quanto oro vale un diamante

di amelia spicer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** fuga da paperopoli ***
Capitolo 2: *** Ocopoli ***
Capitolo 3: *** A cena con Jonh ***
Capitolo 4: *** Errare è umano perdonare è divino ***
Capitolo 5: *** thanksgiving day parte 1 ***
Capitolo 6: *** thanksgiving day parte 2 ***



Capitolo 1
*** fuga da paperopoli ***


Zio peperone era molto conosciuto a paperopoli per due cose: Il suo denaro, il suo amato denaro e per….
Battista: Signore… Brigitta sta infrangendo la sicurezza signore…
Scrooge: per tutti i gonnellini scozzesi! Non oggi!
Brigitta entrò fragorosamente nella stanza con una torta in mano e urlando: Tesoro mio! Buon anniversario!
Scrooge: che!? Quale anniversario scusa? E poi non ho comunque tempo per queste cose!
Brigitta sussurrando: certo tu non hai mai tempo per me…
Scrooge si fermo un attimo a riflettere… da quando Brigitta era cosi demoralizzata…
Scrooge: senti vattene adesso ti prego non voglio doverti sbattere fuori…
Brigitta mollo sonoramente la teglia sul tavolo facendo sussultare il miliardario…
Brigitta: comunque sappi che è l’anniversario del tuo primo milione!
Detto questo la papera giro sui propri tacchi e se ne andò tutta stizzita ma prima di andarsene si affacciò alla porta…
Brigitta: io io volevo solo…. Oh, lasciamo perdere tanto tu non capisci mai niente!!
La papera sbatte la porta e si avvio giù dalla collina ammazza motori...
Battista: signore, di solito non mi intrometto nei suoi affari ma… credo che la signorina stia per cedere…
Scrooge: cosa intendi?
Battista: che la cosa non finirà bene… almeno per la signorina…
Battista si sistemo i vestiti e uscii dalla stanza lasciando Peperone da solo.
Brigitta arrivo a casa e lascio cadere la sciarpa per terra e si sedette violentemente sul tavolo.
Brigitta: ah, al diavolo, al diavolo! Ma chi me lo fa fare di restare qui! Perché?
La papera era ormai al collasso non riusciva più a sopportare l’indifferenza di Peperone, forse lui era ancora innamorato di Goldie, forse non ne voleva davvero sapere niente di lei, sta di fatto che ha sofferto troppo ormai… era tempo di cambiare vita…dring,dring Brigitta andò mestamente al telefono e prese la cornetta
Brigitta: sigh…pronto?
Filo: Brigitta? Mica starai piangendo? Non per Peperone?
Brigitta: oh, Filo no… io… io… hai, hai qualche affare per noi Filo?
Filo: no… ma volevo… ecco io sai… senti ti conosco da troppi anni ormai e posso permettermi una certa schiettezza… Brigitta SVEGLIATI! Paperone è un… uno scemo se non ti vuole saranno affari suoi, tu sei dolce, premurosa… forse anche troppo, ma ora basta… ribellati! Parti va, va a Ocopoli da Angelina, cambia aria e dimenticalo…io…io lo dico per te davvero…
Brigitta: Filo… vieni… devi aiutarmi…
Filo: per cosa, come…
Brigitta: traslochiamo!
Filo: 5 minuti e sono da te!
Nel frattempo Zio Paperone guardava la torta con un insolita flemma e rifletteva…
Ah! Quale sarà questa? La centesima? La millesima? Quante torte avrò mangiato da quando la conosco? Dovrei ringraziarla… dopo tutto… nessuno mi cucina mai le torte…
Il vecchio papero prese la sua vecchia tuba e il suo fido bastone e partii alla volta del centro città…
Intanto Filo aiutava Brigitta a fare i bagagli…
Filo: okkei e con questo abbiamo finito i vestiti… Angelina ha accettato di ospitati?
Brigitta: certo mi doveva un favore quando ha rotto col marito, ha dormito sul mio divano.
Filo: mi mancherai… quanto starai via?
Brigitta: finché qualcuno non mi rapisce, oppure finché non sarò di nuovo… normale
Filo: certo che punti in alto eh?
Brigitta: è il mio difetto io vedo sempre o tutto nero o tutto bianco…
Filo: spero che tu possa trovare… il tuo equilibrio… torna presto… mi prendo io cura di casa…
Brigitta: bene ho il treno alle tre perciò… ti lascio… se Paperone mi cerca… non dirgli dove sono!
Filo: cosa?! Ma! Ok, ok
Brigitta: sei santo Filo, stammi bene…
Detto questo la papera chiuse la porta e si avvio alla stazione…
Un paio di ore dopo….
Drink,dring….
Scrooge: allora?! Per una volta che volevo fargli le mie scuse, non c’è?!
Vicina di casa: mi scusi? Lei,lei è il signor De’ Paperone?
Scrooge: certo che sono io! Che diamine, chi le sembro?
Vicina di casa: capisco perché la mia vicina se nè andata un tipo così come pretendente, sarei fuggita pure io…
Scrooge ci mise un po per assimilare… come scusi? Fuggita?
Vicina di casa: certo! Ieri ha fatto i bagagli in tutta fretta e se nè andata… la vicina di casa rientro e Scrooge rimase solo davanti alla porta.
Scrooge: s_se ne andata?
Era strano perché avrebbe dovuto gioire, no? Tutte le volte che lo disturbava, lo tormentava, lo strizzava con i suoi abbracci… tutta via non riusciva ad essere felice della fuga di Brigitta…ma d’altronde lui odiava tutti e tutti lo odiavano, la mancanza di Brigitta o meno nella sua vita non avrebbe fatto la benchè minima differenza!

oddio ok, sò che non la leggeranno in molti, ma a me non piace Goldie, tifo spudoratamente per Brigitta e credo che meriti una vera chance...chi è con me, spero mi sostenga...dedicata ai miei cari amici di Pompei che mi hanno fatto rinascere l'amore per i paperi e a Twisted Wind che lei sì che sà come si disegna topolino.

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Capitolo 2
*** Ocopoli ***


La stazione di Ocopoli era davvero grande, aveva più di 14 corsie per i treni ad alta velocità e 12 uscite della metropolitana, la stazione era decorata con i colori della città viola e rosso, il tetto era fatto interamente di vetro, anche la parete di fondo dove innumerevoli persone andavano e venivano era di vetro. Questo era solo un breve sprazzo di ciò che Brigitta avrebbe trovato a Ocopoli.

Brigitta: ah, è da tanto che non visitavo Ocopoli…Angelina mi ha detto che aspettava fuori, nel parcheggio…

In quel momento il suo sguardo cadde su un papero che stava salendo sul vagone della prima classe per tornare a Paperopoli…

Brigitta: Ciao, Rock…

Si fermò di bottò, nessuno a parte Filo doveva sapere che era lì! Ma era già troppo tardi Lusky il maggiordomo del ricco papero lo aveva già avvisato.

Rockerduck: Ah! Ma che sorpresa la signora…anzi no la signorina Brigitta è qui…

Brigitta credette che il tono di Rockerduck avesse un nossochè di derisorio…ora che ci pensava bene tutto l’atteggiamento del papero spesso sembrava derisorio. Ostentava spesso la sua opulenza e il suo benessere, e quello era senza dubbio la cosa che lei sopportava di meno. Aveva imparato ad amare la sobrietà.

Rockerduck: è qui in visita signorina?

Brigitta: Per-per la verità…io mi…trasferisco…

Rockerduck notò la valigia della papera…e si incuriosì, perché Brigitta lasciava la città? Che avesse rotto con Paperone? No, lui era fermamente convinto che nulla avrebbe mai fatto desistere la papera, ma se era vero poteva volgere la cosa a suo vantaggio.

Rockerduck: Posso chiedere come mai?

Brigitta: Voglio…cambiare vita, Paperopoli mi stà stretta ormai.

Il miliardario notò l’immensa tristezza che le trapelava dalla voce, la voce di qualcuno che era deluso e affranto. Spesso aveva sentito quella voce, suo padre parlava di lui a sua madre con quel tono. In quel momento provo un moto di commozione per la papera.

Rockerduck: Le và un thè? Ha l’aria di chi ha preso una batosta bella e buona…un thè tira sempre su di morale…

E il papero sorrise, era la prima volta che il papero sorrideva così, senza ghignare, dire malignità o cattiverie di altro genere, Brigitta per la prima volta lo vedeva sotto una luce imparziale, non più il nemico del suo ex amato, ma come una persona come le altre…a parte i soldi ovviamente…

Brigitta: Lei è molto gentile, dico davvero, ma devo rifiutare, ho un sacco di valigie da sistemare…e devo trovarmi un lavoro…

Rockerduck: Domani sera al Blackwhite cafè sulla dodicesima strada…torno a Ocopoli per affari, vorrei parlare con lei...prima o poi…

Detto questo salì sulla carozza, Lusky lasciò alla signorina un biglietto e salì anche lui sulla carrozza. Rockerduck affondò nella sua poltrona della prima classe e sospirò.

Lusky: Signore? Come mai vuole “parlare” con la signorina Brigitta?

Rockerduck: i nemici dei tuoi nemici sono tuoi amici…

Lusky: vuol dire che…

Rockerduck: Paperone l’ha rifiutata e lei è distrutta…sarà il mio asso nella manica contro Paperone, ma non voglio che la cosa sembri costruita, le papere e soprattutto lei
sentono subito se c’è qualcosa di losco sotto…se lei vuole una vendetta, bhè gli offrirò i mezzi per averla! 

Fuori dalla stazione Angelina fa cenno a Brigitta di salire in macchina.

Angelina: BRIGITTA!!!

Brigitta: Angelina!!!

Angelina: Come stai mia cara! è da tempo che non ti vedo…o che brutte occhiaie…

Angelina era una brava papera alta slanciata e con sembianze giovanili, aveva una fascia gialla che le cingeva la folta chioma riccia rossa, aveva il becco piccolo e paffuto, e delle lentiggini sulle guance sembrava una tipica papera del sud…ma dal suo sguardo trapelava una donna che ne aveva vissute tante.

Brigitta: Oh, Angelina, Sono successe così tante cose, e così in fretta mi sembra quasi un sogno, ma non uno di quelli belli…solo un sogno…

Angelina: dai dopo a casa ne riparliamo…ehi, ma che cos’è quel biglietto?

Brigitta, guardò il biglietto dato da Lusky, era di color avorio e aveva le scritte in rilievo dorate sul fronte c’era un numero di telefono di cellulare per la precisione e sull’altro lato del biglietto c’era scritto: John Duckster Rockerduck se vi ho dato il mio numero privato o vi voglio bene o vi voglio morti…

Angelina: Oddio ma davvero c’è scritto questo? Allora prega che ti voglia bene…

Rockerduck era senza dubbio un papero molto eccentrico.

A Paperopoli nel frattempo Paperone tornava dalla sua passeggiata nel parco, solitaria, troppo solitaria…era lì che anni fa aveva incontrato Brigitta, gli era saltata letteralmente adosso…ora che rifletteva meglio, era da molto che conosceva Brigitta, tutte le avventure che avevano passato assieme e tutte quelle volte che aveva cercato di sposarlo…certo che doveva riconoscere una certa tenacia nella papera, aveva conosciuto solo un'altra persona testarda come lei…se stesso, da quando era nato voleva diventare ricco e nulla l’aveva distratto dal suo sogno, l’unico rimpianto e che non aveva potuto condividerlo con nessuno.

???: Solo?

Paperone si guardò intorno senza capire chi avesse parlato…

???: Signor Scrooge, che domande è ovvio che è solo!

Paperone iniziava a perdere la pazienza…: Ora basta! Esci! Se non vuoi che ti riempia di botte!

Da dietro l’albero si vedeva un ombra di un grosso tacchino…Filo Sganga, sembrava il fantasma del natale futuro, un enorme ombra incombente. A Paperone vennero i brividi, ma non perse comunque la sua faccia tosta.

Paperone: Senti Filo, io non ho nulla contro di te, perciò…

Filo: Perciò che? Mi picchia? Lo sa che la sua irascibilità è un brutto vizio? Potrebbe rovinarla sa?
Filo, tirò fuori l’edizione mattutina del Papersera e lesse a voce alta: Ennesima lotta tra Rockerduck e Paperone finita in una rissa, sono aperte scommesse sulla multa, assai salata che i due paperi dovranno pagare, la dichiarazione di Rockerduck è stata: “non ho intenzione di darla vinta alla vecchia tuba, lui non mi ruberà l’appalto per la quarta corsia dell’autostrada! Ma comportarmi in questo modo è stato alquanto inadeguato e chiedo pubblicamente scusa al club dei Miliardari per i danni arrecati.” Il suo nemico d’altro canto non ha voluto controbattere e se né andato maledicendo la stampa a male parole…
Sai una cosa, Paperone, in confronto a te Rockerduck sa che comportarsi in modo quantomeno composto con la stampa, concede una certa popolarità e benevolenza…ha vinto l’appalto grazie alla sua “ammissione di colpa”.

Paperone: Io non sono di natura accondiscendente, non sono misericordioso e non sono in alcun modo SOPPORTABILE di carattere, c’è un motivo per cui me ne sto su quella collina…DA SOLO!

Filo: Sì, hai ragione, ma c’è una cosa che volevo dirle…Lei è veramente STUPIDO…

Paperone divenne rosso di rabbia…nessuno poteva permettersi di parlargli così! Lui è Scrooge McDuck, il grande Paperone, lui ha sputato sangue per stare sul piedistallo dove stava ora e nessuno poteva parlargli così!

Filo: Se vuole le do 4 valide spiegazioni del perché la trovo stupido…

Paperone era sempre più furioso ma darla vinta a Filo era come darla, indirettamente, a Brigitta, perciò si morse la lingua e stette zitto.

Filo: 1 io la trovo stupido perché tenere tutti quei soldi per sé lo trovo egoistico oltre ogni limite! Forse non avrà un capitale fermo ma ammettiamolo quanto denaro possiede, veramente? Lo sa che c’è gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese? O della giornata? Vuole un esempio? Suo nipote!

Zio Paperone stringeva i pugni fino a farsi venire le nocche bianche, ma che ne sapeva lui, dei suoi problemi, della sua famiglia!

Filo: 2 lei è quanto meno irritante perché crede di essere sopra ogni cosa! Sopra ogni sentimento, ragione, o persona esistente…3 e 4 lei ha lasciato scappare le uniche persone che l’hanno mai amata nella loro vita e lei…Dio, quanto mi rode, lei sì lei non ha avuto il coraggio di dire a Goldie che l’amava e alla mia amica Brigitta che non l’ha mai sopportata da vero papero, non gli ha risparmiato il dolore, lei è davvero un papero senza cuore!!!
Sciaff……………….
Paperone: Non parlare mai più a nessuno così, la mia famiglia non sono affari tuoi, il mio denaro non sono affari tuoi, LA MIA VITA NON è AFFAR TUO!!!!!

Paperone lasciò a passo spedito il parco lasciando Filo con una guancia bruciante e l’anima affranta…

Filo: Forse così, reagirai Paperone…Una sberla non è niente in confronto al dolore della solitudine…

Filo conosceva fin troppo bene la solitudine, se non fosse stato per Brigitta. Ricorda ancora il giorno in cui lo prese dalla strada e lo aiutò nella sua prima impresa finanziaria, all’epoca lui era abbastanza giovane e lei si avviava all’età in cui i capelli dovevano iniziare a diventare bianchi, chissà se conosceva già Paperone, allora crearono la prima bozza di quella che sarebbe diventata la “premiata ditta Filo&Brigitta” lei lo aveva aiutato troppe volte e lui non voleva essere da meno e dare una bella svegliata al taccagno avrebbe almeno smosso le acque…

Paperone arrivò al deposito, chiuse in malo modo le porte dell’ufficio, aprì il cavò, e sbatte i piedi fino ad arrivare al trampolino…

Paperone: Guarda, guarda Filo!!! Questo per te è oro…per me è sangue, sudore, amore per il lavoro e SACRIFICIO! E senza sacrificio non si và da nessuna parte!

Si lasciò andare e cadde nel suo mare luccicante di oro, gioielli, preziosi, tesori ognuno di essi racchiudeva qualcosa un segreto, un ricordo di Paperone, le sue avventure e la sua vita, che ne poteva sapere Filo di quello che provava lui buttandosi nell’ oro, quel desiderio lo aveva spinto fuori dai guai, fuori dalla strade sporche e strette di Glasgow, fuori dalla Scozia per avere una vita migliore. Aveva fatto tutto per avere una vita migliore ma sembrava che nessuno lo capisse. Battista busso alla porta del cavò e annuncio che la cena era pronta.

Un'altra cena, un altro tavolo, un’altra città, un’altra papera…

Angelina: Per stasera Minestrone alle cinque verdure…inizia a fare freddo tra poco sarà Novembre…

Brigitta: Già, Novembre…a Quacktown si festeggia il giorno del ringraziamento, noi Peperopolesi andiamo sempre là a festeggiare, l’aria pulita, i campi, la natura e poi lì nacque il nostro fondatore, Cornelius Coot …

Angelina: Oh, tesoro…ti manca già casa non è vero? Andavi con lui alla festa?

Brigitta girò la testa dall’altra parte stizzita: Io giuro che lo odio…tutto odio di lui, ormai!

Angelina: Anch’io odio il mio ex marito…ma d’altronde non posso negare che mi abbia donato delle cose buone…

Brigitta: Ad esempio?

Angelina: Un anello con diamanti, il set dei coltelli da cucina e un pizzico di critica in più rispetto alle persone. Comunque leggevo spesso di Paperone sui giornali, ha davvero un brutto carattere ed è davvero spilorcio…ma senza di lui…

Brigitta: Paperopoli come la conosciamo non esisterebbe…lo so…

Angelina: Ognuno ha dei lati positivi, e tu sei riuscita a vederli in lui…ma mi sembra palese che lui non veda i tuoi.

Brigitta: Sì, forse hai ragione…

Angelina: Ora basta dormici su e vedrai che domani è un altro giorno…

nota autore. Ehilà come và? Bene, spero che questo capitolo sia quanto meno più bello e magari corretto del primo...vi tolgo qualche curiosità ho voluto che parte della storia si svolgesse a Ocopoli, perchè nei fumetti spesso è solo citata ma quasi mai usata come location, vorrei approfondire l' infanzia e l'impatto derivato nella vita di Rockerduck, ma questo lo porterò più avanti... se qualcuno a cui piace scrivere descrizioni vuole collaborare io ne sarei più che felice perchè ciò in cui non riesce in uno magari in due esce meglio...se mi state seguendo, siete più coraggiosi di quanto credessi...

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Capitolo 3
*** A cena con Jonh ***


~~Il giorno dopo Brigitta vaga per la città alla ricerca di un lavoro quando all’ improvviso nota una pasticceria, in quel momento ricordò tutte le torte fatte per Paperone, ma il quel momento il proprietario scacciò una papera in malo modo

Pasticcere: E non tornare più! Bifolca! Quando metterai passione in ciò che fai, potrai fare pasticceria!

Brigitta: S-sentimenti?

Pasticcere: Certo! Senza amore non si va da nessuna parte devi avere passione per fare questo lavoro! Ah, il mio nome Dukky!

Brigitta: Salve, io sono Brigitta e…a lei serve una nuova cuoca? Io cerco lavoro…

Dukky: Fammi vedere come sai fare una torta!

 Se Brigitta è stata molto fortunata ed ha già trovato lavoro, a Paperopoli qualcuno non riesce a lavorare.

Paperone: Sono stanco…sono veramente stanco, queste equazioni hanno deciso di farmi impazzire di noia…

Battista: Qualche problema signore?

Paperone: La finanza ha deciso che oggi non vuole essere né carne né pesce.

Battista: Di solito queste giornate capitano spesso e solo che lei prima non se accorgeva…

Paperone: E come mai sentiamo?!

Battista: Di solito a quest’ora la signorina Brigitta, citofonava con la sua torta e una volta respinta, entrava illegalmente nel deposito…quanto meno la teneva arzilla, signore,
senza di lei le giornate saranno un po’ noiose…

Paperone: Lei non mi manca ed è inutile che tu o Filo mi facciate venire i sensi di colpa! Io non le chiederò scusa e non le chiederò di tornare! Sono stato chiaro?

Paperone disse l’ultima frase così forte che pettinò i capelli di Battista tutti da una parte. Battista si diede una regolata si inchinò e lasciò il padrone al tavolo da lavoro. Paperone, picchiettava le dita sul tavolo, e si teneva la guancia con l’altra mano e rimuginava e più rimuginava più si innervosiva.

Paperone: Ora basta! Battista! Il mio cappello! Vado a smuovere l’economia! Vado al Club dei Miliardari!

Battista: Vorrà dire la monotonia, non l’economia, signore.

Paperone: Non fa assolutamente differenza! Vado a piedi, dica a Miss Paperette di passarmi le telefonate al club…

Disse così, ma Battista giurò che la frase avesse suonato diversamente, come se in realtà dicesse il primo che mi disturba oggi è un papero morto…Battista fece le spallucce e torno a pulire i corridoi.
 Una volta raggiunto il club dei miliardari Paperone si fiondò al tavolo delle libere trattative in attesa che qualche galantuomo o anche no venisse a proporre un affare per spezzare “l’economia” del momento…si deve sapere che al Club dei miliardari quel particolare tavolo era riservato a chi voleva concludere un affare, chiunque volesse poteva sedervi e contrattare con colui che aveva seduto di fronte…peccato che Paperone avesse scelto il momento sbagliato perché proprio in quell’ istante si sedette Rockerduck.

Rockerduck: Allora…signor De’Paperoni…mi dica qual’ è il suo problema…

Paperone: Problema? Quale problema? Io non ho problemi!

Rockerduck: Sempre così scontroso…questo è il tavolo delle trattative dovresti essere…più morbido

Paperone: Guarda, oggi non sono proprio in vena se vuoi tu dei problemi, dillo subito!

Rockerduck con molta flemma tirò fuori dal taschino uno straccetto per pulire gli occhiali e lo agitò davanti al becco di Paperone.

Rockerduck: Io voglio solo aiutarti (si tolse gli occhiali) e se vuoi…ahhhh (ci alitò sopra) non solo negli affari, ma anche nella vita privata.
Detto questo ripulii gli occhiali e se li inforco nuovamente sul becco.

Paperone: Della mia vita privata non se ne deve impicciare nessuno tento meno TU!!

Ma perché che cavolo, tutti si dovevano impicciare della sua vita ora? Cos’è tutt’ a un tratto si erano accorti di volergli bene, o che lo odiavano a tal punto da rinfacciargli tutti gli errori della sua vita in una sola settimana?

Rockerduck: Anch’io non ho molto da fare, sono sempre annoiato…

Paperone: Ah, ah, nulla da fare? Quando mai tu devi fare qualcosa?

Rockerduck guardo di traverso il papero, possibile che dovesse sempre sopportare le sue frecciatine? Un giorno gli e le rifarà mangiare tutte e saranno amare!

Rockerduck: Dicevo…ma oggi mi sento buono e voglio aiutarti, e visto che mi sento ampiamente invogliato dal gossip la mia proposta è questa…cedimi le azioni della Pepper Eletronics e io ti dico dov’è Brigitta MacBridge!

Paperone rimase scioccato e intontito…primo, sapeva che Rockerduck era stupido, ma non fino al punto di comprare delle azioni che non valevano una chicca secca e che lui stesso aveva preso per sbaglio e secondo come diavolo faceva a sapere dov’ era Brigitta! E poi, Gossip? E che c’ entrava il Gossip!? Che fosse un po’ smidollato lo sapeva, ma sperava vivamente non fosse effeminato…anche se quello spiegava un sacco di cose…

Paperone: Fammi un offerta migliore.

Rockerduck scoppiò a ridere: Ah, ah, ah!!!! Allora se vuoi ti compro un animale da compagnia! Ah, ah, ah!

Paperone iniziava a rodersi i denti, voleva strozzarlo con tutte le sue forze ma se lo avesse fatto stai sicuro che era la volta buona che lo cacciavano dal club.

Paperone: la-vuoi-smettere!

Rockerduck: E perché mai? Per una volta che sono in vantaggio io! Ho una voglia matta di divertirmi!

Finalmente Rockerduck aveva la situazione in pugno, aveva in mano Paperone e poteva farci quello che voleva, stavolta riderà lui per ultimo, e ci avrebbe ricavato il miglior divertimento possibile!

Paperone: Allora proponimi un affare serio così magari rido anch’io.

Rockerduck: Ne sei capace? Giuro non ti ho mai visto ridere…una volta forse…con Brigitta.

Si stava divertendo come un matto, vedere Paperone fuori dai gangheri era impagabile. E vederlo in preda a un emozione che non fosse la collera era addirittura affascinante. Ma Paperone, è risaputo aveva poca pazienza ed era già tutta straboccata ed evaporata.

Paperone: Se dici ancora il nome di Brigitta io giurò che mi alzò, ti picchio e me ne frego altamente di tutti i presenti e ti faccio un culo così, per poi appenderti all’asta decorativa fuori dalla finestra!!!

Rockerduck: Perché non vuoi che dica il suo nome? Forse ti pesa? Forse ti ricorda il tuo ennesimo fallimento sociale? O forse sei geloso?

Paperone: G-Geloso? Geloso! Ma come ti permetti! Bombetta senza cervello!

Bingo, bingo clamoroso finalmente era sicuro che Paperone avesse un attaccamento per Brigitta era ancora incerto ma Rockerduck lo avrebbe portato alla luce, solo per il gusto di incasinargli la vita, se lui non ragionava, lui ci guadagnava era sempre così, per questo spesso e volentieri lo faceva arrabbiare apposta. Decise che quello era il momento migliore per uscire di scena dunque si alzò dal tavolo e si avviò per il corridoio. Infine si girò e si rivolse a Paperone.

Rockerduck: La mia offerta è ancora valida…le Pepper per sapere dov’è Brigitta, quando capirai il valore di quella papera verrai in ginocchio per chiedermi dov’è e allora, io mi divertirò a vederti piangere! Ah, ah, ah!

Detto questo il giovane montò sulla sua limousine e sgommo a tutta velocità verso la Duck Tower, sede delle Rockerduck Industries. Paperone si afflosciò sulle scale della sede maledicendo ogni singola parola che usciva dalla bocca di quel papero sciagurato. Giurò a se stesso che un giorno gli e l’avrebbe fatta pagare a quell’ impiastro di averlo trattato così a costo di mangiarsi la sua tuba!

A Ocopoli la cara Brigitta si stava truccando e quasi non credeva che Rockerduck non solo l’avesse richiamata ma anche che un semplice tè fosse diventata una vera e propria cena!

Angelina: Cavolo Brigitta! Sei un vero schianto e poi, diamine, devi aver un qualche trascendente sui miliardari…ne molli uno e ti invita a cena un altro!

Brigitta: Sì ecco, lui sarebbe il suo più acerrimo nemico, io, io non credo di dover uscire con lui…
Angelina: Ah! Niente ma, signorina! Lui è stato quanto meno cortese con te, mentre l’altro, fino a prova contraria ti ha sbattuto fuori dalla sua vita in modo a dir poco miserabile!
Tu con chi andresti con Jonh “gentile, affabile” Rockerduck o Mister “non ti voglio nella mia vita” Paperoni?

Brigitta: Ma io non voglio USCIRE con Rockerduck…lui, io…sono troppo vecchia per lui Angelina! E poi hai visto con che razza di papere va in giro quello?

Angelina: Mister Rockerduck, non ti ha chiesto di andare a letto con lui, ti ha chiesto di tenergli compagnia a cena e visto che lui è stato così cortese da preoccuparsi per te, incontralo e digli almeno che stai bene!

Brigitta: Hai ragione Angelina…devo essere gentile e basta.

Angelina: Vai! E fatti fare un autografo per me!

Una volta arrivata davanti al bar/ristorante Blackwhite, Brigitta sentiva come se i sensi di colpa la attanagliassero e che la ricchezza di quel cafè la sovrastasse l’entrata era finemente decorata con intarsi ottocenteschi dorati dalla finestra vedeva all’interno, le tende erano in raso bianco con decorazioni nere e viceversa, il soffitto era a cassettoni con decori floreali e avrebbe giurato di vedere un piatto con gli intarsi in avorio…come avrebbe mai potuto, pagare la sua parte di cena? Oddio, mica l’avrebbe offerta Rockerduck! Oppure sì?!

Rockerduck: Buona sera, Brigitta…sono felice che non mi abbia dato buca stasera, vuol dire che sta meglio?

Brigitta: Oh, oh sì stò molto meglio grazie…

Rockerduck: Non una parola di più, io ho fame e non voglio farla parlare qui, fuori al freddo e al gelo, entriamo e ceniamo.

Dopo circa le prime due portate e circa 20 paia di occhi invidiosi puntati addosso Rockerduck decise che era il momento più appropriato per discutere degli affari personali della signora Brigitta.

Rockerduck: Allora Miss Brigitta, come mai questa fuga da Paperopoli?

Brigitta: Vede io, non riesco più a sopportare Paperone e ho deciso di abbandonare la città…lo voglio vedere il meno possibile.

Rockerduck: No, per favore oggi siamo in una cena informale mi chiami pure John…

Brigitta arrossì, senza un vero motivo: J-john? È un bel nome stà per Johnatan o solo per John?

Rockerduck: Ah, mia madre mi chiamava Jonhatan, ma mio padre voleva un nome più virile così abbreviava in John. Lei piuttosto… MacBridge…viene dalla scozia anche lei?

Brigitta: Sì, bhè non io, i miei erano scozzesi della zona di Edimburgo…e lei John? Anche lei so che è scozzese…

Rockerduck: Uh, Sì ma sono cresciuto prettamente qui…con mia madre…sa con mio padre non ho mai avuto buoni rapporti.

Brigitta ricordava che già una volta Rockerduck aveva parlato della sua infanzia, che era stata viziata ma non ugualmente felice.

Rockerduck: Brigitta, mi farebbe un gran piacere se lei volesse accompagnarmi al giorno del ringraziamento a Quacktown…vorrei tanto che lei portasse la favolosa torta di castagne, mele e cioccolato dell’anno scorso…potevo morire dal piacere, mangiando quella torta.

Brigitta era tutta rossa dopo un complimento del genere…iniziò a credere davvero che gli facesse la corte poiché non solo si ricordava della torta che aveva cucinato un anno fa ma voleva pure che venisse con lui alla festa!

 Brigitta: Io sono ENORMEMENTE lusingata da tutto ciò, ma davvero non me la sentirei anche perché…

Rockerduck: I parenti di Paperone e lui stesso saranno alla festa, capisco mi creda, ma io, anche se mi ha sconfitto, vado là sempre con la testa alta e dovrebbe farlo anche lei! E non veda la sua fuga come una sconfitta ma come una rinascita, lei non ha ancora dato tutto Brigitta il mondo deve ancora darle qualcosa deve credermi!

Brigitta fu veramente commossa dalle parole e dall’ interessamento del papero per lei.

Brigitta: Verrò, ma non per piangermi addosso per Paperone ma per lei John, che mi ha dimostrato tanta educazione e attenzioni, credo di poterla ripagare solo così.

Rockerduck si risistemo gli occhiali un po stranito, non pensava nemmeno lui di star così simpatico alla papera, ma in un qualche modo lei, gli era sembrata solo una vittima innocente dell’indifferenza di Paperone, anche lui era stato indirettamente una vittima di Paperone…suo padre spesso lo frustava, quando riteneva che sua madre avesse esagerato con i vizi, ma quello che diceva era peggio delle frustate…

 Howard: piccolo disgraziato! SBAM ancora stai a fare equitazione con quel tuo pony del cavolo!

John: Ahi, no così mi fai male ahia!

Howard: Perché! Perché non assomigli di più al mio ragazzo, eh? Perché non assomigli a Paperone!

Rockerduck si mise una mano alla testa e se la passo sugli occhi…

Brigitta: Cos-cosa c’è state male? Avete mal di testa?

Rockerduck: No…sono…sono solo molto stanco. Vuole che la riaccompagni a casa? Ormai la cena è finita manca solo il conto.

Brigitta: Preferirei di no. Non voglio che Paperone in alcun modo sappia che sono qui. Non che non mi fidi di te e solo che…

Rockerduck: rispetto il suo volere di stare da sola, quando se la sentirà e quando lo vorrà, mi inviterà a vedere il suo arredamento…

I due risero e si avviarono verso l’uscita, e dopo aver fatto sborsare a Rockerduck una somma a tre cifre per la cena i due tornarono a casa, letteralmente. Intanto qualcuno
faticava a prendere sonno.

Paperone: Mamma mia? Ma cosa sta succedendo a tutti quanti? Perché all’ improvviso tutti sono dalla parte di Brigitta…e chissenefrega!!!

Ma solo l’eco della sua voce rimbombò nel deposito, lasciando il povero papero con una manciata di mosche.

Paperone: E non che non abbia voluto scusarmi, sono o non sono andato a casa sua a scusarmi! Se lei non c’era era colpa mia?
Ma pure a lui tutte queste parole sembravano banali scuse. L’aveva trattata male e lui lo sapeva, ma la verità e che qualsiasi relazione con una papera lo spaventava, dopo Goldie, lui non ne aveva più voluto sapere delle donne! Lui aveva riposto tutte le sue fiducie e speranze in lei…e lei lo aveva tradito, lui aveva tradito lei…e così la fiamma si spense, lei per una strada e lui per un'altra…

Paperone: Ah! Se solo quella volta in Klondike gli avessi chiesto di sposarmi, se fossi rimasto…a quest’ora avrei dei figli, una bellissima moglie, e non uno sciagurato nipote e una donna assillante alle calcagna.

Ma ora che ci pensava bene Goldie, era sempre stata intrattabile, mentre Brigitta spesso era accondiscendente, Goldie alla prima occasione gli aveva rubato ciò che aveva mentre Brigitta glia aveva dato così tanto.

Paperone: Dio…ho sbagliato tutto! Devo chiedergli scusa e devo farlo adesso! 

Il vecchio papero, si fermò davanti alla Duck Tower e guardò in alto all’ultimo piano le luci erano accese, era tempo di risposte, avrebbe strappato dalla bocca di Rockerduck quell’ indirizzo a tutti i costi. Salì all’ ultimo piano con l’ascensore più pacchiano che avesse mai visto, sorvolò la segretaria e spalanco la porta col bastone.

Paperone: Rockerduck!!!!!

Rockerduck era appena tornato da Ocopoli ma si era già tolto giacca e cravatta e si stava preparando un Martini, che in quel momento decise fosse meglio farselo doppio sia per lui che per l’ospite.

Rockerduck: mooooolto bene…vedo con piacere che hai cambiato idea…hai fatto un esame di coscienza?

Paperone guardò il Martini che stava preparando il papero.

Paperone: Non mi piace il Martini voglio un Long Island Iced Tea…’*


Rockerduck: Non ci credo…ma lo fanno ancora? è dai tempi del proibizionismo che non ne fanno più uno.

Paperone: mi prendi in giro? Hai già ottenuto che venissi qui…che altro vuoi?

Rockerduck alzo il bicchiere che aveva in mano: Un Lucano?

Paperone prese dalla mano del papero il bicchiere e trangugiò il contenuto in un colpo solo. Rockerduck rimase assai basito.

Rockerduck: allora è grave, eh?

Paperone: Zitto e firma!

Paperone passò le azioni della Pepper a Rockerduck, lui si rinforco gli occhiali. E inizio a leggere il contratto allegato alle azioni.

Paperone: Ma…ma prima non li portavi! Allora tu ci….

Rockerduck: ci vedo sai mica sono vecchio bacucco come te! Sono Astigmatico!

Paperone: ah! Allora il patto? Firma e dammi stò benedetto indirizzo!

Rockerduck: Okkei ecco firmo…(firma il foglio) e ti dò l’indirizzo…
Rockerduck prese la mano di Paperone e inizio a scrivere…
Paperone: via Paperpaolo Borsellino 3002 Ocopoli…davvero? E come l’hai ottenuto?

Rockerduck: non ti piacerebbe saperlo perciò te lo dico, con enorme gioia…gli ho dato il mio numero, lei mi ha chiamato, ora ho il suo indirizzo e il numero di casa!

Paperone per poco non gli venne un infarto!

Paperone: Tu-tu l’hai rintracciata?! Stolker bastardo!

Rockerduck: Ehi, l’ho fatto per il tuo bene vecchia tuba!

Paperone: i tuoi metodi sono alquanto discutibili!

 Rockerduck sogghignò trangugiò il suo Martini e congedo il suo rivale.
Rockerduck: Ave a me! Gloria al vittorioso papero! Però, tapino me, volevo che piangessi e non hai versato neanche una lacrima…

Paperone: Io non piango mai!

Paperone sorrise e uscì dalla Duck Tower con un indirizzo e i sensi di colpa leniti dall’alcool e dalla sensazione che la scelta che aveva fatto stava per cambiargli la vita.


note dell'autore: * il Long Island Iced Tea era una bevanda che all'apparenza sembrava thè comune ma che in realtà era alcolico...si usava a tempi del proibizionismo in america, in quel periodo era illegale l'alcool. Un paio di frasi sotto Rockerduck offre un Lucano per fare una battuta in onore della celebre pubblicità: "cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano".
Ehi!!! Allora c'è qualche pazzo che legge che gentili...ringazio la mia mentore che ha preso così a cuore la mia causa, anche se lei tIfa per Goldie...

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Capitolo 4
*** Errare è umano perdonare è divino ***


~~Il giorno dopo, la cara Brigitta si avviò verso la pasticceria, il suo nuovo posto di lavoro, dove Dukky prontamente l’aspettava. Aveva preparato un set completo di utensili da cucina. Sul bancone da lavoro, c’erano anche tre tipi diversi di cioccolato plastico.

Dukky: Benvenuta Brigitta, pronta per il tuo primo giorno di lavoro? Voglio vedere cosa sai fare, d’accordo?

Brigitta annuì, poi prese uno dei grembiuli appesi sull’appendino per i dipendenti e una delle cuffie per i capelli. Lo trovava molto anti-estetico, ma capiva che trovare uno dei suoi capelli nell’impasto torte era una cosa disgustosa e spiacevole.

Dukky: Molto bene! Ora che sei pronta, che ne dici di fare una carrot cake? Una delle mie clienti di fiducia la vorrebbe con una carota decorativa sopra. Ti va’ di realizzarla con del cioccolato plastico?

Brigitta fece un cenno d’assenso con il capo e si mise subito al lavoro. Per la prima volta aveva la possibilità di vedere come lavorava un vero pasticcere e anche com’era fatta una vera cucina. Era molto asettica, ma trasudava passione per il lavoro. C’erano ben tre forni grandi come un frigorifero mentre il vero frigorifero era delle dimensioni del suo armadio. Gli scaffali contenevano tutti i tipi di paste e farine esistenti, ma la cosa più bella era l’enorme isola al centro, dove troneggiava una torta di quattro piani. Era bianca, con decorazioni rosa e gigli gialli fatti con il cioccolato plastico.

Dukky: Oh, sì molto bene! L’impasto è ottimo!

Brigitta: Per chi è quella torta? Se posso chiedere…

Dukky: È per il compleanno di mia moglie.

Brigitta: Wow! Ed è così grande?

Dukky: Non la mangeremo solo noi. Abbiamo invitato 200 ospiti alla festa! Ma non preoccuparti, anche tu un giorno farai torte così.

Al solo pensiero Brigitta si mise a capo chino a lavorare alla sua carrot cake. Doveva assolutamente imparare a fare delle torte come quella. Era davvero magnifica.
A Paperopoli invece, per la prima volta, qualcuno si era preso un giorno di vacanza per ammettere a se stesso di aver sbagliato e di avere anche fin troppo orgoglio per un pennuto solo.

Paperone: Battista, per favore, potresti prendermi un biglietto andata/ritorno per Ocopoli?

Battista si fermò, e lasciò cadere i fogli delle richieste aziendali.

Battista: Vado subito signore!

Paperone si incuriosì. Di solito, Battista era calmo e pacato; era strano che aveva fatto cadere i fogli in quel modo.
Battista corse per il corridoio fino ad arrivare alla scrivania di Miss Paperette.

Battista disse ansimando: Miss Paperette, il signore de’Paperoni va’ ad Ocopoli! Si è deciso, finalmente!

Miss Paperette alzò lo sguardo, sbalordita, verso Battista che aveva un’espressione trionfante sul volto. Non ci credeva. Finalmente il loro principale dava segni di umanità.

Paperette: Vuo-vuole i biglietti per Ocopoli? Oh, sia lodato il cielo!

Battista: Mi ha anche chiesto “per favore”!

Miss Paperette tirò sù col naso: Battista, oggi è un grande giorno!

Paperone: Allora?! – gli interruppe bruscamente. - Non vi pago per poltrire!

Paperone poteva anche essere gentile, ma era risaputo che quei momenti duravano molto poco. I due sevizianti tornarono al lavoro con un sorriso ebete stampato sulle labbra.Poco più tardi, Paperone si avviò a prendere il treno senza che l’ignara Brigitta sapesse nulla. Scese dalla carrozza economica e si guardò intorno come se credesse di poterla trovare in stazione. Fermò un passante per chiedere dove fosse la via dove abitava Brigitta. Al povero passante per poco non venne un infarto.

Passante: Oh mio Dio! Lei… lei è il signor De’ Paperoni!

Paperone: Bè, sì… c’è qualche problema?

Il passante corse via nella folla continuando a urlare “Paperone è qui!”. Il vecchio papero iniziò seriamente a pensare di vivere in un mondo di matti. A un certo punto, una signorina lo fermò.

Signorina: Salve signor Scrooge, potrebbe fare un autografo? È  per mio figlio, studia economia per diventare come lei.

Paperone prese il foglio che gli aveva gentilmente offerto la signora, e firmò.

Signorina: Grazie signore! Posso fare qualcosa per ricambiarla? Sembra disorientato.

Paperone non se lo fece ripetere due volte e colse la palla al balzo.

Paperone: Grazie, Signora!

Da bravo affarista qual era, non solo si era fatto dire dov’era la via, ma era pure riuscito a scoccare un passaggio gratis. Il numero 3002 di via Peperpaolo Borsellino era una villetta a schiera molto simile a quelle di Paperopoli. L’esterno era giallo con porte e finestre in abete rosso. Dai balconi scendevano delle violette rampicanti di colore azzurro ormai giunte al loro termine ultimo a causa del freddo, e le tende erano bianche con decorazioni rosse di vario tipo. Paperone riteneva che il tipo di arredamento era tremendamente sdolcinato. Bussò alla porta. Niente. Suonò il campanello ripetutamente, ancora niente. In quel momento gli venne in mente che a quell’ ora del pomeriggio,
Brigitta non poteva essere in casa. Di sicuro era al lavoro.“Allora Brigitta ha trovato davvero un lavoro in fretta!”, pensò. Paperone decise dunque di citofonare al vicino di casa.

Vicino… anzi no, vicina di casa: Buongiorno signore!

La vicina era una barboncina nera, alta e snella che masticava un chewingun che fece scoppiare impunemente davanti alla faccia del miliardario.

Paperone: Ehm, sì. Io, ecco… vorrei sapere se qui vicino abita una papera di nome Brigitta MacBridge.

Vicina: Seeeeee… e alloraaaaa?

Paperone più guardava quella donna e più si innervosiva. Il vizio di masticare la gomma in quel modo lo aveva tolto personalmente a Qui, Quo e Qua, a furia di pacche sul sedere. Non  avrebbe potuto fare lo stesso con la signora.

Paperone: Per caso, lei sa a che ora rientra?

Vicina: Noooo, ma so dove lavora.

Paperone: Perfetto, può dirmi dov’è?

La vicina fece scoppiare un’altra gomma, e Paperone giurò a se stesso che avrebbe fatto abrogare una legge a Paperopoli che vietava quelle maledette chewingum.

Vicina: A due isolati da qui, dietro al tabaccaio. è di fronte alle poste, si chiama Cherry Sweetcake.

Paperone fece un cenno di ringraziamento alla signora, e si avviò verso la pasticceria. A lui piacevano i dolci, ma faceva fatica a sopportare le cose sdolcinate. Lui era un papero duro, cresciuto nella povertà e sapeva cosa significasse non avere il pane sotto i denti. Tuttavia, quando mangiava le torte di Brigitta, provava una sensazione di sano benessere. Non esagerato, non spinto, non sovradimensionato. Era semplicemente un bene salutare. Era una sensazione difficile da descrivere. Arrivò in fretta alla pasticceria, si fermò davanti alla porta per qualche minuto. Da quando era partito, questa era la prima volta che esitava, ma aveva torto. E quando si ha torto è sempre difficile chiedere scusa. Il punto è che non sapeva ciò che avrebbe comportato la sua scelta. Si fece coraggio, afferrò energeticamente la maniglia e aprì la porta. Che strano… aveva la mano sudata.

Dukky: Buongiorno signore! È indeciso su quale dolce scegliere? Posso darle una mano. Abbiamo appena preparato dei favolosi green cupcakes!

Paperone: No, grazie. Ecco, io sono venuto qui per vedere un’amica.

Dukky: Oh, la signorina Brigitta? Brigitta! Vieni, c’è una persona che vuole vederti.

SBAAAMMM. Dalla cucina si udì un tonfo sordo e alcuni dei cupcakes rotolarono ai piedi di Dukky dietro al bancone.

Dukky: Brigitta?

Brigitta era nascosta dietro l’angolo con il cuore che pulsava come se avesse corso 100 chilometri e il suo respiro era così mozzato che sembrava appena uscita da un record d’apnea.
Brigitta sussurrò: Lui è qui!? Oddio è qui! Non dovrebbe! Perché non posso vivere come una persona normale!?
Si prese il viso fra le mani e iniziò sommessamente a singhiozzare.

Dukky: Ehm, credo che la signora non stia bene. Per favore, penso sia meglio che lei se ne vada.

Paperone: No! Senta, io devo parlarle. Davvero, è importante!

Dukky: Devo insistere, signore. Per favore, esca di qui.

Paperone: Giovanotto, te lo chiedo UN’ULTIMA volta… lasciami passare!

Dukky: Lei non metterà piede nella mia cucina!

Paperone si assestò il cappello in testa e girò attorno al bancone, piazzandosi davanti allo chef.

Paperone sibilò a denti stretti: Spostati!

Dukky, forse per reverenza o forse per paura, si scostò mal volentieri, e lasciò passare il vecchio. Paperone svoltò l’angolo e la vista che gli si parò davanti gli straziò il cuore: la povera Brigitta lo guardava con gli occhi rossi spalancati e le guance umide, le mani erano a mezz’aria come se stesse pregando; il grembiule, come la sua faccia del resto, erano sporchi di farina. Per la prima volta Paperone sentì un moto di pianto. Era colpa sua?

Brigitta: Paperone…io, io ho…

Paperone lasciò cadere il bastone, barcollò in avanti con le braccia forti e sicure, forgiate dai mille viaggi e dalle mille avventure, abbracciò Brigitta.
La papera spalancò gli occhi. La stava abbracciando di sua spontanea volontà. Le lacrime iniziarono a scorrere senza controllo e affondò la faccia nella sua palandrana. Non voleva che lui la vedesse così, ma se non si fosse scostata avrebbe imbrattato la sua giacca. Inspirò profondamente e sentì il suo odore. Sapeva di banconote nuove, un po’ di vecchio e di Sali aurei.

Paperone: Shh, va tutto bene…

Gli mise una mano sui capelli. Erano morbidi, cotonati, sembrava di toccare una nuvola. Il suo tocco tranquillizzò un po’ la papera.

Paperone: I-io sono venuto per chiederti…

Paperone aveva il becco impastato e asciutto. Non riusciva a dirlo, aveva troppa paura delle conseguenze.

Brigitta: Io non volevo, ma io dovevo ricominciare…

Paperone: …SCUSA!

Brigitta sollevò lo sguardo. Il papero ora la teneva per le spalle e aveva lo sguardo basso sul pavimento. Brigitta rimase intontita e immobile, probabilmente non aveva sentito bene.

Paperone: Scusami, io non ho capito niente.

Brigitta sorrise e decise che era il momento di rispondergli a dovere.

Brigitta: Oh, sai com’è… a volte i maschi lo fanno.

A Paperone scese una goccia di sudore dalla fronte: Comunque, sono qui per dirti che sono stato un pessimo papero. Non ho cercato di conoscerti meglio e ti ho etichettato
male. Ti sei sempre presa cura di me e voglio ringraziarti. Per questo motivo sono qui.
Brigitta era commossa. Nessuno di solito ammetteva i propri errori, tanto meno Paperon De’Paperoni, ma oggi era evidentemente un giorno speciale.

Brigitta: Grazie, accetto le tue scuse Paperone.

Paperone: Torni a casa?

Brigitta si fermò e tolse le mani del papero dalle sue spalle.

Brigitta: No.

Paperone, a causa della forza con cui la papera lo aveva scostato, barcollò all’indietro.

Paperone: Come sarebbe a dire no? Non prenderò il treno tutti i weekend per venire a trovarti!

Brigitta si senti un po’ offesa da questa risposta, ma doveva andare in fondo al suo discorso.

Brigitta: No, perché qui finalmente sto scoprendo chi sono, Paperone.

Paperone sapeva di cosa parlava la papera: lui aveva lasciato la Scozia anche per quella ragione.

Paperone: Sì, ma i tuoi amici a Paperopoli? Paperina, Paperino, Filo? Lasci anche loro?

Brigitta: È una scelta difficile, lo so, ma non ho mai pensato a me negli ultimi anni perciò, voglio dedicarmi alla mia passione, i dolci.

Paperone ricordava spesso che l’unico motivo per cui lei, a volte, non veniva al deposito, era per finire una torta. Lei metteva tutta se stessa in quello che faceva, però questa volta era diverso. Invece di sprecare le sue energie per lui, Brigitta aveva scelto di usare per gli altri, ma soprattutto per lei. Il papero si riordinò, si sistemò la palandrana, la tuba e raccolse il bastone da terra.

Paperone: Molto bene, Brigitta. Sarei molto felice se tu venissi a Quaktown per il giorno del ringraziamento. Fino ad allora ti auguro la miglior fortuna.

Il papero si girò e uscì dal negozio impettito. In quell’istante Brigitta notò il disordine per terra e si affrettò a raccogliere i dolci caduti.

Dukky: Sei stata molto forte e coraggiosa. Sono felice di averti come collega.

Brigitta sorrise e si affrettò a recuperare una scopa per pulire la cucina.

Nel frattempo, il papero rientrò al deposito.

Battista: Signore, finalmente è di ritorno! Com’è andata?

Paperone: Battista, non ti facevo così pettegolo!

Battista arrossì. Non solo lui era curioso, ma tutto lo staff si chiedeva come sarebbe andata a finire.

Battista: Scusi la mia mancanza di pudore, ma la mia curiosità è veramente tanta.

Paperone inarcò un sopracciglio: Bè, credo sia andata bene.

Battista: L’ha perdonata?

Paperone: Sì.

Battista: La vuole ancora come amico?

Paperone: Sì.

Battista: Tornerà a Paperopoli?

Paperone: Ehm, purtroppo no.

Battista perse per un attimo l’equilibrio: C-come no?!

Paperone: Smettila di balbettare, sembri una gallina!

Battista riprese la sua compostezza, e con un cenno salutò il padrone e tornò alle sue faccende. Allo stesso modo, Paperone posò la sua tuba sulla scrivania e proseguì i suoi conti e bilanci finanziari. Ma non durò per molto.

Miss Paperette: Ehm, mi scusi signor Scrooge...

Paperone: C’è qualche problema Miss Paperette?

Miss Paperette: Signore, c’è il signor Rockerduck. Lo lascio entrare?

Paperone si sbattè la mano in faccia. Era veramente stanco e il suo unico desiderio era finire la giornata e andare al più presto a dormire, ma evidentemente aveva disturbato qualche forza cosmica, perché niente stava andando come voleva lui.

Paperone: Oggi non sono in vena… mandalo via, per favore.

Intanto il papero si massaggiò in mezzo agli occhi. Perché doveva succedere tutto in quella giornata? Cos’è che aveva questo giorno di diverso? Era o non era come tutti gli altri?

Battista: Signore?

Paperone: CHE C’è ANCORA?!

A Battista, il suo urlo non risultò seccante, bensì quasi disperato                                                               

Battista: Il signor Rockerduck insiste. Dice che è una cosa importante e che…

Paperone: La stai tirando per le lunghe Battista. Dimmi cosa c’è, adesso!

Battista: Mi ha riferito che se non accetta di vederlo, confesserà alla signora Brigitta che voi avete costretto lui a darvi l’indirizzo. È  vero, signore?

Maledizione, non l’avrebbe dovuto sapere nessuno. Se Brigitta avesse saputo che lui aveva ottenuto il suo indirizzo da Rockerduck, sarebbe tornata a tormentarlo. Questo no, mai!

Paperone: Fallo entrare e digli di tenere quel suo beccaccio fuori dai miei affari!

Rockerduck: Che peccato! Io mi stavo divertendo così tanto!

Rockerduck era saltato fuori da dietro Battista. Probabilmente quello sciocco maggiordomo lo aveva già fatto entrare prima.

Paperone: Battista, devo discutere di affari privati.

Battista si congedò con un inchino, e chiuse le porte dell’ufficio. Rockerduck avanzò, e con fare flemmatico, accarezzò la sedia dei colloqui di fronte alla scrivania di Paperone
e vi si accomodò.

Rockerduck: Bene, non mi vuoi raccontare del tuo appuntamento?

Paperone arrossì di botto: Tu, come fai a saperlo?

Rockerduck: Ho più informatori di quello che credi. Com’è andata?

Paperone: In nessun modo! Tu, sei l’ultima persona sulla terra a cui voglio raccontarlo!

Rockerduck sorrise. Vedere Paperone così agitato era davvero insolito, sembrava quasi vulnerabile.

Rockerduck: Bene, ma dovrai farlo. Altrimenti scoppierai come un palloncino. I sentimenti non sono una cosa da sottovalutare, sai?

Paperone: Ma che ne sai tu di sentimenti? Sei mai stato fidanzato?

Rockerduck sogghignò. Se la vecchia tuba avesse saputo il numero delle ragazze che erano entrate nel suo appartamento, di sicuro gli sarebbe venuto un infarto.

Rockerduck: Diciamo di no. Sono propenso a un altro tipo di relazione...

Paperone si alzò e sbattè una mano sulla scrivania e l’altra la puntò in faccia al suo avversario.

Paperone: Aaah! Lo sapevo che eri gay!

Rockerduck divenne rosso come un peperone e si alzò violentemente dalla sedia.

Rockerduck: Ma che stai dicendo, vecchio rimbambito!? Io non sono gay!

Rockerduck respirò affannosamente. Tra tutti gli insulti che gli erano stati rivolti, questo era senza dubbio il peggiore. Per quanto riguardava i gay come società, lui non li riteneva diversi. Sono solo persone dai gusti insoliti. Lui era considerato il Don Giovanni dell’alta società. Possibile che Paperone non leggesse i tabloid?

Paperone: Però, sai che lo sembri? I vestiti all’inglese, gli occhiali da Hipster, e fammi indovinare…  giochi a golf?

Sì, Rockerduck  giocava a golf, ma questo cosa c’entrava? Il golf è uno sport raffinato ed elegante, dove sapere perfettamente quale ferro usare, fa la differenza tra una vittoria e una sconfitta.

Rockerduck: Sentiamo, qual è la tua idea di sport virile?

Paperone: Caccia, pesca, tiro al piattello, etc…

Rokerduck sussurrò: …caccia alle streghe.

Paperone: Come scusa?

Rockerduck: No, niente, ma torniamo a noi, non sono venuto qua per parlare delle mie attitudini sociali.

Paperone si riaccomodò sulla sua sedia e fece cenno a Rockerduck di fare lo stesso. Il giovane papero tornò a sedersi. Il suo sguardo torvo, costrinse Paperone a cambiare posizione sulla sedia.

Rockerduck: Bene, cos’hai in programma di fare con Brigitta?

Paperone spostò lo sguardo altrove e iniziò a giocherellare con la sua matita. Avrebbe preferito evitare l’argomento.

Paperone: Bè ecco io, io non…

Eccola, di nuovo, quella sensazione di avere il becco impastato! Non riusciva più a trovare le parole giuste. Si stava facendo battere dal pivello. Che vergogna. E quello lì, se la rideva. Guardalo, come si crogiola nel suo brodo, fanghiglia dell’umanità!

Paperone: Ecco sì, io l’ho invitata al Thanksgiving Day di Quaktown e lei ha detto che sarebbe venuta volentieri.

D’accordo, l’ultima parte se l’era inventata, ma doveva sembrare una gloriosa vittoria e non una mezza sconfitta.

Rockerduck: Lo credo bene che verrà! L’ho già invitata io!

Paperone spalancò gli occhi e per un attimo divenne ancora più bianco di quanto non lo fosse già.

Paperone: C-come sarebbe a dire “L’ho già invitata io”?

A Rockerduck brillarono gli occhiali: Sarebbe a dire che io e lei abbiamo cenato insieme, zuccone!

Altro che gay, Paperone doveva rimangiarsi tutto e anche in fretta. Lui era peggio, molto peggio. Era una di quelle donne che per soldi fanno di tutto. No, anzi lui era di classe. Sì, Rockerduck era una escort del male.

Paperone: Tu? Come? Quando?

Il cervello di Paperone ormai fumava. Tutti gli eventi di quei giorni lo avevano massacrato, ma questo era il colpo di grazia.

Rockerduck: Ieri sera, al Blackwhite di Ocopoli. Forse lo conosci. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, di te e della festa del ringraziamento. Io l’ho invitata e lei ha accettato di venire.

Paperone: Come…? Lei non ti è mai interessata fino a quando era qui, perché adesso nutri qualcosa?

Rockerduck si alzò, si avviò verso la porta e la aprì. Guardò Paperone e si preparò per dargli il colpo di grazia vero e proprio.

Rockerduck: Perché io ottengo SEMPRE quello che voglio! E adesso VOI siete i miei giocattoli e farò ciò che più mi pare e piace. Sia con te sia con Brigitta. Con chiunque. E sai perché? Mia madre mi ripeteva spesso:“Se vuoi qualcosa, prendilo e fallo diventare tuo!”

E ridendo come uno psicopatico, Rockerduck si avviò all’uscita facendo accapponare la pelle a tutti, compreso Lusky che aspettava alla fine del corridoio.

Battista: Ma che ha quello?

Paperone si avvicinò a Battista con una faccia cerulea e gli poggiò una mano sulla spalla.

Paperone:  È un fottuto sociopatico, ecco cos’è! Questo è il vero volto di John D. Rockerduck!

Paperone aveva vari ricordi di Howard Rockerduck. Era stato il suo maestro, il suo mentore. Tutto ciò che sapeva su come estrarre il rame, lo aveva imparato grazie a lui, ma suo figlio.. .da chi aveva preso Jonhatan Duckster Rockerduck? Era possibile che la madre, in realtà, fosse un’arrampicatrice sociale?                                                                                                                                                               No, la signora Rockerduck era un’infermiera. Sapeva quel che diceva e di certo, amava il figlio, forse anche troppo. Ora che Paperone ci pensava, aveva un solo ricordo di Rockerduck. Non bello, ma molto triste. Nella sua mente affiorò un immagine: un bambino lo guardava da una macchina che si allontanava e rimembrò quelle poche parole comprese dalla lettura delle sue labbra. “Mio padre non è più mio padre… TI ODIO!” Lui aveva rovinato la sua infanzia portandogli via il padre. Ma alla fine, la vita sa sempre come far bilanciare i conti e in quel momento, essi prevedevano la vendetta di Rockerduck.
 

ehhh, quarto capitolo...l'elenco delle persone che devo ringraziare diventa sempre più lungo, la mia amica bianca che mi ha aiutata con la grammatica a la mia mentore Jeremy Brett, senza la quale non starei continuando e tutti quelli che mi fanno un c++o così perchè ci tengono a questo lavoro! Un bacione a tutti.

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Capitolo 5
*** thanksgiving day parte 1 ***


~~Nei giorni successivi il freddo incalzava e iniziava l’attesa per il Thanksgiving Day…quest’anno cadeva il 20 di Novembre. Tutti a Paperopoli e dintorni preparavano qualcosa per la festa. Quest’anno sia Paperone che Rockerduck erano parte del comitato organizzativo: Rockerduck si occupava del rinfresco mentre Paperone si occupava della strutture e faceva, ovviamente da tesoriere. Ormai, aspettando e organizzando, il giorno era arrivato, bisognava andare a Quacktown! Paperone stava davanti a una porta molto familiare, quella di Nonna Papera.

 Nonna: Tesoro!!! Scrooge oh, quanto tempo!

 I due si abbracciarono.

 Paperone: Allora, Nonna? Andiamo?

 Nonna: Oh, sì! Non vedo l’ora! Sono sicura che Cornelius sarebbe così orgoglioso della nostra famiglia!

 Paperone si senti gratificato e orgoglioso, tutto per mantenere alto l’onore dei Coot e dei McDuck!

 Paperone: I miei nipoti stanno già aspettando alla festa, mentre Ciccio? Dov’è Ciccio?

 Nonna, rise: Ah, ah al buffet ovvio!

 I due si incamminarono verso il campo allestito per l’occasione. Era tutto decorato con festoni rappresentanti i colori della bandiera americana con dei tocchi dei colori autunnali; per terra c’erano fieno e zucche, in fondo c’era il palco per il discorso del sindaco e per il gruppo musicale, a lato, dalla parte dell’entrata a destra, c’era una fattoria che ospitava gli animali tipici del giorno del ringraziamento, i tacchini, mentre sulla sinistra c’era il buffet…però quest’anno c’era una particolarità, alla festa tutti dovevano essere vestiti da coloni: Nonna Papera indossava un vecchio vestito da vedova dell’epoca, mentre Scrooge aveva optato per il suo vecchio kilt scozzese, le ghette verdi con i bottoni d’oro, il kilt con i colori del suo casato, verde, arancione e giallo la camicia pesante bianca, poiché faceva veramente un freddo boia, la sciarpa identica al kilt, tutte le decorazioni relative e come tocco finale al posto del classico cappello, la sua vecchia tuba con una fascia in pandan con il completo invece della classica rossa. Ovviamente con fedele bastone al seguito.

 Nonna Papera: Tesoro stai davvero bene con il completo dei tuoi nonni!

 Paperone: Grazie ci tenevo a venire vestito così!

 Nonna: Ma tesoro concedimi un paio di domande, perché la tuba al posto del tuo Tam O’ Shanter? E poi quella borsa che ti porti in spalla cos’è?

 Paperone: Per quanto riguarda la borsa è una sorpresa, per quanto riguarda il cappello…ci sono troppo affezionato, è una parte di me…

Elvira rise e si incamminò insieme a Scrooge verso il buffet, per salutare Ciccio. Ma c’era una sorpresa per il vecchio Scrooge.

 Brigitta stava preparando le vettovaglie, era sorpresa che Rockerduck le avesse chiesto di fare parte del comitato organizzativo e di aiutare in cucina, persino Dukky era venuto ad aiutarla: avevano realizzato tante torte, tutte con un tema diverso, e una miriade di pasticcini uno più bello dell’altro, con le foglie d’autunno come decorzioni. Lei aveva scelto di vestirsi da casalinga classica: corpetto color crema, il vestito di base era azzurro senza spalle e un gilet azzurro scuro, orecchini blu, un piccolo triangolino di stoffa sopra la testa e un bel paio di guanti bianchi di pelle scamosciati.

 Dukky: Brigitta, guarda! Quello non è il tuo amico?

 Paperone: Brigitta!

 Brigitta: Oh! Scrooge!

 No!!Con la divisa scozzese no! Lei ADORAVA quando lui si vestiva con il kilt! Lo faceva sembrare uno degli eroi di Braveheart, diventò tutta rossa e abbasso lo sguardo.

 Brigitta: Ci, ci, ciao t-t-ti va u-u-un pasticcino?

 Gli allungo il vassoio con i cupcakes, ma lui gentilmente rifiutò.

 Paperone: Non è che non mi piacciano, ma non voglio rovinarmi l’appetito, voglio godermi il tacchino e assaporare come si deve il tuo dessert!

 Brigitta sistemò il vassoio sul banco e stava per tornare alle sue cose quando Paperone la trattenne.

 Paperone: Ehi! Ma come ci sei finita qua? Sì, voglio dire, dietro al bancone?

 Brigitta: Il signor Rockerduck ci ha offerto di fare i dolci per la festa e ci ha inserito nel suo servizio catering…come si suol dire “ha unito l’utile al dilettevole” ... d’altronde … ha imparato dal migliore …

Paperone arrossi, sia per l’orgoglio, sia per il fatto che spesso univa il dilettevole all’utile e non viceversa. Però iniziava a rodergli il fatto che Rockerduck fosse sempre un passo avanti a lui…doveva porre un freno a questa cosa.

 Il sindaco lanciò un avviso col megafono e richiamò tutti i partecipanti alla festa per il discorso d’apertura. Tutti si avvicinarono al palco. Paperone era in prima fila e si guardò in torno per cercare i nipoti…

Paperone: accidenti, avevano detto in prima fila! Ma dove sono?!

 Qui, Quo, Qua: Felice Ringraziamento Zio Paperone!!!

 I tre nipoti gli si aggrapparono da dietro per poco non lo trascinarono per terra.

 Paperone: Oh, oh le piume delle mie piume! Gioie dei miei occhi e flagelli per la mia schiena!

 Doveva ammetterlo iniziava a non avere più l’età per stargli dietro…ma per fortuna qualcun altro doveva occuparsi dei suoi irruenti nipoti…

Paperino: Ciao, Zio Paperone! Come va?

 Paperino era vestito come un vecchio marinaio, aveva persino una benda sull’occhio destro, alla sua sinistra c’era Paperina vestita da cameriera. I tre nipoti invece erano vestiti da garzoni con, come segni distintivi, le cinture dei loro colori preferiti.

 Paperina: Ciao, Zione…vedo che sei in forma come sempre…

Paperina era sempre gentile e apprensiva con lui, se aveva bisogno di qualcosa lei era sempre disposta ad aiutarlo e spesso, quando si trattava di Paperino, il suo aiuto era prezioso. Molte volte si era chiesto che cosa avrebbe fatto il nipote senza di lei…

Paperino: Il sindaco sta per iniziare il suo discorso!

 Sindaco: Buon giorno a tutti miei cari cittadini! Oggi come sapete è un giorno importante: i nemici mettono da parte le loro divergenze per sopravvivere, ma questa è la meno … per coloro che oggi sono qui devo ricordare questo giorno importante, che rappresenta l’amore per la terra, per il prossimo e per il diverso!

 Paperone sussurrando ai suoi nipoti: Sicuri che non stia parlando del natale? Ih, ih, ih

 Tutta la famiglia rise sotto i baffi. Il sindaco fulminò con lo sguardo i paperi che subito si zittirono.

 Sindaco: Per questi motivi, è giusto festeggiare e ricordare sia la gratitudine verso questa terra…sia ricordare la patria che ci ha dato i natali…come molti di voi sapranno la Mayflower è stata la nave che ha condotto qui alcuni dei nostri padri…ma la nostra comunità è devota a un altro fiore, a un’altra terra, la Scozia!

 Tutti applaudirono, Zio Paperone fu molto colpito…era il primo giorno del ringraziamento durante il quale veniva riconosciuta ufficialmente la natività scozzese di Paperopoli: di solito era la consueta “americanata”,con eogi alla forza degli Stati Uniti…per la prima volta a Paperopoli si celebravano le vere radici e i veri sentimenti di questa festa: solidarietà, accoglienza del diverso e del sentimento di unità.

 Sindaco: Per questo all’inizio di codesto evento, come di consueto, la banda del paese suonerà il nostro inno…ma alla fine verrà suonato “Flower of Scotland” da un nostro ospite d’eccezione! Il signor Scrooge McDuck!

 La folla applaudi, ma Paperone rimase come paralizzato: all’inizio gli era sembrata una buona idea, ma ora gli era venuto un terrore da palcoscenico da record, tanto che il nipote ha dovuto spingerlo sul palco.

 Qui, Quo, Qua: Forza Zione!!!

 Sindaco: Dunque, signor De’Paperoni…vuole dirci due parole prima che la banda suoni l’inno nazionale?

 Paperone: Ecco, io veramente…

Rockerduck: Credo sia più adatto che parli io prima che suoni la banda, d’altro canto lui dovrà elogiare la patria Scozia…

Come se Paperone non avesse nulla incontrario, scese subito giù dal palco…tuttavia ... ma come poteva permettersi Rockerduck di intervenire così!?

 Sindaco: Scusate cari cittadini, Rockerduck ha ragione: il signor McDuck avrà un’occasione migliore per parlare, visto che il signor Rockerduck ha chiesto la parola…bè…a voi…

Rockerduck: Concittadini non voglio annoiarvi, con giri inutili, voglio solo ricordare che non importa da dove veniamo o chi abbiamo per genitore, c’è solo un’unica grande verità: noi siamo chi vogliamo essere! Possiamo avere tutte le scuse del mondo, la povertà, la siccità, le malattie, ma tutto ciò non conta, perché l’umanità sarà sempre in grado di ritrovare la propria strada…e un’altra cosa: noi siamo così fieri di essere qui, di avere un tetto, ma tutto ciò non ha importanza, casa è dove le persone ti amano…e lì, senza alcun dubbio, è dove io voglio stare…

Il pubblico sembrava quasi scioccato, applaudiva apaticamente, Paperone si guardava intorno sbalordito…Rockerduck scese dal palco e si posiziono in prima fila all’estrema destra, proprio al suo opposto, già lui era proprio il suo opposto…lui era giovane, lui vecchio, lui spendaccione, lui avaro, lui don Giovanni, lui single “incallito?”, lui affabile, lui odioso, lui sempre in giro, lui sempre in casa, lui ereditiere, lui un imprenditore…ci credeva talmente tanto ormai, che si odiavano a morte…ma c’era una cosa che li accomunava: la cocciutaggine. Se loro credevano in qualcosa, si andava avanti, fino alle estreme conseguenze. Ma certo non si aspettava che uno come lui facesse un discorso così raggelante…

Una volta che la banda concluse il suo concerto, il sindaco riprese il microfono…

Sindaco: Molto bene cittadini, spero che questo sia stato di vostro gradimento…

Dal pubblico si alzarono applausi e urla di giubilo.

 Sindaco: perfetto! Ora la nostra proposta di quest’anno: io e il consiglio abbiamo deciso di proporre un gioco…ma è un gioco molto speciale! La caccia al tacchino!

 Altre urla salirono dal pubblico: chi era eccitato all’idea, chi invece non voleva proprio partecipare…

Sindaco: Non preoccupatevi signori, potete iscrivervi se volete giocare, altrimenti potrete tranquillamente godervi lo spettacolo (il pubblico si rilassò). Se vorrete giocare, i giocatori verranno divisi in due squadre, i nativi e i coloni. Il vostro scopo sarà catturare per primi il tacchino che verrà liberato nel recinto, in più avrete la possibilità di eliminare gli avversari usando la Palla Scozzese…

Una valletta salì sul palco con in mano una cosa ovoide di dimensioni medie, sembrava una palla da football.

 Sindaco: La nostra tipica palla da Football in realtà è nata nel vecchio continente ed era ottenuta da una zucca. Questa è una riproduzione di quelle vecchie palle. Vi verranno spiegate meglio le regole una volta decise le squadre…avete un’ora per iscrivervi! Buona fortuna a tutti!

 Paperone e tutti i nipoti si avviarono al banco del rinfresco, Brigitta appena li vide arrivare preparò la teglia migliore.

 Paperina: Oh, Brigitta che bella torta! Sei migliorata tantissimo! Fammi assaggiare dai, dai!

 Brigitta: Ah, ah, lasciane un po’ ai baldi giovani che dopo saranno affamati…

Paperone: Di chi è stata l’idea del gioco del tacchino? Sa tanto di giochi della gioventù…

Brigitta: Di Rockerduck…

Paperone sputò il punch che stava bevendo, scatenando le risate di tutti i circostanti.

 Paperone: Dove ci si iscrive?!

 Brigitta sgranò gli occhi: Su-sul serio! Ma Paperone…non hai l’età ... ma davvero vuoi…

Paperone con una rapida occhiata vide subito l’albero dove avevano appeso il foglio e la penna per le iscrizioni, partii in quarta e raggiunse l’albero. Anche i nipoti e Brigitta gli andarono dietro…Paperone stava per firmare, ma Brigitta prese in mano la penna prima che lui firmasse.

 Brigitta: No! Il gioco del tacchino, no! Ti farai male…non voglio che tu lo faccia!

 Paperone: No, donna! Io darò l’ennesima lezione a quel maledetto pivello, che tu lo voglia o no! E tu verrai con me!

 Con enorme sorpresa di tutti i presenti, compreso Rockerduck, che da lontano si godeva la scena, Paperone, con mano ferma e decisa, prese la mano di Brigitta e firmò con il nome di Brigitta e poi col suo…

Qui, Quo e Qua: sììììììììì! Anche noi siamo con te!

 I nipoti firmarono…

Paperino: Anch’io voglio giocare!

 Anche Paperino firmò…in seguito arrivarano anche Paperina, Gastone e Paperoga. Nell’ elenco delle firme comparivano anche a quella di Lusky e Rockerduck...

 Paperone: Mhh, manca un giocatore e potremmo essere sei contro sei…

Al quel punto si avvicino al gruppo Filo Sganga…Brigitta gli corse incontro e lo abbracciò, ma appena lo sguardo di Paperone e Filo si incrociarono divennero di fuoco! Brigitta spiegò tutte le cose che erano successe e Filo decise anche lui di firmare…

Paperone: Ehi, ma tu non sei un tacchino? Non è cannibalismo così?

 Filo: Allora? C’è tacchino e tacchino…sbaglio o anche tu hai mangiato l’anatra a natale?

 Circa un’ora dopo il numero dei giocatori non era cambiato…Paperone sospettava che ci fosse lo zampino di Rockerduck anche in questa storia del “gioco”, ma stavolta lo avrebbe battuto nella sua stessa trappola! Il piano era perfetto. Il gioco avrebbe decretato il vincitore e lui non perdeva mai! Aveva i parenti dalla sua parte e qual ora Brigitta avesse giocato dalla parte del pivello avrebbe soltanto assistito a una sconfitta bruciante…Il sindaco richiamò tutti i cittadini e diede “fuoco alle polveri”.

Sindaco: Bene cittadini! Come vedete è stato allestito un recinto: abbiamo invitato i gentili concorrenti a farsi avanti. E' il momento di formare le squadre! C’è qualcuno che aspira a fare il capitano?

 Paperone e Rockerduck si fecero avanti all’unisono…Paperone fece caso solo all’ora che il pivello era vestito come coloro che si vedono nei libri, quelli con il cappello con una gran tesa e il resto come fosse un cilindro. Portava una mantellina bianca e una tenuta blu molto scuro e portava le tipiche scarpe con le ghette…sembrava uscito da un libro di storia, pure il suo maggiordomo Lusky era vestito da maggiordomo dell’epoca!

 Sindaco: molto bene, allora la squadra dei nativi sarà capitanata da Rockerduck, visto che ha elogiato così bene la sua patria, mentre Paperone capitanerà i coloni! Le vostre fasce saranno rispettivamente rossa e blu. Ora passiamo alla formazione delle squadre. Queste sono state formate sotto la giurisdizione della signora Elvira, (la vecchia papera saluto il pubblico, che rispose con altrettanta allegria) e mia...molto bene le squadre sono le seguenti…per i coloni: Paperone, Paperino, Qui, Quo, Qua, Paperina. Per i nativi: Rockerduck, Lusky, Gastone, Paperoga, Filo e la signorina Brigitta. Non si effettueranno scambi! E ora passiamo alle regole!

 I membri delle due squadre si divisero e si misero le rispettive fascie blu e rosse, Brigitta però non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Paperone, era preoccupata da morire, non avrebbe lasciato che si ferisse.

 Sindaco: Regola numero 1…vince chi prende il tacchino per primo. Per prendere si intende immobilizzarlo a terra per più di tre secondi.

 Regola n° 2…La zucca scozzese permette di eliminare gli avversari colpendoli, non in faccia, non sotto il busto. Se si riesce a prendere al volo il colpo è eliminato l’avversario! L’avversario si accomoderà fuori dal recinto in attesa della fine del gioco. Non ci si può eliminare tra compagni di squadra.

 Qui: Ah, e come palla prigioniera! Sarà una passeggiata!

 Sindaco: Regola n°3…non si esce dal campo, che al momento è contornato dal recinto di legno laggiù.

 Tutti i presenti si girarono.

 Sindaco: E per favore niente colpi scorretti, niente spintonate. Il gioco durerà un’ora al massimo…allora, BUONA FORTUNA!!!

 Gastone: Quella c’è l’ho sempre!!

 I giocatori e il pubblico si avviarono al campo da gioco. Le due squadre si raggrupparono per decidere una tattica.

 Paperone: Molto bene! Paperino, Paperina voi siete più grandi e più veloci, verrete con me a prendere il tacchino, lo accerchiamo e gli saltiamo addosso! Qui, Quo, Qua confido nella vostra mira, prendete la palla scozzese e fate fuori chiunque vi passi davanti!

 Tutti: Sì! Zio Paperone!

 Rockerduck nel frattempo aveva parlato ai suoi che sembravano molto sgangherati in confronto alla squadra di Paperone, ma il vecchio leggeva negli occhi del pivello che non era venuto impreparato alla cosa. Il sindaco si avvicinò al centro con in mano la palla scozzese, poi si posizionò a destra, mentre a sinistra dei contadini con la gabbia si prepararono per liberare il tacchino.

 Sindaco: Al mio via, lancerò in aria la palla scozzese per la contesa e nello stesso momento verrà liberato il tacchino! Capitani, fatevi avanti per la contesa…

Paperone e Rockerduck corserò davanti al sindaco, il quale aveva in una mano la palla e nell’altra un fischietto, i due paperi si guardavano in cagnesco: stavolta non era una delle loro scommesse, questa volta c’era in gioco di più e se Paperone non fermava Rockerduck, la sua vita e quella di Brigitta non avrebbero più avuto pace! Era tempo di fermare quel maniaco!

 Paperone: E il tempo di dimostrarti che non puoi calcolare tutto Rockerduck! Ti fermerò, maniaco!

 Rockerduck: Maniaco? Ti prego non è di classe, chiamami sociopatico…e comunque…questa sarà la TUA disfatta non la mia!

 Sindaco: Ai posti! Via!

 Suonò il fischietto e contemporaneamente fece volare la palla in alto e il tacchino venne liberato. I due paperi saltarono ma le zampe assai più giovani di Rockerduck ebbero la meglio.

 Rockerduck: Lusky!!!

 Rockerduck passò la palla a Lusky, che come un fulmine la prese e senza neanche un attimo di fermo, caricò e colpii Paperina…

Sindaco: Paperina, Out!

 La papera fu costretta ad abbandonare il campo con enorme disappunto di Paperone e della suddetta.

 Paperino: Questa te la faccio pagare Lusky!

 Il maggiordomo rise, e si allontanò per dare una mano col tacchino…nel frattempo i tre nipoti passarono al contrattacco, presero la palla e iniziarono a pensare a una strategia.

 Ma chi doveva prendere il tacchino non se la cavavano altrettanto bene.

 Paperone: Sei mio!

 Con un enorme balzo il papero afferrò la coda, ma il tacchino con uno scatto si portò via il papero trascinandolo per circa un metro.

 Paperino: Zio! Tutto bene?

 Paperone sputò un po’ di foglie che aveva in bocca.

 Paperone: è più furbo di quanto pensassi!

 Anche Rockerduck nel frattempo aveva fatto fiasco. I nipoti nel mentre avevano deciso il da farsi.

 Quo: Okkei, adesso sappiamo che Lusky è un lanciatore provetto. Uno di noi dovrà sempre coprilo in modo che non prenda la palla! Ci pensa Qui visto che è il più veloce! Io e Qua ci occupiamo degli altri! In sequenza Gastone, Paperoga, Filo e Brigitta…se avremo ancora tempo Lusky…Rockerduck non c’è la farà comunque da solo, togliamogli la squadra e fermiamolo…ah, mi raccomando prima Gastone! Più rimane in gara più è pericoloso!

 I tre fratelli andarono alla carica, si avvicinarono a Gastone…Quo lancio la palla una, due, tre volte ma niente non riusciva a prenderlo…

Quo: Ma, accidenti!!!!

 Stavolta colpii con tutta la sua forza e lo centrò in pieno sullo sterno. Il poveretto andò per terra vicino alla staccionata.

 Qui, Quo e Qua: Siiii!!!!!

 Gastone: Che fortunaaaaa!!! Ho trovato una banconota da cento dollari!!!!

 Tutti rimasero profondamente sgomenti, tanto che il gioco si fermò per alcuni secondi…

Sindaco: Gastone…Out…ma che fortuna però…sarebbe da rinchiudere…

Il gioco riprese e senza fatica i tre nipoti mandarono fuori anche Paperoga, che, svampito com’è, non si era nemmeno accorto che il gioco era iniziato…però questo a Rockerduck non piaceva!

 Rockerduck: Luscky!! Manovra divensiva! Manda a casa quei marmocchi

 Lusky: Sì, signore con piacere!

 In un attimo i tre nipoti si trovarono davanti Lusky!

 Lusky: Dai fatevi sotto!

 Quo, prese la mira, la palla volava ma…con il colpo non andò come sperava! Lusky l'afferrò al volo fermandola con una mano sola.

 Sindaco: Quo, Out!

 Qui e Qua deglutirono, Lusky non era da sopravvalutare, anzi! Paperone aveva osservato la scena, era rimasto veramente sorpreso: un maggiordomo può fare una cosa del genere?

 Paperone: Ehi, Rockerduck! Cos’ha mangiato il tuo maggiordomo stamattina? Sembra…indiavolato.

 Rockerduck: Oh, Sì! Lui è proprio un diavolo di maggiordomo…

Lusky si girò e lanciò la palla mirando dritto a Paperone. Non riusciva a muoversi era come a rallentatore, vedeva la palla avvicinarsi…ma non al petto il maggiordomo aveva mirato alla faccia!! Era come se i piedi non collaborassero, ma poi una pallonata in faccia non era la fine del mondo no? Allora perché sapeva che avrebbe fatto dannatamente male?

 Filo: No! Brigitta!!!Amica, tutto a posto???!!!

 Non aveva colpito lui, la signorina Brigitta si era messa davanti…la poverina rantolava per terra tenendosi la pancia. Paperone era attonito, lei si era presa, quella sottospecie si proiettile per lui.

 Brigitta: No, no sto bene…ehi, tu!

 Paperone si riprese dallo stato catatonico in cui era momentaneamente piombato.

 Brigitta: Si può sapere cosa ti è preso? Perché non ti sei spostato? Ti saresti fatto male sai?

 Paperone era sempre più scioccato ... si era davvero preoccupata per lui a tal punto? Quando aveva detto che non avrebbe permesso che lui si facesse male non scherzava. Nessuno si era mai occupato di lui, se l’era sempre cavata da solo, da quando era nato, non aveva mai avuto nessuno che si prendesse i suoi mali…

Filo: Sei, sei una stupida! Potevi farti veramente male così! Sei impazzita? Oh, Brigitta…

Filo abbraccio la papera aiutandola a tirarsi su, la papera si teneva ancora la pancia…probabilmente il colpo aveva preso in pieno lo stomaco. Ma la papera si rimise subito in piedi e si lisciò il vestito e si assestò i capelli.

 Brigitta: Oh, oh che guaio! Non dovevo fare questa figuraccia, ah, ah, ah!

 Rockerduck nel frattanto prese da parte Lusky…

Rockerduck: Ma che sei scemo?! Non dovevi colpire Brigitta!

 Lusky: Signore, si è messa in mezzo lei all’ultimo minuto! Ha fatto uno scatto olimpionico!

 Rockerduck prese per la cravatta Lusky e tirò il nodo, strozzando il povero maggiordomo.

 Rockerduck: Non mi interessano le tue scuse, mi interessano i tuoi fatti Lusky! Dovevi colpire o Paperone o i suoi nipotini e tu non hai fatto nessuna delle due cose! Muoviti a ribilanciare la situazione oppure ti faccio mangiare il cravattino!

 Lusky annuii vigorosamente, Rockerduck mollò il cravattino e tornò a occuparsi del tacchino. Il gioco ripartii e i nipoti fortunatamente recuperarono la palla.

 Qui: Qua, vai colpisci Filo!

 Con una mossa poco elegante Qua tirò addosso a Filo, che a suo malincuore dovette uscire e qualcuno giurò che disse parecchie male parole.

 Intanto Paperone e Rockerduck continuavano a cointendersi il tacchino. Ma nessuno dei due aveva la forza o la tecnica per mandare al tappeto il pennuto. Brigitta non riusciva ad aiutare Rockerduck, poiché troppo lenta e Lusky era occupato con la palla, d’altra parte la squadra di Paperone non era messa meglio…lui era vecchio, Paperino era così sfortunato che il tacchino lo vedeva e scappava e i suoi nipoti erano pur sempre dei bambini. Doveva trovare un modo di porre fine al gioco anche in fretta! I suoi piani andarono all’aria pochi secondi dopo!

 Sindaco: Qui, Out!!

 Lucky aveva mandato fuori un altro nipote! Ora erano tre contro tre! Ma adesso aveva un occasione il tacchino era all’angolo! Ora o mai più!

 Paperone: Sei MIO!!!!!

 Il vecchio Papero gli saltò addosso, ma con sua sorpresa anche un altro era saltato sul tacchino.

 Rockerduck: Giù le mani dal MIO tacchino!

 Paperone: No!!!è il MIO tacchino! Molla l’osso!!!

 I due Paperi continuavano a litigare, ma il tacchino non riusciva a muoversi e tutti li guardavano massacrarsi a vicenda.

 Sindaco: due…e tre!!! Basta, STOP, il tacchino è stato preso!!! Avete vinto il gioco!!!

 Rockerduck e Paperone: Come AVETE?????!!!!

 Sindaco: Bhè, mi sembra ovvio, entrambi avete tenuto fermo il tacchino per più di tre secondi…per la verità siete ancora sul tacchino.

 Paperone: AH!

 Il tacchino iniziò a correre verso la gabbia dove i contadini avevano predisposto il mangime per farlo rientrare. Rockerduck era furioso, livido di rabbia: non doveva andare così! Aveva addestrato Lusky tutto il mese per eliminare i suoi avversari, aveva fatto jogging tutte le mattine! E ora? Aveva “quasi” vinto? Brigitta sarebbe dovuta venire da lui e abbracciarlo alla fine grazie alla vittoria, facendo diventare pazzo di gelosia Paperone e lui si sarebbe goduto la sua faccia infelice!

 Rockerduck: Maledizione!

 All’improvviso da dietro senti caldo…era una sensazione strana, da tempo non la sentiva ... qualcuno lo stava abbracciando?

 Brigitta: Ehi, su! Non fare quella faccia, sono sicura che ti sei impegnato da morire per questo gioco, forse, bhè ecco forse non giochi sempre pulito, ma ho visto la fatica che ci hai messo per organizzarlo e poi per vincerlo…non essere triste, la tua fatica non è andata sprecata! Io mi sono davvero divertita!

 Rockerduck, sgranò gli occhi…fino a quel momento nessuno aveva mai elogiato le sue fatiche…prima di allora nessuno dava importanza quando organizzava qualcosa, lui faceva sempre le cose in grande, ma nessuno era venuto a stringergli la mano a dirgli grazie, un solo semplice grazie.

 Rockerduck: Tu sei veramente preziosa Brigitta…anzi sei un vero diamante…

Brigitta arrossi, e disse delle frasi leggermente inarticolate, mentre agitava la mano davanti al becco. Ma qualcuno aveva visto la scena e a quel qualcuno non piaceva.

 Paperone: Ora, basta io e quel papero dobbiamo fare due chiacchere.

 Sindaco: Bene gente, prendete posto ai tavoli! È tempo di mangiare il tacchino!

 Mentre la gente iniziava a prendere posto, Paperone sfruttò l’occasione per afferrare Rockerduck e portarlo dietro il fienile.

 Rockerduck: Ehi! Molla subito la presa scemo! La giacca mi è costata una fortuna!

 Paperone: Tu, tu mi devi stare a sentire! Ora la devi piantare di prendere in giro quella povera papera! Sono stato chiaro?!

 Colpito e affondato, aveva ottenuto l’effetto sperato. Non nel modo in cui l’aveva progettato ma era riuscito a far ingelosire Paperone! Lui si era convinto da molto tempo che a Paperone lei piaceva, ma non capiva perché lui continuasse, arrivato ad un certo punto, a rifiutarla. Ora si era creato la chance di farlo parlare, adesso o mai più! Era tempo di giocare!

 Rockerduck: Senti chi parla! “Vai via dalla mia vita, ma intanto mi godo la tua torta”?

Paperone, deglutii, non sapeva controbattere, era vero lui era stato il primo a trattarla male, illuderla che lui provasse un po’ di affetto.

 Rockerduck: Sei TU quello senza pietà! Non hai ancora capito quello che lei prova per te? Quello è un tipo di sentimento che non si cancella! È indelebile, incancellabile e inconsolabile! Più andrà avanti questa situazione più ne soffrirà! Sei tu che devi smetterla! Di illuderla e di farle credere che conti qualcosa per te!

 Paperone: Contare niente!? Lei, lei vale tantissimo per me! È la mia migliore amica al di fuori della mia famiglia, e io adesso voglio proteggerla da TE!

 Gli puntò violentemente il dito contro. Rockerduck si risistemò gli occhiali e parti al contrattacco.

 Rockerduck: Che ipocrita! È da te che si deve difendere! Sei tu che le hai spezzato il cuore! E per cosa? Per chi? Per un fantasma? Qualcosa che non c’è? Per i soldi?

 A Paperone iniziava a girare la testa: era come se tutti gli errori della sua vita gli piombassero addosso nello stesso momento.

 Paperone: no…io, non l’ho fatto per i soldi…

Rockerduck: Per cosa, allora? Per cosa? Nulla vale così tanto da giustificare il comportamento che hai tu adesso!

 Paperone: Ma tu che ne sai di me e del mio passato, eh?! Anche per te vale lo stesso discorso! Chi ti dà il diritto di giocare con la vita altrui!?

 I due paperi ansimavano, avevano urlato fino a quel momento. Si guardavano negli occhi, si odiavano profondamente, per diversi motivi, ma in quel momento sapevano che potevano tranquillamente picchiarsi a sangue senza provare rimorso.

 Rockerduck: è vero io non ho il permesso di nessuno! Ma io vivo come dico io e nessun’ altro! Niente mi ferma e niente mi fermerà, il futuro è mio! E tu? Il tuo passato ti stà fermando, non lo vedi?!

 Paperone: Non parlare così di Goldie! Non ne hai il diritto!

 Bingo. Paperone si mise una mano sulla bocca, aveva detto un nome di troppo. Maledetta la sua ira, maledetto il suo carattere.

 Rockerduck: Così, il tuo scheletro nell’armadio ha un nome?

 Paperone: Lei non è un scheletro!

 Rockerduck: Un’altra…sempre così…allora lascia che ti ponga una domanda…perché lei non è qui con te?

 Paperone rimase spiazzato, era una domanda semplice, ma che diceva tutto…le persone che tengono a te dovrebbero essere al tuo fianco, le persone che tu vuoi proteggere avranno sempre te su cui contare, perciò perché lui non era in Klondike? O anche perché Goldie non era a Paperopoli?

 Rockerduck: Ti lascio a riflettere su questo…

Il giovane papero si allontanò e andò verso l’enorme tavolata che era stata imbandita per l’occasione. Paperone rimase lì appoggiato al fianco del capanno, a rimangiarsi ogni parola detta negli ultimi 60/65 anni.

Santo cielo che fatica enorme per questo capitolo...Ringrazio Jeremy Brett senza la quale col cavolo che postavo il capitolo, grazie a quelli che mi seguono ma sono troppo timidi per recensire, sò che ci siete...inoltre ho degli annunci da fare...tra poco inizierà il mio anno di maturita spero di concludere questo progetto prima di allora, per ciò portate pazienza se i tempi diventeranno un po più lunghi e secondo stò facendo dei disegni riguardanti i paperi se qualcuno è interessato può trovarli qui: http://amely14128.deviantart.com/

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Capitolo 6
*** thanksgiving day parte 2 ***


Premesso a tutti che vi voglio bene e che la scuola non vi mangi vivi. XD.

 

 Tristemente, il papero si avviò alla tavolata con lo sguardo basso e l’umore sotto i tacchi, o forse le ghette? Come un automa, prese il posto che gli era stato affidato; era di fronte a Paperino, e gli altri due non erano ancora arrivati.
 Paperino: Ohi…Zio? Stai bene? Non ti ho mai visto così…così…

Paperone: Così depresso?

 Paperino si risistemò il colletto, parlare con lo zione lo metteva sempre in soggezione: con lui dovevi pesare ogni parola, altrimenti erano guai, guai seri…

Paperino: Dai, non sarà per colpa del tacchino?

 Paperone scosse apaticamente la testa.

 Paperino: è per Rockerduck?

 Paperone alzò la testa e sbruffò, e si rituffò nel tavolo tenendosi le mani sulla tuba e sbattendo leggermente la testa sul tavolo.

 Paperino: Ne vuoi parlare?

 Paperone alzò una mano dove si intravedeva un occhio: era di ghiaccio. Il nipote deglutii e si zittii. Quando lo zio lo guardava così doveva stare in silenzio, non importava la circostanza, non importava la situazione: se lui aveva quello sguardo tu zitto e mosca.

 Paperone: Scusa, ma tu…tu cosa vedi in Paperina?

 Paperino per poco non si strozzò. Di solito lo zio lo lasciava in pace a proposito dell’argomento, e per quanto lui stesso gli avesse parlato dell’amore e di “come funzionano le api e i fiori”, non avevano mai parlato delle reciproche storie d’amore.

 Paperino: ma tu intendi, che lei ti sta antipatica, oppure sei preoccupato per me?

 Paperone: se ti dicessi nessuna delle due?

 Paperino: ah! Tu intendi i miei sentimenti? Oh, bè…per Paperina, lei è una papera normale, ma per me…quando c’è lei tutto il male che ho intorno sparisce, sono sempre felice, è come se lei fosse un antidolorifico, ma lei è anche di più, lei mi fa tornare sorridente nei giorni bui, con lei la mia sfortuna non conta più nulla ... senti zio…lei mi completa!

 E con le mani Paperino fece un cerchio…Paperone lo trovava così ridicolo! Nessuno lo aveva mai completato. Anche quando era con Goldie non si sentiva completo; in realtà era come se gli avessero strappato qualcosa dal petto. No, quello era dopo. Doveva ricordare! Doveva ricordare cosa provava quando era con Goldie, quando lei lo accarezzava, quando lei lo baciava? Lui si sentiva felice? Sì. Lui si sentiva soddisfatto? Sì. Lui si sentiva completo? No. Goldie si era presa cura di lui, era vero, avevano vissuto assieme, era vero, ma non lo faceva sentire…finito.

 Paperino: devo dire che, lei a volte, abnega se stessa per me…

Paperone alzò la testa incuriosito.

 Paperone: Abnegare?

 Paperino: rinunciare al proprio bene per qualcosa a cui tieni più di te stesso.

 Qui: Il manuale dice: “Rinunziare spontaneamente e con sacrificio a un bene proprio per voto religioso, per un ideale, per carità, per senso del dovere: a. la propria volontà, i propri desideri, le proprie utilità”

Paperino: Grazie tesoro, ma sono discorsi da grandi, per favore stanne fuori.

 Paperone: no, no dimmi Qui qual è la definizione di amore?

 Qui svogliava freneticamente il pad. Sì, il Pad: ormai il manuale delle giovani marmotte si era aggiornato ai tempi. Ora comprendeva il dizionario completo d’inglese, alfabeto morse e istruzioni di sopravvivenza per tutte le occasioni. Comodo, no?

 Qui: Ah, Amore: “sentimento di affetto vivo, trasporto dell'animo verso una persona o una cosa”.

Qui batte più volte le dita sul pad, lo scosse, ma niente.

 Qui: Strano, tutto, qui? Tutti mi dicono che è una cosa super-iper-mega-complicata!

 In quel momento Paperone fu folgorato. Ma certo! Non c’era mai arrivato prima, eppure la risposta era così semplice. Lui quel sentimento lo provava solo per il denaro, non c’era più nessun problema, il dizionario era dalla sua parte! Tuttavia…

Paperone: gli manca una parte…è incompleta

 Qui: che intendi?

 Paperone: “per essere vero, deve essere corrisposto”.

Brigitta: Corrisposto, cosa?

 AH! Tutti quanti tirarono un urlo e iniziarono a sudare. Vicino a Paperone si erano sedute Brigitta e Paperina rispettivamente a destra e a sinistra. Scrooge se ne accorse solo ora: l’intera tavolata era stata predisposta così, un maschio e una femmina alternati, infatti tra Paperino e i nipoti era seduta Elvira, che non aveva sentito niente perché parlava con Ciccio, seduto nel posto accanto.

 Paperone: No, niente parlavamo dei, dei, dei…

Paperino: I colori del suo Kilt!!!

 Brigitta annuii vistosamente e prese a chiacchierare con nonna papera. Lo zione parlando solo con il becco senza emettere suono, ringraziò il nipote: “Grazie, mi hai salvato”. Il nipote gli rispose alla stessa maniera: “allora mi cancelli un paio di debiti?”. Paperone alzò un sopracciglio. Il nipote alzò le spalle e iniziò a parlare con Paperina. Paperone in quel momento decise che doveva parlare con Brigitta … normalmente, cosa che non aveva mai fatto, e, per una volta, conoscere quella papera che aveva deciso di abnegare se stessa per lui.

 Paperone: Ehi, la pancia, come và?

 Brigitta: Oh, bene grazie? Tu?

 Paperone iniziava a sudare, e il becco gli si impastava di nuovo…queste sensazioni gli ricordavano qualcosa, ma preferiva non crederci in quel momento.

 Paperone: S-sto bene…

Brigitta credette per un attimo che Paperone avesse balbettato, ma non ci fece caso e andarono avanti a parlare per tutta la durata del pranzo, del più del meno, di cose banali e normali, ma fu questo che colpì Brigitta: lui voleva conoscerla davvero… le si scaldò il cuore: in quel momento, per la prima volta, ebbe dei dubbi sulla sua scelta; il suo sentimento non si era spento, però sapeva che senza una svolta quella situazione tra loro non sarebbe mai cambiata, ma sembrava che qualcosa avesse scosso Paperone quel pomeriggio…a sua insaputa era così, e il suo “aiutante” era seduto a pochi metri da lei, con un paio di grossi occhiali e un maggiordomo vicino.

 Alla fine di quel favoloso pranzo, che prevedeva una portata di zuppa di zucca, una coscia di tacchino in insalate varie, assaggi di pannocchie e la classica torta di mele, che per l’occasione aveva tre piani in più del solito, il sindaco si alzò e battè leggermente sul bicchiere. Uno dei suoi aiutanti gli portò il microfono. Iniziava il discorso finale.

 Sindaco: Molto bene signori miei, questo ringraziamento è stato meraviglioso. Abbiamo avuto la dimostrazione che l’amore e l’amicizia avranno sempre spazio e sempre seguito dove ci sono persone buone, ma manca una cosa importante, il discorso finale del nostro cittadino più importante, Paperon De’ Paperoni.

 Tutta la tavolata applaudì.

 Sindaco: E il concerto finale di congedo, perciò vi invito tutti a raggiungere il palco e aiutare a smontare i tavoli.

 Tutti radunati attorno al palco, per la seconda e ultima volta, attendevano con fervore l’arrivo di Paperone, mentre lui si stava preparando dietro al palco. Aprì la valigetta che si era portato dietro: finalmente dopo anni, poteva suonare la sua cornamusa in pubblico. La sua cara cornamusa era molto trasandata, ma il suono che emanava sapeva di casa, sapeva davvero di Scozia. Il papero salì sul palco con la cornamusa in braccio, il sindaco lasciò il microfono al vecchio, che si schiarì la gola e iniziò il suo discorso.

 Paperone: Cari concittadini oggi mi è stato chiesto di cantare la nostra terra natale, la Scozia. Ma non voglio parlarvi delle sue colline o delle sue lande, vorrei parlarvi della gente che ci abita. Dovete sapere che gli Scozzesi sono persone testarde, che sanno quello che vogliono e sanno quello che fanno, hanno coraggio nelle loro scelte e le seguono fino alla fine. Sono caparbi e superbi, ma lo sono perché sono fieri di essere se stessi, perciò io vi dico, se qualcuno vi chiede se venite dalla Scozia, dite sì! Perché io vedo davanti a me persone degne di essere chiamate scozzesi!

 In quel momento il papero iniziò a suonare la cornamusa, la canzone che suonava era “Flower of Scotland”. In quel momento Brigitta iniziò a sussurrare, a cantare flebilmente per non disturbare…cantava quell’antica canzone tramandata da suo padre.

 Originale:

« O Flower of Scotland,
 When will we see
 Your like again
 That fought and died for
 Your wee bit hill and glen.
 And stood against him,
 Proud Edward's army,
 And sent him homeward
 To think again.
 The hills are bare now,
 And autumn leaves
 Lie thick and still
 O'er land that is lost now,
 Which those so dearly held
 That stood against him,
 Proud Edward's army
 And sent him homeward
 To think again.
 Those days are past now
 And in the past
 They must remain
 But we can still rise now
 And be the nation again!
 That stood against him
 Proud Edward's army
 And sent him homeward
 To think again.
 O Flower of Scotland,
 When will we see
 Your like again
 That fought and died for
 Your wee bit hill and glen.
 And stood against him,
 Proud Edward's army,
 And sent him homeward
 To think again. »

Traduzione:

« O fiore di Scozia
 quando rivedremo
 ancora le tue sembianze
 che lottarono e morirono
 per le tue colline e i tuoi campi
 e si alzarono contro
 l'esercito del fiero Edoardo
 rimandandolo a casa
 a ripensare ai suoi errori.
 Ora le colline sono spoglie
 e le foglie d'autunno giacciono secche e immobili
 sulla terra ora perduta
 così cara a coloro che la difesero
 e si alzarono contro
 l'esercito del fiero Edoardo
 rimandandolo a casa
 a ripensare ai suoi errori.
 Quei giorni sono passati
 e nel passato devono restare
 ma possiamo ancora alzarci ora
 ed essere di nuovo la nazione
 che si alzò contro
 l'esercito del fiero Edoardo
 rimandandolo a casa
 a ripensare ai suoi errori.
 O fiore di Scozia
 quando rivedremo
 ancora le tue sembianze
 che lottarono e morirono
 per le tue colline e i tuoi campi
 e si alzarono contro
 l'esercito del fiero Edoardo
 rimandandolo a casa
 a ripensare ai suoi errori.>>

 Tutti scrosciarono in un fragoroso applauso. Ogni persona o piangeva o applaudiva fino a farsi male alle mani. Le persone lo avevano sentito, l’assopito amor di patria, l’addormentato attaccamento alle radici. Paperone fece un gran sorriso: forse era lontano dalla sua terra, ma non era lontano dalla sua gente. Ma un papero, non batteva le mani, stava a guardare nell’ombra e meditava, meditava vendetta, perché lui aveva il cuore di pietra!

 Da dietro la cascina adibita a magazzino, c’era un papero, il suo nome era Cuoredipierta Famedoro; guardava con astio il papero sul palco, a cui dava tutta la colpa della sua permanenza in prigione. In prigione però si era fatto degli amici, persone che odiavano Paperone, una banda di ladri conosciuta come i Bassotti. Conoscere la reclusione gli aveva fatto aprire gli occhi, le sbarre della sua vita non erano quelle di ferro, ma quelle di Paperone: lui aveva rovinato tutto! Era uscito di recente, e già mediava la sua vendetta. Odiava più di tutti e sopra qualsiasi altra cosa quel vecchio papero. Lo aveva umiliato in tutti i modi possibili, ma l’avrebbe pagata, oh sì, l’avrebbe pagata parola di Flinht! Gli avrebbe tolto tutto i suoi soldi, la sua casa, i suoi amici, la sua famiglia e la sua vita. Si sarebbe preso tutto.

 Nonno Grazia : Allora capo? Quando agiamo?

 Flinht: Porta pazienza, questa è una vendetta ricordi? Voglio massacrarlo!

 Grazia: Ne è sicuro signore? Intendo dire, di farlo fuori?

 Flinht: Che ti è successo Grazia la prigione ti ha ammorbidito? Non avrai paura di usare la pistola vero?

 Grazia: è solo che noi rubiamo, non siamo sicari.

 Flinht: Vorrei uccidere io stesso Paperone, ma non voglio intoppi, non posso essere indagato se voglio mettere le mani sui suoi soldi. Deve sembrare che l’avete fatto voi.

 Picobass: Bene Boss, allora quando agiremo?

 Flinht: Presto molto presto! Voglio l’occasione giusta, voglio che sia eclatante.

 Burgerbass: Durante una cena magari?

 Uno dei suoi fratelli gli diede uno scapellotto.

 Flinht: Sì, più o meno…sarà durante una festa al Club dei Miliardari, lui ci sarà di sicuro.

 Picobass: E come mai?

 Flinht: Perché gli anni si compiono una sola volta all’anno!

 Nonno Grazia: Come? La sua festa di compleanno? Boss, non mi sembra il caso…

Flinht: Sì, il Club organizzerà il Ballo delle Nevi. Che si terrà proprio il giorno del suo compleanno, e io lo aspetterò al varco. Voi agirete quella sera!

 Nonno Grazia: E cosa dovremmo far finta di rubare quella sera?

 Flinht: Un vestito! Un vestito molto speciale…ah,ah,ah!!!

 Ormai la festa era finita e ognuno tornava a casa per proprio conto o in famiglia oppure in dolce compagnia. La cara Brigitta però era ancora occupata a caricare sul furgone della pasticceria tutti gli utensili e tutte le teglie usate per le torte. Paperone la guardava da lontano, ancora seduto sulla panca. Più la guardava e più iniziava a pensare che fosse instancabile, non si era mai fermata dall’inizio della giornata, gli assomigliava in fondo, anche lui lavorava sempre così…

Rockerduck: Dovresti chiederle di uscire.

 Paperone sobbalzò: da quando il pivello è diventato un ninja?

 Paperone: Sono stanco non ho voglia di litigare.

 Rockerduck: Neanche io, il mio era solo un consiglio…

Paperone si mise una mano sotto il mento e il gomito sul tavolo. L’idea gli era anche venuta in mente, ma che fare? Dopotutto non corteggiava una donna da almeno 30 anni…

Rockerduck: Sai a volte l’amore non arriva sempre per primo. Intendo dire: a volte conosci una persona da anni e poi all’improvviso ... puf.

 Paperone: Non stai parlando di te, vero?

 Rockerduck: No! Non sto parlando di me! Non sono innamorato di nessuno…piuttosto diciamo che per ora rincorro la bellezza.

 Paperone: Uhm, avrei detto un paio di gambe …

Rockerduck: uh, uh, uh anche quello.

 Paperone fece una smorfia di disgusto: ma che diavolo! Un po di rispetto per il genere femminile?!!

 Paperone: Anche se la invitassi? Cosa cambierebbe secondo te?

 Rockerduck: Se non vai avanti nel gioco, niente cambia. Sei in uno stallo adesso Paperone: rimanere da solo coi tuoi soldi oppure condividerli?

 Il papero inquadrò davanti agli occhi di Paperone la signorina Brigitta. Paperone in quel momento provò un enorme moto di solitudine e si chiedeva se anche lei lo provava.

 Paperone: Condividerli?

 Rockerduck: Non credo che Brigitta sia interessata ai tuoi soldi, ma se non vuoi “condividerli” puoi sempre fare un contratto prematrimoniale.

 Paperone divenne rosso, non pensava certo al matrimonio, non era un esagerazione? In fondo, a quell’età poteva ancora sposarsi?

 Rockerduck: Hai caldo? Sei tutto rosso e sudi! Ah, ah, ah!!Mi sa che ti stai prendendo una cotta vecchio mio.

 Il giovane papero si alzò e chiamò a sé il suo maggiordomo e si avviò anche lui verso casa. Si vedeva che era stanco, ma non sembrava la solita stanchezza fisica: era qualcosa di diverso, era come se si sentisse vuoto. Anche Paperone si alzò, e andò alla fattoria di nonna Papera per recuperare la sua macchina. Era già arrivato a metà strada quando si sentì chiamare.

 Brigitta: Paperone! Paperone, fermati per favore, hai dimenticato la cornamusa!!

 Il papero si girò: la poveretta era tutta trafelata e piegata in due dalla corsa, al petto stringeva la borsa in cui conservava la sua amata cornamusa ... come aveva fatto a dimenticarla? Aveva proprio la testa da un’altra parte.

 Paperone: Grazie, sei davvero gentile, ma ti sei fatta la strada tutta di corsa?

 Brigitta era ancora senza fiato, ma aveva comunque annuito. Piano piano il fiato riprendeva normalmente, e adesso era in grado di stare dritta.

 Brigitta: Sì, anf, eccoti la tua cornamusa…

Paperone: Grazie, ehm, ecco sai…io…io volevo…

Brigitta: Ringraziarmi? Ehi, non preoccuparti lo hai già fatto…

Paperone: no, no…io volevo invitarti…

Brigitta: A…a…dove?

 No, non era possibile, mica sarà un appuntamento? Erano anni che aspettava un invito volontario del miliardario, ma non era mai successo. Ora, proprio ora che aveva perso le speranze, che si era arresa all’ evidenza … l’evidenza cambiava? Lui era cambiato, lo vedeva…che fosse andato da uno psicologo?
 Il papero tirò un lungo respiro, come se la corsa l’avesse fatta lui, e disse tutto d’un fiato…

Paperone: Verresticonmealmiocompleanno?

 Brigitta era imbarazzatissima! Era sicura che lui avesse detto qualcosa di importante, ma non era riuscita nemmeno a sentirlo.

 Brigitta: Ti prego, puoi ripetere?

 Paperone iniziava davvero ad avere problemi di nervi, tremava e aveva per l’ennesima volta il becco impastato. Non sapeva se il suo orgoglio gli avrebbe permesso di ripetere quella frase. Si sentiva come se dovesse vomitare.

 Paperone: Io ti ho chiesto se ti andava di venire con me al mio compleanno…

Il cuore di Brigitta fece una capriola: non solo un appuntamento, ma anche il giorno del compleanno del suo amato! Voleva trascorrere il suo compleanno con lei, con lei Brigitta “senza speranza”! La gioia era incontenibile. La papera saltò addosso a Paperone facendo fare a entrambi un paio di giri su se stessi.

 Brigitta: Sì, oh sì Scrooge! Verrò! Certo che verrò! Allora ci vediamo il 15 dicembre?

 Paperone sgranò gli occhi: ricordava a memoria il giorno del suo compleanno? A mala pena la sua famiglia si ricordava quand’era il suo compleanno, lei invece lo aveva detto come se fosse la sua data di nascita. Paperone iniziava veramente a essere felice. Quella papera era sinceramente attaccata a lui, meritava una chance.

 Paperone: Sì, alle 21,00 al Club dei Miliardari, c’è un evento speciale e vorrei che tu fossi la mia accompagnatrice.

 La papera, fece un saltino lo strinse ancora di più a sé, Paperone pensò alla vecchia abitudine di Brigitta di chiamarlo Paperonuccio…non lo aveva ancora detto da quando era partita. La papera sciolse l’abbraccio e si allontanò. All’improvviso però tornò indietro e posò un bacio sulla guancia del miliardario. Dopo di che corse via saltellando.

 Oh, lo aveva fatto, sì, lo aveva fatto, aveva dato un bacio a Paperone! Di solito non riusciva mai a beccarlo con la guardia scoperta e non aveva mai potuto mostrargli fisicamente il suo attaccamento e il suo affetto. Era stato bellissimo! Ma ora che ci rifletteva, forse era stata invadente ... bè lei lo era, ma questa volta sentiva come se non avesse avuto il permesso di farlo. Tuttavia, non riusciva a pensare a quell'aspetto della vicenda, perché era felice dai piedi fino alla punta dei capelli.

 Paperone, però, era ancora fermo lì, impalato come uno stoccafisso. Una mano andò sulla guancia un po’ umida e calda. Oh quanto, quanto era passato, da quando qualcuno lo aveva baciato così? La mano continuava a strofinare il punto incriminato, era come se non fosse vero … Paperone scosse la testa: iniziava a provare qualcosa per quella papera, doveva ammetterlo, ma era più come se fosse una di quelle cotte adolescenziali, sai quando ti senti bene, ma sei sicuro che sia una cosa passeggera? Ti dà quella sensazione di speranza per il futuro, leggermente ingenua. Paperone si sentiva così, come se fosse stato ripulito, si sentiva così candido e, per la prima volta in tanti anni, non sentiva più quell’opprimente solitudine, quella sensazione di dover combattere da solo, finalmente aveva un’altra persona per cui valeva la pena di rimanere.

Ohilà!!Settembre è iniziato! E come iniziano i guai per Paperone iniziano anche per noi con la scuola! La mia storia procede molto bene grazie all'aiuto di J.B. che adesso ha cambiato idenità! E posso assicurare che verrà di sicuro portata a termine! Un paio di apunti su capitolo, Cuoredipietra Famedoro è stato introdotto come antagonista ufficiale della storia, io l'ho conosciuto in Ducktales e successivamente riaprezzato in Ducktales remastered (pc) perciò l' immagine che ho di lui  quella. Per quanto riguarda la data del compleanno di Paperone è la data della sua prima apparizione. Vi auguro tanta fortuna "Fortuna Favet Fortibus" Saluti da Amelia!
Betatareader: FallenAngelsGoToHell

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