Rebirth - Rinascita

di TanHayk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** Chapter 1 - Dove diavolo eri finito? ***
Capitolo 3: *** Chapter 2 - Gli amici non si dimenticano ***
Capitolo 4: *** Chapter 3 - Il giorno delle nozze ***
Capitolo 5: *** Chapter 4 - Ho bisogno del vostro aiuto ***
Capitolo 6: *** Chapter 5 - Di nuovo al Cheyenne Mountain Complex ***
Capitolo 7: *** Chapter 6 - L'arrivo su Chulak ***
Capitolo 8: *** Chapter 7 - Niktari e il nuovo nemico ***
Capitolo 9: *** Chapter 8 - Ferite e confusione ***
Capitolo 10: *** Chapter 9 - Non è finita ***
Capitolo 11: *** Chapter 10 - Il piano dei Tok'Ra ***
Capitolo 12: *** Chapter 11 - Cambiamento di programma ***
Capitolo 13: *** Chapter 12 - Il tradimento ***
Capitolo 14: *** Chapter 13 - Fuochi d’artificio ***
Capitolo 15: *** Chapter 14 - La luce ***



Capitolo 1
*** Intro ***


LEGGETEMI PER FAVORE

LEGGETEMI  PER  FAVORE!

 

Ciao a tutti! Sono l’autrice ^_^ (ma va!! Non lo avevamo mica capito! Ndlettori)

Questa è la mia prima fiction su Stargate SG-1, per cui siate buoni, e se volete commentate… i commenti sono sempre graditi, buoni o cattivi che siano, purché costruttivi!! ;)

Ho impiegato un anno intero per scriverla… e come previsto è diventata un po’ lunghetta. :D

E’ dedicata a B’Elanna, mia sorella, che mi ha fatto scoprire questo stupendo telefilm, a tutti i fan che la leggeranno…e ovviamente a Michael Shanks, il mitico, adorabile e insostituibile Daniel Jackson.

Concludo avvertendo i lettori che la fiction è ambientata in una realtà leggermente diversa da quella del telefilm, ma per la maggior parte corrispondente.

Spoiler naturalmente ce ne sono, fino alla fine della sesta serie, dato che lì sono arrivata finora con la visione; ogni altro risvolto è farina dal mio sacco.

Specifico poi che i personaggi non mi appartengono (ahimè, purtroppo, non so cosa pagherei perché non fosse così!! nda)… no neppure Daniel ç_ç (ma uffaaaaaa!!!! nda) , ma appartengono alla MGM / SHOWTIME / DOUBLE SECRETS RODUCTIONS / GEKKO / GLASSNER / WRIGHT,ANDERSON / GREENBURG (beati loro!! Nda) (ma la pianti di interrompere?? ndlettoriirritati) . La storia è strettamente a scopo d’intrattenimento e non ho nessuna intenzione d’infrangere copyright.

Tuttavia sono presenti nella storia dei personaggi non appartenenti allo show, creati da me e per i quali ho scelto dei volti noti per facilitare la lettura.

I personaggi sono (mi sento la direttrice del casting in questo momento… ^_^ nda) (Ma piantalaaaaaa!! Ndlettorispazientiti):

 

GENERALE JOHN ROWLEY* [Interpretato da PAUL GUILFOYLE** - (Jim Brass di CSI, nda)]: generale che sostituisce Hammond al comando dell’SGC, è severo e intransigente con i suoi sottoposti, ma è pronto a richiamare in servizio l’SG-1 su richiesta di Hammond, suo grande amico. Fin da subito si trova in conflitto con O'Neill, per via del carattere “particolare” del colonnello. E’ sposato e ha due figli, entrambi nell’esercito.

 

TESSA EVANS* [Interpretata da KEIRA KNIGHTLEY**]:  è una giovane archeologa, laureata da poco più di tre anni. Figlia di Maybourne e di una militare che ha poi sposato un altro uomo, è molto affezionata al padre biologico nonostante riconosca la meschinità di molte azioni passate del genitore. Sviluppa subito un rapporto di profonda amicizia con Daniel, e si integra molto bene nell’SG-1, intenzionata ad aiutarli nella loro missione. Viene coinvolta nella vicenda in quanto è la babysitter delle nipotine di Hammond ed assiste al loro rapimento.

 

NIKTARI*[Interpretata da CHARLIZE THERON**]: misteriosa e affascinante è il contatto Tok’Ra dell’SGC su Chulak, il pianeta natale di Teal'c, da sempre occupato dai Goa’uld. Fornisce alla squadra delle informazioni, e dimostra di provare un certo interesse per Daniel, con disappunto di Tessa.

 

N.B.

* Il personaggio è inventato da me e non è mai apparso all’interno della serie televisiva.

** Gli attori/attrici nominati non sono assolutamente collegati a Stargate Sg-1 in alcun modo, sono solamente coloro che sarebbero secondo me adatti a interpretare questi ruoli e spero non ne abbiano a male.

 

Ok, credo di aver detto tutto… (era ora! Ndlettoriannoiati) (e che ce posso fa’ io?? Nda)

Ora vi lascio alla lettura… a presto!

 

Tan’Hayk   --The Tok’Ra--

 

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Capitolo 2
*** Chapter 1 - Dove diavolo eri finito? ***


CHAPTER 1: (Dove diavolo eri finito

CHAPTER  1: (Dove diavolo eri finito?)

Quando aprì gli occhi, Daniel Jackson capì che era stato tutto un sogno, un’altra volta. Lo era sempre, perché ogni volta si illudeva che fosse reale? Perché ogni volta sperava che fosse reale? Sha’re era morta da molto tempo ormai e non sarebbe tornata, neppure per lui.

Dopo il congedo dell’ SG-1, avvenuto due anni prima, i vari componenti si erano allontanati da lui, o meglio, lui si era piano piano allontanato da loro. Samantha e Jack erano finalmente liberi di stare insieme, Teal'c aveva ottenuto la cittadinanza americana per “servigi resi alla Nazione” e insieme alla sua famiglia si era trasferito sulla Terra, e il generale Hammond era andato in congedo e si era trasferito in Canada. Daniel, forse a causa di questa sua nostalgia per Sha’re, ma soprattutto per le missioni SG-1 aveva preferito isolarsi e concentrare i suoi studi sull’archeologia “terrestre”. Ma neppure il suo antico amore per questa scienza gli dava pace e lui continuava a sentirsi spaventosamente solo. E anche spaventosamente abbandonato, dato che i suoi “amici” dell’ SG-1 non l’avevano più degnato neppure di una telefonata da sei mesi, da quando si era trasferito a Seattle.

Si alzò dal letto e guardando l’orologio si rese conto dell’ora: erano le 10 del mattino, aveva dormito per otto ore. Per molto tempo, dormire, e quindi sognare per lui era stata una sofferenza, rivivere ogni notte la sua vita con Sha’re, la sua cattura e la sua morte; aveva pensato che stare sveglio lo avrebbe aiutato a non pensare a lei, ma la veglia era addirittura peggiore del sogno. Almeno lì poteva ancora starle accanto, parlarle, ma da sveglio poteva solo ricordare quanto era bella, quanto l’amava. Ma non aveva pianto, in tutto quel tempo non aveva pianto, “Lei non avrebbe voluto!” aveva pensato, e aveva cercato di tirare avanti senza versare una lacrima, tentando di soffocare la voglia disperata di piangere. Ma ora era deciso a porre fine a tutto questo, erano passati anni e da tempo aveva deciso di voltare pagina, farsi una nuova vita; ma non sapeva come fare, non sapeva con chi costruirsi una nuova vita, non aveva niente e nessuno che lo aiutasse, era solo.

Il resto della mattinata trascorse con la lettura di un antico manoscritto ritrovato da un suo collega in Sud-africa. Dopo un frugale pranzo, Daniel, si decise che sarebbe stata ora di darsi una sistemata e uscire a comprare qualche “riserva” per la sua credenza ormai vuota. L’archeologo era in uno stato a dir poco pietoso, da più di una settimana non si radeva la barba e il suo pettine stava per darlo disperso. Ma non era sempre stato così, all’inizio si incontrava con i suoi amici dell’ SG-1, ma li aveva piano piano allontanati da sé e si era rifugiato nel suo appartamento, l’ultima volta che aveva sentito Jack o Sam o chiunque altro era stato sei mesi prima. Da allora era perennemente in quello stato pietoso in cui ogni azione che non sia più che essenziale per la sopravvivenza viene scrupolosamente allontanata dalla mente e l’archeologia, che per il dottor Jackson era una ragione di vita, forse l’unica rimasta, era l’unica cosa che lo separava dal poter essere paragonato ad un bradipo, non tanto per pigrizia, ma per inattività.

Si avviò verso il bagno intenzionato a darsi un aspetto umanamente accettabile, ma prima che potesse raggiungerlo qualcuno bussò alla porta d’ingresso.

-Chi è?-

-Chi credi che sia, E.T.? Avanti apri, archeologo dei miei stivali! Lo so che sei lì dentro!- rispose una voce familiare e adirata da dietro la porta

-JACK!- replicò Daniel spalancando di colpo la porta e trovandosi davanti il vecchio amico -Anche per me è un piacere vederti!- aggiunse sarcastico

-Accidenti, allora è vero! Sei ancora vivo, ma dico, è il caso di sparire così?! Diavolo potevi almeno farci sapere dove ti eri trasferito!- sbraitò tutto d’un fiato Jack, con aria furente ignorando completamente l’amico ed entrando in casa.

-Cosa!? Ma . . .- tentò di dire Daniel chiudendo la porta sbalordito dal comportamento del colonnello, ma fu subito interrotto

-Niente “ma”! Se volevi tagliare i ponti bastava dirlo! Ci sono voluti sei dannatissimi mesi a rintracciarti!-

-Ma . . .- di nuovo non riuscì a proferire parola prima che Jack ricominciasse la sua sfuriata

-Ho detto niente ma!!! Insomma, non hai altro da dire che un semplice e stupido “ma”!? Accidenti forse è veramente stato un errore cercarti, avrei dovuto lasciarti nel tuo . . . ehm . . . appartamento!- e si guardò intorno un po’ perplesso vedendo il disordine e l’abbandono che si rispecchiavano anche in Daniel. –O forse no . . . – aggiunse poi abbassando il tono, accorgendosi per la prima volta veramente dell’aspetto dell’archeologo e rendendosi conto che forse stava esagerando.

-Jack! Accidenti, sei sempre il solito diplomatico eh? Se mi lasciassi parlare e non continuassi a interrompermi riuscirei a mettere insieme qualcosa che non sia un “ma”!- Daniel era un piuttosto irritato dal comportamento di Jack, in fondo lui aveva lasciato un recapito, in una lettera indirizzata all’amico. I due si sedettero sul divano, spostando i numerosi appunti dell’archeologo, riguardanti varie traduzioni di manoscritti Sud-africani.

-Allora- disse Jack cercando di calmarsi, era diventato rosso in viso dopo la scenata -Si può sapere che fine hai fatto? Perché sei sparito senza farci sapere dove andavi?-

-Io non sono affatto sparito, mi sono trasferito e voi lo sapevate!- Daniel era ancora un po’ seccato, ma il cambiamento di atteggiamento di Jack si rifletteva anche su di lui.

-Come no! E a chi avresti lasciato detto?-

-A te, Jack! Non hai ricevuto la mia lettera?-

-Quale lettera?- Jack sembrava confuso -Di che diavolo stai parlando?-

-Quella che ti ho spedito appena arrivato qui!-

-E dove l’avresti spedita?-

-A casa tua e dove altrimenti!?- Daniel era piuttosto spazientito

Jack sorrise -Ti ho mai detto che sei un idiota?-

-Sì, credo che tu me l’abbia detto diverse volte, perché?- Daniel aveva colto il sarcasmo nella voce dell’amico

-Perché mi sono trasferito a casa di Sam da un bel pezzo, e in casa mia ci vive Sarah!- il colonnello aveva una faccia a metà tra il divertito e il disperato -Come ben sai la mia cara ex-moglie evita in tutti i modi di rivolgermi la parola e probabilmente ha gettato ogni lettera indirizzata a me senza neppure avvertirmi. Sembra che quella donna voglia cancellarmi dalla faccia della terra!-

-C-cosa?- Daniel non poteva credere alle sue orecchie –Ma . . . E quando ti saresti trasferito da Sam?-

-Mi ci sono trasferito circa un mese e mezzo prima che tu scomparissi. Intendi dire che non lo sapevi?-

-Beh, Jack, non che tu ti sia mai premurato di dirmelo . . .-

-Oh oh . . .- Jack si era reso conto dell’errore che aveva commesso - . . . Sam mi ucciderà!-

-Sempre che non lo faccia prima io!- ribatté Daniel ridendo

-Già. Beh, mi dispiace per essere entrato in casa tua sbraitando come un pazzo furioso-

-Non è colpa tua Jack, avrei potuto telefonare. Sai, mi mancavate- Daniel si fece più serio

-Perché non l’hai fatto allora?-

Vi fu una pausa durante la quale Daniel si alzò e andò alla finestra.

-Beh, ho pensato che se non vi facevate sentire era perché non vi importava un granché di me- lo sguardo dell’archeologo era veramente triste mentre pronunciava queste parole, ma Jack non poteva notarlo; Daniel gli dava le spalle mentre scrutava il cielo nuvoloso.

-Io l’ho sempre detto che a furia di tradurre vecchi testi anche il tuo cervello si sarebbe mummificato!! Ma come ti salta in mente di dire o anche solo di pensare una cosa del genere!?!?!?- Jack era sbalordito e se l’amico non fosse stato così lontano gli avrebbe certamente mollato un bel ceffone -Se non ci fosse importato di te, ti sarei venuto a cercare?-

-Grazie- Daniel si era voltato di nuovo verso l’amico, sorridendo, con gli occhi lucidi. Anche Jack sorrise.

-Adesso che abbiamo chiarito, mi spiegheresti esattamente come hai fatto a ridurti in questo stato?- il colonnello stava indicando alternativamente l’archeologo e il suo appartamento

-Sono troppo impegnato nelle traduzioni per mettere in ordine- inventò Daniel

-Avanti, ti conosco da troppo tempo per credere ad una balla del genere. Voglio la verità.-

Per qualche istante vi fu un silenzio triste.

-Sha’re- mormorò Daniel cupo “Sha’re è morta, l’SG-1 non esiste più, non ho più una valida ragione per andare avanti . . .” aggiunse mentalmente.

Aveva pronunciato il suo nome a voce alta molte volte, ma mai davanti a qualcuno, soprattutto davanti a qualcuno che conoscesse la storia che stava dietro a quel nome. Ma con Jack era diverso, lui poteva comprendere ciò che provava nel pronunciarlo.

-Ora capisco.- nella mente di Jack balenò per un attimo l’immagine di Charlie, il figlio morto anni prima -Comunque non ti permetterò di rimanere in questo stato!-

-Cosa?- il colonnello stava già spingendo verso il bagno l’amico

-Devi darti una ripulita, io al mio matrimonio non ti ci voglio così conciato!- alla parola “matrimonio” il viso di Daniel si era contratto in una maschera di sorpresa mista a confusione.

-Matrimonio?- Jack, che rideva della perplessità dell’amico, lo spinse nel bagno e chiuse la porta

-Ora non uscire di lì finché non sarai presentabile, poi ti spiegherò tutto!-

-Tu e Sam vi sposate!?!?!?-

-No, guarda, credo che mi sposerò con Anise!- il sarcasmo di Jack era fuori luogo dato che la domanda di Daniel era più che seria. -Ora se hai finito di fare domande idiote sbrigati, io ti aspetto in salotto-

-Hai qualche altro ordine, colonnello?- ora era Daniel ad essere sarcastico, ma purtroppo per lui, Jack non lo era.

-Sì, quando hai finito in bagno, fai la valigia, abbiamo il volo tra due ore!- gli urlò Jack dal salotto mentre, facendosi spazio tra gli appunti sul divano, accendeva la tivù con il telecomando faticosamente recuperato tra le montagne di fogli.

 

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Capitolo 3
*** Chapter 2 - Gli amici non si dimenticano ***


CHAPTER 2: (Gli amici non si dimenticano)

CHAPTER 2: (Gli amici non si dimenticano)

Daniel passò quasi tre quarti d’ora nel bagno; ne uscì dopo una lunga doccia, con la barba rasata e i capelli in ordine (da un po’ di tempo li aveva fatti crescere come quando abitava su Abydos), mentre Jack era ancora sul divano a guardare la tivù.

-Ma è possibile che tu non abbia nemmeno una birra in frigorifero!?- esclamò quando vide l’amico uscire dal bagno

-Lo sai che non amo particolarmente la birra! Comunque, a che ora abbiamo il volo?-

-Tra poco più di un’ora, quindi sbrigati!-

-Agli ordini colonnello!-

-In congedo!- precisò Jack

Daniel prese lo stretto necessario, lo infilò in una piccola valigia e si diresse in salotto.

-Possiamo andare?-

-Certo!-

L’archeologo chiuse finestre e porta d’ingresso, prese la valigia e chiamato un taxi i due amici si diressero verso l’aeroporto.

Daniel era fuori di sé dalla gioia all’idea di rivedere i suoi amici, ma soprattutto era felice perché aveva saputo che non l’avevano abbandonato, ma l’avevano cercato e avevano fatto molta strada per lui.

Il viaggio non durò molto e all’ora di cena stavano già percorrendo il vialetto d’entrata della casa di Sam. Appena entrati furono accolti da Teal'c, la cui famiglia era rimasta a casa, e dalla donna, che prima abbracciò Daniel, poi lo guardò con aria di rimprovero

-Sono felice di vederti Daniel Jackson- disse Teal'c facendo il tradizionale saluto Jaffa

-Ma dove sei stato in tutto questo tempo!? Ci sono voluti sei mesi per trovarti!!!- Sam era desiderosa di sapere che fine avesse fatto l’amico.

-Sam, avanti, non prendertela con lui, in fondo non è colpa sua . . .- Jack non era particolarmente felice di affrontare l’argomento, sapeva che la fidanzata si sarebbe sicuramente arrabbiata una volta confessato l’errore

-Che vorresti dire?-

-Vedi, lui aveva spedito un recapito, ma per un malaugurato incidente non l’abbiamo ricevuto . . . – il colonnello era molto cauto nello scegliere le parole

-Ah, capisco. E quale sarebbe stato questo malaugurato incidente?-

-Beh, Daniel ha spedito la lettera a casa mia, senza sapere che mi ero trasferito qui e Sarah ha probabilmente gettato la lettera. Sai com’è, sono cose che succedono, distrazioni trascurabili . . .-

-Ora capisco fino in fondo! E dimmi, questa “distrazione trascurabile” non sarà che tu non hai avvisato Daniel che ti eri trasferito da me?-

-In effetti sì . . .- Jack sapeva che Sam stava per andare su tutte le furie

-Non mi sembra il caso di discutere ora! Non vorrei sembrarvi egocentrico, ma vi rivedo dopo sei mesi e la cosa migliore non è litigare!-

-Daniel ha ragione! Che accoglienza sarebbe da parte nostra se ci mettessimo a discutere ora, davanti a lui?- Jack aveva afferrato la sua unica ancora di salvezza

-E va bene, tanto sai già quello che ti avrei detto Jack: incosciente, irresponsabile, eccetera- Sam era felice di non dover rimproverare il futuro marito e sorrise – Ah, Daniel, puoi dare a Jack la valigia, la porterà nella tua stanza-

-La mia stanza!?-

-Sì, cosa credevi che ti avremmo lasciato a dormire in giardino?-

-Beh, pensavo che sarei andato in hotel-

-Non dire idiozie Daniel! Davvero hai creduto che appena arrivato qui ti avremmo scaricato in uno squallido hotel? In fondo sei uno di famiglia! Avanti, ti mostro la tua stanza- detto questo Jack prese la valigia e fece cenno all’amico di seguirlo lungo il corridoio. Arrivati nella stanza il colonnello posò la valigia e accese la luce.

-Daniel, ascolta, vorrei chiederti un favore-

-Dimmi, Jack-

-Beh, fra tre giorni mi sposo e mi chiedevo se ti andasse di farmi da testimone-

-Come!? Io!?-

-A quanto mi risulta sei l’unica persona in questa stanza oltre me. Quindi: sì, tu!-

-Accidenti Jack, non so cosa dire!-

-Prova a dire “sì”-

-Certo Jack, sarebbe un piacere e un onore per me!-

-Bene, allora siamo d’accordo! Sistemati pure, la cena sarà pronta fra poco. Ti aspetto in salotto.- disse il colonnello avviandosi verso il salotto

-Jack . . .grazie!- disse Daniel all’amico che al suo richiamo si era fermato sulla soglia

-Figurati Daniel! Te l’ho detto: nonostante non ci vediamo da un po’ sei e resti uno di famiglia!-

La cena e la serata furono le più piacevoli che Daniel aveva trascorso negli ultimi due anni, l’SG-1 non era del tutto persa e questo lo rincuorava.

-Ti ricordi quella stupida serie televisiva che si ispirava all’SGC?- Daniel era preso dai ricordi come tutti gli altri.

-Accidenti se mi ricordo! Avevano scelto un attore che non aveva neanche un briciolo del mio fascino!- Jack rideva ripensando al programma televisivo.

-Come si chiamava quella serie?- chiese Sam

-Wormhole X-treme!- precisò Teal’c

-E quella volta su P5X472 . . .

La serata proseguì tra risate e ricordi, dopo tanto tempo Daniel si sentiva veramente felice e riusciva a non pensare al grigiore in cui aveva vissuto negli ultimi tempi. Ma vedendo i suoi amici lì riuniti, a scherzare e ricordare i bei tempi, un pensiero si affacciava nella sua mente sfocato e indefinito, qualcosa che lui respingeva, qualcosa di negativo.

A fine serata Teal'c tornò a casa e ognuno andò nella sua stanza allegro, un po’ per la bella serata trascorsa, un po’ per il vino. Daniel andò a dormire con un senso di serenità che non provava da molto, ma sempre con quella sensazione negativa nel cuore, che mitigava la sua felicità. Si addormentò dopo poco, pensando al giorno delle nozze di Sam e Jack, nozze che si sarebbero svolte tre giorni dopo.

 

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Capitolo 4
*** Chapter 3 - Il giorno delle nozze ***


CHAPTER 3: (Il giorno delle nozze)

CHAPTER 3: (Il giorno delle nozze)

Il giorno tanto atteso, quello delle nozze tra Sam e Jack, era finalmente arrivato.

La sala del ricevimento era addobbata di fiori di ogni colore e Daniel era pervaso da un senso di conforto nel rivedere tanto facce a lui care, come Jonas Quinn, giunto da Kelowna in mattinata e in partenza subito quella sera per faccende diplomatiche, il generale Hammond, accompagnato dalle sue nipotine Tessa e Kayla, ormai cresciute, la dottoressa Janet Fraiser, testimone della sposa, in compagnia della figlia Cassandra, Jacob e alcuni degli ufficiali ancora in servizio nell’SGC, tra cui il maggiore Ferretti. Daniel osservava le persone a lui care, non le rivedeva da così tanto tempo!

All’improvviso sentì una mano toccargli la spalla e si girò di scatto

-Daniel, che piacere vederti!-

-Skaara! Quanto tempo! Pensavo vivessi su Abydos!- era strano per Daniel vedere Skaara con dei vestiti terrestri

-In effetti sì, ma ho ottenuto un permesso speciale dal comandante dell’SGC per venire al matrimonio di O'Neill!-

-Mi fa davvero piacere vederti! E dimmi tuo padre, Kasuf, come sta?-

-Come sempre, indaffarato. Sarebbe venuto anche lui, ma dice di essere troppo vecchio per viaggiare, soprattutto con il Chaapa’ai.-

-Come va la vita su Abydos, il nostro ambasciatore si è ambientato?- l’SGC aveva inviato un ambasciatore a vivere su Abydos, come segno dell’alleanza dei due pianeti e per tenere le comunicazioni

-Sì, abbastanza. Ma mai come ti eri ambientato tu . . .- si avvertiva un filo di malinconia e di tristezza nella voce di Skaara

-Già, mi manca Abydos, era l’unico posto che potevo chiamare “casa”-

-E perché non sei tornato allora!?-

-Lo sai, Skaara! Nonostante quel posto mi manchi, non riuscirei a viverci di nuovo, non dopo quello che è successo anni fa!- Daniel si riferiva al rapimento di Sha’re da parte di Apophis

-Non puoi tormentarti in eterno, Daniel! Non sei responsabile di quello che è successo!-

-Lo so, Skaara, è solo che quando penso ad Abydos, immediatamente mi viene in mente lei! Sto cercando di superare questa cosa da troppo ormai, e non ci riesco!- Daniel non aveva mai confidato a nessuno i suoi sentimenti, ma Skaara era il fratello di Sha’re, lui poteva capire.

-Anche a me manca Daniel, ma dobbiamo andare avanti! Sha’re è morta anni fa e non possiamo smettere di vivere anche noi! Sai quanto le volessi bene, e la conoscevi abbastanza da sapere che lei non vorrebbe che tu stessi così!-

-Hai ragione, Skaara, devo solo trovare il modo per smettere di soffrire-

-Ora non è il momento della tristezza, dobbiamo essere felici per Samantha e O'Neill! E poi tu adesso hai un discorso! Quindi, fatti coraggio e sii allegro! E’ il miglior modo per farla felice!-

Daniel sorrise all’amico, dopo tanto tempo si sentiva un po’ sollevato dal peso della morte della moglie.

Era giunto il momento del brindisi e tutti diressero lo sguardo verso gli sposi e i testimoni

-Il discorso Daniel!- esclamò il maggiore Ferretti

Daniel prese il bicchiere e si schiarì la voce

-Bene, non sono mai stato bravo in queste cose, ma farò del mio meglio. Dunque innanzitutto faccio i miei auguri agli sposi! Poi voglio fare i complimenti a Sam, che ha avuto un coraggio notevole a sposare Jack, tutti qui lo conosciamo e sappiamo quanto sia difficile da trattare a volte!- Jack assunse un aria perplessa ma divertita -Ora, devo fare i complimenti anche a Jack, tutti sappiamo quanto sia insofferente agli scienziati, io l’ho provato di persona! Quindi anche lui ha avuto un coraggio incredibile a sposare Sam!- Sam assunse la stessa aria di Jack -Con tutto ciò voglio dimostrare una cosa: questi due miei “coraggiosi” amici si amano davvero in un modo eccezionale, un modo che le parole non possono descrivere, altrimenti non saremmo qui! Vi auguro di essere felici  per tutta la vita, e che i vostri figli . . . prendano da Sam!- risate generali -Vi voglio bene ragazzi!- Daniel sorrise affettuosamente agli sposi, che ricambiarono il sorriso.

-Grazie Daniel, è stato un bel discorso!- prima Sam e poi Jack abbracciarono amichevolmente l’archeologo.

Il resto della festa trascorse tra musica e chiacchiere, tra un bicchiere e un ballo, fino a sera. Gli invitati si congedarono uno alla volta dagli sposi, facendo gli auguri. Rimasero in pochi: Jonas, Hammond e le sue nipotine, Janet e Cassandra, Teal'c, Skaara, Daniel e ovviamente gli sposi. Quest’ultimo gruppetto si trattenne ancora per qualche minuto, poi, dato che Jack e Sam il mattino dopo avrebbero dovuto prendere l’aereo per la luna di miele, la compagnia si sciolse. Daniel tornò nella stanza di albergo che aveva affittato dal giorno prima, riteneva di aver dato abbastanza disturbo a Jack e Sam, e poi non voleva fare il terzo incomodo la prima notte di nozze. Così li aveva convinti a lasciarlo andare in hotel, dove sarebbe rimasto fino al loro ritorno, tre settimane dopo. “E poi?” si domandò dando forma al pensiero negativo che lo aveva perseguitato in quei giorni e che aveva respinto per più tempo possibile “E poi che sarà di me?” non voleva tornare nel suo appartamento di Seattle, era grigio e triste e lui era deciso a cambiare vita, a voltare pagina. “Devo traslocare! Non posso più tornare in quell’appartamento, tornerò a vivere in questa città. Devo smettere di isolarmi, domani andrò a cercare un’agenzia immobiliare e troverò una casa qui!” la decisione fu piuttosto tempestiva, ciononostante lo rincuorò e si addormentò con un lieve sorriso sulle labbra. Anche quella notte sognò la moglie, però questa volta sorrideva, non veniva uccisa, era felice e questo lo rincuorò e allo stesso tempo lo turbò, non capiva il motivo per cui la moglie gli sorrideva; perché lui sapeva che Sha’re gli stava sorridendo da lassù, sapeva che era lei che gli inviava un segno, ne era convinto, ma non ne capiva il significato.

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Capitolo 5
*** Chapter 4 - Ho bisogno del vostro aiuto ***


CHAPTER 4: (Ho bisogno del vostro aiuto)

CHAPTER 4: (Ho bisogno del vostro aiuto)

Nelle tre settimane che trascorsero da quando Sam e Jack erano partiti a quando tornarono, Daniel si era adoperato per trovare un appartamento, cosa che non gli fu poi molto difficile; sbrigò tutte le pratiche del caso, fece trasferire la sua roba da Seattle e mise un annuncio di vendita del suo vecchio appartamento. Fu una decisione fulminea e fulminea fu la sua realizzazione, non era certo da Daniel, ma da quando si era risoluto a tornare in quella città era come se si fosse tolto un peso dalla coscienza, infondo lui poteva lavorare anche lì, come aveva sempre fatto.

Non si era neppure reso conto che erano passate tre settimane, tanto era stato indaffarato con il trasloco e i passaggi burocratici, quando tornarono Sam e Jack. Ad attenderli all’aeroporto c’erano lui e Teal'c.

-Ehi, ragazzi, che ci fate qui?- chiese Jack sorpreso di vedere entrambi gli amici ad attendere lui e la moglie

-Che domande! Siamo venuti a prendervi, coraggio sbrighiamoci!- rispose Daniel

-Che ti è successo Daniel? Sembri, non so . . . euforico-

-In effetti, Daniel Jackson, ho notato anch’io il tuo strano comportamento negli ultimi giorni- intervenne Teal'c

-Beh, forse mi ha fatto bene cambiare aria . . .- Daniel era incerto se dire subito agli amici che si era trasferito in città, voleva fare loro una sorpresa

-Che intendi dire?-

-Lo capirai, Sam, lo capirai. Adesso andiamo che è tardi!-

E così dicendo si incamminarono verso l’uscita. Il viaggio trascorse con il racconto di Sam di quanto fosse stato incredibile nuotare con i delfini, di quanto sia stato difficile convincere Jack a ballare durante le serate organizzate sulla nave da crociera, e così via.

Non appena arrivati alla casa dei due sposini, Daniel e Teal'c si offrirono di aiutarli con le valige; stavano camminando lungo il vialetto, con Sam in testa alla fila quando si sentì una voce familiare proveniente dal portico di fronte all’entrata.

-Oh, ecco i nostri ragazzi! Era ora, è un po’ che aspettiamo!- Hammond era piuttosto felice di vedere i suoi amici, forse anche troppo

-Generale? Che ci fa qui?- Jack squadrò da capo a piedi l’uomo e la figura che gli stava accanto

-Beh, se vi dicessi che sono qui solo per una visita di cortesia, mentirei. E mi dispiace anche disturbarvi . . . ma è meglio non parlare qui di fuori.-

I sei entrarono in casa e posate le valige si radunarono nel salotto

-Posso offrirvi qualcosa?-

-No, grazie lo stesso Sam- rispose Hammond

-Neppure io- rispose lo sconosciuto; era piuttosto robusto e non molto alto: in quanto a corporatura poteva decisamente far concorrenza al generale. Aveva radi capelli castani, gli occhi erano scuri, piccoli e acquosi, con qualcosa di ostile, di severo nello scrutare i quattro amici.

-Generale, è sicuro che questi siano gli uomini di cui mi ha così ben parlato? Un gigante con uno stemma in testa, un archeologo alquanto strambo e questi due sposini?- Daniel e Jack alzarono le sopraciglia con un’espressione più incredula che offesa, Teal'c piegò la testa di lato osservando attentamente l’uomo, e Sam fece una smorfia sorpresa e indignata. -Questa sarebbe l’SG-1?- a quest’ultima frase dello sconosciuto vi fu un vago senso di disagio tra i presenti che cancellò qualsiasi precedente impressione e pensiero; oltre al fatto che tutti nella sala avevano colto una vena di lieve disdegno nel riferire queste parole

-Tranquilli, sa chi siete e a cosa avete lavorato, non dovete preoccuparvi- Hammond, il cui tono era molto più serio di quello usato pochi minuti prima sotto il portico, aveva colto l’imbarazzo che si era creato tra i presenti alla parola “SG-1”.

-Già, sono al corrente dei vostri stati di servizio e dei vostri compiti nell’SGC-

-Mi scusi, con tutto il rispetto si intende . . . ma lei chi diavolo è?- Jack era piuttosto seccato dalla presenza dell’uomo in casa sua, aveva un modo assai fastidioso di trattare la gente.

-Già, forse è il caso che faccia le presentazioni! Ragazzi questo è il generale Rowley, il nuovo responsabile dell’SGC. E generale, sì questa è l’SG-1, la migliore squadra che abbia lavorato sotto il mio comando. Senza sminuire il lavoro degli altri, ovviamente. -

“Davvero l’SGC era finita in mano ad un uomo del genere? Se tratta così tutti gli ufficiali, è una fortuna che non io non lavori più lì.” Questa fu più o meno la reazione generale alla notizia.

Passò qualche secondo in cui l’SG-1 squadrò da capo a piedi l’uomo e viceversa, mentre Hammond aspettava il momento idoneo per parlare.

-Ragazzi, ho bisogno del vostro aiuto- tutti erano ancora presi a osservare Rowley e immaginarselo a capo dell’SGC, tanto che quasi non sentirono questa frase.

-Come?- chiese Daniel, che finora aveva assistito in silenzio al colloquio

-Sono qui per chiedervi aiuto, è accaduta una cosa molto grave. Se non fosse così, di certo non vi chiederei questo favore- Hammond sembrava imbarazzato nell’affrontare il discorso, non era da lui chiedere apertamente aiuto.

-Ci dica cos’è successo, generale- lo esortò Jack

-E’ successo due giorni fa, delle navi spaziali, dopo essere entrate nell’orbita della terra indisturbate, sono rimaste sospese sopra San Diego alcune ore. I cittadini erano letteralmente terrorizzati.-

-Cosa? No, non è possibile, i radar non hanno segnalato nulla?-

-Purtroppo no Sam, tutti i satelliti in orbita non hanno segnalato assolutamente nulla, come quelli degli Asgard.-

-Tutte le radio e le televisioni ne parlano, non avete sentito nulla?-

-No, sulla nave nessuno ha saputo nulla.- rispose Sam

-Teal'c, Daniel?- domandò Hammond

-No Sam, io non ho sentito né visto telegiornali nell’ultima settimana.-

-Io non ho saputo di alcuna nave spaziale Generale Hammond, io e la mia famiglia non usiamo molto vedere i vostri notiziari.-

-Alcune navicelle più piccole, simili agli Alianti della Morte sono addirittura atterrate.-

Vi furono diversi secondi di sconcerto e disagio tra i presenti.

-E noi che centriamo in tutto questo?- chiese all’improvviso Jack ricevendo occhiatacce da tutti i presenti, ricambiate da un’alzata di spalle -Che avete da guardare così, ho solo chiesto.-

-Quelle navi sapevano esattamente dove dirigersi.-

-Che intende dire?-

-Hanno lasciato un messaggio, nella nostra lingua-

-E come l’avrebbero lasciato questo messaggio?- Jack sembrava piuttosto perplesso

-Una semplice audiocassetta, i tecnici l’hanno esaminata e non ci hanno trovato nulla di anormale, una normale cassetta apparentemente registrata con un normale mangianastri.-

-Cosa dice il messaggio?- Sam, al contrario del marito, non era per nulla perplessa ma curiosa

-Dice “Generale Hammond, se le rivuole, ci dia i Tok’Ra. Altrimenti non le rivedrà mai più”-

-Di chi parlano? Hanno rapito qualcuno?- intervenne Daniel, che sembrava essere stato svegliato da un profondo stato di riflessione non appena sentita la frase.

-Sì, hanno rapito Tessa e Kayla, le mie nipotine- Hammond era piuttosto scosso

-Oh mio Dio! Non di nuovo!- borbottò sottovoce Daniel, e solo Sam lo sentì. Daniel rivisse in pochi istanti e per la milionesima volta il rapimento della moglie da parte dei Goa’uld e la sua morte.

-Sono umani, è sicuramente l’NID- sentenziò Jack scioccato dalla rivelazione ma sicuro di quello che diceva.

-Già, l’ho pensato anch’io, ma come hanno saputo dei Tok’Ra e che ero in grado di contattarli? Quest’ipotesi è decisamente da scartare, ma chiunque sia stato, come ha fatto a sapere che quelle erano le mie nipotine e che io avrei potuto essere loro utile? Oltretutto Tessa e Kayla non erano a casa, erano da una zia che non vedono molto spesso, come diavolo avranno saputo che erano lì??- Hammond era sull’orlo della disperazione e sembrava parlare più a se stesso che ai presenti.

-E poi l’NID non ha nessuna nave … che io sappia … - intervenne Jack screditando ulteriormente l’ipotesi da lui stesso proposta

-Non abbiamo idea di chi sia stato, ed è per questo che sono venuto da voi. Per chiedervi aiuto, siete la migliore squadra che abbia mai operato nell’SGC, e siete miei cari amici, ma se non ve la sentite, non dovete preoccuparvi di dirmelo . . .-

-Io ci sto- piantò lì Daniel prima che chiunque altro potesse parlare -Infondo, quando Sha’re è stata rapita, lei mi ha lasciato entrare nell’SG-1; glielo devo generale-

-Anch’io le devo molto generale Hammond, se sono sulla Terra è solo grazie a lei, e sempre lei mi ha aiutato a liberare Chulak dai Goa’uld. Sono con Daniel Jackson- aggiunse Teal'c

Jack e Sam si scambiarono un’occhiata fugace e del tutto superflua, dato che avevano pensato esattamente la stessa cosa

-Ci siamo anche noi!- assicurò Jack

Gli occhi di Hammond si velarono lievemente -Grazie ragazzi! Bentornata SG-1 . . .- a questa frase Daniel provò un tuffo al cuore, mai avrebbe immaginato che qualcosa o qualcuno potesse riportare “in vita” almeno quella parte della sua vita.

-Hammond, si è fatto tardi, forse è meglio andare- Rowley era rimasto in silenzio per tutto il tempo, osservando con i suoi occhietti penetranti tutti i membri dell’SG-1, uno per uno.

-Hai ragione John, meglio andare. Ragazzi, allora ci vediamo alla base, domani alle due. Vi ricordate la strada, vero?- detto questo, senza aspettare una risposta del tutto superflua,  si incamminò verso la porta, accompagnato da Rowley.

-Certo generale, come dimenticarla? A domani!- rispose Jack a nome di tutti

Non appena i due uomini se ne furono andati Daniel e Teal'c si accorsero che era ormai tardi e si prepararono a fare lo stesso.

-Daniel, se vuoi stare da noi, invece che in albergo, non c’è problema.- disse Sam

-Accidenti, che stupido! Con questa storia mi è passato di mente di dirvelo!-

-Dirci cosa?-

-Beh, Jack, mentre eravate via ho comprato casa e mi sono trasferito qui in città-

Jack e Sam rimasero pressoché sbalorditi dalla notizia

-Credevo che tu fossi il tipo che deve pensarci su un paio d’anni prima di fare una cosa del genere!-

-Di solito sì, ma cosa vuoi che ti dica? Istinto. Ora è meglio andare, ci vediamo domani alla base.-

I quattro amici si salutarono ed ognuno, tornato a casa, andò a dormire pensando al giorno successivo amareggiato dalla notizia appresa da Hammond, ma in qualche modo lieto di tornare in servizio.

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Capitolo 6
*** Chapter 5 - Di nuovo al Cheyenne Mountain Complex ***


CHAPTER 5: (Di nuovo al Cheyenne Mountain Complex)

CHAPTER 5: (Di nuovo al Cheyenne Mountain Complex)

Tutti e quattro arrivarono al Cheyenne Mountain Complex con almeno mezz’ora di anticipo. Nonostante la spiacevole situazione in cui si trovavano, erano lieti di tornare in quel luogo che era stata per loro una “casa” per tanti anni.

Si erano accordati d’incontrarsi fuori dalla base ed entrare tutti insieme, e così fecero. Erano nella sala riunioni quando arrivarono Hammond e Rowley, seguiti da alcuni avieri armati fino ai denti.

-Generale, ha spiegato loro che non siamo noi i cattivi qui?- chiese Jack riferendosi ai soldati

-Il suo sarcasmo è fuori luogo O'Neill- intervenne Rowley

-Veramente io stavo parlando con il Generale Hammond-

-Lo so benissimo, ma il fatto è che ora qui il capo non è più lui, ma io. Quindi se ha delle lamentele o delle richieste è pregato di rivolgersi direttamente a me.-

-Agli ordini, Generale ROWLEY.- rispose Jack scandendo bene l’ultima parola

-Bene, e già che ci sono ci terrei al fatto che tutti voi capiste che ora qui si fa a modo mio. Sono stato chiaro?- gli occhietti scuri erano più penetranti che mai

-Chiarissimo- rispose Daniel a nome di tutti.

-Dunque, prima di cominciare devo avvisarvi che un altro membro si unirà all’SG-1-

-Cosa? E chi sarebbe?- Jack si era innervosito parecchio durante il breve scontro con Rowley, e non si era ancora calmato

-Non vi preoccupate ragazzi, se la cava abbastanza bene con le armi-

-Quindi, Generale Hammond, suppongo che questo nuovo elemento non sia un militare.-

-Infatti, è un archeologo- intervenne Rowley rivolto a Jack

-No, non un altro scienziato!! Ma l’SGC non faceva parte dell’aviazione? Non dovrebbero esserci dei militari a formare le squadre? Senza offesa Daniel-

-Figurati Jack- replicò Daniel

-In teoria sì, ma i civili che lavorano nell’SGC sono tutti qualificati e sono di grande aiuto durante le missioni.-

-Signore, è arrivato- comunicò un aviere a Rowley.

-Fatelo entrare-

Nella stanza entrò una graziosa ragazza che non doveva avere più di ventisette anni, fisico slanciato, con i capelli e gli occhi castani. Indossava un paio di jeans stretti e scuri, e una maglietta nera a maniche corte.

-Archeologo, eh?- domandò sarcastico Jack, guadagnandosi un’occhiataccia da parte dei presenti

-Buongiorno, scusate il ritardo.-

-Si figuri signorina, si sieda pure.- la invitò molto cordialmente Rowley – Ragazzi questa è Tessa Evans, l’archeologa di cui vi ho accennato. Signorina Evans, questi sono il colonnello O'Neill, il maggiore Samantha Carter-O'Neill, Daniel Jackson e Teal'c-

-Piacere di conoscervi, mi hanno parlato molto bene di voi-

-Ah sì? E chi le avrebbe . . .-

-Colonnello! I convenevoli a dopo per favore.-

Jack alzò le mani in segno di resa, proprio non aveva voglia di un’altra discussione con quell’ “ottuso omuncolo con manie di comando”, come lo giudicava lui.

-Bene, i fatti sono questi: né gli Asgard né noi siamo stati in grado di individuare quelle navi prima che fossero sopra San Diego. Il risultato è che sono state rapite due bambine, e che come riscatto i rapitori chiedono di sapere la posizione della base dei Tok’ra. Ora, noi non abbiamo idea di chi sia stato a rapirle né possiamo dire loro ciò che vogliono sapere.-

-L’NID?- intervenne Jack con notevole disappunto di Rowley che evidentemente non aveva ancora finito il suo discorso.

-Da escludere. Che lei sappia l’NID ha delle navi spaziali?-

-Scusate- Tessa prese la parola -di sicuro l’NID non centra, ma potrebbero saperne qualcosa in più di noi. Oppure è opera dei Goa’uld.-

-E’ un ipotesi plausibile, è possibile che abbiano acquisito una nuova tecnologia che li renda non rilevabili dai nostri sistemi- osservò Sam

-E di sicuro l’NID sarà felicissima di dividere con noi le sue informazioni.-

-Già, Jack ha ragione, anche se sapessero qualcosa di certo non verrebbero a dirlo a noi.- si intromise Daniel

-Forse c’è una persona che potrebbe aiutarci…- borbottò pensieroso Jack

-E chi sarebbe?- domandò Rowley poco fiducioso

-Maybourne- 

-Colonnello O'Neill, lei sta parlando del colonnello Harry Maybourne? Latitante e condannato a morte per alto tradimento?-

-Proprio lui!-

-Si può fare. Con il suo permesso generale vorrei parlargli- intervenne Tessa e tutti si voltarono a guardarla

-Lei sa dove si trova?- chiese perplesso Jack

-No, ma posso rintracciarlo, ci teniamo in contatto, di tanto in tanto mi telefona-

-Ma davvero? Cos’è, una sua ammiratrice?-

-Per la verità, O'Neill, sono sua figlia.- tutti i componenti dell’SG-1 rimasero a dir poco sconvolti dall’annuncio e dalla naturalezza con cui veniva proferito, i due generali ne erano già a conoscenza

-Ma Maybourne non è sposato!- replicò Jack

-E secondo lei perché non porto il suo cognome ma quello di mia madre?- Tessa era piuttosto seccata dal discorso, non le piaceva molto parlare del padre in presenza di militari; lei sapeva benissimo dove si trovava, ma non voleva che venisse trovato e arrestato. Aveva la garanzia che lui sarebbe stato al sicuro, Hammond e Rowley avevano acconsentito a chiudere un occhio

-Bene, lo rintracci e si faccia dire quello che sa, con lei parlerà di sicuro. Nel frattempo preparatevi ad una spedizione su Chulak, se i Goa’uld hanno a che fare con questa faccenda, là si sarà saputo qualcosa; inoltre su quel pianeta ci sono diversi Tok’ra, dobbiamo riuscire a metterci in contatto con loro, forse sanno chi li sta cercando. Partirete domani pomeriggio, l’ora esatta vi verrà comunicata domani in mattinata. Potete andare.-

-Mi scusi, generale, un’ultima domanda-

-Dica colonnello- Rowley era spazientito

-Non potremmo contattare direttamente i Tok’ra? Mi pare che un po’ di tempo fa avessero deciso di comunicarci i loro spostamenti-

-I Tok’ra non ci mettono a parte dei loro movimenti da un bel pezzo. Le cose sono cambiate, colonnello-

Senza ulteriori repliche il generale Rowley girò i tacchi e si ritirò nel suo ufficio seguito da Hammond, lasciando la squadra sola nella sala riunioni.

-Invece le cose non sono cambiate per niente, ancora non si fidano di noi . . .-

Ci furono alcuni secondi di silenzio in cui ognuno riordinò le idee nella propria mente.

-Lei è davvero la figlia di Maybourne?-

-Sì, O'Neill. Comunque ci terrei a dire un paio di cose . . .- esordì Tessa -A quanto pare farò parte dell’SG-1, e capisco che a voi questo fatto non piaccia più di tanto. Accogliere un nuovo membro in una squadra è già abbastanza difficile senza che questo sia parente di qualcuno che non le va a genio colonnello, ma ci tengo a precisare che non accetterò discriminazioni a causa di questo fatto; anche se nessuno di voi ha l’aspetto né la fama di essere una persona che farebbe una cosa del genere. Inoltre vorrei chiedervi un piccolo favore-

-Dica pure-

-Si potrebbe evitare di darmi del lei?- chiese sorridendo amichevolmente

-Penso di parlare a nome di tutti dicendo che non c’è nessun problema, né per questo né per il discorso che hai appena fatto. A nessuno da fastidio che tu sia nella squadra o che tu sia parente di Maybourne. Nonostante a Jack non piacciano molto gli scienziati, non penso sia contrario alla tua presenza qui- replicò Sam con tono altrettanto amichevole.

-Infatti, non ho nessun problema su tuo padre, e non farò certo discriminazioni su questo. Il fatto, come ha precisato il maggiore, è che non amo particolarmente gli scienziati; cosa che poi non si direbbe dato che ne ho sposato uno.- aggiunse Jack

-Grazie, siete veramente gentili. Hammond aveva ragione su di voi.-

-Posso farti una domanda?-

-Certo, O'Neill.-

-Cosa ti ha spinto a far parte dell’SGC?-

-Io non faccio parte dell’SGC.-

-Cosa? E come sai dei Goa’uld, dei Tok’ra e compagnia bella?-

-Diciamo solo che sono capitata nel database dell’NID per conto di mio padre e ho scoperto dei file riguardanti l’SGC. Dopodiché mi sono fatta raccontare da lui tutto ciò che sapeva.-

-E come ci sei entrata nel loro database se non sei uno di loro?-

-Ho i miei mezzi colonnello, poco ortodossi, ma efficaci-

-Tuo padre- Sam fece un mezzo sorriso sorpreso

-Esatto…-

-Non sospettavo che Maybourne fosse al corrente di informazioni dettagliate sulle nostre attività-

-Infatti, maggiore, i particolari me li ha riferiti il Generale Hammond, quando Tessa e Kayla sono state rapite.-

-E come hai convinto il generale a parlarti dell’SGC?-

-Beh, colonnello, dopo aver visto una navicella atterrare e portare via le due ragazzine a cui faccio da babysitter da circa un anno, ho preteso delle spiegazioni.-

-Eri la loro babysitter?-

-Lo sono, maggiore. Sono come sorelle per me, per questo ho chiesto al generale di ammettermi nell’SG-1, tengo molto a quelle ragazzine e voglio partecipare al loro salvataggio. Le ho accompagnate dalla loro zia a San Diego e non è certo stata una vacanza molto tranquilla.-

-Ma sei un’archeologa, giusto? Non viaggi mai per lavoro?-

-Raramente, dottor Jackson. Più che altro mi dedico alle traduzioni di manoscritti e simili che il mio professore riporta dalle sue spedizioni.-

-Quindi è una specie di linguista-

-Più o meno, so che anche lei dottor Jackson è piuttosto ferrato nelle traduzioni-

-Effettivamente sì . . . e quante lingue hai imparato finora?-

-Scritte e parlate una ventina, alcuni linguaggi antichi li so solamente decifrare, non ho ancora imparato le varie pronunce. Lei ne parla 25 se non sbaglio-

-Per la verità sono 24-

-Abidoniano compreso?-

-Sì, ma come fai a . . . –

-Ehm . . . mi dispiace interrompere questa allegra chiacchierata tra colleghi, ma avrei una domanda per te, Tessa-

-Mi dica colonnello-

-Sapresti usare un’arma in caso di necessità?-

-Certamente, altrimenti non mi sarei proposta per quest’incarico-

-E dove hai imparato?-

-Al poligono di tiro…-

-Logico…- il colonnello era alquanto perplesso

-Jack, è il caso di andare a prendere la nostra roba a casa, sono già le quattro-

-Hai ragione Sam. A proposito, ci saranno alloggi matrimoniali?-

Sam guardò Jack con aria di rimprovero (per la pessima battuta) e lo spinse verso le scale

-Andiamo. A dopo ragazzi-

-Vado anch’io, devo avvisare la mia sposa di ciò che è accaduto. A dopo- annunciò Teal'c, che non aveva detto una parola da quando erano arrivati alla base.

-Ciao Teal'c.-

-Arrivederci Teal'c- nonostante la richiesta che non le venisse dato del lei, Tessa continuava a provare una certa soggezione verso il resto della squadra “Sono stati veramente gentili ad accogliermi così amichevolmente. Non me lo aspettavo proprio; mio padre aveva ragione su Jack, è esattamente come l’ha descritto: sarcastico, allergico agli scienziati e decisamente poco diplomatico”

-Tessa-

-Mi dica dottor Jackson-

-Chiamami Daniel...-

-D’accordo, Daniel-

-Hai un alloggio alla base?-

-Sì, ho già portato qui la mia roba, perché?-

-No, niente . . . chiedevo. E’ meglio che vada anch’io a recuperare ciò che mi potrebbe servire. A più tardi Tessa-

-A dopo, Daniel- e sorrise

Tornato a casa Daniel prese tutti i suoi vecchi appunti di quando lavorava per l’SGC, gelosamente custoditi in una cassaforte. Non riusciva a togliersi dalla mente la nuova collega; aveva un modo di fare schietto e amichevole, aveva qualcosa di speciale, di diverso. “Infondo è simpatica, e avere un’altra archeologa in squadra agevolerà il lavoro, anche se Jack non mi è parso molto entusiasta” pensando questo Daniel non poté fare a meno di sorridere. “Però . . . c’è dell’altro. Sì, ma cosa? Avanti Daniel, non ti sarai mica preso una cotta! La conosci sì e no da due ore! Ma no, sarà solo che sei sollevato di avere qualcuno di *simile* a lavorare con te! Eppure vicino a lei mi sento, non so, impacciato . . .”. Continuando questo dibattito con se stesso finì di raccogliere il necessario e lo portò alla base, nel suo alloggio.

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Capitolo 7
*** Chapter 6 - L'arrivo su Chulak ***


CHAPTER 6: (L’arrivo su Chulak)

CHAPTER 6: (L’arrivo su Chulak)

Già da quella sera, tutti i membri dell'SG-1 decisero di alloggiare alla base fino al completamento della missione; tuttavia nessuno di loro la considerava come tale, si sentivano tutti coinvolti personalmente, la cosa che più importava loro era trovare le nipoti di Hammond prima che fosse fatto loro del male.

La mattina del giorno designato per la spedizione su Chulak Daniel si svegliò molto presto e decise di andare nella sala mensa per bere un caffè. Prese il diario che stava leggendo la sera precedente, con l'intenzione di continuarne la lettura. In quel diario aveva registrato tutti i suoi appunti relativi alle missioni dell'SG-1 e sperava di trovare qualcosa di utile. Si fermò alla macchinetta del caffè e poi riprese a camminare verso la mensa. Arrivato nella stanza si rese conto che era deserta, eccezion fatta per il tavolo in fondo ad essa. Da lontano non riconobbe subito la sagoma della persona che lo occupava, così si avvicinò lentamente, cercando di capire chi fosse.

La sagoma si voltò di scatto allarmata dai passi e appena riconobbe Daniel, che aveva ormai intuito di chi si trattasse, gli sorrise.

-Ehi, Daniel, che ci fai qui?-

-Non riuscivo più a dormire . . . e tu?-

-Neppure io . . . Puoi sederti se vuoi, non mordo!- disse Tessa ridendo, dato che l'archeologo se ne stava lì in piedi immobile.

Ringraziando prese posto di fronte alla ragazza.

-Ti stai preparando anche tu alla spedizione?-domandò Tessa indicando il diario di Daniel

-Già, è il diario delle mie annotazioni sulle missioni della squadra-

-Anch'io sto cercando qualcosa di utile, ma senza successo . . .- ammise lei sollevando il foglio che teneva in mano

-Quella è una lista delle missioni dell’SGC?-

-Già, ma solo di quelle che potrebbero aver coinvolto una specie in possesso di tecnologie molto avanzate. Sto consultando i rapporti dell'SG-1- disse appoggiando la mano sul pc portatile che aveva in fianco a sé.

-Sono lì dentro?-

-Già, li ho scaricati dal database dell'SGC . . .-

-Ma non è contro il regolamento?-

-Beh, effettivamente sì … ma è per una buona causa- disse lei ammiccando

-A che punto sei arrivata?-

-Ho già controllato quelli dei primi tre anni di operatività-

-Cosa? Quando hai cominciato?- esclamò stupito Daniel

-Ieri. Ormai sono quattro ore che ci lavoro . . .- aggiunse poi guardando l'orologio

-Forse ho capito male. E' dalle tre del mattino che stai lavorando?-

-Già, e sono ancora indietro. Ne avrò ancora per un bel pezzo . . .-

-Credo che sarebbe meglio se tu riposassi un po' prima della partenza . . . potrebbe essere più impegnativa del previsto.-

-Hai ragione, in fondo per oggi ho lavorato abbastanza . . .-

-Una sola domanda, cosa potrebbe esserci nei rapporti ufficiali che ci potrebbe aiutare?-

-Non so, dipende cosa ci scrivevi . . .-

-Intendi dire che stai consultando i miei rapporti?- domandò stupito Daniel

-Sì, quelli di O'Neill sono troppo “militari”, come d'altronde quelli di Sam; quelli di Teal'c non mi sembra che contengano le informazioni che cerco riguardo alle civiltà incontrate . . . insomma, gli unici su cui si può fare affidamento sono i tuoi Daniel, anche se dopo un po' hai smesso di analizzare a fondo i popoli incontrati come facevi all'inizio . . .-

-Già, Hammond preferiva che fossi più conciso e così ho appuntato la maggior parte delle considerazioni più approfondite su questo diario . . .- spiegò indicando il libro che aveva portato con sé.

-Pensi che più tardi potrei dargli un'occhiata? Se non ti scoccia ovviamente . . .- chiese gentilmente Tessa

-Ma certo! Potremmo lavorarci insieme . . .- azzardò lui

-E' un ottima idea! Ti ringrazio, di sicuro sarà molto più utile che leggere i rapporti di O'Neill . . .-

-In effetti non ha mai avuto un particolare interesse per certe cose, ma ti consiglio di non iniziare mai con lui una conversazione sulla mitologia o finiresti per morire dalla voglia di prenderlo a schiaffi . . .- disse ridendo Daniel

-Immagino!-anche Tessa rise

-Ora è meglio che tu vada a riposarti, devi essere al meglio per la tua prima spedizione oltre lo Stargate . . .-

-Hai ragione, ci vediamo dopo!- così dicendo prese ciò che aveva con sé e si avviò verso l'uscita rivolgendo un ultimo sorriso a Daniel, che ricambiò facendo anche un gesto con la mano per salutarla.

 

L’ora della partenza arrivò prima che Daniel trovasse qualcosa che li potesse veramente aiutare. L’SG-1 si trovava già nella sala dello Stargate quando il generale Hammond e il generale Rowley li raggiunsero.

-Dovete sapere che molte cose sono cambiate su Chulak- esordì Hammond riferendosi alla liberazione del pianeta dai Goa’uld

-Lo sappiamo, signore-

-Il nostro contatto Tok’ra si chiama Niktari, non è molto amichevole con gli sconosciuti, per cui andateci piano . . .mi sono spiegato O'Neill?- domandò Rowley guardando dritto negli occhi Jack, che sostenne lo sguardo di sfida che il generale gli rivolgeva

-Mi perdoni generale, ma non c’è bisogno di ricordarmi quanto siano socievoli i Tok’ra.-

-Già, immagino che sia così . . .-

L’orizzonte si attivò rivelando ai presenti quella familiare colorazione azzurra-brillante tipica delle loro precedenti missioni.

-Oh mio Dio!- Tessa era stupefatta

-E’ incredibile, vero?- le domandò Daniel che le si era accostato

-E’ stupefacente! Non immaginavo fosse così . . . così . . .-

-Luminoso?-

-Già! Non ho parole . . .- Tessa si voltò verso Daniel, probabilmente in cerca di spiegazioni

-E non hai ancora visto niente . . .- le sorrise lui

-Attenderemo una trasmissione o un qualsiasi vostro segno per ventiquattr’ore, poi chiuderemo l’iride e vi sarà impossibile tornare. Tutto chiaro?- chiese Rowley

-Sì- rispose O'Neill, poi si voltò e si incamminò attraverso lo Stargate subito seguito da Sam e Teal’c

-Preparati Tessa, la prima volta è un po’ traumatico, ma ci farai l’abitudine!-

-Daniel, non so se. . . ma è sicuro? . . . cioè, non mi romperò l’osso del collo, vero??? - rispose lei afferrandogli il braccio. Lui la guardò sorpreso e  le sorrise.

-Sta’ tranquilla . . . entriamo insieme, ok?- lei annuì lievemente tranquillizzata

-Adesso viene il bello!- aggiunse poi lui guardandola in volto. La luce che proveniva dall’orizzonte si rifletteva negli occhi castani di lei

-Così mi spaventi, Daniel!- rise lei senza però mollare il braccio dell’archeologo

I due si incamminarono attraverso il grande cerchio metallico.

Sbucarono dall’altro lato dopo alcuni secondi e solo dopo qualche istante Tessa allentò la presa sul braccio di Daniel per poi lasciarlo definitivamente.

-Com’è andata?- le domandò lui mentre lo Stargate si disattivava

-Mai provato niente di più divertente!- esclamò lei realmente divertita

-Divertente?- domandò perplesso O'Neill -Ogni momento che passa mi sembri sempre più strana . . .- aggiunse poi. In risposta lei gli sorrise.

Non c’era nessuno nel grande spiazzo di fronte allo Stargate, ma questo non insospettì la squadra, che si diresse immediatamente verso il villaggio che sapevano essere situato lì vicino. Da quando i Goa’uld erano stati cacciati da quel pianeta, la sua popolazione aveva cominciato a condurre una vita dignitosa da persone libere e non più da schiavi. Erano sorti numerosi villaggi e si era creato un ordine politico di tipo tribale, ogni villaggio aveva il suo capo.

Aprivano la fila Jack e Sam fianco a fianco, seguiti da Tessa, Daniel e infine Teal'c.

Tessa rallentò un pochino in modo che Daniel la raggiungesse.

-Daniel . . .-

-Sì?-

-Riguardo a prima . . .grazie del sostegno!- disse lei piano, sorridendo

-Oh, ehm, prego . . .- Daniel non si era aspettato un ringraziamento e non sapeva cosa rispondere

Il gruppo proseguì e dopo una ventina di minuti incontrò il villaggio di cui il generale Rowley aveva parlato loro.

-Il nostro Niktrota . . .Niktorso . . . Niktranto. . .-

-Niktari, Jack.- gli suggerì Daniel

-Ci stavo arrivando! Questo Nikqualcosa si trova qui?-

-Secondo le nostre fonti, sì.- confermò Sam

-Come lo troviamo?- domandò Teal'c

-Non lo so, il generale ha detto di provare alla locanda del villaggio, pare che sia un personaggio abbastanza importante qui.- propose Sam

-Già, se il generale Rowley ha detto così!- disse sarcastico Jack scandendo il nome del superiore

-Jack, non è il momento!- si lamentò Daniel

-Ha ragione- concordò Teal'c.

-E va bene . . .andiamo!- esclamò il colonnello

Si inoltrarono nel centro del villaggio, e dopo poco raggiunsero la locanda. Era piena di gente che beveva e faceva chiasso, tanto che i cinque si risolvettero ad uscirne subito.

-Non lo troveremo mai lì dentro!-

-Hai ragione Sam, dividiamoci! Ci troviamo qui tra . . . - Jack smise di parlare quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Si voltò di scatto.

-Bra’tac!- esclamò sorpreso trovandosi davanti il vecchio Jaffa.

-Maestro Bra’tac!- aggiunse Teal'c

-E’ il maestro di Teal'c!-sussurrò Daniel a Tessa che era piuttosto allarmata dallo strano individuo

-So chi è Bra’tac, è solo che non ha una faccia molto rassicurante . . .-

-O'Neill! Quanto tempo! Che ci fai qui?-

-Cerchiamo una persona . . .-

-Alla locanda? Buona fortuna! Di qui vanno e vengono centinaia di persone al giorno!-

-Forse tu ci puoi aiutare . . .- azzardò il colonnello

-Ditemi chi cercate e vi dirò dove trovarlo!-

-Cerchiamo un certo Nikt . . . dillo tu Daniel!-

-Niktari, per caso sai dove si trova?- domandò l’archeologo

-E chi non lo sa! Seguitemi! . . . Vedo che si è aggiunto un elemento alla tua squadra O'Neill!- disse riferendosi a Tessa

-Sì, lei è . . .-

-Mi chiamo Tessa Evans… Tec’ma’te Bra’tac!- si intromise lei facendo il tradizionale saluto Jaffa, che lui ricambiò compiaciuto di essere salutato come si deve dai terrestri, per una volta.

-Il portamento di una guerriera- osservò compiaciuto

-Veramente non sono un militare … sono una studiosa- ammise lei

-Capisco…- e sorrise -Ora è meglio che vi conduca da Niktari, seguitemi.- così dicendo si incamminò lungo la strada, seguito dalla squadra.

Raggiunsero in breve tempo un grande palazzo in muratura molto sorvegliato, evidentemente il centro politico della città. Entrarono scortati da alcune guardie che prendevano ordini da Bra’tac.

-Sono diventato il capo delle guardie di questo villaggio.-

-Pensavo lavorassero per lei . . .- commentò Jack ricevendo un’occhiata storta da Sam.

Entrarono infine in una grande stanza, deserta in fondo alla quale una grande porta di legno massiccio era sorvegliata da due guardie.

-Aspettate qui. E’ lì dentro.- e scomparve oltre quella porta, aprendola il minimo indispensabile per poter passare. Dopo pochi secondi ne uscì sorridente

-Vi riceverà subito, ha una certa simpatia per i Tau’ri . . . Lek Tol amici - detto questo fece cenno alle due guardie che li fecero passare.

-Ora potete proseguire da soli. Bussate e vi sarà aperto. A più tardi.- così dicendo si girò e si allontanò prima che chiunque potesse replicare.

Jack guardò il resto della squadra poi si avvicinò alla porta e bussò.

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Capitolo 8
*** Chapter 7 - Niktari e il nuovo nemico ***


CHAPTER 7: (Niktari e il nuovo nemico)

CHAPTER 7: (Niktari e il nuovo nemico)

La porta si aprì cigolando, mostrando una sala non più ampia della precedente, ben illuminata da alte finestre. Due file di enormi statue raffiguranti figure mitologiche terrestri erano stipate sui lati e tra di esse un grande tappeto conduceva al centro della stanza, dov’era posizionato un massiccio tavolo e dei candelabri su di esso.

Appena la squadra entrò la porta si chiuse dietro di loro, erano soli nel grande salone.

-Benvenuti- disse una voce femminile proveniente da un punto indefinito

-Chi sei?- chiese Jack impugnando l’arma

-Siete venuti voi a cercarmi…- disse la voce divertita.

Una sagoma uscì dall’ombra dietro una grande statua raffigurante una Chimera. Appena ebbe raggiunto un punto illuminato tutti la videro, era una ragazza di circa vent’anni con i lunghi capelli biondi e lisci e occhi verdi, slanciata. Indossava un lungo abito nero aderente a collo alto, con le maniche che si aprivano a cono a partire dal gomito, e un mantello dello stesso colore. Al collo portava un pendaglio con il simbolo dei Tok’Ra.

-Niktari?- domandò Sam

-Esatto… sono io- lei sorrise

-Lei?- Jack era sbalordito

-Colonnello O'Neill, c’è qualche problema?-

-No, è che pensavo che … un momento, lei come sa il mio nome?-

-Lo so, credeva di trovarsi davanti un uomo come capotribù….­-

-Infatti…-

-La gerarchia qui si basa sull’esperienza, non sul sesso… il mio ospite, Niala, è molto giovane, come avrete notato, ma conta l’esperienza del simbionte-

-Quindi ora stiamo parlando con il simbionte?- domandò Daniel

-Esattamente dottor Jackson-

-Scusi una domanda, ma come conosce i nostri nomi?-

-Maggiore Carter, vi ha accompagnato qui Bra’tac, mi ha chiesto di ricevervi, gli ho domandato chi foste…-

-Giusto, ma come fa a distinguerci?-

-I gradi colonnello… Ma non siete qui per una questione della massima importanza?-

-Esatto, ma come… lasci stare…- Jack scosse la testa - … Sono state rapite due bambine dal nostro mondo, da un’astronave sconosciuta che non è stata rilevata neppure dagli Asgard, pensiamo che lei possa saperne qualcosa…-

-Rapito due bambine? A che scopo?-

-Vogliono sapere la posizione dei Tok’Ra in cambio della loro liberazione…-

-Capisco, qualcuno ha visto l’astronave?-

-Io- Tessa fece un passo avanti

-Bene, me la saprebbe descrivere signorina Evans?-

-Aveva una forma molto particolare, era una piramide, con attorno una specie di orbita …-

-Come la nave di Apophis?- chiese Sam

-Esatto, la forma era quella, ma il colore … era diverso… era insolito-

-Cosa intende?-

-Era rossa, rossa intensa, mentre l’orbita era dorata…-

-Beh, molto artistico…- osservò Jack guadagnandosi un’occhiataccia dal resto della squadra

La Tok’Ra era pensierosa, sembrava seriamente preoccupata

-Chi sono le due bambine?-

-Le nipoti dell’ex-capo dell’SGC…-

-Ora capisco. Avreste dovuto dirmelo… so con chi avete a che fare… purtroppo-

-Davvero?- erano tutti molto stupiti da tale informazione… era così facile sapere di chi si trattava?

-Sì, quella è la nave di Apophis-

-Impossibile. E’ esplosa. E’ morto.- Il tono di O'Neill era a dir poco categorico.

-Ha ragione, la sua vecchia nave è esplosa. Ma non siete sicuri che sia morto, giusto?-

-Beh, in effetti non sappiamo se fosse fuggito con una navetta, ma sarebbe a migliaia di anni luce dalla nostra galassia…- ammise Sam

-Potrebbe aver trovato un popolo con tecnologia superiore e ottenuti i materiali per la nave essere tornato in pochi mesi-

-C’è qualcosa che non ci sta dicendo su Apophis?- chiese sospettoso Jack

Niktari sospirò e si sedette su una sedia a capo tavola, facendo cenno gli altri di accomodarsi

-E’ sopravvissuto, la nave che state cercando è stata avvistata da una nave Tok’Ra due settimane fa, prima di essere distrutta è riuscita a inviarci gli ultimi messaggi ricevuti. Erano suoi, ma purtroppo non sappiamo come possa essere tornato.-

-Cos’aspettavate a dirlo all’SGC??- il colonnello era sconcertato

-E’ stata avvistata molto lontano del vostro pianeta, non eravate ancora in pericolo-

-Sì che lo eravamo!! Voi Tok’Ra sapete quanto Apophis desideri distruggere il nostro pianeta e quando sapete che è ancora vivo ve ne state tranquilli nei vostri tunnel mentre lui rapisce bambine…- Jack era furibondo

-Colonnello si calmi… Sono perfettamente d’accordo con lei, ma purtroppo non sono io che prendo queste decisioni…-

Jack annuì e sospirò

-E’ stata più avvistata la nave?-

-No, non da noi Tok’Ra, non abbiamo idea di dove si possa trovare…-

-Perfetto, siamo al punto di partenza-

-Non è esatto O’Neill, sappiamo che Apophis è tornato e sappiamo chi ha le bambine- osservò Teal'c.

In quel momento una forte esplosione fece tremare il suolo e i vetri alle finestre andarono in frantumi. La porta si spalancò ed entrarono di corsa due guerrieri armati di lance.

-Niktari, una nave ci sta attaccando!-

-Fare riparare la popolazione nei tunnel! Questo è Apophis! Dovete fuggire, andate al Chappa’ai prima che ne prendano il controllo-

-D’accordo, ma voi?-

-Noi saremo al sicuro, andate!!-

I membri della squadra si diressero di corsa verso l’uscita ma il familiare suono delle armature Jaffa li indusse a nascondersi dietro una colonna. Quattro guerrieri con l’effige di Apophis attraversarono il corridoio e arrivarono alla stanza di Niktari.

-Jack, dobbiamo aiutarla!- Daniel si era fatto strada fino al colonnello

L’uomo esitò, ma poi annuendo diede ordine di dirigersi silenziosamente verso la stanza. Poco prima di fare irruzione sentirono le voci dei Jaffa -Qui non c’è nessuno, la Tok’Ra è riuscita a fuggire!-. I cinque si guardarono con sguardi interrogativi, poi Jack diede ordine di rientrare allo Stargate. Con Teal'c in retroguardia raggiunsero l’uscita e si diressero di corsa verso il grande cerchio metallico. Giunsero nell’ampio spiazzo e videro l’imponente nave di Apophis levitare sopra di esso e una navetta atterrare dolcemente a pochissimi metri da loro.

-Ci sta aspettando, sa che siamo qui maledizione!-

-Colonnello guardi!-

Il portello della navetta si aprì e ne uscirono quattro Jaffa seguiti da altri due e Apophis, immutato del suo sguardo gelido.

-Jaffa Kree! Aspettate qui e fate attenzione, quei Tau’ri sono maledettamente scaltri- ordinò il Goa’uld, dopodiché si incammino sul sentiero seguito da due dei guerrieri.

-Apophis non si aspetta che noi siamo già qui, ha lasciato le guardie per impedirci di attraversare lo Stargate…- osservò Teal’c

Dalla navetta uscirono dei lamenti acuti, delle grida

-State buone mocciose!- esclamò un Jaffa colpendo il veicolo con la lancia; e le voci tacquero.

-Tessa e Kayla!- esclamò a bassa voce Tessa

-Potrebbe essere una trappola, perché mai le avrebbe portate sulla navetta?-

-Non lo so Jack, ma potrebbe essere la nostra ultima occasione per liberarle...-

-Daniel ha ragione, dobbiamo fare qualcosa colonnello- intervenne Tessa. Jack annuì lentamente dando istruzioni di come muoversi

Le grida all’interno della navetta ricominciarono e un Jaffa aprì esasperato il portello

-Fate silenzio!- ma le voci non zittirono

-Ora!- esclamò il colonnello e i membri della squadra si mossero contemporaneamente.

Teal'c sparò al Jaffa davanti al portello con la sua lancia, Sam e Jack ne tramortirono altri due con i fucili Zat, e Daniel sistemò l’ultimo e andò al DHD per attivare lo Stargate, mentre Tessa raggiunse le bambine conducendole fuori. Improvvisamente uscirono altri due Jaffa da dietro la navetta e dal bosco tornarono Apophis e i suoi tirapiedi.

-A terra ragazze!- Tessa le aveva condotte a pochi metri dallo Stargate e facendo loro scudo le portò dietro il DHD.

-Daniel, chiama casa!- Jack e Sam stavano rispondendo al fuoco e rimanevano solamente due Jaffa e Apophis.

-E’ quello che sto facendo Jack!- un colpo di lancia atterrò a pochi metri dal DHD, sfiorando Daniel. Tessa lasciò le due bambine al riparo e rialzatasi in piedi sparò ad uno dei due guerrieri poco prima che sparasse all’archeologo. Il giovane si voltò, vide il Jaffa cadere a terra e guardò stupito la ragazza che gli sorrise tornando al riparo.

Apophis si rifugiò nella navetta, dopo che anche l’ultimo dei suoi soldati fu colpito da Sam.

Lo Stargate si attivò e Daniel inviò il segnale all’SGC, dopodiché insieme a Tessa condusse le bambine attraverso l’orizzonte, subito seguiti da Jack, Sam e Teal'c, ferito ad una gamba.

 

-Viaggatori in arrivo! E’ l’Sg-1 Generale!-

-Aprite l’iride!- ordinò il militare

Dall’orizzonte uscirono Daniel e Tessa, reggendo le due bambine, seguiti da Jack, Sam e Teal'c, con la gamba sanguinante.

I due generali si precipitarono nella stanza dello Stargate, Hammond si diresse verso le nipotine

-Tessa, Kayla!!- le due bambine erano a dir poco terrorizzate e si erano aggrappate alle braccia di Tessa che tentava di tranquillizzarle

-Nonno!!- e gli saltarono al collo piangendo

-Rapporto O'Neill- esclamò Rowley

-Siamo stati attaccati, Teal'c è ferito-

-Questo l’avevo capito… chi vi ha attaccato?-

-Apophis ci ha teso un agguato-

-Non dica sciocchezze colonnello! Apophis è morto!-

-Generale, se permette conosco la faccia di Apophis ed era lui.-

-L’avete ucciso?-

-E’ fuggito prima che ci riuscissimo-

Il generale annuì

-Andate in infermeria. Sarà il caso di portarci anche le bambine.-

La squadra annuì e seguita da Hammond e le nipoti, si diresse in infermeria.

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Capitolo 9
*** Chapter 8 - Ferite e confusione ***


CHAPTER 8: (Ferite e confusione)

CHAPTER 8: (Ferite e confusione)

Arrivati in infermeria la dottoressa Fraiser li raggiunse immediatamente.

-Prima loro- disse O'Neill indicando le nipoti del generale; nessuno ebbe da ridire, neppure Rowley.

Daniel si guardò attorno nella grande stanza, lo stato generale della squadra era buono: lui, Sam e Jack erano usciti incolumi dallo scontro, la gamba di Teal'c andava migliorando di minuto in minuto grazie al suo simbionte. E Tessa? La cercò con gli occhi e la vide aiutare Janet a tranquillizzare le ragazzine, che già si erano discretamente calmate. “Che idiota che sono, non le ho neppure chiesto se stava bene! E lei…” la scena di pochi minuti prima gli scorreva davanti agli occhi, lei gli aveva salvato la vita… Nel frattempo la ragazza si sedette sul lettino che le era stato assegnato e Daniel notò una smorfia di dolore sul suo bel viso. La sua espressione tornò rapidamente alla normalità, ma si portò una mano al torace, appena sotto le costole e l’archeologo si accorse che il fianco della ragazza sanguinava.

Impulsivamente si mosse verso di lei quasi correndo attraverso l’ampia stanza; quasi fosse stata ferita in quel momento.

-Tessa sei ferita…- Daniel si meravigliò della banalità delle sue parole, ma non riusciva a pensare in modo lucido. La ragazza o guardò stupita, non l’aveva visto arrivare.

-E’ tutto a posto Danny, è solo un graffio- Daniel trasalì nel sentirsi chiamare in quel modo, come lo chiamavano Jack e Sam ai vecchi tempi… scacciò la meraviglia e si sentì un poco sollevato nel constatare che non era una ferita grave.

-Sei sicura? Stai sanguinando- l’archeologo non nascondeva minimamente la sua apprensione e Tessa ne era perplessa, non senza esserne lieta. -Quante premure!- gli disse sorridendo dolcemente e guardandolo negli occhi -Comunque va tutto bene, stai tranquillo, è solo un graffio…- si era creato un improvviso imbarazzo tra i due e avevano entrambi distolto lo sguardo l’una degli occhi dell’altro.

-Meno male; ma come ti sei ferita?- l’imbarazzo scomparve così com’era arrivato, con uno sguardo -Un Jaffa mi ha colpito di striscio con un colpo di lancia, mentre portavo le ragazze dietro al DHD…- si voltò a guardare Tessa e Kayla, poi aggiunse: -…credo che non sarà più necessario contattare mio padre- e sorrise sollevata a quell’idea. Ci fu una pausa silenziosa tra i due.

-Tessa…-

-Sì?- la giovane piegò la testa di lato, scrutando l’archeologo

-…grazie- la ragazza rimase stupita dalle parole di Daniel e non disse nulla. -Prima mi hai salvato la vita, grazie- continuò lui esprimendo finalmente il pensiero che lo tormentava dal loro ritorno attraverso l’iride.

Lei lo guardò negli occhi di nuovo e sorrise; questa volta non ci fu imbarazzo, lei socchiuse le labbra e mentre stava per parlare Janet li raggiunse.

-Daniel, sei ferito?- chiese la dottoressa interrompendo il legame che era nato nello sguardo dei due ragazzi. Lui fece un cenno negativo con la testa -Tessa è stata colpita di striscio- aggiunse poi indicando la maglietta scura insanguinata della ragazza.

La dottoressa annuì e sorridendo gentilmente fece cenno a Tessa di seguirla; la giovane archeologa scese dal lettino e sorridendo un’ultima volta a Daniel la seguì.

Lui la fissò mentre si allontanava e rimase a fissare il vuoto quando lei scomparve dietro a una tenda.

-Daniel va tutto bene?- l’archeologo scosse la testa come per destarsi dai suoi pensieri

-Come? Ah.. sì, Jack, tutto bene… perché?-

-Sembri, non so, strano.. più del solito intendo-

-No no, stai tranquillo, è tutto a posto.- Daniel cercava di essere il più naturale possibile, ma con scarso successo.

Lanciava continue e furtive occhiate alla tenda dietro cui sapeva esserci Tessa…quanto lo agitava quella ragazza, maledizione!

-Ho capito..- disse Jack ridacchiando

 

-Che cosa hai capito?-

-Lei…- sempre ridacchiando il colonnello indicò la tenda

-Cosa? … Jack, non capisco cosa intendi- la falsa ingenuità di Daniel risultava molto poco convincente persino a se stesso.

-Avanti Daniel, a chi vuoi darla a bere? Ti sei preso una bella cotta… e si vede- Jack manteneva imperterrito il suo ghigno

“Hai ragione Jack” pensò l’archeologo ammettendo finalmente a se stesso la verità, ma non disse nulla. Rivolse a Jack uno sguardo indecifrabile e voltandosi, lo lasciò solo in quell’angolo dell’infermeria senza dire nulla. Voleva allontanarsi da lui, anzi, dalla verità.

-Ehi, che ho detto di male?- il ghigno scomparve dalla faccia del colonnello che assunse un’aria sbalordita e confusa dal comportamento dell’amico.

 

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Capitolo 10
*** Chapter 9 - Non è finita ***


CHAPTER 9: (Non è finita)

CHAPTER 9: (Non è finita)

-Ho effettuato un check-up completo alle ragazze, stanno bene- esordì la dottoressa Fraiser dopo aver fatto il suo ingresso in sala riunioni, dove tutti erano riuniti. Tessa e Kayla  stavano dormendo in infermeria, ormai tranquille e certe di essere tra persone amiche.

-La gamba di Teal'c è guarita grazie al suo simbionte e la ferita di Tessa andrà a posto in pochissimo tempo, qualche giorno al massimo- continuò la donna.

-Bene, quindi è tutto risolto- disse compiaciuto Rowley

-No generale, la situazione è tutt’altro che risolta…- si oppose Jack

-Che intende colonnello?- il generale era molto irritato

-Apophis è tornato, e non si fermerà finché non ci avrà distrutti-

-Jack ha ragione. Apophis ci odia, ha giurato vendetta e farà di tutto per averla… soprattutto ora che il suo agguato per catturarci è fallito.- concordò Daniel

-Questo non è più un vostro problema, avete compiuto la missione per cui eravate stati richiamati- Rowley si era fatto scuro in volto, preoccupato. La stanza divenne silenziosa, non una mosca volava. I presenti si scambiarono sguardi significativi; ne avevano discusso e avevano deciso… Jack parlò per primo:

-Generale Rowley…-

-Dica colonnello-

-A nome di tutta l’SG-1 le chiedo di non congedarci finché la faccenda di Apophis non sarà conclusa-

-Vorreste occuparvene voi?- chiese scettico l’ufficiale

-Sì generale, Apophis è stato il “nostro” nemico, vorremmo che ci affidasse la missione-

-Primo, non c’è alcuna missione in programma a questo riguardo. Secondo: qui non si tratta di “vostro” o “mio” nemico, Apophis minaccia la Terra, non solo voi-

-Ma noi l’abbiamo già affrontato, più di una volta…- obbiettò il colonnello

Rowley si volse verso Hammond con uno sguardo interrogativo e lui comprese la domanda che vi era sottintesa

-Generale Rowley…- fece una pausa -…John, io mi fido di loro, ma sta a te decidere.-

Rowley annuì pensieroso, poi si volse verso i presenti.

-E va bene, concesso.- tutti si guardarono e abbozzarono un sorriso

-Signorina Evans, ho esaminato la sua richiesta…- continuò scatenando la curiosità comune

-Se è un no, generale, sappia che comprendo le sue ragioni…-

-Tutt’altro! Credo che lei sia un ottimo acquisto per l’SGC, lo ha dimostrato nella sua prima missione…- la ragazza sorrise timidamente arrossendo in volto

-Dato che si è ambientata bene, a quanto vedo, che ne direbbe di unirsi momentaneamente all’SG-1? Poi verrà assegnata ad una squadra operativa a tutti gli effetti…-

-Sarebbe fantastico! Sempre che il resto della squadra sia d’accordo…- il rossore sul suo volto non era ancora scomparso e i suoi occhi si erano illuminati alle parole del generale

-Benvenuta a bordo Tessa!- gli sorrise Jack

Non c’era bisogno che la squadra si consultasse, un solo sguardo dei presenti aveva fatto capire al colonnello che l’idea era molto ben accetta in tutti quanti.

-Grazie… a tutti voi- e sorrise di nuovo, con gli occhi quasi lucidi.

Si conoscevano da così poco, eppure già lei si sentiva in qualche modo legata a loro, a Daniel soprattutto.

Già, Daniel…perché non era riuscita a sostenere quello sguardo in infermeria?

Nei suoi occhi c’era qualcosa di disarmante, che le faceva girare la testa, che la confondeva… Gli lanciò uno sguardo furtivo; lui stava guardando nella sua direzione, ma il suo sguardo era assente, quasi perso nel vuoto, mentre osservava a ragazza senza realmente vederla.

-Bene, allora siamo d’accordo- sorrise Rowley; sembrava aver preso in simpatia la nuova

-Una nave Asgard ha fatto rotta verso il nostro pianeta, saranno qui entro domani notte. Fino ad allora non faremo nulla.- si interruppe guardandosi intorno mentre il suo volto riprendeva la sua solita espressione seria e severa -E’ tutto, potete andare- aggiunse poi.

La squadra si alzò e si diresse verso la porta mentre Hammond seguì Rowley nel suo ufficio.

Daniel si accostò a Tessa che era rimasta leggermente indietro nel corridoio rispetto agli altri.

-Sono felice che resti con noi…- per il giovane era difficile esprimere i suoi pensieri alla ragazza, soprattutto dopo aver ammesso a se stesso la verità.

-Anch’io sono felice di rimanere…- “…con te” avrebbe voluto aggiungere, ma tacque e si limitò a osservarlo.

I due ragazzi proseguirono in silenzio per qualche passo, poi Tessa parlò:

-Daniel, cosa ti ha spinto ad entrare nell’SGC?-

-Mi ha contattato Catherine Langford per le mie ricerche su…-

-Questo lo so- lo interruppe educatamente Tessa -Ma cosa ti ha spinto a partecipare alla missione su Abydos e a rimanerci?-

L’archeologo temeva che lei glielo chiedesse, ma decise di parlare con lei in tutta franchezza.

-Beh, a Jack serviva un traduttore per fa funzionare lo Stargate dall’altra parte…fece una breve pausa -…poi ho conosciuto Sha’re e sono rimasto-

-Sha’re?- già, lei non conosceva Sha’re, come poteva?

-Mia moglie- Tessa rimase travolta dalla frase del ragazzo

-Non sapevo fossi sposato…- tentava di essere il più naturale possibile, ma la voce lasciava intuire il misto di sorpresa e delusione che provava

-Lo ero, lei è morta quattro anni fa… Apophis l’ha rapita e ne ha fatto l’ospite per la sua regina- il suo istinto gli diceva che parlare con una persona esterna alla faccenda lo avrebbe aiutato a capire quanto ne fosse uscito e così era infatti. Certo, ricordava con affetto la moglie, ma ora riusciva a pensare a una vita anche senza di lei.

-Mi dispiace…io non volevo…- la ragazza si sentiva tremendamente stupida

-Stai tranquilla, non potevi saperlo… e poi è successo molto tempo fa- e le sorrise amichevolmente, confermando con lo sguardo le sue parole sincere. Aveva deciso di voltare pagina, di cambiare vita, e ci stava riuscendo finalmente, questo ne era la prova. Tessa gli sorrise in risposta, leggermente rincuorata.

Jack in quel momento si voltò verso di loro e non poté fare a meno di sorridere vedendo l’amico che finalmente riusciva a superare la barriera che si era costruito intorno dopo la morte della moglie.

-Che ne dite di andare a mangiare qualcosa tutti insieme?- propose il colonnello dopo qualche secondo. La proposta fu accolta con entusiasmo, e tutti insieme si avviarono verso l’ascensore.

 

Tessa non avrebbe mai creduto che si sarebbe trovata così bene nella squadra, eppure era così. Nessuno di loro la trattava come un’intrusa o un’”estranea”, al contrario tutti sembravano conoscerla da una vita. Certo erano solo pochi giorni che era in squadra, ma dopo la missione su Chulak nessuno di loro dubitava più del suo valore e stava simpatica persino a Jack.

Quella sera a cena il morale era alto, nonostante la minaccia che incombeva sulla Terra. Erano felici di essere riusciti a salvare le nipoti di Hammond e una nave Asgard sarebbe arrivata il giorno successivo, infondo la situazione non era così disastrosa, ne avevano affrontate di peggiori.

Non potendo ovviamente discutere tranquillamente del loro “lavoro” in un luogo pubblico, la loro conversazione era soprattutto incentrata sulla recente luna di miele di Jack e Sam, entrambi ancora molto abbronzati. Erano tornati due giorni prima e avevano trovato Hammond ad aspettarli; sembrava passato molto più tempo…

La serata trascorse allegramente e giunse a conclusione piuttosto tardi.

-Ragazzi, è tardi, dovremmo andare a casa, domani dobbiamo essere alla base per le sette.-

-Sam ha ragione, meglio andare…- concordò Tessa

-Già, allora ci si vede domani alla base- Jack e Sam si avviarono alla loro auto e Teal'c si incamminò; non aveva voluto un passaggio in macchina, in effetti erano piuttosto vicini alla sua casa. Daniel salutò tutti e si diresse verso casa con l’auto.

-Ciao ragazzi- Tessa fece per andare verso la sua macchina poi notò due ruote sgonfie e sotto di esse dei vetri, probabilmente di un fanalino.

-Ma che accidenti… proprio sui vetri dovevo parcheggiare!?- pensò furibonda ad alta voce mentre tirava un cacio ad una delle ruote della sua jeep. In lontananza sentì un tuono.

-Fantastico, ci mancava solo la pioggia…- lamentandosi si avviò a piedi verso l’altro lato del parcheggio per controllare se qualcuno dei suoi amici era ancora lì; cominciò a piovere in quel momento.

“Forse è meglio così, non so se sono abbastanza lucida per guidare” pensò riferendosi al vino bevuto a cena; Jack e Sam erano già andati e così decise di andare a piedi.

Dopo qualche minuto, mentre camminava completamente fradicia sul ciglio della strada pressoché deserta, una macchina le si accostò in fianco e la portiera del guidatore si aprì.

-Tessa, ma sei impazzita?-

-Daniel?- la ragazza rimase di stucco mentre il ragazzo scendendo le mise una giacca sulle spalle

-Avanti, sali!- la ragazza non se lo fece ripetere e montò in macchina; lui si rimise alla guida e partì.

-Ho quasi paura a chiedertelo…che ci fai in mezzo alla pioggia su una strada deserta all’una di notte? Dov’è la tua macchina?-

-Torno a casa…Ho parcheggiato su dei vetri senza accorgermene e adesso l’auto ha due ruote buche…- la ragazza, imbarazzata per la pessima figura, guardò fuori dal finestrino.

-Ti rendi conto che abiti a sei chilometri da qui?-

-E tu come lo sai?- lei si voltò di scatto e lo guardò sorpresa e non poco divertita

-Beh, è scritto nella tua scheda…- tentò di giustificarsi il ragazzo concentrandosi sulla strada davanti a sé -…comunque sei un’incosciente, vuoi forse prenderti una polmonite? E poi una ragazza da sola su una strada come questa…- aggiunse con tono serio guardandola negli occhi

-Daniel, è stata un’emergenza, non è che io vaghi per la città di notte di solito…e poi chi vuoi che passi su questa strada?-

-Questo non è un quartiere sicuro per passeggiare di giorno, figuriamoci quanto è pericoloso di notte… soprattutto per una bella ragazza come te…- rispose deviando poi lo sguardo rendendosi conto di quello che aveva appena detto; un improvviso imbarazzo calò tra di loro, come era accaduto poche ore prima in infermeria

-Potevi chiamarmi, sarei passato a prenderti…- aggiunse dopo qualche istante, rompendo l’atmosfera tesa. La ragazza lo guardò e sorrise -Grazie Danny- lui si voltò verso di lei e ricambiò il sorriso -Figurati-

-A proposito che ci facevi ancora lì?-

-Sono dovuto tornare indietro, c’era una deviazione e non potevo proseguire su quella strada.-

 Arrivarono a casa di Tessa dopo pochi minuti e lei lo ringraziò ancora scendendo dalla macchina. Avrebbe voluto invitarlo in casa a bere qualcosa e a chiacchierare… ma non lo fece e quando l’auto fu in fondo alla via e scomparve dietro l’angolo, se ne pentì. Entrò, si vide nello specchio con la giacca che Daniel le aveva prestato e si rese conto solo ora di non avergliela restituita; la tolse e dopo aver fatto una veloce doccia si mise a letto, addormentandosi dopo pochi istanti.

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Capitolo 11
*** Chapter 10 - Il piano dei Tok'Ra ***


CHAPTER 10: (Il piano dei Tok’Ra)

CHAPTER 10: (Il piano dei Tok’Ra)

-Avanti!- rispose Daniel dal suo ufficio, in risposta ai tocchi sulla porta; Tessa entrò reggendo la giacca della sera precedente.

-Ciao Danny, ti ho riportato la giacca, ieri sera mi sono dimenticata…- sorrise con la sua solita spontaneità.

-Oh, grazie…-

-Sai, credo di aver bevuto qualche bicchierino di troppo ieri, non lo reggo per niente l’alcol…-

Daniel sorrise ripensando alla cena della sera precedente. La ragazza appoggiò l’indumento su una sedia vicino alla scrivania e volse lo sguardo verso l’archeologo, non fece in tempo a proferire parola che Jack entrò nella stanza.

-Ragazzi, credo sia meglio radunarci tutti in sala riunioni, gli Asgard saranno qui da un momento all’…- svanì nel nulla lasciando la frase a metà. La faccia di Tessa sbiancò, e nel vederlo Daniel non poté fare a meno di sorridere.

-Sta’ tranquilla, è normale… E’ Thor, quando arriva nelle vicinanze e deve comunicare con noi, Jack viene portato sulla nave…Andiamo in sala riunioni- la ragazza lo seguì senza dire nulla, ancora leggermente stranita.

-Dottor Jackson, dottoressa Evans, sapete dove è finito O'Neill?- Rowley era seccato dal ritardo del colonnello. Daniel fece cenno con l’indice verso il soffitto e tutti capirono sorridendo, meno che il generale.

-Che significa?- chiese irritato

-Vede signore, Thor ha quest’abitudine di “convocare” O'Neill sulla nave…- spiegò con un accenno di sorriso Sam

-Capisco, e quando tornerà?-

-Beh, da un momento all’altro credo che…- Daniel non fece in tempo a finire la frase che Jack apparve davanti alla porta

-Generale-

-Colonnello O'Neill.- Rowley si sedette a capo tavola -Deve forse dirmi qualcosa?- aggiunse quando anche Jack fu seduto

-Oh, già… Thor arriverà tra poco…- in risposta Rowley non disse nulla

Improvvisamente l’Asgard apparve nello stesso punto in cui era comparso O'Neill

-Salve generare Rowley, è un piacere rivederla, anche se in così spiacevoli circostanze-

-Il piacere è mio Thor, gli Asgard sono sempre i benvenuti.-

-La ringrazio… O'Neill mi ha esposto brevemente la situazione, credo di sapere cosa stia accadendo, la mia nave era già in rotta per il vostro pianeta per avvisarvi.- tutti rimasero in attesa con il fiato sospeso -Il ritorno di Apophis è il primo dei problemi di cui ci dobbiamo occupare…-

-Primo?-

-Sì O'Neill, sconfiggendo Anubis abbiamo ottenuto una grande vittoria sui System Lords, ma non è bastato a quanto pare. La nave con cui ora Apophis viaggia, è la nave che Anubis ha fatto costruire personalmente, per questo è diversa dalle altre che abbiate visto finora.-

-Ma come ha fatto a tornare?-

-Maggiore Carter, ricorda quando mi avete salvato da quella nave? Tra i dati che Anubis non ha rimosso ho trovato frammenti di informazioni riguardanti Apophis; non le ritenevo importanti in quanto ero sicuro che fosse morto. Ho concentrato la mia attenzione sulle tecnologie che Anubis aveva acquisito e integrato nelle sue navi, e fino poco tempo fa  non avevo più preso in considerazione quei frammenti… ma quando sono arrivate notizie riguardo al suo ritorno ho cercato di ricostruirle.-

-E…- lo incoraggiò Jack guadagnandosi uno sguardo di disapprovazione di Rowley

-E ci sono riuscito, ma quello che ho scoperto non vi piacerà…Anubis ha intercettato la navetta con cui Apophis è riuscito a sopravvivere e lo ha preso sulla sua nave. Deve averlo pregato molto per non essere ucciso, ma alla fine Anubis avrà creduto che potesse essergli utile.-

-Quindi ora Apophis è al comando delle truppe di Anubis?-

-Non esattamente. Da quello che sappiamo, i guerrieri di Anubis si sono rifiutati di seguirlo e lui li ha uccisi. Ora però possiede tutte le tecnologie integrate nelle navi e altre di cui non conosciamo la potenza.-

-Insomma, siamo spacciati…- Rowley cominciava ad avere abbastanza dei continui commenti di Jack e fu una fortuna per il colonnello che in quel momento Thor riprese il suo discorso.

-Non ancora O'Neill…Apophis ha solo la nave madre con cui si sposta adesso, tutte le altre sono state distrutte dai System Lords alla caduta di Anubis; ne sta costruendo delle altre, ma ci vuole tempo, non è una tecnologia che conosce molto bene e sta avendo molti problemi. Stiamo attaccando i suoi cantieri, ma non possiamo distruggere l’astronave madre, abbiamo già perso due delle nostre navi nel tentativo. Bisogna distruggerla dall’interno…-

-E’ possibile?-

-Sì maggiore, dai progetti presenti nella nave ho rilevato un dispositivo di autodistruzione che può essere attivato dall’interno. Ma occorre Apophis per attivarlo…-

-Che intendi dire?-

-Il processo di autodistruzione si può attivare solo mediante un piccolo dispositivo, una sorta di chiave che permette di controllare la nave, senza è impossibile qualsiasi tipo di manovra; bisogna sottrarlo ad Apophis una volta giunti sulla nave e procedere.-

-Quindi dobbiamo salire a bordo della nave, mettere fuori gioco un migliaio di Jaffa e Apophis, attivare l’autodistruzione e tornarcene a casa con una navetta…giusto?-

-E’ un piano molto approssimativo ma esatto O'Neill-

-E come faremo a salire a bordo della nave?-

-Un momento, nessuno qui ha ancora autorizzato la missione-

-Lo so generale, la mia era semplicemente una richiesta- rispose Jack

-Generale, la vostra collaborazione è essenziale. Ne va dell’incolumità della Terra e di molti altri pianeti-

Rowley si alzò e si incamminò verso la vetrata; stette a fissare lo Stargate per qualche secondo mentre tutti si scambiarono sguardi interrogativi. Aveva sempre creduto che quel misterioso cerchio avrebbe portato conoscenza e saggezza alla Terra, aveva da sempre appoggiato il programma Stargate ed era felice di essere a capo dell’SGC, ma era consapevole anche delle responsabilità che questo comportava e dei rischi; soprattutto riguardo ai suoi uomini.

-E va bene, autorizzerò la missione-

-La ringrazio generale; bisognerà agire al più presto, Apophis potrebbe decidere di attaccare…-

In quel momento l’allarme si attivò e tutti si precipitarono in sala controllo.

-Sono i Tok’Ra signore-

-Aprite l’iride-

Niktari, seguita da Bra’tac, uscì dall’orizzonte che si richiuse subito dopo; scesero tutti nella sala dello Stargate, Thor compreso.

-Salve amici- tutti salutarono i due lieti di vederli sani e salvi.

Rowley si presentò alla Tok’Ra e tutti insieme tornarono nella sala riunioni.

-E’ una fortuna averti trovato qui Thor, ho delle informazioni che possono essere utili anche agli Asgard… Alcune delle guardie di Apophis complottano per eliminarlo e prenderne il posto, dobbiamo sfruttare la situazione-

-Domanda: come fa a sapere queste cose?- Daniel aggrottò le sopraciglia

-Abbiamo una spia sulla nave, ha riferito queste informazioni solo oggi.- rispose rivolgendo all’archeologo un sorriso fin troppo cortese

-Spia? Un Tok’Ra?-

-No, un Jaffa che ho istruito io stesso- si intromise Bra’tac

-Bene, le condizioni sembrano favorevoli per la missione; che ne dice generale?- commentò Thor

-Quale sarebbe il piano?-

-La nave è ancora su Chulak, dovrete introdurvi di nascosto e una volta a bordo verrete aiutati dalla nostra spia. Poi dovrete agire da soli; dovrete isolare i livelli più eterni in modo che la maggior parte dei Jaffa non possa intervenire in aiuto di Apophis; poi, dopo esservi impossessati del bracciale che contiene il dispositivo per l’autodistruzione, dovrete raggiungere il nucleo di naquadria e innescare il processo.-

-E fuggire a bordo di una navetta-

-Già colonnello… ricordatevi che per mettervi in salvo avrete solo 5 minuti-

-Come si attiva l’autodistruzione?- chiese Sam

-Dovrà indossare il bracciale di Apophis e modificare la sequenza dei cristalli nel pannello di controllo nel nucleo di naquadria. Ricordatevi di condurre la nave lontano da qualsiasi pianeta prima di attivare il processo.- la bionda annuì alle parole dell’Asgard

-Mi sembra un buon piano- commentò Teal'c -Quando partiamo?- aggiunse poi

Thor guardò verso Rowley -Sarebbe opportuno partire oggi stesso, ogni minuto che passa la situazione si fa più critica-

Rowley si guardò attorno, scrutando i volti tesi dalla preoccupazione che lo fissavano in attesa di una risposta.

-Preparatevi, la missione verrà fissata per le 16.30, avete sei ore per prepararvi. Maggiore Carter, si faccia spiegare da Thor la sequenza dei cristalli e tutto ciò che necessita sapere sulla missione…-

Il maggiore annuì e condusse l’Asgard nel suo laboratorio, tempestandolo di domande ancora prima di essere arrivati nel corridoio.

-Purtroppo devo andare ora, la mia gente mi aspetta, vi auguro buona fortuna…- sorrise Niktari -…e spero sinceramente di rivedervi.- aggiunse lanciando uno sguardo particolarmente gentile a Daniel che ne comprese il significato, rimanendone sorpreso. Anche Tessa aveva notato l’atteggiamento della Tok’Ra verso il ragazzo e la cosa la infastidiva non poco; provava per Daniel qualcosa che neppure lei sapeva spiegare, un sentimento forte, che non era riuscita a respingere, nonostante fosse nato da soli due giorni sentiva che non si limitava ad una semplice cotta.

-Lek tol amici, buona fortuna- anche Bra’tac salutò i presenti e si apprestò a lasciare il pianeta.

La Tok’Ra fu condotta nella sala dello Stargate e, sempre seguita dal Jaffa, attraversò l’iride.

-Bene, andate pure a prepararvi… qui abbiamo finito-

Jack e gli altri andarono ognuno nei propri alloggi per organizzarsi.

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Capitolo 12
*** Chapter 11 - Cambiamento di programma ***


CHAPTER 11: (Cambiamento di programma)

CHAPTER 11: (Cambiamento di programma)

Mancava meno di un’ora alla partenza quando ricevettero la comunicazione dai Tok’Ra che la nave di Apophis aveva lasciato Chulak. Thor era tornato sulla sua nave, che per precauzione stazionava ancora nell’orbita della Terra. Fino a quel momento Sam era rimasta nel suo laboratorio a studiare gli schemi della nave, mentre gli altri erano rimasti negli alloggi a riposare e a preparare il necessario; ora che tutti erano in sala riunioni l’atmosfera divenne ancora più tesa.

-Hanno detto che ci informeranno della nuova posizione appena ne saranno a conoscenza, nel frattempo possiamo solo aspettare. Tenetevi pronti a partire in qualsiasi momento, appena riceveremo notizie la missione dovrà iniziare-

Improvvisamente l’allarme di attivò di nuovo e tutta la squadra si diresse in sala controllo.

-Riceviamo una trasmissione radio signore-

-Non c’è nessuna squadra in missione…-

-Non è di una squadra SG, proviene da Kelowna signore-

-SGC…mi ricevete?- una voce familiare alla squadra giunse forte e chiara

-Jonas!- esclamò Sam con gioia e affrettandosi al microfono -Jonas, ti riceviamo!- aggiunse poi

-Sam?- la voce era allarmata e insicura, ma il segnale era ottimo

-Sì Jonas, sono io! Che succede?-

-Una nave Goa’uld ha attaccato il pianeta, diversi Jaffa hanno fatto irruzione nella sede del nostro governo…Hanno l’effige di Apophis-

-Ne sei sicuro?-

-Assolutamente.-

-Quando è successo?-

-La nave è arrivata un’ora fa circa, donne e bambini si sono nascosti, gli altri stanno combattendo ma non possiamo resistere a lungo-

-E’ una nave madre Goa’uld? Hai notato nulla di strano?-

-Sì, è diversa da quella di Anubis su cui abbiamo salvato Thor, è molto più grande e …-

-…rossa- concluse la frase Sam scuotendo la testa con visibile disappunto

-Già! Ma non avevate eliminato Apophis tempo fa?-

-E’ quello che credevamo, ma è tornato…-

-Sam ascolta, qui…accidenti, che diavolo…- all’improvviso di udirono degli spari e un tonfo; i presenti, turbati, si guardarono l’un l’altro cercando di capire la natura di quei suoni

L’iride si chiuse, interrompendo la trasmissione.

-Signore, abbiamo perso la comunicazione-

-Era il suono di un fucile zat-

-Teal'c ha ragione…- nella mente di tutti si fece largo la preoccupazione per l’amico; persino Tessa, che non lo aveva mai conosciuto di persona ma che ne aveva sentito parlare molto in quei due giorni, in quel momento era in ansia per lui.

-Com’è possibile che la nave di Apophis sia arrivata fin lì nel giro di così poche ore? -

-Dobbiamo partire subito, non possiamo permettere di perdere un’altra occasione-

-Concordo colonnello, preparatevi, partirete non appena sarete pronti.- per una volta Rowley concordò con le parole di O'Neill.

Nel giro di pochi minuti l’SG-1 fu nella sala dello Stargate, pronta a partire.

-Sarebbe stato meglio che tu avessi avuto un minimo di addestramento…- osservò preoccupato Jack rivolgendosi a Tessa

-Non stia a sottilizzare colonnello; mi ha accettato nella squadra, se ne sta già pentendo?- la voce della ragazza era ferma e determinata e questo sorprese O'Neill.

-Certo che no, però fa attenzione, mi raccomando- la ragazza annuì in risposta

L’iride venne attivato e la squadra si preparò sulla rampa, in attesa del via libera del generale. Dagli altoparlanti li raggiunse la voce severa dell’ufficiale: -Via libera SG-1, la sonda non ha mostrato alcun Jaffa intorno allo Stargate, ma siate prudenti lo stesso-

-Ricevuto signore.- rispose Jack prima di voltarsi e incamminarsi verso l’enorme cerchio metallico, seguito dagli altri.

Daniel volse lo sguardo verso Tessa e rimase sorpreso dalla naturalezza con la quale si muoveva pur indossando l’attrezzatura militare, sembrava non avesse fatto altro per tutta la vita. In un certo senso somigliava a Sam, determinata e indipendente; ma allo stesso tempo la vedeva enormemente diversa, o meglio, la considerava in modo completamente diverso.

Varcarono l’azzurra soglia e in poco tempo riconobbero il familiare paesaggio del pianeta natale di Jonas. Intorno allo Stargate non vi era traccia di Jaffa, come aveva detto Rowley, ma neppure degli abitanti locali. Nel cielo davanti a loro levitava la possente astronave di Apophis, ma non vi era segno o suono di combattimenti in zona; tutto sembrava calmo e tranquillo. Procedettero verso quella che sapevano essere la città di Jonas, mentre guardinghi continuavano a scrutare la strada e i campi intorno a essa. Improvvisamente un aliante della morte li sorvolò con un sibilo e la squadra si affrettò a nascondersi, attendendo che si fosse allontanato prima di proseguire. Camminarono per diverso tempo prima di giungere in prossimità della città, e quando arrivarono la trovarono deserta e distrutta. Captarono un suono di passi e si nascosero dietro a delle macerie ancora fumanti; due Jaffa, probabilmente una pattuglia, marciavano attraverso la strada polverosa, tra i detriti ancora fumanti.

Inaspettatamente, nel silenzio teso che regnava attorno alla squadra ci furono diversi sibili provenienti da un punto alle loro spalle, poi un dolore purtroppo già noto e il buio nelle loro menti pochi istanti dopo.

 

 

Al suo risveglio Tessa vide una sagoma dai contorni indefiniti china su di lei; i suoi occhi tentavano di adattarsi alla luce della grande stanza.

-Stai bene?- chiese la figura

Mettendosi a sedere Tessa chiuse gli occhi e se li strofinò prima di riaprirli; piano piano ne stava riprendendo l’uso. La sagoma era in realtà un ragazzo piuttosto carino, con gli occhi chiari e i capelli castani.

-Stai bene?-

-Credo di sì…chi sei?- la ragazza era leggermente intimorita mentre annuiva in risposta alla domanda del ragazzo e ne poneva una a sua volta

-Mi chiamo Jonas-

-Jonas Quinn?- mentre parlava tentava di alzarsi, aiutata dal giovane

-Sì…ci conosciamo?-

-E’ una lunga storia- si intromise Daniel da un angolo della stanza; si stava rialzando appoggiandosi al muro, gli altri erano ancora svenuti.

-Daniel, stai bene?- Tessa si affrettò a raggiungere il ragazzo quando lo vide barcollare e risedersi rassegnato

-Credo di sì, nulla di grave…ci hanno storditi con i fucili zat probabilmente- rispose il ragazzo guardando i compagni ancora a terra e passandosi una mano sulla fronte -Pensavamo che ti avessero ucciso…- aggiunse poi senza una particolare intonazione guardando verso Jonas

-Deluso?- non si capiva se i due fossero seri nel proferire quelle parole, o meglio, Tessa non lo capiva

-Spiritoso… avanti, che ti è successo?- Daniel riprovò di nuovo ad alzarsi aiutato dalla ragazza, ma subito si risedette.

-Mi hanno catturato, non ho fatto in tempo a chiudere la comunicazione…si è chiusa quando hanno distrutto l’emettitore- Jonas si alzò e cominciò a camminare per la stanza nervosamente, era lì da diverse ore ormai.

-Sanno che comunicavi con la Terra, per questo sei ancora vivo…Sapevano che saremmo arrivati, ci aspettavano- mentre Daniel parlava Tessa, che era rimasta seduta in fianco a lui fino a quel momento, si diresse verso Sam, che si stava lentamente svegliando.

-Come ti senti Sam?- le chiese aiutandola a mettersi seduta

La bionda annuì e tentò di alzarsi, ma come Daniel non ci riuscì al primo colpo. Anche Jack e Teal’c si svegliarono dopo pochi istanti e con notevole sforzo si alzarono in piedi.

-Jonas! Che bello vederti sano e salvo!- la donna stava lentamente riprendendosi

-Grazie Sam…ragazzi, vi sentite bene?- la squadra annuì guardandosi intorno con sguardi curiosi e disorientati.

-Dove siamo?- chiese Tessa

-Sulla nave di Apophis credo.-

-Già, siete arrivati qui tre ore fa…sei stata la prima a svegliarsi-

Sam cominciò a esplorare i muri alla ricerca di qualche dispositivo per aprire la grande porta della cella, ma senza successo; la squadra si sedette in attesa. Jack e Sam stavano l’uno accanto all’altra, Teal’c fissava silenziosamente la parete opposta, Jonas era appoggiato al muro e teneva gli occhi chiusi, Tessa era seduta con la schiena appoggiata alla parete e le gambe incrociate e Daniel rimaneva seduto in silenzio, guardandosi intorno.

Dopo alcuni minuti l’archeologo si alzò e si sedette vicino alla ragazza, che stava distrattamente giocherellando con un elastico per capelli.

-Come va la ferita?-

-Quale ferita?- la ragazza era soprapensiero e non si aspettava una simile mossa da parte di Daniel; lui rispose indicando il torace.

-Oh quella…guarisce molto velocemente, è solo un graffio- e gli sorrise; la sua espressione tornò seria in poco tempo, la situazione la angosciava più di quello che lasciava trasparire e Daniel lo comprese.

-Usciremo di qui, vedrai…- dicendo questo le prese la mano e le sorrise guardandola negli occhi. Lei lo guardò e gli sorrise in risposta, era allo stesso tempo incredula e felice del suo gesto

-…E poi abbiamo affrontato situazioni peggiori- aggiunse lui sempre guardandola negli occhi

-Grazie Danny- rispose lei ricambiando la stretta della mano.

Nella stanza tornò a regnare il silenzio, mentre i minuti passavano inesorabili e la tensione rimaneva inalterata.

-Un aspetto positivo c’è…siamo sulla nave- tutti si voltarono verso Jack e lo guardarono in malo modo; non era certo il momento di fare dell’umorismo, ma non dissero nulla, infondo aveva ragione, erano sulla nave; il problema ora era trovare un modo per uscire dalla cella.

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Capitolo 13
*** Chapter 12 - Il tradimento ***


CHAPTER 12: (Il tradimento)

CHAPTER 12: (Il tradimento)

Passarono interminabili minuti, durante i quali la squadra non si mosse né parlò. Daniel teneva ancora la mano di Tessa che si era addormentata con la testa sulla sua spalla. Jonas li osservò incuriosito, mentre Jack non riuscì a trattenere un sorriso nel vederli; era incredibile quanto i due fossero già legati, nonostante si conoscessero solo da pochi giorni. Pensò a quanto amava Sam e quanto l’avesse amata in passato, per anni aveva dovuto nascondere i suoi sentimenti, e lei lo stesso. A quel pensiero mise un braccio intorno alle spalle della bionda e la strinse a sé. Non avrebbe mai fatto una cosa simile in passato, ma infondo era solo una missione, non erano tornati in servizio a pieno regime. Poteva permetterselo, voleva permetterselo; avevano già sprecato così tanto tempo… Sam fu sorpresa dal gesto del marito ma si lasciò guidare, chiudendo gli occhi.

Erano passate ore da quando si erano svegliati e non era accaduto nulla.

Lentamente Tessa si destò e sorrise a Daniel, rendendosi conto che non aveva mai lasciato la presa sulla sua mano.

-Non mi sono resa conto di essermi addormentata, scusate- la ragazza era imbarazzata dal suo cedimento

-Non c’è problema, hai fatto bene a riposarti…- Daniel parlò dolcemente, quasi sottovoce, come se stesse ancora dormendo e non volesse svegliarla.

-Non ti sei persa nulla di interessante, stai tranquilla- aggiunse Jack ironico; sapeva sempre come sdrammatizzare, anche nelle situazioni più disperate.

Improvvisamente la porta si aprì e ne entrò un Jaffa che la richiuse subito dietro di sé. Il guerriero appoggiò la lancia alla parete, estrasse un piccolo oggetto simile ad un telecomando e lo porse al colonnello. I sei si guardarono disorientati.

-Mi avevano avvisato che vi sareste infiltrati, ma non sapevo che il piano comprendesse la vostra cattura-

-Già, neppure noi…- commentò O'Neill sarcastico

-Sto rischiando grosso, se scoprono quello che sto facendo Apophis mi ucciderà, per cui sbrigatevi. Qui fuori ci sono altri due Jaffa…-

-Che dovremmo fare?-

-Mettermi al tappeto; sei contro uno sarà credibile… poi vi occuperete degli altri due.- fece una pausa, inspirando profondamente -Quello vi permetterà di aprire le porte che non sono dotate di un pannello, come questa- aggiunse indicando il piccolo oggetto nella mano di O'Neill.

L’ufficiale annuì mentre Teal'c recuperava la lancia del Jaffa.

-Le vostre armi sono in una stanza infondo al corridoio…- ci fu una pausa durante la quale il guerriero prese il suo fucile zat e attivandolo lo porse a Jack -Faccia attenzione a colpirmi una volta sola, colonnello- aggiunse mentre l’ufficiale si preparava a sparare.

-Certo, tranquillo…- ancora un po’ titubante Jack porse il piccolo oggetto a Sam e fece fuoco, stordendo il Jaffa.

Al segnale del colonnello Sam azionò il telecomando e lui sparò anche ai due guerrieri di guardia alla cella. Teal'c e Daniel afferrarono un Jaffa per l’armatura e lo trascinarono nella stanza, mentre Jonas e Tessa facevano lo stesso con l’altro guerriero. Disarmati i corpi privi di sensi chiusero la porta e si incamminarono lungo il corridoio, tendendo l’orecchio per captare qualsiasi suono che potesse significare pericolo.

La nave era dotata di un piccolo corridoio parallelo a quello principale, separato da esso da una parete metallica; ogni tre metri circa vi era un’apertura per passare da un corridoio all’altro. Dopo diversi metri trovarono la porta a cui aveva fatto riferimento il Jaffa. La aprirono e all’interno vi recuperarono le armi e i GDO.

Improvvisamente giunse alle loro orecchie il familiare suono delle armature Jaffa. Uscirono velocemente dalla stanza, richiudendo la porta e si nascosero nel piccolo corridoio. Videro tre Jaffa che procedevano velocemente lungo il corridoio, seguiti da Apophis e altre due guardie; al polso destro il Goa’uld indossava un bracciale adorno di pietre azzurre incastonate in quello che sembrava essere naquadria. Il piccolo gruppo raggiunse la porta della cella, ma senza porvi la minima attenzione svoltò a destra, proseguendo ad andatura spedita.

Jack fece cenno alla squadra di procedere nella stessa direzione, lungo il corridoio minore. Dopo parecchi metri il Goa’uld si fermò davanti ad una porta e le guardie con lui; per alcuni secondi tutto rimase immobile, poi improvvisamente Apophis entrò nella stanza, ordinando alle guardie di andare. I Jaffa ubbidirono e si diressero lungo il corridoio dalla parte opposta rispetto al loro arrivo.

-Entriamo lì dentro colonnello?- Tessa diede voce al pensiero comune della squadra

-Carter, il telecomando può aprire quella porta?-

-Non vedo pannelli all’esterno signore, quindi penso di sì-

-Vale la pena di tentare, se è solo abbiamo più possibilità di sopraffarlo-

-Non credo sarà così semplice Jonas…-

-Che intendi?-

-Thor ha detto che dispone di nuove tecnologie sconosciute anche agli Asgard, può darsi che anche se agissimo contemporaneamente probabilmente ci abbatterebbe-

-Daniel ha ragione-

-Colonnello, se entrassimo in tempi separati non riuscirebbe a tenerci tutti sotto controllo…-

-Cerchi di proporre un diversivo?-

-Esattamente…se entrassero solo quattro di noi, dirigendosi sul fondo della stanza e distraendolo, poi gli altri due potrebbero colpirlo alle spalle-

-Il tuo piano, Tessa Evans, può funzionare- commentò Teal'c guardando la ragazza e alzando un sopracciglio

-Sono d’accordo, proviamoci- decretò Jack -Carter, Jonas, Daniel e Tessa entreranno, io e Teal'c interverremo in seguito…tutto chiaro?- aggiunse poi

Tutti annuirono e, ispezionati i corridoi in prossimità della porta e accertato che fossero deserti, si prepararono ad entrare in azione e Sam azionò il telecomando. I quattro entrarono con i fucili pronti a sparare e videro il Goa’uld in piedi di fronte ad un grande pannello, affiancato da due Jaffa. Non appena il quartetto fu dentro Sam e Tessa colpirono i due guerrieri, mentre i colpi sparati da Daniel e Jonas verso Apophis vennero assorbiti dallo scudo energetico di protezione che era solito usare. L’alieno rispose al fuoco dei quattro che si erano spostati sul fondo e si riparavano dietro ad un tavolo poco distante. Il Goa’uld dava ormai le spalle alla porta di ingresso rimasta vuota, quando improvvisamente cadde carponi lasciando la sua arma, che finì a terra. Tessa ne approfittò per recuperarla, mentre Jonas e Daniel lo immobilizzarono; Sam richiuse la porta e la bloccò.

-Non sei diventato molto più furbo di prima a quanto pare…- osservò Jack sarcastico, indicando i tre coltelli conficcati nella schiena e nel collo del Goa’uld. Nel frattempo Carter aveva recuperato il bracciale, e gli aveva sottratto il generatore dello scudo in modo che non potesse più difendersi.

-Maledetti…pagherete per questo!-

-Sì sì, lo dici ogni volta…- rispose ironico Jack, gesticolando con la mano

-Insolente, come ti permetti di parlare così ad un dio!-

-Tu sei un falso dio, nessuno crede più in te e negli altri Goa’uld.-

-Sei ancora vivo Shol’va? I traditori come te devono morire…- (“Shol’va” = “traditore”) risentire questo appellativo fece adirare Teal'c che estrasse brutalmente i coltelli dalla schiena e dal collo di Apophis, provocando le sue imprecazioni, mentre il suo simbionte già lavorava per guarirlo.

-Signore, che ne facciamo di lui?- a questa domanda nella mente di Jack si affollarono molte idee, ma nessuna che lui volesse mettere in atto. Non aveva mai ordinato di uccidere qualcuno a sangue freddo, e non sarebbe stata questa la prima volta; stette a riflettere per qualche secondo poi si decise.

-Legatelo stretto e tenetelo sotto tiro…- tutti parvero d’accordo -Carter, hai idea di cosa sia quel pannello?-

-Credo di sì signore… se è quello che penso, da qui posso controllare l’intera nave-

-Perfetto, sai come fare?-

-Mi dia qualche minuto- in risposta il colonnello annuì mentre osservava la bionda indossare il bracciale e studiare attentamente il pannello, aiutata da Teal’c e Daniel nel tradurre le scritte. Jonas e Tessa, che avevano legato Apophis, ora tenevano le loro armi puntate direttamente verso di lui, pronti a sparare se fosse stato necessario. Nel frattempo Jack osservava attraverso un grande vetro, simile ad un oblò, il pianeta nella cui orbita stazionava la nave; dedusse che si trattava del pianeta di Jonas, sul quale erano stati catturati.

-Ce l’ho fatta signore-

-Bene, quindi?-

-Quindi signore ho accesso a tutti i comandi: navigazione, sistemi di sicurezza principali… Proporrei di isolare i corridoi che portano al nucleo e alle navette, in modo da essere sicuri di non incontrare Jaffa, dopodiché portare la nave lontano da questo e da qualsiasi altro pianeta e procedere.-

-I Jaffa non potranno aprire comunque le porte?-

-No, posso rendere inutilizzabili  i loro dispositivi.-

-Ok, procediamo…- acconsentì il colonnello

-Ma che bel piano! E’ un vero peccato che debba fallire- una voce familiare giunse alle loro orecchie da un punto in penombra. Niktari, accompagnata da un Jaffa, stava di fronte ad una piccola porta nascosta dietro ad un falso pannello; il suo viso era contratto in un sorriso di scherno verso i sei, mentre i suoi occhi si illuminarono e rivelarono la sua vera natura. La squadra rimase sbalordita e quando la ragazza procedette all’interno della stanza nessuno mosse un muscolo. Ripresosi dalla meraviglia Jack puntò il fucile verso di lei, pur conoscendone l’inutilità; Niktari si mise a ridere mentre continuava ad avanzare. Il colonnello sparò un primo colpo che venne assorbito dallo scudo energetico, con profondo divertimento della bionda.

-E’ inutile terrestre, e lo sai… non opponete resistenza e nessuno si farà male, per ora.- dicendo questo richiuse la porta da cui era entrata, bloccandola, estrasse un fucile zat e lo attivò.

-Quindi anche Bra’tac e la spia Tok’Ra fingevano?-

-No Shol’va, loro sono ignari quanto voi…quei poveri stupidi, mi credevano davvero una di loro-

-Niktari, liberami!-

-Apophis, stupido egocentrico, credi davvero che ti abbia aiutato per bontà?-

-Cosa stai dicendo?- il Goa’uld rimase stupito dalle parole della sua simile

-Che non mi servi più… Ora che finalmente la nave è in mio possesso, imparerò a controllarla- dicendo questo sparò tre colpi verso Apophis e di lui rimase solo il ricordo; accadde tutto in pochi istanti: il nemico da sempre temuto dai terrestri era stato eliminato, sembrava incredibile e la squadra faticava a realizzare quello che era appena accaduto.

-Voi tre, sedetevi laggiù- ordinò rivolgendosi a Daniel, Jack e Teal'c, indicando un punto sotto al grande vetro -Voi due là, vicino alla colonna…mentre lei, maggiore Carter rimanga al pannello- la sua voce era ferma e decisa. Tutti ubbidirono, scambiandosi sguardi preoccupati.

-Bene maggiore, faccia rotta per il pianeta chiamato Abydos, sarà la nostra prima tappa.-

-Che intendi fare?-

-Non è una visita guidata colonnello, taccia e esegua gli ordini… vi illustrerò il mio piano quando lo riterrò necessario- la ragazza occupava una posizione dalla quale poteva tenere sotto tiro tutti i presenti, mentre il Jaffa ai suoi ordini rimaneva in piedi a sorvegliare O'Neill e gli altri.

Nel frattempo Sam non si era mossa, né aveva eseguito gli ordini.

-Maggiore, faccia come le ho detto…Subito!- ma ancora la donna non si muoveva

-E va bene…se la mette così…- dicendo questo si voltò verso Tessa e fece fuoco, stordendola. Jonas le si accostò velocemente e Daniel fece per alzarsi e raggiungerla ma la Goa’uld lo bloccò puntando l’arma verso di lui.

-Fermo… se ci tenete alla vostra amichetta fate quello che vi ho detto- Sam guardò il colonnello che fece cenno di assenso con la testa, dopodiché cominciò a lavorare sul pannello.

-Tu, spostati con gli altri- ordinò rivolgendosi a Jonas

-Ho bisogno che qualcuno traduca i simboli, non conosco questa lingua- obbiettò Sam

-Shol’va, dalle una mano- reprimendo un impeto di rabbia Teal'c si avvicinò al pannello

Passarono parecchi minuti nel silenzio, mentre i due lavoravano sui comandi, poi improvvisamente la nave ebbe il sobbalzo tipico del salto nell’iperspazio e la ragazza sorrise soddisfatta scrutando il grande vetro.

-Bene, non ci vorrà molto… voi due rimanete lì- detto questo si voltò verso il gruppo e puntò il suo sguardo su Jack

-Perché proprio Abydos?- chiese l’uomo

-Non verrò certo a informare voi dei miei piani…piuttosto, posso dirvi cosa ne farò di voi, se ci tenete a saperlo…- gli sguardi dei cinque amici erano carichi di preoccupazione; erano sicuri di conoscere già la risposta.

-Vi ucciderò ovviamente…ma per quanto riguarda il maggiore e il Jaffa, li terrò in vita finché non avrò imparato a governare la nave.- fece una pausa durante la quale fece cenno a Daniel di alzarsi, lui ubbidì dopo qualche titubanza. Ora erano uno di fronte all’altra; la donna prese una scatola cilindrica di metallo che stava ai piedi del suo Jaffa e l’aprì, ma senza estrarne il contenuto -Mentre tu…- fece una pausa passando una mano sulla guancia del giovane che indietreggiò sfuggendo al suo tocco -Sarai l’ospite per il mio sposo…- concluse con una risata maligna, estraendo dal cilindro un Goa’uld, mentre i suoi occhi si illuminavano.

-Scordatelo!!- Tessa, di nuovo cosciente, arrivò alle spalle della Goa’uld, l’afferrò stringendole l’avambraccio intorno al collo e le trafisse la schiena con il coltello -Giù le zampe maledetta strega!- Colta di sorpresa dall’attacco e dal dolore Niktari lasciò cadere l’arma e fu subito immobilizzata da Jack e Jonas, mentre Teal'c ne approfittò per assalire il Jaffa e Sam prese un fucile e sparò al Goa’uld che, caduto a terra, si contorceva. Sia la donna che il guerriero vennero disarmati totalmente, legati dove tempo prima era stato legato Apophis e tenuti sotto tiro, mentre la squadra si accertò che tutti stessero bene.

-“Giù le zampe maledetta strega” ??- Daniel guardò sorpreso e non poco divertito verso la brunetta che arrossì leggermente.

-Beh… che dovevo dire?- era sorpresa delle sue stesse parole -La prossima volta studierò meglio la battuta prima di intervenire…- aggiunse scherzosamente. Lo sguardo del ragazzo si fissò nel suo e ad entrambi parve che il tempo si fermasse

-Grazie Tessa-

-Ti dovevo un favore…- rispose lei con un sorriso, senza abbassare lo sguardo.

-State tutti bene?- la voce del colonnello interruppe quel momento in modo brusco; i due annuirono in risposta.

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Capitolo 14
*** Chapter 13 - Fuochi d’artificio ***


CHAPTER 13: (Fuochi d’artificio)

CHAPTER 13: (Fuochi d’artificio)

-Pagherete per questo Tau’ri!-

-Sai, non ti consiglio di dire quella frase, a quanto pare porta sfortuna… guarda il povero Apophis…- ribatté ironico O'Neill alla donna che cercava di liberarsi dalle corde.

La nave si arrestò improvvisamente e nel grande vetro divenne visibile un grosso pianeta desertico, Abydos.

-Carter, allontaniamoci quanto basta perché il pianeta sia al sicuro e procediamo.-

-Agli ordini-

Tutti videro il pianeta farsi via via più piccolo fino a scomparire completamente, segno che la nave si allontanava velocemente.

-Ci siamo signore, siamo ad una distanza di sicurezza… procedo isolando i corridoi e i dispositivi Jaffa.-

-Bene. Quanto ci vorrà?- Jack prese il suo zat e lo attivò

-Pochi secondi…- fece una pausa, premendo alcune forme sul pannello, che emise un suono particolare -Fatto signore, i corridoi da percorrere sono isolati…procediamo?-

-Voi due è meglio che dormiate…- dicendo questo fece fuoco su Niktari e sul Jaffa, stordendoli

-D’accordo, procediamo. Sam, blocca queste porte quando saremo usciti; teniamo i fucili attivi, non si sa mai…- aggiunse dirigendosi verso la porta, seguito dai compagni. Al di fuori non vi era anima viva e la squadra procedette speditamente guidata da Sam; percorsero parecchi corridoi, in alcuni dei quali i Jaffa tentavano invano di aprire le porte secondarie e di accedervi.

Dopo qualche minuto arrivarono alle navette e davanti ad una di esse Sam si fermò.

-Da qui ci vogliono circa tre minuti per arrivare al nucleo. Signore, propongo di dividerci; io andrò al nucleo e attiverò la sequenza, voi aspetterete qui…-

-Negativo Carter, Jonas verrà con te, potresti avere bisogno di supporto.-

La bionda annuì e fece cenno al kelowniano di seguirla; insieme si avviarono velocemente lungo il corridoio. Il resto della squadra non poté far altro che attendere con il fiato sospeso, pregando che tutto andasse bene. Si giocava tutto in una manciata di secondi…solo pochi istanti di ritardo e la loro missione sarebbe diventata senza ritorno; coscienti di questo sia Sam e Jonas, sia gli altri, prestavano la minima attenzione a qualsiasi cosa potesse pregiudicare un contrattempo. Daniel, Teal'c, Tessa e Jack erano pronti a salire a bordo della navetta non appena fossero ritornati i loro due amici.

 

Nel frattempo Sam e Jonas erano a metà del loro percorso quando un Jaffa si parò loro davanti, e riconobbero la spia Tok’Ra.

-Cosa sta succedendo?- era disarmato e piuttosto confuso dalla situazione

-Apophis è morto-

-Cosa? Voi l’avete…-

-No, è una lunga storia…seguici, qual è il tuo nome?-

-Kir’ton- rispose il Jaffa accodandosi ai due

Presto arrivarono alla porta del nucleo di naquadria e si fermarono. Sam usò il bracciale per aprirla ed entrò, trovandosi davanti ad uno spettacolo incredibile: la grande stanza circolare era alta almeno trenta metri, con un diametro tre volte tanto; grandi colonne di naquadria protette da vetro isolante per le radiazioni erano disposte con ordine regolare. La quantità del pericoloso minerale era tale che l’esplosione avrebbe potuto distruggere addirittura la Terra senza lasciarne neppure un piccolo frammento e a questo pensiero la donna rabbrividì. Superata la meraviglia per il colosso tecnologico che Anubis era riuscito ad assemblare, cominciò la ricerca del pannello principale di cui le aveva parlato Thor. Dopo poco lo vide sul muro opposto alla porta d’ingresso e vi si precipitò, seguita da Kir'ton e Jonas; cercò di rammentare tutto quello che l’Asgard le aveva detto e, dopo aver rimosso la lastra metallica che lo proteggeva, cominciò a modificare la frequenza di cristalli, superando senza problemi lo scudo energetico che li proteggeva, grazie al bracciale di Apophis.

Dopo diversi minuti di lavoro i pannello emise un suono acuto e le colonne di naquadria cominciarono a surriscaldarsi; entro pochi minuti sarebbero esplose. Sam regolò il suo cronometro a cinque minuti, l’arco temporale che Thor aveva previsto per la loro fuga. Tutti e tre lasciarono la stanza di corsa, dirigendosi i più in fretta possibile alla navetta.

 

  -Ci stanno mettendo più del previsto…- Jack era tremendamente nervoso e continuava a scrutare il corridoio. Improvvisamente un suono acuto colse tutti di sorpresa, facendo loro intuire cosa stesse accadendo e facendo salire la tensione alle stelle. Passarono due interminabili minuti da quel suono agghiacciante prima che dal corridoio arrivassero Sam, Jonas e Kir'ton affannati dall’inumana corsa. Subito la bionda aprì il portello della navetta, facendo cenno ai compagni di entrare; richiuse non appena tutti furono a bordo e si diresse al quadro dei comandi, dando una furtiva occhiata all’orologio : 2 minuti e 40 secondi all’esplosione. Assistita da Teal'c, che conosceva bene i comandi delle navette Goa’uld, avviò il motore e prese posizione alla navigazione, facendo partire l’astronave con uno sobbalzo. Il piccolo mezzo di trasporto si sollevò mentre il portello di uscita si apriva e lasciava intravedere le stelle all’esterno; in pochi istanti lo attraversarono e Sam diede di nuovo uno sguardo all’orologio: 1 minuto e 45 secondi all’esplosione.

La navetta prese velocità allontanandosi dall’enorme bomba ad orologeria in cui si era trasformata la nave madre; Sam spinse la velocità al massimo, inserendo le coordinate di Abydos.

1 minuto all’esplosione; nessuno parlava, la tensione era palpabile, mentre l’astronave madre Goa’uld diventava sempre più minuscola ai loro occhi. Daniel si accostò a Tessa e le prese la mano nel tentativo di rassicurala; lei lo guardò in viso e sorrise ringraziandolo silenziosamente. Di nuovo il tempo si fermò per loro due, e i loro sguardi si scambiarono mute frasi di sostegno reciproco che a parole non sarebbero state traducibili.

Solo in quel momento Daniel si rese conto di quello che davvero provava per quella ragazza: l’amava, nonostante l’avesse negato fino a quel momento, ora ne era certo.

Tessa si accorse che qualcosa nello sguardo di Daniel era cambiato, ma non osava sperare che lui ricambiasse i sui sentimenti, sarebbe stato troppo bello, quasi una favola e lei ne sarebbe rimasta ferita. Aveva sempre ammesso di provare qualcosa per lui, ma dal momento in cui l’aveva salvato da Niktari era certa di amarlo.

Improvvisamente un bagliore accecante e uno scossone li avvertirono che l’esplosione era avvenuta, la nave era scomparsa nel nulla portando con sé l’angoscia che aveva attanagliato tutti loro per quelle terribili ore. Volgendo lo sguardo verso il punto occupato dall’astronave poco prima videro in lontananza i detriti incandescenti e tirarono un sospiro di sollievo, guardandosi attorno.

-Ottimo lavoro Sam!- disse Jack in tono affettuoso avvicinandosi alla bionda e sorridendole sollevato -Mi sono sempre piaciuti i fuochi d’artificio!- aggiunse ironico

-Carter, vedo che hai incontrato il nostro amico…- proseguì poi più formalmente dopo qualche secondo indicando Kir'ton

-Si signore, ho ritenuto giusto…-

-…portarlo con noi. Hai fatto bene…come hai detto che ti chiami scusa?-

-Mi chiamo Kir'ton, sono un allievo del maestro Bra’tac.-

Il silenzio tornò a regnare nella navetta, ma non si trattava dal silenzio teso di pochi istanti prima, bensì di un silenzio rilassato, liberatorio. Trascorsero parecchi minuti prima che Abydos fosse abbastanza vicino da poterlo distinguere; tutti furono lieti di vedere il familiare pianeta desertico e all’annuncio di Sam che di lì a pochi minuti l’avrebbero raggiunto e vi sarebbero atterrati, fu accolto con entusiasmo da tutti.

Proprio come aveva previsto la bionda, lo raggiunsero in poco tempo e l’atterraggio fu più fortunato del previsto: la navetta ne riportò solo qualche ammaccatura, mentre Sam chiedeva continuamente scusa per gli scossoni che provocavano lo sballottamento dell’equipaggio.

-Ottimo atterraggio maggiore Carter-

-Grazie Teal'c.- rispose la donna dubitando seriamente delle parole del Jaffa.

-Dico sul serio maggiore, pochi hanno saputo far atterrare una navetta integra al loro primo volo.-

Sam rispose con un sorriso riconoscente.

Erano atterrati nel mezzo del deserto, non lontano dall’accampamento di Kasuf che era accorso a vedere cosa stesse accadendo. Nel vedere i suoi amici scendere da un mezzo di trasporto Goa’uld rimase molto sorpreso, ma poche parole gli bastarono per tranquillizzarsi. Condusse la squadra alla sua dimora e offrì loro cibo e acqua.

-Sta arrivando una tempesta, non farete in tempo a raggiungere il Chappa’ai, passate qui la notte… potete usare la radio dell’ambasciatore per comunicare con i vostri superiori.-

-Credo sia la cosa migliore da fare- ringraziando Kasuf si recarono dall’ambasciatore, che viveva nello stesso accampamento e gli domandarono di utilizzare la radio. Il segnale veniva trasmesso dall’accampamento attraverso il deserto, fino allo Stargate, dove una squadra ritrasmetteva i messaggi attraverso il cancello.

-Qui colonnello Jack O'Neill, SCG mi ricevete? Ripeto: Qui colonnello Jack O'Neill, SCG mi ricevete?-

-Sì O'Neill, la riceviamo forte e chiaro- la trasmissione non era molto pulita, ma la voce del generale Rowley parve sollevata nel risentirli.

-Abbiamo distrutto la nave generale, il nostro ritorno è previsto per domani mattina, causa una tempesta di sabbia-

-Ricevuto SG-1, i vostri GDO li avete?-

-Sì signore, li abbiamo.-

-Bene, a domani colonnello…-

-Ricevuto generale-

La comunicazione durò solo pochi secondi, ma fu per tutti un sollievo. Tornarono da Kasuf e vi trovarono anche Skaara, che era stato avvertito del loro arrivo.

-Skaara, amico mio!-

-O'Neill, è un piacere vederti!!- i due si abbracciarono

-Ciao Skaara- salutarono Sam e Daniel in coro, accompagnati da un gesto di Teal'c

-Loro sono Kir'ton e Tessa- li presentò l’archeologo sia a Kasuf che a Skaara, che diedero loro un caloroso benvenuto.

Il gruppo venne condotto a delle capanne dove poterono riposarsi fino al calare del sole, prima di raggiungere gli altri a cena. Ognuno rifletté su quello che era accaduto quel giorno: Apophis, il loro storico nemico era stato “distrutto” in pochi istanti, ponendo una volta per tutte la parola fine alla sua minaccia.

Presto divenne sera e la squadra si radunò attorno al fuoco, mentre all’esterno imperversava la tempesta. Trascorsero ore felici in mezzo al clima allegro dell’accampamento che festeggiava il loro arrivo.

-Scellerati, ogni scusa è buona per far fracasso…Non sanno cos’è il rispetto per gli ospiti…- Kasuf osservava sconsolato un gruppo di bambini che discuteva animatamente lanciandosi manciate di sabbia e rincorrendosi per gioco.

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Capitolo 15
*** Chapter 14 - La luce ***


CHAPTER 14: (La luce)

CHAPTER 14: (La luce)

La festa proseguì fino a tardi, tra allegri balli e cibo in quantità, finché gli ospiti si ritirarono nelle proprie capanne. Queste erano vicine tra loro, bastavano pochi passi per passare da una all’altra. Daniel stava seduto all’esterno, ammirando le stelle che brillavano nel cielo ormai schiarito e libero dalla sabbia. Trovarsi catapultato di nuovo in quel mondo lo fece riflettere sulla possibilità di tornarvi, idea che subito ricacciò; aveva impiegato molto tempo a superare la morte della moglie, non voleva che tornando lì tutto ricominciasse da capo. I pensieri si accalcavano nella sua mente, tutto gli sembrava così confuso, che avrebbe fatto ora che la missione era compiuta? Sarebbe tornato ai suoi manoscritti? O avrebbe chiesto il reintegro nell’SGC? Quest’ultima opzione parve la più logica al momento; di certo tornare al vecchio lavoro di sole traduzioni non era quello che desiderava. Voleva sentirsi realizzato, voleva trovare il modo di tornare a viaggiare, a esplorare siti archeologici di persona, ma forse neppure questo gli bastava. Voleva qualcuno accanto, qualcuno che condividesse i suoi interessi, qualcuno che lo capisse, che sapesse amarlo e questi pensieri si condensarono in un'unica parola: Tessa. Improvvisamente non gli importava più *cosa* avrebbe fatto, gli importava solo sapere che lei gli sarebbe stata accanto.

-Sogni Daniel, solamente sogni…- pensò tra sé e sé ad alta voce scuotendo la testa

-I sogni sono desideri… non lo sai?- con questa frase scherzosa Tessa si avvicinò a Daniel, cogliendolo di sorpresa e facendolo trasalire.

-Tessa…-

-Ti ho spaventato?-

-No… solo non ti ho sentita arrivare…-

Ci furono alcuni istanti di silenzio, durante i quali la ragazza si sedette in fianco a Daniel.

-Ti manca molto?-

-Chi?-

-Sha’re-

Daniel esitò, ma poi rispose con voce ferma -Lei non c’è più… a volte sì, mi manca, ma ho imparato che bisogna andare avanti…confido che sia in un posto migliore.-

-Dev’essere stata dura…-

-Lo è stato infatti…però è passato molto tempo, forse troppo…ora voglio rifarmi una vita…- dicendo questo sorrise serenamente alla ragazza, confermando la sincerità delle sue parole.

Passarono alcuni minuti in silenzio, osservando le stelle, entrambi persi nei propri pensieri.

-E così rimani nell’SGC?-

-Già, credo di sì… tu che farai una volta tornati?- la domanda colse di sorpresa Daniel

-Io...beh… non lo so ancora, forse chiederò il reintegro…o mi limiterò a fare l’archeologo “terrestre”…come mai “credo di sì”?-

-Beh, forse questo non è esattamente il mio stile di vita ideale…-

-Che intendi?-

-Che forse è meglio che mi limiti allo studio e all’esplorazione sulla Terra…questo è uno stile di vita troppo “imprevedibile”-

-Capisco…-fece una pausa, guardandosi attorno -…beh, potremmo sempre lavorare insieme- aggiunse questa frase come una battuta, ma dagli sguardi nessuno dei due la prese come tale

-E’ un’idea!- gli sorrise la ragazza.

Di nuovo il silenzio prese il sopravvento per alcuni minuti

-Hai qualcuno a casa che ti aspetti? Oltre alla tua famiglia intendo…- chiese Daniel improvvisamente

-Cosa vuoi dire?-

-Un ragazzo, qualcuno…-

-No…nessuno.- Daniel fu quasi sollevato da una risposta simile -Di solito i ragazzi fuggono quando mi conoscono bene…credo sia a causa del mio carattere “particolare”…- proferì la frase con una sfumatura di rassegnazione nella voce.

Il ragazzo volse lo sguardo verso Tessa -Non sanno cosa si perdono…- la giovane rimase stupita dalla frase e si voltò verso l’archeologo. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza e il loro sguardo era incatenato; per alcuni istanti non accadde nulla.

-E tu come lo sai?- domandò sussurrando la ragazza

-Non lo so- ammise lui senza distogliere lo sguardo -…però mi piacerebbe scoprirlo- dicendo questo mise la mano sulla guancia della ragazza e le accarezzò dolcemente le labbra con il pollice.

-Sei bellissima…- le sussurrò prima di avvicinare il suo volto a quello della ragazza e far connettere le loro labbra. La ragazza dapprima esitò e si ritrasse debolmente, poi ricambiò il bacio chiudendogli occhi, facendosi trasportare in quel sogno, mandando al diavolo tutte le sue paure e i suoi timori.

Furono istanti che durarono anni, ma quando i due si separarono non ci fu bisogno di aggiungere parole, che sicuramente avrebbero rovinato un momento tanto desiderato. Daniel le passò il braccio intorno alle spalle e la strinse a sé, mentre la ragazza si lasciava trasportare chiudendo gli occhi. Rimasero così, abbracciati e in silenzio, per parecchi minuti; Tessa si addormentò tra le sue braccia dopo l’estenuante giornata e lui non si mosse per evitare di svegliarla.

Aveva trovato la risposta che tanto aveva cercato, ora sapeva che qualsiasi cosa avesse fatto una volta tornato non aveva importanza, Tessa sarebbe stata con lui, e lui avrebbe avuto qualcuno di cui prendersi cura, qualcuno da amare con tutto il cuore. Finalmente quel senso di vuoto che aveva occupato la sua vita negli ultimi due anni era scomparso, lasciando spazio alla speranza per il suo futuro, un futuro che sicuramente avrebbe amato, un futuro luminoso, perché era questo che aveva trovato in realtà nella ragazza addormentata tra le sue braccia, la luce che tanto aveva cercato nel buio grigiore della sua vita.

I minuti passavano senza che Daniel smettesse di ammirare il tesoro che aveva conquistato, e che l’aveva conquistato. Improvvisamente un suono di passi lo destò dai suoi pensieri e alzò lo sguardo, incontrando quello di Jack; il colonnello rimase sorpreso dalla visione e sorrise all’amico, ricambiato.

Quando l’aria cominciò a farsi più fredda, l’archeologo si alzò e, facendo attenzione a non svegliare la ragazza, la prese in braccio, entrando in una capanna. L’adagiò dolcemente sul letto e le rimboccò le coperte, baciandola teneramente sulla fronte. Rimase fermo a guardarla per alcuni minuti, dopodiché si diresse anche lui a riposare, spossato dalla pesante giornata.

 

Era una mattina afosa e soleggiata, una giornata ordinaria ad Abydos. La squadra si era svegliata piuttosto tardi ed aveva impiegato diverso tempo ad essere pronta alla partenza. Salutarono Kasuf, Skaara e gli altri abitanti che li avevano ospitati, dopodiché si avviarono nella direzione in cui sapevano essere lo Stargate. Ci vollero un paio d’ore di cammino per raggiungere la piramide che ospitava il grande cerchio, e quando arrivarono non esitarono a comporre l’indirizzo della Terra. Erano tutti quanti ansiosi di tornare a casa, alla vita normale.

Il viaggio attraverso l’orizzonte fu breve, malgrado ciò a loro sembrò durasse un’infinità di tempo.

Dopo pochi istanti videro davanti ai loro occhi la familiare stanza dello Stargate all’SGC. Furono accolti con un sorriso da Rowley e da Bra’tac, e subito soccorsi da una squadra medica.

-Bentornata SG-1- Rowley sembrava realmente felice di vederli, e probabilmente era proprio così anche se O'Neill nutriva qualche dubbio in proposito

-Grazie signore-

-Kir'ton, che ci fai qui?-

-Maestro Bra’tac…i Tau’ri mi hanno salvato la vita-

-Signore, dobbiamo dirle una cosa a proposito di Niktari.-

-E’ una traditrice-

-Lo sapeva?-

-La notizia del suo tradimento mi è stata portata pochi minuti fa da Bra’tac…sapete che ne è di lei?-

-Era nella nave quando è esplosa-

-Bene, allora non credo che ci darà più fastidio. Andate pure in infermeria, c’è tempo per il rapporto…-

I membri della squadra ubbidirono e dopo essersi fatti visitare dalla dottoressa Fraiser, che fu entusiasta nel rivederli, si fecero una doccia, si cambiarono e si prepararono a fare rapporto.

Arrivati in sala riunioni si sedettero al tavolo e il colonnello cominciò subito ad esporre i fatti al generale, che ascoltò attentamente ogni parola. Non ci volle molto tempo per raccontare la vicenda e alla conclusione Bra’tac e Kir'ton espressero la loro meraviglia nei confronti del tradimento d Niktari.

-Bene, credo che l’SG-1 possa essere congedata, a meno che qualcuno di voi non sia interessato ad essere reintegrato…- furono tutti d’accordo nel ringraziare il generale declinando la proposta

-E lei cosa mi dice signorina Evans? E’ ancora interessata ad unirsi all’SGC?-

Daniel guardò verso a ragazza, che sedeva in fianco a lui -No, generale. La ringrazio per la sua disponibilità e mi dispiace se le ho arrecato disturbo, ma credo che questa non sia la vita che fa per me…Diciamo che ho altri progetti al momento- detto questo sorrise all’archeologo

-Non si preoccupi…sono contento che abbia trovato la sua strada. Bene, potete andare…grazie a tutti-

La squadra si sciolse ed ognuno tornò alla propria casa, Jonas tornò a Kelowna, per iniziare la ricostruzione, Bra’tac e Kir'ton tornarono su Chulak, mentre i terrestri tornarono nelle loro abitazioni; certo ci sarebbero voluti alcuni giorni perché fossero di nuovo ufficialmente in congedo, ma nessuno di loro ci badava.

La settimana seguente Sam e Jack decisero di invitare il resto della squadra a cena, e quando Daniel e Tessa arrivarono insieme colsero di sorpresa tutti, tranne Jack. Gli argomenti di discussione certo non mancavano e la serata trascorse piacevole e allegra.

-Che progetti avete ora?- la domanda di Jack era piuttosto diretta, ma Tessa e Daniel non erano impreparati; avevano parlato molto nel corso della settimana e avevano preso una decisione comune

-Siamo archeologi, viaggeremo- rispose la ragazza con un sorriso

-Già…Cina, Grecia, Spagna, Italia, e perché no?, magari anche Egitto…- aggiunse l’archeologo sorridendo.

Anche quella sera dovette terminare, ma era rinato il vecchio spirito di squadra tra di loro, e qualcosa suggeriva ai loro cuori che non sarebbe passato molto tempo prima di rivedersi, di festeggiare, di parlare. Infondo erano una famiglia…o no?

Con questo pensiero si salutarono, senza provare la minima malinconia, sicuri che questa volta non si sarebbero persi di vista.

Era novembre eppure rimasero stupiti di vedere la neve scendere soffice dal cielo e ricoprire tetti, strade, persone e prati. Tessa e Daniel si incamminarono sotto la neve, verso la macchina del ragazzo. Improvvisamente la ragazza si fermò e l’archeologo la guardò incuriosito. I sottili fiocchi di neve si fermavano sulle sue ciglia, mentre il suo respiro si condensava in nuvolette bianche.

-Danny…-

-Sì?-

-…ti amo- il ragazzo le si avvicinò e la strinse a sé.

-Anch’io Tes- e dicendo questo la baciò, mentre la neve scendeva fitta intorno a loro e si perdeva nel buio della notte, ricoprendoli di un bianco manto che rifletteva una debole luce; la luce che loro stessi emanavano, la luce del loro amore appena nato e destinato a crescere senza limiti né costrizioni, un amore sincero, un amore libero, un amore eterno.

 

THE END

Grazie della vostra pazienza e spero vi sia piaciuto. Aspetto i vostri commenti! ^_^

Tan’Hayk -- The Tok'Ra --

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