domani è un altro film

di taty_dearjack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


'Hey mamma!'
'Crissy, tesoro! Come ti trovi a Roma?'
' Oh mamma, qui è fantastico. Non potresti mai immaginare come è bella questa casa, il panorama. Qui è tutto più bello, sembra di essere in una favola. Con queste ragazze è ancora tutto più bello, meno male che non sono sola, sennò in questa casa così grande chissà che noia sarebbe stare tutto il tempo da sola. Il babbo che dice?'
'Che dice, è contento che ti trovi bene lì. Ora esco a fare un po' di spesa. Mi chiami dopo?'
'Credo di sì, ma non ti prometto niente. Lo sai come sono fatta, c'è caso che sta' sera me ne sia già dimentica. Un bacione, ciao ciao.'
Riattaccai il telefono e inizia a sfare le valige, il viaggio era stato lungo e stancante, ma ora ero nella città in cui volevo sempre andare dopo aver compiuto 18 anni e ora ne avevo 20 da una ventina di giorni. La giornata sembrava iniziata nel migliore dei modi. 
'Cris!!!'
'Iris che succede, dimmi?'
'Hai visto cosa c'è fuori?'
'No, fammi vedere.'
Aprii la porta e proprio lì, a guardami c'era un bellissimo gattino rosso che muoveva la coda da destra a sinistra e miagolava, chissà, forse aveva fame. Allora lo feci entrare e li diedi un pezzo del panino al tonno che mi era avanzato durante il viaggio. Mentre lui mangiava io finivo di sistemarmi i vestiti nell'armadio a muro che era davanti al letto matrimoniale in camera mia. Quando finii mi andai a sedere nel divano in salotto a guardare il gattino che girava contento per casa. Non ci pensai due volte e decisi che quella da lì in avanti sarebbe stata casa sua, però dovevo trovarli un nome. L'avrei chiesto alla Mary appena fosse rincasata, lei nel trovare i nomi era formidabile! Ad un tratto mi accorsi di avere una fame da lupi e mi precipitai in cucina per prepararmi qualcosa, ma in frigorifero non c'era rimasto che un cesto d'insalata.
'Iris!!!'
'Sì dimmi'
'Il frigo è vuoto, vado a comprare qualcosa al supermercato qui vicino, ti va di venire?'
'No grazie, preferisco restare qui a guardare la televisione.'
'Va bene, fai come ti pare. Quasi dimenticavo, il gattino rosso che era fuori dalla porta lo teniamo, per il nome ci pensa la Mary dopo.'
'Per me non ci sono problemi vai pure, mi abituerò ad avere un micetto che corre per casa. Quando hai intenzione di tornare?'
'Non so, tra 30 minuti circa, forse anche 40. Ci si vede dopo.'
'A dopo.'
Presi le chiavi della mia adorata 500 color tortora che si trovavano sul tavolino all'ingresso di casa e uscì.
'Credo che farò un salto dal benzinaio prima di andare a fare la spesa, non ho nessuna voglia di restare a piedi.'

...
Dopo aver fatto il pieno e parcheggiato la macchina scesi per entrare. 
...
Mentre giravo per il supermercato vidi in lontanana un ragazzo castano che mi fissava. Si stava avvicinando e man mano che si avvicinava mi sembrava di aver già visto quel viso. Ma certo! Era Matteo. Che stupida! Non avevo riconosciuto il mio cugino. Capisco che erano passati due o tre anni da l'ultima volta che l'avevo visto, ma avrei dovuto riconoscerlo, era pur sempre il mio cugino. Era cambiato tantissimo. Era diventato alto, gli si erano scuriti i capelli, non portava più gli occhiali e sembrava più serio. Facemmo due chiacchere mentre facevo la spesa e mi disse che ormai Roma per lui non aveva più segreti, abitava lì da tre anni circa disse. Gli dissi che ero arrivata quello stesso giorno e che abitavo con delle mie amiche, allora lui mi disse che abitava a una decina di chilometri da casa mia. Gli chiesi se voleva un passaggio ma mi disse che doveva aspettare un amico. Allora lo salutai e mi misi in cammino per tornare alla macchina. Durante il tragitto dal supermercato a casa pensai a quanto era cambiato il mio cugino in questi tre anni. Mi tornarono in mente alcuni ricordi di noi da bambini che giocavamo a casa della nonna, delle nostre litigate per decidere chi doveva prendere la sedia più alta o i patti che facevamo per decidere chi doveva scegliere il cartone da guardare nel pomeriggio dopo aver fatto merenda.
Appena tornai a casa raccontai tutto quanto ad Iris. Mentre parlavamo e accarezzavamo il gattino ancora senza nome bussarono alla porta. Iris si alzò ed andò ad aprire. Era la Denisa con la Mary.
'Mary Mary! Che nome gli diamo a questo gattino?'
'Chiamalo Micio!'
'Ma stai scherzando!'
Urlò Denisa.
'No no, sono serissima. E' un nome originale!'
'Allora tu sarai Micio d'ora in poi.' Disse Iris.
Micio ci guardò tutte e quattro, poi, con la leggerezza di una piuma saltò sul divano accanto alla finestra e si arrotolò tutto.
...
'Ragazze sono le 22:15 e non abbiamo mangiato.'
'Sinceramante io non ho fame Iris. Però mi sto annoiando a morte.'
'Io ho voglia di camminare.'
'Questo non è da te Mary.'
Disse Denisa.
'Lo so, infatti mi stupisco di me stessa. Che ne dite di andare a prendere un gelato e di fare una camminatina?'
'Per me va benissimo, per voi?'
'Per me non ci sono problemi, per te Iris?'
'Anche per me va bene. Almeno posso mangiare qualcosa, no?'
'Certo, almeno stai anche un po' zitta. Ma a quest'ora saranno aperti?'
'Credo di sì Mary. Roma è una città non è mica un paesino come quello in cui si stava fino a ieri.'
Gli disse Denisa.
'Allora andiamo. Che aspettiamo?'
Uscimmo e ci mettemmo alla disperata ricerca di una gelateria.
Alla fine ne trovammo una con un'insegna così luminosa che quasi accecava. Ordinammo i gelati e ci sedemmo in delle panchine vicino ad una fontana.
'Chi sono quelli?' Chiese Mary.
'Bo, che pretendi che sappia i nomi di cinque ragazzi che non ho mai visto prima d'ora?'
'Magari lei ci sperava, lei.'
Disse Denisa.
'Andiamo a farci due chiacchere?'
'Certo Mary. Io secondo te mi alzo e vado a chiacchierare tranquillamente con degli sconosciuti del più e del meno? Te lo sogni!'
Le risposi.
...
'Io sono stanca morta. Se torniamo a casa?' Implorò Denisa.
'Sì dai. Sono le 23 in punto. Andiamo.' Rispose Iris.
'Magari la Mary vuole restare a sedere a fantasticare su quei ragazzi.' Risposi io un po' ironica.
'No andiamo. Sennò vi addormentate qui.'
Il ritorno a casa sembrò più lungo di prima, ad un tratto pensai che le mie gambe non ce l'avrebbero fatta.
'Ragazze ragazze!' Disse Iris a bassa voce 'Guardate chi abbiamo dietro.'
'Ma sono quelli di prima, che cosa vogliono?'
'Non lo so, ma io avrei tanta voglia di fermarmi e chiedergli se vogliono entrare in casa, tanto siamo quasi arrivate.' 
'No Mary, io in casa mia non ce li faccio entrare degli sconosciuti.
' Le risposi.
'Ma quando gli avremmo conosciuti non lo saranno più. Su, non fare la cattiva.'
'Se vuoi farli entrare li fai stare in garage, e te resti  lì con loro. In casa mia non ci mettono piede. Capito?'

Mi stavo innervosendo, loro erano sempre più vicini e la Mary diventava sempre più stressante. 
...
Quando entrammo in casa gettò finalmente la spugna e se ne andò in camera come se le avessi ammazzato qualcuno.
'Lasciala perdere' Mi disse Denisa 'domani sarà tutto normale.'
'Lo so, la conosco abbastanza bene per sapere come reagisce a queste cose.'
'Io vado a dormire, ci si vede domani mattina.'
'Buona notte Deny. A domani. Te ora che fai.'
Chiesi riferendomi a Iris.
'Credo che resterò qui a guardare questo film.' Mi rispose leggendo la trama del film.
'Io vado su di sopra, ci si vede domani mattina. Buona visione.' Le dissi in modo giocoso.
'Grazie. Buona notte.'
...
Appena finii di cambiarmi lasciai un messaggio a mia madre dicendola che l'avrei chiamata il pomeriggio dopo.
Guardai fuori dalla finestra che si affacciava sulla strada e vidi che quei ragazzi si erano seduti sul muretto difronte e chi fissavano la mia finestra, forse perché era l'unica con la luce accesa. Chiusi la tenda, alzai la coperta e mi misi a leggere il libro che mi aveva regalato Matteo, mi aveva detto che era per il mio compleanno e che non aveva avuto l'occasione di venire da me per festeggiare nel pub del paese.
Quando spensi la luce pensai a quei ragazzi e mi chiesi se erano ancora lì a sedere o se erano andati via, poi chiusi gli occhi e cercai di addormentarmi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La mattina seguente mi svegliai con i raggi del sole che passavano attraverso le fessure della finestra. Ormai l'estate era arrivata, lo si poteva capire dall'aria, che era molto più calda e afosa, ma anche dalle persone che erano più solari, più allegre. Mi alzai e scesi di sotto per fare colazione.
<< Buongiorno ragazze. >>
<< Buongiorno Crissy. >> Mi risposero in coro le ragazze.
<< Ma dove è la Mary? >> Chiesi piuttosto incuriosita.
<< E' voluta uscire prima che tu ti svegliassi. >> Mi rispose Iris.
<< Scommetto che è ancora arrabbiata per il fatto di ieri sera. Sincermente spero proprio di no. Le voglio bene e non voglio litigarci per colpa di cinque ragazzi che nemmeno conosciamo. >>  Ero abbastanza triste per quello che era successo la sera precedente. << Forse era meglio se ieri li facevo entrare, almeno lei ora sarebbe qui con noi a fare la nostra prima colazione a Roma, nella nostra casa, nella nostra nuova città e nella nostra nuova vita. >>
<< Non farne un dramma. >> Mi rispose Denisa mentre si prendeva un'altra fetta biscottata. << Dopotutto è una tua amica, si risolverà tutto quanto, stai tranquilla e siediti. >> Mi fece il gesto con la mano di mettermi a sedere nella sedia vicino alla sua. Accettai volentieri e mi misi a sedere.
Poco dopo suonarono alla porta.
<< Vado io? >> Domandò Iris.
<< Se non ti dispiace. >>  Le risposi sorridendole.
<< Chissà chi è? >> 
<< Secondo me è il postino Deny, quanto ci scommetti? >>  Le risposi ironica.
<< Ma ne sei sicura? A quest'ora? >> Sembrava turbata e nel volto aveva un'espressione indecifrabile. Giusto in quel momento la porta si chiuse e apparve la Iris con la Mary, che portava in mano due scatole. Mi diede il buongiorno come se non fosse accaduto niente la sera precedente. Sembrava un'altra persona.
<< Che cos'hai in mano? >> Chiese puntualmente Denisa.
<< Un regalino per voi due. Alla Iris le ho già dato il suo e questi sono i vostri. >> Disse con un sorriso che le illuminava il volto.
<< Grazie Mary, non dovevi! >> Dissi allegramente. Non per il fatto che mi avesse fatto un regalo, certo, quello mi faceva piacere, ma sopratutto ero contenta che non fosse arrabbiata. Chissà, forse nella notte aveva dimenticato quello che era accaduto, magari.
<< Certo che dovevo invece, siete le mie migliori amiche è il minimo che io possa fare per voi. >> 
Scartai il regalo e vidi una scatola di Swarovski e sopra un bigliettino dove c'era scritto: 'A voi che mi state accanto in ogni momento. A voi che mi fate vivere un sogno. A voi che mi accompagnate in questa avventura. A voi, che non dimenticherò mai.'  Appena finii di leggere il biglietto aprii la scatola e trovai una collana con le nostre iniziali che si univano e formavano un'infinito. 
<< Mary grazie! >> Dissi quasi singhiozzando.
<< Gira la collana, guarda cosa c'è dietro. >> Mi disse lei con un sorriso ancora più bello.
Dietro c'era la frase che era scritta sul bigliettino.
<< Lo sai che cosa ha pensato Crissy quando ha visto che non eri qui a fare colazione con noi? Non puoi neanche immaginartelo!! >> Disse Iris che scoppiò in una risata.
<< Ha pensato che eri arrabbiata con lei per il fatto di ieri sera e che non la volevi più vedere! >> Finì Denisa.
<< Ma secondo te io me la prendo perché non hai fatto entrare in casa cinque ragazzi? >> Mi fece Mary.
Le risposi con un sorriso.
...
<< Rgazze vado a comprare una medaglietta a Micio, volete venire con me? >> Chiesi alle ragazze.
<< No grazie! >> Mi risposero in coro tutte e tre.
<< Ora che ci penso, ma è maschio o è femmina? >> Mi chiese Denisa.
<< Maschio! Ora vado, sennò trovo chiuso. Ci si vede tra poco. >> Le risposi allegramente e partii.
...
Mentre stavo guardando le medagliette per il gattino qualcuno mi rivolse la parola e mi fece sobbalzare dalla paura.
<< Scusami, non volevo. Sono il padrone del negozio, hai bisogno di qualcosa? >>
<< Sì grazie, stavo guardando delle medagliette per il mio gattino rosso, ma sono indecisa su quale prendere. Potresti consigliarmi? >> 
<< Certo. Ho questo modello che è molto, come dire, "simpatico". E' a pelo lungo o corto? >>  Mi chiese.
<< Lungo. >>
<< Dev'essere un bel gattino, me lo immagino. I gatti rossi non si trovano facilmente, figuriamoci poi se si trovano a pelo lungo. >> Ad un tratto si fermò con la medaglietta in mano che ciondolava da un piccolo collare e mi chiese:<< Sei per caso di qui? >>
<< No, mi sono trasferita ieri con delle mie amiche, non sono ancora tanto esperta del posto, perché? >>
<< Perché mi ricordi un volto famigliare, che ho visto di recente. Sei proprio sicura di non essere qui da più tempo? >>
<< Certo. >> Ero stranita dal suo comportamento, prima era tutto concentrato sul suo lavoro e poco dopo non gliene interessa più niente. << L'unico posto in cui avresti potuto vedermi è stato o al supermercato qui vicino o ieri sera alla gelateria vicino alla fontana. >>
<< Ora ricordo! Alla gelateria, ero con altri miei amici, e te eri con altre tre ragazze se non sbaglio, vero? >>
<< Allora eravate voi che ci siete venuti dietro e che poi vi siete fermati sotto casa nostra! >>
<< Sì, scusaci tanto, ma... >> Proprio in quel momento gli cascò la medaglietta, non so se lo fece apposta o per caso, ma ci chinammo entrambi per raccoglierla e quando nostre mani si sfiorarono ci guardammo negli occhi e m'iniziarono a tremare le gambe. Era una sensazione strana, che non m'era mai capitata prima.
<< Comunque questa è perfetta. >> Dissi riferendomi alla medaglietta. Lui mi guardò un po' stralunato poi rispose.
<< Perfetto, ti serve qualche altra cosa? >>
<< Potresti farmi vedere qualche collare per favore? >>
<< Certo, vieni da questa parte. >> Mi indicò con la mano dove dovevo dirigermi. << A proposito, mi chiamo Alessandro. >>
<< Piacere, Crissy. >> Mi strinse la mano e mi mostrò i vari collari.
<< Mi hai detto che ti sei trasferita qui da poco, vero? >>
<< Sì, proprio ieri. Non sono tanto esperta del posto ancora, anzi... >> Preferii non finire la frase. Mi voltai a guardare fuori e vidi passare alcuni turisti vestiti da spiaggia. << C'è il mare qui, vero? >> << Certo! Non è molto distante da qui, ci si può arrivare benissimo a piedi. Ci vuole circa una decina di minuti. Io ci vado spesso. Ti consiglierei di farci un salto qualche volta. >> << E' in quella direzione? >> Indicai con il dito nella direzione in cui stavano andando i turisti. << Sì, oggi sarebbe la giornata perfetta per andarci. Se ci dovresti andare ti consiglio di essere sempre in compagnia, perché da soli non è il massimo. >> << Me lo immagino. >> ... << E' tutto? >> Mi chiese quando fummo tornati alla cassa. << Sì grazie. >> << Bene, allora buona giornata. >> << Grazie anche a te. >> Uscii dal negozio e vidi un cartello con scritto 'Oggi chiuso per mare.'
Sapevo già cosa fare nel pomeriggio con le ragazze. Chissà come avrebbe reagito la Mary alla notizia che il pomeriggio l'avremmo trascorso in spiaggia con i cinque ragazzi che lei avrebbe voluto conoscere la sera prima...

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Alessandro's pov
<< Ti chiamo dopo, ora sto parcheggiando. Sì vado a mettere il cartello. Sì, il cartello con scritto che oggi sono chiuso. Sì sì. Sarò a casa tra pochi minuti, massimo quindici. A tra poco. Ciao. >> 
<< Dove ho messo le chiavi adesso? Ah, eccole! >> pensai tra me e me mentre chiudevo la macchina.
Non accessi neanche le luci e cercai un foglio. << Trovato, bene. E ora cerchiamo una penna. >> pensai. Mi voltai e vidi una ragazza che vagava per il negozio come se avesse perso qualcosa. Non era molto alta, forse sarà stata un metro e settanta centimetri circa. Aveva i capelli castani e riccioli che le scendevano sulle spalle e che le arrivavano quasi a metà schiena. Aveva un delizioso vestitino azzurro, molto estivo che le slanciava la figura. Sulla spalla sinistra aveva una borsa che si intonava molto bene al vestito e aveva dei sandali marrone chiaro. Mentre la guardavo mi ricordai del motivo per cui ero venuto in negozio. Dovevo tornare a casa, ma mica potevo cacciarla dal negozio. Non sarei stato di certo carino. Mi avvicinai e cercai di dirle qualcosa, ma lei si girò di scatto, di sicuro era immersa nei suoi pensieri da disturbatrice e non si aspettava di trovarmi dietro di lei.
<< Scusami, non volevo. Sono il padrone del negozio, hai bisogno di qualcosa? >> le avevo parlato in modo parecchio veloce e mi ero mangiato le parole. Credo che lei non capì subito, infatti mi guardò un po' stralunata. Poi si decise a rispondere.
<< Sì grazie, stavo guardando delle medagliette per il mio gattino rosso, ma sono indecisa su quale prendere. Potresti consigliarmi? >> parlava con scioltezza, ma nonostante questo era arrossita e sembrava un tantino imbarazzata.
<< Certo. Ho questo modello che è molto, come dire, "simpatico". >> ma che cavolo di risposta le avevo dato? Ma che vuol dire modello simpatico? Non ti dice mica le barzellette del giorno. Mi stava guardando come se non avessi finito quello che dovevo dire, eppure quello che dovevo dirle l'avevo detto, ma sembrava che lei volesse sapere qualche altra cosa. << E' a pelo lungo o corto? >> ma che domanda stupida che le avevo fatto, che cosa me ne poteva importare di come aveva il pelo il suo gatto, lei era qui per la medaglietta, mica perché volesse che le lavassi il gatto.
<< Lungo. >> bene, adesso che cosa le rispondevo. Per un attimo mi persi nei suoi occhi. Erano verdi, con qualche sfumatura di grigio. Lei mi stava “esaminando” da quando le avevo rivolto parola. Sinceramente non era niente male.
<< Dev'essere un bel gattino, me lo immagino. I gatti rossi non si trovano facilmente, figuriamoci poi se si trovano a pelo lungo. >> mentre le parlavo mi fermai di colpo e le diedi un'altra occhiata. L'avevo già vista, c’avrei scommesso, le cose erano due, o avevo visto lei, o lei aveva una sorella gemella che abitava qui a Roma. Mi accorsi che mi stava fissando con gli occhi di chi si aspetta chissà cosa. Sentii la medaglietta che ciondolava dal collare sbattere delicatamente sulla mia mano.
<< Sei per caso di qui? >> aspettai che mi rispondesse. Sembrava che stesse passando un secolo, invece passarono alcuni secondi e mi rispose un po' dubbiosa.
<< No, mi sono trasferita ieri con delle mie amiche, non sono ancora tanto esperta del posto, perché? >> 
<< Perché mi ricordi un volto famigliare, che ho visto di recente.
>> che strano però, ero sicurissimo di averla vista, ma non riuscivo a ricordami dove. << Sei proprio sicura di non essere qui da più tempo? >> sembrava perplessa dal modo in cui mi guardava.
<< Certo. >> restò in silenzio per qualche minuto, poi continuò. << L'unico posto in cui avresti potuto vedermi è stato o al supermercato qui vicino o ieri sera alla gelateria vicino alla fontana. >>
<< Ora ricordo! >> la guardai meglio, sembrava strano, non poteva essere lei, sembrava così diversa dalla sera precedente. << Alla gelateria, ero con altri miei amici, e te eri con altre tre ragazze se non sbaglio, vero? >> speravo tanto che mi rispondesse di sì, sennò avrei fatto una figuraccia enorme con una perfetta sconosciuta. 
<< Allora eravate voi che ci siete venuti dietro e che poi vi siete fermati sotto casa nostra! >> era passata dalla ragazza stralunata alla ragazza infuriata. Sembrava quasi che volesse darmi un ceffone.
<< Sì, scusaci tanto ma... >> proprio in quel momento mi cascò la medaglietta, per fortuna perché non sapevo più che cosa dirle. Mi chinai per raccoglierla e vidi che anche lei si stava chinando. Ad un tratto le nostre mani si sfiorarono e non feci a meno di guardarla di nuovo negli occhi e lei ricambiò. Iniziò ad arrossire. Ora si era calmata, forse.
<< Comunque questa è perfetta. >> non mi aspettavo che mi dicesse qualcosa e mi fece sobbalzare.
<< Perfetto, ti serve qualche altra cosa? >> speravo che la risposta fosse un'affermazione.
<< Potresti farmi vedere qualche collare per favore? >>
<< Certo, vieni da questa parte. >> Le indicai con la mano dove doveva dirigersi. << A proposito, mi chiamo Alessandro. >>
<< Piacere, Crissy. >> Crissy? Era diverso ma carino allo stesso tempo. Le strinsi la mano e le mostrai i vari collari.
<< Mi hai detto che ti sei trasferita qui da poco, vero? >>
<< Sì, proprio ieri. Non sono tanto esperta del posto ancora, anzi... >>
si zittì per un po' e guardò per strada. Io mi girai per sistemare alcune cose. <>
<< Certo! Non è molto distante da qui, ci si può arrivare benissimo a piedi. Ci vuole circa una decina di minuti. Io ci vado spesso. Ti consiglierei di farci un salto qualche volta. >> 

<< E' in quella direzione? >> indicò con il dito verso un gruppo di turisti che stavano andando giusto nella direzione della spiaggia muniti di ombrelloni e teli.
<< Sì, oggi sarebbe la giornata perfetta per andarci. Se ci dovresti andare ti consiglio di essere sempre in compagnia, perché da soli non è il massimo. >> le dissi in tono disinvolto.
<< Me lo immagino. >> aveva risposto tranquillamente, chissà se sarebbe venuta in spiaggia.
Guardai l'orologio e mi accorsi che era passata quasi un'ora. Per fortuna che a Riccardo gli avevo detto che tornavo in dieci minuti, cavolo!
<< E' tutto? >> dentro di me speravo che non se ne andasse, ma una piccola parte di me voleva il contrario.
<< Sì grazie. >>
<< Bene, allora buona giornata. >>
presi una penna e il foglio che avevo trovato prima e scrissi Oggi chiuso per mare e andati ad attaccarlo al vetro.
Presi il cellulare e proprio in quel momento mi arrivò una chiamata da Riccardo.
<< Ric! >> cercai di rispondergli in modo tranquillo e disinvolto, ma credo che non ci riuscii.
<< Ma dove cavolo sei? Avevi detto che tornavi subito! E' un'ora che sei via, ma quanto ci metti a scrivere un cartello! Lo sai che cosa vuol dire subito? >> 
<< Calmati. Ho conosciuto una delle ragazze di ieri sera. >> con quello che gli avevo appena detto sperai che si calmasse.
<< Sul serio? >> fortunatamente si era calmato come avevo previsto e sperato. << Quella bionda? >>
<< No, quella castana ricciola. Forse oggi vengono tutte e quattro in spiaggia, ma non ti prometto niente. >>
<< Ma bravo il nostro Ale! Hai fatto bene a restare tutto questo tempo in negozio allora. >>
<< Ora parto, arrivo e vi racconto tutto! >>

<< Non vedo l'ora! >>
Gli riattaccai, presi le chiavi e mi diressi verso la porta per uscire. Non vedevo l'ora di andare in spiaggia per vedere se lei sarebbe venuta. Ma certo che sarebbe venuta, l’avevo completamente convinta. Di sicuro non l'avrei lasciata sola nel pomeriggio, tanto sarebbe venuta.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Alessandro's pov
Entrai in casa e trovai Francesco steso sul divano che guardava un programma al televisore.
<< Ben tornato. >> mi disse. << Adesso raccontami tutto quanto dai. >>
<< Bene, vedo che Riccardo ti ha già informato. >> proprio in quel momento scese Riccardo con Alessio e Lorenzo.
<< Sapete tutto anche voi due? >> dissi riferendomi ad Alessio e Lorenzo.
<< Certo! Ora dicci tutto forza! >> gli raccontai com’erano andate le cose con Crissy e che sarebbe di sicuro venuta con le sue amiche in spiaggia quel pomeriggio.
<< Crissy? Non l’ho mai sentito questo nome. >> disse Lorenzo guardandomi in modo interrogativo.
<< Neanche io. Quando me l’ha detto sono rimasto per un po’ zitto a pensare al nome. Però le dona. >>
<< Andiamo a prepararci, non vorremo per caso tardare, giusto? >> disse allegramente Francesco dirigendosi in camera. Gli altri lo seguirono tranne Alessio che per tutto il tempo era rimasto in silenzio e in disparte.
<< Che cosa hai Ale? >>
<< Niente di preoccupante, ma te e gli altri siete felici di passare una giornata con delle ragazze e sinceramente anche io, ma so già come andrà a finire… >> non finì la frase e abbassò il capo.
<< Ma che dici? >>
<< Lo sai che cosa intendo, non fare finta di non capire. >> aveva ragione, sapevo perfettamente che cosa voleva dire. La sua anima gemella avrebbe dovuto avere i capelli rossi e lunghi che scendevano sulle spalle e la pelle chiara, ma ogni volta che incontrava una ragazza con quelle caratteristiche Alessio le lasciava perdere per colpa del carattere, che secondo lui era troppo arrogante.
<< Questo non significa che non puoi divertirti una giornata con noi e fare nuove conoscenze! >> cercai di tirarlo su di morale e credo che ci riuscii perché sorrise, mi ringraziò e andò a cambiarsi.

Arrivammo in spiaggia e andammo a sistemarci.
<< Hey Ale! Ma è lei Crissy? >> mi chiese Lorenzo. Mi girai e guardai nella direzione in cui guardava lui.
<< Sì, è lei! >> penso che non mi vide subito. Credo che una delle sue amiche mi vide, perché le disse qualcosa a l'orecchio e lei si girò con il suo modo di fare tranquillo, quasi come se avesse la testa fra le nuvole. Mi riconobbe e mi salutò, ovviamente io ricambiai. Che facevo, le andavo in contro o lasciavo che venisse lei da me? Infine mi accorsi che si stava dirigendo verso di noi.
<< Ciao Crissy! Allora sei venuta. >>
<< Sì, mi avevi detto che qui era fantastico, allora ti ho dato retta. Tanto tentare non cosa nulla, giusto? >> disse giocosamente. Avrei avuto voglia di presentarla ai ragazzi, ma una delle sue amiche mi disse qualcosa.
<< Tu devi essere Alessandro vero? >>
<< Ehm, sì. Piacere. >> non feci a meno di notare che Crissy le aveva appena tolto solo dieci anni di vita solamente guardandola. L’aveva completamente fulminata con lo sguardo.
<< Piacere, Mary. >> mi girai verso Crissy e vidi che si stava già presentando con i ragazzi, cosa che fecero subito dopo le sue amiche. Per puro caso guardai Alessio davanti a me mentre stavo cercando di ricordarmi i nomi delle ragazze e vidi che era sdraiato sul telo da spiaggia vicino a quello di Crissy, con cui stava parlando del più e del meno come se si conoscessero da una vita. Una parte di me era contenta di vedere Alessio che era tranquillo. Ma ero infastidito dal fatto che stesse parlando con Crissy.
<< Hey Crissy ti va di venire a fare una nuotata? >> magnifico! Ora voleva anche andarci a nuotare, per fortuna che non voleva venirci.
<< Ale, vuoi venire anche te? >> non mi aspettavo che Crissy mi chiamasse, ma accettai subito. Mi girai per vedere gli altri che cosa stessero combinando e vidi che parlavano tranquillamente, quindi scelsi di non chiamarli. L’acqua era spettacolare. La guardai, aveva i capelli raccolti in una treccia laterale e un costume verde chiaro a fascia che le illuminava gli occhi.
<< Sai nuotare vero? >> le chiese ad un tratto Alessio.
<< Certo! In Inverno faccio corsi di nuoto durante la settimana e nel weekend ho le gare. >>
<< Allora suppongo che non hai problemi. >> lei non gli rispose ma gli sorrise in segno d’approvazione.
Nuotammo per un po’ e per la maggior parte del tempo Alessio e Crissy parlarono del più e del meno senza neanche considerarmi.
<< Ti piace la musica? >> era la prima cosa che mi era venuta in mente da chiederle.
<< Certo! Suono anche degli strumenti. >>
<< Quali? >> ero interessato, almeno mi rivolgeva la parola.
<< La chitarra classica, quella elettrica e il violino. >>
<< Certo che passi da un estremo a l'altro. >>
<< Eh già. >> mi rispose sorridendo.
Tornammo a riva e ci asciugammo.

<< Alessandro ma qui c’è un bar o qualche altra cosa in cui vendano da bere? >>
<< Certo, è qui vicino, ti accompagno? >> ero contento che l’avesse chiesto a me e non ad Alessio, se avesse risposto di sì avrei potuto passarci un po’ di tempo da solo.
<< Se non ti spiace, almeno mi fai compagnia. >>
<< Vengo anche io, non mi va di restare a sedere per ora. >> magnifico, ora eravamo in tre, io, Crissy e Ale.
<< Più siamo meglio è, no? >> disse Crissy allegramente. Avrei avuto voglia di dirle che per me sarebbe stato meglio il contrario in quel momento. Ci alzammo e ci dirigemmo verso il bar.
<< Il gattino come sta? >> non sapevo che cosa dirle, almeno potevo parlarle un po’.
<< Benissimo grazie. La medaglietta che gli ho comprato gli sta benissimo. >> non parlammo d’altro fino a l’arrivo. Quando arrivammo a l’entrata ci chiese se volessimo entrare con lei, ma Alessio le rispose che noi volevamo restare fuori a guardare il mare, anche se io non ne avevo voglia.
<< Non è niente male. Dopo le chiedo se vuole venire a cena da me sta sera. >>
<< Cosa? Ma l’hai appena conosciuta! >>
<< Lo so. Che sei geloso? >>
<< Chi, io? No. Ma non è la tua tipa. >>
<< In che senso? >>
<< Ma come ‘in che senso?’, nel senso che non ha i capelli rossi, la pelle chiara e tutte queste cose che t’interessano. >>
<< A dire il vero la pelle chiara l’ha, per i capelli non ci sono problemi, se li può tingere. >> Ma che stava dicendo? Avrei avuto voglia di rispondergli ma proprio in quel momento lei uscì, quindi feci finta che non fosse successo niente e tornammo a l'ombrellone.

<< Crissy, ti andrebbe di venire a cena da me questa sera? >> l’aveva fatto, le aveva veramente chiesto se voleva andare da lui!
<< Ma se invece ci troviamo tutti domani sera al ristorante non è meglio? >> proposi io, facendo restare Alessio perplesso. Lo chiedemmo agli altri che accettarono volentieri. Dopo un po’ Ale mi chiese se lo accompagnavo a prendere qualcosa al bar e accettai tranquillamente.
<< Perché l’hai fatto? >>
<< Fatto cosa? Di invitare Crissy a cena insieme con altri? >>
<< Sì. Mi ci trovo bene con lei, perché l’hai fatto? >>
<< Perché lei non è tua. Lei non lo dice di no. Pensa se magari non avesse avuto voglia di stare con te, le avresti rovinato la serata! >>
<< Che cosa ne sai? Magari le interessano i ragazzi con i dilatatori, i piercing e i tatuaggi! >>
<< O magari quelli senza! >> guardai il cielo e vidi che il tempo stava peggiorando. << Io torno a l'ombrellone. >>
<< Vengo anche io. Non ti lascio con lei! >> Arrivammo a l'ombrellone e riordinammo le nostre cose. Chiesi a Crissy se poteva darmi il suo numero di telefono, almeno ci potevamo mettere d’accordo per la sera dopo, così ce li scambiammo. Alla fine salutammo le ragazze e arrivammo alla macchina giusto in tempo prima che iniziasse a piovere.

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