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di Ashueppes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Lago ***
Capitolo 2: *** In soffitta ***
Capitolo 3: *** Senza risposte ***
Capitolo 4: *** 'Ti voglio bene' ***
Capitolo 5: *** Paura ***
Capitolo 6: *** Flash back ***
Capitolo 7: *** Calum ***
Capitolo 8: *** La lettera ***



Capitolo 1
*** Il Lago ***


                                                                    Capitolo 1

                                                                                                        'Il Lago'



Mi portai le cuffiette alle orecchie mentre scrutavo il paesaggio fuori dal finestrino della macchina: osservavo il bosco fitto. Pareva gelido e cupo. Un brivido di freddo mi attraversò la schiena. Mia madre si girò e mi sentì pronunciare 'brr' -Vuoi una giacca?- Disse.   Annuì allungando la mano per prenderla e indossarla.

Mi girai verso mio fratello Michael che dormiva appoggiato al finestrino, senza vergogna mostrando la sua faccia alla massa che girovagava per le strade del paese. Non era una novità vederlo  dormire: praticamente ogni volta che si saliva in auto, lui in cinque minuti era già lì che dormiva; come era successo in questo preciso istante.

Stavamo viaggiando, per andare in un campeggio che si trovava vicino un lago. Precisamente andavamo lì nei giorni festivi e in estate, ormai avevo due vite: una nel mio paese in cui vivo, noiosa e maliconica, l'altra nel campeggio che era piena di vita. Avevo tanti amici, un ragazzo, una migliore amica... 

No, scherzavo, sono sola anche lì. Però mi piace andarci per la tranquillità che mi trasmette, mi fa sentire a 'casa'. Mio fratello invece aveva una vita sociale più attiva della mia.



 * * * *



Come al solito dopo aver scaricato i bagagli e messo apposto la casa di legno dove ci fermavamo, sgattaiolai fuori per farmi una passeggiata. Mi sistemai la sciarpa al collo giusto per non congelare, poi andai a farmi una passeggiata al lago.

Nel frattempo mentre camminavo, tutti coloro che come la mia famiglia veniva qui in vancanza, mi salutarono affettuosamente, fuori che i ragazzi: in pratica solo anziani.

Quando pensavo a questo mi saliva la depressione, sai il contesto è diverso. Di solito, quando una famiglia arriva in un campeggio tutti i ragazzi vanno a salutare i figli dei ben arrivati, invece per me non è così. Questo vale solo per mio fratello.




L'aria gelida mi toccava il viso e tutto ad un tratto piccoli fiocchi di neve caddero lentamente e in modo silenzioso, sul terreno sterrato. Il periodo di Natale si stava avvicinando.

Guardai il cielo aprendo le braccia e portando lo sguardo al cielo tirai la lingua fuori, proprio come una bambina. Sentii una voce squillante dietro di me interrompere il mio momento infantile.

- Anche se è un momento gelido, è sempre l'abbraccio più caloroso.-



Mi giarai e vidi un ragazzo chino sulle ginocchia a toccare i fiocchi di neve appena caduti dal cielo. -Già, l'adoro per questo, indica l'arrivo del Natale-

Mi interruppe proseguendo la mia frase -Un momento di gioia, serenità, felicità. Un momento dove tutta la famiglia è unita, o almeno tutte le persone sono unite.-

Sorrisi e abbassai la testa.

 -Come mai sei qui tutta sola?- si portò le sue enormi mani tra i capelli biondi scuro ondulati, per sistemarseli, poi mi fissò con i suoi occhi color giallino-marrone, quasi come quelli di un lupo, un colore particolare. Infine mi sorrise e gli parvero delle fossette che mi misero allegria.

-Vengo sempre qui da sola, mi mette tranquillità questo posto- Sospirai e poi continuai - Immagino che sei nuovo qui, vero?- mi sedetti su un pezzo di tronco vicino al lago.

Lui camminò verso di me, leccandosi le labbra e raggiustandosi nuovamente i capelli, poi si fermò e si sedette vicino a me. Ciò mi fece sentire un po'  a disagio.

-Esatto sono qui da circa una settimana, tu invece?-

Scrutai i suoi occhi attentamente, poi mi guardai intorno - Io sono arrivata oggi, però è da quando sono bambina che vengo qui al campeggio durante i periodi festivi e in estate.- 

Mi guardò stupito -E' da molto tempo!- poi proseguì - Hai amici qua?-

Ecco, me lo sarei aspettata che mi avrebbe chiesto una cosa del genere. Mi sentii vuota e sola , sospirai -Purtroppo no.-

Con sguardo dispiaciuto mi accarezzo una spalla, poi deglutì. -Com'è possibile? E' da quando sei bambina che sei qui dovresti essere piena di amici.-

Cosa si aspettava? Non sono come crede, sono sicura che dopo questa chiacchierata, non mi calcolerà più, del resto come fanno tutti, sembrano interessati e poi...

-Sono un tipo di ragazza chiusa in se stessa che non cerca nessuno per paura di non essere accettata-  ma che diavolo stavo facendo? mi stavo confidando con lui che nemmeno lo conoscevo. 

-Di non essere accettata? Scherzi?- Mi interruppe girandosi verso di me. Non risposi, rimasi immobile cercando di far trattenere le lacrime, che però erano più forti di me e quindi caddero sul viso. Fissai il vuoto.

-Hey- mi strinse fra le sue braccia in un abbraccio caloroso - Non devi fare così, devi buttarti nelle cose, se non lo fai  non saprai mai il risultato e rimarrai sola, perdendo occasioni- 

Queste parole erano vere, aveva ragione.. Nessuno mi aveva mai consigliato in questo modo, nessuno aveva parlato con me di questo, lui si.

-Come ti chiami?- Chiesi fissandolo.

Lui mi guardò e scoppiò in una risata isterica, ero confusa per quel suo sclero. - Ero davvero convinto di essermi già presentato, che idiota- Mosse il capo - Comunque mi chiamo Ashton Irwin- sorrise.  - e tu?-

-Anne Clifford- dissi.

-Bel nome- Sospirò strofinandosi le mani, poi si alzò in piedi e mi porse una mano - Andiamo al bar a prendere una cioccolata calda, fa freddino-

Annuì sorridendo. 



 

* * * *





Ero seduta nella poltrona del bar, di fronte a lui. Mi alzai le maniche della maglietta e spostai la sciarpa appoggiandola sul bracciolo. Mi fissava senza parlare con la tazza fra le mani che teneva come se volesse riscaldarsi le mani. 

-Beh, tu hai amici?- Picchiettai i polpastrelli delle dita sulla tazza in modo da creare una musichetta.

Lui mi guardò, poi appoggiò la cioccolata calda sul tavolo. - Si , ho conosciuto Luke, Calum, Harry, Liam, Niall, Zayn, Louis, Alis, Roberta, Lola e poi oggi  un certo Michael, non ricordo il cognome però-

Lo interruppì all'istante -E' mio fratello- poggiai la tazza vuota sul tavolo.

-Come mai non esci con lui?- Chiese.

-Non vuole che frequento i suoi amici- Abbassai lo sguardo tristemente.

Sorrise sfacciatamente -Troppo tardi- 

Sorrisi , poi pensai alla reazione di mio fratello e scoppiai in una piccola risatina isterica.

-Che hai da ridere?- Mi guardò divertito.

-Stavo pensando alla reazione di mio fratello se lo verrebbe a scoprire- Poi continuai -Senti, non mi va di sentirlo, ci puoi parlare tu?- 

Annui sorridendomi e spuntarono ancora le sue graziose fossette.





 
 

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Capitolo 2
*** In soffitta ***



                                                                                         Capitolo 2
                                                                                         'In Soffitta'




Ero sotto il getto caldo della doccia, cantai qualche canzone, come mi piaceva fare spesso.Ero da circa mezz’ora che ero in bagno, non mi ero ancora insaponata. Sentì Michael borbottare qualcosa da dietro la porta mentre batteva i pugni per entrare. Risi, mi divertivo a vederlo arrabbiato è un qualcosa di troppo buffo.
Come al solito si rassegna e se ne va, infatti pochi minuti dopo non lo sentì più. Al contrario sentivo un gran chiasso al piano di sotto.
Mi  mossi a lavarmi, ero troppo curiosa di sapere che stava succedendo. Uscita dalla doccia  mi misi l’asciugamano intorno al corpo e un altro per i capelli in testa a modo ‘cappello da indiano’ come lo chiamavo io. Camminai a punte di piedi sul pavimento di legno freddo sgattaiolando nella mia stanza.
Senza metterci troppo aprendo l’armadio presi le prime cose che mi capitarono: un jeans  stretto e una felpa rossa spenta con una scritta nera abbastanza figa. Poi indossai le mie converse basse nere.
-I capelli sono bagnati dannazione- Imprecai.
Ci stavo mettendo poco e i capelli mi avrebbero fatto sprecare mezz’ora, anche se il casino non era per niente sparito. Mi legai i capelli in una cipolla.
Uscendo dalla camera tutta pimpante per essermi vestita in modo veloce e bene andai al bagno per mettermi la matita e il mascara per valorizzare i miei occhi ghiaccio, proprio come quelli di Michael.
Mentre stavo uscendo dal bagno, abituata a non mettere l’asciugamano, c’era una pozzanghera d’acqua e ci scivolai sbattendo la testa allo spigolo della porta. Sentii una risata familiare, forse la più strana.
-Ash che ci fai qui?- Sapevo che era lui, anche se lo conoscevo da un pomeriggio, la sua risata era ben nota.
Sentì dei passi pesanti muoversi sul legno e vidi un ombra nera schiarirsi non appena si avvicinò al bagno.
Si era lui.
Mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi, ma la ignorai  -Ebbene sì, sono io- Sorrise – Tuo fratello ha fatto entrare tutti gli amici che ha in casa, sai, ci mettevi troppo nel bagno- rise.
Arrossii, poi tornando seria andai nel bagno a sistemare le cose -Come mai eri qui su?-  Domandai.
-Stavo appoggiando la giacca nella camera dei tuoi, me lo ha detto tuo fratello- mi squadrò dalla testa ai piedi  -Stai davvero bene vestita così- Sorrise.
Non risposi all’ultima affermazione  -Ma i miei dove sono?- Chiesi.
Si portò una mano tra i capelli –Hanno detto che ci lasciano la casa libera e che vanno a dormire da amici-
 
Rimasi scioccata, da quando i miei fanno i ragazzini?!  -Wow .. Quindi rimani a dormire qui?-
-Certo- Fece un sorriso malizioso.
Mi sentii molto a disagio, così per non fare notare la mia agitazione decisi di andare giù in salotto, dove c’erano tutti. Mi seguì.
 
Non appena eravamo scesi, tutti ci guardarono. Io spostai lo sguardo subito verso Michael che mi guardò male e poi fissò Ashton, si alzò in piedi e andò in cucina e senza farsi notare mi fece segno di andare da lui. Lo seguii.
 Chiuse la porta della cucina  -Che avete fatto?- Aveva un tono incazzato.
-Niente! L’ho incontrato su e ci siamo messi a parlare-  Sbottai infastidita.
-Sono geloso, sappilo.- Strinse i pugni  e fissò un punto fermo del tavolo.
 
Non aveva mai detto questa frase, certo lui era più grande di me di quattro anni, ma era la prima volta che mi diceva una cosa del genere. Ok, non avevo mai avuto un ragazzo o amici, quindi comprendo il motivo del perché non ha mai mostrato gelosia nei miei confronti.
 
Si avvicinò alla porta e prima di aprirla finì dicendo  -Stai attenta a quello che fai sta sera, immagino che te l’ha detto quello lì, che rimangono tutti a dormire- lo fermai confermandogli tutto ciò.
 
Appoggiò le mani al divano  -Bene ragazzi, lei è mia sorella Anne- Si girarono tutti a fissarmi.
Che imbarazzo.
 
Si avvicinò una ragazza alta con i capelli castano scuro ondulati, e gli occhi marroni sul chiaro. Con una maglia dei Nirvana e vans.   –Io sono Lola- Sorrise.
-Ciao- Sorrisi, non ero di molte parole, infatti dal viso era delusa della mia risposta.
Per fortuna si avvicinò un’altra ragazza più bassa a interrompere il momento di silenzio. Aveva i capelli castano chiaro e a differenza di Lola aveva gli occhi più scuri dei suoi. –Io sono Alis, lei invece è Roberta- Indicando la ragazza seduta sul divanetto- Fece un gran respiro –Quanti anni hai?- 
 
Mi guardai intorno –Quattordici, voi?- Ero tesa ma cercai di essere più sciolta possibile.
-Perfetto come noi!- Esclamò con entusiasmo Lola.
 
Vidi Ashton fare cenno con la mano di andare da lui. Ci andai subito, mi sentivo a disagio con loro due dato che non sapevo cosa dirle e continuavano a esserci momenti di silenzio. L’unico modo per non farci brutta figura era andare da Ashton per farmi credere ‘indaffarata’ in qualcosa di importante.
 
-Grazie per avermi chiamato- mi tuffai felicemente nella poltrona dove c’era anche lui, eravamo stretti.
 
-Ma se ti metti in braccio?- Sentì il suo grande corpo premere contro il mio, come se volesse esplodere.
Mi batteva il cuore a mille, non volevo sedermi in braccio, non ero così legata da arrivare fino a questo punto. Mi alzai e mi sedetti nella poltrona vuota vicino.
-Oh ma dai- Borbottò.
 
-Ragazzi ora si balla al buio!- Disse mio fratello accendendo lo stereo e spegnendo le luci.
-Ma che cazzo fa!- Esclamai sentendo  ridere Ashton.
Mio fratello ( che non vedevo) si mosse nel buio poi annunciò un’altra cosa. – Allora, potete spogliarvi e fare quello che vi pare, tra un ora si accenderanno le luci e se vi becco fare qualcosa ripulite, tipo un gioco.-
Tutti erano d’accordo per questa scelta. Che razza di gioco era? Era meglio non fare niente almeno nessuno puliva. Bah va beh.
Ero ancora sulla poltrona, Ashton si era alzato, non avevo la più pallida idea di dove fosse, non vedevo un accidente, sentivo solo casino e qualcosa rompersi nel frattempo.
Dopo circa cinque minuti sentì un respiro caldo vicino l’orecchio –Vieni di sopra-  Era lui.
-A fare cosa di sopra?- Cercai di trovargli la faccia muovendo le mani nell’aria.
-Non mi va di stare giù, almeno andiamo su e accendiamo la luce- Furbo il ragazzo.
Sospirai – Ok dai-
Mi prese la mano e senza farci sentire andammo di sopra nella soffitta.  Cercai di trovare l’interruttore, che intravedevo nel buio.
 -Finalmente ci vedo- Esclamò strizzandosi gli occhi e sedendosi  a terra vicino al finestrino della stanza.
Non gli diedi nessuna risposta, lo fissavo con un ghigno sul viso. Non era male come ragazzo, anzi era davvero bello e simpatico. –Ma  quanti anni hai?- ero una ragazza molto curiosa.
-venti, tu?- mi sorrise.
Diamine era grande ..vent’anni .. io quattordici  e lui venti .. se lo veniva a sapere mio fratello mi avrebbe fritto, ma a parte che Michael aveva diciotto anni .. quindi dovevo immaginarmelo..
-q..quattordici..- Avevo vergogna a dirlo..
Spalancò gli occhi –cosa?! Sei così piccola?- era rimasto scioccato pure lui –Pensavo avessi sedici anni..-
-Eh magari- Abbassai gli occhi..
Si avvicinò a me –Non mi importa, sei simpatica comunque e poi tuo fratello si frequenta con Lola che ha la tua stessa età.-
-Cosa?! Ma seriamente?- Lo guardai sbalordita.
Rise –Certo-
-Beh, con questa affermazione dove vuoi arrivare?- Lo guardai sospetta.
-Ehm … Ma no niente era per dire..- si fermò un attimo girando gli occhi – era per dire che possiamo essere comunque amici, mi stai simpatica, chi se ne importa dell’età- Tossii.
Lo guardai ancora con sguardo sospetto. – Mmh, ok.-
-Fa davvero caldo qui- Si alzò e aprì la finestra.
-Già- lo guardai mentre si stava sedendo, dio era bellissimo.. di certo se mi avrebbe letto nel pensiero avrebbe sicuramente pensato ‘ma questa bimba?’ .. si mi sentivo molto piccola e a disagio, non sapevo più come muovermi.
-Non essere paralizzata per la mia età, vedo che da quando te l’ho detta sei tesa. Non sono come credi, oggi abbiamo fatto una bella chiacchierata che motivo hai di non farla più? Fai finta che ho la tua età no? Alla fine ragioni pure come una di venti..-  Si passò una mano fra i capelli .. i suoi bei capelli.. e poi sorrise con quelle fossette che mi piacevano da impazzire.
Durante il giorno non avrei mai pensato a queste cose.. però la sera sono fatta così, se c’è qualcuno di carino comincio a pensare tante cose sulle sue caratteristiche e di ciò che fa, in pratica divento più ‘pazza’ se così si può dire. –Ok, mi hai scoperto.. E solo che penso di essere troppo piccola.. insomma..- mi interruppe.
-Sai, sei molto meglio di alcune persone della mia età, ti sai divertire da sola, riesci a stare bene anche senza qualcuno è ammirevole. Poi sei molto simpatica- Mi avvolse nelle sue grandi braccia, la mia faccia si appoggiava al suo petto, sentivo il suo cuore battere fortissimo. Che cosa significava?
Poco dopo si alzò, io continuai a fissarlo nei suoi movimenti e senza che me ne accorsi, avvolta dai miei pensieri mi coprì con una coperta.
-ma che fai?!- Risi.
Lo sentii ridere –Cerca di liberarti su’!-
Mi mossi come una foca impazzita, non riuscivo ad uscire. –Appena mi libero ti faccio vedere io!- Urlai.
-Non credo riuscirai- Rise.
Con una forza sovrannaturale lo spinsi per terra e gli presi la faccia a modo ‘cioppi cioppi’ –Chiedimi scusa su avanti!- Risi.
Farfugliò qualcosa simile a un ‘no’ – Ah si? e io ti faccio solletic..-
Non feci in tempo a finire la frase che si liberò e  mi girò al pavimento, era sopra di me  e sta volta mi aveva preso lui la faccia a cioppi cioppi –Di scusa tu ora!- Rise
-Mai!- gli tirai una gomitata in pancia che lo fece staccare subito. –Oddio scusa- risi.
-Che peste che sei- Rise in mezzo al dolore. –Tanto non riuscirai a vincere.- Si alzò in piedi e incominciò a farmi solletico. Cominciai a ridere come non avevo mai fatto vedere a nessuno, ridevo ancora più strano di lui.
-Hai una risata stranissima- Scoppiò a ridere. –Sembri un misto fra una foca e un uccellino, non so come spiegare- Rise.
-Non hai una risata tanto diversa sai?- Risi.
-Beh almeno su una cosa siamo uguali!-
Mi alzai in piedi mi tolsi le scarpe e le calze e gli misi i piedi in faccia –Annusa i miei piedi umano!-  mi morse il pollice –Aia!- Esclamai.
-Oddio puzzano- Fece una vocina stridula e poi girò per la stanza ridendo.
-Non è vero.. perdona i miei piedi su!- incrociai le braccia.
Si inginocchiò baciandomi i piedi –Scusate piccoli principi- Scoppiai a ridere.
-Oddio ma tu sei pazzo, mi baci i piedi!- Lo guardai stranita.
Eravamo seduti a gambe incrociate uno di fronte all’altro, lui mi prese le mani e mi fece avvicinare il busto poi guardandomi dolcemente mi accarezzò il viso –Non mi fa schifo niente di te, tranquilla- Rise.
-Pff  lecchino- ritornai nella mia posizione a gambe incrociate socchiudendo gli occhi e incrociando le braccia.
-Cosa?- Rise –Ah è così allora eh?!- mi catapultò ancora a terra mettendomi anche lui un piede in faccia.
Mi liberai dal piede –Cosa fai copi? Non seri originale sappilo.- Risi.
-Zitta- mi prese la faccia  e mi diede un morso in guancia.
-Aiiiiiaaaa!!!!!- mi toccai la guancia –sei Impazzito ?!- gli tirai un piccolo schiaffo.
Mi guardò senza nessuna espressione, poi fece il musino da cucciolo e si allontanò offeso.
-non crederti che vengo li a chiederti scusa, perché non lo faccio- Risi.
Lui si girò ancora con la stessa faccia. –Okay.. – Rispose da cucciolo bastonato.
Gli andai piano piano vicino e lo abbracciai da dietro.
Lo vidi sorridere.
Si girò prendendomi le mani e poi mi fece alzare insieme a lui, mi strava portando verso la porta e all’improvviso ci ritrovammo Michael davanti.

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Capitolo 3
*** Senza risposte ***


                                                                                                          Capitolo 3
                                                                    'Senza risposte'




La reazione di Michael era stata al quanto inquietante, aveva sbattuto il pugno alla porta e poi tutto incazzato disse –Venite giù.-
Sinceramente mi aspettavo che prendesse Ash e lo sbattesse al muro per poi pestarlo, ma forse aveva compreso che doveva lasciarmi in pace?
 
Eravamo seduti sul divano a guardare tutti un film, chi era nel sacco a pelo, chi sul divano ecc..
Tutti comodi e io in mezzo a Lola e mio fratello, sembravo la terza incomoda, ma era stato Michael a volermi vicino.
Guardai Ashton seduto sulla poltrona che mi fissava e rideva in silenzio, mi parve un sorrisino a vederlo.
Mi alzai per andare a bere un sorso d’acqua poi sussurrai nell’orecchio di Michael –Vado a dormire-
Alzò gli occhi verso di me –Ok-
Mi incamminai per le scale sospirando, poi mi guardai dietro e vidi Ash.
-Aspetta, ti faccio compagnia- Riuscii a intravedere il suo sorriso nel buio.
Gli presi la mano –Ok-
 
Salimmo in stanza e mi buttai sulla sedia della scrivania. Lui accese la luce e si sedette sul letto e fissò la stanza. Ci fu un istante di silenzio poi all’improvviso entrò mio fratello, con in mano un sacco  a pelo.
-Michael?- Lo guardai stranita.
Lo buttò a terra –Tieni Ash, mi raccomando.- Disse freddamente – Quanto a te, domani parliamo.-
-Okay.- lo fissai male.. insomma che voleva da me?
 
Se ne andò via, lasciandoci da soli. Ash si alzò in piedi e prese il sacco a pelo e lo sistemò per bene al centro della stanza.
Si girò verso di me fissando prima il mio letto, capii cosa stava per dirmi. –No, dormi nel sacco a pelo-
Sbuffò –Eh va bene.-
Mi alzai dalla sedia e presi il pigiama –Puoi andare un attimo fuori?- Risi.
-Certo, nel frattempo vado al bagno.- Uscì fuori facendomi un sorriso e subito chiuse la porta.
 
Mi misi una maglietta larga di mio padre e dei pantaloncini e mi tolsi la cipolla che mi ero fatta, poi mi struccai con l’ovatta e il detergente che avevo in valigia. Non avevo ancora sistemato niente nell’armadio, nel bagno. La stanchezza per il viaggio si fece sentire subito infatti mi tuffai nel mio letto sotto le coperte.
Guardai il soffitto con le stelline luminose che avevo attaccato in estate. Era già passato così tanto tempo, eppure sembrava ieri.
-Già nel letto sei?- Rise
Abbassai la coperta dalla faccia – Oh.. beh se vuoi parliamo-
Si mise nel sacco a pelo rivolto verso il soffitto –Cosa facevi nel lago gli anni passati da sola?-
-Non mi ricordo- Risi –No, scherzo, niente pensavo e mi rilassavo-
-Non ti annoiavi?-
Rimasi per un istante in silenzio.. in fondo non era così emozionante pensare davanti ad un lago. –Si, ma era bello perché ti sentivi libero, senza nessuno, senza voci, tutto tranquillo- Sospirai –Poi, poi leggevo a volte.-
-Quindi ti piace leggere?-
-Già, quando entri nelle storie è bello, in pratica sogni ad occhi aperti.- Alzai le braccia verso il soffitto per far finta di toccare le stelle.
Fece la stessa cosa lui –Cos altro ti piace?-
-Dragon ball, ci passavo i pomeriggi a vedermi le puntate- mi girai a pancia in giù.
-Anche a me piace tantissimo!- fece una pausa – Sei la prima femmina che sento a cui piace!-
Risi –Beh, mi piacciono i cartoni così..-
-Già meritano tanto..-
Rimasi in silenzio. Pensai a fondo, poi senza accorgermene crollai in un sonno profondo.
 

* * * *


Ero appoggiata sul bancone del bar aspettando la colazione. Comparve una ragazza con un vassoio bionda con occhi azzurri, proprio come me. Pareva nuova nella gestione, infatti l’uomo che gestiva il bar gli stava spiegando cosa doveva fare.
Si avvicinò a me. –Ha già preso qualcosa?- Fece un grande sorriso sistemandosi gli occhiali neri.
Alzai la testa dal bancone. –Sto aspettando la colazione-
Sentii il capo dalla cucina farfugliare qualcosa simile a – Fai tu la colazione ad Anne-
-Ok- Esclamò girandosi dalla parte della cucina. –Te la porto subito-
La vidi allontanarsi, intanto pensai alla sera prima e mi ricordai che Michael doveva parlarmi.
Senza aspettare la colazione mi alzai di scatto uscendo fuori dal bar per andare verso casa.
 
Stavo raggiungendo la casa, avvolta dai pensieri. Non riuscii a vedere all’istante il ragazzo che mi era caduto addosso. –Dio ma che fai- Esclamai tirandomi su.
-Scusa- Si alzò un ragazzo biondo con  gli occhi blu e un piercing al labbro, lo riconobbi.
-Ah ma tu ieri eri in casa mia, alla ‘festicciola’ che ha organizzato mio fratello!- Esclamai.
Si portò una mano dietro il collo –Si-
-Hai visto Michael?- Arrivai al dunque.
-Si, poco fa ero con lui, credo sia ancora al parco con Lola-   Mi indicò un parco infondo al campeggio.
Iniziai a correre girandomi verso di lui –Grazie-
-Di niente- Urlò.
 
Arrivai al parchetto, vedendo Lola in braccio a mio fratello, che lo baciava.
Mi fermai davanti a loro –Michael che dovevi dirmi?- Si staccò dalle sue labbra guardandomi in un modo come se fosse fatto.
-Cosa?- Disse con sguardo confuso.
Sbuffai –Ieri sera prima che andassi a dormire, hai detto che dovevi parlarmi-
-Ah, si- Si strofinò un occhio –Lola, vado un attimo a parlare con mia sorella, arrivo.-
-Ok- scese dalle sue gambe.
 
Andammo sullo scivolo, non poco distante dalla panchina dove era seduta lei.
-Non mi va che esci con quello- Si accese una sigaretta.
Lo guardai perplessa –Dio ancora che fumi?!- Poi continuai –E perché?-
Buttò il fumo alla sua destra –E’ troppo grande- mi fissò negli occhi.
Risi – Ma dai, e lei allora- Guardai dalla parte di Lola. –Non è troppo piccola per te?-
Rimase in silenzio, poi senza dire nulla scese dallo scivolo e andò verso di lei.
-Allora?- Urlai per farmi sentire.
-Vattene.- Urlò incazzato. Che aveva mo!?
 
Me ne andai a passi pesanti, per farmi notare ma ciò non li attirò per niente, certo si continuavano a baciare. Nel cammino incontrai Alexia e Luke mano nella mano  che mi salutarono con un grande sorriso il quale ricambiai.
L’arrivo di Ash mi aveva fatto diventare ‘popolare’ che tutti mi salutavano?
Mi sedetti su una panchina, arrabbiata su ciò che era successo prima, senza accorgermi della presenza di Harry che mi fissava a occhi sbarrati.
-Che hai?-  Interruppe il silenzio che si era creato.
-Niente.- Sbottai, infondo neanche lo conoscevo e dovevo spiegargli i miei problemi?
-Fa freddo- Buttò la sua testa piena di grandi boccoli castano scuro all’indietro.
Lo guardai stranita, questo passava da un argomento all’altro. –Già.-
Poi portandosi le mani in faccia pronunciò una frase che mi lasciò perplessa –Mia sorella, quella.. Sta sempre con quel drogato di Michael.-  poi con voce sofferente continuò col dire – Ci sto male capisci? Lei è la mia piccola.-
Non gli davo torto su Michael che gli mancava poco a drogarsi per quanto fumava, anche se non si faceva vedere da me ( oggi una rara eccezione), però quando voleva era davvero buono quindi feci per difenderlo –Mio fratello non si droga, fuma solo non c’è niente di male, poi l’amore non ha età e se tua sorella è felice dovresti esserlo anche tu- rimasi colpita dalle mie stesse parole che avevo pensato al momento.
Mi osservò con le sue iridi verde smeraldo, poi si guardò intorno e annuendo a se stesso si strofinò le mani poi mi volse un sorriso –Hai ragione, poi tu sei la sorella di Michael, lo conosci più di tutti, mi fido.- Fece per andarsene tutto contento.
 
Pensai a fondo a ciò che aveva detto ‘lo conosci più di tutti’ , veramente non sapevo nemmeno io com’era fatto mio fratello.. Una volta si incazza, l’altra ti coccola.
Forse l’unica che lo conosceva davvero era Lola.. almeno credo.
Pensai alle parole che avevo detto a Harry di sua sorella, subito mi venne un colpo di genio: e se avessi detto le stesse cose a Michael ?
Mi alzai dalla panchina con un obbiettivo preciso: andare da lui.
Ripercorsi la stessa strada per andare al parco, sta volta c’era Luke, Alexia e Lola. Mio fratello non c’era.
-Dov’è Michael?- Mi guardai intorno.
-Non lo sappiamo ha detto che doveva fare un servizio- Disse Lola.
Guardai perplessa tutti e tre –Ok-
 
Corsi a vuoto verso le stradine innevate spostando lo sguardo da una parte all’altra, la neve che cadeva dal cielo mi impediva di guardare perfettamente da lontano.
Stanca e infreddolita decisi di tornare a casa. Nel frattempo mentre camminavo osservavo le mie vans diventare di un colore più scuro bagnandosi per la troppa neve.
Pensai solo a quando mi sono svegliata questa mattina che ero totalmente sola, il sacco a pelo di Ash non c’era più e stranamente la casa era perfettamente in ordine. Forse i miei erano tornati?
Rinunciai all’idea di tornare a casa per andare al lago, di solito ci andavo appena mi svegliavo.
Cambiai strada.
Il cielo era molto grigio e il resto del campeggio era silenzioso, dava una sensazione di solitudine, ciò mi provocava un brivido di freddo.
Arrivai quasi al lago, intravedendo una persona seduta su un tronco. Sul mio tronco.
Mi nascosi dietro un albero per non farmi vedere e cercai di scrutare la persona presente.
Era la ragazza nuova del bar, che.. stava leggendo. Quindi non ero l’unica a rilassarmi in quel modo.
Spezzai un pezzo di legno che era vicino al piede. Dannazione.
Senza fermarmi incominciai a scappare, vidi la sua testa girare di scatto, ci scambiammo un’occhiata  poi sparii nella nebbia che provocava la neve.
Perché ero scappata? Quello era il MIO posto..
 
Tornai a casa, l’unico posto caldo e non pieno di gente.
Varcai la soia dell’entrata togliendomi le vans tutte impregnate di neve, dopodiché appoggiai il giubbotto all’appoggia capi e mi buttai sul divano.
Guardai il soffitto di legno scuro, poi alzandomi intravidi Michael che piangeva nello sgabuzzino.
Probabilmente non mi aveva sentito.
Mi alzai dal divano e aprii la porta socchiusa e senza domande lo abbracciai.
Perché piangeva? Forse era a causa mia?
Stava singhiozzando, ciò mi mise in panico, che cavolo dovevo fare ora? Non avevo mai visto mio fratello piangere in questo modo  -M.. Michael.- Dissi.
-Non dirlo a nessuno ti prego- Mi fissò con le sue iridi ghiaccio trasparenti.
Lo guardai senza capire il motivo di questo pianto improvviso. –Ok, ma perché piangi?-
-Un giorno capirai- Scoppiò di più a piangere poi mi abbracciò forte.
-Non capisco Michael..-  Lo spostai vedendogli gli occhi che erano socchiusi. Accarezzai i suoi capelli verdi ormai sbiadito per il troppo tempo che si era lasciato quella tinta. –E’ per Lola?-
-No!- buttò un oggetto di legno che era  terra al muro. Poi si alzò sbattendo la porta dello sgabuzzino, lasciandomi lì, in confusione senza risposte.
 
 

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Capitolo 4
*** 'Ti voglio bene' ***


                                                                                                               Capitolo 4.
                                                                     'Ti voglio bene'





Camminavo per la mia cameretta erano le sei  del pomeriggio, già un intero pomeriggio in casa. Pensavo a Michael e alla sua reazione, volevo assolutamente capirlo. All’improvviso nei miei pensieri venne Ash, pensai che non si era fatto vivo per niente, non mi aveva lasciato nemmeno il suo numero di telefono.
Tra i miei pensieri fece posto pure quella strana ragazza del bar, che era andata nel mio lago a leggere. Dovevo assolutamente parlarci.. però mi sarei presa male dato che questa mattina me ne sono scappata dal bar senza neanche aspettare che mi portasse la colazione. Probabilmente non ci avrei più messo piede lì dentro.
Dalla finestra della camera vidi Ash camminare verso.. il bar. ( si poteva vedere benissimo da casa mia)
Volevo seguirlo ma rinunciai all’idea pensando al fatto di stamattina.
Forse mi sarebbe convenuto cercare Lola per chiedere spiegazioni riguardo mio fratello, però mi ricordai subito della frase che mi aveva detto: ‘non dirlo a nessuno’. Forse non lo sapeva nemmeno lei.  Rinunciai anche a questo.
Ero proprio bloccata, non sapevo davvero cosa fare, al bar non ci sarei andata, da Lola nemmeno, mio fratello dopo lo sclero di pianto si era messo a dormire e al lago c’era quella.
-Ma sì- mi dissi tra me e me – Ascolto un po’ di musica- ,  presi le cuffiette sulla scrivania con il telefono e portandomele alle orecchie premetti play.  Chiusi gli occhi per lasciarmi trasportare nei miei filmini mentali mentre la musica andava.
 
‘’Vorrei poterti ricordare così
Con quel sorriso acceso d’amore
Come se fosse uscita di colpo lì
Un’occhiata di sole’’
 
Ogni tanto mi piaceva ascoltare la musica italiana, come Eros Ramazzotti, i suoi testi erano davvero belli.
Mentre ascoltavo questa canzone ‘un’emozione per sempre’ , mi venne in mente Ashton, con la sua risata e il suo sorriso con le fossette che illuminavano tutto ciò che era grigio e triste.. Sempre con il sorriso sulle labbra quel ragazzo, era ammirevole.
Mi sentii le guancie diventare calde, mi alzai guardandomi allo specchio posto di fianco al letto e notai le mie guancie rosse. Com’è possibile che solo a pensarlo mi diventano le guancie rosse? Qui c’è qualcosa che non va. No dai non può essere che mi piace, lo conosco da troppo poco. Pff.
Scacciai questo pensiero dalla mente e mi ributtai nel letto chiudendo gli occhi.
La musica non era particolarmente alta, infatti sentii bussare la porta.
-Avanti- Dissi togliendomi una cuffia e sedendomi.
Comparve dalla porta Alexia. –Anne-  Mi fece un grande sorriso, era stupendo.
-Alexia!- Esclamai, non capisco il motivo della mia esclamazione, ci avevo parlato una volta ieri sera.
Rise –Veramente Alis-  Ah ecco come si chiamava.
-Sono impacciata a ricordare i nomi- Risi portandomi una mano alla testa.
-Va beh dai, comunque scendi? Io , mio cugino, tuo fratello e Harry usciamo- Si strofinò le mani.
-Si, certo.- la seguii.
 
Eravamo in salotto, Michael si stava ancora lavando, nel frattempo offrii da bere a tutti. Dopo decisi di andare vicino Harry.
Sussurrai per non farmi sentire . –Ma Lola non esce?-
Spalancò gli occhi per poi tossire, mi guardò con uno sguardo impaurito. –C..Certo.-
Mi era sembrato troppo agitato, che gli avevo chiesto di così grave?
 
Vidi arrivare mio fratello, non aveva più il sorriso della sera prima, ma era cupo.. triste e serio.
-Andiamo- Disse fissando il vuoto per poi spostare lo sguardo verso di me.
Lo guardai con uno sguardo come per dire ‘che hai?’
Ma mi ricambiò aprendo ferocemente la porta d’ingresso per poi uscire.
Rimasi indietro con Liam, il cugino di Alis. Tutte e due eravamo a disagio e in silenzio. Ogni tanto ci scambiavamo uno sguardo per poi ritornare a guardare altrove.
Cercavo di sforzare la mente  per capire per quale motivo mio fratello era scoppiato a piangere.
Ero sempre più convinta che era a causa di Lola. Ma se fosse stato per lei.. perché allora era così tranquilla quando mi disse ‘ è andato a fare un servizio’? Che stava succedendo?
Sempre più dubbi, mille pensieri.. La mia testa stava letteralmente scoppiando.
 
-Hei- Ash mi fermò dal braccio.
Mi girai di scatto per poi abbracciarlo –Ma dove sei stato tutto il giorno? Sei sparito.- Alzai la testa appoggiandola sul suo petto.
-Ti stavo cercando, Luke mi diceva che eri andata da una parte, Lola dall’altra, quindi.. dove sei stata tu?-Rise.
Mi staccai per poi prendergli la mano e intrecciarla alla mia –Stavo cercando mio fratello, hai presente che doveva parlarmi?-
-Si, che ti ha detto?- Passammo sotto un lampione, la sua immagine si vedeva benissimo, mentre la neve calava facendogli da sfondo. Aveva un cappellino grigio in testa, con i capelli castani  illuminati dalla luce che li faceva sembrare biondi scuri, uscire un po’ fuori dal piccolo berretto. Indossava una giacca nera con il cappuccio che all’interno era di peluche bianco, con un piccolo stemma cucito dalla parte destra del pettorale e jeans stretti concludendo con delle bellissime vans nere. Era particolarmente stupendo.
Lo fissai attentamente poi mi ripresi –Che non vuole che esco con te perché sono troppo piccola, poi gli ho detto che lui stava con Lola e tutto incazzato non mi ha più detto niente e se ne è andato.-
-Strano tuo fratello- Guardò avanti.
-A chi lo dici-
 
Ashton pov’s:
 
 
Continuammo a passeggiare per molto tempo sotto la neve. Mi piaceva stare con lei, mi sentivo a mio agio,adoravo il suo modo di essere. Era davvero bellissima.
Mi arrivava un po’ più giù del petto, era davvero bassa, aveva un viso dolce e a primo impatto sembrava stronza, ma poi era la persona più dolce del mondo. Aveva dei bellissimi capelli biondi cenere tendenti al castano con  piccole ciocche biondo platino che scendevano sulle sue spalle arrivandogli fin sotto il seno, quei suoi occhi azzurri magnifici che cambiavano colore secondo il tempo. In questo preciso istante li aveva blu, con piccole venature grigie azzurre e intorno la pupilla  un piccolissimo strato bianco.  Delle piccole labbra non particolarmente grandi ma piccole e carnose, labbra giuste per il suo viso che mi veniva voglia di morderle. Poi quel naso piccolo alla francese la rendeva graziosa. Aveva un maglione grigio, pareva molto pensante, e una sciarpa al collo bianca che la copriva in modo eccessivo, poi dei leggings anch’essi pesanti, si vedeva dal tessuto e infine con le mie stesse identiche scarpe: vans nere.
Esatto, mi faceva impazzire, ogni volta che la guardavo perdevo sempre più la testa. Sapevo ciò che provavo per lei, anche se la conoscevo da pochissimo, quei pochi momenti che eravamo stati insieme mi sono bastati per capire che persona era.
Le sue mani piccole ghiacciate erano avvolte dalla mia che erano molto più grandi delle sue. Come se era la mia piccola.
-Vuoi fare una cosa pazza?- Gli chiesi guardandola a fondo.
-Tipo?- Rise. Dio quanto è bella.
-Vieni.- incominciai a camminare più veloce.
-Dove andiamo?- mi continuava a ripetere, ma era una sorpresa e non potevo dirglielo.
 
Continuai a non rispondergli e poi andammo verso la mia macchina.
-Ok, ora te lo dico se sali- Sorrisi.
Mi guardò con aria diffidente mentre picchiettava il suo piccolo piede a ritmo irregolare. –Facciamo una cosa, prima me lo dici e poi salgo.- si mise a braccia conserte.
-Eh va bene. – Sbuffai, niente sorpresa. – Andiamo nella sala giochi che si trova non poco distante da questo campeggio-
-Seriamente!?- Urlò saltando felicemente.
-Si, ora Sali?- Risi.
-Si certo!- salì in macchina poi si voltò verso di me –Ma i miei?-
La guardai pensando –Sono arrivati a casa?- chiesi.
-Emh no..- si allacciò la cintura.
-Eh allora puoi stare tranquilla- Accesi la macchina. – Ma non tornano più?- Risi.
-Ma che ne so, ma sì meglio così- mi guardò con un ghigno divertito.
 
Sentii il suo respiro irregolare, chissà se provava gli stessi sentimenti? Infondo quando era con me più o meno aveva sempre le guancie colorate di rosa acceso, ma forse era per il freddo. Scoppiai a ridere per questo mio ultimo pensiero.
 
-Ma che problemi hai che scoppi a ridere da solo?- Rise.
-Niente pensavo ad una cosa divertente- Guardai la strada con un sorrisino. –Arrivati-
Non rispose, rimase a guardare le tante luci che provenivano dentro la sala giochi e le bancarelle.
-Sei pure fortunata, oggi c’è una festicciola qui- Esclamai guardandomi intorno per cercare un parcheggio.
 
Lo trovai in poco tempo, poi scendemmo dalla macchina e ci incamminammo per entrare nella sala giochi.
La tenni per mano, mi rendeva felice vederla sorridere con un sorriso vero e non uno di quei finti e tristi che si ritrovava a fare di solito con altra gente. Sbarrava gli occhi in ogni cosa che vedeva e mi portava a destra e a sinistra per provare diversi giochi.
Per ultima cosa aveva scelto di ballare. Andammo davanti al macchinario mettendoci sopra, scelse una musica abbastanza difficile e mi guardava con occhi di sfida continuandomi  a dire –tanto ti batto-
Partì all’istante, all’inizio sembrava impacciata poi si riprese e continuò alla grande. Ero io quello scarso che nonostante mi distraevo fissandola, perdevo.
Poi mi ripresi e cominciai a fare passi giusti, ora era lei in difficoltà.
Finì il gioco e alla fine avevo avuto la meglio superandola di due punti. Mi tirava piccoli pugni in pancia ripetendomi – Non è giusto- e rideva.
Non mi lasciava prendere fiato, mi portava da una parte all’altra, ero stremato ma se questo la rendeva felice allora potevo continuare ad essere stanco rincorrendola per tutta la vita.
-Che ne dici se prendiamo uno zucchero filato?- Le proposi.
-Ok, dai- La trascinai lentamente verso di me, poi misi un braccio sulla sua spalla in modo da abbracciarla, lei si appoggiò con le sue piccole braccia intorno alla mia vita e camminammo verso la piccola bancarella coperta di neve.
C’era molta gente ma riuscii a intravedere Luke e Alis mano nella mano passeggiare.
-Luke!-Urlai, molte persone si girarono compresi loro due. Mi vennero incontro.
-Hey Ash, anche tu qui eh?- Mi batté il cinque.
Intervenne Anne –Ma Alis non eri con mio fratello e gli altri?-
-Si, ma poi sono andata a chiamare Luke e abbiamo deciso di venire qui.- Sorrise.
-Avete fatto lo stesso voi due, da quanto state insieme?- Disse Luke con un gran sorriso.
Io e Anne ci guardammo diventando rossi , poi riuscì a parlare –Non stiamo insieme- Lo dissi come se eravamo normali amici, ma dentro questo mi dava fastidio, perché avrei voluto stare con lei.
-Peccato, secondo me sareste una bella coppia- Si abbracciò a Luke fissandolo –Vero?-
-Già- confermò lui.
Si era creato un silenzio imbarazzante. –beh noi andiamo, ci vediamo domani- Sorrisi.
-Ok , ciao- Ci salutarono affettuosamente e poi sparirono in mezzo alla folla.
 
Arrivammo davanti la bancarella e il signore ci offrì lo zucchero filato gratis, dicendo che eravamo una bella coppia.
Continuavano a dircelo tutti, mi stavo seriamente chiedendo perché non stavamo insieme.
Era buffa mentre mangiava, la sua faccia spariva in mezzo a quella nuvola rosa per poi tornare indietro con piccoli pezzi attaccati sul naso. Ridevo a vederla così, poi con il dito gli tolsi il piccolo zucchero attaccato al naso.
-Ma come mangi?- Risi.
-E dai.. – Rise anche lei per poi toccarmi la faccia con le mani appiccicose.
-Vuoi proprio una guerra tu eh?- Gli appoggiai con forza lo zucchero filato in faccia, che stranamente rimase attaccato. Sentivo borbottare qualcosa poi se lo tolse e mi guardò male.
-uffa odio essere appiccicosa- Era seria poi scoppio a ridere. –Dai andiamo a lavarci la faccia-
-ok- Mi prese la mano e mi trascinò fino al bagno.
Come al solito non ci poté essere un momento tranquillo che mi schizzò l’acqua in faccia. Insomma con lei mi divertivo sempre e comunque.
-Voglio proprio vedere quando uscirai fuori se non muori di freddo.- Dissi guardandola dalla testa ai piedi.
Rimase in silenzio portandosi una mano alla bocca –E’ vero..- Si demoralizzò.
-non ci credo che non c’hai pensato- Scoppiai a ridere –Che ritardata che sei-
-Oh che vuoi tu!- Rise con la sua stranissima risata.
Sorrisi poi mi abbassai alla sua altezza. –Ma che diamine fai?- Mi disse guardandomi stranita.
-Aggrappati, ti porto  alla macchina così- Aspettai per un po’ poi si decise  salire.
 
La sentii aggrapparsi a me forte e appoggiare la testa sulla mia spalla, sentivo il suo respiro tremolante sul collo. Iniziai a camminare, i miei sentimenti in quel momento erano botti di capodanno che si manifestavano in tutto il corpo facendomi battere a ritmo irregolare, il cuore.
 L’appoggiai nel sedile della macchina, non pesava tanto, insomma era la mia scricciola.
-Addirittura- disse ridendo.
-Eh dai , visto che c’ero..- Accesi la macchina e incominciai ad uscire dal parcheggio, nel frattempo per non farla sentir freddo accessi il condizionatore.
-Sei davvero bravo a ballare- Mi disse fissandomi con quei suoi occhi dolci.
-Meglio di te?- Feci un ghigno divertito.
-Stronzo- Sorrise.
-imparerai.- Risi guardandola con aria di sfida.
-Vuoi essere proprio picchiato eh? Quando scendiamo vedi- Guardò avanti la strada ridendo.
-Uh, siamo arrivati, vediamo la signorina che vuole farmi!- Dissi con tono ironico.
 
Scendemmo dalla macchina e iniziò a rincorrermi, scappai vedendola faticare correndo in mezzo la neve quasi più alta di lei, risi.
-Dai,  ti accompagno a casa- Gli andai incontro prendendogli la mano.
Nel tragitto della strada la vidi un po’ pensierosa –Hey che hai?-
-Niente penso  a mio fratello, mi sembra molto strano in questi giorni- Continuò a guardare a terra mentre camminavamo.
-Si sistemerà tutto dai, devi solo trovare un momento tranquillo per parlarci.- Dissi stringendola più a me.
-Speriamo..- Si strinse per poi lasciarmi dato che eravamo arrivati a casa sua. –Fatti sentire..- Mi guardò.
-Certo.- Le rassicurai.
 
Ci guardammo per un po’ di tempo poi l’abbracciai fortissimo senza farle male, poi delicatamente mi abbassai alla sua altezza per dargli un bacio in guancia.
-Ciao piccola- Gli accarezzai il viso.
-Ti voglio bene Ash- 

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Capitolo 5
*** Paura ***


                                                                                         Capitolo 5
                                                                            'Paura'




Anne Pov’s:

 
Non ero molto sicura su quello che avevo detto ad Ash la sera prima: ‘Ti voglio bene’. Non sapevo veramente che sentimento provare verso di lui.
Ultimamente mi sentivo un po’ stordita, era successo tutto così in poco tempo. Da una vita noiosa, asociale e malinconica ad una vita sociale, ritmata e con sempre qualcosa di nuovo.  
Sinceramente non sapevo nemmeno se questa ‘nuova’ realtà mi piacesse. A volte avrei preferito ritornare al lago e a volte stare con gli amici di mio fratello tra cui Ash, specialmente lui.
Ma ciò che mi faceva davvero scoppiare la testa era mio fratello, volevo capire a tutti i costi perché aveva pianto. E poi perché ‘ lo saprai presto’ e non subito? Che cosa cambiava saperlo prima o dopo?
Ad ogni modo lo avrei scoperto, infondo ero la sorella.
Stufa di pensare mi alzai dal letto indirizzandomi verso la stanza di Michael. Era lì che dormiva e ronfava. Tutt’a un tratto mi venne l’idea di provare a trovare qualcosa, chissà magari avrei scoperto che nascondeva mio fratello.
Mi misi all’opera, spostai con cautela ogni oggetto, fino a trovarne uno in particolare: una pistola.
Che cazzo ci faceva una pistola nella sua stanza? La rimisi al suo posto, in modo da non far accorgere Michael che ero stata lì. Sgattaiolai fuori dalla sua stanza scendendo le scale per sedermi in salotto.
Ero letteralmente scioccata per ciò che avevo trovato, che cosa significava? Ma poi.. I miei genitori dov’erano?
Trovai solo un messaggio di mia madre lasciato due giorni prima, esattamente i giorni da quando erano assenti. Le parole recitavano questo: ‘ Noi stiamo ancora via, non preoccupatevi te e Michael, torniamo subito.’ Non ci stavo capendo più niente.
Sentì Michael scendere dalle scale sempre con quello sguardo triste.
-Giorno- Disse portandosi le mani chiuse a pugno , in faccia per strofinarsi gli occhi per poi sbadigliare.
-Michael- Ero seria e lo continuavo a fissare.
-Anne?- Mi guardò strano, poi si sedette vicino a me.
Cercai di non guardarlo negli occhi, ma tentativo fallito. –Perché piangevi?-  Deglutii .
Il suo sguardo calmo e triste si trasformo in uno arrabbiato e spregevole. –Perché non ti fai i cazzi tuoi una buona volta!?- Si alzò andando verso la cucina.
Mantenni la calma per non scoppiare in uno sclero di rabbia –Mi avevi detto che poi sarei venuta a saperlo- Dissi con cautela.
-Beh, non oggi- Sbottò, poi proseguì –Vuoi la colazione o vuoi stare seduta a stomaco vuoto?-
-Sto arrivando.- mi alzai con fatica dal divano, non avevo molta voglia di fare colazione, ma dovevo assolutamente parlare con lui.
Mi sedetti sulla sedia davanti alla tazza di latte che aveva preparato per me.
-Ma la mamma e papà?- Dissi fissando il contenuto della tazza.
-Torneranno- Rispose da freddo e incazzato.
Passava da un umore all’altro, mi inquietava.
Rinunciai a parlarci, a dire il vero? Mi stavo cagando addosso dalla paura, anche se era solo mio frattello.
Bevvi il latte in modo veloce e nervoso, poi mettendo il tutto nel lavandino corsi a vestirmi.
Mi guardai  allo specchio per come ero vestita: avevo una grossa felpa verde scuro con ancora i leggings neri, sta volta con i bot per la neve troppo alta. Avrei rischiato di avere due blocchi di ghiaccio se mi sarei messa le vans o le all star quindi optai per i bot.
Mi lavai i denti e mi pettinai i capelli in modo veloce, non mi ero truccata, non ne avevo voglia.
Andai ansiosamente giù per le scale, vidi Michael che era seduto sul divano a guardare la tele che mi fissava in modo tranquillo.
-I.. Io esco- Dissi portandomi a passi veloci verso la porta d’ingresso.
-Dove?- Mi fermò con quella voce fredda e inquietante allo stesso tempo.
-Dove dovrei andare scusa? Sto qui in campeggio no!?- gli sbottai.
-Va va, esci.- Si mise a braccia conserte mantenendo la mascella serrata.
 
Impaurita chiusi la porta frettolosamente e camminai per le strade innevate, vidi Harry che stava passando per una stradina, lo fermai.
-hey Harry!- Gli urlai contro.
-H.. Hey- Mi disse in modo agitato.
-Come va?- Gli toccai la spalla e lui fece per spostarla. Lo guardai inquieta.
-B.. bene- Continuava a balbettare, poi serrando la mascella e guardando avanti mi disse – Devo andare a.. a dopo- Si strinse fra se e se e proseguì continuandosi a guardare in giro.
Ma perché tutti erano così strani? Che stava succedendo?
Ash come al solito non si era ancora fatto vivo, così, anche se con vergogna, andai al bar. Chissà magari lo avrei trovato lì.
Entrai nella porta della gestione e vidi subito la ragazza nuova del bar che come immaginavo.. mi fissava.
Camminai a testa bassa verso di lei e mi sedetti sulla sedia di fronte. Che coraggio avevo avuto a sedermi di fronte a lei dopo la mattina prima?!
-Ti ho visto al lago, perché sei scappata?-  Mi porse un sorriso per poi venire e sedersi di fronte a me.
Alzai il capo e la fissai negli occhi, poi tornai normale appoggiandomi al bancone – Io andavo sempre lì a fare la tua stessa cosa, i tempi passati, ieri volevo andarci ma .. c’eri tu.. e quindi sono scappata-
-Davvero? Scusa non volevo andare nel tuo angolino privato..- Disse lei senza alcun cenno di presa per il culo.
-Ma si fa niente, mi fa piacere che qualcuno è come me- Dissi guardando i suoi occhi che erano identici ai miei.
-Beh se vuoi ti do il mio numero, mi piacerebbe conoscerti, ah comunque piacere Chiara- sorrise. Poi prese un pezzo di carta e una penna che erano di fianco a lei sul bancone.
-Certo, io mi chiamo Anne- Sorrisi.
Mi passò il suo fogliettino con sopra il suo numero, poi scese dalla sedia – Io vado a lavorare ci sentiamo ok?- Mi diede un bacio in guancia e scappò con il vassoio in mano fra i tavoli.
-Ok- dissi anche se era già lontana e probabilmente non mi aveva sentito.
Mi alzai dalla sedia per andare alla porta d’ingresso ma mi ritrovai Ashton davanti.
-Hey- Mi guardò dolcemente, mentre spostò lo sguardo verso Chiara.
-Ashton- Disse lei avvicinandosi. –Che ha detto mamma?-
Che ha detto mamma? Erano fratello e sorella?
-Ha detto che rimane un attimo lì da Papà- Fece una pausa – Oh si!, Anne questa e Chiara ed è mia sorella.-
Ridemmo insieme io e lei – Veramente ci siamo già presentate- poi continuai – Non sapevo che era tua sorella-
-Lo so che non ci assomigliamo tranquilla- Rise con le su meravigliose fossette. – Beh allora andiamo a farci un giro Anne- Mi prese la mano.
-Ok- Dissi salutando Chiara.
 
Uscimmo fuori dal bar e camminammo per le stradine innevate.  Anche oggi era  tremendamente bello: aveva un maglioncino rosso e ancora il cappellino grigio con dei jeans e degli scarponi neri.
-Ma che fai a Natale?- Mi chiese stringendomi a se in un caloroso abbraccio.
Dio è vero, tra due giorno sarebbe stato Natale. –Non lo so, i miei sono spariti.. e poi.. Michael continua ad essere strano.-
-Ancora?- Poi proseguì staccandosi  per continuare a camminare. –Ma se vieni a casa mia a festeggiarlo?-
-Devo chiedere a mio fratello, poi in ogni caso.. c’è la tua famiglia e mi vergogno.- Fissai i miei bot calpestare la neve con facilità.
-Oh no, io non abito con i miei, ho una casa tutta mia qui.- Disse porgendomi un grande sorriso.
-Ah.. non lo festeggi con i tuoi quindi?- Dissi con sguardo confuso.
-No, se ci sei tu no..- Sospirò aggiustandosi i piccoli ciuffi che uscivano dal cappellino. – Poi invito anche Calum, Ilaria, Luke, Alis, Liam e Harry-
-E Lola e mio fratello?-  Chiesi.
-Harry mi ha accennato che Lola sarebbe rimasta con Michael, Zayn, Roberta, Niall, Louis  e josh- Mi strinse la mano.
-Perché non stanno con noi?- iniziai a sospettare.
-Non lo so- Buttò subito una risposta fredda. –Devo andare, ci vediamo forse sta sera-  Si staccò dalla mia mano e andò verso casa sua.
 
Ma perché tutti ogni volta che facevo domande di sto tipo, scappavano? Mi stava salendo davvero il nervoso. Mi sa che l’unica a non sapere le cose qua ero io.
 
Camminavo tra i miei pensieri, ero quasi arrivata sotto casa, ma i rumori che proveniva da lì erano al quanto strani: Vetri che si rompevano.
Iniziai a correre aprendo ferocemente la porta. Vidi Michael che stava buttando bottiglie di birra piene, per terra.
-Che cazzo fai!?- Andai contro di lui per fermarlo.
-Scusa- Mi disse fermandosi.
Tutto a terra era pieno di birra, tutte le bottiglie che c’erano in frigo, probabilmente dieci. Ma a proposito dove le aveva prese?
-Michael mi spieghi che succede?- Dissi nervosa e incazzata.

-Ancora? Senti vattene in camera o qua finisce male- Serrò i pugni.
Camminai verso le scale –Senti vaffanculo!- Lo guardai con gli occhi lucidi.
-Mo ti faccio vedere io- Iniziò a venirmi incontro.
-I..io- Non feci in tempo che mi fu contro e mi appoggiò al muro puntandomi il dito davanti.
-Lo sto facendo solo per te e non chiedermi altro hai capito?!- Disse con tono basso e incazzato fissandomi negli occhi. Il suo alito sapeva di fumo. Ok adesso avevo davvero paura.

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Capitolo 6
*** Flash back ***


                                                                                                                      Capitolo 6
                                                                               'Flash Back'



Dopo ciò che era successo l’ora prima non feci altro che tremare nella mia stanza, seduta dietro la porta. Ero davvero terrorizzata, ma nel frattempo pensavo di continuo alla stessa frase: ‘Lo faccio solo per te ‘
Cosa intendeva?
Decisi di chiamare Chiara. Presi il cellulare che era sul letto e il foglietto che avevo nella tasca e digitai il numero.
 
-C..Chiara- Respiravo affannosamente.
-Anne, che succede?-
-M..Mi passi Ashton?-
Si sentì dall’altra parte urlare il suo nome e poi me lo passò –Anne?-
-Ti prego vieni a prendermi voglio dormire da te, ho paura.-
-Che intendi? Paura di che?-
-Di mio fratello, sta diventando pazzo..-
-Credi che ti lascerà dormire da me?-
-Gli dico che sono a casa di Alis-
-OK-
-Però quando vengo devi assolutamente spiegarmi alcune cose-
-Arrivo- Buttò giù la cornetta senza dare risposta alla pretesa.
 
Aprii la porta della cameretta, sentivo Michael guardare la tele. Andai in salotto.
Lo vidi seduto sul divano, che spostò lo sguardo verso di me, era tranquillo e mi porse un sorriso.
 
-M..Michael..- Tolsi lo sguardo dai suoi occhi.
-Ti  ho sentito parlare al telefono, non avere paura di me.. per favore fammi compagnia- Scoppiò a piangere.
-Ti faccio compagnia solo se mi dici che sta succedendo- Misi le mani ai fianchi e picchiettai il piede al pavimento.
Si alzò in piedi, sta volta ancora tranquillo e mi abbracciò –Anne davvero io non posso parlare, scusa- mi disse sussurrando nell’orecchio con voce tremolante e sofferente.
-Ho il diritto di sapere.. tutti sono strani nel campeggio..- Lo spostai guardandolo negli occhi.
Le lacrime scendevano veloci sul suo viso, una dietro l’altra –Davvero Anne non posso parlare per favore ascoltami..-
-Dimmelo non lo dico a nessuno, sai che puoi fidarti di me- Cercai di essere più dolce possibile.
Guardò a terra -Non posso..- poi spostò lo sguardo verso di me, piangendo di nuovo.
Spalancando gli occhi andò verso la porta d’ingresso e aprì la porta.
-Michael dove vai?-  Lo seguii
Era fermo sulla porta –Sta venendo Ashton-
-Come fai a saperlo?- Dissi dando uno sguardo fuori la porta. -Michael-
Arrivò Ashton –Michael dobbiamo parlare-
-Perché!?-  Mi intromisi guardandoli incazzata.
Non mi risposero. –Michael tu vieni a casa mia con lei-
-No Ash, non deve saperlo!- Disse controbattendo.
-Non puoi tenerglielo nascosto a vita!- poi proseguì – Comunque sia se non glielo dici tu glielo dico io. – Inizio ad andare –Anne seguimi- Lo seguii.
Chiusi la porta di casa e Michael fece per seguirci.
Ashton era al corrente di tutto, dovevo solo sapere cosa stava succedendo che non potevano dirmi le cose.
La pistola, i suoi pianti, atteggiamenti strani da parte dei suoi amici. Tutto quanto si stava collegando piano piano in qualcosa che forse, dato da come parlavano, non mi sarebbe piaciuto per niente.
Arrivammo sotto casa sua ed entrammo.
 
Ash  si sedette sul divano -Senti dobbiamo dirglielo! Lo sa persino Lola!- Guardò Michael.
Era in piedi di fronte la porta –Se poi succede qualcosa a mia sorella, dopo me la prendo con te sappilo.- Lo guardò male.
-Ok, me ne prenderò tutte io le responsabilità.-
 
Sentii Bussare e poi senza neanche aspettare che Ashton aprisse, entrarono: Lola, Zayn, Niall, Josh, Roberta, Louis, Alis, Liam,Calum, Luke e Harry.
Guardai senza capire tutti.
 
Zayn entrò e spostò subito lo sguardo verso Ash. –Che diamine ci fa qui, lei?-
-Niente io e Michael abbiamo deciso di dirglielo- Disse Ashton.
-Cosa? Non sa ancora della morte dei genitori?-
-Vaffanculo Zayn!- Intervenne Michael.
-Cosa!? Che gli è successo!?- Guardai ad occhi sbarrati tutti che subito abbassarono la testa.
-Beh, ti spiego io le cose come stanno- Disse il mulatto avvicinandosi.
Deglutii, sapevo che ciò che stava per dirmi non era piacevole.–O..Ok-
Smise di guardarmi con lo sguardo minaccioso e al contrario mi fissò con uno sguardo dispiaciuto e dolce. –Ascolta- Fece una pausa –Quando i tuoi genitori sono andati a festeggiare dai loro ‘amici’- Disse con voce ironica per poi proseguire – Beh, stavano passando una serata normale. Al collo tua mamma portava un gioiello molto prezioso e le hanno offerto dei soldi in cambio della collana, ma lei ha rifiutato. In quel momento non c’erano solo i tuoi ma anche nostri famigliari. Tutt’a un tratto hanno addormentato tua mamma e i nostri famigliari provando a difenderla sono stati uccisi anche  tua madre e tuo padre non sono sopravvissuti.-
Le mie lacrime non mi lasciavano tregua, però riuscii a interromperlo – Che ne sarà ora di noi?-Singhiozzai.
-Starete con noi in questa casa - Fece una pausa -Vedi  tutti quelli che sono qui a parte Ash, Lola e Alis, non hanno nessuno, vivono qui in questa casa e che in realtà non è di Ash ma è di Calum.-
Fissai Ashton –Quindi.. Tu sapevi tutto?-
-Si- Disse lui –Scusa, ma è stato tuo fratello a dirmi di non dirti niente.-
-Ma scusa quella pistola che ho trovato nella stanza di Michael?- Chiesi ancora un po’ in confusione
-Era mia, l’ho dimenticata a casa sua, comunque tranquilla voleva solo vederla- Disse Liam, proprio lui che sembrava un ragazzo bravo.
-E come mai possiedi una pistola?- Lo guardai sospetta.
-Mio padre era un carabiniere e l’unico ricordo che ho di lui è quello- Ora capii tutto.
 
                                                              * * * *


Era notte,mi svegliai di colpo e incominciai a pensare. Ogni volta mi veniva in sogno il flashback di ciò che mi era successo riguardo i miei genitori. Passati due anni da quel giorno in cui venni a sapere tutto. Il campeggio ormai era diventata una casa per noi, stavamo tutto il tempo lì. A casa non ci tornavo da una vita, Michael andava sempre giù a controllare che tutto fosse apposto. Le cose con Ash  erano peggiorate, era diventato freddo con me e sinceramente non capivo il motivo del suo distacco, ogni volta cercavo di parlargli ma niente da fare.. Vorrei tanto tornare a quel giorno quando ci siamo conosciuti, quando i miei genitori erano ancora vivi, quando io e Michael eravamo felici. Ma nessuno sceglie la propria vita.
Ci trattavamo come una grande famiglia, vivevamo nello stesso tetto e ci proteggevamo l’un l’altro.
 
-Hey non riesci a dormire?- Sentii Lola dall’altra parte della stanza, che era nel letto vicino Michael.
-No..- Tolsi la coperta di dosso e in silenzio andai sul balcone, riuscii a intravedere la sua ombra seguirmi.
-A causa di Ash vero?- Disse lei chiudendo piano la finestra.
Lei ormai sapeva completamente tutto di me, sui miei sentimenti verso Ashton. –Si , ma anche perché pensavo ai miei genitori- Fissai il bosco che si trovava non tanto distante dalla casa.
-Dai vedrai che si sistemerà tutto- Mi appoggiò una mano sulla spalla.
-Ma non capisco perché non è più come prima! Cosa gli ho fatto?- Sussurrai.
Tirò fuori il suo pacchetto di sigarette. –Posso?- Disse, io annuii. Accese la sigaretta portandosela alla bocca. –Chiediglielo.-
-Ogni volta che cerco di aprire il discorso mi evita-  Abbassai la testa fissando i miei piedi che erano freddi e piccoli.
-Beh, un giorno dovrà ascoltarti- Fece una piccola risata per poi buttare il fumo fuori dalla sua bocca.
-Mio fratello ti ha proprio contagiato eh?- Risi.
Fissò la sigaretta e poi me e rise –Già, mi fa impazzire quello.- Scosse la testa per poi spegnerla sul pavimento del balconcino.
-Dai andiamo a dormire che domani stiamo tutto il giorno al lago- Disse alzandosi  e pulendosi i pantaloncini.
-Non credo di farmi il bagno domani- La fermai.
-Vedrai che domani ti tuffi eccome- Disse sorridendomi.
 
Non la risposi, andammo solo dentro la camera per sdraiarci nel letto. Pensai a fondo a cosa fare con Ashton, lo volevo troppo e vedere che lui mi respingeva ogni volta che cercavo di parlargli mi faceva star male. Chissà se sarei riuscita a parlarci.
 
 
 
 
 
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Angolo autore:
 
Questa è la prima volta che scrivo sotto un capitolo. Volevo dare un calorosissimo Grazie per tutte quelle che mi seguono e recensiscono!! :D Hahahaha
Parlando della storia, ebbene sì, questi  5 capitoli e mezzo erano solo un flashback di ciò che è successo ad Anne e come si è conosciuta con Ashton e gli altri.
Finalmente la storia da ora in poi punterà sui protagonisti: Anne ed Ash.
Come avete letto, le situazioni tra loro due non vanno come vi immaginavate e Anne vuole assolutamente capire il distacco di Ash! Questo però si saprà più avanti. Se vi va lasciate una recensione :* <3 

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Capitolo 7
*** Calum ***


                                                                                                              Capitolo 7
                                                                            'Calum'


Michael mi buttò giù dal letto, lo guardi infastidita dal gesto, poi senza dire niente mi alzai strofinandomi un occhio.
-Chi ti dice che voglio venire al lago?- Sbottai.
-Tu vieni, non mi interessa se non vuoi, vieni e basta.- uscì dalla stanza.
Mi rassegnai prendendo la borsa per mettere dentro un asciugamano e una crema solare, poi prendendo il costume andai in corridoio per vedere se il bagno era libero: ma ovviamente no.
Scrollai le spalle e mi accasciai dietro la porta aspettando che uscisse qualcuno. Non avevo voglia di bussare.
Si aprì improvvisamente la porta e io mi ritrovai a terra a guardare dall’alto.. Colui che non volevo beccare proprio in quel momento: Ashton.
Era a petto nudo con il costume e un asciugamano sulle spalle che mi fissava. Stava per pronunciare una frase ma qualcosa lo fermò e mi sorpassò andando giù per le scale raggiungendo il salotto.
Vorrei tanto capire cosa lo ferma a parlare con me. Bah.
Mi chiusi in bagno e mi piazzai davanti allo specchio, continuando a fissarmi per non so quanti minuti. Chissà cosa mi stava per dire, chissà cosa pensava.
Ero triste e anche molto, qualche lacrima mi rigò il viso ma le tolsi dandomi una sciacquata alla faccia, dopodiché mi lavai i denti.
Sentii bussare ovviamente Michael. –Ma perché ogni volta che entro in bagno io ci deve essere lui a rompermi le palle !?- Mi sussurrai innervosita.
-Quanto ci metti!? È da quindici minuti che sei in bagno!- Urlò.
-Ho quasi finito! Devo solo mettermi il costume!- Sbottai.
-Muoviti!- Diede un altro pugno alla porta. Che senso aveva dare un pugno? Bah,Chi lo capisce.
Non gli risposi e pensai a mettermi il costume verde smeraldo e i pantaloncini. Non misi la maglietta, la ritenevo inutile tanto era a tre passi il lago.
Aprii la porta e scesi giù in salotto, vedendo tutti che mi fissavano, pure lui. Sulla bocca di Calum comparve un sorriso e mio fratello ovviamente lo fulminò con lo sguardo.
Sbuffò e incazzoso venne verso di me –Che cazzo fai! Mettiti una maglietta!-  Mi indicò le scale per andare su a mettermela. –E la borsa dov’è!?-
-Vado a prenderla ma la maglietta non la metto, anche Alis non ce l’ha- La indicai e lei rise.
Si girò verso di lei e poi mi guardò. –Muoviti prendi sta borsa.-
Con un sorrisino strafottente andai su per le scale, lo sentii borbottare qualcosa nel frattempo.
Entrai in stanza e presi il telefono e la borsa e tornai giù. Diedi un’occhiata al cellulare e trovai due messaggi di Chiara.
 
Da: Chiara
Oi bellissima! Oggi ci sei anche tu al lago?
Da: Chiara
Sei proprio una puzzona se non vieni.
 
Risi guardando il display, poi senza dargli risposta  misi in tasca il telefono  e mi incamminai verso la porta. Nel frattempo dietro con me c’era Calum che non appena gli altri andarono un po’ più avanti mi iniziò a parlare.
-Direi poco geloso tuo fratello- Rise portandosi gli occhiali da soli in testa.
-Poco?- Dissi ironicamente fissandolo.
-Beh,  credo sia normale, è lui che si prende cura di te. Sei la sua piccola.-
-Già.- Mi portai una mano al collo per poi fissarlo.
Sorridendo tra se e se si girò -Oggi vorrei stare un po’ con te da soli, ti va?-
-Si dai- Subito  mi prese la mano, da lontano intravedevo Ashton che ogni tanto si girava e ci fissava, come se fosse geloso. Me ne fregai, alla fine era lui che si allontanava da me.
Arrivammo al lago, io misi l’asciugamano su una delle  sdraio che aveva portato mio fratello e mi ci piazzai sopra portandomi gli occhiali da sole agli occhi.
Calum si mise vicino a me con anche lui una sdraio e poi si girò dal mio lato.
Arrivò mio fratello buttandomi giù –Questa è mia e di Lola-
-Fanculo , la gentilezza è andata a quel paese a quanto vedo- Sbottai pulendomi dalla sabbia e i sassolini che si erano attaccati. Calum rise.
Michael se ne andò senza rispondere e nel frattempo mi guardai intorno e vidi arrivare Chiara verso di me per poi darmi un caloroso abbraccio.
-Hey allora sei venuta!- Mi porse un grande sorriso.
Spostai lo sguardo verso Ashton che stava arrivando dietro di noi.  –Certo mica ti lascio da sola!- Dissi.
-Vieni a fare il bagno- arrivò Ashton prendendogli il braccio.
-OK, un attimo però- Scostò il braccio per liberarsi dalla presa. –Tu vieni Anne?-
-No- Mi girai e andai verso Calum sdraiandomi accanto a lui. Ash mi guardò malissimo e poi se ne andò.
-Tranquilla, ti posso aiutare con Ash- Mi sussurrò all’orecchio il moro.
-Se-  Sbottai.
-Davvero, vedo che tra voi due c’è qualcosa, ma non capisco perché prima stavate sempre attaccati e ora no- Intravidi nei suoi occhiali neri lo sguardo spostarsi verso di me.
-Non lo so nemmeno io, credimi, vorrei tanto saperlo.- Dissi fissando le mie dita che giocherellavano.
Appoggiai la testa al suo petto e lui mi mise una mano sul fianco e chiuse gli occhi. –Prendiamo il sole- Sorrise.
Non gli risposi chiusi solamente gli occhi e mi feci coccolare dal calore dei raggi del sole e dall’affetto che mi dava Calum in quell’abbraccio, se così si può chiamare.
Ultimamente mi stava sempre vicino, ogni volta che mi vedeva sola c’era lui a farmi compagnia, certo non sapeva tutto di me ma in parte mi ero confidata, mi fidavo di lui poi per quei pochi secondi mi riusciva a far dimenticare Ashton e farmi rilassare.
Aprii gli occhi, si era addormentato. Intanto spostai lo sguardo oltre il suo petto e intravidi Ashton che mi fissava con uno sguardo come se mi volesse uccidere. Sempre più strano quel ragazzo.
Sentii un respiro caldo all’orecchio –Ti va di fare una passeggiata con me Luke, Lola e tuo fratello?-
Mi girai e vidi Alis –Si però..- Gli indicai Calum.
-Tranquilla quello non si sveglia manco se gli butti una bomba.- Mi sussurrò per poi porgermi una mano.
Gliela presi e mi alzai piano in modo da non farlo svegliare, anche se sarebbe stato impossibile.
Mi incamminai con Alis verso Luke e gli altri, mi girai ancora dalla parte di Ash, la quale mi guardava.
In quel momento mi veniva una voglia di andare lì e portarmelo.. ma tanto non sarebbe venuto.. o meglio, non avrei avuto il coraggio.
Mi venne la nostalgia di quei giorni che uscivamo.. Eravamo una cosa perfetta,Eravamo.
Continuavo  a fissare Michael e Lola che erano così affiatati, ridevano si coccolavano.. Un po’ li invidiavo.. Avrei tanto voluto una relazione simile..
 
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Angolo autore:
 
Lo so questo capitolo è corto perdonatemi ç_ç  comunque sembra di scrivere a dei fantasmi AHAHAH!
Va bhe.. volevo darvi una notizia brutta :c
Questo forse è il penultimo o l’ultimo capitolo che posto perché ora sono in vacanza e qui c’è il wi fi e riesco a collegarmi tramite il pc mentre a casa me lo hanno staccato e credo che verso ottobre lo riattacchino! Tra pochi giorni credo di partire e non so se ho tempo di scrivere il capitolo successivo! Comunque sia non appena torno dalle vacanze cercherò di aggiornare i capitoli tramite il telefono ( sempre se riesco) quindi se vedete uno stile diverso nella scrittura è per quello. Ah sì, beh non aggiornerò come faccio ora che ogni giorno posto un capitolo ma i tempi si prolungheranno, mi dispiace anche a me T.T.
Mi piacerebbe tanto avere una vostra recensione.. e bhe alla prossima! :*

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Capitolo 8
*** La lettera ***


                                       Capitolo 8
                                                           

Dopo l'emozionante, anzi noioso, giretto a vedere Luke ed Alis, Michael e Lola sbaciucchiarsi lasciandomi come una sottospecie di quinta incomoda, decisi di andarmene a casa.
Senza dare retta a nessuno, nemmeno a Chiara che era la mia migliore amica che mi diceva "resta".
Ero troppo arrabbiata con me stessa, che poi per cosa dovevo essere arrabbiata? Era lui che mi faceva stare così, lui.
Lo amavo e lo odiavo allo stesso tempo.
 Varcai la soia della porta, guardai la casa per assicurarmi che nessuno ci fosse, poi mi incamminai verso le scale per andare ad appoggiare l'asciugamano nei panni sporchi.
Mi spogliai e mi misi una canotta e un pantaloncino del pigiama poi portandomi una mano al mento pensai fino ad arrivare ad una idea.
Con fretta raggiunsi la camera di Ashton, cominciai a rovistare fra i fogli che aveva nel cassetto della scrivania, cerano un sacco di lettere, tutte indirizzate dai suoi genitori. Mi colpii una in particolare, non era  impacchettata e nemmeno indirizzata da nessuno. Era piegata in tante parti, sopra c'era scritto "secret". Incominciai ad aprirla ma la voce di Calum che proveniva dal solotto mi interruppe.
In modo agitato riportai tutte le lettere nel cassetto e il piú frettolosamente possibile andai verso la mia camera.
-Anne?- ridisse nuovamente per poi sentirlo salire le scale.
Feci finta di dormire. Lui ripronunció il mio nome poi notó che stavo "dormendo" e si sedette sul letto.
-Se solo Ash te lo dicesse- sospiró
Mi allarmai all'istante ma rimasi zitta per vedere se spifferava qualcosa.
'se solo ash te lo dicesse' cosa? Cosa doveva dirmi?
Si alzó e lo sentii sparire dalla mia stanza.
Beh una cosa la sapevo, Ash doveva dirmi qualcosa.
 Mi alzai seguendolo. -Calum che ci fai qui?-
Si giró di scatto -Ti sei svegliata!-
-Si- mentii. -bhe allora?-
-Volevo farti compagnia, non volevo che rimanessi sola.- Disse prendendomi una mano per poi scendere le scale.
-L'unico che si preoccupa per me- sbottai.
-Non solo io- si buttó comodamente sul divano cosa che feci anche io subito dopo.
-E chi altro?- no, non poteva essere lui.
-Ashton- appoggió i piedi sul tavolino di fronte al divano.
Il sangue mi ribolliva dentro - Lui?! E dai vediamo quante volte si è preoccupato per me?! Prima era tutto dolce e ora mi tratta come se fossi la sua peggior nemica! Che cosa gli ho fatto?!- portai con violenza i pugni al tavolo facendo spostare i piedi di Calum.
-Stai calma- sospiró - Lui lo fa per te-
-Ma vaffanculo!- me ne andai in camera mia sbattendo la porta.
Lui rimase lì sul divano, poi un'ora dopo venne dietro la mia porta.
-Non ne avevi il motivo di mandarmi a fanculo-  disse con voce offesa
-Non era a te- aprii la porta.
Era a braccia conserte - E a chi?- 
-A tutto..- scoppiai a piangere.
Mi strinse in un abbraccio forte e pieno di affetto.
Dopo svariati minuti ci interruppero i rumori che vennero dalla salotto: erano tornati.
Sussurrai a Calum -Non ce la faccio a vederlo, per favore tienimelo lontano-
-Devi affrontare le cose, non puoi fuggire-
Ci staccammo e vedemmo lui salire le scale che da uno sguardo tranquillo ci rivolse uno sguardo freddo e cattivo. Strinse i pugni e poi andó in camera sua sbattendo la porta
 -Vedi? É geloso- sussurró sorridendomi
Annuii, poi scesi le scale, la quale vidi Michael che mi fece segno di andare da lui.
Sbuffai e mi incamminai per andargli vicino.
-Dimmi?- dissi.
-Se hai problemi puoi raccontarmi tutto, tuo fratello c'è sempre ricorda- mi sorrise mettendomi le mani alle spalle.
-Sai perchè sto male, sempre per quel motivo-mi ricordai che non era Lola.
-Quale motivo?- mi guardó con sguardo confuso.
-Per la mamma e papá- In parte era vero ma è due anni che non ci sono piú, mi stava passando, ma il vero motivo era Ashton.
Mi abbracció - mancano tanto anche a me- lo sentii piangere e subito attaccai io dopo di lui.

             *****

 Era sera, guardavo la Luna che era alta nel cielo sul balconcino della mia camera, i pini non poco distanti da dove stavamo emanavano il loro odore, insieme alla strana musica che facevano i grilli. Tutto venne interrotto dalla voce di Ashton che proveniva dall'altra camera. Dormivano tutti, perchè mai doveva urlare?
Sgattaiolai senza far rumore dalla mia stanza dove Michael e Lola dormivano appassionatamente attaccati come due koala. Superai il corridoio e piano piano spalancai la porta di camera sua, si era calmato.
Gli andai vicino e lo fissai, era agitato così gli accarezzai il viso. Quanto era bello... Magari avessi potuto parlargli come due anni fa, magari potessi stringerlo fra le mie braccia.
Tutt'a un tratto borbottava cose nel sonno che non capivo, poi mi colpì subito dopo una cosa che disse.
-Anne-

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