I just can't stop loving you.

di jacksonssmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. Who are you? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. I'm in love with you. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. my best gift. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Charlotte Harris,capelli lunghi e neri,occhi blu e agghiaccianti.
Ventiquattro anni e tutta una vita davanti,ma soprattutto,un passato da dimenticare.
Costretta a dimenticare le persone con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita e una famiglia in cui ha smesso di credere.
Charlotte lo sa,lo sa che un giorno le cose cambieranno,che essere felice è facile,deve solo trovare la persona giusta.
Sa che un giorno quella vita di cui ormai era stanca,quella vita passata a sentirsi sempre non abbastanza,dietro la corazza di un sorriso,finirà e ne inizierà una nuova,dove la felicità sarà il suo unico vizio.
E succederà per davvero,grazie a lui.
Grazie ad un fantastico uomo,inizialmente misterioso,che finalmente,le regalerà quel per sempre di cui ha tanto bisogno e soprattutto,l'amore necessario ad aggiustare il suo cuore.
"La prima volta che l'ho visto sapevo che c'era qualcosa in lui di cui avevo bisogno,ma mi sbagliavo,non era qualcosa,era lui."

#SPAZIOAUTRICE#
Non faccio capitoli corti,questo è solo il prologo.
Spero che leggerete la storia e che sia di vostro gradimento,ho tante idee in mente.
Questo è solo l'inizio.
God bless you.
((Michaelismylifeliner.))

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. Who are you? ***


Quella mattina mi svegliai coi raggi del sole che penetravano dalla finestra lasciando il mio viso illluminato.
Vi è mai capitato di alzarvi dal letto con una strana ed improvvisa voglia di vivere?
Ecco,quella mattina sentivo che qualcosa stava per cambiare.Mi sedetti sul materasso e iniziai a pensare a tutti quegli anni sprecati ad illudermi,a cercare di realizzare sogni impossibili e ad aspettare la persona giusta per me.
Non potevo rimanere lì ferma,dovevo muovermi,dovevo fare qualcosa.
Non potevo aspettare che qualcosa accadesse,dovevo farlo accadere!
Lo sentivo dentro che quello sarebbe stato il mio giorno di ripartenza,quello in cui avrei finalmente inziato a vivere e smesso di morire,ogni giorno,in silenzio.
Mi alzai e decisi di non fare colazione in quanto quell'improvvisa felicità mi avesse magicamente riempito lo stomaco.
Presi i primi vestiti dall'armadio e li indossai,senza preoccuparmi di come mi stavano,se mi ingrassavano o dimagrivano,non me ne importava,quel giorno avevo altre preoccupazioni,tipo essere felice.
Uscì di corsa di casa e respirai l'aria che quella mattina dominava le strade di Los Angeles.La città era molto affollata e soffiava un vento freddo,molte cose mi avvertivano che stava per arrivare l'inverno,ma nel frattempo,io avevo appena scoperto che dentro di me stava nascendo un'invincibile estate.
Fermai il primo taxi che si trovava a passare di lì e chiesi gentilmente all'autista di portarmi al "Walk Of Fame" di Hollywood,lui annuì e disse:
-"Sa che impiegheremo circa un'oretta per arrivare,vero?"
-"Si certo,non si preoccupi."Risposi.
L'auto iniziò a sfrecciare per i vicoli più sperduti e desolati di Los Angeles,fino ad arrivare alle strade inquinate e affollate di Hollywood,chissà se tra tutta quella folla avrei trovato la persona che tanto cercavo e tanto desideravo,chissà se lì in mezzo c'era chi custodiva l'altra metà del mio cuore.
La voce dell'autista mi svegliò dai miei pensieri dicendo:
-"Signorina!Siamo arrivati.Sono quarantacinque dollari."
Sorrisi e allungai la mano per porgli i soldi,lui li prese e io scesi dall'auto salutando cordialmente.
Iniziai a camminare per quei marciapiedi mentre mi stringevo nel mio caldo maglione e il vento lasciava che i miei capelli si trascinassero all'indietro.
Il mio intento  era trovare la stella del mio idolo;Michael Jackson.C'era qualcosa di davvero speciale nella musica di quell'uomo,faceva parte di me.
Camminavo ed osservavo negozi allestire le vetrine per i saldi di Natale,mentre intanto ogni centimetro di strada era illuminato da luci colorate,amavo quell'atmosfera così accogliente e sentire le voci di bambini che fermandosi davanti alle vetrine di giocattolai dicevano:"Mamma dì a Babbo Natale che per regalo voglio questo."
Quando finalmente arrivai nel marciapiede giusto attesi con pazienza che tutti i turisti toccassero la stella,sentivo italiani,francesi,tedeschi,cinesi e mi chiedevo cosa dicessero,dato che le uniche lingue che sapevo parlare erano l'inglese e lo spagnolo.
La stella poi si liberò,mi chinai per toccarla e mi accorsi di quanto fosse bella,era una delle più curate di tutto il "Walk Of Fame" ed essendo una fotografa mi ispirava molto,tirai fuori la macchina fotografica dalla borsa,me la misi davanti agli occhi prendendo la giusta prospettiva e scattai,mi piaceva molto il modo in cui l'avevo fotografata.
Allungai la mano per sfiorarla per l'ultima volta con le mie dita,il solo pensiero che il mio idolo l'avesse toccata faceva sì che un brivido mi percorresse la schiena e mi chiedevo cosa avrei fatto quando dodici giorni dopo l'avrei visto in concerto,sembrava surreale,non riuscivo a crederci.
Mi sollevai da terra e continuai a camminare mentre cercavo di riscaldarmi stringendo le braccia attorno al corpo,era tutto così tranquillo,quando improvvisamente sentì la mia testa sprofondare nel petto di un uomo.
Alzai lo sguardo e rimasi completamente stranita da quello che stavo vedendo,l'uomo era coperto dalla testa ai piedi,potevo vedere solo i suoi occhi e  rimasi incantata a fissarli per più di un minuto,erano i diamanti più brillanti che avessi mai visto,in quegli occhi c'era la mia felicità,c'era tutto quello che avevo sempre cercato.
Fece due colpi di tosse come per attirare la mia attenzione su di se e farmi riprendere e io mossi la testa da destra verso sinistra e dissi:
-"Scusami,non volevo,ero distratta."
L'imbarazzo intanto prese il sopravvento.
-"Non ti hanno insegnato che si cammina con la testa alzata?"Rispose ridendo.
-"In realtà quando ero piccola mia mamma diceva di guardare per terra mentre camminavo perchè potevo calpestare la cacca dei cani."Affermai quasi irritata.
Lui scoppiò in una risata,poi rispose.
-"E' forte tua mamma,direi."
-"Mamma si fa per dire,non so nemmeno più chi è."
-"Oh,mi spiace."Disse con un tono di voce triste.
-"Ma no,non preoccuparti."Sussurrai seguendo un sorriso.
Mi fissò dritto negli occhi,poi aggiunse:
-"Dopo che mi hai detto come ti chiami,posso farti una domanda?"
-"Il mio nome è Charlotte.
Certo,dimmi tutto."
-"Come stai?"
-"Io sto bene,ma perchè me lo chiedi se nemmeno ci conosciamo?"
-"Mi stai mentendo."
-"Cosa?"Sussurrai.
-"C'è qualcosa di strano nei tuoi occhi,qualcosa che mi dice l'esatto contrario.Tu non stai bene."
Non risposi,non potevo credere a quello che avevo appena sentito.
Come poteva un completo estraneo essere riuscito a capire tutto quello che nemmeno i miei più cari amici riuscivano a comprendere?
Cosa vedeva nei miei occhi?C'era qualcosa di fin troppo misterioso in quell'uomo.
Era un problema con una soluzione troppo complicata da scoprire,ma io dovevo riuscirci.
La sua voce poi mi accarezzò nuovamente l'udito.
-"Avevo ragione,vieni con me,sediamoci su quella panchina."
Così facemmo,ma quella volta fui io a rompere il silenzio:
-"Puoi dirmi come ti chiami tu?Mistery?"
-"AAHAHHAHAHA,ma certo che no.Il mio nome è Michael,solo perchè sono nascosto non significa che io mi chiami 'Mistery',anche a te piace scherzare,ma io non ho detto che ti chiami 'funny'."
Risi e lui lo fece a sua volta.Poi io aggiunsi:
-"Sai,ti chiami come il mio idolo."
-"Cosa?Perchè chi è il tuo idolo?"Rispose lui come se avessi detto qualcosa di tanto,troppo strano.
-"Il mio idolo è Michael Jackson."Dissi sorridendo.
-"Ah.Farà un concerto a Los Angeles a breve,ci andrò anche io,sai."
-"Davvero?Ti piace Michael?Ci sarò anche io,sarai vicino al palco?"
-"Molto più vicino di quanto immagini."
Annuì,ma per me quella risposta era soltanto un altro mistero,cosa significava?
-"Charlotte?"
-"Michael,cosa c'è?"
-"Dimmi perchè stai male,ti prego."
-"T'interessa davvero?"
-"Si,Charlotte."
-"Però chiamami Cher."
-"Okay."Sussurrò.
-"Sai Michael,c'è qualcosa mi tormenta,forse il mio passato o la mia paura per il futuro.
C'è qualcosa che mi impedisce di essere felice,qualcosa che mi distrugge letteralmente dentro.
Voglio soltanto diventare un'adulta,ma nel frattempo,vivere l'infanzia che ho perso.
Voglio qualcuno che colmi il vuoto che ho dentro dovuto a una grande mancanza d'amore,da un padre che non ho mai conosciuto e da una madre che mi ha cacciata di casa a solo sedici anni.
Voglio qualcuno d'amare per dimostrare a me stessa che ne sono ancora capace.
Voglio qualcuno che aggiusti il mio cuore.
Michael,il problema della mia vita non è principalmente che mi manca qualcosa,è che io non so cosa sia quel qualcosa."
Non rispose per un pò,ma poi mi chiese:
-"Posso salvarti?
-"Come scusa?"Sussurrai.
-"Hai degli occhi stupendi.Non posso lasciare che siano pieni di così tanta tristezza."
Ci guardammo fisso,ma lui non lo sapeva,non sapeva che gli occhi più belli li aveva lui e che già quelli,mi avevano salvata.
Ma lui,chi era?


#TOBECONTINUED#
((MICHAELISMYLIFELINER.))
SPERO DAVVERO CHE LA STORIA VI PIACCIA.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. I'm in love with you. ***


Si,esatto,lui chi era?
Continuavamo a guardarci negli occhi e proprio in quel momento mi accorsi che c'era un'attrazione tra noi due,probabilmente anche molto forte.
Mi ero innamorata di uno sguardo che mi guardava come se fossi la cosa più bella di questo mondo,di uno sguardo che per la prima volta in vita mia mi faceva sentire a mio agio.
Inciampai in un paio d’occhi,e precipitai in un cuore.
-"Cher,ma tu abiti qui ad Hollywood?"Disse dolcemente.
-"No Michael,io vivo a Los Angeles."Risposi accennando un piccolo sorriso.
-"Oh,davvero?Anche io abito l'ì."
-"Mi fa piacere.In che via?"Chiesi.
-"Oh,ehm....Non ha importanza."
-"Okay,come vuoi."
Dissi aggiungendo quella risposta alla lista degli infiniti misteri che mi stava lasciando quell'uomo.
Eppure il suo nascondersi in quel modo mi intrigava,e non poco.
-"Senti,ti va se torniamo a Los Angeles e ti porto al parco?"Mi chiese spalancando gli occhi,probabilmente per indurmi a dire di si,beh,non sapeva che non avrei mai rifiutato.
-"Ma certo Mike."Risposi.
Lui mi fece l'occhiolino e fermò il primo taxi che si trovava  a sfrecciare per le strade di Hollywood.
Per gran parte del tragitto non spicciammo parola,guardavo fuori dal finestrino e gli alberi spogli avanzavano davanti ai miei occhi.
Amavo la stagione invernale,mi piacevano gli abbracci che si davano per riscaldarsi,mi piaceva bere la cioccolata calda prima di andare a dormire,e mi sarebbe piaciuto amare anche il Natale,ma ogni anno,da quando avevo sedici anni,ero costretta a passarlo da sola.
Quel giorno il cielo era abbastanza grigio,tenevo la testa appoggiata al finestrino e mi sembrava proprio di essere parte di un film.Guardavo la mano di Michael  che stringeva il sedile,era coperta da un guanto,così come lo era anche l'altra,ebbi l'impressione che cercasse anche di nascondere il colore della sua pelle.
Fu proprio in quel momento che mi accorsi che non si nascondeva solo per svago o divertimento,dietro quei travestimenti c'era qualcosa di troppo grande per essere mostrato,ma il problema era;cosa?
Ed io forse mi ero già innamorata di lui.Qualcuno potrà dire che 'amore' è una parola grossa e probabilmente è così.Ma io non sapevo nemmeno cosa significasse,e volevo che ad insegnarmelo fosse lui,perchè tra i suoi occhi e e le stelle,io avrei scelto i suoi occhi.
Mancavano circa dieci minuti all'arrivo e Michael disse,improvvisamente:
-"In che posto sarai al concerto di Michael Jackson,Cher?"
-"Prima fila a sinistra."
-"Prima fila a sinistra,prima fila a sinistra."Ripetette più volte come quando cerchi di imparare a memoria una formula di matematica.
Il taxi,arrivato a Los Angeles,ci fermò direttamente fuori al parco.Michael mi aprì lo sportello e io scesi tenendogli la mano,ma quando iniziai a camminare mi accorsi che non l'avevo lasciata,lui tossì per farmelo notare.
-"Ehm,oh,scusa."Sapevo bene che in quel momento il colorito della mia pelle era diventanto viola.
-"Mi piaci quando ti imbarazzi."Disse.
Iniziai a mordermi il labbro,ma capì che le nostre mani erano fatte per stringersi a vicenda fino alla fine delle nostre vite,solo che prima mi restava da scoprire chi si nascondeva dietro quei travestimenti.
Iniziammo a passeggiare per il parco,parlammo del più e del mano,ebbi modo di capire che persona meravigliosa era.
Mi disse che amava i bambini e la loro risata contagiosa e che era molto attratto dalla musica e dal ballo.
Mi mostrò la sua parte oscura,quella composta dalle sue paure e dal fatto che non aveva mai vissuto un'infanzia ed io lo capivo,lo capivo benissimo.
Poi fu lui a chiedere a me:
-"Raccontami un pò della tua storia."
Mi paralizzai per un secondo,quella era una domanda a cui odiavo rispondere,ma con lui mi sentivo completamente libera di parlare di qualsiasi cosa,era così dolce,un vero gentiluomo.
-"Beh,sai,io non so cosa significhi essere amata dai propri parenti.
Della mia famiglia ho conosciuto solo mia madre,che non mi ha mai amata come se fossi sua figlia,mi ha cacciata via di casa quando avevo solo sedici anni.Lei non capiva che ero solo un'adolescente,che non volevo causarle tutti quei problemi.
Stavo solo scappando da una vita che non sentivo più mia,da una vita caduta a pezzi e sepolta da mille macerie.
Sapevo che la mia mamma,quella che nonostante tutto amavo tanto,aveva un problema e quel problema,ero io.
Non so chi sia mio padre,non conosco il suo nome,non ho una sua foto,ha abbondato mia madre e lei a sua volta ha abbandonato me.
Ma sai una cosa?Mi sono stancata di parlare alla gente del mio passato,per me non ha più importanza.
Ora sono qui,Michael.
Riesci a vedermi?Sono più forte di prima.
Sto aspettando l'amore della mia vita e poi quando arriverà io potrò essere felice,una volta per tutte."
In poche parole questo amore l'avevo già trovato e stava camminando affianco a me.
Non lo conoscevo ancora molto bene,non potevo vedere il suo viso,ma sapevo già che era bellissimo.
Sapevò che era l'uomo giusto per una donna sbagliata,proprio come me.
-"Io credo che tu sia una guerriera.Insomma,guardarti,ha il sorriso di chi ha combattuto tanto e non si è mai arreso.Ed è bellissimo."Mi disse.
-"Grazie davvero,Mike."Risposi.
-"Posso chiederti quanti anni hai?"
Risi.
-"Nessun problema.Ho ventiquattro anni,e tu?"
-"Trentuno."
Sorrisi,poi lui aggiunse:
-"Ti va se ci sediamo sopra quell'albero?"
-"Ho paura delle altezze,Michael."
-" Ma ci sono io,piccola."
Il modo in cui mi aveva chiamata mi fece esplodere il cuore nel petto,mi faceva impazzire.
Mi aiutò a salire,mentre lui ci riuscì da solo.
-"Attento Michael,potrebbero scambiarti per una scimmia."Dissi ironicamente e entrambi scoppiamo a ridere dopo che lui mi diede una piccola pacca dietro la schiena.
Quel giorno guardammo il tramonto insieme,mi fece tenere la testa sulla sua spalla e io preferivo fissare i suoi occhi piuttosto che il sole sparire dietro le montagne.
Era ormai sera quando Michael disse:
-"Scendiamo da qui sopra Cher."
Io annuì.
-"Ascolta Charlotte,scendo prima io,poi aiuto te."
-"Okay Mike."Risposi.
Scese velocemente,poi si rivolse a me indicando col dito un ramo dell'albero:
-"Allora,poggia il piede lì."
Lo feci,ma come sospettavo,caddi.
Non volevo più aprire gli occhi,avevo paura che mi sarei ritrovato stesa a terra con una gamba rotta,ma quando lo feci mi accorsi che ero in braccio a Michael e lo stringevo forte presa dalla paura,stavo tremando.
Mi accarezzò dolcemente i capelli e mi sussurrò nell'orecchio:
-"Stai tranquilla piccola,va tutto bene."
In ogni modo io non volevo lasciarlo andare,era così bello stare tra le sue braccia,sembrava proprio il paradiso.Il calore che emanava su di me mi faceva sentire protetta.
-"Che ne dici di lasciarmi Cher?"Disse.
-"Oh,certo."Risposi dispiaciuta.
Perchè quell'uomo mi faceva stare così dannatamente bene?
Passammo tutta la serata a raccontarci barzellette e ad inseguirci avanti e indietro per il parco,sembrava che il mondo era solamente nostro,che lo stavamo dominando.
Ogni volta che mi raggiungeva e mi stringeva le braccia attorno alla vita pregavo che non mi lasciasse più.
Mentre le nostre urla e risate riempivano il  vuoto della notte,quest'ultima trascorreva giovane sopra di noi e fu stesso in quel parco che ci addormentammo,stesi sull'erba nel bel mezzo dell'inverno.
Quando ci svegliammo abbracciati,mi resi conto che non c'era nessun altro corpo che avrei voluto stringere per il resto della mia vita.
Ormai,ne ero certa,mi ero innamorata di lui,non m'importava nemmeno più che si togliesse quei travestimenti,io avevo il cuore sigillato e solo lui aveva la chiave.



Continua...
#SPAZIOAUTRICE#
Muoio dalla voglia di sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo,spero di ricevere più recensioni.
Grazie di tutto,god bless you.
((Michaelismylifeliner.))

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Aprì gli occhi e lui dormiva ancora,era così bello guardarlo dormire,sembrava un angelo,ma non un angelo qualsiasi,il mio angelo custode sceso sulla terra per salvarmi da tutto il male che mi circondava.
Lui era tutto ciò che migliaia di persone sognavano di essere,riuscivo a percepirlo solo guardandolo negli occhi,Michael era speciale.Qualcosa mi diceva che era diverso,può sembrare banale,ma ogni volta che mi guardava,nei suoi occhi c'era tutto il mio mondo.
Non approfittai del fatto che dormisse solo per togliergli i travestimenti,volevo che fosse lui a farlo,non m'interessava sapere chi era,m'interessava sapere che un giorno si sarebbe fidato di me,piuttosto preferivo guardarlo come se non ci fosse mai stato un domani.
Quando mi accorsi che si stava svegliando feci finta di dormire,volevo solo vedere cosa avrebbe fatto.
Mi accarezzò i capelli e un brivido mi percorse per intero la schiena,una sensazione bellissima che avrei voluto provare all'infinito.
Però nel frattempo morivo dalla voglia di fissare quelle due meravigliose pupille marroni che mi mancavano tanto,dentro di esse c'era la mia casa,la mia protezione.
Splancai gli occhi e  mi stiracchiai,giusto per fare la parte,gli sorrisi e lui disse:
-"Buongiorno dolcezza."
-"Buongiorno Michael."Sussurrai.
-"Come stai oggi?"
-"Bene grazie,e tu?"
-"Bene.
Sei sicura Cher?"
-"Si Michael,sono sicura,sto bene."
Gli dissi,ma stavo bene davvero,perchè quando c'era lui al mio fianco io non sapevo nemmeno cosa significasse la parola 'tristezza',solo che non potevo dirglielo,non potevo fargli capire che l'amavo,ci conoscevamo da giusto un giorno  e l'avrebbe considerata un'esagerazione e in effetti lo era,ma si sa,al cuore non si comanda.
Improvvisamente prese dai pantaloni un orologio tascabile e lo aprì:
-"Diamine Cher!E' tardissimo.
Scappo ciao,ti voglio bene."
-"Oh,anche io te ne voglio,ma dove devi andare di così importante?"
Non rispose,mi abbracciò velocemente e scappò via lasciandomi dentro un vuoto,un vuoto che se non l'avessi più rivisto nessuno avrebbe mai colmato.
La cosa si stava facendo seria,davvero l'avrei rivisto?Non avevo il suo numero,non sapevo dove abitava,dove lavorava,dove andava nel tempo libero,io non lo sapevo e il solo pensiero che i miei occhi non avrebbero mai più incrociato i suoi mi distruggeva,nel vero senso della parola.
Ed inoltre,non c'era cosa peggiore di dirgli che lo volevo bene quando,in realtà,i sentimenti che provavo per lui erano ben diversi,andavano addirittura oltre l'amore,qualcosa di troppo grande per essere spiegato a parole.
Rimasi lì per un pò,a guardare il cielo coperto da tutte quelle nuvole,ma poi decisi di tornare a casa.
Camminavo sui marciapiedi della città,Los Angeles a quell'ora era così affollata,tutto quello che si riusciva a sentire erano i clacson delle auto e intanto,la gente correva e si urtava per non fare tardi a lavoro,c'erano tutte quelle persone,eppure,senza Michael al mio fianco mi sentivo così sola,così vuota.Era incredibile come la sola presenza di quell'uomo valesse più di quella di tante persone,onestamente troppe per essere contate.
Erano le undici e un quarto quando varcai la porta di casa,mi precipitai nella mia stanza e mi sedetti sul letto,fissando i poster di Michael Jackson,ma non riuscivo a credere a quello che avevo appena notato.Gli occhi di quello che era semplicemente il mio idolo,non mi erano più tanto sconosciuti,li conoscevo già,quelli erano gli stessi occhi della  persona che era scappata via da quel parco circa mezz'ora prima.
Cercavo di convincermi che fosse tutta una mia impressione,ma lo era davvero?
Perchè proprio in quel momento tutto sembrò avere un senso.
Ecco perchè Michael si nascondeva,non voleva essere perseguitato da paparazzi e giornali.
Ecco perchè mi aveva detto,che al concerto,sarebbe stato vicino al palco più di quanto immaginavo.
Ecco perchè non voleva dirmi dove abitava e cosa doveva fare di tanto importante da fuggire via in quel modo.
Erano solo coincidenze,o la persona con cui avevo parlato e passato una notte insieme era davvero l'idolo di una vita intera?
Sarebbe stato così bello,per me Jackson rappresentava la perfezione da sempre e forse questo spiegava il motivo del fatto che mi fossi innamorata di quell'uomo sconosciuto così presto,in un certo senso,lo conoscevo già.
Ma qualcosa sembrò crollarmi addosso quando mi riallacciai alla realtà,quando realizzai chi era Michael Jackson e che se si nascondeva davvero lui dietro quei travestimenti,il mio amore era impossibile,insomma,era una persona, ma non una qualsiasi.
Non avrebbe mai scelto me tra tutte quella modelle e donne bellissime che gli stavano dietro,in confronto a loro,io ero solo una briciola.
Mi sentivo inutile,in quel momento speravo che lui non mi avesse mai mostrato chi era,perchè la sua identità,per quanto l'amassi,mi avrebbe distrutta.
Ma l'amore non si cambia,niente avrebbe potuto,nemmeno sapere che era il cantante più famoso del mondo,perchè io ero lì ma non volevo,io volevo stare dove c'era lui,lui era la mia casa.


Continua...
#SPAZIOAUTRICE#
Hello guys!
Come state?
Inanzittutto,buon ferragosto!
Spero questo capitolo vi piaccia,davvero.
Ci ho messo un pò per scriverlo,anche se non sembra.
Recensite tanto,mi raccomando!
I love you!
God bless you!
Ah e mi scuso se i prossimi capitoli saranno un pò corti,non troppo perchè detesto i capitoli troppo corti,ma dovrò scriverli dal telefono essendo in vacanza,però non voglio assolutamente lasciare in sospeso la storia per due settimane.
((michaelsimylifeliner.))

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


AVEVO GIÀ SCRITTO IL CAPITOLO QUATTRO,MA L'HO MODIFICATO COMPLETAMENTE.
Erano passati otto giorni e di Michael nessuna traccia. Non l'avevo più rivisto nè sentito.Non sapevo dove fosse ed era devastante realizzare,che a causa del suo nascondersi,non potevo fare niente per cambiare le cose.
A volte mi svegliavo durante la notte e piangevo,non potevo controllarlo,era come se una parte di me stessa mi avesse abbandonato,per sempre.
Quella mattina mi svegliai e il tempo era tutt'altro che invernale,dei piccoli e splendenti raggi di sole penetravano da alcuni spazietti aperti della finestra,ma nemmeno quella atmosfera così calda e accogliente riusciva a farmi cambiare idea,continuavo a credere che la mia tristezza era infinita e troppo profonda per trovare qualcuno o qualcosa che potesse farmi tornare ad essere felice.
Mi sfilai le coperte e misi i piedi sul pavimento di marmo che rivestiva la stanza,quando improvvisamente sentì il mio telefono squillare,feci una corsa per il corridoio per andarlo a prendere e poi risposi:
-"Pronto,chi è?"
-"Ehy Cher,sono Matt!"
-"Matt,quanto tempo!"Risposi cercando di essere più allegra possibile,anche se non lo ero nemmeno minimamente.
Matt era il mio migliore amico,fin quando un giorno non abbandonò il corso di fotografia per trasferirsi al Londra con la madre,non pensavo che un giorno mi avrebbe richiamata,credevo che il nostro rapporto si fosse rotto già da un bel pò.
-"Che mi dici?Tutto bene?"Riprese.
-"Si grazie Matt,a te?"
-"Bene bene,volevo dirti solo che sono di nuovo a Los Angeles e ci rimarrò ancora per qualche giorno,ti va se ci vediamo oggi?" -"Oh ma certo,mi farebbe molto piacere."
Accettai solo per educazione,perché tutto quello che volevo era che dall'altra parte del telefono ci fosse Michael,il mio Michael, ma temevo che fosse rimasto solo uno stupido sogno.
Non volevo uscire con Matt,volevo stare con l'uomo che amavo,solo con lui.
Poi disse:
-"Ok Cher!
Ci vediamo oggi alle cinque fuori al museo ."
-"Va bene,a dopo."
Staccai la telefonata,sperando che quell'uscita mi avrebbe distratta,ma sapevo che le probabilità erano poche,forse non ce n'era nessuna. Guardai il calendario della cucina e mi accorsi che era il diciotto dicembre,mancavano tre giorni al concerto,lo stesso che aspettavo da sette mesi, il tempo era passato così velocemente,era volato completamente sotto i miei occhi.
In quel momento sapevo che quando mi sarei trovata sotto quel palco avrei pianto dalla gioia e allora si,sarai stata davvero felice,dopo tanto tempo,finalmente.
Arrivarono le cinque e io e Matt ci rivedemmo,mi salutò lasciandomi un leggero bacio sulla guancia e iniziammo a camminare per le strade di Los Angeles,parlammo di alcune cose,ma niente riusciva a togliermi Michael dalla testa,speravo di incontrarlo tra la gente,cercavo i suoi occhi in quelli degli altri,ma lui era così bello,così unico.
Poi Matt disse:
-"Senti,ti va se ci sediamo in pò su quella panchina,sono leggermente stanco?"
Feci si con la testa e ci sedemmo.
Osservavo le macchine sfrecciare a tutta velocità.
Improvvisamente Matt iniziò ad accarezzarmi la gamba, mi irrigidì perché sapevo che non era quella la mano che volevo sulla mia pelle,lui non era Michael ed io non l'amavo, era solo un amico,nient'altro che un amico.
Cominciò ad avvicinare le sue labbra alle mie,ma io mi allontanai all'istante.
-"Scusa Matt,io non posso,lasciami stare."
-"Ah!quindi sei fidanzata?"
-"No Matt."
-"Allora cosa c'è che non va?"
Il silenzio,non risposi.
-"T'interessa qualcuno?"
-"Matt il problema è che non m'interessi tu!"Urlai quasi come se non avessi più il controllo della mia voce.
Non volevo ferirlo,ma scappai via a casa,senza ascoltare cosa avrebbe voluto dire,senza salutarlo o scusarmi.
Ma se l'avessi baciato non avrei preso in giro solo lui,ma anche me stessa.
Non avevo il cuore per amare Matt,perché il mio cuore l'avevo lasciato in quel parco.
Quando varcai la porta di casa ero in lacrime,mi sentivo in colpa per come avevo trattato un ragazzo che un tempo era il mio migliore amico,gli avevo voluto bene,e forse per un breve periodo di tempo l'avevo anche amato,ma Matt non era il mio tipo.
Era il ragazzo delle storie di una notte,o di quelle soltanto per giocare con il cuore di una donna,Matt spesso dimenticava che le persone hanno dei sentimenti e a me non andava di essere la sua stupida bambola,così mi accorsi che una semplice amicizia tra noi andava più che bene.
Quella notte non chiusi occhio,mi giravo e rigiravo nel letto,piangevo e bagnavo il cuscino di lacrime,mi alzavo e mi poggiavo sul muro scivolando su di esso così come lacrime facevano sul mio viso.
Stavo malissimo e la cosa peggiore era che la causa di tutto quel dolore era l'amore che provavo verso un uomo che conoscevo a stento.
Michael,oh si lui.
Lui era la causa della mia tristezza,ma allo stesso tempo quando me l'immaginavo accanto a me mi sembrava di essere in paradiso.
Insomma,lui era la mia malattia,ma anche la mia medicina.
Mi mancava tanto sprofondare in quei suoi occhi scuri e meravigliosi,pregando di rivederlo mi addormentai sperando che almeno nei sogni la vita andasse per il verso giusto,eh già,mi affidavo spesso ai sogni perché la realtà non era un granché.
La mattina dopo ricevetti un'altra telefonata,credevo fosse Matt,ma mi sbagliavo,era James,il mio capo. Speravo che non mi stava chiamando per fare un ennesimo e stupido servizio fotografico,proprio quella mattina non mi andava di puntarmi davanti a modelle,modelli o cose del genere,avrei fatto un casino.
Risposi:
-"Pronto?"
-"Charlotte,sono James."
-"Oh,Buongiorno Signore."aggiunsi.
-"Mia cara Charlotte, questa telefonata potrebbe cambiare la tua vita."Disse entusiasto.
-"Ah davvero,e per quale motivo?"Mormorai.
-"Stamattina mi hanno chiamato e mi hanno detto che Michael Jackson farà un concerto qui a Los Angeles dopodomani e che bisogna fargli un set fotografico. Mi hanno gentilmente chiesto di scegliere una ragazza di talento ed io,conoscendo anche la tua passione per Jackson non ci ho pensato due volte a pronunciare il tuo nome. Non accetterò un no come risposta."
-"Signor James,lei sta scherzando,vero? "Fu tutto quello che riuscì a dire.
-"Assolutamente no. Cerca di essere qui il più presto possibile. A dopo!"Disse e staccò la telefonata lasciandomi sentire un fastidioso bip.
Oddio,oddio e ancora oddio,stavo urlando per tutta la casa mentre andavo in giro di vestiti giusti per l'occasione. Alla fine scelsi degli abiti eleganti,ma non troppo e così filai dritta nello studio di fotografia.
Varcai la porta e che sorpresa,c'era anche Matt. Mi salutò facendo un cenno con la mano,quasi come se fosse deluso,sentì una fitta di dolore al cuore e andai a prendere la mia macchina fotografica,non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi.
Mi sentivo un mostro,non avevo mai trattato una persona in quel modo così meschino e scontroso.
Ma mentre aggiustavo la mia postazione,qualcosa cambiò il mio umore,il sole dopo la tempesta.
Jackson,circondato dalle sue guardie entrò nella stanza,era perfetto,un vero capolavoro.
Aveva dei riccioli che gli coprivano la fronte e lo rendevano terribilmente sexy e quei paia di occhi,che anche al di fuori dei poster mi erano così familiari.
In quel momento mi avvicinai di più all'ipotesi che dietro quei travestimenti ci fosse davvero lui,ma non dovevo pensarci troppo,ora dovevo lavorare.
-"Sei pronto Michael,accidenti!"Esclamò una delle truccatrici mentre Michael era chiuso nel camerino a cambiarsi.
-"Un pò di pazienza!" Rispose lui urlando,probabilmente per farsi sentire.
Quando poi uscì,beh...addio battito cardiaco,addio vita e addio tutto,era così sexy che mi mandò a terra i polmoni,letteralmente.
Attendevo con pazienza che truccatori e parrucchieri finissero di sistemarlo,anche se per me andava già bene così,più che bene.
Ogni tanto io e Matt ci lanciavamo sguardi,ma non ci facevo molto caso.
-"Allora,sei pronta Charlotte?"Disse James.
-"Arrivo."Risposi felice.
Mi misi davanti la macchina e iniziai a fotografarlo,altro che modelli,Mio Dio.
Si metteva in posa e io morivo,alternava tra il mordersi il colletto della camicia e tirarsi la cintura e in quei momenti avrei voluto baciarlo e non fargli foto,sicuramente.
Quando finimmo il cuore mi batteva così forte che temevo potesse esplodermi dal petto da un momento all'altro.
Prima di andarsene salutò cordialmente il mio capo, dopo mi guardò sorridendo e mi fece l'occhiolino,non riuscivo a spiegarmi il perché di tutto quello che stava succedendo,ma in ogni modo Jackson mi faceva impazzire.
Il giorno del concerto arrivò in fretta,la mattina dello stesso giorno mi svegliai e le gambe già mi tremavano,non vedevo l'ora,milioni di emozioni mi scorrevano nelle vene.
Otto ore di fila,gli occhi gonfi di lacrime e il tremolio alle gambe,finalmente aprirono i cancelli dello stadio e io riuscì a prendere il mio posto in prima fila,sentivo di star vivendo in un'altra dimensione della terra,una sensazione bellissima.
Improvvisamente dei fuochi esplosero sul palco,Jackson non si era ancora mosso,ma il pubblico già era in delirio.
Iniziò a cantare Black or White e tutti noi saltavamo e applaudivamo in aria.
Jackson era un grande intrattenitore,non c'era dubbio.
Canzone dopo canzone ognuno di noi moriva dentro,poi arrivò 'She's out of my Life' e le guardie iniziarono a girare tra il pubblico e improvvisamente sentì qualcuno prendermi in braccio,avevano scelto me,non ci credevo.
Mi fecero salire sul palco e io mi buttai tra le sue braccia,un calore che conoscevo già mentre mi accarezzava dolcemente i capelli,volevo morire. Dangerous World Tour,l'inizio della mia vita.
Quando tornai a casa ero stanca morta,avevo dolori ovunque.
Mentre mi sfilavo il pantaloncino mi cadde dalla tasca un foglio piegato in quattro parti;lo presi e lo aprì:
-"Cara Charlotte,
Probabilmente ti stai chiedendo chi sono....
La verità,mia cara Cher e' che dietro i travestimenti di quell'uomo che hai conosciuto per caso,mi nascondo io ed io sono...
#TOBECONTINUED#

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.

"Michael Jackson."

Mi bastarono quelle due parole per iniziare a tremare,mi diedi due colpetti sulle guance per capire se stavo sognando o meno,ma era tutto vero.
Poggiai la mano sul muro per reggermi perchè mi sentì mancare,non riuscivo a credere a quello che i miei stessi occhi avevano appena letto.
Non sapevo se prenderla bene o male,non sapevo se essere felice o triste,se sorridere o piangere,non sapevo in che modo dovevo accettare la cosa,ma l'unica cosa che mi rimaneva da fare per saperlo era leggere il resto della lettera.
Feci un lungo respiro ed abbassai gli occhi su quel foglio che o mi avrebbe uccisa,o salvato la vita.

"Se immagino la tua reazione in questo momento mi viene da ridere,sai?
Ricordo ancora il giorno in cui ti ho conosciuto,quando i tuoi occhi,per la prima volta,hanno incrociato i miei.
Hai degli occhi stupendi,ricordano tanto l'oceano,potrei scrivere una canzone sui tuoi occhi,ispirano molto,non scherzo.
Charlotte,anzi no,Cher,non dico spesso cose del genere a causa della mia timidezza,ma mi piacerebbe conoscerti meglio.
Vieni al parco domani,alle cinque,ti prego.
Dio ti benedica.
Notte,Cher."


Sotto la lettera c'era il suo autografo,anzi no,la sua firma,perchè quella lettera l'aveva scritta Michael,non Michael Jackson ed io lo sapevo.
Ripiegai la lettera e la strinsi al mio petto,sperando che quello stupido pezzo di carta macchiato d'inchiostro sarebbe stato l'inizio della mia più grande fonte di felicità.
Il pomeriggio del giorno dopo arrivò in fretta,impiegai quasi tre ore per preparmi,era difficile che io mi sentissi bella,ma quando mi guardai allo specchio non sembravo nemmeno io.
Aprì la porta di casa mia e me ne andai dirigendomi al parco,era il ventidue dicembre,faceva freddo e mancavano due giorni alla vigilia di Natale,le strade erano vuote,le scuole erano chiuse e l'atmosfera non era delle migliori.
Gli alberi erano spogli e il cielo completamente grigio,ma dentro di me stava splendendo il sole,come se fossimo in pieno agosto,come se niente potesse rendermi triste.
Quando arrivai al parco non c'era nessuno,solo un uomo seduto su una panchina con lo sguardo rivolto verso il basso,un uomo che riconobbi subito.
Prima di avvicinarmi a lui,alzai gli occhi al cielo e sospirai.
Camminavo lentamente,mentre tutto quello che sentivo era il rumore delle mie scarpe che calpestavano l'erba,arrivai alla panchina e lui rivolse lo sguardo su di me,gli sorrisi senza riuscire a dire mezza parola.
Dio Mio,sapete,avevo sempre amato scrivere,ma lui era già poesia senza bisogno che ne scrivessi una.
Non indossava i travestimenti,c'era Michael Jackson davanti a me e io non stavo facendo niente,come facevo spesso,stavo sprecando un'altra bellissima occasione.
Fu lui a parlare per primo:
-"Cher!"Esclamò con gli occhi illuminati.
-"M-Michael."Dissi.
-"Siediti,avanti."Rispose sorridendo.
Così feci,poi lui iniziò nuovamente a parlare:
-"Devo dirti una cosa..."Disse con aria interrogativa.
-"Dimmi tutto Michael."
-"Soltanto perchè adesso sai che sono Michael Jackson,non voglio che le cose cambino.
Caspita,sono una persona,non un alieno.
Cerca,almeno tu,di guardarmi con occhi diversi,ti prego."
In realtà,a me piaceva guardarlo come se fosse la cosa più bella del mondo,ma dettagli.
-"Non ti guarderò,anzi,non ti ho mai guardato come se fossi Michael Jackson,un alieno o chissà cosa.
Ti sto guardando come guardavo quell'uomo travestito dalla testa ai piedi,perchè è di lui che mi sono..."
Mi bloccai appena mi resi conto cosa stavo per dire,ma cosa mi era preso?
-"Mi sono cosa?"Disse stranito.
-"Ehm,no niente."
Rise.
-"Sei diventata rossissima Charlotte."
-"Oh,beh,grandioso.
Volevo dire,io voglio conoscere il tuo cuore,non Michael Jackson."Dissi per mascherare l'imbarazzo.
-"Sei la prima che mi dice queste parole,ti ringrazio Cher."
-"Grazie a te per essere venuto qui per me."
Sorrise e io lo feci a mia volta.
Quando stavo con lui,i miei sorrisi erano veri,non mi sbagliavo,lui sarebbe stato la fonte della mia più grande felicità.
-"Fra due giorni è  la vigilia di Natale,come la passi quest'anno?"Mi chiese.
-"Da sola,come faccio da otto anni."
Spalancò gli occhi.
-"No,non la passerai da sola,la passerai con me,allora."
-"Che cosa?"
-"Non sconvolgerti,la passerai con me e basta."
Rise e fu così che capì che la sua risata era,e sarebbe rimasta,la mia canzone preferita.
"Grazie Mille Michael,grazie davvero."
-"Te lo meriti ed io ti voglio bene,non posso lasciare che tu passi il Natale da sola."
-"Ehm,posso abbracciarti?"Chiesi con tutto il coraggio che avevo.
-"Ma che domande!
Certo che puoi!"Disse con un sorriso che faceva invidia agli angeli.
Mi avvicinai più a lui e l'abbracciai,quando mi trovai tra le sue braccia sapevo cosa significasse stare in paradiso senza esserci mai entrata.
L'amavo,cavolo se l'amavo.
Non riuscivo a lasciarlo,se fosse stato per me,sarei morta abbracciata a lui.
-"Posso dirti una cosa,Michael?"Chiesi mentre il calore delle sue braccia mi circondava ancora.
-"Assolutamente si."
-"Abbracci benissimo,amo i tuoi abbracci,davvero."
Si staccò da me e sorrise.
-"Ahw Charlotte,hai detto una cosa carinissima."
-"Okay,te l'ho detto davvero,ma non guardarmi così o mi imbarazzo."
Iniziò a mordersi il labbro,ma non smise di guardarmi in quel modo.
-"E se non smettessi?"Disse con uno strano tono di voce e poi rise.
-"Ah,ti piace sfidarmi!"
-"Vincere di più!"
-"Davvero?
Scappa Michael,scappa!"
Si alzò dalla panchina e iniziò a correre,lo inseguì per tutto il parco,ma diamine,era velocissimo.
Mi accorsi che non sarei mai riuscita a prenderlo così feci finta di cadere,mi raggiunse e si inginocchiò davanti a me.
-"Aia Michael,la caviglia."
-"Oddio Cher mi dispiace,fammi vedere."
Alzai lo sguardo e poi spinsi anche lui sul prato. 
Scoppiammo a ridere,poi lui disse:
-"Ti odio Cher!"
-"Oh che peccato,ora piango!"
-"Te lo meriti!"Disse scherzando,ovviamente.
-"A chi è che piaceva vincere?Sai,l'ho dimenticato.."
-"Tu hai imbrogliato!"
-"Eh Jackson,la vita è fatta anche di sconfitte,mi spiace!"
E di nuovo,tutto quello che si sentiva in quel parco era il suono delle nostre risate,che quasi quasi,si completava.
Amavo Michael,ma non Michael Jackson,amavo il suo cuore.
Mi poggiai ad un albero per farmi il laccio delle scarpe e quando rialzai lo sguardo mi ritrovai Michael di faccia,mi guardava dritto negli occhi,come se esistessi solo io.
Mi paralizzai,il suo sguardo era agghiacciante.
Iniziò ad avvicinarsi a me,voleva baciarmi,poggiai la mano sul suo petto e l'allontanai leggermente,non potevo.
-"No Michael."Sussurrai.
-"Cos'hai?"Mi chiese.
-"Non posso.Non possiamo.
Non posso baciarti.Non possiamo baciarci."
-"Scusami Cher,mi dispiace.
Non volevo ferirti,non essere arrabbiato con me,ti prego.
Perchè io penso,penso di amarti."
Inarcai le sopracciglia,Michael Jackson mi aveva detto che forse mi amava e io non potevo fare lo stesso.
Io quelle labbra gliel'avrei consumate,ma non potevo.
L'avrei amato fino a perdere le forze,ma non potevo.
Avrei stretto la sua mano fino a fargli male,ma non potevo.
L'avrei stretto a me anche con quaranta gradi e col sole che batteva forte sulla città,ma non potevo.
Perchè lui era lui ed io ero io.
Io ero il problema,anzi,il problema era che lui era la soluzione.
-"Ehy,tranquillo.
Non sono arrabbiata,nemmeno per scherzo,okay?"
Sorrise e mi abbracciò.
-"Torna a casa,Cher,è già buio.
Tieni il mio numero."Disse infilandomi un bigliettino nella tasca.
-"Sono già a casa,tra le tue braccia,Michael."Dovevo dirlo,questo dovevo farlo.
Mi strinse più forte e disse:
-"Non lasciare che la tua paura di soffrire ancora sia più forte di quella di amare."
-"Allora,Michael..."
-"Si?"
-"Ti amo."
Quel ti amo,era la cosa più vera che avessi mai detto.
E se ne sarebbe valsa la pena,l'avrei detto per sempre e alla stessa persona,Michael.

#SPAZIOAUTRICE#

Ehy guys,
eccomi qui,col quinto capitolo,non è il massimo,ma tutto sommato,non è nemmeno così male.
Non e' molto lungo,ma non ho più tanto tempo a disposizione,capitemi,devo studiare.
Comunque,spero vi piaccia e aspetto le vostre recensione,per me è importante.
Buon trenta agosto guys.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


-"Posso baciarti?"chiese.
Mi bloccai,nessuno mi aveva mai chiesto una cosa del genere.
Non mi stava chiedendo solo il permesso di baciarmi,ma anche di condividere il suo amore con me.
Una parte di me diceva che era troppo,troppo presto,ma l'altra mi diceva di accettare,che un'occasione del genere non mi sarebbe capitata due volte.
Feci quello che mi diceva l'istinto,afferrai il colletto della sua camicia e feci toccare i nostri nasi.
-"Ogni cosa ha il suo tempo Jackson."sussurrai dolcemente.
-"Dovrò aspettare tanto?"chiese sorridendo.
-"No,stai tranquillo."
Mi allontanai da lui,ma continuai a fissarlo,lo guardavo come se non avessi mai visto cosa più bella al mondo.
Lui era Michael Jackson,è vero,ma durante il corso della mia vita avevo imparato che una persona,non importa chi essa sia,deve dimostrarti che non esistono montagne troppo alte o cieli troppo infiniti,paragonate all'amore che loro provano per te queste cose saranno sempre troppo piccole.
L'amore non è un gioco,l'amore può salvarti la vita.
-"Michael,io devo andare,ci vediamo presto."Dissi indicando imbarazzata l'uscita del parco.
-"Beh,mi sa che questo non è il tempo per tornare a casa da sola.Ti accompagno io."
Sorrisi,devo ammettere che era un vero gentiluomo,in ogni cosa che faceva.
-"Charlotte?"
Disse avvicinando la sua mano alla mia.
-"Vuoi che ti stringa la mano?"Chiesi.
-"Si,lo voglio."Rispose con quella voce sottile,ma allo stesso tempo capace di far esplodere il mio cuore.
Quello che,però,Michael non sapeva è che io non volevo tenergli la mano soltanto fino a quel cancello,io avrei voluto tenergliela per il resto della mia vita,perchè se hai qualcuno accanto allora il mondo ti sembra meno pesante.
Afferrai la sua mano e lui si voltò e sorrise.
Sorrideva spesso quell'uomo,voleva contagiare agli altri la felicità,oh e ci riusciva,ci riusciva eccome.
Arrivammo fuori al parco e ad aspettarci non c'era una semplice macchina come una di quelle che vedevo tutti i giorni,ma una limousine.
-"Wow,Michael."Annuì quasi ridendo.
Scoppiò in una risata,e disse:
-"Questa è la mia folle vita,Charlotte.
La vita di Michael Jackson."
Avrei voluto chiedergli:"Posso fare parte di questa tua folle vita,Michael?"
Ma,per qualche motivo,non lo feci.
Così mi limitai a trasformare la mia bocca in un sorriso.
Quando entrammo nella limousine tutto era ancora più 'wow' di quanto già lo fosse da fuori.
Non potevo credere che lui fosse abituato a cose così grandi,così lussuose.
Eppure lo era,era abituato a queste cose,ma non se ne vantava,anzi.
-"Posso chiederle la via di casa sua,Signorina?"Mi chiese l'autista robusto che era alla guida prima di accendere il motore.
-"Oh,ma certo,Waters Rd 21."
-"La ringrazio,Signorina."
-"Niente."
Poggiai la testa sul vetro appannato del finestrino,il sole era completamente scomparso,il buio predominava la città,la strada era illuminata dai fari delle auto che sfrecciavano a tutta velocità.
Quella era Los Angeles.
A volte mi mancava la tranquillità del piccolo paesino in cui ero nata e cresciuta,ma Los Angeles era la città dei sogni che si realizzano.
Grazie a lei ero riuscita ad avere l'opportunità di guardare il mondo dietro l'obbiettivo di una macchina fotografica,amavo la fotografia per un semplice motivo,gli occhi vedono solo ciò che è limitato.
Ma dietro quell'obbiettivo,i miei occhi potevano divorare il mondo.
Ero persa nei miei pensieri,Michael non parlava e non lo facevo nemmeno io.
Avrei voluto poggiare la mia testa sulle sue gambe e addormentarmi in quel modo per tutta la notte,ma qualcosa dentro di me diceva di non farlo,di lasciare perdere.
Ero troppo insicura,era qualcosa di cui non avevo il controllo.
Mentre passavo le dita tra i miei capelli Michael iniziò a guardarmi,si mordeva il labbro e i suoi occhi sembravano di ghiaccio,vedevo l'universo in quegli occhi,il mio universo,ma questo lo sapevo già da quando l'avevo incontrato la prima volta.
-"Perchè mi guardi in quel modo,Jackson?
Cosa fai,mi provochi?"Dissi concludendo con una risata.
-"Ma dai Charlotte!E' solo che...che sei bella."
-"Bella non direi."
-"Oh si,hai ragione.Perfetta,va meglio?"
-"Nessuno è perfetto,Michael.
La perfezione non esiste."
-"E' uno stupido detto.
Le persone perfette esistono.
Le persone perfette sono quelle che ti cambiano la vita,quelle che ti fanno sorridere per niente,quelle che guardaresti fino alla fine della tua vita.
Le persone perfette non appaiono come tali a tutti gli occhi umani,ma agli occhi di una sola persona.
E quando si tratta di te,quegli occhi sono i miei."
Sapete,fu quando quelle parole dolci entrarono a far musica nelle mie orecchie che mi accorsi che Michael,per il mondo in cui vivevamo,era troppo grande.
Lui aveva un dono,anzi più di uno.
Lui faceva si che le parole valessero più dei gesti e che i suoi occhi dicessero quello che la bocca non poteva dire.
Era magico e quello che faceva era magia.
E anche adesso,io con le parole non posso spiegare quanto fantastico e speciale fosse quell'uomo.
-"Ti ho cambiato la vita?"Chiesi curiosa.
-"No,me l'hai migliorata."
-"Io ho migliorato la tua vita?
Io,che non ho niente,ho migliorato la vita ad uomo che ha praticamente tutto?"
-"No,Charlotte.
Io non ho tutto,io non ho molte cose a cui,però posso fare a meno,tranne una."
-"Quale sarebbe questa cosa?"
-"Tu."Disse deciso.
Io ero la cosa che mancava a quell'uomo,ma lui mi aveva già,non lo sapeva,ma ero già sua.
Improvvisamente la limousine si fermò.
-"Siamo arrivati signorina!"Esclamò di nuovo l'uomo alla guida.
-"Oh,d'accordo.
Grazie mille,Michael,sei dolcissimo.
A presto!"
-"Fatti sentire,Charlotte!"Mi urlò Michael mentre stavo per chiudere lo sportello della limousine.
Annuì con la testa e mi voltai avviandomi verso casa mia.
Varcai la porta ed accesi le luci perchè il buio non mi scendeva giù,una strana sensazione sembrava mi stesse mangiando lo stomaco.
Pensavo fosse un semplice dolore,ma non era un dolore,era emozione.
Era quello che si provava quando ci si è innamorati,quello che ci si prova quando la presenza di una persona vale più di quella di tante altre.
Ed io ero cotta di Michael,non potevo farci niente,non potevo cambiarlo.
Mi stesi sul mio letto e inziai a fissare i poster di Michael,gli sorridevo e mi faceva male,ormai,realizzare che fossero solo degli stupidi pezzi di carta,io lo volevo davver lì,ma non c'era.
Non sapevo cosa fare,non avevo sonno e mi sentivo terribilmente sola.
Così decisi di aprire il cassetto del comodino e continuare a leggere un libro,un libro che avevo letto più di quante volte riuscissi a ricordare,un libro che tra le sue pagine nascondeva un pezzo di me.
Narrava di una ragazza,che dopo la perdita del suo fidanzato,a causa di una malattia, lasciava lettere indirizzate a lui nei posti importanti dove avevano condiviso momenti,a loro volta,importanti.
Ero arrivata al capitolo ventuno e iniziai a leggerlo,di nuovo.
«Bethany era appena arrivata in spiaggia.
E anche quella volta,sapeva perchè era lì,per lasciare un'ennesima lettera a John,il suo amato.
Quello era il posto in cui i due si erano baciati la prima volta,ricordava tutto come se fosse ieri.
I piedi sporchi di sabbia,il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli,i bambini che giocavano a beach volley e il sole che batteva forte su Londra.
Prima di poggiare il foglio sul muretto,sperando che John potesse in qualche modo leggerlo,Bethany lo rilesse ancora.
"Caro John,
Adesso so,adesso ho imparato che avevi ragione.
Mentre la malattia si stava impossessando di te e i tuoi sogni si stavano distuggendo sotto i tuoi occhi mi dicevi spesso che la vita è una sola,che certe occassioni non tornano una seconda volta.
'Goditi l'attimo,Bethany.' mi ripetevi tutti i giorni.
Beh,nessun attimo senza di te può essere goduto,ma tu mi dicevi di voler essere ricordato e lo sarai,perchè grazie a te ho qualcosa da insegnare al mondo.
Vorrei dire agli altri di non dare importanza al tempo o a chissà che cosa,soprattutto se si tratta di amore,vorrei dire loro di correre dalla persona che amano,non importa chi essa sia,e di baciarla.
Perchè oggi c'è,domani portebbe non esserci più,o magari,potrebbero non esserci più loro,vero John?
Io dirò alle persone che l'amore non va sottovalutato,perchè solo oggi mi accorgo che ho sprecato troppe occasioni e oggi sono qui a piangere per la tua morte.
Ma l'amore non muore mai,noi non moriremo mai.
Era una promessa,anzi lo è.
Ci vediamo presto piccolo mio.
-Onestamente e per sempre tua,Bethany."
Quelle parole mi aprirono gli occhi,chiusi il libro e afferrai il telefono dalla borsa che avevo poggiato a terra affianco al letto.
Scesi la rubrica a tutta velocità e arrivai al nome:"Michael."
Lo chiamai completamente indifferente di qualsiasi cosa,non m'interessava,non mi sarei pentita di quello che stavo facendo e lo sapevo.
-"Pronto?"Disse una voce,apparentemente stanca,dall'altra parte del telefono.
-"Okay,Michael.
Non m'interessa se stavi dormendo o che ore sono.
Non mi scuso se ti sto chiamando in un momento evidentemente poco opportuno.
Perchè per l'amore non esiste un tempo.
Non esiste il presente,perchè adesso è già futuro,capisci?
Voglio dire,non posso affermare che adesso siamo nel presente perchè appena avrò finito di dirlo sarà già futuro e tu non sarai ancora qui.
Ti amo,Michael,la verità è che ti amo tanto.
E si,oggi potevi baciarmi,potevi farlo tutte le volte che volevi,anche se ti avevo detto di no,tu dovevi farlo lo stesso,ma non l'hai fatto e non ha importanza.
Ha importanza il fatto che ti ho amato nel passato e ti sto per amare anche in quello che sarà il futuro.
Ti sto chiamando perchè non siamo noi a scegliere per quanto ancora durerà il nostro piccolo futuro,e magari non ci sarà più tempo per dirti che voglio essere tua,voglio esserlo fino a consumarmi.
E voglio dirti che indipendentemente da qualsiasi cosa,la mia vita,passata accanto a te,è infinita.
Buonanotte Michael."
Staccai la telefonata,senza ascoltare la sua riposta....


#TOBECONTINUED#
Recensite,vi prego,per me è importantissimo.
Davvero,spero che anche questo capitolo vi piaccia.
God bless you.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***


[...] Staccai la telefonata,senza ascoltare la sua risposta.
Mi poggiai il telefono sul petto sperando che mi richiamasse,ma non lo fece,almeno non prima che io mi addormentassi.
Chiusi gli occhi e iniziai a dormire,le ore passavano e la suoneria del mio telefono continuava a non farsi sentire.
La notte trascorreva velocemente mentre io ero stesa sul letto a dormire e il vento penetrava dalla finestra che avevo dimenticato di chiudere la sera prima.
La mattina seguente mi svegliai intorno alle dieci,aprì gli occhi e quel giorno non c'era traccia di sole,il cielo era ricoperto da infinite nuvole ed era dipinto da un grigio cupo e triste.
Presi il telefono che ancora era poggiato sul mio petto e feci illuminare il display sperando di trovare qualche,o almeno una,chiamata persa da Michael,ma non c'era nulla.
Avevo una folle paura di aver rovinato tutto per una stupida chiamata,dove infondo volevo solo far capire a quell'uomo che l'amavo.
Forse era arrabbiato perchè non l'avevo lasciato rispondere,o forse era semplicemente troppo stanco per richiamarmi,e in quel momento,la seconda mi rendeva più felice della prima.
Scoppiai a piangere dalla rabbia,perchè?
Perchè era sempre colpa mia,perchè rovinavo sempre tutto?
Perchè ogni volta che faticavo per cercare di toccare il cielo con un dito,non ci mettevo nulla per ricascare giù?
Mi sentivo un disastro e un peso nella vita di qualsiasi persona,anche in quella di Michael.
Continuavo a bagnare il cuscino con le mie lacrime,quando improvvisamente udì il suono del campanello,entrai nel panico.
Non ero nelle condizioni per andare ad aprire una dannatissima porta,le lacrime mi avevano sciolto il trucco che avevo dimenticato di togliere,ero in pigiama e anche se non potevo vedermi,sapevo che i miei capelli erano simili a una di quelle parrucche dei pagliacci.
In ogni modo,chiunque ci fosse stato dietro quella porta,non potevo farlo aspettare,così andai ad aprire.Mentre camminavo per il corridoio,raggiungendo la porta,cercai di migliorare la condizione dei miei capelli passando le dita tra di essi,arrivai all'ingresso e spinsi la maniglia,non potevo credere ai miei occhi;era Michael.
-"Oh,ehm...ehy Mike." Dissi imbarazzata,mentre morivo dalla voglia di stringerlo tra le mie braccia e baciarlo.
-"Cher,mi dispiace,penso di essere venuto nel momento sbagliato.
Davvero,se vuoi torno più tardi."Aggiunse mentre mi squadrava dalla testa ai piedi con un'espressione poco piacevole.
-"Oh no,ma dai Mike.
Sei venuto fin qui e non ti faccio tornare indietro,dai vieni."
-"Sei sicura?Posso tornare dopo,non c'è nessun problema,davvero."Disse indicando l'uscita,sembrava davvero nervoso.
-"Mike,non fare l'idiota,entra e basta."Risposi incitandolo a varcare la soglia della porta.
In quel momento mi sentì davvero bene,aveva illuminato la mia giornata,finalmente sapevo che non era arrabbiato e solo con questo il mio cuore si riempì di gioia.
-"Oh,va bene."Disse accennando un piccolo sorriso.
-"Ti faccio vedere la mia stanza,seguimi."
Mi seguì fino alla mia camera e io lo lasciai entrare,potevo vedere lo stupore nei suoi occhi,sembrava avesse visto l'ottava meraviglia del mondo.
Ma infondo,non era da meravigliarsi,avevo la stanza tapezzata per ogni centimetro quadrato dei suoi poster,diverse mensole reggevano solo suoi dischi e oggetti vari.
-"WOW,CHER!"Esclamò quasi soddisfatto.
Risi.
-"Ti piace,vero?"Domandai ironica.
-"Tu sei impazzita,Cher."Disse ridendo,perlustando la stanza in ogni suo centimetro.
Non risposi,mi limitai a sorridere.
Concentrò la sua attenzione su una mensola che reggeva tutti i suoi CD e il suo libro autobiografico.
-"Cher,è impressionante.
Hai tutti i miei CD,non ne manca uno."
Mi sedetti sul letto stanca,dato che non mi ero ancora ripresa dal sonno e risposi:
-"Non è colpa mia se amo la tua musica."
-"Oh,ma grazie mille."
-"Figurati."Sospirai.
Ebbi l'impressione che non volesse toccare l'argomento 'amore',quasi come se l'ignorasse,come se ne io ne lui avessimo mai affermato di amarci.
-"Cher?"
-"Michael..Dimmi."Risposi scuotendo la testa,ribellandomi dai miei pensieri.
-"Posso portarti fuori a cena stasera?"
-"Stai scherzando o cosa,Jackson?"
-"No,non sto scherzando."Disse ridendo.
-"Beh,se proprio insisti."
-"Allora adesso vado,ci vediamo stasera.
Ti passo a prendere alle sette."
Mi alzai dal letto e lui mi stampò un leggero bacio sulla guancia,speravo che non si fosse accorto che il mio viso stava per esplodere.
Lo guardai uscire dalla porta e iniziai a saltellare per tutta la casa "si,si,si!" sussurravo mentre milioni di emozioni mi scorrevano nelle vene.
Arrivarono le sei e inziai a prepararmi,spalancai le due ante dell'armadio e feci scorrere tutti i vestiti davanti a me,me ne innamorai di uno che avevo perfino dimenticato di possedere,era rosso fuoco e mi arrivava sopra le ginocchia.
Mi passai la piastra ai capelli e feci un'altra cosa che facevo molto raramente;mi truccai.
Una volta finito tutto,mi restava solo scegliere le scarpe,ne presi un paio coi tacchi bianche,mi piacevano un sacco.
Mi guardai allo specchio un'ultima volta e sorrisi al mio riflesso,speravo con tutta me stessa di piacere a Michael,per me contava molto.
Arrivarono le sette e qualcuno bussò alla porta.
Percorsi il corridoio con lo sguardo rivolto verso il basso ed aprì,era Michael.
Dio Mio,era bellissimo,non feci nemmeno caso a come mi guardava perchè ero troppo presa a ammirare la sua bellezza.
Aveva legato i capelli con un codino e aveva coperto il capo con uno dei suoi soliti cappelli che io amavo da impazzire,così come la giacca rossa e scintillante che indossava.
Era uno schianto,posso giurare che non avevo mai visto niente di più bello in vita mia.
-"Sei bellissimo." "Sei bellissima." dicemmo entrambi nello stesso e preciso momento.
Risi.
-"Mai quanto te."Aggiunse.
Mi porse un mazzo di rose che teneva in mano,quanto era dolce quell'uomo era per quello che l'amavo.
Il cuore mi batteva forte,sentì il respiro mancarmi per qualche istante.
-"Dai,andiamo."Disse di nuovo.
Mi porse la sua mano e ci avviamo nella limousine.
Mi sedetti con molta tranquillità cercando di non scombinare ne i capelli ne il vestito.
Per tutto il tragitto io e Michael ci fissammo dritto negli occhi sorridendo,ma non spicciavamo parola,anche se quegli sguardi valevano molto,molto di più.
Arrivammo nel ristorante che Michael aveva completamente 'affittato' per quella sera.
Non c'era nessuno,solo noi e il nostro amore.
Ci sedemmo ad un tavolo,la stanza era illuminata da infinite candele,c'era anche un camino per ripararci dal freddo e l'atmosfera era fantastica.
Inoltre,c'era della musica stupenda di sottofondo.
-"Vuoi ballare?"Mi chiese Michael,guardandomi con uno sguardo agghiacciante,tanto che non potetti rifiutare.
-"Oddio,Michael.
Tu sei un ballerino,quando balli fai magia,io no,diamine."
-"Ti insegno,vieni qui." 
Si alzò dalla sedia,si aggiustò la giacca e la cravatta e mi porse la mano.
Fece un colpo di tosse e disse:
-"Le andrebbe di ballare,signorina?"Imitando la voce di uno di quei prestigiosi signori.
-"Volentieri!"Esclamai.
Mi condusse gentilmente al centro della sala.
-"Poggia una mano sulla mia spalla e l'altra tienila stretta alla mia."Sussurrò.
Così feci mentre lui mi guardava sorridendo,era bellissimo.
Aspettò l'inizio di una nuova canzone,o forse melodia e inclinò verso destra la punta dei suoi mocassini,così inziammo a ballare,mi facevo trasportare dalla musica e dal calore che il suo braccio emanava dietro la mia schiena.
Quando quella melodia così gradevole finì,ci fermammo ed i nostri visi erano così vicini,sapevo cosa sarebbe successo.
Le nostre labbra si toccarono e io iniziai a tremare,fu un bacio così bello che temevo che il cuore potesse esplodermi dal petto.
Le sue labbra così morbide contro le mie,fu in quel momento che capì che non avrei voluto sfiorare nessun'altra bocca al di fuori della sua.
Era perfetto per me,doveva essere l'uomo della mia vita.

Continua...
#spazioautrice#
hey ragazzi,
eccomi qui,
sono tornata con il capitolo sette.
Spero che anche quest'ultimo sia di vostro gradimento e che lo recensiate in tanti,come state facendo anche con gli altri capitoli.
Beh siete fantastici,grazie a tutti!
God Bless You!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


Non volevo,non riuscivo a staccare le mie labbra dalle sue,nemmeno per prendere fiato,perchè in quel momento,l'unica aria,l'unico ossigeno di cui avevo bisogno era lui.
E' difficile da credere,ma soltanto baciandomi quell'uomo aveva soffocato tutte le mie urla,tutte le mie paure.
-"Resta con me,Michael."gli sussurrai nell'orecchio perchè era quello che volevo,perchè le mie labbra avrebbero avuto il suo sapore per il resto della mia vita e perchè il calore delle sue braccia era l'unico in grado di tenermi al riparo dal freddo,e soprattutto,dalle mille ingiustizie della vita.
Lui non rispose,si limitò a guardarmi dritto negli occhi con quelle due pupille scure,e non aveva senso chiedersi perchè non mi avesse dato nessuna risposta,perchè quei due occhi mi avevano già fatto capire tutto.
Lui era speciale,era diverso.
Era una di quelle persone,che nella vita,s'incontrano una sola volta.
Una di quelle che vorresti avere accanto anche il lunedì mattina,anche mentre odi tutto e tutti.
Quelle che ritieni anche meglio della cioccolata calda,del camino quando fa freddo e del gelato in un giorno di piena estate.
Succedeva tutto come quando in spiaggia la sabbia è troppo bollente e tu corri verso un posto ombrato,se la vita mi sembrava troppo pesante io correvo da lui,e non c'era medicina che non potesse curare quello che guariva lui.
-"Charlotte?"disse ancora con gli occhi puntati verso di me,come se non avessero modo di cambiare direzione.
-"Dimmi."risposi.
-"Da quando ho smesso di baciarti non ho fatto altro che desiderare di baciarti di nuovo."
Feci scivolare il mio dito sul suo labbro inferiore e ripresi:
-"Sai che puoi farlo?Puoi baciarmi ogni volta che vuoi.
Baciami sempre come se ogni giorno fosse l'ultimo della tua vita."
Dio Mio,era vero.
E mentre pronunciavo quelle parole avevo i brividi,per la prima volta nella mia vita mi stavo sentendo amata,ma amata davvero.Mi stavo sentendo per la prima volta a casa,come se in precedenza non avessi fatto altro che vivere in un mondo di estranei.
-"Ti amo,piccola.
Ti amo da morire."
Gli sorrisi e lo strinsi tra le mie braccia,come per dire "anche io ti amo,ma tu,ti prego,non lasciarmi."
Giusto il tempo per capire che le sue braccia erano il mio posto preferito,che lui disse:
-"Sarà meglio che torniamo al tavolo,piccola."
-"Hai ragione,Mike."
E così tornammo a sederci su quelle sedie rivestite da una prestigiosa stoffa rossa che richiamava una grande eleganza e aspettammo che arrivasse la cena,ma quando quest'ultima arrivò e presi la forchetta per mandare giù qualcosa,mi accorsi che per l'ennesima volta,non avevo fame.
Prendevo il cibo con quella leggera forchetta d'argento,ma non riuscivo a metterla in bocca,avevo lo stomaco completamente chiuso,come sempre,del resto.
Non mangiavo quasi mai,era un'abitudine per me restare a 'stomaco vuoto' da quando avevo circa diciassette anni,il dolore che avevo provato in passato mi aveva fatto passare,per qualche motivo,la voglia di mangiare,ma era qualcosa di cui non avevo il controllo.
Michael mi guardava con un'aria strana,interrogativa.
-"Piccola,perchè non mangi?"mi chiese con un basso tono di voce,un pò triste.
Deglutì,impaurita di dargli una risposta,avevo paura che,come avevano fatto tante persone in passato,mi prendesse per 'pazza.'
-"Non mangio mai,Mike."dissi.
Mi fissò di nuovo con quello sguardo fisso,come se volesse rimproverarmi,come se volesse dirmi che stavo facendo la cosa sbagliata.
Ma,in realtà,le cose giuste che avevo fatto nella mia vita erano poche.
Fece un sospiro,poi riprese:
-"Vieni qui."
Mi alzai dalla sedia e mi diressi verso la sua,poi,mi fece cenno di sedermi sulle sue gambe e ancora una volta,feci quello che mi aveva detto.
Mi diede un leggero bacio sulla guancia,facendo si che un brivido mi percorresse la schiena per intero,e poi mi disse:
-"Sappi che,se il motivo per cui non hai un grande rapporto col cibo è la paura di non avere un fisico perfetto,a me,anche se tu avessi qualche chilo in più,non importerebbe lo stesso.
Ti amerei allo stesso modo,sempre,Charlotte.
Ti amerò per sempre,in qualunque modo tu sia fatta,resterai sempre la donna più bella della terra,ricordatelo."
Mi prese delicatamente il visto tra le mani,puntando il mio sguardo su di lui che sorrideva come se,prima di me,non avesse mai visto cosa più bella al mondo.
Amavo il suo sorriso,rendeva felice anche me.
Ogni sua cosa era dannatamente bella,i suoi occhi,le sue mani,il suo collo,il suono della sua risata,i suoi capelli ricci,almeno per me,era meglio del principe azzurro che avevo sempre desiderato da piccola.
Era un sogno troppo bello,e io non potevo  permettermi di realizzare che fosse reale.
Ero dell'idea che i sogni non fossero fatti per me,ma lui,lui era il mio sogno.Lui era il sorriso dopo le lacrime,il sole dopo la tempesta e soprattutto,il mio punto di ripartenza.
Non riuscii a rispondere,mi sentivo semplicemente in debito con quell'uomo che in così poco tempo era riuscito a darmi tutto quello per cui avevo lottato per anni,così poggiai le mie labbra sulle sue e lui mi baciò ancora meglio di quanto avesse già fatto prima.
-"Piccola,domani è la vigilia."mi disse dolcemente e io,diamine,l'avevo completamente dimenticato.
-"Ed io ho già avuto il mio regalo più bello."risposi guardandolo negli occhi e sorridendogli sperando di fargli lo stesso effetto che lui faceva a me.
-"Sarebbe?"
-"Tu,Michael,Tu."
Mi baciò,di nuovo,e per l'ennesima volta il mondo attorno a noi sembrava essere sparito,per sempre.
Intanto fuori era già buio,il freddo e l'umidità erano aumentati,il cibo sul tavolo aveva perso gusto,quella sala sembrava essere diventata il posto,in cui io e lui,ci eravamo amati davvero per la prima volta.
-"Ti andrebbe di venire da me stanotte?" Me lo chiese sorridendo,e fu proprio quel sorriso che apparve sul suo viso a spingermi ad accettare.
-"Va bene piccolo,se proprio insisti."
E sorrisi a mia volta.
Così uscimmo da quell'elegante ristorante lasciando,sicuramente,un pezzo del nostro amore lì dentro.
Le guardie ci circondarono completamente,anche se il tratto da fare per arrivare alla limousine era davvero breve.
Quella fu la prima volta che vidi Neverland in tutta la mia vita.
Era illuminata da numerose luci colorate e le giostre che si reggevano sull'enorme giardino mettevano un'allegria assurda,riuscivo a sentire le risate dei bambini che giocavano lì dentro anche se al momento non ce n'era nessuno.
Mi rendevo conto di quanto Michael li amasse e più giravo per quella cosiddetta 'isola che non c'è',più realizzavo quanto grande fosse quell'uomo e quanto fossero grandi le cose che faceva,tutto quello era stato semplicemente frutto di un'infanzia mai vissuta,che però,poteva essere regalata a tutti quei bambini poco sfortunati.
Quanto varcammo la porta della casa,però,mi resi conto che Michael non si trovava nel miglior periodo della sua vita.
Viveva da solo,in quell'enorme villa,non aveva nessuno con cui parlare,non poteva,non riusciva a fidarsi di nessuno e solo il pensiero che non si fidasse nemmeno di me mi faceva fermare il cuore.
Ma se io ero lì era perchè era così che doveva essere,e io avevo un compito ben preciso:salvare quell'uomo.
E non mi sarei data pace finchè non sarei riuscita nel mio obbiettivo.
-"Michael..."Dissi mentre ancora mi stava mostrando le infinite stanze di Neverland.
Si voltò verso di me,facendomi cenno di parlare.
-"Sai,una volta mia madre mi disse:"Charlotte,non smettere mai di lottare per chi ami.Mai.
Non ho mai preso mia mamma come un esempio da seguire,anzi,ma quando si tratta di questo,io penso che aveva ragione.
Ed io,Dio Mio,Michael,voglio lottare per te,voglio lottare fino a perdere le forze."
Mi fermai un attimo e sospirai,gli presi il viso tra le mani e ripresi:
-"Guardami negli occhi,tu non stai per niente bene.
Non ho mai comprato quei 'giornali' che si divertono a raccontare bugie su di te,ma guardo la televisione ed ho ascoltato,spesso,cosa dicono su di te,non è bello,lo so,ma adesso sono qui,ci sono io.
Te lo giuro,non sarai mai più solo."
Iniziai a fissarlo e notai che aveva gli occhi gonfi di lacrime,stava per piangere,stava per mostrarmi la sue debolezza,la parte di lui che cadeva a pezzi.
Iniziò a singhiozzare e così gli poggiai un dito sul viso e sussurrai:
-"Sh,ti prego,Michael,non piangere."
Mi buttai tra le sue braccia risentendo,di nuovo,il calore che le sue braccia emanavano su di me.
Non poteva piangere davanti a me,non poteva farlo.
Non doveva buttare via la sua vita,non doveva commettere il mio stesso e stupido errore,io ero lì per impedirglielo.
Mi strinse forte a me,come per ringraziarmi per averlo sentire a suo agio,come per farmi capire che mi era grato per quello che stavo facendo.
-"Ti amo piccola."mi sussurrò nell'orecchio mentre ero ancora stretta a lui senza alcuna intenzione di lasciarlo.
Lo baciai e dissi:
-"Adesso,vai a dormire,piccolo."
-"Ti mostro la tua stanza,prima,vieni."
Mi prese la mano e mi trascinò a due piani più sopra di quello in cui eravamo.
 Lui aprì la porta e,oddio,quella non era una stanza,era un paradiso.
-"Stanza degli ospiti,Michael,scherzi?"
Rise ed io scuotevo la testa,stupita.
-"Bhe,guarda il lato positivo,stanotte è tutta tua."
-"Ed io,Michael,di chi sono?"
Sorrise.
-"Ovviamente,mia."
-"Buonanotte piccolo."Dissi passandogli una mano tra quei ricci perfetti e facendo seguire un bacio.
Mi accarezzò il viso e poi si voltò per andare nella sua stanza.


....
#TOBECONTINUED#
Ehy guys,
come state?
Beh,che dire,mi scuso per il tempo che ho impiegato per pubblicare questo capitolo,ma spero di avervi stupito anche questa volta.
Siete la mia soddisfazione,davvero.
Vi ringrazio per aver impiegato nel tempo a leggere la mia storia e spero che passiate una buona serata.
God bless you.
jacksonssmile.
(ah,ho modificato il nome,lol.)


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Capitolo 10
*** Capitolo 9. my best gift. ***


Mi accarezzò il viso e poi si voltò per andare nella sua stanza.
Chiusi la porta e concentrai la mia attenzione su quella camera enorme,troppo per i miei gusti.
 Era arredata da dei mobili antichi,ma pur sempre stupendi,se era stato Michael a scegliere l'arredamente di quella casa,allora aveva dei gusti a dir poco meravigliosi.
Visitare quella casa era un viaggio e ogni stanza una tappa,sapevo che in ognuna di esse c'era un pezzo di lui,qualcosa che non tutti potevano vedere,o meglio,non riuscivano a farlo.
Ed io,ero convinta che Michael avesse creato Neverland,la sua Neverland,per rendere chiaro il concetto che gli occhi vedono solamente ciò che è limitato,ma spesso,con la parte di noi che non è mai cresciuta,quella dallo spirito sempre un pò bambino,possiamo andare oltre il limite,oltre il cielo,possiamo distruggere il mondo con la fantasia e Michael lo sapeva,io lo sapevo,in realtà,tutti dovrebbero saperlo.
Quando ormai ero stanco,mi sedetti sul letto e per caso,puntai lo sguardo su una fotografia un pò ingiallita poggiata sul comodino,era incorniciata e rappresentava Michael e i suoi fratelli,sorrisi alla vista di quel bambino sorridente e mi chiedevo se qualcuno avesse immaginato,a quei tempi,che Michael avrebbe cambiato il mondo,in qualche modo.
Perchè lo stava facendo,lo stava facendo davvero e non solo il mondo in generale,ma anche il mio,il mio piccolo mondo,lo stesso che avrei voluto condividere con lui per il resto della mia esistenza.
Quella fotografia era bellissima,una delle più belle che avessi mai visto,facevo la fotografa,ma mi resi conti che non sarei mai riuscita a fotografare niente e nessuno che arrivasse ai livelli di quella foto dove Michael,il mio Michael,sorrideva ed era felice,ma purtroppo,io sapevo,il mio cuore sapeva,che in quell'ultimo periodo Michael spesso dimenticava anche la definizione della parola 'felicità'.
Tutta colpa di quelle bugie,di quei stupidi ed inutili giornali,io dovevo rendere forte l'amore della mia vita,dovevo renderlo come me,un guerriero,un soldato e non solo un Re,quello che già era.
Mi tolsi i tacchi,che mi stavano letteralmente distuggendo i piedi,ma poi crollai,mi addormentai col vestito rosso che indossavo ancora sulla mia pelle e stesa su quel letto forse un pò troppo grande per dormirci da sola...
La mattina seguente mi svegliai dalle luci delle giostre di Neverland che penetravano dalla finestra,dato che del sole non c'era traccia,portai le braccia all'indietro per stiracchiarmi e poi mi alzai dal letto diretta alla finestra.
Guardai al di fuori di essa e mi lasciai trasportare da quella magia,quella che Michael aveva creato per rendere felici centinaia e centinai di bambini,Dio Mio,lui era così buono,lui aveva investito davvero tutto se stesso per far costruire quel parco e io ero così felice di avere un uomo del genere al mio fianco.
Quando mi ripresi dal sonno definitivamente mi accorsi che era la vigilia di Natale,dovevo scendere a fare gli auguri a Michael..Diamine,come avevo potuto dimenticarlo?Che idiota.
Aprì la porta della stanza e vidi davanti ai miei occhi una cameriera,che appena mi vide mi sorrise dolcemente e si rivolse a me dicendo:
-"Oh,buongiorno Signorina.
Michael deve avermi detto il tuo nome,ma adesso mi sfugge,puoi ripetermelo?"
Sorrisi a mia volta e ripresi:
-"Buongiorno a lei,comunque il mio nome è Charlotte."
-"Oh,piacere Charlotte,io sono Danielle."
-"Piacere mio."
Sorrise e poi mi squadrò per bene dalla testa ai piedi,fece una faccia un pò disgustata,se così posso definirla,ma aveva ragione,le mie condizioni al mattino erano sempre pessime.
-"Non vorrai mica farti vedere da Michael in queste condizioni?
Vieni con me,presto,che ti aspetta di sotto."
Mi afferrò il polso e mi condusse velocemente  nella stanza di Neverland che era riservata a lei.
Si avvicinò all'armadio e poi l'aprì,da esso poi prese una scatola,un pò vecchia,ma che conteneva un vestito blu all'interno.
Era qualcosa di stupendo,amavo il colore e le perline argentate che ne rifinivano i dettagli;era davvero meraviglioso.
Me lo porse e disse:
-"Vai nel bagno qui affianco,lavati e indossalo,ci vediamo qui fra un quarto d'ora."Mi fece l'occhialino e mi diede un colpetto sulla spalla e poi,uscì dalla camera.
Io feci quello che mi aveva detto e dovevo ammetterlo,anche quel vestito mi stava d'incanto,sapete,da quando avevo conosciuto Michael guardarmi allo specchio non mi risultava più così difficile,perchè lui mi amava così com'ero e io non avevo bisogno di nient'altro per accettare me stessa e per essere felice.
Tornai nella stanza e Danielle era già lì.
-"Ma guardati,sei davvero uno splendore,Michael è davvero fortunato,beh,anche tu lo sei,in realtà."Disse con un tono di voce che emanava una gioia assurda e concluse la frase ridendo e io lo feci a mia volta.
-"Grazie mille Danielle,sei un tesoro."affermai.
Sorrise e poi rispose:
-"Cara,vieni qui che ti aggiusto questi capelli."
Mi raccolse i capelli in uno cignon davvero adorabile e mi truccò perfettamente,tanto che non riuscì a trattenermi e dissi:
-"Perchè non hai fatto la truccatrice?Sei davvero bravissima."
-"Sai,era uno dei miei sogni da adolescente,ma mia mamma non condivideva questa mia passione,diceva che ero una di quelle stupide ragazzine ossessionate dalla perfezione e dalla bellezza,ma non era così,truccare le persone mi divertiva ed era bello vedere che si accettavano guardandosi allo specchio per qualcosa che avevi elaborato tu sul loro viso,ma lei era troppo testarda per capirlo.
Così ora eccomi qui,non credo,però,di potermi lamentare,infondo sono pur sempre la cameriera di Michael Jackson."
Rise.
Poi io risposi:
-"Mi spiace per il fatto che tu non sia riuscita a realizzare il tuo sogno,tutti dovrebbero.
Comunque no,non credo che tu possa lamentarti."Conclusi ironica,poi lei mi domandò:
-"E tu ce l'hai una passione,un sogno?"
-"Si,la mia passione e la fotografia,ma il mio sogno,il mio sogno è Michael."
-"Beh,adesso io ti porto da lui e credimi,appena ti vedrà sarà lui a sognare."
Sorrisi e poi mi aiutò a scendere le due lampe di scale che ci aspettavano per paura che cadessi coi tacchi un pò troppo alti e finalmente,arrivammo nella maestosa stanza in cui si trovava Michael,era seduto su una poltrona e parlava socievolmente con uno dei cuochi...
-"Michael,guarda che spledendore di regalo ti ho portato per la Vigilia."Disse Danielle allegramente.
E poi lui si girò di scatto,ma il vero splendore era lui.
Quei capelli ricci che gli coprivano dolcemente le spalle,quella camicia rossa che gli stava a pennello e quel pantalone che metteva in risalto il suo fisico perfetto da ballerino,pareva che quell'uomo avesse ballato dal primo momento in cui era venuto al mondo,l'amavo da impazzire.
Appena mi vide,escalmò:
-"Charlotte,amore mio,sei stupenda."
Si avvicinò a me e senza darmi l'oppurtunità di rispondergli inziò a baciarmi dolcemente,come non aveva mia fatto prima,tutti ci guardavano,ma noi non avevamo intenzione di smettere,io amavo i suoi baci,insieme ci completavamo,così come le nostre anime.
Quando,purtroppo,staccò le mie labbra dalla sue io sussurai nel suo orecchio,mentre lui mi accarezzava la schiena.
-"Tanti auguri piccolo mio,ti amo da impazzire..."
-"E che tu possa essere il mio regalo migliore
Ti amo principessa..."

#TOBECONTINUED.

#SPAZIOAUTRICE#
Hello guys,
come state?
Quanto tempo,diamine!
Mi spiace per questo enorme ed imperdonabile ritardo,ma si sa,la scuola non da pace,però finalmente,dopo giorni,settimane,mesi,decenni e secoli,no ok,a parte gli scherzi,sono riuscita a pubblicare questo capitolo.
Cercherò di aggiornare il più presto possibile,ve lo prometto.
Ricordatevi che non vi abbandonerò mai,non ci ho nemmeno lontanamente pensato.
Beh,fatevi sentire con le recensioni,vi voglio bene.
God bless you e che Michael sia con voi.
Jacksonssmile.

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