Will you please marry me?

di DoctorChi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Soiree ***
Capitolo 2: *** Name-calling - Nomi ***



Capitolo 1
*** Soiree ***


NOTE DELLA TRADUTTRICE
Questo è il mio secondo tentativo si tradurre un fanfiction.
L'autrice mi ha concesso il permesso di tradurla.
La storia originale si trova su www.fanfiction.net.
Link della fanfiction originale
È a capitoli, e per adesso ne sono usciti due.
Spero vi piaccia.
Ovviamente invierò le recensioni e i commenti all'autrice.




Capitolo 1 - Soiree

2 Aprile 1861
Soiree per il compleanno del figlio del Duca di Avon
22.00


Il candeliere scintillava nella spaziosa sala da ballo, mentre corpi fasciati da eleganti vestiti vi ballavano sotto. Molti nobili avevano preso parte alla soiree. Se per apparire in pubblico e congratularsi del passaggio d'età di Taichi Mashima o per raccogliere gli ultimi pettegolezzi, a nessuno importava. Per gli uomini significava Parlamento, discutere di politica, e incontrare giovani donne non sposate la cui moralità integrale era discutibile. Per le donne, invece, era la migliore opportunità per mettere in mostra i migliori vestiti e gioielli, e anche per trovare un ricco marito alle proprie figlie.

Un gruppo di donne si era affollato su un lato della sala, circondando il festeggiato. Taichi Mashima era il miglior gentiluomo del regno, secondo i pettegolezzi. Aveva l'aspetto, l'educazione e un bel corpo; e certamente aveva le ricchezze. Donne di tutte le età si struggevano per lui, e gli piaceva. All'età di diciott'anni sapeva già gestire le scartoffie e stava venendo educato dal padre per prendere il titolo di Duca.

"Marchese di Vidal, mi piacerebbe introdurla a mia figlia Claire" disse una donna sulla quarantina. Sulla sua bocca comparve un sorrisetto malizioso. Nessun dubbio riguardo al fatto che cercasse di mettere a nudo il suo corpo.

Taichi la conosceva come la moglie del Barone di Lanskron, Lady Kempshire. Era abbastanza conosciuta per aver dato via le sue figlie a uomini ricchi, obbligandoli a sposarle. I suoi capelli biondi erano acconciati in un elegante chignon. Il suo vestito era di un blu scuro, e la scollatura metteva in mostra una collana di smeraldi. Taichi spostò gli occhi sulla figlia della Lady, per darle un'occhiata. I capelli ramati erano acconciati in uno chignon elegante, ma con alcune ciocche libere sulla schiena. Guardò Taichi con arroganza e con un ghigno sulle labbra. Gioielli adornavano i suoi polsi e il collo. Poteva essere definita l'immagine di una bambina viziata.
Con un piccolo inchino alle donne, il Marchese di Vidal porse loro un sorriso affascinante.

"É un vero piacere incontrarvi Lady Kempshire, e voi, Onorabile Claire Kempshire. Grazie per essere venute alla mia soiree. Qualsiasi cosa desideriate stasera, la mia servitù è al vostro servizio. Passate un buona serata."

Sapeva benissimo che loro lo volevano solo per i suoi soldi e il suo status. Non era stupido. Era necessario nella società che le ragazze trovassero un onorabile marito con un buon titolo di Pari. Era questo che non gli piaceva. Non importava quanto giocasse con le ragazze, Taichi credeva fermamente che avrebbe sposato qualcuno che amava davvero. Non voleva essere intrappolato da una donna i cui occhi erano puntati solo sulle sue ricchezze e sul suo status.

Ringraziare e declinare offerte di signore che gli proponevano di sposare le proprie figlie, fu ciò che Taichi fece per l'intera serata. Vide un maggiordomo venire nella sua direzione portando un vassoio di champagne, e velocemente ne prese uno. Mentre beveva, sentì un tocco sulla spalla. Girandosi, si inchinò di nuovo. Era suo padre, il Duca di Avon.

"Padre, posso aiutarti?" chiese Taichi.

Il Duca di Avon non era un uomo da infastidire. Aveva una grande autorità in diverse terre. Era il Duca di Avon, il Marchese di Vidal, così come Conte di Burlington. Emanava un'aria di confidenza. Ovunque andava era sempre rispettato. Taichi aveva ereditato molto dal padre, dai lisci capelli castani al magro ma forte corpo che possedeva anche il Duca.

"Ti stai divertendo, figlio mio?" chiese suo padre.

"Sì, anche se preferirei che le dame smettessero di propormi le loro figlie in sposa" Taichi ridacchiò piano.

"Figliolo, tu sei nell'età giusta per il matrimonio." sogghignò il Duca, colpendo gentilmente la schiena del figlio. "Aspetto dei nipoti da te."

"Sì padre" ribatté Taichi.

Dopo aver detto queste parole, la maggior parte degli ospiti smise di parlare e si girò verso l'entrata. Sia il Duca che suo figlio si guardarono intorno con le sopracciglia alzate finché l'annunciatore alla porta parlò.

"Il Marchese di Hunnington, Kenji Ayase, con la sua Lady Ayase e la figlia, Chihaya Ayase." tuonò la voce dell'annunciatore.
Molte persone iniziarono a borbottare, mentre molti gentiluomini si sistemavano i vestiti. Taichi lo notò e si domandò perché tutti gli uomini nella sala stessero gonfiando il petto. E quando alzò lo sguardo in cima alle scale dimenticò di respirare. Perché in cima alle scale c'era probabilmente la creatura più bella che avesse mai visto.
 

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Capitolo 2
*** Name-calling - Nomi ***


Spero che non ci siano errori nel capitolo.
Buona lettura :)

Capitolo 2 - Nomi

2 Aprile 1861
Soiree per il compleanno del figlio del Duca di Avalon
22.40

Vestita con un abito rosa pallido, Chihaya Ayase osservò il gruppo di persone in basso con un sorriso che non raggiungeva i suoi occhi. Non voleva partecipare a questa festa, ma era stata obbligata, dal momento che sarebbe stato rude non parteciparvi. Poteva già vedere il numero di gentiluomini affollati in fondo alla scalinata che le porgevano la mano. Non era dell'umore per fare queste cose.

Prendendo casualmente una delle mani che le venivano porte, fu scortata nel percorso per la festa appena dietro i suoi genitori. Lungo la breve camminata poté sentire alcune donne sussurrare su di lei.

"Lo sapevi che il figlio del Conte di Jennings, il Visconte Wataya Arata ha chiesto la sua mano e lei l'ha rifiutato?" ridacchiò una signora con una sua amica. "Probabilmente ha catturato le attenzioni del Visconte mostrando la propria pelle."

"Impossibile!" esclamò la sua amica, coprendosi la bocca con una mano guantata. "Probabilmente è uno dei più appetibili scapoli dopo lo stesso Marchese di Vidal."

"Probabilmente sta cercando di entrare nelle grazie del Marchese con quel vistoso vestito" commentò la prima signora che aveva parlato, prima di essere rimproverata dal marito.

"Ma devi anche ammetterlo" ribatté la seconda dama. "È una bellezza."

Serrando i denti, Chihaya alzò il mento un po' di più, e fissò dritto davanti a se. Con la sua visione periferica, poteva vedere il suo accompagnatore sul punto di ghignare selvaggiamente e osservare spesso la sua scollatura. Questo la infastidiva. Non voleva che gli uomini la osservassero come se fosse un pezzo di carne.

Chihaya amava il suo corpo ed era orgogliosa di mostrarlo. Ma gli sguardi fissi e quelli che la giudicavano che le venivano diretti erano molto oltraggiosi.

Si fermarono da qualche parte nella sala e il suo accompagnatore la salutò e le chiese un ballo durante la serata. Ovviamente non declinò. Una donna non può declinare l'offerta di un uomo a danzare. È solo una delle regole.

"Sono felice che tu sia potuto venire Kenji!" tuonò una voce maschile che poteva appartenere solo ad un Mashima.

"È bello vederti Mashima" lo salutò suo padre con un sorriso. "Dov'è tuo figlio? È la sua festa per il passaggio d'età, no?"

Il padre di Chihaya e il Duca Mashima avevano sempre avuto una stretta amicizia sin da giovani. Avevano sempre avuto una buona società e spesso organizzavano incontri con il Re per rendere il regno più prosperoso.

"Ah, sì, Taichi!" chiamò il Dica e un magro diciottenne apparve nella visuale di Chihaya.

E dimenticò dove si trovava.

Sentì le sue guance scaldarsi e gli occhi aprirsi per lo stupore. Tutto quello che riusciva a pensare erano le storie sull'uomo più desiderabile del regno, e probabilmente dell'intero continente, fosse come marmo scolpito.

Nel momento in cui i loro occhi si incontrarono, fu subito colpita. Studiò nel piccolo lasso di tempo - che sembrava un'eternità per lei - come la sua bocca si muoveva mentre parlava e il suo portamento aggraziato. Era praticamente il principe dei sogni di Chihaya.

"-...e questa è mia figlia, Chihaya Ayase." Udì debolmente suo padre introdurla.

Uscendo dal suo stato di sogno ad occhi aperti che non passò inosservato da Taichi, Chihaya fissò suo padre come a chiedere spiegazioni.

"Dal momento che mia figlia è uscita dallo shock causato dall'incontro del Marchese di Vidal, credo sia il caso di presentarsi."scherzò Kenji Ayase, facendo arrossire Chihaya.

"E' un piacere conoscerla Lady Chihaya, sono Taichi Mashima, Marchese di Vidal." Taichi strinse la delicata mano di Chihaya e la baciò delicatamente, guardando il suo viso intensamente mentre lei nascose un rossore per l'azione.

"Piacere di conoscerla, Marchese." Inclinò un poco la testa.

"Piacere di conoscerti Chihaya, ho sentito molto su di te da tuo padre" sorrise gentilmente il Duca.

"Lo stesso vale per me, Duca Mashima" sorrise Chihaya. "Mio padre non parla d'altro se non delle tue buone qualità."

"Bene, buono a sapersi. E' bello vedere anche lei, Lady Ayase." Il Duca si voltò verso la moglie del Marchese.

Continuarono a chiacchierare finché il Marchese non disse a Taichi di fare da accompagnatore a Chiahaya per la serata. Accettò con ardore e in poco tempo era già con lei a danzare.

Facendo una pausa dalle loro continue attività, Chihaya trovò una comoda sedia in un angolo della sala. Adattandosi, Taichi si sedette accanto a lei.

"Vi state divertendo, milady?" chiese scherzosamente, offrendole un bicchiere di champagne.

Accettando la bevanda, sorrise graziosamente al Marchese. "Certamente, mio gentile signore. E voi?"

Arrossendo al suo sorriso, Taichi annuì e sogghignò. "Non sei solo bella come sembri milady, ma anche un'ottima ballerina."

"Mi lusingate bene, mio signore." sorrise Chihaya dietro al suo bicchiere.

La loro chiacchierata, scoprì Chihaya, era divertente e confortante. Non parlavano di argomenti sciocchi come matrimonio e cose simili. Era giovane, perdio. Non voleva ancora quel tipo di impegno. Taichi Mashima era anche un uomo molto filosofico e Chihaya apprezzò le sue piccole perle di saggezza. Era come una ventata di aria fresca per lei.

Mentre erano nel mezzo della conversazione, una signora chiaramente più anziana dei due di alcuni anni e piuttosto alticcia si appoggiò dietro Taichi.

"Marchese" strascicò. "Pensavo mi tenessi compagnia per la serata."

Taichi si rannicchiò al suo fallito tentativo di suonare focosa e seduttiva. Si girò con un sorriso affascinante e declinò gentilmente la sua offerta. "Mi spiace milady ma sto già facendo da accompagnatore a Lady Chihaya Ayase per il resto della serata."

Chiaramente arrabbiata da ciò, la dama osservò Chihaya dalla testa ai piedi, per trovare qualche difetto nella ragazza. Con il naso all'insù parlò di nuovo a Taichi. "Giudicando dalla scelta dei vestiti, sono sicura di essere una compagnia migliore di questa puttana caro Marchese."

Chihaya sembrava presa alla sprovvista e Taichi era scioccato per il modo in cui la lady aveva appena chiamato Chihaya.

"Non è stato molto educato da parte sua, milady." Taichi digrignò i denti con evidente dispiacere, "Per piacere, lasciateci soli."

Impiegando un minuto per capire di essere indesiderata, la dama se ne andò arrabbiata dopo aver emesso un 'hump'.

Taichi tornò a guardare Chihaya e si inchinò leggermente. "Sono così dispiaciuto per cosa ha appena detto quella dama, è stato molto maleducato da parte sua."

Chihaya strinse la presa sul suo bicchiere di champagne, prese una lunga sorsata e poi sorrise, "non si preoccupi, Marchese. Non mi infastidisce."

Osservandola, Taichi notò il volto inespressivo della ragazza fissare le coppie danzanti. Battendo le palpebre confusamente Taichi annuì a se stesso, sentendo una goffa tensione crescere tra loro due.

Chihaya era abituata a non essere rispettata dagli altri nobili. Tuttavia, essere insultata davanti a un gentiluomo non le era mai successo prima, così era ferita. Ma non poteva dare loro la soddisfazione di vederla crollare. Così decise di immaginare che niente fosse successo.

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