Il sole dietro le case

di _val_
(/viewuser.php?uid=637572)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Uno ***
Capitolo 3: *** Due ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Flynn si sedette comodamente sulla poltroncina dell'aereo ed allacciò la cintura, pronta al decollo. Quando l'aereo iniziò ad alzarsi sbirciò fuori dal piccolo finestrino, osservando l'aereoporto di Doncaster allontanarsi, e sentendosi ogni secondo più libera. Destinazione: Canterbury. La ragazza rimase a fissare fuori, fin quando non vide nient'altro che le nuvole sotto di lei. Si scostò una ciocca di capelli rossi dal viso e, per la prima volta da quando erano salite sull'aereo, si rivolse a sua madre. 
-Sento che a Canterbury andrà meglio.- le disse -O forse lo spero soltanto. Ma questo 1993 è cominciato bene, non trovi?- chiese.
Sua madre annuì, prima di risponderle: -Vedrai, cambiare città ti farà bene.-
Flynn le sorrise, poi si sistemò meglio e chiuse gli occhi, cercando di non pensare alla nuova vita, e sopratutto alla nuova scuola che la attendevano. La scuola era cominciata a Settembre, per cui il suo primo giorno sarebbe stato uno dei tanti per gli studenti del secondo anno di liceo a Canterbury. Scacciò tutti i pensieri tristi e le paure, e si addormentò. La svegliò sua madre che le scuoteva una spalla. Aprì stancamente gli occhi e guardò un altro aeroporto avvicinarsi sotto di lei.  

-Salve, sono Jocelyn.- disse la madre di Flynn alla donna che gli aveva venduto la casa.
-Oh, ti aspettavo!- le rispose. -Ecco a te le chiavi.- 
Le porse due portachiavi con le stesse due chiavi attaccate.
-Uno per te, l'altro per tua figlia!- spiegò.
-Grazie Lola. Allora... Noi andremmo. Siamo stanchissime.- si congedò Jocelyn. Lola annuì e le lasciò andare. 

-Puoi scegliere la stanza che vuoi- disse Jocelyn a Flynn, appena furono dentro casa. 
Era una villa abbastanza grande, con balconi dalle ringhiere eleganti ed un giardino davanti. 
Flynn entrò e, dopo una veloce occhiata al primo piano, salì le scale in legno scuro che portavano al piano superiore. Sul largo pianerottolo si aprivano cinque porte, quattro che davano sulle camere ed una sul bagno. Flynn entrò in tutte le camere, fino a sceglierne una abbastanza grande, con un divanetto sotto la grande finestra ed il letto più grande che avesse mai avuto, già rifatto con un piumone decorato con una fascia di piccoli fiori disegnati in diversi colori. Sistemò le poche cose che aveva portato con se e ordinò i vestiti nell'armadio. Ormai stanca, indossò il pigiama, cenò, e si infilò sotto le coperte, dopo aver controllato di aver messo tutto nello zaino per la sua nuova scuola. Fece un respiro profondo e cercò, inutilmente, di addormentarsi. Il sonno arrivò quando aveva smesso di sperarci, in un momento imprecisato della notte. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Uno ***


Uno
Flynn camminava a testa bassa verso la  "St. Edmunds School". Nuova vita. Sperava sarebbe stata migliore di quella che aveva lasciato a Doncaster, dove ogni scusa era buona perché la prendessero in giro. Teneva in mano il suo orario, cercando di non dare nell'occhio mentre provava ad arrivare al suo primo corso. Alcuni si giravano mentre passava, tornando poi tranquillamente a parlare con il loro gruppo. Quando finalmente riuscì a raggiungere la sua aula, il professore era già seduto alla cattedra, ma la lezione non era ancora cominciata. Gli occhi di tutti le si puntarono addosso, mentre diceva il suo nome al professore e si andava a sedere infondo all'aula, nell'unico posto libero. Il professor Smith, il nome sulla cattedra era quello, la presentò alla classe con nome e cognome, Flynn Nicholson, e cominciò la lezione. Flynn tirò fuori il libro di biologia e un quaderno su cui prendere appunti, nel caso in cui fosse stato necessario, e ascoltò per tutta l'ora il professore che spiegava argomenti già fatti e rifatti da lei. Si sforzò di restare concentrata nonostante la noia, ma il suono della campanella fu una vera liberazione. Prese le sue cose più in fretta che poté ed uscì, mentre gli altri ancora parlavano tra di loro. Nessuno le aveva chiesto nulla, e per lei fu in sollievo. Cercò sull'orario la lezione successiva: Inglese, aula 3, era l'unica indicazione che aveva, così si affrettò, seguendo i foglietti con le indicazioni appesi ai muri e riuscì ad arrivare prima del professore. Prese posto ad uno degli ultimi banchi e guardò il rivestimento nero sotto le sue mani. Sentiva gli occhi degli altri studenti addosso, ma non osava alzare lo sguardo dalle sue mani.  Il vociare che la circondava si interruppe solo quando entrò in classe il professore. Era un uomo sulla quarantina, alto, moro e dagli occhi chiari. Ognuno si sedette e le voci si acquietarono mano a mano. Flynn aveva finalmente alzato gli occhi, e subito si sentì chiamare dall'insegnante. 
-Vieni solo un attimo.- le disse. 
Flynn si alzò e si avvicinò a testa bassa, tormentando le maniche del maglione bianco che indossava e che le arrivavano sulle mani. Quando fu vicina alla cattedra, con gli occhi dei compagni ancora fissi addosso, il professore parlò di nuovo.
-Sei Flynn, vero?- le chiese. 
Lei si limitò ad annuire.
-Ascolta- continuò l'insegnante -se ti trovi in difficoltà con qualche argomento delle mie lezioni, dimmelo. So che può essere difficile cambiare scuola.- Flynn sorrise. 
-Grazie.- disse. 
-Ah, ed io sono il professor Kaylee.- 
Flynn annuì e tornò a sedersi, prendendo dallo zaino il necessario per quell'ora. Il professore non fece presentazioni, e a lei la cosa non dispiacque affatto. Aveva appena preso il quaderno, quando sentì il professore dire: - Ben arrivato, Bloom. Volevi un invito scritto?-
Flynn alzò lo sguardo per vedere chi fosse il ragazzo. Alto, capelli mossi, né lunghi né corti, lineamenti spigolosi ed occhi castano chiaro, come i capelli: quello era Bloom. 
-Mi scusi professore- disse il ragazzo - mi ha trattenuto la Bonneville, per un'insufficienza ad un compito.- 
-Vai a sederti.- disse il professor Kaylee, con più dolcezza. 
Il ragazzo camminò fino al banco dove era seduta Flynn, e si sedette sulla sedia accanto alla sua. Si guardarono un attimo, poi lui le tese la mano. -Sono Orlando, un-altro-paio-di-nomi-in-mezzo che ti risparmio, Bloom. Piacere di conoscerti.- disse sorridendo, e Flynn rise sommessamente. 
-Piacere mio, sono Flynn Nicholson.- disse lei, poi gli strinse la mano.
-Flynn? Ma non è un nome da maschio?- chiese Orlando con un sorriso beffardo sulle labbra.
-Teoricamente.- rispose lei. -Ma a mia madre piaceva, per cui...- gli sorrise, era una cosa che le chiedevano molte persone, quindi stava provando a farci l'abitudine. 
-Mhh- si limitò a dire Orlando, poi seguirono entrambi la lezione.
-Flynn?- la chiamò Orlando dopo un po'.
-Si?- disse lei, girandosi nella direzione del ragazzo.
-Sei di Canterbury?- le chiese.
-No- rispose Flynn -Doncaster.- 
Orlando annuì e tornò a guardare il professore. La campanella suonò senza che a Flynn sembrasse passata un'ora, ciononostante iniziò a sistemare le sue cose nello zaino.
-Qual'è la tua prossima lezione?- chiese Orlando, infilando il libro nel suo zaino.
-Mh, non so. Aspetta che guardo.- gli rispose Flynn, e cominciò a cercare l'orario tra i libri. Lo tirò fuori trionfante e cercò la materia dell'ora successiva.
-Mhh... Arte.- rispose. -Tu?-
-Arte!- rispose Orlando senza esitazione.
Flynn sorrise e si mise lo zaino in spalla, poi uscì dalla classe con Orlando, seguendolo per dirigersi alla loro lezione successiva. La professoressa si era appena seduta in cattedra ed Orlando si avvicinò insieme a Flynn.
-Professoressa Swift, lei è Flynn.- disse presentandola.
-Grazie Orlando, vai al tuo posto. Flynn sa parlare anche da sola.- rispose l'insegnante. 
Orlando sorrise a Flynn, poi andò a sedersi su uno sgabello difronte ad una tela al centro dell'aula.
-Siediti lì, accanto a Bloom.- le disse la professoressa. -Cerca di seguire la lezione, se c'è qualcosa che non va... beh, se dovesse esserci ne riparliamo, adesso vai.- Flynn annuì ed andò a sedersi.
-Simpatica, uh?- le disse Orlando, con un tono di voce talmente basso che Flynn a stento riuscì ad udirlo.
-Tantissimo guarda!- gli rispose.
Entrambi cercarono inutilmente di trattenere le risate, ma invano; così finirono per ridere portandosi le mani davanti la bocca.
-Oggi farete un ritratto della persona che vi è accanto. Potete scegliere la tecnica che volete. Faccio girare la Polaroid, così potete fare una foto.- disse l'insegnante. 
La macchina fotografica iniziò a girare nelle mani degli alunni, fin quando arrivò anche a Flynn e Orlando.
-Sorridi.- le disse lui, prima di scattare la foto. 
Flynn guardò l'obbiettivo e accennò un sorriso, che si ingrandì appena Orlando fece la faccia più strana che lei avesse mai visto. Guardarono la foto che era appena uscita dalla fotocamera.
-Perfetta.- affermò Orlando. -Sei uscita benissimo.-
-G-grazie- rispose Flynn balbettando.
-Ora tocca a te.-
Orlando tirò fuori uno dei suoi sorrisi migliori e Flynn scattò la foto. La osservò e approvò la riuscita, poi passò la Polaroid ad un'altra ragazza. 
Entrambi appesero la foto ad un angolo della tela per iniziare il disegno, poi presero l'occorrente. A Flynn bastarono matite ed un carboncino ed iniziò a disegnare Orlando. Guardando la foto per riprodurre ogni minimo dettaglio, memorizzò il viso di Orlando. La curva della mascella, il naso, la forma degli occhi ed il modo in cui i capelli si arricciavano.
Orlando faceva lo stesso. Per disegnare Flynn la guardava, in foto, più attentamente di come avesse fatto nell'ora precedente, rendendosi conto di quanto fosse bello il suo sorriso, di quanto fossero blu i suoi occhi e di come i capelli rossi le incorniciassero il viso, facendola sembrare ancora più dolce.
Nessuno dei due parlò durante il lavoro, erano entrambi intenti a riprodurre al meglio l'altro, senza commettere errori, per non rovinare la bellezza che vedevano nel compagno. La campanella segnò puntuale il termine della lezione, senza che i ritratti fossero finiti. Orlando fu il primo a sbirciare sul lavoro di Flynn che dava l'ultima ombra alla parte del viso che aveva disegnato. Si riconobbe in ogni tratto. Il ragazzo del disegno era identico a quello che guardava il foglio. 
-Sei bravissima.- le disse.
-Oh, grazie.- rispose Flynn, posando una matita. 
Si spostò subito per vedere il disegno di Orlando, e lo trovò perfetto. Il ragazzo aveva usato anche i pastelli, riproducendo al meglio ogni sfumatura di colore sulla parte di viso e di capelli che aveva disegnato.
-Anche tu sei molto bravo.- disse Flynn ammirata. Orlando le sorrise.
-Prossima lezione?- le chiese mentre uscivano dall'aula.
-Educazione fisica.- rispose lei, storcendo il muso. -La tua?- 
-Trigonometria.- rispose Orlando. -Allora ci vediamo a mensa.- continuò. Flynn annuì. -Per educazione fisica devi andare di là.- le disse e si allontanò nella direzione opposta.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Ciao a tutti! So che il prologo era cortissimo, ma era solo il prologo, quindi...
Anyway questo capitolo è più lungo e spero davvero che vi piaccia. E' la prima fanfiction che scrivo su Orlando, attore che ho amato fin da quando avevo qualcosa come tre anni, perchè mio papà era appassionato del "Signore Degli Anelli" ed io amavo Legolas. Recensite, sono curiosa di sapere cosa ne pensate; un bacio,
Val xx

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Due ***


Due
-Parlami di te.- disse Orlando. Era seduto in mensa insieme a Flynn, e si rigirava tra le mani il tappo della bottiglietta d'acqua ormai vuota.
-E cosa dovrei dirti?- chiese lei.
-Tutto. Tipo il tuo colore preferito... Cose così!-
-Il mio colore preferito, uh?! Il blu. Il blu dell'oceano in inverno, con il vento e le onde che si infrangono rumorosamente a riva. Hai presente?- rispose Flynn.
-Non ho mai visto l'oceano- disse Orlando -ma da come l'hai descritto sembra tipo WOW!-
Flynn rise. 
-Neanch'io l'ho mai visto.- confessò. -Almeno non dal vivo. Mia madre però ha una vecchia foto, scattata tempo fa in America. L'ho visto solo in quella foto, e ho provato ad immaginare il rumore che fa, la sua forza...-
Orlando la guardò ammirato.
-Sei... Speciale. Tu sei speciale, Flynn Nicholson.-
La ragazza arrossì nascondendosi dietro i lunghi capelli rossi.
-E il tuo colore preferito? Qual è?- chiese Flynn togliendosi dall'imbarazzo. 
-L'arancio del Sole mentre scende dietro le case. È banale rispetto al tuo.- rispose Orlando.
-No, non è banale, affatto.- 
Sorrisero entrambi.
-E il tuo fiore preferito?- riprese Flynn.
-Oh, non saprei.- rispose Orlando -Forse... Forse il girasole. Si, il girasole. Il tuo?-
-È anche il mio fiore preferito.- rispose Flynn. 
Avrebbero potuto continuare a parlare per ore, ma la pausa pranzo finì.
-Che lezione hai?- chiese Orlando. La domanda ormai era diventata abituale. 
-Scienze, tu?- rispose Flynn con l'orario in mano.
-Educazione fisica.- rispose Orlando. Flynn avrebbe giurato di averci sentito una nota di tristezza, ma decise di non farci troppo caso. 
-Ci vediamo all'uscita?- chiese Flynn.
Orlando annuì, e si diressero in direzioni opposte fuori dalla mensa.
Flynn passò l'ora successiva a pensare a come Orlando fosse stato gentile con lei, quel giorno. Le sembrava un sogno aver trovato qualcuno così. Ma cercò di non illudersi troppo; sapeva che da un momento all'altro la magia sarebbe potuta finire, e sarebbe stato come se non fosse mai successo nulla. 
Mentre il professore blaterava di piante e robe simili, Flynn si rigirava una matita tra le mani, fin quando non la posò sul foglio del quaderno che aveva davanti ed iniziò a disegnare. La sua mano tracciò delle case e poi colorò il cielo al tramonto,  come se il sole fosse appena sceso dietro i palazzi. "Il colore preferito di Orlando" pensò. Poi la campanella suonò, e Flynn lentamente risistemò tutto nello zaino, se lo mise in spalla ed uscì dalla classe. Fuori, appogiato al muro che si fissava i piedi, c'era Orlando.
-Ehi!- lo saluto Flynn, sorpresa, avvicinandosi a lui. Orlando alzò lo sguardo e sorrise.
-Ehy.- rispose al saluto, ancora sorridendo. -Torniamo a casa?- chiese.
-Uh-hu- rispose Flynn. -Tu dove abiti?- gli domandò subito dopo.
Orlando disse il suo indirizzo.
-Aspetta... Ma... E' la casa difronte la mia?!- disse Flynn sorpresa.
-Davvero?-
La ragazza annuì. 
-Okay, wow, andiamo!-
Uscirono da scuola continuando a parlare del più e del meno.
-Qual è il tuo libro preferito?- chiese Flynn ad un certo punto, quando ormai erano vicini alle loro case.
-Io, hum, non leggo molto.- rispose Orlando rabbuiandosi.
-Oh.- si limitò a dire lei, stringendosi subito dopo nel suo giubbino e protegendosi il corpo dal vento che si era alzato.
-Ti va di vederci questo pomeriggio?- chiese il ragazzo.
-Certo. Vieni tu da me. Facciamo per le cinque?-
Orlando annuì, sorrise a Flynn ed entrambi entrarono nella rispettiva casa.

-Sono a casa!- urlò Flynn, chiudendosi la porta alle spalle e buttando a terra lo zaino.
-Com'è andato il primo giorno di scuola?- chiese sua madre, uscendo dalla cucina con uno strofinaccio in mano.
-Bene!- rispose Flynn, e appese il suo giubbino all'appendiabiti. -Ho conosciuto questo ragazzo, che abita difronte a noi. Questo pomeriggio ci inontriamo qui e... nulla.-
-Seguite dei corsi insieme?- si informò Jocelyn.
-Si, inglese e arte.- rispose Flynn. -Vado in camera. -Aggiunse subito dopo, e salì le scale.-


-Ciao.- Orlando salutò sua madre e sua sorella, sedute al tavolo della cucina a bere del caffè.
-Ciao, com'è andata oggi?- chiese sua madre.
-Bene. E' arrivata una nuova ragazza, abita qui difronte e- fece un respiro profondo. -ho preso un'altra insufficienza con la Bonneville.-
-Di nuovo?- la voce della madre era senza espressione. Orlando annuì con le lacrime agli occhi.
-Non so cosa fare. continuo a studiare, quella continua a fregarsene. Io non so come fare, non riesco a fare più di questo.- era sull'orlo delle lacrime. Sua sorella, Samantha, gli accarezzò una spalla. Orlando mugugnò un "mi dispiace" prima di salire le scale correndo ed arrivare in camera sua. Si chiuse la porta alle spalle e si buttò sul letto. Le lacrime iniziarono ad uscire copiose dai suoi occhi, mentre pensava solo ahe avrebbe continuato a deludere sua madre ancora ed ancora.

Dalla sua camera, attraverso l'enorme finestra, Flynn riusciva a vedere quella che doveva essere la stanza di Orlando. Si sedette sul letto e iniziò a scarabocchiare sul blocco da disegno. Quando alzò lo sguardo vide Orlando buttato sul letto, e da come il suo corpo era scosso, avrebbe giurato che stesse singhiozzando. Prese una gomma, aprì la sua finestra, e tirò la gomma su quella di Orlando. A quel rumore il ragazzo alzò la testa, e,quando vide lo sguardo preoccupato di Flynn, si affrettò ad asciugarsi le lacrime ed aprire la finestra.
-Che c'è che non va?- chiese la ragazza.
-Tutto, credo.- rispose lui. Poi si sentì una voce che lo chiamava. -Ti dico dopo.- si affrettò a dire, chiuse la finestra e uscì dalla stanza. 
Flynn chiuse la sua e si sedette di nuovo a disegnare.


-Entra.- disse Flynn aprendo la porta ad un Orlando tutto infreddolito. -Lei è Jocelyn, mia madre.- dise subito dopo, prendendo il giubbino del ragazzo e sistemandolo.
-Piacera signora, io sono Orando.- il ragazzo allungò la mano.
-Piacere Orlando. Chiamami solo Jocelyn.- disse la donna, prendendo la mano del ragazzo e stringendola.
-Noi andiamo su.- si intomise Flynn e, sorridendo ad Orlando, lo portò al piano superiore.
-Allora? Cos'è successo prima?- gli chiese appena furono entrati nella stanza della ragazza.
-E' bello qui.- disse Orlando, cambiando discorso.
-Non provare a cambiare discorso- lo ammonì Flynn, poi, non ricevendo risposta dal ragazzo: -Allora?-
-Ma no, nulla.- disse Orlando fissandosi le mani e sbuffando leggermente.
Flynn annuì e prese anche lei a fissarsi le mani come se fossero la cosa più interessante al mondo. Poi si alzò, andò verso la libreria e tirò fuori un libro: "Lo Hobbit" diceva la copertina. Lo porse ad Orlando.
-Lo so, mi hai detto che non leggi molto, ma leggi questo. E' il mio preferito, ti piacerà.- Orlando sorrise ed annuì, guardando gli occhi blu della ragazza che aveva difronte.
----------------------------------------------------------------------------------
Ccccciao a tutti! Prima cosa: scusate il ritardo. Ho avuto da fare e per nulla il tempo di scrivere. Seconda cosa: susatemi (di nuovo) se il capitolo è corto, ma non ho molta ispirazione in questi giorni.
Un'altra cosa ancora, poi vi lascio andare. Se ci sono degli errori, fatemeli notare, perchè il mio computer non me li fa vedere.
Ps: ringrazio Lauretta_03 per avre recensito il precendente capitolo e per aver messo la storia tra i preferiti. Grazie mille, davvero!
Pps: invito tutti voi a dire l vostra, mi farebbe davvero piacere :)
Ppps: la smetto con tutti sti Ps e vi lascio. Ciaooooo <3
Val

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2764551