Se scappi!?..bè con il tuo allenamento ti lascio andare, però poi, poi ti vengo a prendere e ti sposo! di guard_the_project (/viewuser.php?uid=492160)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** parte uno: Volere più di ogni altra cosa al mondo... ***
Capitolo 2: *** parte due:...il ricordo ***
Capitolo 3: *** parte tre:...di quell'accordo ***
Capitolo 4: *** parte quattro:...che mi ha reso pazzo ***
Capitolo 5: *** parte cinque:...d'amore per te. ***
Capitolo 1 *** parte uno: Volere più di ogni altra cosa al mondo... ***
se scappi 1
Premessa:
Questa è una storia semplice, semplice, senza troppe pretese. E'
arrivata l'idea e ho iniziato a scrivere prima di rendermene conto e
invece di cestinarla ho pensato che prima avrei potuto pubblicarla
qua per sentire se a qualcuno potesse piacere o meno. L'ho divisa in
cinque parti,non capitoli perchè come ho scritto sopra è una breve
storiella, andrebbe tutta assieme ma per comodità ho preferito
dividerla, però pubblicherò assieme o molto velocemente. (la
prima parte è corta e molto narrativa, abbiate fede è funzionale
alla storia).
Premessina:Sono
una fissata con i nomi, prevalentemente italiani, vado a cercare il
loro significato in modo che concordi con il carattere del
personaggio. Quando ho iniziato a scrivere questa storia però stavo
leggendo i libri di una scrittrice che adoro così ho deciso di usare
i nomi dei suoi personaggi (principali e non), quali sono i libri e
chi è la scrittrice lo rivelerò in fondo, così se la lettura è
noiosa almeno potete divertirvi nel risolvere il giallo (oppure
potete leggere le prime righe e andare direttamente in fondo, non mi
offendo farei anch'io così).
Se
scappi...bè, con il tuo allenamento ti lascio andare, però poi, poi
ti vengo a prendere e ti sposo!
Parte
uno: Volere più di ogni altra cosa al mondo
Ariadne salì le scale con la solita
calma che la caratterizzava dopo essere andata a correre. Guardò
l'orologio, erano le sette e undici, molto probabilmente erano tutti
svegli.
Arrivata davanti alla porta del suo
appartamento, si piegò per prendere le chiavi da sotto lo zerbino e
le inserì nella toppa aprendola.
Will era seduto al tavolo, in mano
aveva una brioche che avrebbe dovuto mangiare mentre leggeva il
giornale, ma come al solito rimaneva lì, fra le sue dita, perchè
lui era troppo preso dalla lettura per ricordarsi di dover fare
colazione. Alla fine l'avrebbe mangiata di corsa mentre usciva dalla
porta.
Ariadne si slegò i capelli neri
raccolti in una coda alta e andò diretta verso il bancone della
cucina afferrando una mela. Si appoggiò alla colonnina che
determinava la fine della cucina e allungò lo sguardo sul giornale
aperto di Will, da quella posizione poteva leggere anche lei le
notizie.
I suoi occhi però saettarono
inconsciamente nella stanza. Qualcosa non quadrava e quel qualcosa
corrispondeva alla mancanza di piagnucoli e borbotti di sua figlia di
un anno.
“Hattie?” domandò tentando di
avere un tono distaccato. Will continuava a ripeterle che era
leggermente paranoica nei confronti della figlia, non era vero,
peccava semplicemente di troppa fantasia. Così, razionalmente,
sapeva che nell'ora in cui era stata fuori a correre, Hattie aveva
semplicemente continuato a dormire e che c'era stato Will con lei e
lui non avrebbe mai permesso che le accadesse nulla di male, ma nella
sua mente continuava a vedere l'immagine di un losco figuro che
svegliava la sua piccola bambina e la rapiva portandola via da lei.
Rabbrividì.
“tua madre..”disse semplicemente
lui, confermando così la teoria del losco figuro
“stai scherzando spero?” chiese
strozzandosi con un pezzo di mela “come e ripeto, come hai potuto
permetterlo?” lo accuso raggiungendolo e sbattendo la mano
sull'articolo di giornale che stava leggendo. Will alzò lo sguardo
su di lei infastidito
“parlava di comprarle vestitini e di
aver bisogno di lei..” fece agitando la mano con noncuranza
“e tu perchè lo hai permesso?”
scandì
“è sua nonna! Ha più diritti lei di
prenderla che io di impedirglielo”
“questo non è vero e tu lo sai!”
si accasciò sulla sedia affianco a lui portandosi una mano a
massaggiarsi la fronte “oh cielo!e adesso? Cosa le farà?”
“niente” rispose alla domanda
retorica
“niente?”ringhiò “eppure mi
sembra che tu la conosca mia madre, è grazie a lei che siamo in
questo casino!” urlò indicando l'appartamento
“niente perchè Hattie non è sola
con tua madre” replicò pacato lui
“co, cosa?”
“ho detto solo che tua madre è stata
qui per prendere Hattie e portarla a fare compere, ma io le ho fatto
notare che visto che voleva portarla via prima che tu tornassi dalla
corsa, avrebbe dovuto cambiarla e vestirla, è sbiancata
completamente” l'espressione era seria ma era chiaro che si stava
trattenendo dal ridere al ricordo di quell'immagine “così ha
chiamato tua sorella, che è arrivata subito e ha preso in mano le
redini della situazione”
“in breve mi stai dicendo che di
Hattie si occuperà Amy e che mia madre oggi si limiterà solo a
spendere soldi in vestitini?”
“esattamente” confermò “non
potevo impedirle di prenderla, ma potevo assicurarmi che ci fosse
qualcuno di cui ti fidi ad occuparsi di lei”
“okay,devo però chiamare..”
“il nido?” la precedette “già
fatto, non preoccuparti”
“grazie” fece dolcemente ritornando
alla calma post- corsa “scusa, ma non potevi dirmelo subito invece
che iniziare la frase con -tua madre..-?”
“avrei potuto, ma così è stato più
divertente” rispose senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale “se
non fossi così paranoica e non mi interrompessi di continuo tutta
questa conversazione non sarebbe mai avvenuta” aggiunse
“fanculo” borbottò alzandosi per
andare a recuperare la sua mela che aveva abbandonato sul bancone.
Non era paranoica e se anche lo fosse stata con una madre come la sua
era giustificata.
Fissò Will che aveva ripreso a leggere
con calma. Non aveva idea di come lui facesse ad essere sempre così
tranquillo. Si trovavano in una situazione al limite del surreale,
eppure lui riusciva a rimanere impassibile in mezzo a tutta quella
pazzia.
“a proposito” interruppe i suoi
pensieri “tua madre a parlato di qualcosa come preparare gli
inviti”
“scusa, scusa, scusa” Will si voltò
verso di lei
“non ti preoccupare, non è colpa
tua” la rassicurò
“si lo è invece” borbottò “mi
mancano solo gli ultimi capitoli e tutta questa storia sarà
conclusa” Will annui e tornò a leggere. Ecco un'altra situazione
in cui una qualsiasi persona normale avrebbe urlato o almeno
imprecato. Persino i fidanzati normali provano un briciolo di terrore
quando la suocera gli parlava per la prima volta degli inviti per il
matrimonio, se poi il fidanzato in questione lo è diventato
basandosi su un accordo avrebbe tutto il diritto di mettere
sottosopra la casa. Will invece leggeva il giornale tranquillo.
Non sarebbero mai arrivati al
matrimonio, questo era l'accordo, lui era un fidanzato di copertura,
per prendere tempo in modo che lei potesse finire il suo secondo
libro, farlo pubblicare e diventare autosufficiente con i soldi della
vendita.
Will, in ogni caso, per il momento, era
a tutti gli effetti il suo fidanzato. Ed era strano pensarlo perchè
era l'opposto di quello che aveva sempre cercato in un uomo. Eppure
in quell'anno di convivenza aveva scoperto che era bello. Sì, lo
aveva scoperto.
Will era una di quelle persone che
incontrata una volta, ti dimentichi i lineamenti del volto subito
dopo, una di quelle che se rincontri ti chiedi all'infinito nella
mente dove la hai già vista. Una persona qualunque in breve, ma era
proprio su questa convinzione che Will spiazzava sempre le persone.
Perchè lui non era una persona qualunque.
Faceva di tutto per passare
inosservato, non si fermava a parlare con le persone che non gli
andavano a genio e non si preoccupava minimamente dell'opinione che
gli altri avevano di lui. Essenzialmente non era proprio quel che si
definisce una persona socievole. Infatti, in mezzo alla gente era un
disastro. Ariadne era più che convinta che ciò fosse uno dei motivi
per cui aveva scelto di diventare archeologo, con i resti di un
romano vecchio di tremila anni non avrebbe mai dovuto alzare gli
occhi al cielo perchè doveva ascoltarlo mentre si lamentava del suo
compagno di terme che sospettava barare al gioco dei dadi.
Era incapace di trattare con le
persone; schivo e diretto nelle opinioni, non filtrava i suoi
pensieri, ciò che pensava lo diceva, senza badare troppo alle
conseguenze, inoltre quando era nervoso balbettava leggermente.
Nonostante tutto ciò, quando parlava di qualcosa che riteneva
importante, quando decideva che valeva la pena discutere con qualcun
altro, era magnetico. A quel punto era difficile dimenticarsi del suo
volto. Non era un caso che fosse il più ricercato fra gli assistenti
dagli studenti che volevano delle spiegazioni o chiarimenti riguardo
le lezioni.
No, Will non era una persona qualunque.
Ecco perchè Ariadne aveva dovuto
scoprirlo che fosse bello, perchè lui era di per sé sfuggente, era
stata lei a doversi soffermare sui dettagli del suo volto, sui suoi
modi. Non come il padre di Hattie. George, era bello, sapeva di
esserlo e non lo nascondeva. E per quanto non amasse ammetterlo, a
lei erano sempre piaciuti i tipi così. Esattamente tutto l'opposto
di Will.
George era alto, con il fisico asciutto
e scolpito, anche Will era alto, certo non vantava un metro e novanta
d'altezza, ma il suo metro e settantacinque andava più che bene per
lei che era solo un metro e sessantatré. Per quanto riguardava il
fisico, doveva essere ben messo anche lui, solo che a differenza di
George che lo metteva in risalto con camice firmate, Will lo copriva
con t-shirt monocolore e maglioncini (con la coabitazione con lei,
erano spariti tutti quelli con fantasie improponibili, lasciando solo
quelli giudicati guardabili).
George in mezzo alla gente era
spettacolare; affabile, affascinante, era in grado di annuire e
ascoltare per ore le conversazioni noiose e vagamente classiste degli
amici di sua madre ai the che organizzava, mentre lei puntualmente
desiderava solo sbattere la testa contro un muro. Will la prima e
l'ultima volta che era stato ad uno di questi the, era stato
all'annuncio di fidanzamento. Tempo che arrivasse il the, aveva già
messo in imbarazzo un amico di sua madre correggendolo in
continuazione sulla teoria che stava esponendo e per la prima volta
era riuscita a discutere con un'arcigna amica di sua madre che fin
quando era piccola mascherava battutine a suo carico con complimenti.
Solitamente George la strattonava per un braccio e con una scusa la
portava via, Will invece si era goduto lo spettacolo di lei che
urlava contro alla signora, di sua madre in preda al panico e di sua
sorella che rideva come mai prima di allora.
Geroge aveva una mascella ben disegnata
e dei mossi capelli neri che quando si metteva in giacca e cravatta,
cosa che accadeva spesso, gli donavano l'eleganza degli uomini degli
anni venti. Will aveva dei lisci capelli castano chiaro e se pure
avesse i lineamenti del viso ben marcati il suo atteggiamento
sfuggente e chiuso, in qualche modo gli sminuiva, donandogli un'
aria perennemente assorta più che da uomo d'affari.
Su due cose però George non reggeva il
paragone con Will. La sicurezza.
Will poteva sembrare distratto, poteva
balbettare su brevi frasi quando era nervoso, ma quando lei gli aveva
chiesto di darle una mano, le aveva risposto affermativamente senza
mai provare a tirarsi indietro. Geroge invece nonostante tutta la
sicurezza che trasudava in pubblico quando gli aveva rivelato di
essere incinta di Harriet, era entrato nel panico dicendo che era
troppo giovane per diventare padre. Era giovane sì, ma non quanto
lei. Quando aveva scoperto di essere incinta, lei aveva appena
iniziato il secondo anno di università, lui invece aveva già 28
anni.
La seconda cosa su cui lo surclassava
era invece più superficiale. Gli occhi. A Ariadne le erano sempre
piaciuti gli uomini con gli occhi scuri, Geroge ne era la conferma.
Eppure quando aveva incontrato gli occhi azzurri di Will non aveva
saputo non trovarli splendidi. Non erano un azzurro normale, era più
intenso e totalmente imperscrutabile.
Inoltre era convinta che mutassero; le
sembravano fossero più chiari quando parlava giocherellava con
Hattie, che tendessero al blu quando discuteva con qualcuno ed infine
che fossero di un celeste intenso quando lo infastidiva come quando
leggeva il giornale da sopra la sua spalla.
Ariadne sorrise fra sé, era un vizio
che non avrebbe perso, nonostante tutte le lamentele di Will.
“lo hai già letto” scandì il
giovane interrompendo i suoi pensieri
“di cosa stai parlando?” domandò,
gli occhi celesti furono su di lei e subito ebbe la sensazione che
potesse leggere i suoi stessi pensieri
“del giornale, lo leggi prima di
andare a correre, non vedo perchè ogni volta devi rileggerlo mentre
lo faccio io”
“chi è il paranoico qua?” domando
sorridendo
“solo perchè sei appoggiata alla
colonnina e non sbuchi direttamente sopra la mia spalla, non
significa che non mi sia accorto che stai leggendo il mio” cadenzò
il pronome “giornale”, incatenò gli occhi azzurri a quelli neri
di lei, alzò un sopracciglio “chiaro?” Ariadne annui e rimase ad
osservalo mentre tornava a leggere.
Era bello d'avvero, eppure era strano
perchè fino a che non ti soffermavi a guardarlo davvero non te ne
accorgevi. In testa le balenò un'idea.
Iniziò a camminare avanti e indietro,
guardandosi attorno come una pazza, doveva trovare quei dannati
post-it o se ne sarebbe dimenticata, ne era certa.
“sul tavolino davanti al divano” le
indicò pacato Will mentre richiudeva il giornale, ormai aveva
imparato a riconoscere i segni da crisi da post-it meglio di chiunque
altro. Ariadne si fiondò sul tavolino, prese il blocchetto e andò
alla scrivania dove afferrò una penna per scrivere sul foglietto
rosa fluo -Tania vede davvero la bellezza di Dorian? O è solo
affascinata?, lavorare su-, stacco il post-it e lo attaccò alla
scrivania in un angolo del soggiorno già ricoperta da foglietti
simili. Senza di quelli non avrebbe potuto pubblicare mai niente,
erano la sua salvezza.
Ricordava ancora quando aveva passato
una settimana al mare con George e il servizio del hotel aveva
buttato via tutti i post-it. Aveva avuto quasi una crisi isterica,
seguita da una di panico, seguita da una litigata furiosa con Gerge
perchè lui le aveva detto di calmarsi e che quelli erano solo dei
foglietti, la prossima volta avrebbe dovuto essere semplicemente più
ordinata. Se ne era andata e non gli aveva rivolto più la parola per
tutta la settimana seguente.
“cosa attanaglia Tania e Dorian
questa volta?” domandò Will alle sue spalle, parlando dei
protagonisti del suo nuovo libro
“credo di aver descritto Tania come
semplicemente affascinata da Dorian e non davvero colpita dalla sua
bellezza in generale..insomma lo vede o lo guarda davvero?”
“e questo a te non basta?” ecco lo
sguardo penetrante di Will, ad una domanda già abbastanza complicata
lui riusciva a scombinarla ancora di più, lo odiava quando faceva
così “in ogni caso io vedo che sei in ritardo per le lezioni,
ciao” si mise in bocca la brioche che, come previsto non aveva
mangiato, e uscì dall'appartamento. Ariadne abbassò lo sguardo
sulla sua tenuta da corsa e si maledisse mentalmente. Era
dannatamente in ritardo.
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Capitolo 2 *** parte due:...il ricordo ***
se scappi..
Parte due : ...il ricordo
Quando Ariadne arrivò in facoltà
mancavano solo una decina di minuti prima della fine della prima
lezione. Decise di non entrare aspettando l'inizio della prossima.
Era riuscita a fatica, per via della nascita di Hattie, a prendere la
laurea breve in tempo, ora era al primo anno del biennio di
magistrale di letteratura.
Dato che era riuscita a pubblicare un
libro, in molti le avevano consigliato di fermarsi, ma non li aveva
dato ascolto. Un libro con un discreto successo e una laurea breve in
uno fra gli indirizzi più sottovalutati non avrebbero assicurato ad
Harriet e lei un futuro.
Certo, lo doveva ammettere, quel primo
libro nonostante tutto le aveva salvate. Quel libro che sua madre
aveva etichettato come una sciocca perdita di tempo le aveva permesso
di prendere l'appartamento in affitto in cui vivevano e di fare un
corredino di tutto rispetto ad Hattie.
Ovviamente sua madre, dopo la
pubblicazione della sciocca perdita di tempo, era passata a chiamarla
sciocca perdita di tempo che ha avuto la fortuna di trovare qualche
altro sciocco disposto a comprarla. Un notevole miglioramento tutto
sommato.
Iniziò a camminare nervosamente, anche
il solo pensiero di sua madre le faceva quell'effetto. Prese il
cellulare e mandò l'ennesima richiesta di conferma che Hattie stesse
bene a sua sorella. Si fidava di Frika, erano sempre state molto
legate far di loro, sapeva come comportarsi con sua nipote, era di
sua madre che aveva paura.
L'aula dove avrebbe avuto lezione era
al piano terra, vicino all'atrio, esattamente dove aveva incontrato
Will per la prima volta.
Lo ricordava ancora perfettamente..
Era al primo anno di università, era
appena uscita dall'ultima lezione della giornata, ultima in tutti i
sensi dato che era terminata alle sette e stavano chiudendo. Stava
parlando con i suoi nuovi compagni di corso quando aveva ricevuto una
chiamata di George. Sua madre voleva conoscerla, sarebbe passato a
casa sua a prenderla fra un'ora per portarla a cena e presentarla.
Quell'informazione dell'ultimo minuto aveva dato il via ad una
discussione che era terminata quando ormai tutti se ne erano andati
via. A quel punto a Ariadne la soluzione migliore era sembrata quella
di sdraiarsi sul pavimento e contemplare la sua incommensurabile
sfiga. Era stato in quel momento che aveva incontrato Will.
Era rimasto a discutere fino a tardi
con un professore la sua tesi per la laurea breve in storia e
riguardo gli esami per accedere alla magistrale di archeologia.
Will l'aveva vista a terra e si era
avvicinato.
“tutto bene?sei svenuta o qualcosa di
simile?”
“magari, sto per incontrare la madre
del mio ragazzo, una donna perfettamente perfetta, con il solo
preavviso di una mezzora, non sono pronta capisci? Ho bisogno di
tempo io! Devo concentrarmi, devo ripetermi gli argomenti da evitare,
devo allenarmi nel sembrare una ragazza di classe, ma modesta nei
gesti” Will aveva lasciato cadere la borsa di pelle logora a terra
e si era sdraiato al suo fianco
“modesta nei gesti? Sua madre è per
caso un personaggio della Austen?” Ariadne si era voltata verso di
lui incontrando i suoi occhi celesti e aveva capito, capito che quel
ragazzo in un modo o in un altro avrebbe fatto parte della sua vita
(quando tempo dopo lo aveva raccontato a Will, lui le aveva dato
della pazza paranoica), ed era scoppiata a ridere
“pensi che sto esagerando?”
“giusto un pochino” l'aveva
canzonata lui “Eleonora Duse era molto meno melodrammatica in
confronto”
“melodrammatica io?!” aveva chiesto
tirandosi su a sedere “tu non hai idea di come sono fatta! Sono
incapace di trattenermi dal commentare ogni singola cosa, quando sono
nervosa tendo a parlare dei gossip delle ultime star di Hollywood, a
proposito la Lohan è uscita dalla riabilitazione, inoltre n..oh no!”
spalancando gli occhi si era voltata verso Will che era rimasto
sdraiato a terra con le mani dietro la nuca “George non lo sa!”
“cosa?”
“che io sono così! Sono una bugiarda
ragazzo sconosciuto!”
“mi chiamo William”
“piacere Ariadne” strinse la mano
che gli aveva teso “capisci? Ho sempre tentato di essere carina e
adorabile davanti a George, si insomma, un po' sbadata, ma niente di
che...sono una schifosissima bugiarda, dannazione!” ed era tornata
a sdraiarsi a terra con le mani a coprire il volto
“bè, si immagino che le ragazze
adorabili non si stendano a terra in paranoia totale” aveva
borbottato Will
“e urlano contro le persone che ti
danno dentro per passare prima sul marciapiede?”
“è una cosa che detesto anch'io,
perchè non possono spostarsi anche loro di qualche centimetro!?”
“e si mettono a ballare ovunque non
appena sentono una musica orecchiabile?”
“una mia amica per il stupire il suo
ragazzo aveva fatto un corso di burlesque, gli aveva consegnato
l'invito dello spettacolo del corso senza dargli spiegazioni per
rendere il tutto più piccante, lui pensando che fosse uno spettacolo
teatrale aveva portato con sé sua madre che si dilettava come
regista, non ti dico le risate che mi sono fatto quando me lo ha
raccontato”
“e..aspetta hai detto burlesque?”
“ho detto burlesque” aveva
confermato con un sorrisetto, Ariadne era scoppiata a ridere
“sono ancora assieme?”
“per un po' lei non si è fatta
vedere a casa sua, ma sì, l'hanno superata”
“se ce l'ha fatta lei, direi che
posso farcela anch'io” si era alzata a sedere e aveva afferrato la
borsa dalla quale aveva tirato fuori uno specchietto e il mascara, ma
non appena si era specchiata aveva lanciato un urlo “non con questi
capelli e questa faccia!” stava per tornare a sdraiarsi a terra
quando una mano di Will sulla sua schiena le lo aveva impedito
“il tempo di durata della tua sanità
mentale in mezzo alla paranoia totale oscilla dai dieci ai trenta
secondi, non credi sia un po' poco?”
“oh mio..” l'esclamazione venne
bloccata prontamente da l'altra mano
“come volevasi dimostrare”borbottò,
poi la squadrò “sì, i tuoi capelli fanno schifo, ma se hai tempo
puoi farti una doccia, mentre se non ce l'hai esiste uno strumento
usato già nel neolitico chiamato pettine inoltre..”lasciò sia la
mano sulla sua bocca che quella sulla sua schiena “s-sei carina di
tuo, qui-qui” diede un colpo di tosse “quindi smettila di
preoccuparti e va a questo stupido incontro” aveva ordinato per poi
alzarsi e afferrare la borsa da terra. Ariadne aveva seguito il suo
esempio incantata da quel ragazzo che si stava avviando verso
l'uscita
“ehi Will” lo aveva richiamato “hai
un cellulare?”
“si perchè?” e lo aveva tirato
fuori dalla tasca dei jeans, Ariadne lo aveva afferrato al volo
ignorando le proteste di lui e aveva premuto una serie di tasti,
pochi attimi dopo le note di un saxofono avevano vibrato nell'aria e
lei gli aveva ridato il cellulare
“Louis Armstrong?” aveva domandato
indicando il telefono, Ariadne aveva annuito
“Jazz lips, complimenti per
l'orecchio” aveva detto stupita “comunque, ora hai il mio numero
e io il tuo” aveva esclamato
“perchè?”
“perchè?” aveva ripetuto lei
“perchè così possiamo diventare amici” Will l'aveva guardata
perplesso
“a me non interessa diventare amici”
“e a me non interessa la tua opinione
a riguardo”
“bene” aveva approvato lui
sarcastico
“bene” aveva ribattuto lei
sorridente.
Persa nei ricordi Ariadne si accorse
della fine della lezione solo quando si ritrovò in mezzo ai studenti
che uscivano. Sentì chiamare il suo nome più volte,si voltò e si
ritrovò a braccetto con Maggie, una sua compagna di università e
amica, che la trascinò verso il gruppetto di studenti con cui si
sedeva solitamente a lezione.
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Capitolo 3 *** parte tre:...di quell'accordo ***
se scappi 2
Parte tre:...di quell' accordo
Merda, merda, merda! Fu ciò che
Ariadne si ripeté interrottamente nella mente, mentre affrettava il
passo e bloccava e sbloccava il telefono in continuazione come se
quello potesse cambiare le cose.
Sua madre e sua sorella con Hattie
stavano tornando adesso al suo appartamento e lei si era attardata a
chiacchierare dopo pranzo con i suoi compagni di università.
Guardò lo schermo sul quale comparì
l'icona di un altro messaggio di Amy che le diceva di non
preoccuparsi, che rimaneva volentieri con la sua nipotina un altro
po'.
Stava facendo aspettare la sua bambina,
senza contare che sua madre avrebbe avuto una buona occasione per
ricordarle quanto lei fosse troppo incapace per occuparsi di una
bambina e quanto avesse ragione a spingerla a sposarsi. Come diamine
poteva non preoccuparsi?! Imprecò ad alta voce contro dei passanti
che le bloccavano il passaggio. Lo schermo si illuminò nuovamente,
era Amy che le diceva di non preoccuparsi, c'era Will a casa, avrebbe
lasciato a lui la bambina.
Il “no” che urlò attirò
l'attenzione di tutte le persone nel raggio di un paio di
chilometri. Non ci pensò due volte, si strinse la borsa al petto e
si mise a correre. E pensare che Amy lo sapeva, Will non doveva
occuparsi di Harriet. Era stata più che esauriente su questo
argomento. Non poteva chiedergli anche questo. Doveva già fingere di
essere fidanzato con lei, occuparsi della bambina non era
nell'accordo, quello era un compito solo suo.
Ogni tanto giocava con lei; Hattie era
forse l'unica persona con cui si fermava volentieri a conversare, lui
le parlava di archeologia, lei batteva le manine e commentava con dei
“ghia-ba” molto convincenti, più di una volta Will si era
ritrovato a dover ammettere che aveva ragione, quella determinata
data non era corretta o in quel determinato luogo non avrebbero mai
trovato nulla. Questi momenti a parte però era lei ad occuparsene
senza eccezioni.
L'accordo con Will era stato pattuito
quando era al settimo mese di gravidanza di Harriet, esattamente il
giorno stesso in cui aveva dato la lieta notizia a Deirdre Henderson
in Oliver, meglio nota come “quella strega di mia madre”.
Era riuscita a tenerlo nascosto fino a
quel momento, ma l'inverno dai larghi maglioni era finito e la sua
pancia incominciava a non passare inosservata, specialmente su di lei
che da sempre andava a correre.
Tutt'ora poteva sentire la voce di sua
madre in quel giorno che le chiedeva a ripetizione perchè non
tornasse con George e lei aveva risposto ogni volta che lui non
voleva saperne di lei e della bambina. Ogni volta che lo aveva
ripetuto era stato come se qualcuno avesse preso il suo cuore in mano
e lo stringesse ogni volta un poco di più.
Sua madre alla fine aveva smesso di
farle domande, si era alzata dalla poltrona su cui si trovava e aveva
iniziato a camminare per la stanza sospirando e massaggiandosi le
tempie mentre parlava di trasferirsi per evitare lo scandalo. Mai le
unghie di Ariadne si era impiantate nei palmi delle mani tanto da
ferirsi prima di allora. Sua madre si era poi riseduta, aveva
accavallato le gambe come solo lei sapeva fare e aveva aperto bocca,
segnando così l'inizio del personale incubo di Ariadne.
Le aveva annunciato che doveva
ritornare con George, non sapeva come, non sapeva quando, ma quella
bambina non poteva venire alla luce senza che lei non avesse un
anello al dito.
Ariadne era stata costretta a ripeterle
ancora una volta che lui non ne voleva sapere nulla di loro due. La
risposta di sua madre era stata cristallina nel chiarirle che avrebbe
dovuto semplicemente smetterla di comportarsi come una ragazzina,
cosa che ovviamente avrebbe allontanato qualsiasi uomo, e tornare con
il padre di sua figlia. Ariadne era tornata a parlare a ripetizione,
solo che questa volta non era un frase intera che a quanto pareva sua
madre non aveva compreso, ma una semplice parola formata da due
lettere:no!
Sua madre era rimasta impassibile ed
aveva aspettato che finisse di ripetere quella parola, poi si era
allungata verso la lettera che Ariadne aveva appoggiato sul tavolino
quando era entrata nella stanza e le aveva ricordato che se avesse
seguito il consiglio anche quel problema si sarebbe risolto.
La lettera. Ovvero quello che lei
chiamava “capitolo due di -Come rendere la vita di Ariadne Oliver
un inferno e vivere felici-” (il capitolo uno, era completamente
dedicato a sua madre ovviamente). La lettera non era altro che la
citazione in giudizio da parte della famiglia di George in tribunale.
Ad George non importava nulla di loro,
si era anche fatto trasferire in un ufficio di Londra, ma ai suoi
genitori interessava la piccola nipotina che avrebbe potuto reclamare
parte dell'eredità. Così erano passati dal darle della poco di
buono obbligandola a fare il test del dna anche se Ariadne aveva
dichiarato che non gli importava che la riconoscessero. Appurato che
Hattie era davvero una Stubbs, era arrivata quella lettera. Richiesta
di affidamento esclusivo, dato che la bambina era davvero loro
nipote, volevano crescerla a loro modo, con i loro ideali.
Era principalmente per quella lettera
che si trovava lì. Aveva appena firmato il contratto con la casa
editrice che le avrebbe pubblicato il primo libro quindi un po' di
soldi li aveva, senza contare che aveva sempre lavoricchiato come
commessa in un negozio e quando aveva scoperto di essere incinta
aveva aumentato le ore di lavoro. Aveva i soldi per occuparsi di lei
e Hattie e anche se non le avessero pubblicato il libro, come poi era
successo, avrebbe potuto lasciare l'università e lavorare a tempo
pieno, ma lo stipendio da commessa non le avrebbe permesso di pagare
degli avvocati in grado di tenere testa a quelli assoldati dai
Stubbs. Diamine, sarebbero stati in grado di far incriminare Gandhi
per crimini contro l'umanità e Martin Luther King per razzismo.
Aveva bisogno dell'aiuto dei suoi, non poteva farcela da sola.
Quando sua madre aveva preso tra le
mani quella lettera, Ariadne aveva sussultato e poi implorato, non
potevano portarle via la sua bambina. Deirdre l'aveva guardata negli
occhi e aveva iniziato a parlare del matrimonio con suo padre. Lui
più vecchio di lei di una decina di anni, al suo fianco era
diventato l'uomo che era adesso; amministratore delegato di un
importante società, ora in pensione e futuro candidato alle
elezioni come sindaco. Il discorso doveva servire ad incoraggiarla a
sposarsi, ma il fatto che suo padre avesse vissuto per anni con
un'altra donna tornando a casa solo per farsi vedere al fianco della
moglie negli eventi importanti non giovava alla causa.
Ariadne su questo punto aveva un vuoto
di memoria su cosa le avesse risposto sua madre, forse a causa della
sberla che aveva ricevuto quando aveva fatto notare quel piccolo
dettaglio sul suo matrimonio o forse semplicemente perchè era stanca
per via della gravidanza. Se non aveva un buon rapporto con sua
madre, con suo padre era peggio, un uomo d'affari che in casa si
limitava a dare ragione alla moglie incondizionatamente. Non
approvava le idee di sua madre, ma almeno lei si esponeva, parlava
con lei. Lui si limitava a dire “fa come dice tua madre”, era
strano perchè non ricordava di averlo sentito dire qualcosa di
diverso.
Deirdre aveva ritratto la mano con cui
aveva colpito la figlia ed era tornata ad accomodarsi, lapidaria le
aveva annunciato che se non avesse avuto al suo fianco il padre di
sua figlia intenzionato a sposarla, forse era il caso che i Stubbs si
occupassero della bambina. La mano che aveva stretto il suo cuore
mentre ripeteva che George non la voleva, non era nulla in confronto
alla pugnalata che infilzato in quel momento girava su se stesso
aumentando il dolore.
A denti stretti le aveva chiesto se
quello che voleva per il suo aiuto in pratica fosse che si sposasse
con qualcuno. Deirdre aveva risposto di sì. Era un'idea antiquata e
antifemminista, ma Ariadne sapeva che sua madre era fatta così, era
rimasta con un uomo che la tradiva ufficialmente pur di mantenere la
facciata della famiglia perfetta, non avrebbe permesso a sua figlia
di partorire senza un un anello all'anulare, specialmente con suo
marito che aspirava a diventare sindaco. Ariadne a quella risposta si
era alzata e se ne era andata sibilando un “bene”.
Ariadne sbatté contro qualcuno mentre
rallentava la sua corsa sotto il palazzo dove si trovava il suo
appartamento. Guardò lo schermo del cellulare, ma non c'era nessun
messaggio da parte di Amy.
Fu assalita dal panico. Iniziò a fare
gli scalini due a due, fino a che non arrivò al pianerottolo dove si
trovava l'appartamento, si slanciò verso la porta, infilò il piede
sotto il tappetino di benvenuto e perse l'equilibrio sbattendo la
testa contro la porta e accasciandosi a terra.
Iniziò a massaggiarsi la fronte
lamentandosi per il dolore quando la porta si apri, alzò lo sguardo
trovando Will che con in braccio Hattie la stava guardando a sua
volta con un sorrisetto divertito in volto
“un'altra donna caduta ai miei piedi”
scosse la testa fintamente preoccupato “mi domando come farò a
gestire tanto fascino”
“sì, siamo tutte affascinate dalla
tua incredibile gentilezza” replicò Ariadne premendo la mano sulla
fronte, sicura che le sarebbe venuto fuori un bernoccolo gigantesco
“vedi Harriet, quella è la tua
mamma” disse indicando Ariadne a terra “fortunatamente sembra che
gli unici neuroni buoni che avesse li abbia utilizzati per fare te,
quindi tu non ti ritroverai mai in quella situazione non ti
preoccupare” la bambina rise e afferrò un dito della mano libera
di Will, Ariadne assottigliò lo sguardo e si alzò da terra
“non traviare la mia povera bambina”
“è la verità” disse, Ariadne
allungò le mani per prendere Hattie “Ari, vedi..”iniziò Will
trattenendo la bambina, ma lei lo ignorò afferrandola e
stringendosela al petto, lasciò scivolare la borsa a terra e si
diresse verso il soggiorno “comunque prima di..”
“mi dispiace per il ritardo..”lo
interruppe
“Ariadne” la richiamò Will, ma era
troppo tardi, ormai si trovava in soggiorno dove sedute sul divano si
trovavano sua madre e sua sorella che le stava mimando della scuse.
Will le fu subito al fianco
“quante volte ti ho detto di non
interrompermi!?” sussurrò all'orecchio “c'è tua madre”
annunciò poi ad alta voce, la giovane annui
“si lo vedo” deglutì “ciao,
mamma” poi si girò verso Amy “tu non dovevi andare a lezione
questo pomeriggio?”
“si ma vista la decisione all'ultimo
momento, di cui io non sapevo nulla” rimarcò quelle parole
“..della mamma di rimanere a parlare del matrimonio, ho deciso di
rimanere a darti una mano..” fece un sorriso forzato verso Deirdre
che la stava guardando torva “so che eri tanto indecisa sulle
bomboniere così...”si affrettò ad aggiungere
“oh, merda” scappò dalle labbra di
Ariadne
“cosa hai detto?” chiese secca
Deirdre
“nulla, solo che sì, sono
preoccupata per le bomboniere”
“passami Hattie” le sussurrò Will
all'orecchio
“no, io n..”
“Ari, sai anche tu come sono le
chiacchierate con tua madre, vorrei che Hattie non venisse sbranata
per colpa vostra” riluttante gli passò la bambina “bene” gli
posò una mano sulla schiena e la spinse un po' avanti “ora respira
e parla con tua madre”
“mamma volevi dirmi qualcosa?”
“sì, sei in ritardo” fece “non
ricordo di averti mai lasciato incustodita quando eri piccola”
“certo che no, hai sempre assunto
tate fantastiche, grazie mamma” replicò, Deirdre arricciò le
labbra vermiglie e i suoi zigomi alti risaltarono
“dobbiamo parlare del matrimonio,
anche in quello sei in ritardo” lo sguardo di Ariadne saettò
immediatamente verso la finestra. No, erano al terzo piano, saltare
giù era fuori discussione. Sentì Hattie gorgogliare felice alle sue
spalle, le sarebbe bastato voltarsi per afferrarla e poi correre giù
dalle scale, però prima avrebbe dovuto superare Will e lui non era
facile da scansare, tuttavia con una ginocchiata ben assestata
magari...sì, l'unica soluzione era scappare all'estero con Harriet.
I Stubbs le avrebbero cercate, ma con una identità nuova e in uno
stato dove non era permesso l'espatrio se la sarebbero cavata, oppure
poteva chiedere rifugio politico, tempo che avessero conosciuto le
famiglie con cui aveva a che fare nessuno avrebbe avuto da obiettare,
anzi avrebbe semplicemente dovuto dire di essere figlia di Deirdre
Oliver e qualsiasi ambasciata le avrebbe accolte. Avrebbero cambiato
nome, ne avrebbe scelto uno francese come Genevieve o Victorie.
Un colpetto sulla schiena la riscosse
dai suoi pensieri, si voltò verso Will che la guardava con un
espressione seria, ma i suoi occhi erano divertiti, poteva ingannare
chiunque,ma non lei
“smettila di pensare a come scappare”
fece aggiungendo un colpo di tosse per evitare che si sentisse ,
Ariadne si voltò verso di lui e scosse la testa, odiava quando lo
faceva, quando pensava di sapere a cosa pensasse. Certo, nove volte
su dieci indovinava perfettamente i suoi pensieri, ma rimaneva una
cosa fastidiosa
“stavo dicendo” alzò la voce sua
madre “che ormai Harriet si è stabilizzata, William è ormai al
dottorato e tu sei più o meno in forma, è il caso di iniziare con i
preparativi” temporeggiare, ecco quale era stata la parola mantra
di Ariadne nell'ultimo anno. Temporeggiare.
Il suo era un finto fidanzamento per
darle il tempo di finire il secondo libro come da contratto con la
casa editrice e sbloccare così il compenso per la vendita in modo da
diventare finalmente autosufficiente. Si erano fidanzati
ufficialmente immediatamente, ma avevano usato ogni scusa possibile
per rimandare il vero matrimonio.
Quindi, per prima c'era stata la
nascita di Hattie, poi la laurea breve di Ariadne poi la laurea di
Will, ma sopratutto mesi e mesi di corsa e palestra per perdere i
chili in più della gravidanza, ed era stata quella la scusa
migliore. Incredibilmente, sua madre avrebbe potuto sopportare una
figlia non laureata, ma una figlia che percorreva la navata con
qualche chilo di troppo non era accettabile.
“me ne sto occupando, ma sai con
l'università e il libro..” l'occhiataccia che gli rivolse la
raggelò
“perdi ancora tempo con quella
sciocchezza?”
“non è una sciocchezza mamma!”
sbottò Amy “è stata pubblicata, sai cosa significa?”
“sì, che ci sono un sacco di
sciocchi a cui piace perdere tempo” replicò pacata, Ariadne
rivolse lo sguardo verso la sorella e scosse appena la testa, non era
importante, non avrebbe mai cambiato idea. Sentì un tocco leggero
sulla schiena e sussultò. Will fece scivolare la sua mano fino a
posarla sul fianco e stringerla a sé
“Ariadne è una scrittrice e come
tale ha bisogno del suo tempo” Ariadne si voltò verso di lui,
aveva la mascella contratta e gli occhi celesti ora tendevano verso
il blu. Era arrabbiato e non poteva biasimarlo, l'aveva incastrato in
quella situazione e lui voleva uscirne al più presto.
Dopo la discussione con sua madre più
di un anno fa era andata da Frika, più che un' amica una sorella,
che allora condivideva l'appartamento con Will. Era stata proprio
Ariadne a trovargli quella sistemazione, Will aveva bisogno di un
coinquilino, Frika di una stanza in affitto così li aveva fatti
conoscere, senza contare che era molto comodo anche per lei che i
suoi due migliori amici si trovassero nello stesso posto.
Ariadne aveva spiegato a Frika la
situazione ed avevano passato ore a cercare una soluzione, poi era
tornato Will dalla lezione e Frika aveva avuto l'illuminazione. Si
sarebbe dovuta fidanzare con lui, tanto erano amici già da un po' e
non avrebbero avuto problemi a fingere di andare d'accordo. In cambio
Ariadne doveva solo dargli una stanza senza affitto nell'
appartamento che stava per prendere con i soldi della pubblicazione
del primo libro. Il piano originale era che Frika si trasferisse con
lei, ma lei stava per andare in Canada per l'erasmus, Will sarebbe
rimasto nuovamente senza un coinquilino e a Ariadne sarebbe rimasta
una camera vuota.
Will aveva borbottato, imprecato,
discusso, ma alla fine dopo aver ascoltato le ragioni di quel gesto
aveva detto sì e da lì era incominciato tutto.
La vita di Will con lei non era stata
di privazioni, meno qualche notte in cui si era svegliato per i
pianti di Hattie, non aveva dovuto rinunciare a nulla, per qualche
mese aveva avuto anche un ragazza. Ariadne però sapeva che quella
non era una vita normale, era giusto che volesse finalmente uscirne.
“Mi occuperò io di tutto” annunciò
sua madre “visto che siete tutti e due molto impegnati, non
dovrebbe essere un problema se organizzo io le nozze” a Ariadne
mancò il respiro, questa era decisamente un'offerta che non potevano
rifiutare
“questa soluzione è perfetta” ecco
ora aveva accettato, Ariadne spalancò gli occhi, no, il suo tono non
sarebbe mai stato così pacato in una situazione simile e certo la
sua voce non era così profonda, si voltò verso Will “la ringrazio
a nome di tutti e due per essersi offerta” aggiunse lui con un
sorriso. In quel istante gli ricordò George, non era da lui fingere
per ottenere qualcosa, tutta quella situazione lo stata trasformando
in qualcuno che non era, ed era sbagliato perchè lui era fantastico
così come era
“no,non si può..”
“ovviamente Aridne vorrà decide
qualche particolare, non c'è dubbio..”la interruppe Will “bene,
se abbiamo chiarito tutto, scusate ma io avrei una relazione da
stilare..” persino Deirdre sembrava scioccata, però si alzò e
abbozzò un sorriso
“certamente, e io ho un sacco di
commissioni da fare” disse “Amy torni a casa o ti fermi in
centro?”
“no,no” balbettò continuando a
tenere gli occhi fissi su Will “torno a casa” Ariadne andò ad
aprire la porta ed entrambe uscirono.
Non aveva nemmeno balbettato mentre
parlava con sua madre, non un cenno di nervosismo quando le aveva
dato il permesso di organizzare le nozze. Doveva aver ispirato troppa
polvere durante i suoi scavi per essersi ammattito in quel modo.
Ariadne si voltò verso Will che
tranquillo stava parlottando con Hattie mentre la metteva nel box.
Prese un bel respiro e ricordò a se stessa di mantenere la calma e
parlare come una persona matura, non doveva dargli la possibilità di
darle della psicopatica
“Will, sai vero di aver appena
accettato di sposarmi? Per davvero questa volta, Deirdre organizzerà
tutto in un paio di mesi, non credere che non abbia già prenotato
qualche stupido posto con un laghetto con i cigni da molto prima del
nostro fidanzamento!” era un discorso maturo no?! Meno per gli
stupidi cigni certo, bè non erano proprio stupidi, le piacevano i
cigni “sai che i fiori del matrimonio di Kim Kardashian sono
costati due milioni?” non aveva appena citato Kim Kardashian, non
poteva averlo fatto, lei era una persona matura e pacata, con la coda
dell'occhio vide Hattie giocare nel box, si morse un labbro,con lei
come madre in futuro avrebbe avuto bisogno di un'analista, ne era
certa
“deve aver preso molti fiori, certo
di recente c'è stato un aumento dei prezzi per via..”
“cazzo, ti rendi conto che stai per
sposarmi?” lo interruppe urlandogli contro. Un attimo di silenzio
prego, per la perdita della maturità e pacatezza in Ariadne Oliver.
“ti mancano solo due capitoli alla
fine del libro e per quanto tua madre sia un mostro
dell'organizzazione non può metterci meno di due mesi, che non è
molto, ma non è nemmeno poco”
“ma come fai a essere così
tranquillo? Si è vero, sono solo due capitoli, ma se..”
“Ari”
“e se non li finisco?sono bloccata e
lo sai..”
“Ari” riprovò a richiamarla
“...e poi potrebbero rifiutare il
libro, insomma è nel contratto, ma magari..”
“Ari dannazione! La smetti di
interrompermi?” aveva appena urlato, Will aveva appena perso le
staffe, Ariadne sapeva che era sbagliato, ma una parte di lei stava
ghignando compiaciuta di essere riuscita in un impresa che sembrava
impossibile “so che ce la farai punto” scandì
“perchè?”
“perchè so quello che sai fare..sei
un disastro come persona, parecchio irritante aggiungerei, il modo
in cui sono diventato tuo amico potrebbe essere chiamato coercizione
di incapace, ma..”abbassò il tono della voce “sei una br-brava
mamma e scrivi bene, quindi finirai quel libro”
“e se ti sbagliassi?” chiese
“quando mai mi sbaglio?” disse
alleggerendo l'atmosfera “ma se così fosse, anche se ne dubito, ci
sposeremo”
“cosa?”
“è solo una firma Arii..”fece
allargando le braccia esasperato
“tu mi sposeresti davvero?”
“no, io sposerei la madre della
bambina che finirà con dei nonni che le impediranno di vederla se
non lo faccio”
“lo faresti per Harriet allora..”
“per lei e perchè sto bene in
smoking” Ariadne ridacchiò
“tu odi vestirti elegante” gli fece
notare poi
“vero” approvò “quindi muoviti a
finire quel libro” lei sbuffò, con due falcate Will la raggiunse
mettendosi di fronte a lei “guardami” le ordinò, Ariadne alzò
il volto, ma evitò di guardarlo negli occhi, non ci sarebbe riuscita
“tu ce la puoi fare” scandì “se non ci credi tu, ci crederò
io per te” appoggiò la fronte sulla sua posandole una mano sulla
nuca, la mano salì fra i capelli poi si scostò dalla testa e
ritornò sotto forma di uno scappellotto “idiota” borbottò e si
allontanò
“auo” si lamentò Ariadne “mi hai
fatto male”
“te lo meritavi” disse tranquillo
mentre si piegava sulla sua borsa per tirarne fuori i libri, lei alzò
gli occhi al cielo e si diresse al computer. Doveva finire quel
libro.
Sapeva che Will credeva in lei, lo
sapeva da quando gli aveva fatto leggere il primo libro.
Il suo commento era stato il più bello
che aveva ricevuto. No, era il errato il più bello era stato da
parte di Geroge, l'aveva riempita di complimenti, le aveva fatto
fatto recapitare 31 rose, una per ogni capitolo che aveva amato e i
capitoli del libro erano esattamente 31. Sorrideva sempre a quel
ricordo, solo un mese dopo aveva scoperto di essere incinta e George
l'aveva lasciata. Trovava così ironico il fatto che nel giro di un
mese fosse passato dall'amore assoluto all'odio da non provare
nemmeno dolore. Non più almeno. Non così tanto.
Il commento di Will era stata invece
una frase scritta a matita sull'ultima pagina del manoscritto, quindi
realisticamente non era stato il più bel commento, ma quello che più
l'aveva colpita. Le aveva scritto “In
ogni pagina di questo libro, in ogni frase, anche nelle parole più
semplici c'è così tanto di te, del tuo entusiasmo da entrare nella
pelle e lasciarne la sensazione. Impossibile da ignorare, impossibile
da non adorare.”.
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Capitolo 4 *** parte quattro:...che mi ha reso pazzo ***
se scappi 3
Parte quattro:...che mi ha reso pazzo
Ariadne portò una penna alle labbra e
iniziò a mordicchiarla mentre guardava lo schermo del computer. Era
dannatamente bloccata, non su una parte centrale, no, proprio sul
finale.
Non aveva idea di dove sarebbero finiti
i suoi protagonisti, eppure ci pensava, pensava a loro continuamente.
Camminava per strada e pensava a cosa avrebbe detto Tania,
chiacchierava con altre persone e si domandava dove sarebbe potuto
andare Dorian. Ci pensava, ma ancora non capiva come sarebbe finita.
“va a farti un giro, prendi un po'
d'aria” le consigliò Will, Ariadne alzò lo sguardo sull'orologio
“non è ancora ora”
“lo so, ma stai per andare a prendere
un the con tua madre e parlare del matrimonio, perditi un po' nella
selva oscura prima di varcare le soglie dell'inferno, perchè a
differenza di Dante tu non avrai Virgilio a consigliarti..”
“viene anche Amy” fece notare
Ariadne alzandosi dalla sedia della scrivania
“..e ti sarà d'aiuto, ma lei non è
morta come lo era Virgilio, soffrirà pene umane come te”
“piantala con la divina
commedia”ringhiò “ho capito il concetto, mia madre è una fiera
infernale, ne sono cosciente”
“la figuravo più come una delle
Erinni* ma..si anche qualcosa come Cerbero potrebbe funzionare”
Erano passate solo due settimane da
quando avevano dato carta bianca a Deirdre e quel giorno Ariadne
avrebbe avuto il primo incontro con lei per parlare dei progressi
fatti. Sperava in nulla di troppo eccessivo, era un genio
dell'organizzazione, ma in due settimane non poteva aver fatto molti
danni.
“vuoi per caso andare tu
all'incontro?” lo minacciò lei mentre andava a prendere Harriet
dal box, Will le fu accanto e le abbassò il braccio
“lasciala e a me, non voglio che
venga usata come scudo contro tua madre” disse poi, Ariadne si
voltò verso di lui ritrovandosi i suoi occhi fissi su di lei
“non è un tuo compito occuparsi di
lei Will”
“lo so, ma devo consegnare una
relazione e Hattie è un ottima ascoltatrice”
“sei proprio sicuro?”
“assolutamente” confermò con un
sorriso, non sorrideva spesso, ma quando lo faceva le riusciva a
trasmettere una strana sensazione di calore e serenità, Ariadne
indietreggio imbarazzata da quel pensiero ed andò a sbattere contro
la gamba del box
“auo” si lamentò, Will la guardò
perplesso
“che succede?”
“niente, solo che sai, Depp ha
de..”la mano di Will andò a premere sulla sua bocca impedendole di
concludere la frase
“non mi va di sentire te che
straparli di gossip perchè sei nervosa...pensavo fossi riuscita a
calmarti per l'incontro con tua madre” piegò la testa di lato “a
meno che..sono io a renderti nervosa?” Ariadne sbarrò gli occhi
“hai paura per Hattie? Cielo Ari è già stata con me e saranno
solo poche ore” la giovane bofonchiò da dietro la mano “sai che
non è male come tecnica?..il tapparti la bocca intendo”
assottigliò lo sguardo “suonava un po' male ah? Chiedo scusa non
era mia intenzione” spostò lo sguardo sul soggiorno “che dici
potremmo potremmo comprare un lampadario migliore, sai per avere più
luce” Ariadne sbuffò seccata sul palmo della sua mano per quella
perdita di tempo, alzò la gamba e gli pesto il piede, Will si scansò
“auo!bastava dirlo se volevi che mi
scostassi” Ariadne scosse la testa, prese Hattie e le scoccò un
bacio sulla guancia, la rimise giù e si avviò verso la porta
camminando all'indietro
“ti avverto, farò inserire una
clausola nell'accordo pre-matrimoniale, con il divorzio mi dovrai un
bonus per ogni idiozia come questa” disse indicandolo con l'indice,
Will sospirò
“pensi già al nostro divorzio? Cara
non è questo il modo di iniziare un matrimonio felice”
“no hai ragione..il modo migliore
sarebbe con un the con l'adorabile suocera” Will alzò le mani in
segno di resa
“touche, torno a scrivere delle terme
romane”
“ottima idea” disse lei annuendo e
uscì di casa.
Quando Ariadne arrivò nel elegante
bar-pasticceria dove Deirdre le aveva dato appuntamento, la prima
cosa che vide era lo sguardo di sua sorella Amy. I suoi già grandi
occhi erano spalancati e con le mani stava tormentando il tovagliolo.
Ariadne salutò entrambe e si sedette rivolgendosi immediatamente a
lei
“Amy tutto bene?”
“Ari devi stare calma..”biascicò
“Amy, cosa stai dicendo?” la
riprese Deirdre “sarà calmissima ora che saprà che è quasi tutto
pronto”
“cos'è pronto?” domandò
ingenuamente
“il tuo matrimonio ovviamente”
rispose “certo, ci sono ancora dei dettagli da definire, per questo
sei qui” era tutto pronto, Ariadne ripetè nella sua testa la frase
più volte, aveva una laurea in letteratura, eppure le sfuggiva il
senso di quelle parole, avrebbe dovuto malandare una lettera al
rettore per fargli sapere l'inadeguatezza degli insegnamenti della
sua università “sono indecisa sui centrotavola, Amy sembra non
voler collaborare, così lascerò a te la scelta”
“come tutto pronto?” prima di
parlare di fiori, doveva proprio capire che voleva dire quella frase,
magari Wikipedia sarebbe stata d'aiuto, ma se avesse tirato fuori il
cellulare per controllare in internet sua madre l'avrebbe
rimproverata. Senti la mano di Amy posarsi sul suo braccio
“Ariadne” sospirò Deirdre “il
tuo matrimonio è pronto, organizzato, compiuto, allestito” disse
fermandosi per rigirare il cucchiaino nella tazza “pensavo che i
tuoi studi fossero sufficienti a comprendere un termine tanto
semplice” mentre rifletteva, Ariadne dovette ammettere che sì,
capiva cosa le stava dicendo, ma non aveva alcun senso
“sono solo passate due settimane, è
impossibile” sorrise, non perchè fosse realmente divertita, ma per
l'assurdità di sua madre, aveva da sempre teso all'esagerazione
“basta avere i contatti giusti”
“sì certo, ma per farcela i due
settimane dovresti avere una divinità fra i tuoi contatti”
“non essere blasfema Ariadne!” ecco
una frase che pensava non avrebbe mai sentito dire in vita sua “ho
solo una buona wedding planner”
“aveva iniziato già da un po' a
organizzare le nozze, giuro che l'ho scoperto anch'io solo oggi” si
intromise Amy
“mi stai dicendo che..” passò lo
sguardo da sua sorella a sua madre “hai iniziato ad organizzare
tutto senza di me alle mie spalle? Sono almeno invitata al
matrimonio?”
“non essere sciocca”aprì l'agenda
noncurante “ti ho fissato un appuntamento per scegliere il vestito
lunedì, non avrai molta scelta, ma hanno già le tue misure e ho già
fermato degli abiti, mercoledì sei dal parrucchiere per la prova,
giovedì invece..”Ariadne alzò la mano per farla smettere
“hai già programmato tutta la mia
settimana?”
“fra due sabati ti sposi, è il caso
che inizi ad organizzare il tempo”
“fra due, fra due..”balbettò, ma
non riuscì a completare la frase, le mancava il respiro, si alzò e
si avviò verso l'uscita del bar, ignorando le lamentele di sua madre
e le suppliche di sua sorella.
Non poteva averlo fatto, non poteva
davvero aver organizzato un intero matrimonio alle sue spalle dove si
supponeva che fosse lei la sposa. Will sarebbe scappato e avrebbe
avuto ragione. Lo avrebbe fatto anche lei. Il suo respiro iniziò a
farsi affannoso e un senso di nausea le attanaglio lo stomaco. Non
poteva rimanere senza Will, lo sapeva da quando si erano incontrati
per la prima volta, lui doveva fare parte della sua vita, non sapeva
il motivo, ma doveva essere così. Arrivò davanti alla porta
dell'appartamento reggendosi alla ringhiera, le gambe le tremavano e
la sensazione di nausea era sempre più forte, si sedette sull'ultimo
gradino e portò la testa fra le ginocchia respirando lentamente. Per
Hattie, Will avrebbe firmato il pezzo di carta che li avrebbe
dichiarati marito e moglie, almeno per quello non doveva
preoccuparsi, non le avrebbero portato via la sua bambina. Respirò a
fondo, iniziando a sentirsi meglio; situazione schifosa, avvocati
migliori.
Si alzò e mise la chiavi nella toppa
entrando in casa lentamente, doveva affrontare Will subito, ma nulla
le vietava di gustarsi quei pochi attimi di pace prima della
tempesta.
Entrò in soggiorno non trovando
nessuno. Il box era vuoto, sul tavolo erano accumulati fogli, qualche
libro e il portatile di Will. Aggrottò la fronte, impedendosi di
entrare nel panico, quando sentì delle voci provenire dal corridoio
delle camere da letto, si avviò in quella direzione.
Will era nella sua camera dove si
trovavano anche tutte le cose di Hattie. La bambina si trovava nel
lettino e guardava ipnotizzata l'apetta di peluche che Will stava
facendo muovere sopra di lei mentre le parlava con voce calma.
Ariadne poggiò le mani al muro del corridoio e lo avrebbe colpito
con la testa se non fosse che le serviva per finire quel dannato
libro e uscire da quella situazione.
Will che era dolce con Hattie, doveva
proprio assistere a quella scena? Era davvero necessario? Perchè non
poteva comportarsi come uno stronzo schivo come con tutte le persone?
“non vuoi addormentarti eh?” la
voce di Will calma e controllata sembrava anche leggermente divertita
“non mi metterò a cantare a ninne nanne ti avverto” disse
iniziando a fare roteare su se stessa l'apetta “sai conosco
studenti universitari che si sarebbero addormentati a metà della
spiegazione sull'analisi dei colori delle decorazioni nelle terme
romane..” si soffermò a guardare il peluche “ma tu no, sei
rimasta sveglia, è già chiaro cosa farai da grande” la bambina
rise e si afferrò un piedino, Will sospirò “non hai proprio
sonno?” si portò la mano libera dal peluche a scompigliare i
capelli “devi aver proprio preso da tua madre per farmi spazientire
in questo modo” Ariadne questa volta poggiò davvero la testa alla
parete, sì, aveva detto che lo voleva schivo e stronzo, ma serviva
che la prendesse alla lettera, insomma non la ascoltava mai, non era
il caso di iniziare proprio adesso a seguire i suoi pensieri
impulsivi “cielo quella mi fa proprio impazzire” rincarò Will
“non le sto dietro sai?!”sibilò “posso prevedere la sua
pazzia?sì” domandò retoricamente spostando l'apetta a destra
“posso forse evitare di esserne travolto?no” sbottò riportando
l'apetta a sinistra, sospirò “però è divertente lo ammetto, ma
tu non dirglielo” sussurrò, Ariadne sorrise, tornò in soggiorno e
posò la borsa e fece cadere le chiavi a terra, Will comparve
immediatamente
“diamine, Ari sto tentando di far
addormentare Hattie! Potresti anche non essere così casinista”
imprecò tenendo un tono basso
“scusa, non ti facevo tipo da
peluche” disse indicando con la testa l'apetta che Will teneva
ancora in mano, il giovane abbassò lo sguardo sulla sua mano, scosse
la testa e gli lanciò il peluche che Ariadne lasciò cadere a terra
“imbranata” borbottò prima di
girarsi per tornare in camera di Harriet, ma Ariadne lo afferrò per
il polso e lo trattene
“ti devo parlare”
“che ha combinato tua madre?”
domandò rassegnato
“ha fissato la data” Will alzò gli
occhi al cielo
“quanto tempo abbiamo? Immagino che
in tre mesi pensa di vederci all'altare”
“due settimane”
“c-cos..”
“ha iniziato a organizzare già da
tempo alle mie spalle, in pratica è già tutto pronto”
“stai scherzando?”
“certo, pensavo lo avresti trovato
esilarante” disse stizzita incrociando le braccia
“è già tutto pronto?” Ariadne
annui abbassando lo sguardo
“senti se ti vuoi tirare indietro io
lo capisco, so che manca un solo capitolo e che in teoria potrei
finirlo anche oggi stesso,ma la verità è che non posso
assicurartelo, Will davvero, non sei obbligato, potrai rimanere qua a
vivere e saremo comunque amici..”Will la stava guadando con un
sopracciglio inarcato
“hai finito?come ho già detto Ari è
solo una stupida firma” disse “sinceramente non pensavo e non
volevo per niente arrivare a questo punto, ma se è l'unica soluzione
per impedire che Hattie ti venga portata via, va bene, ci sposeremo”
“non voglio che tu ti senta obbligato
o fregato da me”
“Ari mi sono rassegnato all'idea che
ti avrei sempre avuto intorno già dal primo giorno in cui ci siamo
conosciuti quando hai deciso che saremmo diventi amici, con te non ho
mai avuto scelta...”
“ce l'hai ora” disse a denti
stretti “troverò un altro modo, non ti preoccupare” si diresse
verso la sua camera, prese Hattie, odiandosi per averlo fatto proprio
mentre si stava per addormentare, e tornò in soggiorno dove Will la
stava guardando con gli occhi confuso “potrai scegliere anche se
essermi ancora amico, capisco di averti reso tutto più difficile”
si piegò, tentando di non perdere l'equilibrio, a prendere la borsa
“io e Hattie abbiamo delle commissioni da fare, ciao”
“no,no ehi aspetta” la fermò Will
frapponendosi fra lei e la porta “non hai capito, non era quello
che intendevo...”
“Will, tranquillo, è vero non hai
mai avuto scelta, mi dispiace” lui serrò la mascella
“non puoi davvero pensare..”
“tranquillo” gli sorrise “ci
vediamo dopo” gli girò attorno ed uscì.
Non aveva nessuna commissione da fare.
Avrebbe avuto un appuntamento dal fioraio con sua madre, Deirdre si
era premurata di mandargli via messaggio tutti i suoi impegni, ma
ovviamente non ci sarebbe andata. Era solo ferita dalle parole di
Will. Non gli aveva dato scelto e lo aveva trascinato nella sua vita.
Aveva sempre sostenuto che fosse destino, in verità era solo colpa
sua.
Andò al parco giochi vicino e si
sedette su una panchina dondolando automaticamente il passeggino di
Hattie. Non gli aveva però mai impedito di avere una vita privata, i
primi mesi di convivenza lui aveva avuto una ragazza.
L'aveva lasciata lui, ma non ricordava
il motivo, ricordava di averne parlato con lui e di aver concordato
sulla rottura. Era cosciente che fosse squallido approvare una
rottura, ma era cresciuta in una famiglia dove le relazioni si
valutavano prima economicamente poi sentimentalmente e qualcosa di
questa concezione le era rimasto. Will valeva troppo per una ragazza
qualsiasi, quindi era stato un bene che avesse mollato quella tizia.
Certo, ai suoi occhi rimaneva un cretino, ma citando sua madre, “se
fosse stato un paio di scarpe sarebbe stato un paio di Manolo”,
quindi non si sarebbe messa a saltellare, battendogli le mani per
incoraggiarlo a riprovarci con una che non aveva fatto di tutto per
tenerselo stretto. Nessuna frase della serie -voglio che tu sia
felice- o -lei sarà quella giusta-. Era egoista, consapevole e fiera
di esserlo.
Magari in quel momento, dopo la
discussione con Will, ne era meno fiera. Qualcuno, non conoscendola,
avrebbe potuto pensare che lei fosse un po' gelosa, si sbagliavano,
lei non lo era un poco, lei era totalmente gelosa. Lei aveva scoperto
Will, non lo avrebbe concesso alla prima che passava, che non
coglieva nemmeno la metà di tutte le sue sfumature. Sapeva di non
poter giudicare quelle ragazze come Ariadne, non si sentiva
all'altezza e in ogni caso non si sarebbe mai permessa , ma per
quanto riguardava Will si prendeva il permesso di commentare se
andassero bene o meno.
Era strano pensare alle relazioni, era
da così tanto che non pensava all'amore, dopo George il suo cuore
aveva battuto solo per quel mostriciattolo che ora stava dormendo nel
passeggino. Sorrise guardando Harriet.
Si mordicchiò un labbro. Ora ricordava
il motivo per cui Will aveva lasciato quella tizia. Aveva detto di
non esserne innamorato. Semplice, lineare, diretto come era lui. Era
da tempo che stavano assieme, ma i suoi sentimenti non erano mutati
in qualcosa di più di un' infatuazione. Ariadne ricordava, pur
concordando segretamente con lui sulla rottura, giusto per
infastidirlo, di avergli dato dell'intransigente. Lui aveva replicato
che si sbagliava, perchè quando avrebbe trovato una donna in grado
di smuoverlo, di farlo impazzire completamente, allora avrebbe capito
che valeva la pena rimanere assieme a lei.
Il diretto, schietto Will voleva
qualcuno che lo facesse impazzire, mentre lei al contrario in amore
aveva sempre cercato la sicurezza, la suffragetta che era in lei
odiava ammetterlo, ma era così. Geroge le aveva dato sicurezza, ma
nient'altro. Hattie le aveva insegnato che poteva crearlo lei stessa
un luogo sicuro, ora dall'amore avrebbe potuto chiedere altro.
Sbattè più volte le palpebre in preda
ad una rivelazione. Will voleva una donna che lo facesse impazzire.
Non poteva sposarlo.
Scattò in piedi e prese il telefonino
controllando la lista di appuntamenti che le aveva dato sua madre,
era ancora in tempo per il fioraio.
In dieci minuti aveva raggiunto il
negozio di composizioni, Deirdre, avvertita con una rapida
telefonata, l'aspettava davanti alla porta con un espressione
sconcertata, Hattie non riuscì a trattenere un sorrisetto
compiaciuto. Non se lo aspettava proprio.
“ciao, mamma”
“una bambina in un negozio di fiori
non è l'ideale”
“non è una bambina qualsiasi, ma tua
nipote mamma” rimarcò “e non c'è nessuna teoria pedagogica che
sia del tuo stesso parere” Deirdre arricciò le labbra ed entrò
nel negozio, una donna con i capelli raccolti in una crocchia
ordinata andò loro incontro e fece strada verso il retro del negozio
“mamma in verità non sono qua per
scegliere le composizioni” iniziò cauta “mi fido del tuo buon
gusto” Deridre la guardò torva, forse insospettita dal complimento
“cosa vuoi dirmi?”
“ci serve più tempo, non molto,
magari solo altre due, tre settimane..”
“sono già stati mandati gli inviti
Ariadne” ribattè secca
“se magari non avessi deciso di fare
tutto alle mie spalle non ci sarebbe stato questo problema..” disse
a denti stretti, sperando di non risultare troppo acida “potremmo
dire che è stato un errore del tipografo...”
“queste sono le composizione
selezionate per lei” la interruppe la donna mostrandole un tavolo
su cui si trovano tre composizioni floreali
“non diremo proprio nulla, ti
sposerai fra due settimane” affermò Deirdre riprendendo il
discorso, ma Ariadne la stava ignorando e si era avvicinata al tavolo
“mi prendi in giro?” domandò
ignorando la sua risposta“davvero mamma?” continuò tendendo
l'indice verso il tavolo
“qual è il problema? Sono delle
composizioni eleganti..”
“ortensie!” esclamò
“quindi?”
“io odio le ortensie!” urlò,
Hattie nel suo passeggino smise di ridacchiare e la donna del negozio
indietreggio “è il mio matrimonio” sibilò “e sarò circondata
da uno dei fiori che più detesto?”
“stai facendo una tragedia per un
nonnulla” replicò pacata olive
“un nonnulla dici?” chiese
tranquilla “e allora sposati tu in mezzo a questi cazzo di fiori!”
esplose e Hattie scoppiò a piangere, la prese in braccio e con
l'altra mano afferrò il passeggino
“spero che al matrimonio eviterai
queste sciocche scenate” Ariadne che aveva quasi già oltrepassato
la porta d'uscita del negozio si fermò e si voltò verso sua madre
che l'aveva seguita
“no, tu devi sperare che ci sia la
sposa al matrimonio” e così dicendo si diresse verso casa.
Quando aprì la porta dell'appartamento
andò subito nella sua stanza a posare Hattie ignorando Will seduto
sul divano del soggiorno, aveva i gomiti appoggiati sulle ginocchia e
fra le mani teneva il telefono di casa. Ariadne rimase a fissarlo per
qualche istante poi andò a sedersi sul tavolino in legno nero
davanti al divano, si sporse in avanti togliendo dalle sue mani il
telefono e posandolo dietro di sé.
“non vorrei nemmeno parlare con te”
sputò Will appoggiandosi meglio allo schienale del divano “sono
arrabbiato con te in una maniera tale che non credevo possibile”
incrociò le braccia “come hai anche solo potuto pensare che
intendessi dire che fossi tuo amico solo perchè non mi aveva
lasciato possibilità?!”
“io non ho pensato..”borbottò
“oh si che lo hai pensato” la
interruppe, Ariadne non replicò, era inutile negare Will la capiva
anche meglio di quanto facesse lei stessa “mi conosci Ari, se
avessi voluto andarmene me ne sarei andato, se non l' ho fatto è
perchè ci tengo a te e ad Hattie, quello che intendevo con il fatto
di non aver mai avuto scelta era..”
“che sei innamorato di me” disse
serafica Ariadne, Will spalancò gli occhi
“cosa?”domandò “no!” esclamò
“io intendevo dire...”lasciò la frase in sospesa riflettendo
sulla giusta conclusione, ma le parole di Ariadne continuavano a
vorticare nella mente e terminare quella frase
“questo pomeriggio sono rientrata
prima, ti ho sentito dire a Hattie che ti faccio impazzire e tempo fa
mi hai detto che con una donna ne sarebbe valsa la pena solo se ti
avrebbe fatto impazzire..” non appena lo disse a voce alta Ariadne
capì di non aver poi tanti elementi a sostegno della sua tesi, si
morse la lingua, maledicendosi
“fammi capire..” iniziò flemmatico
Will “questa mattina sei rientrata tre volte in casa; la prima
perchè avevi dimenticato le chiavi, la seconda perchè ti eri
dimenticata un libro, la terza perchè alla seconda volta ti sei
dimenticata di riportare fuori il passeggino con Hattie..” Ariadne
fece una smorfia, aveva chiuso la porta e l'aveva riaperta subito
dopo, ammetteva che non erano stati i suoi migliori attimi come
mamma, ma non occorreva rivangare il tutto in questo modo “...ti
dimentichi di cose del genere, ma ti ricordi di un discorso fatto
chissà quando e da lì trai una conclusione assurda!?” e adesso
era ufficiale la sua deduzione era completamente campata in aria “se
sono innamorato di te non è certo perchè mi fai impazzire, idiota”
Ariadne boccheggiò, questa volta non poteva essersi sbagliata, lo
aveva detto lui stesso
“sei innamorato di me davvero
quindi..da quanto?” Will serrò gli occhi e iniziò a massaggiarsi
la fronte
“che ne sono consapevole, direi una
decina di secondi, ma immagino che questa cosa vada avanti da un bel
po'..” fece “cielo, sei peggio di un virus latente” mugugnò
“dobbiamo annullare il matrimonio”
“perchè io sono innamorato di te?
Non dovrebbe essere una motivazione in più?” tentò di ironizzare
lui continuando però ad evitare di guardare Ariadne
“non posso farti questo, non è
giusto, tu sei..”
“questo è un problema mio” disse
alzando di scatto la testa “mio, chiaro?non tuo” ripetè, fu
allora che lo vide, Ariadne stava piangendo, forse non se ne stava
accorgendo nemmeno lei, ma delle lacrime le stavano rigando le guance
“perchè lo chiami problema?” fece,
posandosi le mani sulle guance e cancellando i segni delle lacrime,
aveva promesso a se stessa che non avrebbe più pianto in vita sua,
avrebbe mantenuto la promessa
“perchè tu non hai ancora detto
niente” Ariadne spalancò gli occhi sorpresa, gli aveva sbattuto in
faccia che era innamorato di lei, ma non aveva pensato a quello che
lei provava
“non ora” disse di getto e realizzò
che per una volta era la risposta giusta, non poteva pensare a cosa
voleva lei, prima doveva sistemare il casino in cui si trovava
“lo so” la rassicurò Will,
tornando a appoggiarsi completamente allo schienale del divano
“rimane il fatto che non possiamo più
sposarci”
“sì, sembra che sia a rischio a
causa di una tua scenata dal fioraio” Ariadne scosse la testa
confusa “mi ha chiamato tua madre” spiegò allora il giovane
“ah, già, ha scelto le ortensie come
fiore..” Will ridacchiò
“adoro quella donna, anche nei
dettagli riesce a farti saltare i nervi, scegliere l'unico fiore che
odi..”sospirò “che classe!” Ariadne gli diede un calcio negli
stinchi
“intendevo che non possiamo visto
che..”
“so cosa intendevi” la interruppe
rimarcando le parole “ma come ti ho già detto è un problema mio”
“questa storia ti potrebbe fare male,
meriti di più Will!” sbottò
“ma sta zitta” esclamò “l'unica
cosa che potrebbe farmi male è l'annuncio di un altro crollo a
Pompei” scosse la testa “tempo che avrò preso il dottorato e non
ci sarà più uno scavo archeologico, ma solo il posto per un
concerto di Lady Gaga presentato dal principe Filiberto**”
“sicuro?” chiese Ariadne
“no” sospirò “magari ci sarà
qualcun altro a cantare, spero in un ritorno dei Pink Floyd laggiù,
ma sono abbastanza certo sulla presenza come presentatore del
testimonial reale” Ariadne alzò gli occhi al cielo divertita
“ho capito, la devo smettere di
chiederti se va tutto bene” disse alzandosi imitata da Will che
l'afferrò per un polso trascinandola a sé
“ce la faremo d'accordo?”le
sussurrò all'orecchio
“come regalo di nozze ti procuro uno
di quei biglietti per il concerto sui resti di Pompei” Will
gemette “oppure una bella bomboletta spray per scrivere A+W su
qualche colonna”
“questo è volermi fare del male”
disse sorridendole.
*Le Erinni
sono, nella religione e nella
mitologia greca, le personificazioni femminili della vendetta. Nella
Divina, Dante le incontra nel sesto cerchio, al nono canto. Cerbero
mostro alla guardia dell'ingresso dell'ade. (non so se questa nota
esplicativa sia utile ma ormai l'ho scritta:)).
**Emanuele Filiberto dal 21/11/2013 è
stato nominato “ambasciatore della Città di Pompei nel mondo”.
Piccola nota: se avete letto la mia
premessina e vi ricordate che sono una fissata dei nomi, capireste il
perchè Ariadne sarà circondata da Ortensie il giorno del
matrimonio.
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Capitolo 5 *** parte cinque:...d'amore per te. ***
se scappi4
Parte cinque:...d'amore per te.
Il campanello di casa suonò e Ariadne
sussultò. Mancavano ormai solo due giorni al matrimonio ed era ad un
livello tale di nervosismo da sobbalzare per qualsiasi cosa. Per
essere precisi non solo sobbalzava, ma urlava contro qualsiasi cosa e
aveva anche rotto qualche bicchiere. Un incidente ovviamente, magari
non proprio un incidente, ma li aveva in mano e sua mamma era
comparsa a casa sua per annunciarle che il suo abito era pronto, era
plausibile che le cadessero a terra.
“vai ad aprire” le urlò Will,
Ariadne si alzò svogliatamente dal tavolo dove stava studiando,
raggiunse la porta e l'aprì, non ebbe nemmeno il tempo di aprire la
bocca che Frika le saltò al collo
“non ci si sposa senza addio al
nubilato” annunciò entrando
“tu sei qui?” domandò sconvolta
“secondo te mi perdo il tuo
matrimonio?” Ariadne sospirò
“non è..”
“non mi vedi da quasi un anno e vuoi
discutere di questa cosa?” la interruppe “Ari mi sei mancata” e
si abbracciarono
“Toronto ti ha fatto bene” constatò
Ariadne
“e a te lasciare che tua madre
organizzi il matrimonio ti ha reso radiosa” la canzonò Frika
“ciao, Frika” disse Will passando
diretto verso la cucina
“ciao Frika?” ripeté Ariadne “non
sei sconvolto? Aveva detto che non poteva venire nemmeno per il
matrimonio e invece è qui” disse indicandola con entrambe le mani
“è veramente qua!” le passò un braccio attorno alle spalle
“si lo vedo” disse lui
tranquillamente
“mi ha chiamato lui” spiegò Frika
“dove la mia nipotina?” chiese poi dirigendosi verso il box dove
si trovava Harriet
“tu cosa?” domandò Ariadne, lui si
strinse nelle spalle
“forza andiamo le altre ci aspettano
per l'addio al nubilato” annunciò Frika prendendola sotto braccio
“le altre?” domandò “ma Hattie?
E tu sei appena arrivata e..”
“si le altre, il tuo addio al
nubilato è stato organizzato da due continenti differenti assieme a
tua sorella, di Hattie si occupa Will e per quanto riguarda me, ho
già dormito un paio d'ore dai miei..” Ariadne inarcò un
sopracciglio
“i tuoi vivono a due ore e più di
macchina da qui, potevi dirmelo ti avrei ospitata”
“e poi che sorpresa sarebbe stata?
Inoltre i miei mi volevano a casa, cielo non ritornavo nella mia
cameretta da anni” Ariadne aggrottò la fronte spostando lo sguardo
da Hattie nel box a Will
“Will?”
“non è problema tenere Hattie, devo
solo metterla a dormire, inoltre io l'ho festeggiato il mio addio al
celibato, è giusto che lo faccia anche tu”
“non hai idea di cosa darei per avere
le foto di Will al suo addio” disse Frika fischiando
“oh, anch'io per questo ho corrotto
Jim per ottenerle” approvò Ariadne
“cosa hai fatto?” domandò Will
“bè dobbiamo andare no?!” chiese
Ariadne
“si e anche velocemente” rispose
sorridente Frika e la trascinò fuori.
Ariadne non credeva fosse una buona
idea festeggiare il suo addio al nubilato, non stavano nemmeno
celebrando un vero matrimonio, non c'era nulla da festeggiare.
Inoltre i personaggi del suo libro erano ancora bloccati. Invischiati
fra le pagine di word senza un vero finale. Aveva pensato a Tania e
Dorian anche mentre si cambiava con un vestito nuovo sui sedili
posteriori della macchina di Frika, poi, quando si era ritrovata
intenta ad indossare le decoltè che gli aveva lanciato l'amica
mentre stavano chiacchierando come sempre, i suoi pensieri erano
inevitabilmente finiti alla discussione che aveva avuto con Will.
Si era imposta di non pensarci, ma Will
che ammetteva di essere innamorato di lei non era esattamente una
piccolezza facilmente ignorabile. Ancora una volta era stata Frika a
venirle in soccorso, si sentivano spesso in video chiamata, ma non
gli aveva ancora parlato di quella piccola rivelazione. Frika
appoggiata alla sua macchina pensierosa davanti al club dove le altre
le aspettavano, aveva trovato la soluzione ai suoi problemi. La
tequila.
D'accordo, non era esattamente la
soluzione del problema, ma dopo che furono entrate nel club, ebbe
salutato le sue compagne di università con cui spesso usciva e
stretto in un abbraccio sua sorella, il piano di Frika iniziò ad
attuarsi sotto forma di shot e Ariadne dovette ammettere che c'era
una vena geniale in lei. Dopo il terzo shot non ricordava più i suoi
problemi, dopo il quinto non ricordava nemmeno di aver mai pensato,
dopo l'ottavo non ricordava nemmeno chi fosse.
Frika che come autista ufficiale era
rimasta sobria, l'aveva accompagnata fino al suo appartamento e
l'aveva aiutata ad inserire le chiavi nella toppa, il tutto
prendendola in giro con la cadenza di una battutina ogni cinque
secondi. Ariadne alla fine della serata non era ancora tornata
sobria, ma lo era abbastanza per ritirare di aver sostenuto che la
sua amica avesse una vena geniale. L'aveva saluta facendole
promettere di chiamarla il giorno dopo per potersi vendicare di tutte
le prese in giro di quel momento.
Ariadne camminò, anzi si trascinò
verso la sua camera, ma si bloccò, c'era Hattie che dormiva. Le
aveva già causato troppi traumi infantili, non poteva rischiare che
la vedesse in quello stato, certo non se lo sarebbe mai ricordato e
la mattina non sarebbe stata in quello stato, ma non voleva
rischiare.
Scese dai tacchi e si sedette sul
divano scivolando poi di lato, se avesse alzato le gambe avrebbe
potuto dormire lì, ma sembrava un impresa troppo complessa.
Un rumore di passi proveniente dal
corridoio delle camere le impedì di addormentarsi in quella scomoda
posizione, Will comparve in soggiorno. Anche al buio, con un mal di
testa martellante e stanchissima avrebbe potuto notare il sorrisetto
divertito che il giovane aveva tentato di nascondere.
Passò e si diresse verso la cucina
“non dici niente?” biascicò
Ariadne, Will prese due bicchieri, una bottiglia d'acqua e tornò in
soggiorno sedendosi sul tavolino davanti al divano
“dormi qui, se entri in camera tua e
svegli Hattie ti distruggo con le mie stesse mani” posò uno dei
due bicchieri sul tavolino e lo riempi d'acqua poi si alzò per
tornare in camera sua
“Will” lo richiamò Ariadne
tirandosi su a sedere per bere “secondo te visto che siamo amici da
tanto funzioneremo insieme?” Will si voltò corrucciato, tornò
indietro e si sedette sul tavolino, le prese il bicchiere dalle mani
e lo poggiò di lato
“alcool e ora tarda, sarà un cliché,
ma fidati è una combinazione che ti porta a dire o chiedere cose
imbarazzanti, va a dormire”
“dico sempre cose imbarazzanti per
te” replicò puntandogli il dito contro
“ecco perchè dovresti stare zitta”
“no, invece, rispondi!” sbottò
mettendo il broncio
“non ho la sfera magica Ari”
rispose rassegnato “non so se funzioneremo come coppia”
“non intendevo quello” cantilenò
con una smorfia “intendevo il sess..”la mano di Will fu
prontamente sulla sua bocca
“visto?ora tarda e alcool pessima
combinazione”esclamò poi mentre Ariadne mugugnava sulla sua bocca
“auo!” urlò di colpo “mi hai morso?” domandò guardandosi il
palmo della mano
“ti trasformerai in un vampiro o in
uno zombie” pausa “o in uno zombie- vampiro anche se secondo me
morso di zombie batte quello vampiro” disse
“si” fece Will ancora impegnato a
guardare la mano
“e non ti dispiace diventare uno
zombie?”
“rispondevo alla tua domanda” disse
alzandosi “idiota” aggiunse
“oh” esclamò Ariadne, poi però
iniziò a scuotere la testa “no, no, no ti sbagli, siamo amici da
troppo, sarebbe una cosa tranquilla e amichevole, neutro come la
svizzera” Will alzò gli occhi al cielo
“alzati” le disse facendole cenno
con la mano di raggiungerlo, Ariadne perplessa si alzò leggermente
ondeggiante e si mise di fronte a lui
“cosa c'è capitano?” chiese
imitando un saluto militaresco, Will le prese il mento fra le dita e
appoggiò la sua fronte alla sua, lei ridacchiò “non stai per
farlo vero?”
“ogni volta che mi interrompevi, ogni
volta che discutevamo, ogni volta che ti vedevo parlare con Hattie e
tante, tante altre volte volevo solo fare questa cosa, ma solitamente
tu uccidevi i miei istinti inciampando o dicendo qualcosa di
stupido..”
“ehi” sbottò stizzita Ariadne, ma
non riusci a dire nient'altro, le labbra di Will sfiorarono le sue,
le sentì mordere leggermente, poi fu come con l'ottavo shot di
tequila, non si ricordo più chi fosse. Will non aspetto oltre e
approfondi il bacio, Ariadne rispose automaticamente sentendo solo il
suo corpo che si schiacciava su quello del ragazzo, le sue mani
finirono a stringere i suoi capelli, mentre tentava di reggersi, le
sue gambe non sembravano in grado di farlo adeguatamente, Will le
passò un braccio sulla schiena e la strinse a sé più di quanto
fosse possibile, la fece camminare indietro fino a che non trovò il
muro, solo allora mollò leggermente la presa su di lei. Era fame.
Non c'era altro modo per definire quel bacio. Nulla era più
importante in quel momento, di avvicinarsi di più fra di loro, di
mordere le labbra del l'altro, di perdersi completamente in quel
bacio. Era come se inconsciamente, tutti quegli anni, avessero solo
aspettato quel preciso momento. Una mano di Will era dietro la sua
nuca mentre l'altra stava salendo lungo la coscia di Ariadne, lei
fece scivolare la mano sotto la maglietta di Will, quando lui si
allontanò con un gemito
“sai di alcool e fa schifo” disse
mentre Ariadne lo guardava scioccata
“m-ma” balbettò, da quando era lei
che balbettava?!
“ora non metterai più in discussione
la nostra possibile complicità”
“ma..”
“non fare rumore, buonanotte” e si
avviò verso la sua camera, Ariadne si schiaffò una mano sul volto,
non era successo, non poteva essere successo, non proprio a due
giorni dal matrimonio, o meglio un giorno, vista l'ora.
Sospirò,ancora una volta aveva ragione Will, alcool e ora tarda non
erano una buona combinazione. Si trascinò verso il divano e vi si
gettò sopra crollando in un sonno profondo pochi secondi dopo.
Mentre si guardava allo specchio,
continuava a credere che ad un certo punto qualcuno fosse saltato
fuori urlando che era tutto uno scherzo, che tutta la sua vita era
uno scherzo. Si trovava in una piccola anticamera di uno degli
alberghi più in vista della città, in un vestito che odiava e
circondata da ortensie che odiava.
“Deirdre esca, qui è tutto apposto”
ripetè per l'ennesima volta Frika, la donna questa volta però annui
e usci non prima però di aver lanciato un' occhiata di rimprovero
alla figlia, così, giusto perchè alla fine la figlia la meritava
sempre un' occhiata del genere a prescinder
“odio questo velo” si lagnò
Ariadne, Frika posò la mani sulle sue spalle girandola verso di sé
e con un gesto veloce tolse il fermaglio del velo
“problema risolto” annunciò
girandosi poi a prendere Hattie dalle mani di Amy che si avvicinò
alla sorella per toglierle il collier
“e senza questo va ancora
meglio”disse ottenendo l'approvazione di Frika che annuì convinta.
Ariadne gemette e si lasciò cadere a terra, ignorando le sedie
imbottite presenti, ignorando che il pavimento potesse non essere del
tutto pulito, ignorando di indossare un vestito bianco.
Non andava meglio, non poteva andare
meglio. Stava per sposare un uomo per far sì che sua madre
continuasse a pagare gli avvocati che le impedivano che le portassero
via sua figlia. Nulla avrebbe potuto migliorare la situazione, meno
che non fosse stata innamorata di quell'uomo come lo era lui di lei.
Il giorno dopo del suo addio al
nubilato, lui si era comportato normalmente, lei si era rintanata a
scrivere, non aveva idea di quante volte avesse iniziato un frase per
poi cancellarla subito dopo. Quello era l'amore di cui si era
occupata negli ultimi anni, quella fra Tania e Dorian, un amore
fittizio, controllato, sicuro, perchè anche se si dividevano,
soffrivano, alla fine si ritrovavano sempre. Dopo George, Ariadne
aveva completamente escluso quel sentimento da sé, se ne era accorta
solo dopo la rivelazione di Will, non voleva più soffrire, così
nell'allontanare il dolore aveva allontanato anche la causa ovvero i
sentimenti.
“tesoro, se non lo vuoi fare possiamo
trovare un altra soluzione, non ti preoccupare” le disse Frika
sedendosi al suo fianco con Hattie che si allungò verso la madre,
Ariadne la prese e la strinse a sé
“posso prendere tempo con la mamma,
adesso ho accesso al mio conto, posso prelevare il più possibile
prima che me lo blocchi” intervenne Amy
“mi dispiace dirtelo, ma mamma ha
imposto la sua firma per prelievi superiori ai mille euro, perchè
credi che quando ho iniziato a lavorare ho aperto un conto a parte?”
Amy sussultò “bè, anche perchè il mio conto di famiglia era già
stato bloccato da tempo”
“troveremo qualche avvocato che vuole
lavorare per la causa, esisteranno ancora gli idealisti in questo
mondo?!” esclamò Frika
“già cercato, nessun idealista vuole
mettersi contro lo studio che cura gli affari dei Stubbs, senza
contare che non ne serve uno, ma una squadra per fronteggiarli”
disse Ariadne poggiando la fronte sulla testolina di Hattie “devo
sposarmi” dichiarò “rischiando che un giorno in futuro Will mi
odi per avergli fatto questo”
“Will ti ama” sussurrò Amy
“già e io?”domandò, prese la
manina di Harriet e la posò sul suo petto all'altezza del cuore
“cosa dici Hattie, il cuore della mamma batte ancora? Batte perchè
è innamorato di Will?” la bambina rise
“ci-ci” borbottò
“bambina intelligente per essere
figlia tua” ironizzò Frika
“deve aver preso tutto dalla zia”
approvò Amy
“voi pensate che sia innamorata di
Will?” domandò confusa Ariadne
“dalla nascita di Hattie secondo me”
disse Amy
“secondo me da prima” ribattè
Frika
“prima c'era George” ringhiò
Ariadne
“sì e ti piaceva d'avvero, ma ne eri
innamorata? Ne era affascinata, ti piaceva il modo in cui ti
trattava, ma con Will hai sempre avuto una complicità che andava al
di là di tutto ciò, vi siete sempre girati attorno come due poli
opposti” spiegò Frika mimando con le mani quello che dovevano
essere i due poli
“e quando pensavi di dirmi questa
cosa?” Frika alzò gli occhi al cielo e Amy la colpi sul braccio
“non si dice alla gente che è
innamorata! Solitamente lo capiscono da sole” esclamò indignata,
Ariadne aprì la bocca per replicare, ma bloccò
“sono davvero così messa male”
“si” risposero all'unisono
scoppiando a ridere subito dopo
“hai imparato in meno di un anno
tutte la basi del russo per poter iniziare a studiare alcuni autori
in lingua originale, ma non avevi capito una cosa così basilare,
complimenti sorellina” aggiunse Amy facendo ridere anche lei
“allora che si fa?” domandò Frika
“vado a sposarmi” annunciò Ariadne
alzandosi “credo” aggiunse con una smorfia “magari con calma”
concluse tornando a sedere per terra
“Ariadne!”la voce di un tono
udibile solo ai cani la fece rialzare di scattò facendo sobbalzare
Hattie ancora stretta fra le sue braccia “è ora, dai la bambina a
Amy e vieni” ordinò Deirdre con la mano stretta sulla maniglia
della porta che aveva appena spalancato
“scordatelo” e strinse la bambina
al petto “lei viene con me”
“non iniziare a fare sceneggiate”
“Deirdre ci pensiamo noi, vada a
sedersi, la prendiamo noi la bambina” la tranquillizzò Frika
gesticolando però in modo da farla arretrare
“va bene” e uscì, subito seguita
dalle tra ragazze, attraversarono la hall e si fermarono davanti alla
porta della sala riservata ai ricevimenti
“non mollerò Hattie” disse Ariadne
“certo che no, era solo per far
sparire tua madre” fece Frika sbirciando dalla porta “allora sei
pronta?” le domandò voltandosi verso di lei “Will in smoking sta
davvero bene” aggiunse facendole l'occhiolino, Ariadne sentì il
respirò mancarle, iniziò a respirare velocemente, mentre Amy le
passava una mano sulla schiena, si focalizzò su Hattie che
giocherellava con una decorazione del suo vestito
“pronta” annunciò, Amy annui,
superò Frika e aprì le porte, una quartetto d'archi iniziò a
suonare, se fosse stato il matrimonio suo e di Will, avrebbero scelto
un saxofonista, per entrambi niente era meglio del vecchio jazz,
socchiuse gli occhi a quel pensiero. Quello era il matrimonio suo e
di Will, strano che continuasse a dimenticarlo.
“Ari, in qualsiasi secondo, qualsiasi
sia il motivo, ci giriamo e mandiamo tutto all'aria, non sei felice e
questo non va bene” fece Frika “starai dai miei, troveremo una
soluzione per Hattie, falsifichiamo documenti, non importa”
“grazie” fu l'unica cosa che riusci
a dire, l'amica la strinse in un abbraccio attenta ad Hattie e si
girò, seguendo Amy lungo il tappeto bianco che portava davanti
all'officiante. Ariadne non avrebbe voluto delle damigelle, ma almeno
così aveva avuto la scusa di avere Frika e Amy attorno a sé fino
all'ultimo. Suo padre non l'avrebbe accompagnata, non lo aveva voluto
e lui non aveva protestato. Prese un profondo respiro e iniziò a
camminare.
Passo, passo, inspira, passo, passo,
espira.
Hattie si strinse a lei impaurita da
tutte quelle persone
“non ti preoccupare, non ti mangia
nessuno, bè forse la nonna, ma ti proteggo io” le sussurrò e una
risata risuonò, alzò lo sguardo notando che su madre la stava
guardando furiosa, forse il suo tono non era stato così basso come
credeva, davanti a lei Frika stava nascondendo le risate dietro
quello che doveva essere il suo bouquet ma al quale aveva rinunciato
per tenere Hattie, Amy più avanti, già al fianco dell'officiante si
stava mordendo un labbro sorridente, fece scivolare lo sguardo più
in là, da dove proveniva la risata. Will.
Will in smoking che aveva smesso di
ridere dopo una gomitata del suo testimone, un ragazzone,
simpaticissimo e gentile,suo amico di sempre. Will che adesso la
guardava con quei occhi azzurri che Ariadne non aveva mai trovato
attraenti su un ragazzo, ma che su di lui avevano un che di
magnetico. Will che sorrideva a labbra strette con la testa
leggermente piegata. Will che aveva scoperto essere molto bello. Will
che aveva capito di amare.
Era come se ogni mattina della sua
vita, si fosse allenata solo per quello, perchè le sue gambe
scattarono prima di aver elaborato il pensiero in sé. Quello che
tutti gli invitati videro, fu Ariadne che si fermava, si girava e si
metteva a correre, nonostante Hattie stretta fra le braccia,
nonostante il vestito e le scarpe, si era messa a correre.
Quello che vedeva Ariadne invece era
Tania che decideva di prendere l'aereo per raggiungere Dorian a
Vienna, la vedeva scendere, prendere un taxi e raggiungere il loro
caffè, dove sapeva che lo avrebbe trovato. Si sedeva ora, mentre
osserva lo sguardo di Dorian spalancarsi sorpreso, lei dalla sua
borsa tirava fuori il suo rossetto borgogna, se lo metteva, si
avvicinava e lo baciava. Dorian sorrideva, si sporgeva un'altra volta
verso di lei, ma lei lo rifiutava, si toglieva l'anello di
fidanzamento dall' anulare, lo poggiava sul tavolo assieme al
rossetto ormai finito e bisbigliava al suo orecchio che erano finiti
i baci a loro disposizione. Tania si allontanava dal caffè ignorando
i richiami di Dorian, si accendeva una sigaretta e proseguiva il suo
cammino, decisa a portare a termine la ricerca affidatele da sua
nonna da sola.
Ariadne aveva visto tutto questo mentre
le sue gambe sicure correvano fuori dal hotel e si dirigevano verso
casa, doveva andare a scrivere il finale prima di dimenticarlo.
Il fiato si fece corto e si rese conto
di stare correndo con Hattie in braccio e su un paio di tacchi.
Rallentò, era appena scappata dal matrimonio, questa volta sua madre
l'avrebbe maledetta, magari con una qualche bambola voodoo.
Will. Il nome le passò nella mente
veloce. Aveva lasciato anche lui. Lei però lo amava, anche questo
aveva capito. Spostò Hattie su un braccio, piegandosi di lato per
alzare la gonna, con difficoltà riuscì a prendere il cellulare
legato alla giarrettiera. Sul display comparve l'icona di un
messaggio da parte di Frika, lo aprì e lesse: Ho già chiamato i
miei, sono contenti di ospitarti per tutto il tempo che vuoi, sai che
per loro sei come una figlia, quindi non farti problemi, cambiati,
passo a prenderti tra mezzora a casa tua. ps: sei stata meglio di
Julia Roberts, ti voglio bene.
Ariadne sorrise, le bastano un paio di
giorni, il tempo di scrivere il finale e di portarlo alla casa
editrice.
Il telefono iniziò a vibrare e All of
me di Sidney Bechet risuonò nell'aria, premette sul tasto verde e si
portò il cellulare all'orecchio
“state bene?” la voce di Will era
secca, il tono basso, Ariadne rabbrividì scoprendosi a sorridere
inconsciamente solo al suono della sua voce
“so come finisce” esclamò, ci
furono un paio di istanti di silenzio, poi sentì il suono della
conversazione terminata. Ariadne guardò lo schermo, Will le aveva
chiesto se lei e Hattie stavano bene anche se era arrabbiato. Era
così dannatamente da lui e lei amava quel suo modo di fare e adesso
che lo sapeva doveva dirglielo. Iniziò a richiamarlo, ma continuava
a metterle giù. Non si sarebbe arresa, doveva dirglielo. Gli mandò
un messaggio con scritto che era urgente, era sleale, ma sapeva che
Will le avrebbe risposto in quel modo. Riprovò a chiamarlo e questa
volta non senti il tipico suono della chiamata rifiutata
“si?” rispose Will con un ringhio
“ti amo” fu ciò che disse
semplicemente Ariadne, subito dopo entrò nel panico, c'era silenzio
dall'altro capo del telefono. Lo aveva appena lasciato sull'altare,
forse finalmente aveva capito che era un disastro, non abbastanza per
lui e che era il caso di lasciarla perdere
“bene” disse finalmente Will, una
sola parola, diretta e schietta, ma il tono era addolcito
“bene” replicò Ariadne sorridente.
Will si alzò al suono del campanello e
andò ad aprire. Era passata una settimana dal giorno delle nozze e
dopo quella telefonata non aveva più sentito Ariadne se non per un
messaggio che le aveva inviato per dirgli che sarebbe stata a casa
dei genitori di Frika.
Aprì la porta non vedendo nessuno,
scrollò la testa, voleva lasciarle del tempo, ma iniziava a stufarsi
di alzarsi pensando che quel giorno sarebbe tornata a casa
rimanendone puntualmente deluso.
Era scappata dal loro semi-falso
matrimonio, gli aveva detto di amarlo e poi era sparita assieme ad
Harriet. Sì, aveva detto che si sarebbe innamorato di una donna che
lo avrebbe fatto impazzire, ma in quel momento erano altri gli
aspetti di Ariadne che amava. Si scompigliò i capelli, lui
innamorato di Ariadne era la cosa più assurda e giusta al contempo
che avesse mai sentito. Stava per richiudere la porta quando lo
sguardo ricadé sullo zerbino, c'era un pacco, si piegò e lo prese.
Non c'era mittente constatò mentre
chiudeva la porta, andò a sedersi sul divano e poggiò il pacco sul
tavolino davanti a sé. Incrociò le braccia continuando ad
osservarlo, poi si decise, aprì il pacco e lo scrollò facendo
scivolare il contenuto. Era un libro, non c'era copertina e la
rilegatura era grezza, ma a chiare lettere si poteva leggere il
titolo sotto il quale si trovava il nome dell'autrice, Ariadne
Oliver.
La sua mascella si irrigidì,
scompariva dalla faccia della terra, ma gli spediva il suo libro.
Strinse le mani attorno alla copertina, non era da Ariadne, la
conosceva, ci doveva essere una spiegazione. Sollevò la copertina,
sulla prima pagina, una freccia in matita indicava le righe usate per
le dediche, lesse “alla
mia piccola Hattie e a Will di cui amo il suo modo di dire bene”,
Will sorrise scuotendo la testa, c'era un'altra freccia vicino alla
quale era riportata la frase che lui le aveva scritto in fondo al
primo libro come commento. Girò il libro e aprì l'ultima pagina,
scoppiò a ridere quando vide la scritta “Mi
vuoi sposare? Ps:..magari non subito però, mia madre non troverebbe
opportuno fare due cerimonie a così breve distanza l'una
dall'altra.”
Will si alzò dal divano diretto al
cellulare, quando realizzò che non c'era mittente, ma nemmeno
destinatario sul pacco, si fiondò alla porta aprendola di scatto.
Ariadne si trovava seduta sulle scale, al rumore della porta che si
apriva si voltò, aveva un'espressione tesa
“ce ne hai messo di tempo” disse
stirando un sorriso “mi aspettavo che lo capissi più velocemente”
“si” disse lui raggiungendola e
sedendosi al suo fianco
“ammetti di essere stato lento nel
capire che ero qua fuori nascosta?”domandò perplessa “che ne è
stato del tuo ego?”
“o mi interrompi o non mi ascolti”
sospirò Will “ci ritroviamo sempre nelle stesse situazioni dove tu
non capisci nulla e io devo spiegarti tutto” la canzonò
“non è vero! Sei tu che rispondi
troppo lentamente per i miei pensieri, devi tenere il passo con
questa” disse tamburellando l'indice sulla tempia
“sarà difficile...” constatò
“scusa tanto per la lentezza, il mio sì, era la risposta
all'ultima domanda che mi hai fatto o meglio scritto” Ariadne
scosse la testa
“qual..oh!”esclamò e sorrise “mi
vuoi sposare?”
“così sembrerebbe” disse
avvicinandosi e sfiorando le labbra con le sue
“anche se siamo in due?” domandò
allungandosi per baciarlo a stampo
“Hattie è tornata all'asilo?”
chiese e Ariadne annui “bene, avevo chiamato per sapere se stesse
bene, ma mi avevano detto che avevi deciso di tenerla con te per un
pò” lei sorrise intenerita da quel gesto “con Hattie non ho
problemi, è con te che avrò vita dura” disse baciandola a sua
volta, si staccò da lei e alzò il polso per guardare l'orologio
“l'asilo chiude fra tre ore, quindi abbiamo tutto il tempo che
vogliamo prima di andarla a prendere” prese la mano di Ariadne e
l'aiutò ad alzarsi assieme a lui “vieni”
“qualcosa mi dice che ti sei fatto
una chiara idea di come occuperemo queste ore..” Will la trascinò
nell'appartamento chiudendo la porta dietro di sé
“una settimana fa mi hai chiesto se
avremmo funzionato in un determinata circostanza..”iniziò Will
attirandola a sé
“..e tu mi hai dimostrato che era
così” Will scosse la testa
“non del tutto; l'ora, ciò che avevi
ingerito e un improvviso attacco di coscienza mi avevano fermato..”
“oh” esclamò Ariadne “allora
dovremmo assolutamente rimediare” ribatté seria
“bene” approvò lui sorridente
“bene” sussurrò lei sulle sue
labbra.
4 anni dopo...(ovvero, che storia
sarebbe senza un super happy ending?!)
“sei in ritardo” la rimproverò
Will, urlando da fuori del piccolo gazebo in cui Ariadne si era
rintanata per prepararsi
“ho dovuto preparare Hattie” si
giustificò
“no, io ho dovuto preparare Hattie,
tu le hai solo messo il vestito”
“ha ragione Ari, è stato lui a
trascinarla fuori di casa, non so come faccia ma riesce ad incantare
quella bambina” disse Frika mentre poggiava la bottiglietta
d'acqua, da cui stava bevendo, su una sedia
“lo sai che ogni tanto lo chiama
pater?” le domandò divertita Amy mentre allacciava i bottoni del
abito bianco corto fino al ginocchio della sorella
“no, non l'avevo mai sentita”
rispose Frika
“sì, significa padre in latino, a
forza di sentirlo blaterare di scavi e storia varia ha deciso di
chiamarlo così” spiegò Amy mentre Ariadne alzava gli occhi al
cielo, Frika ridacchiò
“e a lui va bene?” domandò dopo
“lui è divertito dalla cosa”
scandì Ariadne “lui è divertito” ripetè “ho provato a
parlargli, tentare di capire se la cosa lo turbasse, ma niente, lui
adora Hattie, lei adora lui ed è contento che lo chiami pater”
sbottò “ giuro che mi fa saltare i nervi, mi da dell'idiota per le
più piccole cose e poi come niente fosse si fa chiamare pater”
“tesoro, so di avertelo già detto ma
tu hai dei seri problemi” esclamò Frika
“in verità la vorrebbe adottare
ufficialmente” borbottò Amy
“cosa?” domandò Ariadne “e
perchè io non lo sapevo?”
“è venuto da me per chiedermi di
procurami tutte le vecchie carte della battaglia legale contro gli
Stubbs per assicurasi che fosse tutto apposto prima di chiedertelo,
sai voleva controllare che magari non ci fosse qualche stupida
clausola che potesse impedirlo, sono stati una spina nel fianco per
un bel pò” spiegò Amy
“già, ma ora non sono più un
problema”troncò il discorso secca Ariadne “così vuole
adottarla?” sorrise “non so se voglio condividere la mia piccola”
Frika scoccò la lingua sul palato mentre Amy scuoteva la testa
rassegnata
“abbassati” le ordinò posandole un
cerchietto con veletta fra i capelli “ora sei pronta” le annunciò
“andiamo?” domandò sorridente
Frika, avviandosi verso l'uscita del gazebo, Amy e Ariadne la
seguirono. La chiesetta dove si sarebbero sposati lei e Will si
trovava in una radura di un bosco ad un paio di chilometri da un
piccolo paese. Sua madre aveva provato ad obbiettare che non era il
luogo giusto ma Will aveva ribattuto mettendo sul piatto il suo
essere anglicano e una descrizione dettagliata della costruzione di
quella chiesa, dei personaggi passati e degli affreschi ancora
intatti. Deirdre Oliver non aveva saputo più replicare.
“ehi” la richiamò una voce prima
di essere afferrata per un braccio e trascinata lontano dall'uscita
del gazebo che era stato montato ad una decina di metri della
chiesetta sul prato
“che ci fai qui?” domandò
ritrovandosi tra le braccia di Will, l'uomo indicò con la testa
Hattie che teneva la mano stretta attorno ai suoi pantaloni, Ariadne
si piegò sulle ginocchia, per guardare la bambina negli occhi “hai
finito di giocare e voi venire con me?” domandò dolcemente, a
differenza di quando aveva un anno, ora che ne aveva cinque era stato
difficile convincere Hattie a rimanere con lei mentre si vestiva per
il matrimonio, Will si era allora offerto di controllarla mentre si
divertiva a correre dietro qualsiasi insetto o animaletto vedesse nel
prato
“si” aveva risposto Hattie
sporgendosi in avanti per farsi prendere in braccio, Ariadne si alzò
con la bambina in braccio e si voltò verso Will che aveva fissi su
di lei quei dannati occhi celesti, attento alla bambina si sporse
per baciarla
“porta sfortuna vedere la sposa
prima” obiettò Ariadne, Will sorrise
“certo”sussurrò posandole un altro
bacio sulle labbra
“e se scappo?”
“se scappi...bè con il tuo
allenamento ti lascio andare” Ariadne maledì se stessa, era
proprio necessario fare quella stupida battuta?!
“ma poi, poi ti vengo a prendere e ti
sposo!” terminò Will.
***
E questa è la fine, non avevo mai
pensato, né tanto meno scritto un finale così zuccheroso, ma ci
stava quindi questo è quanto!..;)
I nomi dei personaggi sono stati presi
da: Dieci piccoli indiani (William Blore), La sagra del delitto
(Hattie e George Stubbs, Amy Folliat), Il pericolo senza nome (Frika
Rice, -Jim Lazarus, -Maggie Buckley), Fermate il boia (Deirdre
Henderson) e Adriane Oliver è un personaggio ricorrente in più
libri (se qualcuno li ha letti spero avrà apprezzato il fatto che
all'inizio della storia per colazione lei mangia una mela) tutti
libri di Agatha Christie.
Vi è piaciuta? La odiate? Ci terrei
tanto a sentire i vostri commenti ( fate finta che abbia scritto
qualcosa di acuto e ironico che vi abbia appena spinto a recensire)
(okay, sono imbarazzata dalla parentesi precedente, ma davvero ci
terrei tanto a sentire delle opinioni anche negative (va bene, se
sono positive sinceramente le preferisco ma credo davvero nella
storia delle critiche costruttive quindi dateci pure dentro, non mi
vedrete piangere (scherzo:) (sto facendo parentesi su parentesi forse
è il caso di fermarmi))) un bacio.
ps: ho controllato il testo molto velocemente, se ci sono errori vi prego di perdonarmi in anticipo.
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