Letizia

di SerenitaDolce95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due parole prima di cominciare con la storia ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Due parole prima di cominciare con la storia ***


Due parole prima di cominciare con la storia 

Prima di cominciare con questa storia ci sono delle cose che dovreste sapere. La protagonista è una bambina ( solo nei primi capitoli sarà ancora bambina ma poi, diventerà una ragazza e per finire una donna) che viene cresciuta con le armi in un periodo ormai passato ovvero dalla nascita di Napoleone fino alla sua morte. La ragazza si chiama Letizia è italiana di origine ed è la figlia del fratello del re, che sogna di diventare generale. Letizia non verrà a sapere della vera morte dei suoi genitori fino a quando non diventerà una donna. Mi dispiace se prima ho scritto una cosa diversa ma purtroppo, dovevo mettere la trama riassunta in duecento parole quindi è normale se ho scritto altre cose.

Quando Letizia diventa una giovane tredicenne come tutte le ragazze del suo tempo, diventa bellissima ma comincia a scoprire che lei non sarà mai come tutte le altre perché a differenza loro, lei è l'unica che ha la possibilità di battersi in guerra in tempi come quelli. Riceve il suo primo bacio dalla persona sbagliata ma solo poco tempo dopo, si accorge che è un altro ad amarla, una persona che lei era convinta che fosse solo un suo amico.

I veri guai cominceranno quando ritornerà in Italia, non appena avrà compiuto i diciotto anni e avrà concluso gli studi in Francia. Ora non vi anticipo più niente ma ho altre cose da chiarire.

Immagino tutti voi che dite una cosa tipo: "Italia e Francia non sono mai andate d'accordo!", mi dispiace deludervi ma vi devo rispondere con un semplice: "Chi se ne frega!". 

Ci tengo a specificare che i personaggi della storia parlano con un linguaggio uguale a quello di oggi perché molte persone fanno fatica a capire i termini del passato quindi, ho deciso di semplificare le cose facendo in questo modo. 

"Napoleone parlava il francese arcaico!", punto del tutto sbagliato. Ho letto molti libri che parlavano di lui dove specificavano che prima di andare in un collegio militare, Napoleone parlava italiano e che il francese, riuscì a parlarlo molto tempo dopo. 

"Le donne non potevano andare in battaglia!". Questo cosa vuol dire? Che tempo fa un tizio uscito chissà da dove ha stabilito che una storia con protagonista una donna soldato al tempo di Napoleone deve per forza far schifo? No, non mi pare giusto questo ragionamento. Ho modificato anche il cognome della famiglia reale italiana invece che Savoia, porteranno il cognome Di Serravalle. La storia non si trova tra i racconti storici proprio per vari cambiamenti e modifiche alla vita di alcuni personaggi ma anche perché non rispetta i fatti accaduti in passato. Molti personaggi sono inventati mentre altri no ma quelli realmente esistiti sono stati modificati anche solo dalla data di nascita. Per l'estensione della storia, ho fatto che qualche personaggio è nato prima del suo tempo.

Concludo dicendo a tutti loro che hanno qualcosa da lamentarsi a riguardo della storia " Va te faire foutre!". Detto questo buona lettura.  

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Capitolo 2
*** Prologo ***


Prologo 

Era un pomeriggio di Giugno. In Italia c'era un caldo affoso e il sole splendeva. In un castello del Piemonte viveva Letizia di Serravalle una bella bambina dagli occhi verdi. La piccola aveva solo due anni, ma era scappata già da morte certa. Non si sapeva ancora ciò che era accaduto l' anno prima ai suoi genitori ma a quanto pare dovevano essere rimasti vittime di un omicidio. L'ormai deceduto principe Gianluca (ovvero il padre della bambina) era andato in vacanza con sua moglie Matilda. Proprio quel giorno, il principe Gianluca voleva comunicare a sua moglie che desiderava tanto diventare padre per la seconda volta. Era felice di avere già una figlia femmina ma gli sarebbe piaciuto avere anche un figlio maschio. Gli piaceva passare del tempo con la moglie ma amava la Corsica perché aveva conosciuto il suo migliore amico. Aveva deciso di trovare un posto tranquillo, per parlare in privato con la propria moglie. Non sapeva ancora se avrebbe portato con loro anche la sua amata figlioletta poi si convinse che fosse meglio portarsela dietro. Non gli piaceva lasciarla sola; neanche in compagnia di un suo amico e di sua moglie. Loro avevano due figli maschi: Giuseppe e Napoleone. Il principe Gianluca trovava particolare il nome del loro secondo figlio. Erano le prime volte che sentiva quel nome.

« Amico mio lo sai che trovo particolare il nome del tuo secondo figlio? » disse al suo amico Carlo.

Carlo Maria Buonaparte era un uomo dalla carnagione olivastra, con occhi marroni e capelli bruni ma con un'aria al quanto seria; sembrava che non rideva da anni. Al suo contrario, il principe Gianluca era basso, biondo, con gli occhi azzurri e robusto tanto da non sembrare neanche italiano, ma aveva sempre una gran voglia di scherzare. A breve, sarebbe stato incoronato re d'Italia, per la gioia di suo fratello Edoardo che non vedeva l'ora di assistere alla sua incoronazione. Letizia sarebbe stata una bambina molto fortunata, ma Gianluca desiderava avere anche un figlio maschio.

Era appena uscito un momento con la moglie e la sua bella bambina che in quel momento, stava dormendo beatamente. Si allontanarono abbastanza perché erano delle cose che riguardavano solo a lui e a sua moglie, quelle che aveva intenzione di comunicare. Gianluca non era solamente un principe, ma era anche un generale; quindi, voleva avere un erede anche per questo motivo. Lui non poteva vivere per sempre quindi doveva assicurarsi che qualcuno avrebbe preso il suo posto nel campo di battaglia e questa, era la sua più grende preoccupazione.

Non appena trovarono uno spazio d'ombra lui e sua moglie sistemarono due sedie, e si sedettero tranquillamente. Letizia si era appena svegliata e strillava con delle urla selvaggie. Sua madre la prese in braccio per cullarla, ma mentre la cullava si rese conto che strillava più forte di prima. La madre provò a capire, quale poteva essere il problema.

« Amore credo che nostra figlia vuole stare con te! » disse avvertendo il marito.

Gianluca non essendo molto esperto del saper capire un neonato cominciò a guardare stranamente la moglie. Lui era un principe soldato mica una madre quindi era logico che non sapesse come capire l'esigenze di un neonato. A quello doveva pensarci sua moglie ma lui aveva altre cose a cui pensare. Si convinse che doveva trovae coraggio per convincersi a dire questa cosa a sua moglie. Non provava piacere a sapere che il suo amico avesse avuto due figli maschi mentre lui, solo una figlia femmina. Era molto geloso nei confronti del suo amico ma per paura di perderlo, non gli diceva niente; era solo grazie a lui se l'Italia andava bene sul campo di battaglia non di certo grazie al suo amico.

« Tesoro, ascolta, volevo dirti che sono molto orgoglioso di avere una figlia femmina ma ecco, io sono un futuro re quindi ho bisogno di avere anche un figlio maschio... » disse Gianluca.

Sua moglie stava quasi per rispondere a quello che aveva detto sua marito; peccato che il marito, la guardà con uno sguardo strano e poi cadde a terra. Lei aveva sentito dei rumori qualche minuto prima e vedendo che il marito aveva lasciato una pozza di sangue, capì che qualcuno stava tenendo un agguato a loro due. Non sapendo cosa fare, Matilda presa dalla disperazione tentò inutilmente di svegliare il marito invece di scappare.

« Non vado via senza di te! » urlò disperata.

Alla fine, non potendo andare avanti senza il marito, Matilda vedendo che ormai era troppo tardi per riaverlo indietro, venne uccisa anche lei. Letizia fu l'unica che riuscì a salvarsi, grazie a Carlo che era venuto per dire ai due di rientrare. Rimase sconvolto a vedere quello spettacolo di sangue. 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 ***


Capitolo uno


Erano passati molti anni da quel terribile giorno. In Italia, la situazione era sempre la stessa e nulla era cambiato. Ora il nuovo re era Edoardo II, il fratello di Gianluca. Aveva due figli maschi: Carlo e Alberto ma aveva adottato anche Letizia perché gli era dispiaciuto lasciarla nelle mani di un amico del suo caro fratello defunto. Trattava male la bambina con dei  modi severi e cattivi; lo stesso faceva con suo figlio Alberto solo perché per colpa sua, aveva divorziato con sua moglie che si era sistemata con uno spagnolo. La vecchia e care regina era stata mandata via solo perché era contro le idee del marito e non concordava con la successione al trono di Carlo. Per lei era Alberto il futuro re d'Italia ma purtroppo, suo marito non era d'accordo con lei così, un giorno, stufa di non essere compresa dal marito, andò via dal castello lasciando un vuoto a suo figlio Alberto che da quel giorno, fece fatica a sorridere. Per lui era colpa di suo padre, se la madre era andata via.

Letizia era cresciuta e tra una settimana avrebbe compiuto otto anni. Nel tempo, i suoi capelli biondi erano diventati più lunghi e aveva sempre dei bellissimi occhi verdi. Non era molto alta ma almeno era magra di fisico. La sua vita al castello si svolgeva come sempre: doveva fare quello che ordinava suo zio durante l'intera giornata ma ogni tanto, faceva qualche fuga dal castello per andare a trovare un suo amico. Suo zio però non era mai riuscito a scoprirla insieme al suo amico. Poteva avere quasi otto anni ma sapeva cosa fosse una fuga. Un giorno, le sarebbe piaciuto scappare per amore peccato però, che il suo perfido zio avesse stabilito che il marito di Letizia sarà suo figlio Carlo quindi, non avrebbe potuto fare delle fughe d'amore senza farsi scoprire. 

La bambina trovava noiosa la vita di alcune ragazze di corte. Non facevano altro che spettegolare contro un qualsiasi soggetto. Tutte erano attratte da suo cugino Carlo mentre il povero Alberto era visto come un bambino diverso che portava solo guai. Lei non ci vedeva niente di speciale in suo cugino Carlo, oltre che un antipatico. Trovava invece Alberto, un bambino buffo e amichevole. Una volta durante l'ora di pranzo, re Edoardo aveva obbligato Letizia a sedersi vicino a suo cugino Carlo e quindi, lei fece quello che le era stato ordinato. Gli unici con cui apriva bocca erano suo zio e Alberto mentre Carlo non lo considerava neanche. Lo trovava antipatico così tanto, da far finta che non ci fosse. Lo ignorava anche, per farlo sentire in disparte proprio come faceva lui con suo fratello Alberto. Quel giorno, a Letizia venne servito un piatto che non era di suo gradimento e ovviamente, suo cugino Carlo si accorse che lei non mangiava ma al contrario, faceva solo finta di mettersi un boccone in bocca. 


« Come mai non mangi niente? » domandò Carlo.

« Forse, non ha fame! » disse Alberto. 

« Tu stai zitto! » rispose Carlo, al fratello. 

« Carlo, ma che modi di fare sono? Si risponde così, a tuo fratello? E tu, incompreso di mio figlio, ti costa tanto reagire? » disse re Edoardo II.

« Non è colpa sua, ma di Carlo che si comporta come un moccioso! » ammise Letizia.

Carlo squadrò gli occhi verso Letizia. Non era stato contento del comportamento che Letizia aveva usato nei suoi confronti. Quella bambina si fingeva simpatica ma in realtà, non la sopportava nessuno compreso lui che un giorno, dovrebbe avuto anche sposarla. Trovava che Letizia fosse una bambina viziata e vanitosa ma come lei erano tante a darsi delle arie e poi, che noia certe bambine che non facevano altro che trovare "carina", ogni cosa che si trovavano davanti ai loro occhi. Per lui, non tutte le cose erano carine e non sopportava le femmine che si davano un sacco di arie. 

Per lui era solo questione di tempo. Lo sapeva meglio di suo padre che tra qualche anno, Letizia avrebbe cambiato atteggiamento. Le sarebbe bastato trovarsi a fare le faccende domestiche e poi, avrebbe voluto vedere se si fosse ancora vantata. Non vedeva l'ora di comandarla a bacchetta. Non sapeva però, che le cose sarebbero andate diversamente. 

« Vedi di chiudere quella bocca, sguattera!  » rispose Carlo.

« Moccioso! » continuò Letizia.

« Piantatela subito o vi sbatto fuori dalla stanza! » disse il re per avvisarli.

« Bene, vostra maestà, datemi l'innaffiatoio! » rispose Letizia.

« Letizia, fila subito fuori! » ordinò il re.

« A mio cugino Carlo non dite mai niente. Mi raccomando! » concluse Letizia.

Re Edoardo si era resso conto che quella bambina usava sempre un comportamento scorretto. Con lei ci voleva qualcuno le facesse cambiare il carattere perché era stufo di riprenderla tutte le volte. Aveva usato ogni metodo per renderla più educata e meno ribelle, ma niente era stato efficace. Era uguale a sua madre ma aveva anche qualcosa di suo padre. Ricordava molto bene i modi di comportarsi, di suo fratello Gianluca. Era stato per via della sua pessima educazione che era stato spedito in un collegio militare. Ecco cosa ci voleva con Letizia: un po' di dura e sana disciplina militare e poi, addio cattiva educazione. Purtroppo però, era una femmina e quindi, non era possibile mandarla in un collegio miltiare. 

Nel pomeriggio, Letizia stava sfuggendo via dal castello. Non vedeva l'ora di divertirsi con il suo amico che sicuramente, era in giro con suo padre. Si ricordò, però, che aveva lezione di equitazione. Cominciò a pensare che non avrebbe rivisto il suo amico fino al giorno seguente. Era meglio presentarsi alla lezione, visto che il re non era soddisfatto del suo carattere.  Decise di andare direttamente ad aspettare il suo maestro.  Quella era l'unica materia che le piaceva. Disprezzava molto le lezioni di buone maniere e quelle di matematica, materia della quale non capiva niente. L'insegnante di equitazione aveva capito che era brava a cavalcare. Si vedeva anche da lontano che aveva preso dal padre. Era solo un peccato, che non fosse nata maschio. 


« Buongiorno, maestro! » aveva detto Letizia

« Buongiorno!  » rispose il maestro.

Quel pomeriggio, il maestro aveva invitato anche Carlo e Alberto a galoppare insieme a Letizia. Carlo colse al volo che quella poteva essere l'occasione giusta per far vedere a Letizia che anche lui era in grado, di comportarsi in modo arrogante. Quando vide che c'era Carlo, Letizia cominciò a preoccuparsi. La lezione di equitazione sarebbe diventata una carneficina. 


« Maestro, cosa ci fa lui qui? » domandò Letizia.

« Stai zitta nanetta, che ti butto giù dal cavallo!  » la informò Carlo.

« Principino dei miei stivali, credo che chi cadrà dal cavallo sarai tu, se non chiudi quella bocca! » ribattè Letizia.

La lezione di equitazione si concluse con Carlo e Letizia che litigavano mentre Alberto stava in disparte, a farsi gli affari suoi, facendo fare al cavallo una passeggiata lenta. Il maestro capì che non era stata una buona idea, portare il principe Carlo, a fare equitazione. 


 

 

 

 


 

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