Mada Mada Da Ne di bleberry (/viewuser.php?uid=56605)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One ***
Capitolo 2: *** Two ***
Capitolo 3: *** Three ***
Capitolo 4: *** Four (questi titoli sono davvero molto profondi!) ***
Capitolo 5: *** doveva essere un extra ma tanto vale metterlo come capitolo 5..giusto per creare suspence ***
Capitolo 1 *** One ***
Sono qui, in questo immenso buio...
sono solo...
sento freddo...
tutto intorno a me è nero...
sento un rumore lontano, come il suono di una racchetta che infrange la
propia rete in un servizio, una scia gialla luminosa mi passa accanto
brilla e sento sbattere per terra qualcosa...
D'improvviso, ho in mano la mia racchetta...freme impaziente di poter
utilizzare tutta la mia forza, di essere il mio mezzo per condurmi ala
vittoria.
Ma la partita è già finita...
Quello era il game set ed io ho perso, senza nemmeno aver giocato,
senza aver battuto mai un servizio, una palla...
Guardo il mio avversario dalla parte opposta del campo, sorride con il
vento scompiglia i capelli neri e mentre aggiusta il cappellino i suoi
occhi dorati si spostano su di me e piano, ma con orgoglio e con la
sfrontatezza che lo contraddistingue sussurra:
"Mada mada dane"
"Mada Mada Dane"
"Momo senpai, momo senpai...momooo sempaiiiiii"
"Uh eh, si dimmi" il ragazzo del primo anno l'aveva chiamato cinque
volte prima di ricevere l'attenzione richiesta.
"Guarda mi si è allentata la racchetta"
"Fammi vedere...Mmm non è gravissima vuoi che te la sistemi
lo stesso?"
"Sarebbe megnifico senpai!!!"
"Si lo so, sono il migliore"
"Se se, ora non esagerare..."
Momo si voltò verso quella voce conosciuta e
sentì il suo cuore perdere un battito quando i suoi occhi si
posarono su Echizen.
"Ei tu nanetto sai che dovresti portare rispetto ai tuoi sempai?"
chiese ad alta voce con tono isterico per coprire l'imbarazzo che gli
stava salendo dalla gola.
"Non vedo alcun senpai qui..."
"Lo hai davanti"
"Ah tu? Credevo che i senpai fossero più maturi di te"
"Se se fammi un esempio di qualcuno in questa squadra che sia
più maturo di me"
Echizen si indicò con il dito.
"Tu hai il cervello di un figlio di 4 anni"
"tu allora ne avresti tre...comunque voglio accontentarti, Tezuka"
"Ho detto mentalità matura, non da vecchio"
"Senpai..." il ragazzo del primo cercò di ricatturare
l'attenzione di Momo.
"Hai ragione Sumitsugo" (credo che nelal squadra ci siano altri primini
oltre ad Echizen, Horio, Katsuko e Kachiro)( e se non ci sono tanto me
lo sono inventato)(del tipo non copiamo nomi di altri personaggi di
maga come Harlem beat; già già nd Sumitsugo
Kobayashi ; e tu che ci fai qui? ;passavo per caso e sono venuto a
portarti una bottiglia di sake nd koba ; solo sakè [autrice
speranzosa] ; vorrei ricordarti che appartengo a tua sorella nd koba; e
a me nd Himagawa; me misera ç___ç)
"Ora vediamo come sistemarla ok?"
Detto ciò abbondonò la conversazione con Echizen
tirando dentro di se un respiro di sollievo.
Echizen guardò Momo allontanarsi con Sumitsugo e
inconsciamente ripensò a quello che era successo il giorno
prima...
- Echizen a te piace Momo senpai?-
- No ma che cavolo dici Sumitsugo-
- Ah meno male...Vedi Echizen io sono innamorato di lui, ora che so che
a te non piace mi sento più tranquillo-
- Perchè?-
- Tu e il senpai siete così uniti, e poi tu sei anche
titolare, passi con lui tutta la giornata e lui ti riporta a
casa...Insomma se ti avessi come rivale non credo che vincerei-
Era rimasto in silenzio, così Sumitsugo aveva creduto che
volesse spiegazioni.
-Io parto svantaggiato perchè sono un ragazzo,
però sono sicuro che se mi impegno lo
conquisterò, sono molto più carino di tante altre
ragazze della nostra scuola...Comunque scusani di averti disturbato...-
Si, Sumitsugo era carino, aveva la carnagione chiara e i capelli
catsani naturali, sorrideva dolcemente ed era uno dei più
corteggiati del primo...
Inizialmente aveva dato la sua benedizione al ragazzo ma adesso...
Perchè gli dava fastidio che si avvicinasse a Momo?
Li aveva visti l'uno vicino all'altro e si era messo ad orecchiare
pronto ad intervenire appena gli si fosse prestata l'occasione e ora
Momo stava da solo, con un ragazzo follemente innamorato di lui e per
giunta amabile in uno spazio stretto e angusto come il magazzino dove
tenevano la macchina per tendere le racchette.
Se ci avesse provato ora era certo che non glui avrebbe resistito...
Faceva caldo, erano tutti sudati con gli ormoni in piena crisi di
sviluppo in più Momo era uno di quei ragazzi allupati che
più allupati non si può...
Immaginò Momo che si tendeva verso il ragazzo più
piccolo per sfiorargli le labbra...
Eh no, l'avrebbe impedito ad ogni costo...
Gli serviva un complice ma chi? Insomma non poteva certo entrare nel
magazzino così senza motivo...
Avrebbe potuto fare irruzione spaccare la racchetta in testa a
Sumitsugo e rapire Momo; ma poi ci sarebbero stati dei
problemi, del tipo, come lo sollevava uno che era 30 cm più
alto di lui? e poi come la metteva con il corpo del defunto Sumitsugo?
Gli servive un complice sl serio mica per finta...
"O-chibi chan mi accompagni a stringere la racchetta?"
Echizen si voltò verso Eiji senpai:
"Eiji senpai, ti adoro"
"Vero?"
"Si!"
"Allora abbracciami!!!!" Eiji allargò le braccia tutto
contento di quell'imorovvisa manifestazione d'affeto del suo kohai.
"Dopo, ora dobbiamo sistemare la tua racchetta"
"Ma io voglio un abbraccio"
"Dopo te ne dò 100"
"Vero?" Chiese Eiji ancora più stupito
"Lo giuro ma ora andiamo dai, dopo Inui si arrabbia e ci fa bere il suo
penal tea n 5" (come chanel ^^)
Eiji corse in avanti come se fosse inseguito da qualcosa di orribile:
"Echizen allora ti muovi?!?"
Echizen corse verso di lui per raggiungerlo ed incamminarsi insieme
verso il magazzino.
Appena entrati videro che Momo stava usando la macchina per tirare la
racchetta di Sumitsugo, che lo guardava adorante seduto vicino a lui.
"Oh Eiji senpai..." disse Momo vedendoli sulla porta "Non sapevo
lavorassi come baby sitter"
"Waaaaaaaaa Momo, " disse Eiji gettandosi tra le sue braccia "Stringi
anche la mia racchetta dopo? eh eh eh?"
"Scusa senpai ma non potevi chiederlo ad Oishi?"
"No, Oishi è con Tezuka a decidere non so cosa per il
club...Piuttosto ti sembra giusto che quei due ultimamente passino
tanto tempo insieme? Io mi sento trascurato!!!"
"Questo dovresti dirlo a lui senpai..." rispose Momo imbarazzato, tutti
nella squadra sapevano che Kikumaru e Oishi stavano insieme
però parlarne così, come se fosse la cosa
più normale del mondo davanti a lui e a Sumitsugo, Echizen
lo ignorò perchè sapeva che il ragazzino era
impassibile, era un tantinello troppo.
"Glielo ho detto ieri sera, pensa che mentre dormiva sulla mia spalla
diceva tra se: -si ben san, io e tezuka ci impegneremo al massimo- .
Non è che mi stia propio bene che pensi sempre al club"
"Scusa senpai Kikumaru..." Suimitsugo intervenne arrossendo in viso con
una espressione adorabile che fece sorridere Momo e scurire Echizen,
"...Ma vedi, il discorso mi imbarazza un tantino..."
"Uh hai ragione Sumitsugo..." rendendosi improvvisamente conto che
forse il discorso non era poi tanto normale (per me si nd autrice;
questo è perchè tu sei pazza nd Momo)
"Non che non mi interessino i tuoi problemi senpai, anche io sono
innamorato di un ragazzO..."" ad Echizen parve che Sumitsugo avese
evidenziato apposta la O.
"Vero?!!!????WAAAAAAAAAAAAAAAAAA che bello!!!! E chi è chi
è?" cominciò ad urlare Eiji spiccando un salto
per finire propio davanti al primino e cominciando a stuzzicarlo.
"Senpai mi imbarazzi" rispose l'altro ridendo.
"Dai Sumitsugo-kun dillo al tuo Eiji senpai!!!" dissè mentre
gli faceva il solletico
"Nooooo fermo, basta senpai"
"Almeno dimmi se è della scuola..."
"Si"
"Fa parte del club di tennis"
"Si"
"E' un tuo senpai?"
"si" sussurrò Sumitsugo arrossendo...
"E' del secondo?"
"...si"
"E' bello?"
"Il più bello di tutti..." rispsoe il ragazzo alzando il
viso e mostrando gli occhi nocciola scintillanti.
"Ho capito!!!!"urlò trionfante Eiji "E' Kaidoh!!!!!"
"No"
"No? Ma kaidoh è bello è del secondo è
nella squadra..."
"Ma non è lui..."
Intanto Momo stava finendo di sistemare la racchetta, appena Echizen
era entrato dietro a Eiji il suo cuore si era fermato e se sino ad un
minuto prima era riuscito a ridere e a scherzare con Sumitsugo, adesso
la sua anima percepiva solo gli occhi di Ryoma posati su di lui, solo
quelle due pozze dorate.
Si sentiva studiato, osservato e se ne fosse stato capace avrebbe
fermato il tempo in quell'istante.
In quegli attimi che scorrevano sin troppo veloci, mentre con una mano
teneva la racchetta di Sumitsugo e con l'altra cambiava la potenza
della macchina.
Attimi in cui Eiji sembrava aver monopolizzato la conversazione con il
primino; parole lontane che non gli appartenevano.
Attimi in cui Echizen Ryoma aveva concentrato la sua
attenzione più completa su di lui.
In cui il principe del tennis guardava solamente lui.
Echizen che era fermo sulla porta a guardare Momo che sistemava la
racchetta di Sumitsugo, aveva preferito non entrare per non destare i
sospetti dell'altro ragazzo,
si scoprì a trovare bello il ragazzo più grande
concentrato in quel modo, con il volto chino e tutti i suoi muscoli
impegnati sul lavoro.
Notò che le mani erano perticolarmente grandi, cosa a cui
non aveva mai fatto caso nelle numerosi occasioni in cui l'avevano
aiutato ad alzarsi da terra o a salire sul retro della bicicletta di
Momo ancora troppo alta per lui.
Spiò nei suoi occhi viola la determinazione di riuscire
bene, invidiò il sole che si posava sul suo viso come per
accarezzarlo, la sedia che lo reggeva come se lo stesse abbracciando.
Sospirò e Momo si accorse di quel respiro non regolare ed
alzò gli occhi sul ragazzo.
Guardò dritto nei suoi occhi dorati ed invitò
Echizen ad entrare:
“Allora nanetto rimani lì o entri?”
“Entro entro, certo che ti manca tanto dividere
l’aria che respiri con me eh?”
“Certo, mi sei indispensabile; vuoi che ti porti a casa
dopo?”
“S...”
Sumitsugo si voltò gelando Echizen con lo sguardo (cosa
riuscita male nd autrice) ma questi sembrò non accorgersene
(ora, immaginate che un candido coniglietto color crema vi guardasse
male, ecco quella è la faccia di Sumitsugo)
“Si momo mi farebbe molto piacere”
Momo lo guardò come se non avesse mai sentito la sua voce:
“Che hai detto?”
“Già, ripeti un pò
O-chibi-chan...” Eiji intervenne come suo solito senza essere
stato interpellato “E’ da prima che sei gentile,
non è che stai male?”
“Sto benissimo...”
“Se, prima mi prometti 100 abbracci, e ti assicuro che li
conterò, e ora sei gentile con Momo...Forse dovremmo
portarlo in ospedale, tu che ne dici Momo?”
“Si, e ricoverarlo d’urgenza...”
“Però non capsico perchè sta male,
troppo sole...naaaaaaaa porta sempre il cappello...Troppe palline da
tennis in testa? Naaaaaaaa ora che una lo colpisce
l’avversario è diventato vecchio....Troppa
astinenza da sesso? Naaaaaaa non credo che lo abbia mai fatto...Forse
ha mangiato del cioccolato avariato!!”
“Eiji, ma esiste il cioccolato avariato?”
Echizen li guardò sbuffando: “Mada mada
dane” prima di uscire.
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Capitolo 2 *** Two ***
Capitolo 2
“Momo dovrei parlarti...” lo studente bulgaro (si
ricorda ai lettori che questa è una fan fic e che quindi le
scempiaggini e le follie dell’autrice sono permesse) (dio
benedica le fanfic) che frequentava da poco la classe di Momo
lo chiamò durante la pausa pranzo.
“Volevo chiederti, tu e Echizen state insieme?”
“CHEEEEEEEE????”
[e intanto Kerupin...]
“Ho chiesto, tu ed Echizen state insieme?”
“L’avevo capito, il mio era un “che
cavolo chiedi?”
“Sai sembrate così intimi...”
“Intimi?”
L’altro annuì
“Però è meglio così, sai ho
deciso che quel ragazzo sarà mio”
Momo rimase sconvolto. (ok momo, puoi rimettere la mascella a posto)
“Non ti preoccupare, non voglio mica obbligarlo”
Momo rimase ancora più sconvolto.
“ma se ci starebbe non mi tirerei indietro”
Momo sentì la terra mancare.
“Sai sono abituato ad ottenere sempre quello che voglio
momo-chan” disse mentre lo superava e lo lasciava
solo.
In quel momento Momo si pietrificò.
[e intanto kerupin...]
Lo stesso pomeriggio una chioma bionda si muoveva fluente in mezzo ai
campi da tennis.
I ragazzi del primo si voltarono vedendo passare lo studente bulgaro
mentre si dirigeva, in perfetta tenuta da tennis verso Tezuka e i
titolari.
Una volta che gli fu davanti, allungò la mano dorata verso
di lui e con un sorriso perfetto si presentò:
“Salve, sono Zales Stefka e vorrei iscrivermi al vostro
club”
Tezuka lo guardò da dietro gli occhiali sentendo una leggera
fitta allo stomaco (come del resto tutti gli altri componenti della
squadra): il suo sguardo si posò sulla figura snella e
slanciata del ragazzo bulgaro, sulla maglia bianca che,come i
pantaloni, fasciava il suo fisico atletico, poi gli occhi del capitano
incontrarono quelli dorati dell’altro che notando lo sguardo
interessato sorrise soddisfatto.
Una folata di vento smosse i lunghi capelli biondi del ragazzo mentre
questi chiedeva, con la sua voce roca e sensuale:
“Allora posso iscrivermi?”
Eiji sbucò quasi dal nulla e si aggrappò al
braccio di Tezuka:
“Prendilo in squadra prendilo in squadra!!!Ti prego, dio non
ce ne manderà mai un altro simile, perchè
scontentarlo ora!!!”
Tezuka guardò strano Eiji mentre Oishi al suo fianco
sembrava sull’orlo delle lacrime.
Zales sorrise e aggiunse:
“Si, e so anche giocare bene”
“Dimostralo!” la voce di Momo interruppe il
simpatico quadretto
“Ne sarò lieto” rispose Zales accettando
la sfida e seguendo l’altro sul campo.
[Kerupiiiinnnnnnnnnnn]
“Tezukaaaaaaaa” al suono della voce di Fuji i
titolari si dileguarono spaventati mentre il capitano gelava sul posto.
“Tezuka, c’è qualcosa che vuoi
dirmi?” chiese Fuji che pur sorridendo era avvolto da
un’ombra nera molto minacciosa.
“S...si fuji, io amo solo te” rispose
l’altro tremando.
“Meglio che tu lo tenga bene a mente sai?”
“Come potrei mai scordarlo?”
“Non so, forse dal modo in cui guardavi il biondino potresti
avere un esempio”
“Ma fuji, nessuno è come te e dovresti
saperlo”
“E si, io lo so, ma tu sei certo di saperlo?”
Detto ciò Fuji si allontanò per prendere la
racchetta, poi gli passò nuovamente accanto:
“Vuoi giocare Kunimitsu?”
“Si Syuusuke, ma solo con te”
“Eccellente”
[i primi 5 yen di kerupin...]
La partita tra Momo e il biondo (zales perdonami) terminò
dopo 40 minuti (quanto mai durerà una partita di tennis?
Oddio alla tv quando le guardo ci sto anche per due ore
però...) con la vittoria dell’ultimo per six game
to four.
Il ragazzo del secondo era esausto, il bulgaro ci sapeva fare; era
veloce, aveva tecnica e a volte lanciava all’avversario
occhiate languide a cui nemmeno un etero avrebbe saputo resistere.
Tutti nella squadra si erano fermati a guardarlo lasciando cadere
racchette e facendo finire molte paline a rotolare per terra, tutti
escluso Tezuka che era impegnato a giocare una partita con Fuji che era
più inquietante del solito.
Il bulgaro si avvicinò a Momo porgendogli la mano:
“Complimenti” disse prima di trascinare il moro a
se e sussurrare: “Se ti piaceva Echizen potevi anche dirmelo
no? Sai ho trovato molto dolce il tuo modo di proteggerlo...”
“Ma che dici?”
“Espongo quello che hai nascosto nel tuo animo no?”
Momo balzò all’indietro arrossendo:
“E tu che ne sai?”
Zales sbuffò: “Io? Nulla di più di
quello che vedo, di ciò che percepisco dal tuo
comportamento...Dimmi, hai fatto sogni strani ultimamente?”
“Oddio ma sei un detective privato?”
“No, un futuro medico legale ^^”
“Fortuna che i tuoi pazienti sarano morti, o si ritroverebero
con le spalle al muro”
“Naaaa, se ti somigliano preferirei vederli appoggiati sul
mio letto”
Da lontano Echizen aveva solo notato l’iniziale rossore di
Momo e poi la complicità che era nata da lì a
poco.
Gli dava fastidio quell’atteggiamento, non gli bastava
Sumitsugo, ora anche il biondo sexi che più sexi non si
può doveva puntare Momo.
Che dio maledicesse la razza umana maschile pensò.
“Ti dà fastidio vederlo con un altro?”
una voce irruppè nei suoi pensieri, si voltò e
vide un Sumitsugo con il volto cupo e arrabbiato (vi rivordate del
coniglietto color crema? Bene riutilizzatelo) che guardava il biondo
con odio.
“Umpf”
“Lo prendo per un si”
“Io non ho detto nulla”
“Ma lo stai odiando anche tu vero?”
Echizen guardò verso i due notando che il biondo aveva
incominciato ad usare la racchetta a mò di bastone sulla
testa di Momo mentre insieme si aviavano verso Tezuka e Fuji.
“Forse” disse infine allontanandosi.
[kerupin è andato al mercato...]
“Wow Eiji senpai, hai propio una pelle
liscia” quel pomeriggio negli spogliatoi
c’era più vociare del solito, Zales infatti stava
radiografando uno ad uno i titolari della squadra, avendo dimostrato di
essere, durante gli allenamenti, molto simpatico oltre che un bravo
giocatore (ci credo poco, in realtà vogliono solo vederlo
nudo).
“Dici Zales?” chiese Kikumaru arrossendo.
“Già, vorrei tanto accarezzarla”
“Perchè allora non entri nelle docce?”
“Perchè prima voglio vedere se Oishi è
bello anche senza i vestiti addosso”
Eiji si scurì di colpo: “E perchè vuoi
vedere come è Oishi?”
Zales sorrise: “Perchè mi piacciono i ragazzi che
si prendono cura degli altri ^^ Anche un mio amico è
così”
Eiji tentò di soffocare l’istinto animale
scherzando: “Se, se, un semplice amico?”
“Già, tra me e lui non potrà mai
esserci niente, io ci ho provato però il mio Milen ha un
tale cattivo gusto...”
“Chi ha un cattivo gusto?” Oishi era entrato nelle
docce con un misero asciugamano sulla vita (OçO) che
permetteva di immaginare ma anche di lanciare sbirciatine appaganti.
“WOW!!!! Oishi senpai ti hanno mai detto che stai meglio
senza vestiti?”
Oishi divenne rosso come un peperone:
“Si, il mio ragazzo a volte me lo dice...”
“Hai propio un ragazzo fortunato senpai...”
“No, sono io ad essere fortunato ad avere lui...Se non fosse
così, non so cosa farei adesso...”
“Oh Oishi” Eiji saltò completamente nudo
e bagnato tra le braccia di Oishi “Ti giuro che sono io
quello fortunato”
“Davvero lo pensi Eiji?”
“Si”
“Oh Eiji”
Oishi posò le sue labbra su quelle di Eiji che si aprirono
quasi automaticamente al tocco permettendo alal lingua di inserirsi.
Zales lasciò i due in intimità ripromettendosi
che avrebbe chiuso la porta delle docce a chiave mentre usciva.
Quel pomeriggio mentre si presentava aveva visto
l’espressione dispiaciuta di Oishi mentre Eiji praticamente
gli stava morendo dietro, poi durante gli allenamenti non aveva perso
di vista il ragazzo con gli occhi verdi per vedere se tutto era a posto.
Non voleva soffrisse, gli ricordava troppo Milen.
Anche lui moriva se il ragazzo della cotta di turno lanciava
un’ occhiata langiuda ad un altro o addirittura se si metteva
a scherzare con gli amici.
Quel Milen che adesso era tra le braccia di qualche altro depravato, il
migliore amico a cui non telefonava da un mese...
Scrollò le spalle, lui ora era in Giappone, aveva puntato un
ragazzo fantastico, certo se fosse stato innamorato di un altro avrebbe
lasciato perdere, in fondo tra titolari e non la squadra di tennis
contava ben 30 ragazzi di cui i tre quarti molto carini, poteva anche
permettersi di lasciarsene scappare uno o due.
[e kerupin?]
“Momo senpai...”
“Dimmi Sumitsugo”
“Io sono innamorato di te”
La frase di Sumitsugo continuava a rimbombargli in testa mentre
accompagnava Echizen a casa.
Quel primino aveva avuto coraggio a dichiarasi circa una
mezz’ora prima, mentre andava a prendere la bici per portare
Echizena casa.
Lui l’aveva guardato stupito, poi sospirando aveva
pronunciato due parole:
“Mi dispiace”
La scena successiva gli venne nuovamente in mente come un flash:
“Capisco...E’ Echizen vero? È lui il
ragazzo che ti piace?”
“Si”
Sumitsugo sospirava mentre i capelli chiari venivano mossi
dal vento e il tramonto del solo lo rendeva simile ad uno di quei
personaggi dei manga.
“Lo sapevo, però non potevo stare zitto...Io ti
amerò sempre senpai” (che parte penosa...)
“A cosa pensi?” chiese Echizen non gradendo
l’isolamento di Momo.
“Ad un altro uomo”
“Ma come, se hai me appoggiato alla tua schiena a chi altri
potresti mai pensare?”
“Non so, magari a qualcuno di più
grazioso”
“Togliti il biondo dalla testa”
“E chi ti dice sia Zales?”
“oggi ti stava troppo vicino”
“Sei geloso?”
“Forse”
All’improvviso una macchina tagliò la strada a
Momo nonostante il via libera per i cicliesti e questi frenò
bruscamente in avanti facendo sbilanciare Echizen che si
ritrovò aggrappato alla grande schiena dell’altro.
“Tutto a posto Ryoma?”
Sentiva il cuore battere a mille ma non sapeva se per lo spavento o
perchè le mani di Momo avevano stretto le sue per
modificarne la presa poco salda.
“S...si, mi sono solo spaventato”
“Spaventato tu? Cavoli ha ragione Eiji dobbiamo portarti in
ospedale...”
“Ma stattene zitto pirata delle due ruote!!”
“Beh, allora tieniti forte nanetto, commetteremo almeno una
decina di infrazioni!!!^_____^”
Echizen si sdraiò sul proprio letto abbracciado
Kerupin e tendendolo stretto stretto come non faceva da tanto.
Pensò a Momo, alle sue mani calde, alla sua gentilezza e a
quel suo sorriso da ebete...
Ora capiva perchè Sumitsugo si fosse innamorato di lui, lo
capiva benissimo...
Sempre tenendo stretto il gatto si girò a pancia sotto
affondando la testa sul cuscino, si sentiva le guance in fiamme e
avrebbe voluto bloccare il cervello che mandava solo immagini di Momo
come tante foto in sequenza.
“Mada mada dane” sussurrò con la bocca
appiccicata al cuscino poi guardò gli occhi azzurrissimi di
Kerupin che parevano chiedergli: “mada mada de che?”
[waaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ecco kerupin]
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Capitolo 3 *** Three ***
Lui è qui, stretto tra le mie braccia.
E’ così fragile, così piccolo, tanto
diverso dall’Echizen dei campi da tennis, il campione, il
futuro pilastro del Seigaku.
Ora è solo Ryoma, il ragazzo dagli occhi languidi e le
labbra rosse che nudo si muove sensualmente sotto di me assecondando i
miei movimenti…
Mada mada dane
Si era svegliato.
Inutile negare fosse un sogno, inutile negare che la prossima
insufficienza in inglese non sarebbe stata colpa sua, inutile negare la
sua vistosa erezione che tirava sotto i pantaloni scuri della divisa.
“Ora anche i sogni erotici ci
mancavano…” pensò tra se mentre cercava
di seguire il prof nella sua eterna spiegazione del giovedì.
Poi improvvisamente un qualcosa lo colpì in testa.
Prese tra le mani il piccolo rotolo di carta e lo srotolò,
impallidì mentre leggeva le poche righe riportate:
“Chi è Ryo mister super macho? *ς* non
è che ti sei scordato di raccontare qualcosa di piccante ai
tuoi amici del cuore? = P “
Momoshiro non sapeva l’incubo era appena iniziato. ( O.O nd
momo hahahahaha ndBle)
“MOMO CHAN!!!!!” Eiji piombò
letteralmente addosso al moro non appena questi mise piede negli
spogliatoi rompendogli un timpano.
“MOMO CHAN!!! COME HAI POTUTO?!!!???”
continuò il senpai tra l’indignato e
l’eccitato “Fuji diglielo anche tu!!!!”
“Si Momo, come hai potuto non informarci?” chiese
Fuji sorridendo divertito.
“Non informarci di cosa?” chiese Echizen apparso
misteriosamente dietro le spalle di Momo e sorpassandolo andando a
poggiare la borsa vicino a dove Sumitsugo era seduto.
“Il signorino qui” disse Eiji indicandolo
“Ha una FI-DAN-ZA-TA!!!! Capite esce con una ragazza!!!! E
non se è nemmeno degnato di avvertirci!!! L’ho
dovuto sapere da un suo compagno di classe che stamattina lo ha beccato
tiratissimo che…”
Ora, sappiamo bene che gli uomini ragionano spesso con parti molto
basse del corpo, prendiamo un gruppo di ragazzi tra i tredici e i
sedici anni di estate, chiusi in un pseudo container che passano le
loro giornate a preparare gli esami, secondo voi come reagirebbero alla
notizia che uno di loro ha una fidanzata che lo rende
“tiratissimo”?
(Se stai leggendo e sei un uomo, mi dispiace di averti offeso, non era
mia intenzione ma l’ espressione dava pathos alla frase, e
poi questa è una yaoi, sei sicuro di essere etero? Se stai
leggendo e sei donna chiudi un attimo il cervello e concentrati, hai
presente l’ultimo giorno della stagione di saldi? Ecco, la
scena è simile solo che tu non vuoi portarti a letto il
vestito nd Ble)
In meno di un nanosecondo Momo fu circondato da una ventina di ragazzi
che lo tempestarono di domande:
“Come si chiama?” “Che tipo di ragazza
è?” “Che taglia porta?”
“Ma te l’ha data?” “Sei sicuro
che non abbia smarrito gli occhiali?” “E’
carina?” “Quanti anni ha?” “Ma
state insieme?” “Ha un’amica carina per
me?” “Ehi se ha un’amica la voglio
conoscere anche io!!!” “No io”
“Io voglio sapere se ha un bel paio di tette”
“Quanto è alta?” “Sai si dice
che se hanno le caviglie strette la abbiano anche..”
“No l’importante è che abbia un bel
culetto!!!” “Macchè il seno,
è il seno che rende tutto stupendo!!!”
“Veramente” Eiji zittì il gruppetto
“Quel tipo mi ha solo detto che rende tiratissimi e che si
chiama Ryoko…”
Intanto mentre venti ragazzi osservavano Eiji pendendo dalle sue labbra
aspettando un raccontino da parte di Momo, altri due erano stranamente
rimasti in disparte.
Uno era quello che noi conosciamo con il nome di Ryoma Echizen che si
chiedeva mentre si cambiava la maglia quando Momo, che veniva a
prenderlo ogni mattina, che pranzava con lui, con cui si allenava a
scuola, che lo riaccompagnava a casa, che si fermava a giocare con lui
a tennis (tanto per cambiare), che talvolta si fermava a cena da lui,
che rientrava sul tardi saltando spesso il doposcuola, avesse avuto il
tempo di trovarsi una ragazza, non arrivando inizialmente
all’ipotesi che se Momo aveva una ragazza lui non aveva
speranze.
L’altro, rassomigliante ad un coniglietto color crema
arrabbiato, che risponde al nome di Sumitsugo Kobayashi (ehi mi hai
copiato anche il cognome nd k.s. di h.b!!! Taci nd Ble) stava per
scoppiare in lacrime, possibile che Momoshiro lo avesse ingannato
così? Eppure gli aveva assicurato che era Ryoma il ragazzo
che gli piaceva.
“Che succede qui?” chiese la voce di Tezuka apparso
anche lui improvvisamente dalla porta, insieme ad Inui e Zales, che
ebbe il miracoloso effetto di zittire tutti.
“Nulla Tezuka,” gli rispose Fuji fulminando il
biondo con uno sguardo poco rassicurante, “Momo ci stava solo
per raccontare della sua fidanzata”
“Fidanzata?” chiese Zales stupito spingendo la
testa in avanti.
“Secondo i miei dati” disse Inui “La
ragazza di Momo deve essere alta sul metro e sessanta, mora, con gli
occhi grandi, deve amare il tennis, lo sport, non deve essere troppo
pesante o non riuscirebbe a portarla sulla bici, probabilmente data la
vivacità di Momo lei deve essere un tantinello
apatica…”
Silenzio.
Tutti guardarono Inui con aria interrogativa.
“Scusa Inui,” disse Tezuka “Ma tu sei in
grado di descrivere le nostre possibili fidanzate dai nostri
dati?”
“Si, ma dato il tuo caso, visto la frequenza degli sguardi
languidi e desiderosi che lanci a Fuji, la tua sospetta espressione
soddisfatta quando delle ragazze parlano di lui in maniera poco casta
esponendo le loro idee su come dovrebbe o meno essere il suo corpo e la
tua solita faccia amorfa direi che tu non avrai e non vorrai
MAI avere una ragazzA” disse Inui battendo il record mondiale
di parole dette in apnea e poggiando una mano sulla spalla di Tezuka
“Ma consolati, Fuji sembra disposto a contraccambiare i tuoi
sentimenti”
In quel momento, mentre i ragazzi etero della squadra si guardavano con
fare interrogativo, chiedendosi perché nella Seigaku i
titolari erano quasi tutti gay e perché mai Momo non li
zittisse per passare a raccontare qualcosa di più
interessante su lui e Ryoko invece di guardare Inui a bocca aperta
tanto da starsi per slogare la mascella mentre Zales rideva, Echizen
finalmente accendeva la lampadina capendo.
Ryoko era sua nemica.
Quella ragazza aveva più vantaggio di Sumitsugo su di lui e
sicuramente era un essere infimo che usava Momo per approfittare della
sua gentilezza e della sua bici.
Non poteva permetterlo 1 perché lui era l’unico
che poteva salire su quella bicicletta e 2 perché lui era
arrivato a capire di essere innamorato di Momo appena l’altra
sera e aveva quasi ucciso il suo gatto mentre prendeva coscienza della
cosa. Non poteva permettere che glielo portassero via!!! Non poteva
cederlo ad una ragazza qualsiasi che appariva dal nulla di punto in
bianco!!!
No, no, no, proprio no!!!!
Intanto una ragazza appassionata di yaoi, compagna di classe di Momo
che da tempo fantasticava sulle Momo/Ryoma si chiedeva davanti ad un
computer e un the caldo se casomai quella mattina, quando Momo era
stato beccato in tiro mentre borbottava
“Ryo…ryo” nel sonno non si riferisse ad
Echizen-kun…
EXTRA
Ogni mattina Tezuka Kunimitsu si reca al mercato della frutta, parla un
poco con un simpatico vecchietto che vende le mele e poi poco prima di
andare domanda se può comprare una “Fuji
Marlene”
Il vecchietto allora sorride, sa che Tezuka sotto la sua espressione
apatica è un ragazzo molto buono e poi, in Giappone,
è l’unico che richiede quel prodotto.
Allora si alza in piedi, si gira verso ovest ed urla “FUJI
MARLENE!!!”
Dall’altra parte del mondo, sulle colline della val di non,
un altro vecchietto ode il richiamo, prende in tutta fretta la scala,
raccoglie Fuji dall’albero, prende bene la mira per Tokio, lo
lancia ed urla “FUJI MARLENE”
Poco dopo Fuji arriva a Tokio in volo, dritto dritto tra le braccia di
Tezuka che gli sorride, (si, avete letto bene, SORRIDE!!! Nd ble) e lo
bacia dolcemente sul naso.
Dopo una piccola effusione Tezuka, salutato e pagato il vecchietto, si
reca mano per la mano a scuola con il suo Fuji che, sulla camicia sotto
l’ascella destra, ha il marchio Marlene.
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Capitolo 4 *** Four (questi titoli sono davvero molto profondi!) ***
Vorrei che tu mi parlassi dell’amore.
Così anche se le tue parole si riferissero ad
un’altra, potrei sempre immaginare di essere io
l’oggetto dei tuoi pensieri.
Mada Mada dane 4
“Bene ragazzi” disse Tezuka battendo le mani per
attirare l’attenzione “Volevo avvisarvi che la
prossima settimana partiremo per il classico ritiro annuale della
squadra, la comunicazione e il corrispettivo modulo sono stati
già consegnati e ritirati dai vostri genitori. La quota di
partecipazione viene versata al momento della partenza e con gioia di
tutti il “Fujimarlene club”, che nella nostra
scuola si occupa delle relazioni internazionali tra il Giappone e gli
altri paesi, tra cui l’Italia, ci
accompagnerà e ci preparerà da mangiare al posto
di Inui”
Al suono dell’ultima frase l’intera squadra
urlò di gioia, non solo perché le ragazze del
Fujimarlene club erano molto carine, non solo perché oltre
all’allenamento massacrante avrebbero potuto vedere le
ragazze in grembiule e godere dei loro sorrisi, ma anche
perché grazie alla loro angelica presenza sarebbero
sopravvissuti!!!
“Naturalmente il menù sarà stilato da
Inui e…”
Tezuka si bloccò di fronte al gelo che improvvisamente era
caduto dalla folla radunata intorno a lui.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOooooooooooooooooooooooooOOOOOOOOOOOOOoooooooooOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooooooooooOOOOOOOooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo………”
urlò qualcuno nel mezzo.
“Capitano despota!!!”
“Avvelenatore” “Io non parto”
“Non voglio morire” “Preferisco la flebo
di Yukimura!!”
“Ragazzi” cercò di placarli Tezuka
“Inui non entrerà in cucina, ve lo
prometto”
La folla lo guardò sospettosa, “possiamo avere un
assaggiatore eletto all’unanimità?”
chiesero in coro.
Un assaggiatore?E a che serve? Pensò Tezuka prima di dire
“Va bene”
“Kaidoh” La folla si voltò verso di lui
prima che Arai, uscito dal numeroso gruppo, poggiasse la mano sulla
spalla del compagno di classe “Tutti noi ti abbiamo sempre
temuto e rispettato. Sappiamo che ami la squadra e che sei il ragazzo
di Inui, forse per non uccidere te salverà tutti
noi….Apprezziamo il tuo sacrificio”
Il resto dei ragazzi applaudì, “Bravo
Kaidoh” “Che animo nobile”
Intanto la vipera guardava tutti con aria interrogativa, possibile che
tutti decidessero sempre per lui? Era successo così anche
per il nome del boomerang snake ma ora si sarebbe ribellato
e…
“Bene” disse Tezuka riattivando su di se
l’attenzione “Ora che avete
l’assaggiatore direi che abbiamo finito, ci vediamo
Lunedì e non dimenticate le racchette”
Kaidoh rimase da solo in campo qualche istante prima di allontanarsi.
“Vedrai che il ritiro ti piacerà tantissimo
Ryoma” disse Momo mentre svoltava a destra verso la casa
dell’amico.
“Mm” rispose lui con voce atona.
“Dico sul serio, la pensione dove andiamo ha due campi da
tennis e in paese ci permettono di usare la palestra della scuola
elementare. Le nonnine sono tutte gentilissime e i bambini la sera
vengono a chiederti di giocare con loro. E’ un piccolo angolo
di paradiso e poi c’è anche un bosco e un
laghetto”
“E come dormiamo?” chiese Ryoma deviando il discorso
“Beh…Il proprietario della pensione ci offre due
saloni dove solitamente dormiamo per anni”
“Quindi dormiremo nella stessa stanza”
“Praticamente si” rispose il senpai arrossendo per
quella frase innocente.
Perfetto, disse Ryoma dentro si se, lui avrebbe dormito con Momo e
quella vipera di Ryoko no, uno a zero.
Echizen alzò lo sguardo dalla schiena di Momo, presto
avrebbero svoltato e allora sarebbe scattato il piano y, aveva fatto
proprio bene a passare da quelle psicopatiche del Fujimarlene club il
giorno prima a proporgli, insieme a Tezuka, di venire al loro ritiro.
Quelle donne erano dei geni, non solo perché, pretesa la
cartina del posto avevano delimitato i punti dove si potevano o meno
fare determinate cose, ma anche perché una di loro quatta
quatta gli si era avvicinata infilandogli nella borsa una sua
creazione, un blocchetto di fogli con su degli schizzi, e gli aveva
chiesto, gentilmente, di controllare bene se la proporzione tra lui e
Momo fosse giusta.
Lì, nelle prime pagine, aveva letto che se il cappellino gli
volava via per la strada, il senpai sarebbe di sicuro andato a
prenderglielo per rimetterglielo sulla testa e allora zac: il bacio.
Aveva poi abbandonato il notes nella borsa, letto il servibile il resto
era inutile.
Certo, Echizen non pretendeva che l’altro lo baciasse
così all’improvviso e senza motivo ma
l’idea del cappello svolazzante gli era piaciuta anche
perché Momo sarebbe stato veramente a due passi da lui (e se
lo baciava non si sarebbe lamentato)
.
I due ragazzi svoltarono e il cappellino di Ryoma volò via.
“Ah, il cappello” disse il ragazzo
più piccolo.
Momo frenò e scese con Echizen a recuperare il berretto, lo
prese tra le mani, lo pulì e lo rimise sulla testa del Kohai.
“Ecco fatto” disse sorridendo.
“Grazie” rispose Ryoma toccando istintivamente il
cappello dove prima erano le mani di Momo.
Momo arrossì
“Ah…prego…Torniamo?”
“Si”
Sembra superfluo e poco utile ala narrazione dire che dopo la cena
entrambi i personaggi rimasero per ore a guardare il soffitto
fantasticando, chi in maniera più chi in maniera meno casta
nei corrispettivi letti.
Inoltre tanto vale saltare l’enunciato di ciò che
avvenne il sabato e portarci immediatamente alla domenica pomeriggio
per non perdere la suspance e il filo della narrazione (praticamente la
pigrizia regna sovrana).
Kerupin stava beatamente dormendo sul letto del suo padrone quando la
porta della stanza si aprì di scatto.
“Sei sicuro che non ci arrivi da solo?” una voce
famigliare lo destò dal sonno, toh
c’è Momoshiro pensò il gatto.
“Si, sono sicuro o non ti avrei chiamato” rispose
Ryoma indignato, toh c’è anche il mio padrone
pensò il felino.
“Potevi chiamare tuo padre sai?”
“Non lo trovavo, quel vecchio porco si
sarà nascosto da qualche parte a leggere riviste
porno…”
“Certo che mettere la valigia sull’ultimo ripiano
dell’armadio è una
cattiveria…” Disse Momo
“Ah ah grazie mille di ricordarmi che sono basso”
“Naaaaa, sei dell’altezza perfetta”
ribattè l’altro mentre prendeva il borsone.
“Dici?” chiese il Kohai mentre tirava fuori dai
cassetti il necessario.
“Dico dico…”
“Senpai, quanto è alta Ryoko?”
Bastò quella semplice frase perché a Momo
mancasse l’aria e cominciasse un principio di soffocamento.
“Oddio, Momo senpai resisti!!!” disse Echizen
correndo al comodino vicino al letto e tirandone fuori una bottiglia.
“Ecco, bevi”
Momo prese la bottiglia dalle mani di Ryoma e mandò
giù un sorso.
“Va meglio?” chiese l’altro ottenendo un
cenno di capo come risposta, “mi sono spaventato”
continuò (e a questa non crede nessuno nd ble)
Momo sorrise e gli carezzò la testa, “Non
è nulla”
Ryoma sorrise a sua volta mentre la mano di Momo continuava a
scompigliargli i capelli dolcemente.
Improvvisamente la porta si aprì nuovamente di scatto.
“RYYYYYYOOOOOOOOMAAAAAAAAAA!!!!” tuonò
la voce del padrone di casa.
Toh, il vecchio di famiglia pensò Kerupin.
“Ryoma, “ disse il padre del ragazzo con
in mano un piccolo Notes a noi conosciuto “Dobbiamo parlare
e…”
E si rese conto che nella stanza c’era anche Momo, con la
mano appoggiata sui capelli del figlio.
“TU” tuonò Nanjiro
“Io signore?”
“Si, tu maledetto eiaculatore precoce seduttore di ragazzi
puri ed innocenti!!! GIU’ LE MANI DA MIO FIGLIO!!!!”
“Come?” chiese Momo togliendo immediatamente la
mano dalla testa di Echizen che nel frattempo aveva notato
che notes teneva in mano il padre.
“hai capito bene maledetto!!! TU NON LO AVRAI!!!! FUORI DA
CASA MIA!!!! KERUPIN PRENDI IL SALE!!!!”
“E’ meglio che vada” disse Momo a Ryoma.
“E’ meglio...” disse Ryoma “Ci
vediamo domani al ritiro…”
Momo uscì dalla stanza salutando con un cenno di capo,
minacciato ad ogni singolo passo dagli occhi truci del samurai.
“Ryoma” disse Nanjiro correndo dal figlio e
prendendolo per le spalle “Il papino non ha nulla in
contrario all’amore omo, ma per la tua sicurezza per i giorni
del ritiro ho voluto prenderti un regalo” disse tirando fuori
una cintura di castità.
“Inoltre, c’era anche in saldo questa collanina che
suona ogni qual volta un non autorizzato ti tocca e naturalmente non
potevo dimenticarmi dello spray al peperoncino…”
Ryoma recepì solo lontanamente gli innumerevoli sproloqui
del padre mentre il suo cervello si chiedeva cosa avesse letto/visto di
tanto sconvolgente su quel notes un uomo che leggeva ogni giorno almeno
sette riviste sconce.
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Capitolo 5 *** doveva essere un extra ma tanto vale metterlo come capitolo 5..giusto per creare suspence ***
“Sentirsi
confusi, eccitati, forti.
Pensare
di essere i migliori e dimostrare di non esserlo.
Percepire
di essere merda e poi riuscire a sbalordire tutti
con un azione degna del più forte tra noi.
Amare
se stessi, odiare se stessi, innamorarci di qualcosa o
qualcuno, venire respinti, venire accettati…
Credo
che tutto questo sia il sunto della adolescenza.”
Mada
mada dane 5
(qualcosa
di serio? O.o)
“Non capisco cosa abbia
Echizen di così speciale!!!”
Sumitsugo aveva iniziato a lamentarsi per l’ennesima volta
quel pomeriggio.
“Ok, sa giocare a tennis
come un dio, ha un bel viso,
promette di diventare un campione, non va male a scuola…Ma
oltre a questo…”
Non che questo lo disturbasse, la
maggior parte delle volte
si limitava ad annuire con la testa senza nemmeno prestare troppa
attenzione,
tanto le argomentazioni erano sempre le stesse: <<
Echizen-> tutti lo
credono dio in terra -> lui si crede dio in terra -> non
lo sopporto
>>
Ormai aveva imparato a fare cenno di
si con la testa quando
il kohai si zittiva e a dire ogni tanto: “Non farci
caso” o una frase similare
quando credeva ce ne fosse il bisogno.
“Arai” lo
chiamò l’altro “Ma mi stai
ascoltando?”
“Si, ma non farci
caso…Vedrai, prima o poi si caccerà in un
grosso guaio e tutti rideremo di lui”
Sumitsugo sorrise:
“Vero?”
“Certo che
si…”
“Waaaaaaaaaaaaaaaa!!!Arai
guarda!!!!” lo interruppe
Sumitsugo fiondandosi su una vetrina “Queste piacerebbero
tantissimo a Momo
senpai non credi?!!!???”
Arai si avvicinò alla
vetrina e vide le scarpe bianche che
il ragazzo indicava.
“Mah,
forse…” rispose
“Possibile che non presti
mai la dovuta attenzione?!?” disse
l’altro indispettito mentre gonfiava le guance,
“Momo senpai non avrebbe
reagito così se gli avessi chiesto un consiglio per farti un
regalo!!!”
“Ma noi non stiamo cercando
un regalo per Momo, stiamo
andando al video noleggio a prendere una video cassetta riguardante
l’ultimo
campionato nazionale di tennis”
“Vero, ma Momo non avrebbe
reagito così…Lui è così
gentile,
generoso, allegro spigliato…Dovrebbe essere lui il capitano
il prossimo anno
non trovi?”
Quella invece era una cosa, iniziata
inspiegabilmente
insieme alle lamentele su Ryoma, che cominciava a non sopportare.
“E Momo senpai di
là, e Momo senpai di qua, e Momo giù e
Momo su…” Manco fosse un puffo che appare
dappertutto.
“E come è bravo
Momo, come è gentile, quanto è forte, quanto
è figo” minchia e ancora sta al secondo anno delle
medie? Mi chiedo perché la
famiglia imperiale non l’abbia ancora adottato come erede
maschio.
“E come è alto
Momo, come è risoluto, che bel profilo che
ha, quanto è muscoloso, secondo me i suoi capelli sono
terribilmente soffici
senza quel mare di gel che usa, il suo odore è
così intenso che mi riempie
le narici, è sicuramente il più
bello tra
tutti i senpai…”
Insomma, una sana ammirazione per un
compagno più grande
andava anche bene, lui stesso l’aveva per il capitano, ma non
passava pomeriggi
interi a lodare le sue membra, le sue gesta e il suo cuore.
Non metteva il suo nome ogni tre
discorsi e ogni due parole.
Non moriva se per una giornata questi
non si presentava in
campo, ne tantomeno faceva degli appostamenti per riuscire ad arrivare
agli
allenamenti con lui.
Sumitsugo gli sembrava proprio una
ragazzina quando faceva
così.
“Vuoi prendere quella
cassetta o dobbiamo scrivere un poema
sulle gesta di Momoshiro?” chiese infine seccato.
Sumitsugo lo guardò con la
sua solita faccia da coniglietto
alla crema arrabbiato “Si, la prendiamo, ma non capisco
perché ti sia
arrabbiato…Certo che sei proprio un immaturo Arai!!! E io
che credevo che alle
medie saresti cresciuto un poco!”
“Cosa cosa cosa? Ma se eri
tu quello che al mio ultimo
giorno delle elementari mi tiravi per il grembiule pregandomi di non
lasciarlo
solo”
Sumitsugo e Arai erano vicini di
casa, avevano frequentato
insieme la scuola materna e la scuola elementare. Arai si ricordava
benissimo
che la madre lo aveva raccomandato, il primo giorno delle elementari di
prendersi cura del più piccolo, e lui lo aveva sempre fatto
con orgoglio. Solo
nell’ultimo periodo, al suono della parola
“PESCA” gli veniva voglia di
annegarlo in uno dei tanti canali di Tokyo.
“Certo, perché i
miei neuroni erano ancora assopiti, poi
sono cresciuto e alle medie ho visto cosa sei!!”
“E cosa sarei?”
chiese l’altro interessato.
“Un bulletto”
disse l’altro serio “Minacci i ragazzini del
primo anno e cerchi sempre di spillare soldi a qualcuno”
“Ehi si chiama spirito
imprenditoriale!!!!”
“Bullo”
rimarcò l’altro
“E tu invece sei un
principino viziato!”
“Certo, non vedo cosa ci
sia di male. Sono carino quanto una
ragazza, forte come un ragazzo e ho un magnifico carattere, dovresti
ringraziare gli dei di essere al mio fianco!”
“Ah
ah…”
Continuarono così per un
po’, camminando vicini.
“Permesso” disse
Sumitsugo entrando in casa di Arai.
“Entra pure, i miei
rientrano tardi oggi…accomodati in
salotto, io vado a prendere da bere, vuoi qualcosa da
mangiare?”
“No
grazie…” disse mentre si toglieva le scarpe.
Arai lo raggiunse qualche minuto dopo
in salotto con un
vassoio e due bicchieri.
“Ecco qua”disse
mentre gli appoggiava sul tavolo sorridendo.
“Succo alla pesca per il nostro amante del rosa” lo
prese un po’ in giro.
Sumitsugo lo guardò
storto, poi il suo sguardo si fissò
sull’altro bicchiere.
“MA ARAI QUELLA
è BIRRA!!!!!”
squittì.
“Si, mio padre
nell’ultimo periodo me ne fa sempre bere un
bicchiere con lui a cena” sorrise “Ormai sono
abituato”
“MA SEI
MINORENNE!!!” squittì nuovamente l’altro
“E allora?”
chiese Arai con strafottenza
“Voglio assaggiarla anche
io!” disse Sumitsugo tendendosi in
avanti.
“Ah no signorino, tu sei
ancora troppo piccolo!!!” disse
l’altro tirando indietro il bicchiere.
“Non sono poi tanto
più piccolo di te!!!”
Si sfidarono un poco con gli sguardi,
poi Arai cedette:
“Solo un
sorso…”
Un
sorso, era bastato un sorso e
Sumitsugo era partito. L’aveva visto prendere il bicchiere
con quell’aria da
ragazzino saputello che sa tutto sul mondo, l’aveva visto
sorseggiare la birra
per poi oscillare mentre appoggiava il bicchiere sul tavolo.
Adesso il kohai stava ballando sul
tavolo canticchiando una
canzone delle minimoni come fosse un metal.
“Sumitsugo…”
tentò di chiamarlo
“Arai” disse
l’altro fissandolo negli occhi “Devo chiederti
una cosa” aggiunse scendendo dal tavolo e piazzandosi davanti
al senpai.
“Dimmi” disse
Arai calmo
“Siediti”
ordinò il più giovane
“Sono
seduto…” fece notare.
Sumitsugo gli si sedette in braccio e
appoggiò la fronte
sulla sua spalla. Aspettò qualche minuto e ruotò
il capo facendo volteggiare i
capelli.
Arai rimase fermo.
“Arai” disse con
tono serio fissandolo negli occhi a due
centimetri dal suo naso “secondo te sono eccitante?”
Arai rischiò il
soffocamento. Che razza di domanda era? In
quella posizione poi?!?! Quando gli si era seduto in braccio credeva
volesse
fare il gioco del cavallino o quello dell’astronave come
facevano da
piccoli, non una
domanda simile in una
posizione equivoca.
“Arai”
soffiò Sumitsugo.
Sumitsugo era carino,
cominciò a ragionare il cervello del
senpai. Certo, non apparteneva a quello stile cool che piace alle
ragazze, ma
era carino ed era logico che fosse super eccitante in
quella situazione; con i capelli sciolti, le
guance arrossate, le labbra gonfie e gli occhi umidi per via
dell’alcol!!! Quale
essere vivente bipede non lo avrebbe
trovato eccitante?!?
“Arai”
soffiò ancora Sumitsugo
“Si, lo
sei…” disse l’altro ingoiando saliva.
Sumitsugo lo guardò
sorridendo “Grazie” sussurrò prima di
iniziare a piangere.
“Ehi che cavolo
hai?” chiese l’altro preoccupato.
“Allora perché
Lui non mi trova eccitante?” disse il più
piccolo tra le lacrime.
“Lui?”
“Momo…perché
preferisce stare con Ryoma invece che con me?
Perché? Cosa cavolo ho di sbagliato?”
singhiozzò
In quell’attimo Arai
comprese molte cose,le lamentele, i
gridolini di gioia, le lodi con fare estasiato…
Gli venne in mente la madre:
“Devi prenderti cura di
Sumitsugo”
Lo strinse: “Ti ci voleva
un sorso di birra per dirmelo?”
chiese
L’altro mosse la testa tra
i singhiozzi.
“Tu non hai nulla che non
va…E non lo dico perché ti sono
amico, fossi una ragazza o un gay morirei per uno come te”
disse mentre
spostava una mano sui capelli castani dell’altro
“Non ti preoccupare Sumitsugo,
ti aiuterò io”
La stanza era piena dei singhiozzi di
Sumitsugo, Arai
continuava a stringerlo e a guardare avanti verso il televisore spento.
Probabilmente passata la sbornia
Sumitsugo avrebbe
dimenticato, ma lui no.
Aveva fatto una promessa ed intendeva
mantenerla.
Nel frattempo, in un altro quartiere
Ryoma e Momo
starnutirono all’unisono.
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