Scavo nel passato

di Elisa_Pintusiana_Snape
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un amore mai dimenticato ***
Capitolo 2: *** Una scatola misteriosa ***
Capitolo 3: *** Un posto un po' speciale ***
Capitolo 4: *** Ritorno sul set ***
Capitolo 5: *** Seconda possibilità ***



Capitolo 1
*** Un amore mai dimenticato ***


Rimise tutto nella scatola in modo confusionario, rimise quest’ ultima nel fondo dell’ armadio e si alzò giusto in tempo per l’ arrivo di Alan “E’ pronto” disse lui sorridendo “Un attimo, arrivo, devo finire di sistemare una cosa” disse Emma che si era ritrovata in mano la felpa celeste “Va bene ti aspetto” Poco dopo scese le scale e si diresse in cucina. La cucina era grande spaziosa e anche questa sembrava appena uscita da una rivista di case all’ ultima moda. Il tavolo era di vetro nero e i piatti pieni di riso fumante risaltavano sul nero del tavolo per via del loro colore bianco. Emma non riusciva a essere naturale, per lo meno non dopo aver capito quale sofferenza si nascondesse dietro ad Alan. Si misero a sedere e cominciarono a mangiare “Buonissimo, sei un vero cuoco” disse Emma inebriata dal sapore del riso “Grazie mille” rispose lui “Tu assomigli incredibilmente a un cantante lo sai?” “Davvero?” rispose ridendo Alan “A chi?” “E’ italiano si chiama Renato Zero, mi pare” “Ah sì?” chiese sorpreso Alan “Cioè, in realtà lui assomiglia a Piton più che a te per via dei capelli neri, ma i tratti del viso si assomigliano” Alan sorrise “Ah, che cosa divertente. Il gemello di Piton. Come lo hai scoperto?” “E’ un cantante che in Italia è molto famoso. Inoltre guardando video di Harry Potter ne ho trovati alcuni dove ci sono immagini di Piton con in sottofondo alcune sue canzoni” Alan immerse il cucchiaio nel riso e lo portò alla bocca “Allora voglio vedere questi video, poi semmai li andiamo a vedere” “Certo” rispose sorridendo Emma Devo essere naturale, come se non sapessi nulla della sua vita. Non sopportava più la tensione, si sentiva male ad aver scoperto cose private di Alan. Lui si alzò e cominciò a sparecchiare mentre Emma rimase lì a sedere guardandolo. Sembrava ancora un ragazzo, sia per come parlava, per come vestiva e anche per la forza che aveva ancora nei muscoli, ma aveva lo charme di un perfetto lord inglese e l’ eleganza di un signore. Questa Rima non capisce nulla. Fu questo il pensiero di Emma alla vista del sorriso che Alan le aveva rivolto. Dopo aver attaccato la lavastoviglie si sedettero sul divano col computer portatile e cominciarono a guardare quei video che Emma aveva raccontato ad Alan “Mio Dio non ci credo” disse ridendo Alan alla fine della maratona di video “Eppure credici” rispose Emma “Quel cantante è la copia sputata di Severus” “Incredibile” disse Alan poggiando il portatile sul tavolino da fumo che si trovava davanti a loro. Emma si alzò ed andò ad osservare alcune foto poste sul caminetto “Ti manca?” chiese la ragazza castana sfiorando leggermente le cornici contenenti foto simili a quelle che aveva visto nella scatola “Chi?” chiese Alan Forse non ne vuol parlare. Lascia stare Emma, lascialo stare. “Questa donna” “Rima dici?” chiese Alan alzandosi e guardando le foto con occhi velati di tristezza “Ehm.. Sì” “Altroché” rispose Alan prendendo in mano una cornice che conteneva una foto davvero bella: lui e Rima vestiti eleganti che si davano un bacio, lei aveva un mazzo di rose rosse in mano “Questa è stata scattata per San Valentino” disse accennando un sorriso dovuto alla malinconia “Era una bella donna” constatò Emma “Bellissima. Era una donna forte, determinata, che sapeva anche essere dolce, gentile. Era ciò che di più amavo” stava per piangere “Come mai è finita tra voi?” Sono solo una stronza, sto infierendo nel dolore di un uomo distrutto Alan non sembrò disturbato dalla curiosità di Emma, era forse disturbato dall’ effetto che aveva su di se, nonostante fosse passato un anno, la mancanza di Rima nella sua vita. “E’ finita e basta. Un giorno se n’è andata, mi ha lasciato una lettera dove mi diceva addio” “Mi spiace” commentò Emma addolorata “E’ la vita” disse Alan posando la foto sul caminetto “E’ questa vita che fa questi maledetti scherzi” “Ma.. Perché conservi le sue foto?” “Perché io la amo, la amo con tutto me stesso e non ho mai smesso. Lei se n’è andata, ma io continuo ad amarla” Alan guardò un attimo gli occhi scuri di Emma fissarlo accuratamente “Che cosa patetica eh?” disse Alan scompigliandosi i capelli leggermente “No” lo bloccò Emma abbracciandolo “Non è patetica Alan, non lo è” Lui sorrise per tanata dolcezza “Emma, Emma” disse accarezzandole la schiena “Spero non ti capiti mai piccolina” Emma sorrise “Piccolina? Ho quasi 24 anni” “E io quasi 67” rispose Alan ridendo Entrambi risero. E’ proprio vero che con gli amici tutto passa, per fino le sofferenze Passarono la giornata in casa chiacchierando allegramente e cucinando pizza, o almeno era l’ intento. “Alan la pizza non si fa così!” disse Emma che, sporca di farina in viso, stava mostrando ad Alan come impastare bene la pasta per la pizza “Sei brava” constatò Alan compiaciuto inarcando un sopracciglio “Grazie. Sai io sono nata in Francia, mamma francese.. E la Francia tocca l’ Italia..” “Interessante” disse Alan notando ogni gesto che faceva Emma, muovendo la pasta ed infarinandola per bene con un tocco delicato della mano. “Però non tutti la sanno fare la pizza, per lo meno non tutti i francesi” continuò Emma stendendo la pasta con il mattarello “Il punto è che ho sempre amato informarmi e così..” “E così hai scoperto il ‘gemello’ di Piton e la ricetta della pizza” continuò Alan sorridendo. Anche Emma sorrise sistemando la pasta dentro a una teglia “Ti aiuto” disse Alan. Dopo due ore avevano già finito di mangiare “Squisita” disse Alan mettendo i piatti nella lavastoviglie “Lo penso anche io, siamo stati bravi” rispose Emma Si diressero in salotto ed Emma si stese sul divano esausta “Stanca?” chiese Alan mentre accendeva il televisore “Un po’ ” disse Emma accucciandosi tra le braccia di Alan “Vuoi andare a dormire?” “No” “Come vuoi. Ti va di vedere qualche film?” Emma annuì e facendo zapping trovarono un film carino, una commedia. Era la storia di un uomo che voleva diventare famoso, ma gliene succedevano di tutte e di più “E pensare che per me è stato così facile arrivare al successo” constatò Emma ripensando a come il successo si fosse presentato sulla soglia di casa sua dopo la saga di Harry Potter Alan sorrise “Il facile è relativo. Per una persona non brava come te sarebbe stato più difficile magari” “Penso che dovrebbero fare una commedia su come sia difficile restare in alto e non solo arrivarci. Tutti credono che una volta che sei arrivato in alto tu ci possa rimanere, non hanno idea” Alan sorrise “Anche stare in basso non è un gioco” “Lo so” “Finiamola di fare i poetici” disse Alan ridendo “A quest’ ora non ci riusciamo a impartire lezioni di vita” Emma rise, quando rideva i suoi occhi castani si riempivano di luce, erano come un paio di scure gemme che risaltavano sulla carnagione bianca, avevano un effetto spettacolare e Alan se ne accorse. Il film era abbastanza lungo e aggiungendoci le pubblicità arrivarono a mezzanotte e mezzo che il film era appena terminato. Alan con la voce impastata dalla stanchezza bisbigliò a Emma se fosse stanca , ma questa non rispose allora Alan accese la luce e notò che la ragazza si era accovacciata su se stessa e stava dormendo. Alan fu intenerito da Emma. Non sapeva per cosa.. Forse per il suo modo di dormire, forse per il viso dolce, quasi angelico che aveva mentre sognava. In un attimo si ritrovò a pensare a cosa potesse sognare “Che idiota che sono” si disse Alan mentre sollevandola di peso la portava in camera. La adagiò sul suo letto coprendola “Buona notte” le sussurrò piano all’ orecchio.

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Capitolo 2
*** Una scatola misteriosa ***


Finalmente una settimana di vacanza dal set, ci voleva proprio.
“Voi dove andate per questa settimana?” chiese Emma chiudendo la cerniera del suo trolley rosa “Io dai miei” rispose Rupert “Io anche” disse Daniel mordendo una barretta di cioccolata “Tu Emma?”
“Io vado a casa di Alan. Mia madre è fuori città e non mi va di passare una settimana da sola così Alan mi ha invitata”
“Sarebbe forte vivere insieme per un po’” commentò Rupert alzando di peso la sua valigia “Mai miei genitori non vedono l’ ora di rivedermi, idem per i miei fratelli” “Tu Daniel puoi venire?” chiese la ragazza castana “Anche i miei mi aspettano con ansia. Dovrò rinunciare” “Sarà per la prossima” concluse Emma dirigendosi verso Alan.
“Hai pronta la valigia?” chiese Alan aprendo la bauliera della sua auto nera. Emma non si intendeva di auto, ma di certo non ci voleva un esperto per constatare che doveva essere un’ automobile costosa. Lui prese la valigia di Emma e la mise nella bauliera per poi richiuderla “Sei pronta?” “Sì”
Si sedettero lui al posto guida e lei accanto a lui, allacciarono le cinture e poi partirono
“Dista molto casa tua dal set?”
“Meno di quanto credi” rispose sorridendo Alan continuando a guardare la strada davanti a se.
Dopo mezz’ ora si ritrovarono in un quartiere molto bello, uno di quelli per gente con i soldi insomma. Alan parcheggiò in un piazzale davanti a una bella casa, una specie di villa, ma più piccola, meno appariscente e più moderna. La casa dentro era davvero bella e sembrava perfettamente pulita, forse tutti quei colori scelti alla perfezione tra loro ne davano l’ impressione. Il salotto non era di quelli che ti danno l’ atmosfera di serate passati accoccolati sul divano col caminetto acceso a cui Emma era tanto legata, pareva piuttosto un salotto mai usato, in esposizione.
“Da quanto abiti qui?” chiese Emma levando la mano dalla maniglia del suo trolley “Circa 10 anni” dichiarò Alan chiudendo la porta dietro di se “Bene ora andiamo di sopra così ti faccio vedere la tua camera” e con una naturalezza sconvolgente sollevò le due valige e le portò di sopra senza la minima fatica o così pareva.
Il corridoio era ampio, largo e spazioso. Dalle due finestre posizionate in esso entravano i raggi del sole che, per essere aprile, erano molto caldi.
“Ti mostro la tua stanza” disse Alan aprendo una porta
La camera aveva le pareti tinteggiate di verde chiaro, c’era una scrivania color nocciola come la piccola libreria che si trovava a fianco a una porta bianca. La finestra era grande e dava sulla via che attraversava queste lussuose case e vi era una tenda di color verde scuro. Il letto era enorme e apparentemente soffice con una trapunta bianca con ricami di rose
“Ti piace?” chiese Alan che vedeva Emma intenta a toccare con le dita delicate le copertine dei libri nella mensola “Molto” rispose la ragazza distogliendo l’ attenzione dalle costole colorate dei libri e posizionando il suo sguardo sulla porta bianca. Alan la precedette e le disse “Quello è il tuo bagno personale”
“Fantastico” continuò la ragazza “Ho notato che vi sono parecchie stanze? Come mai così tante per una sola persona?”
“Questa è la camera degli ospiti, poi c’è il bagno, la mia stanza da letto, il mio studio e un’ altra stanza che funge da salotto alternativo.. Ma sai, prima qui ci stavamo in due” disse Alan cercando di restare sorridente
“Perdonami” disse Emma arrossendo e portando le mani davanti alla bocca con fare dispiaciuto
“Prima convivevo con una donna, non eravamo sposati per questioni legali, ma era come se lo fossimo. La amavo” concluse Alan con un velo di tristezza negli occhi poi si sfregò le mani “Vado a preparare qualcosa da mangiare, non ho fatto la spesa quindi c’è poca scelta, ma..”
“Va bene tutto” disse Emma sorridendo
“Risotto di funghi?”
Emma si guardò la pancia “Mmm.. Sono un’ attrice devo tenermi in forma..”
“Anche io, ma dai” la spronò Alan con fare scherzoso “Non si rifiuta un risotto ai funghi”
“E va bene, mi hai convinta Alan”
“Vado, tu intanto disfai pure la valigia”
Emma si guardò intorno e notò un armadio di legno dal colore chiaro e cominciò a disfare la sua valigia. Aveva quasi sistemato tutti i vestiti sulla cruccia quando una felpa celeste le cadde dalla cruccia sul fondo dell’ armadio allora la ragazza si immerse nell’ armadio per afferrarla e notò con sua sorpresa una scatola
Non puoi aprirla. Appartiene ad Alan. Sono esclusivamente affari suoi. Non puoi guardare il contenuto di quella scatola.
Era stranamente tentata di aprirla e vedere cosa conteneva.
Magari contiene delle bollette, se la apro non farò nulla di male

Si mise accucciata dentro l’ armadio con le ante aperte in modo da permettere ai raggi del sole di illuminarle la vista
Se Alan dovesse entrare noterebbe che io sono dentro all’ armadio ma non saprebbe cose sto facendo o guardando e potrei richiudere subito la scatola. Andrà tutto bene.
Qualcosa le diceva di non farlo, ma la curiosità era troppa, davvero incontenibile. La aprì dopo mille titubanze.
Conteneva più di quanto potesse immaginare sia di capienza sia di importanza. C’ erano foto, fogli e piccoli oggetti. La rovesciò accanto a se e studiò ogni oggetto. Prese in mano alcune foto che ritraevano Alan e una donna di bella presenza bionda che sorrideva, nella maggior parte delle foto entrambi erano vestiti eleganti ed erano poche quelle scattate da loro alla meno peggio. Doveva essere la sua compagna e ne ebbe la conferma con la foto di un bacio tra i due. Trovò delle lettere mandate da lei ad Alan che erano veramente belle e struggenti. Più Emma andava avanti a curiosare più si sentiva immersa nella vita di Alan e con quegli oggetti ne stava ricostruendo la vita.
Con quale permesso e con quale faccia tosta sto mettendo naso nella vita di una persona la quale non mi ha autorizzato?
Nonostante ciò Emma continuava a toccare e osservare il contenuto della scatola. C’ era una collana con una pietra blu a forma di cuore e nel retro c’ era un’ incisione “Per Rima” Ma certo era Rima Horton la sua compagna, Emma se la ricordava vagamente, l’ aveva vista anni fa con Alan ma non ricordava nulla. Ancora vide un piccolo peluche più precisamente un orsetto con in mano un cuore, poi un quaderno pieno di frasi d’ amore scritte da Alan. Erano i ricordi di una vita che Emma stava guardando, senza alcun permesso, ma li stava guardando. Poi vide una lettera di Rima molto lunga dove praticamente, con rigiri di parole diceva addio ad Alan dicendo che non lo amava più. Sentì il suo cuore stringersi immaginando la scena straziante di Alan inginocchiato a terra con la lettera tra le mani in lacrime. Poi sentì un rumore di passi che si faceva sempre più udibile: era Alan che si stava avvicinando alla camera.
Cazzo!

Continua...

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Capitolo 3
*** Un posto un po' speciale ***


La mattina seguente Emma si svegliò ritrovandosi avvolta dalle coperte delicate del suo letto senza ricordarsi di essere tornata in camera la sera precedente poi pensò ad Alan e sorrise spontaneamente pensando a lui che la solleva e la porta in camera come si fa con le bambine… Come si fa con le principesse. Si sentì una cosa preziosa, anche se solo per un attimo. Osservò l’ orologio che si trovava sul comodino: 10.35 “Caspita ma è tardissimo!” disse Emma alzandosi di corsa dal letto e cominciando a rovistare tra i suoi vestiti. Indossò un paio di jeans e una t-shirt rosa, si truccò un po’ e mentre si stava pettinando i capelli sentì bussare “Emma” disse la voce dall’ altra parte “Dimmi Alan” “Volevo sapere se eri sveglia” “Finisco di truccarmi e sono da te” “Va bene” disse Alan e se ne andò al piano di sotto Emma finì di ritoccare la matita sugli occhi e scese le scale con lo stesso entusiasmo di un bambino la mattina di Natale. In cucina ad aspettarla c’ era Alan che stava posando sul tavolo un piatto pieno di toast. La tavola era imbandita per una vera colazione: c’ erano toast, marmellate, succhi di frutta, latte, brioches e bignè.. “Accidenti Alan” disse Emma sedendosi e prendendo una brioche ripiena di crema “Hai fatto le cose in grande.. Ci potresti sfamare un esercito” “Bè in effetti è vero” disse lui prendendo un sorso di succo alla pesca “Ma non mi capita quasi mai di avere ospiti a casa, anzi spesso nemmeno io sono a casa” “Come ti capisco” rispose Emma sorridendo. Un sorriso un po’ amaro, ma addolcito subito dal sapore della brioche. La colazione andò avanti e pareva lo spot pubblicitario del Mulino Bianco da tutte le risate che si facevano quei due e da come era preparata la tavola. “Il programma di oggi?” chiese Emma aiutando Alan a sparecchiare “Sorpresa” rispose lui ridendo. Dopo aver sistemato la cucina Alan trascinò Emma in macchina “Dove stiamo andando esattamente?” chiese Emma mentre Alan metteva in moto l’ auto. “In un posto molto bello” “Che posto?” “Ti fidi di me?” Queste parole parevano così fiabesche alle orecchie di Emma che rispose senza nemmeno rendersene conto un sonoro “sì”. “Allora non preoccuparti, sono certo che lo amerai” Dopo venti minuti di viaggio arrivarono su una graziosa collinetta. Non era molto grande, ma paragonata alla città, dove ogni metro c’è un palazzo, pareva sconfinata. Il verde di quell’ erba era bellissimo, luminoso e invitava a sdraiarsi. Alan scese e aprì la portiera ad Emma che era rimasta a contemplare il panorama senza nemmeno scendere “Prego signorina” disse lui con eleganza e con ironia “Oh scusa stavo guardando in giro” disse Emma avvampando “Lo so, fa sempre questo effetto” “E’ un posto assolutamente meraviglioso” “Lo so bene” disse Alan ispirando una boccata d’ aria fresca “Qui l’ aria è pura, fresca…” “Sì” constatò Emma. Si sedettero poco più lontano seduti sotto ad un albero secolare dalla corteccia forte e ruvida. Uno di quegli alberi che quando li vedi incutono quasi rispetto perché sei consapevole che fa parte della storia di quel posto, che lui ha “visto” tante, tantissime cose. “Grazie” disse Emma chiudendo gli occhi ed appoggiandosi alla spalla di Alan “E di cosa?” disse lui sorridendo e scostando un ciuffo ribelle di capelli dal viso di Emma. Era molto carina, aveva la carnagione chiara bianca come la neve e i suoi capelli avevano un buon profumo. Li prese fra le sue dita e cominciò a giocherellarci “Ti diverti?” chiese lei alzando i suoi occhi color nocciola verso Alan “Mmm un po’ sì dai” disse lui ridendo. “Allora ti diverti malissimo” disse lei Emma notò un’ incisione sopra la corteccia dell’ albero: erano due lettere dentro a un cuore “R+A” “R+A?” chiese Emma alzandosi e toccando delicatamente quell’ incisione, poi guardò Alan che sorrise, un sorriso molto strano, ma Emma inizialmente non vi fece caso. “Secondo te questi due stanno ancora insieme?” chiese Emma con gli occhi sognanti “Bè.. Ecco.. Io.. Non saprei… Potrebbe risalire a tanti anni fa” “Mmm.. Sì è vero. Magari erano due ragazzini innamorati che si sono sposati, che dici?” “Non tutto ha il lieto fine” disse Alan duro distogliendo lo sguardo da quella incisione “No è vero, ma mi piace immaginarlo. Potrebbero essere le inziali di Robert ad Ann, oppure… Bo.. Di Rudy e Adam..” continuò Emma sfiorando con le dita morbide la dura corteccia. “Oppure di Rima e Alan” sibilò Alan piano, con un tono freddo.. Come una gelata di vento. Emma si sedette di nuovo accanto a lui e gli chiese spiegazioni con gli occhi, due occhi che Alan tentava di non guardare. “Lei amava questo posto. Ci mettevamo sempre qua sotto e lei, una volta, presa da un attimo di originalità ha inciso queste cose con un coltellino che mi portavo sempre dietro” “Oh.. Io non sapevo.. Scusa” disse Emma abbassando lo sguardo, ma Alan le prese il mento delicatamente e le fece alzare lo sguardo “Non è colpa tua, non preoccuparti.. Per lo meno hai avuto le risposte che cercavi” disse lui abbozzando un sorriso che Emma sapeva quanto gli costava “Quello è vero” “Risale a dieci anni fa” “Accidenti” disse Emma. “Adesso però cambiamo argomento..” Cominciarono a chiacchierare parlando di tutto quello che gli veniva in mente e passarono le ore così. “Sai che ore sono Emma?” disse Alan ridendo “No…” “Quasi le cinque” “Oddio abbiamo chiacchierato per quattro ore?!” “A quanto pare” Si alzarono e si diressero alla macchina.

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Capitolo 4
*** Ritorno sul set ***


Angolo autrice: Faccio qui l’ angolo autrice che altrimenti ho paura di dimenticare come al solito di scrivere il mio ringraziamento e la mia dedica. Dedico questa storia alla ragazza che mi sostiene dal primo capitolo Giulia40174 Grazie mille amica mia per il sostegno e l’ incoraggiamento;) Mi spiace anche di averci messo un sacco di tempo per scrivere, ma ero super impegnata! La mattina seguente Emma si svegliò stretta al petto di Alan che a sua volta la abbracciava. Lui dormiva ancora e il suo petto si muoveva ritmicamente. Aveva un’ espressione ancora più dolce e innocente quando dormiva, avrebbe avuto voglia di baciarlo, ma non voleva correre troppo. Era un po’ impaurita a dirla tutta, impaurita dalla situazione. Emma era la tipa che ci metteva molto ad abituarsi alle cose, cose come una nuove “relazione”. La cosa che più la spaventava era non avere ben chiaro che cosa ci fosse tra lei ed Alan.. Si poteva chiamare relazione? Non lo sapeva. Bè qualcosa c’ era, ma non sapeva bene cosa. Alan si mosse un po’ farfugliando qualcosa e dopo poco aprì gli occhi “Buongiorno” disse lui sorridendo e stampandole un bacio sulle labbra dolcemente “Buongiorno” rispose Emma. Alan si mise a sedere si stiracchiò “Accidenti non sapevo che il mio divano fosse così comodo” “A proposito” disse Emma ridendo “Non ho ancora capito come mai mi risveglio in posti dove non ricordo di essermi addormentata” “Segreto” disse Alan stando al gioco e ridendo a sua volta “Non è che mi metti qualche sonnifero eh?!” “Accidenti, te ne sei accorta!” Sorrisero e si scambiarono nuovamente un bacio. “Vado a preparare la colazione” Emma corse di sopra e si cambiò e quando scese nuovamente a piano di sotto trovò Alan in boxer che metteva delle leccornie sul tavolo per la colazione. Doveva ammetterlo: era tremendamente sexy. “Lo so che sono bellissimo” disse Alan come se le avesse letto nel pensiero “Ma ora vieni a sederti” continuò ammiccando “Io veramente stavo fissando quei biscotti così appetitosi” rispose Emma facendo la linguaccia “Certo, certo i biscotti” rispose lui sedendosi e prendendone uno. “Domani torniamo sul set” “Evviva” disse Alan ironico “Non sei contento?” “Non esattamente” “Come no?!” “Bè..” disse Alan prendendo la mano di Emma “Anche continuare a stare qui con te non mi dispiacerebbe” “Sarebbe bello” disse Emma regalando un lieve bacio ad Alan “Ma Hogwarts ha bisogno di Hermione e Piton” “Già.. Hermione deve sposare Ron e Piton.. Bè Piton deve continuare a soffrire per poi essere ucciso” continuò Alan ridendo “In sostanza sì..” Finirono di fare colazione ed Alan si vestì con un completo elegante “Wow mr. Rickman è davvero elegante” disse Emma scherzosamente “La preferivo in boxer” “Non me n’ ero accorto” rispose Alan stampandole un altro bacio a fior di labbra “Ti va se ripassiamo il copione insieme?” propose la ragazza scostandosi una ciocca di capelli dal viso “Certo” Passarono il pomeriggio a “ripassare il copione”. In realtà non appena dicevano qualche battuta cominciavano a punzecchiarsi, baciarsi e farsi il solletico. ** 7.20 Emma si alzò subito e corse a svegliare Alan come fanno i bambini coi genitori la mattina di Natale. “Alan sveglia oggi torniamo a lavoro!” “Come mai tutta questa euforia?!” “Amo il mio lavoro e amo questa saga” “Mmm.. Arrivo” disse lui scendendo dal letto “Io vado a fare colazione” rispose la ragazza che era già vestita e leggermente truccata. “Questa Rowling non è stata tanto buona con me..” disse Alan mentre facevano colazione “Non è stata tanto buona con Piton, non con te” rispose Emma divertita dalla faccia imbronciata di Alan. “Povero Severus..” “Guarda che lei ti adora. Non lo sapevi?” “Sì, ma… Proprio il personaggio sfigato” “Piton è un personaggio stupendo” “Lo so, ma vogliamo parlare della sua storia?” “No dai, mi viene la depressione se ci ripenso” “Ah ecco” disse lui ridendo e baciandole la fronte. Salirono in macchina e si diressero agli studi “Non diciamo niente agli altri” disse Emma un po’ spaventata “Come mai?” “Bè.. E’ presto.. Per me, per te..” “Hai ragione” constatò Alan ed entrarono. “Ehi Emma! Alan!” Daniel li raggiunse e abbracciò entrambi “Come è andata?” I due si guardarono negli occhi “Bene”, Daniel trovò strano quello scambio di sguardi, ma non disse niente e andò a salutare Bonnie, Rupert e Tom che stavano arrivando. Tutti chiacchieravano animatamente della settimana appena trascorsa, la maggior parte dei ragazzi erano stati dalle loro famiglie a farsi servire e riverire dai loro parenti in adorazione dei loro pargoli famosi. Emma e Alan avrebbero avuto un mucchio di cose da raccontare, ma restavano in silenzio sorridendo ai racconti dei loro colleghi. Fosse per Emma avrebbe detto tutto, ma sapeva che non doveva, qualcosa la tratteneva dal farlo tanto che era appunto stata lei a decidere di tacere. Il pensiero di Rima le tornava in mente assieme a tutte le cose che le aveva detto Alan. Il volto di lei, le loro labbra unite.. Si sentiva malissimo al pensiero di sapere che Alan ha amato profondamente Rima e sarà sempre così. Cominciarono le riprese e Emma era piuttosto distratta osservando Alan con indosso la tunica nera di Piton. Non c’ aveva mai pensato, ma Alan con indosso quell’ abito era davvero affascinante e intrigante. Stava osservando quasi con ingordigia Alan che si muoveva con gesti eleganti e faceva svolazzare il lungo mantello nero quando Bonnie, la sua migliore amica all’ interno del cast, le si avvicinò e cercò di ripercorrere la linea d’ aria che divideva lo sguardo di Emma da quello che stava fissando senza però riuscire a capire chi o cosa stesse guardando così attentamente e glielo chiese risvegliandola da una specie di stato di trance “Nulla di che..” “Io ho capito..” Aveva capito? Aveva davvero capito tutto? Cosa avrebbe detto? Sicuramente avrebbe fatto notare la differenza di età, lo avrebbe fatto in modo dolce come fa sempre lei, ma lo avrebbe fatto. Avrebbe accennato all’ amore per Rima.. Stava impazzendo solo al pensiero di quel nome quando si ricordò che Bonnie non la conosceva e forse non ne sapeva nemmeno l’ esistenza. “Cos’ hai capito?” “Ti piace Tom!” “Tom?!” Emma si voltò di scatto verso la scena che stavano girando e gli unici attori presenti erano Alan e Tom Felton. Tom?! Non le piaceva lui, era un fratello praticamente. “Ti sbagli” “E allora chi guardavi, scusa?” chiese impertinente l’ amica “Bè.. Trovo che Alan sia molto.. Attraente” Quella parola lasciò di sasso Bonnie che guardò Alan poi di nuovo lei “Bè.. L’ abito di scena gli dona ed è un bell’ uomo per avere la sua età, ma… Addirittura lo trovi attraente? Tu?” “Sì..” non era il caso di dirle della loro relazione cominciata pochi giorni prima. “Bè.. Sei giovane per lui!” “Lo so” “E poi lui non è fidanzato?” Lo sapeva. Come diavolo faceva a sapere di Rima?! Emma diventò visibilmente agitata “Come.. Come sai di Rima?” “In realtà non so il nome, so solo che esiste ecco” “Non stanno più insieme. Lei lo ha lasciato” rispose fredda Emma spostandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio. “Ah capisco. Ma ciò non vuol dire che tu e lui.. Insomma è una cosa improbabile se non assurda!” “Io e lui stiamo insieme” fredda, sicura, decisa. Emma pronunciò queste parole con la stessa rapidità di un fulmine e lo stesso tono freddo di un vento gelido. “Cooosaaa?!” Bonnie sgranò gli occhi, ma non disse più niente riguardo all’ età notando la desolazione dell’ amica. Lo stupore però lasciò il posto alla felicità per l’ amica e alla curiosità. Emma allora cominciò a dirle tutto: della scatola, di Rima, delle cose che si erano detti in quei giorni, delle serate sui divani, dei pasti preparati insieme fino al bacio. “Oddio sono così felice per te!” squittì Bonnie abbracciando l’ amica “E poi l’ amore non ha età giusto?” “Vero” rispose Emma sorridendo. Il regista le chiamò per la scena che avrebbero dovuto girare e loro smisero di parlottare fra di loro dirigendosi verso di lui. Alla pausa Emma stette un po’ lontana da Alan non tanto per evitarlo, tanto perché era abitudine ormai che i ragazzi andassero per i fatti loro e gli attori più grandi poco più in là. Alan se ne stava a parlare con il regista e un altro paio di attori sorseggiando caffè e Emma lo guardava come si guarda un qualcosa di lontano, irraggiungibile e tremendamente invitante mordendosi il labbro inferiore. “Amica mia sei proprio cotta” disse Bonnie risvegliando la ragazza e distraendola un po’ dalla visione di Alan “Prendi un caffè ti ci vuole” disse ancora la rossa porgendo una tazzina a Emma che ringraziò tornandosi poi a “cibarsi” dell’ immagine di Alan che con quei suoi gesti eleganti la stregava. Lui si accorse di lei e le si avvicinò stava per stamparle un bacio quando notò Bonnie “Tranquillo” disse Emma in tutta fretta “Lei sa tutto” Alan sorrise e le regalò un bacio a fior di labbra “Quindi posso stare tranquillo?” le due ragazza sorrisero “Sì vai tranquillo”. Bonnie sentendosi un po’ il terzo incomodo si allontanò con una scusa banalissima lasciando i due soli. “Ho pensato una cosa” cominciò Emma “A cosa?” “Possiamo anche dirlo liberamente” “Infatti sei tu che non volevi fino a qualche ora fa, ricordi?” “Sì, sì ricordo” “A chi lo vuoi dire?” “Bo.. Non saprei.. A tutti!” Sorrisero e si scambiarono un lungo bacio.

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Capitolo 5
*** Seconda possibilità ***


Si alzarono e si diressero alla macchina. Una volta arrivati a casa Alan andò a stendersi sul divano e accese la tv, mentre Emma si barricò in camera e decise di chiamare i suoi genitori e i suoi amici. Cercò sua madre in rubrica e pigiò il tasto verde della chiamata. “Emma! Ciao tesoro.. Come stai?!” “Bene bene grazie.” “Mi hai detto che andavi da un tuo amico del cast invece di tornare a casa, ma non ricordo chi.. E’ per caso Daniel?” “No, no.. E’ Alan” “Ah sì! Alan Rickman!” “Già.. Tutto a posto da te?” “Sì, qui tutto ok, ieri ho avuto un po’ di febbre, ma ora sto bene” “Oddio mi spiace mamma” “Tranquilla io sto bene” “Meno male” “Lo sai che sono una roccia” “Sì, lo so” “Ora vado tesoro. Ci sentiamo.. Quando vuoi tu” “Ciao mami” Chiamò Daniel “Ehi Emma!” “Ciao Dan” “Come butta lì da Alan?” “Tutto ok. Ha una gran bella casa” “Già lo so” “Che fai?” “Mi annoio” “Ti manca il cast eh?” “Da impazzire” “Tra pochi giorni ci rivediamo” “Vero” Continuò a parlare un po’ con tutti. Chiamò Bonnie, Ruper e una sua sorella e si accorse che era venuta l’ ora di cena. Scese al piano di sotto e trovò la cucina deserta così andò in salotto e trovò Alan steso sul divano addormentato. Emma si sedette a terra per ammirarlo meglio: era un bel’ uomo, i lineamenti decisi e aveva anche un buon profumo. Emma sorrise e poi si diresse in cucina “Per una volta” pensò Emma “Se cucino io potrebbe anche fargli piacere”. Aprì il frigo senza sapere nemmeno lei cosa cucinare e non era nemmeno una grande cuoca, ma dato che lei in determinazione non era certo seconda al suo personaggio, Hermione, decise di mettersi al lavoro. Con le uova fece due frittate che non vennero male, nel frattempo aveva messo a bollire l’ acqua per gli spaghetti. “Frittata e spaghetti?” disse fra sé e sé… “Mà.. in fondo sono alcune delle poche cose che non mi vengono male” Alan nel frattempo entrò in cucina “Ciao Emma” disse stiracchiandosi ed Emma non poté fare a meno di notare la camicia semi slacciata, particolare che prima in salotto non aveva notato. “Che cucini?” chiese lui “Frittata e spaghetti.Sei rimasto addormentato e così ho pensato di cucinare io” Si avvicinò con il naso alla frittata “Se l’ odore è come il sapore penso che tu sia una chef” “No, non direi.. Anzi..” Mentre mangiavano gli spaghetti Alan sorrise beffardo “Non ti piacciono?” chiese Emma “No è che c’ erano delle pizze surgelate in feezer” Emma si sentì un po’ scema, ma l’ attimo di smarrimento finì quando Alan assaggiando i suoi spaghetti si complimentò “Non so dei tuoi precedenti esperimenti culinari, ma questi spaghetti sono ottimi” “Meno male.. Mia mamma mi evita categoricamente di avvicinarmi alla cucina quando c’è un pranzo importante” Scoppiarono a ridere mentre continuavano a gustarsi i piatti preparati da Emma. Dopo cena si stesero sul divano, si guardarono un attimo e come se si fossero letti nel pensiero Emma accese la tv “Tu prepara i pop corn” disse lei “E tu cerca un film” continuò lui sorridendo. Poco dopo si erano ritrovati a guardare un film horror “Alan possiamo cambiare?” Lui sorrise “No dai..” “Ho paura!” disse Emma accucciandosi e poggiando la testa sul petto di Alan. Lui la guardò nonostante l’ unica fonte di luce fosse la tv e la trovava bellissima. Lei rimase accucciata per buona parte del film come un cucciolo che cerca protezione e quando arrivò la pubblicità si alzò dal petto di Alan e accese la luce “Ho bisogno di bere qualcosa” disse dirigendosi in cucina. Alan di soppiatto la raggiunse mentre lei era intenta a versarsi dell’ acqua nel bicchiere e la spaventò “Oddio Alan ma sei impazzito?!” gridò Emma girandosi improvvisamente “Ahahah che faccia che hai fatto! Dovevi vederti” Lei sorrise beffarda e gli tirò un piccolo pugno sugli addominali “Sei un idiota” gli sussurrò all’ orecchio tornando in salotto. “Sei suggestionata dal film” “Sai che ho paura” disse lei accucciandosi sul petto di Alan che prese ad accarezzarle i capelli castani facendoli passare tra le sue dita delicatamente “Tra poco la pubblicità finisce.. Che vuoi fare?” “Cambiamo canale” Alan afferrò il telecomando, ma non trovò nulla così spense. “Vorrà dire” disse Emma “che resteremo qui a parlare” “A me sta bene” disse lui continuando a giocherellare con i capelli della ragazza “Cos’ hanno i miei capelli di affascinante?” chiese ridendo “Non saprei..” continuò lui “Sono morbidi” Sorrisero. “Alan..” “Dimmi” “Dopo che Rima se n’è andata hai mai pensato di…” “Di riprovarci con un’ altra?” “Già” Alan scese ad accarezzare le guance di quella ragazza che se ne stava dolcemente accucciata sul suo petto “Vedi Emma.. Ho preferito pensare alla carriera” “Sai.. Tu sei molto più simile a Piton di quanto credi” Alan a quelle parole sorrise divertito “Addirittura?!” “Sì” disse Emma “Un amore non te lo scordi più se è stato veramente forte” Alan smise di sorridere e si fece serio “In realtà… Hai ragione, non ci avevo mai pensato” “Noi attori mettiamo nei nostri personaggi una parte di noi e questi finiscono in qualche modo per assomigliarci e noi assomigliamo a loro” “Wow! Non ci avevo mai pensato Emma” Sorrisero di nuovo. “Credo dovresti buttarti di nuovo” continuò la ragazza guardando Alan fisso negli occhi “Una volta ho sentito una frase rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire” “Non è che ho paura…” Emma prese il viso dell’ uomo “Non sai quante donne ti amano, quante potrebbero amarti se tu ti facessi conoscere” Lui le prese le mani che stavano sfiorando le sua guance “Sei una ragazza dolce” “E tu un idiota se credi che stando qui risolverai qualcosa” rispose Emma ridendo “E chi ti ha detto che io non abbia già risolto i miei problemi di cuore?!” chiese ammiccando Alan “Chi è?!” chiese Emma invasa dalla gelosia “Ha i capelli castani, morbidi…” Emma cominciò a capire.. “Due occhi color nocciola nei quali riesci a perderti..” “Ah sì?” chiese Emma mentre si avvicinavano l’ uno all’ altra “Sì.. E sai come si chiama?” “..No..” “Emma” Sorrisero entrambi e poi si scambiarono un bacio, un lungo bacio. Pensarono a quale fosse la cosa giusta. Pensarono se staccarsi o meno, ma quel contatto li teneva imprigionati come una sorta di magia. Dopo essersi baciati si guardarono negli occhi “Alan.. Io so che ami ancora Rima” “Non posso negarlo” “Ma credo che dovresti darmi, anzi darci una possibilità” “Lo sto facendo” disse lui sorridendo e stampando di nuovo un bacio sulle labbra di Emma.

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