Mada Mada Da Ne

di bleberry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One ***
Capitolo 2: *** Two ***
Capitolo 3: *** Three ***
Capitolo 4: *** Four (questi titoli sono davvero molto profondi!) ***
Capitolo 5: *** doveva essere un extra ma tanto vale metterlo come capitolo 5..giusto per creare suspence ***



Capitolo 1
*** One ***


Sono qui, in questo immenso buio...
sono solo...
sento freddo...
tutto intorno a me è nero...

sento un rumore lontano, come il suono di una racchetta che infrange la propia rete in un servizio, una scia gialla luminosa mi passa accanto brilla e sento sbattere per terra qualcosa...

D'improvviso, ho in mano la mia racchetta...freme impaziente di poter utilizzare tutta la mia forza, di essere il mio mezzo per condurmi ala vittoria.

Ma la partita è già finita...
Quello era il game set ed io ho perso, senza nemmeno aver giocato, senza aver battuto mai un servizio, una palla...

Guardo il mio avversario dalla parte opposta del campo, sorride con il vento scompiglia i capelli neri e mentre aggiusta il cappellino i suoi occhi dorati si spostano su di me e piano, ma con orgoglio e con la sfrontatezza che lo contraddistingue sussurra:

"Mada mada dane"


"Mada Mada Dane"

"Momo senpai,  momo senpai...momooo sempaiiiiii"
"Uh eh, si dimmi" il ragazzo del primo anno l'aveva chiamato cinque volte prima di ricevere l'attenzione richiesta.
"Guarda mi si è allentata la racchetta"
"Fammi vedere...Mmm non è gravissima vuoi che te la sistemi lo stesso?"
"Sarebbe megnifico senpai!!!"
"Si lo so, sono il migliore"
"Se se, ora non esagerare..."
Momo si voltò verso quella voce conosciuta e sentì il suo cuore perdere un battito quando i suoi occhi si posarono su Echizen.
"Ei tu nanetto sai che dovresti portare rispetto ai tuoi sempai?" chiese ad alta voce con tono isterico per coprire l'imbarazzo che gli stava salendo dalla gola.
"Non vedo alcun senpai qui..."
"Lo hai davanti"
"Ah tu? Credevo che i senpai fossero più maturi di te"
"Se se fammi un esempio di qualcuno in questa squadra che sia più maturo di me"
Echizen si indicò con il dito.
"Tu hai il cervello di un figlio di 4 anni"
"tu allora ne avresti tre...comunque voglio accontentarti, Tezuka"
"Ho detto mentalità matura, non da vecchio"
"Senpai..." il ragazzo del primo cercò di ricatturare l'attenzione di Momo.
"Hai ragione Sumitsugo" (credo che nelal squadra ci siano altri primini oltre ad Echizen, Horio, Katsuko e Kachiro)( e se non ci sono tanto me lo sono inventato)(del tipo non copiamo nomi di altri personaggi di maga come Harlem beat; già già nd Sumitsugo Kobayashi ; e tu che ci fai qui? ;passavo per caso e sono venuto a portarti una bottiglia di sake nd koba ; solo sakè [autrice speranzosa] ; vorrei ricordarti che appartengo a tua sorella nd koba; e a me nd Himagawa; me misera ç___ç)
 "Ora vediamo come sistemarla ok?"
Detto ciò abbondonò la conversazione con Echizen tirando dentro di se un respiro di sollievo.

Echizen guardò Momo allontanarsi con Sumitsugo e inconsciamente ripensò a quello che era successo il giorno prima...

- Echizen a te piace Momo senpai?-
- No ma che cavolo dici Sumitsugo-
- Ah meno male...Vedi Echizen io sono innamorato di lui, ora che so che a te non piace mi sento più tranquillo-
- Perchè?-
- Tu e il senpai siete così uniti, e poi tu sei anche titolare, passi con lui tutta la giornata e lui ti riporta a casa...Insomma se ti avessi come rivale non credo che vincerei-

Era rimasto in silenzio, così Sumitsugo aveva creduto che volesse spiegazioni.

-Io parto svantaggiato perchè sono un ragazzo, però sono sicuro che se mi impegno lo conquisterò, sono molto più carino di tante altre ragazze della nostra scuola...Comunque scusani di averti disturbato...-

Si, Sumitsugo era carino, aveva la carnagione chiara e i capelli catsani naturali, sorrideva dolcemente ed era uno dei più corteggiati del primo...
Inizialmente aveva dato la sua benedizione al ragazzo ma adesso...

Perchè gli dava fastidio che si avvicinasse a Momo?
Li aveva visti l'uno vicino all'altro e si era messo ad orecchiare pronto ad intervenire appena gli si fosse prestata l'occasione e ora Momo stava da solo, con un ragazzo follemente innamorato di lui e per giunta amabile in uno spazio stretto e angusto come il magazzino dove tenevano la macchina per tendere le racchette.
Se ci avesse provato ora era certo che non glui avrebbe resistito...
Faceva caldo, erano tutti sudati con gli ormoni in piena crisi di sviluppo in più Momo era uno di quei ragazzi allupati che più allupati non si può...
Immaginò Momo che si tendeva verso il ragazzo più piccolo per sfiorargli le labbra...
Eh no, l'avrebbe impedito ad ogni costo...

Gli serviva un complice ma chi? Insomma non poteva certo entrare nel magazzino così senza motivo...
Avrebbe potuto fare irruzione spaccare la racchetta in testa a Sumitsugo e rapire Momo;  ma poi ci sarebbero stati dei problemi, del tipo, come lo sollevava uno che era 30 cm più alto di lui? e poi come la metteva con il corpo del defunto Sumitsugo?

Gli servive un complice sl serio mica per finta...

"O-chibi chan mi accompagni a stringere la racchetta?"
Echizen si voltò verso Eiji senpai:
"Eiji senpai, ti adoro"
"Vero?"
"Si!"
"Allora abbracciami!!!!" Eiji allargò le braccia tutto contento di quell'imorovvisa manifestazione d'affeto del suo kohai.
"Dopo, ora dobbiamo sistemare la tua racchetta"
"Ma io voglio un abbraccio"
"Dopo te ne dò 100"
"Vero?" Chiese Eiji ancora più stupito
"Lo giuro ma ora andiamo dai, dopo Inui si arrabbia e ci fa bere il suo penal tea n 5" (come chanel ^^)
Eiji corse in avanti come se fosse inseguito da qualcosa di orribile:
"Echizen allora ti muovi?!?"
Echizen corse verso di lui per raggiungerlo ed incamminarsi insieme verso il magazzino.
Appena entrati videro che Momo stava usando la macchina per tirare la racchetta di Sumitsugo, che lo guardava adorante seduto vicino a lui.

"Oh Eiji senpai..." disse Momo vedendoli sulla porta "Non sapevo lavorassi come baby sitter"
"Waaaaaaaaa Momo, " disse Eiji gettandosi tra le sue braccia "Stringi anche la mia racchetta dopo? eh eh eh?"
"Scusa senpai ma non potevi chiederlo ad Oishi?"
"No, Oishi è con Tezuka a decidere non so cosa per il club...Piuttosto ti sembra giusto che quei due ultimamente passino tanto tempo insieme? Io mi sento trascurato!!!"
"Questo dovresti dirlo a lui senpai..." rispose Momo imbarazzato, tutti nella squadra sapevano che Kikumaru e Oishi stavano insieme però parlarne così, come se fosse la cosa più normale del mondo davanti a lui e a Sumitsugo, Echizen lo ignorò perchè sapeva che il ragazzino era impassibile, era un tantinello troppo.
"Glielo ho detto ieri sera, pensa che mentre dormiva sulla mia spalla diceva tra se: -si ben san, io e tezuka ci impegneremo al massimo- . Non è che mi stia propio bene che pensi sempre al club"
"Scusa senpai Kikumaru..." Suimitsugo intervenne arrossendo in viso con una espressione adorabile che fece sorridere Momo e scurire Echizen, "...Ma vedi, il discorso mi imbarazza un tantino..."
"Uh hai ragione Sumitsugo..." rendendosi improvvisamente conto che forse il discorso non era poi tanto normale (per me si nd autrice; questo è perchè tu sei pazza nd Momo)
"Non che non mi interessino i tuoi problemi senpai, anche io sono innamorato di un ragazzO..."" ad Echizen parve che Sumitsugo avese evidenziato apposta la O.
"Vero?!!!????WAAAAAAAAAAAAAAAAAA che bello!!!! E chi è chi è?" cominciò ad urlare Eiji spiccando un salto per finire propio davanti al primino e cominciando a stuzzicarlo.
"Senpai mi imbarazzi" rispose l'altro ridendo.
"Dai Sumitsugo-kun dillo al tuo Eiji senpai!!!" dissè mentre gli faceva il solletico
"Nooooo fermo, basta senpai"
"Almeno dimmi se è della scuola..."
"Si"
"Fa parte del club di tennis"
"Si"
"E' un tuo senpai?"
"si" sussurrò Sumitsugo arrossendo...
"E' del secondo?"
"...si"
"E' bello?"
"Il più bello di tutti..." rispsoe il ragazzo alzando il viso e mostrando gli occhi nocciola scintillanti.
"Ho capito!!!!"urlò trionfante Eiji "E' Kaidoh!!!!!"
"No"
"No? Ma kaidoh è bello è del secondo è nella squadra..."
"Ma non è lui..."

Intanto Momo stava finendo di sistemare la racchetta, appena Echizen era entrato dietro a Eiji il suo cuore si era fermato e se sino ad un minuto prima era riuscito a ridere e a scherzare con Sumitsugo, adesso la sua anima percepiva solo gli occhi di Ryoma posati su di lui, solo quelle due pozze dorate.
Si sentiva studiato, osservato e se ne fosse stato capace avrebbe fermato il tempo in quell'istante.
In quegli attimi che scorrevano sin troppo veloci, mentre con una mano teneva la racchetta di Sumitsugo e con l'altra cambiava la potenza della macchina.
Attimi in cui Eiji sembrava aver monopolizzato la conversazione con il primino; parole lontane che non gli appartenevano.
Attimi  in cui Echizen Ryoma aveva concentrato la sua attenzione più completa su di lui.
In cui il principe del tennis guardava solamente lui.

Echizen che era fermo sulla porta a guardare Momo che sistemava la racchetta di Sumitsugo, aveva preferito non entrare per non destare i sospetti dell'altro ragazzo,
si scoprì a trovare bello il ragazzo più grande concentrato in quel modo, con il volto chino e tutti i suoi muscoli impegnati sul lavoro.
Notò che le mani erano perticolarmente grandi, cosa a cui non aveva mai fatto caso nelle numerosi occasioni in cui l'avevano aiutato ad alzarsi da terra o a salire sul retro della bicicletta di Momo ancora troppo alta per lui.
Spiò nei suoi occhi viola la determinazione di riuscire bene, invidiò il sole che si posava sul suo viso come per accarezzarlo, la sedia che lo reggeva come se lo stesse abbracciando.
Sospirò e Momo si accorse di quel respiro non regolare ed alzò gli occhi sul ragazzo.
Guardò dritto nei suoi occhi dorati ed invitò Echizen ad entrare:
“Allora nanetto rimani lì o entri?”
“Entro entro, certo che ti manca tanto dividere l’aria che respiri con me eh?”
“Certo, mi sei indispensabile; vuoi che ti porti a casa dopo?”
“S...”
Sumitsugo si voltò gelando Echizen con lo sguardo (cosa riuscita male nd autrice) ma questi sembrò non accorgersene (ora, immaginate che un candido coniglietto color crema vi guardasse male, ecco quella è la faccia di Sumitsugo)
“Si momo mi farebbe molto piacere”
Momo lo guardò come se non avesse mai sentito la sua voce:
“Che hai detto?”
“Già, ripeti un pò O-chibi-chan...” Eiji intervenne come suo solito senza essere stato interpellato “E’ da prima che sei gentile, non è che stai male?”
“Sto benissimo...”
“Se, prima mi prometti 100 abbracci, e ti assicuro che li conterò, e ora sei gentile con Momo...Forse dovremmo portarlo in ospedale, tu che ne dici Momo?”
“Si, e ricoverarlo d’urgenza...”
“Però non capsico perchè sta male, troppo sole...naaaaaaaa porta sempre il cappello...Troppe palline da tennis in testa? Naaaaaaaa ora che una lo colpisce l’avversario è diventato vecchio....Troppa astinenza da sesso? Naaaaaaa non credo che lo abbia mai fatto...Forse ha mangiato del cioccolato avariato!!”
“Eiji, ma esiste il cioccolato avariato?”
Echizen li guardò sbuffando: “Mada mada dane” prima di uscire.

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Capitolo 2
*** Two ***


Capitolo 2

“Momo dovrei parlarti...” lo studente bulgaro (si ricorda ai lettori che questa è una fan fic e che quindi le scempiaggini e le follie dell’autrice sono permesse) (dio benedica le fanfic)  che frequentava da poco la classe di Momo lo chiamò durante la pausa pranzo.
“Volevo chiederti, tu e Echizen state insieme?”
“CHEEEEEEEE????”

[e intanto Kerupin...]

“Ho chiesto, tu ed Echizen state insieme?”
“L’avevo capito, il mio era un “che cavolo chiedi?”
“Sai sembrate così intimi...”
“Intimi?”
L’altro annuì
“Però è meglio così, sai ho deciso che quel ragazzo sarà mio”
Momo rimase sconvolto. (ok momo, puoi rimettere la mascella a posto)
“Non ti preoccupare, non voglio mica obbligarlo”
Momo rimase ancora più sconvolto.
“ma se ci starebbe non mi tirerei indietro”
Momo sentì la terra mancare.
“Sai sono abituato ad ottenere sempre quello che voglio momo-chan” disse mentre lo superava e lo  lasciava solo.
In quel momento Momo si pietrificò.

[e intanto kerupin...]

Lo stesso pomeriggio una chioma bionda si muoveva fluente in mezzo ai campi da tennis.
I ragazzi del primo si voltarono vedendo passare lo studente bulgaro mentre si dirigeva, in perfetta tenuta da tennis verso Tezuka e i titolari.
Una volta che gli fu davanti, allungò la mano dorata verso di lui e con un sorriso perfetto si presentò:
“Salve, sono Zales Stefka e vorrei iscrivermi al vostro club”
Tezuka lo guardò da dietro gli occhiali sentendo una leggera fitta allo stomaco (come del resto tutti gli altri componenti della squadra): il suo sguardo si posò sulla figura snella e slanciata del ragazzo bulgaro, sulla maglia bianca che,come i pantaloni, fasciava il suo fisico atletico, poi gli occhi del capitano incontrarono quelli dorati dell’altro che notando lo sguardo interessato sorrise soddisfatto.
Una folata di vento smosse i lunghi capelli biondi del ragazzo mentre questi chiedeva, con la sua voce roca e sensuale:
“Allora posso iscrivermi?”
Eiji sbucò quasi dal nulla e si aggrappò al braccio di Tezuka:
“Prendilo in squadra prendilo in squadra!!!Ti prego, dio non ce ne manderà mai un altro simile, perchè scontentarlo ora!!!”
Tezuka guardò strano Eiji mentre Oishi al suo fianco sembrava sull’orlo delle lacrime.
Zales sorrise e aggiunse:
“Si, e so anche giocare bene”
“Dimostralo!” la voce di Momo interruppe il simpatico quadretto
“Ne sarò lieto” rispose Zales accettando la sfida e seguendo l’altro sul campo.

[Kerupiiiinnnnnnnnnnn]

“Tezukaaaaaaaa” al suono della voce di Fuji i titolari si dileguarono spaventati mentre il capitano gelava sul posto.
“Tezuka, c’è qualcosa che vuoi dirmi?” chiese Fuji che pur sorridendo era avvolto da un’ombra nera molto minacciosa.
“S...si fuji, io amo solo te” rispose l’altro tremando.
“Meglio che tu lo tenga bene a mente sai?”
“Come potrei mai scordarlo?”
“Non so, forse dal modo in cui guardavi il biondino potresti avere un esempio”
“Ma fuji, nessuno è come te e dovresti saperlo”
“E si, io lo so, ma tu sei certo di saperlo?”
Detto ciò Fuji si allontanò per prendere la racchetta, poi gli passò nuovamente accanto:
“Vuoi giocare Kunimitsu?”
“Si Syuusuke, ma solo con te”
“Eccellente”

[i primi 5 yen di kerupin...]

La partita tra Momo e il biondo (zales perdonami) terminò dopo 40 minuti (quanto mai durerà una partita di tennis? Oddio alla tv quando le guardo ci sto anche per due ore però...) con la vittoria dell’ultimo per six game to four.
Il ragazzo del secondo era esausto, il bulgaro ci sapeva fare; era veloce, aveva tecnica e a volte lanciava all’avversario occhiate languide a cui nemmeno un etero avrebbe saputo resistere.
Tutti nella squadra si erano fermati a guardarlo lasciando cadere racchette e facendo finire molte paline a rotolare per terra, tutti escluso Tezuka che era impegnato a giocare una partita con Fuji che era più inquietante del solito.

Il bulgaro si avvicinò a Momo porgendogli la mano:
“Complimenti” disse prima di trascinare il moro a se e sussurrare: “Se ti piaceva Echizen potevi anche dirmelo no? Sai ho trovato molto dolce il tuo modo di proteggerlo...”
“Ma che dici?”
“Espongo quello che hai nascosto nel tuo animo no?”
Momo balzò all’indietro arrossendo:
“E tu che ne sai?”
Zales sbuffò: “Io? Nulla di più di quello che vedo, di ciò che percepisco dal tuo comportamento...Dimmi, hai fatto sogni strani ultimamente?”
“Oddio ma sei un detective privato?”
“No, un futuro medico legale ^^”
“Fortuna che i tuoi pazienti sarano morti, o si ritroverebero con le spalle al muro”
“Naaaa, se ti somigliano preferirei vederli appoggiati sul mio letto”

Da lontano Echizen aveva solo notato l’iniziale rossore di Momo e poi la complicità che era nata da lì a poco.
Gli dava fastidio quell’atteggiamento, non gli bastava Sumitsugo, ora anche il biondo sexi che più sexi non si può doveva puntare Momo.
Che dio maledicesse la razza umana maschile pensò.
“Ti dà fastidio vederlo con un altro?” una voce irruppè nei suoi pensieri, si voltò e vide un Sumitsugo con il volto cupo e arrabbiato (vi rivordate del coniglietto color crema? Bene riutilizzatelo) che guardava il biondo con odio.
“Umpf”
“Lo prendo per un si”
“Io non ho detto nulla”
“Ma lo stai odiando anche tu vero?”
Echizen guardò verso i due notando che il biondo aveva incominciato ad usare la racchetta a mò di bastone sulla testa di Momo mentre insieme si aviavano verso Tezuka e Fuji.
“Forse” disse infine allontanandosi.

[kerupin è andato al mercato...]


“Wow Eiji senpai, hai propio una pelle liscia”  quel pomeriggio negli spogliatoi c’era più vociare del solito, Zales infatti stava radiografando uno ad uno i titolari della squadra, avendo dimostrato di essere, durante gli allenamenti, molto simpatico oltre che un bravo giocatore (ci credo poco, in realtà vogliono solo vederlo nudo).
“Dici Zales?” chiese Kikumaru arrossendo.
“Già, vorrei tanto accarezzarla”
“Perchè allora non entri nelle docce?”
“Perchè prima voglio vedere se Oishi è bello anche senza i vestiti addosso”
Eiji si scurì di colpo: “E perchè vuoi vedere come è Oishi?”
Zales sorrise: “Perchè mi piacciono i ragazzi che si prendono cura degli altri ^^ Anche un mio amico è così”
Eiji tentò di soffocare l’istinto animale scherzando: “Se, se, un semplice amico?”
“Già, tra me e lui non potrà mai esserci niente, io ci ho provato però il mio Milen ha un tale cattivo gusto...”
“Chi ha un cattivo gusto?” Oishi era entrato nelle docce con un misero asciugamano sulla vita (OçO) che permetteva di immaginare ma anche di lanciare sbirciatine appaganti.
“WOW!!!! Oishi senpai ti hanno mai detto che stai meglio senza vestiti?”
Oishi divenne rosso come un peperone:
“Si, il mio ragazzo a volte me lo dice...”
“Hai propio un ragazzo fortunato senpai...”
“No, sono io ad essere fortunato ad avere lui...Se non fosse così, non so cosa farei adesso...”
“Oh Oishi” Eiji saltò completamente nudo e bagnato tra le braccia di Oishi “Ti giuro che sono io quello fortunato”
“Davvero lo pensi Eiji?”
“Si”
“Oh Eiji”
Oishi posò le sue labbra su quelle di Eiji che si aprirono quasi automaticamente al tocco permettendo alal lingua di inserirsi.
Zales lasciò i due in intimità ripromettendosi che avrebbe chiuso la porta delle docce a chiave mentre usciva.
Quel pomeriggio mentre si presentava aveva visto l’espressione dispiaciuta di Oishi mentre Eiji praticamente gli stava morendo dietro, poi durante gli allenamenti non aveva perso di vista il ragazzo con gli occhi verdi per vedere se tutto era a posto.
Non voleva soffrisse, gli ricordava troppo Milen.
Anche lui moriva se il ragazzo della cotta di turno lanciava un’ occhiata langiuda ad un altro o addirittura se si metteva a scherzare con gli amici.
Quel Milen che adesso era tra le braccia di qualche altro depravato, il migliore amico a cui non telefonava da un mese...
Scrollò le spalle, lui ora era in Giappone, aveva puntato un ragazzo fantastico, certo se fosse stato innamorato di un altro avrebbe lasciato perdere, in fondo tra titolari e non la squadra di tennis contava ben 30 ragazzi di cui i tre quarti molto carini, poteva anche permettersi di lasciarsene scappare uno o due.


[e kerupin?]


“Momo senpai...”
“Dimmi Sumitsugo”
“Io sono innamorato di te”

La frase di Sumitsugo continuava a rimbombargli in testa mentre accompagnava Echizen a casa.
Quel primino aveva avuto coraggio a dichiarasi circa una mezz’ora prima, mentre andava a prendere la bici per portare Echizena  casa.

Lui l’aveva guardato stupito, poi sospirando aveva pronunciato due parole:

“Mi dispiace”

La scena successiva gli venne nuovamente in mente come un flash:

“Capisco...E’ Echizen vero? È lui il ragazzo che ti piace?”
“Si”
Sumitsugo sospirava  mentre i capelli chiari venivano mossi dal vento e il tramonto del solo lo rendeva simile ad uno di quei personaggi dei manga.

“Lo sapevo, però non potevo stare zitto...Io ti amerò sempre senpai” (che parte penosa...)

“A cosa pensi?” chiese Echizen non gradendo l’isolamento di Momo.
“Ad un altro uomo”
“Ma come, se hai me appoggiato alla tua schiena a chi altri potresti mai pensare?”
“Non so, magari a qualcuno di più grazioso”
“Togliti il biondo dalla testa”
“E chi ti dice sia Zales?”
“oggi ti stava troppo vicino”
“Sei geloso?”
“Forse”
All’improvviso una macchina tagliò la strada a Momo nonostante il via libera per i cicliesti e questi frenò bruscamente in avanti facendo sbilanciare Echizen che si ritrovò aggrappato alla grande schiena dell’altro.
“Tutto a posto Ryoma?”
Sentiva il cuore battere a mille ma non sapeva se per lo spavento o perchè le mani di Momo avevano stretto le sue per modificarne la presa poco salda.
“S...si, mi sono solo spaventato”
“Spaventato tu? Cavoli ha ragione Eiji dobbiamo portarti in ospedale...”
“Ma stattene zitto pirata delle due ruote!!”
“Beh, allora tieniti forte nanetto, commetteremo almeno una decina di infrazioni!!!^_____^”


Echizen si sdraiò sul proprio letto abbracciado Kerupin  e tendendolo stretto stretto come non faceva da tanto.
Pensò a Momo, alle sue mani calde, alla sua gentilezza e a quel suo sorriso da ebete...
Ora capiva perchè Sumitsugo si fosse innamorato di lui, lo capiva benissimo...
Sempre tenendo stretto il gatto si girò a pancia sotto affondando la testa sul cuscino, si sentiva le guance in fiamme e avrebbe voluto bloccare il cervello che mandava solo immagini di Momo come tante foto in sequenza.
“Mada mada dane” sussurrò con la bocca appiccicata al cuscino poi guardò gli occhi azzurrissimi di Kerupin che parevano chiedergli: “mada mada de che?”

[waaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ecco kerupin]



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Capitolo 3
*** Three ***


Lui è qui, stretto tra le mie braccia.
E’ così fragile, così piccolo, tanto diverso dall’Echizen dei campi da tennis, il campione, il futuro pilastro del Seigaku.
Ora è solo Ryoma, il ragazzo dagli occhi languidi e le labbra rosse che nudo si muove sensualmente sotto di me assecondando i miei movimenti…

Mada mada dane

Si era svegliato.
Inutile negare fosse un sogno, inutile negare che la prossima insufficienza in inglese non sarebbe stata colpa sua, inutile negare la sua vistosa erezione che tirava sotto i pantaloni scuri della divisa.
“Ora anche i sogni erotici ci mancavano…” pensò tra se mentre cercava di seguire il prof nella sua eterna spiegazione del giovedì.
Poi improvvisamente un qualcosa lo colpì in testa.
Prese tra le mani il piccolo rotolo di carta e lo srotolò, impallidì mentre leggeva le poche righe riportate:

“Chi è Ryo mister super macho? *ς* non è che ti sei scordato di raccontare qualcosa di piccante ai tuoi amici del cuore? = P “

Momoshiro non sapeva l’incubo era appena iniziato. ( O.O nd momo hahahahaha ndBle)

“MOMO CHAN!!!!!” Eiji piombò letteralmente addosso al moro non appena questi mise piede negli spogliatoi rompendogli un timpano.
“MOMO CHAN!!! COME HAI POTUTO?!!!???” continuò il senpai tra l’indignato e l’eccitato “Fuji diglielo anche tu!!!!”
“Si Momo, come hai potuto non informarci?” chiese Fuji sorridendo divertito.
“Non informarci di cosa?” chiese Echizen apparso misteriosamente dietro le spalle di Momo e sorpassandolo andando a poggiare la borsa vicino a dove Sumitsugo era seduto.
“Il signorino qui” disse Eiji indicandolo “Ha una FI-DAN-ZA-TA!!!! Capite esce con una ragazza!!!! E non se è nemmeno degnato di avvertirci!!! L’ho dovuto sapere da un suo compagno di classe che stamattina lo ha beccato tiratissimo che…”

Ora, sappiamo bene che gli uomini ragionano spesso con parti molto basse del corpo, prendiamo un gruppo di ragazzi tra i tredici e i sedici anni di estate, chiusi in un pseudo container che passano le loro giornate a preparare gli esami, secondo voi come reagirebbero alla notizia che uno di loro ha una fidanzata che lo rende “tiratissimo”?

(Se stai leggendo e sei un uomo, mi dispiace di averti offeso, non era mia intenzione ma l’ espressione dava pathos alla frase, e poi questa è una yaoi, sei sicuro di essere etero? Se stai leggendo e sei donna chiudi un attimo il cervello e concentrati, hai presente l’ultimo giorno della stagione di saldi? Ecco, la scena è simile solo che tu non vuoi portarti a letto il vestito nd Ble)

In meno di un nanosecondo Momo fu circondato da una ventina di ragazzi che lo tempestarono di domande:
“Come si chiama?” “Che tipo di ragazza è?” “Che taglia porta?” “Ma te l’ha data?” “Sei sicuro che non abbia smarrito gli occhiali?” “E’ carina?” “Quanti anni ha?” “Ma state insieme?” “Ha un’amica carina per me?” “Ehi se ha un’amica la voglio conoscere anche io!!!” “No io” “Io voglio sapere se ha un bel paio di tette” “Quanto è alta?” “Sai si dice che se hanno le caviglie strette la abbiano anche..” “No l’importante è che abbia un bel culetto!!!” “Macchè il seno, è il seno che rende tutto stupendo!!!”

“Veramente” Eiji zittì il gruppetto “Quel tipo mi ha solo detto che rende tiratissimi e che si chiama Ryoko…”

Intanto mentre venti ragazzi osservavano Eiji pendendo dalle sue labbra aspettando un raccontino da parte di Momo, altri due erano stranamente rimasti in disparte.
Uno era quello che noi conosciamo con il nome di Ryoma Echizen che si chiedeva mentre si cambiava la maglia quando Momo, che veniva a prenderlo ogni mattina, che pranzava con lui, con cui si allenava a scuola, che lo riaccompagnava a casa, che si fermava a giocare con lui a tennis (tanto per cambiare), che talvolta si fermava a cena da lui, che rientrava sul tardi saltando spesso il doposcuola, avesse avuto il tempo di trovarsi una ragazza, non arrivando inizialmente all’ipotesi che se Momo aveva una ragazza lui non aveva speranze.
L’altro, rassomigliante ad un coniglietto color crema arrabbiato, che risponde al nome di Sumitsugo Kobayashi (ehi mi hai copiato anche il cognome nd k.s. di h.b!!! Taci nd Ble) stava per scoppiare in lacrime, possibile che Momoshiro lo avesse ingannato così? Eppure gli aveva assicurato che era Ryoma il ragazzo che gli piaceva.

“Che succede qui?” chiese la voce di Tezuka apparso anche lui improvvisamente dalla porta, insieme ad Inui e Zales, che ebbe il miracoloso effetto di zittire tutti.
“Nulla Tezuka,” gli rispose Fuji fulminando il biondo con uno sguardo poco rassicurante, “Momo ci stava solo per raccontare della sua fidanzata”
“Fidanzata?” chiese Zales stupito spingendo la testa in avanti.
“Secondo i miei dati” disse Inui “La ragazza di Momo deve essere alta sul metro e sessanta, mora, con gli occhi grandi, deve amare il tennis, lo sport, non deve essere troppo pesante o non riuscirebbe a portarla sulla bici, probabilmente data la vivacità di Momo lei deve essere un tantinello apatica…”

Silenzio.

Tutti guardarono Inui con aria interrogativa.
“Scusa Inui,” disse Tezuka “Ma tu sei in grado di descrivere le nostre possibili fidanzate dai nostri dati?”
“Si, ma dato il tuo caso, visto la frequenza degli sguardi languidi e desiderosi che lanci a Fuji, la tua sospetta espressione soddisfatta quando delle ragazze parlano di lui in maniera poco casta esponendo le loro idee su come dovrebbe o meno essere il suo corpo e la tua solita faccia amorfa direi che tu non avrai e non vorrai  MAI avere una ragazzA” disse Inui battendo il record mondiale di parole dette in apnea e poggiando una mano sulla spalla di Tezuka “Ma consolati, Fuji sembra disposto a contraccambiare i tuoi sentimenti”

In quel momento, mentre i ragazzi etero della squadra si guardavano con fare interrogativo, chiedendosi perché nella Seigaku i titolari erano quasi tutti gay e perché mai Momo non li zittisse per passare a raccontare qualcosa di più interessante su lui e Ryoko invece di guardare Inui a bocca aperta tanto da starsi per slogare la mascella mentre Zales rideva, Echizen finalmente accendeva la lampadina capendo.

Ryoko era sua nemica.

Quella ragazza aveva più vantaggio di Sumitsugo su di lui e sicuramente era un essere infimo che usava Momo per approfittare della sua gentilezza e della sua bici.

Non poteva permetterlo 1 perché lui era l’unico che poteva salire su quella bicicletta e 2 perché lui era arrivato a capire di essere innamorato di Momo appena l’altra sera e aveva quasi ucciso il suo gatto mentre prendeva coscienza della cosa. Non poteva permettere che glielo portassero via!!! Non poteva cederlo ad una ragazza qualsiasi che appariva dal nulla di punto in bianco!!!
No, no, no,  proprio  no!!!!

Intanto una ragazza appassionata di yaoi, compagna di classe di Momo che da tempo fantasticava sulle Momo/Ryoma si chiedeva davanti ad un computer e un the caldo se casomai quella mattina, quando Momo era stato beccato in tiro mentre borbottava “Ryo…ryo” nel sonno non si riferisse ad Echizen-kun…

EXTRA

Ogni mattina Tezuka Kunimitsu si reca al mercato della frutta, parla un poco con un simpatico vecchietto che vende le mele e poi poco prima di andare domanda se può comprare una “Fuji Marlene”
Il vecchietto allora sorride, sa che Tezuka sotto la sua espressione apatica è un ragazzo molto buono e poi, in Giappone, è l’unico che richiede quel prodotto.
Allora si alza in piedi, si gira verso ovest ed urla “FUJI MARLENE!!!”
Dall’altra parte del mondo, sulle colline della val di non, un altro vecchietto ode il richiamo, prende in tutta fretta la scala, raccoglie Fuji dall’albero, prende bene la mira per Tokio, lo lancia ed urla “FUJI MARLENE”
Poco dopo Fuji arriva a Tokio in volo, dritto dritto tra le braccia di Tezuka che gli sorride, (si, avete letto bene, SORRIDE!!! Nd ble) e lo bacia dolcemente sul naso.
Dopo una piccola effusione Tezuka, salutato e pagato il vecchietto, si reca mano per la mano a scuola con il suo Fuji che, sulla camicia sotto l’ascella destra, ha il marchio Marlene.




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Capitolo 4
*** Four (questi titoli sono davvero molto profondi!) ***


Vorrei che tu mi parlassi dell’amore.
Così anche se le tue parole si riferissero ad un’altra, potrei sempre immaginare di essere io l’oggetto dei tuoi pensieri.

Mada Mada dane 4

“Bene ragazzi” disse Tezuka battendo le mani per attirare l’attenzione “Volevo avvisarvi che la prossima settimana partiremo per il classico ritiro annuale della squadra, la comunicazione e il corrispettivo modulo sono stati già consegnati e ritirati dai vostri genitori. La quota di partecipazione viene versata al momento della partenza e con gioia di tutti il “Fujimarlene club”, che nella nostra scuola si occupa delle relazioni internazionali tra il Giappone e gli altri paesi, tra cui l’Italia,  ci accompagnerà e ci preparerà da mangiare al posto di Inui”

Al suono dell’ultima frase l’intera squadra urlò di gioia, non solo perché le ragazze del Fujimarlene club erano molto carine, non solo perché oltre all’allenamento massacrante avrebbero potuto vedere le ragazze in grembiule e godere dei loro sorrisi, ma anche perché grazie alla loro angelica presenza sarebbero sopravvissuti!!!

“Naturalmente il menù sarà stilato da Inui e…”
Tezuka si bloccò di fronte al gelo che improvvisamente era caduto dalla folla radunata intorno a lui.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOooooooooooooooooooooooooOOOOOOOOOOOOOoooooooooOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooooooooooOOOOOOOooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo………” urlò qualcuno nel mezzo.

 “Capitano despota!!!” “Avvelenatore” “Io non parto” “Non voglio morire” “Preferisco la flebo di Yukimura!!”

“Ragazzi” cercò di placarli Tezuka “Inui non entrerà in cucina, ve lo prometto”
La folla lo guardò sospettosa, “possiamo avere un assaggiatore eletto all’unanimità?” chiesero in coro.
Un assaggiatore?E a che serve? Pensò Tezuka prima di dire “Va bene”
“Kaidoh” La folla si voltò verso di lui prima che Arai, uscito dal numeroso gruppo, poggiasse la mano sulla spalla del compagno di classe “Tutti noi ti abbiamo sempre temuto e rispettato. Sappiamo che ami la squadra e che sei il ragazzo di Inui, forse per non uccidere te salverà tutti noi….Apprezziamo il tuo sacrificio”
Il resto dei ragazzi applaudì, “Bravo Kaidoh” “Che animo nobile”
Intanto la vipera guardava tutti con aria interrogativa, possibile che tutti decidessero sempre per lui? Era successo così anche per il nome del boomerang snake ma ora si sarebbe ribellato e…

“Bene” disse Tezuka riattivando su di se l’attenzione “Ora che avete l’assaggiatore direi che abbiamo finito, ci vediamo Lunedì e non dimenticate le racchette”

Kaidoh rimase da solo in campo qualche istante prima di allontanarsi.

“Vedrai che il ritiro ti piacerà tantissimo Ryoma” disse Momo mentre svoltava a destra verso la casa dell’amico.
“Mm” rispose lui con voce atona.
“Dico sul serio, la pensione dove andiamo ha due campi da tennis e in paese ci permettono di usare la palestra della scuola elementare. Le nonnine sono tutte gentilissime e i bambini la sera vengono a chiederti di giocare con loro. E’ un piccolo angolo di paradiso e poi c’è anche un bosco e un laghetto”
“E come dormiamo?” chiese Ryoma deviando il discorso
“Beh…Il proprietario della pensione ci offre due saloni dove solitamente dormiamo per anni”
“Quindi dormiremo nella stessa stanza”
“Praticamente si” rispose il senpai arrossendo per quella frase innocente.
Perfetto, disse Ryoma dentro si se, lui avrebbe dormito con Momo e quella vipera di Ryoko no,  uno a zero.
Echizen alzò lo sguardo dalla schiena di Momo, presto avrebbero svoltato e allora sarebbe scattato il piano y, aveva fatto proprio bene a passare da quelle psicopatiche del Fujimarlene club il giorno prima a proporgli, insieme a Tezuka, di venire al loro ritiro.
Quelle donne erano dei geni, non solo perché, pretesa la cartina del posto avevano delimitato i punti dove si potevano o meno fare determinate cose, ma anche perché una di loro quatta quatta gli si era avvicinata infilandogli nella borsa una sua creazione, un blocchetto di fogli con su degli schizzi, e gli aveva chiesto, gentilmente, di controllare bene se la proporzione tra lui e Momo fosse giusta.
Lì, nelle prime pagine, aveva letto che se il cappellino gli volava via per la strada, il senpai sarebbe di sicuro andato a prenderglielo per rimetterglielo sulla testa e allora zac: il bacio.
Aveva poi abbandonato il notes nella borsa, letto il servibile il resto era inutile.
Certo, Echizen non pretendeva che l’altro lo baciasse così all’improvviso e senza motivo ma l’idea del cappello svolazzante gli era piaciuta anche perché Momo sarebbe stato veramente a due passi da lui (e se lo baciava non  si sarebbe lamentato)
.
I due ragazzi svoltarono e il cappellino di Ryoma volò via.
“Ah, il cappello” disse il ragazzo  più piccolo.
Momo frenò e scese con Echizen a recuperare il berretto, lo prese tra le mani, lo pulì e lo rimise sulla testa del Kohai.
“Ecco fatto” disse sorridendo.
“Grazie” rispose Ryoma toccando istintivamente il cappello dove prima erano le mani di Momo.
Momo arrossì “Ah…prego…Torniamo?”
“Si”

Sembra superfluo e poco utile ala narrazione dire che dopo la cena entrambi i personaggi rimasero per ore a guardare il soffitto fantasticando, chi in maniera più chi in maniera meno casta nei corrispettivi letti.
Inoltre tanto vale saltare l’enunciato di ciò che avvenne il sabato e portarci immediatamente alla domenica pomeriggio per non perdere la suspance e il filo della narrazione (praticamente la pigrizia regna sovrana).

Kerupin stava beatamente dormendo sul letto del suo padrone quando la porta della stanza si aprì  di scatto.
“Sei sicuro che non ci arrivi da solo?” una voce famigliare lo destò dal sonno, toh c’è  Momoshiro pensò il gatto.
“Si, sono sicuro o non ti avrei chiamato” rispose Ryoma indignato, toh c’è anche il mio padrone pensò il felino.
“Potevi chiamare tuo padre sai?”
 “Non lo trovavo, quel vecchio porco si sarà nascosto da qualche parte a leggere riviste porno…”
“Certo che mettere la valigia sull’ultimo ripiano dell’armadio è una cattiveria…” Disse Momo
“Ah ah grazie mille di ricordarmi che sono basso”
“Naaaaa, sei dell’altezza perfetta” ribattè l’altro mentre prendeva il borsone.
“Dici?” chiese il Kohai mentre tirava fuori dai cassetti il necessario.
“Dico dico…”
“Senpai, quanto è alta Ryoko?”

Bastò quella semplice frase perché a Momo mancasse l’aria e cominciasse un principio di soffocamento.

“Oddio, Momo senpai resisti!!!” disse Echizen correndo al comodino vicino al letto e tirandone fuori una bottiglia.
“Ecco, bevi”
Momo prese la bottiglia dalle mani di Ryoma e mandò giù un sorso.
“Va meglio?” chiese l’altro ottenendo un cenno di capo come risposta, “mi sono spaventato” continuò (e a questa non crede nessuno nd ble)
Momo sorrise e gli carezzò la testa, “Non è nulla”
Ryoma sorrise a sua volta mentre la mano di Momo continuava a scompigliargli i capelli dolcemente.
Improvvisamente la porta si aprì nuovamente di scatto.
“RYYYYYYOOOOOOOOMAAAAAAAAAA!!!!” tuonò la voce del padrone di casa.
Toh, il vecchio di famiglia pensò Kerupin.
 “Ryoma, “ disse il padre del ragazzo con in mano un piccolo Notes a noi conosciuto “Dobbiamo parlare e…”
E si rese conto che nella stanza c’era anche Momo, con la mano appoggiata sui capelli del figlio.
“TU” tuonò Nanjiro
“Io signore?”
“Si, tu maledetto eiaculatore precoce seduttore di ragazzi puri ed innocenti!!! GIU’ LE MANI DA MIO FIGLIO!!!!”
“Come?” chiese Momo togliendo immediatamente la mano dalla testa di Echizen che nel frattempo  aveva notato che notes teneva in mano il padre.
“hai capito bene maledetto!!! TU NON LO AVRAI!!!! FUORI DA CASA MIA!!!! KERUPIN PRENDI IL SALE!!!!”
“E’ meglio che vada” disse Momo a Ryoma.
“E’ meglio...” disse Ryoma “Ci vediamo domani al ritiro…”
Momo uscì dalla stanza salutando con un cenno di capo, minacciato ad ogni singolo passo dagli occhi truci del samurai.
“Ryoma” disse Nanjiro correndo dal figlio e prendendolo per le spalle “Il papino non ha nulla in contrario all’amore omo, ma per la tua sicurezza per i giorni del ritiro ho voluto prenderti un regalo” disse tirando fuori una cintura di castità.
“Inoltre, c’era anche in saldo questa collanina che suona ogni qual volta un non autorizzato ti tocca e naturalmente non potevo dimenticarmi dello spray al peperoncino…”

Ryoma recepì solo lontanamente gli innumerevoli sproloqui del padre mentre il suo cervello si chiedeva cosa avesse letto/visto di tanto sconvolgente su quel notes un uomo che leggeva ogni giorno almeno sette riviste sconce.






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Capitolo 5
*** doveva essere un extra ma tanto vale metterlo come capitolo 5..giusto per creare suspence ***


“Sentirsi confusi, eccitati, forti.

Pensare di essere i migliori e dimostrare di non esserlo.

Percepire di essere merda e poi riuscire a sbalordire tutti con un azione degna del più forte tra noi.

 

Amare se stessi, odiare se stessi, innamorarci di qualcosa o qualcuno, venire respinti, venire accettati…

 

Credo che tutto questo sia il sunto della adolescenza.”

 

Mada mada dane  5 (qualcosa di serio? O.o)

 

“Non capisco cosa abbia Echizen di così speciale!!!” Sumitsugo aveva iniziato a lamentarsi per l’ennesima volta quel pomeriggio.

 

“Ok, sa giocare a tennis come un dio, ha un bel viso, promette di diventare un campione, non va male a scuola…Ma oltre a questo…”

 

Non che questo lo disturbasse, la maggior parte delle volte si limitava ad annuire con la testa senza nemmeno prestare troppa attenzione, tanto le argomentazioni erano sempre le stesse: << Echizen-> tutti lo credono dio in terra -> lui si crede dio in terra -> non lo sopporto >>

Ormai aveva imparato a fare cenno di si con la testa quando il kohai si zittiva e a dire ogni tanto: “Non farci caso” o una frase similare quando credeva ce ne fosse il bisogno.

 

“Arai” lo chiamò l’altro “Ma mi stai ascoltando?”

“Si, ma non farci caso…Vedrai, prima o poi si caccerà in un grosso guaio e tutti rideremo di lui”

Sumitsugo sorrise: “Vero?”

“Certo che si…”

“Waaaaaaaaaaaaaaaa!!!Arai guarda!!!!” lo interruppe Sumitsugo fiondandosi su una vetrina “Queste piacerebbero tantissimo a Momo senpai non credi?!!!???”

Arai si avvicinò alla vetrina e vide le scarpe bianche che il ragazzo indicava.

“Mah, forse…” rispose

“Possibile che non presti mai la dovuta attenzione?!?” disse l’altro indispettito mentre gonfiava le guance, “Momo senpai non avrebbe reagito così se gli avessi chiesto un consiglio per farti un regalo!!!”

“Ma noi non stiamo cercando un regalo per Momo, stiamo andando al video noleggio a prendere una video cassetta riguardante l’ultimo campionato nazionale di tennis”

“Vero, ma Momo non avrebbe reagito così…Lui è così gentile, generoso, allegro spigliato…Dovrebbe essere lui il capitano il prossimo anno non trovi?”

 

Quella invece era una cosa, iniziata inspiegabilmente insieme alle lamentele su Ryoma, che cominciava a non sopportare.

 

“E Momo senpai di là, e Momo senpai di qua, e Momo giù e Momo su…” Manco fosse un puffo che appare dappertutto.

“E come è bravo Momo, come è gentile, quanto è forte, quanto è figo” minchia e ancora sta al secondo anno delle medie? Mi chiedo perché la famiglia imperiale non l’abbia ancora adottato come erede maschio.

“E come è alto Momo, come è risoluto, che bel profilo che ha, quanto è muscoloso, secondo me i suoi capelli sono terribilmente soffici senza quel mare di gel che usa, il suo odore è così intenso che mi riempie  le narici, è sicuramente il più bello tra tutti i senpai…”

 

Insomma, una sana ammirazione per un compagno più grande andava anche bene, lui stesso l’aveva per il capitano, ma non passava pomeriggi interi a lodare le sue membra, le sue gesta e il suo cuore.

Non metteva il suo nome ogni tre discorsi e ogni due parole.

Non moriva se per una giornata questi non si presentava in campo, ne tantomeno faceva degli appostamenti per riuscire ad arrivare agli allenamenti con lui.

Sumitsugo gli sembrava proprio una ragazzina quando faceva così.

 

“Vuoi prendere quella cassetta o dobbiamo scrivere un poema sulle gesta di Momoshiro?” chiese infine seccato.

Sumitsugo lo guardò con la sua solita faccia da coniglietto alla crema arrabbiato “Si, la prendiamo, ma non capisco perché ti sia arrabbiato…Certo che sei proprio un immaturo Arai!!! E io che credevo che alle medie saresti cresciuto un poco!”

“Cosa cosa cosa? Ma se eri tu quello che al mio ultimo giorno delle elementari mi tiravi per il grembiule pregandomi di non lasciarlo solo”

 

Sumitsugo e Arai erano vicini di casa, avevano frequentato insieme la scuola materna e la scuola elementare. Arai si ricordava benissimo che la madre lo aveva raccomandato, il primo giorno delle elementari di prendersi cura del più piccolo, e lui lo aveva sempre fatto con orgoglio. Solo nell’ultimo periodo, al suono della parola “PESCA” gli veniva voglia di annegarlo in uno dei tanti canali di Tokyo.

 

“Certo, perché i miei neuroni erano ancora assopiti, poi sono cresciuto e alle medie ho visto cosa sei!!”

“E cosa sarei?” chiese l’altro interessato.

“Un bulletto” disse l’altro serio “Minacci i ragazzini del primo anno e cerchi sempre di spillare soldi a qualcuno”

“Ehi si chiama spirito imprenditoriale!!!!”

“Bullo” rimarcò l’altro

“E tu invece sei un principino viziato!”

“Certo, non vedo cosa ci sia di male. Sono carino quanto una ragazza, forte come un ragazzo e ho un magnifico carattere, dovresti ringraziare gli dei di essere al mio fianco!”

“Ah ah…”

Continuarono così per un po’, camminando vicini.

 

 

 

“Permesso” disse Sumitsugo entrando in casa di Arai.

“Entra pure, i miei rientrano tardi oggi…accomodati in salotto, io vado a prendere da bere, vuoi qualcosa da mangiare?”

“No grazie…” disse mentre si toglieva le scarpe.

 

Arai lo raggiunse qualche minuto dopo in salotto con un vassoio e due bicchieri.

“Ecco qua”disse mentre gli appoggiava sul tavolo sorridendo. “Succo alla pesca per il nostro amante del rosa” lo prese un po’ in giro.

Sumitsugo lo guardò storto, poi il suo sguardo si fissò sull’altro bicchiere.

“MA ARAI QUELLA è BIRRA!!!!!”  squittì.

“Si, mio padre nell’ultimo periodo me ne fa sempre bere un bicchiere con lui a cena” sorrise “Ormai sono abituato”

“MA SEI MINORENNE!!!” squittì nuovamente l’altro

“E allora?” chiese Arai con strafottenza

“Voglio assaggiarla anche io!” disse Sumitsugo tendendosi in avanti.

“Ah no signorino, tu sei ancora troppo piccolo!!!” disse l’altro tirando indietro il bicchiere.

“Non sono poi tanto più piccolo di te!!!”

 

Si sfidarono un poco con gli sguardi, poi Arai cedette:

 

“Solo un sorso…”

 

 

  

 

Un sorso, era bastato un sorso e Sumitsugo era partito. L’aveva visto prendere il bicchiere con quell’aria da ragazzino saputello che sa tutto sul mondo, l’aveva visto sorseggiare la birra per poi oscillare mentre appoggiava il bicchiere sul tavolo.

Adesso il kohai stava ballando sul tavolo canticchiando una canzone delle minimoni come fosse un metal.

“Sumitsugo…” tentò di chiamarlo

“Arai” disse l’altro fissandolo negli occhi “Devo chiederti una cosa” aggiunse scendendo dal tavolo e piazzandosi davanti al senpai.

“Dimmi” disse Arai calmo

“Siediti” ordinò il più giovane

“Sono seduto…” fece notare.

Sumitsugo gli si sedette in braccio e appoggiò la fronte sulla sua spalla. Aspettò qualche minuto e ruotò il capo facendo volteggiare i capelli.

Arai rimase fermo.

“Arai” disse con tono serio fissandolo negli occhi a due centimetri dal suo naso “secondo te sono eccitante?”

Arai rischiò il soffocamento. Che razza di domanda era? In quella posizione poi?!?! Quando gli si era seduto in braccio credeva volesse fare il gioco del cavallino o quello dell’astronave come facevano da piccoli,  non una domanda simile in una posizione equivoca.

“Arai” soffiò Sumitsugo.

 

Sumitsugo era carino, cominciò a ragionare il cervello del senpai. Certo, non apparteneva a quello stile cool che piace alle ragazze, ma era carino ed era logico che fosse super eccitante in  quella situazione; con i capelli sciolti, le guance arrossate, le labbra gonfie e gli occhi umidi per via dell’alcol!!!  Quale essere vivente bipede non lo avrebbe trovato eccitante?!?

 

“Arai” soffiò ancora Sumitsugo

“Si, lo sei…” disse l’altro ingoiando saliva.

Sumitsugo lo guardò sorridendo “Grazie” sussurrò prima di iniziare a piangere.

“Ehi che cavolo hai?” chiese l’altro preoccupato.

“Allora perché Lui non mi trova eccitante?” disse il più piccolo tra le lacrime.

“Lui?”

“Momo…perché preferisce stare con Ryoma invece che con me? Perché? Cosa cavolo ho di sbagliato?” singhiozzò

 

In quell’attimo Arai comprese molte cose,le lamentele, i gridolini di gioia, le lodi con fare estasiato…

 

Gli venne in mente la madre: “Devi prenderti cura di Sumitsugo”

 

Lo strinse: “Ti ci voleva un sorso di birra per dirmelo?” chiese

L’altro mosse la testa tra i singhiozzi.

“Tu non hai nulla che non va…E non lo dico perché ti sono amico, fossi una ragazza o un gay morirei per uno come te” disse mentre spostava una mano sui capelli castani dell’altro “Non ti preoccupare Sumitsugo, ti aiuterò io”

 

La stanza era piena dei singhiozzi di Sumitsugo, Arai continuava a stringerlo e a guardare avanti verso il televisore spento.

Probabilmente passata la sbornia Sumitsugo avrebbe dimenticato, ma lui no.

 

Aveva fatto una promessa ed intendeva mantenerla.

 

Nel frattempo, in un altro quartiere Ryoma e Momo starnutirono all’unisono.

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