle cose meritavano di essere fatte una per una.
« Non vi preoccupate. Farò il possibile per aiutarvi... » dissi, ero certa che non avrei voluto imbrogliare riguardo i simboli, perché non avrebbero trovato la salvezza in talismani, ma solo se credevano realmente in ciò per cui lottavano, Creatore o no tutto dipendeva dalla loro forza.
Decisi di cominciare con ciò che sembrava più semplice: andare a parlare con il fabbro, sapevo esattamente cosa chiedeva Murdock, voleva armi e armature di fattura migliore, ma perché il fabbro non l'aveva fatto? Andai così da lui per investigare e trova un alone di alcol nell'aria che mi fece girare la testa, non ero abituata a quella puzza a differenza dei mie tre compagni di viaggio. Persino Leliana sembrava reggere l'alcol in maniera migliore di Alistair.
« Qualcuno ha già bevuto in passato? Non siete una normale sorella dite la verità! » disse stuzzicando la donna. Lei si voltò verso di lui e con tutta la calma del mondo rispose a tono alla sua frase.
« Prima di diventare un sorella avevo un vita e sì... riconosco il puzzo dell'alcol visto quanto esso sia in voga nelle corti di Orlais, un po' come voi riconoscere un buon formaggio. Sapete che fa male mangiarne tanto? » lui sbuffò a ridere.
« Non è vero! » avrei tanto voluto unirmi a loro in quella discussione quando qualcosa nelle ombre si mosse e mi fece agghiacciare. Temevo fosse un morto vivente, uno spirito o un demone o peggio un Prole Oscura, ma davanti a me c'era soltanto un uomo che aveva bevuto troppo e faticava a stare in piedi.
« Voi siete Owen il fabbro? Murdock chiede armature e armi di fattura migliore... e per il Creatore smettetela di bere che impestate l'aria! » sbottai abbastanza arrabbiata, era come se inalassi l'alcol e mi sentivo piuttosto pesante. L'uomo mi guardò con indifferenza, come se le mie parole non avessero significato per lui.
« Si sono già presi tutto quello di cui disponevo... » stavo per parlare ma Morrigan mi precedette, mai prima d'allora fui felice di averla in squadra.
« Senti razza di idiota: a questa città serve il tuo aiuto. Neanche a me piace aiutarli ma devo farlo! Se io non posso farne a meno non vedo perché tu dovresti essere tanto diverso! » Morrigan era stata spietata, ma quella sua cattiveria e spietatezza ci servi anche nelle altre situazioni della città, ma che cosa stava prendendo agli abitanti di quella città? Erano davvero così poco motivati a tenersi stretti le loro vite? Cercammo di radunare quante più persone possibili e osservammo il cielo imbrunire, le stelle comparire al posto del sole che ormai era quasi scomparso tutto l'orizzonte segnato dal lago. Eravamo pronti per la battaglia e dovevamo solo prepararci.
Noi quattro ci appostammo al mulino, era là che avremmo dovuto fermare i morti viventi, là che avremmo impedito loro di passare. La cosa mi ricordava molto Ostagar, sperai solo che la conclusione non fosse la stessa e che stavolta vincessimo, avevo intenzione di combattere con tutta me stessa; Leliana stava preparando le sue frecce e cercare di tendere la corda dell'arco il più possibile; Morrigan sembra ricordare alcuni potenti incantesimi che le passavano per la mente e li recitava silenziosamente; Alistair invece stava preparando alcune nuove frecce per la suora, tipico di lui essere gentile con qualcuno e essere così servile. Io avevo solo da aspettare: mi spostai verso Morrigan lentamente in modo che avesse il tempo di vedermi ed eventualmente respingermi se lo voleva.
« Cosa desideri? » chiese in modo abbastanza scontroso. Non ero per niente dell'umore di litigare con la strega, volevo solo parlarle.
« Perché sei così dura? Non pensi mai di essere un po' troppo cattiva? Prendi per esempio la situazione con Alistair... » lei mi interruppe prima che potessi continuare.
« Lui è un idiota. E solo tu puoi sapere cosa ci trovi di tanto bello... » cosa? Ma che stava dicendo? Io non avevo mai detto quello, solo che Alistair era la mia aria ed era ovvio che mi desse fastidio che lo insultasse. « Da bambina sei mai stata inseguita dai templari? Hai mai avuto alberi come amici? E tua madre? È sempre stata buona con te o ti ha trattato con cattiveria per farti capire che il mondo è così? » le sue parole erano dure ma sentivo che erano veritiere, non avevo mai pensato al fatto che Morrigan potesse aver avuto un'infanzia difficile. Chissà quanto aveva sofferto da bambina... mi si strinse il cuore al solo pensiero. « Un giorno rubai uno specchio... era bellissimo e mi piaceva perché erano piano di gioielli, mi piacque specchiarmici e sentirmi bella; quando mia madre lo scoprì lo distrusse... » continuò con dolore. Non avevo capito nulla di Morrigan, ma ciò non avrebbe cambiato il nostro rapporto.
« Mi dispiace... ti lascio ai tuoi pensieri allora. E sappi che... se ti serve un'amica... » mi congedò con una mano e allora feci dietrofront. Mi accorsi che stavo quasi pestando una bellissimo e candido fiore, lo raccolsi pensando di portarlo con me, non so per quale motivo ma quando passai accanto a Leliana, lei si accorse subito dell'odore che il fiore emanava.
« Che buon profumo. Ricordo che mia madre aveva lo stesso odore... è una Grazie di Andraste? » immagino che fosse proprio quel fiore, io l'avevo solo preso perché mi piace, glielo mostrai e titubante lo consegnai a lei.
« Mi piacerebbe che lo avessi tu! Tua madre è morta immagino... » lei annuii e prese il fiore tra le mani con gli occhi lucidi. « Eravate originarie di Orlais? »
« Sì! Come ti ho già detto ero un barbo nelle corti... mi piace la vita che si conduceva là. Mi piacevano anche i vestiti... e adoravo le scarpe comode che venivano indossate! » disse quasi sognante in ricordo del passato, chissà quanto tempo era passato dal suo arrivo qui nel Ferelden.
« Riflettendoci bene... ho sentito che i bardi sono spesso spie! » commentai. Lei fece una risata che mi sembrò isterica e cominciò a negare l'assurdità di quelle storie. Dalla sua espressione però capii che un fondo di vero c'era e che non era ancora pronta per parlarmi del suo vero passato.


La notte calò in fretta sul villaggio, pareva tutto tranquillo e noi quattro, insieme a parte dell'esercito, eravamo appostati proprio davanti al mulino, nascosti tra gli alberi, attendendo un qualunque segno dal castello. Teagan aveva detto che i morti viventi uscivano da un'improvvisa nebbia che si elevava dal cancello che restava chiuso. Improvvisamente la vedemmo: una nube giallastra si alzò dal nulla, come se provenisse dalla terra, estraemmo le armi e ci tenemmo prontissimi a combattere, Morrigan era già pronta a lanciare un potente incantesimo, Leliana aveva una freccia incoccata nell'arco e io e Alistair ci difendevamo con i nostri scudi da qualunque attacco. La nube era fittissima e finalmente vedemmo dei movimenti, delle creature cominciarono a correre contro di noi con le spade sguainate; Morrigan cominciò con un balletto e pensai fosse impazzita, poi vidi che dal suo bastone uscirono delle fiamme e che una gigantesca colonna di fuoco si stava abbattendo addosso ai morti viventi, la sua mossa si rivelò molto astuta visto che erano più deboli e prossimi al finire inceneriti, cominciai ad agitare la spada contro di loro cercando di ucciderne il più possibile, mi trovavo in mezzo alla mischia e le fiamme si stavano già dissolvendo, mi spostai accanto ad un guerriero che era caduto a terra e cercai di difenderlo in tutti i modi. Nel giro di tre secondi ci arrivarono addosso dieci di quei mostri, il cavaliere si alzò e vidi che aveva una ferita al braccio, perdeva sangue in quantità e allora potei riconoscerlo dal viso guardandolo.
« Alistair! » era stato ferito e sentivo il mio cuore andare a pezzi, mi stavano portando via il mio ossigeno, nessuno si sarebbe potuto permettere. Cominciai a lottare con tutte le forze per allontanare i nemici. Ne infilzai ben cinque con la spada e presi a calci gli altri, diedi loro dei colpi di scudo con la quale indietreggiarono e infine vidi quei cinque cadere stecchiti sotto le potenti frecce di Leliana che si preparava subito a ricaricare mentre incitava gli altri guerrieri a combattere.
L'ondata sembrava finalmente finita dopo un paio di minuti, la nebbia era persino scomparsa e gli ultimi cadaveri stavano cadendo sotto le nostre armi e la potente magia di Morrigan. In un attimo di silenzio riuscimmo a sentire delle urla, provenivano dalla città. Ma come avevano fatto ad arrivare fin là? Senza che ce ne accorgessimo? Ritornammo tutti quanti indietro e di corsa, cercando di arrivare quanto più possibile in fretta, anche c'erano dei non-morti e stavano attaccando le persone del villaggio che urlavano e piangevano, dei fuochi cominciavano ad accendersi grazie a Morrigan e alla sua magia, adottammo la stessa strategia di prima, solo che le subite che subimmo furono maggiori, o almeno io ricevetti solo qualche graffio visto che Alistair si piantò davanti a me e prese il colpo al mio posto. Il mondo intorno a me si spense quando vidi la lama conficcata nel suo stomaco, una freccia prese il morto in testa e io la recisi con quel poco di sanità mentale che mi restava.
Aiutai il ragazzo a restare in piedi, feci attenzione a non spingere più dentro la spada e lo sorressi, si appoggio completamente a me cercando di aiutarsi con le gambe e riuscii a farlo stare in piedi, riuscivo a sentire il suo respiro sfiorarmi la pelle e per un attimo non riuscii a pensare alla battaglia, ma solo a quella sensazione che stava risvegliando nel mio corpo. Ancora rido al solo pensiero di quell'attimo, non era per niente il tempo di pensare a quello, ma fu allora che compresi che Alistair, il mio ossigeno, era forse qualcosa di più di un compagno di guerra, più di un amico. Perché ricordo chiaramente che mi fece rabbrividire la schiena, l'attimo seguente ritornammo a combattere e si estrasse la spada cercando di tenere ferma la fuoriuscita di sangue.
La battaglia infine terminò con la nostra vittoria, i non -morti smisero di arrivare visto che la nube era terminata. L'attacco era stato scongiurato. Riuscii solo ad avvicinarmi di nuovo ad Alistair e caddi in ginocchia, troppo stanca per cercare di restare lucida, senza rendermene conto Alistair mi abbracciò e io mi addormentai (o forse svenni) tra le sue braccia forti e protettive.






Angolo Autore:
Finalmente sono qui con un nuovo capitolo! Perdonatemi ma in questi giorni ho avuto problemi con la connessione a Internet (dannata TELECOM :@) ma basta fare cattiva pubblicità e pensiamo al capitolo ^^

Sinceramente: il personaggio di Sten mi piace, è enigmatico ma... accidenti anche se il mio PG non è un uomo mica non significa che non possa combattere! E poi Alistair... bastardo reale ahahah xD Stavo morendo dalle risate. Ho notato che in molte storie c'è il fatto che Teagan ci ha provato con il Custode donna, la cosa mi stupiva alquanto visto che con altri PG donna non mi è capitato ma è bastato indagare sulla su vita privata... Redcliffe è stata parecchio noiosa per me, ho preferito fare u salto abbastanza veloce, non mi fa impazzire neanche la parte dell'Urna ma... vedremo come andrà in futuro. Gli eventi del castello sono più interessanti. Morrigan... ci sono certi momenti in cui penso che sia la più grande stronza, ma quando mi disse dello specchio... mi si spezzò realmente il cuore. Accidenti era una bambina! Che altro c'è da dire... ovviamente anche con il mio primo personaggio salvai la città, e poi subito alla volta del castello.

Grazie ancora ad Alithea che commenta sempre i miei capitoli e grazie a tutti voi che leggete e seguite la mia storia ^^ Commentate e a presto con il prossimo capitolo.

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Capitolo 8
*** Il demone del castello ***


CAPITOLO OTTAVO
IL DEMONE DEL CASTELLO


Aprii gli occhi lentamente, osservavo un soffitto alto e ben costruito da legna, c'era un piacevole calore nella stanza nonostante un vento spirasse dalla finestra. Non so perché ma avevo sperato di morire, il mio corpo non riusciva più a muoversi e non ricordavo perché fossi svenuta, ricordavo solo il profumo di Alistair e le sue braccia cingermi a lui. Quello stesso odore adesso proveniva dal letto accanto al mio, c'era anche un odore pestilenziale che riconobbi come formaggio. Voltai il viso per trovare un ragazzo che mi osservava, aveva un contorno nero attorno agli occhi mentre loro erano tinti di rosso come se avesse pianto. Il ragazzo aprì appena la bocca e diede un morso ad un pezzo di formaggio, continuò a fissarmi in silenzio.
« Alistair... che bello vederti! » dissi con voce dolce, non parlavo con quel tono da quanto avevo visto l'ultima volta Roderick. Era una voce smielata che riservavo solo a lui, in quell'istante non comprendevo cosa avevo intorno a me.
« Myalee... è la seconda volta che rischio di perdervi. Se continuate così mi farete venire un colpo... » disse, Alistair stava cambiando, e non perché mi aveva detto che era di sangue reale, ero io che lo vedevo sotto una luce diversa e piena di dolcezza. Qualcosa che riuscii a spingermi a sedere e trovarmi di fronte a lui.
« Formaggio? » chiese passandomi l'ultimo pezzo che gli era rimasto nel guanto, non so perché ma istintivamente lo presi; in quei giorni non riuscivo a capire come vedevo Alistair: era qualcosa di più che ossigeno, era diventato un'ossessione che mi serviva per poter vivere, qualunque cosa di suo mi avrebbe fatto bene.
Non sono mai stata una grande adoratrice del formaggio, ma senza pensarci due volte presi quel pezzo tra le mie mani e lo mangiai in un boccone. Come se con quella mossa avevo fatto sì che Alistair mi rimanesse sempre accanto, a proteggermi. Osservai i presunti punti in cui doveva essere ferito, lo stomaco, il braccio; erano coperti dalle bende e sopra era stata applicata l'armatura per proteggere le ferite. « Cos'è successo? » chiesi. Fece un sospiro seguito da un sorriso, ricordai che avevamo vinto e che il villaggio era stato salvato.
« La città non sarà più disturbata dai non-morti. Teagan ha detto che ci voleva vedere al mulino per parlare del castello... qualcosa sta succedendo là dentro e tocca a noi entrare e risolvere... qualunque cosa ci sia! » spiegò Alistair. Mi diede una mano ad alzarmi nonostante io stessi benissimo e sarei dovuta essere io ad aiutarlo.
Mi accertai di avere tutti i pezzi della mia armatura e tutti i beni che avevo con me all'arrivo a Redcliffe, posai la spada della mia famiglia nel fodero e misi lo scudo sulla schiena. Andammo fuori e scoprii che ci trovavamo nella locanda, fuori ci stavano già aspettando Leliana e Morrigan. La suora ci salutò con un sorriso mentre i suoi capelli venivano scompigliati dal vento, la strega invece ci rivolse un cenno, chiaramente era ancora offesa con me per come l'avevo trattata il giorno precedente. Era questo che mi dava fastidio di Morrigan: il fatto che avesse tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiata con tutti gli altri, ma sfruttava la situazione per farsi odiare da tutti noi e dal resto del mondo appunto! Restammo alla larga dalla piazza cittadina dove pareva che qualcuno stesse tenendo un discorso; potei udire poche parole provenire dal luogo e capii che era una specie di messa in onore ai caduti di quella sera. Si erano sacrificati per il villaggio e finalmente potevano vivere in pace con il Creatore, non mi importasse molto, ma ritenevo giusto che fossimo nominati anche noi visto che avevamo dato il nostro prezioso contributo. Ci spostammo verso l'alto ed entrammo nella foresta dirigendoci verso il mulino in fretta, dovevamo entrare nel castello e vedere cosa stava accadendo, sia per i demoni e il mago, sia per condizioni di Arle Eamon, lui era la nostra ancora contro Loghain.
Quando arrivammo al mulino l'aria si era stranamente fermata, il bello e giovane Bann Teagan era fermo davanti alla porta della struttura, a pochi metri da lui c'era il gigantesco ponte che portava al cancello del castello, potevo intravedere il cortile dalle grate ma era troppo lontano. Il nobile si avvicinò a noi per parlare. « Vi ringrazio di cuore per aver salvato la città. Ma adesso dobbiamo rivolgere la nostra attenzioni ad altri problemi... »
« Arle Eamon. Non si hanno proprio notizie dal castello? » chiesi io, lui scosse il viso negativamente e riflettei. « Ma allora come possiamo sapere cosa ci aspetta? E come facciamo a entrare se il cancello è chiuso? » chiesi indicandolo.
Alcune guardie si mossero accanto a Teagan, ci diede le spalle e parlò. « C'è un ingresso secondario nel mulino, un passaggio che porta alle prigioni del castello. Se entriamo da lì, possiamo salire tra i vari corridoi e arrivare direttamente nel salone principale dove temo che... » il nobile si pietrificò, fu come se gli avessero dato un pugno, avevo lo sguardo fisso su un punto. « Per Andraste... com'è possibile? » chiese a se stesso probabilmente. Ci voltammo ad osservare il punto che veniva indicato dal suo sguardo e tutti potemmo vedere cosa fissava.
Una donna correva velocemente contro di noi, un lunga ed elegantissima veste color pesca, proprio intonata alla sua pelle chiara, i capelli dorati morbidi e legati in uno chignon e gli occhi tramutati dal terrore. Corse direttamente contro Teagan e lo abbracciò piangendo, tremando per la paura. « Oh Teagan... fortuna che siete qui! » cominciò la donna. La situazione era sospetta... chi l'aveva fatta uscire?
« Isolde! Come avete fatto a scappare dal castello? Che sta succedendo là dentro? » chiese Teagan sperando che la donna gli desse delle risposte. Lei scrollò le spalle si tornò a piangere sul suo petto, disperata quanto finta!
« Connor ha bisogno di voi... suo padre non può parlargli e voi siete il solo che può calmarlo. Vi prego venite da solo al castello con me... »
Andare da solo in un castello infestata da un demone e chissà che altro? « Teagan, la cosa mi sembra parecchio sospetta. Suona come una trappola astuta per rinchiudere anche voi nel castello... » cominciai a dire, la donna si voltò verso di me e mi fissò con odio, ecco che le sue lacrime scomparivano.
« E voi chi sareste mai? » chiese fredda, Alistair si fece avanti per rispondere ai dubbi della donna. Lei... doveva essere la moglie dell'Arle, colei che era la causa dell'esilio del ragazzo in un monastero, chissà che ricordo aveva di lei...
« Siamo Custodi Grigi. Vi ricordate di me Lady Isolde? Sono Alistair... »
« Per il Creatore quant'è piccolo il mondo! » disse concludendo le occhiate contro di Alistair, tornò a guardare Teagan con sguardo supplicante. « Teagan per favore... Connor è spaventato da ciò che sta accadendo. Ha bisogno di qualcuno che lo consoli e io non posso farlo. Parlateci voi che siete suo zio » la cosa mi puzzava troppo, ma cosa potevo fare io per impedire a Teagan di andare dentro il castello?
« Va bene Isolde, datemi pochi minuti e vi raggiungerò da solo! » disse infine il nobile, Isolde si allontanò sollevata e con un grande sorriso stampato in volto. Era ovvio che tutto quello era sbagliato. Qualcosa non andava bene: potreste dire che sono solo sospetti di una donna, manie e problemi vari; io avevo la certezza che qualcosa non andava in tutto quello. Teagan mi passò un anello che si sfilò dal dito e mi sussurrò qualcosa all'orecchio in modo che solo io sentissi. « Infilate l'anello in una botola tra la paglia dentro il mulino. Seguite il passaggio fino alle prigioni... vi aspetto dentro e mi raccomando: la priorità è quella di salvare Connor e Eamon, sono pronto a tutto per loro... »
« Cercherò di portarvi via tutti quanti dal castello. Voi andate, ci rivedremo tra poco tempo. Farò più veloce che posso... » lui parve soddisfatto e l'uomo che ci aveva provato con me era scomparso, lo vidi avanzare insieme alla donna come se stesse camminando verso il patibolo, pronto a morire per ciò che considerava più della sua stessa vita: il bene del nipote e del fratello, la sua famiglia!
Aspettammo pochi minuti e poi ci spostammo velocemente, feci segno ad Alistair e alle altre due di seguirmi e attraversammo la porta del mulino insieme. Ci chiudemmo dentro e osservammo un gigantesco cumulo di paglia, aghi finissimi che cominciammo a spostare, ero quasi certa che Morrigan avesse pensato di dargli fuoco ma non lo fece perché sapeva che sarei stata contraria visto che avrebbe potuto incendiare tutto il mulino con un colpo solo di magia. Non ci mettemmo molto e trovammo la botola di cui parlava Teagan, la aprimmo grazie all'uso dell'anello la cui incisione entrava perfettamente nella serratura. Entrammo nell'ombra più totale, cosa che non durò per molto visto che il passaggio veniva poi illuminato da alcune torce. Seguimmo il lunghissimo percorso, sentivo una strana inquietudine e il silenzio sopra le nostre teste, arrivammo finalmente alle porte del passaggio e spuntammo in una prigione che era chiusa a chiave, Fu grazie alle abilità di Leliana che riuscimmo a scassinare la porta, ciò mi fece essere sempre più sospettosa sulla natura della suora. Entrammo nell'antro delle prigioni e mentre avanzavo tranquilla, sentii qualcuno prendermi il braccio, una mano che sbucava dalla prigione accanto a me, mi voltai di scatto pronta a strappare l'arto a chiunque fosse. Trovai un ragazzo con una lunga tonaca, un mago senza dubbio, il mago che aveva evocato il demone del castello.
« Vi prego liberatemi! » chiese supplicante. Tutti noi ci avvicinammo, io avevo solo voglia di picchiarlo per il colpo che mi aveva fatto prendere. Anche se pensandoci bene, era anche colpa sua riguardo ciò che accadeva!
« Tu sei quello che ha avvelenato Eamon per conto di Loghain non è vero!? » riflettei sul significato di tutto quello. « Tu sei un eretico giusto? Non sei del Circolo o non ti avrebbero mai fatto uscire... vero? » chiesi con aria minacciosa.
Lui annuì frignando, una cosa che mi dava fastidio. « È vero, ho avvelenato l'arle. Ma so anche che pensate sia stato io a evocare il demone... e vi sbagliate! »
« E chi è stato allora bastardo!? » Alistair mi superò e prese il mago per il collo, lo strinse fino a farlo diventare viola in viso, cercai di calmare Alistair ma aveva ragione a diffidare di quel mago, d'altronde Arle Eamon era stato la sua famiglia per anni.
« Connor! È un mago, credo che abbia vagato nell'Oblio cercando una cura per la malattia del padre... Lady Isolde mi ha assunto. Può confermarlo lei! » disse spaventato, Alistair lasciò subito il braccio del mago. Come poteva essere vero? Connor era un mago e non era andato al Circolo? Non che mi piacesse il fatto che i maghi dovessero stare rinchiusi nel Circolo, ma com'era possibile che Isolde non l'avesse spedito a studiare al Circolo? Per tenerlo a casa e ciò avrebbe spiegato l'assunzione di un eretico, un mago fuori dal controllo della chiesa e dei templari, che avrebbe potuto fargli alcun danno.
« Non è possibile... stai mentendo! » le mie braccia si strinsero attorno al braccio muscoloso di Alistair e lo tirarono indietro con dolcezza. Il mago nella prigione tornò a respirare, quasi soffocava. Ma era meglio tenerlo in vita, poteva servire ancora.
« Starai qui fino a che non decideremo cosa fare di te! » dissi. Leliana sembrava anche disposta a concedergli una sorta di assunzione e voleva lasciarlo libero, Morrigan sapeva che non doveva neanche fiatare riguardo la mia decisione. Essendo un'eretica lei stessa era molto probabile che desiderasse la sua libertà o la sua morte probabilmente. Non che mi importava ormai, certi pensieri di Morrigan non concordavano proprio con i miei.
Avanzammo tra le prigioni e salendo le scale ci trovammo nel mezzo del castello, controllammo tutte le stanze che si presentavano a noi cercando sopravvissuti, soprattutto perché avevo promesso al fabbro Owen che avrei trovato la figlia. Purtroppo non riuscii a trovarla, mi dispiacque molto ma l'unica cosa che sembrava attrarre la mia attenzione era un bellissimo ciondolo su una scrivania in una stanza simile ad uno studio, un amuleto bellissimo che chiaramente era stato riparato. Chiamai Alistair dentro la stanza e lui mi si avvicinò lasciando Morrigan e Leliana davanti l'ingresso come sentinelle, me ne aveva parlato solo una volta ma l'avevo impresso nella mia mente e non potevo dimenticarlo con tanta facilità.
« Alistair, ma questo non dovrebbe essere tuo? Non è l'amuleto di cui mi avevi parlato qualche settimana fa? » chiesi, l'amuleto di sua madre. Lui parve spalancare gli occhi per l'incredulità. Non lo pensava possibile.
« Non posso crederci... pensavo fosse distrutto. Eamon devo averlo riparato... forse con l'intenzione di darmelo un giorno! » si strinse l'oggetto al cuore e poi mi guardò negli occhi. « Non posso credere che ve lo siate ricordato... la gente solitamente tende a non ascoltarmi quando parlo. Ma voi... » lasciò la frase in sospeso.
« Per me sei speciale Alistair, mi piace la tua compagnia e ciò che dici vale molto più di ciò che dicono gli altri » lui parve illuminarsi di una luce strana, temetti per ciò che avevo detto e il significato che gli si poteva dare. Poi però tornammo in giro per le stanze e per i corridoi fino ad arrivare in un gigantesco salotto. C'era Isolde dall'altro lato, preoccupata e rivolta verso Teagan che stava saltellando e ballava per il suo padrone, Connor. Il ragazzino aveva chiaramente qualcosa di diverso da un qualunque bambino, era molto simile alla madre soprattutto per i lineamenti delicati del viso, il ragazzino però aveva capelli e occhi scuri come il carbone e sorrideva in modo cattivo e arrabbiato. Si rivolse contro di noi con uno sguardo furibondo.
« Chi è questa donna? Ella non è come voi madre... voi siete magra e vecchia; lei è giovane, bella e potente. Che sia lei quella che ha rovinato i miei giochi? » chiese Connor, la sua voce rappresentava chiaramente la possessione di un demone.
« Connor... ti prego non fare del male a qualcun altro! » chiese supplicante Isolde, ci avvicinammo sempre di più ai tre, Teagan rimase immobile in una posizione scomodissima, si teneva sospeso con una mano e le gambe erano rannicchiate fino a toccare gli arti superiori, sembrava non rendersi conto di ciò che aveva intorno visto lo sguardo assente e vacuo che aveva.
« E con chi dovrei giocare madre? I cavalieri li avete spediti tutti alla ricerca di quella stupida Urna per salvare mio padre. Con chi posso giocare adesso? I nostri nuovi ospiti magari? » chiese rivolto verso di noi. Estrassi la spada dal fodero e la puntai contro di lui. Non avevo mica intenzione di uccidere il ragazzino, ma in effetti non sapevo proprio come esorcizzare il demone.
« Sono venuta per spedirti nelle profondità dell'Oblio da cui vieni, sporco demone... » dissi minacciosa avanzando. A quel punto davanti a me si paro Teagan che estrasse una spada dal suo fianco, vidi che Connor aveva la mano alzata contro lo zio e lo manipolava in quel modo; fu grazie allo scudo che riuscii a difendermi dal colpo, Alistair si mosse in avanti per aiutarmi ma prima di qualunque loro mossa riuscii a disarmare Teagan e gli diedi un colpo di scudo dritto nella testa, svenne ai miei piedi e Connor mi guardò con odio. Poi fuggì via per una porta che probabilmente conduceva ai piani superiori del castello. Isolde cadette a terra in lacrime e quasi strisciò per aiutare Teagan. L'uomo si riprese e sembrava finalmente tornato in sé.
« Voi sapevate che Connor era un mago... e invece di spedirlo al Circolo avete assunto un mago. Un mago che non solo ha quasi ucciso vostro marito, ma ha anche messo in pericolo il piccolo... » dissi con voce accusatrice, lei tirò a sé Teagan e l'uomo parve ritornare tra noi.
« Mi dispiace... » furono le sue uniche parole. A quel punto intervenne Morrigan, che per la prima volta ci portò una soluzione ad uno dei nostri problemi. O almeno nella sua mente suonava come un modo per aiutarci.
« Dobbiamo fare qualcosa per quel bambino... credo che bisogni ucciderlo. Il demone ne ha il controllo più totale e non conosco possibili soluzioni... » ho detto soluzione? Scherzavo naturalmente, Morrigan e le sue fantastiche idee! Non potevo uccidere Connor anche perché Alistair ci sarebbe rimasto male, ci doveva essere una soluzione. Il mago nelle prigioni magari poteva richiamare il demone con la sua magia segreta, sarebbe stato possibile? Lo speravo con tutta me stessa!
« Credo sia meglio chiamare il mago nella prigione. Vediamo se ha una soluzione migliore... » chiesi, Isolde avrebbe fatto di tutto per salvare il figlio e ciò mi spaventava molto, quel mago era un eretico, avrebbe potuto proporci accordi con il demone o pericolosi patti e rituali. Teagan prese il mago dalle prigioni e lo portò subito al nostro cospetto; non perdemmo tempo con i giri di parole e gli chiedemmo una soluzione al problema lui rispose ovviamente o lo avremmo ucciso.
« Potrei usare la magia del sangue... mi servirebbe il sacrificio di una vita per portare qualcuno nell'Oblio e affrontare il demone! » Isolde si tirò subito avanti, sarebbe morta con tutto il piacere pur di salvare il figlio e rimediare all'errore da lei commesso, portare Connor al Circolo non lo avrebbe mica fatto esporre a tali pericoli. « Altrimenti servirebbe molto lyrium e per questo servirebbero anche dei maghi del Circolo, loro possono usare delle pozioni per portare qualcuno nell'Oblio ma ci vorrebbe tempo prima di chiedere loro aiuto... » non pensai più di una volta su quale fosse la soluzione migliore per poter salvare Connor. « Potrei senza dubbio rimediare al mio errore e espiare la mia colpa aiutandovi con la mia magia » continuò il mago con voce supplicante, mi dava abbastanza fastidio.
« Non credere di essere così fortunato, Jowan! » dissi io dopo che il suo nome era stato nominato da Teagan. « Ci dirigeremo al Circolo e chiedoerem al Primo Incantatore l'aiuto necessario, mi pare che uno dei nostri trattati riguardi il Circolo e saremmo di strada quindi... » Alistair sembrava entusiasta della proposta. Avremmo perso un po' di tempo visto che avremmo dovuto fare il giro verso Kinloch Hold. Lasciammo così Redcliffe con un nuovo piano nella mente.


Quando arrivammo all'accampamento era buio pesto e intravedemmo Sten a guardia delle nostre tende, Morrigan corse subito alla sua e andò a riposarsi senza dire nulla. Alistair avanzò velocemente lasciandomi indietro e rimasi da sola con Leliana diretta alla sua tenda. Sentivo che stava pensando a qualcosa e si fermò in mezzo alla strada. Mi voltai verso di lei con lo sguardo interrogativo. Si stava toccando le mani in modo abbastanza agitato. « Devo dirti la verità riguardo una cosa... »
« Qualunque cosa Leliana, non preoccuparti... » poteva essere vero? Finalmente scoprivo il vero passato di Leliana, del perché un bardo era finita in una triste chiesa di Lothering. « Sei una spia orlesiana vero? O almeno un tempo lo eri... »
« Lavoravo con una vecchia amica. Marjolene e io facevamo una squadra perfetta. Dovevo rubare dei documenti molto importanti per lei... ma quando glieli consegnai lei mi tradì e mi fece consegnare alle guardie. È da allora che passo la vita fuggendo, finalmente poi ho trovato un luogo sicuro a Lothering. Nella chiesa... da allora la mia vita è cambiata sì, ma le mie abilità sono sempre rimaste insieme ai ricordi... » sembrava davvero in imbarazzo e mortificata per non avermi detto la verità. A me non interessava il fatto che mi avesse celato il suo passato, era come per Alistair, l'importante però è che sapevo qual'era la verità sui miei amici.
« Mi fa piacere che sei stata sincera con me... » dissi sorridendole e avanzando arrivammo dinnanzi al nostro falò. Alistair mi seguì con lo sguardo per tutto il tempo.
« Sono contenta che lo pensi. In te ho davvero trovato un'amica... perché sei stata paziente e non mi hai obbligata e sputare tutto fuori prima del tempo. Grazie! » disse. A quel punto mi avvicinai al falò ricambiandole il sorriso; posso dire che la mia amicizia con Leliana fosse sincera e bellissima, perché non avevo mai avuto un'amica vera e non sapevo neanche come si ci dovesse comportare. Però avevo capito che l'immagina di una cara amica, era molto simile e ciò che Leliana era per me.
Con la forza dei miei amici, sarei potuta andare avanti nella mia battaglia e sarei andata con carica a chiedere aiuto al Circolo dei Maghi, non solo per la Prole Oscura ma anche per il piccolo Connor.






Angolo Autore:
Un nuovo capitolo... mi accorgo che sto andando molto a rilento, questo perché non ho praticamente tempo! Tra lavoro, libro da scrivere, amici e Dark Souls (sto cominciando a giocarci) non ho quasi tempo per scrivere ma cerco di fare quanto è in mio potere per voi.

Redcliffe... finalmente me la sono levata dalle palleeeee yeah *organizza una festa con tutti i lettori e il gruppo di Myalee* Solo il Signore può sapere quanto io odio questa città di merda xD! E il castello... bellino diciamo! Mi voglio uccidere al pensiero della ricerca dell'Urna delle Sacre Ceneri! Ma per un po'... godiamoci il Circolo dei Maghi e i benefici che contiene ^^ Questo capitolo... lo ritengo molto veloce e i dialoghi sono molto tagliati, non mi piace per niente questa parte e scriverla è stata una flagellazione! (restando nel tema). In realtà ho trovato Valana (figlia del fabbro) ma lasciamo via i dettagli che allungano il brodo e annoiano! Inoltre posso dire che sì... nelle mie partite scelgo sempre di rivolgermi al Circolo per Connor... anche se a prima partita ricordo di aver ucciso Connor. Bambino pazzo che gioca con i demoni...! E ovviamente Alistair mi si incavolava quando c'era da recuperare l'Urna e io tornavo al campo. Stessa cosa vale per una volta in cui ho sacrificato Isolde e io “Alistair ma non ci rompere le...” ma poi tutto passato.

Come sempre ringrazio Alithea che ormai non posso fare a meno di citare anche per i suoi bellissimi commenti (e anche perché se non lo faccio lei mi picchierà T.T scherzo ovviamente xD!) Grazie ai lettori e a chi segue la mia storia, a presto con il Circolo.

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Capitolo 9
*** Il Circolo spezzato ***


CAPITOLO NONO
IL CIRCOLO SPEZZATO


La strada verso la Torre del Circolo era piuttosto lunga, non potevamo sapere cosa ci aspettasse una volta arrivati. I maghi avrebbero accettato il patto anticamente scritto con i Custodi Grigi? Dei dubbi mi affliggevano. I maghi erano sotto il controllo dei templari, se loro si fossero opposti avremmo incontrato difficoltà. Ma un patto antico come quelli non poteva essere spezzato con così tanta facilità. No, i maghi sarebbero stati obbligati a supportarci nella battaglia contro la Prole Oscura indipendentemente da quello che i templari ordinavano. Questo avrebbe significato la libertà e la tranquillità di alcuni maghi che avrebbero potuto uscire dalla Torre per combattere, ma quando ci sarebbe stata la battaglia finale che avrebbe messo fine al Flagello? Perché era ormai chiaro che esso avanzava velocemente e senza rallentare un attimo, a metà del nostro viaggio avemmo modo di scoprire tramite alcuni mercanti che Lothering era infine caduta vittima della Prole Oscura. Dove si sarebbero mossi? Verso Redcliffe? Altura Perenne? Denerim? Per quanto noi andassimo veloci il tempo non mi sembrava mai abbastanza. Un pomeriggio accadde qualcosa di davvero strano, sentito tutti i miei sensi messi alla prova, e inoltre era da tutta la mattina che mi sentivo osservata, la cosa mi infastidiva perché non era una bella sensazione come se mi avesse guardata qualcuno del nostro gruppo, era qualcuno di malvagio.
Stavamo per montare l'accampamento in una stretta radura piena di erbacce e alberi morti, improvvisamente sentimmo dei rumori e ci voltammo per trovarci davanti degli uomini con delle armature ben curate e lucide che correvano contro di noi con le armi sguainate, nessuno di noi esitò a combattere; Morrigan cominciò a lanciare incantesimi distruttivi ed elementari, Leliana usò con abilità le sue frecce e Drawgnar e Sten andarono all'attacco in modo sincronizzato gettandosi addosso ai nemici (il secondo possedeva un gigantesco spadone che avevamo avuto modo di recuperare da un cadavere). Alistair e io ci muovemmo insieme, sincronizzati come gli altri due. Mi gettai addosso ai nemici e cominciai ad agitare la spada in modo preciso e letale, ne uccisi quattro in tutto alternando i miei colpi con una difesa di scudo perfetta e impenetrabile, Alistair mi proteggeva le spalle visto che eravamo vicini, arrivai a quello che sembrava il capo di quella spedizione di assassini, bastarono poche stoccate per spazzargli la spada in due metà e lo disarmai gettandolo a terra.
« Fermatevi! Non uccidere quell'uomo. Con le sue armi ben curate... è ovvio che non è un comune ladro. Qualcuno ci ha mandato questi sicari... » disse Leliana fermandomi prima che scagliassi la mia spada contro l'uomo steso dal terrore.
« Chi ti manda? Parla in fretta prima che io ripensi alla bontà della mia amica... » dissi iraconda, l'uomo deglutì e prese un sospiro per poi parlare.
« Non sappiamo il suo nome. È una donna che vive a Denerim, cercava una ragazza dai capelli arancioni... » Leliana, qualcuno cercava di uccidere la mia amica, non mi ci volle molto per capire di chi si trattasse, lei me ne aveva parlato pochi giorni prima, il motivo per cui era fuggita da Orlais.
« Marjolene! » dicemmo io e lei insieme. La suora poi continuò fissando l'uomo con disgusto. « Sparisci dalla nostra vista. La prossima volta non sarai così fortunato... » disse a mo' di minaccia. L'uomo non esitò un'istante prima di scappare via, ormai era rimasto solo e gli altri assassini erano morti.
« Cosa vuoi fare al riguardo Leliana? Marjolene ti ha trovata persino qui nel Ferelden... credo sia tempo di agire. In fondo Denerim sarà di strada presto... » dissi pensando anche alla promessa che avevo fatto ad Alistair, dovevamo cercare sua sorella Goldanna perciò saremmo potuti andare anche alla ricerca di Marjolene.
« Credo sia meglio farla finita. Se è possibile desidero andare a Denerim, magari quando sarà di strada come dici tu... è tempo di chiudere i conti con il passato! » era giusto e avrei sicuramente trovato il tempo per aiutare tutti i miei amici, un gruppo felice era un gruppo forte e potente no? Riprendemmo da dove avevamo lasciato, spostandoci appena per evitare che i corpi dei soldati attirassero animali che ci avrebbero fatti stare sulle spine, quando trovammo un luogo sicuro ci accampammo per la notte pronti per arrivare al Circolo entro i prossimi pochi giorni, dovevamo però fare ancora più in fretta e contrattempi come quello erano perdite di tempo.
Kinloch Hold, o più comunemente conosciuto come Circolo dei Maghi del Ferelden. Un gigantesca torre si stagliò dell'orizzonte in modo che potessimo vederla, brillava tra le acqua del lago Calenhad, uno strano bagliore che mi faceva sentire inferiore, come se quella luce e quell'aura che avvolgeva la torre dicesse a tutti coloro che si avvicinavano per potervi accedere: “Non puoi nulla contro la forza di noi maghi!”.
In effetti l'idea di andare tra tutti quei maghi mi spaventava, erano forti e capaci di poteri che io solo sognavo, forse non era paura ma un grande senso di comprensione. In fondo le nostre vite non erano poi così diverse: loro chiusi nella torre con i templari che li tenevano d'occhio, io chiusa al castello con le guardie e i miei genitori. Mancavano poche ore al nostro arrivo alla torre e avevamo piazzato l'accampamento in un punto abbastanza coperto tra alcune rovine della Via Imperiale, io osservavo incuriosita la bellissima e spaventosa torre, chissà com'era la vita di un mago... forse non era poi così male come la immaginavo. Nel mio cuore però quell'immagine mi fece sentire strana, mi ero distaccata per pochi minuti dal gruppo, avevamo finito di cenare e stavano rimettendo le scodelle usate negli zaini. Pochi istanti, volevo solo pochi istanti per fuggire della realtà, ma non fui sola per molto ancora.
Alistair si avvicinò a me con fare guardingo, si voltava intorno a sé come per accertarsi che non fosse seguito, o per meglio dire, per accertarsi che fosse da solo. « Myalee... volevo parlarvi di una cosa importante. Questa battaglia prima o poi avrà una fine, e volevo dirvi che mi mancherete moltissimo... » il suo viso diventò rosso.
Mi voltai verso di lui con un sorriso. « Anche tu mi mancherai molto Alistair, questo potrei dirlo se dovessimo dirci addio. Ma non voglio mica che ci separiamo dopo questo grande viaggio insieme! » dissi in tono abbastanza amichevole. Dalla sua espressione però sembrava quasi che l'avessi offeso. In effetti quella sera Alistair era molto strano. Si avvicinò fino a trovarsi accanto a me, davanti ai miei occhi in tutta la sua altezza.
« Il fatto è che mi sono accorto... di avervi particolarmente a cuore. Siete molto bella stasera, come ogni sera in effetti... mi avete capito insomma? » disse con fare impacciato, talmente impacciato che sorrisi automaticamente per poi dire parole che non avrei mai pensato uscissero dalla mia bocca. Eppure lo fecero.
« Provo lo stesso per te! » e quello segnò la mia rovina. La mia disfatta, il fatto che non avrei più potuto controllare il mio ossigeno, perché lui fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata, rimasi immobile sotto il suo potere.
« Allora vi ho fatto lo sgambetto eh? » chiese con un bellissimo sorriso malizioso, riempii la distanza tra noi due, sentii la sua mano attorno alla mia vita, l'altra prese il mio viso e con entrambe mi avvicinò a sé come se fossi fatta di carta. I nostri corpi rimasero a contatto ma senza realmente toccarsi vista la presenza della armature, il suo capo si inclinò e avvicinò le sue calde labbra alle mie. Il mio corpo venne investito da una scarica di adrenalina, felicità e calore nello stesso tempo. E pensare che era inverno inoltrato ormai. L'aria era fredda ma non potevo in alcun modo sentirla visto che Alistair mi gettava lava nel corpo e veniva pompata fino al cuore e ovunque. Il suo dolce respiro, il suo sapore, il suo alito, vi sembrerà strano ma non saprei neanche io spiegarvi come Alistair stesse provocando il fuoco in me. E poi, quando mi accorsi di volerne ancora e ancora, si separò da me con dolcezza lasciandomi un senso di amaro tra le labbra. Perché adesso erano libere.
« Alistair... io non so cosa dire... » che ragazza sciocca che ero. Il mio tono era sognante, perso del tutto tra le sue labbra, Alistair non era ossigeno, adesso si era trasformato in fiamme, fuoco che alimentava la mia passione e il mio spirito.
« Io spero di non averti offesa... » per la prima volta il ragazzo mi aveva dato del “tu” e quasi piansi per l'emozione che stavo ancora passando. « Credo che fosse ancora troppo presto. Perdonami... » continuò a dire sentendosi in colpa.
« Ma no Alistair che dici! È stato bellissimo... » ero totalmente perduta, con un bacio mi aveva catturata a sé, con quel bacio avevo siglato un patto segreto. Ma lui se n'era già pentito perché credeva che non lo volessi.
« Per lo spirito del Creatore quanta bellezza c'è in te... » disse sospirando e allontanandosi di poco meno di un metro, una distanza che mi sembrò molta di più. « Io sono un uomo molto fortunato! Ma meglio tornare in viaggio... » sembrò accorgersi di qualcosa di sbagliato. « E voi fareste meglio a controllare le vostre cose! » disse allontanandosi da me proprio com'era venuto. Ecco che usava ancora il “voi”, qualunque attimo di dolcezza e intimità che c'era stato era morto con quella frase.
Restai a fissare la torre mentre il cielo diventava più scuro, il sole calava fino al tramonto e mi separai dalle rovine a cui ero poggiata. Tornai al mio gruppo e decisi con loro la prossima mossa da fare e chi sarebbe partito: Morrigan si disse subito negativa, non voleva avere nulla a che fare con il Circolo e soprattutto con i templari. Sten e Drawgnar restarono al loro posto a controllare l'accampamento e così partimmo solo in tre, in effetti non dovevamo essere in molti visto che la torre era sicura, ma doveva esserlo anche Redcliffe no? La città invece era attaccata dai non-morti, una brutta sensazione mi scorse nel sangue, pregai solo che nulla fosse accaduto al castello mentre noi stipulavamo l'accordo con i maghi.


Qualcosa non mi era chiaro, il chiaro di luna illuminava la torre dandole un aspetto tenebroso, eravamo ormai arrivati sulle sponde del lago e l'enorme figura si stagliava silente davanti ai nostri occhi e ci avvicinammo al molo, un uomo ci stava aspettando, indossava una bellissima armatura complessa e con un simbolo stampato su di essa, aveva anche un veste sotto l'armatura di color prugna, capii subito che si trattava di un templare. E che se le cose fossero state diverse, avrei potuto trovarmi di fronte uno strano Alistair ossessionato dai maghi e dal loro potere. Dietro di lui c'era una barca molto grande che per noi tre sarebbe stata perfetta. Lui doveva essere un traghettatore no? Ci fissò in cagnesco fino a che non arrivammo davanti a lui.
« Non si passa per la torre mi dispiace. Ordini del comandante dei templari! »
« È molto importante... siamo qui in veste di Custodi Grigi. Abbiamo un patto che obbliga i maghi a collaborare con noi... » ricordo che feci affidamento sul migliore dei miei toni gentili, che stavo quasi per mostrargli i trattati che riguardavano i maghi, tutto per convincerlo, certo in un primo momento non avevo pensato a quello che aveva detto riguardo l'ordine del suo superiore.
« Custodi Grigi? E io sono la Regina del Ferelden! » come osava prendersi gioco di me? Naturalmente Alistair sapeva cosa sarebbe successo, mi avvicinai al templare e quasi lo presi per il colletto delle vesti sotto l'armatura.
« Non so se sarai regina. Ma ti prometto che diventerei donna se non mi fai passare! » dissi fissandolo negli occhi, lo vidi tremare di paura e cominciò a balbettare. Cercò di arrancare scuse su scuse ma alla fine cedette e ottenemmo il nostro passaggio.
« Non è adorabile quando si arrabbia? » chiese Alistair a Leliana, penso che lei l'avesse trovato divertente perché pensava fosse una battuta, io invece credevo che lui lo pensasse realmente, ciò mi fece sorridere verso di lui.
Al nostro arrivo ci trovammo in una sala bellissima e adornata, piena di ghirigori, pareti splendenti e pulite color dell'oro, immaginai fosse una specie di ingresso alla Torre e che da quella porta nessuno mago poteva uscire. Ma non c'era nessun mago, nessun incantatore, la sala era colma di templari agitati che aspettavano qualcosa, un uomo si volto verso di noi e si avvicinò, era piuttosto grande d'età, un bel fisico mascherato dalla complessa armatura templare, molto più particolare di quella dei suoi subordinati, perché era chiaro che quell'uomo fosse il comandante.
« Chi siete? Cosa ci fate qui? La torre è chiusa a chiunque in questo momento! » commentò l'uomo riguardo il nostro arrivo, aveva uno sguardo severo e decisi di non rispondere male visto che era di un rango elevato per il luogo in cui eravamo.
« Siamo Custodi Grigi. Richiediamo l'aiuto del Circolo dei Maghi per combattere la Prole Oscura... anche se sembra che qualcosa non vada bene o sbaglio? » mentre parlavo Alistair mi passò i trattati e li mostrai all'uomo, nessun dubbio sull'autenticità di essi ovviamente. Annuì e la sua espressione mutò.
« Ho convocato il Diritto d'Annullamento. Dei maghi non resterà niente... la torre è stata invasa dai demoni dell'Oblio e dobbiamo uccidere tutti i maghi! » cosa!? No! Non potevano farlo, specialmente adesso che finalmente eravamo riusciti ad arrivare, doveva esserci un'altra soluzione. Stavo per oppormi ma riflettei attentamente.
« Si ha la certezza che tutti i maghi siano morti? E il Primo Incantatore? Sono forti e pieni di potere. Credo che qualcuno vivo ci sia ancora... » la mia non era una proposta, lui però la interpretò in tal modo e non potei fare nulla per tirarmi indietro, non che volessi farlo, appresi in seguito che “il Diritto di Annullamento” veniva convocato per epurare un Circolo da tutti i maghi presenti. Ma ci vollero anni prima che potessi capirlo a pieno...
« Se siete tanto in pena potreste controllare voi stessa. Ma sappiate due cose... » si voltò e indicò una porta oltre i templari presenti nella stanza. « Una volta varcata quella soglia, non potrete tornare indietro. Non rischierò che i demoni escano. Inoltre... voglio parlare esplicitamente con Irving, il Primo Incantatore, se lui è caduto, allora distruggerò la torre! » annuii, era chiaro. Avanzammo lungo la stanza e ci andammo a piazzare di fronte la grande porta di ferro. Venne aperta con un cigolio e poi quando passammo, si chiuse con lo stesso rumore, lasciandoci immergere nel silenzio tenebroso e inquietante della torre infestata.
Muto silenzio. Solo i nostri respiri in tutto il corridoio circolare che mi si parava davanti, i bellissimi corridoi splendevano anche qui come l'oro, gli arazzi e i dipinti erano ordinati per le pareti, i pavimenti puliti e colmi di morbidi e vellutati tappeti. Questa era l'immagine che mi si era presentata nella mente, ma la realtà era ben diversa: sangue ovunque e corpi straziati dal dolore sostituivano la pulizia, arazzi a terra e arrotolati attorno a delle persone, corpi di maghi con squarci nel petto. Sembrava che il caos fosse accaduto ma ciò riguardava sicuramente giorni fa, il sangue non era fresco e neanche c'era più l'odore di esso, c'era puzza di decomposizione, di morte, lo stesso odore che emanavano i Prole Oscura. La cosa mi arrecò disgusto e mi fece quasi vomitare, riuscii a trattenermi dal farlo e avanzai per il corridoio insieme ad Alistair e Leliana, setacciando qualunque stanza, ma ovunque c'erano morti, sia templari che maghi, ecco che il Circolo era stato spezzato, ma entrambe le parti avevano subito un tragico destino. Avanzammo veloci fino a che non arrivammo ad una grandissima biblioteca, volumi ovunque e librerie che quasi cadevano per terra, questo perché qualcuno stava attaccando una barriera oltre di esse, una protezione magica evocata da una maga per proteggere alcuni discepoli e alcuni bambini spaventati, una donna anziana dai capelli bianchi, la veste di un'importante incantatrice e aveva un bellissimo ramo magico tra le mani, illuminato alla punta e brillava come il sole. Non potevo mai immaginare che avrei ritrovato la carissima Wynne proprio là, in quelle condizioni; prima che potessi dirle una qualunque parola, la barriera cadde a pezzi e i libri volarono ovunque, qualcuno li oltrepassò per attaccare i maghi o meglio qualcosa. Ci furono urla e poi altre magie invocate dai discepoli di Wynne che cercavano di salvarsi la pelle; io, Alistair e Leliana corremmo subito in loro aiuto per combattere i demoni e salvare i maghi, qualche sopravvissuto c'era allora! E quel comandante dei templari non li aveva fatti soccorrere nonostante fossero così vicini a lui!? Era chiaro che maghi e templari non erano in buoni rapporti, ciò che avevo pensato era molto peggio in realtà!
Era la prima volta che affrontavo un demone, avevo combattuto solo Prole Oscura e non-morti finora, un ottimo miglioramento rispetto agli ordinari e semplici nemici! Ovviamente fu l'esperienza più brutta della mia vita, peggio di quella di trovarsi di fronte ai Prole Oscura o partecipare all'Unione. O almeno la più brutta fino a quel momento; mi spostai in prima linea per combattere e uccisi i demoni con colpi di spada, avere i maghi dalla propria parte si rivelò essere prezioso: questo perché erano capaci di infondere poteri nelle nostre armi, la mia spada divenne di ghiaccio e inizialmente mi spaventai, ma vidi che quella magia feriva maggiormente i demoni visto che la lama era ancora più tagliante. E nulla di meno era la lama di Alistair che brillava tra le fiamme con la quale incendiò i demoni fino a ucciderli. La stanza era totalmente distrutta e c'erano nuovi cadaveri di maghi a terra, vidi che tra di essi sorgevano Wynne e altri due maghi adulti, apprendisti forse, e insieme a loro i bambini che erano ancora salvi e terrorizzati da quell'orrore.
« Per il Creatore... Wynne cosa ci fate qui? Temevo foste caduta ad Ostagar... » dissi avvicinandomi alla donna. Lei fece un caldo sorriso quando mi vide e gli occhi le diventarono quasi lucidi per l'emozione nel rivedermi.
« Sono contenta che stiate bene, Myalee giusto? » annuii e lei proseguì col parlare. « Immagino che se siate qui significa che è stato richiesto l'Annullamento da parte di Greagoir... » continuò, probabilmente era lui il comandante dei templari. Ancora una volta dovetti annuire vista la terribile notizia.
« Ma c'è speranza! Se il Primo Incantatore si presenterà davanti a lui, annullerà l'ordine! » continuai. Lei parve sollevata per un instante ma era anche combattuta. « Dobbiamo continuare a combattere. Non possiamo permettere che i templari o i demoni l'abbiano vinta... » cercavo di spronarla a lottare, e forse le mie parole stavano facendo effetto, si mise composta e sospiro rivolgendosi alle scale alla mia destra. Sicuramente ci avrebbero portato in stanze colme di morte e demoni.
« Va bene. Permettetemi di venire con voi... conosco bene la torre e vorrei essere anch'io la liberatrice di essa. Dopotutto è la mia casa... »
« Certamente, mi sembra giusto! » dissi, a quel punto ci rivolgemmo tutti e quattro contro le scale del piano superiore, adesso cominciava la nostra scalata verso la vetta, una scalata che sapevo sarebbe stata infesta di pericolosi demoni e maghi del sangue.







Angolo Autore:
Perfetto... il Circolo... io adoro il Circolo dei Maghi *-* e vi ho già detto che le mie scelte di partite sono tra il nobile umano e il mago umano quindi... solo perfetto, perfetto, perfetto! ^^

Ecco... da premettere una cosa: non vi annoierò con un lungo resoconto di come affrontare la torre e l'Oblio, non voglio fare una guida del gioco anche perché sarebbe noiosa da leggere visto che tutti sappiamo come affrontarla perciò nel prossimo capitolo parlerò velocemente della torre e dell'Oblio per terminare il capitolo ^^ Alistair e Myalee.... *comincia a urlare* kiss kiss kiss. Ma le cose continueranno così? C'è tantissima dolcezza e rischio di perdermi nel miele che sto creando! Per quanto riguarda la scena di Wynne... ho cambiato volontariamente il fatto che si trovasse nella libreria, altrimenti che noia tutto il percorso! Ricordo che nella prima giocata cercai di sbloccare entrambi gli obiettivi legati alla torre, ma chi avrò mai scelto? E da quale parte starò stavolta?
PS: Morrigan mi ha rotto le palle! “Sono come topi che si sono lasciati imprigionare” o qualcosa del genere diceva! Ma sta un po' zitta! Ecco perché non è venuta e perché nella torre il suo posto verrà preso da Wynne (anche perché come avrebbe fatto a tornare indietro se la porta era chiusa?).

Grazie ancora ad Alithea ^^ tu che hai lasciato morire Redcliffe... dimmi: con chi ti sei schierata stavolta? Maghi o Templari? Ahahah Grazie ai lettori e a chi segue la mia storia, presto pubblicherò il continuo.

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Capitolo 10
*** Smarrita nei sogni ***


CAPITOLO DECIMO
SMARRITA NEI SOGNI


La torre appariva più insidiosa di quanto in realtà fosse, il nostro ingresso nel secondo piano segnò l'inizio vero e proprio della scalata della torre. Avevo paura, ricordo chiaramente che tremavo dal terrore, ma fortunatamente accanto a me c'era Alistair, sembrava non degnarmi di uno sguardo dopo quello che era accaduto fuori dalla torre poche ore prima. Volevo tanto parlare con lui, ma continuava ad evitare i miei occhi che continuamente lo cercavano avidamente. Per un brevissimo attimo ricordo che riuscimmo a guardarci, poi subito trovammo il corridoio sbarrato da alcuni maghi. Avevano un aspetto tetro, discutevano di qualcosa parlando sottovoce. Improvvisamente si bloccarono, si voltarono verso di noi come se fossero animali pronti ad attaccarci e così fu: estrassero le loro armi e cominciarono a lanciarci incantesimi contro, erano solo due inizialmente, poi dal pavimento comparse qualcosa, una figura nera e un'altra infiammata, demoni senza dubbio. Io e Alistair corremmo in prima fila per uccidere i demoni e proteggemmo Leliana e Wynne che attaccavano a modo loro, ebbi modo di scoprire che Wynne possedeva un'ampia conoscenza di incantesimi curativi e rafforzanti, inoltre era incredibilmente potente e agile soprattutto vista la sua età. I demoni furono i primi a cadere sotto i nostri colpi e successivamente tocca ai due maghi, osservai attentamente delle strane ferite che avevano alle mani, un taglio netto sul palmo dal quale usciva molto sangue, sangue che brillava come se fosse incantato. Alistair infilzò la spada direttamente nello stomaco del primo mago facendolo scontrare contro la parete e così rimase l'ultima ragazza ormai sola, la spinsi con un colpo di scudo direttamente contro il muro e parve soffrirne, cadde ai miei piedi e mi fissò impaurita.
« Ti prego risparmiami! Non è colpa di noi maghi... i templari sono i veri responsabili! » disse quella in tono supplicante, i suoi occhi lucidi e i vestiti ancora macchiati del suo e del sangue dei templari uccisi.
« Perché dovremmo risparmiarti, maga del sangue? » disse Alistair con uno strano risentimento. Sentivo il suo spirito templare fuoriuscire dall'interno. Puntai la spada alla gola della ragazza che continuò a tremare di paura.
« Uldred ci ha messo a disposizione i segreti della magia del sangue e non abbiamo avuto scelta. I templari ci pestano come fossimo scarafaggi... » i suoi occhi si mossero su Wynne e si aprirono di più. « Wynne... vecchia megera siete ancora viva? Pensavo foste morta... » istintivamente piantai la spada nel petto della ragazza che spirò l'attimo seguente, estrassi la lama e poi la rimisi nel fodero.
« Questo Uldred... » chiaramente Wynne doveva sapere qualcosa. Mi voltai verso di lei per parlarle. « Cosa mi sapete dire di lui? » sospirò mentre continuavamo ad avanzare per il corridoio.
« Credo che si sia lasciato soggiogare da alcuni abomini. Sapete... ho avuto modo di riflettere, secondo voi è possibile curarlo senza ucciderlo? »
« Non credo sia possibile curare un Maleficar... » dissi pensando alla sua domanda. Entrammo in una stanza, un bellissimo studio gigantesco pieno di libri e con una fantastica scrivania fatta in qualche legno pregiatissimo. « Credo che se ci fosse una possibilità di guarire, significa che quel demone non avrebbe preso il nostro controllo... perdere l'umanità significa essere abomini » lei parve molto colpita.
Cominciammo a controllare la stanza, perlustrarla in tutta la sua grandezza ma non c'erano sopravvissuti nascosti, quella stanza era completamente vuota, capii che era lo studio del Primo Incantatore viste alcune importanti pergamene indirizzate a lui. Tra i documenti sulla scrivania trovai anche un bellissimo libro nero con delle rifiniture in oro, splendente e pieno di magia nera. Lo aprii appena e lessi la proprietà, rimasi senza parole. « Questo libro appartiene a Flemeth... credo dovrei portarlo a Morrigan... » non so perché lo feci, io e lei non eravamo amiche, ma pensavo che le avrebbe fatto bene avere qualcosa che le ricordasse la madre.
Salimmo ancora una volta il piano, nessun sopravvissuto, tutti scomparsi e centinaia di cadaveri. Il terzo piano sembrava una landa desolata di morte, c'erano enormi strane strutture alle pareti, sembravano dei tessuti viventi che pulsavano come dei giganteschi cuori, la cosa mi fece abbastanza ribrezzo soprattutto per la puzza che emanavano, come se quei tessuti fossero il risultato di qualche processo di decomposizione. Mi si rivoltò lo stomaco e Alistair mi si avvicinò dolcemente.
« State bene, Myalee? » mi chiese, sentii il mio cuore tremare per la felicità. Poi riflettei su quanto fosse stupida la cosa. Gli feci un sorriso per mostrargli che non ero arrabbiata con lui e che a me faceva piacere.
« Sto bene, Alistair. Grazie per esserci anche tu... » gli scappò un sorriso e ripensai a quello che mi aveva detto, mi aveva proprio fatto la sgambetto. Mi aveva catturata, una trappola piacevole, tutto questo parve non sembrare inosservato da parte di Wynne che però rimase in muto silenzio.
Il nostro arrivo al quarto piano fu accolto da altri demoni pericolosi e maghi del sangue, liberammo il passaggio e percorremmo ancora il corridoio cercando disperatamente qualcuno che fosse vivo. In particolare cercavo il Primo Incantatore, ma non c'era nessuna traccia di egli. Arrivammo in una gigantesca stanza che ci avrebbe fatto tagliare il corridoio per evitare le macerie. La stanza era colma di quell'odore nauseante che infestava la torre, al centro di essa c'era una gigantesca bestia, focalizzai la creatura come un demone, pieno di strani lembi di pelle confusi, uno sguardo annoiato e perso nel nulla, osservava due cadaveri ai suoi piedi, i corpi senza vita di un ragazzo giovane e di una ragazza altrettanto giovane, forse più piccola di me di qualche anno. Si stavano decomponendo.
« Chi sei tu demone? » ebbi il tempo di chiedere. Lui alzò lentamente lo sguardo e spalancò gli occhi come se non potesse credere che noi fossimo là, improvvisamente sentii uno strano senso di spossatezza. Una stanchezza che avevo accumulato e il sonno che voleva prendermi per portarmi via.
« Smettila di combattere. Lascia che io possa portarti nei sogni... lasciati smarrire nel nulla, lascia che io ti mostri la via dell'Oblio per trovare la pace... » non ricordo più nulla di cosa fece o cosa accadde. Ricordo solo la sensazione del mio corpo e del mio spirito che spariva, il contatto con il pavimento e una mano che cercava di raggiungere la mia, un sussurro maschile, Alistair che invocava il mio nome.


Silenzio. Attorno a me c'era un piacevole silenzio. Anzi no, ricordo che il clima cambiò subito appena mi mossi in avanti, un venticello si alzò dal nulla mentre vagavo in un bellissimo vialetto, attorno a me delle mura alte, un bellissimo castello con delle torri, la giornata era nuvolosa e il sole faticava a far comparire i suoi raggi su di me, sorrisi debolmente ricordandomi quanto fossi felice che tutto era finito, che la Prole Oscura non si aggirava più, che avevamo sconfitto l'arcidemone e che io finalmente potevo restare con Alistair, perché entrambi eravamo riusciti a vincere l'arcidemone. Nonostante avessi comunque perso moltissimi amici... anche se non mi ricordavo i loro nomi e la cosa mi rattristava. Davanti ai miei occhi c'era una figura alta che parlava con un ragazzo, riconobbi subito Alistair dal suo sguardo dolce e dai suoi occhi simili al caramello, sorrideva e mi faceva piacere vederlo così. Sia lui che la figura si voltarono verso di me, non potevo credere all'uomo con cui parlava.
« Duncan? Come fate ad essere vivo!? » chiesi sconvolta all'uomo, ero certa che fosse morto, non l'avevo visto ma ero sicura che fosse tra i caduti insieme a Re Cailan. Pronta a bruciarmi una mano per colpa di Morrigan! Anche se quel nome non mi era familiare in quell'istante...
« Cara che cosa vai dicendo! » mi rispose con una risata. « Non ti ricordi più? Abbiamo sconfitto la Prole Oscura a Ostagar. Siete state brava... » cosa? Era davvero successo? Ricordavo che avevamo perso, anzi, non mi ricordavo neanche di aver combattuto. La cosa era troppo strana così mi rivolsi ad Alistair.
« Abbiamo davvero vinto? Ma tu eri con me sulla torre per il segnale... o no? » chiesi stranita e confusa. Lui mi fissò stranamente.
« Lady Cousland, non è il caso che mi diate del “tu”, ora dovete occuparvi del vostro castello ad Altura Perenne... » Alistair si rivolse a me con espressione arrabbiata, come se fosse offeso del perché gli avevo dato del “tu”. Fu quello a farmi crollare, che quasi mi misi a piangere, poi riflettei! Era impossibile!
« Altura Perenne è caduta in mano a Rendon Howe! » corressi Alistair, io non avevo più un castello. Entrambi i due uomini mi fissarono straniti.
« Non è vero! » quelle parole mi svegliarono. Mi fecero riflettere. No! Ricordo chiaramente i miei genitori dirmi addio. E ricordo anche che Ostagar è caduta... improvvisamente cadde il sole e venne la luna in alto nel cielo. In lontananza vidi il riflesso di una torre altissima, la torre del Circolo probabilmente.
« C'era un demone... » mi stavo riprendendo, sentivo la sensazione di svanire, il mio corpo che comprendeva la verità e la mia mente che mi diceva di scappare. « Questo è un sogno! E io non sono tua schiava! »
Quelle parole seguirono centinaia di frammenti, distruzione ovunque attorno a me, il castello crollava come se fosse fatto di carte e non sentivo neanche più il vento. Mi trovai in un'isola dall'aria strana e dalla sabbia scura, una persona rannicchiata davanti ai miei occhi e tre porte sospese sopra l'acqua intorno all'isola, porte che sembravano condurre in altri luoghi, luoghi che speravo fossero raggiungibili visto che sapevo che i miei amici si trovavano lì.
« Sei sfuggita anche tu al sogno eh? » disse il ragazzo rannicchiato davanti ai miei occhi. Un mago dall'aspetto giovane, un bel ragazzo spaventato. « Mi chiamo Niall... sei caduta anche tu nell'Oblio eh? Proprio come me e Sophia... »
« Di cosa stai parlando? » chiesi non comprendendo le sue parole. Sospirò e si rivolse alle tre porte, le indicò una per una e poi tornò a parlare con me.
« Sei venuta con tre amici? É successo lo stesso a me... ho capito troppo tardi che Sophia non sarebbe uscita dal suo sogno... è morta! » ma di cosa diavolo stava parlando!? Mi irritava troppo quel ragazzo. « Ti spiego, » immagino che avesse visto la mia espressione persa e che non riuscivo a capire nulla di quello che diceva. « Siete caduti vittime di un demone della pigrizia. L'unico modo per sconfiggerlo è uscire dai suoi sogni... pensavo che Sophia avrebbe potuto vincere, ma l'ho attesa troppo... » mi voltai verso le porte, era chiaro che i miei amici avessero bisogno del mio aiuto allora, sempre se sarei potuta entrare e sconfiggere i loro sogni.
« Tu... quindi sei morto? » chiesi, forse non ero stata molto delicata e mi dispiacque che parve prendersela a male. Annuì tristemente però.
« Avevo in mente di usare la Litania di Andralla, una potentissima preghiera in grado di esorcizzare i maghi sotto il controllo della magia del sangue. Principalmente avevo chiesto aiuto anche a Sophia... stavamo andando da Uldred ma siamo rimasti bloccati qui... e ora spetta a te liberarti... per me ormai è tardi! »
L'attimo seguente avvertì un rumore provenire da destra e sinistra, dalle porte vidi uscire due figure e temevo che fossero demoni pronti ad attaccarmi. Con piacere vidi uscire Leliana e Wynne, vive e vegete ma ferite psicologicamente e stanche per ciò che avevano dovuto passare. Chissà qual era stato il loro sogno, non lo chiesi mai, so solo che, vedendo le due donne arrivare, mi preoccupai per Alistair, perciò non esitai un attimo a varcare la porta del suo sogno e aiutalo.
Pensavo di trovarmi in qualche spazio largo e pianeggiando, in una prateria dove c'erano molte mucche e dove si produceva tantissimo formaggio. In realtà mi trovavo in una casa piccolissima e stretta, c'erano tre figure attorno a un tavolo, uno era il sorridente e festoso Alistair sempre pronto a sorridere, la donna a sinistra si alzò e potei osservarla meglio: magra e debole, la pelle chiara così come i capelli e gli occhi spenti e morti; l'altra donna era forte e indossava una veste stracciata, capelli scuri come il carbone e splendenti occhi azzurri. Ero io!
« Myalee... che fai lì e qui? » chiese alla figura alla destra, la figura che mi ritraeva ma che in realtà non ero io. Rimasi paralizzata per la gelosia da come il demone del sogno stava toccando il mio Alistair!
« Non c'è nessun'altra me, mio Alistair. Ora che ne dite di andare in camera da letto? Penserà Goldanna ai piatti. Io mi occuperò di voi... » disse con voce seducente, tremavo per la gelosia, mi mossi in avanti e battei i pugni sul tavolo.
« Alistair non riconosci neanche un'illusione da me!? » quasi scattai urlando. « Hai dimenticato la Prole Oscura? I trattati con le specie? E Connor è ancora posseduto dal demone... » dissi tutto d'un fiato. Il ragazzo non sembrava però capire la gravità delle mie parole, il demone che mi imitava a quel punto parlò ancora.
« Non credetele, Alistair. Sta mentendo... voi siete qui a Denerim, non lo ricordate? » Alistair mosse il suo sguardo prima da me e poi al demone, pensò a qualcosa e poi aprii appena la bocca per parlare.
« Myalee è davvero adorabile quando si arrabbia. E non mi da del “voi” da molto tempo ormai! » si alzò dalla sedia e venne contro di me. « E poi solo voi potete avere quell'odore che mi piace... » improvvisamente anche quel sogno si infranse, ricordo solo moltissima confusione intorno a me e poi il nulla ancora una volta. Fu una stranissima sensazione, nonostante avevo gli occhi aperti era come se fossero chiusi, poi una nuova luce cominciò a comparire e mi trovai nella buia e triste stanza piena di morte e decomposizione. I miei compagni si svegliarono accanto a me.


« Siamo tornati indietro? » chiese Leliana alzandosi da terra, Alistair mi diede una mano quasi imbarazzato, forse perché per lui era grave il fatto che non mi avesse riconosciuta, io l'avevo solo fatto per spronarlo a ritornare alla realtà.
« Andiamo avanti. Non manca molto... » dissi io rispondendo alla suora, mi chinai sul corpo del mago, notai solo in quel momento che il demone della pigrizia era sparito, forse era realmente stato sconfitto. Cercai qualcosa tra le sue vesti e trovai la pergamena a cui si riferiva nel sonno, la Litania di Andralla che avrebbe salvato i maghi dal controllo della magia del sangue.
Corremmo verso la stanza accanto e ci trovammo di fronte all'ultima scala, andava verso l'alto e sentivamo dei rumori venire da sopra, urla di umani e nuovi demoni. Ma qualcosa comparve e quasi saltai in aria, un templare era rinchiuso dentro una colonna di energia, un incantesimo molto potente sicuramente. Il templare aveva i capelli molto simili a quelli di Alistair, di un biondo sul castano, chinato su se stesso e pregava il Creatore. Ci avvicinammo a lui e Wynne subito mi fermò.
« Chi siete? Cosa volete? State... » il templare cominciò a parlare velocemente e si alzò di scatto, poi volse uno sguardo contro di me e parve incredulo? « Sophia? Siete voi? Non può essere... » lo guardai stranito e Wynne rispose.
« No Cullen, lei non è Sophia » l'anziana donna si avvicinò a me e mi sussurrò all'orecchio. « Non giudicatelo male, Sophia Surana era una maga molto promettente, credo però che sia rimasta vittima dei demoni... penso che i due avessero una storia »
« Meglio lasciarlo qui, penseremo dopo a lui! » dissi mentre l'uomo continuava a fissarmi, per un attimo provai ad immedesimarmi nei suoi panni: chissà com'era vedere una persona somigliante a qualcuno che si ama. Salimmo le scale e finalmente ci trovammo all'ultimo piano della torre, la cosiddetta sala del Tormento dei maghi.
Una gigantesca sala piena di cadaveri di templari mutilati, maghi trasformati in demoni e poi uccisi da qualcuno, in mezzo a tutti quei cadaveri c'era un uomo dall'aspetto strano, una veste da mago e l'aria beffarda, dietro di lui c'erano una decina di maghi compreso un uomo con una veste complicatissima, lui doveva essere Irving, il Primo Incantatore, era ancora vivo. A quel punto presi la Litania e cominciai a leggerla grazie all'aiuto di Wynne, Alistair e Leliana andarono subito all'attacco e Uldred non perse tempo e trasformò se stesso in un demone. Divenne gigantesco a terrificante, molto simile ai demoni che avevamo già incontrato nel resto della torre, recitare la preghiera fu difficile ma almeno riuscii a proteggere i maghi dalla magia del sangue e dal controllo di Uldred. A quel punto anch'io potei combattere.
Il gigantesco demone cercava in tutti i modi di schiacciarci con tutto il suo peso, per fare ciò si avvicinava spesso e noi e per la maggior parte del tempo pensavo che avrebbe potuto colpire Leliana facilmente, la suora però iniziava a saltellare via per tutta la stanza e con la massima agilità, poi scoccò delle frecce che ferirono il demone. Io e Alistair ne approfittammo per andare contro Uldred e per ferirlo alle gambe, improvvisamente il mostro si voltò verso di me pronto con la sua mano a prendermi e schiacciarmi, una barriera comparve davanti ai miei occhi e vidi il demone respinto, mi voltai verso Wynne che teneva le mani alzate insieme al suo bastone magico, era stata lei con uno dei suoi incanti a proteggermi. Infine lo scontro terminò a nostro favore: eravamo in molti e Uldred non ebbe modo di difendersi visto che i suoi tentativi di trasformare i maghi fallivano, e che non poteva neanche usare magie per potenziare se stesso e per respingerci. Fu grazie al gioco di squadra che Leliana lo accecò con le frecce, io lo atterrai ferendolo alle gambe e Alistair gli squarciò il petto con un solo fendente, l'attimo seguente rimase solo il cadavere del demone in mezzo al suo sangue.
Quando ci assicurammo che tutto era finito andammo contro Irving e lo aiutammo a riprendersi, la torre era finalmente salva, sia dai demoni che dai templari e il Diritto di Annullamento. Non fu facile parlare con Greagoir rispetto e ciò che era successo, ma tutto si risolse per il meglio. Ero molto stanca e sentivo che avrei potuto dormire per notti intere, Irving si avvicinò a noi mentre stavamo per partire via dalla torre. « Grazie per ciò che avete fatto. Ma immagino di aver capito che il vostro intento era salvare il Thedas... » prima che io potessi parlare, Wynne mi precedette.
« Questa giovane sta combattendo contro la Prole Oscura. Vorrei poterla seguire nel suo viaggio visto che i maghi sono obbligati a rispettare il patto... » Irving rifletté per pochi istanti sulla sua proposta, lasciare il Circolo non poteva essere concesso con così tanta facilità. Tuttavia annuì.
« Si può fare qualcosa per un ragazzo indemoniato? Al castello di Redcliffe... vorremmo salvarlo entrando nell'Oblio ma serve del lyrium! » dissi, l'ultima nostra questione irrisolta prima di andare via dal Circolo.
« Certamente. Ci vediamo lì tra pochi giorni allora... e grazie ancora! » e con quelle ultime parole ci congedammo da lui, rivolti verso l'esterno della torre dove i primi raggi dell'alba cominciarono a battere su di noi. Stava iniziando un nuovo giorno.






Angolo Autore:
E che dire... con questo capitolo molto veloce e sbrigativo, abbiamo detto addio anche alla torre dei maghi. Peccato, mi piaceva molto ma è naturale che dovesse finire prima o poi e quindi si va avanti con la missione di Redcliffe u.u

Come promesso ho cercato di non limitarmi a scrivere una guida di come superare la torre e l'Oblio, ho ritenuto fare questa versione dell'Oblio che è stata molto più sbrigativa e interessante a mio parere invece del viaggio tra le cinque isole! E poi... Sophia Surana... vi ricorda qualcosa? Non potevo non metterla visto che molte volte ho usato questo PG con origini del mago, è molto triste però pensare al fatto che sia stata soggiogata dal demone della pigrizia .-. Ed ecco che avete scoperto finalmente chi ho scelto: maghi per sempre! Non mi potrei mai schierare con i templari, voglio dire cosa mi costa usare la Litania in combattimento? Nulla di nulla. E finalmente si torna a Redcliff per quasi completare quella missione (Urna delle Sacre Ceneri... tu sarai un bel problema da scrivere xD)
Piccola postilla: Myalee e Alistair... si commentano da soli :D

Ancora una volta ringrazio la mia fan numero uno Alithea ^^ Adesso è il momento di andare ad affrontare l'Oblio a Redciffe per salvare quel bambino! Ma ci potrà andare solo un mago o magari anche la nostra Myalee? Grazie a tutti i lettori, a presto con il prossimo cap! 

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Capitolo 11
*** L'assassino di Antiva ***


CAPITOLO UNDICESIMO
L'ASSASSINO DI ANTIVA


« Vi sentite meglio adesso, Wynne? » chiesi alla donna avvicinandomi al suo posto, stava seduta in una tenda abbastanza vicina al falò ma restava comunque nell'ombra. Come se quelle fiamme avrebbero potuto illuminare il suo mistero.
Era successo proprio quel pomeriggio: era già da un paio di giorni che avevamo lasciato la torre del Circolo, la donna era sì anziana, ma sapevo benissimo che nascondeva moltissima forza interiore. Sapevo che non si sarebbe mai stancata con tanta facilità, solo che quel pomeriggio era successo qualcosa che mi aveva fatto tremare le gambe: la donna improvvisamente si era accasciata per terra, svenuta per alcuni minuti, non sapevo come reagire perciò mi precipitai addosso a lei e cercai di farla rinvenire. Leliana fu abbastanza paziente e mi scacciò via, fui presa dalle braccia di Alistair e fece passare una pozione sotto il naso della donna. Probabilmente fu l'odore pungente a farla svegliare, Wynne aprì i suoi occhi spenti e si rimise in piedi mostrando la fierezza del suo rango magico.
« Sì grazie, sto molto meglio adesso! » era la stessa frase che aveva detto quel pomeriggio, poche ore prima del tramonto però era molto evidente che non si trovava bene, adesso invece aveva l'aria riposata e più pimpante nonostante l'ora tarda.
« Volete parlare di ciò che è successo? Non mi pare che siate il tipo che sviene con tanta facilità... » dissi molto vaga, mi sedetti su una pietra accanto alla tenda e lei si lasciò sfuggire un sorriso, uno di quelli apprensivi che ricordano molto le nonne. Peccato che mia nonna non l'ho mai conosciuta...
« Sono anziana. È molto semplice... » no, ovviamente non era semplicemente vecchiaia e lo sapevo benissimo. Mi bastò uno sguardo per capire che c'era molto di più. « Dentro di me ospito un demone... ma non è come pensate. Questo demone mi ha salvato più volte la vita... credo sia buono! Capirete certo che ci sono demoni che non sono intenzionati a controllarci... » lasciò la frase in sospeso.
Era abbastanza strano, eppure non mi importava, certo sì ero preoccupata per il fatto che potesse sfuggirle la situazione di mano. Nulla di questo sarebbe però mai accaduto; allora non potevo saperlo. « Allora... è strano. Ma se siete sicura di poterlo controllare... mi fido totalmente di voi! » dissi sorridendole. Stavo quasi per separarmi da lei quando improvvisamente mi fermò.
« Cosa c'è tra voi e Alistair, se posso chiedere? » chiese senza esitazione, mi sentivo strana. Di cosa voleva parlare? Improvvisamente non mi sentivo più a mio agio, ero piuttosto imbarazzata per quella domanda.
« Niente... siamo solo amici! » dissi cercando di essere il più naturale possibile, non sapevo neanche io cosa ci fosse tra me e Alistair. Perché forse era vero: c'era qualcosa di speciale tra noi in quei giorni, eppure non sapevo cosa dire. Perciò era meglio mentire. Lei lo capì probabilmente e proseguì.
« Non prendetemi per sciocca. So che qualcosa tra voi c'è... ma sappiate che essere un Custode Grigio significa essere pronti al più grande sacrificio. Lo sapete vero? » non volevo stare lì a sentirla, non volevo che continuasse a parlare. Il mio titolo non significava nulla per me quando ero al castello, lo stesso vale per il fatto che ero nei ranghi dei Custodi Grigi. Eppure non riuscivo a capire a che sacrificio facesse riferimento, non potevo ancora capire nulla di ciò che mi sarebbe aspettato.
« Lo terrò bene a mente » cominciai a dirle. « Ma sappiate che non ci sarà nulla che mi fermerà nel realizzare ciò che voglio... » non volevo sembrare sgarbata, ottenni l'effetto di averla fatta annuire e basta. Mi allontanai dalla sua presenza e presi qualcosa dal mio zaino, qualcosa che avevo intenzione di riportare al proprietario, o almeno alla figlia. Tirai fuori il grimorio nero e lo consegnai direttamente a Morrigan.
« Ciao. Pensavo che poteva interessarti... c'è scritto che è di Flemeth. Credo sia giusto che lo abbia tu » dissi posandole il libro tra le mani, i suoi occhi si illuminarono diventando addirittura lucidi.
« Questo è di mia madre. Dove lo hai preso? » inizialmente sembra distaccata, il suo tono si addolcì subito dopo, era come una bambina che aveva preso un nuovo giocattolo e voleva usarlo per vedere com'era divertente.
« Al Circolo. Spero ti piaccia come dono... non ci siamo parlate da Redcliffe e mi pare sia giusto che tu lo abbia » risposi con tutta sincerità, lei parve incredula, come se non si fidasse, immagino che ovviamente avevo perso la sua fiducia quando le avevo risposto male, eppure adesso era combattuta.
« Grazie. Ora se vuoi scusarmi... voglio studiarlo bene e grazie ancora... » rimase vaga ma si concentrò realmente sul libro. In effetti era tardi e avevo voglia di dormire, mi avvicinai alla mia tenda che stava accanto a quella di Alistair, il ragazzo era già andato a letto quindi non ebbi modo di parlargli. Ma qualcun altro lo fece.
Un bestione si avvicinò, sembrava aggressivo ma si fermò a parlare con me. Mi voltai verso Sten capendo che voleva dirmi qualcosa di importante. « Il Flagello... come intendi fermarlo? » chiese stupidamente. Ma cosa intendeva dire?
« Ucciderò l'arcidemone. Sto radunando quante più persone posso... » non avevo motivo per giustificarmi con lui, e quello che gli avevo detto era stupido!
« Questo lo so. Ma finora non mi hai stupito in qualche modo... » non seppi cosa dire, scrollai le spalle e mi morsi le labbra per fare silenzio, avrei risposto molto male al qunari. « Ho favore da chiederti. La mia spada. È sparita. Mentre voi eravate al Circolo l'ho cercata sulle sponde del lago... »
« La tua spada? » certo, doveva pur avere un'arma visto che quella che possedeva lui l'avevamo trovato in giro. « Ci sei affezionato? » chiesi con sarcasmo. Lui mi fissò male e rispose.
« La mia spada ha un'anima. Ho saputo che è stata trovata da un uomo che l'ha portata appena fuori da Orzammar... uno dei trattati ci impone di andare là no? »
« Se vuoi cercarla lo faremo appena ci andremo. Appena finiremo di occuparci di Connor e dell'Arle... » dissi. Lui annuì e se ne andò via così com'era venuto, potei quindi andare dentro la mia tenda, mi spogliai delle mie armi e della corazza e finalmente potei infilarmi dentro le coperte e caddi subito nei sogni. Non mancava molto per arrivare a Redcliffe e finalmente avremmo liberato Connor dal demone.
Redcliffe era ormai alle porte, decisi di lasciare alcuni compagni all'accampamento, non era necessario che ci introducessimo tutti quanti nel castello. Con me portai solamente Morrigan e Alistair, la prima perché era una maga e sarebbe dovuta entrare nell'Oblio grazie ai maghi del Circolo, il secondo invece desiderava tantissimo stare vicino alla famiglia dell'arle. Partimmo tutti e tre lasciando gli altri all'accampamento, pronti per smontare le tende e per ripartire subito per la prossima destinazione. Entrammo dentro la città e percorremmo le strade fino al boschetto accanto al mulino, vedemmo l'ingresso del castello sbarrato con alcune guardie davanti ad esso. Poco accanto a loro c'era una ragazza che piangeva disperatamente, forse era una sopravvissuta del castello, era riuscita a fuggire, riuscii a captare solo il fatto che il padre si era suicidato! Entrammo nei cortili del castello e infine ci trovammo nel bellissimo salotto dove eravamo già stati ospitati. Per il castello non c'era più il silenzio piacevole che c'era stato durante la nostra ultima visita, c'erano dei mormorii che appartenevano a cinque maghi che stavano parlando tra loro, uno di questi era Irving, il Primo Incantatore che stava parlando con Bann Teagan.
« Che piacere rivedervi! Spero che tutto sia pronto... » disse l'uomo voltandosi verso di noi, Irving si mosse insieme al suo sguardo e parlò con me.
« Chi entrerà nell'Oblio con il lyrium? » chiese, a quel punto indicai Morrigan che sembrava parecchio annoiata e stufa per la situazione. Non potemmo assistere al rito, io e Alistair andammo a parlare nell'ufficio dell'arle che cominciò a guardarsi intorno, quella era stata casa sua un tempo, doveva essere parecchio strano.
« Come ti senti? Stai bene? Ne vuoi parlare? » erano passati alcuni minuti in silenzio, io ero rimasta immobile seduta, lui si era seduto solo dopo un po' come se cercasse una soluzione tra quei libri e quelle mura.
« È davvero strano trovarsi di nuovo qui... » si sedette sulla scrivania e si mise accanto a me, potevo riuscire a sentire il suo odore. « Sto bene, o almeno credo... non metto piede qui da quando sono dovuto partire per il monastero per l'addestramento da templare » concluse, mi sembrava già che si svagasse.
« E che mi dici della vita da templare? Non me ne hai parlato molto nel dettaglio... » che altro potevo dire? Dovevo farlo parlare fino a che qualcuno non sarebbe venuto per dirci che tutto era andato bene. « Dai dimmi un po' di dettagli e cose segrete! » dissi in tono scherzoso, la sua espressione mutò, i suoi occhi si tinsero di una luce colma di malizia, fece un sorriso.
« Cosa segrete? Avrei alcuni nei in alcuni posti che vorrei mostrarvi... » ricambiai il suo sorriso ma cambiò subito argomento. « Non ho mai considerato il monastero come una casa. Redcliffe lo era ma adesso non lo so più; e voi? Avete una casa? Tornerete ad Altura Perenne quando tutto sarà finito? »
Ricordo che risposi con tutta la sincerità possibile, ero però intenta a rispondere con il lato che provava solo amicizia per lui. « Il mio posto è con te Alistair, siamo viaggiatori e siamo Custodi... »
Subito la porta bussò e qualcuno entrò, incredibilmente trovammo Bann Teagan sulla soglia, ci invitava a uscire nel salone, Morrigan era già tornata e ci aveva assicurato di aver distrutto il demone dell'Oblio, Connor era ufficialmente salvo e potemmo vederlo al mattino seguente, non aveva assolutamente memoria di quello che aveva passato in quei lunghi giorni, a sentire Isolde era il solito bambino che giocava da solo, probabilmente però stava solo esternando i suoi reali sentimenti. Nella sua mente i ricordi di ciò che era successo potevano essere forti.
« Finalmente questa storia è finita! » disse Bann Teagan quando ci incontrammo nuovamente nel salone. La questione del demone era finita. Ma altri problemi minacciavano il castello e la nostra causa. « Adesso dobbiamo pensare a Eamon... »
« L'Urna delle Sacre Ceneri di Andraste. Solo esse saranno in credo di curare Eamon, nessuno dei nostri cavalieri però è riuscito a trovarle. Le ricerche sono completamente prive di risultati, brancoliamo nel buio... » disse Isolde intromettendosi nella discussione, non riuscivo a capire.
« Sacre Ceneri? Che intendete, Isolde? » la guardai stranita senza capire a cosa facesse riferimento, ho spesso studiato teologia al castello, sapevo che Andraste era la sposa del Creatore, bruciata dall'Impero Tevinter per tutti noi. Ma le sue ceneri erano curative e in grado realmente di donare di nuovo vita a Eamon?
« Le sue ceneri sono magiche. Recuperatele... so che Fratello Genitivi, da Denerim, stava sulla loro ricerca insistentemente. Credo sia buono iniziare da lì! » rispose l'arlessa, Alistair sussurrò qualcosa che a malapena captai.
« Fratello Genitali!? Ho sentito bene? » quasi sbuffai a ridere in faccia all'arlessa fortunatamente ebbi molto contegno e proseguii a parlare normalmente con la donna che non sembrò sentire il ragazzo.
« Va bene. Andremo a Denerim e ci metteremo alla ricerca dell'Urna... » dissi, nello stesso tempo in cui lei sospirava felice per ciò che le avevo detto, realizzai l'idea che ci sarebbero voluti mesi prima del nostro ritorno a Redcliffe, questo era davvero pessimo visto che il Flagello era praticamente iniziato da qualche mese già, ci sarebbe voluto moltissimo tempo e questo significava che non avremmo avuto modo di poter mettere in atto gli altri trattati, mancava da andare dagli elfi e dai nani, ma non avremmo potuto fare nulla contro la nobiltà che si stava schierando a favore di Loghain, e il nostro obiettivo era proprio quello: far capitolare il traditore.
« Allora ci vedremo presto... o almeno lo spero! » disse Teagan. « Sperando che la Prole Oscura non arrivi qui e ci distrugga... » sussurrò appena la frase e poi ci congedo salutandoci calorosamente. Noi tre uscimmo da Redcliffe rivolti verso l'accampamento che stava poco distante. Aveva di nuovo una meta: Denerim, lontana e irraggiungibile, la capitale del Ferelden appariva a noi come inavvicinabile, perché in effetti lo era, non potevamo avvicinarci visto che eravamo ritenuti traditori. Sapevo che viaggiare verso Denerim significava anche pensare ai miei amici, Alistair e Leliana e i loro affari, Goldanna e Marjolene.


Era il tramonto e sentivo che qualcuno ci stava seguendo, spiando. Ma ormai era una sensazione che avevo troppo spesso. Ci trovammo però di fronte delle stranissime pietre, il sole che crollava oltre di esse e oltre le montagne, da alcuni alberi comparirono delle persone con delle divise curate, grazie a Leliana avevo imparato a riconoscere degli assassini e loro lo erano di certo, e di alto rango a giudicare dalla fattura delle loro armi e armature. Uno tra di loro spiccò, forse per il biondo intenso dei suoi capelli o per i suoi lineamenti elfici, i suoi occhi che rendevano bellissimo quel viso già attraente. Estrasse due lame dai foderi alle spalle e allora capii che erano venuti per uccidere noi, che erano ingaggiati per ucciderci.
Mi trovai a combattere ancora una volta insieme a tutti i miei amici; Sten con la sua gigantesca spada riusciva a colpire tutti gli assassini e li teneva lontani da noi, Drawgnar faceva ottimo gioco di squadra con lui e nel frattempo vedevo incantesimi che venivano lanciati da due bastoni, i più offensivi erano quelli di Morrigan che sicuramente erano stati presi dal grimorio nero che le avevo consegnato, poi c'erano gli incantesimi di Wynne che erano molto utili per rafforzare tutti noi. Io e Alistair andammo alla carica con le nostre spade e i nostri scudi, per la prima volta notai quanto le mie armi fossero poche curate, lo scudo presentava parecchie fratture e la spada era davvero in condizioni pessime. Senza rendermene conto terminammo la battaglia e lo scontro, gli assassini erano tutti morti eccetto il biondo dal bel volto, stava steso per terra con l'aspetto sfinito e stanco. Aveva gli occhi aperti e invocanti il cielo come per perdonare l'errore che aveva compiuto nell'attaccarmi.
« Prima che tu mi uccida... vorrei farti sapere che non mi importa, perché se non lo fai tu, lo faranno i Corvi di Antiva visto che ho fallito la mia missione... » il suo accento era molto somigliante a quello di Leliana, aveva un accento chiaramente straniero e la maggior parte delle lettere erano marcate e non fluide.
« Felice che tu abbia fallito allora. Chi ti ha assunto? » chiesi, ovviamente non ci voleva molto per conoscere la risposta e Alistair mi precedette.
« Loghain! » era chiaro che fosse un sì, l'antivano annuì appena e continuò a parlare. Mi disse qualcosa che sapevo che avrebbe completamente cambiato quei mesi. Qualcosa che mi avrebbe fatto male e che non avrei mai voluto.
« Ascolta: mi chiamo Zevran, come ti ho detto sono un assassino. E vorrei portare alla tua attenzione i miei servigi... essendo un Custode Grigio avrai bisogno di aiuto » aveva ragione ed erano in molti ad essersi uniti a noi, Morrigan per prima anche se non volevo visto il suo carattere e punto di vista, adesso c'era questo pazzo assassino che aveva cercato di uccidermi, che mi voleva aiutare.
Non so perché lo dissi, forse perché dentro di me l'adrenalina e il rischio scorrevano piacevolmente nelle mie vene come fosse sangue stesso. « Va bene, Zevran. Sarai un prezioso elemento nel gruppo... »
« Cosa? Vi fidate veramente di quest'uomo che ha cercato di uccidervi!? » chiese Alistair quasi in collera, incredibilmente persino Morrigan fu d'accordo con lui, una di quelle poche volte in cui entrambi erano concordi.
« Ha ragione Alistair. Myalee, quest'assassino è pericoloso per la vostra salute. Consiglierei di liberarcene adesso prima che possa combinare qualche danno... »
« Tranquilli, se cercherà di torcermi un capello, saprà con chi ha a che fare. E se dovesse accadermi qualcosa, il primo indiziato sarai tu! » dissi rivolgendo un dito contro di lui, gli diedi una mano per alzarsi e mi strinse il guanto con il suo di cuoio, un cuoio che emanava un odore strano e fortissimo. Quella sera potemmo accamparci con un nuovo membro della nostra spedizione e una nuova tenda attorno al fuoco.
« Vi guarda con uno strano sguardo! » disse Alistair improvvisamente dopo la cena, ero da sola con lui, gli ultimi ad aver cenato. Mi voltai verso Zevran che non mi rivolgeva più sguardi, era distratto da altro, forse un odore nell'aria, nulla che riuscivo a sentire, forse perché lui aveva i sensi più sviluppati essendo un elfo. « E pochi minuti fa mi stava spiando mentre mi stavo facendo il bagno! » disse, scoppiai a ridere e lui m guardò come se fossi impazzita. « Guardate che è vero! »
« Almeno lui ha avuto il piacere di vedere quei nei di cui mi parlavi... » dissi cercando di ammaliarlo con lo sguardo, le sue guance si tinsero di rosso e aprì la bocca per parlare di qualcosa. « Vorrei... chiedervi qualcosa di molto personale »
« Chiedi pure. Io ti chiedo molto e tu puoi avere diritto a chiedermi tutto quello che vuoi... » dissi, forse desideravo solo che mi chiedesse ancor un bacio, anche solo uno mi sarebbe bastato. Ma la sua domanda fu ben diversa.
« Ecco... cercherò di non essere troppo volgare; l'avete mai fatto? » lo guardai stranita non riuscendo a collegare, non capivo di cosa parlasse e lui se ne accorse dal mio sguardo probabilmente. « Ecco... avete mai leccato un lampione in inverno? » mi voltai verso di lui ancora più stranita. Ma che cavolo significa? Non ero realmente riuscita ad afferrare ciò di cui voleva parlare. Di che lampioni parlava?
« Alistair... di cosa stai parlando? » mi decisi a chiedere infine.
« Intendo dire... se avete mai fatto l'amore! Voglio dire... non che mi importi! » il rossore sulle guance si spense leggermente. « Io non ne ho avuto mai occasione. E non prendetemi in giro perché ho ormai vent'anni... » « Cosa? » non mi colpiva il fatto che non avesse mai fatto l'amore, quanto il fatto che fosse così giovane mentre da come parlava dimostrava di averne trenta. Non avevo mai pensato di assegnargli la mia età. « Alistair hai realmente vent'anni? Io ne ho diciotto! Siamo quasi coetanei... » dissi ridendo. « Siete così dolce... avete il fisico di una bellissima donna, e con voi ammetto di sentirmi totalmente diverso! » disse continuando a scherzare, divenne d'un tratto serio. « Eppure mi piacete così come siete. Spero che sia lo stesso per me... »
« Certo che mi piaci Alistair! » quella frase poteva avere molti significati, poteva essere amichevole. E io non sapevo quanto potevo spingermi per coinvolgermi, inoltre non sapevo quanto lui sarebbe voluto essere coinvolto. « Comunque sì... con Roderick, era una cosa importante... ma adesso è passato. Forse c'è qualcun altro... » lo fissai direttamente in quei bellissimi occhi color caramello, mi ci potevo sciogliere dentro, allungai una mano per accarezzargli la barbetta ispida e subito mi distaccai.
« Piccioncini... non sarebbe meglio fare una cosa a tre? Posso stare in mezzo io? Ci godiamo tutti e tre di sicuro! » la voce di Zevran era abbastanza vicina, la cosa fu imbarazzante e mi allontanai subito da Alistair, lui si alzò e andò via da me, Zevran aveva forse ottenuto ciò che voleva, avevo capito troppo tardi cosa l'elfo voleva da me. Scuotei il viso fissandolo con sarcasmo.
« Vado anch'io a dormire. È meglio così... » commentai alzandomi e allontanandomi dal falò al centro dell'accampamento.
« Vuoi che venga con te? Posso riscaldarti io se Alistair non è disponibile... » lo fissai stranita, gli diedi le spalle sperando che avesse capito che non volevo fare nulla con lui. Fortunatamente potei dormire sonni tranquilli e indisturbati, sentivo un ronfo accanto alla mia tenda e immaginai subito che fosse merito di Drawgnar.
Nessuna visita strana durante la notte!








Angolo Autore:
Ok perdonatemi se ci ho messo così tanto tempo ma sono realmente stato preso da altre cose e non ho avuto per niente il tempo di scrivere. È da un po' che non aggiorno in effetti... ma finalmente ecco il cap ^^

Questo capitolo lo ritengo ben riuscito, ci sono delle cose molto importanti, inoltre abbiamo finito la prima parte di Redcliffe (o almeno io lo considero tale) e adesso procediamo con la ricerca dell'Urna e quindi il completamento di alcune missioni personali. Ma vedremo nel prossimo capitolo cosa accadrà. E finalmente abbiamo anche Zevran che so essere stato molto richiesto. Spero di averlo presentato bene e di averne carpito ogni sfumatura del carattere.
Be'... non ho molto da dire riguardo le mie giocate, posso solo dirvi che non ho MAI ucciso Zevran, non voglio mai uccidere un nuovo membro del gruppo e nonostante Alistair sia contrario, ritengo comunque che possa essere molto utile un altro ladro.

Grazie ancora ad Alithea che attendeva con tantissima ansia l'arrivo dell'antivano. Chissà cosa accadrà nei prossimi capitoli. La situazione tra Alistair e Myalee resterà ancora così calda? O sarà raffreddata dall'inverno e dall'antivano? Seguite e commentate, a presto ^^

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Capitolo 12
*** La ricerca delle Sacre Ceneri ***


CAPITOLO DODICESIMO
LA RICERCA DELLE SACRE CENERI


Denerim era una città molto diversa da come la conosco oggi, era radiosa, le persone sembravano felici e nessuno era curante del fatto che la Prole Oscura minacciasse l'intero Ferelden, era anche vero che il mio arrivo a Denerim era stato davvero strano. Poche ora prima di arrivare nella bellissima e grande città Morrigan mi si era avvicinata, raramente lasciava il suo angolo lontano negli accampamenti che costruivamo, si era avvicinata al falò che brillava e la luce le illuminava il volto dandole un aspetto ancora più bello di quanto fosse già. Teneva il grimorio stretto tra le mani, come se avesse paura che altri leggessero il suo contenuto.
« Ho bisogno di chiederti un favore... per favore Myalee! » ero sconvolta all'idea di quella Morrigan generosa e cordiale, capii che mi doveva chiedere qualcosa di grave e importante, chissà quanto le costava essere gentile con me.
« Immagino riguarda tua madre? » chiesi e ovviamente lei annuì stringendo il grimorio ancora di più a sé. Prese pochi istanti e dopo un sospiro parlò rivelandomi qualcosa che mi fece raggelare il sangue per l'orrore.
« Ho scoperto come mia madre ha vissuto per secoli. Ha avuto molte figlie... e quando giungeva a un'età vecchia ne prendeva il possesso del corpo. Avrebbe fatto lo stesso con me... » ero sconvolta all'idea di quando crudele potesse essere Flemeth, era risaputo in effetti ma non mi aspettavo qualcosa di così subdolo. « Vorrei che tu andassi alla capanna e la uccidessi! La voglio morta... questo se vuoi che io resti con te! Non posso avere la certezza che non possa controllarmi a distanza... »
Ammetto che inizialmente l'idea mi era sembrata stupida, inoltre avevo davvero pensato che mi stesse ricattando, ma la spiegazione che mi aveva dato era sufficiente. Inoltre volevo anche provare a sistemare le cose con Morrigan nonostante fosse una bisbetica antipatica. Annuii leggermente. « Va bene. Ce ne occuperemo dopo la questione dell'arle, tornerò alle Selve... » non potevamo permetterci di perdere altro tempo, il viaggio in sé era davvero lungo e non avevo tempo per altre deviazioni.
Parve soddisfatta di ciò che le avevo detto e indietreggio continuando a stringere il grimorio tra le mani, non so cosa mai ne fece di quel libro. So che non l'avrei più visto per i mesi a seguire. Fu così che il mattino seguente entrammo nella città, non volevo che mi seguissero in molti visto che c'era un grande probleme: io e Alistair non potevamo farci vedere nella capitale visto il nostro grado, Loghain ci aveva dichiarati nemici della nazione perché eravamo stati accusati di tradimento in quanto Custodi Grigi e quindi non potevamo muoverci in un gruppo numeroso. Decisi di entrare insieme al mio amico, Leliana e il mio fedele segugio Drawgnar, loro avevano comunque importanti affari dentro la città e non potevo lasciarli indietro. La capitale si apriva subito in una gigantesca e bellissima piazza con un mercato al centro, ricordo che ero ammaliata da tutto quello, in fondo non ero mai stata in una città grande, Altura Perenne era un po' della grandezza di Redcliffe e comunque non ero mai stata nel villaggio e nel mercato. Secondo Alistair, sua sorella abitava in una casetta che si affacciava direttamente sulla bellissima piazza, Leliana colse l'occasione per farsi un giro, mi sentivo strana all'idea di lasciarla andare da sola per la città, fortunatamente c'era il mabari con lei e non le sarebbe accaduto nulla. Io e Alistair ci avvicinammo alla porta dove lui credeva che abitasse la sorella.
« Sei pronto per conoscere la tua famiglia? » chiesi sorridendo, lui sospirò in maniera preoccupata, chiaramente aveva paura di restarci male o deluso, annuì leggermente e poi bussò alla porta con tocco delicato, varcammo la soglia ed entrammo.
Una donna comparve alla nostra vista, una donna vestita di stracci e scarna in viso, chiaramente indaffarata nella vita quotidiana, attorno a lei un ambiente piccolo e caldo, stracci sporchi ovunque e mobili semidistrutti, sembrava una casa elegante all'esterno, ma dentro era molto diversa, una casa dei poveri. « Avete biancheria da lavare? » non credevo saremmo mai riusciti a convincerla di ciò che stavamo per dirle, ma lei ci precedette, si fermò ad osservare Alistair e spalancò gli occhi come se avesse visto un fantasma. « Cosa ci fai tu qui!? »
« Goldanna... mi avete riconosciuto? Avete capito che sono vostro fratello? » Alistair provò a parlare felicemente, lei lo fissò disgustata e cominciò ad urlare con violenza contro il ragazzo, non mi aspettavo una simile reazione e rimasi immobile.
« Mio fratello!? Io non ho fratelli! Ho cinque figli che patiscono la fame però! Voi non rappresentate nulla per me perciò andare via! A meno che non vogliate occuparvi di noi pagandoci per le sofferenze che abbiamo subito in questi anni... » finalmente ritornai in me, quella donna si rivelava essere una sanguisuga, potei rispondere con tutta la voce che avevo, nessuno poteva insultare Alistair, non lo permettevo a Morrigan figurarsi se lo permettevo a un'estranea, perché quella donna non era per niente una sorella nei confronti di Alistair.
« Come vi permettere!? State insultando un Custode Grigio oltre che un membro della famiglia reale. Portate il rispetto che dovete a un uomo del suo rango! » Alistair rimase senza parole visto come mi accanii per difenderlo. Forse perché era speciale.
« E voi chi siete? La sua puttanella da quattro soldi!? » per un attimo credetti che il mondo intorno a me scomparisse, Alistair che cominciava ad urlare contro la donna, io che mi spingevo contro di lui per bloccarlo, perché sapevo che Alistair non voleva che nessuno mi trattasse in quel modo o mi dicesse quelle cose, lo stesso discorso valeva per Zevran e le sue battute.
« Alistair andiamo via, per favore! » lo supplicai, lo spinsi indietro per uscire e finalmente ritornammo nella piazza, tranquilla e così strana, come se in quella casa il mondo fosse diverso, il tempo si era stranamente fermato e adesso potevamo tornare a respirare, eravamo rimasti per meno di dieci minuti!
« Bene... non è andata per niente come mi aspettavo! » era chiaramente arrabbiato, i suoi occhi rivelavano la rabbia che aveva dentro ma riusciva a contenersi. « Immagino che tutti noi ci troviamo in un punto in cui possiamo contare solo su di noi... » terminò tristemente.
Che potevo dirgli? Aveva ragione, ma avrei voluto cercare parole più adatte e non essere così dura con lui. In fondo chi avrebbe potuto parlargli male in un momento così difficile come quello? « Alistair hai ragione, dovremmo imparare a contare su noi stessi... ma con te ci sono sempre io, una tua amica... » Anche se forse vorrei essere più di una qualunque amica!
« Penso che avete ragione voi, dovrei imparare a scegliere da solo il mio destino e a prendere da solo le decisioni. Naturalmente ciò varrà per la mia vita esclusa dalla battaglia contro la Prole Oscura... » annuii, ero felice che avesse preso quell'importante scelta.
Ma cosa sarebbe accaduto in futuro? Non potevo immaginare cosa quella decisione avrebbe comportato, così procedemmo, incontrai Leliana che aveva finalmente trovato l'abitazione di Marjolene, pareva che vi abitasse da poco, una nuova arrivata nella città. Sapevo che le intenzioni della donna erano tutt'altro che amichevoli, avrei però appoggiato qualunque modo di risolvere la cosa.
« Sei pronta? Cosa intendi fare? » chiesi alla suora mentre lei si avvicinava alla porta, appoggiò la mano sulla maniglia, un'altra mano sembrava essere pronta per scattare, immagino per prendere qualcosa.
« Voglio mettere fine a questa storia. Per troppo tempo mi sono nascosta... ma non devo più farlo, sono migliore di lei e voglio che la smetta una volta per tutte! » era chiarissimo cosa voleva fare, così aprimmo la porta insieme ed entrammo in un piccolo atrio, un'altra porta ci separava dalla donna che cercavamo.
« Leliana che piacere rivederti mia cara.... » una voce seducente, un accento simile a quello di Leliana, una voce che marcava le parole che diceva con quel tono così familiare, un tono che sentivo dalla suora, il tono di Orlais.
« Marjolene... basta con le chiacchiere! » dichiarò la mia amica, mosse la mano per prendere il suo arco e l'altra prese una freccia e la incoccò nell'arma. « Non voglio mai più vederti. Perciò vattene dal Ferelden! » fu allora che la situazione cambiò.
« Io non potrei mai lasciarti qui da sola... » Marjolene comparve alla nostra vista da un angolo buio della casa, aveva un aspetto comune e strano allo stesso tempo, i chiari lineamenti stranieri, i capelli e gli occhi scuri, il fisico asciutto e somigliava anche molto a Morrigan; adesso aveva un'espressione cattiva e glaciale anche grazie a quel suo aspetto.
Leliana non perse altro tempo con le parole, scoccò la freccia e Marjolente rimase impalata con una freccia tra gli occhi. Moriva mentre il suo corpo scivolava per terra senza più vita. Ci scambiammo un cenno e uscimmo di nuovo.
« Come ti senti? Stai bene? » chiesi amichevolmente poggiandole una mano sul braccio, lei mi fece un grande sorriso e i suoi occhi si tinsero di lacrime.
« Io l'amavo. Ma lei mi ha usata per i suoi sporchi fini... è meglio che sia finita così! Ora rimettiamoci in marcia... non possiamo lasciare che la Prole Oscura vinca. Dobbiamo salvare l'arle » concluse la discussione e ci mettemmo a camminare contro Alistair e Drawgnar che ci avevano aspettato a pochi metri dalla casa.
Trovare la casa di fratello Gentivi non fu facile ma neanche impossibile, la gente conosceva quell'uomo dalle idee così stravaganti. Il problema era però che nessuno credeva nelle sue follie, per esempio la ricerca che stava compiendo. Bussammo alla casa sperando di poterlo trovare dentro, nessuna risposta. Entrammo così dentro trovando lo studio sottosopra, il corpo di un ragazzo morto per terra immerso in un lago di sangue e le ricerche di Genitivi sparse ovunque, libri rotti e appunti ovunque. Qualcosa non quadrava ovviamente, qualcuno aveva volutamente distrutto quelle ricerche. Ci separammo per cercare l'uomo in fretta ma non trovammo sue tracce nella casa. Riuscii però a trovare degli appunti, o meglio un diario, Genitivi si era diretto qualche settimana prima verso le Montagne Gelide, tra di esse si trovava un villaggio chiamato Haven, là c'era un passaggio tramite un tempio che avrebbe direttamente portato alla sala in cui dovevano essere nascoste le Ceneri. Lasciammo la città così com'eravamo comparsi, nascondendoci tra le ombre e facendo finta che nulla fosse accaduto in quelle case; che Goldanna non avesse mai visto Alistair, che Marjolene fosse morta misteriosamente. Ci sarebbe voluto molto tempo visto che dovevamo andare dall'altro lato del Ferelden, un arco di tempo davvero lungo che segnò il passare di un mese e mezzo. Facendo un rapido conto era passato quasi mezzo anno dalla battaglia di Ostagar e nel frattempo avevo avuto modo di conoscere meglio Zevran che mi disse alcuni suoi segreti.
Un personaggio davvero interessante. Zevran proveniva dalla bellissima Antiva City, l'antivano aveva lasciato il suo paese solo per la missione dei Corvi, uccidere me e Alistair. Mi disse che era stato arruolato quando aveva solo sette anni, in lui vedevo una figura strana, un confidente riguardo il mio passato con Roderick, forse perché trovava eccitante sapere quel genere di cose anche se non dissi mai nulla di spinto. Mi raccontò delle sue avventure con i Corvi, del fatto che i suoi pagamenti spesso erano anche accompagnati da uomini o donne, da quello aveva imparato che nel sesso non importava essere uomo o donna, importava solo soddisfare il proprio piacere. Non la vedevo come lui ovviamente: forse perché in quei mesi passati da quel bacio, avevo imparato a vedere Alistair come un'amante fuggitivo, un amico intimo, in effetti mi comportavo come se tra noi due fosse stato sigillato un patto segreto. Questo piaceva a Zevran e io non potevo non provarne simpatia, soprattutto perché per me era diverso dall'elfo che aveva cercato di uccidermi mesi prima.
« Sai uno dei miei feticismi preferiti qual è? » chiese una sera mentre eravamo seduti attorno al fuoco, non mancava molto al nostro arrivo al villaggio, c'era molto freddo nonostante nelle pianure stesse cominciando ad arrivare la primavera e il falò era ottimo per scaldare i nostri corpi sotto le armature.
« Dimmi pure se ti aggrada! » dissi quasi ridendogli in faccia. Lui trovò la situazione divertente, soprattutto gli piaceva quando Alistair ci teneva lo sguardo fisso, non distoglieva minimamente gli occhi, sapevo che era... geloso? O invidioso del fatto che non potesse scherzare con me in quel modo, ma Zevran era diverso e molto più aperto a quel genere di perversione.
« Il cuoio di Antiva! Non sai quanto mi faccia impazzire quell'odore... » ridemmo entrambi e poi mi fece una domanda, qualcosa che aspettavo da molto in verità ma che non pensavo mi avrebbe mai chiesto. « Posso sapere cosa farai di me dopo che il Flagello sarà finito? » aveva malizia nella voce, eppure risposi sinceramente.
« Mi piacerebbe averti come amico. Sei uno che sa ascoltare le mie lagne... » gli feci un sorriso e lui sbuffò come se non gli piacesse la mia risposta.
« Alistair dev'essere proprio bravo a letto allora... si vede visto il fisico che ha! Ma io posso durare tutta la notte se vuoi... » mi alzai dal mio posto e lo lasciai solo, non andai da nessuno ma non avevo sonno, mi nascosi tra gli alberi per andare a dormire dopo poche decine di minuti, volevo vedere la luna per pensare e per stare da sola cercando di rilassarmi, il giorno seguente saremmo arrivati al misterioso villaggio nascosto tra le montagne, Haven.
Decisi che avrei portato con me Alistair, Leliana e Wynne, le ultime due avevano particolarmente insistito sul voler venire. Secondo Genitivi, l'Urna era nascosta tra quelle montagne, ci tenevano moltissimo a poter vedere le Sacre Ceneri di Andraste, e non vi nascondo che l'idea di tenerle tra le mani mi faceva uno strano effetto. Il viaggio verso il villaggio fu comunque lungo e arrivammo senza che ci avessero dato il benvenuto. Nessuno pronto ad accoglierci, o meglio, nessuno per le strade del freddo e isolato villaggio. Ci spostammo velocemente verso la cima, cercavamo qualcuno ma senza risultati, nessuno per le strade come vi ho già detto. Forse quel villaggio era stato abbandonato, sentivo però l'odore di qualcosa di fresco, un odore pungente e lo seguimmo fino ad arrivare alla cima della collina su cui stava una bellissima chiesa, piccola e piacevole in mezzo a quel freddo. La cosa che però provocava quell'odore, mi fece rivoltare lo stomaco. Dei cavalieri erano messi in pila vicino l'ingresso, il sangue scorreva dai loro corpi, morti. Osservai la loro armatura, erano cavalieri di Redcliffe, le guardie che avevano cercato l'Urna per conto di Isolde, adesso erano morti a quanto pare. Entrammo nell'edificio trovando un uomo steso sull'altare, legato ad esso, stremato e forse svenuto, ma ancora vivo visto che respirava, si avvicinammo e potei osservare la sua tunica, un uomo di chiesa sicuramente, lo liberai dalle cinghie.
« Siete fratello Genitivi non è vero? » chiesi all'uomo. I suoi occhi si aprirono di poco, poi si alzò di scatto e emise un grido di dolore, si strinse la caviglia come se gli dolesse, guardò tutti noi e parlò.
« Sì... ma voi chi siete? »
« Siamo qui per l'Urna per conto dell'Arle di Redcliffe, ci serve un pizzico di ceneri visto che hanno proprietà curative... ma abbiamo bisogno del vostro aiuto! Voi sicuramente sapete con esattezza dove le ceneri sono nascoste... » parve dubbioso, le sue condizioni però non sembravano delle migliori e dovette dirci di sì.
Il viaggio verso la cima della montagna si rivelò più insidioso del previsto, non perché ci fosse qualcuno tra quelle perdute montagne, ma perché era come trovarsi in una gigantesco labirinto che risaliva il monte. Genitivi ci spiegò che il villaggio era rimasto abbandonato per molti anni, che solo recentemente un gruppo di folli si era riunito con l'intento di dissacrare le ceneri di Andraste versando del sangue dentro la preziosa urna, quando lui era arrivato al villaggio era però stato attaccato, aveva avuto modo di vedere i cavalieri uccisi e lo avevano lasciato lì a marcire. Questo faceva presagire che tra quelle montagne ci fosse qualcuno, ma non trovammo nessuno ad eccezione dei cadaveri di alcune persone con armature, Genitivi ci disse che erano stati loro a imprigionarlo, in fondo avevano avuto ciò che meritavano. La nostra scalata terminò quando finalmente arrivammo davanti una gigantesca arcata in pietra, dentro di essa c'era una bellissima stanza vuota se non per due magnifiche statue brillanti di Andraste, una scalinata che portava a una piattaforma in pietra su cui stava un piedistallo, su di esso c'era una bellissima urna fatta di chissà quale preziosa e antichissima ceramica.
« Non posso crederci... mi trema il cuore! » commentò Leliana con le lacrime agli occhi, si portò le mani di fronte le labbra come per trattenersi.
« La Sacre Ceneri... allora esistono per davvero! » stavolta fu il commento di Alistair e infine toccò a Wynne che mostrò semplicemente stupore e tacque.
Mi avvicinai lentamente come per cercare possibili trappole, ma non c'era nulla di male in quel luogo, l'aria stessa aveva un sapore di sacro che non riuscirei neanche a descrivervi, era pura e mi sentivo benissimo, senza sapere come, mi trovai di fronte l'urna, aprii il coperchio che scoprii essere leggero, era colma fino all'orlo di cenere grigiastra, ne presi un pizzico e la misi in un piccolo sacchetto che ci era stato affidato da Isolde per le ceneri. Chiusi l'urna chinando il capo in avanti.
« Mi dispiace di aver profanato le tue ceneri, ma devo farlo se voglio fermare la Prole Oscura e salvare il Thedas intero! » era come parlare con qualcuno, stavo forse comunicando con Andraste? Non so dirvi, so che mi sentii bene per tutto il ritorno a Redcliffe, in pace con me stessa sentendo che la via era giusta!


« Pare che durante la mia assenza ci sia stata molta confusione! » disse Arle Eamon, un uomo anziano dal fisico atletico, i capelli grigi e gli occhi spenti ma che mostravano ancora la voglia di combattere. Prima di andare via, avevo concordato con Genitivi che mostrare l'Urna al mondo sarebbe stato un bene. Eravamo poi giunti a Redcliffe dove le Ceneri alla fine avevano funzionato, era bastato un incantesimo ben elaborato di un anziano del Circolo dei Maghi, il suo corpo era fermo e immobile, l'attimo seguente si scuoteva e si destava dal suo sonno di malattia.
« Loghain dev'essere fermato. Stiamo radunando quanti più alleati possibili. Ci serve qualcuno che sia in grado di contrastare Loghain sulla politica però... » intervenni facendo il punto della situazione con l'arle, avevamo aspettato diversi minuti prima di spiegargli la situazione, alla fine ci trovammo nel salone e lui era più arzillo.
« Sì... bisogna portare un nuovo re sul trono. Non vedo persona migliore di Alistair... per questo compito! » il ragazzo non parlò, rimase in silenzio e sapevo che stava pensando sul da farsi, mi aveva detto che non voleva essere il nuovo re per sostituire il fratello, ma mi aveva anche detto che avrebbe scelto da solo il suo destino. « Nel frattempo radunate gli alleati dei trattati. Ci occuperemo dopo di convocare l'Incontro dei Popoli per far capitolare Loghain... avete scelto la vostra prossima destinazione? »
« Prima credo di dover sbrigare una cosa nelle Selve Korcari... » avevo promesso a Morrigan che sarei andata da Flemeth dopo aver terminato la questione dell'arle. « Dopo ci dirigeremo di nuovo tra le Montagne Gelide... voglio prima parlare con i nani. Poi andremo dagli elfi... » dissi infine rispondendo alla sua domanda.
« Ci vedremo tra qualche mese allora. Spero che la cosa non peggiori nel frattempo... » in effetti tutto lo speravano, demmo le spalle all'Arle e alla sua famiglia, Isolde e Connor che si stringevano a lui, Bann Teagan che sembrava sollevato dal fatto che quell'incubo fosse finalmente finito. Noi eravamo di nuovo pronti per viaggiare, un altro lungo viaggio che ci avrebbe portato a Orzammar stavolta.







Angolo Autore:
E allora... questo capitolo è strano... difficile lo ammetto, ho scritto una pagina e poi blocco totale. Poi ieri sera... BOOM! Solo che come vi ho già detto il capitolo mi annoiava molto quindi ho apportato molte modifiche.

Da dove comincio? Morrigan e la sua quest? No. Alistair e Leliana. Ho cambiato molto di queste discussioni e ho preferito spremerle per arrivare al succo della questione. Lo stesso vale per l'incontro con Genitivi, o il discorso finale con l'Arle. Tutto ridotto perché volevo passare in fretta al capitolo successivo, considero questo capitolo una sorta di pausa... o di transizione. Il passaggio a nuovi capitoli che mi facciano entusiasmare. E la questione di Haven? Le prove? Ho tagliato tutto perché come vi ho detto molte volte, non voglio fare una guida del gioco (stesso varrà credo per le Vie Profonde ad Orzammar). Ho trovato sempre divertente il modo di approcciarsi di Zevran e come tira il filo a chiunque xD Mi duole dire che alla mia prima giocata ho saltato la quest di Leliana, inoltre mi dispiace aver eliminato dal cap la possibilità di scegliere se mantenere pure o no le Ceneri (tanto scelgo sempre di salvarle perché non perderei mai Leliana o Wynne).

Alithea sono proprio curioso di sapere cosa fai tu di solito. Io personalmente ho sempre salvato le Ceneri perché nella vita reale sono molto credente (e cosa accadrebbe se fosse accaduto nella realtà?). Grazie come sempre per il commento e grazie anche a tutti coloro che leggono e seguono la storia ^^

 

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Capitolo 13
*** I due rivali di Orzammar ***


CAPITOLO TREDICESIMO
I DUE RIVALI DI ORZAMMAR


La cosa migliore sarebbe stata prendere la via per le Montagne Gelide, andare direttamente verso nord invece che deviare per le Selve, ormai lo avevo promesso a Morrigan e non potevo mangiarmi la promessa fatta. Il viaggio non era poi così lungo, solo due settimane e avremmo comunque sia fatto tutto con la calma, ciò che mi inquietava molto era il dover passare per le Selve visto che la Prole Oscura aveva già compiuto il suo passaggio tramite esse. Lungo la via avevamo avuto modo di scoprire che la Prole Oscura era ormai arrivata nei Bannorn e si diffondeva come una macchia d'olio per tutto il Ferelden. Nel frattempo ebbi modo di parlare e dialogare con i miei ormai amici, non eravamo più semplici compagni di viaggio. Avevo un buon rapporto un po' con tutti, forse solo con Morrigan e Sten le cose erano davvero messe male, sapevo che aiutandoli in ciò che volevano avrei però fatto la cosa giusta non solo per l'amicizia ma anche per tutto il resto.
Qualche sera prima di arrivare alle Selve, mi avvicinai a Wynne che sembrava molto pensierosa. Preoccupata per qualcosa di importante. « State bene? Sembrate preoccupata... successo qualcosa? »
Lei si scosse improvvisamente, forse poteva stare male a causa del demone. Lei si limitò a sospirare in un primo momento e poi parlò. « È solo che stavo pensando a qualcosa. Speravo che potevamo recarci presto alla Foresta di Brencilian perché... volevo accertarmi di una cosa! »
« Di cosa state parlando? » chiesi amichevolmente. Purtroppo avevamo già deciso che la prossima metà sarebbe stata Orzammar. La foresta sarebbe stata più vicina ma avremmo comunque perso tempo per il viaggio futuro.
« Un mio ex allievo dovrebbe essere là insieme agli altri elfi... sono stata troppo dura con lui in passato, l'ho obbligato a lasciare il Circolo. Vorrei dirgli che mi dispiace e che... » sospirò ancora e fece un triste sorriso. « Non badate ai rimorsi di una vecchia signora come me! » disse tristemente, Wynne aveva una certa età in effetti, ma la sua mente brillante e le capacità con cui si muoveva, potevano fare invidia alle mie abilità e alla mia età.
« Assolutamente. Voglio che tutti i miei compagni stiano bene con se stessi, avete detto Brencilian? Gli elfi dalish abitano là mi pare... » annuì senza guardarmi negli occhi. « Sarà di strada e sarà un piacere controllare! »
« Non so neanche se Aneirin sia vivo... vi ringrazio lo stesso per l'attenzione però! Sapevo che non mi avreste detto di no... » concluse sorridendo. Il suo entusiasmo si smorzò ancora una volta pensando ad altro. « Vi chiedo scusa! »
« Riguardo cosa, Wynne? » forse perché mancava di fiducia in me? No. Capii subito dopo che si riferiva a qualcosa di cui aveva menzionato mesi fa, me e Alistair.
« Vi ho visti in questi mesi... sembra che la vostra sia una cosa seria. Lui vi guarda perso nei vostri occhi. E voi... cosa provate per quel giovanotto? » chiese infine.
« Io... » cosa provavo? Lo sapevo benissimo, faceva però molto male ammetterlo visto che l'ultima volta che l'avevo detto, era stato a Roderick prima di dirgli addio. « Io credo di amarlo! » mi sentivo libera, il peso che mi schiacciava era più leggero, ma non era Wynne la persona con cui volevo parlare, ne tanto meno Leliana nonostante fosse mia amica, era proprio il Custode.
« Lo immaginavo. Adesso vi lascerò andare... buonanotte! » disse infine congedandomi, la vidi entrare nella sua tenda, io mi voltai e andai di corsa verso la tenda di Alistair, situata vicino al falò e distante dalla mia.
« Alistair sei sveglio? » dissi a bassa voce, non volevo dirgli che lo amavo anche se mi sentivo elettrizzata, volevo solo stare con lui e parlargli un po' mentre eravamo da soli visto che gli altri dormivano. Forse solo Morrigan e Sten erano ancora svegli.
Improvvisamente vidi la tenda aprirsi e vidi un'impacciato Alistair che indossava una maglietta stracciata e i gambali dell'armatura, cercava di sfilarsi via gli stivali di cuoio ma aveva grandi difficoltà. « Che piacere vedervi! »
« Vuoi una mano? » chiesi divertita da quella scena, lui non rifiutò e gli sfilai gli stivali lasciandogli cadere i piedi per terra, li prese e li conservò nella tenda, poi esitò nel levare pure il sotto dell'armatura visto che sarebbe rimasto quasi nudo.
« Avevate bisogno di qualcosa...? » in effetti no, ma volevo solo stare con lui. Sedermici accanto, accarezzargli i capelli, dormire insieme a lui. Adesso riuscivo a sentirlo, il mio cuore che pulsava per il mio ossigeno infine si era trasformato in qualcosa di molto più forte, prima ne dipendevo. Adesso lo bramavo.
« No » risposi come una stupida. Lui non sembrò convinto della cosa, mi fece segno di allontanarmi e mi spostai, rientrò nella tenda e pensai di urlargli contro, poi uscì di nuovo e stringeva un fiore tra le mani, una rosa piena di spine, totalmente fiorita e rossa come il sangue. Me la porse con un movimento dolce.
« Questa è per voi! Ho pensato a voi quando l'ho vista a Lothering... » mi spiegò, lo fissai stranito mentre le mie mani si chiudevano lentamente attorno alle spine, la portai accanto al mio naso e un dolciastro odore mi bruciò le narici.
« Grazie Alistair... è bellissima! » mi sentivo commossa e desiderata, quello era un gesto dolcissimo, in quella rosa, Alistair aveva visto me, e da sempre mi teneva con sé, dentro la sua armatura, accanto al cuore magari.
« Ho pensato: “Come può qualcosa di così bello crescere in tutta quest'oscurità?” » una sua mano si mosse verso il mio viso, calda e istintivamente gli accarezzai il petto da sopra la maglietta. « Molto azzeccato non trovi? »
Il TU! Finalmente sentivo di nuovo il TU, decisi di farglielo notare con il solo intento di fargli capire che mi stava bene. « Finalmente non mi tratti più con distacco, mi piace... » un sorriso e lui restò catturato dai miei occhi come io lo ero dai suoi.
« Allora avrei dovuto farlo da un po'. Perdonami, Myalee... » il mio nome tra le sue labbra, un sospiro che mi faceva impazzire. « Adesso è meglio che vai a letto, buonanotte mia cara! » ecco che sentivo il mio corpo in fiamme, di nuovo quella passione che mi bruciava dentro.
« Buonanotte Alistair... » Buonanotte, amore mio. Gli diedi le spalle e mi strinsi alla rosa che mi aveva donato, conservo quell'oggetto ancora oggi in ricordo di quel tempo, perché adesso il Thedas è diverso, e Alistair mi ha insegnato che la luce si può trovare anche nell'oscurità.


La piccola casa sembrava essere rimpicciolita, suoni strani la rendevano ancora più fredda e glaciale di quanto fosse già, sembrava diversa da quella casa che ci aveva ospitati mesi e mesi fa. Dietro di me sentivo i miei compagni che camminavano, avevo deciso di portare Alistair per lo stretto legame che avevo con lui (con la rosa stretta al mio cuore dentro l'armatura), Wynne che era un'esperta di magia e un'ottima guaritrice e infine Zevran, era stato l'elfo a insistere affinché potesse venire con me e alla fine avevo ceduto. Tutti gli altri erano rimasti all'accampamento, Morrigan era lontana e non voleva venire per paura che Flemeth avesse trovato lo stesso un modo per poterla possedere anche mentre moriva. Avevo già scelto: la strega doveva morire e non potevo permettere diversamente. Ed eccola là: alta e possente nel suo vestito rosso pieno di decori, i capelli grigi e lunghi, gli occhi color dell'oro e nastri che le intrecciavano i capelli. Stava leggendo un libro scuro, molto simile al grimorio che avevo già dato alla figlia. Forse Flemeth aveva trovato ed elaborato nuovi incanti oscuri. Si voltò verso di noi mentre ci avvicinavamo, aveva l'aria seria e ben diversa.
« Ed eccovi infine. Alla fine la mia piccola Morrigan ha compreso il segreto della mia immortalità? » si era immaginata tutto, chiuse il libro e lo nascose nel suo vestito.
« Mi dispiace Flemeth, sei stata davvero preziosa e non avrò mai modo per ringraziarti per ciò che hai fatto a Ostagar » cominciai, estrassi la spada e la puntai contro di lei. « Ho bisogno di Morrigan! »
« Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto. Ebbene Custodi... pronti a ballare la danza della morte? Dovrei ricordare ancora come si balla... » disse infine, si allontanò dall'abitazione dandoci le spalle, non per fuggire, ma per trasformarsi!
Improvvisamente il suo corpo fu scosso dai tremori e mutò totalmente la sua forma, avevamo già parlato di quello ma non pensavo potesse rifarlo. Ovviamente avrebbe combattuto per la sua vita, anche se questo avrebbe significato uccidere gli ultimi due Custodi Grigi in tutto il Ferelden. Il corpo di Flemeth diventò gigantesco, si ingrandì a dismisura, i suoi arti si allungarono e dei grandi artigli comparirono, un paio di ali gigantesche fuoriuscì dalla sua schiena e la sua testa si deformò, un grandissimo drago violaceo comparve davanti ai nostri occhi e restammo quasi paralizzati se non fosse stato per il colpo di coda che riverso addosso a noi. Flemeth era veloce nonostante la sua stazza, noi eravamo di più ma avevamo moltissime difficoltà nel cercare di sopraffarla, Alistair tentò un disperato tentativo di ucciderla arrivando al petto del drago, lei gli riversò addosso un soffio di fiamme rosse e arancioni, temevo che fosse morto, nessuno scudo poteva reggere quelle fiamme impenetrabili, una gigantesca bolla era però apparsa attorno al ragazzo e Wynne cadde a pochi metri da me, stremato per lo sforzo eccessivo nel difendere Alistair. Mi lanciai con violenza contro il drago e Zevran fece lo stesso con le sue due spade, recise alcuni artigli della zampa e fu allora che il drago cominciò a gettare fiamme ovunque intorno a sé, riuscii a malapena a difendermi da un colpo di coda con delle punte acuminate come gli artigli stessi, dopo le fiamme cominciò una diversa tattica: fortuna che avevo lo scudo in avanti o sarei finita tra le sue fauci, mosse la sua testa per cercare di ingoiarmi interamente ma bloccai quel morso grazie allo scudo.
Mi spostai velocemente dalla mia postazione mentre Alistair e Zevran mi davano il cambio e Wynne continuava a lanciare incantesimi rafforzanti, non mi stupii quando vidi la lama della mia spada illuminata, una strana luce brillante come se fosse stata incantata in modo da eliminare il male ed epurarlo in qualunque forma. Vidi i due ragazzi volare via in mal modo, Zevran con un morso al braccio dal quale perdeva sangue e Alistair aveva i capelli bagnati di rosso, si teneva la testa come se morisse di dolore, fu allora che mi ersi contro di Flemeth, la spada e lo scudo sguainati. Mi spostai contro il drago che provò ancora una volta la mossa del morso, mi gettai in avanti e ruotai per evitare le fauci della creatura, mi rimisi in piedi e mossi la spada direttamente nel petto del drago dove speravo ci fosse il cuore.
Ci fu un urlo abominevole che quasi mi fece sanguinare le orecchie, poi una risata malefica mentre il drago spirava e il suo corpo diventava di cenere, la voce di Flemeth echeggiò in tutte le Selve e credo che anche Morrigan e gli altri avrebbero potuto sentire quell'avvertimento. « Non preoccuparti Custode, non ti porterò rancore. Ma sappi che un giorno tornerò e non ci vorrà molto! » un'altra risata e poi il vuoto più totale. C'erano solo gli indumenti rossi della strega e il nuovo grimorio tra di essi, lo presi tra le mani e tornammo all'accampamento, consegnai subito il libro di incanti alla strega, parve felicissima e forse mi disse la cosa più bella che potesse dire.
« Nonostante io sia stata cattiva con te, tu hai lottato per me come se fossi stata tua amica... da oggi posso dire che sei la cosa più vicina a una sorella. Grazie, Myalee! »
Non so perché ma quasi saltavo di gioia per quelle parole, dette da Morrigan sembrano incredibili, ma erano dette col cuore ne ho la certezza. Certo gli eventi che potevano seguire tutta quella storia forse erano proprio colpa del grimorio che le avevo appena dato... ma chissà, il destino mi è ancora ignoto e non so quale decisione sia stata la più saggia, avevo spesso dato la colpa al destino. Quella mia scelta avrebbe condizionato la mia vita in futuro.


Orzammar sembrava non arrivare mai, soprattutto perché il nostro viaggio durò moltissimo tempo e dovemmo fare una piccola deviazione a Redcliffe per fare rifornimento di scorte, il Flagello durava ormai da otto mesi e sembrava che sarebbe durato come i precedenti, secoli e secoli! Questo era l'inizio della rovina? Non saprei dirvi cosa pensavo all'epoca visto che non lo ricordo, è molto probabile che la Prole Oscura stava aspettando qualcosa, forse la comparsa dell'arcidemone a dirgli cosa fare e come spostarsi. Lungo le strade gelide avemmo modo di incontrare un mercante sospetto, Sten lo riconobbe subito come l'uomo descrittogli, colui che aveva la sua preziosissima spada, era praticamente diventato un bambino per come piangeva alle minacce del qunari. Alla fine cedette e ci rivelò che l'aveva venduta a un nano che abitava a Redcliffe, pensai subito che probabilmente Bann Teagan me ne aveva parlato quando volevano aiuto per salvare la città. Poteva essere ancora là in città? Non lo potevo sapere, dovevo però dire a Sten che avremmo dovuto aspettare molto per saperlo visto che dopo Orzammar volevo assolutamente andare a parlare con gli elfi dalish. Il nostro viaggio era ormai diventato troppo lungo, quasi un anno di Flagello, un anno dove eravamo stati lenti ma fortunatamente l'arcidemone non si era ancora rivelato. Fu così che arrivammo davanti le porte di Orzammar e allora estrassi i trattati.
« Dobbiamo entrare a Orzammar. Abbiamo bisogno di aiuto contro il Flagello... » dissi alla guardia davanti al cancello. Era strano parlare con i nani vista la loro notevole bassezza, tuttavia erano pieni di corazze e armi pesanti, facevano abbastanza paura visti i loro musi ed espressioni. La guardia lesse in silenzio il trattato.
« Il sigillo reale. Senza dubbio validi, dovrete però aspettare l'elezione del Re visto che Orzammar si trova in questo particolare momento di indecisione! » sapevo già che avrei dovuto fare qualcosa, cercare uno dei pretendenti e vedere di parlargli del Flagello, di sicuro era più importante che una disputa tra casate.
Entrammo finalmente nell'enorme portone e potemmo arrivare fino alla prossima porta che si sarebbe aperta sulla gigantesca e bellissima, nonché piena di lava, Orzammar. Un fiore bellissimo che aveva radici profonde, dove tutti i nani del Ferelden vivevano, o almeno vivono ancora che io sappia. In effetti è da molto che non scendo nelle Vie Profonde... fin dal nostro arrivo notammo subito la tensione che c'era in città a causa della guerra tra i due sovrani contendenti il trono della città: Lord Pyral Harrowmont (un nuovo aspirante al trono sotto richiesta del precedente re) e Bhelen Aeducan (figlio legittimo ed erede al trono). La situazione sembrava molto particolare visto che il primo sembrava avere idee poco chiare sul trono, il secondo invece era più agguerrito a tenere Orzammar unita, forte e pronta ad ergersi contro la Prole Oscura. Ma per adesso avevo bisogno di parlare con l'unico pronto a darmi un serio aiuto, mi rivolsi a Lord Harrowmont, o almeno a uno dei suoi galoppini, la cosa mi puzzava moltissimo visto che non ero di là.
« Il mio Lord vi chiede una prova di fiducia, vuole che partecipiate alle Prove, dei giochi in cui porterete in avanti l'onore del mio Lord, solo allora potrete parlare con lui! » Zevran non mancò di commentare ovviamente e Morrigan subito dopo lui.
« Che re sarebbe se ha paura di vedere qualcuno che chiede udienza? » disse l'elfo.
« Adesso veniamo ingaggiati come promotori di prodotti? Perché non apriamo una nuova linea di cosmetici fatti con arbusti di radice mortale? » il sarcasmo di Morrigan non mi fece gioire ma fui d'accordo con lei.
« In cosa consistono le Prove? » chiese Alistair incuriosito da quello strano rituale nanico, un rito che consisteva in una vera e propria battaglia contro altri nani. Non potevamo certo partecipare in circostante diverse immagino, ma Lord Harrowmont aveva fatto in modo che potessimo iscriverci, eravamo in sette e ci saremmo misurati tutti quanti, Morrigan e Wynne sarebbero però state insieme visto che gli scontri erano sei e il mio mabari dovette starne fuori.
Per primo entrò Alistair, seguì Zevran e poi Sten, i combattenti migliori del nostro gruppo e ovviamente mostrarono il loro onore senza indugiare un secondo, sconfissero i loro avversari; ancor più brava fu Leliana, la sua tecnica da bardo era stata letale ai suoi due avversari, caddero come foglie secche in meno di due minuti, il combattimento delle due maghe precedeva il mio e fu uno spettacolo puro. Potei osservarlo da una piccola finestra che dava sulla gigantesca arena piena di nani, sfumature di ogni colore volavano ovunque, Wynne potenziava gli incanti di Morrigan e lei usava i suoi poteri elementari per distruggere i suoi avversari, fu breve come incontro e i nani furono estasiati dallo spettacolo. Per me fu altrettanto facile, mi trovai contro uno dei migliori tirapiedi di Bhelen, non mi importava nulla di vincere per il Lord con cui avevo parlato, mi serviva solo un re a capo dell'esercito e avrei scelto quello che pensavo fosse migliore, avrei fatto di tutto per aiutare il anno che mi avrebbe dato l'esercito. Dopo pochi colpi di spada e grazie al mio scudo (nuovi entrambi aggiungerei visto che Orzammar ci aveva dato modo di permetterci un po' di lusso e riparazioni alle armi) mi trovai vincente sul corpo del mio avversario.
« Non prendetevela a male. Lo faccio perché ho bisogno di un re, non perché ogni onore vada ad Harrowmont » dissi al mio avversario per terra, infine ci dirigemmo tutti vincenti verso l'abitazione del nostro Lord.
Una splendida abitazione, situata nel Distretto dei Diamanti, il migliore dei sette distretti che si trovano ad Orzammar, credevo che Harrowmont fosse più umile vista la sua reputazione, ma ovviamente era pur sempre un Lord, il probabile successore del regno vista la storia che si celava dietro Bhelen: aveva incastrato la sorella Anghaela nella morte misteriosa del fratello Trial Aeducan, lei era stata esiliata e uccisa infine. Se non ricordo male, Duncan mi aveva parlato di un suo viaggio in cerca di reclute, era venuto a Orzammar e aveva messo gli occhi sulla giovane nana, ma alla fine non aveva voluto invocare il Diritto di Costrizione, immagino che l'avrebbe fatto sapendo la fine delle cose!
« Sapete... pare che le Prove non siano bastate al Consiglio. Bhelen ha alzato la posta in gioco... vuole che sia un Campione di Orzammar a dichiarare il prossimo re! » ci disse il Lord una volta che fummo al suo cospetto.
« Un Campione? Che intendete? » chiesi non sapendo a cosa si riferisse.
« Un personaggio importante e leggendario di Orzammar, un nano o una nana che si è fatto valere. Il Campione in questione si tratta di Branka, scomparsa da due anni nelle Vie Profonde. Sarà lei a decretare il futuro re... vi andrebbe bene farmi questo favore? »
No, non mi andava bene per niente. Scomparsa da due anni? Nelle Vie Profonde? Se non aveva fatto ritorno doveva essere morta! « Cosa cercava nelle Vie Profonde? »
« Si è mossa verso il Monumento di Caridin, cercava la perduta Incudine del Vuoto, allora? Cosa decidete Custode Grigio? Sappiate che Bhelen avrà lo stesso bisogno di un Campione, la scelta spetterà solo a lei... »
« E se fosse morta? » chiesi, il silenzio fu l'unico suono nella stanza reale per pochi istanti, infine capii da sola la risposta. « Sarà meglio setacciare le Vie Profonde in cerca di questa Branka... » dissi con un sospiro. Non mi interessava nulla di quella disputa tra i re, volevo solo l'appoggio dei nani.
E se ciò significava esplorare il luogo dal quale la Prole Oscura veniva, buon per noi. In fondo, essendo un Custode Grigio cosa mai potevo andare ad affrontare?






Angolo Autore:
Ok forse sono troppo ottimista... ma io sto adorando questo mio capitolo! Cioè mi piace moltissimo! Non pensavo di descrivere Orzammar così e pensavo andasse molto peggio... è anche vero che è stata veloce ma cominciamo!

Iniziamo iniziamo da... Wynne che parla, non c'è poi molto da dire sulla sua missione. La quest di Morrigan... e lei che mi diceva “sorella”... ma io stavo piangendo! È stata una sensazione incredibile sapere che le cose con lei potevano andare meglio anziché peggio! XD Tuttavia mi è dispiaciuto moltissimo uccidere Flemeth, è un personaggio carismatico (soprattutto nel 2). E poi la scena della rosa... oh mio dio piango *-* è stata una cosa dolcissima e io... awww :D il nostro cavaliere solitario finalmente si è sciolto con il TU (anche se nel gioco non accade mai e questo secondo me è un errore di traduzione visto che immagino sia “you” - “tu” o “voi”). Passiamo poi alla scelta di Harrowmont... lo faccio solo perché non mi piace andare a diffamare le persone, perché poi realmente non mi interessa chi sia il re a Orzammar. E scusate se ho eliminato la parte del Covo di Jarvia, mi sembra un evento tappa buca per fare missioni ehm... diciamo poco interessanti!

Grazie come sempre ad Alithea, ammetto che ho un po' paura perché sono veramente felice che passi tempo a commentarmi, ho sempre la convinzione che “grazie” non significhi nulla. Ed eccoci davanti a delle scelte importanti... Harrowmont o Bhelen? A chi verrà data la corona? E l'Incudine? Lo scopriremo nel prossimo capitolo che segnerà la fine della parte nanica e... forse altro! XD

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Capitolo 14
*** Un Campione per il suo popolo ***


CAPITOLO QUATTORDICESIMO
UN CAMPIONE PER IL SUO POPOLO


Avete mai conosciuto un nano? O una nana? Venendo da Altura Perenne avevo visto solo elfi e umani, i nani sono difficilissimi da trovare fuori da Orzammar o dalle altre loro città. Ho sempre pensato fossero cavalieri imbattibili, combattenti che mettevano rabbia e potere nei loro attacchi. Ho sempre saputo che non erano in grado di usare la magia, ma nulla avrebbe potuto fermare un nano che caricava il suo bersaglio. Ma quando uscimmo dalla casa di Harrowmont, ci trovammo di fronte un nano troppo particolare, e forse è proprio per quella sua caratteristica che lo volli con me nella squadra. Perché sentivo anche che con lui eravamo completi. Oghren apparve davanti alla porta e mi prese un polso, pensavo che volesse molestarmi o cosa ed ero già pronta a piantagli uno stivale in faccia; quel nano dalla barba lunga e dai rossissimi capelli, gli occhi caldi e il viso pieno, indossava un'armatura scura e molto pesante, alle sue spalle teneva una gigantesca mannaia fatta di chissà quale materiale. Alistair stava già per attaccarlo ma subito mi lasciò per spiegarsi.
« Sei tu il Custode Grigio? Quella che vuole scendere nelle Vie Profonde e cercare Branka? » chiese con la sua voce rauca, lo fissai stordita dalla puzza di alcol che il suo alito emanava.
« Sì sono io, come hai fatto a saperlo? Sei una specie di spia... nanica? » indietreggiò di pochi passi e parve imbronciarsi, in realtà era quella l'espressione che Oghren aveva sempre solo che scoprii anche questo più in avanti all'accampamento.
« Ehi ragazzina! Quando tu nascevi, questo nano aveva già conosciuto le Vie Profonde! » E cosa c'entra questo? Pensai appena finì la frase. « Vorrei chiederti se posso venire con te, Branka era mia moglie e per due anni non ho avuto notizie di lei... inoltre sono un esperto della Prole Oscura! Allora abbiamo un patto? »
Quel nano mi stava offrendo il suo aiuto su un piatto d'argento, un nuovo alleato che avrebbe completato il nostro gruppo, un'incredibile combattente faceva al caso nostro no? Avevamo maghi, ladri e assassini, guerrieri e Oghren avrebbe simboleggiato la torre di una scacchiera, un pezzo forte e letale con i suoi movimenti. « Va bene, mi chiamo Myalee... e tu sei? »
« Oghren! » rispose burberò allungando una mano per salutarmi, la strinsi per poi continuare a parlare.
« Oghren sarà un piacere averti in squadra. Consiglio di decidere ora chi verrà insieme a me... » mi voltai verso i miei compagni per decidere chi mi avrebbe seguita. « Alistair e Zevran li voglio con me. E tu Oghren ovviamente... sei un esperto delle Vie Profonde? Sappiamo come arrivare al Monumento di Caridin, ci serve il pezzo che porta in avanti! » gli dissi riponendo in lui la più totale fiducia.
« So come superare il Thaig Ortain e le Trincee dei Morti, saremo all'Incudine in meno di mezza giornata! » fu così che ci mettemmo in viaggio per completare anche quella missione per conto di Harrowmont.
Il Campione Branka era la moglie del nano, sparita in una spedizione alla ricerca della perduta Incudine del Vuoto creata dal Campione Caridin, uno strumento in grado di forgiare golem tramite anime dei vivi. Una cosa lugubre in effetti non trovate? Non mi pentirò mai di ciò che ho fatto! Ma questo lo dirò al tempo giusto. Avanzammo per entrare nelle Vie Profonde e ci trovammo nel mezzo dei labirinti che le costituivano. Restai meravigliata!
« Questo sono le Vie Profonde, dolcezza! » mi presentò Oghren, sono sicura che anche Alistair e Zevran erano rimasti meravigliati da quella splendente visione.
Giganteschi corridoi si ponevano davanti ai nostri occhi, splendenti e luminosi fatti di chissà quale lega resistente, chi aveva costruito quello splendore? I nani erano stati capaci di tanto? Lunghissimi, larghi e il soffitto era alto almeno dieci metri! Tutto brillava di una lega simile all'oro rosso, il pavimento era pulito come se fosse stato lucidato, forse perché era vicino all'ingresso della città. Sta di fatto che avanzammo nella meraviglia di quel bellissimo luogo, eppure quella bellezza mascherava qualcosa di davvero terribile. Qualcosa che avemmo modo di vedere e conoscere dopo qualche chilometro. Il sangue dei Prole Oscura bagnava il pavimento attorno un gigantesco colosso, una statua realizzata in oro (stavolta ero certo che fosse quel metallo), era un nano probabilmente, tra le mani aveva un gigantesco martello e alle spalle aveva un'incudine. Caridin doveva essere un fabbro.
« Sai che anche lui era un Campione no? È scomparso ormai molto tempo fa... sai che non riesco a credere che potrò riavere Branka? È strano ma penso che sia morta ormai! » aveva l'aria abbattuta, mi dispiacque vederlo in quello stato e cercai di tirargli su il morale.
« Non preoccuparti! Sarà ancora viva... da come ne parli sembra una che sa il fatto suo! » le mie parole sembravano però vuote visto che due anni erano passati senza sue tracce. La cosa era molto strana e non potevo nascondere le mie preoccupazioni, Harrowmont voleva che Branka lo sostenesse... ma se fosse morta? E se invece avesse scelto di allearsi con Bhelen? Non oso immaginare quale pandemonio si sarebbe scatenato dopo le elezioni!
Ovviamente da quel punto in poi cominciarono i veri guai, ci trovammo ad affrontare orde di Prole Oscura dietro ogni angolo, non avevamo neanche tempo per respirare, combattevamo e subito tornavamo ad avanzare e difenderci. Eravamo un quartetto di distruzione, io e Alistair eravamo letali visto l'ormai esperienza che avevamo ottenuto nell'arco di quei mesi, Zevran era veloce e assassinava i nemici con pochi colpi per poi passare a colpirne altri, Oghren recise così tante teste che ne persi il conto, forse Morrigan e la sua magia ci sarebbero serviti anche là sotto, ma quella squadra di distruzione era potente. Mi aspettavo una strada più complessa e molti problemi mi sovvennero soprattutto visto che trovammo la strada sbarrata da delle gigantesche macerie, eravamo entrati in una zona delle Vie Profonde molto diversa, Oghren mi comunicò che eravamo a metà strada e pochi chilometri ci separavano dall'Incudine del Vuoto ormai. Il Thaig Ortain si mostrò insidioso anche per i ragni e per la vasta area piena di vie scavate nella roccia e nella pietra rossa che circondava le Vie Profonde. Scenari di lava si mostravano a noi molto spesso, probabilmente eravamo sotto un vulcano o chissà a quanti chilometri sotto la crosta terrestre.
« Myalee. Guarda cos'ho trovato... » mi disse Alistair facendomi voltare, Zevran notò subito il cambio dei toni di Alistair, si era anche lui accorto del Tu e non mancò di farlo notare mentre mi avvicinavo al templare.
« Da quando voi due vi date del tu? » chiese, nessuno rispose a quella domanda e presi l'oggetto trovato, un diario nascosto tra la cenere, lessi subito la proprietà nella prima pagina, il nome di Branka brillava in inchiostro nero!
« È di tua moglie! » dissi rivolta al nano, andai a leggere le ultime pagine, quelle che ci avrebbero dato molte informazioni su cos'era successo tra quelle rovine.
La situazione non era chiara, non volli dare per scontato quelle parole che parlavano di un tradimento, improvvisamente la scrittura cambiava, era stata scritta da qualcun altro? Diceva che Branka aveva perduto il senno e aveva messo a rischio tutta la sua casata. Non potevo credere a quanto scritto e passai il diario a Oghren, neanche lui ci capì cosa ma fummo interrotti da un temibile ruggito, ci voltammo verso i corsi di lava lontani e vedemmo un gigantesco drago passare velocemente, scuro come il carbone e dagli occhi indemoniati, lo stesso sguardo che avevano i Prole Oscura, fu allora che il mio corpo fu scosso da una stranissima sensazione, dei brividi che arrivarono a farmi male, come se graffiassero la mia pelle. Il gigantesco drago ruggì qualcosa. Perché sì, ero stata in grado di capirlo. Ordinava di caricare, di uscire dalle Vie Profonde perché sarebbe uscito presto da quell'oscurità facendola dilagare ovunque nel Thedas.
Non so spiegarvi che sensazione fosse, mi voltai verso di Alistair che ero certa avesse la mia stessa espressione. « L'hai sentito anche tu? » quel drago aveva parlato, lui annuì ma entrambi sapevamo cos'era realmente. « L'arcidemone... »
L'avevamo appena visto, la temibile creatura che guidava la Prole Oscura si era finalmente mostrata a tutti noi. Ecco spiegato il perché la Prole Oscura non avanzava e restava a razziare i Bannorn, l'arcidemone non si era ancora mostrato. Ma ciò sarebbe accaduto molto presto e allora ne avrebbe pagato il prezzo. Chi sarebbe caduta per prima? Redcliffe? Altura Perenne o Denerim? Ci spostammo via da lì passando per alcuni ponti, trovammo dei nani a guardia delle porte, Oghren mi avvicinò dicendo che erano membri della Legione di Orzammar, non ero incuriosita ma finsi di esserne interessata mentre percorreva l'ultimo tratto che ci separava dalla tanto agognata Incudine. E ancora nessuna traccia di Branka...
« Dimmi la verità Custode! » mi disse Oghren mentre ci introducevamo in un lungo corridoio, un passaggio che secondo le sue carte avrebbe portato alla stanza da noi cercata. « Branka è morta secondo te? »
« Chiamami Myalee! » lo corressi e poi risposi alla domanda mentendo. « Credo che abbia avuto le sue buone ragioni per stare qui per due anni! » Zevran e Alistair capirono il mio imbroglio e il primo me lo fece notare.
« Ti brillano gli occhi quando menti, casualmente lo stesso sguardo che hai quando parli o guardi Alistair. Vorrà dire qualcosa no? » mi fece raggelare il sangue, quell'insinuazione significava che io mentivo ad Alistair, ecco perché tra me e Zevran non poteva mai esserci qualcosa di serio: lui dava per scontata la sua bellezza e il fatto che fosse attraente per tutti. Ma ai miei occhi c'era solo Alistair perciò ignorai le sue parole e continuammo il percorso.
Ed eccoci arrivati, una stanza diversa da come l'aspettavo, una caverna immensa costituita da un grande passaggio in pietra, davanti a noi una statua di un golem fatto in acciaio probabilmente, dietro di lui e distanza di alcuni metri, una gigantesca incudine che brillava di una strana luce. Eccola finalmente!
« Salve stranieri. Immagino che siate qui per l'Incudine? » saltammo tutti indietro quando la voce partì da dentro il golem. Restammo alla larga e quello continuò a parlare. « Mi spiace ma non potrete averla. Non voi come non l'avrà quella pazza... » si riferiva sicuramente a Branka. Non c'era spiegazione.
« L'Incudine del Vuoto » stavolta fu una voce femminile a parlare, ci voltammo verso destra e dall'ombra comparve una nana, un viso pulito e scarno, l'armatura pesante mal ridotta e i capelli ordinati, l'arma che le cingeva il fianco. « Crea golem dalle anime dei vivi... tu Caridin, non mi impedirai di ottenerla! » volse l'arma contro il golem e poi Branka si voltò verso il marito. « Ciao, Oghren. Riesco a sentire il tuo fetore da qui... »
« Per tutti i diavoli! Branka finalmente ti ho trovata! » il nano esplose di gioia e provò ad avvicinarsi ma lei gli puntò la spada contro e fu allora che mi vide.
« E chi sei tu straniera? » chiese spostandosi verso l'Incudine, solo allora cominciai a riflettere sulle parole della nana, Caridin? Il Campione era quel golem? Caduto vittima dell'Incudine stessa da lui creata!
« Sono un Custode Grigio e ho bisogno di un Campione per decidere chi sarà il prossimo re di Orzammar. Mi serve aiuto per la Prole... » fui bruscamente interrotta da Branka che mi zittì facendomi il verso di sopra, come a imitare la mia voce.
« Facciamo così: uccidi questo golem stupido e ti creerò una corona, inoltre avrai il tuo esercito di nani una volta che avrai scelto il successore. A me non importa nulla! » disse soffocando una risata. Forse le scritte nel diario dicevano il vero!
« No, aspetta! » urlò il golem contro di me, ci voltammo verso di lui, eravamo di nuovo di fronte ad una scelta, Branka contro Caridin. « Sono un'abile fabbro. Ti forgerò la corona e potrai donarla a chi vuoi... ma distruggiamo l'Incudine! Crea troppo male... e lo so solo ora che l'ho sperimentato su di me! » redenzione, qualcosa che Leliana mi aveva insegnato essere giusta.
« Myalee io dico che dovremmo ascoltare Caridin. Potrebbe capitare pure a noi un giorno di diventare golem. Non potrei mai sopportare l'idea di perderti così... » Alistair aveva espresso il suo parere che contrastò quello di Zevran.
« Io dico che ci serve potere, teniamo l'Incudine e diamo ascolto alla pazza moglie di Oghren, che nessuno sa come abbia potuto sposare! » il sarcasmo non era per niente adatto in quella situazione così difficile, Oghren era combattuto tra le due cose e alla fine parlò con molto dolore nella voce.
« Non mi importa più di Branka. Questa figura... non la riconosco. Non ti serberò rancore per ciò che sceglierai... » cosa fare quindi? L'Incudine ci avrebbe fornito dei golem, ma Branka lo faceva per il potere e io non volevo potere, Caridin ci proponeva una corona da dare a uno dei due re. Orzammar aveva bisogno di essere guidata da qualcuno, le due situazioni combaciavano: da un lato Branka e Harrowmont, due figure apparentemente forti ma non adatte al comando, il secondo avrebbe saputo governare su Orzammar? Un po' come Caridin e Bhelen... avrebbe vissuto da tiranno ma avrebbe tenuto unita la città. La scelta mi sembrava ovvia.
« Caridin, vi aiuterò a distruggere l'Incudine. Non mi interessa avere potere... altrimenti i miei amici sarebbero anche sacrificabili come golem... e non lo permetterò mai! » ero in particolare rivolta alle parole di Zevran, ci fu un urlo contrariato di Branka e lo scontro finale ebbe inizio.
Lo scontro fu difficile visto che la nana era molto veloce, nonostante questo era da sola e si trovava a lottare contro quattro esperti combattenti e un golem potentissimo. Non aveva il tempo di concentrarsi per colpirci, aveva fatto un errore troppo grande ad attaccarci tutti insieme, era meglio che si fosse costituita o arresa, alla fine fui io stessa a darle il colpo di grazia, un colpo diretto contro la sua armatura che la spinse indietro, dove non trovò più il terreno a tenerla in piedi, trovò il nulla e cadde urlando, il silenzio dilagava tra noi finché non sentimmo il rumore di qualcosa che colpiva la lava con un tonfo, segnava ufficialmente la morte di Branka; Oghren chiaramente era sconvolto ed era perfettamente comprensibile visto che aveva perso la moglie che non vedeva da due anni. Caridin si avvicinò all'Incudine, accanto all'oggetto c'erano svariati metalli, l'oro era in quantità eccessive.
« Distruggerete l'Incudine? » annuii e lui cominciò a forgiare la nuova corona, il simbolo che avrebbe deciso chi sarebbe stato il re dei nani. Avevo da fare una scelta, Caridin mi dava la corona perché fossi io a scegliere al suo posto, Harrowmont o Bhelen? Riflettei a lungo e Alistair si avvicinò a me in silenzio, posò il suo braccio con delicatezza attorno alla mia vita e parlò.
« Chi sceglierai? » non seppi cosa rispondere visto che non avevo idea di chi fosse il sovrano migliore. Ci pensai: come si poteva scegliere? Non ero nessuno per decidere chi avrebbe avuto la sovranità su Orzammar. « Io sceglierei Bhelen! »
Mi voltai verso di lui con l'espressione sconvolta. « Proprio tu lo dici? Tu solitamente sei buono. Bhelen è l'esempio del tiranno! »
« Lo so, ma è l'unico in grado di comandare realmente su Orzammar. Inoltre non credi sia più giusto che il trono resti in mano al sangue reale? » aveva ragione e sentivo un riferimento alla sua situazione, era il piano di Arle Eamon portare Alistair sul trono del Ferelden; non ebbi modo per dirlo visto che Caridin mi consegnò una grande corona tra le mani. Con l'aiuto di Alistair piantai la spada nell'Incudine che si divise e metà, poi tornammo di corsa in città e lasciai Caridin al suo destino, non ne sentii mai più parlare, forse si era gettato anche lui nella lava come successo a Branka, l'ultimo modo per espiare i propri errori.


La sala del Concilio era grande, c'erano moltissimi nani e tutti stavano attendendo il nostro ritorno, da un lato c'erano i sostenitori di Bhelen, dall'altro i sostenitori di Harrowmont, avanzai dentro la stanza insieme a tutti i miei compagni, Oghren vicino a me come sostegno contro i nani. Stringevo la corona tra le mani, era pesante ma ancora più pesante era la scelta che stavo per fare. « Abbiamo incontrato il Campione Caridin, egli ha forgiato questa corona chiedendomi di scegliere al posto suo colui che ritenessi il migliore tra i due re... » ovviamente fui interrotta dal biondo principe.
« Questo è assurdo! È chiaro che il Custode sia dalla parte di Harrowmont e l'abbiamo appurato durante lo svolgimento delle prove! » disse Bhelen, presi un attimo per poter prendere fiato e scaricare via il nome.
« Ho scelto il Principe Bhelen Aeducan, egli sarà il nuovo re di Orzammar » come previsto, il silenzio vagò per la sala e dei mormorii lo portarono via.
« Custode... io sono sconvolto. Grazie per la vostra fiducia! » disse Bhelen avanzando contro di me, era più che ovvio che non avesse parole, gli feci indossare la corona. « Farò in modo che l'esercito dei nani vi raggiunga subito in battaglia. Avrete l'appoggio che siete venuti a cercare! » detto quello, potemmo finalmente andare via, la nostra prossima e unica direzione: la Foresta di Brencilian, dovevamo andare degli elfi dalish per l'ultimo dei trattati.


« Posso parlarti? Ecco... ho bisogno di dirti qualcosa di molto importante! » Alistair stava sudando mentre cercava di parlarmi, forse perché ormai avevamo lasciato le fredde montagne e l'estate si stava avvicinando di nuovo. Erano passati nove mesi dall'inizio del Flagello, da quando ero diventata un Custode Grigio.
« Dimmi pure Alistair! » eravamo vicini la mia tenda nell'accampamento, la notte era profonda e il cielo trapuntato di stelle, stavo per andare a dormire, mi ero seduta accanto al falò e avevo finalmente deciso di andare a letto. In fondo non mancava molto per arrivare nei meandri della foresta degli elfi.
« Ecco... io sto impazzendo! Sento che se non ti avessi accanto a me... la mia vita non sarebbe più la stessa... » non stava succedendo realmente, non potevo crederci. « Lo ammetto: ho paura di cosa il futuro possa riservarci, e se anche tu ami me come io amo te, ti chiedo di dormire con me stanotte, nella mia tenda... »
« Alistair... io voglio stare con te! E voglio anch'io stare con te questa notte » il mio corpo venne scosso dalla paura, lui mi prese la mano tramite il guanto, mi trascinò con la sua forza dentro la sua tenda, era larga e stranamente comoda, mi fece stendere sul suo giaciglio e si posizionò sopra di me schiacciandomi con il suo peso, il cuore mi batteva all'impazzata mentre il suo viso si univa il mio, le nostre labbra unite in quel bacio che non sarebbe terminato come l'unico che ci eravamo dati.
Il suo tocco tra i capelli, il sapore delle labbra Alistair e il suo respiro sulla mia pelle; le nostre armature gettate via come se fossero di troppo, movimenti delicati e lenti, prima i nostri busti, poi tutto il resto delle armature, i suoi pettorali che toccavano i miei seni ancora coperti dalle fasce, i nostri addomi uniti in vita. Ammetto che la sensazione del corpo di Alistair seminudo mi fece strano, non era Roderick, il sentimento che provavo per lui era per sempre cancellato e nulla di paragonabile a quanto Alistair mi stava facendo provare, le nostre fasce intime strappate con forza e abbandonate. Lo ammetto: nonostante per Alistair fosse la prima volta, lasciai a lui le redini del gioco, quella battaglia dove entrambi avremmo vinto, non potevo ancora crederci, e non vi nascondo l'imbarazzo nel sentire la sua parte più intima dura contro la mia pelle morbida. Ora sì che stavo bruciando!
« Hai paura che ti faccia male? » chiese stupidamente, un sussurro così dolce e sensuale che mi percosse la schiena accendendo in me quella voglia di spingermi ancora oltre, quella voglia di fare l'amore con lui! Il desiderio.
« Tu non mi faresti mai del male, vero Alistair? » chiesi, un altro bacio e il suo sapore che mi inebriava, si muoveva dolcemente tra le mie labbra, un po' con fare impacciato e un po' con disinvoltura come se si fingesse esperto.
« Ti amo Myalee! Non lasciarmi mai... resta sempre mia dopo stanotte... resta per sempre accanto a me! » eccomi perduta, adesso stavamo siglando un patto d'amore, qualcosa che non saremmo mai stati in grado di distruggere. Non importava della Prole Oscura, di Morrigan o degli altri compagni, non m'importava del Flagello, io e Alistair ci appartenevamo e basta.
« Non lo farei mai Alistair! Ti amo come non ho mai amato nessuno... » era vero, non vi nascondo che vorrei che la mia prima volta fosse stata quella, ma purtroppo non potrà mai essere così anche se per me lui è stato il primo che ho amato incondizionatamente!
Sarei forse cattiva se non vi rivelassi i dettagli di quella notte? Vorreste che lo facessi vero? Ma questa è un'altra storia; quella notte con Alistair fu senza dubbio la migliore della mia vita, la più bella che una ragazza potesse vivere, Alistair era stato gentile dal primo momento fino all'ultimo, e non vi nascondo che non ne potei fare a meno di farlo ogni sera! Ditemi pure che sono esagerata, ma sentivo realmente il bisogno di dover recuperare il tempo perso, Alistair era dello stesso avviso, forse essendo un ragazzo i suoi ormoni lo spingevano direttamente tra le mie braccia, ma d'altronde se aveste conosciuto Alistair come l'ho conosciuto io, non vorreste di certo dissentire. Quella notte avevamo fatto qualcosa di più dell'amore, ci eravamo uniti come una vera coppia, non più amanti segreti, perché non mi importava nulla del fato che i nostri compagni potessero commentare sul perché io e Alistair eravamo più rilassati o sul motivo dei nostri sguardi e di pochi attimi rubati, se l'avessero saputo avrebbero dovuto accettarci.
E forse proprio questo fu a distruggermi l'esistenza, perché avevo un punto debole. Alistair, la ragione della mia vita. Gli eventi che accaddero pochi mesi dopo a quella notte... se ci penso riesco ancora a svegliarmi nel cuore della notte urlando.







Angolo Autore:
Un giorno. Per scrivere questo capitolo ci ho messo un giorno, e spero sinceramente che non si sia visto altrimenti potrebbe essere scritto male e ci resterei abbastanza male xD La parte nanica è finita. Commentiamo insieme.

Come vi avevo anticipato, ho riassunto la parte delle Vie Profonde e tutti quei lunghi e complicatissimi cunicoli pieni di missioni interessanti comunque. Mi dispiace ma ho preferito affrontare in questo modo le Vie Profonde con questa squadra u.u Oghren... a me fa impazzire! Mi piace moltissimo come personaggio e credo che lo metterò in qualche altro cap (a differenza di Sten che lo uso... quasi mai ^^). Arriviamo alle scelte: Branka è una pazza! Sono pienamente d'accordo con Caridin, distruggiamo l'Incudine. Per la mia prima partita ho scelto Harrowmont e tutti sappiamo cosa accade, mi sta sulle palle! Bhelen è cattivo e tirannico, ma è un re che vale cento volte e quindi... che Orzammar abbia il suo tiranno.

Sono davvero felice che tu, Alithea, commenti sempre i miei capitoli, grazie come sempre per tutte le belle parole che dici, che mi rafforzano e che realmente mi danno una spinta per andare avanti (un po' come con il capitolo di oggi). Ho fatto un salto in avanti... grazie a tutti i lettori e a tutti coloro che seguono, a presto con il cap ^^

Angolo rosa della FF
Ma Alistair e Myalee!?!? Ma cos'è successo??? Finalmente stanno insieme *-* mi dispiace se qualcuno pensava ad una possibile Myalee/Zevran; per quanto trovi l'elfo un buon partito, il nostro cavaliere antico mi fa impazzire e trovo che entrambi stiano bene messi insieme, quello che resta da dire è... cosa accadrà alla coppia in futuro?

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Capitolo 15
*** Gli elfi dalish ***


CAPITOLO QUINDICESIMO
GLI ELFI DALISH


Uno sguardo nascosto, un'occhiata piena di mille significati, un invito a passare la notte insieme, riuscivo a leggere tutto questo in un solo sguardo di Alistair, quei bellissimi occhi di cui mi ero innamorata, un sorriso di sbieco e il suo viso mi rapiva completamente. Anche per lui c'era più dell'attrazione fisica, riuscivo a sentirlo tramite il tocco delle sue dita sulla mia pelle. Il problema principale era che volevamo stare un po' da soli, ci eravamo ormai inoltrati tra gli alberi scuri e i silvani altissimi alla ricerca dei dalish, il nostro accampamento si trovava in una radura con un piccolo e profondo laghetto accanto, il tutto celato dagli alberi però. Riemersi dall'acqua, il mio corpo estasiato dal piacevole fresco che l'acqua dava al mio corpo, un placarsi di quell'aria afosa. Non restai nuda a lungo, qualcuno da dietro mi avvolse tra le sue braccia e mi costrinse a girarmi, il corpo di Alistair era caldo e tra le sue braccia mi sentivo realmente protetta, restammo in acqua per qualche minuto ancora, tanto per goderci quel bagno insieme e per riposarci un po'.
« Non penso che ne avrò mai abbastanza! » disse con malizia, un sussurro al mio orecchio che mi fece spostare il viso e mi fece voltare contro il suo, un bacio rubato e potei parlare anch'io.
« Dovremmo cercare di tenerci un po' di forze per lottare contro l'arcidemone e la Prole Oscura non trovi? » chiesi anch'io con la voce bassa, impercettibile da chiunque tranne qualche animale chissà dove in quell'oscurità.
« Ci penso e dico che dovremmo. Ma poi vedo che stai bene con me... allora mi dico che stiamo facendo bene a goderci ogni istante » annuii e socchiusi gli occhi, mi appoggiai di nuovo a lui, un abbraccio che non avrei mai voluto sciogliere ma che dovevamo interrompere perché gli altri potrevano accorgersi della nostra eccessiva assenza anche se forse era chiaro come il sole cosa c'era tra noi.
« Meglio che torniamo all'accampamento o penseranno male! » dissi scherzando, uscimmo piano dall'acqua, eravamo ancora immersi quando sentii il mio corpo sollevarsi tra le braccia del ragazzo e che mi portò sulla riva in braccio a sé, ci asciugammo come meglio potevamo e poi indossammo gli indumenti per dormire (ovviamente non mettemmo l'armatura o saremmo stati molto scomodi).
« Sai Myalee, ho bisogno di chiederti una cosa. Ora che siamo così intimi... » capii che la cosa non riguardava noi, avevamo già parlato di tutto. Anche dopo il Flagello saremmo rimasti uniti, dovevamo ricostruire l'ordine dei Custodi Grigi insieme no? Chissà dove avremmo fatto sorgere la nuova base.
« Dimmi pure, sai che ti rispondo a tutto » risposi mentre indossavo i miei pochi stracci, Alistair non si fece problemi a restare a petto nudo mentre camminavamo verso l'accampamento.
« Volevo domandarti dei nostri compagni. Che ne pensi di Oghren? Voglio dire... capisco perché Branka l'ha lasciato vista la puzza di alcol! » lo disse a mo' di battuta ma sapevamo entrambi che era vero.
« È un tipo strano. È però un buon combattente e il suo fetore di alcol non sembra condizionarlo in combattimento. Magari stordisce i nemici! » risposi con sincerità, mi ero già detta che avrei detto la verità per ogni compagno.
« E Zevran? Quell'elfo ha cercato di ucciderti mesi fa... ancora non riesco a fidarmi di lui! E gli sguardi che ti lancia... come se ti spogliasse nuda! Impazzisco di gelosia » era dolce ma non volevo che Alistair si preoccupasse di quello.
« Tranquillo! Dovresti essere più preoccupato del fatto che spogli te con gli occhi. Zevran è un tipo apposto e non vuole realmente me, vuole solo avere il mio corpo... » l'elfo era ambiguo ma il suo era un desiderio carnale e nulla di più.
« Sten... quel qunari mi fa accapponare la pelle. Ricordi che cosa disse? Che aveva ucciso una famiglia perché aveva perso la spada... è ridicolo. Non ti preoccupa? » no, Sten era apposto e mi dispiaceva solo non avere più tempo per dedicarmi alla sua spada, ma tutto avrebbe avuto il suo tempo.
« È strano ma mi fido di lui. È come Oghren, è una macchina da guerra che siamo fortunati ad avere con noi. Hai visto come muoiono i nemici sotto la sua spada? » Alistair non sembrava convinto della mia risposta tuttavia annuii.
« Immagino tu abbia ragione. E che mi dici di Leliana? Il fatto della sua visione... forse è stato davvero il Creatore a volerla con noi anche se... non so se crederle. A volte mi sembra così triste... poi sembra di nuovo felice! » mentre lo diceva entrammo nella radura, illuminata dal falò splendente, come al solito superammo la tenda di Morrigan che preferiva passare il tempo da sola, superammo le altre tende e ci mettemmo in disparte accanto alla mia.
« Io credo in lei! » dissi sussurrando a bassa voce. « È mia amica. Credo in ciò che crede lei. Forse il Creatore l'ha mandata a noi... e immagino che le manchi casa. Come tutti noi no? » mi affrettai a risponde, il mio lato dolce emergeva ancora. « Anche se ormai casa mia è ovunque ci sarai tu! »
Fece un sorriso e mi appoggiai alle sue spalle, i nostri compagni erano ancora svegli e qualcuno ci lanciava delle occhiate, Wynne per esempio, sembrava soddisfatta. Leliana era incuriosita e Oghren sembrava rammaricato, forse anche lui e Branka un tempo erano stati come noi due. « Ti fidi di Morrigan? » fu questa l'ultima frase.
« No. Ho sempre paura di ciò che pensa... per questo anche per la maggior parte delle volte la lascio qui. Ho paura di ciò che potrebbe fare... specie da quando le ho dato il grimorio.... ho una brutta sensazione! » un'altra risposta sincera, mi diede la buonanotte, contento che avessi risposto ai suoi quesiti, avevo ancora da fare prima di andare a dormire.
Come prima questione mi avvicinai a Leliana, la suora non mancò di studiarmi con il suo sguardo profondo, un sorriso le si dipinse in volto. « Conosco quello sguardo... avete qualcosa da dirmi non è vero? » chiese con una risata, annuii. « Tu e Alistair? » chiese infine, scoppiammo a ridere entrambe ma senza sghignazzare visto che altri compagni stavano andando a dormire o dormivano già.
« Finalmente è successo! Mi sento felice adesso... adesso che io e lui stiamo insieme. I miei giorni passano più in fretta e sono pieni di felicità » risposi, lei tornò seria mostrando però la soddisfazione nel vederci insieme.
« E com'è a letto? Vi ho studiati da un po'... immagino che se siete così rilassata e felice, Alistair nasconda qualche piccolo segreto! » erano le solite cose tra amiche, qualcosa che mi faceva piacere visto che non ne avevo mai avuto.
« Davvero appagante! » dissi, continuammo a ridere e le raccontai molte altre cose di quelle sere, non volevo scendere nel particolare visto che comunque mi imbarazzavo io stessa a parlarne anche con Alistair. Restammo sveglie fino a mezzanotte passata quando Leliana decise che era ora di andare a letto.
« Grazie per esserti confidata con me. Spero che quando vi sposerete io sarò la damigella d'onore... » annuii con forza e poi la vidi spostarsi verso la sua tenda. Mi restava solo un'ultima persona con cui desideravo parlare, Oghren era fuori dalla sua tenda e probabilmente aveva sentito tutta la nostra discussione. Mi sedetti accanto e lui e tirò fuori una bottiglia di liquore che mi offrì.
« Oghren io non bevo! » dissi in modo molto gentile e rifiutando la bottiglia di liquore, lui cominciò a berla in quantità, potevo vedere chiaramente che il livello del liquido diminuiva esponenzialmente fino a che non terminò. Ci aveva messo un minuto per scolarsi tutta la bottiglia!
« Io bevo moltissimo! E vedere te e Alistair in quel modo... mi fa crescere le ovaie! » disse con voce stranita, chiaramente era confuso e intorpidito dall'alcol che cominciava a circolare nel suo sangue.
« Mi spiace per Branka. Magari potresti trovarti un'altra nana o non so... » il mio era un modo per tirargli su il morale, la cosa ovviamente non parve rasserenarlo.
« Donna... tu ci verresti a letto con uno come me? » chiese, rimasi immobile per qualche istante cercando di pensare a una risposta adeguata per rifiutare senza urlargli contro. « Tranquilla te l'ho chiesto solo perché sono ubriaco. Domani neanche me lo ricorderò che ti ho parlato... » la cosa mi fece sbuffare a ridere, decisi di rispondergli con la stessa moneta, scherzando un po'.
« Certo mio bel nano focoso! » finalmente vidi Oghren ridere, mi aspettavo una risata mostruosa, ma il suo sorriso (escludendo i denti gialli) era sincero e realmente appagato, si mise composto dopo aver finito di ridere.
« Ti piace la vita qui fuori vero? Orzammar sembra un bel posto... ma sono sicura che abbia le pecche di una qualunque città! » continuai a dialogare con lui.
« Già! L'aria pulita mi piace... non mi fa sentire quell'orrenda puzza che emano a causa dell'alcol... » annusò l'aria con forza fino a riempirsi tutti i polmoni. « Senti poi che profumo? Non c'è nulla di simile a Orzammar » mi rispose infine.
« Sono lieta di aver avuto la possibilità di incontrarti. Ma immagino sia giunta l'ora di andare a letto... domani devo svegliarmi presto per arrivare dai dalish, non sarà necessario spostare l'accampamento » dissi salutandolo, fu allora che mi diressi verso la mia tenda e mi stesi, l'indomani avremmo parlato con i dalish, ormai sapevo che avremmo incontrato problemi, forse era questa la sensazione negativa che avvertivo in quei giorni. Come su molte cose, mi stavo sbagliando alla grande!


Il sole sorse in cielo troppo presto, la radura era illuminata da una splendente luce rossastra, quando aprii gli occhi era ancora l'alba, la luna era sparita già da un po' e le stelle che brillavano si stavano spegnendo una ad una. Uscii dalla tenda cercando di stirarmi i muscoli perché mi sentivo indolenzita. Non avevo dormito molto bene in effetti. Quella notte l'arcidemone aveva fatto visita nei miei sogni, ma non era un vero e proprio sogno, solo la mia immaginazione che mi torturava. Mi avvicinai al falò ormai spento e carbonizzato e mi fermai a pensare. Durante il nostro colloquio con gli elfi dalish avremmo dovuto cercare Aneirin, l'apprendista che Wynne mi aveva chiesto di cercare, volevo perciò portarmi lei in squadra. Sono sicura che anche a Zevran avrebbe fatto piacere, essendo cresciuto ad Antiva City, chissà com'era per lui vedere un accampamento di veri dalish. E naturalmente non sarei andata da nessuna parte senza colui che aveva il mio cuore, Alistair. Avevo scelto la squadra per andare a parlare con Zathrian, il guardiano degli elfi; ma cosa avremmo fatto dopo? Ci aspettava un viaggio verso Redcliffe per tornare a parlare con Arle Eamon, inoltre nella città c'era da sbrigare anche la questione irrisolta di Sten, speravo tanto che avrebbe riavuto la sua spada, ovviamente non ne avevo alcuna garanzia.
Fu così che i miei compagni a poco a poco cominciarono a svegliarsi, con nostra sorpresa ricevemmo visite ma non dai Prole Oscura o dai dalish, erano due nani che viaggiavano con una gigantesca carrozza e un cavallo che la trainava, pensavo fossero nemici o qualche problema con Loghain, i due nani però si presentavano bene e sembrava che Oghren li avesse già visti a Orzammar.
« Finalmente vi abbiamo raggiunto! Siete una donna difficile da trovare sapete? » disse fermando la carrozza davanti al nostro accampamento. Potevo vedere che c'erano molti oggetti al suo interno, poteva essere un mercante.
« E voi chi sareste? » chiese Alistair diffidando da quei due, uno aveva lo stesso broncio di Oghren, solo che era capovolto in un'espressione tranquilla. L'altro aveva l'espressione perduta e confusa e mi fissava con occhi spalancati.
« Lasciate che mi presenti, mi chiamo Feddic Bodahn e questo è mio figlio Sandal! » disse quello con l'espressione sveglia presentando se stesso e il nano accanto a lui. Poteva essere vero visto che era molto giovane in viso. « Saluta Sandal! »
« Incantamento! » questa fu la risposta di quel nano. Lo fissai stranita e successivamente Feddic mi disse che il nano era venuto a contatto con una grande quantità di lyrium che l'aveva parecchio confuso.
« Cosa cercavate da me? » chiesi salutando entrambi con la mano, fu ovviamente il padre a rispondere visto che Sandal sembrava conoscere solo quel vocabolo.
« Visiterete molte città... sarebbe buono per il nostro commercio. Inoltre possiamo vendervi armi e armature e, come avrete capito da mio figlio, incantamenti di ogni genere per le vostre armi e corazze.
Non dico che Feddic fosse una cattiva persona, ma i nostri soldi non potevano essere spesi con tanta facilità per comprare tutte le sue merci, io inoltre ero molto attaccata alla mia spada di famiglia e allo scudo di Altura Perenne, non vi avrei rinunciato se nonché vi applicò una qualche tipo di runa del freddo; inoltre potemmo far riparare le nostre armature di nuovo visti i danni che avevano riportato nelle Vie Profonde, sarebbe comunque rimasto al campo e non ci avrebbe seguiti, questo mi stava bene almeno non avremmo avuto problemi con i dalish.
Mi spostai in fretta con il gruppo che avevo scelto, Alistair non era molto d'accordo con la scelta di portare Zevran con noi, sembrava che non riuscisse più a sopportare le battute dell'elfo, ormai era evidente la relazione tra me e Alistair e cercavo di evitare di ascoltare la maggior parte delle sue battute, soprattutto perché sapevo essere date dalla gelosia nei miei confronti. Ci trovammo la strada sbarrata da un gruppo di elfi, erano armati di archi e frecce, spade affilate e dentellate con strani simboli incisi, una tra loro si mostrò con un tatuaggio strano in volto, si fece avanti con le armi pronte per essere usate.
« Se vi siete persi nella foresta sarete perdonati. Ma se così non fosse... vi consiglio di sbrigarvi ad andare via per una strada diversa » chiaramente era una minaccia, a quanto sembrava gli elfi dalish non amavano molto stare con gli umani, forse perché un tempo la situazione era diversa dall'attuale dove gli elfi sono spesso ridotti in schiavitù, come al castello di Altura Perenne stesso!
« Ti sembro una comune viaggiatrice? » le dissi con la stessa moneta, estrassi il trattato e lo mostrai all'elfa. « Vengo in nome dei Custodi Grigi, vengo per parlare con il vostro guardiano per reclutarvi contro la Prole Oscura! » non poteva dire nulla per opporsi, dovette lasciarci passare in silenzio e ci scortò all'interno dell'accampamento.
« Questo è davvero insolito per noi elfi... ridurci a vivere tra la cenere... » questo fu uno dei commenti di Zevran. Chiaramente potevo dargli ragione visto come si presentava la situazione degli elfi ai nostri occhi.
C'erano tantissime tende a mo' di tendopoli, racchiuse come se fossero divise in distretti, gli alberi le separavano e le rendevano più belle con il verde brillante delle foglie, c'erano anche degli alberi dalla corteccia blu intenso, avevo sentito parlare del legnoferro ma mai visto con i miei occhi. I dalish erano in molti, circa un centinaio, forse un numero eccessivo per un accampamento come quello, potei notare che l'intera zona era in pendenza verso un grande lago dall'acqua cristallina, oltre di esso c'erano delle rovine e poi l'immensa foresta, non ne potevo scorgere la fine ovviamente. La maggior parte dei dalish che incontrammo ci fissarono male, non avevano fiducia in noi ma non m'importava avere la loro simpatia, mi servivano le loro armi e la loro preparazione bellica. Superammo una specie di ospedale dove vedemmo moltissimi elfi stesi, soffrivano per qualcosa e tra di loro un in particolare spiccava, un elfo che sembrava farsi in quattro per tutti gli altri, che correva avanti e indietro cercando di guarirli dai loro mali o almeno di alleviare i dolori. Non potevo non riconoscere subito la bellissima veste del Circolo dei Maghi, ormai però era sgualcita e rovinata, sono sicura anche del fatto che si fosse costruito un bastone e che l'avesse incantato con la sua magia. Dovemmo fermarci tutti visto che Wynne sembrava sentirsi di nuovo male visto quant'era bianca in volto, stava vedendo un vecchio fantasma del passato. Era di pietra.
« Dovete parlargli... » dissi cercando di spronare Wynne, l'elfa che ci stava accompagnando si avvicinò a noi incuriosita dal nostro nuovo obiettivo.
« Conoscete Aneirin il guaritore? » chiese lei stupita, era totalmente cambiata in volto: adesso ci mostrava una specie di ammirazione. Wynne ovviamente rispose.
« Ero la sua insegnante al Circolo dei Maghi... » era spaventata. Forse pensava che lui ne avesse parlato male, l'elfa si mostrò ancor più interessata a Wynne, totalmente persa nelle sue parole.
« Ma serannas, shemlen! » disse facendo un inchino profondo. « Grazie, umana. Voi ci avete dato un salvatore... un guaritore! » strinse la mano della donna e poi si fece da parte. Chiaramente non si sentiva quel merito.
« Andiamo Wynne, è giunto di spezzare i vostri rimorsi... sono certa che vorrà parlarvi! » ci avvicinammo all'elfo che si voltò verso di noi, anche lui aveva un tatuaggio sul viso, i suoi occhi si aprirono vedendo la vecchia mentore.
« Wynne... il tempo non sembra essere passato. Siete ancora bella come vi ricordo... » disse con voce da ragazzo, un accento strano e tipico degli elfi. Lei fece un sorriso materno, Wynne era una bella donna anche se era anziana, un viso dolce e affettivo.
« Non mentirmi Aneirin, sappiamo entrambi che sono invecchiata, ma tu sei sempre il solito gentiluomo... » non perse tempo con altri convenevoli. « Voglio chiederti scusa per essere stata troppo dura con te! » lui fece un sorriso e si avvicinò alla donna abbracciandola, un abbraccio pieno di gioia e affetto.
« Non ho nulla da perdonarvi. Mi avete insegnato tutto ciò che mi è servito per aiutare il mio prossimo. Sono venuto qui dove mi sono dimostrato fedele ai vostri insegnamenti... è un peccato che non abbia potuto imparare altro invece! Quanto sono stupido... » fece una pausa per poi riprendere « Ho cercato un modo per guarire dalla corruzione... due elfi sono morti quasi un anno fa per via di un oggetto che aveva corrotto i loro corpi! » non sapevo di cosa parlava ovviamente.
« Potrei sempre insegnarti ancora quando tutta questa storia sarà finita! » propose lei speranzosa in un sì, ovviamente l'elfo annuì felice di aver incontrato la maestra.
Il vero problema adesso era parlare con Zathrian, il guardiano degli elfi dalish, o almeno di quel gruppo di viandanti. Mi aspettavo un anziano elfo troppo malandato per continuare a lottare contro la Prole Oscura, l'elfo che mi si presentava era giovane e arzillo, la testa glabra e il viso privo di rughe, gli occhi affilati e spaventosi, scuri e le grandi pupille come lo erano quelle di Zevran. L'elfa che ci aveva accolto spiegò la situazione e il motivo del nostro viaggio. A quel punto parlò verso di noi nella nostra lingua, molto strana visto l'accento che dava.
« Sono desolato ma non possiamo mantenere quel patto vivo. Abbiamo i nostri problemi... importanti problemi e prima di tutto viene la mia gente! » disse, questo li escludeva dall'equazione? No, non potevano già rinunciare così.
« Noi risolviamo problemi. È il nostro secondo mestiere... diteci di cosa avete bisogno per porre fine ad essi e per avere il vostro supporto! » risposi, Alistair sembrava della mia stessa opinione, Zevran era chiaramente interessato anche se cercava di non darlo a vedere.
« Siamo stati attaccati dai lupi mannari nella foresta. La loro maledizione si riversa sui nostri amici e parenti... li fa soffrire e presto si trasformeranno! » con uno sguardo indicò il piccolo campo dove gli elfi erano stesi a soffrire. « Aneirin ci ha offerto un modo per allungare le loro sofferenze in modo che non si trasformino subito. Ma esiste solo un modo per fermarli: c'è un potente lupo chiamato Zannelucenti... potrei essere in grado di spezzare la maledizione... se mi portaste il suo cuore! »
Era qualcosa di molto pericoloso, inoltre qualunque rito o incantesimo mi avrebbe proposto, somigliava incredibilmente alla magia del sangue. Ma che scelta avevamo? Dovevamo trovare un modo per aiutare gli elfi, saremmo dovuti andare nella foresta e cercare quel potente lupo. Anche se la cosa mi puzzava molto... Wynne mi sussurrò qualcosa come se avesse sentito i miei pensieri. « È molto strano. Una maledizione non si spezza in questo modo... questo Zathrian ci nasconde qualcosa! » forse era stata la sua esperienza nel campo della magia e farla parlare.
« Va bene! Andremo nella foresta e cercheremo questo lupo! Cercherò di risolvere la situazione in qualche modo... » non era convinto delle mie parole, non gli avevo direttamente detto che gli avrei portato il cuore, tuttavia annuì mettendoci in guardia.
« Fate attenzione ai lupi mannari. Sono subdoli e la loro natura li spinge ad attaccare... sono creature maledette e vogliose di sangue. Aspettiamo tutti il vostro ritorno per la nostra speranza... » si voltò verso il suo popolo agonizzante, qualcosa puzzava, ma avrei comunque dovuto trovare un modo per porre fine a quelle sofferenze. E se questo significava uccidere i lupi mannari... avrei dovuto farlo!







Angolo Autore:
Ci stiamo sempre più avvicinando alla fine. Chiedo scusa per il capitolo che ha tardato un po', sono riuscito a scrivere in attimi liberi visti gli impegni che in questi giorni si stanno accavallando. Procediamo col parlare del cap ^^

La foresta di Brencilian mi piace parecchio, sarà perché stravedo per la musica di sottofondo dell'accampamento dei dalish. E che dire... anche la missione di Wynne è completata (anche se nel gioco troviamo Aneirim nella foresta e non nell'accampamento). Siamo dai dalish e finalmente abbiamo visto l'ingresso di Feddic e Sandal nel gruppo, mi sembrava giusto metterli perché comunque hanno viaggiato con il Custode e ho pensato da tempo di metterli dopo Orzammar ^^ E sembra che le cose tra Alistair e Myalee vadano di bene in meglio... insomma: recuperano il tempo perduto! Ancora una volta ci troviamo di fronte all'aiutare qualcuno di importante; ricordo che durante la prima partita ho deciso di schierarmi con gli elfi uccidendo i lupi mannari nella loro tana, Alistair se la prese perché non pensava fosse giusto e ammetto che mi dispiacque; ma cosa accadrà in questa partita? Potrà l'aiutare gli elfi o i lupi mannari essere motivo di un litigio? Lo vedremo presto al prossimo capitolo.

Un ringraziamento speciale ad Alithea, ancora una volta sono curioso di sapere come hai agito ^^ pare che finora abbiamo seguito le stesse scelte: maghi, salvare Connor, Bhelen... (eccetto distruggere Redcliffe xD). Grazie anche a tutti quelli che leggono, potreste anche voi lasciare un commentino u.u A presto con i meandri della foresta e delle rovine dei lupi mannari ^^

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Capitolo 16
*** La natura della bestia ***


CAPITOLO SEDICESIMO
LA NATURA DELLA BESTIA


La foresta di Brencilian non sembrava essere così estesa dell'esterno, ma in realtà era davvero infinita, i suoi alberi erano tutti uguali e i corsi d'acqua scorrevano in egual modo ovunque, rivoli piccoli che si riversavano sui piccoli fiumi che poi andavano a perdersi chissà dove in zone dove non andavamo ad addentrarci. Restavamo sempre in zone illuminate dalla debole luce sole, senza una guida da parte di un elfo del clan era molto difficile spostarsi e ci impiegammo qualche giorno. Non avevamo idea di dove potesse trovarsi la tana dei lupi mannari, sapevamo però di essere sulla giusta strada. O almeno questo lo credevo io, una sorte di senso femminile forse. In quell'intricato labirinto sembrava non esserci una soluzione, fu allora che ci fermammo in mezzo a una radura, una piccola cascata accanto a noi e il dolce suono dell'acqua non faceva presagire nulla, ma un rumore di quel genere potevamo lo stesso sentirlo, specie se era un ringhio!
Eravamo seduti scomodamente su alcune rocce nell'accampamento che avevamo appena montato per passare la notte, all'istante estraemmo le armi puntandole attorno a noi, Wynne sembrava pronta a lanciare incantesimi per proteggerci; sentii il mio corpo scosso dai brividi per ciò che mi trovavo davanti, nulla di paragonabile al vedere i Prole Oscura davanti i miei occhi però. Davanti a noi c'erano tre grandi lupi che stavano in piedi, i colori della pelliccia variopinti e uno di loro in particolare si avvicinò ringhiando, puntai la spada contro la creatura che improvvisamente parlò!
« State lontani dalla Signora della Foresta! Altrimenti vi ucciderò io stesso! » aveva parlato! Ci credereste mai!? Quel gigantesco lupo mi aveva parlato! Allora capì di cos'erano in grado i lupi mannari, restai paralizzata ovviamente.
« Tu riesci a parlare? Ma com'è possibile? » chiesi stupita, forse lo ero solo io, ma non mi sarei mai aspettata che quella creatura potesse parlare.
« Sta' zitta! Noi lupi sappiamo che siete gli sgherri degli elfi! Non vi lasceremo uccidere la nostra Signora... » ringhiò ancora quel lupo mannaro. Fu allora che deposi le mie armi e mi feci avanti come lui.
« Voglio solo parlare. Pensi che la tua Signora possa fare lo stesso che voglio io? Non intendo combattervi. Ma ho bisogno di parlare della maledizione... »
« Neanche io intendo combattere. Ma non vi permetterò di vedere la mia Signora. Andare via! » questo fu l'ultimo ululato del lupo mannaro, poi andò via insieme ai propri compagni e scomparve nel buio del crepuscolo tra gli alberi.
« Davvero interessante come incontro... » commentò con sarcasmo Zevran, ci mettemmo di nuovo rilassati e decidemmo che a turno avremmo fatto a guardia di noi altri, non potevamo andare via dalla foresta, dovevamo risolvere la situazione e forse quella Signora della Foresta poteva darmi la possibilità di spezzarla senza fare strani riti come sacrificare il cuore di Zannelucenti.
Il giorno seguente ci mettemmo di nuovo in marcia, il sole sorse presto e partimmo subito per cercare ancora le rovine di quei lupi mannari, se avevamo incontrato quelli sicuramente eravamo vicini e sulla buona strada. Ci stavamo però infilando nei meandri più oscuri della foresta di Brencilian, fu così che trovammo dei Prole Oscura a tenderci un agguato.
La radura intorno a noi era grande e con degli alberi verde chiaro, uno solo al centro era grande e rosa, un albero diverso dai pini e dai silvani, una grande quercia rosa! I Prole Oscura si calavano dai rami dell'albero come se fossero scalatori di montagne. Corsero contro di noi col le loro armi sguainate e pronte per colpirci e ferirci, io e Alistair ci buttammo nella mischia insieme, schiena contro schiena così da avere le spalle protette da eventuali attacchi nemici. Zevran e Wynne collaboravano benissimo: lei lanciava incantesimi su di lui e poi paralizzava i nemici con dei glifi, a quel punto lui usava le sue lame per ucciderli e poi ricominciavano da capo. Lo scontro fu faticoso, questo perché sembravamo incappati in un'orda delle creature, sbucavano da tutti gli alberi e vedemmo persino gli alberi muoversi, immaginai che la foresta stesse cercando di difenderci, ma scoprii subito che quelle creature erano cattive e cercavano di uccidere qualunque intruso, compresi noi quindi. Mi trovai a lottare contro un gigantesco albero verdognolo, un nemico temibile visto che i suoi attacchi scuotevano la terra, fecero perdere l'equilibrio ad Alistair e accorsi a salvarlo da due Prole Oscura che lo attaccavano, recisi la testa del primo e poi infilzai la lama nel petto del secondo, il terreno poi mancò ai miei piedi e venni sollevata in aria, cercai di muovermi ma la sua stretta era troppo forte. Così come avevo aiutato Alistair, il ragazzo fece lo stesso con me tagliando le radici alla base dell'albero, quello parve accartocciarsi a terra e io caddi con lui, mi liberai dalla sua morsa e mi rimisi in piedi, istintivamente piantai la spada dentro la testa che fuoriusciva dal tronco dell'albero. Poi smise di muovermi.
Sembrava che la situazione si fosse calmata, i Prole Oscura giacevano morti e il loro sangue impregnava le nostre armi, pensavamo che avevamo finalmente terminato lo scontro ma la grande quercia rosa si mosse, pensavamo che ci avrebbe attaccato ma cominciò a parlare. Possibile che ogni cosa in quella foresta parlasse!?
« Chi siete? Cosa volete da me? Perché volete infrangere i sigilli della foresta? » sigilli? Di cosa stava parlando? Mi avvicinai alla quercia ma non vidi un volto, non vidi occhi che potessero vederci.
« Siamo umani. Stiamo cercando la tana dei lupi mannari... sai dove possiamo trovarla? » chiesi gentilmente. La quercia si mosse appena voltandosi dietro di essa, con i suoi rami parve indicare un punto cieco nella foresta, non vidi nulla oltre gli alberi e le grandi radici che c'erano.
« La tana si trova dietro la barriera che ho creato. Ho piantato il sigillo alla mia foresta affinché il ladro non potesse fuggire mai... » disse infine, se quel ladro non sarebbe scappato... ciò valeva anche per noi? Non andava bene.
« E se ti portassimo l'oggetto che ti è stato rubato? Potremmo passare? » propose Alistair, la quercia parve essere d'accordo e ci fece segno che un ramo mancava dalla sua chioma, ogni ramo dell'albero aveva una grande ghianda, ecco cosa avremmo dovuto cercare. Ci spostammo verso la direzione che ci era stata indicata dalla quercia per trovare il ladro, fu in questo spostarsi che mi staccai pochi istanti da Alistair per avvicinarmi a Zevran, l'elfo era stato molto silenzioso da quando eravamo entrati dentro la grande foresta dopo aver parlato con i dalish.
« Come ti senti? Sei strano... è per via degli elfi? » chiesi amichevolmente all'elfo, lui si voltò verso di me facendo un ghigno felice. Un'occhiata di Zevran che conoscevo molto bene, quella che lo faceva sentire un conquistatore.
« Dolcezza... ti sei stancata di Alistair per parlare con me? Dovremmo conoscerci meglio sotto questo punto di vista e forse non è il caso! » rispose.
« Smettila. Sono seria... perché non parli mai di ciò che provi. Sei chiaramente sconvolto nel vedere i dalish... è la prima volta che vedi altri elfi? »
« Cosa ti credi? Io sono nato in un'enclave! » disse offeso, Zevran si stava comportando in un modo parecchio strano, chiaramente non si sentiva bene nel mostrare le sue emozioni e ciò che provava.
« Credo che sia la prima volta che vedi elfi liberi allora! » dissi infine. Zevran era diventato bianco in viso, mi scrutò con i suoi grandi occhi castani, voleva dire qualcosa, voleva farse mostrarmi il lato dolce di Zevran?
« È strano sì. Ma metto a confronto la vita da vagabondi che hanno, con la vita magnifica che ho avuto e che mi serbo di avere! » la sua risposta sembrò sincera e profonda, non mi azzardai però a continuare visto che mi trovavo in disaccordo, aveva sofferto fin da bambino per il fatto che era stato venduto ai Corvi, fin da piccolo aveva vissuto nella lussuria e nell'assassinio. Non credevo potesse essere realmente felice, magari lo era... ma rifiutavo di crederlo.
Trovare il ladro fu molto facile, mi aspettavo di dover faticare, magari di vederlo nascosto su qualche albero con un'armatura mimetica e chissà quali capacità. Ciò che trovammo fu una tenda e un falò, un uomo strano dall'aspetto malconcio, dietro di sé aveva il ramo con la ghianda che cercavamo. Un lungo bastone al suo fianco e subito saltò in piedi rivolgendoci l'arma contro. Avanzammo lentamente e nel frattempo Wynne mi sussurrò qualcosa che quasi non percepii.
« Fate attenzione. È un mago impazzito e chissà quali magie è in grado di fare... »
Il suo avvertimento non risultò molto utile, il mago cominciò a parlare in modo strano, facendoci domande a cui veniva istintivo rispondere con altre domande. Stavo per perdere le staffe quando Zevran mi precedette, avanzò contro l'uomo e gli recise la gola con un coltello atterrandolo e facendolo morire pochi attimi dopo, annegato nel suo stesso sangue. Prendemmo la ghianda e la riportammo alla grande quercia più in fretta che potevamo, il sole sembrava aver raggiunto il suo picco e c'era molto caldo tra gli alberi, era persino faticoso camminare accanto ai ruscelli dove scorreva una piccola brezza rinfrescante.
« Grazie. Adesso vi permetterò di passare... » disse la quercia quando le riportammo la ghianda, i suoi rami si mossero e fu come se un passaggio si aprisse tra alcuni tronchi, vedemmo delle gigantesche rovine di un tempio a pochi metri da noi, alcuni lupi mannari davanti a esse e avanzammo con passo veloce.
Ovviamente i lupi mannari si accorsero della nostra presenza e subito ringhiarono contro di noi, vidi di nuovo il lupo dal pelo rossiccio che ci aveva accolti la notte prima, sembrava essere quello con il ruolo maggiore e parlò tramite i suoi ringhi.
« Non siete andati via! Non vi lasceremo avvicinare alla Signora della Foresta! Dovessimo uccidervi adesso! » chiaramente la sua era una minaccia, pronto a morire per questa Signora della Foresta... mi dissi che era meglio dire la verità.
« Ascolta: Zathrian mi ha mandata qui per uccidere un lupo chiamato Zannelucenti, ma credo che questa Signora della Foresta possa darmi una soluzione migliore per spezzare la maledizione... immagino riguardi anche voi! » erano lupi mannari anche loro no? La cosa interessava anche loro se volevano tornare quelli di un tempo.
« Non mi incanti con le tue belle parole! » ringhiò ancora quel lupo, andarono poi via quando sentirono un ululato, si voltarono e riuscimmo a vedere un grande lupo dal pelo bianco, occhi splendenti come le sue zanne e un viso incredibilmente delicato.
« Zannelucenti! » disse Alistair, avevamo trovato il lupo cercato da Zathrian, e sembrava essere il loro capo e non quella Signora della Foresta che menzionavano. I lupi indietreggiarono dentro lo rovine e questo lasciò il portone completamente scoperto e pulito, potevamo entrare senza preoccupazioni dentro la loro tana.
« Davvero strana come cosa... » commentò Zevran a quel punto. Restammo fermi per qualche istante per fare mente locale. Cosa dovevamo fare?
« Se entriamo ci attaccheranno. Ma sono davvero incuriosita da questa Signora della Foresta... sono l'unica a pensare che possa spezzare la maledizione? Magari purificando i loro corpi in qualche modo... » dissi chiaramente cosa pensavo, naturalmente non mi sarei mai aspettata di essere vicina alla realtà. Quella Signora della Foresta ci avrebbe fornito un nuovo modo per trattare la maledizione. O forse l'unico possibile, questo non lo saprò mai.
Entrammo dentro le rovine a cademmo così nelle ombre, pochissima luce grazie alle finestre in alto al tempio, la luce solare entrava anche delle grandi fessure e fratture nelle pareti generate dalle piante gigantesche che crescevano nella sala. Un atrio molto grande che si divideva in tre, due delle tre porte erano bloccate da grandi pietre e ammassi di alberi e radici, per esclusione scegliemmo la terza, l'unica accessibile anche ai lupi, seguimmo un corridoio largo che portava ad una piccola sala dove ci aspettava un altro lupo mannaro, questo aveva il pelo blu e non sembrava volerci minacciare o intimare di scappare.
« Siete davvero disposti a parlamentare con la Signora della Foresta? Lei è interessata a parlare con voi. Che intenzioni avete voi? » chiese ringhiando, sembrava relativamente tranquillo e mi avvicinai solo io a lui.
« Sì! Non voglio farle del male... ho davvero bisogno del suo aiuto per spezzare la maledizione che non solo affligge gli elfi ma che affligge anche voi! » dissi cercando di non mostrarmi impaurita davanti alla bestia. Lui annuì.
« Non so se le due cose potranno coesistere... ma lei avrà sicuramente molto da dirvi così come tu hai delle domande per lei! » ci fece segno di seguirlo ed entrammo in una nuova porta di legno scuro, una porta che cigolò e che venne chiusa alle nostre spalle quando entrammo.
Anche in questo luogo c'era moltissima desolazione, distruzione ovunque e alberi giganteschi che avevano piantato le loro radici, qui la luce entrava con una specie di filtro che la tingeva di blu, dava all'intera sala un aspetto sacro che non doveva essere profanato. Fu allora che la vedemmo, proprio in mezzo ad una ventina di lupi mannari, una donna sinuosa che si muoveva con facilità, il corpo pieno di arbusti che sembravano fuoriuscire dalla pelle olivastra, gli occhi neri e i capelli lisci e lunghi fino alla vita, l'espressione tranquilla e dispiaciuta per l'accoglienza.
Eravamo al cospetto della Signora della Foresta.
« Benvenuti. Mi dispiace che Passosvelto sia stato... maleducato con voi. Chiedo umilmente scusa al suo posto... » quelle furono le prime parole della Signora, ovviamente si riferiva al lupo mannaro dal pelo rossiccio.
« Non è un problema. Immagino sappiate perché siamo qui? » iniziai anch'io e lei annuì con sguardo grave e dispiaciuto.
« Zathrian vi ha parlato del cuore di Zannelucenti. Non servirà a nulla il suo cuore... il mio in effetti! » ci rivelò. Era lei il lupo dal pelo bianco. « Zathrian vi ha detto di come si è originata la maledizione? Vi ha detto tutta la storia? »
« Che intendete dire? » chiese Alistair intervenendo insieme a me. La Signora della Foresta annuì come se avesse scoperto una grande verità.
« Zathrian ha perso i suoi figli a causa di alcuni umani. Ma questo è successo anni e anni fa... secoli in effetti. È stato lui a chiamare la maledizione per punire quegli uomini e poi l'ha imprigionata nel corpo di un lupo... Zannelucenti appunto! » la cosa era molto confusa e sembrava persino irreale. Zathrian aveva creato la maledizione?
« Ciò che dici non ha senso spirito! » intervenne Zevran. « Se le tue parole fossero vere, Zathrian solo potrebbe spezzare la maledizione... perché non farlo? »
« Perché ha legato la maledizione anche a se stesso. Finché lui vive, io vivo e la maledizione con noi due! » rispose la Signora. Tutto era chiaro adesso. « Vi chiedo questo: parlare con Zathrian e convincetelo che voglio solo parlare. Ve ne prego... » eravamo dalla parte della giustizia e Zathrian stava facendo del male a quei lupi e ai suoi stessi elfi. Avremmo aiutato la Signora.
Tornammo indietro nel tempio, ero certa che dicesse la verità visto che molte cose coincidevano, per esempio l'apparente immortalità del guardiano, inoltre fu ancora più strano il fatto che lo trovammo ad aspettarci nell'atrio del tempio. Sapeva forse come sarebbero andate le cose? « Che strano trovarvi qui... » dissi mentre ci avvicinavamo a lui, ovviamente indagava sul perché non avessimo il cuore.
« Immagino che lo spirito vi abbia convinto a uccidermi! Pensavo che voleste il nostro aiuto ma mi sbagliavo! Forse preferite gli armamenti bellici dei lupi mannari! » disse crudelmente pronto a sguainare il bastone magico.
« Vi sbagliate. I lupi mannari voglio parlare. La Signora della Foresta... »
« Parlare? Vi rendete conto che sono soltanto dei mostri? É questa la loro natura, la natura della bestia! Cattiva e assetata di sangue! » urlò contro di noi. Era tentata di urlare e mi dicevo di stare tranquilla; ovviamente ignorai i miei pensieri reagendo d'istinto e cominciai a urlare nonostante ciò che mi dicevo!
« Facciamo così: voi parlerete con loro e ascolterete ciò che hanno da dire. Se vi torceranno un solo capello se la vedranno con noi. Chiaro!? » l'avevo intimidito e cercava di non darlo a vedere, alla fine cedette e si lasciò portare nella tana dei lupi.
Forse per lui era strano restare in quel luogo, sotto gli occhi di tutti quei lupi mannari, coloro che sapevano chi aveva realmente maledetto la loro natura. La Signora della Foresta era solo la manifestazione della maledizione, una volta spezzata e con la morte di Zathrian quindi, la sua vita sarebbe anche finita. « Ed eccoci spirito! Per quale motivo hai voluto parlarmi? Non vi libererò mai dalla maledizione! I miei figli sono morti per nulla! » non mi aspettavo quella frase da lui, pensavo che ci avrebbe pensato invece nulla. Era completamente puntato!
« Zathrian perché? É successo secoli fa... dovreste pensarci e ascoltare quello che hanno da dirvi! Altrimenti che senso avrebbe il fatto che vi abbiamo portato qui? » gli chiesi voltandomi sconvolta verso di lui, l'elfo rimase immobile nel suo spazio.
« Uccidiamolo e usiamo il suo sangue per cercare un modo per spezzare la maledizione! » ringhiò Passosvelto, la Signora della Foresta era incredula eppure cercava ancora di calmare i propri fedeli lupi mannari.
« Vedete? Bramano il mio sangue! Questa è la natura della bestia. Questa è la natura della bestia! » continuava a ripetere nel panico, mise mani al proprio bastone e lo punto contro tutti noi in modo minaccioso, la punta cominciava a brillare per via di un qualche potente incantesimo.
« Zathrian siete voi nel torto. Sciogliete la maledizione, voi solo potete! Dimenticate gli orrori del passato e smettetela con questa faida! » dissi sguainando la spada e lo scudo contro di lui, i miei compagni fecero lo stesso.
Alistair ovviamente aggiunse qualcosa di suo. « Noi stiamo dalla parte della giustizia. Spezzate la maledizione o vi troverete a lottare contro tutti! »
Chiaramente era titubante, non poteva lottare contro di noi, non contro tutti visto che era da solo. Non poteva farcela o l'avremmo ucciso e comunque non avremmo risolto nulla. Si rivolse alla Signora a quel punto. « Tu spirito... con la maledizione spezzata, io morirò; ma tu svanirai per sempre... non ti preoccupa la cosa? »
La Signora scosse il viso e fece un sorriso amichevole e rassegnato. « Voglio solo quello che farà del bene ai miei fedeli. Tu, mio creatore, hai troppo dolore. Lascia che tutti noi ci libriamo in pace... non temo la mia fine! » disse infine, e dette quelle parole, entrambi furono segnati dallo stesso fato.


Non osservammo il rito, nessuno di noi lo fece, neanche i lupi mannari, aspettammo nella sala che precedeva quella azzurra; capimmo che la maledizione era spezzata quando vedemmo che le creature tornavano umani ed elfi, ritornammo nella stanza che adesso era vuota, c'era solo cenere nel punto in cui c'erano Zathrian e la Signora della Foresta e un simbolo che bruciare per terra. Nient'altro, la maledizione era stata spezzata. Ne avemmo la dimostrazione tornando all'accampamento, gli elfi stavano di nuovo meglio. Lanaya era diventata la nuova guardiana, diceva che l'aveva sentito quando Zathrian era morto, essendo la succeditrice era lei a guidare gli elfi adesso. Mi dispiacque molto per come le cose fossero finite ma lei disse che gli elfi sarebbero stati presenti durante la battaglia finale. L'ultimo contratto era finalmente stato concluso. Ci mettemmo subito in viaggio verso Redcliffe visto che ormai non avevamo più tanto tempo, dovevamo subito metterci in marcia per convocare l'Incontro dei Popoli con Arle Eamon, ogni sera potevamo sentire il magnifico canto di Leliana che ci infondeva coraggio come quasi tutte le sere, fu in una di quelle che Oghren mi disse che voleva andare in una piccola locanda vicino Redcliffe, una locanda che si affacciava sul lago e dove sapeva di trovare una vecchia amante che voleva rivedere, da come ne parlare sembrava qualcosa di più.
Annuii visto che era di strada, e sempre nella città avremmo preso la spada di Sten. Prima di andare a letto Alistair mi abbracciò stretta sé. « Presto saremo a Redcliffe... la battaglia è sempre più vicina! Hai paura? » sussurrò al mio orecchio. Tra le sue braccia non sentivo il caldo che ci circondava e mi ci strinsi di più.
« Sì e tanta » risposi con sincerità. « Ma sento che se tu sarai vicino a me, nulla potrà fermarmi. E farò di tutto per proteggere entrambi... » proseguii nella mia risposta.
« Insieme possiamo fare ogni cosa. Persino sconfiggere l'arcidemone! » l'aveva detto a mo' di battuta ma sapevo che lo pensava realmente. Andammo a dormire, insieme nella stessa tenda e facendo l'amore. L'indomani saremmo usciti dalla foresta.







Angolo Autore:
Nuovo capitolo. L'ultimo della foresta ma soprattutto il capitolo che conclude il lungo viaggio per i trattati. Abbiamo finalmente lo schieramento finale quindi: i maghi, i nani guardati da Bhelen e gli elfi dalish. Non resta altro che vincere l'Incontro dei Popoli e poi avremo l'appoggio di tutti nel Ferelden.

Addio Brencilian, è stato bello finché è durato ma sapevamo doveva finire. Già avevo detto che avrei riassunto in breve quella foresta e ho decisamente preferito tagliare tutto il percorso nelle rovine. Ammetto che solo una volta ho ucciso il ladro con la ghianda e in questa partita ero riuscito subito a prenderla ma così era più drammatico (mi dispiace di non aver scritto in rima le frasi della quercia rose ma non ero ispirato per scrivere rime xD). Inoltre mi piace il fatto di aver inserito la piccola parte con Zevran. D'altronde l'ho scritto io è anche normale che mi piaccia! Alla fine sì... i lupi mannari avevano ragione, Zathrian ha torto marcio, doveva spezzare le maledizione! Almeno questo è quello che penso e che ho sempre fatto (ad eccezione della prima partita come già ho detto nello scorso capitolo). Anche Oghren ci ha detto della sua missione... rimane solo la sua e quella di Sten: perfetto! Infine che dire di Myalee e Alistair... dolci alla fine e preoccupati allo stesso tempo per il futuro.

Un grazie speciale come sempre è solo per Alithea che spende sempre tempo per leggere i miei capitoli e per commentarli. Anche stavolta abbiamo agito allo stesso modo eh? XD Ammetto che mi preoccupa affrontare l'Incontro dei Popoli perché finora non sono mai riuscito a vincerlo, vedremo insomma che cosa riuscirò a fare! A presto e grazie a tutti i lettori e un ringraziamento anche a TheGreyJon che si è unito ai commenti.

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Capitolo 17
*** Problemi a Denerim ***


CAPITOLO DICIASSETTESIMO
PROBLEMI A DENERIM


« Finalmente siamo arrivati. Credo che sia quella no? » chiesi indicando l'unica nana che lavorava nella locanda pulendo i tavoli. Oghren si voltò speranzoso e la vide anche lui: una nana dall'aspetto comune, più giovane di Oghren e dai brillanti occhi castani, lo stesso colore per i capelli.
« Sì è proprio la mia Felsi! Possiamo andare a parlarle subito? Vorrei concludere in fretta e tornare in viaggio! » era chiaramente emozionato all'idea di rivedere la vecchia amante. Gli altri erano rimasti appena fuori dalla locanda.
« Va bene! » dissi cercando di non zoppicare, purtroppo quella ferita me l'ero procurate durante un'incursione notturna dei Prole Oscura, era successo qualche sera prima e ancora mi doleva. Ci avevano attaccati nel sonno in maniera molto subdola, fortuna che eravamo pronti, noi Custodi sentivamo la Prole Oscura che avanzava e che si avvicinava quindi potevamo avvertirli, se fosse stato diverso saremmo morti in quel modo probabilmente!
« Felsi! È da un po' che non ci vediamo ma vedo che hai ancora le due pagnotte e due bei meloni eh? » fissai il nano disgustata, la stessa espressione la mise su lei. Non era per niente il modo giusto di conquistarla.
« Tra tutte le locande del Ferelden dovevi fermarti proprio qui Oghren!? » chiese lei irritata, neanche fece caso che ero vicina a lui. Mi chinai appena per sussurrargli qualcosa all'orecchio, stava sbagliando approccio e dovevo correggerlo!
« Dille che l'hai pensata. Dille quanto sia speciale per te e che stai combattendo la Prole Oscura! Falle capire quanto tu sia cambiato... » sussurrai tutto, la metà delle cose non credevo fossero vere ma lui era un bravo attore forse!
« Scherzi a parte, sono tornato per te Felsi. Ti ho pensata molto in questo lungo tempo, mi manchi moltissimo e ho capito che sei tu la donna giusta per me... » sembrava quasi rapita da quelle parole, non riusciva a credere che fosse Oghren a parlarle e restò immobile. « Volevo dirti tutto questo prima di andare a combattere la Prole Oscura. Mi ha fatto piacere rivederti ma ora è tempo che io vada... » fece per andarsene e lei subito lo fermò.
« Dove credi di andare? Pensi che puoi dire cose del genere a una donna e poi fuggire via!? Fermati a bere qualcosa almeno! » disse lei. Oghren dovette però rifiutare, le disse che il nostro compito era troppo importante per continuare a rimandarlo ma che alla fine del viaggio sarebbe tornato da lei; non capii subito la sua tecnica e me lo spiegò quando ci avventurammo verso Redcliffe: secondo lui bisognava per aspettare le donne, non usò queste stesse parole ma posso dirvi che si meritò il ceffone che gli diedi, anche se poi rise allegramente.
Redcliffe comparve ai nostri occhi ancora una volta: le sue bellissime case con i tetti fatti di tegole, il lago che splendeva in fondo alla valle, le stradine e il ruscello della cascata che si riversava via, gli alberi verdi che ci separavano dal grande mulino stranamente fermo e dal castello dell'Arle. Dovetti fare una deviazione con Sten, prima di entrare al castello avevamo qualcosa di cui occuparci. La sua spada perduta. Non fu difficile trovare Dwyn, il nano che doveva avere la sua lama, sapevo dove abitava fin da quando avevamo aiutato Redcliffe con i non-morti, vale a dire molti mesi fa ormai. Bussammo entrambi alla porta ed entrammo rivolgendoci subito al padrone di casa, un nano dall'aspetto stravagante, l'armatura pesante d'acciaio. Nessuna tracce della spada in quella piccola casa in disordine.
« Di nuovo tu? Che altro vuoi da me? Non pensare che mi sia dimenticato il tuo volto! » disse subito il padrone di casa. Volevo provare a usare un po' di diplomazia, ma Sten mi precedette e forse ci fece risparmiare tempo. Lo prese per il collo e lo sollevò in aria, in viso era impassibile e mi spaventava.
« Dammi la mia spada. Tu hai una spada qunari. La rivoglio indietro e subito! » ruggì, mi avvicinai ai due litiganti e il nano continuò a tremare per la paura.
« Suggerirei di fare come ti dice. Sappiamo che l'hai acquistata e magari potremmo tornarti i soldi indietro... » proposi, il nano indicò un armadio e il suo compare lo aprì rivelando a noi una grande spada con una lama splendente e lucida, una complessa maniglia che mostrava i chiari segni di manifattura straniera, qunari ovviamente.
Sten gettò a terra il nano che quasi stava soffocando, tossì della saliva e si rimise in piedi, cercai di dargli una mano per gentilezza ma mi scacciò. « Non voglio niente da te! Tieniti pure i soldi della spada, ve la regalo basta che non vi veda più! »
Senza dubbio era chiaro che fosse arrabbiato con noi, non mi dispiacque poi così tanto e lo lasciammo nella sua piccola dimora disordinata mentre Sten aveva tra le mani la sua bellissima e gigantesca spada, era come se avesse trovato un pezzo di sé, sembrava completo. Era strano come quella sensazione la stesse trasmettendo anche a me. « Myalee... non ci sono parole umane o qunari per poterti ringraziare a sufficienza. Mi dispiace solo di averti sottovalutata in tutto questo tempo. Tu sei diversa dagli altri umani... »
« Nessun riferimento al fatto che sia una ragazza? » chiesi sarcasticamente mentre eravamo tornati tra gli alberi, vidi i nostri compagni attenderci davanti al cancello. Per la prima volta lo vidi fare un sorriso e chiuse gli occhi.
« No. Hai un'aura diversa da quell'idiota di Alistair o da quella strega. Tralasciando la suora e la nonna... » non riuscii a capire a cosa alludeva. Non sentivo nulla di diverso in me. « Quando termineremo il Flagello potrò tornare dall'Arishok con una risposta alla domanda: “Cos'è il Flagello?” »
« E hai trovano una risposta alla sua domanda? » annuì ma non mi rivelò mai quale fosse, sapevo però che mi avrebbe citata nel suo racconto, da quel momento avevo ottenuto il più profondo rispetto di Sten, il rispetto di un potente guerriero qunari.
Entrammo al castello e ci facemmo subito ricevere nel salone, le guardie ci fissavano con ammirazione e la cosa mi imbarazzava molto. Non ero una ragazza che si vantava, mi faceva piacere ma non riuscivo a fissarli mentre mi guardavano in quel modo. Perché ero certa che quegli sguardi fossero solo riservati a me. L'Arle arrivò poco dopo che fummo annunciati, aveva una scorta di due guardie dietro di lui, si fermò a pochi metri da me e cominciò a parlare a tutti noi.
« Immagino che i trattati siano stati tutti confermati. Possiamo partire per Denerim? La strada è molto lunga e dobbiamo fare più in fretta possibile, ho già convocato l'Incontro dei Popoli con i nobili per quando arriveremo... »
Non volevo continuare ad aspettare. Mi dissi pronta e finalmente marciammo verso Denerim, sarei tornata nella capitale con molta più esperienza, notevolmente cresciuta su tutti gli aspetti, l'ultima volta cercavamo Genitivi ed era successo mesi fa. L'estate si avvicinò quasi alla sua fine mentre viaggiavamo attraverso i Bannorn, il tempo stava cambiando nuovamente e trovammo numerosi accampamenti distrutti dai Prole Oscura, cadaveri sia di contadini che dei mostri, sangue che bagnava le strade e la terra, cenere che un tempo era stata parte di abitazioni. Era molto evidente che la Prole Oscura fosse una minaccia, ero anche preoccupata per l'Incontro dei Popoli, se avessimo perso? Eamon aveva notevole influenza sulla nobiltà, ma loro avevano tutti i diritti di schierarsi con chi volevano, sia con noi che con Loghain. Chiesi ad Arle Eamon che sarebbe accaduto nel caso di una nostra sconfitta, mi rispose con un giro di parole molto lungo, spiegandomi anche cose che non riuscii a capire perché riguardavano la cerchia più stretta dei nobili. In poche parole? Non riuscii neanche a capire di una cosa di quello che aveva detto, a modo suo mi aveva risposto e io come una stupida mi lasciai abbindolare dalle sue belle parole. Aveva sviato il discorso, molto astuto.
La tenuta dell'Arle di Redcliffe era situata in una via poco distante dal distretto del mercato, anche dall'abitazione si sentivano però i rumori tipici del mercato, persone che parlavano ad alta voce per vendere le loro merci. Alistair non sembrava quieto a tornare lì, forse pensava a Goldanna, mi strinsi a lui mentre camminavamo e non mi rifiutò. Entrammo nell'abitazione e avemmo a disposizione tutta la mattinata per metterci comodi, c'erano molte stanze, oltre le camere da letto per gli ospiti, nel quale potevamo stare: salotti giganteschi, una sala da pranzo per venti persone probabilmente, una biblioteca stracolma di libri nel quale Leliana e Zevran si persero. Era un notevole cambiamento rispetto al dormire nella foresta e potevo finalmente stare con abiti di seta leggeri invece della solita armatura che non portavo solo per andare a dormire. Eravamo nel mezzo del pomeriggio quando al castello arrivò una visita, un'elfa di nome Erlina che diceva di essere là per conto della Regina Anora... Regina... non del tutto visto che il piano di Eamon è proprio quello di spodestare lei e Loghain.
« Vi prego. La mia padrona ha bisogno di aiuto... » disse una volta che arrivò davanti il grande portone, fu subito portata alla presenza di Arle Eamon, nella stanza volevo essere presente anch'io e Alistair non fu da meno, era strano vederlo con abiti così puliti e probabilmente poteva dire lo stesso di me.
A quanto detto da Erlina, Anora era stata rinchiusa nelle segrete della tenuta dell'Arle di Denerim, incarico che il caso volle affidare ad Rendon Howe, braccio destro di Loghain. Sentivo già la rabbia al solo pensiero: lui aveva tradito la mia famiglia, distrutto la mia vita (o forse migliorata visto che mi aveva permesso di fuggire dal matrimonio con Dairren); doveva morire per mano della mia spada per il tradimento dei miei genitori e per il fatto che adesso abitava le nostre terre! Loghain sosteneva di volerla proteggere e per questa l'aveva affidata a Howe, lui ne aveva fatto la sua prigioniera. Toccava a noi liberarla per avere appoggio all'Incontro dei Popoli, era anche ovvio che il suo appoggio sarebbe stato decisivo. Ma per ottenere il suo aiuto avrebbe voluto che lei restasse al trono del Ferelden. Su questo potevo benissimo giocare d'astuzia...
« Credo che ci sia un lavoro per te, Myalee! » disse infine Arle Eamon concludendo la discussione con l'elfa. Ci avrebbe potuti far entrare dentro la residenza, l'avremmo fatta fuggire... ma ciò significava che sarei fuggita alla mia vendetta.
« Va bene. Datemi il tempo di prepararmi con la mia squadra, andremo oggi stesso! » detto questo mi scambiai uno sguardo con Alistair e si andò anche lui a preparare con l'armatura, avrei voluto lui ovunque insieme a me. Andai a parlare anche con Zevran chiedendogli di venire, le sue doti da assassino potevano essere utili, inoltre chiesi aiuto anche a Morrigan, la sua magia era indiscussa in questo campo.
Ci spostammo per la città senza altre esitazioni.
L'abitazione di Arle Howe, perché è così che si faceva chiamare quello schifoso verme traditore, si trovava molto distante da noi, tuttavia la domestica di Anora sapeva come muoversi per la città, ci fece passare per alcuni vicoli bui, Denerim sembrava una città abbastanza lucente, ma in ogni posto c'è l'oscurità e potei affermarlo quando passammo dal retro di un bordello chiamato La Perla. Arrivammo alla tenuta in circa un'ora, c'era molto caos davanti l'ingresso e ci soffermammo per pochi istanti là. Erlina disse che non era il caso di passare per l'ingresso principale e che Denerim era molto scontenta del suo Arle e di come si comportava. Questo giovava a nostro favore. Entrammo da una piccola porta sul retro che ci condusse alle cucine, piene di elfi che ci guardarono storti, nessuno di loro commentò il nostro arrivo e ci lasciarono passare come se fossimo fantasmi. L'interno dell'abitazione era ben arredato: mobili di aspetto pregiato, il legno intagliato e ricamato in oro, dipinti a olio di chissà quale pittore emergente. Tutti i quadri mostravano gli Howe, non conoscevo tutti i membri della famiglia ma riconobbi subito Nathaniel dai suoi occhi e capelli scuri e Rendon Howe con lo sguardo fiero. Sentivo l'odio ribollire dentro di me e fortunatamente Alistair mi spostava dalla mia posizione fissa sui quadri.
« Questo è tipico dei nobili del Ferelden. Orrendi quadri che raffigurano i loro brutti musi... » commentò sarcasticamente Zevran quando fu lui a passare davanti al corridoio con i quadri che ci lasciavamo alle spalle. « Gli antivani sono più attraenti! » magari cercava di tirarmi su il morale visto che tutti sapevano cosa aveva fatto.
« C'è cattivo odore... e non è Alistair! Qualcosa non quadra qui... » queste furono invece le parole di Morrigan, il suo acidume mi sollevò stranamente, anch'io sentivo un odore strano. Collegai l'atmosfera ad una possibile trappola.
Ero stata una sciocca a non pensarci! Eravamo dentro la tana del leone. Poteva essere una grande trappola architettata da Loghain e noi ci eravamo cascati. Usare come esca la figlia... molto astuto e plausibile. Arrivammo davanti ad una porta e qualcuno da dietro si mosse battendo sulla porta quando ci avvicinammo ad essa.
« Mia signora sono tornata. Ci sono i Custodi Grigi con me! » disse Erlina rivolta alla padrona oltre la porta. Zevran avrebbe potuto facilmente scassinarla e si avvicinò ad essa ma Anora ci fermò con le parole.
« Grazie al Creatore. C'è un problema però: la porta non è sigillata normalmente. Un mago di Howe l'ha incantata. Dovete cercarlo e ucciderlo! » la cosa mi puzzava parecchio, Morrigan poteva essere in grado di spezzare la magia magari.
Mi voltai verso di lei che scosse il viso. « Mi dispiace ma non ho idea di come liberarla. Cerchiamo questo mago e uccidiamolo. L'incantesimo si spezzerà da solo! »
« Abbiamo forse alternative? » commentò anche Alistair mentre mi voltavo verso di lui. No, non avevamo scelta: dentro di me speravo che Howe fosse con quel mago; non fu difficile capire dove fossero i due, probabilmente nei sotterranei.
Ci spostammo velocemente per i bellissimi corridoi, finora non avevamo trovato alcuna guardia per i corridoi, la cosa naturalmente finì là. Lungo il corridoio che stavamo percorrendo trovammo alcune guardie che stordimmo per evitare combattimenti e spargimenti di sangue, era stranamente levarle dai piedi, bastò nasconderci nelle stanze libere e Morrigan lanciava degli incantesimi per stordirli, davamo il colpo di grazia colpendoli alla testa e lasciandoli cadere come mele da un albero. Spostammo i corpi per farli sparire e camminammo ancora fino ad arrivare ad una camera da letto, una porta e alcuni documenti sulla scrivania. Li presi tra le mani mentre passavamo, magari qualcosa riguardo Altura Perenne, fui più stupita del fatto che trovammo documenti per il rito per diventare Custodi Grigi.
« Alistair... guarda qui! » lo chiamai ancora scossa, con quei documenti avremmo potuto accedere al rito. Potevamo reclutare nuovi Custodi e ricostruire l'ordine.
Scendemmo le scale oltre la porta e arrivammo nei sotterranei dove trovammo una gigantesca grata, una prigione. Due uomini dentro la stanza che sembrava piccola come prigione; uno di loro indossava l'armatura dei templari con la lunga tunica viola sotto la corazza e nessun arma con sé. L'uomo accanto aveva un'armatura di fattura migliore anche se chiaramente era stata colpita e rovinata, un aspetto più curato e i capelli sporchi per la polvere e la sporcizia. I suoi occhi si illuminarono quando il suo sguardo si poggiò su di Alistair.
« Alistair! Per il Creatore tiratemi fuori di qui! » pregò l'uomo, Alistair non lo riconobbe subito e l'uomo si presentò. « Sono Riordan! » fu a quel punto che Alistair si illuminò in volto.
« Riordan! Che cosa vi è successo? Perché siete qui? » quasi si aggrappava alla grata della prigione. « È un Custode Grigio. Zevran presto libera questi due uomini! »
L'elfo si avvicinò alla grata per manomettere il lucchetto, tirò fuori un grimaldello e cominciò a giocherellare. Nel frattempo i due uomini dentro la prigione si misero a parlare sotto voce. Riuscii lo stesso a sentire di cosa parlavano. « Date questo anello a mia sorella. Si tratta di Bann Alfstanna... ditele che cosa mi ha fatto Howe! » era stato il templare a parlare rivolto a Riordan. Gli passò un anello e restò dentro la prigione quando la porta fu aperta. Non capivo il motivo di ciò.
« Che piacere vedervi in salute! » disse il Custode Grigio ad Alistair, non l'avevo mai visto quand'ero a Ostagar. « Purtroppo sono stato catturato da Howe... veleno nel piatto e mi ha messo in prigione. Ora è meglio che vada però... immagino che il Flagello non sia ancora finito? » la sua voleva forse essere una battuta, gli spiegammo brevemente che stavamo organizzando un esercito e che avevamo viaggiato molto.
Alistair completava il resoconto, io invece entrai dentro la piccola prigione, svoltai l'angolo per scoprire che la stanza era in realtà molto grande, gigantesca e piena di cadaveri, puzzava di marcio. Puzzava di sangue. Ecco spiegato l'odore che sentivamo io e Morrigan e la sensazione che avvertivo; vidi che i cadaveri erano immobili, senza più vita da chissà quanto tempo e lasciati a putrefarsi. La stanza era tempestata di quei morti, ma soprattutto di strumenti grandi che fungevano da torture. Non saprei descrivervi quanta paura mi incutevano quegli oggetti: so solo che tra di essi c'era una specie di grande macchina rettangolare che stava tirando le braccia e le gambe ad un uomo, un ragazzo che ancora respirava e che mi sentì.
« Ehi! » mi disse quando si voltò verso di me. Corsi contro di lui e misi le mani tra le catene cercando di spezzarle con quanta forza avevo. « Ti prego aiutami! » continuava a supplicarmi, fu allora che vidi una piccola ruota di legno, provai a tirarla ma finii col romperla, questo permise alla catena di muoversi liberamente e potei sciogliere le catene, prima diventarono allentate e infine potei aprirle liberando il ragazzo. Si mise seduto e provai ad accompagnarlo fuori dalla prigione facendolo aggrappare alle mie spalle, camminammo lungo la fila di morti nella prigione e fu allora che lo vidi.
Il suo corpo mutilato, colmo di ferite e di tagli profondi sporchi di sangue, ferite infette e violacee, il suo torace che non si gonfiava più, chissà quando aveva esalato l'ultimo respiro potevo solo sperare che non avesse sofferto troppo, che non avesse avuto alcun ricordo di me mentre moriva. I suoi capelli rossicci e pieni di polvere, gli occhi sbarrati e rivolti contro il cielo pregando il Creatore di farlo morire. Quella fu l'ultima vera volta in cui vidi Roderick Gilmore. Mi aspettavo di crollare nel vedere il suo cadavere, invece mi fermai pochi istanti a fissarlo, gli dissi addio nella mia mente e poi proseguii uscendo dalla prigione. Trovai Riordan che parlava ancora con Alistair e affidai al Custode anziano il prigioniero che avevo trovato. Scomparvero via e noi proseguimmo lungo i corridoi delle prigione e dei sotterranei. Non mancò molto per trovare il mio nemico.
Arle Howe era disarmato, stava osservando qualcuno accanto a lui che torturava un prigioniero di cui ormai non c'era battito in corpo, ormai morto e devastato dalla magia del mago che ci stava giocherellando. Entrambi vestivano con una tunica nobile, non gli demmo tempo di muoversi o di accorgersi della nostra presenza: avanzammo contro di loro e li uccidemmo entrambi, io e Alistair, le nostre lame nelle loro schiene. Il mago morì subito forse per il brutto colpo che aveva ricevuto alla schiena, ma Howe no. Lo spinsi a terra mentre sputava sangue, un lago di rosso fuoriusciva da entrambe le ferite, cercava di frenarle ma inutilmente e allora premette per la paura della morte. Mi avvicinai a lui con gli occhi chiusi a due fessure.
Quella fu forse l'unica volta in cui parlai come Morrigan. « Questo è più che meritato. Mi dispiace solo che tu non soffra abbastanza. Questo è per quello che hai fatto alla mia famiglia... » cercò di sputarmi del sangue in viso ma mi scostai.
« Tuo padre non si meritava Altura Perenne. Quella terra appartiene a me e alla mia famiglia per diritto... lui era un fallimento come teyrn. Io avrei condotto la città... » tossì ancora del sangue mentre la sua pelle sbiancava.
« Vallo a dire all'inferno dove ti sto spedendo! » infilzai la lama ancora una volta nel suo corpo, stavolta centrai il cuore e allora spirò.
A quel punto potevamo finalmente tornare da Anora, facemmo la strada invece e aprimmo la porta che adesso non era più bloccata dall'incanto del mago. La ragazza indossava le sue regali vesti rosee, aveva la pelle candida e morbida, un trucco leggero in tutto il viso e soprattutto intorno ai suoi occhi verdi e splendenti, i capelli un velo di rossetto di una tonalità chiara di viola e i capelli biondi raccolti in un'acconciatura molto complessa. Una donna bellissima che poteva avere circa l'età di Alistair, il che mi faceva strano come pensiero visto che lui aveva qualche anno in più rispetto a me. Riflettendoci bene mi rattristava pensare ad Anora insieme a Cailan, chissà com'erano stati felici insieme... chissà quanto aveva sofferto nel perdere la persona che amava. Io e Anora eravamo molto simili sotto quel punto di visto e sono stata una stupida e rendermene conto tempo dopo: entrambe abbiamo amato, entrambe di nobili origini, entrambe legate a un Theirin, entrambe volevamo il bene del Ferelden e una guida opportuna.
« Grazie mille Custode! Credo sia meglio muoverci in fretta. Non voglio che gli uomini di Howe ci trovino ancora qui... » disse lei con voce quieta e sensibile. Concordammo tutti e uscimmo dal castello mentre il sole tramontava sulla città.
Dovevamo tornare da Eamon, per quel giorno avevamo già fatto abbastanza casini vista la morte imprevista di Howe; inoltre per qualunque occhio estraneo a quella situazione, avevamo appena rapito la Regina del Ferelden era eravamo perseguibili!








Angolo Autore:
Ecco a voi un altro capitolo. Stavolta ci ho messo un po' di più visto che ho avuto un po' da fare e inoltre è un periodo in cui sono piuttosto facile ad annoiarmi (l'attesa a Dragon Age Inquisition è difficile da sopportare!). Passiamo subito al commentare insieme il capitolo.

Devo ammettere che... sono soddisfatto del capitolo ma non a pieno. Volevo fare sia “Salvare Anora” che “Problemi all'Enclave” in un unico capitolo. Incredibilmente però pare che il capitolo sia stato abbastanza lungo con la sola metà di ciò che volevo fare... quindi nel prossimo capitolo vedremo l'enclave e l'Incontro dei Popoli. Ora... iniziamo: spero di aver descritto bene l'idea della tenuta dell'Arle di Denerim e di non aver corso troppo in quella parte. Ho volutamente ricreato i sotterranei e le prigioni in un'unica stanza dove c'erano alcuni strumenti di tortura e alcuni fatti importanti per l'Incontro dei Popoli: il fratello di Bann Alfstanna per esempio e naturalmente la presenza di Riordan. Ho anche aggiunto il ritrovamento di Roderick, un brutto colpo per Myalee ma facile visto che nel suo cuore ormai c'è solo Alistair (e questo l'avevamo capito xD). Ho anche voluto tagliare il combattimento con Howe e sgherri perché il capitolo mi sembrava pesante e quindi ho creato una nuova versione del “combattimento”. E per amore del cielo ho eliminato il combattimento finale della tenuta, combattimento difficile ma almeno sono riuscito a sopravvivere o sarei dovuto andare a Forte Drakon come successe durante la mia prima partita, decisi di liberarmi insieme ad Alistair, molto imbarazzante visto che eravamo entrambi in mutande xD.

Non posso non ringraziare Alithea con tutto il calore che ho visto che è l'unica che ha commentato ogni singolo capitolo (quanta pazienza!) e soprattutto perché mi ha aiutato moltissimo con le sue recensioni e mi ha fatto andare avanti anche quando l'ispirazione mancava :).

Ho anche il piacere di ringraziare TheGreyJon che ha iniziato a commentare alcuni capitoli iniziali. E vorrei anche ringraziare Tezz per la breve ma bellissima recensione (definendo la mia storia una delle migliori) e un grazie va anche a WhiteMisteke, o semplicemente White, che mi ha allietato con il suo commento; spero che ci siano problemi se vi ho citati nell'Angolo.
Grazie a tutti coloro che leggono la mia storia, che l'hanno semplicemente aperta per sbaglio o che l'hanno letta, ma soprattutto grazie a tutti quelli che la leggeranno e la commenteranno. Ci vediamo al prossimo capitolo ^^.

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Capitolo 18
*** L'Incontro dei Popoli ***


CAPITOLO DICIOTTESIMO
L'INCONTRO DEI POPOLI


Le porte della residenza ci furono aperte, l'ombra notturna che ci stavamo lasciando dietro fu accecata dalla luce dentro il salone. Facemmo entrare per prima Anora ed Erlina, poi seguimmo io e Alistair e poi gli altri due che si dispersero per le stanze del castello. I domestici di Eamon si avvicinarono per aiutarci ma li allontanammo, le notizie probabilmente avevano corso per i vicoli ed ero certa che tutti sapessero ciò che era successo ad Arle Howe, andammo direttamente nello studio di Eamon dove trovammo l'Arle che parlava con Riordan, il Custode Grigio che avevamo liberato.
« Sono tutte informazioni preziose. Loghain ne avrà da soffrire... » stava dicendo l'Arle. Quando entrammo nella stanza i due uomini tacquero.
« Non preoccupatevi Eamon. Anch'io sono concorde. Mio padre ha ormai esagerato. Voglio aiutarvi e voglio ristabilire il mio onore di Regina! » disse Anora avanzando verso di lui, accennò un inchino ed Eamon sembrò in difficoltà.
« Anora.... sapete benissimo che ho convocato l'Incontro mettendo in discussione la vostra carica. Bisognerà scegliere un nuovo rappresentante... ma a cosa stavate pensando? » Eamon stava sbagliando approcciò e lei divenne nera in viso per la rabbia, scoccò un'occhiataccia ad Alistair che parve ignorarla.
« Nell'Enclave elfica gira parecchio malcontento. Suggerirei di scoprire cosa sta accadendo, credo che di mezzo ci sia mio padre » disse lei. Chiaramente era un altro compito per noi.
« Possiamo pensarci noi, Eamon » cominciai. « Magari meglio parlarne domani visto che penso l'Enclave sia già chiusa a quest'ora. » annuirono tutti.
Avevamo una pista da seguire, l'ultima che ci divideva dall'Incontro dei Popoli che si sarebbe tenuto nel pomeriggio seguente. Anora si avvicinò a me e mi sussurrò qualcosa all'orecchio. Mi costrinse a seguirla in un'altra stanza. « Myalee giusto? Ho sentito molto parlare di voi... non credo centriate con la morte del mio amato Cailan! » disse lei, cercava di stare la persona forte ma potei chiaramente vedere nei suoi occhi quanto stava soffrendo, la morte di Cailan era storia passata se pensiamo che era passato un anno dalla caduta di Ostagar. « Vorrei farvi riflettere sul trono... perché chiariamoci: l'Incontro dei Popoli verrà convocato per far capitolare mio padre e ci riusciremo. Ma poi toccherà a voi decidere chi sarà il prossimo sovrano »
« Pensate davvero che avrò questo potere? Non sono nessuno... » non più visto che avevo perso Altura Perenne, ormai non ero una Cousland. Lei sorrise sarcasticamente e poi parlò ancora.
« State radunando l'esercito. Voi deciderete il prossimo sovrano... e vorrei che sceglieste me! » mi fissava intensamente con i suoi occhi chiari, un duello tra i nostri sguardi che mi costrinsi a sostenere.
« Perché dovrei scegliere voi? Cosa vi rende migliore di Alistair? » dissi infine.
« Semplicemente il fatto che sono una sovrana migliore. Eamon porterà in gioco il fatto che in me non ci sia una goccia del sangue di Maric, non mi importa. Alistair non ha diritti al trono... » proseguì. Dovevo fare il suo gioco per adesso.
« Va bene. Terrò in considerazione l'idea di eleggere voi. Un'alta considerazione... » parve sollevata, gli bastò e mi lasciò andare nelle mie stanze.
Il mattino seguente ci svegliammo tutti presto. Decidetti in fretta chi volevo portarmi: scelsi Alistair visto che mi aveva seguito per tutto il percorso (naturalmente tenni conto anche del fatto che lo amassi), volli portare anche Leliana per avere eventuali forze di scassinamento e il piccolo e distruttivo Oghren, la sua forza ci avrebbe senza dubbio aiutato in caso di qualche scontro. Ci mettemmo subito in marcia e arrivammo al distretto del mercato dove la gente aveva già piazzato i loro banconi e stava esponendo le proprie merci, avanzammo lungo il perimetro della zona e ci avvicinammo alle mura per entrare in una gigantesca porta con una cancello di legno che era stato issato permettendo l'entrata o l'uscita dagli elfi. Entrammo e percorremmo un piccolo ponte di pietra che ci portava in una zona murata e piena di case, molto diverse dagli altri distretti di Denerim. Le case si reggevano in piedi per miracolo viste le loro pessime condizioni e le strade erano sporche, c'erano cani rognosi e morti ovunque, corpi di elfi che puzzavano di marcio e altri elfi che mendicavano cercando soldi per non patire la fame.
« Posso chiederti una cosa Myalee? » chiese Alistair titubante, mi voltai verso di lui mentre superavamo un gigantesco albero che profumava, l'odore mi ricordava molto quello che aleggiava nell'accampamento degli elfi nella Foresta di Brencilian.
« Certo Alistair. » risposi con naturalezza. Fu allora che mi disse qualcosa che non mi aspettavo, qualcosa che avrebbe ovviamente condizionato la mia scelta.
« Hai già un'idea di chi sceglierai all'Incontro dei Popoli? Voglio dire... non voglio che scegli me perché ci amiamo. Io mi sento pronto per decidere da solo... ricordi che lo dicesti anche tu quando parlammo con Goldanna? »
« Certo. E lo penso ancora... ma il trono... sei sicuro di poterlo sopportare da solo? Voglio dire è una grande responsabilità! » annuì e mi espose le sue idee.
« Sarà difficile ma... non parliamo di me. Tu hai già un'idea di chi sceglierai? » chiese infine. Gli rivolsi un sorriso e annuì. In verità ero in dubbio, Anora poteva essere un buon partito, e Alistair era l'amore della mia vita ma che sarebbe accaduto se fosse diventato re? Non parlo solo della relazione tra me e lui. Fortunatamente Leliana ci interruppe indicando una grande massa di elfi ribelli davanti un istituto.
« Non esiste nessuna cura. Dateci i nostri familiari! Li state imprigionando! » urlavano gli elfi in coro. Non capimmo molto di ciò che realmente accadeva.
Chiedemmo un po' in giro e ci rivolgemmo ad un'elfa di nome Shianni, sembrava riluttante a parlare con noi ma le dissi che ero dalla sua parte. Ci disse che dei maghi stavano utilizzando una qualche magia per curare gli elfi nell'enclave da un'epidemia che stava girando per le strade. Il problema era che nessuno degli elfi entrati nell'istituto era mai tornato indietro per raccontare. Ci parlò di un ingresso secondario e ci disse che c'erano delle guardie pure lì per cui era impossibile entrare.
« Non preoccuparti. Ci penserò io! » le dissi, dopo ci allontanammo dalla folla e dalla confusione che stava soffocando l'area intorno l'istituto. Cercai di vedere meglio com'era articolato ma vidi solo due piani, il tetto con le tegole e tutte le finestre erano sbarrate con forza da grosse sbarre di legno. L'interno era sconosciuto per chiunque.
Ci spostammo lateralmente costeggiando il perimetro dell'edificio e trovammo il misterioso ingresso secondario, una piccola porta e accanto ad essa c'erano due guardie proprio come descritto dall'elfa. Ci avvicinammo a loro e subito ci notarono, ci fissarono con uno sguardo strano e colmo di risentimenti che mi appariva immotivato. Salimmo i pochi scalini che ci separavano dal pianerottolo su cui stavano e cercai di corromperle. Sembravano solo interessati al denaro e così offrii loro alcune sovrane, parvero soddisfatti e non si sentirono in colpa nel farci passare per la porta. Sospettai di una possibile trappola, forse sviluppavo capacità di vedere nel futuro visto che dentro c'era una decina di persone.
La maggior parte di quei dieci erano vestiti con armature abbastanza scadenti di un ferro vecchio, avevano spade e archi come armi, uno tra loro spiccava per la sua tunica da mago, un cappuccio che gli copriva la cute e che mostrava solo i suoi occhi gelidi. Era voltato verso i suoi compari che si stavano occupando di qualcuno dentro delle gabbie, c'erano almeno una ventina di elfi imprigionati. La cosa non mi piaceva.
« Sapevo che un Custode dava rogne a Loghain. Pare che oltre vendere schiavi avrò anche il piacere di liberarlo dalla tuo piaga! Prendeteli e uccideteli! » un ordine rivolto ai suoi uomini e ci trovammo a combattere contro di loro.
Lo scontro fu duro ma Leliana scoccò due frecce con le quali uccise due nemici che avanzavano, Oghren caricò un gruppo di tre e mosse la sua grande mannaia facendola ruotare e facendo saltare le teste degli uomini. Io e Alistair ci muovemmo ancora una volta insieme, spalla a spalla. Davanti a me si presentarono due uomini, evitai loro colpi parandone la maggior parte con lo scudo, diedi un colpo al primo che cadde per terra e cominciai ad attaccarlo, stavo per ricevere un fendente al fianco e feci un salto, caddi addosso all'uomo con tutto il mio peso e mi rialzai appena possibile. Diedi alcuni fendenti e colpi di spada all'uomo che mi aveva fatto saltare mentre l'altro si era rimesso in piedi. Uccisi il secondo uomo infilando la spada nel suo sterno, fu allora che l'uomo incappucciato evocò una bufera di neve attorno a noi, ciò mi fece vacillare soprattutto per il freddo che stava portando dentro la stanza, misi lo scudo in avanti in modo da difendermi da eventuali colpi e vidi chiaramente il mio nemico davanti agli occhi, con un colpo netto gli tagliai la testa. Non sentivo più rumori della battaglia e questo significava che era rimasto solo il mago, mi mossi a fatica e alla fine lo vidi con le braccia alzate, mi spostai velocemente rinunciando allo scudo e caricai un colpo, la spada lo trapassò da parte a parte e sputò sangue addosso alla mia armatura, mi guardò cercando pietà ma non ne trovò. Estrassi la lama e morì poco dopo dandoci la possibilità di aprire le gabbie con la chiave.
Trovammo anche dei documenti firmati da Loghain in persona. « Parlano della vendita di schiavi all'Impero Tevinter. È tutto autorizzato da Loghain... immagino nel suo folle sogno di combattere Orlais! » dissi leggendo meglio i documenti.
« Già... Eamon sarà felice di queste notizie. Incrimineranno Loghain all'Incontro dei Popoli oggi pomeriggio! » rispose Alistair con freddezza. Erano perfetti. Liberammo gli elfi imprigionati, nessuno di loro era realmente malato. Chissà quanti erano però stati venduti... quanti avevano già sofferto?
Dovemmo fare in fretta: aiutammo gli elfi ad uscire (e per farlo dovemmo liberarci delle due guardie e quindi ci riprendemmo i soldi) e la folla davanti alla clinica si calmò dopo pochi minuti. Poi svanimmo di nuovo tra le strade fino a tornare al distretto del mercato per andare subito da Arle Eamon. Al nostro arrivo mostrammo le prove a Eamon e disse che le avrebbe portate con sé, ci disse anche che avremmo dovuto raggiungerlo subito dopo pranzo, io e Alistair da soli contro la nobiltà. Aspettammo la suddetta ora mano nella mano, cercando di immaginare cosa sarebbe successo di lì a poche ore; ormai non si tornava indietro: corremmo per le strade rivolti al magnifico castello reale, il centro della capitale, il punto di riferimento di tutto il Ferelden. Entrammo tramite una gigantesca porta di metallo pesante e ci trovammo in un piccolo atrio con delle colonne e gli stendardi con i colori fereldiani, lo stemma di Maric che brillava negli scudi alle pareti e un'ultima porta che ci separava da qualcuno che stava già parlando.
Entrammo e avanzammo lungo la folla di nobili e di invitati all'Incontro dei Popoli, c'erano delle balconate su cui vidi che stavano alcuni importanti lord, ne contai in tutto cinque, su una inoltre c'era anche Arle Eamon che puntava il dito colpevolizzando Loghain della sua follia, del fatto che fosse un errore rivolgere le nostre forze contro un nemico che non c'era: Orlais.
« Eamon, voi volevo solo piazzare un fantoccio al potere. Alistair non è il vero sovrano, è di discendenza bastarda e il suo posto qui è discusso. Volete piazzare una marionetta... guidata dalla nostra burattinaia. Eccola là! » dissi indicando me mentre mi facevo strada tra la folla di nobili. Era il momento di parlare.
« Loghain basta combatterci, rendetevi conto che il nemico reale è il Flagello e non Orlais! » dissi come prima cosa. Molti nobili acconsentirono e poi una donna tra i cinque lord presenti parlò.
« Il mio Bann ha accolto abbastanza rifugiati per rendere chiaro il punto! » Loghain sembrava stranamente in difficoltà e non seppe cosa rispondere in un primo momento. C'erano solo dei mormorii.
« Non permetterò che il Ferelden cada preda dei sovrani orlesiani, non rischierò che tutte queste anime innocenti cadano morte sotto di loro! » sembrava convinto di ciò che diceva, chiaramente era accecato dalla follia e dalla stupidità.
« Parliamo di innocenti giacché ne fate menzione. Che mi dite di Rendon Howe? Sapevate benissimo che torturava innocenti e lo permettevate pure! » urlai contro di lui, altri mormorii tra la nobiltà e stavolta fu un uomo a parlare tra i lord, dietro di sé aveva uno stendardo con un drago disegnato.
« Mio figlio era tenuto prigioniero e ha sofferto per mesi! » urlò diventato rosso in viso e gettando altre ingiurie contro l'ormai defunto Howe. « E so che anche il fratello di Bann Alfstanna è stato torturato fino alla follia! » indicò la donna che prima aveva parlato e allora capii che doveva essere la sorella del templare che aveva dato l'anello a Riordan. Loghain ancora una volta era in difficoltà.
« Non sono responsabile delle azioni di un uomo morto. Voi Custode, l'avete ucciso brutalmente senza farvi troppo problemi! » quella scintilla continuò a farmi urlare, una grinta, una spinta in avanti per continuare a incriminarlo.
« Rendon Howe ha subito giustizia per il tradimento nei confronti dei Cousland. La mia famiglia! Inoltre che mi dite delle ingiustizie nell'enclave? E delle prove che avete venduto elfi all'Impero Tevinter? » Loghain non aveva speranze di vittoria.
« Loghain spiegatevi! » urlarono i nobili, il caos sembrava essere accaduto nella stanza, non si riusciva più a capire qualcosa in quella sala e la pace fu conquistata con il fatto che l'uomo aveva trovato le parole.
« L'Enclave è ormai perduta. Ma a proposito di Howe... avete rapito la mia regina. Anora è scomparsa dalla tenuta, l'avete per caso uccisa!? » era assurdo e stavo per rispondergli continuando a urlare ma fu Anora stessa a parlare.
« Sono viva. Ma non per merito di mio padre... » si fece avanti stando vicina al trono e dietro Loghain stesso. Accanto a me c'era Alistair che fremeva, avevo l'Incontro dei Popoli in pugno ormai. « Mio padre non è più l'eroe che era un tempo. La sua mente è stata accecata dalla paura... » Loghain sussurrò qualcosa ma non compresi cosa disse. « Votate per chi favoreggiare! » disse infine Anora.
« Distesa Meridionale a favore del Custode Grigio! » era stata Bann Alfstanna a parlare per prima.
« Mare del Risveglio sta con i Custodi Grigi! » rispose un altro lord nella balconata.
« Picco del Drago con il Custode. Per mio figlio » era stato l'uomo con lo stendardo del drago dietro a parlare.
« Colli Occidentali stanno con Loghain. Solo lui può guidarci! » rimasi di sasso, che cosa voleva quel nobile per convincerlo a stare con noi? »
« Io e il mio bann stiamo con il Custode. Che il Creatore possa vegliare su tutti noi in questo periodo buio! » infine era accaduto, avevamo vinto l'Incontro dei Popoli.
Fu Eamon a parlare in proposito. « Loghain Mac Tir, siete accusato di tradimento. Quest'Incontro dei Popoli vi dichiara sconfitto e solo noi potremo adesso amministrare Denerim e scegliere il nuovo sovrano. Vi condanniamo a morte! »
Non ci fu tempo per replicare visto che Eamon aveva in pugno l'Incontro dei Popoli, avevamo vinto e potevamo chiedere la testa di Loghain. Anora non ebbe tempo di impedire la sua esecuzione che Alistair piantò la propria spada nel petto dell'uomo, squarciò la debole armatura e l'uomo morì agonizzante, per poi spirare definitivamente. A quel punto Eamon scese tra noi, i nobili si fecero indietro e la zona venne ripulita dal cadavere di Loghain, finalmente morto!
Mi trovavo accanto all'Arle, alla mia destra c'era Alistair e alla mia sinistra stava invece Anora con il suo splendente vestito intonato alla pelle. « Myalee... tocca voi decidere chi guiderà il regno. Dovevate da sempre immaginarlo... la scelta tocca unicamente a voi! » già me lo aspettavo in effetti. Fissai Alistair che con lo sguardo mi pregava di scegliere lui, ma da solo poteva regnare sul Ferelden? E Anora? Lei poteva essere in grado di amministrare il regno, ma in che modo? Alla fine ebbi un'illuminazione, qualcosa a cui non avevo mai pensato, qualcosa che non era decisamente nei piani, e io e Alistair avremmo avuto un futuro certo.
Feci pochi passi in avanti e superai tutti e tre rivolgendomi alla nobiltà. « Alistair Theirin sarà il nuovo sovrano del Ferelden, e io regnerò insieme a lui come sua Regina! » quelle parole dichiararono non un sovrano, ma due: me e Alistair.


« Abbiamo pessime notizie! » queste furono le parole di Riordan quando ritornammo al castello dell'Arle. Era quasi il tramonto e avevamo passato il resto del pomeriggio nel caos al Palazzo Reale, soprattutto perché Anora non accettava il fatto che potessi essere io la nuova Regina, e forse non ci avevo neanche pensato bene. Alistair era l'unica cosa che mi teneva legata alla realtà, stringeva la mia mano e mi teneva ancorata. Alla fine avevamo dovuto imprigionarla, avremmo pensato dopo a cosa fare di lei, di certo non avrei iniziato a regnare con un atto di crudeltà.
« Che succede Riordan? » chiese Alistair, sembrava diverso, forse perché di li a pochi mesi sarebbe potuto diventare mio marito. Avevo diciannove anni e stavo per sposarmi. Non era come quando dovevo farlo con Dairren, adesso ero felice.
« L'orda di Prole Oscura sta camminando verso Denerim. Arriveranno qui in città entro due giorni... e l'arcidemone si è finalmente rivelato. È a capo dell'orda... »
Un lungo attimo di silenzio che infransi con le mie parole. « Abbiamo radunato un esercito. Maghi, nani, elfi. È giunto il momento di usarlo! » dissi con voce solenne. Riordan e Eamon si scambiarono uno sguardo, era giunta la battaglia finale.
L'Arle uscì dallo studio per pochi minuti. Quei pochi bastarono a Riodan per rivelarci qualcosa di spaventoso. Qualcosa che mi fece tremare il cuore. « Sarò sincero con voi: siete due novelli e dovete saperlo, serve un Custode Grigio per uccidere un arcidemone, l'anima del Prole Oscura entra nel corpo del Custode che muore subito dopo. Ne usciremo in due da questa battaglia... » prese pochi istanti di pausa e non ci permise di capire a pieno le parole. « Farò in modo di essere io a fare il colpo di grazia visto che sono il più anziano. Ma se toccasse a uno di voi... tenetevi pronti! » non ribattemmo, lasciammo la stanza stanchi, io mi spostai verso la mia camera e quasi sobbalzai nel trovarmi davanti la seducente Morrigan.
« Che ci fai qui? » chiesi avvicinandomi di pochi passi a lei. Stava davanti al camino, aveva una luce spettrale in volto e si mise a fissarmi.
« Sei in pericolo. Conosci già il destino del Custode che dona la morte all'arcidemone? » pure lei lo sapeva? Pensavo fosse una cosa riservata ai Custodi. « Intuisco dal tuo sguardo di sì. Ho però una via di fuga... qualcosa che potrà salvare tutti e tre... un rituale da consumare nella notte! » ammetto che ebbi paura che Morrigan ci stesse provando con me, voleva fare sesso? Che razza di rituale era!?
Fu allora che capii che io non ero implicata nel rituale, almeno non direttamente. « Che rituale? In cosa consiste esattamente!? » sentivo già il sangue ribollire, ecco la vera natura di Morrigan: la crudeltà in persona.
« Hai capito a cosa mi riferisco. Per quanto mi faccia schifo l'idea, devi convincere Alistair a fare l'amore con me. Dal nostro rapporto nascerà un bambino che potrà contenere l'anima di uno degli Antichi Dei... ciò accadrà alla morte dell'arcidemone che non mieterà l'anima di chi gli infligge il colpo di grazia! »
Gelosia. Rabbia. Via di fuga... Morrigan ci aveva dato l'occasione di uscire vivi dallo scontro con l'arcidemone, Riordan non sarebbe dovuto morire. Nel peggiore dei casi io non avrei dovuto rinunciare ad Alistair e lui non avrebbe assistito alla mia morte. L'idea era perfetta, ma come potevo lasciare che lei e Alistair dormissero insieme!? « Che razza di rituale è? Lo hai appreso dal grimorio non è vero? » scosse il viso con mia grande sorpresa.
« No. Probabilmente è per questo momento che Flemeth mi ha mandata con te. Te lo dico da amica... accetta la mia proposta e parla con Alistair. E dimentica la vostra patetica relazione per un momento e pensa alla vostra vita futura! »
« … » avevo centinaia di domande, ma sapevo che Morrigan non avrebbe risposto a nessuna di tutte, volevo però chiederle una cosa in particolare. « Che accadrà al bambino? Voglio dire... come faremo a sapere che un giorno non marcerà su Denerim rivendicando il trono? » chiesi infine. Lei fece un ghigno.
« Ti assicuro che non accadrà mai una cosa del genere! » marcò ogni sua parola e con quella frase mi congedai cercando Alistair; ero pazza, non potevo chiedergli realmente ciò che stavo per dire, inoltre sentivo già le lacrime agli occhi al pensiero di quei due nello stesso letto, la bella Morrigan con le braccia legate al mio Alistair, lui che gemeva grazie al tocco della strega! La cosa mi faceva impazzire e sentivo il cuore scoppiare. Senza rendermene conto ero entrata nella stanza di Alistair.
« Oh eccoti. Sai pensavo al fatto del nostro matrimonio e delle parole che ha detto Riordan... se dovessimo uscirne vivi grazie a lui, sapete che il popolo si aspetterà un erede al trono molto presto? » non riuscii a sorridere nonostante lui fosse felice.
« Vorrà dire che faremo il possibile e proveremo più volte a darglielo. Anche se abbiamo già iniziato bene mi pare... » dissi senza mutare espressione, si avvicinò a me e mi tenne per le braccia.
« Che ti prende? Ti senti male? » era molto vicino alla realtà più di quanto pensasse!
« Alistair ho bisogno di spiegarti una cosa... » riportai ogni parola che mi era stata detta da Morrigan, anche sulla nascita del bambino, non avrei mai vincolato quel rituale senza essere certa che lui sapesse tutte le sfaccettature del rito.
« Quindi è così che deve finire... o morirà uno di noi o devo andare a letto con Morrigan! Come puoi chiedermi questo? » la mia voce tremava proprio come la sua, gli occhi erano pesanti e colmi di lacrime. Il mio respiro era affannoso.
« Ti amo più della mia stessa vita. E non potrei sopportare una vita senza di te... » riuscii a dire debolmente, quello gli bastò. Annuì e ci legò in un bacio, passionale come sempre, quella fu una dura decisione, a quel punto scoppiai in lacrime perché non potevo accettare la cosa. Non potevo accettare il pensiero di lui a letto con lei!
« Myalee ti prego: non voglio fare questo rituale, lo faccio solo perché me lo chiedi e perché il pensiero di poter rinunciare a te è un tormento paragonabile all'Oblio! »
« Non preoccuparti! Ora vai... credo ti stia aspettando. Io starò qui! » dissi trattenendo le lacrime, cercando di mostrarmi forte per incoraggiarlo, volle farsi accompagnare fino in camera e poi lo lasciai insieme a Morrigan.
Tornai di corsa in camera di Alistair e mi stesi sul letto con tutta l'armatura, singhiozzando e scoppiando in lacrime ad un certo punto; in quel momento riuscivo a sentire (o forse lo immaginavo solo) ogni loro sussurrò, ogni loro respiro. L'armatura che cadeva, lo scostarsi della seta delicata del letto, lei che saliva sul corpo di Alistair e... volevo solo urlare! Morire sarebbe stato piacevole perché almeno la morte sarebbe stata un piacevole sollievo a tutto quello... passarono cinque minuti, dieci, quindici. Poi finalmente le lacrime fecero in modo che fossi troppo stanca e venni reclamata dal sonno. Almeno là non ero tormentata dall'immagine di Alistair e Morrigan!







Angolo Autore:
Salve a tutti e buon pomeriggio. Finalmente sono riuscito a pubblicare il capitolo dopo quelli che sembravano secoli, se sarete riusciti ad arrivare fino alla fine... capirete il perché l'Angolo sarà abbastanza serio.

Non voglio parlare dell'Enclave. Credo che tutti noi sappiamo cosa accada: abbiamo giocato la nostra partita e abbiamo tutti fatto qualcosa. Nella prima partita come in questa con Myalee, ho scelto di uccidere lo schiavista e liberare gli elfi.
Non voglio parlare dell'Incontro dei Popoli, vittoria o sconfitta poco importa, sono fiero di essere riuscito a vincerlo per la prima volta in tutte le mie giocate, e che dire... Alistair e Myalee diventeranno i prossimi sovrani del Ferelden, la scelta più sensata a mio parere visto che ho sempre tifato per il nostro cavaliere.
Voglio adesso arrivare al nocciolo della questione, la parte finale del capitolo e vorrei davvero incentrare tutto l'Angolo su ciò che è successo (tralasciando il fatto che mi sembrava assurdo tornare a Redcliffe per poi ritornare a Denerim): Morrigan ha parlato del rituale e Myalee, con dolore, ha convinto Alistair nel compierlo. Ritengo questo uno dei momenti più dolorosi e importanti della storia, io personalmente non so come avrei reagito, in quella parte ho cercato di impersonare Myalee.
Perché ci si trova ad un bivio: o far compiere il rituale e quindi accertarsi di salvarsi una volta ucciso l'arcidemone, oppure dover dire addio alla persona amata o a se stessi. Che farei io nella realtà? Non lo so, perché immagino il dolore (che spero di aver descritto bene anche se forse le parole non bastano) e fa troppo male. Ma forse fa più male il sacrificio. Questo è come ho agito io.

Voglio ringraziare ancora una volta Alithea e vorrei proprio sapere cosa hai fatto tu in questo punto del gioco, vorrei saperlo da tutti. Pensate che sia possibile agire come Myalee? Grazie a tutti coloro che hanno letto il capitolo e che seguono la ff e soprattutto mi scuso per la forse eccessiva serietà dell'Angolo, ma è così che mi sento: sono triste come Myalee, condivido la sua sofferenza. A presto con il prossimo capitolo, la battaglia finale contro l'arcidemone :)

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Capitolo 19
*** L'Arcidemone ***


CAPITOLO DICIANNOVESIMO
L'ARCIDEMONE


Il cielo era di uno strano colore, rosso e nero, le nubi erano agghiaccianti e soprattutto non sembravano neanche reali. Era come se quel giorno il sole avesse distorto la realtà, ma quella era un'illusione creata dalle fiamme e dai fumi che avanzavano verso il cielo, lingue di fuoco che si generavano ovunque in città, perché nonostante sapessimo dell'arrivo dei prole oscura, non potevamo immaginare che l'attacco sarebbe stato così improvviso e distruttivo. Vedemmo il fuoco piovere dal cielo sulle nostre case e dentro la città, volavano sfere di rottami fiammeggianti oltre le mura alte, altre colpivano direttamente il perimetro della città creando giganteschi fuochi ed esplosioni a catena. I prole oscura usavano degli armamenti in grado di attaccarci a distanza e noi facemmo riferimento alla magia e agli elfi con i loro archi e frecce. Vidi una pioggia di frecce e incantesimi venire lanciati oltre i cancelli di Denerim, l'ingresso principale dal quale i prole oscura erano riusciti in buona parte ad entrare. Inizialmente avemmo solo la resistenza della città e ciò ci mise in svantaggio, dopo poche ore però arrivarono anche i nostri alleati, gli eserciti che ero riuscita a convocare.
Prima di quello avevo già avuto una scarica, avevo pianto e adesso mi sentivo più forte. Perché dopo che Alistair aveva finito con Morrigan, tornò nella sua camera dove mi ero addormentata, ricordo che era più buio e mi svegliai quando lo sentii accanto a me, mi stringeva tra le sue braccia, non gli volevo chiedere nulla, ma sapevo che ciò che doveva fare era stato compiuto. Continuava a dire che era dispiaciuto e io non sapevo che dire; non riuscii neanche a baciarlo visto che avevo paura di sentire il sapore delle labbra della strega addosso a lui. Il giorno dopo fu difficile per entrambi, Morrigan che mi lanciava strane occhiate che cercavo di evitare, Alistair chiaramente dispiaciuto, la sera prima della battaglia. Facemmo pace (non che avessimo realmente litigato) e facemmo l'amore, ammetto che fu un ottimo mezzo per dimenticare l'accaduto, anche se pensarci fa male anche ora!
Il cielo si tinse di quella strana luce oscura e tenebrosa, ci eravamo già preparati per il grande scontro ed era giunto il momento del discorso. Alistair era il re e dovette quindi parlare all'esercito. « Soldati, siamo riuniti qui per ergerci contro la prole oscura che avanza minacciosa desiderosa della nostra distruzione. Per fare in modo che il Flagello si concluda qui e che non dilaghi, oggi combattiamo la battaglia decisiva che in un modo o nell'altro deciderà le sorti del Thedas. » prese qualche istante di pausa mentre gli uomini gioivano e alzavano le spade al cielo. « Ma nessuno di noi sarebbe qui oggi se non fosse stato per una giovane donna, la vostra futura regina. Nonostante Howe abbia distrutto la sua famiglia, lei si è fatta coraggio, ha partecipato all'Unione dei Custodi Grigi e ha riunito il più grande esercito mai visto! » si voltò verso di me, fissandomi con i suoi occhi caldi, quegli occhi di cui mi ero innamorata e mi feci avanti, mi rivolsi all'esercito.
« Quest'oggi il Flagello si concluderà. Avanzate e lottate, combattere per il Ferelden! » urlai alla fine e tutti urlarono con me, fu allora che mettemmo mani alle armi e ci spostammo verso i cancelli di Denerim per bloccare l'ingresso in città.
I cancelli erano stati abbattuti e la prole oscura avanzava con forza, vidi hurlock e genlock scagliarsi contro di noi, cercando in tutti i modi di entrare, il mio gruppo era stato posizionato in punti strategici: Leliana rimase in alto tra i tetti delle case insieme ad alcuni arcieri con i quali scagliò le frecce. Insieme a lei rimasero Morrigan e Wynne che lanciarono potentissimi incantesimi, la prima scagliò delle tempeste di fuoco e di fulmini con il quale fece in modo di disperdere i pochi prole oscura che sopravvivevano al passaggio tra le fiamme; la seconda invece rafforzò come sempre le nostre armi, i nostri spiriti ed evocò lo spirito che aveva dentro di sé, in quell'istante generò una potente tempesta di neve e un terremoto che scosse la terra intorno a noi, ci fece vacillare ma non crollammo. Sten e Drawgnar furono come sempre una bellissima squadra, rimasero uniti e combatterono fianco a fianco, potei vedere quanto Sten era praticamente indistruttibile ora che aveva di nuovo la sua amata spada, il mio mabari aveva chiaramente stabilito un legame con il qunari e sembravano trovarsi pienamente d'accordo in battaglia, un po' come me e Alistair. Oghren rimase nella zona vicino ai cancelli, muoveva la sua mannaia con la solita maestria e recise moltissime teste di prole oscura, Zevran al suo seguito eseguiva una danza mortale grazie alle due spade che stringeva e che usava perfettamente, poteva difendersi e subito dopo uccideva il proprio nemico.
Io e Alistair facemmo coppia, i nemici oltrepassarono il cancello abbattendo la porta per terra e sollevando polvere, mi mossi con lo scudo alto e pronta a parare i colpi dei nemici, una combinazione davvero letale: parare il colpo e poi uccidere. Con questa tecnica mi liberai in fretta di cinque nemici ma poi un gigantesco ogre si avvicinò a me correndo, mi ricordò molto la battaglia contro il mio primo ogre, mi avvicinai alle sue caviglia evitando abilmente i pugni che sbatté a terra, gli recisi i polpacci facendone fuoriuscire il sangue e facendolo urlare, a quel punto gli saltai addosso, scalai il suo ginocchio e mi aggrappai alla spalla, a quel punto infilzai la spada nella nuca del mostro che spirò all'istante cadendo in avanti. Estrassi l'arma e mi trovai a fiancheggiare Zevran che stava combattendo contro alcuni shriek, una tipologia di prole oscura, letale e veloce proprio come l'antivano, stavolta la parata con lo scudo non ebbe i risultati che speravo, rischiai più volte di perdere l'arma, diedi un colpo di scudo diretto contro il mio avversario e piantai la lama dentro il suo cranio, estrassi la spada e diedi un fendente contro un prole oscura che mi attaccava da dietro, Zevran si era abbassato, ruotava dal lato opposto al mio e mi permise di uccidere il nemico; lui si mosse contro altri due shriek e ne spinse uno contro di me, la creatura cercò di riprendersi ma feci una veloce combinazione con la spada e lo lasciai a terra morto. Accanto a me ricomparve Alistair che era imbrattato di sangue del nemico, o almeno speravo fosse del nemico, ci scambiammo uno sguardo veloce e poi riprendemmo a combattere finché non potemmo riposarci, tornare a respirare tranquillamente anche se l'aria era impregnata dell'odore pestilenziale che emanavano i mostri.
« La battaglia per adesso è vinta. Ma torneranno quando penseranno che i cancelli non saranno più protetti... » disse Riordan spostandosi verso di noi, tutti e dieci eravamo di nuovo vicini, io e lui e i miei otto compagni di squadra.
« Che si fa adesso? » chiese Wynne con il respiro affannoso, ero certa che fosse in difficoltà vista la stanchezza della battaglia. Il Custode le rispose subito rispondendo alla curiosità che tutti avevano.
« Dobbiamo dividerci: io andrò a cercare di attirare l'Arcidemone nella torre di Forte Drakon, là dovremo dare il colpo di grazia. Nel frattempo voi, Myalee, dovrete spostarvi per i vari distretti insieme ad Alistair e altri due così da non farvi individuare. Gli altri resteranno qui a proteggere i cancelli dal nuovo assalto... » rispose l'uomo, la donna parve avere una risposta.
« Va bene io e Alistair andremo insieme a Leliana e Oghren! » ci fu qualche dissenso vista la mia decisione, chiaramente io e Alistair avremmo partecipato visto il nostro ruolo da Custodi Grigi, Leliana era un'ottima arciera e alquanto letale, inoltre ero certa che volesse venire a tutti i costi, la sua visione si realizzava: lei sul baratro dell'oscurità, avrebbe lottato con me contro l'Arcidemone. Oghren era un buon combattente, era forte e sentivo che fosse giusto portarlo con me; avrei voluto portare tutti forse eccetto Wynne perché avevo paura che si sentisse male e Morrigan, la strega che aveva sedotto Alistair, ma che in fondo ci aveva salvati e a cui dovevo molta riconoscenza... qualcosa che non avrei mai potuto dirle.
Giungeva il momento di salutare i compagni che dovevano restare là, di lì a poche ore si sarebbe compiuto il nostro destino, avremmo combattuto e saremmo usciti o vittoriosi o morti. In ogni caso pieni di fierezza per aver provato. Wynne mi venne contro per prima, il suo solito sorriso da nonna. « Capisco perché mi avete lasciata indietro e lo rispetto. Servirò più qui per le cure... voi siete forte! »
« Grazie Wynne,vorrei tanto portarvi con me... siete la prima persona che in assoluto ho conosciuto ad Ostagar, prima ancora di Alistair... »
« Tranquilla cara. Ci vedremo presto... grazie amica mia » si allontanò via per poter dare occasione anche agli altri di salutarmi. Oghren spinse via tutti e mi si parò davanti, sorrisi stranita per la sua espressione.
« Volevo solo dirti che è stato un onore combattere con te. E sarà ancora più grande l'onore nel prendere a calci l'Arcidemone... grazie per avermi tirato fuori da Orzammar! » annuii felice di ciò che mi aveva detto e poi mi trovai a terra, il muso di Drawgnar contro il mio viso che stava leccando.
« Vacci piano piccolo. Sai che tornerò intera vera? Questo non è mica un addio! » il mio segugio abbaiò, felice per la misera consolazione che gli avevo dato e mi si avvicinò Sten che era rimasto alla larga da tutti finora.
« Fai attenzione kadan. Volevo solo dirti che ho molti ripensamenti, il più forte tra tutti è quello di non aver subito creduto in te. Grazie... » un debole sorriso, e poi annuii, a quel punto andò via lasciando il posto a Leliana.
« Sai Myalee... ho molta paura. Ma immagino che tutti i grandi eroi del passato ne abbiano avuta no? Sapevo che il Creatore mi aveva mandato un segno... sapevo che lasciare il monastero era la cosa giusta. Anche se verrò con voi... sono felice! » disse la suora parlando debolmente. Lontano da noi scoppiò qualcosa e fissammo il punto e le fiamme lontane.
« Anch'io ho paura. Molta... ma so che siamo pronti a qualunque cosa. Voglio ringraziarti Leliana, viaggiare con te è stato bellissimo. Non sapevo cosa fosse una migliore amica... ma ho trovato te e adesso lo so! » quasi le vennero le lacrime.
« Anche per me lo sei. Meglio metterci in marcia e in fretta » disse spostandosi, dietro di lei comparve un offeso e arrabbiato Zevran, ormai però riconoscevo quando faceva finta e quand'era serio, stava fingendo.
« E così affronterai l'Arcidemone senza di me? Va bene. Salutamelo però che è da molto che non mi manda lettere... » mi strappò un sorriso e non mi lasciò il tempo di dire altro, soprattutto perché subito dopo di lui c'era Morrigan.
Bella come sempre, era la prima volta che la guardavo da quand'era stato compiuto il rituale due notti precedenti. « Sono triste se penso che sono stata con te per tanto tempo e adesso non verrò a combattere con te... » chiaramente si aspettava qualche risentimento per ciò che era accaduto, in effetti era proprio così!
« Nelle tue condizioni... combattere non è buono! » mi limitai a dire cercando di sorriderle. Fece un ghigno e si toccò il ventre, il rituale era riuscito.
« Volevo dirti che questa è l'ultima volta che ci vediamo. Quando l'Arcidemone morirà, io scomparirò... non vedrete più né me né mio figlio o figlia; è stato bello avere un'amica... grazie di tutto. E grazie per avermi salvata da Flemeth... » quelle ultime parole furono dolorose, se ne andò prima che potessi parlare, non so cosa avrei potuto dirle, non riuscii più a ringraziarla e quella fu l'ultima volta che la vidi, almeno fino a oggi è stata l'ultima volta che vidi la strega.
« Ci siamo finalmente » dissi mentre Alistair si avvicinava a me, chiaramente in ansia e triste visto che aveva sentito il mio discorso con Morrigan. « Ti amo Alistair! » furono le uniche parole che dissi, poi ci baciammo, un bacio pieno di passione.
« E io amo te Myalee, ti amerò per sempre... » era stato molto vago da come aveva parlato, un altro bacio e finalmente radunai i miei compagni, accanto a me c'era Alistair e subito dietro c'erano Leliana e Oghren.
« Andiamo... » riuscii a dire ai miei tre compagni, un ultimo sguardo indietro visto che non sapevo se avrei più rivisto il resto della mia squadra, chiusi gli occhi senza posare lo sguardo su nessuno e avanzai verso il distretto del mercato.


La strada che portava a Forte Drakon era molto insidiosa, soprattutto perché Denerim era completamente stata rimodellata viste le continue esplosioni e tutta la distruzione e i danni che la città aveva subito. Potemmo notare il grosso dei problemi nel distretto del mercato dove nulla era rimasto in piedi, persino la chiesa cadeva a pezzi tra le fiamme ardenti. L'intera zona era popolata da giganteschi ogre spaventosi, a lottare contro di loro c'era parte dell'esercito dei nani. Andammo subito all'attacco per dare man forte ai nostri alleati, strisciammo vicini alle gambe dei nostri avversari e tagliammo loro le caviglie e infliggemmo ferite alle gambe, Leliana si dimostrò utile con le sue frecce visto con quando scoccava riusciva ad accecare il nemico brutalmente. A quel punto era facilissimo arrivare all'ogre, salire grazie all'armatura e arrivare alla sua testa che veniva subito tartassata di colpi. Oghren fece in modo di decapitare qualunque ogre su cui salisse. Alistair spappolava i crani dei suoi nemici grazie allo scudo e io mi limitavo a infierire con la spada più volte. In pochi minuti vedemmo tutti gli ogre nella zona crollare anche grazie ai ripetuti attacchi dell'esercito dei nani che vestiva l'armatura con il simbolo di Bhelen, accanto a loro c'erano dei nani con una corazza scura come il carbone che mi ricordava molto quella di Branka, l'armatura della Legione dei Morti. Un grandissimo aiuto non solo per il numero dei partecipanti allo scontro ma anche per la loro brutale forza, erano pronti anche a morire per vincere lo scontro e questo faceva al caso nostro. Ci volle quasi un'ora per ripulire tutto il distretto e finalmente potemmo avanzare, chiedemmo ai nani lì presenti di non far passare alcun prole oscura. Fatto quello ci dirigemmo verso il cancello dell'Enclave elfica, passato per essa saremmo arrivati prima al distretto del palazzo reale viste le scorciatoie che potevano essersi create.
L'Enclave elfica non ci apparve meno insidiosa. Là i nemici erano radunati in maggioranza, le abitazioni già devastate non erano infine state risparmiate. Tra le fiamme e i cadaveri degli elfi dalish riuscimmo ad arrivare al gigantesco albero, stavolta non profumava più come la foresta di Brencilian, l'aria era troppo soffocata dal fumo e dalla puzza di bruciato. Avanzammo fino ad incontrare la nostra resistenza e oltre il cancello dell'Enclave c'erano delle decine di prole oscura. La cosa mi fece accapponare la pelle visto come fissavano me e Alistair, i Custodi Grigi, cercavano di abbattere il cancello ma non ci riuscirono, almeno per i primi minuti dal nostro arrivo. Improvvisamente ci trovammo a combattere contro i prole oscura che entravano, la maggior parte degli elfi stava lottando insieme a noi e ne riconobbi persino qualcuno appartenente al clan che avevamo visitato, gli altri stavano sui tetti delle case e scoccavano frecce contro gli avversari più lontani cercando di non prendere noi e di fare arretrare coloro che avanzavano, entrai in confusione. Troppi colori e troppo sangue attorno a me, ad un certo punto riuscii a trovare Oghren che stava proteggendo Leliana da alcuni prole oscura, vidi la suora stesa per terra che cercava di ignorare il dolore derivato dalla ferita profonda che aveva alla gamba. Diedi man forte al mio compagno e trovai nella mischia anche Alistair, non potei non osservare il grande squarcio nell'armatura che aveva, eravamo in parecchia difficoltà quando sentimmo un urlo nell'aria, l'urlo dell'Arcidemone, un'esplosione poco lontana da noi e poi lo vedemmo volare via da quello che sembrava essere il distretto del castello, era atterrato sul Forte e questo era perfetto per noi. La prole oscura che combatteva contro di noi parve indebolirsi, non davano più la carica con cui erano arrivati e riuscimmo a farli cadere uno per uno fino ad avere la zona in un lago di sangue umido che veniva assorbito dalla terra.
« State bene? » chiesi rivolta a Leliana e ad Alistair, entrambi si stavano già fasciando e cercavano di rialzarsi, lei era più in difficoltà ma era una combattente straordinaria.
« Ce la caveremo. Dobbiamo avanzare adesso! Non possiamo perdere ancora tempo... » queste furono le parole di Leliana, ci mettemmo subito in moto verso il distretto seguente e raccomandammo agli elfi di resistere e di non far passare prole oscura.
« Hai sentito l'urlo dell'Arcidemone? » chiese Alistair mentre camminavamo lungo un ponte di pietra, era stato distrutto e solo poche travi resistevano ancora, dovevamo passare per di là a qualunque costo però. Mi voltai verso di lui e annuii. Non potevamo sapere a cosa era dovuto anche perché stranamente non eravamo riusciti a capire cosa aveva detto, solitamente l'avrei capito, stavolta non era successo.
Il nostro arrivo al distretto del palazzo fu chiaramente un duro colpo, qualcosa che non sappi riuscire a controllare, qualcosa che mi spezzò il fiato. Il corpo di Riodarn in una grande macchia di sangue, straziato e con la spada insanguinata, il sangue ancora caldo e il corpo messo in una stranissima posizione. Cominciai a respirare a fatica e mi cadde l'arma dalle mani. Un totale annebbiamento e il cuore che batteva forte.
« Riordan è morto. Toccherà a noi due uccidere l'Arcidemone e uno di noi dovrà morire! » continuai a ripeterlo per tre volte di fila prima che Alistair mi prendesse le braccia e mi scuotesse con forza fissando con i suoi occhi color caramello.
« Myalee non dovremo morire e lo sai benissimo! Possiamo superare insieme l'Arcidemone! » ma qualunque parola mi dicesse scivolava subito via. A causa della confusione che provavo. Poi ripresi a riflettere, mi trovai lontana dalla battaglia insieme ai miei tre compagni. Lontani da noi c'erano le forze di Arle Eamon che stavano lottando contro la prole oscura davanti al castello reale.
« Hanno mandato un messaggio dai cancelli di Denerim... » disse Leliana rivolta principalmente ad Alistair visto che era lui quello sano di mente in quel momento. « Nessuno è caduto dei nostri, i cancelli continuano a restare in piedi e la prole oscura sembra essersi nuovamente fermata! »
« Ottimo... Myalee come ti senti? » chiese il ragazzo rivolgendosi a me, annuivo senza che mi fosse stata posta una domanda precisa. Il corpo di Riordan mi aveva chiaramente turbata, mi misi composta, il rito di Morrigan ci aveva appena salvati!


Forte Drakon apparve davanti ai nostri occhi, totalmente privo di resistenza da parte dei nemici, ci eravamo lasciati alle spalle i soldati di Redcliffe che ci avrebbero protetto e che avrebbero difeso la piazza davanti al castello reale. Avanzammo fino a trovarci davanti l'ingresso della gigantesca torre. Dopo aver superato il piano terra ci trovammo davanti un'infinità di cadaveri di prole oscura, due appartenevano a degli ogre e sopra di loro si ergeva Sandal in modo glorioso. Ero sconvolta!
« Sandal come hai fatto a combattere tutti questi prole oscura? » chiesi basita. Lui si voltò verso di me e fece un largo sorriso contento di vedermi.
« Incantamento! » esclamò, ero ancora sconvolta ma sapevo che non avrei ricevuto una risposta concreta, sapevo anche che Sandal aveva qualcosa di speciale, che era capace di moltissime cose e che nessuno di noi poteva saperne di più.
Precedemmo lungo la grande scalinata che ci avrebbe condotto all'ultimo piano, una gigantesca terrazza nella quale sapevamo che avremmo incontrato l'Arcidemone, aprimmo l'ultima porta e tornammo alla luce esterna, una bellissima terrazza ampia compariva davanti ai nostri occhi, un gigantesco drago dalle scaglie scure e dagli occhi brillanti e bramasi del nostro sangue, del sangue degli ultimi due Custodi Grigi, perché se fosse riuscito ad uccidere me e Alistair allora il Flagello sarebbe durato per chissà quanti altri anni e avrebbe rovinato il Thedas. Dovevamo segnarne la fine. Cominciammo lo scontro lanciandosi con forza contro la creatura mostruosa.
Non eravamo solo noi quattro contro l'Arcidemone, entrambi gli schieramenti si erano preparati; dalla nostra parte avevamo i maghi che lanciavano incantesimi ovunque, c'era anche la restante parte degli elfi che lanciavano le frecce e il resto dei nani a lottare a terra contro i prole oscura che si lanciavano per proteggere la loro divinità. Feci segno a Leliana di salire sul tetto dell'ingresso alla terrazza, sarebbe stata insieme agli elfi al piano superiore, Oghren avrebbe combattuto contro la prole oscura e io e Alistair ci lanciammo contro l'Arcidemone. La creatura capì subito la nostra tecnica, attaccarlo su due fronti, cominciò con lo sputare le sue fiamme violacee, il suo soffio contro di noi che bruciò l'area intorno a noi e arrivò a colpire le corazze, fortunatamente riuscii ad evitarlo gettandomi in avanti e poi di lato per arrivare al fianco sinistro dell'Arcidemone per gettarmi subito contro di lui.
In passato avevamo già lottato contro un gigantesco drago, Flemeth aveva mutato forma proprio in quello e alla fine eravamo riusciti a batterla. Ma la donna non era neanche lontanamente vicina alla dimensioni di questa creatura! Cominciai ad attaccarlo alle zampe, sfuggendo alla sua morsa o quando cercava di schiacciarmi sotto il peso della zampa urlava ancora e ancora cercando di chiedere aiuto ai propri alleati, alzò la testa mentre io e Alistair lo colpivamo, stava per urlare quando ricevette una freccia esplosiva dentro la gola che lo bloccò. Vidi in lontananza Leliana che aveva appena scoccato, fiera di aver centrato la gola dell'Arcidemone, il mostro si voltò poi verso di lei, Leliana cominciò ad urlare agli altri di scappare e saltò giù, l'attimo seguente l'Arcidemone lanciò una gigantesca fiammata distruttiva contro quel punto distruggendo la struttura e stroncato decine di vite tra elfi e maghi, pochi erano ormai rimasti vivi.
Fu nuovamente Oghren a soccorrerla visto che la creatura si preparava ad un nuovo attacco, vidi la suora muoversi con grazia in mezzo ai prole oscura e grazie anche all'aiuto del nano, proprio quando stava per sputare il proprio fuoco, Alistair gli ficcò la spada dritta nel mezzo della zampa, la mosse verso gli artigli e gliene recise una buona parte arrivando persino a staccare un dito del drago. Si spostò in aria volando e continuando a ruggire di dolore, raggiunsi Alistair prima che potessimo essere nuovamente separati ed entrambi potemmo benissimo vedere in che stato era il mostro, un'ala per totalmente divisa in due metà e questo lo faceva volare malissimo.
Capimmo entrambi che Riordan era morto in giusta causa, aveva impedito all'Arcidemone di ricorrere ancora alle ali per poter scappare, non sarebbe guarito in fretta, prima lo avremmo ucciso o lui avrebbe ucciso noi. Si spostò di pochi metri e cercammo di stare non proprio sotto di lui ma vicini. Atterrò bruscamente in un nuovo spiazzo lontano dalla battaglia e dagli altri, cercò i schiacciarci con il suo peso e cercò anche di spazzarci oltre il bordo della terrazza grazie alla sua coda. Ci gettammo a terra evitando il colpo e poi tornammo ai lati dell'Arcidemone per confonderlo. La sua mossa era totalmente stata inutile e i prole oscura erano ormai quasi stati decimati, anche e noi avevamo ormai perso l'aiuto dei maghi e degli elfi e i nani erano davvero pochissimi. I nostri due alleati erano un buon punto di forza con il quale non avremmo subito distrazioni. Volgemmo lo sguardo al drago di nuovo.
« Siamo quasi alla fine Arcidemone! » urlai contro il gigantesco drago, aveva capito fin troppo bene le mie parole visto che continuò ad attaccarci con violenza.
La battaglia non durò molto a lungo in effetti. Io e Alistair restammo separati attaccando l'Arcidemone in due lati diversi, lui si concentrò sulla gigantesca coda e fu un'ottima distrazione, eravamo in posizione di stallo direi, ma poi accanto a noi comparvero due nani della Legione della Morte accompagnati da Leliana e Oghren, entrambi stavano bene e rivolsi uno sguardo lontano, il campo di battaglia era una landa di morte ad eccezione di noi che stavamo ancora combattendo, stavolta l'Arcidemone si trovò in grandissime difficoltà visto che era attaccato su troppi fronti.
Sferrò un morso con il quale inghiottì di netto un nano, c'ero io vicina a lui e concentrai i miei attacchi sul viso della creatura, la mia spada si muoveva da sola come se fosse posseduta, fu così che saltai sul viso del drago e infilzai la spada in un occhio con tutta la forza che avevo, mi strattonò in aria ma restai aggrappata all'elsa fino a che non sentii più nulla sotto di me, stavo volando via e temevo di non trovare più il terreno a tenermi ma il vuoto della torre. Atterrai su del sangue, ancora viva e poco distante dalla battaglia principale. Osservai la spada della mia famiglia, mi si spezzò il cuore del vederla spezzata in due, solo una metà potevo stringere tra le mani. L'altra era ancora conficcata dentro la testa dell'Arcidemone che si stava liberando dei miei amici con la stessa tecnica usata contro di me, vidi il nano a me sconosciuto volare oltre il ciglio, verso la morte sicura.
Abbandonai la mia lama, presi la prima spada che mi capitò a tirò a corsi abbandonando anche lo scudo, tenendo l'elsa con entrambe la mani, corsi contro l'Arcidemone che aveva spinto Alistair a terra, il drago si chinò appena, non voleva darla vinta a noi, lottava per la sua vita fino all'ultimo respiro. Spiccai un salto in avanti e infilzai la spada nel collo del drago, mi spostai verso il suo corpo trafiggendolo e facendo riversare fuori il suo sangue nero, estrassi la lama e la testa del drago cadde a terra dolorante, a quel punto diedi un colpo secco e netto nel mezzo della tempia trapassando la lama fino a farle toccare il pavimento. Non ricordo esattamente cosa accadde, vidi chiaramente moltissima luce intorno a me, una forza che cercava di spingere con forza via la spada, una luce che arrivò fino alla cima e che mi spinse via facendomi sbattere la testa contro il pavimento; non scorderò mai la visione che ebbi: qualcosa che volava via, scendeva per tutta Denerim fino ad arrivare ai cancelli della città, non sapevo cosa fosse ma vidi quella strana cosa entrare nel ventre di Morrigan, il rituale aveva infine funzionato.
Ci fu un'esplosione e poi il nulla. Il silenzio più totale e ogni colore scomparve lasciandomi nell'ombra e nel vuoto. Avevo la consapevolezza di essere viva.







Angolo Autore:
Finalmente eccomi con un altro capitolo della mia ff. Chiedo ancora scusa per la serietà dell'altro ma vi assicuro che questo sarà più allegro. O almeno lo spero xD Commentiamo subito questo penultimo capitolo.

Mi ero ripromesso di cercare di scrivere una battaglia epica, un combattimento incredibile perché in effetti è questo che è il Climax, la battaglia finale, il cambiamento che tutto il Ferelden sta attraversando. Rileggendo il capitolo per correggerlo, ho scoperto che mi piace molto come inizia: l'apparente quiete e poi lo scoppio della battaglia in tutti i distretti di Denerim. Mi piace anche molto l'addio ai vari personaggi, e soprattutto mi son detto di aver combattuto io stesso in quella battaglia e per i vicoli di Denerim. Fino alla fine... l'uccisione dell'Arcidemone (il fatto di averlo scritto con la A maiuscola è stato volontario così come “prole oscura” con la P e la O). Durante la mia prima partita, fu il mio umano nobile ad andare con Morrigan – con mio disappunto in verità visto che potevo lo stesso convincere Alistair a compiere lui il rito – e alla fine è finito per essere il consigliere di Alistair. In questa partita possiamo vedere come Myalee sia molto diversa da Eleazar (appunto il mio primo personaggio) e diventi la Regina del Ferelden oltre che l'eroina che ha dato il colpo di grazia all'Arcidemone.

Grazie... non è una bella parola vista quante volte l'ho usata, ogni volta riferita ad Alithea e vorrei davvero che non mi sembrasse così priva di significato ormai. Ma è con quella parole che descrivo i miei ringraziamenti per ciò che hai fatto in questi mesi in cui mi hai seguito e aiutato con la ff :D Un grazie anche a tutti coloro che hanno commentato e che seguono la mia ff, un grazie a tutti quelli che la leggono e che spero in futuro leggeranno anche altri; il prossimo capitolo sarà quello finale. A presto byeeeee ^^

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Capitolo 20
*** Una nuova guida per il Ferelden ***


CAPITOLO VENTESIMO
UNA NUOVA GUIDA PER IL FERELDEN


Finalmente venne la pace. Tanto attesa e tanto agognata, il Ferelden era stato infine salvato, il Thedas intero aveva visto il possibile pericolo che il Flagello avrebbe potuto portare. L'aveva visto nascere e stroncarsi brutalmente a Denerim. Perché con l'Arcidemone morto, i prole oscura cominciarono a ritirarsi nelle Vie Profonde, la terra diventò di nuovo pulita in pochi giorni a seguire gli avvenimenti i Denerim, a seguire quei cambiamenti che avevano trasformato la nostra nazione. Il primo di tutti? I nuovi sovrani, me e Alistair uniti e pronti per essere incoronati Re e Regina, il Ferelden avrebbe ottenuto due nuove guide.
L'incoronazione ufficiale si tenne pochi giorni dopo la battaglia di Denerim, ci trovammo tutti stipati nella grande sala del palazzo reale, la stessa dove si era tenuto l'Incontro dei Popoli, c'erano molti nobili e visi che avevo visto ad Altura Perenne più volte, alcuni lord che avevano partecipato all'Incontro dei Popoli e poi tutti i nostri amici, l'unica che era assente era Morrigan, alla fine aveva deciso di scappare via con il figlio di Alistair, dentro di me speravo avidamente che un giorno questo non ci avrebbe causato problemi, non era la stessa storia di Alistair? Un bastardo reale che reclamava il trono... forse ora capivo come si sentiva Anora. Un'altra cosa che avevo in comune con lei, la stessa cosa non poteva capitare a uno dei miei figli? Perché era ovvio che io e Alistair avessimo in mente di averne. Dare al popolo degli eredi...
Alla fine della cerimonia sia io che Alistair fummo chiamati avanti dalla somma sacerdotessa di Denerim, avanzammo mostrandoci in tutto il nostro splendore: Alistair indossava una splendente e scintillante armatura in oro vulcanico, lo stesso modello di quella che indossava Cailan, io invece avevo uno splendido abito stretto in vita e con un'ampia gonna piena di merletti di colori scuri, un busto stretto. I miei capelli vennero combinati in una complessissima treccia che li faceva apparire più lunghi di quanto fossero già, ero anche stata truccata e apparivo più bella che mai. La prima corona fu posata sulla testa di Alistair, interamente fatta d'oro e con del velluto rosso che brillava; la seconda era fatta d'oro bianco e con vari diamanti incastonati in essa, ricordo che quando venne poggiata su di me ebbi un mal di testa!
« È per me un'onore essere il figlio di Maric e il fratello di Cailan. Vi prometto che guiderò il regno con la stessa cura e la stessa fede con cui i miei familiari hanno fatto. Soprattutto perché avrò accanto a me la donna che amo... la vostra amata e bellissima Regina! » disse Alistair iniziando una specie di discorso, mi indicò con la mano e mi voltai verso il resto della sala che gioiva nel vedermi, ero imbarazzata perché non pensavo che mi sarei mai sentita così. Ero felice di essere la Regina! « O almeno... sperò che resterai con me al mio fianco. O hai altri progetti? »
« Credo che per un paio di mesi dovremo occuparci del regno. Inoltre credo sarà un bene farci vedere dal popolo... ma sì, resterò per sempre con te! » sussurrai a voce così bassa da quasi non riuscire a sentire le mie parole.
« Ottimo. In qualità di Re del Ferelden, dichiaro che la terra di Altura Perenna, usurpata da Rendon Howe, venga concessa alla mia adorata sposa e ai Cousland. Inoltre l'arlea di Amaranthine appartenente agli Howe, verrà donata come fortezza ai Custodi Grigi. Lì potranno organizzarsi di nuovo e prosperare... » quello sarebbe stato un compito toccato a noi, avremmo dovuto reclutare nuovi compagni. Si voltò verso di me ancora una volta. « Credo che dovresti andare... il popolo vuole gioire l'eroina che ha salvato loro la vita... ti aspettano nella piazza! »
« Andrò subito... » dissi spostandomi appena verso la porta, in quel breve lasso di tempo potei vedere l'espressione di Alistair mutare, era pensieroso. « A cosa stai pensando? Sembra che abbia pensato a qualcosa di brutto... »
« In effetti sì. Sto pensando a Morrigan... a quanto pare è realmente scomparsa. Mi chiedo cosa dovrei dire ai nobili e agli altri Custodi quando chiederanno: “Come avete fatto a sopravvivere entrambi all'Arcidemone?” » imitò la voce squillante di un qualche nobile straniero e mi fece sorridere.
« Potremmo dire loro che si sbagliavano... o che siamo stati molto fortunati. Tutto qui... non riveleremo di certo l'esistenza di un rito del genere e del figlio di Morrigan! » l'argomento era assolutamente tabù, né io né lui ne avremmo parlato in futuro.
« Questo è certo. Piuttosto... tutto questo parlare di incoronazione... ammetto che mi fa pensare molto a quanto mi manchi la tua dolce pelle » Alistair mise su uno sguardo malizioso che riuscii subito a capire. Feci una risata e mi avvicinai a lui accarezzando il volto.
« Ma adesso non posso mio amato Re. La vostra Regina viene convocata dal popolo... » lui rise di come avevo cercato di essere seducente e annuì.
« Va bene. Non posso mica rapirti. Magari ci vedremo più tardi... nella nostra camera da letto. A sfornare eredi! » ridemmo entrambi e poi mi apprestai a camminare verso l'uscita. Ma mi attendeva un lungo cammino.
Il primo ad avvicinarsi fu Arle Eamon, fece un inchino profondo mantenendo la stessa postura che aveva avuto da quanto lo avevo conosciuto. « È un piacere vedervi in queste vesti. Non vi potrò mai ringraziare abbastanza mia Regina... »
« Figuratevi Arle Eamon, il vostro aiuto è stata la vera spada della battaglia. Ci avete aiutati moltissimo, sia con l'esercito che con l'Incontro dei Popoli... »
« Certo. Ma voi avete salvato me da un mago assassino. Protetto mia moglie e mio figlio e salvato l'intera Redcliffe. Non ho parole che siano sufficienti a ringraziarvi. Sapete... ho notato qualcosa di strano in mio figlio... » le sue parole mi fecero scattare una molla in testa. Sbarrai gli occhi ma cercai di stare calma.
« Che intendete? » Connor era stato posseduto da un demone mesi prima, Morrigan l'aveva salvato distruggendo la creatura. Ma era realmente stato così?
« Non saprei... forse sono io che sono troppo vecchio e stanco. Ma basta così, vi ho già tolto troppo tempo, a presto Regina! » disse congedandosi, avanzai di pochi passi in avanti pensando al fatto che Morrigan potesse aver lasciato in vita il demone.
Quei pensieri furono subito scacciati via visto che mi si avvicinò un ragazzo alto e muscoloso che vestiva in armatura, l'armatura di Altura Perenne, a partire dai suoi occhi e dai suoi capelli, quel ragazzo era la mia immagine a specchio in versione maschile. Davanti a me c'era mio fratello Fergus. « Che bello rivederti sorellina! » disse quando mi gettai tra le sue braccia, quasi mi cadeva la corona dalla testa.
« Fergus mi sei mancato moltissimo! Che fine avevi fatto? Credevo fossi morto a Ostagar pure tu... » dissi balbettando per l'incredulità. Lui fece un sorriso.
« Sono riuscito a fuggire grazie a due miei amici, Aveline e Carver. Entrambi erano di Lothering... certo non oso immaginare cosa sia accaduto loro adesso. Ho perso i contatti ormai. Ma sono contento di rivederti... »
« E io sono contenta di vedere voi. Credo che Altura Perenne sarà un posto migliore con te, credo proprio che potrai far tornare il regno alla gloria di nostro padre! » dopo che dissi quelle parole lui annuì e io mi congedai avvicinandomi ai miei amici. Leliana era l'unica ragazza e stava tra Zevran e Oghren che chiacchieravano allegramente e ridevano e scherzavano. A loro si aggiunse anche Wynne mentre mi stavo avvicinando e richiamò all'attenzione gli altri.
« Sei bellissima Myalee. Credo che questa sia la fine più adatta al nostro dramma... l'opera si è conclusa e la protagonista si prende gli applausi! » era da Leliana parlare così, come se io fossi realmente qualcuno di importante, certo sì ero la Regina, ma era il mio dovere fermare il Flagello.
« Non credo di meritare tutte queste attenzioni... Regina ed Eroina del Ferelden... » sussurrai tra me e me, tutti risero accetto Wynne che restò seria.
« Certo che sì. Vi siete guadagnata il posto che avete. Non parlo solo della carica... voi avete salvato ben più del Ferelden ma il Thedas intero. Non scordatelo! » mi riprese, mi sentii abbastanza stupida e perciò cambiai discorso.
« Quindi... cosa farete? Voglio dire: resterete qui un altro po' o avete già in programma cosa fare della vostra vita? Ci sarà sempre un posto a palazzo per tutti voi! » dissi sicura delle mie parole, Alistair stesse ne sarebbe stato felice.
La prima a rispondere fu Leliana. « Ho avuto un incarico importante da parte della Chiesa. A quanto pare andremo a studiare l'Urna delle Sacre Ceneri... chissà magari tra pochi mesi verrà fuori ufficialmente la locazione delle Ceneri di Andraste! »
« Io credo che partirò in giro per il mondo. Ora che sono libero dai Corvi e da te... posso fare quello che voglio no? Sono preoccupato ma... in caso mi servisse una mano verrò senza dubbio qui da te! » Zevran scherzava con cose serie, eppure fui felice lo stesso della decisione che prese.
« Irving mi aveva chiesto di tornare alla Torre del Circole... ma credo che viaggerò verso l'Impero Tevinter... ci sono aspetti della magia che intendo studiare. In particolare i demoni... » capii subito a cosa alludeva Wynne. Infine toccò a Oghren.
« Io voglio godermi un po' la vita in superficie. E accetto il vostro invito... e chissà, magari potrei diventare Custode Grigio che te ne pare Myalee? » chiese Oghren. Aveva l'aria di essere ubriaco ma diceva sul serio.
« Sei un nano valoroso, Oghren. Ma forse prima di stare qui e dell'Unione dovresti andare da Felsi non credi? » questo provocò le risate di tutti noi e il rossore sulle guance del nano. « Adesso devo andare. A presto! » li salutai e proseguii lungo la mia strada, ormai vicina alla porta di ingresso del castello.
Notai un'ultima persona, non mi aspettavo che sarebbe rimasta. Sten e accanto il mio Drawgnar. Uniti come non mai... persino più di me. « Sai kadan... ho imparato molto dal tuo mabari. Lo stesso ho imparato da te... ti ringrazio per avermi salvato da Lothering. Adesso potrò tornare dall'Arishok con una risposta alla domanda! » mi disse, sapevo già che sarebbe tornato a Par Vollen, la lontana isola dei qunari.
« E tu Drawgnar? » chiesi rivolta al mio mabari. Mi guardava stranito, triste e speranzoso allo stesso tempo. « Guarda che ho capito che vuoi andare con Sten. Sappiate entrambi che qui ci sarà sempre un posto per voi... » sorrisi a entrambi, quella sarebbe stato l'ultima volta in cui avrei visto Sten e il mio vecchio segugio mabari, mi avvicinai alla porta dove sentivo già le urla gioiose. La guardia mi fissò pronto a spalancare il portone.
« Siete pronta Regina? Il popolo vuole vedervi e impazzisce per lodarvi! » tirai un sospiro, felice di ciò che avevo fatto e di ciò che mi stavo lasciando alle spalle.
« Sono pronta! » spalancarono le porte e fui investita dalla luce solare e delle urla felice della gente, speravo che l'Età del Drago avesse visto la pace per molti anni.


Nei mesi che seguirono quel giorno festivo, Alistair sorprese tutti noi, non potevo mai aspettarmi quanto egli si sarebbe dilettato nello studio dell'arte del governare, fece tutto il possibile per essere un sovrano imparziale e giusto. Ovviamente era ben amato dal popolo e questo grazie a ciò che mi aveva conquistata di lui: l'umorismo e la sua gentilezza, e ammetto che spesso faceva qualche scappatella nelle taverne locali per bere un po', un sovrano insieme al suo popolo mentre io restavo a palazzo! Ci sposammo ufficialmente pochi mesi dopo l'incoronazione, divenni la Regina in maniera ufficiale diventando Myalee Theirin. Come promesso da Alistair stesso, viaggiammo per la nazione e tutti sembravano essere felici di quando il loro re adorasse mi amasse. Inoltre poco tempo prima, Fratello Genitivi aveva annunciato pubblicamente il ritrovamento dell'Urna delle Sacre Ceneri nel Ferelden. Il manoscritto contenente i dettagli della sua ricerca e sull'esperienza con il culto di Andraste suscitò un enorme interesse tra gli studiosi non solo delle nazioni vicine ma anche di quelle più lontane, in breve tutto il Thedas voleva sapere dove fosse, poche settimane dopo, la Chiesa (con l'aiuto di Leliana probabilmente) annunciò l'ultima dimora delle Ceneri di Andraste. Un'ondata di agitazione si era diffusa rapidamente tra i devoti e in molti furono ansiosi di partire in pellegrinaggio per vedere personalmente le Ceneri o per sfruttarne i poteri curativi, una cosa che io avevo fatto tempo prima e che non ritenevo giusta!
Dopo mesi di sforzi, la torre del Circolo dei maghi venne finalmente ripulita dagli ultimi abomini che avevano varcato il Velo. Da quanto ne so il Primo Incantatore Irving avrebbe voluto tanto dimettersi per dare l'incarico a Wynne, ma ormai lei era partita per il Tevinter, dovette essere lui ad annunciare che il Circolo era sicuro. Con la cacciata degli schiavisti nell'Enclave, le condizioni degli elfi di città migliorarono per qualche tempo. Alistair elevò l'anziano elfico locale nelle nostra corte con la mia massima approvazione, questo gesto fece scandalo tra gli umani, ma valeva come grande segno di speranza per gli elfi. L'elfa di nome Shianni divenne la nuova anziana rendendo un gran bene alla sua gente. Arle Eamon restò a Denerim per qualche tempo, in vece di cancelliere e capo consigliere del Re proprio come mi aveva già detto. Teagan assunse il governo di Redcliffe al posto suo nel frattempo, si scoprì benvoluto dagli abitanti, ancora grati per le notti che aveva trascorso a difendere le loro vite. Sono passati pochi anni da quando Eamon abdicò a favore di suo fratello... un evento che venne accolto dagli abitanti con approvazione ed entusiasmo dal popolo ma io e Alistair non ne eravamo poi così entusiasti visto la bravura di Eamon, confidammo in Teagan. Gli elfi dalish prosperarono dopo l'assedio di Denerim, essendosi guadagnati molto rispetto per il ruolo svolto durante la battaglia. Il popolo nomade fu il benvenuto nelle terre umane anche per il legame che avevamo stabilito con loro. La nuova guardiana, Lanaya, acquisì rispetto sia tra i dalish e ovviamente anche nella nostra corte. Divenne la voce della ragione, e gli altri clan dalish si rivolsero a lei per risolvere le dispute con gli umani. Col tempo, molti dei clan dalish si trasferirono nella nuova terra che avevamo donato loro nei pressi di Ostagar. Tuttavia ancora dopo alcuni anni sono diffidenti nei confronti dei loro vicini umani...
Oghren mi mandò spesso qualche lettera, disse che a Orzammar, Re Bhelen si dimostrò presto un riformista: venne incrementato il commercio con la superficie, le restrizioni di casta vennero ridotte, ai senzacasta venne permesso di prendere le armi contro la prole oscura. A sentire suo, per la prima volta nell'arco di generazioni, il fronte nelle Vie Profonde guadagnò terreno recuperando molti thaig ormai considerati persi. Ovviamente le riforme di Bhelen gli resero nemiche le caste dei guerrieri e dei nobili e alla fine sciolse il Concilio. Alcuni lo definirono un tiranno, gli altri un visionario determinato a portare Orzammar nel mondo moderno. Inoltre avevamo sentito voci di una chiesa di Andraste nella città dei nani. Il nano che l'aveva aperta resistette per alcuni mesi ma venne poi misteriosamente assassinato. La notizia delle rivolte raggiunsero la nostra chiesa mettendo in allarme persino la Divina, solo che molti problemi erano già sorti tra la chiesa e i maghi in una città dei Liberi Confini. Ebbi anche tristi notizie dai nostri alleati nani: pare che avessero trovato i resti dell'Incudine del Vuoto e che alcuni fabbri fossero riusciti a localizzarli e convinsero il Modellatorio a ricreare la ricerca di Caridin. Venne creato un nuovo golem, legato a uno spirito dell'oblio. Pare che le cose non finirono bene, il golem impazzì uccidendo diversi modellatori prima di venire distrutto. So che la ricerca venne dichiarata troppo pericolosa e terminata, ma ho sentito anche che una nuova domanda è stata aperta di recente per riprendere ancora la ricerca d Caridin. Il lupo perde il pelo, non il vizio!
Morrigan tenne fede alla parola data, non aveva lasciato tracce di sé a Denerim o in qualunque altro posto per i primi mesi. Tuttavia... alcuni nani mi informarono che, dopo sei mesi dalla battaglia di Denerim, una donna corrispondente alla descrizione di Morrigan venne vista viaggiare da sola diretta a ovest attraverso le Montagne Gelida nel tentativo di raggiungere Orlais... e forse era persino incinta....
Alistair rimase qualche tempo a Denerim insieme a me dopo che fummo tornati dal nostro viaggio per la nazione, poi venne richiamato alla lontana fortezza di Weisshaupt, sede dei Custodi Grigi e giurò di tornare presto al mio fianco, nel frattempo avrei governato sul regno da sola, mi riuscii molto bene con mio stupore. Tuttavia, mentre le terre corrotte iniziavano a guarire e i Custodi Grigi ricostruivano lentamente l'ordine ad Amaranthine, dopo tre anni scoprirono che la loro lotta contro la prole oscura non era ancora finita. Sebbene l'orda fosse stata dissolta erano sopravvissuti molti potenti prole oscura che organizzarono bande nomadi per depredare le terre. Queste bande seminarono il caos e alcune viaggiarono persino a ovest, fino a Orlais, o attraversarono il Mare Scintillante usando le Vie Profonde, dimostrandosi incredibilmente difficili da annientare mentre il mondo di per sé aveva altri problemi a cui pensare, i problemi tra maghi e Chiesa erano in aumento.
Ma questa è un'altra storia e dovrà essere raccontata un'altra volta, in un altro diario, e da una persona che non sia la Regina del Ferelden. Per concludere, posso dirvi che questa storia si è chiusa quando affondai la lama nel cranio dell'Arcidemone uccidendolo per sempre. Tuttavia, nono sarei potuta restare per sempre tranquilla a Denerim, il Thedas avrebbe avuto ancora bisogno di me e di un aiuto.


 

EPILOGO
Cammino lentamente, davanti a me ho una terra desolata, una landa di tristezza, una terra martoriata dalla prole oscura, dall'attacco che accadde molti anni fa al tempo dell'inizio del Quinto Flagello e distrutta ulteriormente dai demoni che circolano per il mondo, perché il Varco ha ormai creato non pochi problemi. Sono sempre stata convinta che fosse necessario fare qualcosa, per questo ho dovuto lasciare Alistair a Denerim a governare, è più giusto che sia io a farlo. Ma non posso farlo da sola.
Davanti a me trovo la figura che speravo fosse presente, tiro un sospiro visto che non è passato molto tempo da quando l'ho visto l'ultima volta, sono certa che mi riconoscerà. Indossa un'armatura grigia, una grande pelliccia attorno al suo collo e un braccio scoperto, nell'altro una bellissima armatura simile agli artigli dell'Arcidemone. Ha i capelli scuri come il carbone e sono più lunghi di come li ricordavo, ma forse non ci presto molta attenzione adesso.
Si volta e posso finalmente dire che è lui, stringe una lungo bastone da mago, complesso e pieno di rune lucenti, emana una strana luce violacea. Enyalis Hawke è in piedi davanti a me, un viso spavaldo e molto diverso da quando lo vidi la prima volta, in questo stesso punto, dietro la sua vecchia dimora a Lothering, dato la carica che adesso ha a Kirkwall, l'origine della confusione tra maghi e Chiesa.
« Enyalis... sono davvero contenta di poterti vedere. E di trovarti qui... » dico salutandolo amichevolmente. La situazione non è leggera.
« L'onore è mio, Regina. O posso chiamarvi Myalee? » mi dice lui scherzando. Annuisco, da oggi saremo soci, e lo sa vista la lettera che ho spedito.
« Sai perché ti ho chiesto di venire qui... sai che non puoi rifiutare. Dobbiamo fare qualcosa e subito. Solo io e te possiamo risolvere la situazione... il Varco dev'essere chiuso! Non voglio che i miei figli crescano nel pericolo... » le mie preoccupazioni vanno ai miei due piccolini, il maggiore di nome Duncan e la più piccola chiamata Alenah, il nome della madre di Alistair.
« Concordo... » dice vagamente, sospira e poi si avvicina stringendomi la mano. Abbiamo un accordo deduco subito. « E che mi dici dell'Inquisizione? Pensi che potremo aiutarli? » lascio la mano che ha avvolta nel guanto.
Mi volto a osservare l'orizzonte e il cielo marchiato dal Varco, le mille sfumature che lo storpiano come se non fosse la nostra realtà. Ho dimenticato com'è il cielo sereno. « Vedremo! » mi incammino e lui mi resta dietro. « Lasciamo che si occupino i grandi dei giochi difficili! » naturalmente mi riferisco a me e lui. Svoltiamo la collina accanto, siamo pronti per la più difficile delle battaglie!


 
Fine?




Angolo Autore:
Signore e signori... ecco a voi l'ultimo capitolo di “Myalee Cousland”. Un capitolo che ho voluto pubblicare in questo giorno, 21 Settembre, perché proprio due mesi fa pubblicavo il Prologo della storia. Una storia che ci ha fatto passare due mesi splendidi, che ci ha tenuti compagnia e che ha allietato l'attesa a Dragon Age Inquisition a cui ancora mancano molti giorni... (circa una sessantina xD).
Commentiamo quest'ultimo capitolo.

Un capitolo che adoro dall'inizio alla fine, perché c'è l'incoronazione, Myalee e Alistair finalmente insieme, entrambi sfuggiti alla morte e felici. Segue poi l'addio con gli amici (e spero abbia fatto piacere la citazione di Aveline e Carver xD) che tutti noi speriamo di poter vedere tornare nel prossimo capitolo (Leliana abbiamo già visto che sarà con l'Inquisitore/trice). Alla fine la nostra amata Regina esce per essere acclamata. Qui parte il “finale” che tutti possiamo vedere prima dei titoli di coda, chiedo scusa se ho copiato troppo ma non lo ritenevo giusto modificare, inoltre ho anche aggiunto alcune piccole frasi che spero cambino o allietino il resoconto dell'intero gioco.
E infine l'epilogo... una mia personalissima aggiunta, vediamo Myalee ed Enyalis che si alleano, che decidono di lottare contro il Varco, perché spero che sia così che verrà ripreso nel terzo capitolo del videogioco. D'altronde nel finale del 2, viene detto che non si ha traccia del Custode e di Hawke... ecco come l'ho interpretato io: combattono insieme, indecisi se unirsi all'Inquisizione o se combattere da soli. E poi i due figli di Myalee e Alistair... (non so il nome della madre di Alistair perciò ho inventato, perdonatemi non ho letto i libri e non potrei saperlo). Alla fine quindi Myalee ed Enyalis sono alleati e pronti per combattere. E quel “Fine?” cosa comporterà?

Voglio davvero ringraziare Alithea che non ha mia mancato di recensire i miei capitoli, che mi ha dato sempre ispirazione per continuare :D Un grazie anche a tutti coloro che hanno seguito le avventure della nostra Myalee e che hanno letto la storia e che sono arrivati fino a queste parole ^^ Chissà... magari potremo aspettarci altro dalla nostra Myalee? O forse dal giovane Enyalis...

 
Grazie ancora a tutti :)

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