Grazie alle Stelle

di Perla Bane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XV ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVII ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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AUGUSTUS

In assoluto la posizione che preferisco. Ho la schiena appoggiata alla spalliera del letto mentre Hazel si muove dolcemente sopra di me, ogni movimento è accompagnato da un suo gemito di piacere e da un mio sospiro, adoro fare l'amore con lei.

È calda e sexy, un piacere per tutti i sensi, ha un profumo dolcissimo e la pelle morbida e liscia.

La dea del mio cuore, semplicemente perfetta.

Le stringo i fianchi guidandola nei movimenti, sale e scende inarcando il collo all'indietro facendo crescere il piacere di entrambi. Mi stringe le spalle conficcandoci le unghie e geme forte. Sono percorso da un brivido intenso, mi butto sul suo collo succhiandolo con desiderio e mordicchiandone ogni piccola parte con enfasi.

Hazel ansima alzando la voce "Gus" mugola sempre il mio nome, in bocca a lei ha un suono speciale. Le accarezzo il seno stringendo il capezzolo tra le dita, non riesce a trattenere un piccolo urlo di appagamento, mi fa eccitare ancora di più.

Si muove più velocemente e porta indietro le mani aggrappandosi con forza alle mie ginocchia, non ha mai fatto caso al pezzo di gamba che mi manca, per lei sono semplicemente perfetto.

“Ah!” sussurro chinandomi sopra di lei, è tutto così intenso. Arrivo velocemente con la bocca ai suoi prosperosi seni. Inizio a succhiarne uno mentre le palpeggio l'altro con decisione, le piace sentirmi. Ha un sapore così dolce.

Mugola ancora stringendo il labbro tra i denti per non urlare, è bella, bellissima, le mordo leggermente un capezzolo e raggiunge le stelle inarcando il collo all'indietro.

"Gus" ansima mentre il suo corpo è percorso dagli spasmi del piacere che la fanno tremare come una foglia. Continua a muoversi e io non resisto, raggiungo l'orgasmo assieme a lei ringraziando per l'ennesima volta il meraviglioso regalo che mi hanno fatto le stelle nel farci incontrare.

Hazel è crollata sul letto, siamo ancora uniti, cerca di riprendere fiato e mi guarda sorridendo "ti amo" mi sussurra accarezzandomi la gamba mozzata.

È passato un anno e mezzo dall'amputazione. L'osteosarcoma si è portato via un pezzo della mia gamba ma sono vivo. Dopo il ciclo chemioterapico di routine, ci hanno assicurato che nessuna cellula tumorale risiedeva nel mio corpo. Ringrazio le stelle anche per questo.

Guardo la fantastica ragazza davanti a me, è bellissima, la più bella che abbia mai visto. I capelli castani contengono dei ciuffi biondi e ora sono sparsi deliziosamente sulle lenzuola del mio letto. Ha le labbra rosse e gonfie, adoro baciarla e gli occhi sono in assoluto i più belli del mondo. Verdi speranza, la speranza che mi accompagna ogni giorno. Quella d'essere felice.

Ha la pelle abbronzata, adora il sole, finalmente sta arrivando l'estate, la sua stagione preferita e passiamo ore intere stesi al parco al sole a chiaccherare, divertirci, amarci... Ha un corpo perfetto, non ha nulla di sbagliato, i seni sono prosperosi e sodi, la pancia piatta e le gambe lisce. Non esiste una ragazza migliore della mia.

Mi ama, mi guarda sempre come se esistessi solo io al mondo, come se fossi l'unica persona in grado di renderla felice. É la stessa cosa che provo io nei suoi confronti.

Le afferro una mano trascinandola verso di me. L'avvolgo completamente con le braccia facendo aderire alla perfezione i nostri corpi caldi e sudati. Siamo perfetti assieme. Le sorrido e affondo le mani nei suoi capelli morbidi e profumati impossessandomi della sua bocca, mi bacia con una passione incredibile. Apre subito la bocca accogliendo la mia lingua intrecciandola con la sua. Amo baciarla.

Assieme saremmo capaci di infuocare il mondo intero.

Il nostro amore è quello che i poeti descrivono nei libri.

Semplicemente perfetto.

"Okay?" le sussurro sulle labbra guardandola negli occhi, li ha di un verde brillante e la felicità che racchiudono è quasi palpabile.

Annuisce afferrandomi dolcemente i polsi "okay" dice baciandomi ancora.

"Siamo arrivati Gus, c'è anche Hazel con te?" mi stacco dalle labbra della mia ragazza e faccio una smorfia. Sono arrivati i miei genitori!

Hazel salta giù dalle mie gambe e si infila le mutandine saldando da un piede all'altro "sono arrivati in anticipo!" ridacchia cercando la maglietta "appena in tempo!" bisbiglia ridendo ancora.

Afferro la gamba finta e me la infilo, merda, prima devo mettermi i boxer.

"Ci siete?" la voce di mia madre rimbomba per le scale, sa cosa facciamo qui da soli, ma non si è mai intromessa, è uno dei suoi premi cancro nei miei confronti.

"Sì, ci siamo mamma, tranquilla!" le rispondo mettendomi la maglietta.

Hazel ride ancora infilandosi la gonna. Si inginocchia davanti a me per aiutarmi con i pantaloni. È sempre così gentile.

"Vi porto da mangiare?" Mrs Waters insiste alzando la voce.

"NO!!" urliamo all'unisono io e la mia ragazza.

Sentiamo dei passi percorrere le scale e mia madre fare capolino mentre mi alzo in piedi "tra poco hai il gruppo di sostegno, l'hai promesso ad Isaac". Stringe le labbra guardando Hazel con i capelli scompigliati e il letto disfatto alle nostre spalle.

Beccati!

La mia ragazza spalanca gli occhi e le gote le diventano incandescenti, ha messo la maglietta al contrario "è una nuova moda" biascica sistemandosi i capelli.

Afferro una sigaretta e me la porto tra le labbra "mens sana in corpore sano" dico accarezzando la schiena alla mia ragazza.

Mia madre sbuffa ma poi sorride dolcemente, ormai stiamo assieme da un anno, Hazel è come una della famiglia. Quando sua madre ha i turni di notte all'ospedale, la lascia dormire qui facendole promettere che dormirà da sola... promessa che infrange ogni volta.

Si è trasferita in questa città poco più di un anno fa. È stato un colpo di fulmine, ci siamo presentati e più lasciati.

"Vi faccio qualcosa da mangiare, salite subito" mia madre ripercorre le scale velocemente lasciandoci soli.

Hazel si sfila subito la maglietta e mi sorride. Non ha la minima vergogna di me, è bellissima, siamo così in sintonia.

"non ho trovato il reggiseno" bisbiglia guardandosi attorno. Si mette in ginocchio e lo recupera da sotto il letto. Lo indossa e mi dà le spalle per farselo allacciare. Libero la schiena dai suoi lunghi capelli e le lascio una scia di dolcissimi baci sulle spalle.

"Non ne hai mai abbastanza" sussurra inclinando la testa per lasciarmi tutto il collo scoperto.

Annuisco mentre mi avvicino alla gola risalendo con le labbra fino all'orecchio "è colpa tua, rendi tutto speciale" le mormoro succhiandole il lobo.

La pelle le si ricopre di brividi e inizia ad ansimare. Non resisto, allungo le mani sfiorandole i fianchi e la stringo a me.

È un regalo inaspettato, un premio cancro che non si può chiedere: l'amore.

"SUBITO!" mia madre urla ancora scoppiando la nostra bolla.

Mi allontano subito chiudendole i gancetti del reggiseno "dormi qui stanotte?" le chiedo con amore.

Si volta sorridente infilandosi la maglietta e scuote la testa "domani per due giorni, se i tuoi non mi buttano fuori casa" mi bacia dolcemente prendendomi per mano.

Mi precede dando le spalle alla scalinata e mi sorride, faccio uno scalino alla volta e ad ogni passo mi bacia dolcemente sulle labbra.

Mi guarda innamorata inclinando la testa, è bella, intelligente, divertente e sana; eppure è innamorata di me.

Non potevo chiedere di più.

Dal primo momento in cui ci siamo incontrati, mi ha sempre trattato come un ragazzo normale. I giorni passavano e quando le ho raccontato della mia gamba ha fatto spallucce accarezzandomi il viso. Mi ha baciato sulle labbra guardandomi negli occhi e mi ha detto mi sono già innamorata di te, troppo tardi.

Inutile nasconderlo, anch'io ero già innamorato di lei.

Arriviamo in cucina e troviamo mio padre seduto al tavolo della cucina, è appena tornato dal lavoro, indossa ancora gli abiti dell'ufficio.

"Signorina Hazel, buon pomeriggio" Mr Waters sorride ridacchiando sotto i baffi, abbiamo entrambi le labbra gonfie a causa dei focosi baci che continuiamo a scambiarci. “Beata gioventù” dice tornando con gli occhi nei suoi documenti.

Appoggio le mani sui fianchi della mia bella e le bacio la testa prima di trascinarla in cucina "Hazel teme d'essere cacciata da questa casa da un giorno all'altro" dico ridendo.

Mi appoggio sulla sedia a fatica, sento un leggero dolore al fianco ogni volta che mi siedo. Volgo lo sguardo verso la mia ragazza e la vedo avvampare.

"Stupido" mi sussurra pizzicandomi il braccio mentre si siede accanto a me.

Ridacchio e afferro una piadina appena fatta, tutto questo allenamento mi mette appetito.

"Sei una della famiglia Hazel, non disturbi affatto, è bello averti qui" mia madre allunga un piatto alla mia ragazza sorridendole "la moda è già finita?" dice alludendo alla sua maglietta in ordine.

"Sì" biascica lei guardando in sottecchi mio padre.

Fantastica la mia famiglia.

 

 

★ ✩ ✮ ✯ ✰ ☆ ⋆ Spazio Autrice ★ ✩ ✮ ✯ ✰ ☆ ⋆

 

Colpa delle Stelle mi è entrato nel cuore.

Questo sarà un universo alternativo, una storia d'amore e di coraggio.

Tratterò argomenti delicati, il cancro ovviamente, pur essendo del tutto ignorante (grazie alle stelle) sull'argomento.

Spero vi piaccia.

A presto, kisss

P.

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


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HAZEL

 

Siamo sedute su questo muretto da quasi un'ora. Monica è silenziosa oggi, continua ad emettere dei lunghi e profondi sospiri.

Guardo l'orologio, manca poco alle sei. Ho fame e mi sto annoiando “hanno quasi finito” le dico.

La ragazza annuisce guardandosi i piedi "gli leveranno anche l'altro occhio... poi sarà completamente cieco" mormora a bassa voce.

Mi mordo un labbro, dev'essere terribile "lo so, ma sarà sempre lui. Il ragazzo che ti ama da più di un anno. Il sempre che vi siete promessi. Dovrà solo usare di più le mani, ma dubito che sarà un problema" le colpisco la spalla con il pugno ridendo, ma lei non sorride, resta immobile e seria a guardarmi negli occhi.

Ops! Abbasso subito la mano e faccio una smorfia. È proprio amareggiata. Continua a dondolare i piedi nel vuoto sbuffando.

Non ho la minima idea a cosa stia pensando, non ci siamo mai frequentate come amiche, facciamo uscite a quattro da quando io e Gus ci siamo messi assieme. Tutto qui.

“Dev'essere brutto, il cancro intendo” le dico pensando ai nostri rispettivi ragazzi.

Monica si passa una mano nei lunghi capelli mori “sì, si perdono tutti i capelli”.

Oddio, com'è superficiale “i capelli ricrescono” le rispondo acida “io pensavo alla costante paura di morire”.

Fa spallucce “a me premono i miei capelli” dice studiandosi le punte “hai avuto debiti a scuola?”.

Scuoto la testa, è stato un anno scolastico piacevole presso la North Central “tu?”.

“Si, matematica e scienze” risponde sbuffando “dovrò seguire i corsi estivi”.

“Isaac?” chiedo.

“Premio Cancro, gli hanno abbuonato storia” risponde inacidita “visto? Non è così terribile il cancro”.

Oddio, in questo momento vorrei solo strapparle i capelli. Mi trattengo, Isaac sta per perdere completamente la vista a causa del cancro e Gus zoppica a causa del cancro.

Il cancro fa schifo.

Decido di ignorare la stupida ragazza al mio fianco e alzo gli occhi guardando il cielo. È terso, l'azzurro si sta leggermente scurendo, il sole tramonterà tra poco.

Finalmente l'estate è arrivata deliziandoci con temperature elevate e giornate lunghe. Basta levatacce per andare a scuola, basta compiti, basta pranzi in mensa. Solo Gus. Trascorreremo tutta l'estate assieme, un sogno diventato realtà.

Dopo il viaggio in California gli chiederò di partire con me per esplorare il Canada in macchina. Guiderà la nuova auto che gli regalerò per il nostro anniversario, gli piacerà sicuramente. Un nuovissimo SUV Range Rover grigio metallizzato. Ovviamente dotato di ambio automatico. Il regalo perfetto per il mio ragazzo perfetto. Sarà fantastico! Visitare posti nuovi e dormire in hotel tutte le notti... wow. Ho già le palpitazioni.

“Quando partirete?” Monica mi guarda sospirando ancora.

“Penso tra un mesetto, devo sentire la mia amica in California”.

Dio, non vedo l'ora di partire!

Monica annuisce seria “posso venire anch'io?”.

Faccio spallucce “dubito che Isaac potrà stare due settimane lontano da casa, sarà reduce di un'operazione importante” gli rispondo.

Alzo gli occhi verso l'entrata della chiesa e vedo Gus sul bordo della strada accanto ad una ragazza. È carina, indossa dei jeans lunghi scoloriti e una maglietta a maniche corte larga. Dev'essere una del gruppo, ha dei tubicini che le partono dal naso e si collegano ad una bombola per l'ossigeno. Chissà cos'ha.

Augustus afferra una sigaretta e se la porta alle labbra sorridendole.

Oddio, amo quel sorriso!

"Chi è quella?" chiedo a Monica, ma non è più accanto a me, è sparita e non me ne sono neanche accorta.

La vedo afferrare Isaac per un braccio e sbatterlo con forza contro la parete della chiesa. Si avventa sulle sue labbra iniziando a succhiarle con avidità. Com'è aggressiva, vorrà sconsacrare la chiesa.

Mi alzo in piedi guardando Gus che sorride dolcemente alla ragazza che ha difronte. È davvero carina, capelli corti, occhi castani, deve avere circa la mia età.

Mi avvicino al mio fidanzato e lo prendo per mano. Gus mi bacia la guancia, come se fossi una delle sue sorelle, e mi accarezza la schiena "Lucie Simon, lei è la mia ragazza, Hazel Grace".

Allungo la mano stringendo quella della ragazza per scoprirla terribilmente fredda "piacere" diciamo contemporaneamente e ci sorridiamo.

Lucie riposa gli occhi in quelli di Gus "alla settimana prossima" dice aggiustandosi i tubicini nel naso.

Oddio, gli piace il mio ragazzo! È arrossita e ha abbassato lo sguardo quando ha incrociato i suoi meravigliosi occhi azzurri!

Dio, non posso neanche prenderla a calci! Mi mordo un labbro con forza, non posso essere gelosa di una ragazza malata!

Gus le sorride dolcemente "alla settimana prossima Lucie Simon".

Mi sorride e si allontana trascinandosi dietro la bombola. Prima di salire sull'auto bianca che la sta aspettando, Lucie sorride ancora a al mio fidanzato.

Mi volto verso Gus "è carina" sussurro incrociando le braccia.

Sorride, quel bel sorriso sbilenco reso speciale dalla sigaretta spenta all'angolo della bocca "non dirmi che sei gelosa Hazel Grace, perchè non ci credo!".

Faccio spallucce e distolgo gli occhi dai suoi, è da stupide essere gelose di una ragazza malata, ma... sì, mi sono ingelosita.

Gus mi prende tra le braccia ridacchiano come uno stupido "tu gelosa, non me lo sarei mai aspettato! Io dovrei essere geloso di tutti quei ragazzi sani che conosci" finalmente mi bacia sulle labbra e mi crogiolo in quel dolcissimo contatto.

Nessuno è migliore di lui.

"Scusa" mormoro "è da egoiste ma... insomma".

Mi alza il viso accarezzandomi dolcemente le guance, ha degli occhi splendidi, racchiudono l'azzurro del cielo "ho capito il tuo discorso, non sei egoista. Sei solo innamorata e, ad essere sincero, questa tua gelosia mi stuzzica parecchio".

Sbuffo e sorrido avvicinandomi alla sua bocca "okay?" gli chiedo sulle labbra.

"okay" mi risponde con un sorriso.

Gus mi prende per mano e assieme ci avviciniamo ad Isaac e Monica. Continuano a pomiciare indisturbati, avvinghiati al muro della chiesa.

Sembrano innamorati, il rumore delle loro lingue che si aggrovigliano arriva fino qui.

“Anche noi facciamo questo casino?” chiedo a Gus facendo una smorfia, ne dubito fortemente.

Lui scuote la testa e stringe la sigaretta tra i denti “così mi ammazzi le vibrazioni, Hazel Grace. Sto cercando di contemplare un amore giovane in tutta la sua splendida goffaggine”.

Faccio spallucce “la goffaggine non è splendida, ormai stanno assieme da più di un anno, non sembrano in sintonia” borbotto.

“Che romantica” dice sarcastico senza guardarmi “non tutti sono perfetti come noi”.

Mi alzo sulle punte dei piedi e lo bacio sulla guancia, noi siamo semplicemente perfetti “okay” gli sussurro.

Isaac e Monica continuano a ripetersi la loro parola, quella che racchiude tutte le speranze e le promesse che si sono fatti. Il sempre che oscura l'oblio.

Sono così impacciati... inclino la testa di lato per esaminarli sotto un altro punto di vista, ma non cambia nulla. Si muovono come dei robots.

"Voi due! Anche se fosse concepito su terra benedetta, un figlio non sarebbe comunque una benedizione!" Gus urla ai due ragazzi inutilmente, continuano a darci dentro come conigli vestiti.

"Dici che se li tolgono gli abiti quando sono soli?" gli chiedo guardando Isaac che stringe un seno di Monica.

"Ne dubito, a momenti le stacca anche la tetta" ridacchia sistemando la sigaretta nel pacchetto "potremmo dargli qualche lezione" dice malizioso.

Sorrido, il cuore inizia a battermi veloce "facciamo scintille assieme, ne sarebbero invidiosi" gli porto le mani attorno al collo accarezzandogli i capelli.

Lui mi stringe il sedere "direi troppo invidiosi. Ti amo Hazel Grace, non hai motivo d'essere gelosa di nessuna. Okay?".

"Okay".

Ci baciamo dolcemente accarezzandoci a vicenda, la mia vita non potrebbe essere più perfetta di così “mi sento così felice Gus, passeremo un'estate fantastica assieme, sarà ogni giorno una favola”.

Mi sistema i capelli dietro alle orecchie e sorride innamorato “tu rendi tutto una favola” mi sussurra prima di baciarmi ancora. Non mi stancherò mai dei suoi baci.

Oddio, il cuore mi si riempie di gioia, voglio solo stringermi di più a lui. Aumento la stretta nei suoi capelli e lo bacio con un amore infinito.

“Domani mattina dovrò fare una cosa con i miei, ci vedremo nel pomeriggio, okay?” Gus mi accarezza dolcemente i fianchi.

Aggrotto le sopracciglia, una cosa?! Annuisco e sorrido, magari andrà a scegliere il regalo per il nostro anniversario.

“Okay” rispondo “ti aspetterò a casa mia. Pic nic e abbronzatura integrale sul bordo piscina, ti va come idea?”.

Ammicca malizioso “hai sempre delle splendide idee Hazel Grace, sei perfetta”.

Mi crogiolo nel nostro amore, la nostra vita è semplicemente fantastica.

“Domani sera vi va di venire al luna park con noi?” Isaac e Monica ci raggiungono tenendosi per mano.

Wow, adoro il luna park! “Sì!” dico con entusiasmo saltando su due piedi “ottima idea!”.

Isaac sembra felice, non si è fatto deprimere dalla diagnosi del cancro agli occhi. Ha l'età di Gus, un anno in più di me e Monica.

Allunga una mano sul fianco della sua ragazza e sorride. Un sorriso sincero di pura gioia.

È un ragazzo come tutti gli altri, magro con i capelli biondi lisci. L'occhio di vetro non si vede molto bene, è nascosto da un ciuffo di capelli. In compenso l'altro, grazie agli enormi e spessi occhiali che indossa, domina l'intero viso.

Sembra un cucciolo. Mi piace, è divertente ed è un grande amico di Gus. Spesso ci troviamo a giocare con i videogames a casa sua o in quella di Gus. A casa mia non ci sono videogiochi.

Gus sorride e mi bacia la testa “okay, ci sentiamo per telefono, devo accompagnare a palazzo questa splendida ragazza. A domani amici”.

Palazzo... adora prendere in giro la mia condizione economica.

Saluto anch'io e ci dirigiamo lentamente al SUV Toyota di Gus.

Gli stringo la mano e mi appoggio con la testa alla sua spalla “sono così felice, grazie!”.

Mi sorride dolcemente “ti amo”.

“Okay” gli rispondo semplicemente.

Una parola che racchiude migliaia di promesse.

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


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AUGUSTUS

 

Ospedale. Odio l'odore che c'è qui dentro.

Nonostante le pareti ricoperte da adesivi colorati e le infermiere con le divise color pesca, questo sarà sempre il posto peggiore dove portare un bambino.

Alla veneranda età di 17 anni, mi ritrovo ancora nel reparto pediatrico. La sala d'attesa della dottoressa Maria è accogliente, per quanto possa essere piacevole dover aspettare una visita con una oncologa.

Il fianco destro continua a darmi fastidio e mamma ha insistito per farmi fare una visita di controllo.

Afferro il telefono e guardo i messaggi, ce ne sono tre della mia ragazza.

Sorrido nel vedere la prima foto, il tavolo in legno nel giardino di casa sua è imbandito a festa. Pizza, stuzzichini, tutte cose salate.

Il commento:

Tutto il cibo è stato RIGOROSAMENTE comprato. Come saprai, le donne nate a Santa Monica, non sanno cucinare. Mi dispiace.

Ti amo, arriva presto.

Okay?

 

Seconda foto, le sue labbra rosse chiuse in un bacio, sono dolci da baciare.

Mi ero dimenticata il bacio... Okay?

 

Sorrido, è deliziosa.

Apro la terza foto e sussulto. Nascondo subito il telefono e mi guardo attorno, non l'ha visto nessuno.

Ha fotografato il suo riflesso nudo, di spalle, allo specchio.

Dio, è splendida!

Seguo con il dito i contorni perfetti della sua schiena e arrivo al sedere... giù fino alle caviglie. Faremo l'amore nell'idromassaggio, non vedo l'ora.

Io sarò il tuo dolce... Okay? Ti amo.

 

Boccheggio pregustando il mio dessert.

 

“Augustus Waters” la voce della dottoressa mi porta alla realtà.

In ospedale per un controllo.

Mi alzo dalla poltrona seguito dai miei genitori. La dottoressa Maria allunga la mano per salutarmi. La stringo forte ed entriamo nel suo studio.

Mi accomodo sulla poltrona in pelle verde davanti alla scrivania e mia madre si mette accanto a me.

Lo studio è rimasto sempre lo stesso di un anno e sette mesi fa, quando mi hanno confermato la diagnosi dell'osteosarcoma.

Brutta bestia che si è portata via il pezzo di gamba destra, dal ginocchio in giù.

L'unico particolare in continua evoluzione è la parete alle spalle della dottoressa. Ci sono i disegni e le foto di tutti i bambini che ha curato. Alcune foto hanno un adesivo attaccato nell'angolo a forma di cuore.

Quelli sono i pazienti che non ce l'hanno fatta.

La dottoressa i sorride “sembri felice Augustus, stai ancora con Hazel?”.

Annuisco felice pensando alla mia splendida ragazza “da quasi un anno” rispondo con orgoglio.

Lo sguardo dell'oncologa si addolcisce “mi fa molto piacere. Tua madre mi ha detto che senti dolore al fianco destro quando ti siedi, puoi descriverlo meglio?”.

Sospiro pesantemente, non può essere il cancro, il dolore del cancro lo conosco “un dolore profondo sulla destra del bacino, parte dallo sterno e arriva fino qui” gli indico la zona accanto allo stomaco “ma solo quando mi siedo” preciso.

La dottoressa annuisce e accenna un sorriso “ottima spiegazione. Hai vomito? Inappetenza? Nausea?”.

Scuoto la testa “no, assolutamente, sto bene” sorrido “ad Hazel piace mangiare e io mi unisco sempre a lei. La mamma è una cuoca provetta”.

Mrs Maria sorride dolcemente “dovrò conoscere questa splendida ragazza mangiona allora, vieni, fatti visitare”.

Si alza dalla sedia e io con lei. Mi sfilo la maglietta stendendomi sul lettino accanto alla finestra.

“Braccia in alto” la dottoressa inizia la visita sotto gli occhi attenti dei miei genitori “sei allenato” continua.

Sorrido, altro che allenamento. A Hazel piace passeggiare e fare l'amore. Tutti ottimi allenamenti. La mia mente inizia a vagare libera verso le braccia della mia ragazza.

All'improvviso annaspo e ansimo dal dolore, la dottoressa ha premuto il mio sterno facendomi sussultare.

Una fitta di dolore si propaga in tutto il mio addome e i polmoni iniziano a bruciare, mi sembra di spaccarmi in due.

“Dio!” stringo i pugni e guardo la dottoressa, si è fatta seria.

No, non quello sguardo. Quello è per il CANCRO.

Il dolore non cessa, strizzo gli occhi e i muscoli mi si irrigidiscono per contrastare il dolore, ma non funziona.

“Rilassati, respira profondamente, ora passa Augustus” la dottoressa mi accarezza entrambe le spalle “pensa a Hazel” sussurra dolcemente “hai già pensato ad un regalo per il vostro anniversario?”.

Espiro profondamente e penso alla mia ragazza, ai sorrisi, alle pernacchie, ai suoi meravigliosi occhi verdi mentre mi sorride innamorata.

“Le ho comprato un anello” biascico senza fiato, faccio un altro respiro e finalmente il dolore inizia a diminuire.

“Ah però, è una cosa seria” la dottoressa mi lascia le spalle “bravo, così”.

Apro gli occhi e guardo mia madre, ha la mano appoggiata sulle labbra e un'espressione cerea stampata sul viso. Teme il cancro.

No... non è il dolore del cancro. Lo conosco il cancro.

“Facciamo una risonanza e le analisi complete” la dottoressa sforza un sorriso e i miei genitori si guardano negli occhi.

“Cosa può essere?” chiedo velocemente mettendomi seduto, non il cancro, non dire cancro.

La dottoressa mi sorride “magari mangi troppo” dice per sdrammatizzare la situazione.

Resto serio, non sono un bambino, voglio saperlo. Non dire cancro, non dirlo.

Lei stringe le labbra intercettando il mio stato d'animo “lo scopriremo presto Augustus. L'infermiera Elena ti accompagnerà subito in radiologia e ti farà le analisi, ti aspetterò qui con i tuoi genitori”.

Annuisco stringendo gli occhi. Il dolore è stato davvero intenso, mi ha lasciato senza fiato.

Scendo dal lettino e soffoco un gemito, il male non è passato del tutto.

Mia madre posa gli occhi nei miei, è preoccupata ma cerca di nasconderlo. Mi passa la maglietta e il mio telefonino “ha vibrato durante la visita, dovresti spegnerlo”.

Soffoco una risata amara “nessun adolescente spegne il telefono, è come togliergli i videogiochi. Un abominio.” la bacio velocemente sulla guancia senza farla replicare “ho tolto la suoneria”.

Infilo la t shirt e faccio scorrere il dito sul cellulare, un altro messaggio di Hazel.

 

Ho fame. So già che quando arriverai non troverai più nulla sulla tavola! Dovrai consolarti con il dolce... Ti aspetto. Finita la “cosa” con i tuoi? Ti amo. Okay?

 

Accenno un sorriso e il cuore mi balza in gola, non può essere cancro. Non ora, sono così felice... tutto va bene. Papà ha appena avuto una promozione e la mamma si è iscritta ad un corso di scrittura creativa presso l'università popolare.

E io sono contento della mia vita. La scuola, il college, il mio futuro con Hazel.

“Non le hai detto che venivi qui, giusto?” mia madre mi accarezza la spalla curiosando il telefono.

Scuoto la testa “non volevo farla preoccupare. A dopo.”

Faccio un cenno di saluto ai tre adulti nello studio e seguo l'infermiera.

Oltrepassiamo un lungo e silenzioso corridoio tempestato di dipinti colorati. Psicologi laureati con lode provano a rendere questo reparto un luogo allegro, ma è tutto inutile. L'ala oncologica è la più triste del mondo.

Falsa speranza e tanto dolore, solo questo si trova in quest'area dimenticata dalla clemenza di Dio.

Tengo il cellulare stretto tra le mani, non so cosa scriverle.

 

Sei bellissima Amore, arrivo appena finisco, non vedo l'ora di deliziarmi con il dolce. Ti amo, okay?

 

Dopo qualche secondo il telefono vibra. La sua risposta.

 

Okay <3

 

Entriamo nell'ambulatorio per la risonanza e cerco di controllare il respiro, ho paura. Non può essere cancro.

“Augustus Waters” il radiologo mi sorride “lascia qui il telefono e spogliati, tieni solo i boxer. La protesi la consegnerai all'infermiera dopo esserti accomodato sul lettino”.

Annuisco e poso il telefono iniziando a denudarmi.

Zoppico fino al lettino della risonanza e consegno all'infermiera la protesi. La sistema dietro il muro protettivo e torna con il materiale per il prelievo.

Mi disinfetta il braccio e ci caccia l'ago senza neanche tastare la vena.

Merda, mi usa come un puntaspilli!

“La tua ragazza è carina?” l'infermiera pensa d'addolcire la situazione facendomi pensare a lei.

“E' bellissima” dico con un gemito, non ci sa proprio fare questa con i prelievi.

“Dev'essere speciale se ha accettato la tua disabilità” continua sorridendo, finalmente è riuscita a prendere la vena.

Che stronza, sorrido malizioso “ai suoi occhi sono solo un ragazzo formidabile, un compagno di letto incredibile e un amico speciale. L'ultima cosa a cui pensa quando mi bacia è la mancanza di un pezzo della mia gamba” faccio un gesto plateale mostrandole tutto il mio corpo.

Spalanca gli occhi, non si aspettava una risposta del genere. Hazel le avrebbe semplicemente cavato gli occhi.

“Augustus, stiamo iniziando, chiudi gli occhi e pensa a qualcosa che ti faccia rilassare, non muoverti o dovremmo ricominciare” la voce del radiologo mi rimbomba nelle orecchie.

Chiudo gli occhi e inizio a pensare... ai colori.

Rosso, il rosso è il colore del sangue. No, questo non va bene.

Il verde, gli occhi di Hazel.

Il terribile rumore della risonanza inizia a sfondarmi le orecchie.

Odio l'ospedale.

 

 

Dopo mezz'ora finalmente il radiologo mi comunica che l'esame è finito. Mi alzo e l'infermiera mi porge la protesi che infilo immediatamente.

Torno zoppicando alla sala e noto con rammarico che sono arrivati altri tre radiologi a controllare il mio esame.

Pessimo segno.

Appena mi vedono sorridono e smettono di parlare.

Mi vesto velocemente e afferro il telefono, Hazel mi ha mandato un altro messaggio.

Ignoro il personale medico e mi dirigo velocemente allo studio della dottoressa Maria. Dopo qualche minuto mi accomodo sulla poltrona della sala d'attesa, i miei genitori sono ancora dentro.

La donna seduta accanto a me sta cercando di non piangere mentre guarda un bambino giocare con dei cubetti colorati. Avrà circa quattro anni e non ha i capelli.

Chemioterapia.

“Mamma, sono bravo, vero?” il bimbo sorride alla donna accanto a me.

Lei annuisce “sei il più bravo del mondo tesoro mio” gli risponde con un sussurro strozzato.

La chemioterapia non ha dato gli effetti sperati...

Che tristezza.

Guardo la porta dello studio della dottoressa, è ancora chiusa. Stanno parlando da parecchio.

Brutto segno.

Faccio scorrere il dito sul monitor del telefono e sorrido nel vedere una nostra foto sullo sfondo.

Ci stiamo baciando. Ovvio, siamo innamorati.

Sospiro, non può essere cancro. Voglio vivere felice, passare una fantastica estate con la mia fidanzata, finire la scuola superiore e andare al college con Hazel.

Voglio solo una vita normale.

Dio...

Apro i messaggi in successione, foto, tante foto della mia speciale ragazza. Hazel che prende il sole in bikini, i suoi piedi in ammollo nell'acqua della piscina, il posto vuoto accanto a lei nel lettino a bordo piscina.

È una ragazza dolcissima.

Ogni foto è accompagnata da un commento, il nostro per sempre.

Okay le rispondo.

La porta dello studio si apre e la dottoressa fa un sorriso invitandomi ad entrare.

Mi è sempre piaciuta questa dottoressa, una donna tranquilla, sulla cinquantina che parla prima con il cuore e poi con la testa.

Entro e il sangue mi defluisce dal viso. Mia madre alza gli occhi nei miei e sorride appena, ha le lacrime agli occhi.

“E' tornato” mormoro sentendo un tuffo al cuore.

La dottoressa si siede e volta il monitor del pc verso di me, ma io non ci capisco nulla. Vedo solo macchie nere e bianche.

Ho il cancro.

Resto in piedi davanti alla porta, non voglio sedermi, voglio sono scappare da questo incubo.

“Le analisi del sangue confermano un cancro al fegato Augustus, ma lo sconfiggeremo” la dottoressa inizia a parlare e io mi sento male.

Vedo la stanza girare e le ginocchia cedermi.

Sento l'urlo di mia madre e in pochi secondi sono tutte e tre attorno a me. Mio padre mi prende per un braccio e mi aiuta a sedermi sulla sedia.

Maledetto cancro!

Mi porto le mani sugli occhi e mi mordo un labbro fino a farlo sanguinare. Fanculo!

Tutto il mio futuro crolla in un secondo.

Tutta la mia vita è in pericolo.

Il fegato mi serve, ecco cos'era il dolore al fianco. No, non può essere!

“Dobbiamo fare una biopsia e iniziare la chemioterapia, hanno appena introdotto un nuovo farmaco innovativo, sono molto fiduciosa” la dottoressa continua a parlare ma riesco solo a pensare ai miei genitori e a Hazel.

Dio! Quanto dolore può infliggere una persona amata?

Troppo.

“Chemioterapia ed eventuale asportazione. Andrà bene, non ci sono metastasi” la dottoressa insiste con la positività, ma io non le credo, il cancro è una bestia avida.

Vuole sempre di più.

“Quando?” alzo il viso e guardo la dottoressa, quando devo iniziare la tortura?

“Da subito” risponde lei.

Scuoto la testa “mi aspetta Hazel, ha organizzato un pomeriggio in piscina, non voglio deluderla” mormoro alzandomi in piedi, deluderla? Non sarà delusa, ma inorridita. Mi lascerà.

Voglio passare un ultimo pomeriggio con lei, un pomeriggio d'amore con la ragazza che amo.

“Gus, Hazel ti ama, capirà” mia madre mi accarezza dolcemente il braccio “chiamala e falla venire qui, è meglio iniziare subito”.

La guardo negli occhi, quanto coraggio ha mia madre. Una donna così minuta racchiude il coraggio di dieci leoni. Ma lei non lo sa. Mrs Waters non conosce la vera lei. Hazel vuole essere felice, rincorre la felicità da tutta la vita. E il Gus malato, non riuscirà a farla felice.

Mi lascerà.

È un incubo.

“No, non capirà. Nessuno vuole stare con un ragazzo malato, lei è così solare e speciale. Non si merita di soffrire...” dico nervoso, mi lascerà “quando le ho detto della gamba già mi amava, è stato il suo premio cancro”.

Sento la rabbia crescermi dentro e bruciarmi nelle vene come aceto. Afferro la poltrona su cui ero seduto e la scaravento sul muro con tutta la forza che ho.

Mia madre sobbalza scioccata.

Né la poltrona, né il muro si rompono. Dovevo scaraventarla addosso alla vetrata.

“Fanculo!” urlo portandomi le mani ai capelli, ricominciare con la chemioterapia, chirurgia... il vomito, le degenze, il dolore... tanto dolore. Voglio solo avere una vita normale!

La preoccupazione sui visi dei miei genitori mi fa tornare ad essere il ragazzo che amano.

Strizzo gli occhi sconsolato e guardo le tre persone accanto a me “mi-mi dispiace. Chiedo scusa”.

“Non preoccuparti Augustus, ho assistito a peggio. Comunque prima si comincia e meglio è. Passa il pomeriggio con la tua ragazza e parlale. Stasera inizieremo con la chemioterapia a casa tua e domani faremo la biopsia. Okay?” mi volto verso la dottoressa, ha appena detto okay.

“Okay” rispondo, non ho la minima intenzione di morire.

Guardo i miei genitori e sospiro “mi dispiace, vi meritate un figlio sano”.

Mia madre accorre prendendomi tra le braccia “sei l'unico figlio che desideriamo e ora vai, ci vediamo stasera per cena. Parlale, sono sicuro che capirà” mi bacia sulla guancia “sei forte Gus, sconfiggerai anche questo”.

Stringo forte mia madre, senza di lei sarei già perso.

Annuisco e abbraccio anche mio padre “un'altra partita che vincerai, figlio mio. Ne sono sicuro. Restiamo ancora un po' a parlare con la dottoressa. Vai campione!”.

“Sì” mormoro.

I campioni non si ammalano.

Saluto la dottoressa e esco dallo studio medico zoppicando.

Cancro, ho il cancro. Odio il cancro ma è una parte di me. Una parte di me è impazzita e sta cercando di uccidermi.

Una sorta di sindrome della mano aliena. Il mio corpo mi vuole morto.

Fanculo.

Entro in ascensore seguito da un ragazzo completamente pelato seduto su una carrozzina. Alle sue spalle un uomo anziano gli sorride “chiedile di uscire, è carina. Accetterà, ne sono sicuro” gli dice entusiasta.

Il ragazzo fa spallucce accennando un sorriso, è terribilmente magro, pelle e ossa. Ha gli occhi castani, un castano malato, quasi velato di bianco “uscire? Posso a malapena trascinarmi nel parco dell'ospedale. Non è il massimo come uscita” ridacchia.

L'anziano gli stringe una spalla “da qualche parte si dovrà pur iniziare, non trovi?”.

Il ragazzo sfoggia uno splendido sorriso “hai ragione. La terapia funzionerà per entrambi e quando usciremo da qui avremo un fantastico appuntamento” dice sicuro di sé.

Il cancro fa schifo. Appena le porte dell'ascensore si aprono mi catapulto all'esterno. A momenti cado, ma non mi interessa, stringo i denti, voglio solo uscire da qui.

Appena arrivo all'esterno faccio un respiro profondo.

L'aria fresca entra nei miei polmoni a fatica. Non voglio smettere di vivere. Mi piace la mia vita.

Mi trascino fino al mio SUV e sbatto la portiera. Mi lascerà e resterò solo. Solo e con il cancro.

Che malattia orrenda.

Sospiro e metto in moto l'auto immettendomi sulla strada principale.

Penso ad Hazel, ai suoi stupendi sorrisi, a tutte le parole dolci, alle risate.

Non voglio perderla.

La chemioterapia mi butterà atterra, mi farà piegare in due per il vomito. Sarò sempre stanco e depresso. Mi addormenterò di continuo, non sarebbe una vita per lei.

Sarebbe da egoisti implorarla di restare, non posso.

Quando sarò guarito, se guarirò, tornerò da lei con un mazzo di tulipani chiedendole di riprendermi con lei, perchè la amo e l'ho sempre amata.

Non voglio che mi veda morire.

 

Arrivo in un attimo all'ingresso della residenza Olimpic.

Mi fermo al posto di blocco e abbasso il finestrino “Augustus Waters per Hazel Grace Lancaster” dico all'agente.

Inserisce il mio nome nel tablet e alza la sbarra “buon soggiorno Signore” dice facendomi cenno di passare.

Assurdo.

Parto a razzo ma rallento immediatamente. Questa è la zona dei ricconi, ci sono solo super ville. E tutto il perimetro è costantemente controllato da polizia privata.

I ricchi amano la tranquillità.

Arrivo velocemente a casa della mia fidanzata e parcheggio dietro alla sua auto. Una decappottabile Mercedes rossa fuoco. Non si fa mancare nulla la mia ragazza eppure vuole viaggiare sempre con la mia. Dice che le piace come guido. Hazel parla sempre con il cuore.

Resto ad osservare la grande casa davanti a me, sembra proprio un palazzo.

Rivestita completamente in marmo bianco, la tenuta è circondata da un muro di cinta alto circa tre metri, Hazel dice che sua madre ama la privacy, io penso semplicemente che le piaccia sfoggiare la propria ricchezza.

Stringo forte il volante del mio suv, come dirglielo?

Ciao Amore, sei bellissima oggi. Ti amo con tutto il mio cuore e ti libero dalle promesse che ci siamo fatti. Non sei obbligata... un terribile nodo in gola mi offusca la mente.

Non voglio perderla.

Voglio almeno baciarla per l'ultima volta.

Afferro il telefono, mi ha mandato un alto messaggio:

Sto ufficialmente morendo di fame, ho assaggiato solo un pezzetto di pizza.... e qualche patatina. Ti amo, VIENI PRESTO!! Mi manchi!! Okay?

 

Sorrido accarezzando lo schermo del telefono, le manco...

 

Le rispondo immediatamente:

Okay, arrivo tra poco. Ti amo Hazel Grace, grazie.

 

Ricaccio indietro le lacrime e scendo dalla macchina. Le dirò tutto, ci abbracceremo e... e poi tornerò a casa ad affrontare tutto. Voglio vivere.

Zoppico per il vialetto in marmo italiano e salgo i tre scalini che mi separano dalla porta d'entrata. Afferro la chiave dal portachiavi e apro la porta.

Lei ha le chiavi di casa mia e io ho le sue.

Ancora per poco.

Le lascio la chiave sul tavolino in cristallo nell'ingresso, così non me ne dimenticherò quando dovrò andarmene.

Ho il cuore che mi batte talmente veloce, mi lascerà.

Oltrepasso velocemente il soggiorno finemente arredato in stile moderno, è tutto bianco e nero in questa casa. Anche i quadri, rigorosamente d'autore, sono sulle tonalità del grigio. Che schifo.

Praticamente non stiamo mai qui quando la Regina Cattiva è in casa. Hazel non la sopporta, la odia.

Arrivo velocemente alla porta del giardino ed esco sul patio in legno cercando con gli occhi l'amore della mia vita.

Dubito esista un giardino più curato di questo. Il prato inglese sembra un tappeto, è morbido e tagliato al centimetro. Ulivi, cespugli fioriti e vasi antichi circondano tutta la proprietà.

La piscina è splendida, grande dalla forma allungata. Attorno è completamente piastrellata e i lettini in legno sono disposti in maniera ordinata accanto alle docce.

Poi c'è l'idromassaggio, in assoluto il mio preferito. Ci abbiamo fatto l'amore decine di volte.

Un dolce ricordo che mi resterà per sempre nel cuore.

Sposto gli occhi e vedo la mia splendida ragazza sotto il gazebo bianco accanto alla piscina. È bellissima come sempre, indossa solo il costume da bagno rosa. Guarda il telefono e ride gaia.

I capelli castani-biondi le cadono su una spalla, è perfetta. Voglio ricordarmela così, voglio che questa meravigliosa immagine mi accompagni per sempre.

Quanto la amo.

Piangerà? Non l'ho mai vista piangere.

Mi avvicino lentamente, non si è accorta di me, lancio uno sguardo alla tavola accanto a lei, è apparecchiata per due, non vede l'ora di passare del tempo con me.

Non voglio che finisca tra di noi, non voglio morire.

Afferro una sigaretta e me la porto alla bocca.

Io non ti do il potere di uccidermi. Sono io a decidere della mia vita.

Hazel finalmente mi vede e mi regala un sorriso pieno d'amore e felicità.

Schiocca le mani una sull'altra e mostrandomi il tavolo, è stata bravissima. Come sempre.

Inizia a correre gaia e si lancia tra le mie braccia stringendomi forte “mi sei mancato!” soffia sulle mie labbra per poi baciarmi.

Un bacio dolce pieno d'amore e felicità.

Ora sarò io a rovinare tutto.

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


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HAZEL

 

Britney mi ha inviato una e-mail, afferro il telefono e la leggo subito. Mi darà notizie per il viaggio.

 

Carissima amica, finalmente l'estate è arrivata!

Mio padre partirà con la moglie numero quattro (una puttana finta bionda arrampicatrice sociale) la settimana prossima e staranno via per l'intera estate. La “modella” vuole un'abbronzatura totale stile Hawaii e mio padre, pur di continuare a farsela, passerà con lei l'estate in paradiso.

Comunque, torniamo a noi!

Vi aspetto con ansia! Tutti ti aspettano! Claudia, Izzy, Cecilia. Si sono rimescolate le coppie, siamo una grande famiglia! Mi manchi, ci manchi tantissimo!

Devi assolutamente tornare, ancora un anno e sarai libera da Malefica, potrete frequentare una qualsiasi università qui vicino.

Ti prego, pensaci.

Vorrei avervi qui tutta l'estate, sono così entusiasta di conoscere il tuo sexy fidanzato zoppo (è ancora zoppo, vero?!)

Due settimane non bastano, Luchas ha comprato una splendida “baita” (gli piace chiamarla così, in realtà è una super villa con sette camere da letto. Bello il mio fidanzato!) sul monte Shasta.

Dovete venire con noi. Tanta neve, un fantastico viaggio con il jet privato di papino... Ci divertiremo tantissimo! Sarà una festa tutti i giorni.

Mi manchi!

Tvb Hazzy.

A prestissimo.

Smack,

Britty

 

Rido, è sempre uguale.

Saltello dalla felicità! Sarà un'estate fantastica!

 

Alzo gli occhi e vedo il mio fidanzato.

Mi guarda con il suo splendido sorriso sbilenco reso speciale dalla sigaretta spenta tenuta stretta tra i denti.

Quanto è bello. Indossa la camicia, quella a scacchi bianchi e azzurri. La mia preferita.

Gli sorrido gaia. È semplicemente perfetto.

Schiocco le mani e gli mostro il tavolo perfettamente apparecchiato. Sarà un pomeriggio d'amore.

Il sole splende, l'acqua della piscina è calda e io non vedo l'ora di baciarlo.

Gli corro incontro e in attimo sono stretta tra le sue braccia. Faccio attenzione a non posargli sulla protesi e inspiro il suo profumo a pieni polmoni.

Sa sempre di pulito.

“Mi sei mancato!” finalmente mi sento completa.

Lo bacio dolcemente sul lato lasciato libero dalla sigaretta, è soffice da baciare.

“Hazel Grace, sei sempre più bella” mi dice amorevolmente.

Intreccio le mani con le sue e lo bacio ancora sul lato libero della bocca “è perchè sono innamorata” gli sussurro sulle labbra “mi sei mancato davvero tanto, tutto bene?”

Mi porta i capelli dietro all'orecchio e guarda il giardino alle mie spalle “wow, cos'hai in mente?” chiede malizioso.

Sorrido allegra portandogli le braccia attorno al collo “ho voglia di passare tutto il pomeriggio al sole con il mio bel ragazzo.”

Gli bacio ancora l'angolo della bocca “mi piace la forma che prendono le tue labbra quando tieni la sigaretta tra i denti, è sexy.”

Ridacchia sistemandola nel pacchetto e mi stringe i fianchi “ti amo tanto Hazel Grace.”

Unisce le labbra alle mie e mi bacia con necessita, un bacio profondo come se avesse bisogno di me. Le nostre lingue danzano e si intrecciano con passione, ma anche con qualcos'altro.

Lo prendo per mano e ci avviciniamo in silenzio al gazebo.

Arrivati accanto al tavolo, mi avvicino ad una sedia, ma Gus mi blocca trascinandomi tra le sue braccia. Affonda il viso tra i miei capelli e resta immobile “non ti ho mai presa in braccio” sussurra.

Aggrotto le sopracciglia, cosa?!

“Non ce né mai stata l'occasione” gli rispondo accarezzandogli la schiena. In realtà non ci abbiamo mai provato, dubito che la sua protesi reggerebbe 50 chilogrammi in più.

Mi afferra per il sedere e mi solleva, caccio un urlo per la sorpresa e rido avviluppandomi a lui.

Gli lego le gambe attorno ai fianchi e le braccia intorno al collo “sei forte” gli sussurro cercando le sue labbra.

Mmm... mi piace.

Strozza un lamento e stringe gli occhi.

Mi irrigidisco ma non lascia la presa, mi appoggia delicatamente sopra il tavolo e sforza un sorriso.

Dio! Si è fatto male!

Lo lascio immediatamente e mi chino per controllargli il ginocchio ma indossa i jeans, stringo le labbra e lo guardo male “perchè indossi i pantaloni lunghi anche d'estate... Dio solo lo sa!” borbotto preoccupata.

Conosco perfettamente il motivo, ma credo che sia un comportamento assurdo. Odia gli sguardi indiscreti, ma io lo amo così com'è.

“Ti ho fatto male?” gli chiedo guardandolo negli occhi.

Scuote la testa e velocemente si impossessa delle mie labbra, mi accarezza con foga, è impazzito?!

Mi morde un labbro e gemo dal dolore. È così meccanico nei movimenti, troppo avventato, non sembra neanche lui.

Mi porta le mani sul sedere e mi trascina contro il suo bacino. Smette di baciarmi e scende sul mio collo succhiandolo con ardore “Gus” biascico e cerco di lasciarmi andare, ma non ce la faccio.

Perchè fa così? Mi abbassa il costume e mi stringe il seno nella mano, non è mai stato così violento.

Non va bene. Non mi piace.

Gli punto le mani sul torace e lo allontano “sei strano Augustus, va tutto bene?”

Inizio ad agitarmi. C'è qualcosa che non va.

Si passa nervosamente la mano sugli occhi “scusa” mormora mortificato.

Stringo le labbra, continua a non rispondermi. Mi alzo in piedi e mi metto davanti a lui cercando i suoi occhi “Gus, guardami, cos'hai?”

Dopo un attimo finalmente mi guarda negli occhi, sembra triste. Forse l'hanno bocciato un'altra volta all'esame di guida, ma le altre volte ci ha riso sopra.

“Non ho fame” mormora facendo un grande respiro.

“Okay” gli rispondo, mangeremo dopo.

Sono un po' scossa per come si è comportato. Non è mai stato così brutale e distaccato. Cercava di fare le cose senza il solito amore che prova per me.

Lo prendo per mano e lo porto con me sulla sdraio in legno vicina al bordo della piscina, magari si rilassa un po'.

“Togliti la camicia e stenditi sul lettino. Ti metto la crema” gli dico afferrando il tubetto di crema solare dal tavolino accanto a noi.

Sorride e se la sfila, è bello come un Dio greco. Gli accarezzo gli addominali scendendo lentamente “sei bellissimo” gli sussurro.

Si siede sulla sdraio facendo una smorfia, non sta bene. Prendermi in braccio deve avergli fatto davvero male.

È terribilmente silenzioso. Mi fa cenno di sedermi a cavalcioni sopra di lui, e così faccio.

Cosa gli sarà successo?

Verso della crema solare sul mio palmo e inizio a spalmargliela sulle spalle. Ha il classico fisico d'atleta, muscoloso dove serve, ma non troppo, e sodo. Bello da mordicchiare.

Gus continua ad osservare attentamente ogni mio movimento.“Dovresti metterla anche tu la crema” bisbiglia accarezzandomi le cosce.

Ammicco lussuriosa “me la metterai dopo, ho intenzione di abbronzarmi tutta oggi” mi chino sopra di lui e lo bacio dolcemente sulle labbra.

Ride e annuisce.

Adoro le sue risate, partono sempre dal cuore, lo amo così tanto. Non capisco perchè si sia comportato così sotto il gazebo...

“Sembravi felice prima, chi ti ha scritto?” chiede continuando ad accarezzarmi le gambe.

Sorrido, ci siamo “il padre di Britty parte la settimana prossima e mia madre non vede l'ora che passi l'estate lontana da lei. Quindi pensavo che potremmo stare un mese in California. Sarebbe fantastico! Potrei farti conoscere tutti i miei amici e mostrarti Santa Monica dal mare all'imbrunire, è uno spettacolo da mozzare il fiato” dico gaia, Gus continua a guardarmi sorridendo.

Finisco di spalmargli la crema e gli prendo le mani. Mi accarezza le nocche con il pollice e sospira.

Qualcosa lo preoccupa.

Mi mordo un labbro “so che avevamo parlato di due settimane, ma se i tuoi hanno già detto di sì a due, non faranno problemi per altre due, no? Vorrebbero andare anche sul monte Shasta.”

Mi guarda dritto negli occhi, c'è qualcosa che non va, me lo sento.

“Hazel, sarebbe un'estate fantastica ma io non posso venire con te” dice di getto, pietrificandomi.

Sussulto, mi vuole lasciare?! “Se è per i soldi, lo sai...”

Gus scuote la testa allontanando gli occhi dai miei.

Il cuore mi salta in gola.

Oddio “mi vuoi lasciare?” biascico con la gola chiusa.

Ride, una risata nervosa che mi fa rabbrividire “Hazel Grace, nessuno al mondo potrebbe mai lasciarti, sei perfetta e io ti amo con tutto il mio cuore.”

Sospiro “cosa allora?” gli chiedo preoccupata.

Temporeggia stringendomi la mano e abbassa lo sguardo.

Dio, cosa sarà successo adesso? Ho il cuore che mi batte talmente veloce, inizio ad aver paura. Ieri andava tutto bene, oggi mi ha scritto che mi ama...

Gli accarezzo il viso “Hei Gus, cosa c'è che non va?”

Accarezza dolcemente le mie gambe “mi dispiace per prima, non-non so cosa mi sia successo” stringe gli occhi e sospira senza guardarmi negli occhi.

È diverso dal solito. Nervoso, teso, impaurito...

Gli accarezzo il viso con amore “sembrava ti muovesse qualcos'altro al posto dell'amore. Come se dovessi farlo per forza. Cosa ti è successo Gus?” lo imploro.

“Mi ami?” chiede a bassa voce sfuggendo ancora ai miei occhi.

Il cuore mi salta in gola, lo sento battere con forza nel torace “Gus, lo sai che ti amo. Però mi spaventi così, mi dici cos'hai?” mugolo impaurita.

È sicuramente successo qualcosa.

Alza gli occhi nei miei, è triste e preoccupato. No... disperato.

“Il cancro è tornato” confessa.

Poche parole capaci di distruggere tutto il nostro mondo.

Quattro parole e tutta la mia vita si frantuma; si accartoccia su sé stessa e svanisce.

“No...” piagnucolo appoggiando il viso sul suo torace.

No, no, no, no...

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


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:*´¨`*:.. AUGUSTUS ..:*´¨`*:.☆

 

 

Darei l'altro pezzo di gamba per conoscere i suoi pensieri in questo momento.

È immobile appoggiata sul mio torace da venti minuti.

Appena gliel'ho detto ha iniziato a tremare come una foglia. Le pupille le si sono dilatate in preda alla paura e il verde si è ridotto fino quasi a scomparire. Faceva fatica a respirare.

Ha avuto una vera crisi di panico.

Non potevo darle notizia peggiore.

Si è accasciata sul mio torace fredda come un ghiacciolo e l'ho stretta forte a me per infonderle coraggio, baciandole la testa e sussurrandole tutto quello che ho nel cuore. Che la amo, che il mio amore per lei non cambierà mai. Di stare tranquilla che io sto bene.

Lentamente si è rilassata, ma leggeri spasmi la percuotono ancora.

L'ho sconvolta.

Le accarezzo dolcemente la schiena con la punta delle dita, le è sempre piaciuto. Ha sempre amato stare stesa sopra di me a rilassarsi così. Ama la dolce sensazione che l'unione tra le nostre pelli riesce a donarle.

Un contatto speciale che ci appartiene completamente.

Tutto questo finirà, lo so. Mi lascerà, in cancro mi porterà via anche lei.

Assaporo questi ultimi momenti assieme. La morbidezza della sua pelle, il profumo dei suoi capelli.

L'ennesimo spasmo la percuote stringendomi il cuore.

“Hazel” dico dolcemente, non sa come lasciarmi.

“Ti faccio male?” biascica trattenendo un singhiozzo.

“No” sussurro.

Annuisce e mi stringe delicatamente i fianchi.

“Hazel, ti divertirai a Santa Monica con le tue amiche, passerai un'estate fantastica” le dico accarezzandole i capelli. Si merita d'essere felice.

“Dopo un'affermazione così stupida posso solo dedurre che il tumore ti stia fottendo il cervello, Augustus Waters!” dice seria.

Rimango a bocca aperta scioccato.

Ecco l'Hazel Grace di sua madre.

Diretta e velenosa.

Finalmente si mette seduta e mi guarda negli occhi, non c'è rabbia o rancore nel suo sguardo, solo tanta disperazione.

“Non è al cervello, vero?” sussurra mentre una lacrima le riga il viso.

Scuoto la testa e si rilassa leggermente “ti amo anche senza gambe” continua prendendomi per mano.

Questa affermazione equivale ad un pugno nello stomaco.

Mi ama anche senza gambe. Trattengo a stento le lacrime, non posso cedere, non ora.

Non posso farle capire quanta paura ho di morire, quanta paura ho di non poter più stare con lei, quanta paura ho di affrontare il cancro, per di più da solo.

Perchè il cancro ti rende terribilmente solo. Nessuno, se non obbligato da un vincolo di sangue, vuole stare con qualcuno di malato. Soprattutto quando ha un'altissima probabilità di morire.

Alla fine si è sempre da soli. È uno schifo essere soli.

Ricaccio indietro le lacrime inghiottendo il terribile nodo che mi si è formato in gola.

Cos'ho fatto per meritarmi tanto amore? Probabilmente la bilancia cosmica del mondo ha deciso di darmi lei e togliermi la vita.

Dio. Non l'ho mai vista così affranta da quando la conosco, le sorrido dolcemente indossando la maschera del sono malato ma non ho paura e le accarezzo il visino triste “non sarò così fortunato questa volta. Il problema è al fegato.”

Si porta entrambe le manine sulla sua dolce boccuccia e mi guarda spaventata “ci sono metastasi?” chiede con un filo di voce.

Sua madre è un medico e lei, di conseguenza, ha vissuto tutta la vita in mezzo ai libri di medicina. La dottoressa Lancaster non le leggeva Il Piccolo Principe per augurarle la buona notte, ma il manuale del pronto soccorso medico.

Scuoto la testa e emette un lungo sospiro.

Il cancro è fermo lì per il momento, ma solo per il momento.

“Non sei obbligata...” inizio la frase ma mi zittisco immediatamente, i suoi occhi sono diventati talmente minacciosi da bloccarmi il fiato.

“Non azzardarti a dire cose assurde in questo momento, Augustus Waters!” dice puntandomi il dito “Ti ho già concesso il mio premio cancro dimenticando l'assurda affermazione che hai fatto prima!” mi urla contro spiazzandomi.

È seria, quello che le ho detto prima l'ha ferita. La risposta che mi ha dato l'ha sottolineato alla grande.

Forse non scapperà...

Non riesco a non sorridere, rimane sempre la mia ragazza. Mmm... premi cancro “vuoi dirmi che ho già sprecato il tuo premio cancro?” chiedo malizioso portandole le mani sul sedere.

Aggrotta le sopracciglia e ora è lei quella senza parole.

Sta pensando a tutto tranne che al sesso.

Accenna un sorriso e si avvicina per baciarmi “pensavo di concedertene uno al giorno, di premio cancro intendo.”

Sorrido, un premio cancro al giorno.

“Non mi lasci?” le chiedo guardandola negli occhi.

Stringe le labbra offesa “stiamo assieme da quasi un anno, pensavo d'averti fatto capire quanto ti amo Augustus.”

Mi sorprende ogni volta.

Quando l'ho vista la prima volta pensavo fosse una di quelle bamboline della costa occidentale tutte tette e niente cervello. Invece si è rivelata tutta tette, tutta cervello e con un cuore infinitamente grande.

“Sì” sussurro “scusa.”

Le prendo il viso tra le mani e la porto a pochi millimetri dal mio. La guardo negli occhi. Azzurro e verde non sono mai stati così persi uno nell'altro “lo combatterò. Lo combatterò per te.” le dico con sicurezza “Non ti preoccupare per me Hazel Grace. Io sto bene. Troverò un modo per stare ancora in giro a infastidirti per parecchio tempo.”*

Mi bacia sulle labbra, un bacio disperato ricco di dolore.

Annuisce e il respiro le si spezza. Appoggia il viso nell'incavo della mia spalla tremando leggermente “posso piangere o ti da fastidio?”

Mi sta chiedendo il permesso di soffrire. Incredibile.

“Sei libera di fare tutto quello che vuoi, amore mio.” le dico con affetto.

Non mi lascerà.

Il cuore mi si gonfia di speranza.

Appena finisco di parlare inizia a singhiozzare sconsolata, mi stringe forte le mani attorno al torace e le sue lacrime mi bagnano il petto.

Quanto dolore sarò in grado di infliggerle? Cancro maledetto.

“Non mi lasciare!” alza la voce piangendo disperata per sfogarsi e io la stringo tra le braccia facendole sentire che ci sono, che sono con lei, che non voglio lasciarla.

Stringo i denti e guardo in alto, dritto la luce del sole e costringo la mia gola ad inghiottire tutte le lacrime che vorrei versare.

Non posso piangere davanti a lei, non posso darle anche questo dolore. Non posso ferirla più di quello che sto già facendo.

Io voglio sopravvivere per lei.

Io voglio vivere.

 

Dopo un quarto d'ora di pianti, finalmente Hazel inizia a calmarsi. Fa dei respiri profondi cercando di controllare i singhiozzi.

Continuo ad accarezzarle la schiena con la punta delle dita e sospira pesantemente “sei andato ad un controllo stamattina, ecco perchè eri così misterioso” mormora senza voce.

Stringo le labbra, beccato. “Sì, non volevo farti preoccupare” le rispondo stringendole le spalle.

Sospira pesantemente “promettimi che non mi nasconderai nulla, okay?”

Le bacio la testa “okay.”

“Perchè ti sei comportato in quel modo quando sei arrivato?”

Sospiro, non ero in me, “volevo fare l'amore con te per l'ultima volta. Ma non riuscivo a lasciarmi andare... continuavo a pensare alla tua reazione, a come mi avresti lasciato. Cose così...” le rispondo guardando il cielo.

“Sei un'idiota Augustus Waters. Hai proprio una bassa considerazione di me” dice tristemente.

Oh, no! Le alzo il viso e incrocio i suoi occhi. Sono di un verde così brillante sa sembrare smeraldi “scusami Hazel, tu sei tutto quello di cui ho bisogno in questo momento. Temevo che il cancro mi portasse via anche te.”

Stringe le labbra e sospira “non hai idea di quanto tu riesca a rendermi felice Augustus, nessuno è meglio di te. Nessuno sarà mai meglio di te. Lo sconfiggerai e io sarò lì con te, okay?” dice seria.

“Okay” sussurro baciandola dolcemente sulle labbra.

Mi ama.

“Conoscono già lo stadio?” allunga le mani accomodandosi meglio sul mio torace. Sua madre vuole che diventi un medico e lei non fa altro che leggere manuali di medicina avanzata. Conosce il cancro, ma solo sulla carta. Sarà terribile e, un giorno, deciderà d'andarsene per evitare di crollare con me.

“No, volevo vederti. Volevo uscire da quell'inferno e perdermi qui con te nel nostro mondo. Domani ho la biopsia, se te la senti, puoi venire con me” mi azzardo a dire.

“Non ti lascerò escludermi da nulla. Visite, analisi, consulti... io verrò sempre con te. Aspetterò fuori dalla porta ma io ci sarò. Voglio che tu sappia che io sono sempre con te. Promettimelo.”

Sorrido “okay.”

“Stasera inizio con la chemioterapia, vuoi stare ugualmente con me stanotte?” le chiedo dolcemente.

Si mette a sedere e intreccia le mani con le mie “certo, dormo sempre da te quando mia madre è fuori, le cose non cambieranno.” sospira pesantemente “La dottoressa\cardiochirurga\primaria di cardiochiurgia\maniaca dell'aspetto esteriore\stronza, nonché mia madre, è in trattative con il marito numero tre, starà fuori casa più spesso, pensi che ai tuoi dispiacerà avermi attorno più giorni a settimana?”

Sorrido, Hazel ha un pessimo rapporto con sua madre. L'ha sempre definita una subdola arrampicatrice sociale capace di farsi mettere incinta dall'uomo più ricco di tutta Santa Monica per poi costringerlo a sposarla. Si è fatta saldare tutti i debiti, pagare gli studi e poi l'ha lasciato, come se tutto le fosse dovuto.

Suo padre l'amava più della sua vita, la sera in cui gli ha detto che voleva il divorzio, il magnate Lancaster ha avuto un infarto ed è morto. È stata la figlia a trovare il corpo freddo e senza vita del padre.

Hazel l'ha sempre definita un'assassina silenziosa.

“Saranno entusiasti di vedermi arrivare con te, non preoccuparti. Ti adorano” le rispondo teneramente.

Il mio telefono suona, Heazel si allunga velocemente sul tavolino e me lo porge.

Isaac.

Sospiro e accetto la chiamata “amico, questo non è un buon momento.”

Augustus” singhiozza.

Dio, non può sapere del cancro!

Mi ha lasciato! Monica mi ha lasciato per evitare di farlo quando sarò cieco!” Isaac continua a piangere.

Oggi è una giornata di merda per tutti, mi passo una mano sugli occhi.

Sono a casa tua, ma tu non ci sei!” alza la voce e grida disperato.

Espiro profondamente “aspettaci lì, arriviamo subito.

Riaggancio la telefonata e guardo Hazel.

Non ha ascoltato la telefonata, è chiusa in un mondo tutto suo.

Mi sta osservando attentamente l'addome, probabilmente si sta immaginando il cancro dentro di me. Continua ad accarezzarmi lo sterno e lo stomaco. Mi sfiora dolcemente con tutto l'amore che prova per me.

“Fammi il discorso, così chiariamo subito le cose” dice senza guardarmi.

Le accarezzo le gambe, vuole il discorso che mi sono preparato. Vuole sentirlo per poi rispondermi come si deve. Inspiro ed espiro profondamente. Le mani le tremano e la guardo negli occhi. Sono di un verde così chiaro, non l'ho mai vista così triste “il cancro è terribile, hai ragione a volerti allontanare da me. Tu sei una ragazza speciale e io ti libero da tutti gli okay che ci siamo promessi. Ti amerò per sempre, per noi non esisterà mai l'oblio, il nostro amore vivrà per sempre. Questo quasi anno passato assieme è stato il più bello di tutta la mia vita, grazie di tutto Hazel Grace Lancaster. Ti auguro tutta la gioia di questo mondo, te la meriti.”

Una terribile smorfia di tristezza si impadronisce del suo bel visino, annuisce e inghiottisce il nodo che ha in gola “okay” mormora con un filo di voce.

Il cuore mi salta un battito.“Okay?” chiedo confuso. Cosa significa? Che mi lascerà?

Si china sopra di me e mi bacia, un dolcissimo contatto pieno d'amore “okay” ripete ancora “mi sento libera di tutti gli okay che ci siamo promessi e resto con te per me, perchè ti amo” appoggia le labbra sulle mie e prolunga il contatto restando immobile.

Le ha così soffici.

“Ti starò vicina perchè ho iniziato ad essere felice solo quando ti ho incontrato Augustus Waters. Non permetterò al cancro di separarci.”

Stringo gli occhi e le prendo il viso tra le mani impossessandomi della sua bocca. Unisce subito la lingua alla mia e ci baciamo con un amore disperato.

Le sue lacrime bagnano il viso di entrambi, è triste la mia ragazza, ha paura di perdermi. Ha iniziato ad essere felice da quando mi ha incontrato, mi ama, non mi lascerà. Combatterà accanto a me.

Allunga le mani stringendomi forte i capelli, non vuole farmi allontanare.

Si avvicina appoggiandosi di peso sul mio torace.

Un lieve dolore sordo mi cresce nel fianco, merda. Prima non ci facevo caso, è da settimane che sento una leggera fitta ogni volta che si preme sopra di me, ma ora so che è il il mio fegato ammalato.

Faccio scendere le mani percorrendole tutto il corpo. Le solletico le spalle, il collo, la schiena fino ai fianchi.

È pura felicità.

“Ti amo” mi sussurra tristemente continuando a baciarmi.

“Anch'io ti amo” le mormoro in risposta spostandole i lunghi capelli dietro alle spalle.

Si allontana appoggiando il sedere sopra le mie gambe, ha le labbra gonfie e il fiato corto. Non è l'unica, finalmente il dolore al fianco inizia ad attenuarsi e ricomincio a recuperare il respiro.

Continua a guardarmi negli occhi, vuole fare l'amore con me. Lo so, la conosco, una scintilla particolare le illumina lo sguardo ogni volta.

Lesta allunga le mani alla cintura dei miei jeans ma la blocco immediatamente.

Spalanca gli occhi terrorizzata e le ritrae “ti ho-ti ho fatto male? Non possiamo...?”

Sorrido e mi avvicino per baciarla ancora “sì che possiamo e non vedo l'ora di perdermi dentro di te amore mio. Ma ho detto ad Isaac che saremmo tornati subito a casa. È stato scaricato da Monica, non possiamo ritardare.”

Spalanca gli occhi rabbiosa “oddio, ci mancava anche questo... è una grande stronza.”

Ridacchio. Fantastica la mia ragazza sboccata. Le prendo il viso tra le mani e la bacio, non mi lascerà, non per il momento almeno. Il nostro amore è vero.

Mi porta le braccia attorno al collo avviluppandosi completamente attorno a me “ho bisogno di fare l'amore con te...” soffia con un filo di voce.

Le stringo forte le braccia attorno alla schiena, vuole sentire che siamo ancora noi “abbiamo tutta la notte, okay?”

Annuisce baciandomi il collo “okay” mormora.

 

 

 

 

 

 

 

 

* Colpa delle Stelle (questa frase disperata mi ha stretto il cuore, è semplicemente perfetta. Ho dovuto inserirla.)

 

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


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Mrs WATERS

 

Cancro, ancora cancro...

L'ha già sconfitto una volta, ce la farà ancora. È un ragazzo speciale, ama la vita, ha superato un'amputazione e ha ricominciato a vivere. È felice, vuole vivere, ha il diritto di vivere.

Afferro il libretto informativo che mi ha gentilmente fornito la dottoressa Maria.

 

A cosa serve il fegato.

Già letto.

Tumori benigni e maligni.

Già letto.

Fattori di rischio.

Già letto.

Come si riconosce.

Già letto.

 

Caro opuscolo, dimmi qualcosa che non so. Tipo perchè mio figlio, di soli diciassette anni, si ritrovi ad affrontare una prova così difficile per la seconda volta!

Sento la pelle ricoprirsi di brividi, la rabbia crescermi dentro incontrollabile.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime. Le dighe minacciano di cadere a pezzi.

Guardo la luce della lampadina.

Non piangere, non piangere... non piangere. Devo essere forte per Gus, devo essere forte per mio marito. Hazel come reagirà? Isaac è nel seminterrato a piangere perchè la sua ragazza l'ha lasciato a causa del tumore.

Gus è innamorato di Hazel, dal giorno in cui l'ha conosciuta non ha più parlato di nessun'altra.

Erano rimasti a parlare per due ore dopo la scuola. Arrivato a casa da scuola, con un sorrisetto sulle labbra, aveva subito iniziato a parlare della ragazza californiana che faceva lezione in spiaggia.

Il giorno in cui ce l'ha presentata era entusiasta, non ho mai visto mio figlio così felice. Una ragazza estremamente carina e dolce.

Appena ci ha visti è arrossita vistosamente e si è morsa il labbro inferiore. Gus l'aveva presa per un fianco mentre lei ci stringeva le mani sorridendo.

Da quel giorno è diventata parte della famiglia. Dal giorno in cui ha messo piede in casa nostra, non l'ha più lasciata.

Mi sono innamorato mamma, mi ha detto Gus con un'alzata di spalle. E io ho capito che non era una semplice infatuazione, ma vero amore.

Augustus ha voluto darle le chiavi di casa perchè le persone importanti sono difficili da far entrare nella propria vita, tanto vale aiutarle dandogli le chiavi.

Ho sorriso felice vedendo mio figlio che ricominciava a vivere dopo il carcinoma e sono andata dal fabbro a fare il duplicato.

Non potevo chiedere di più.

E ora mi ritrovo a sperare che torni in questa casa assieme a lui, se l'ha lasciato ne soffrirà enormemente e affronterebbe la malattia negativamente.

Sorridi alla vita e lei sorriderà a te. Le parole di incoraggiamento di mio marito echeggiano nel mio cuore, ma non mi aiutano. È faticoso sorridere in questi momenti.

Perchè? Tante domande e poche risposte.

Alzo lo sguardo sopra il lavandino. Il mio incoraggiamento preferito inciso su vetro colorato La famiglia è per sempre.

Noi saremo per sempre.

 

Respiro profondamente e continuo a leggere queste sedici pagine di opuscolo.

Sintomi:

Forse potevo accorgermene prima... cosa non ho notato di diverso in lui? Io sono sua madre, dovrei accorgermi di tutto.

Continuo a leggere:

Perdita di peso o perdita dell'appetito.

Questo no, ha sempre mangiato volentieri.

Gonfiore, ittero, dolore al fianco destro, ascite, turbe della coagulazione.

No, non ho notato niente e nulla di cui potevo accorgermi, però se gli avessi fatto fare le analisi del sangue tutti i mesi...

Il mio compagno di vita arriva in cucina silenzioso e mi accarezza le spalle baciandomi immediatamente la testa “So a cosa stai pensando, non farlo. Non potevi prevederlo.”

Stringo gli occhi affranta e non rispondo. Sono sua madre, dovevo accorgermi di qualcosa.

Continuo a leggere:

Come si cura: chirurgia, chemioterapia, radioterapia, trapianto. Dubito che sprecherebbero un fegato sano per un malato di cancro.

Il cuore mi si ferma leggendo le righe successive:

 

Sopravvivenza:

Solo una piccola percentuale di tumori primitivi del fegato è riconosciuta nelle fasi iniziali e può essere rimossa con la chirurgia.

Meno del 30% dei pazienti soggetti a chirurgia ne ottiene la completa rimozione.

L’Epatocarcinoma è tra i tumori più frequenti nel mondo.

La sopravvivenza a 5 anni per cancro del fegato è circa 0.5%, e spesso si presenta contemporaneamente alla cirrosi, anch’essa letale.*

 

Un gemito di puro terrore mi sale in gola. Subito lo strozzo chiudendomi la bocca con le mani. Inizio a piangere sconsolata tra le braccia di mio marito, non posso perdere mio figlio!

Trattengo i singhiozzi, Isaac non deve vedermi in queste condizioni, si insospettirebbe.

Stringo forte le braccia di mio marito per cercare il minimo conforto, ma è impossibile. Mio figlio non può morire. Io amo mio figlio.

Cinque anni sono pochissimi... Cos'ho sbagliato? L'ho desiderato così tanto e l'ho fatto sbagliato.

È colpa mia!

Sentiamo il SUV di Gus inchiodare nel vialetto.

È tornato.

Afferro subito l'opuscolo dell'orrore e lo nascondo.

Non deve leggerlo.

Mi lavo velocemente il viso con l'acqua fredda nel lavello della cucina e mi asciugo bene gli occhi.

Gus non può vedermi così, soprattutto se sarà da solo.

Mi avvicino alla finestra con il cuore in gola e appena al vedo mi rilasso leggermente. Lei è qui.

Ha gli occhi rossi e stringe con forza un fazzoletto tra le mani. Gliel'ha detto e non l'ha lasciato. Ha anche una grossa borsa caricata sulla spalla, si fermerà qui a dormire.

Non ci ha mai presentato sua madre, ci ho parlato due volte in questo anno. Mi sembrava impossibile che, ad una ragazza di quasi sedici anni, venisse concesso di dormire a casa di un ragazzo senza conoscerne i genitori. Quando l'ho chiamata mi ha liquidata con un mia figlia è una ragazza responsabile.

Mi ha scioccata.

La seconda volta è stato quando Gus si è addormentato accidentalmente a casa di Hazel, Mrs Lancaster mi ha ricordato che il suo tempo è denaro e che ovviamente non era in casa a fare da balia a due adolescenti.

Da quel giorno non ho più voluto avere a che fare con lei. Se ci fossero stati problemi mi avrebbe chiamata.

Quando ho chiesto a Gus che donna fosse, mi ha risposto semplicemente: è come Hazel quando è offesa o incazzata. Però in versione ghiaccio/dark.

In pratica non ci ho capito nulla. Non ho mai visto Hazel arrabbiata e qui, ovviamente, non si è mai sentita offesa da niente.

Continuo a guardare mio figlio in piedi nel vialetto, prendere tra le braccia la sua ragazza. Gus sorride e socchiude gli occhi godendosi a pieno il contatto con la suo prezioso amore.

Non avevo dubbi, Augustus è un ragazzo splendido e Hazel non è una stupida. Non l'avrebbe mai lasciato per il cancro.

Si avviano verso casa e mi volto sorridendo a mio marito “C'è” gli sussurro alludendo alla ragazza.

Lui mi regala un dolcissimo sorriso pieno di gioia “Non avevo dubbi, tesoro.”

La serratura della porta di casa scatta e i due ragazzi entrano in silenzio “Lo dirò io ad Isaac” sussurra Gus.

“Non voglio assumermi questa responsabilità Gus, tranquillo” risponde Hazel seria.

“Hei amore, andrà bene. Non piangere, è un regalo averti qui, non potevo chiedere di più in un momento come questo” Gus rassicura la sua ragazza.

Mi avvicino alla porta e sorrido a mio figlio “Isaac è nel seminterrato, i pianti si sentono fino qui.”

“Grazie mamma” mi risponde con un sorriso. Si volta verso la sua fidanzata e la bacia sulle labbra “Mangia qualcosa, poi raggiungici quando ti sei calmata, okay?”

Lei annuisce e osserva Gus sparire per le scale.

Hazel si stringe nelle spalle e sospira pesantemente “Posso stare qui per qualche giorno? Mia madre è fuori per tre notti ed è in trattative con il marito numero tre. E poi... vorrei stare con Gus, se non disturbo” bisbiglia.

Il cuore mi si stringe e mi avvicino prendendola tra le braccia “Non disturbi tesoro, sei una di famiglia” le rispondo con dolcezza.

Annuisce e mi guarda negli occhi, restiamo a fissarci finchè non scoppia a piangere. Si porta una mano sulla bocca e soffoca un urlo di disperazione.

La prendo sotto braccio e l'accompagno in bagno.

Non sa come ci si deve comportare e crisi isteriche del genere sono assolutamente vietate con i malati di cancro.

Si china sul lavandino afferrandolo con forza “Mi scusi Mrs Waters, ora mi passa” biascica facendo dei respiri profondi.

Le accarezzo la schiena “Andrà tutto bene Hazel, Gus è forte e ha qualcosa per cui combattere.”

“Okay” mormora e si lava il viso con l'acqua fredda “Grazie di tutto Mrs Waters.”

Si mette dritta e alza il mento indossando una maschera di ghiaccio “Vado dai ragazzi.”

Ecco l'Hazel di sua madre.

Annuisco e assieme usciamo dal bagno. Arriviamo velocemente al soggiorno dove troviamo Gus e Isaac in piedi in mezzo al salotto.

“Hei Hazel, che faccia!” Isaac guarda la ragazza immobilizzandosi.

Lei sorride dolcemente “E' una grande stronza, non ti merita” dice seria al ragazzo davanti a lei prendendolo tra le braccia.

Spalanco gli occhi, che linguaggio colorito... Sono una persona che non tollera le parolacce, ma questo è un caso a parte.

“Hanno anticipato l'operazione,” mormora Isaac “dopodomani mi asporteranno l'occhio.”

Hazel gli stringe forte le braccia attorno al collo e soffoca un singhiozzo.

Resto a guardare questi ragazzi con una sola domanda nel cuore.

Perchè?

 

 

 

 

 

 

 

* Fonte AIOM - Opuscoli informativi sui tumori - Tumore del Fegato

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


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·.·´¯`·.·★ AUGUSTUS ★·.·´¯`·.·★

 

 

E' arrivato il momento, ora inizia la vera guerra contro il cancro.

L'infermiera è appena arrivata. Ne ho incontrate di persone da quando mi sono ammalato. Tante fredde, altre distaccate, altre comprensive; ma mai una donna così coinvolta.

È una minuta pensionata con i capelli bianchi e un sorriso talmente angelico che farebbe sciogliere un intero ghiacciaio.

Ha scelto questa vita molti anni fa, quando sua figlia è morta. Non ha approfondito bene, ma ho capito che, assieme a lei, se né andata anche tutta la sua felicità.

L'infermiera Leila sarà la mia nuova infermiera a domicilio. Ogni sera verrà a farmi le analisi del sangue e ad avvelenare il mio corpo, per eliminare il tumore che vuole interrompere la mia vita prima d'essere vissuta.

Leila si avvicina con un sorriso e nello stesso momento Hazel indietreggia spaventata.

No, non deve aver paura, non per me.

Alzo una mano per raggiungerla, ma mia madre si mette difronte a me sorridendo “pronto tesoro?” mi dice forzando un sorriso.

Strizzo gli occhi maledicendo il cancro per la miliardesima volta, ma quando li riapro sorrido alla donna forte che ho difronte. Mia madre. “Pronto mamma, non ho intenzione di farlo vincere” dico deciso.

Lei annuisce e si siede accanto a me. Ora riesco a vedere Hazel.

Si è rifugiata in un angolino del soggiorno, mi guarda tristemente.

“Dammi il braccio Augustus” Leila mi afferra la mano sinistra e inizia a strofinarmi tutto il braccio con il disinfettante. Afferra subito l'ago cannula e, senza neanche avvertirmi, lo conficca nella mia vena, prendendola all'istante.

Resto di sasso ammirando la sua destrezza “grazie” mormoro senza sapere cos'altro dire.

È stata bravissima.

L'infermiera mi accarezza il viso “di nulla Augustus, ora cerca di rilassarti, l'infusione durerà circa un'ora” conclude alzandosi in piedi.

Cerco con gli occhi la mia ragazza e appena incontro il suo sguardo le sorrido, allungandole il braccio destro “hei amore, vieni qui” le dico dolcemente.

La vedo, è smarrita.

Hazel si accarezza le spalle e sospira “non so cosa fare” sussurra con voce rotta. Sta cercando di non piangere.

Le regalo un sorriso sbilenco “devi solo venire qui con me.”

Annuisce e si avvicina. Mia madre mi bacia la testa e lascia il posto libero accanto a me, che subito viene riempito dal corpicino caldo della mia fidanzata.

Le prendo la mano stringendola alla mia e ci guardiamo negli occhi.

È triste, è stata una giornata allucinante e ora è qui con me. Ti amo sillaba senza parlare.

“Le faccio un caffè?” Mrs Waters si rivolge gentilmente all'infermiera e in un attimo, io e Hazel, restiamo da soli in salotto.

Sento il freddo liquido della flebo entrarmi nelle vene. Mi appoggio allo schienale e chiudo gli occhi.

“Ti fa male?” mi sussurra la mia ragazza appoggiandosi con la testa al mio braccio.

Sorrido, è sempre così dolce. Mi stendo sul divano trascinandomi dietro la mia fidanzata. Mi avvolge i fianchi con le braccia e appoggia il visino sul mio torace.

“No, per i primi giorni non sarà terribile. Averti vicina mi riempie il cuore di gioia. Sono qui per restare” de dico baciandole la testa. Le accarezzo il braccio con la punta delle dita e la sento rilassarsi.

“Dio, Gus” mormora tristemente “ti amo” mi dice e si allunga per lasciarmi un dolce bacio sulle labbra.

“Lo so Hazel Grace e io amo te. Ricordi il nostro primo bacio?” le chiedo mentre si avviluppa completamente a me.

Annuisce e ride nervosa “è stato dolce.”

Le accarezzo i capelli e le sorrido “era solo la nostra quarta uscita ed ero terrorizzato. Sapevo che dovevo dirti della protesi, ma temevo che mi avresti guardato con altri occhi” la bacio sulle labbra “invece mi hai confessato il tuo amore con un bacio.”

Il viso le si riga di lacrime.

“In quel momento ho capito che eri quella giusta per me” le sussurro.

Mi prende il viso tra le mani e si avvicina regalandomi un bacio pieno d'amore “oddio, ti prego, io ti amo” piagnucola unendo la lingua alla mia.

Il cuore mi si stringe mentre le manine tremanti della mia ragazza si stringono attorno al mio collo.

Le accarezzo la schiena “okay” le sussurro.

“Okay” mi risponde appoggiando il viso sul mio torace.

“Okay” mormoro chiudendo gli occhi.

 

Chi è quella ragazza?” chiedo indicando una nuova figurina.

Isaac stringe gli occhi e fa una smorfia, non la riconosce.

Monica si aggiusta i capelli dietro alle orecchie “è una nuova, si chiama Hazel. Viene dalla California.”

Mi volto riguardando la ragazza, è davvero molto bella.

Capelli castani biondi, occhi verdi da sembrare smeraldi, pelle abbronzata. Curve favolose, un bel seno, gambe splendide... entrerà a far parte delle cheerleaders e si metterà con un campione di basket.

Sicuramente.

Sarà la classica ragazzina superficiale e cretina della costa Occidentale.

Una barbie tanto bella quanto stupida.

Sicuramente. Antipatica e snob.

Ride alla ragazza che ha difronte. Un sorrisetto mi nasce sulle labbra, è molto carina però.

HAZEL!” Monica alza la voce attirando la sua attenzione.

Mi giro velocemente verso i miei amici, ma è troppo tardi.

La ragazza ha notato che la fissavo.

Stringo gli occhi e sbatto nervosamente il tallone della gamba buona sul pavimento.

Dopo pochi secondi sento la sua voce e per la prima volta. È come udire i campanelli del paradiso.

Ciao!” allunga la mano ad Isaac “mi chiamo Hazel.”

Mi volto verso di lei e sorrido, è davvero bella...

Isaac le sta chiedendo se le piace la scuola e perchè si è trasferita qui dal paradiso.

Io non ascolto la risposta, mi limito ad osservarla. Ha la pelle liscia, mi chiedo se sia anche morbida come sembra...

Sei fortunata, fra tre settimane finisce la scuola!” Monica fa una smorfia e la ragazza distoglie gli occhi dal mio migliore amico e li sposta in quelli di Monica.

Stringe le labbra, un movimento impercettibile che sfugge all'attenzione dei miei amici.

Mah, dubito che non abbia frequentato fino ad ora...

Si volta verso di me e sorride “Giusto... perchè fino ad ora non sono mai stata in una scuola, in California facciamo lezione in spiaggia” Hazel inclina la testa di lato interrompendo i miei pensieri.

Sorrido divertito, è sarcastica.

Alzo la mano verso di lei, devo toccare questa forza della natura,

Afferra sorridendo la mia mano e si blocca, per un attimo il verde dei suoi occhi e l'azzurro dei miei si fondono a diventare una cosa sola.

Sorrido ancora e la vedo arrossire.

Le barbie arrossiscono?!

Sono Augustus Waters” dico senza lasciare la sua mano.

Sorride, un dolce sorrisetto timido le decora il viso “Hazel Grace Lancaster.”

Bello, ha due nomi, una ragazza speciale.

Scivolo di lato sulla panchina su cui sono seduto e sorrido ancora “siediti Hazel Grace, parlaci delle lezioni sulla spiaggia, sono davvero curioso.”

Stringe il labbro inferiore tra i denti e si accomoda accanto a me.

Sembra l'inizio di una nuova occasione.

Un premio cancro direttamente dal cosmo.

 

 

La stanza di Hazel...

Ha una camera davvero grande, sarà sessanta metri quadri... Quadri di artisti famosi adornano le pareti, sembra una galleria d'arte. La mano di sua madre è arrivata anche qui..

Siamo stesi sul letto, lei è seduta tra le mie gambe e ha la schiena appoggiata al mio torace.

Sta leggendo l'ennesimo libro di medicina...

L'estate sta finendo, eppure è molto caldo. Indossa un abito senza spalline bianco e blu, le sta bene.

Le accarezzo una spalla e le curioso nella scollatura. Vorrei baciarla anche lì...

Morirò vergine” dico di punto in bianco senza neanche accorgermene.

Oddio. Mi ridesto dall'affermazione che ho appena fatto e penso subito a cosa dire, ma sento Hazel irrigidirsi.

Appoggia il libro a lato del letto e si volta verso di me “sei vergine?” chiede incredula.

Sorrido accarezzandole i capelli, pensava di stare con un adone...

Hazel Grace, prendi un foglio e disegnaci sopra un cerchio” le dico con un sorriso sbilenco.

Okay” sorride e afferra un quaderno dal suo comodino.

Trova una pagina bianca e ci disegna sopra un cerchio perfetto.

Okay” le rispondo “ora disegnane uno più piccolo, anzi, piccolissimo all'interno.”

Ridacchia e disegna un micro cerchietto al suo interno.

Le indico il cerchio più grande “questi sono i diciassettenni vergini.” annuisce dandomi tutta la sua attenzione e continuo indicando l'altro “Questi sono i diciassettenni vergini con una gamba sola.”

Hu” risponde spalancando gli occhi. Sembra sorpresa. Si è resa conto che la mia disabilità incide sulla mia vita.

Lei non ci ha mai fatto caso, mi guarda con occhi diversi dagli altri, con occhi innamorati.

Sembra che sia l'unica persona alla quale non interessi minimamente della mia “non” gamba.

E' sì, hu” le rispondo accarezzandole le spalle.

Mi sorride, un sorriso bellissimo e ricco di tenerezza.

Bene, ora tocca a me.” Si accomoda meglio appoggiandosi completamente al mio torace e disegna sotto il mio cerchio uno più piccolo “queste sono le sedicenni vergini di cui faccio parte.”

Sorrido, ha volutamente disegnato il cerchio più piccolo.

Non ha mai avuto un ragazzo. Il cuore mi si gonfia e inizia a battermi più veloce.

Ne disegna uno grande di lato “questi sono i ragazzi che vogliono essere la prima volta di una ragazza e poi scaricarla e sentirsi i più fighi del mondo.”

Annuisco e la guardo mentre disegna un cerchietto accanto a quello dei ragazzi “questo è quello dei ragazzi che vogliono solo fondere la propria anima con quella della ragazza che amano. A questi non interessa il resto del mondo perchè il mondo a cui fanno riferimento è quello creato con la persona di cui sono innamorati.”

Sorrido accarezzandole i capelli. È bellissima.

Accarezza il cerchietto più piccolo con i polpastrelli e sospira.

Sento il suo cuore battere talmente forte da colmare il silenzio della sua stanza.

Mi guarda negli occhi “il mio cuore ti ha già messo in una categoria, Augustus Waters, ma ho paura che si sbagli. Se così fosse tu te ne andresti e io rimarrei sola con il cuore spezzato” bisbiglia.

Mi guarda intensamente negli occhi, sta cercando di capire se il suo cuore mi ha messo nella categoria dei ragazzi innamorati o no.

Io la amo con tutto me stesso...

Sospiro e mi avvicino a sfiorarle le labbra “ti amo Hazel Grace, segui il tuo cuore, perchè ha ragione. Il mio mondo sei tu.”

Okay” mi soffia sulle labbra trascinandomi sul letto sopra di lei.

 

“Augustus, tesoro, la flebo è terminata, svegliati” la voce di mia madre... ma cosa ci fa qui?! “Svegliati tesoro, stavi dormendo.”

Mi stropiccio gli occhi. Sono nel soggiorno di casa mia, stavo sognando... mi volto subito verso la splendida creatura addormentata accanto a me. Le sfioro il viso con le mani e sorrido, la amo da sempre.

“Sembri felice Gus, stavi facendo un bel sogno?!” l'infermiera mi toglie l'ago cannula dal braccio senza infliggermi il minimo dolore.

Sorrido riguardando la mia fidanzata “non ho sognato, ho rivissuto un dolce ricordo...”

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo VII ***


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★ ✩ ✮ ✯ ✰ ☆ AUGUSTUS ★ ✩ ✮ ✯ ✰ ☆

 

Stiamo giocando ai videogiochi da tutta la mattina. Isaac è arrivato a casa mia ieri sera alle dieci con sottobraccio il sacco a pelo. Voleva passare l'ultima notte prima dell'intervento vedendo i suoi amici.

Hazel si era addormentata sul mio letto, io e il mio migliore amico abbiamo parlato tutta la notte.

Mi ha parlato di Monica, dei suoi sogni, dei suoi progetti per il futuro. Cosa farà quando non ci vedrà più. Ha voluto tenere la luce accesa tutta la notte, continuava ad osservare i colori e le sfumature dei vari oggetti.

-La cosa che mi mancherà di più, sarà la luce del sole.- Mi ha detto trattenendo le lacrime.

Ieri non ce l'ho fatta a dirgli del cancro.

Abbiamo parlato di tutto, dai videogiochi, alle taglie di reggiseno delle cheerleader della nostra scuola, di Hazel, della tonalità di giallo del formaggio quando viene bruciato, del sesso, dell'amore... Del futuro che lui vede nero, mentre io temo proprio di non vederlo.

L'ennesima esplosione al videogioco e vedo Isaac lanciare il joypad sul tappeto ed esultare come un eroe di guerra “Sono il migliore!” grida facendoci ridere.

Per un momento rivedo il ragazzo spensierato e felice di sempre.

Poi posa gli occhi sull'orologio e lo sguardo gli si incupisce “Devo andare, mia madre ha detto di tornare prima di pranzo, ho il pre ricovero.”

Annuisco e mi alzo a fatica in piedi, Hazel mi lancia un'occhiata di incoraggiamento, devo dirglielo ora.

La mia fidanzata abbraccia il mio amico e gli accarezza il viso “Vedi di ricordarmi così bella anche quando sarò vecchia, okay?”

Isaac mi sorride ammiccando “Da domani dovrò usare le mani per riconoscere le persone.”

Una risata mi esce dalle labbra senza neanche pensarci, afferro Hazel per un polso e, sorridendo, la trascino tra le mie braccia “Allora perderai anche le mani!” Gli rispondo giocoso.

Isaac alza le mani fingendosi offeso e si allontana, dà un buffetto sul naso di Hazel e sospira.

Sta per aprir bocca, ma non dice nulla.

Non esistono parole per dire addio. Si allontana abbassando lo sguardo.

“Diglielo” mi sussurra Hazel guardandomi negli occhi “Devi, è il tuo migliore amico, ha il diritto di saperlo.”

Annuisco e lo seguo zoppicando, il fianco mi dà proprio fastidio.

“Isaac, aspetta!” grido.

Salgo la scalinata reggendomi al corrimano ed arrivo in cima dopo pochi secondi.

Isaac mi guarda tristemente “Non me ne sarei mai andato senza salutarti. Mi mancherà tutto questo.” sussurra sconsolato.

Mi avvicino. Devo dirglielo, devo dirglielo...

“Siamo amici, niente di questo finirà. Semplicemente non vedrai quanto diventerai brutto quando sarai vecchio.” gli dico ridendo.

Devo dirglielo, devo dirglielo...

Sorride ed annuisce, sta aspettando qualcosa. Che l'abbia capito?

Restiamo ad osservarci in silenzio.

Isaac temporeggia dondolando sulle gambe, io mi appoggio al muro con la schiena ed incrocio le braccia.

Sentiamo in lontananza il rumore del videogames di sotto, il volume è proprio alto.

Devo dirglielo.

Ripenso alla reazione di Hazel e stringo le labbra. Come reagirà lui?

“Il cancro è tornato, amico, ma non ti devi preoccupare per me.” dico tutto d'un fiato.

Cosa farà? Inizierà a piangere o mi manderà a quel paese?!

Issac non si scompone, resta in silenzio e annuisce guardandosi le scarpe “L'avevo capito. I pianti sconsolati di ieri di Hazel, la bottiglia di Herceptin nel bidone delle immondizie... insomma. Ho fatto due più due.”

Faccio una smorfia. Beccato. Ha visto la bottiglia vuota del farmaco per la chemioterapia e Hazel così triste.

Però non sembra disperato...

“So che lo sconfiggerai, Gus. Sei forte e hai Hazel con te.” dice e subito si butta tra le mie braccia stringendomi forte.

Gli stringo le braccia attorno al torace e lo sento cedere. Un singhiozzo lo percuote.

La voce gli si incrina “Devi sconfiggerlo. Lo devi a me perchè hai l'amore che desidererei io, lo devi ad Hazel perchè si illumina ogni volta che le sorridi, lo devi ai tuoi perchè sei il loro unico figlio maschio...” prende fiato stringendomi con più forza “Ma soprattutto lo devi a te stesso. Dopo tanta sofferenza, hai il diritto di vivere felice.” concludere facendomi commuovere.

E cedo anch'io. Tra le braccia del mio migliore amico inizio a singhiozzare disperato.

Penso alla morte, all'oblio, al terribile dolore che proverò, all'infinita disperazione che proveranno le persone che mi amano... Maledetto cancro!

Due adolescenti abbracciati che piangono potrebbero far storcere il naso a molte persone, ma io non mi sono mai sentito più libero in vita mia.

Libero di disperarmi, libero d'essere chi sono, libero di svuotare tutto il bagaglio emotivo che mi porto dentro dal momento della diagnosi.

“Grazie” riesco solo a biascicare.

Una parola che racchiude tutto l'affetto che provo verso il mio amico.

Dopo qualche minuto sciogliamo l'abbraccio e Isaac afferra il pomello della porta.

Mi asciugo il viso con la maglietta e osservo il mio migliore amico che prima d'uscire si volta regalandomi un sorriso amichevole “Venite a trovarmi domani?”

Annuisco “Ovvio amico, basta che tieni giù le mani dalla mia ragazza.” gli dico ridendo.

Esce da casa mia con un sorriso sulle labbra.

Spero che l'operazione vada bene.

È bello avere degli amici.

Torno nel seminterrato zoppicando.

Magari Hazel ha voglia di giocare ai videogiochi mentre aspettiamo mia madre per il pranzo.

Appena arrivo vedo la mia fidanzatina in piedi in mezzo alla camera da letto. Mi guarda divertita strofinando le cosce una sull'altra.

Spalanco gli occhi, quella gonna è davvero corta... cosa avrà in mente?

Alza una mano ed inarca il braccio. Dalla sua mano spicca il volo un oggetto misterioso che crea un arco perfetto. Io, come da manuale, l'afferro al volo.

La risata della mia splendida ragazza mi arriva dritta nel cuore.

I veri campanelli del paradiso.

Apro la mano e scopro finalmente l'oggetto del peccato.

Altro che videogiochi...

La bocca mi si riempie di saliva in un attimo.

Alzo lo sguardo incrociando immediatamente il suo. Mai vista creatura così lussuriosa.

Appallottolo questo piccolo pezzo di stoffa e me lo infilo in tasca “Grazie.” le dico con un sorriso sbilenco “Queste mi mancavano proprio, quasi quasi la mia misura.”

Cerca di restare seria, ma non ce la fa. Si porta una manina sulle labbra e nasconde un sorriso.

È pura felicità questa ragazza, non esiste cura migliore.

Mi avvicino senza distogliere gli occhi dai sui e la spingo dolcemente sul mio letto.

Atterra poggiando i gomiti e mi sorride maliziosa risalendo fino al cuscino.

Siedo tra le sue gambe e mi accomodo iniziando ad accarezzarle le cosce, è bellissima.

Resto ad osservarla per un tempo infinito, è un'incantevole visione. Così ansimante sul mio letto, solo in attesa che io faccia qualcosa, qualsiasi cosa.

“Bene, Hazel Grace, mi hai lanciato le tue mutandine.” le dico continuando a toccarla dolcemente.

Lei annuisce stringendo il labbro inferiore tra i denti.

Schiocco la lingua e la guardo intensamente negli occhi risalendo lentamente con le mani sulle sue cosce. Arrivo fino al sedere e l'accarezzo lentamente “Questo significa che non ne hai bisogno.” concludo con un grugnito eccitato.

Spalanca gli occhi e dischiude le labbra. Ha una voglia matta di me. Inghiottisce la saliva e annuisce ancora.

Tolgo le mani dal suo sedere nudo e mi avvicino ai bottoni della camicetta.

Resta ad osservarmi in silenzio. Ha il fiato corto. Tira fuori la lingua e si lecca il labbro inferiore con la punta. È un gesto che ripete ogni volta, non si accorge di farlo, è troppo concentrata sul resto.

Arrivo al primo bottone della camicetta che indossa ed inizio abilmente a slacciarli tutti, uno dopo l'altro “Come Premio Cancro, non voglio che indossi più la biancheria intima per tutta l'estate.”

Un brivido di piacere la fa sussultare, sento il cuore batterle dal torace.

È in difficoltà “Non posso non indossare le mutandine... la gonna potrebbe alzarsi e i tuoi...” mormora a fatica chiudendo le palpebre, ho iniziato ad accarezzarle i seni.

Bè, non ha tutti i torti. Mmm... “Allora, niente reggiseno e solo gonne corte per tutta l'estate. È il Premio Cancro di oggi, okay?”

Allungo le mani sulla sua schiena e le slaccio il reggiseno rosa a fascia che indossa oggi. È di pizzo, uno dei miei preferiti. Glielo sfilo e lo getto sul pavimento.

Il torace le scende e le sale velocemente, allungo subito una mano sui suoi seni sodi e li accarezzo prendendoli tra le mani.

Ansima ad alta voce e si appoggia al materasso con la schiena. Allunga una mano e mi sfiora il ginocchio sopra la protesi “Solo se tu inizierai ad indossare i pantaloncini corti anche fuori casa tua. Mi piace accarezzarti. Così diventa un compromesso e puoi tenerti il Premio Cancro per qualcos'altro... Okay?” farfuglia gemendo.

Amo questa ragazza.

Mi chino sopra di lei e mi impossesso del suo collo. Lo bacio e lo succhio con passione, Hazel mi porta le mani nei capelli e mi stringe a lei.

“Okay, ti amo” soffio sulla sua pelle profumata “penserò dopo al Premio di oggi.”

Annuisce ed infila gli alluci nel bordo dei miei pantaloncini abbassandomeli sulle cosce assieme ai boxer.

È una forza della natura.

“Ti voglio” mi sussurra all'orecchio.

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo VIII ***


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Mrs WATERS

 

Avevo detto ai ragazzi che sarei arrivata a mezzogiorno con la pizza, ma ho preferito arrivare prima e cucinare qualcosa io.

Entro dalla porta di casa con le borse della spesa sotto braccio e la corrispondenza infilata in bocca.

“Sono arrivata!” dico a fatica per annunciarmi ai ragazzi di sotto. Dubito mi abbiano sentita, il volume dei videogames è talmente alto! Sento chiaramente la musica di sottofondo fino qui.

Chiudo la porta d'entrata con il piede e mi dirigo in cucina.

Appoggio i sacchetti sul tavolo in legno di pino e curioso la posta.

Pubblicità, pubblicità, coupon.

Oh... una è della Columbus Global. L'assicurazione sanitaria di Gus.

Straccio la busta e apro subito la lettera studiando minuziosamente le percentuali di rimborso.

Stringo le labbra.

Mi hanno allegato la lista degli antiemetici a carico dell'assicurazione, ma non contiene quello consigliato dalla dottoressa Maria.

Lo Zofran è un farmaco molto costoso, speravo fosse incluso.

Pomeriggio porterò l'elenco all'oncologa. Vedrò quale ci consiglia.

Continuo a leggere.

Dell'Herceptin coprono solo l'ottanta percento del costo totale, se ci saranno risultati, la cura ci costerà seimila dollari.

Ricorreremo al fondo pensionistico se sarà necessario.

Proseguo.

Assistenza infermieristica gratuita.

Bombole ossigeno gratuite.

Letto ospedaliero elettrico con sponde per terapia intensiva comodato d'uso gratuito.

La bocca dello stomaco mi si stringe, spero non arriveremo mai a questo punto.

Mio figlio deve guarire. Se lo merita.

Kit pronto soccorso gratuito.

Ambu gratuito.

Traverse gratuite.

Che tristezza, i farmaci lo ridurranno uno straccio. Si urinerà addosso, vomiterà l'anima... Dio, ti prego, aiutalo a guarire.

Maledetto cancro.

Piego la lettera e la nascondo, non voglio che Gus la veda, non deve stare in pensiero anche per questo.

Tiro fuori il prosciutto dalla busta della spesa ed inizio a preparare il pranzo.

Gus deve stare leggero, pomeriggio avrà la biopsia...

Dopo l'intervento dovrà stare a letto per quattro ore e non potrà mangiare per sei. Deve mangiare per tenersi in forze.

Affetto del pane, dei tramezzini andranno benissimo.

Afferro dal frigorifero la sua sua salsa preferita, qualche foglia d'insalata. Mmm... Tutto delizioso per il mio bambino. Per Hazel non ci sono problemi, mangia di tutto.

Sistemo il pranzo in un piatto da portata in metallo e mi dirigo verso la stanza di Gus. Ha del succo d'arancia nel frigo in camera sua, gli farò una bella sorpresa portandogli il pranzo di sotto.

La musica del videogioco è molto altra, si staranno sicuramente divertendo.

Scendo le scale in silenzio, non mi aspettano così presto. Saranno sicuramente affamati.

Appena metto piede sulla moquette beige della sua camera, noto che le poltrone davanti al televisore sono vuote. Il gioco è in pausa.

Ma dove sono?

Faccio altri due passi verso il centro della stanza e mi pietrifico.

I ragazzi non stanno giocando ai videogiochi, sono a letto.

Stanno facendo sesso!

Oddio.

Hazel è stesa sul letto, indossa ancora la gonna alla marinara rossa e nera, ma ora è tutta affagottata in vita e la camicetta bianca è completamente sbottonata, ha il torace nudo e Gus è sopra di lei, senza maglietta con i pantaloncini calati sulle cosce.

Oddio, non riesco a muovere un passo. È come se le mie gambe pesassero cento chilogrammi.

“Okay?” sussurra Gus sulle labbra mugolanti della ragazza.

“Okay.” risponde lei con un gemito intenso.

Si baciano con passione, in questo momento non c'è il cancro, ci sono solo due ragazzi innamorati. Una coppia deliziata dal loro incontro amoroso. Sono spensierati e felici, quello che sogno da sempre per lui.

Vedo perfettamente i muscoli contratti sulla schiena di mio figlio, si muove ritmicamente sopra la ragazza avanti ed indietro.

Hazel pianta le unghie nelle spalle del ragazzo e inarca il collo all'indietro “Gus” geme forte e gli stringe le gambe attorno ai fianchi.

Oddio, cosa faccio? Me ne vado? Li interrompo? Li lascio finire?

Di questo non ne parlano ai gruppi d'ascolto.

Lui si scosta dalle labbra della ragazza e si abbassa afferrandole il seno con la mano e succhiandole il capezzolo.

I vocalizzi di Hazel si intensificano superando di gran lunga il volume della televisione.

Ha raggiunto un orgasmo intenso.

Oddio.

“Ti amo...” bisbiglia ancora percorsa dagli spasmi del piacere. Porta le mani nei capelli di mio figlio e cerca disperatamente le sue labbra.

Gus unisce la lingua alla sua e inizia a muoversi più velocemente, con una voracità primordiale stringe con forza il fianco di Hazel.

Dio, quello è il mio bambino!? No, quello è un uomo...

Il piatto con i tramezzini mi scivola dalle mani finendo sul pavimento.

Il rumore improvviso mette in allerta gli adolescenti davanti a me. Si irrigidiscono all'istante stoppando i movimenti.

“Mamma!” ansima Augustus mentre la ragazza cerca di coprire le sue nudità.

Mi volto senza raccogliere il disastro sul pavimento e cerco di recuperare le idee “Vestitevi immediatamente.” dico seria. Afferro il telecomando dalla mensola e spengo la televisione.

“Dio!” mormora Hazel con il fiatone “Hai le mie mutandine Gus.” bisbiglia a bassa voce, ma la sento comunque.

Cosa se ne farà delle sue mutandine?

Okay, okay, uno, due, tre... cerco di regolare il respiro e svuotare la mente da quello a cui ho appena assistito.

É una cosa naturale, tutti fanno l'amore, ma non mi sarei mai aspettata di assistere ad un incontro amoroso di mio figlio.

Cosa faccio? Cosa devo dire?

“Hai dimenticato la gamba,” borbotta Hazel “aspetta, ti aiuto.”

“Ce la faccio.” risponde lui seccato.

La ragazza sbuffa “Lo so.”

“Finito?” li interrompo alzando la voce.

“Sì.” la voce di mio figlio arriva chiara fino a me.

Mi volto e li osservo severa, restano pur sempre degli adolescenti.

Hazel è seduta sulla poltrona. Ha le gambe accavallate e si copre il viso con le mani, è terribilmente imbarazzata.

Almeno è vestita.

Gus invece è seduto sul letto, mi guarda negli occhi e accenna un dolce sorriso.

In questo momento è solo un ragazzo.

Mi avvicino prendendo posto alla sedia della scrivania esattamente davanti a loro.

Mi aggiusto la gonna e penso a cosa dire. Ho appena pizzicato mio figlio a fare l'amore con la sua fidanzatina, devo dire qualcosa.

Sono così stanca.

Alzo gli occhi su entrambi, Gus ha estratto una sigaretta dal pacchetto e se l'è infilata tra i denti. Hazel è rossa come un pomodoro e si osserva nervosa le mani.

Guardo mio figlio, io sono sua madre “Non pensavo che facevate...” mi blocco ed alzo la mano indicando il letto sventolandola per aria. Che termine devo usare? Sesso, amore?!

Gus ridacchia mentre Hazel sprofonda nella poltrona. Preferirebbe sparire in questo momento.

“Sì mamma, facciamo anche quello.” dice Augustus facendo spallucce come se fosse la cosa più normale del mondo.

Emetto un lungo sospiro. Sì, è naturale, ma sono due ragazzi troppo giovani.

Spalanco gli occhi preoccupata “State insieme da quasi un anno, ma non ho trovato mai nulla mi assicuri che prendiate le giuste precauzioni. Sistemo i tuoi abiti, il tuo bagno e la tua camera ogni giorno, eppure non ho trovato neanche un preservativo.”

Ecco, l'ho detto. Fa sesso come un adulto, ma ogni azione ha una conseguenza, manca solo che rimanga incinta!

Gus annuisce serio e guarda Hazel, lei gli restituisce lo sguardo per poi spostarlo su di me “Mia madre preferisce avvelenarmi ogni mese con un'iniezione ormonale. Ha una copertura assicurata del cento percento.” dice tutto d'un fiato.

Annuisco e sospiro, almeno non sono degli sconsiderati.

“Signora Waters, mi... oddio, le chiedo scusa.” Hazel intreccia le mani sulle gambe guardandomi mortificata “Non mi cacci via.” bisbiglia preoccupata.

Pensa davvero che farei una cosa del genere? Gus la ama con tutto sé stesso e noi le vogliamo bene come se fosse una della famiglia.

Stringo le labbra, non lo farei mai. Mi ha scioccata vedere mio figlio intento a fare sesso, solo questo. Credevo fosse ancora solo il mio bambino, invece è anche un uomo.

“Non lo farà.” Gus si alza a fatica dal letto e si avvicina alla sua ragazza zoppicando. Si siede sulla poltrona accanto a lei e si toglie la sigaretta dalla bocca tenendola tra le dita. Accarezza lentamente la schiena di Hazel. Un contatto delicato che riesce ad infonderle una sicurezza infinita.

Poi posa lo sguardo su di me e sorride ancora “Non ti abbiamo sentita arrivare mamma, scusa.”

Mi passo la mano sugli occhi, sospettavo non rimanessero con le mani in mano a guardarsi negli occhi, ma non ho mai approfondito.

Emetto un lungo sospiro e guardo mio figlio, è leggermente pallido e si appoggia malamente sul bracciolo sinistro della poltrona “Come ti senti?” gli chiedo.

“Sto bene mamma, non preoccuparti. L'hai visto con i tuoi occhi, no?” sorride teneramente inclinando la testa, cerca di sdrammatizzare la situazione, ma io sono sua madre.

Lo conosco. Cerca solo di non darmi ulteriori preoccupazioni.

“Voglio la verità Augusus, sono tua madre. Rimani sempre il mio bambino anche se in alcuni momenti sei già un uomo. Sei e sarai sempre il mio Gus.” gli rispondo seria.

Ripone la sigaretta nel pacchetto e sorride alla sua fidanzatina “Il dolore è aumentato. Ora è più acuto quando sono seduto.”

Stringo gli occhi, il cancro sta progredendo “Quindi l'antidolorifico non sta facendo effetto, chiamo subito la dottoressa, ti farò cambiare la terapia.”

Mi alzo in piedi e guardo Gus “Alle 17 avrai la biopsia, potresti chiedere ad Hazel di accompagnarti. Alla dottoressa Maria farebbe piacere conoscerla.”

Mio figlio si alza e zoppica fino a me, apre le braccia e mi avviluppo a lui con affetto “Sei sempre il mio bambino, sarai sempre il mio bambino. Anche quando sarai adulto e avrai dei figli tuoi, sarai sempre il mio bambino.” sussurro con un nodo alla gola.

Mi bacia la testa “Sì mamma”.

Strofina le mani sulle mie spalle e mi sposto “Ne abbiamo già parlato. La scuola è finita, il viaggio in California è stato posticipato. Hazel ha deciso di restare con me, non posso escluderla da nulla.”

Sorrido alla ragazza in piedi davanti a noi e le sorrido “Grazie.” le dico con il cuore in mano.

Ha deciso di restare. Questo è molto importante per Gus.

Lei scuote la testa “Non ha nulla di cui ringraziarmi Mrs Waters. Non vorrei essere in nessun altro posto se non qui con lui.”

Faccio una smorfia divertita, non ho dubbi visto il modo in cui li ho trovati.

Gus ride ad alta voce “Lo so, lo so. Non esiste oblio per me, sono troppo amato.” si avvicina alla ragazza stringendola tra le braccia “Hai visto? Non ti ha cacciata” gli sussurra all'orecchio.

“Non ancora.” risponde lei guardandomi in sottecchi.

Sorrido sistemandomi la gonna “Non ti caccerò Hazel, non per questo. Ma ora salite. Devo assolutamente bere una camomilla.”

Gus mi rivolge uno sguardo dolcissimo pieno di gratitudine e amore.

Mi vuole bene , io gliene voglio davvero tanto. È una parte di me, la parte migliore della mia vita.

Non può morire. Non sarei più la sua mamma...

Caccio indietro le lacrime e guardo i due innamorati davanti a me.

Gus indossa una canottiera bianca, i muscoli si vedono perfettamente, è un bellissimo ragazzo, ma con il passare del tempo dimagrirà e il suo corpo ne risentirà.

I muscoli andranno a sparire e le ossa affioreranno. Il viso risulterà scavato e sarà molto debole.

Come reagirà Hazel? Così carina, attiva e solare. Se vorrà rimanere con Gus passerà il tempo chiusa in strutture tristi e maleodoranti. O in casa, sempre seduta nei pressi di un bagno perchè Gus inizierà a vomitare di continuo a causa della chemioterapia...

Un incubo.

Gus stringe la ragazza e la bacia teneramente sulle labbra “Okay?”

Lei si avviluppa stringendolo forte “Okay” gli risponde.

Una parola che ne racchiude un numero infinito.

La bocca dello stomaco si stringe fino a farmi male, una lacrima sfugge al mio controllo e mi riga il viso.

Che futuro avranno i ragazzi davanti a me?

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo IX ***


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AUGUSTUS

 

Parcheggio la jeep nel posto riservato ai disabili. Il reparto oncologico del Memorial St.Vincent Indianapolis Hospital è il migliore.

Sono le quattro e mezza del pomeriggio e il sole splende ancora. L'estate è in assoluto la mia stagione preferita. Peccato per le circostanze, se fossi sano saremo a mollo nella jacuzzi a quest'ora...

Come da promessa ho indossato i pantaloncini corti. Il titanio della protesi scintilla alla luce del sole catturando gli sguardi di tutte le persone che incontriamo sul vialetto. Hazel mi stringe forte la mano e si accoccola alla mia spalla. Indossa un delizioso abitino rosso... molto corto.

È bella da togliere il fiato, le sorrido e ci avviamo verso l'entrata dell'ospedale.

Un grande giardino ricco di alberi, cespugli di more e aiuole fiorite circondano l'intero ospedale. Mentre il viale d'entrata è costeggiato da aceri giapponesi rossi.

Se non fosse un posto dove si muore, la considererei una passeggiata romantica.

Sulla sinistra intravedo il parco giochi dove io e Caroline Mathers ci passavamo molto tempo durante la mia convalescenza dopo l'amputazione e nel corso della sua malattia.

Mi chiedo cosa sarà di me ed Hazel quando la malattia mi avrà demolito corpo e mente.

Diventerò anch'io come Caroline? Il colpo di Hulk si impadronirà di me rovinando la nostra relazione?

“A cosa pensi?” Hazel mi osserva preoccupata inclinando la testa di lato “Sembri... triste.”

Le accarezzo la guancia e sorrido, è più nervosa lei di me.

Si mordicchia la guancia e guarda in sottecchi la porta d'ingresso dell'ospedale.

Non è preoccupata solo per me, un altro pensiero l'innervosisce. Sua madre lavora qui.

È primario del reparto di cardiochirurgia e membro onorario del consiglio... e non è favorevole al nostro rapporto.

Sperava che Hazel entrasse a far parte delle cheerleader e si mettesse con il capitano della squadra di basket... insomma, non ha fatto nulla di quello che sperasse.

Hazel odia il frastuono e si è trovata un ragazzo zoppo che non avrà mai una carriera sportiva.

In conclusione: sua madre mi odia.

Le passo il braccio attorno al collo e le bacio i capelli setosi inspirandone il profumo.

Meglio cambiare discorso.

La trascino su una panchina ai margini del vialetto e la faccio sedere mie gambe. Mi passa una mano tra i capelli e mi solleva il viso.

Lentamente si china sopra di lasciandomi un bacio capace di riempirmi il cuore di gioia.

Sono qui per restare.

In un attimo le porto le braccia attorno ai fianchi e la stringo a me, ho bisogno di averla accanto. Riesce a trasmettermi sicurezza e felicità.

La amo.

Non ci curiamo delle persone che ci circondano, Hazel mi passa la lingua sul labbro inferiore ed un brivido di eccitazione mi fa perdere il controllo.

Apro subito la bocca ed unisco la lingua alla sua. Adoro quando ci baciamo così, in momenti come questi è come se il mondo circostante svanisse.

La stringo forte annullando completamente lo spazio che ci separa, siamo una cosa sola.

Hazel si stacca dalle mie labbra lasciandomi insoddisfatto.

Ritorno alla realtà in un attimo, la nostra bolla è scoppiata.

La mia fidanzata si guarda attorno preoccupata, anche così è incantevole. Le labbra gonfie e rosse, il respiro leggermente affannoso... una gioia per gli occhi “Non so come farò a guardare tua madre negli occhi dopo questo pomeriggio, manca solo che ci becchi a pomiciare sulla panchina.” scuote la testa arrossendo ancora di più.

Allude al sesso in presenza di mia madre.

Ridacchio accarezzandole la gamba “Cucirà qualche cuscino a riguardo, magari una frase del tipo -L'amore è la miglior medicina-.

Finalmente si rilassa, intreccia le dita con le mie e sospira “E' stato imbarazzante, mi ha sentita raggiungere l'orgasmo Gus, mi succhiavi una tetta e...oddio!”

Rido ancora sfiorandole i capelli, la treccia le pende sulla spalla “Secondo me è solo orgogliosa di suo figlio. Non è da tutti far impazzire così una ragazza.” dico pavoneggiandomi.

Mi regala un sorriso meraviglioso. Quando sorride così sulla guancia si crea una fossetta deliziosa da baciare. Ride sistemandosi i capelli “Mooolto orgogliosa, sei fantastico.”

Le faccio l'occhiolino, Hazel è in grado di farmi sentire vivo, è capace di farmi dimenticare tutto, cancro compreso.

“Ti amo Hazel Grace, okay?” le sussurro prima di baciarla.

“Okay.” mi risponde con un soffio.

Ci schiodiamo dalla panchina e ci avviamo verso il reparto di pediatria.

La guerra continua.

 

***

 

“Sei affaticato?” la dottoressa Maria continua a palpeggiarmi l'addome facendomi irrigidire dal dolore.

Maledetto cancro.

Sono steso sul lettino della diagnosi. Lo studio della dottoressa è ben illuminato.

Mia madre sbuffa soffocando una risata “E' pieno di energie.” dice alludendo alla mia ginnastica con Hazel.

Il medico sorride tristemente “Inizierai a sentire la stanchezza dopo la terza infusione.”

La gioia mi muore nel cuore e stringo le palpebre, non farò che dormire... cosa farà Hazel?

“Pronto per la biopsia?” la voce della dottoressa mi riporta alla dura realtà.

“Può entrare Hazel con me?” chiedo velocemente.

Mia madre si irrigidisce, forse voleva entrare lei.

“No Augustus, può stare con te prima e dopo, ma non durante. L'esame durerà circa 20 minuti, avvertirai una pressione e un po' di dolore, ma il dottor Callif è davvero bravo.” Mrs Maria sorride dolcemente “Dovrai stare qui almeno per quattro ore dopo l'intervento, monitoreremo i tuoi parametri. Non vogliamo complicazioni. Dopo non potrai guidare.”

Annuisco, volevo passare una serata tranquilla a guardare un film con Hazel, sul letto della mia camera, a farci le coccole... e invece dovrà anche portarmi a casa.

La dottoressa ricomincia a parlare “Visto che sei qui ti faremo noi la seconda infusione di chemioterapia, se vuoi potrai passare qui la notte...”

Spalanco gli occhi scuotendo la testa “No!” dico interrompendola “Voglio andare a casa mia.” Non ho intenzione di far passare la nottata ai miei genitori ed ad Hazel su una poltrona. Non è giusto.

La dottoressa annuisce “Va bene, allora iniziamo. L'infermiera Elena ti accompagnerà nella stanza e ti farà un'esame del sangue. Hazel potrà venire con te. Io e i tuoi genitori vi raggiungeremo tra poco.”

Annuisco e bacio sulla testa mia madre. Saluto tutti ed esco dallo studio preceduto dall'infermiera.

 

 

***

 

Entriamo nella stanzetta numero 12 del reparto di day hospital preceduti da Elena detta la puntaspilli.

Abbraccio Hazel sfiorandole i fianchi per farle coraggio. Percepisco la sua tensione, ha paura per me, per noi.

Le vetrate della stanza sono tutte colorate, la luce che entra crea un arcobaleno sul pavimento. Un letto lungo e sottile domina il centro della stanza, due poltrone azzurre e blu in pelle fiancheggiano la parete con il kit del primo soccorso. I muri sono tappezzati di dipinti colorati e divertenti. Occhette, orsetti ed elefantini volanti che giocano dovrebbero ravvivare l'ambiente... ma servono a poco. L'ospedale fa schifo.

“Deve spogliarsi e mettersi questi.” Elena mi porge dei pantaloni fatti di carta asettica “Niente biancheria, se vuole l'aiuto. La sua ragazza può aspettare fuori.”

Hazel caccia una risata acuta alzando gli occhi al cielo, è più che nervosa “L'aiuto io, grazie. Non è la prima volta che lo vedo nudo e non sarà neanche l'ultima.” dice piccata stringendo le labbra.

Dio, quanto amo questa creatura! Sfacciata e diretta!

Io me la rido di gusto mentre l'infermiera rimane spiazzata “Ma certo, vado a prendere il materiale per il prelievo, arrivo tra cinque minuti.” mormora.

Appena esce, Hazel scuote la testa e si avvicina regalandomi l'ennesimo bacio “Ti amo e ora ti spoglio.” mi dice maliziosa.

Ecco come cerca di rilassare i nervi. Sdrammatizza la situazione mettendo del peperoncino in momenti in cui non centra nulla.

Espiro tra i denti, mi piace il tono da gattina che usa “Non eccitarmi Hazel, questi micro pantaloni di carta non contengono tutto, sarebbe imbarazzante.”

Ridacchia dolcemente allungando le mai sul bordo dei miei pantaloncini “Più imbarazzante di quello che è successo oggi con tua madre? Ne dubito...”

Ghigno ancora, sarà una cosa da raccontare ai nostri figli... spero.

Le affondo le mani nei capelli impadronendomi della sua bocca “Potremmo inventarci qualcosa.”

Ha un profumo delizioso.

IO. AMO. QUESTA. RAGAZZA.

Annuisce e mi cala i pantaloncini mordicchiandomi un labbro, ma la blocco immediatamente “No, aspetta amore, davvero.”

Sono già eccitato!

Faccio un respiro profondo e cerco di tranquillizzarmi. Mi tolgo la protesi e gliela porgo, siamo così in sintonia, non le ha mai dato fastidio il mio moncone.

È una ragazza dolcissima.

Ridacchia e si volta prendendo i pantaloni. Si china sulle ginocchia per aiutarmi a sfilare i boxer e i pantaloncini corti e mi infila quelli dell'ospedale.

Mi ammira dal basso all'alto e sospira passandosi la lingua sul labbro inferiore “Sei molto bello Augustus Waters.” dice alzandosi in piedi.

Sorrido e mi esibisco in uno streaptease improvvisato sfilando lentamente la maglietta.

Hazel arrossisce e si copre la bocca con le mani. Spalanca gli occhi meravigliata e ride per la sorpresa. Le lancio la maglietta e subito l'afferra al volo ridacchiando ancora “Oddio Gus! Devi rifarlo a casa!” alza la voce emozionata “Sei fantastico!”

Le regalo il mio miglior sorriso sbilenco “Okay.”

Mi siedo sul lettino e la trascino tra le mie braccia. Il momento di scherzare è finito “Grazie d'essere qui.” le dico intrecciando la mano alla sua.

Le accarezzo l'anulare della mano sinistra, non vedo l'ora di infilarle l'anello che le ho regalato.

Una semplice fedina in oro bianco e rosa con incisa la nostra promessa.

L'okay che ci accompagna fin dal primo bacio.

Hazel appoggia la fronte sulla mia e sospira affranta “Gus, mi dispiace che tu sia malato, io... io voglio stare con te.”

“Okay.” le rispondo semplicemente.

Mi ama e vuole stare con me anche se sono in ospedale.

La porta si apre ed Elena entra con gli strumenti di tortura.

Hazel fa una smorfia e mi prende per mano, odia gli aghi.

L'infermiera inizia il suo lavoro sotto gli occhi attenti della mia fidanzata. Le accarezzo i capelli senza dare la minima attenzione alla puntaspilli. Mi attorciglio un ciuffo dorato attorno alle dita beandomi della morbidezza. L'amore è davvero il miglior antidolorifico, stare qui con Hazel mi fa pensare ad altro.

Il suo profumo, le sue calde manine sui miei addominali, i suoi occhi attenti che mi regalano splendide emozioni. Ogni tanto mi lancia delle occhiatine per controllare se mi sta facendo male, penso che sarebbe capace di urlarle contro. Il solito dolce caratterino della mia splendida fidanzata, ogni tanto si trasforma in un lupo famelico degno di sua madre.

Guai chi osa dire qualcosa di male su di me.

La porta della stanza si apre riversando all'interno due medici e due genitori.

Elena finisce e si dilegua velocemente fuori dalla stanza.

I miei genitori si avvicinano velocemente alla mia sinistra, mia madre mi stringe una spalla per farmi capire che lei ci sarà sempre per me.

Le sorrido per ringraziarla.

Ho qui la mia famiglia che mi ama più di ogni altra cosa, la mia fidanzata che ha trovato la felicità da quando mi ha incontrato.

Sono qui per restare.

La dottoressa Maria sorride e me e poi ad Hazel “Hazel Grace, è un piacere conoscerti, sono la dottoressa Maria. Ho sentito parlare così tanto di te, è come se ti conoscessi da sempre.” dice stringendo la mano della mia ragazza che arrossisce vistosamente.

Com'è dolce!

Poi si rivolge verso di me facendomi l'occhiolino “E' davvero molto carina.” sussurra.

Lo so. Accarezzo il fianco di Hazel e sorrido felice.

“Ora però dovrà uscire. Questo è il dottor Callif che effettuerà la biopsia.” continua la dottoressa.

Il nuovo medico sfoggia un sorriso bianchissimo sotto i baffoni neri. È di origini indiane ed indossa degli occhiali decorati da palloncini.

Si vede che ha scelto questa specializzazione perchè ama i bambini.

Hazel mi prende per mano accennando un sorriso “A dopo.” sussurra.

Restiamo così, in silenzio a guardarci negli occhi finchè non si china sopra di me e mi bacia dolcemente sulle labbra. Un bacio casto in grado di trasmettere tutto l'amore che proviamo l'uno per l'altra.

“Okay.” mi sussurra prima di allontanarsi.

“Okay.” le rispondo.

“Bene, stai tranquillo, ad Hazel penserò io,” mia padre la prende a braccetto “andremo a prendere qualcosa da bere, la dottoressa ha detto che tua madre può restare dentro con te.”

Ah, preferivo Hazel...

Waters Senior esce con la mia ragazza e la porta si chiude.

Mia madre si siede accanto a me e sorride “Sei sempre il mio bambino, ricordi?” bisbiglia mentre il dottor Callif mi disinfetta l'addome.

Le prendo la mano annuendo “Sì mamma, sono contento che tu sia qui, grazie.”

Mi regala un dolcissimo sorriso pieno d'amore “Non sono ancora pronta ad essere sostituita, mi dispiace. Neanche quando andrai con lei all'università. E neanche quando la sposerai ne sarò pronta. Mettiti il cuore in pace.” dice seria.

L'abbraccio “Sarai sempre la prima donna del mio cuore mamma, sempre.”

Una lacrima le riga il viso e annuisce.

“Bene, iniziamo Augustus, cerca di pensare a qualcosa di piacevole.” il dottor Callif si siede accanto a me.

Inizia la tortura.

 

***

 

Dolore, dolore... dolore. Mi manca il respiro.

“Cos'è successo?!” la voce stridula di mia madre mi arriva alle orecchie ovattata.

Mi sembra d'essere avvolto dalle nuvole...

Serro con forza i denti fino a sentire la mandibola scricchiolare, è l'unico modo per non urlare.

Dio, che male!

“Merda!” il dottore impreca alzandosi di scatto e premendo il pulsante del codice rosso “Chiamate immediatamente cardiologia!” grida al alta voce nell'interfono.

CARDIOLOGIA???

Sento il cuore battere velocissimo, sembra quello di un uccellino.

Ho le mani gelate, non sento più le gambe.

L'aria, mi manca l'aria!

Mi sento la testa leggera.

Non riesco a riempire i polmoni d'aria. Ne entra troppo poca...

Sento le urla terrorizzate di mia madre in lontananza, la porta dell'ambulatorio si spalanca e un fiume di medici ed infermieri si riversa al suo interno, ma a me non interessano loro.

Il lettino si abbassa, mi fanno indossare una mascherina, ma è tutto inutile.

L'aria non è abbastanza.

Inizio ad agitarmi, è come se un elefante si fosse seduto sul mio torace.

No, non va bene!

Ho bisogno di vederla, poi mi riuscirò a tranquillizzare, poi tutto andrà bene.

Tutto si risolverà.

La dottoressa Maria mi punta una luce negli occhi, ma non le do importanza.

Entra amore mio, ho bisogno di te.

Due infermieri si piazzano davanti alla porta, ma non riescono a trattenerla.

Crea una breccia nel blocco ed entra, non la fermerebbe neanche un carro armato.

Finalmente.

Bianca come un cencio, il mio grande amore si porta le manine alla boccuccia dolce e scuote la testa terrorizzata.

No amore, non preoccuparti per me. Sto bene. Ora andrà bene. Siamo assieme.

Una lacrima le riga il viso e un singhiozzo la percuote.

No, non soffrire. Ti amo.

“Hazel” biascico, poi più nulla.











Chiedo scusa per aver pubblicato e poi eliminato il capitolo, ma non mi convinceva.
Grazie della pazienza, fatemi sapre cosa ne pensate.
Un bacio a tutte, i vostri pareri sono davvero importanti.
A presto, kisss
Pi

 

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Capitolo 11
*** Capitolo X ***


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DOTTORESSA LANCASTER

 

“Dottoressa, un consulto urgente al day hospital pediatrico.” Carla irrompe nel mio studio senza neanche bussare.

Maleducata ed irrispettosa.

Stringo le labbra, odio i marmocchi.

Mi alzo velocemente dalla sedia e mi dirigo verso l'ascensore riservato alle urgenze.

L'infermiera entra con me per aggiornarmi sul pivello. “Si chiama...” inizia, ma l'interrompo con un gesto della mano.

Cosa me ne frega di come si chiama? A me interessa SOLO il suo cuore!

“Sai che non mi interessano i loro nomi.” le dico pungente.

La mia assistente annuisce e prosegue “Maschio, anni diciassette e cinque mesi, carcinoma epatocellulare, ignoto lo stadio. Stava eseguendo la biopsia ed ha avuto un abbassamento importante della pressione arteriosa con aritmia. Ha perso i sensi, ma è rinvenuto senza l'aiuto di farmaci. Non ci sono stati arresti cardiaci...”

L'interrompo alzando un dito. È solo uno spreco di risorse, il ragazzo morirà nel giro di sei mesi. Comunque... biopsia, abbassamento della pressione.

“Hanno usato la bupivacaina come anestetico locale?” chiedo.

Nel frattempo le porte dell'ascensore si aprono. Carla mi precede facendomi strada.

Odio questo reparto, fortunatamente ci vengo di rado.

“Allora!” l'ammonisco alzando la voce “Esigo una risposta.”

Carla sfoglia il fascicolo ed annuisce “Sì dottoressa, 10 mg per chilogrammo.”

“Dev'essere stato quello a dargli problemi.” asserisco sicura di me.

“Da questa parte dottoressa.” Carla spalanca una porta numero 12 del day hospital pediatrico decorata con adesivi a fiori e farfalle.

Che schifo.

Entro nell'ambulatorio afferrando il mio stetoscopio placato oro e mi blocco.

Impossibile. Non può essere.

Hazel.

Ha le lacrime agli occhi, da quanti anni non la vedo piangere?

Cazzo. Il malato è il fidanzatino di mia figlia.

Cosa diavolo ha ora?!

Stringo le labbra, quello è una mina vagante...

“Mamma.” mormora Hazel scioccata tanto quanto me.

“Mrs Lancaster,” biascica senza fiato il ragazzo di mia figlia, è attaccato all'ossigeno, brutto segno “quale onore.”

La dottoressa Maria spalanca gli occhi “Non sapevo.”

Ignoro l'oncologa e tutti i membri dello staff medico concentrandomi sull'atleta mancato.

Mi avvicino al lettino “Parametri?” chiedo seria all'infermiera.

“Pressione 75 su 45, 130 battiti al minuto.” risponde.

Male, male.

Stringo le labbra e afferro lo stetoscopio. Lo appoggio sul torace del ragazzo e poso il mio sguardo severo su Hazel. Lei non mi guarda, tiene stretta la mano del ragazzo e non lo perde di vista.

“Dottoressa...” ignoro i genitori e chiudo gli occhi.

Il cuore è forte, non ci sono difetti cardiaci, dev'essere stata l'anestesia a dargli noia.

Mi rimetto lo stetoscopio al collo e guardo l'infermiera “30ml di Frozarol in vena e portatelo sù da me, il cuore è forte, probabilmente è intollerante all'anestesia usata per la biopsia. Chi è stato l'idiota ad usare l'anestetico locale senza aver fatto prima degli esami per evidenziare una eventuale allergia?” chiedo disgustata guardando l'oncologa.

La dottoressa Maria mi guarda con gli occhi spalancati “Il dottor Callif è un medico scrupoloso...”

La blocco alzando la mano “Eseguirò un richiamo scritto, poteva avere un arresto cardiaco!” dico alzando la voce.

La madre del ragazzo trattiene un singhiozzo e mi guarda “Cosa?”

Alzo le sopracciglia e allungo la mano alla donna spaventata davanti a me, indossa un abito da pochi soldi ed un golfino rosa pastello, pessimo acquisto per mia figlia “Signora Waters, finalmente ci conosciamo di persona.” la donna mi stringe la mano e fa un cenno con la testa “Ora gli gli sistemeremo i battiti, la pressione e tornerà ad essere come prima. Resterà in osservazione nel mio reparto stanotte.”

Annuisce e suo marito le accarezza la schiena.

L'infermiera provvede immediatamente e il ragazzo ricomincia a respirare regolarmente.

“Dio, grazie.” piagnucola Hazel stringendo gli occhi.

No ragazzina, Dio non centra, ringrazia me!

Sono un ottimo medico “Sta facendo effetto. Portatelo nel mio reparto. Vi rubo mia figlia per pochi minuti, signori, devo parlarle.”

Hazel scuote la testa “Resto con Augustus.” risponde seria.

“Ti devo parlare immediatamente, lo rivedrai appena salirà nel mio reparto, quello che porta anche il tuo nome, tesoro.” la fulmino con li occhi. Si volta a sorridere al suo ragazzetto storpio e lo bacia dolcemente sulla guancia.

Stupida.

Augustus gli sorride “Sto meglio amore, ci vediamo tra poco.” gli mormora.

Hazel sorride dolcemente alla sua famiglia ed esce velocemente dall'ambulatorio.

Faccio un cenno alla dottoressa, ai genitori e la seguo.

Indossa un abito di chanel rosso e delle ballerine coordinate.

È sprecata con uno come lui.

Camminiamo verso l'ascensore riservato ai medici in assoluto silenzio.

Appena arriva Hazel entra e io la seguo

Le porte si chiudono e l'ascensore inizia a salire.

“Non bastava fosse zoppo, anche con il cancro te lo tieni ora!” le dico severa.

Mia figlia stringe gli occhi e resta in silenzio.

“Devi lasciarlo Hazel! Immagino che il viaggio in California sia stato annullato!” continuo “Tutto per un ragazzetto che ha il cancro al fegato! Al fegato Hazel!” alzo la voce preoccupata, ha una percentuale di sopravvivenza bassissima.

“Smettila” mormora con voce strozzata.

Non la vedo piangere dal funerale di suo padre...

Sbotto “Dio! Hai tutto quello che si può desiderare, hai tutto Hazel! Sei giovane, bella, sana, ricca! Non devi neanche sposarti per poter avere tutti i soldi che vuoi!” urlo rabbiosa.

È davvero una stupida!

“Non fanno la felicità.” mormora guardando avanti a sé.

Oddio, rido nervosamente “E cosa potrebbe toglierti la felicità quando hai a disposizione tutto?”

“Vivere una vita senza Augustus! Senza di lui niente ha valore!” grida, scioccandomi.

Rido schernendola. Mi sistemo i capelli neri dietro alle orecchie e la fisso “Indossi un abito da quattrocento dollari, guidi un'auto da ottantamila, solo la tua borsa ne costa mille e cinquecento... mi sembra che i soldi ti rendano felice, Topolina.

Suo padre la chiamava sempre così, spero che riportandoglielo alla memoria, inizi a ragionare.

Hazel trasalisce ma non reagisce. L'afferro per le spalle e la volto verso di me, alza i suoi occhi verdi nei miei. Sono velati dalle lacrime, gli stessi di suo padre.

Mi guarda severa, distaccata, con odio.

Io sono sua madre, devo dirle la verità “Massimo tre mesi e morirà. Sei se troverà dei medici competenti. Non sei ignorante, lo sai benissimo. Il cancro al fegato uccide. Lascialo e vivi la tua vita!”

Lo sguardo le si incupisce e inizia a dimenarsi fino a farmi mollare la presa.

Un urlo disumano le sale in gola “Non toccarmi!”

Indietreggio di un passo, esterrefatta.

Sta già per cedere, come pensa di sopportare la malattia del ragazzo se è già in queste condizioni?!

Mi punta contro il dito. Sull'unghia c'è disegnato un fumetto blu con la scritta -okay-.

Cosa vorrà dire?!

“Non mi aspetto che tu capisca l'amore mamma, tranquilla! Non sai di cosa sto parlando. Non hai mai amato tuo marito e non hai mai amato me!” grida disperata.

Mi pietrifico, io non l'ho mai detto. Non è vero. Tengo molto a lei e al suo futuro.

L'ascensore arriva al mio reparto e Hazel corre fuori singhiozzando.

Non può essersi innamorata di un ragazzo che sta per morire, questo la devasterà.

Le rovinerà la vita.

 

Esco dall'ascensore arrivando velocemente al tirage delle infermiere, chiamo la caporeparto con un gesto.

L'infermiera si avvicina impugnando il tablet.

“Sta arrivando Augustus Waters dal day hospital pediatrico, poco più di diciassette anni, cancro al fegato. Un farmaco gli ha causato un leggero scompenso cardiaco e difficoltà respiratoria. Lo mettete nella 1A sotto completa osservazione, una flebo di fisiologica e il Perfurios a bassa densità. Analisi del sangue complete, ha appena fatto una biopsia al fegato, dobbiamo tenere sotto controllo eventuali coaguli. Verrò a controllarlo tra dieci minuti. Sono stata chiara?”

Rosemary annuisce e si precipita a preparare la stanza.

Il ragazzo morirà, ma non nel mio reparto.

 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo XI ***


HAZEL

 

Resto immobile seduta su questa orrenda poltrona piazzata nella sala d'attesa di cardiologia. Questo reparto è molto diverso da pediatria.

Ha un arredamento moderno e di classe, ovviamente. Quando ci siamo trasferite qui e mia madre ha preso in mano l'intero reparto, ha apportato diversi cambiamenti.

Sembra d'essere a casa nostra... mancano solo i quadri costosi.

Mia madre sta visitando Gus e ha detto che solo i genitori possono assistere alla visita. Spero lo dimetta.

Sono assonnata, affamata e puzzo di ospedale. Ho le braccia piene di lacrime versate e ancora il nodo in gola.

La nottata è stata un incubo, continuavo a svegliarmi ad ogni bip dell'apparecchio a cui era collegato Gus.

Dio... Ho avuto paura. Ho paura.

Vedere Gus con la pelle bluastra, gli occhi cerchiati di nero e l'azzurro appena distinguibile dal nero della pupilla. È stato terribile.

Ha avuto una crisi respiratoria.

Oddio. Trattengo il respiro per non iniziare a piangere.

Questo è solo l'inizio?! Quante altre cose dovrà sopportare durante la malattia?

Morirà?

Odio mia madre!

Tre mesi sono pochi... tutto il tempo contato è poco... troppo poco.

Emetto un lungo sospiro e caccio fuori tutta l'aria smettendo di respirare. È una sensazione terribile non riuscire a respirare.

Le crisi di panico che mi assalivano dopo la morte di mio padre erano spaventose.

Mi chiudevo in camera mia e, nonostante l'aria di Santa Monica soffiasse attraverso la finestra, io non riuscivo a riempire i polmoni d'ossigeno.

“Andiamo?” Gus mi arriva alle spalle e mi schiocca un bacio sulla guancia.

Mi volto di scatto balzando in piedi “Ti ha dimesso?” chiedo incredula.

Annuisce e si mette una sigaretta tra i denti sorridendo “Il cuore sta bene.” dice tranquillamente “I miei stanno finendo di compilare le carte dell'assicurazione, gli ho detto che andiamo a fare colazione al bar qui sotto e poi a salutare Isaac.”

Faccio il giro della poltrona e gli salto tra le braccia.

Inizio a tremare. Ora sta bene, il peggio è passato?

Gus mi stringe forte e mi accarezza la schiena “Tranquilla amore, sto bene.”

“Okay.” gli rispondo.

Senza farmelo ripetere due volte, ci precipitiamo fuori dal reparto e arriviamo in un attimo al bar.

Un profumo di pancake, uova e pancetta mi fa brontolare la pancia. Sono affamata!

Stringo la mano a Gus e lo trascino al tavolo più vicino al jukebox.

Una caffetteria stile anni cinquanta ospita una dozzina di clienti.

Non pensavo esistesse un posto del genere.

Le pareti decorate con cartelli originali della coca-cola, sono di un favoloso rosa pastello e, fino all'altezza di un metro, decorate con mattonelle bianche e nere di circa dieci centimetri. Anche il pavimento è a scacchiera, lucidato a specchio.

I divanetti dove siamo seduti sono in pelle bianca ed azzurra, davvero comodi, e il tavolo è bianco laccato. Al centro c'è un cestino con scritto “Riponi qui il tuo cellulare, il primo che lo tocca, paga il conto!”

Haha.

Mi sento sollevata, è stata una notte disastrosa, ma ora Gus sta bene.

Bene è una parola grossa... scuoto la testa e afferro il menù. Non voglio pensarci ora.

“Ho intenzione di assaggiare tutti i dolci!” dico sorridendo al mio fidanzato.

Gus non mi risponde, alzo gli occhi dal cartoncino plastificato che tengo in mano e lo guardo. È leggermente pallido “Va tutto bene?” gli chiedo preoccupata.

Lui accenna un sorriso nella mia direzione e torna con il naso nel menù.

Il silenzio che cala tra di noi è strano. Di solito non facciamo altro che parlare, ridere e scherzare. Gli unici momenti in cui non ridiamo è quando ci baciamo...

Faccio per aprir bocca, il suo comportamento è fuori dal comune, ma una bellissima cameriera bionda, con i capelli legati da un nastro rosso ci sorride aspettando l'ordinazione.

“Benvenuti da Fraciccio Ciccione, sono Ivy, volete ordinare?”

Contraccambio dolcemente il sorriso e ordino uova strapazzate, pancetta croccante, pancake, cinque tipi di fette di torta e un frappè alla vaniglia.

Aspetto ancora un commento scherzoso da Gus, una frase del tipo Devi sfamare una tribù intera?!, ma non arriva...

La cameriera lo guarda in attesa e Gus ordina una tazza di caffè e del pancake.

“Arrivano subito!” Ivy saltella via facendo ondeggiare la lunga gonna a balze.

Gus emette un profondo sospiro svuotando completamente i polmoni dall'aria e resta immobile.

Mi sto preoccupando.

“Gus, cosa..” inizio, ma subito mi blocca.

“Sono solo stanco, non preoccuparti. Mangia tranquilla che poi andiamo a casa a riposare.” dice tutto d'un fiato.

Okay...

Ivy, super efficiente, arriva tenendo tra le mani un enorme vassoio. Sistema velocemente tutte le pietanze davanti a noi e ci augura buon appetito.

Meglio mangiare velocemente e andare a casa.

Guardo Gus il sottecchi mentre mangiucchia un pezzo di pancake.

Io sto morendo di fame!

Affondo subito la forchetta nella prima fetta di torta e l'assaporo lentamente. Il sapore della pasta frolla mescolato al gusto dolce delle fragole, mi fa sorridere.

Provo subito quella accanto, pan di spagna e more. La preferita di Gus.

Gusto questa delizia con un unico pensiero. Devo farla assaggiare al mio fidanzato.

Inforco un pezzo di torta e lo allungo verso il viso di Gus “Assaggiala, è la più buona che io abbia mai mangiato!” dico gaia, gli piacerà tantissimo!

Gus scuote leggermente la testa ed indietreggia “No, no. Non mi va.” fa una faccia disgustata, ma non cedo “Dai, senti com'è buona!”

Continuo allungando la forchetta verso di lui.

“No Hazel, non mi va!” risponde serio.

Uffa, sono stufa delle cose serie, ho bisogno di ridere!

Mi alzo leggermente dalla sedia e rido “Dai Gus!” continuo, ma quello che succede mi fa pietrificare.

“No!” Gus alza la voce e diventa bianco come un lenzuolo. Zoppica più velocemente possibile verso il bidone delle immondizie accanto alla vetrina dei dolci e comincia a vomitare.

Nella caffetteria cala il silenzio interrotto solo dai suoi conati di vomito.

Sento il sangue fluirmi alle gambe e la forchetta mi cade dalle mani.

Sta male. No...

Mi avvicino con un balzo e mi inginocchio accanto a lui appoggiandogli una mano sulla schiena.

“Puoi andare a prendere l'auto per cortesia? Non mi sento bene...” farfuglia cercando di stabilizzare il respiro.

Annuisco come un automa e mi guardo attorno, tutti ci stanno fissando.

Non dico nulla e appoggio due banconote da cento dollari al centro del tavolo, afferro i nostri cellulari e li metto in borsa.

Corro velocemente a prendere la macchina di Gus cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime. Una morsa incandescente si è impadronita della mia gola, faccio fatica ad inghiottire.

È colpa mia. Sono proprio una stupida.

Nel giro di cinque minuti arrivo alla caffetteria, Gus mi sta aspettando sul ciglio della strada.

Appena mi fermo sale in auto con un leggero balzo e si sdraia sui sedili posteriori.

Non dico nulla, voglio solo arrivare a casa dai suoi genitori e chiedergli aiuto.

Non so cosa fare!

Le mani mi tremano, se non mi tranquillizzo un attimo faremo un incidente.

“Sto meglio, scusa se ti ho urlato.” la voce del mio ragazzo mi arriva dritta nel cuore.

Scuoto la testa “Scusami tu, non dovevo insistere... volevo solo giocare un po'.”

Gus si copre con un braccio gli occhi e sospira “Siamo solo all'inizio.”

Oddio, la malattia ha il potere di separarci? Non lo permetterò mai.

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Capitolo 13
*** Capitolo XII ***


ܓ Mrs WATERS ܓ

 

Appena tornato dall'ospedale Gus ha voluto prendere i farmaci anti-vomito. Ha iniziato a rimettere appena uscito dal reparto di cardiologia ed Hazel si è dovuta fermare due volte durante il viaggio di ritorno per fargli fare due passi. Aveva una terribile nausea.

Maledetto cancro.

Finisco di lavare i piatti in un attimo, Gus ha mangiato come un pulcino a pranzo, deve cercare in tutti i modi di tenersi in forza, la chemioterapia è devastante, deve alimentarsi o non riuscirà ad affrontare le giornate con Hazel.

Chissà se sta mangiando il gelato ora o è uscito solo per fare qualcosa di speciale con Hazel. Spero stia bene.

Il campanello suona e guardo mio marito sorpresa, i ragazzi hanno le chiavi e non aspettiamo nessuno oggi.

Mi asciugo velocemente le mani e vado ad aprire la porta. Resto basita nel vedere chi entra in casa senza neanche chiedere il permesso e dirigersi svelta verso la cucina.

“Dottoressa Lancaster, questa sì che è una piacevole sorpresa.” il mio adorato marito saluta la madre di Hazel con una gentilezza infinita.

Mi precipito verso di loro e mi siedo accanto a mio marito notando che la dottoressa si è accomodata a capotavola studiando minuziosamente il mobilio della mia perfetta cucina.

Si toglie gli occhiali da sole griffati e si tira indietro i capelli setosi, sembra appena uscita da un salone di bellezza. “Sono qui perchè ho un grande problema signori Waters,” asserisce la madre di Hazel incrociando le mani sul tavolo “mia figlia”.

Oddio, cos'ha Hazel? È malata?

Il cuore mi salta in gola e mi porto la mano sul petto. Non ci ha detto nulla!

Guardo preoccupata mio marito per poi rivolgere la mia attenzione alla dottoressa.

“Vi sarete sicuramente accorti che è una ragazza dotata ed intelligente, nonché bellissima. Ha davanti a sé un futuro prospero e di successo,” continua ticchettando le unghie laccate di rosso sul tavolo da pranzo “ma se continua a stare con vostro figlio la sua vita finirà.”

Io e mio marito restiamo scioccati dalla sua schiettezza.

Cos'è venuta a fare qui oggi?

“Inutile nasconderlo, sta solo perdendo il suo tempo. Ci siamo trasferiti qui perchè è una regione ricca di atleti e lei, tra tutti quelli disponibili, si è innamorata di uno storpio.”

“Ma come si permette!” mio marito alza la voce disgustato, io non riesco a proferire parola.

La donna stringe gli occhi a fessura “Inutile non chiamare le cose con il proprio nome! Trovo assurdo che una ragazza destinata a sposare un uomo di successo e pieno di soldi, si sia barcamenata con vostro figlio!” alza la voce continuando a sputare veleno “Sono qui per proporvi un accordo. Cinque milioni di dollari per costringere la ragazza ad andarsene. Il ragazzo è ancora minorenne e vive con voi in questa catapecchia, quindi potete benissimo chiuderla fuori casa! In pochi giorni le passerà la tristezza e andrà in California per l'intera estate a divertirsi!”

Ma è pazza? Ha un disturbo della personalità?! In ospedale è stata cordiale ed educata... ora sembra il demonio con ai piedi le scarpe di Prada.

“Se ne deve andare!” dice serio mio marito.

La donna scuote la testa ed estrae dalla borsa un assegno. Lo posa sul tavolo e lo fa scivolare tra mie splendide tazze da caffè.

Sono esterrefatta, cinque milioni di dollari.

“Ce ne sono abbastanza per vivere una vita in grande. Voglio che mia figlia salga le stelle, non le stalle signori Waters. Questo è il mio contributo al suo futuro. Sta a voi ora essere altruisti e pensare anche al futuro di mia figlia, non solo a quello che rimane a vostro figlio.”

Afferro il pezzo di carta difronte a me, i soldi non comprano la felicità. Questa donna è ricchissima, eppure mi sembra tanto triste.

Ha gli occhi che le escono dalle orbite e le labbra piene di rossetto le tremano.

Piego in due questi leggerissimi cinque milioni di dollari e glieli riporgo “Per quanto mio figlio sia moribondo, resta un ragazzo speciale. Sua figlia è riuscita a capirlo e, grazie alle stelle, non ha ereditato nulla di lei. Capisco perchè la ragazza continui a parlarci di suo padre e lei non venga mai nominata. Non conosco neanche il suo nome, invece del signor Lancaster sappiamo tutto quanto. Hazel ne parla con un amore infinito.”

La serratura della porta scatta e la donna afferra velocemente il pezzo di carta sistemandolo nella borsetta firmata appoggiata sul tavolo.

I ragazzi sono tornati.

“Haha, sì, è stato divertente! Avevo una fame!” la voce gaia di Hazel mi riempie il cuore, non ho idea di come abbia fatto a diventare una creatura così meravigliosa con una madre spietata come questa “Dobbiamo ritornarci!”

“Vieni qui piccola, dammi un bacio.” Gus ride e assistiamo ad un silenzio che vale più di mille parole.

Questo è il suono dell'amore.

Mio marito sorride amaramente “Siamo in cucina!” dice alzando la voce per farsi sentire.

Hazel ride, una risata di pura felicità “Mi fai il solletico Gus!”

Arrivano in cucina una tra le braccia dell'altro, sono una gioia per il cuore.

Appena Hazel vede sua madre, il viso le si scurisce all'istante. La ragazza spensierata e felice diventa una statua di pietra “Buon pomeriggio madre, visita di piacere?” dice acida.

Non ha mai usato questo tono con noi.

La dottoressa stringe le labbra “Passi più tempo qui che a casa tua, ho chiesto ai signori Waters se potevo contribuire economicamente al tuo mantenimento. Hanno già un figlio, per di più malato, a carico, volevo solo essere educata.”

Hazel spalanca gli occhi e si porta entrambe le mani sulla bocca “Oddio, mi-mi dispiace, non ci avevo pensato... chiedo scusa.”

Stringo i denti, è riuscita a mettere a disagio anche la figlia “Abbiamo rifiutato Hazel,” la rassicuro “averti qui è una gioia, sei la figlia che, assieme, non abbiamo mai avuto. È solo questo che ci importa. La felicità di nostro figlio e la tua.”

Gus abbraccia la ragazza che mi rivolge un dolcissimo sorriso.

La dottoressa Lancaster si alza velocemente dal tavolo e mi lancia un'occhiataccia “La mia offerta rimane aperta, quando vi deciderete a non vivere nell'egoismo, sapete dove trovarmi.”

Si avvicina alla figlia e accenna un sorriso. La ragazza alza il mento “Come proseguono le trattative con il futuro marito numero tre?” le chiede severa.

La donna accenna un sorriso “Vivo e vegeto, grazie per l'interessamento. Si è trasferito nella casa in cui tu hai la residenza.”

Questa donna è spietata. Stringo la mano di mio marito per evitare una scenata. Non ne vale la pena.

Hazel stringe la mano a Gus “Ti auguro di concludere un buon affare economico anche con questo.”

Sua madre accenna un sorriso “Sicuramente. Se hai bisogno di qualcosa...”

“Mi arrangerò come sempre. Ho i soldi di mio padre per il mantenimento, non ti disturberò. Promesso.” Hazel la interrompe stringendo nervosamente le labbra.

La donna davanti a lei sorride “Bene, comunque hai il mio numero. Ricorda quello che ti ho detto, sei sempre in tempo.” fa un cenno con la testa a mio marito ed esce da casa nostra sbattendo la porta.

Resto pietrificata, lo stesso discorso che ha fatto a noi l'avrà fatto anche a lei. Sono sconvolta.

“Io rimango dell'idea che sei stata adottata.” Gus bacia sulla guancia la sua ragazza sorridendo gaio.

Lei mi fissa con gli occhi lucidi “Mi dispiace,” biascica con la gola chiusa “non pensavo sarebbe arrivata a tanto.”

Sa esattamente cos'è venuta a fare sua madre qui.

Tiro fuori il mio più bel sorriso e glielo regalo “Figurati cara,” mi alzo dal tavolo aggiustandomi il grembiule “vi siete divertiti?” dico cambiando discorso.

Augustus sfoggia un sorriso di pura felicità “E' stato un bel pomeriggio, sento che i farmaci funzionano, mi sento bene.” stinge Hazel tra le braccia e la bacia velocemente sulle labbra. L'amore è in grado di guarire anche il cancro.

Sorrido e una lacrima mi riga il volto “Bene,” sussurro “niente videogiochi, tra un'ora si cena. Guardatevi un film.”

Gus sorride sotto i baffi e Hazel arrossisce, ormai resterà per sempre la nostra allusione al sesso.

I ragazzi salutano mio marito e scendono in camera di Gus.

Guardo negli occhi il mio compagno di vita porgendomi un'unica domanda.

Ho fatto la cosa giusta o sono davvero un'egoista a pretendere la felicità di mio figlio a discapito di quella della ragazza?

 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo XIII ***


✰ ☆ ★ AUGUSTUS ★ ✰ ☆

 

Sorrido sentendo le labbra delicate di Hazel accarezzarmi il torace. E' seduta a cavalcioni sopra di me, siamo in soggiorno stasera, i miei genitori sono usciti a cena con degli amici provenienti da fuori città, avevano programmato l'incontro mesi fa, non gli ho permesso di disdire con la promessa di chiamarli qualunque cosa succedesse.

“Scusa Isaac per oggi, non stavo molto bene, verremo domani a trovarti.” dico al telefono al mio migliore amico.

Il ragazzo dall'altro lato del telefono respira rumorosamente “Mi dispiace che tu non stia bene, ma non preoccupatevi per me. Le infermiere in questo reparto sono particolarmente gentili..”

Rido ad alta voce interrompendo la conversazione “Scusa.” gli dico “Hazel sta usando il mio torace come foglio.” rido ancora quando arriva con la penna sul fianco.

“Ciao Isaac! Ti vogliamo bene!” la mia ragazza alza la voce verso il telefono e sorride tornando alla sua tela umana.

“Anch'io ti adoro Hazel!” gli risponde divertito. “Mi piaci più tu di Gus!” conclude.

Ridiamo tutti e tre e saluto Isaac.

Lancio il telefono dall'altra parte del divano ed osservo l'opera d'arte che mi adorna il torace.

Cuoricini, scritte d'amore e linee oblique creano un circuito di montagne russe che si alzano e si abbassano, alla fine del tracciato ci sono due cuori abbracciati. “La malattia sarà come queste montagne russe,” sussurra Hazel tracciandone i contorni “momenti di alti e bassi, ma alla fine ci saremo noi, ancora assieme.”

La stringo forte tra le braccia inspirando tutto il suo profumo “Ti amo Hazel Grace.”

La mia ragazza inizia a baciarmi il collo lentamente come piace a me, appoggio la testa allo schienale del divano e mi godo ogni suo tocco.

Allento la presa sulla sua schiena e faccio scendere le mani appoggiandogliele sulle cosce. Inizio a tracciarle dei cerchietti minuscoli sulla pelle salendo sempre più in alto.

Si sposta dal collo e si concentra sulle mie labbra. Apre gli occhi e mi guarda seria, il verde è talmente carico d'amore da farmi tremare “Ti amo Augustus Waters, non permettere alla malattia di separarci, io non lo farò. Okay?”

Quanto amore. Che Dio abbia pietà del mio cuore, è questo il premio cancro dell'Altissimo? Non intendo rinunciarci.

“Okay.” le rispondo solamente.

Hazel sorride gaia e si sfila in un attimo la maglietta. Appoggia i seni nudi al mio torace e in un attimo le nostre lingue si incontrano.

Abbassa le mani per slacciarmi la cintura, ma la blocco afferrandole entrambi i polsi e portandoglieli dietro alla schiena.

Emette un ansimo impaziente e mi bacia con più passione.

Le tiro indietro le braccia staccandola da me e mi abbasso sui suoi seni prendendoli tra le labbra.

“Gus.” geme inarcando indietro la testa “Non farmi impazzire.”

Sorrido mentre mi delizio di ogni suo centimetro di pelle.

Si libera i polsi e mi agguanta le spalle con entrambe le mani, basta, non ce la fa più.

Unisco subito la bocca alla sua e libero la mia erezione, le scosto le mini mutandine e in un attimo sono dentro di lei.

Un lungo ed intenso gemito di puro piacere ci invade entrambi.

Affonda le unghie nelle mie spalle iniziando a muoversi su e giù.

Le accarezzo la schiena e scendo alzandole la gonna e prendendole il sedere tra le mani.

“Gus.” geme muovendosi più velocemente.

Dio, è una sensazione meravigliosa, fare l'amore con la ragazza che ami non si può paragonare a nient'altro. È il coronamento di qualcosa di perfetto.

La dimostrazione fisica dell'amore che si prova, è bellissimo.

Si impossessa con più fervore della mia bocca, ansimi, gemiti di piacere e parole d'amore riempono tutta la stanza.

É sempre più bello, no, troppo bello.

Spalanco gli occhi nel panico, non può essere già così bello. No, non va bene. Non posso già finire, di certo, non prima di lei.

No!

Mi muovo a disagio, non riesco a fermare l'inevitabile. Stringo Hazel contro di me cercando di stopparne i movimenti, ma non ce la faccio e con un gemito strozzato raggiungo l'orgasmo.

Questa è una punizione!

No. Questo no, non può farmi questo il cancro.

Oddio, è un incubo! No, no, no!

Hazel si immobilizza e mi guarda sorpresa come se si fosse appena ridestata da un sogno.

Sfuggo ai suoi occhi e affondo il viso nel suo collo.

Non penso d'essermi mai sentito così a disagio in tutta la mia vita. Quanto sarò durato?! Un minuto e mezzo?!

Non ho parole.

Resto immobile cercando di recuperare il fiato, le mani mi tremano leggermente, non so cosa dire, non so cosa fare.

Hazel in risposta mi stringe a lei ed inizia a passarmi le mani nei capelli. Ha ancora il fiatone e il battito del suo cuore mi rimbomba nelle orecchie.

Lei non ha raggiunto le stelle e io sì, non era mai capitato. Oddio.

“Va tutto bene, Gus.” mi sussurra senza smettere di accarezzarmi.

Scuoto la testa. No, non va bene, non va bene per niente.

Fanculo al cancro!

“Gus, non importa, davvero.” mormora, ma l'interrompo.

“Non mentire, non è vero!” alzo la voce e l'allontano da me.

Hazel spalanca gli occhi scioccata dalla mia reazione.

Non è giusto!

Mi passo entrambe le mani sugli occhi e guardo il soffitto, maledetto destino.

Maledetto cancro.

Riabbasso gli occhi e noto che Hazel si è coperta i seni con la maglietta, mi guarda stringendo il labbro inferiore tra i denti. È talmente bella.

“E' importante fare l'amore. È importante stare assieme, è importante per me sentirti fremere di piacere, mi fa sentire bene quando ansimi e gemi il mio nome quando raggiungi l'orgasmo, mi fa sentire bene quando ti addormenti poco dopo perchè esausta. Mi fa sentire vivo.” dico secco e frustrato.

Hazel si stringe la maglietta al petto e si guarda attorno nervosa “Non è colpa mia.” mormora senza guardarmi negli occhi. Si alza dalle mie gambe e si volta per rivestirsi.

No, perchè ora si sente così imbarazzata?! Resta per un attimo di spalle stringendo le cosce una sull'altra e poi va ad accomodarsi sulla poltrona lontana da me.

Merda.

Si passa una mano nei capelli risistemandoli e appoggia il viso alle mani guardando un punto indefinito davanti a lei.

Che schifo di vita.

Sistemo i pantaloni e appoggio la testa sul divano guardando il soffitto.

Restiamo in silenzio finchè Hazel non si alza e si incammina verso le scale “Vado a farmi una doccia e a dormire, buonanotte.”

E' arrabbiata, ovvio, non era mai successo prima. I nostri incontri amorosi erano sempre stati meravigliosi.

Il cancro ci ha portato via anche questo.

Annuisco guardandola, una doccia farebbe bene anche a me. Qualche carezza e mi perdonerà. Mi alzo a fatica facendo leva sulla gamba buona e le vado dietro.

Resto di sasso quando la vedo imboccare la rampa di scale che porta al piano superiore invece di quella che porta in camera mia.

“Hazel.” dico velocemente “Dove vai?”

Lei si blocca sul quarto scalino, le spalle le tremano leggermente “Te l'ho detto.” le parole le escono in un sussurro strozzato.

“Non dormi con me stanotte?” mi passo nervoso le mani tra i capelli “Non è stato bello, ma, scusa.”

Vuole dormire senza di me stanotte?! Non pensavo di perderla per questo.

Si volta velocemente e le lacrime iniziano a rigarle le guance.

“Hazel.” dico sconcertato “Amore.”

Si porta le mani sul viso ed inizia a singhiozzare “Non capisco perchè te la prendi con me!”

Spalanco gli occhi scioccato, io non ce l'ho con lei, assolutamente.

“Io, non...” biascico. “Non ce l'ho con te.”

Io me la sono presa con il cancro, non con lei!

“Sì, invece!” si volta e sale velocemente le scale.

No... non è vero.

Maledetto cancro.

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo XIV ***


ܓ Mrs WATERS ܓ

Scendo in cucina per bere un bicchiere d'acqua, andrò a controllare Gus subito dopo. La serata con gli amici ci ha fatto bene, ci siamo rilassati e divertiti come se il cancro non facesse parte della nostra vita.

Finiti gli scalini sento dei gemiti strozzati, qualcuno sta piangendo.

Percorro lentamente il soggiorno e vedo la figura di Hazel seduta sul pavimento davanti alla portavetro che si affaccia sul giardino.

Ha le gambe incrociate e cerca di soffocare i pianti con il viso affondato nelle mani.

Forse aveva ragione sua madre, si sta consumando assieme a mio figlio.

Mi inginocchio accanto a lei e le accarezzo una spalla. Si irrigidisce girandosi all'istante “Gus sta bene?” chiede preoccupata.

Le sorrido sfiorandole il viso, è così giovane.

“Andrò tra poco a controllarlo. Dovresti dormire Hazel” le dico dolcemente “ne vuoi parlare?”

Alza il viso e osserva le stelle “Vorrei non avere costantemente paura di perderlo,” bisbiglia “vorrei essere in California con Gus a guardare le stelle sulla spiaggia. Là sembrano più grandi. Ne abbiamo parlato per mesi, desideravo così tanto allontanarmi da qui con lui, volevo fargli vedere la mia casa, quella in cui ho vissuto con mio padre. Sarebbe piaciuto a tutti i miei amici, sarebbe stato un sogno...” smette di parlare ricominciando a piangere.

La gola mi si stringe “Se vuoi andare Hazel, Gus capirà.”

Si volta verso di me stringendo le labbra “Forse non ha capito, Mrs Waters, io voglio fare tutto con suo figlio. La vita faceva schifo senza di lui, era vuota. Soffrivo di ricorrenti crisi di panico, ero triste. Ho iniziato ad essere felice da quando l'ho incontrato. È come se lo stessi aspettando da tutta la vita.”

Non resisto, la prendo tra le braccia e le bacio la testa iniziando a piangere con lei.

Abbiamo entrambe paura di perderlo, ma non succederà, i farmaci stanno facendo effetto, a rilento, ma ce la farà, sopravviverà.

Deve vivere.

Le sciocco un sonoro bacio sulla guancia e le sorrido asciugandole le lacrime “Sta reagendo ai farmaci Hazel, andrà meglio.”

Annuisce e si alza in piedi con un sorriso “Okay.”

Indossa una canottiera rossa con dei cuoricini bianchi e degli slip dello stesso colore. È una ragazza speciale, avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.

“Vai a letto, arrivo subito a salutare Gus. Domani vi lascerò dormire. Va bene?” annuisce e corre velocemente giù per le scale.

Raggiungo la cucina con la tristezza nel cuore, afferro del succo d'arancia e lo verso lentamente in un bicchiere.

Mi volto e sussulto nel vedere la fidanzatina di mio figlio in piedi davanti al tavolo. Ha lo sguardo basso e le mani tremolanti, il cuore mi salta un battito.

“Ha bagnato il letto.” bisbiglia in difficoltà.

Dio, questa non ci voleva “Sono i farmaci tesoro.”

Annuisce e stringe le mani una sull'altra.

Corro per le scale a svegliare mio marito e prendo la biancheria pulita. Le scendo seguita dall'unica persona che può realmente aiutarmi in questo momento e mi avvicino al letto di Gus. Hazel è rimasta di sopra in cucina.

Gus dorme di pancia sul letto. Gli accarezzo un braccio scuotendolo leggermente. Apre gli occhi a fatica ed emette un gemito di dolore.

Dio ti prego, grazialo.

“Dov'è Hazel?” mormora spaventato e poi chiude gli occhi sconsolato “Me la sono fatta addosso. Fanculo!” sibila scuotendo la testa.

Gli sorrido dolcemente accarezzandogli il viso, è dimagrito “Hazel è in cucina a bere della spremuta, ti cambio le lenzuola e poi torna a dormire con te, okay?”

Annuisce mortificato e lo aiutiamo ad alzarsi dal letto, deve farsi una doccia.

Mio marito lo prende sotto braccio e lo accompagna nel suo bagno.

Afferro tutte le lenzuola macchiate e le butto nella cesta ripensando alle parole di Hazel, lei vuole fare le cose assieme a mio figlio perchè lo ama. La sua vita è migliore con lui. Sono stati fortunati a trovarsi.

Ricopro il materasso con il lenzuolo impermeabile ricordando quando li ho pizzicati a fare l'amore. È stato terribile e bello allo stesso tempo. Vederli così spensierati mi ha riempito il cuore.

Sento uno zampettio di piedini percorrere velocemente le scale. Mi volto e vedo Hazel curiosare discretamente nella camera, ha due bicchieri di spremuta tra le mani e si avvicina lesta “L'aiuto.” mormora afferrando le lenzuola pulite.

Fa il giro del letto e inizia ad infilare gli angoli nel materasso, dubito che l'abbia mai dovuto fare, ha sempre avuto le domestiche in casa.

“Adoro queste lenzuola, sono le mie preferite.” sussurra accarezzando la fodera del cuscino.

Avrà sicuramente dei dolci ricordi legati a queste stoffe.

In due finiamo velocemente di rifare il letto esattamente nel momento in cui mio marito aiuta Gus ad uscire dal bagno.

È pulito ora. Indossa solo dei boxer e vedo l'alone di un disegno sbiadito sul torace, non è la prima volta che si disegnano addosso a vicenda, piccoli gesti d'amore, ma noto subito che è arrabbiato. Dubito voglia farsi vedere così da lei.

Hazel gli sorride dolcemente afferrando i bicchieri di spremuta e gliene porge uno.

Gus zoppica sedendosi sul bordo del letto ignorando la ragazza.

Guardo mio marito baciare la testa a suo figlio e scomparire per le scale.

“Vattene.” sussurra Gus. Dubito stia parlando con me.

Hazel posa i due bicchieri sul suo comodino e si avvicina a Gus inginocchiandosi accanto a lui. Gli accarezza la gamba sana ma lui si ritrae.

Povera piccola, la tristezza che le passa sul viso è infinita.

“Vattene Hazel.” mio figlio alza il viso guardandola negli occhi.

Mi allontano di qualche passo per lasciargli un attimo di intimità, Augustus vuole che se ne vada, dovrebbe ascoltarlo.

La ragazza incrocia le braccia sedendosi sul pavimento “No.” dice seria.

Augustus si passa le mani sugli occhi "Perchè resti qui? Sei bella, intelligente, non puoi passare la vita a farmi da balia!" alza la voce frustrato.

Povero il mio bambino.

Mi intrometto vedendo la stanchezza di mio figlio "Hazel, tesoro, forse dovresti lasciarlo un pò solo".

È la cosa migliore, deve riposare.

"Non me ne voglio andare." risponde alzandosi in piedi.

"Tesoro, dovresti rispettare i suoi desideri." continuo dolcemente avvicinandomi a loro.

Augustus la guarda negli occhi "Sei sana." dice come con un lamento.

Hazel si stringe nelle spalle "Questo non giustifica il fatto che me ne debba andare dalla tua camera!"

"Mi sono appena pisciato addosso, tu non sei obbligata a stare qui. Le cose peggioreranno. Sono già peggiorate, terribilmente, non riesco nemmeno a fare...” Gus lascia la frase a metà, si alza in piedi a fatica e fa due passi per la stanza esasperato. Si strofina con forza il viso con le mani e si volta verso la sua ragazza. “Ti assolvo da tutte le promesse che mi hai fatto, sei libera!" Gus alza la voce esasperato.

Hazel si avvicina a mio figlio "Ora è tutto pulito, non me ne andrò via! Non sono qui per una promessa che ho fatto a te, sto qui per me, perchè ti amo Augustus! E ora piantala! Tu stai lottando contro il cancro per te stesso, ma io lotto ogni giorno per me! Perchè senza di te non... non sarebbe una vita!" la ragazza ricomincia a piangere portandosi le mani agli occhi.

I singhiozzi racchiudono paura e disperazione. Un dolore talmente grande da poter far soffrire venti anime.

Il cuore mi si stringe e mi porto una mano al petto per trattenerlo.

Mio figlio subito si avvicina prendendola tra le braccia “Non piangere amore, scusa,” le bacia i capelli stringendola forte “perdonami Hazel. Shh, shh. Non piangere più.”

Hazel toglie le mani dal viso e si guardano negli occhi "Hai promesso di non lasciarmi mai, hai detto che ti avevo messo nel cerchio giusto. Quindi vedi di sconfiggerlo, non può separarci Gus, non permetterglielo, non sopravviverei. Okay?"

“Okay.” risponde lui con un sospiro.

Mi incammino verso le scale afferrando la cesta delle cose sporche e sento la voce di mio figlio chiamarmi. Mi volto immediatamente “Grazie mamma.” mormora con un sorriso.

Tristezza e felicità si mescolano, adoro mio figlio. “Figurati tesoro mio, dormite ora, dovete riposare entrambi.”

Hazel si è già infilata sotto le coperte e ha chiuso gli occhi, è davvero molto stanca. Gus la raggiunge togliendosi la gamba e infilandosi sotto le coperte assieme a lei.

In un istante Hazel è già tra le sue braccia, appoggia il viso sul suo torace e sorride “Amo il battito del tuo cuore.” gli sussurra.

Gus sorride guardandomi “Ti voglio bene mamma, grazie.” dice prima di chiudere gli occhi.

Deve guarire.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo XV ***



✰ ☆ ★ AUGUSTUS ★ ✰ ☆

Il dolore ormai è diventato insopportabile, sembra che l'osso voglia staccarsi dalla carne da un momento all'altro.

Gus, tesoro, è l'unica soluzione per avere la possibilità...”

No!” grido sentendo una fitta di dolore “Non potete amputarmi la gamba, il basket, la mia vita, la gamba mi serve!”

Mio padre cammina avanti ed indietro per la stanza dell'ospedale di pediatria, l'oncologia è il reparto peggiore in assoluto.

Qui si muore e io non voglio morire. Non ho mai avuto una ragazza, non mi sono mai innamorato, non mi sono mai ubriacato... non ho fatto troppe cose, non posso morire.

La nausea mi invade lo stomaco e riesco solo ad afferrare la bacinella prima di ricominciare a vomitare per la trentesima volta da quando mi sono svegliato stamattina, la chemioterapia mi sta annientando.

Io voglio solo vivere!

ODIO la mia vita!

La dottoressa Maria si mette davanti a me, riesco a malapena a trattenere le lacrime “Augustus, ascoltami. L'amputazione è l'unica possibilità che hai. L'unica. Con una protesi, la riabilitazione, riuscirai anche a giocare a basket, avrai un futuro. Una vita.”

Al diavolo! “Non voglio perdere la gamba, dev'esserci una alternativa.”

La dottoressa guarda mia madre e poi guarda me “Non ci sono alternative valide, in base alla mia esperienza, anche se provassimo con altri farmaci...”

Voglio provare!” interrompo la dottoressa alzando la voce.

Mia madre si siede accanto a me sul letto e mi prende una mano tra la sua “Gus, un giorno ci ringrazierai per questo.” fa un cenno agli infermieri che mi iniettano un potente sonnifero.

Sto per perdere la gamba!

No, non voglio!

No!

Non vi ringrazierò mai! Mi state rovinando la vit...” riesco a biascicare, poi il buio.


 

“Gus, tesoro, svegliati, l'infermiera deve farti un prelievo di controllo.” spalanco gli occhi con il cuore in gola, mi ero addormentato, era un sogno, un ricordo.

“Dov'è Hazel?!” chiedo d'impulso a mia madre.

Mia madre, la persona migliore del mondo, la donna che con coraggio ha deciso di salvarmi la vita.

La stimo così tanto.

“E' dovuta andare a casa sua, ti ha lasciato un biglietto.” mi risponde con un sorriso.

Mi metto seduto con un gemito e sento la testa girare, quali altre medicine devo prendere oggi?

Ho la bocca impastata, che schifo. Senza lasciarmi il tempo di pensare la nausea mi invade lo stomaco e riesco per miracolo a vomitare nella bacinella.

Uno, due, tre... Dopo una dozzina di conati non mi viene più su niente, maledetto cancro. Funesto destino.

Afferro la bottiglietta di collutorio dal tavolino e faccio i gargarismi un paio di volte.

Che schifo.

Vomitare è orribile, la cosa più debilitante per il corpo umano.

“Va meglio ora?” mia madre si alza per buttare quello che era stato il mio pranzo.

Annuisco e la ringrazio.

L'infermiera mi fa il prelievo lampo e intanto leggo il biglietto che mi ha lasciato Hazel.

 

_______________________________________________________

La strega cattiva ha emesso un decreto

restrittivo per circa 24 ore, ha minacciato

di denunciare la mia scomparsa alle autorità

se non avessi partecipato alla sua festa post matrimonio.

Come se me ne fregasse qualcosa!

Comunque tornerò il prima possibile, già mi manchi.

Sei bello anche quando dormi.

Ti amo, cerca di riposarti.

Tua Hazel Grace

Okay? ♥

_____________________________________________________

 

Accarezzo l'okay che ci ha uniti fin dall'inizio e afferro il telefono, compongo immediatamente il numero di Hazel e al terzo squillo già mi risponde “Ciao.” sussurra “Vorrei fossi qui.” mormora con la voce più dolce che abbia mai sentito.

Sorrido e sospiro, vorrei essere lì con lei, ma in queste condizioni dovrei starmene seduto sulla tazza del wc.

“Mi manchi Hazel Grace.” le rispondo senza pensarci, vorrei fosse tra le mie braccia.

“Anche tu, tantissimo. Devo dormire qui stanotte, ma forse riesco a fare una capatina per augurarti la buona notte, la strega cattiva è alla settima coppa di champagne, non si accorgerà della mia momentanea assenza.” dice a bassa voce.

Già me la immagino truccata, con i capelli raccolti ed avvolta in un abito griffato, magari rosso con uno spacco profondo sulla coscia.

Chiudo gli occhi e la mente inizia a vagare, me la immagino in un abito bianco di seta, tutto vaporoso, un velo trasparente che le copre il viso, raggiante mentre si incammina verso di me... “Tu mi vuoi sposare?” le dico d'impulso senza neanche pensarci.

Io la sposerei anche subito. Io voglio una vita con lei, lo desidero così tanto.

Segue un attimo di silenzio “Quando sono arrivata in camera mia oggi, ho pensato alla prima volta che abbiamo fatto l'amore. Te lo ricordi?”

Sorrido appoggiando la testa al divano e chiudo gli occhi. Come non ricordarmela?

Ci siamo guardati negli occhi tutto il tempo, senza il minimo imbarazzo, senza il minimo disagio le nostre anime si sono toccate per la prima volta “Sì, quel giorno ho ringraziato per la prima volta i miei genitori per avermi fatto tagliare la gamba. Da quel giorno non ho più avuto rimpianti. Se non l'avessero fatto non ti avrei incontrata.”

In risposta, dall'altro capo del telefono, mi arriva un singhiozzo “Io desidero sposarti dal giorno in cui ti ho messo nel cerchio giusto, Gus, da quel giorno ho iniziato a pensare al futuro. Ad un futuro che coinvolgesse te.”

Una sensazione di gioia mista alla paura si fa largo nel mio torace, arriverò a sposarla?

Avremo un futuro assieme? Cosa farà della sua vita se io non riuscissi a sconfiggere il cancro?

“Ti amo.” le dico solamente.

“Lo so, ti amo anch'io.” mi risponde con un mugolio.

Il silenzio viene spezzato da una voce in lontananza che chiama Hazel, la voce di un ragazzo!

“Chi è?!” le chiedo immediatamente.

Hazel impreca a bassa voce e gli risponde che sarebbe arrivata subito “E' mio fratello acquisito, un idiota. Mia madre vuole fare delle fotografie prima di cena. Ci sentiamo dopo, okay?”

Spalanco gli occhi, un fratello, un ragazzo, quanti anni avrà?!

“Okay.” le rispondo prima di riagganciare.

Vorrei essere lì con lei, dovrei essere lì a fare compagnia alla mia ragazza, frequentare la sua famiglia, invece sono qui a vomitare e a cercare in tutti i modi di sopravvivere.

Forse è questo il mio errore, forse devo solo rassegnarmi all'inevitabile.

Forse è la cosa giusta da fare...

Guardo mia madre leggere la rivista accanto a me. Da quando mi hanno diagnosticato il cancro la seconda volta i suoi lineamenti sono cambiati, le occhiaie intorno agli occhi sono profonde e nere, e non lasciano mai il suo viso, le labbra sono sempre contratte in una smorfia di preoccupazione.

Il cancro distrugge chi ci sta intorno, devo prepararmi all'inevitabile.

“Mamma, questa sera puoi accompagnarmi al Cuore di Gesù? Devo vedere Hazel.”

Lei alza gli occhi e annuisce dolcemente.

Le sorrido amaramente.

Ora so cosa devo fare.

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Capitolo 17
*** Capitolo XVI ***


•☆.•*´¨`*••♥ HAZEL ♥••*´¨`*•.☆•

 

Sorrido felice, Gus vuole vedermi nel cuore di Gesù, nella chiesa dove ha gli incontri di supporto per i ragazzi malati di cancro.

Sono uscita di casa senza problemi, nessuno noterà la mia assenza in mezzo ai centocinquanta invitati. Ho indossato un abito bianco, seta e pizzo, sono così emozionata.

Oggi abbiamo parlato di matrimonio, vorrà farmi una dichiarazione d'amore, vorrà scambiarsi le promesse con me.

Oddio!

Al volante della mia BMW cabrio mi sento elettrizzata, più sento l'aria nei capelli, più mi sento vicina a Gus.

Dopo venti minuti di fantasticherie arrivo alla chiesa, parcheggio proprio davanti al muretto dove io e la ex ragazza di Isaac parlavamo ed entro in chiesa spingendo il pesante cancello, sembra non ci sia nessuno. Scendo le scale e finalmente lo vedo.

Bello in tutto il suo splendore, Gus è seduto nella terza fila intento ad osservare la croce dietro al leggio.

Indossa una camicia bianca a maniche corte e dei pantaloncini neri. I capelli sono leggermente spettinati ed il pacchetto di sigarette è appoggiato davanti a lui.

“Non dargli il potere di ucciderti.” sussurro tra mè, il cancro non può ucciderlo, lui è forte e coraggioso, lo sconfiggerà.

E' leggermente dimagrito in questi ultimi giorni, la chemioterapia inizia ad incidere pesantemente sul suo fisico. Mi piange il cuore.

Mi precipito da lui in un secondo.

Appena si accorge della mia presenza si alza in piedi prendendomi tra le braccia. Mi stinge affondando il viso tra i miei capelli “Sei bellissima stasera.” mi allontana tenendomi le mani e mi guarda dalla testa ai piedi “Dio mi è testimone, non esiste al mondo creatura più perfetta di te. Ti amo così tanto Hazel Grace.”

Arrossisco leggermente, i suoi complimenti mi toccano sempre l'anima. Sorrido felice e lo bacio sulle labbra, un bacio dolce e pieno di tutto l'amore che provo per lui.

“Sono così felice, dopo la chiacchierata di oggi, essere qui è un sogno.” lo ribacio e ci accomodiamo sulla panca.

Gus mi prende le mani e sospira “Oggi ho pensato molto a noi.” inizia serio “Ho riflettuto sulla mia vita, sulla malattia...” annuisco e gli stringo le mani, okay, una dichiarazione in piena regola.

Sospira pesantemente e mi guarda negli occhi “E ho capito che se non posso sapere cosa succederà durante la mia vita, almeno posso conoscere quello che succederà dopo.” conclude.

Resto basita, costernata, cosa sta dicendo?!

Mi mancano le parole, ho frainteso i segnali. Cosa significa? Dopo cosa?!

La bocca mi si apre da sola, Gus si rende conto della mia reazione e mi guarda meravigliato “Vorrei assistere a quello che dirai al mio funerale.” mormora.

Resto di sasso. Pietrificata.

Cosa?!

Tutto il mondo mi cade addosso in un secondo, tutti i miei sogni si infrangono in un battito di ciglia.

Ha gettato la spugna? Si è rassegnato?! Non può, me l'ha promesso!

Scatto in piedi e le mani mi tremano, oddio! Questo è un incubo nell'incubo!

Gus mi guarda “Cosa pensavi di fare?” mi chiede sorpreso.

Vacillo e sento le gambe molli “Vuoi assistere al tuo funerale?! A quello che dirò di te quando sarai morto?!” soffio in difficoltà.

Gus mi guarda meravigliato e allunga una mano per accarezzarmi, ma subito mi scanso facendo un passo indietro.

Il peso terribile che mi porto dietro ogni giorno si fa sempre più pesante, faccio fatica a respirare, oddio, sto per avere una crisi di panico!

L'aria inizia a scarseggiare, non mi arriva abbastanza ossigeno, sto per morire! Mi faccio aria con le mani, ma non funziona, i polmoni si stanno accartocciando su loro stessi.

Oddio! No, non ancora, non avevo crisi di panico da quando ho conosciuto Augustus. NO!

“Hazel, calmati” Gus mi guarda preoccupato “Amore, cos'hai?”

Stringo gli occhi portandomi una mano sul petto, il dolore è talmente forte, sembra impossibile che la sofferenza mentale possa sprigionarsi così. Causando un dolore fisico.

Annaspo, i polmoni non mi si dilatano, non mi arriva abbastanza ossigeno al cervello, mi verrà un ictus! L'aria non è abbastanza!

“Hazel, mi spaventi!” Gus si avvicina prendendomi la mano.

Mi mordo la lingua fino a farla sanguinare e recupero l'aria che mi mancava “Pensavo volessi scambiare le promesse nuziali con me!” urlo con tutta me stessa in faccia la mio ragazzo, il dolore che provo in questo momento si sfoga con un grido di dolore che echeggia in tutta la chiesa.

Gli occhi iniziano a lacrimarmi, le dighe si sono infrante, così come i miei sogni “E tu invece hai organizzato un pre funerale!”

Sento le mani di Gus sui fianchi, ma sfuggo alle sue braccia avvicinandomi velocemente al leggio.

Dio, perchè tutto questo dolore? Non sono abbastanza forte.

La rabbia mi avvolge, la disperazione si fa largo nelle mie vene, l'ira infinita verso la mia vita mi concede la forza di dare ad Augustus quello che desidera.

Vuole conoscere la mia disperazione?

Okay.

Alzo il viso bagnato e guardo Gus negli occhi.

Afferro il leggio talmente forte da sentire un'unghia rompersi “Mi chiamo Hazel Grace Lancaster,” alzo la voce seria “Gus è stata l'unica persona al mondo con cui sono riuscita a sentirmi felice. Prima che la mia vita entrasse in contatto con la sua, non c'era nulla che mi rendesse felice e ora che lui non c'è più, sono ripiombata nel buio. Il giorno in cui è morto, sono morta anch'io. Sono tornata ad essere un guscio vuoto.”

“Hazel.” il sussurro mortificato di Gus non mi ferma, alzo la voce. Voleva sapere cosa sarebbe successo dopo, ora lo saprà.

“Era e continuerà ad essere tutta la mia vita perchè tutto il mio mondo era reso felice dalla sua presenza.” soffoco un singhiozzo ed inghiottisco il nodo che ho in gola “Era una persona che amava i segni. Aveva promesso di sposarmi, ma il fottuto cancro non ce l'ha permesso. Quando chiudo gli occhi lo vedo ancora al mio fianco, con il suo perfetto sorriso sbilenco che dedicava solo a me. Riesco ancora a sentire il suo profumo e la sua voce mentre mi dice ti amo Hazel Grace, okay? Ed ora è tutto finito. Non esisterà mai l'oblio per lui, ma non esiste futuro per me senza Augustus Waters.”

E' troppo, basta, non posso pensare ad una vita senza di lui, non posso. Non esiste vita senza di lui. Ricomincio a piangere, le ginocchia mi cedono e cado ai piedi del leggio.

Dopo pochi secondi sento le mani di Gus sulle mie spalle e si china accanto a me prendendomi tra le braccia “Scusa amore mio, scusami se ti ho fatto innamorare di me... scusa se mi sono ammalato.”

Alzo il viso e lo guardo negli occhi “Sono venuta qui perchè pensavo volessi scambiare le promesse del nostro amore nel cuore di Gesù, invece hai organizzato uno schifo di pre funerale!” singhiozzo addolorata “Non è ancora la fine... non puoi arrenderci Gus. Non puoi farlo. Nessuno si merita di vivere senza di te, i tuoi genitori, io... tu! Tu non puoi arrenderti così!” grido con tutta me stessa.

Gus aumenta la stretta attorno alle mie spalle “Stasera quando sei arrivata eri talmente raggiante e bella che mi si è mozzato il respiro, ho pensato che starmi lontano ti avesse fatto bene... invece eri felice perchè pensavi avessi organizzato un pre matrimonio.”

Annuisco, non riesco a fermare le lacrime.

Gus mi alza il viso prendendomi il mento tra le dita e mi guarda negli occhi “Bè, siamo nel posto giusto.” sorride dolcemente regalandomi quel sorriso sbilenco che tanto amo “Hazel Grace Lancaster, gioia e unico amore della mia vita, vuoi fare di me l'uomo più felice del mondo sposandomi?”

Ridacchio cercando di scacciare la tensione “Sì.” sussurro “Okay.”

Gus si alza a fatica dal pavimento e subito lo seguo, mi accarezza i capelli e mi asciuga il viso con la manica della sua maglietta.

Fruga nella tasca dei pantaloni e ne estrae un sacchetto di velluto nero. Se lo rigira nervosamente tra le mani e poi torna nei miei occhi “Tra dieci giorni festeggeremo il nostro primo anno insieme, un anno indimenticabile, un anno che mi ha dato infinite gioie. Mi sono innamorato di te così velocemente, che non me ne sono neanche reso conto. Volevo dartelo il giorno del nostro anniversario, ma penso che questo sia il momento giusto.”

Apre il sacchetto e mi sorride estraendo un oggetto rotondo, un anello!

Oh mio Dio!

Mi afferra la mano sinistra e mi infila un meraviglioso anello in oro con incise, a rilievo, le nostre promesse, gli okay che racchiudono il nostro per sempre.

Non posso credere ai miei occhi, mi ha regalato un anello!

Resto meravigliata, un vero pegno d'amore. Non ho mai visto nulla di così bello in tutta la mia vita, mi calza a pennello “Ti piace?” sussurra il mio ragazzo accarezzandomi l'avambraccio.

Alzo gli occhi nei suoi “Penso che sia il regalo più bello che io abbia mai ricevuto in tutta la mia vita. Grazie.”

Io lo amo, lo amo con tutto me stessa, io desidero solo una vita con lui.

Gus si avvicina e mi lascia un lungo bacio sulle labbra, mi afferra entrambe le mani e guarda intensamente la croce alle nostre spalle “Prometto che un giorno lo rifaremo come si deve, ma per ora, da minorenni, ci dobbiamo accontentare di questo.”

Sorride ed inspira profondamente, porta gli occhi nei miei, l'azzurro è talmente intenso da farmi rabbrividire “Dolcissima, speciale, amore della mia vita Hazel Garce Lancaster, prometto...”

E in pochi secondi il mio cuore prende il volo, mi perdo nei suoi occhi e nella promessa di un futuro assieme.

“Okay, Hazel Grace?” conclude.

“Okay.”

 

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Capitolo 18
*** Capitolo XVII ***


✰ ☆ ★ AUGUSTUS ★ ✰ ☆

Mi sento così stanco oggi.

I risultati delle analisi non sono dei migliori, i globuli rossi sono diminuiti e la dottoressa Maria ha deciso di aumentare le infusioni di chemioterapia. -Dobbiamo essere aggressivi, Gus. Così da non lasciargli scampo.- ha detto stamattina.

Gli ho risposto che non ho la minima intenzione di morire, quindi sono pronto a fare qualsiasi cosa lei consigli. Anche tagliarmi l'altra gamba, se necessario.

Non voglio morire.

Stringo le labbra affranto, da quando è arrivata stamattina, Hazel, non fa che sorridere e baciarmi in ogni momento.

È talmente felice, continua a guardare l'anello che le ho regalato. Le è piaciuto davvero tanto.

Ieri sera, dopo esserci scambiati le promesse, abbiamo fatto l'amore. Lì, nel cuore di Gesù due adolescenti innamorati hanno unito le loro anime. All'inizio ero preoccupato, temevo finisse tutto come l'altro giorno, ma Hazel, per la prima volta, ha fatto tutto con calma, come se volesse assaporare a pieno il nostro incontro. Di solito è precipitosa, vuole subito concludere sopraffatta dalla passione e dal desiderio, ma ieri... Oddio. Ieri è come se avesse voluto assaporare ogni secondo, imprimere nella propria anima ogni movimento, ogni carezza, ogni bacio.

Le nostre anime hanno avuto tutto il tempo di accarezzarsi, di legarsi ancora più di prima.

È stato più intenso di tutte le altre volte, abbiamo raggiunto la gioia insieme e non smetteva mai di ripetermi quanto mi amasse, quanto la sua vita fosse finalmente completa grazie a me.

Stavo talmente bene, mi sentivo felice e completo.

Mi emoziono al solo ricordo, la amo con tutto me stesso. Ringrazio le stelle ogni giorno per averla fatta arrivare da me.

Si alza dalla coperta e mi bacia ancora “Ti amo.” mi sussurra prima di ricoricarsi accanto a me.

Ci siamo stesi nel giardino di casa mia a prendere il sole, almeno in questo modo posso riposarmi senza collassare sul letto. Ho preso una doppia razione di farmaci anti nausea prima, non volevo assolutamente sentirmi male oggi.

Isaac è uscito dall'ospedale ed Hazel è passata a prenderlo prima di venire qui.

Mi hanno fatto una bellissima sorpresa. Sono felice che stia bene.

Sono contento per lui.

“Che state facendo voi due?!” il mio migliore amico allunga il bastone e colpisce la mia protesi facendola tintinnare.

Hazel si mette seduta “Nulla di quello che pensi Isaac, c'è la madre di Gus in casa.” ridacchia e gattona fino a lui.

Porto il braccio dietro alla testa per vedere meglio, è proprio bella oggi. Ha i capelli biondi legati in una treccia, indossa una gonna corta a balze color pastello e una canottiera di due tonalità più scure.

L'anello che le ho regalato le scintilla nel dito della mano sinistra, sono felice d'averglielo dato, è stato il momento perfetto.

Si inginocchia davanti ad Isaac e gli afferra entrambe le mani portandosele sul viso “Non mettermi un dito nell'occhio.” ride gaia facendo sorridere il mio migliore amico.

“Sembri felice.” gli dice Isaac passando alle labbra.

Hazel mi lancia uno sguardo dolcissimo e annuisce “Oggi sono molto felice, sono felice che tu stia bene e finalmente qui con noi, mi sei mancato.”

Il mio amico abbassa le mani arrivando al collo di Hazel “Okay.” gli dico “Oltre il collo è zona off limits!”

Ridiamo come se le malattie non esistessero, come se fossimo solamente tre amici che amano passare il tempo assieme. Non c'è un ragazzo ceco, una ragazza spaventata e un ragazzo con il cancro e senza un pezzo di gamba.

Ci siamo solo noi.

“Senti i miei capelli. Ho letto che devi continuare a sperimentare cose nuove, così da sviluppare un'abilità tattile superiore.” dice Hazel sciogliendosi la treccia.

Isaac in tutta risposta allunga subito le mani “Sono soffici.” dice avvicinandosi.

Mi allungo verso Hazel e l'afferro per la vita trascinandola a fatica verso di me. Sono geloso, è inutile nasconderlo.

Una risata cristallina le esce dalle labbra che subito porta sulle mie. Mi circonda il collo con le braccia e mi stringe a lei.

“Dai amico!” Isaac si lamenta sbuffando “Stavo solo facendo esercizio!”

Ridiamo, ma Hazel non mi permette di replicare, apre la bocca ed unisce la lingua alla mia “Mi piaci geloso Augustus Waters, ma non ne hai bisogno, ho occhi solo per te.”

Isaac ride rumorosamente e Hazel si scusa per la battuta non voluta.

Sfugge dalle mie braccia e si alza in piedi “Vado a prendere qualcosa da bere per tutti.” dice gaia.

La guardo mentre si allontana, ad un certo punto si volta e mi saluta con la mano. Le strizzo l'occhio e si incammina con un sorriso.

Isaac sorride “Sei fortunato amico. È una ragazza speciale.”

Annuisco guardando il cielo sereno sopra di noi “Ieri sera ho fatto un casino.” sussurro “Stava per avere una crisi di panico, mi sono davvero spaventato.”

“Che diavolo hai combinato Gus?” Isaac muove il suo bastone e lo fa tintinnare sulla mia protesti.

Sorrido amaramente e mi infilo una sigaretta tra le labbra.

Io non ti do il potere di uccidermi.

“L'ho invitata nel cuore di Gesù ieri sera, si aspettava una cosa romantica, invece le ho chiesto di parlare come se fosse al mio funerale.”

Isaac scuote la testa e stringe il bastone tra le mani “Pensavo che questo bastone servisse solo ad evitarmi una caduta, ma posso usarlo anche per picchiarti.”

Ridiamo insieme. Sì, ho sbagliato. Pensavo le avrebbe fatto bene anche a lei avere la situazione sotto controllo, invece mi sbagliavo.

L'ho devastata, ma a me ha fatto bene assistere al mio funerale. Mi ha fatto capire che la mia morte non risolverebbe i loro problemi, ma li distruggerebbe.

Non lo accetto. Non posso morire, troppe persone mi vogliono bene.

Voglio davvero una vita con lei.

“Ti ama Gus, in questo modo metti alla prova il suo amore. Ma sappi che ha avuto un centinaio di possibilità d'andarsene, se non l'ha fatto fino ad ora, non lo farà mai.” mi risponde Isaac alzando il viso verso il sole.

Resto di sasso, io non voglio allontanarla, assolutamente, non voglio che se ne vada. Sono solo arrabbiato con il cancro, sono arrabbiato perchè non ho certezze, perchè non posso darle una sicurezza, perchè non posso garantirle quello di cui ha bisogno, perchè sto male e andrà sempre peggio. Perchè ho paura dell'oblio.

Perchè se nessuno si ricorda ti te, è come se non fossi mai esistito.

“Guarda com'è andata con Monica,” prosegue “mi ha lasciato senza neanche pensarci. Tutte le nostre promesse, i nostri sempre ripetuti all'infinito, tutte le parole d'amore e il tempo passato insieme, tutto è scoppiato come una bolla di sapone quando ha capito che le cose sarebbero cambiate dopo l'operazione. Che io sarei stato cieco e la nostra vita assieme sarebbe cambiata... che stronza egoista.”

Mi volto e guardo Hazel chiacchierare con mia madre mentre le passa un grande vassoio con dei bicchieri e alcuni biscotti, è bellissima e speciale. Venderebbe l'anima per me.

“Sì, la capisco. Vorrei non essere malato, vorrei essere un punto di riferimento per Hazel... ma ogni tanto mi arrabbio per colpa del cancro e, anche se non centra assolutamente, mi sfogo con lei.” mugolo sconsolato.

Isaac ride “Anche se siamo amici, sappi che se dovesse lasciarti, io ci proverei immediatamente con lei!”

Ridiamo entrambi e mi metto seduto facendo una fatica allucinante. Il fianco mi duole terribilmente. Spero che il cancro non sia peggiorato, la dottoressa dice che per migliorare, è obbligatorio peggiorare prima.

Spero abbia ragione.

Hazel torna reggendo un grande vassoio in porcellana decorata. Lo appoggia sull'erba accanto a noi, si inginocchia accanto a me e mi dà un bacio sul lato della bocca lasciato libero dalla sigaretta.

Adora quel punto e io amo quando mi bacia.

Si allunga verso il nostro amico mettendogli un bicchiere in mano e si accomoda tra le mie gambe.

La ringraziamo ed Isaac inizia ad assaporare il succo d'arancia facendone una recensione dettagliata.

“Succo d'arancia rossa, giusto?” dice gustandosi la bevanda fresca.

Continua ipotizzandone la provenienza e la concentrazione facendoci ridere.

Hazel mi sfiora il collo con il naso e si appoggia alla mia spalla.

Le poso una mano sulla gamba ed inizio ad accarezzarla dolcemente “Cosa ti va di fare dopo?” le chiedo a bassa voce, intanto il mio migliore amico sembra un chimico specializzato. Sta elencando tutte le vitamine contenute nel succo che sta bevendo.

“A me basta stare con te.” risponde prendendomi la mano nella sua.

Ridacchio “Non ti avrei lasciato scelta.” le rispondo.

“Anche se me l'avessi data, io avrei scelto te, io sceglierò sempre te Augustus.” mi risponde seria aumentando la stretta.

Annuisco e le bacio la testa.

E' una giornata stupenda, sono con il mio migliore amico e la mia splendida ragazza, vorrei che il tempo si fermasse.

Sento d'averne ancora poco a disposizione.

 

 

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